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IL TESORO
Un itinerario serrato attraverso i libri storici della Bibbia. Meditazioni quotidiane che accompagnano il lettore tra l’avvicendarsi dei re d’Israele, i messaggi appassionati dei profeti e le vicende dei giudici. Episodi che hanno segnato la storia del popolo di Dio, ma che trasmettono anche a noi, oggi, un insegnamento di valenza eterna. Questo libro espone il pensiero biblico dei diversi autori evangelici del calibro di F.B. Meyer, C.H. Spurgeon e J.C. Ryle. Le riflessioni in esso esposte saranno di sicura edificazione cristiana e non mancheranno di spronare quanti si accostano, anche con l’ausilio di questo scritto, alla Parola di Dio con spirito di preghiera.
dei LIBRI STORICI
AA. VV.
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ISBN 978-88-89698-80-8
Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”
Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 - Fax 06 2251432 adi@adi-media.it - www.adi-media.it
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“Il Tesoro Dei Libri Storici” © ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 06 2284970 Fax 06 2251432 Email: adi@adi-media.it Internet: www.adi-media.it Servizio Pubblicazioni delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ottobre 2013 - Tutti i Diritti Riservati Tradotto e compilato: A cura dell’Editore Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Nuova Riveduta - Ed. 1996 Società Biblica di Ginevra - Svizzera Immagine di copertina: La Torre di Davide - Gerusalemme, Israele. Si ringraziano quanti hanno contribuito alla pubblicazione di questo libro. Stampa: Produzioni Arti Grafiche S.r.l. - Roma
ISBN 978-88-89698-80-8
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PREFAZIONE Anche quest’anno il Signore ci concede grazia di aggiungere un nuovo testo alla collana Il Tesoro della Bibbia. Ai sei già stampati inseriamo anche questo titolo: “Il Tesoro dei Libri Storici”. Il testo di meditazioni bibliche che avete in mano traccia un avvincente percorso tra questi libri antichi che narrano la storia del popolo di Dio, le sue vicende politiche e sociali, ma, soprattutto, mette in assoluto rilievo gli accadimenti spirituali che, di volta in volta, sono affrontati. La narrazione delle grandi vittorie e delle cocenti sconfitte che hanno tratteggiato la storia d’Israele, l’ingresso e l’avanzata del popolo di Dio nella Terra Promessa, le accorate esortazioni dei profeti, gli interventi dei giudici, gli alti e i bassi dei re che si sono avvicendati nei due Regni di Giuda e Israele, sono tutti elementi caratterizzanti di questo libro. Le vicende di Giosuè e quelle di Samuele, la storia di Gedeone e quella di Sansone, le vicissitudini di Davide e il regno di Salomone, il libro di Ester e quelli di Rut, Neemia ed Esdra… centinaia di pagine della Scrittura, sfogliate e meditate; tante gemme di sapienza, di storia e di benedizione che si possono scorgere nelle pagine di questo scritto che vi accompagnerà nella lettura e meditazione del Libro dei libri: la Bibbia. La narrazione è sicuramente avvincente, l’esposizione è come sempre accurata. Anche quest’anno abbiamo “spigolato” tra gli scritti di famosi autori evangelici del calibro di F.B. Meyer; il suo testo classico, Our Daily Homily, per esempio, è un punto di riferimento obbligatorio per tanti credenti nel mondo che amano particolarmente letture devozionali di carattere espositivo, al pari degli scritti di C.H. Spurgeon e J. C. Ryle. La lettura di questo libro sarà sicuramente proficua, soprattutto se preceduta e seguita da quella dei brani biblici segnalati a pie’ di pagina che accompagnano ogni meditazione. La preghiera accompagni la lettura del testo biblico e di queste meditazioni, lo Spirito Santo non mancherà di imprimere e applicare la Sua Parola nel cuore e nella vita di ogni lettore attento e devoto. L’Editore
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1 GENNAIO
PROSEGUIRE FIDUCIOSI “Dopo la morte di Mosè, servo del SIGNORE, il SIGNORE parlò a Giosuè, figlio di Nun, servo di Mosè, e gli disse: Mosè, mio servo, è morto. Àlzati dunque, attraversa questo Giordano, tu con tutto questo popolo, per entrare nel paese che io do ai figli d’Israele”
I
[GIOSuè 1:1, 2]
l dolore si è appena abbattuto su te, vuotando la tua casa. Il tuo primo impulso è quello di lasciar perdere ogni cosa e sederti nella disperazione, tra i frammenti delle tue speranze. Ma non osi farlo. Scopri che la vita cristiana non è soltanto benessere ed entusiasmo, ma anche un susseguirsi di cadute dalle quali ti rialzerai soltanto aggrappandoti a Dio con tutte le tue forze. Soltanto la pace che dona il Signore rende sopportabili anche le sofferenze più dure. Vacillare, anche soltanto per un momento, può mettere in pericolo un santo desiderio che coltivavi nel tuo cuore o qualche principio spirituale che non deve venir meno. Alcune vite potrebbero essere danneggiate dal tuo cammino cristiano che s’interrompe. Impegni sacri risentirebbero della tua decisione di incrociare le braccia perché sei abbattuto dallo sconforto. Ma non devi assecondare il dispiacere. Non ti è concesso, proprio come non lo fu al profeta Ezechiele, vestire a lutto e indugiare nella desolazione d’animo. I dolori sono soltanto incidenti nella vita, e non possono interrompere il corso del lavoro cui abbiamo messo mano. Dobbiamo lasciarceli alle spalle, mentre proseguiamo il cammino verso le cose che ci stanno davanti. Dio ha stabilito che, continuando a compiere il nostro dovere, realizzeremo la consolazione più vera. La trepidazione della nostra coscienza si acquieterà quando smetteremo di ritenerci privati di una felicità ormai perduta per sempre e torneremo al servizio che abbiamo sospeso. Sedersi a rimuginare sui nostri dolori non farà che turbare maggiormente il nostro cuore, trasformando la nostra forza in debolezza e ottenebrando ogni nostro pensiero. Se allontaniamo la malinconia, riprendendo in mano i compiti e i doveri ai quali Dio ci chiama, la luce tornerà, e acquisteremo un vigore nuovo e del tutto inaspettato. Lettura Biblica: Giosuè 1:1-8 [vd. I Timoteo 6:12]
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2 GENNAIO
L’I N C E N T I V O P E R L A M A R C I A
U
“Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il SIGNORE, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai” [GIOSuè 1:9]
na folla di giovani uomini e donne erano sulla sponda del Giordano, aspettavano il segnale per entrare nella terra promessa. Dio aveva detto che avrebbe loro concesso ogni territorio che i loro piedi avessero calcato (v. 3). Che incentivo per continuare la marcia! Ogni volta che un israelita camminava verso Canaan, si ricordava di quelle parole. Questa è una bella immagine della nostra esperienza. Impariamo a poggiare il nostro piede sulle promesse della Parola di Dio. Nel combattere i tuoi nemici spirituali, credi che Dio li ha già dati nelle tue mani e prosegui nella certezza che nessuno di essi potrà resisterti. Questa è una promessa benedetta: “Nessuno potrà resistere di fronte a te tutti i giorni della tua vita … io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (v. 5). Non importa quanto sia feroce il tentatore, quanto spesso tu sia venuto meno, quanto siano radicate le tue cattive abitudini, se hai l’audacia di credere che il Signore è con te, nulla e nessuno sarà in grado di opporti resistenza, Dio è fedele e non ti abbandonerà; sii forte e vai avanti! L’unica cosa che il Signore chiede a ciascuno di noi è di ubbidire fino in fondo. Ecco i nostri ordini di marcia, che dobbiamo tenere ben presenti: meditiamo le Scritture giorno e notte; esse non devono mai allontanarsi dal nostro cuore o dalla nostra bocca. Poi, dimostriamoci forti anche quando sembra impossibile ubbidire. Quando tutti i condizionamenti sembrano indebolire i nostri proponimenti, imponiamoci di ubbidire alla voce di Dio e risolutamente confidiamo nel Signore. Mentre avanziamo, scopriremo che le opposizioni che suscitano in noi i maggiori timori, non sono altro che ombre inconsistenti. Quando vengono toccate dalla lancia della fede esse svaniranno e noi conseguiremo nuove vittorie (cfr. Giosuè 8:18, 26).
Lettura biblica: Giosuè 1:9-18 [vd. Giovanni 14:1; 16:33]
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3 GENNAIO
LA CORDICELLA SCARLATTA
L
“E lei disse: ‘Sia come dite!’. Poi li congedò, e quelli se ne andarono. E lei attaccò la cordicella rossa alla finestra” [GIOSuè 2:21]
a salvezza di Raab dipendeva dalla promessa delle spie, che ella considerò i rappresentanti dell’Iddio d’Israele. La sua fede fu semplice e ferma, e si rivelò del tutto ubbidiente. Attaccare la cordicella scarlatta alla finestra era un atto tutto sommato banale, ma lei ebbe cura di farlo. Qui è esposta una lezione anche per te. Sei stato attento a mettere in pratica tutta la volontà del tuo Signore, anche se alcuni Suoi comandi non sembrano così importanti? Ti sei premurato di seguire tutto il consiglio di Dio? Se trascuri di eseguire i più semplici comandi sarai ben disposto a disubbidire ai più impegnativi. Quindi, d’ora in poi sii irreprensibile in tutte le cose, anche nell’attaccare un filo, se questo ti fosse ordinato dal Signore. Questo atto di Raab rimanda anche a una lezione più importante. Ho confidato interamente nel prezioso sangue di Gesù? Ho legato la cordicella alla finestra come un nodo gordiano, così che la mia fiducia non sia mai smossa? Oppure posso guardare verso il mar Morto dei miei peccati o la Gerusalemme delle mie speranze, senza vedere il sangue e tutte le cose connesse alla sua benedetta potenza? Il passante vedrà una funicella con un colore strano appesa alla finestra: sarà un bene per me se la mia vita dimostrerà agli altri l’efficacia dell’espiazione. Di cosa vergognarsi? Lasciate che gli uomini o i demòni guardino, se vogliono, il sangue di Cristo: è il mio vanto e il mio canto. C’è uno che un giorno vedrà quella cordicella scarlatta. Anche quando, per la debole fede, tu non potrai vederla, il Vendicatore la vedrà e passerà oltre. Le mura di Gerico caddero al suolo: la casa di Raab era su quelle mura, ma rimase ferma. La mia natura è costruita sulle mura dell’umanità, ma anche quando la distruzione colpirà tutto il genere umano, io starò al sicuro. Anima mia, assicurati che ci sia il filo scarlatto alla finestra, e riposa in pace.
Lettura biblica: Giosuè 2:1-24 [vd. Giudici 1:23-25]
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4 GENNAIO
OLTRE IL GIORDANO
I
“Giosuè si alzò la mattina di buon’ora, e con tutti i figli d’Israele partì da Sittim. Essi arrivarono al Giordano, e là si fermarono, prima di oltrepassarlo” [GIOSuè 3:1]
l successore di Mosè, uomo capace e al quale non faceva certo difetto il coraggio, dopo aver servito Dio a fianco del suo predecessore, porta a termine il viaggio di liberazione del popolo d’Israele. Ora, a separarlo dalla terra promessa, dopo tante difficoltà superate nel deserto, non è rimasto che il Giordano, in piena proprio in quel periodo. Il popolo si accampa nei pressi del fiume. Riesce già a vedere le fertili pianure e i colli di quella che dovrà diventare la loro terra, dove finalmente potrà gettarsi alle spalle le tristi vicende della schiavitù in Egitto e le sofferenze del lungo viaggio. Ma, come attraversare il fiume? Israele non ha barche ed è impensabile poter attraversare a nuoto: l’impresa si presenta realmente al di là delle sue possibilità. Ma il popolo, al comando di Giosuè, si appresta ugualmente alla traversata, in un modo che, agli occhi umani, potrebbe sembrare completamente folle. Entra in scena l’arca del Patto, sopra ogni cosa si eleva la presenza di Dio e, all’improvviso, in maniera inspiegabile, le acque si fermano e il popolo può passare, completamente all’asciutto; dopodiché, le acque riprendono a defluire regolarmente. Come Giosuè introdusse il popolo nella terra promessa, per essere una nazione santa, consacrata a Dio, così Gesù ci ha già introdotto nel Suo meraviglioso Regno. Non dimentichiamo, però, quanto sia stata importante per gli Ebrei l’arca, la quale, nel momento cruciale del viaggio, svolse un ruolo decisivo, precedendo il popolo per dare una patria a chi prima non ne aveva. Anche noi non vogliamo dimenticare di tenere nella debita considerazione la presenza e la Parola di Dio, affinché, nei momenti difficili del nostro cammino, quando ci troveremo davanti al “Giordano”, ci ricordiamo dell’esempio di Giosuè e siamo incoraggiati: le acque si fermeranno e noi passeremo all’asciutto. Lettura biblica: Giosuè 3:1-8 [vd. Esodo 14:15-31]
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5 GENNAIO
AVANZARE PER FEDE “E non appena i sacerdoti che portano l’arca di DIO, Signore di tutta la terra, avranno posato le piante dei piedi nelle acque del Giordano, le acque del Giordano, quelle che scendono dalla parte superiore, saranno tagliate e si fermeranno in un mucchio”
I
[GIOSuè 3:13]
l primo requisito è sempre la fede. I sacerdoti devono prendere l’arca e tuffare i piedi nel fiume impetuoso, prima che le acque siano tagliate. Essi non videro una strada nel Giordano prima di mettersi in cammino. Partirono dall’accampamento, e cominciarono la marcia non sapendo se ci sarebbe stato qualche guado praticabile. Se avessero camminato fino alla riva, per poi fermarsi e attendere che si aprisse un sentiero, le acque non si sarebbero aperte. Se avessero alzato i piedi e li avessero tenuti a mezz’aria sopra l’acqua, attendendo che la corrente si arrestasse, avrebbero aspettato invano. Dovevano fare un passo nell’acqua prima che il fiume si fermasse. Dobbiamo imparare a prendere Dio in parola e proseguire nel nostro dovere, anche quando, davanti a noi, non vediamo alcuna via da imboccare. Il motivo per il quale siamo spesso bloccati dalle difficoltà è che ci aspettiamo di vederle rimosse prima di metterci in moto e di avventurarci, passando attraverso di esse. Possiamo applicare alla nostra vita questa vicenda biblica come una metafora efficace, accostando figurativamente casi molto diversi fra loro. Ancora oggi, infatti, se ci muoviamo per fede, non appena il nostro piede lambisce una difficoltà, le grandi acque si aprono rivelando una via, spesso del tutto imprevedibile. Molte persone rimangono sulla sponda della vita cristiana, in attesa delle vere esperienze alle quali è chiamato un vero figliolo di Dio. Quanti, prima di iniziare a seguire Cristo, aspettano segnali che tardano ad arrivare, sperimentando il dominio di una vita impulsiva e sterile, che agisce di riflesso, indice di un insuccesso della vera fede. Se soltanto cominciassero a seguire Cristo, semplicemente, vedrebbero una strada aprirsi davanti ai loro occhi. Lettura biblica: Giosuè 3:9-13 [vd. Luca 8:49-56]
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6 GENNAIO
PASSO DOPO PASSO “Appena quelli che portavano l’arca giunsero al Giordano e tuffarono i piedi nell’acqua della riva … le acque … si fermarono e si elevarono in un mucchio, a una grandissima distanza, fino alla città … e il popolo passò”
D
[GIOSuè 3:15, 16]
io non apre i sentieri in anticipo. Egli non promette l’aiuto prima che ce ne sia bisogno, né rimuove gli ostacoli dal nostro cammino prima di averli raggiunti. Quando ci troviamo in una situazione di impellente bisogno, la Sua mano si tende verso di noi, non prima. Molte persone non considerano questo modo di agire di Dio, e si preoccupano continuamente per le difficoltà che intravedono nel futuro, mentre si dimenticano con troppa facilità che basta a ciascun giorno il suo affanno: un giorno alla volta, un problema alla volta, un passo alla volta. Invece, costoro si aspettano che il Signore appiani ogni asperità e apra la via davanti a loro chilometri e chilometri prima di giungervi, mentre Egli ha promesso di farlo mentre procediamo nel nostro cammino. Nella Sua Parola Dio dichiara: “Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te …”. Noi, però, dobbiamo raggiungere le acque ed entrare in esse, prima di reclamare questa promessa. Molti, per esempio, si lamentano di non possedere la “grazia di morire”. Ovviamente non potranno riceverla fin quando godono di buona salute, sono impegnati nelle attività della vita e la morte è ancora lontana da loro. Perché averne bisogno ora? La grazia di cui necessitano in questo momento è quella di vivere, di servire, di operare per il Signore. La grazia di morire giungerà a suo tempo. Quando i loro piedi si tufferanno nel Giordano, le acque non tarderanno a ritirarsi. La Parola di Dio libera l’uomo del suo innato timore per il futuro - cui spesso si vuole attribuire il nome di “cautela” o di “avvedutezza” - donandogli la fiducia e la consapevolezza che ogni cosa è sottoposta al controllo e al dominio di Dio, e non è soggetta alla marea delle nostre paure.
Lettura biblica: Giosuè 3:14-17 [vd. Matteo 6:25-34]
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7 GENNAIO
“C
DOMANDA PERTINENTE RISPOSTA ESAURIENTE “… In avvenire, i vostri figli vi domanderanno: ‘Che cosa significano per voi queste pietre?’” [GIOSuè 4:6]
he significano queste pietre?”, potrebbe essere la domanda che ti ha rivolto tuo figlio. Che cosa hai risposto? La tua è stata una risposta esauriente? O forse questa domanda ti ha messo in crisi? Oggi i nostri figli fanno tante domande alle quali vogliamo rispondere in maniera soddisfacente. Queste risulteranno efficaci se saranno accompagnate dalla testimonianza pratica della nostra vita. Anche noi eravamo “pietre”, del tutto inutili, ma sia ringraziato il Signore che ci ha presi con tutti i nostri difetti, con tutti i nostri peccati, e ci ha posti nel “fiume della grazia” perché le prove, le avversità e le sofferenze potessero smussare il nostro carattere, dandoci la forma che Cristo desidera. “Che significano queste pietre?”. Testimoniano insieme di Cristo, del Suo amore, della Sua pazienza e della nuova nascita. Queste pietre ricordano la Sua storia e tracciano un solco indelebile nella storia. Stanno vicine, sono unite, hanno comunione e si riconoscono da lontano. Sono diverse da tutte le altre, al punto da non poter nascondere la loro identità, formando così un “monumento” alla gloria di Dio. Come popolo del Signore dobbiamo riuscire a mantenere la nostra identità cristiana; diversamente, saremo portati a uniformarci allo spirito del nostro tempo, a cercar di imitare i modelli che il mondo in cui viviamo “reclamizza”. “Che significano queste pietre?”. Perché sono qui, perché sono diverse? Qualcuno potrebbe rivolgerti questa domanda. Se tu puoi rispondere che la Chiesa di Cristo e ogni suo membro è una pietra vivente per testimoniare del Signore e della Sua opera, allora stai adempiendo al mandato affidatoci da Gesù. Ma se siamo convinti che gli uomini, più o meno, sono tutti sullo stesso piano, sicuramente il nostro cristianesimo ha perduto la sua efficacia e abbiamo smarrito quelle caratteristiche che rendono quelle “pietre vive” adatte all’edificazione di un Tempio santo al Signore. Lettura biblica: Giosuè 4:1-24 [vd. Salmo 78:2-8]
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8 GENNAIO
NESSUNO
C
È
INDISPENSABILE
“E sostituì a loro i loro figli. E questi Giosuè circoncise, perché erano incirconcisi, non essendo stati circoncisi durante il viaggio” [GIOSuè 5:7]
’è una continuità nell’opera di Dio che non può essere interrotta dall’infedeltà degli uomini. Se una generazione è infedele alla chiamata del Signore, questa viene sostituita da un’altra generazione, che saprà vivere all’altezza del compito che Dio le vuole affidare. Nessuno di noi è indispensabile, nella nostra grande presunzione potremo anche arrivare a credere una simile assurdità, ma commetteremo un grave errore. Mosè fu un servitore fedele, eppure non fu lui a introdurre Israele nella terra promessa. Il Signore trovò in Giosuè il suo degno successore e gli assicurò che sarebbe rimasto con lui allo stesso modo in cui fu con Mosè. Questo ci rivela come l’opera di Dio vada continuamente avanti, senza soluzione di continuità. La generazione di Mosè vide le opere meravigliose di Dio come nessun’altra, eppure morì nel deserto a causa della sua caparbietà. Il Signore non esitò a sostituirli con i loro figli. Non ci sono alternative: l’unico titolo valido per aver diritto a essere “popolo di Dio” è la fedeltà alla Sua chiamata. Dio aspettò pazientemente quarant’anni, finché l’ultimo rappresentante di quella generazione dura di cuore non fu seppellito nel deserto; dopodiché “sostituì a loro i loro figli”. La nuova generazione, però, prima di iniziare a servire il Signore doveva essere circoncisa, quale segno esteriore del patto che Dio aveva stipulato con loro. Era un segno di appartenenza a Dio che doveva esprimere una condizione di arrendimento interiore alla volontà divina, non doveva rimanere soltanto qualcosa di formale; Paolo ricorda, infatti, che l’unica circoncisione che conta è quella del cuore. La generazione di Giosuè, rispetto a quella di Mosè, aveva mostrato di comprendere bene il significato della circoncisione come segno di appartenenza a Dio, dimostrandosi una gente “circoncisa” anche nel cuore. Questa è la vera condizione per essere popolo di Dio.
Lettura biblica: Giosuè 5:1-8 [vd. Romani 2:25-29]
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