Quando Dio ti sorride La benedizione trinitaria in II Corinzi 13:13 “La grazia del Signore Gesú Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (II Corinzi 13:13). Molti pastori usano chiudere il culto con queste parole d’invocazione al Signore. Infatti, suonano familiari ai nostri orecchi: ma cosa significano davvero? Cosa possiamo comprendere attraverso di esse? Perché vengono dette? Questo libro serve a rispondere a queste ed altre domande. Sicuramente, afferrare il significato di queste parole ci aiuterà a crescere di più nella fede e nella conoscenza di Dio. Derek Prime Dopo aver servito il Signore, per trent’anni, come pastore in Gran Bretagna - prima nella Chiesa Evangelica Libera di Lansdowne di West Norwood a Londra, poi alla Charlotte Chapel di Edimburgo, Scozia Derek Prime svolge un ministerio itinerante e si dedica alla scrittura di libri di edificazione cristiana. Tra le sue opere, un testo sulla prima lettera di Paolo ai Corinzi ed un altro che esamina approfonditamente l’argomento della preghiera, oltre ad altri scritti biografici.
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Questo scritto, stilato in modo chiaro e lineare, prende in esame un versetto biblico che contiene insegnamenti di considerevole importanza per il credente: l’amore di Dio, la grazia del Signore Gesù Cristo e la comunione dello Spirito Santo. Seppure gli argomenti siano tutt’altro che superficiali, lo scritto è sicuramente di facile lettura ma, ancor più, di indubbia edificazione cristiana. Questo è il desiderio di chi lo pubblica: aiutare il lettore a riflettere su particolari verità bibliche affinché, per la virtù dello Spirito Santo, queste stesse possano segnare profondamente il cuore, la mente e la vita di chi desidera consacrarsi sempre di più al proprio Signore e Salvatore, Gesù Cristo.
Quando Dio ti sorride La benedizione trinitaria in II Corinzi 13:13
€ 7,50
9 788 889 69 8464
ADI Media
ISBN 978-88-89698-46-4
Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”
Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 - Fax 06 2251432 adi@adi-media.it - www.adi-media.it
QUANDO DIO TI SORRIDE
DEREK PRIME
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Derek Prime
ADIMedia
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Indice Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Parte Prima 1. La grazia del Signore Gesù Cristo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 2. La grazia del perdono di Gesù Cristo . . . . . . . . . . . . . . . . 19 3. La grazia della presenza di Gesù Cristo . . . . . . . . . . . . . . 31 4. La grazia della forza di Gesù Cristo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 5. Grazia su grazia, benedizione dopo benedizione . . . . . 47 Parte Seconda 1. L’amore di Dio Padre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 2. La conoscenza dell’amore del Padre . . . . . . . . . . . . . . . . . 57 3. La certezza dell’amore del Padre. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 4. La potenza dell’amore del Padre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 5. Sperimentare l’amore del Padre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 Parte Terza 1. La comunione dello Spirito Santo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87 2. La comunione dello Spirito come Consigliere . . . . . . . . 91 3. La comunione dello Spirito nell’intercessione . . . . . . . . 99 4. La comunione in cui lo Spirito Santo ci conduce. . . . . . 107 5. Contristare lo Spirito Santo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113 Conclusione: La trilogia di benedizioni nel suo insieme . . . 119
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Titolo originale: “Under God’s smile” © Day One Publications 2008 Published by Day One Publications Ryelands Road, Leominster, HR6 8NZ Edizione italiana: “Quando Dio ti sorride” © ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 Fax 06 2251432 Email: adi@adi-media.it Internet: www.adi-media.it Servizio Pubblicazioni delle Chiese Cristiane Evangeliche "Assemblee di Dio in Italia" Ottobre 2010 - Tutti i Diritti Riservati Traduzione: A cura dell’Editore - D.I. Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Nuova Riveduta - Ed. 1996 Società Biblica di Ginevra - Svizzera Stampa: Rotolito Lombarda - Pioltello (MI)
ISBN 978 88 89698 46 4
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Prefazione Se amate i libri che dichiarano grandi verità in modo sintetico, quello che avete tra le mani è il libro giusto. Questo scritto, infatti, stilato in modo chiaro e lineare, prende in esame un versetto biblico che contiene insegnamenti di considerevole importanza per il credente: l’amore di Dio, la grazia del Signore Gesù Cristo e la comunione dello Spirito Santo. Chissà quante volte abbiamo letto questo versetto, che si pone a chiusa della seconda epistola di Paolo ai Corinzi, senza soffermarci ad esaminare attentamente il significato dei termini usati e ciò che essi implicano. Questo libro ci aiuta proprio in tal senso: contiene riflessioni, suggerimenti e incoraggiamenti che abbracciano un tema davvero molto ampio, anche se ci sono presentati in modo essenziale. Proprio come un piccolo vasetto di alabastro sprigiona il profumo della sua essenza, così questo breve scritto emana una fragranza del tutto particolare, mentre l’autore descrive la bellezza di soggetti così eccellenti per il cuore di ogni figlio di Dio. Seppure gli argomenti siano tutt’altro che superficiali, lo scritto è sicuramente di facile lettura ma, ancor più, di indubbia edificazione cristiana. Questo è il desiderio di chi lo pubblica: aiutare il lettore a riflettere su particolari verità bibliche affinché, per la virtù dello Spirito Santo, queste stesse possano segnare profondamente il cuore, la mente e la vita di chi desidera consacrarsi sempre di più al proprio Signore e Salvatore, Gesù Cristo. L’Editore 5
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Introduzione Tra i tanti riferimenti alle benedizioni che troviamo nell’Antico Testamento, quella di Numeri 6:24-26 è tra i miei preferiti: “Il SIGNORE ti benedica e ti protegga! Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio! Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace! Così metteranno il mio nome sui figli d’Israele e io li benedirò”. Solitamente, questa è definita da molti la benedizione sacerdotale, perché il Signore stesso indicò ad Aronne e ai suoi figli le parole da usare per benedire gli israeliti. Il passo parallelo del Nuovo Testamento è, virtualmente, quello che leggiamo nella seconda epistola ai Corinzi, una sorta di “preghiera di benedizione” che così recita: “La grazia del Signore Gesú Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (13:13). L’apostolo la utilizza a chiusa della sua epistola, quale saluto finale per affidare i suoi fratelli in fede alla cura e alla grazia divine. Ambedue questi riferimenti biblici sono belle preghiere, piene di significato e di grande incoraggiamento. La benedizione sacerdotale ispira il titolo di questo libro: “Quando Dio ti sorride”. Infatti, quando qualcuno ci sorride, il suo sguardo in qualche misura risplende su noi. I credenti dell’Antico Testamento, invocavano spesso il Signore chiedendoGli di far risplendere il Suo volto su di loro (cfr. Salmo 80:1, 3, 7, 19). Il Suo sorriso si accompagna alla Sua grazia e alla certezza di benedizioni, per chi incontra il Suo favore. Matthew Henry, commentatore puritano, afferma: “È buo7
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no, per noi, essere sicuri di incontrare il favore di Dio, ogniqualvolta Lo vediamo sorridere; diversamente l’inquietudine attanaglia il nostro cuore, quando ci sembra accigliato”. In breve, il passo biblico che abbiamo preso in esame, quando si riferisce alla grazia, all’amore e alla comunione, vuole dimostrare - in termini neotestamentari - cosa significhi vivere sotto la benedizione di un Dio che ci sorride. Molti pastori usano chiudere il culto con queste parole d’invocazione al Signore. Infatti, suonano familiari ai nostri orecchi: ma cosa significano davvero? Cosa possiamo comprendere attraverso di esse? Perché vengono dette? Questo libro serve a rispondere a queste ed altre domande. Sicuramente, afferrare il significato di queste parole ci aiuterà a crescere di più nella fede e nella conoscenza di Dio. Possiamo dividere questa benedizione, sostanzialmente, in tre parti. Dopo averle esaminate singolarmente, sarà utile comprendere la relazione che intercorre tra loro. Riflettiamo attentamente su questa “trilogia di benedizioni”, perché proprio di questo si tratta!
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Parte Prima
La grazia del Signore Ges첫 Cristo
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Quando Dio ti sorride
“G
razia” è una delle parole più belle del vocabolario di un credente. È un termine che ho usato raramente, se non addirittura mai, prima di convertirmi. Ma da quando sono stato salvato, essa spunta spesso sulle mie labbra e nei miei pensieri, specialmente quando mi unisco ad altri credenti per lodare il Signore, nella preghiera o nella conversazione. È l’espressione che riassume, più di ogni altra, l’incredibile opera di salvezza che Dio ha compiuto per me, un miserabile peccatore. Io sono stato salvato per grazia, esclusivamente per grazia. I credenti del libro degli Atti non sono stati i primi ad utilizzare la parola “grazia”, ma sono stati i primi ad usarla con il significato con il quale noi ora la intendiamo. Infatti, originariamente, tra i Greci, con il termine “grazia”, si intendeva ciò che procurava piacere o gioia. Ma fu con il suo utilizzo da parte dei credenti del Nuovo Testamento che giunse poi ad assumere un significato più profondo: la grazia è un favore immeritato. È interessante il legame che questa definizione ha con il significato originale della parola: infatti, niente dona ai cristiani una gioia più grande del considerare che la loro salvezza dipende, non da quello che fanno o che dovrebbero fare per guadagnarla, ma interamente da ciò che Dio ha fatto per loro, in Cristo Gesù. La grazia è l’espressione più autentica della bontà divina: quel tipo di bontà che ci lascia senza fiato e costituisce l’unica fonte di gioia e piacere. È la manifestazione della sovrana bontà di Dio all’opera, il Suo agire in modi accessibili soltanto a Lui. È la prova tangibile del suo favore verso uomini e donne immeritevoli, quali noi siamo. 10
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Una caratteristica unica L’unicità della grazia consiste nel fatto che non può essere procurata attraverso i propri meriti o le opere compiute, per quanto nobili possano essere. La parabola che Gesù racconta sul figliuol prodigo illustra perfettamente questo aspetto (cfr. Luca 15:11-24). Il figlio rende la sua vita un disastro completo. Non soltanto dilapida i beni che era riuscito a farsi lasciare dal padre, ma si impoverisce a tal punto che l’unico lavoro che riesce a fare è quello di pasturare i maiali ed è così affamato che arriva ad invidiarli per il loro cibo. Ma questa sua terribile condizione lo fa ritornare in sé. Mentre percorre, sfinito, la via verso casa, prova il discorso di rammarico e pentimento da fare a suo padre, rendendosi conto che, al massimo, potrà ottenere un posto come servo nella casa del genitore. Egli non sa quale grossa sorpresa lo aspetta! Prima ancora di poter scorgere suo padre, infatti, questi lo ha già avvistato, da molto lontano. Ha trascorso ogni giorno attendendo il suo ritorno. Pieno di compassione per suo figlio, il padre corre fuori per incontrarlo, gli getta le braccia intorno al collo, lo bacia e lo ribacia. Il figlio inizia ad esporre il discorso che aveva preparato, ma il padre ordina di portare gli abiti migliori, un anello da mettergli al dito e dei sandali da mettergli ai piedi. Poi conclude, chiedendo che si organizzi subito una festa per celebrare il suo ritorno. Tutti questi benefici sono l’espressione evidente della pura grazia, come lo sono tutte le benedizioni che Dio ci dona attraverso la grazia del nostro Signore Gesù Cristo: “Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia” (Giovanni 1:16). 11
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Proprio la venuta del Signore Gesù nel mondo sta a dimostrare che la grazia non può essere meritata. Come potremmo mai essere all’altezza, non soltanto della Sua venuta nel mondo, ma addirittura della Sua morte per i nostri peccati? L’apostolo Paolo ci ricorda: “Infatti voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi” (II Corinzi 8:9). Grazia è l’unica parola che l’apostolo considera in qualche modo adeguata a descrivere un concetto così inimmaginabile: il Signore della gloria che si fa povero per rendere ricchi noi. Quando arriviamo a conoscere bene qualcuno, le caratteristiche della sua personalità emergono e si imprimono su di noi in un modo che difficilmente dimentichiamo. Fu questo che gli apostoli e i primi discepoli sperimentarono nei confronti di Gesù. Vivevano con Lui, mangiavano e bevevano con Lui, Lo videro mentre era stanco ed esausto, in effetti condivisero con Lui tutta la Sua vita quotidiana. Di conseguenza, non avevano alcun dubbio su cosa li avesse colpiti maggiormente in quei tre anni; difatti, hanno dichiarare: “E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:14; enfasi aggiunta). La vita di Gesù fu “piena di grazia”. “Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” (Giovanni 1:17). Il Signore ci ha elargito la Sua grazia abbondante attraverso Suo Figlio (cfr. I Corinzi 1:4): Egli è la porta attraverso cui abbiamo accesso alle ricchezze di questa grazia. Le parole di John Bunyan, riguardanti la grazia del Signore Cristo Gesù, nonostante siano espresse con un linguaggio 12
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antico, a cui i nostri orecchi non sono abituati, sono meritevoli di essere meditate, se pronunciate con lo stesso calore e con la stessa gratitudine: Tu, Figlio del Benedetto, quale grazia è stata manifestata nella Tua condiscendenza. La grazia Ti portò a discendere dal cielo, la grazia Ti spogliò della Tua gloria, la grazia Ti rese povero e disprezzato, la grazia Ti fece sopportare un così grande carico di peccati, un così grande fardello di sofferenze e un così grande distacco dal Padre, sofferenze tali da non potersi pronunciare. O Figlio di Dio! La grazia fu in ogni Tua lacrima, la grazia uscì dal Tuo costato con il Tuo sangue, la grazia procedette da ogni parola della Tua dolce bocca; la grazia scaturì dove la frusta Ti percosse, dove le spine Ti punsero. Quivi è la grazia! Grazia che fa meravigliare gli angeli, grazia che rende i peccatori felici, grazia che stupisce i demoni.
Dio è vicino a noi per aiutarci Una delle espressioni della grazia di Dio che facilmente dimentichiamo, è la Sua vicinanza, la Sua prontezza ad aiutarci anche nei momenti in cui ci rendiamo conto di essere completamente immeritevoli di ricevere il Suo aiuto. Mentre il nostro Signore Gesù Cristo esercitava il Suo ministerio, durante quei tre anni importantissimi in Palestina, la grazia fu manifestata attraverso la Sua costante disponibilità ad aiutare quanti si sarebbero rivelati indegni di alcun aiuto. Ed Egli sapeva tutto questo ancor prima di intervenire in loro favore. La donna samaritana era così profondamente assetata che nessun pozzo d’acqua avrebbe potuto mai soddisfarla. Aveva già provato le acque inconsistenti del mondo: i pozzi del desiderio sessuale e del divertimento mondano. Gesù co13
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nosceva tutto di lei, e lo dimostrò allorché replicò la sua affermazione di non avere nessun marito: “Hai detto bene: ‘Non ho marito’; perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto la verità” (Giovanni 4:17, 18). Gesù la portò poi alla conoscenza della salvezza, poiché credette in Lui; e, almeno in una certa misura, fu per il bene di lei che Gesù dovette passare per la Samaria (cfr. Giovanni 4:4). Anche Zaccheo, il disonesto esattore delle tasse a Gerico, scoprì che Gesù era lì per aiutarlo, nonostante la maggior parte delle persone non avrebbe avuto un solo pensiero gentile per lui. Il Signore era entrato a Gerico e la stava attraversando (cfr. Luca 19:1-10). Raggiunse il luogo dove Zaccheo si nascondeva, sopra un sicomoro: sconosciuto agli altri, probabilmente, ma non a Gesù. Il Maestro si fermò e dimostrò il Suo interesse per la salvezza di quell’uomo. Però, non si limitò a questo: entrò in casa sua, per rassicurarlo della sua ritrovata relazione con Dio. Al momento della crocifissione, il ladrone pentito sperò di poter almeno essere ricordato da Gesù, una volta giunto nel Suo regno. Egli scoprì la meraviglia della grazia di Cristo, nella promessa che gli fece di essere al Suo fianco in quello stesso giorno! (cfr. Luca 23:42, 43). In un istante, un ladro condannato a morte, che credette in Gesù negli ultimi istanti della sua vita, ebbe la certezza di un eterno avvenire di felicità. Questa è la grazia del Figlio di Dio! La vicinanza di Gesù, specialmente quando sappiamo di non meritarla, è una manifestazione significativa e pratica della Sua grazia. Lo stesso possiamo affermare a proposito del Suo aiuto e delle Sue liberazioni, che realizziamo quando Egli è al nostro fianco. 14
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È una verità di fondamentale importanza, a cui aggrapparci quando la nostra coscienza, e il nemico delle anime, potrebbero giustamente dirci che non meritiamo né la presenza di Gesù né il Suo aiuto. Tutte queste cose sono vere, ma sono ostacoli superati dalla Sua grazia!
L’espressione della grazia nel canto Non è certo una sorpresa che la grazia abbia catturato l’immaginazione di molti autori di inni e cantici! Philip Doddridge (1) ha scritto: Grazia! È un suono piacevole Armonioso alle orecchie Il cielo risuonerà con un’eco E tutta la terra l’udrà
Anche Samuel Davies (2) esprime il suo senso di stupore: Oh, grande Dio delle meraviglie, tutte le Tue vie Sono impareggiabili, sovrannaturali e divine! Ma la splendida Gloria della Tua grazia Brilla ancor più divina e ineguagliabile; Chi è un Dio misericordioso come Te? O chi ha una grazia così abbondante e generosa?
1. Philip Doddridge (Londra, 26 giugno 1702 – Lisbona, 26 ottobre 1751) è stato un teologo inglese, puritano, leader del nonconformismo, vissuto nel XVIII secolo. 2. Samuel Davies (1723-1761) è stato Presidente dell’Università di Princeton, allora conosciuta come il College di New Jersey. Nato da genitori di fede evangelica Battista, è stato ordinato Ministro Presbiteriano nel 1457.
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Quando Dio ti sorride
Ancora più noto è Amazing Grace, l’inno di John Newton (3). Così recita la prima strofa: Stupefacente grazia! Com’è lieto il suo suono che ha salvato un miserabile come me; Un tempo ero perduto, ma ora sono stato ritrovato Ero cieco, ma ora vedo.
Essere nati di nuovo per opera dello Spirito Santo significa avere gli occhi aperti alla grazia e alle sue inesauribili ricchezze in Gesù Cristo. L’enfasi della nota preghiera, oggetto della nostra meditazione, è posta sulla prima parte, perché è attraverso la grazia del Signore Gesù che scopriamo l’amore del Padre e la comunione dello Spirito. È significativo, infatti, notare come le parole: “La grazia del Signore Gesù Cristo sia con voi” siano presenti in altri punti del Nuovo Testamento (cfr. I Corinzi16:23; Filippesi 4:23; Filemone 25; Apocalisse 22:21), mentre non lo sono le restanti parti del versetto.
Spunti di riflessione 1. Nessuna parola, più della parola “grazia”, esprime ciò che Dio ha fatto per noi in Cristo Gesù. 2. William Carey, uno dei primi missionari in India, scrisse: “Se mai giungerò in cielo, sarà esclusivamente
3. John Henry Newton (24 luglio 1725-21 dicembre 1807), già capitano di una nave che trasportava schiavi, convertitosi a Cristo divenne ministro evangelico e autore di molti inni evangelici.
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La Grazia del Signore Gesù Cristo
merito della grazia divina”. Che cosa possiamo fare per non dimenticarlo mai? 3. La parola “grazia” prende le sue origini da un termine dell’Antico Testamento che significa “piegarsi”, “abbassarsi” o “scendere”. Davide dichiara: “I legami del soggiorno dei morti mi avevano attorniato … Egli abbassò i cieli e discese … Egli tese dall’alto la mano e mi prese, mi trasse fuori dalle grandi acque” (Salmo 18:4, 9, 16). Fu Dio a scendere fino a noi, al nostro livello, per trarci in alto e trarci fuori dal peccato. L’apostolo Paolo scrive: “Infatti voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi” (II Corinzi 8:9).
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Questo scritto, stilato in modo chiaro e lineare, prende in esame un versetto biblico che contiene insegnamenti di considerevole importanza per il credente: l’amore di Dio, la grazia del Signore Gesù Cristo e la comunione dello Spirito Santo. Seppure gli argomenti siano tutt’altro che superficiali, lo scritto è sicuramente di facile lettura ma, ancor più, di indubbia edificazione cristiana. Questo è il desiderio di chi lo pubblica: aiutare il lettore a riflettere su particolari verità bibliche affinché, per la virtù dello Spirito Santo, queste stesse possano segnare profondamente il cuore, la mente e la vita di chi desidera consacrarsi sempre di più al proprio Signore e Salvatore, Gesù Cristo.
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