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IL TESORO
Un esame sistematico del libro degli Atti: la preghiera nell’alto solaio, la discesa dello Spirito Santo e la missione evangelistica della chiesa. Aaron Linford, già membro del Consiglio Generale delle Assemblee di Dio della Gran Bretagna e Irlanda, editore del settimanale Redemption Tidings, esamina, in modo preciso e profondo, i più variegati aspetti le vicende descritte in questo libro caratterizzato dall’opera dinamica dello Spirito Santo. Le riflessioni esposte saranno di sicura edificazione cristiana e non mancheranno di spronare quanti si accostano, anche con l’ausilio di questo scritto, alla Parola di Dio con spirito di preghiera.
degli ATTI DEGLI APOSTOLI
AA. VV.
Cop_Tesoro Atti Apostoli_xp9_impaginato 15/10/14 18:56 Pagina 1
ISBN 978-88-98846-09-2
Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”
Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 - Fax 06 2251432 adi@adi-media.it - www.adi-media.it
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Titolo originale: “Pentecostal Days” daily readings with comments from The Acts of the Apostles By Aaron Linford - UK Edizione italiana: “Il Tesoro Degli Atti Degli Apostoli” © ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 06 2284970 Fax 06 2251432 Email: adi@adi-media.it Internet: www.adi-media.it Servizio Pubblicazioni delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ottobre 2014 - Tutti i Diritti Riservati Tradotto e compilato: A cura dell’Editore Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Nuova Riveduta - Ed. 1996 Società Biblica di Ginevra - Svizzera Immagine di copertina: Rovine del Tempio di Apollo nella città antica di Didima. Si ringraziano quanti hanno contribuito alla pubblicazione di questo libro. Esprimiamo particolare ringraziamento al Pastore Charles Bowler per l’interessamento mostrato nel reperire i manoscritti originali di questo libro. Stampa: Produzioni Arti Grafiche S.r.l. - Roma
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Prefazione
Gli scritti di Luca che hanno contribuito alla stesura del Nuovo Testamento sono indubbiamente di grande rilievo. Il suo apporto, con il Vangelo e gli Atti degli apostoli, da un punto di vista quantitativo, è sicuramente maggiore rispetto a quello di altri scrittori del Nuovo Testamento. Colossesi 4:11, 14 non include Luca nella “cerchia dei circoncisi” (dunque non era ebreo) e, al tempo stesso, ne rivela la professione: medico. Per amore di Cristo egli abbandonò la “cura dei corpi” per dedicarsi alla “cura delle anime”. Pare che abbia incontrato Paolo per la prima volta ad Antiochia. L’uso della prima persona plurale in Atti 14:22, dove leggiamo: “… dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni”, lascia intuire la presenza di un ascoltatore. Ciò spiegherebbe come Luca abbia descritto il sermone di Paolo nella sinagoga con grande dovizia di particolari. Qualche tempo dopo si unì all’apostolo nei suoi viaggi missionari, infatti, scriverà: “… cercammo subito di partire …” (Atti 16:10) e, tranne che per un periodo di attività pastorale a Filippi, lo accompagnò fino alla fine del suo ministerio. È possibile che abbia conosciuto Paolo per motivi professionali? Ricordiamo che in quel periodo Paolo era malato (cfr. Galati 4:13, 14). In ogni caso, la formazione e l’esperienza di Luca gli concessero di diventare il primo storiografo della Chiesa. Egli era, infatti, competente nelle descrizioni oggettive dei fatti accaduti, nella sapiente raccolta dei dati che caratterizzano le vicende narrate e, soprattutto, nella precisa compilazione del quadro clinico dei pazienti che incontriamo in tale resoconti. Il Signore, quindi, usò tutte le sue capacità per elaborare, per ispirazione dello Spirito Santo, una splendida ricostruzione della vita di Gesù, nel terzo Vangelo, e della Chiesa, negli Atti degli apostoli. Lo scrittore degli Atti mostra un’attenzione particolare alla storiografia. Per mezzo di Paolo, Luca entrò in contatto con molti testimoni oculari della vita di Gesù e della nascita della Chiesa, il che gli permise di condurre una narrazione conforme agli avvenimenti. Possiamo osservare un lavoro di precisione nell’accuratezza contenutistica dei suoi scritti. Tutto si è rivelato attendibile: i riferimenti temporali, l’uso di titoli ufficiali e la
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cronologia. Lo Spirito Santo lo ha senz’altro guidato per trasmetterci una ricostruzione precisa e dettagliata dei fatti. Inoltre, tramite una riflessione sul potente ministerio di Paolo, Luca ci trasmette il Vangelo di Cristo che dona redenzione all’uomo, così come aveva detto anche Pietro: “E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Atti 2:21). Il Pastore Aaron Linford (1909-2006), già membro del Consiglio Direttivo delle Assemblee di Dio della Gran Bretagna e Irlanda del Nord, editore della rivista cristiana Redemption Tidings per diciotto anni, mette per iscritto le sue riflessioni sul libro degli Atti, e lo fa in modo preciso e profondo. I suoi libri hanno aiutato molti credenti ad avere un’esperienza Pentecostale viva ed entusiasmante, come quella conosciuta dai credenti nel libro degli Atti. Il testo che avete in mano, infatti, contiene letture quotidiane, volte a incoraggiare e ispirare ogni lettore, tratte proprio da questa sezione fondamentale del Nuovo Testamento. Le meditazioni esposte in questo libro saranno di sicura edificazione spirituale e non mancheranno di spronare quanti si accostano alla Parola di Dio con spirito di preghiera. L’Editore
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1 GENNAIO
La Trilogia Di Luca Nel mio primo libro ...
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[Atti 1:1]
ell’incipit agli Atti degli apostoli alcuni studiosi hanno rintracciato l’allusione di Luca a un terzo libro. Secondo la lingua greca, infatti, sarebbe stato opportuno l’utilizzo di un termine diverso se i libri in questione fossero stati soltanto due. È probabile, dunque, che Luca avesse intenzione di scrivere una trilogia. Un compito non terminato. I nostri presupposti dovrebbero sempre andare oltre qualcosa da realizzare nell’immediato. Alcuni uomini illustri hanno trovato la vita troppo breve per riuscire a portare a compimento quanto si erano prefissati: “l’Incompiuta” di Schubert, “Il mistero di Edwin Drood” di Dickens, i taccuini di Leonardo da Vinci, per esempio, testimoniano di uomini la cui mente andava ben oltre l’immediato, e la cui anima aspirava a più di quanto il corpo fosse capace di realizzare. Allo stesso modo, l’apostolo Paolo pensava a viaggi e libri persino quando era vicina l’ombra della morte (cfr. II Timoteo 4:13). Seppure nelle sue intenzioni, a Luca non fu data la possibilità di completare un’opera in tre volumi. Riusciranno i nostri obiettivi non realizzati a trovare compimento nella vita a venire? Chi lo sa! Il valore del metodo. Nella letteratura classica, la parola “libro” è stata spesse volte utilizzata nella sua accezione di racconto o storia contenuta in un volume. Luca stesso dice che si tratta di “… ordinare una narrazione dei fatti …” (Luca 1:1). La sua capacità di elaborare un pensiero in modo sistematico è di grande rilievo e, nei suoi scritti, Luca usa uno stile lineare e ordinato per rendere la narrazione tanto chiara quanto affidabile, ispiratrice così com’è stata ispirata, potente e allo stesso tempo progressiva. Il mistero della deità è rivelato nella storia della grazia divina, così come lo vediamo nella vita della chiesa delle origini. Questo è gli “Atti degli apostoli”. La soddisfazione della creatività. Luca dice: “Nel mio primo libro …”. L’uomo non è simile al Creatore, se non quando egli stesso crea. La creatività - l’immaginazione e il senso estetico - è alla base dei suoi scritti. Nell’arte, nell’industria, nella musica, nella scrittura, in ogni genere di attività, è la genialità a dare forma, colore, originalità e vitalità. Che soddisfazione si prova nel creare! Ancor di più se alla gloria di Dio!
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2 GENNAIO
Amici Di Dio … o Teofilo …
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[Atti 1:1]
eofilo è realmente esistito: un catecumeno romano di alto ceto sociale, come ne rivela il titolo “illustre” (cfr. Luca 1:3). Luca gli scrive per confermarlo nella fede. Tuttavia, si ha la sensazione che lo scrittore si riferisse a un pubblico di lettori più vasto, di cui l’amico è soltanto un esempio in cui immedesimarsi. Il nome “Teofilo” significa “amico di Dio”. L’identificazione personale. Luca ha fatto proprio bene a menzionare il suo amico per nome! Nei nomi è implicita la sacralità della personalità umana. Un nome è più di un’etichetta, diventa espressione di ciò che siamo. Con la forza del carattere possiamo fare dei nostri nomi la storia del nostro essere. Dio rispetta la nostra personalità: quando ci mostra la corretta via della vita, non ci obbliga a seguirla, ma ci convince. Il Signore non si intrometterà mai nella nostra vita senza permesso, Egli oltrepasserà l’uscio soltanto dopo il nostro invito: “… se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui …” (Apocalisse 3:20). “Dio parla alle persone” ha scritto Joseph Parker e gli argomenti ultimi sono sempre quelli che riguardano l’anima e Dio. Il segreto di un ministerio effettivo. Luca, nel suo primo libro, usa l’epiteto “illustre” per riferirsi a Teofilo, ma negli Atti lo omette. La sua relazione con Teofilo diventa più confidenziale, Teofilo a mano a mano si avvicina a quella persona che Luca sta cercando di istruire. Ecco il segreto della comunicazione! Lo scrittore ha davanti a sé una persona reale a cui rivolgersi, tuttavia, ogni lettore ha la sensazione di essere il destinatario. Altra cosa importante: la professione esercitata permette a Luca di rivolgersi anche alle classi sociali più alte. Un uso corretto dello status sociale può rivelarsi utile per instaurare contatti importanti. Il primo verso contiene tre nomi: “Io (Luca)… Teofilo… Gesù”. Luca era il mezzo di collegamento più idoneo per congiungere il nobiluomo a Cristo. Il socialismo del Vangelo. Luca riconosce l’importanza del ceto sociale. È giusto che ciascun uomo abbia quel che gli spetta. Nel sentiero della vita di Dio c’è qualcosa di più che i soli titoli e privilegi. In sostanza, tutti gli uomini sono uguali: i nostri bisogni più profondi sono l’affetto, l’apprezzamento e la realizzazione. Possiamo trovare tutto questo nella salvezza di Dio.
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12 GENNAIO
Promessa Di Potenza Ma riceverete potenza …
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[Atti 1:8]
a promessa dello Spirito che il Padre aveva fatto al Suo popolo per mezzo degli antichi profeti, molti, per non dire quasi tutti, l’avevano dimenticata, preoccupati com’erano di cose materiali e terrene; ma Dio che è Padre, Padre fedele, non dimentica le Sue promesse. Egli le ricorda per mezzo di Gesù, e le adempie quando suona l’ora ch’Egli ha determinato. Ricevere la potenza dello Spirito Santo è l’esperienza che attribuì nuove capacità ai discepoli. Per essa, il debole fu reso forte, il pauroso coraggioso, l’incolto saggio e l’inetto efficiente. Da persone umili divennero degne di nota ed eccezionali ministri del Vangelo, da popolani senza istruzione eloquenti espositori delle profondità di Dio, e tutto per la potenza dello Spirito Santo. Della stessa virtù abbiamo estremo bisogno anche noi oggi. Una nuova forza. Il termine greco “dynamis” trova un suo corrispettivo nella lingua italiana nel termine potenza: una forza rilasciata dalla fede, richiamata dalle circostanze e concessa per la grazia. Questa potenza è a nostra disposizione: è semplice da realizzare ed è tale da sostenere e rendere saldo ogni figliolo di Dio. Una nuova direzione. Con l’effusione dello Spirito Santo, la nostra vita ruota attorno alla figura di Gesù Cristo in un modo del tutto nuovo. Egli diventa l’essenza stessa del nostro essere, il centro dei nostri pensieri, il nostro costante punto di riferimento. Lo Spirito Santo ci spinge a seguire Gesù come mai prima e ad andare agli altri nel Suo nome. Un nuovo sviluppo. Questa esperienza avrebbe suscitato un ministerio in costante espansione, un processo tendente a cose sempre più grandi. La loro routine quotidiana sarebbe diventata una spirale ascendente in cui ogni probabile svolta degli eventi li avrebbe portati sempre più in alto. Quando le circostanze ci inducono a confessare “chi è all’altezza di queste cose?”, quando mancano le forze da dire: “Non posso farcela da solo”, siamo spinti dallo Spirito ad affermare che “la nostra capacità viene da Dio” (II Corinzi 2:17; 3:5). Può darsi che non saremo mai come gli apostoli, tuttavia, qualunque sia il servizio che svolgiamo per il Signore, esso sarà possibile per la potenza dello Spirito Santo. La stessa energia che alimenta una fabbrica è idonea a far funzionare un rasoio.
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13 GENNAIO
La Venuta Dello Spirito Santo ... quando lo Spirito Santo verrà su di voi …
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[Atti 1:8]
n Atti l’esperienza dello Spirito Santo viene tracciata secondo diversi aspetti. È certamente un singolo evento, ma può essere osservato da tante angolazioni. Luca utilizza, a proposito, sette espressioni diverse. Uno, “battezzati in” (Atti 1:5; 11:16): lo Spirito Santo viene e ci avvolge, perciò viviamo “nello Spirito”, in un nuovo contesto. Due, “rivestiti di potenza” (Luca 24:49) è un’espressione che indica l’investimento. Quando i sacerdoti erano investiti del loro ufficio, erano messi nella condizione di usare oggetti pertinenti al servizio che avrebbero svolto. Allo stesso modo lo Spirito Santo ci rende capaci di servire Dio grazie ai doni dello Spirito Santo. Tre, “riempiti” (Atti 2:4; 9:17), invece, ci parla di un’esperienza ispiratrice e totalizzante, che produce fervore. Quattro, “spanderò” (Atti 2:17; 10:45) richiama alla mente molteplici benedizioni, una “pioggia abbondante”, fruttifera e rinfrescante. Quanto entusiasmo anima il nostro cuore, quando riceviamo il battesimo nello Spirito Santo! Cinque, “ricevere il dono” (Atti 2:38; 10:45) ci ricorda di un Padre amorevole e generoso che elargisce le Sue grazie ai propri figli. Sei, “disceso su” (Atti 8:16; 10:44; 19:6) rende l’idea di una venuta potente. Lo Spirito sopraggiunge con un’impressionante rapidità e con potenza divina. Sette, “verrà su” (Atti 1:8). Giunge cioè in modo cordiale. Con la grazia tipica di una colomba, si posa su e nella nostra vita. Nonostante sia una forza che non teme rivali nell’universo, lo Spirito Santo agisce sempre con gentilezza. La Sua potenza è compensata dal Suo amore. Ecco un punto su cui riflettere: l’esperienza di Cornelio e della sua casa viene descritta con termini analoghi a quelli utilizzati nella descrizione di altre manifestazioni dello Spirito, infatti, leggiamo “ricevuto” (Atti 10:47), “dato” (Atti 10:45), “sceso” (Atti 11:15), “battezzati” (Atti 11:16). Dunque, la discesa dello Spirito Santo a Cesarea va considerata allo stesso modo di quella avvenuta in origine nel giorno di Pentecoste e come quella in Samaria. C’è, infatti, un solo battesimo nello Spirito Santo, la cui prima discesa va considerata come l’archetipo di tutte le manifestazioni seguenti.
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28 GENNAIO
La Pentecoste Quando il giorno della Pentecoste giunse ...
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[Atti 2:1]
a festa di Pentecoste (cinquantesimo) era celebrata subito dopo il raccolto del grano. Il termine pentecoste deriva dal fatto che ricorreva cinquanta giorni dopo la Pasqua. Va considerata come una delle tre grandi feste ebraiche (Esodo 34:23) e, per l’occasione, Gerusalemme avrebbe accolto “... Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo” (Atti 2:5). Avrebbero raggiunto la quota di diversi milioni di persone. Il tempo. Fu un evento epocale, segnò l’inizio di una nuova era; l’espressione “quando giunse” suggerisce la maturità dei tempi per l’adempimento della promessa di Dio. Questo giorno è la Pentecoste di tutte le successive pentecosti: l’esordio pubblico della Chiesa con l’effusione dello Spirito. Fino ad allora le cerimonie erano state ombra di futuri beni, ma adesso non ci sarebbe stato più bisogno di ripetere vuoti ritualismi. Non si poteva scegliere giorno migliore nella storia per quel grande evento. Il luogo. Gerusalemme, scenario della crocifissione e compimento della liberazione implicita nella Pasqua (I Corinzi 5:7), è diventato ora il luogo della Pentecoste. Come per il sacerdote l’olio sacro scendeva fino alle estremità che erano state asperse con il sangue del sacrificio al momento della consacrazione (Levitico 8:30), così lo Spirito Santo stava per rivestire quei centoventi purificati dal sangue di Cristo e in attesa della promessa del Padre. L’affollata città - perno del mondo antico - doveva essere il centro da cui si sarebbe poi diffuso il Vangelo di Gesù risorto. Non poteva esserci scelta migliore: “ Da Sion, infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del Signore” (Isaia 2:3). Le persone. Ritroviamo qui pochi fedeli che si erano dedicati alla preghiera per dieci giorni. Era la parte restante che aveva ubbidito al comando di Gesù di “attendere l’attuazione della promessa del Padre”. Quel gruppo che aveva rifiutato ogni distrazione per assistere al glorioso giorno del Signore. Erano nel posto giusto, al momento giusto e con la giusta attitudine, perché “concordi”. Tutti aspiravano alla stessa benedizione e tutti la chiedevano allo stesso Signore. Erano in armonia, un sol tutto a formare una sinfonia di desiderio e aspettativa. Oggi può essere anche la tua Pentecoste!
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29 GENNAIO
Improvvisamente Improvvisamente si fece dal cielo un suono ...
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[Atti 2:2]
pesse volte Dio ci coglie di sorpresa. Il tempo di attesa e preparazione può procedere lentamente, ma i compimenti sono veloci e certi. “Improvvisamente”, presuppone che il tempo era ormai maturo, trasforma un singolo evento in un’epoca. Per il Signore il tempo è irrilevante, “un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (II Pietro 3:8). Se prolunga i tempi è perché attende la piena maturazione del Suo scopo; un momento di azione da parte di Dio è intenso e produttivo, è “un millennio in un attimo”. Dio è in grado di agire rapidamente e irresistibilmente. A noi l’attesa potrebbe sembrarci lunga, mentre la tensione cresce, ma, al momento opportuno, come un lampo, il Signore opera. Tutte le epoche storiche tendono a sovrapporsi e fondersi l’una nell’altra. Per esempio, il diluvio, per quanto avvenne d’improvviso, era stato annunciato per 120 anni. Questa venuta dello Spirito Santo però fu straordinaria per repentinità e impatto e, inoltre, sorprese per il suo effetto. La nuova era, l’era della Chiesa, ebbe così inizio! E com’è iniziata così finirà al momento del rapimento della Chiesa “in un momento, in un batter d’occhio ...” (I Corinzi 15:52): improvvisamente. Perché è stato necessario questo moto impetuoso? Ecco la risposta: i rapporti di Dio con Israele erano tutti profeticamente cronometrati. Daniele parla delle “settanta settimane” intagliate nell’ordine temporale della storia umana (Daniele 9:25-27). Possiamo rintracciare cronologicamente queste “settimane” fino ad arrivare al momento in cui il Messia fu crocifisso. Ma, che ne sarà dell’ultima “settimana”? Ancora deve verificarsi, ma ormai la nostra epoca sembra prossima a questo periodo. Allora l’adempimento della profezia continuerà da dove si era interrotto. Non fu la preghiera dei discepoli ad accelerare i tempi per l’effusione di Spirito: era già parte integrante del piano di Dio, tuttavia, pregare li rese pronti per l’occasione e, quando lo Spirito Santo fu sparso, essi furono pronti a esserne investiti. Furono riempiti dallo Spirito Santo, perché non si erano chiusi in sé stessi: attendevano, volevano, erano pronti a ricevere! Se sei pronto a ricevere le grazie divine, il Signore oggi può “improvvisamente” benedirti.
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Vento e Fuoco ... si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e … apparvero loro delle lingue come di fuoco …
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[Atti 2:2, 3]
ue segni accompagnarono la manifestazione del fenomeno: un suono e un fuoco. In molti si sono sbizzarriti in interpretazioni tra le più fantasiose. In ogni caso, è fuor di luogo cercare spiegazioni naturali per un evento soprannaturale e parlare di terremoti, bufere di vento o di fenomeni elettrici. Lo scrittore sacro fa dei raffronti per aiutarci a capire il fenomeno; quindi, i segni udibili e visibili che accompagnarono la discesa dello Spirito, furono delle manifestazioni esterne, di cui non possiamo farci un’idea esatta. Lo stesso scrittore sacro ha bisogno di ricorrere a dei paragoni, quando ne parla; non ci perdiamo dunque a cercare l’introvabile; vediamo piuttosto di leggere l’accadimento per quello che è e che cosa ha prodotto. Il suono, in greco tradotto con echo, è segno di quella benedizione gloriosa ricevuta come eco alle loro preghiere, come la risposta del cielo all’appello della terra. Il “suono come di vento impetuoso che soffia”, dà l’idea di una forza, di una potenza straordinaria, immensa; la Chiesa ora doveva spiegare le vele a quella brezza divina e solcare il mare del servizio sostenuta dallo Spirito. Il suono viene dal cielo, non dalla terra; perché lo Spirito, di cui il suono è come l’araldo, è lo Spirito che Cristo glorificato ha sparso e che si può vedere e udire (v. 22). Il suono riempie tutta la casa, perché tutti saranno ripieni dello Spirito Santo (v. 4). Il fuoco. Non soltanto l’udito ma anche la vista venne allietata dallo Spirito Santo. Fu un’esperienza individuale, illuminante e toccante, infatti, immediatamente “cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi”; il loro cuore esultava nel Dio di grazia che li aveva riempiti di una potenza simile. Fu un’esperienza significativa. Il fuoco si posò su ciascuno di loro e questo posarsi, nel senso originale dell’espressione, implica due concetti: il soggiornare – lo Spirito Santo era venuto per dimorare e presiedere – lo Spirito Santo era venuto per governare la loro vita. Il fuoco ci parla anche di intensa energia, di vivo entusiasmo, di passione consumante. Ora sarebbero diventati essi stessi delle “fiamme di fuoco”, zelanti nel servizio per Dio. Questa esperienza può essere anche al tua!
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31 GENNAIO
Riempì ... Riempiti ... riempì tutta la casa dov’essi erano seduti ... Tutti furono riempiti di Spirito Santo
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[Atti 2:2, 4]
l termine “riempiti” ci fa pensare a sazietà, soddisfazione, saturazione. Lo Spirito Santo venne per rendere la vita dei credenti significativa, gioiosa e utile al servizio di Dio. Lo Spirito è infinito. Ogni volta che lo Spirito arriva, riempie, che si tratti di una casa o di un cuore. Il tempio di Salomone non poteva contenerLo e il grande re disse: “Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti; quanto meno questa casa che io ho costruita!” (II Cronache 6:18). Persino il vasto universo con le sue migliaia di miliardi di galassie, non potrebbe contenere Dio nella Sua totalità: il Suo Spirito valica i confini dello spazio, del tempo e va ben oltre l’infinito. Lo Spirito è incontenibile. Ovunque sia la Sua presenza, ivi sarà anche la Sua potenza. Le cose terrene spesso si indeboliscono quando si ampliano: le immagini in lontananza appaiono offuscate, i suoni svaniscono quando si disperdono nello spazio, i metalli diventano tenui quando vengono allungati, i fiumi diminuiscono la loro profondità quando si ampliano, la pioggia diventa pioggerellina quando si dirada. Lo Spirito Santo invece mantiene la forza, la maestà e la potenza anche se si estende oltre ogni limite di spazio e di tempo. Non soltanto Egli è onnipresente, ma lo è anche nella Sua totalità; la Sua onnipresenza coniuga l’infinito all’infinitesimale. Dio, nella Sua grandiosità, risiede tanto in una particella atomica quanto in un corpo celeste. Lo Spirito è travolgente. La Sua presenza penetrò le mura dell’alto solaio: non c’è nulla che possa ostacolarlo. Che sia una casa o un cuore, Egli può entrare e riempirli di Sé. Gli apostoli, infatti, avevano già ricevuto le primizie dello Spirito (Giovanni 20:22), ma quello Spirito che avevano allora ricevuto in certa “misura” (Giovanni 3:34), qui ricevono in tutta la sua pienezza; in modo finale, completo: tutti furono riempiti di Spirito Santo. Non ci sfugga di notare che tutti furono riempiti di Spirito Santo. Non soltanto gli apostoli esclusivamente ma tutti i presenti, senza distinzione d’età, di sesso. L’effusione a Pentecoste non fu allora e non è oggi un’esperienza riservata a pochi, ma un’esperienza che puoi fare anche tu: Dio ti vuole riempire di Spirito Santo.
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