Catalog 2008 from Club delle fattorie

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CLUB DELLE FATTORIE

La filosofia del buon gusto a tavola CLUB delle FATTORIE 53026 Pienza (SI) - Via Pian del Mandorlo, 2 Tel 0578/748.491 - Fax 0578/748.150 info@emporiofattorie.com - www.emporiofattorie.com


Cari Amici, quest’anno, tribolato per la colpevole insipienza di tutti i governanti del mondo che non hanno voluto e saputo tenere sotto controllo le follie dei “mercati”, si chiude con una novità che ha costituito un notevole impegno per le forze del Club. Il progetto, che prende il nome di AlfaVitis, intrapreso insieme a Gianfranco Campione, amico di vecchissima data anche lui attivo da una vita in campo vinicolo, si propone di riportare all’attenzione del pubblico sia italiano che internazionale quei vitigni autoctoni di particolare pregio e caratteristiche di cui l’Italia abbonda e che sono stati trascurati negli ultimi venti anni dalla viticoltura d’assalto, a favore degli ormai onnipresenti cabernet, merlot e chardonnay che sono vitigni di tutto rispetto, capaci di produrre grandissimi vini, ma che hanno portato inevitabilmente alla uniformazione dei prodotti e alla standardizzazione del gusto, oltre che alla crescita irrefrenabile dei prezzi. Convinti come siamo che il bello della vite - e della vita - stia nella diversità e consci che con l’alimentazione moderna ci sia anche la necessità di disporre di vini da tutti i giorni, di facile beva, abbiamo puntato su una gamma di vitigni autoctoni in grado di soddisfare queste esigenze. Dunque vini che non seguano i gusti di massa in termini di sapori, struttura, colori, zone di origine; da bere senza eccessivo impegno, per il piacere di stare in compagnia con gli amici, per il gusto di espandere le proprie conoscenze con le diverse sensazioni che un vino diverso può offrire senza, oltretutto, doversi svenare per l’acquisto. Insomma vini per persone intelligenti, vini da bere anziché vini di cui parlare, curati però, nella tradizione del Club delle fattorie, fino al minimo particolare, dalla vigna alla bottiglia su cui spicca l’originale etichetta. Per ora di vini ce ne sono quattro: Ciliegiolo, Falanghina, Grechetto, e Marzemino. Dall’accoglienza che voi gli farete dipenderà il proseguimento della serie, per la quale sono già stati selezionati altri quattro vini. Ci auguriamo una calda accoglienza e vi auguriamo buone feste e, speriamo, miglior principio d’anno. Con molta cordialità Alberto Del Buono

Qui accanto potete vedere uno scorcio del negozio del Club nel cuore di Pienza, in Piazza Martiri della Libertà 2, subito dietro Porta al Prato. Sugli scaffali del negozio, oltre a vini e specialità alimentari, c’è un ricchissimo angolo dedicato all’erboristeria. E in negozio ci sarò anch’io ad accogliervi, per mostrarvi dal vivo la qualità del nostro assortimento che eccede di gran lunga quanto riusciamo a proporre su un piccolo catalogo come questo. Vi aspetto! Mara Del Buono


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BOLGHERI

Originata dal Sassicaia, “inventato” da Mario Incisa marito di un’erede Della Gherardesca, e proseguita, con i successi di Ornellaia, Masseto, Grattamacco, Guado al Tasso, Paleo, Piastraia ecc…. la fama enologica di Bolgheri ha ormai oltrepassato quella di altre zone mitiche della Toscana vinicola, come Montalcino, Chianti, Montepulciano, Carmignano. Qui al Castello di Bolgheri siamo nel vero e proprio cuore di questo magico territorio. E qui un’ altro ramo dei Della Gherardesca ha deciso, di mettere a frutto le esperienze di famiglia iniziando la produzione di vini con criteri altamente selettivi. A partire dal 1997 sono stati impiantati vigneti con le varietà principali previste dal disciplinare della DOC Bolgheri (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah e Petit Verdot). I vigneti si trovano nei pressi dell’omonimo borgo, a fianco del famoso viale di cipressi immortalato dal Carducci, con esposizione sud-ovest e con i filari, perpendicolari al mare, che beneficiano della ventilazione pomeridiana durante le calde giornate estive. Il clima della zona ha qualcosa di magico. La catena di colline che corrono parallele al mare, dalla Val di Cornia a quella del Cecina, crea una specie di corridoio nel quale le correnti aeree si muovono in condizioni ottimali per la coltura della vite. Mai troppo fredde, grazie alla protezione delle colline a nord-est, mai troppo calde grazie alla vicinanza del mare, queste correnti

generano una escursione termica tra giorno e notte ideale per fissare gli aromi, per maturare alla perfezione le uve e per regolare la piovosità. L’altra matrice di questi vini è il terreno: prevalentemente sabbioso-argilloso, ricco di scheletro sassoso, situato ad una altitudine media di 70 metri s.l.m. ha caratteristiche molto variabili da una microzona all’altra, fattore questo che contribuisce, se ben gestito, a dare grande complessitaà ai vini di Bolgheri. Questa tipologia di terreno permette di dar vita a vini con tannini sottili e morbidi, acidità bassa ben integrata ed una spiccata profondità aromatica. Oggi nella Tenuta si producono due vini: il Castello di Bolgheri ed il Varvàra. Entrambi sono realizzati con tagli comprendenti in prevalenza Cabernet Sauvignon (50/60%) che contribuisce a dar loro un’espressione fitta in cui la speziatura ed il frutto si fondono: questo vino, in bocca, è compatto con una buona progressione e persistenza; il Merlot, frutto coinvolgente, vino che si sviluppa in volume e larghezza, rotondo, con tannini setosi e dolci entra negli uvaggi per circa il 25/30%; il Cabernet Franc, cupo ed intenso al naso ed in bocca, vino grasso e materico, col suo 15/25% conferisce una nota di eleganza e finezza. Nel Varvàra c’è anche una piccola quantità di Syrah e Petit Verdot. Il Castello viene invecchiato in barriques per 14-18 mesi e subisce un successivo affinamento in bottiglia di circa 8 mesi. Il Varvàra è più immediato, con il frutto in primo piano: è vino giovane con bouquet ampio, preciso, elegante e con un alta bevibilità; invecchia 10 mesi e subisce un affinamento in bottiglia di 6.

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L’ESCLUSIVA DEL CLUB Ciliegiolo Il Ciliegiolo, detto anche ciliegino, è un vitigno autoctono toscano le cui origini sono abbastanza incerte. I più pensano che quest’uva fosse quel Ciregiolo dolce, dall’aroma fragrante, che sa esprimere il meglio di sé in climi caldi, di cui parla il Soderini nel Seicento. Di sicuro c’è solo che per la vinificazione veniva utilizzata solo come uva da taglio poiché, in purezza, dava vini scarichi di colore, molto fruttati ed alcolici, ma spesso piatti perché carenti di acidità. Quest’ uva veniva quindi usata in piccola parte, con altre uve rosse, per produrre il Chianti Colli Senesi ed è tuttora in uso nel Morellino di Scansano cui dona colore, morbidezza e un fresco aroma di ciliegia. Ma nell’ultimo decennio, per merito di alcuni bravi viticoltori

maremmani, questo vitigno è stato rivalutato e salvato dall’estinzione. Studi recenti dell’Istituto di San Michele all’Adige affermano addirittura che il Ciliegiolo sia proprio uno dei “genitori” del Sangiovese. Oggi, vinificata in purezza con tecniche moderne quest’uva da vita ad un vino molto somigliante ad un Beaujolais: elegante, dal colore rosso rubino carico, con riflessi violacei. Il suo profilo aromatico, avvolto nei primi istanti da una singolare nota torbata, è tutto giocato sul registro della frutta rossa più avvincente: fragola, lampone e, ovviamente, ciliegia. In bocca il vino si presenta morbido e succoso, con un’acidità perfettamente bilanciata al corpo e con un’ottima corrispondenza gustoolfattiva, con finale leggermente amarognolo. Grazie alla spiccata aromaticità ed alla sua struttura, il Ciliegiolo AlfaVitis si accompagna con versatilità a diversi tipi di pietanze, purché caratterizzate da ricchezza di profumi e struttura non eccessivamente grassa. Via libera dunque ad affettati aromatizzati la finocchiona, per esempio primi piatti con condimenti a base di carne, formaggi a media stagionatura e carni rosse in umido.

Vigna del Ciliegiolo a riposo

Da servire a 16-18°C in calici medi, dopo averlo scaraffato. Piacerà soprattutto a coloro che del vino apprezzano la facilità di beva, il sapore fruttato, l’assenza di ogni pesantezza dovuta all’invecchiamento nel legno. In definitava un vino del quale, aperta la bottiglia, non sorgerà il problema di come conservare quanto rimasto.

Grechetto Nel panorama viticolo dell'Umbria, un posto di assoluto rilievo è occupato dal grechetto, la più importante uva a bacca bianca di questa regione. Questo vitigno il cui nome sembrerebbe risalire al Medioevo, quando i vini prodotti con quest' uva ricordavano gli aromi e i sapori di quelli provenienti dalle aree orientali del Mediterraneo, ha trovato in Umbria clima e terreno ideali. Tollera bene infatti i freddi invernali e le gelate primaverili (caratteristica frequente in molte zone dell'Umbria e in parte della Toscana) e si è diffuso notevolmente negli ultimi tempi per le sue caratteristiche di notevole pregio, data la sua capacità di produrre vini con aromi piacevoli e di buona struttura.

giallo paglierino, quasi dorato, con profumi intensi e ricchi di aromaticità varietale; sapore asciutto, con corpo consistente e caratteristico retrogusto amarognolo, fine e gradevole, che in bottiglia acquista rotondità e complessità organoletttiche. Il Grechetto si accompagna molto bene con tutti i piatti a base di pesce, con i crostacei e i molluschi, con fritture varie e carni bianche ma è capace di esaltare anche gli aromi di primi piatti saporiti, specie se con tartufi. Risulta comunque un vino da tutto pasto. Servire fresco a 10-12°C.

Marzemino d’Isera “Vivan le femmine, viva il buon vino, sostegno e gloria d’umanità”. È l’esclamazione che l’abate Da Ponte, autore del libretto del Don Giovanni di Mozart, e grande seduttore egli stesso, mette in bocca al protagonista dell’opera dopo l’assaggio in scena del Marzemino. Quale miglior viatico per un vino non pesante, molto saporito, persino ardito!? Il Marzemino ha un carattere tendenzialmente più acido che tannico e corpo medio con una notevole intensità; il vino è contraddistinto da colore rosso porpora intenso, con riflessi violacei; il profumo è ampio, accentuato, caratteristico, con sentori di viola mammola e di rosa canina, tipiche del territorio; il sapore è secco, sapido, discretamente fresco, leggermente amarognolo. Il Marzemino, pochi tannini e grandi freschezze, è il vino ideale per accompagnare i sapori

delle montagne trentine: perfetto con i canederli o gli gnocchi di pane alla verza e speck, ma imbattibile anche con carni rosse purché non alla griglia e con funghi. Si accompagna molto bene anche con salumi caldi, formaggi saporiti a pasta media e molle, primi piatti di media grassezza, stufato di pollo, coniglio, piatti di maiale e preparazioni di pesce al sugo e alla griglia. È vino da consumare giovane, ma si può conservare per 3/4 anni. Va servito a 16/18°C.

Falanghina Se dovessimo pensare ad un vitigno bianco che rappresenti davvero tutta la Campania, da Roccamonfina al Cilento, avremmo una sola riposta: la Falanghina. È questa, infatti, l’unica varietà di uva bianca coltivata, con ottimi risultati, in tutte e cinque le province della regione. La Falanghina produce un vino bianco dal calore giallo paglierino, a volte molto “carico”, dai profumi delicati, con lieve sentore di ginestra, mentre al gusto è sapido, fresco e gradevole, con buona acidità e note fruttate fini e delicate. Questa nota acida gli consente una buona evoluzione nel corso del tempo. Ha un ampio e piacevole retrogusto amarognolo che ricorda il melograno. Si abbina bene a tutta

la cucina di pesce della Costa e a quella vegetariana di tutta la regione, alle carni bianche, a paste con frutti di mare e sughi di verdura e pomodoro, ottimo con la mozzarella di bufala campana e formaggi freschi a pasta morbida. Risulta eccellente servita come aperitivo, a una temperatura di 10° C. Forse nessun vitigno riesce ad esprimere meglio l`anima del palato partenopeo. La nostra è prodotta in una piccola azienda a conduzione familiare che, conscia del fatto che i buoni vini si fanno nel vigneto, ha fatto scelte precise: niente veleni sul campo e quindi uve biologiche, derivate da impianti molto fitti con drastici diradamenti; quindi rese molto più basse di quelle consentite, criomacerazione e fermentazione a temperatura controllata per il massimo di estrazione dei profumi; meno di un quarto del normale di anidride solforosa all'atto dell'imbottigliamento, grazie alla perfetta sanità delle uve.

Quello scelto da AlfaVitis, viene prodotto da due selezioni clonali di quest’ uva, nella zona del lago di Corbara, famosa anche per i suoi muffati, dove ha trovato il suo habitat ideale. Il vino ha colore La vigna del Marzemino

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I ROSSI DI TOSCANA Brunello di Montalcino Questo Brunello Pian di Conte Talenti, azienda che fa parte della pattuglia storica di Montalcino, ha polpa, velluto, freschezza ed eleganza che lo differenziano da tutti quei vini eccessivamente strutturati e “marmellatosi” che tanto piacciono agli americani ma che con la tradizione di Montalcino hanno poco o nulla a che fare. Le innovazioni tecnologiche ci sono state anche qui, naturalmente, ma con il preciso intento di mantenere invariata quell’immagine del Brunello che si era guadagnata fama e apprezzamento in tutto il mondo. Dopo i recenti avvenimenti che hanno riguardato Montalcino questa è la garanzia che state bevendo il Brunello “originale”.

Rosso di Montalcino La Tenuta San Filippo appartiene alla famiglia Fanti dai primi dell'Ottocento, e l’azienda fa parte del nucleo storico della denominazione, già attivo nei primi anni ‘70 del secolo scorso. La posizione dei suoi vigneti beneficia di un clima favorevole per la produzione di vini di corpo e nello stesso tempo di eleaganza. Questo Rosso di Montalcino 2006 ne è una bella dimostrazione e una felice sorpresa per il prezzo “corretto”. Colore rosso rubino violaceo cupo ed intenso con tonalità rosso rubino; profumo dolce, ampio, fine molto intenso e fruttato, con lievi note di rovere; sapore morbido, voluminoso, largo con tannino dolce a media densità in grande equilibrio con l'acidità; retrogusto fruttato dolce e persistente. Accompagnatelo a tutti i primi piatti, e ai piatti di carne in genere.

Carmignano Deriva da un uvaggio di sangiovese, cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot. La vinificazione 4

avviene per il sangiovese e per il merlot in tini d’acciaio, per il cabernet in un tino di rovere. Dopo la svinatura, il vino è travasato in barriques di rovere a lunga stagionatura dove subisce la fermentazione malolattica e trascorre un periodo di invecchiamento di circa 1 anno. Niente chiarifiche né filtrazioni e il successivo imbottigliamento viene effettuato senza preventiva stabilizzazione a freddo, per mantenere integre tutte le caratteristiche organolettiche del prodotto. Segue un periodo di affinamento in bottiglia di circa 6 mesi. Questo Il Sasso 2006 ha colore intenso e profondo di frutta rossa e cioccolato. In bocca presenta eccellente concentrazione e profondità, dolcezza di frutto quasi inebriante e tannini in evoluzione. Il prezzo è assolutamente calibrato per il livello di qualità veramente eccezionale di questo vino.

Barco Reale di Carmignano Impeccabile interpretazione della tenuta di Capezzana per questo Barco Reale che ha un uvaggio analogo a quello del Carmignano con un 65% di sangiovese, un 15% di cabernet sauvignon e il 20% di canaiolo nero al posto del cabernet franc. Le eccellenti caratteristiche di estrazione del frutto danno vita ad un vino armonico, intenso, con aromi persistenti che ricordano l’amarena e il lampone, e una piacevolezza che migliorerà col tempo rendendolo ideale per il consumo nei prossimi 3/4 anni. Sarà perfetto con minestre asciutte

con sugo di carne, arrosti, grigliate, brasati, capretto e pollame. Da servire attorno ai 18° C.

Montepulciano Nobile e Rosso Posizionata nella zona di Valiano, geograficamente separata da Montepulciano dalla Val di Chiana, la fattoria di Palazzo Vecchio si trova a 350 mt. di altezza con una splendida vista a 360° che abbraccia contemporaneamente Montepulciano e Cortona. La sua particolare posizione collinare offre ai vigneti che la circondano un clima ventilato, naturale difesa dalle aggressioni batteriche e quindi adatto alla coltivazione della vite. Attualmente l’azienda, che si compone di circa 85 ettari, ne ha 25 impiantati a vigneto e destinati unicamente alla produzione di Vino Nobile di Montepulciano e Rosso di Montepulciano dei quali, trascorsi i canonici 15 anni per farsi la necessaria esperienza, è considerata oggi uno dei produttori più qualificati. I vini di Palazzo Vecchio hanno corpo ed eleganza, profumi e persistenza aromatica che denotano lo stile cercato e voluto dai proprietari con anni di affinamento colturale e delle tecniche di cantina. I vini si caratterizzano anche per l’eccellente rapporto qualità/prezzo.

Morellino di Scansano

Chianti Colli Senesi

Il Morellino di Scansano Motta, prodotto con uve sangiovese e ciliegiolo, ha un colore rosso rubino mediamente carico. Al naso appare fruttato, con toni di ciliegia e mora e una piacevole sottolineatura di spezie ed erbe di sottobosco. Al palato è fitto, di buon corpo ed equilibrata acidità, con tannini percepibili ma controllati. Buona la persistenza, affidata alle sensazioni fruttate e speziate avvertite al naso. Chiude con retrogusto leggermente amarognolo. È da servire a 16/18°. La pienezza del corpo, unita all’ampiezza dei suoi aromi rende questo Morellino ottimo per i piatti tipici della cucina locale: dalle zuppe toscane agli arrosti di carne rossa, dalle pappardelle al ragù di cinghiale ai pecorini di media stagionatura, ai piatti di carne in genere.

La famiglia senese dei Bindi Sergardi affonda le sue radici nel XV secolo ed ha sempre coltivato le terre di proprietà che possiede in vari territori della provincia. Negli ultimi anni ha dato prova di notevoli qualità imprenditoriali differenziando la propria produzione, prima prevalentemente cerealicola, cimentandosi nell’allevamento dei cavalli da corsa e nel campo vitivinicolo. A noi è parso particolarmente interessante l’esperimento in corso nella tenuta di Marcianella, vicino a Chiusi, a pochi chilometri da noi, in un territorio che Giulio Gambelli, l’autore di tanti vini di successo, definisce il più vocato in assoluto per la coltivazione del sangiovese. In questa tenuta sono stati impiantati 20 ettari di vitigni a bacca nera con risultati eccezionali che avrete modo di constatare degustando questo Chianti Colli Senesi 2007 . Un vino fresco e moderno che rispetta però il territorio e la tradizione. E di questi tempi tormentati per l’enologia toscana se ne sente davvero il bisogno!

Chianti Classico Giulio Gambelli è uno straordinario personaggio toscano diventato l’Enologo per eccellenza. Il suo naso è un laboratorio istintivo, e con quel naso e quel carattere ha contribuito, a rovesciare il modo di far vino in Toscana. Sostenitore del sangiovese in purezza non ha mai amato i connubi con altre varietà, preferendo i tradizionali e autoctoni colorino e canaiolo. Nonostante sia considerato il più valido esponente del sistema di vinificazione tradizionale, la sua idea di vino è molto moderna perché si basa sull’attenzione alla pulizia in tutte le fasi; soprattutto ha un rispetto assoluto dell’uva e della sua integrità. Ora Giulio festeggia il suo ultimo successo con il Chianti Classico Villa Rosa, un vino dal colore rosso rubino limpido e scorrevole, profumo fine, intenso, persistente e fruttato con sottofondo di giaggiolo. Sapore sapido, caldo, vivace, giustamente tannico. È un vino che si caratterizza per la grande facilità di beva proprio come i Chianti di una volta.

Chianti Leonardo Il Chianti Leonardo proviene dalla zona del Montalbano. È vino di grande qualità, rosso rubino carico, di buona consistenza rilevabile dagli archetti piuttosto fitti che lascia nel bicchiere. Il profumo, di bella intensità, persistente, è caratterizzato da note fruttate, di ciliegia, seguite da lievi sentori speziati, di pepe nero in particolare. In bocca è deciso e avvolgente con tannini in evidenza ma poco

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astringenti e piuttosto morbidi. Di gusto piacevole, lungo. Ha buona struttura, è vino da tutto pasto, ideale con fettuccine al ragù, pappardelle al sugo, meglio se di lepre o coniglio.

Orcia Il Pozzo La D.O.C. Orcia ha avuto il suo battesimo nel 2000 ed è quindi ancora presto per tirarne un consuntivo in termini qualitativi. Nonostante alcuni difetti del disciplinare di produzione che pur stabilendo rese limitate (56 hl/h come il Brunello) prevede una gradazione minima (11°C) troppo bassa, quindi foriera di acidità elevate e tannini troppo duri, e una dispersione sul territorio che copre 13 comuni con una conseguente eccessiva diversità pedoclimatica che certo non contribuirà alla uniformità dei vini, ha costituito la spinta ad un gruppo di piccoli produttori molto seri per avviarsi sulla strada della produzione di qualità, precedentemente problematica in quest’area “schiacciata” tra Montalcino e Montepulciano. Nel recente passato vi abbiamo presentato con successo l’Orcia rosso di Pienza. Quest’anno è la volta de “Il Pozzo”. Il vino di questa piccola azienda in comune di Castiglione d’Orcia è stata la vera sorpresa nei risultati degli assaggi di Orcia dell’anno scorso, ribaditi con bella sicurezza in quelli di quest’anno. Antonella Formichi con la valida collaborazione del marito ha scelto per il suo vino di punta il sangiovese in purezza, vendemmiato abbastanza tardi come si conviene a quest’uva per trarne grandi risultati. Il Pozzo 2006 ha soggiornato un anno in botti grandi di rovere ed ha subito un ulteriore affinamento di 6 mesi in bottiglia. Il vino ha un bel colore rosso rubino intenso e profondo con profumi compositi che trovano riscontro anche al palato. È

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un vino a cui dare confidenza per via dei sistemi di produzione totalmente artigianali che ne fanno innanzitutto un vino da tutto pasto anche se il suo accompagnamento preferito saranno gli arrosti di carne, anche alla griglia, la selvaggina e i formaggi stagionati.

Fortediga Alberto Antonini, una delle 4/5 superstars tra i wine-makers toscani, è quello che meglio riesce a combinare tradizione e innovazione, realizzando vini con una forte identità e una stretta aderenza al territorio, ma sempre attento ai desideri del consumatore finale. Con il Fortediga si è cimentato in un’impresa personale. Composto dal 30% di cabernet franc, 30% di cabernet sauvignon e 40% di syrah, il vino ha una resa per ettaro decisamente bassa. Ha colore rosso rubino molto intenso, profumi ampi e persistenti con note speziate e netti sentori di prugna e piccoli frutti rossi. Gusto articolato, morbido, complesso ed equilibrato con lunga persistenza finale. Ottimo con carni rosse, selvaggina, formaggi a media/lunga stagionatura. Straordinario rapporto qualità/prezzo!

I ROSSI DI ALTRE ZONE Bonarda I vini dell’Oltrepò sono semplici e immediati ma possono raggiungere però alti livelli qualitativi, come quelli di Gianmaria e Marco Vercesi. I due fratelli hanno dedicato grandi sforzi a questo vitigno locale riuscendo a ricavarne una “vivace” Bonarda Luogo della Milla. Colore violaceo intenso, spuma misurata e gradevole, bouquet fruttato quant’altri mai, sapore netto e deciso. Sarà compagno irrinunciabile per merende a base di pane e salame e piacevolissimo accompagnamento di primi piatti a base di carne o di fritti misti.

Valpolicella Di colore rosso rubino carico e intenso, il Valpolicella della Tenuta Sant'Antonio sviluppa fragranti profumi fruttati con note di ciliegia e frutta rossa e sfumature floreali in una struttura armonica, dall'acidità ben equilibrata. Vino suadente, ci accoglie con una bocca affascinante concedendosi morbido e vellutato al palato, con una buona persistenza aromatica. Un vino godibile che non annoia, scorrevole alla beva, dal gusto pieno, piacevole ed avvolgente, di grande grazia e armonia aromatica. Il finale è lungo senza eccessi, ancora fresco e giovanile. È perfetto a tutto pasto, grazie anche alla sua alcolicità moderata. Gli abbinamenti vanno dai salumi e prodotti di norcineria ai primi piatti di pasta, riso e risotti, minestre e zuppe di verdure, trippe in brodo e alla parmigiana, fino ai secondi piatti a base di carni bianche e quelli della cucina tradizionale come il bollito e il fegato alla veneziana. Da bere a 18/19° C.

Monreale Syrah Francesco Spadafora si sta rivelando il miglior interprete del Syrah nel nostro paese. Se già il Monreale DOC della nuova vendemmia 2006 prodotto con queste uve che hanno trovato qui il terreno di coltura ideale, è un vino di gran classe, che dire dell’altro Syrah Sole dei padri? I grandi vini meritano di essere degustati più che descritti, perciò oltre a proporvi la solita confezione da 6 bottiglie del Monreale a prezzo invariato, ve ne propongo un’altra con 2 bottiglie di Sole dei Padri del 2004 perché possiate valutare di persona quale livello di piacevolezza possano raggiungere i vini prodotti con quest’uva straordinaria. Non mi addentro in descrizioni tecniche ma vi trascrivo ciò che un cliente di questo vino ne ha scritto al produttore: “Ho incontrato il Sole dei Padri un po’ per caso, a una degustazione siciliana in casa di amici. Ed è stata come una dolce condanna… È un Syrah morbido e potente insieme, che regala emozioni forti. Un vino dal colore rosso rubino intenso che mi aiuta a contrastare il clima milanese. Lo trovo avvolgente e confortante… poi viene dal Sud, come me. Quando desidero stupire i miei ospiti, li invito a una cena a base di formaggi strutturati e lascio che sia il Sole dei Padri a fare il resto…”. Il Sole dei Padri 2004 è stato giudicato “miglior vino italiano” al Vinexpo di Bordeaux del giugno 2007 e ha sbaragliato tutti i Syrah francesi ed australiani in una degustazione cieca del Novembre scorso a Merano. E i vini in degustazione costavano fino a 700 Euro la bottiglia. Non fatevelo scappare finchè ha questo prezzo.

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I VINI BIANCHI Incrocio Manzoni Belvedere L’incrocio Manzoni fu ottenuto a Conegliano negli anni compresi tra il 1930 e il 1935 dal professor Luigi Manzoni docente all’Istituto Tecnico Agrario di quella città. È un vitigno a bacca bianca, derivato da un incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco. L'obiettivo era quello di ottenere le caratteristiche di qualità dei genitori dell'incrocio ed il risultato è pienamente riuscito. Il “Belvedere” dell’azienda de Tarczal, con la dicitura di pinot bianco in etichetta (in Trentino l’Incrocio Manzoni non è ancora ufficialmente autorizzato) si presenta alla vista con un bel giallo paglierino; all’olfatto, dopo leggere note floreali di gelsomino, si evidenziano note di frutta fresca dalla mela Golden alla pesca bianca con sfumature di albicocca e un sentore di luppolo finale. Al palato denota una delicata intensità valorizzata da una più evidente persistenza gustativa. Siamo in presenza di un vino che gioca il suo carattere non sui muscoli ma sulla finezza, fresco e di piacevole beva, che può prestarsi ad un invecchimento di 2/3 anni. La temperatura di servizio sui 10° lo rende interessante come aperitivo, se leggermente più alta (12°) favorisce l’abbinamento con antipasti di mare, pesce al vapore o al cartoccio e, grazie a una lieve impressione aromatica, con gli asparagi e le uova tanto cari alla gastronomia trentina.

Sauvignon Collio Il Sauvignon, il cui primo significato è “pianta selvatica”, è originario della zona della Gironda. In Italia viene coltivato da quasi due secoli, e ne è particolarmente apprezzata la produzione friulana dove i risultati migliori si realizzano nelle zone collinari: qui il vitigno acquista una personalità sua

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propria, diversa da quella delle altre zone d’Italia. Da un "vigneto giardino" allevato alla francese di circa 12 ettari, in gran parte a bacca bianca, come si conviene in Collio, Mauro Drius ottiene una varietà di vini tutti di altissimo livello, da voi già ben conosciuti. Quest’anno abbiamo scelto un Sauvignon di cui Mauro e la sua famiglia propongono una versione che incanterà chi ama i vini fatti per essere bevuti sino all’ultimo goccio, senza troppe chiacchiere di contorno. Di colore giallo paglierino con sfumature verdi, al naso denota fantastiche, intense ed eleganti note vegetali e floreali quali la salvia, il peperone fresco, i fiori d’acacia ed il pompelmo. Al palato dimostra una freschezza e una sapidità che si sposano splendidamente. Strutturato ed equilibrato, morbido con buon estratto, dal finale lungo, questo è un vino che “sa di se stesso”.

Alhambra Questo piacevolissimo Monreale DOC Alhambra è realizzato con un uvaggio di Catarratto e Inzolia. L’inzolia, antico vitigno siciliano, è stato la colonna portante delle cantine dell’isola prima che la Sicilia si affermasse come terra d’elezione dei grandi rossi da uve autoctone e da uve internazionali. Questa splendida uva, coltivata in Sicilia da sempre, esprime il meglio di sé con climi caldi e ventilati e, vinificata in purezza, dà vini di corpo e di lungo invecchiamento ma oggi la tendenza è ad accoppiarla ad altre uve autoctone quali il Catarratto e il Grillo, per creare vini freschi ma dal gusto marcatamente caratterizzato. Questo Monreale 2007 è giallo paglierino chiaro con riflessi verdognoli, ha sapore secco, sapido fresco e fruttato. Ve lo consigliamo con antipasti leggeri e con tutti i piatti a base di pesce e crostacei.

Arneis Roero Deriva da un vitigno autoctono, e produce un vino vivace e fruttato. Meno aromatico ma più originale dello Chardonnay, l’Arneis ha ormai una solida reputazione come vino bianco da aperitivo, che si sposa bene anche ai primi piatti piemontesi. Da 30 anni l’interesse per questo vitigno è cresciuto tanto che Robert Parker jr. si è lasciato andare a considerarlo il più distinto dei vitigni indigeni italiani da vino bianco. Ottenuta la DOC nell’89, l’Arneis ha scalato le vette della fama. Noi vi proponiamo quello dell’azienda Malvirà dei fratelli Damonte che ne è, a nostro giudizio, il miglior produttore per continuità di risultati. Il loro Arneis è secco, senza asperità, suadente ma non morbido e sarà perfetto con tutti i piatti di pesce. Servito fresco, non gelato, è ideale per la parte del pranzo che va dall’aperitivo al regno dei vini rossi.

I Sistri I Sistri, prodotto dalla Fattoria di Felsina, è uno dei pochissimi vini di Toscana degni di essere collocati nell’aristocrazia dei bianchi italiani. Deriva al 100% da uve chardonnay, coltivate su terreni di sabbie stratificate e pillola alluvionale, che vengono pressate molto sofficemente per ottenerne solo il 60% di mosto fiore, fermenta in fusti di rovere e dopo la maturazione a contatto con le fecce e i successivi travasi, viene assemblato 8/9 mesi dopo la vendemmia. Il successivo imbottigliamento ce lo rende con un colore giallo paglierino carico,

profumi di frutta matura tipici dello chardonnay e di frutti esotici ben integrati dalla vaniglia. Gradevole sentore di spezie, elegante struttura e buon retrogusto. Veramente un bel vino bianco non rovinato dal legno.

Vernaccia di San Gimignano Questa Vernaccia Le Calcinaie 2007 di Simone Santini proviene al 100% da uve vernaccia di produzione biologica. Di profumo intenso e persistente con sentori di agrumi e note floreali di tiglio e gelsomino, ha sapore caldo e sapido con intense note minerali e tipico retrogusto ammandorlato. Fresca e piacevole, subirà bene anche un moderato invecchiamento. Adatta con frutti di mare, risotti alla marinara, spaghetti al sugo di pesce, fritti misti di mare e di verdure, insalate di funghi, frittate, gamberi o scampi bolliti, pesci al cartoccio, salmone affumicato. La numero 1 dei nostri giorni per rapporto qualità/prezzo.

Gewuerztraminer Alto Adige Con il traminer, uva dal colore rosa ambrato la cui eccezionale vitalità è testimoniata dal fatto di essere sopravvissuta per secoli anche in climi particolarmente freddi, era tradizione delle famiglie altoatesine di preparare il “Vino della Signora” per la fama che questo vino aveva di rendere espansive le donne. Quello che vi proponiamo, della Cantina Hans Lun, è derivato al 100% da uve traminer. Ha colore giallo paglierino carico. Profumo intenso, particolare, speziato, con sentori di rose e frutta secca. Corpo generoso e pieno, morbido, avvolgente, aromatico. Prelibato per abbinamento a crostacei e patè di fegato è però vino che, per la sua bassa acidità, si presta ad essere degustato anche fuori pasto, per le occasioni anzi indicate.

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Vin Ruspo Verdicchio di Matelica ColleStefano è un'azienda che produce vini con uve provenienti da coltivazioni biologiche in provincia di Macerata, precisamente nei dintorni di Matelica. Si tratta di una zona collinare, protetta a est e a ovest dall'Appennino umbromarchigiano e caratterizzata da un microclima freddo e asciutto con elevate escursioni termiche. Qui il Verdicchio esprime note sapide che lo caratterizzano e lo differenziano da quello coltivato nella zona dei Castelli di Jesi. I vini qui maturano tardivamente e la vendemmia avviene a fine Ottobre Il ColleStefano, prodotto da Fabio Marchionn, è un bianco dal netto colore giallo paglierino dai riflessi verdognoli, tipici del vitigno. Limpido, ma con una sensazione "ombrata", comunque non molto luminoso. Il naso è intenso e complesso: all’inizio si presenta, preponderante, la mineralità, poi emergono delicate fragranze floreali (biancospino), e infine note agrumate e di mela. In bocca ritorna alla grande la mineralità tipica del territorio sorretta da una buona acidità e dalla dote alcolica che prevalgono sulla morbidezza. È vino consistente e di buona struttura che può invecchiare alcuni anni.

Müller Thurgau È da quasi 30 anni un nostro cavallo di battaglia. Questa volta ne abbiamo selezionato uno in Alto Adige presso la cantina Lunn Il carattere molto personale, il gusto sottile, secco e nervoso e la buona persistenza lo suggeriscono per accostamenti gastronomici con i piatti della grande cucina: pesci pregiati, crudità, risotti delicati, vellutate. Ma eccelle soprattutto come grande aperitivo: servito alla giusta temperatura predispone al

Non è un rosato comune, ma derivante da mosti che produrranno un grande rosso (il Carmignano DOCG) e assume caratteristiche che gli manterranno una certa serbevolezza, anche se va consumato giovane, gustandone tutta la freschezza e la finezza d'aspetto colorazione perfetta - che lo rendono piacevole sia al palato che alla vista. Vino di assoluta pulizia con acidità, morbidezza e tannicità in perfetto equilibrio e con piacevole retrogusto di ciliegia, è ideale con prosciutto crudo, bucatini all'amatriciana, lasagne verdi al forno, tortellini in brodo, zuppa di ceci, baccalà in umido, cima e funghi alla genovese, scaloppine ai funghi, vitello tonnato. Servitelo a 10/12° C.

I vini d’artigianato Gaspare Buscemi: se non esistesse bisognerebbe inventarlo! Per l’enologia friulana è stato il detonatore dello sviluppo qualitativo. I suoi vini, prodotti con un’enologia naturale che non utilizza stabilizzanti specifici e non corregge i componenti d’origine fermentativa ai fini del miglioramento organolettico, sono vini d’artigianato, capaci di reggere gli anni e impreziosirsi nel tempo.

ViNero Buscemi Il rosso per tutti i giorni di Gaspare Buscemi è un uvaggio delle più classiche uve friulane: cabernet, merlot e refosco. È un vino semplice ma che risponde a precisi criteri di qualità e genuinità. Lontanissimo dalla produzione industriale, è davvero un “vino artigiano” di qualità che nulla sacrifica al gusto.

VinOro Buscemi Un bianco prodotto con uve chardonnay, sauvignon (vecchio clone non aromatico), verduzzo friulano e malvasia istriana. Un vino che non vuole essere solo assaggiato ma consumato quotidianamente sulle buone tavole.

BOTTIGLIE PERSONALIZZATE Grande successo riscuotono sempre queste bottiglie non solo per il contenuto, di qualità decisamente elevata, ma anche perché sono fornite con etichette speciali: si possono personalizzare con il nome e il cognome del destinatario. Sono ideeregalo raffinate, adatte a mille occasioni e sempre graditissime. A tutti.

Selezione Montalcino Quest’anno per le confezioni a etichetta personalizzata abbiamo scelto l’azienda Fanti di Montalcino che si segnala per una produzione in costante crescita qualitativa. La parte viticola dell’azienda si sviluppa nell'anfiteatro di colline perfettamente esposto a sud di Castelnuovo dell'Abate, in altitudine fra 350430 mt. s.l.m., una parte proprio vicino alla stupenda basilica Romanica di Sant'Antimo e gli altri vigneti nella parte di colline che digrada da Castelnuovo dell'Abate verso l'Orcia. Il terreno è ricco di scheletro con formazione stratificata di "galestro". Il clima è particolarmente favorevole alla produzione

Vino Nobile di Montepulciano Lo stesso eccellente Nobile di Montepulciano di Palazzo Vecchio, che trovate descritto nelle pagine dei Rossi, si presenta qui con etichetta personalizzata per i vostri regali di prestigio. L’annata 2005 è stata classificata tra le migliori della vendemmia al pari di quelle dei nomi più prestigiosi della denominazione.

di vini di corpo e nello stesso tempo di eleganza, per la forte solarità durante il giorno, grazie alla conformazione delle colline dove sono situati i vigneti, ed un buono sbalzo termico nella notte, per i venti freschi provenienti dal vicino Monte Amiata. Oltre alla tradizionale confezione con sei bottiglie di Brunello, ce n’è una mista con 2 bottiglie di Brunello 2003 e 4 di Rosso di Montalcino 2006, giudicato dalle guide uno dei migliori dell’annata. Questo consentirà di fare una bella figura, a buon prezzo, con i propri amici senza rinunciare alla qualità e al prestigio.

Grappa di Brunello

Vouvray brut

Nasce da vinacce spremute in modo soffice, e mantenute vive fino alla distillazione, questo capolavoro di profumi e sapori che porta il nome del mitico vino rosso di Montalcino e prodotta dalla distilleria Marolo con sistemi artigianali e una cura unica, conserva perfettamente intatti il profumo e il gusto inconfondibili delle uve da cui è ricavata. È un nostro prodotto “storico” che da decenni costituisce uno degli omaggi più apprezzati.

Da quando lo Champagne ha raggiunto quotazioni anche da capogiro, a Parigi è di moda il Vouvray brut. Prodotto con uve chenin blanc tipiche della Loira, con lo stesso metodo dello Champagne, ossia con la rifermentazione in bottiglia, consente di bere bene e farbella figura regalandolo. Per la sua straordinaria freschezza è perfetto come aperitivo. È una nostra importazione diretta, il prezzo è quindi molto invitante. Fate presto, è in esaurimento.

Riserva Privata

ALBERTO DEL BUONO

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SPUMANTI & CHAMPAGNE Martinotti Brut 90% Pinot nero, 10% Chardonnay, grado alcolico 12,5 e residuo zuccherino 8 gr/litro. Spuma vivace e persistente con perlage fine e continuo; colore limpido, giallo paglierino con riflessi luminosi; profumo fresco, elegante, con note iniziali di pane lievitato ed un finale piacevolmente agrumato; sapore sapido, molto gradevole ed equilibrato, con buona persistenza gusto/olfattiva. Servirlo in flutes a temperatura di 8/10° C. Abbinamenti: eccellente aperitivo, si presta molto bene all’intero pasto.

Martinotti Brut Rosé 100% Pinot nero, grado alcolico 12,6 e residuo zuccherino 9 gr/litro. Spuma ampia e persistente con perlage fine e continuo; colore elegante, buccia di cipolla con lievissimi riflessi aranciati. Si tratta di un colore assolutamente naturale frutto della pressatura di solo Pinot nero; profumo tipico del Pinot nero: si riconoscono piccoli frutti di sottobosco, leggero confetto ed una leggera nota agrumata; sapore armonico, fresco, gradevole di buona persistenza. Temperatura di servizio 10° C, in larga flute di cristallo. La base di Pinot nero assicura lunga stabilità. Abbinamenti: ottimo aperitivo, adatto anche ad antipasti, primi piatti, pesci e carni bianche. Eccelle con piatti etnici speziati.

Rustico - Prosecco di Valdobbiadene Il Prosecco di Valdobbiadene “Rustico” di Primo Franco può a ragione essere considerato il nostro vino bandiera: nessuno come lui vanta una presenza continua, quasi trentennale, sui nostri notiziari e nelle cantine dei nostri amici. La ragione è presto detta:

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per il “Rustico” si parte da uve scelte e, fatta la vendemmia e la pigiatura, si seleziona quella parte di vino nuovo che ha maggior profumo, buona acidità e residuo zuccherino naturale. È a queste doti e a queste soltanto che ci si affida, proprio come si faceva una volta, perché il Prosecco abbia quel suo perlage naturale che lo rende gradevole come aperitivo, servito alle tavole dei migliori ristoranti, protagonista nei ricevimenti, servito piuttosto freddo, intorno ai 7° C. Parecchi nostri amici lo servono in caraffa e lo presentano come entusiasmante vino da tutto pasto. Difficile dire quando è più buono.

Franciacorta Monterossa La DOCG Franciacorta si è guadagnata nel corso di un trentennio la fama, ben meritata, di migliore zona italiana per la produzione dello spumante di qualità. A rappresentare questo territorio è stata scelta questa volta l’azienda Monterossa. Fondata nel 1972, con ormai alle spalle un’esperienza ultratrentennale di meticolosa selezione di vitigni e di uve, Monterossa ha sede in una villa seicentesca, sulla sommità del colle che domina il paese di Bornato e la tenuta si estende tutt’intorno con il brolo e i vigneti (attualmente oltre 50 ettari). La Prima cuvée brut, vino base dell’azienda, è composta con un uvaggio dell’ 85% di chardonnay e pinot bianco e con il 15% di pinot nero. Si tulizzano solo uve aziendali con cuvées ottenute esclusivamente da mosti fiore. La prima fermentazione avviene parte in acciaio a temperatura controllata e parte in fusti di rovere. La seconda e l’ invecchiamento, con il Metodo Franciacorta, avvengono con una permanenza di oltre 24 mesi sui lieviti. Il vino ha colore giallo paglierino e presenta un bouquet di profumi floreali di burro e frutta matura con perlage sottile, delicato, ben persistente. In bocca è

pieno e lungo senza perdere in piacevolezza e vivacità.

Cremant d’Alsace A grande richiesta ripresentiamo il Cremant d’Alsace rosè di Fernand Engel che senza avere i prezzi proibitivi di certi champagne ne presenta però le caratteristiche salienti di freschezza e bevibilità. Derivato al 100% da uve di Pinot noir coltivate con metodo biodinamico, a garantirne l’assoluta integrità, questo Cremant rosé scintillante, dall’effervescenza fine e continua, ha colore rosato di piacevole intensità con fresche e vivide nuances di lampone e ribes rosso. Al naso fresco sentore di ciliegia e ribes rosso, con note di brioche e pane tostato. In bocca sensazione iniziale di leggerezza, corpo fresco ma pieno; vino equilibrato e potente con sapore di ciliegia acida che sarà splendido aperitivo da accompagnare a canapè preparati con pane alle olive e a crostini di maiale. Pasteggiando, darà il meglio di se con un coniglio alle olive.

Blanquette de Limoux Vi presentiamo uno spumante francese che va per la maggiore e che potrà fare le veci del Prosecco per coloro che gradiscono un vino più secco. Si tratta della Blanquette de Limoux carte noir Vergnes. Lo spumante, prodotto con metodo classico (i francesi non permettono l’uso della dicitura “methode Champenois” se non per gli Champagne originali) ma con soli 9 mesi di rifermentazione in bottiglia, deriva da un uvaggio

di Mauzac al 93%, Chenin blanc e Chardonnay. È quindi tecnicamente un blanc de blancs. Viene prodotto nei Côteaux de Languedoc, nel sud della Francia, dove la tradizione dei vini frizzanti risale al 1530.

Lo Champagne è complice irrinunciabile di ogni importante occasione festiva. Per i nostri amici ci sono anche quest’anno Paul Bara e Bonnaire. Paul Bara e Jean Louis Bonnaire fanno parte di quella pattuglia di piccoli produttori che, per quanto riguarda il livello qualitativo, possono essere ormai considerati all’altezza delle grandi maison della Champagne. L’accostamento Bara-Bonnaire renderà felici tutti coloro che apprezzano il vero Champagne. Tanto sono pieni e potenti i vini di Paul Bara, tanto sono equilibrati, fini ed eleganti quelli di Bonnaire. A Bouzy, da Paul Bara domina il Pinot noir, a Cramant, villaggio benedetto dagli dèi nel cuore della Côte de Blancs, su terreni gessosi leggeri e caldi, domina lo Chardonnay, e il Blanc de Blancs di Bonnaire possiede di questo vitigno tutto il gusto floreale e fruttato. La sua finezza e la sua eleganza si apprezzano all’aperitivo, mentre il vino di Paul Bara è adatto soprattutto a pasteggiare. Il rosè quest’anno è quello di Bonnaire che effettua per questo vino un taglio delle sue uve bianche con del Pinot nero di Bouzy.

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VINI DA DESSERT Aleatico dell'Elba Questa è una presentazione forse un po’ partigiana, dovuta alla mia origine elbana e al fatto che l’Aleatico, grande vino da meditazione, vero e proprio gioiello dell’enologia italiana, che nulla ha da invidiare ai grandi Porto, è stato il primo vino da me assaggiato quando bambino passavo le vacanze a Marina di Campo, ospite dei miei zii. Quel ricordo mi ha accompagnato per quasi sessant’anni prima che ci fosse l’occasione di ritrovarne le caratteristiche nell’Aleatico dell’azienda Mola che vi presentiamo. Coltivata anche altrove, quest’uva raggiunge la sua migliore espressione sui terrazzamenti e sui pendii vertiginosi dell’Isola d’Elba, dove trova l’habitat ideale per il clima mite e per i suoi terreni altamente ferrosi. Intrigante per la bellezza delle coste, affascinante per la limpidezza del suo mare, l’Elba raggiunge il massimo della sua essenza mediterranea in questa inimitabile uva dal quale deriva l'omonimo vino: l’ Aleatico dell'Elba. Solo quest' isola solare, fortemente condizionata dal mare, battuta da venti insistenti, ma nello stesso tempo con zone protette, collinari, rocciose, poteva dar origine a questo incredibile vino, nel quale i profumi e i colori tipici dei nostri mari, la vegetazione, i colori unici si fondono in un connubio armonico senza uguali. L'analisi organolettica

risulta particolarmente emozionante per la varietà e l’intensità delle sensazioni che provoca. Con un grado alcolico medio di 16° C ed un elevato tasso zuccherino, l’Aleatico può essere tranquillamente considerato "vino da meditazione". Il colore è rosso rubino, talvolta cupo e intenso, di grande intensità olfattiva e con un corredo aromatico di assoluto valore: potente e nitido profumo di frutta rossa matura ed in confettura, dai lamponi alle prugne e alle amarene; poi ancora sottobosco e lievi accenni di vaniglia, rosa e cannella a completare il quadro. In bocca le sensazioni sono ancor più evidenti che al naso: grande armonia ed avvolgenza, bell'equilibrio tra acidità e tannini da una parte, e dolcezza e morbidezza dall'altra, grande e lunga persistenza. Mai stucchevole, nonostante la dolcezza, ma fine ed elegante, così come l'alcol, mai fuori misura. Come vino da meditazione può essere degustato senza abbinamenti, a fine pasto, ma un connubio perfetto è quello con la pasticceria secca o la schiacciata d’uva. Alcuni suggeriscono di provarlo con pecorino e miele di corbezzolo, ma il matrimonio ideale è quello con la crostata, o un qualsivoglia dolce a pasta dura farcito con confettura di frutta rossa. Un suggerimento personale è quello di servirlo con una pasta frolla con mele e cannella accompagnata da una crema di cioccolato fondente non troppo “carica”, o con i gianduiotti Tourinot maximo di Gobino o anche con il Nocciolato di Catinari ossia grande cioccolato aromatico e vere nocciole piemontesi della varietà tonda gentile. Servitelo a temperatura di cantina sui 14-15°C.

Moscato Passito Villa Monticelli L’uva moscato bianco, da sempre presente nella zona del lago di Corbara, appassisce in modo naturale sulle piante del vigneto di Villa Monticelli. 14

Nei primi giorni di settembre, il caldo sole del mattino fa appassire i grappoli dorati, concentrandone la carica zuccherina, mentre il fresco vento della sera esalta gli intensi aromi varietali di questo meraviglioso vitigno. Colore giallo ambrato brillante; profumo floreale di frutta tropicale, pesca e albicocca con grande apertura aromatica; sapore dolce di frutto di grande intensità, fine e somma eleganza. Si accompagna a dolci da forno, crostate di frutta, di mandorle e noci, alla pasticceria secca. È grande vino da meditazione. Temperatura di servizio 12-14°C.

Calcaia Gli appassionati di "muffati" sempre alla ricerca di vini esteri di questo tipo devono ricordare che anche in Italia, nell'Orvietano, in una vigna con terreno calcareo, Mauro Barberani produce il Calcaia Muffa Nobile che nulla ha da invidiare a molti omologhi esteri molto più costosi. In autunno, generalmente, si forma una fitta nebbia che favorisce lo sviluppo sui grappoli di una muffa particolare, la "botrytis cinerea", che si nutre dell'acqua contenuta nella polpa degli acini e dilata i pori della buccia senza romperla, provocandone l'evaporazione con il calore del sole. I mosti che si ottengono sono molto zuccherini, ricchi di glicerina che dà al vino una particolare "untuosità". La raccolta avviene molto in ritardo e in più tempi successivi, per ottenere il completo verificarsi del fenomeno e circa la metà del raccolto scompare sotto forma di acqua evaporata. Questo straordinario processo si verifica spontaneamente solo in rare aree in cui le condizioni climatiche lo consentono. II vino ha colore giallo oro, bouquet elegante, avvolgente, ricco e "untuoso". Sapore nobile, suadente e di armoniosa morbidezza, dolce e persistente. Adatto ad un lungo invecchiamento, è perfetto con antipasti di fegato grasso, formaggi erborinati, di capra o piccanti e pasticceria secca. È grande vino da meditazione. Servirlo tra i 6 e i 12° C a seconda

BAR Grappa di Brunello da sigaro toscano Distillato di vinaccia fresca di Sangiovese grosso, localmente detto Brunello, invecchiato cinque anni in legno; dal bel colore ambrato con riflessi rame, ed un caleidoscopio di profumi tanto complesso quanto sorprendente. Gli amanti del Toscano spiegano che la fumata del sigaro è una evoluzione di gusto ed un rinnovarsi di sensazioni, che cambiano a seconda del tratto di sigaro fumato; la necessità era quindi quella di ricercare un prodotto che si accostasse al sigaro impetuosamente, ma allo stesso tempo in maniera garbata e rispettosa, pulendo il palato e tuttavia lasciando la possibilità di apprezzare tutte queste fasi. Prendendo quindi spunto dalla cultura di chi da secoli abbina il fumare il sigaro al bere un superalcolico (al giorno d’oggi ovunque è riconosciuto il perfetto connubio fra Sigaro Cubano e Rhum da sigaro) Gioacchino Nannoni ebbe l’intuizione di servirsi, per accompagnare il sigaro Toscano, di un distillato di carattere e di pregio quale la grappa di Brunello, sottoposta però in questa occasione ad un invecchiamento speciale. Di questo particolare invecchiamento, principale segreto di produzione, possiamo solo dire che è fatto in botti da 500 litri, di

legni diversi opportunamente scelti e con specifiche tostature più o meno intense, dove la grappa riposa per cinque anni; in quest’arco di tempo vengono effettuati continui controlli per seguire attentamente l’evoluzione del distillato. Ecco finalmente il risultato di dieci anni di ricerche e di prove fra un bicchierino di grappa e l’odore suadente e inconfondibile del fumo del Toscano: la grappa di Brunello da sigaro toscano. Gioacchino Nannoni, stimolato dal Club delle fattorie, “inventò” la grappa di Brunello agli inizi degli anni 70, distillando sempre le vinacce di questo vino per conto dei singoli produttori. Solo alla fine del secolo scorso decise di imbottigliarne un po’ per proprio conto dedicandosi alle grappe invecchiate. Oltre a quella per sigaro toscano, descritta ampliamente qui sopra, nella sua distilleria diretta oggi dopo la sua scomparsa, da Priscilla Occhipinti se ne produce un’altra denominata “Oro dei carati” nella quale l’attenzione è tutta destinata alle caratteristiche di rotondità e piacevolezza di beva della grappa medesima senza riguardo alla necessità di accoppiarla al sigaro toscano.

non fa parte di gruppi industriali, è stata fondata nel 1836 e appartiene, dal 1865, a una sola famiglia: i Grant. In tempi di globalizzazione una fondamentale garanzia di originalità. Il Glenfarclas da 10 anni ha un colore di paglia dorata e un delicato sapore dolce e maltato con un lungo finale leggermente speziato.

Sangue Morlacco Il nome glielo ha dato Gabriele D’Annunzio più di ottant’anni fa. Derivato da una sapiente infusione in alcol di ciliegie marasche, è senza dubbio il prototipo di ogni cherry brandy. Imperdibile per un dopo cena all’insegna della dolcezza; splendido col cioccolato.

Glenfarclas Situata nello Speyside, la zona più pregiata delle Highlands scozzesi, la distilleria Glenfarclas produce malt di qualita’ eccellente offerti in una gamma di invecchiamenti insolitamente ampia. Assaggiatori qualificati considerano questi malt tra i migliori prodotti di questo famoso distretto. I malt Glenfarclas, sono rimasti ormai gli unici fatti maturare in fusti di sherry utilizzati una sola volta e sono tra i più robusti fra quelli prodotti nello Speyside: forti, scuri e superbi, con un corpo decisamente pastoso, ma capaci di rivelare il lato dolce della loro natura; eccellenti per ogni occasione, sono perfetti per il dopocena. La distilleria che, caso ormai raro, 15


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Brunello di Montalcino

LE IDEE REGALO In questa edizione del catalogo proponiamo un’ampia scelta di vini e tante idee dolci e salate da abbinare per creare doni davvero indimenticabili. Qui ci sono alcune confezioni-regalo già pronte ma, se preferite, con un pizzico di fantasia e il catalogo del Club a disposizione potete creare regali personalissimi, grandi e piccoli, un po’ per tutti e per tutti i gusti. Saranno sicuramente molto graditi.

Grappa di Barolo 20 anni Ha riposato per questo lungo tempo in piccoli fusti di acacia, dal legno ha assorbito un colore ambrato carico. Profumo ricco ed intenso con sentori di liquirizia, tabacco biondo, vaniglia, nocciola tostata. Al sapore si ripete la sorpresa, con completezza ed eleganza. 50% vol.

Gaja, il produttore di vino italiano più apprezzato nel mondo, ha da alcuni anni anche una tenuta a Montalcino, la Pieve di Santa Restituta nella quale produce due apprezzatissimi Brunello. Per questa eccezionale vendemmia 2001- che i commentatori vinicoli hanno considerato, nel complesso, come la migliore in assoluto di tutti i tempi, ne fanno fede i punteggi altissimi ricevuti da molti esemplari sulle riviste di settore, soprattutto americane - Gaja ci ha consegnato una partitella del suo Rennina, che per la sua preziosità proponiamo come oggetto regalo, in una bella scatola di legno, per i vostri omaggi di maggior prestigio.

Grappe Fiorite In due belle bottiglie “illustrate” da Gianni Gallo - Brachetto e Moscato - Paolo Marolo, principe dei distillatori piemontesi, ha condensato l’essenza delle preziose uve aromatiche della sua terra.

Due classici “firmati” Maglio Bordeaux Classico assortimento di cioccolatini racchiusi in un’elegantissima scatola-regalo.

Golosie Spicchi di pera, pesca albicocca, kumquat messi in infusione con distillato di marasca e ricoperti di cioccolato fondente. Originale la scatola in legno naturale.

Grappa di Amarone Vincitrice del Grappa Tasting Award al Vinitaly 2007.

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Bouquet di Cremant Rosé 17


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ACETI

OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA UN FILO LUCENTE DI SAPORE E DI SALUTE

La sicurezza di un ottimo Pratomagno, la rarità di un Senese d’eccezione In Toscana si produce l’olio migliore d’Italia e perciò del mondo. Questione di immagine, dicono gli altri, delle altre regioni, che possono vantare olii eccellenti, ma non altrettanto stimati o premiati dal mercato. Sarà, la Toscana è effettivamente trainante, soprattutto all’estero, e non solo per l’olio. Ma basta guardare il paesaggio dove la presenza degli ulivi è insostituibile nella trama ondulata dei cipressi, dei campi, delle macchie boschive, basta veder lavorare un contadino del Senese, della Maremma, del Chianti o della Lucchesia per sentire e capire che da quegli olivi amorosamente curati con gesti antichi e sapienti non può che venire un olio di grande carattere, di incantevole armonia. Anzi, olii, perchè i terreni e le olive sono diversi, ma sempre di tradizione e qualità superiori. Per averne la prova concreta, anzi due, ecco l’extra vergine del Club delle Fattorie, che nasce dalle colline del Pratomagno e che è un must del nostro Catalogo, perché sa conquistare i palati di chi ama i sapori decisi, ma non troppo invadenti, intensi ma puliti ed equilibrati. Una sicurezza, per noi che lo abbiamo scelto quasi trent’anni fa e per voi che lo avete tante volte confermato. Blasonato e garantito con la Denominazione di Origine Protetta “Terre di Siena”, l’olio extra vergine di Bardi è un prodotto per il quale spendiamo volentieri un aggettivo abusato, riportandolo al suo vero significato: straordinario. Siamo orgogliosi di averlo individuato tra

i primi, quando il suo geniale creatore lo aveva appena messo a punto e non aveva ancora vinto premi e allori nelle rassegne italiane, come il Sirena d’oro a Sorrento per la categoria fruttato medio. Poterlo offrire qui, sia pure in quantità molto limitate, è un piacere e un onore. Descriverlo a parole è un esercizio che preferiamo affidare a chi lo proverà. Questo che proponiamo è appena fatto e ha quella meravigliosa vitalità giovanile che ne fa una autentica golosità “a crudo”, sul pane della fettunta. Tra qualche mese diventerà più maturo e più armonico, ideale per cucinare e condire.

Biologico? Sì, grazie. Non solo in tavola Altra regione a grandissima vocazione olearia, l’Umbria verde è anche argentea di ulivi, che caratterizzano il suo territorio in molte zone, dal lago Trasimeno alle valli al confine con la Sabina. Ecco il Crudigno, già nel nome un prodotto non banale. È un olio biologico, cioè derivato da olive senza concimazioni chimiche né trattamenti anticrittogamici. Delicato ma anche pieno nel sapore, capace di trasmettere luce e vita a qualunque cibo, anche al nasello surgelato più spento e al branzino di allevamento più scontato, ha un ottimo rapporto qualità/prezzo, soprattutto nella confezione in lattina da 5 litri. Per questo potrà essere usato anche per friggere, come raccomandano i nutrizionisti. Perchè ormai si sa che per salvaguardare la salute l’extra vergine d’oliva, col suo alto punto di fumo, vince tutti gli altri olii, anche in padella.

Aceto balsamico tradizionale di Modena Una delle glorie della gastronomia italiana. Il mosto d’uva, cotto a fuoco diretto, viene insaporito secondo ricette segrete, tramandate da generazioni e conservato con modalità che richiedono anni e anni per il giusto affinamento. La confezione, preziosissima, contiene 100 cc di Balsamico invecchiato oltre 12 anni. Va usato goccia a goccia con cura reverenziale. Consideratelo un’essenza rara, con la quale “tagliare” altri aceti alla ricerca del giusto bouquet e per dare inconfondibile aroma a salse, sughi, insalate, preparazioni di carne. Eccelle sulle uova, sul parmigiano e sulle fragole.

Aceto balsamico Ottenuto attraverso l’utilizzazione di una percentuale variabile (solitamente intorno al 10%) di aceto balsamico tradizionale di Modena aggiunta ad un aceto vecchio di vino, questo aceto balsamico è un prodotto non solo di alto livello, ma anche di grande utilizzabilità in cucina. Infatti è in pratica un aceto già “tagliato”, dunque pronto per essere impiegato a insaporire insalate e altri piatti.

FANTASIA DI CONDIMENTI Olio agrumato Gli olii agrumati sono il simbolo della più antica tradizione alimentare d’Abruzzo. È qui che nelle case contadine si producevano e si consumavano questi olii preziosi, ricavati da un’accurata lavorazione di olive Gentile di Chieti spremute contemporaneamente a una percentuale di limoni freschi. Nato da un processo di lavorazione, lungo, difficoltoso e costoso, l’agrumato di Urfini non è un comune olio aromatizzato: non si usano essenze ma solo il sapiente lavoro artigianale. Splendido con le insalate di riso e di pollo, è ideale con qualsiasi tipo di pesce.

Zafferano in fili Lo zafferano è forse la spezia più pregiata del mondo per via delle difficoltà di raccolta, in tempo di mano d’opera introvabile e carissima. Ve lo presentiamo in stigmi, unica garanzia di originalità, in vasetti di vetro da 1 grammo, sufficiente alla preparazione di 40 porzioni di risotto, o in scatoline da 2 grammi più adatte a chi ne fa un uso continuo.

Peperoncino piccante tostato Seccati, tritati, tostati e messi sott’olio, i peperoncini si possono aggiungere a pietanze d’ogni tipo che subito si accendono di sapore: ne basta la punta di un cucchiaino, per rinvigorire una pasta al pomodoro. Con un vasetto si può preparare uno straordinario olio piccante: basterà diluirlo in 1 litro d’olio extravergine.

Purè di tartufi bianchi o neri Specialità che permette di avere sempre a portata di mano il profumo vero del tartufo (niente essenze qui!!) per ogni tipo di preparazione. La pratica confezione in tubetto garantisce a lungo la perfetta conservazione. Per le tartine basterà impastarlo con una quantità doppia di burro. Ma potrete usarlo per insaporire salse e sughi, secondo l’ispirazione del momento.

Burro al tartufo bianchetto Impreziosito con una percentuale elevata (11%) del pregiato Tuber Albidum Pico. È ottimo spalmato sul pane tostato o gustato con le uova al tegamino o strapazzate. Ideale anche come condimento per ogni tipo di pasta.

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Petto d’oca affumicato

LA TAVOLA

Il petto d’oca affumicato di Jolanda de Colò, è una vera delizia per il palato. Presentato preaffettato, in quanto difficilissimo da tagliare, si propone con una parte magra centrale di colore rosso e una parte grassa esterna di colore bianco, costituita dalla pelle del petto. Sapore esaltante!

Ora si passa alle specialità del Club, una selezione di delizie fresche e fragranti, come appena preparate, capaci di regalare gusti irresistibili. Grazie a ingredienti sceltissimi, ricette antiche e lavorazioni ancora rigorosamente artigianali. Questo viaggio fra i sapori ci guida dai crostini toscani al pesto genovese - quello “vero” - dalla mostarda di zucca al pepe rosa all’indimenticabile confettura di cipolle di Tropea. Dolce e salato, asprigno o piccante: assaggiate un po’ di tutto, il palato vi ringrazierà.

Terrina e Paté di fegato grasso d’oca Una delle glorie gastronomiche d’Europa la cui tradizione pare risalga fino al 2500 a.C. nell’antico Egitto. Tra le aziende trasformatrici nostrane eccelle la friulana Jolanda de Colò della quale abbiamo scelto 2 prodotti. La prima è la Terrina di fegato grasso intero,

CROSTINI & PATE

I crostini toscani Parlando di cucina toscana, non si può non citare i crostini. Ormai sono una parte per niente secondaria di un vero pasto toscano, accompagnati, se gradito, da un buon vino rosso, Chianti ovviamente! La tradizione toscana dell’abbondante antipasto impone di aprire ogni pranzo con piccoli pezzi di pane scaldato su cui spalmare salse caratteristiche e dal gusto forte. Le salse a base di carne su pezzi di pane scaldato sono i Crostini, mentre su fette più grandi si versa del pomodoro e olio di oliva per fare le famose bruschette. Anche come aperitivo, si sposano in maniera eccellente con vini rossi di medio corpo, esaltandone le qualità. Consigli di utilizzo Per preparare i crostini e le bruschette, tagliare delle fettine di pane, possibilmente pane toscano senza sale; scaldarlo in forno fino a rendere la superficie leggermente croccante; riscaldare la vostra salsa preferita e spalmarla sul pane; lasciar riposare in modo che il pane si insaporisca. Volendo, si può rimettere in forno per qualche minuto. 20

Crostini tradizionali

Battuto di carciofi

Accanto ai tradizionali Crostini toscani in versione maremmana (fegatini di pollo senza milza) fanno la loro comparsa un Crostino di caccia (cervo, cinghiale, lepre e fagiano), un Paté per crostini di cinghiale ed un Paté di cinta senese composto per il 50% di fegato di maiale.

Una raffinatezza prodotta da un laboratorio artigianale maremmano macinando teneri cuori di carciofo dopo averli leggermente scottati in aceto di vino bianco. Si spalma su crostini di pane tostato o si usa come salsetta per le carni bollite. È un’antica appetitosa specialità, ormai rara, resa preziosa dalla qualità dei carciofi.

Battuto di pomodori secchi Preparato insaporendo i pomodori secchi con peperoni, capperi, olive, è ideale per bruschette e per insaporire sughi e salse.

Paté di olive Nasce da olive snocciolate e macinate messe sott’olio extravergine. C’è la versione fatta con le olive nere, quella con le olive verdi, e quella, delicatissima, a base di olive verdi e mandorle.

Paté di cernia Unica variante ittica ai nostri paté di carni e di verdure, è stato realizzato con freschissime carni di cernia, il pesce più pregiato delle coste toscane, coniugate perfettamente con lo splendido zafferano della Val d’Orcia. Aggiungete un filo d’olio extra vergine d’oliva all’atto della preparazione e godetevi una ghiottoneria più unica che rara. .

I SOTTOLI

Pomodori secchi sott’olio

Zucchine arrostite

Raggrinziti dal sole che li rende più saporiti asciugandoli, scuri, di sapore e profumo intensi, sono speziati e messi sott’olio.

Qualità straordinaria garantita da Corrado Marzano per le zucchine arrostite e leggermente speziate.

Carciofi arrostiti Cuori scottati in aceto, arrostiti e messi sott’olio. Straordinari per delicatezza e sapore.

Melanzane arrostite Tagliate a fettine, arrostite e messe sott’olio con aromi di campagna. Ideali come contorno o sulla pasta al pomodoro.

Peperoncini farciti alla vegetariana Peperoncini piccanti svuotati e riempiti con un trito composto di 8 vegetali, tonno e acciughe. L’olio che rimane nel vasetto è perfetto per condire gli spaghetti “ruvidi”.

Olive nere snocciolate Olive nere Leccino raccolte a mano, snocciolate e conservate in olio extravergine perché mantengano il loro profumo.

Funghi porcini Porcini sott’olio delle migliori varietà, scelti con cura, lavati, scottati in aceto di vino bianco, annegati in olio d’oliva e messi in barattoli con uno spiritoso tappo a fungo di legno. Ce n’è anche una variante senza aceto particolarmente adatta al carpaccio di bresaola.

opportunamente speziato, salato e marinato, messo in vasetto (vetro a molla con guarnizione di gomma) nel quale viene cotto a bagnomaria. La pastorizzazione ne consente la conservazione per 6 mesi in frigo. Il secondo è un Paté composto per oltre il 50% di fegato grasso e per il rimanente di carne d’oca. Adatto per raffinati crostini, si conserva fino a 2 anni a temperatura ambiente.

Cipolline di Tropea Non aspettatevi le solite cipolline in agrodolce: queste cipolline golose vengono leggermente abbrustolite in olio d’oliva e conservate in un “sugo” composto di aceto, zucchero, scorze e succo d’arancia. Ma ci sono anche quelle classiche in agrodolce. Straordinari stuzzichini.

Cuori di carciofo al naturale Ultima novità di Corrado Marzano, questi cuori di carciofo sono da usare così come sono, conditi con olio, limone e prezzemolo, ma anche adatti per altre preparazioni o per una fragrante frittura.

Peperoni arrostiti Peperoni arrostiti, sbucciati, tagliati a metà e messi sotto vetro dopo la sterilizzazione: sono un antipasto o un contorno gustosissimi. 21


CLUB delle FATTORIE

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SALSE & SUGHI

PASTA & RISO Pici e Spaghettini dell’Orcia Due specialità del nostro territorio prodotte col grano duro della Val d’Orcia e con l’acqua del Vivo, la sorgente del monte Amiata. Trafilati al bronzo ed essiccati lentamente a bassa temperatura in un mini impianto modello, i Pici e gli Spaghettini dell’Orcia costituiranno una piacevole novità, specialmente se conditi con il Sugo all’aglione, altra specialità locale prodotta con aglio rosso (analogo a quello di Sulmona) che consente di abbondare nelle dosi conservando però una perfetta digeribilità.

Riso Carnaroli Preziosa varietà di riso considerata ai vertici della produzione mondiale. Nasce nel vercellese nella Tenuta Castello che ne è ritenuta da molti la migliore produttrice. È confezionato in sacchetti telati, come una volta. Vi aiuterà in cucina al momento di preparare un grande risotto, magari con lo zafferano in filamenti che proponiamo su questo catalogo.

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Bastano pochi minuti per creare una pasta favolosa, sfiziosa, saporita e genuina. E basta uno qualsiasi di questi sughi per preparare un pranzo o una cena inappuntabili.

La pasta I segreti della produzione della pasta di qualità sono pochissimi e, in realtà, non sono segreti: le migliori semole di grano duro, impasto lento ad acqua fredda, impiego di trafile in bronzo che conferiscono porosità al prodotto finito, ed essiccazione lenta. Secondo la legge è considerata pasta essiccata a bassa temperatura quella che ha subito un trattamento inferiore agli 80°. Basta quindi essiccarla a 79° e si può dichiarare fatta a bassa temperatura. La vera bassa temperatura, invece, è quella sotto i 40° e i piccoli produttori che utilizzano questa antica tecnica impiegano anche due o tre giorni, a portare a termine questa parte del lavoro. E i risultati si vedono poi nel prodotto finito. Infine estrema cura e attenzione in ogni fase del ciclo di lavorazione. Semplice, direte. E allora perché non la fanno tutti così? Perché costa di più. Pensate che la intera produzione annuale di un Martelli o di un Cavalieri corrisponde a due o tre ore di lavorazione di una grande industria. Qui troverete proprio la pasta Martelli di Lari con gli spaghetti, gli spaghettini, le penne classiche (lisce) e i maccheroni di Toscana (rigati) e quella di Benedetto Cavalieri di Maglie con gli spaghettoni, le pennucce rigate, i fusilli, le fettuccine e i maccheroni lisci.

Sugo pronto di pomodoro al basilico È da utilizzare così com’è. Chi non ha tempo per preparare un sugo, anche molto semplice, troverà in questo prodotto la risposta alle sue esigenze.

Sugo all’arrabbiata Ecco un sugo “classico” anche se trasgressivo: le penne all’arrabbiata sono infatti un “must” della cucina italiana veloce e mediterranea. Ma anche con le carni lesse e arrosto questo sugo trova una sua nobile collocazione. È preparato scegliendo ingredienti di qualità: pomodoro, olio, aglio, prezzemolo, peperoncino e sale. E poi seguendo il metodo che da sempre ne fa un sugo tradizionale italiano.

Pesto alla genovese Basilico ligure fresco, olio d’olive, aglio, formaggio grana e pecorino sardo in parti uguali, pestati nel mortaio di marmo con un pestello di legno. Questa è la ricetta classica del Pesto alla genovese, il condimento italiano per pasta più conosciuto nel mondo. La nostra versione è rispettosa della tradizione anche se ingentilisce le dosi dell’aglio e aggiunge pinoli e noci. Un consiglio: al momento di condire, scolate l’olio di conservazione e sostituitelo con pari quantità di olio extravergine freschissimo. Grande risultato!

Sughi e ragù Ad affiancare i tradizionali Pesto e Arrabbiata, ecco un Ragù di chianina, un Ragù di caccia, a base di selvaggina mista, un Ragù di lepre, un Ragù d’anatra , un Ragù di cinghiale, un Ragù di Cinta senese uno ai Funghi porcini. Infine un Pesto di pistacchi, un Pesto rosso dell’Etna e un Pesto di nocciole per la preparazione di paste sfiziose e appetitosissime.

Confettura di cipolle di Tropea Il sapore inimitabile delle cipolle rosse di Tropea, amalgamato con quello dell’uva passa dà vita a un gusto pieno e delicato. Accompagnamento perfetto per carni lessate e arrosti di carni bianche. Ma potete gustarla, perché no, con il gorgonzola.

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CLUB delle FATTORIE

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PRIMI E SECONDI DELLA TRADIZIONE TOSCANA Le zuppe Ogni massaia toscana ha una sua personale interpretazione della Ribollita, piatto povero ma delizioso della tradizione contadina toscana. Si gusta su un letto di pane toscano raffermo, tagliato a fette, aggiungendo pecorino grattugiato, olio extravergine d'oliva, sale e pepe. Ma la ribollita, quella vera, si ottiene mettendo la minestra di pane in una pentola di coccio per un quarto d’ora in forno caldo. Tocco finale, da chef: un filo

d’olio d’oliva e cipollotti freschi. La nostra ribollita è una meraviglia del mangiare sano ma con tanto, tantissimo gusto. Oltre alla ribollita abbiamo a disposizione un’eccellente Zuppa di farro e porcini, autentica delizia che conquisterà definitivamente tutti gli appassionati del genere, e una Zuppa di farro, per chi rinuncia ai funghi ma vuole il sapore. Favolosa! Quest’anno, alla selezione di zuppe già presenti in catalogo, si aggiungono tre minestre una di Ceci, una di Lenticchie ed una di

SALUMI DI CINTA SENESE Fagioli. Preparate nel mini laboratorio di una delle pochissime aziende agrituristiche toscane che interpretano correttamente il proprio ruolo, saranno una piacevole sorpresa per chi non ha tempo da dedicare alle lunghe preparazioni. Sono dosi per due persone. Basterà aggiungere ad ogni singolo vasetto versato in pentola una pari quantità d’acqua e completare con della pasta corta. Non manchi un po’ d’olio extra vergine d’oliva a freddo. Il successo è assicurato. Zuppa di funghi e Acquacotta Anche qui altrettanta acqua, ma stavolta pane raffermo al posto della pasta e poi:subito in tavola ! Condite con un filo d’olio extra vergine d’oliva e formaggio a piacere.

I secondi

IL POMODORO BIOLOGICO Dato il suo continuo e abbondante uso nella nostra cucina è necessario che il pomodoro, in tutte le sue varie elaborazioni, sia stato trattato il meno possibile con diserbanti, anticrittogamici e quant’altro affligge la moderna agricoltura. Ecco quindi una linea di prodotti al pomodoro, tutta biologica italiana, che vi consentirà di scegliere quello che più si adatta alle vostre preparazioni: Pomodoro e basilico (semplice polpa di pomodoro con l’aggiunta di qualche foglia di basilico) fresco e invitante. Passata di pomodoro fresco, per la preparazione di sughi di carne o di altre salse. Polpa di pomodoro fresco, più 24

delicata della passata, s’adatta a una cucina leggera in cui il pomodoro esalti il sapore degli ingredienti principali senza nasconderli. Pomodori a pezzi, semplice polpa di pomodoro a piccoli pezzetti, senza aggiunta di passata: è il prodotto che più si avvicina al pomodoro fresco. Vi consigliamo di gustarlo su del pane tostato, con un po’ di olio buono e un pizzico di sale per una fresca “bruschetta”. Salsa di pomodoro fresco con aggiunta di carote, cipolle, sedano e basilico. Pomodori pelati, di questi prodotti c’è anche una confezione assaggio con 2 vasi per tipo. Buon appetito!

Le ricette di questi piatti appartengono a quella parte della tradizione toscana che rischia di perdersi nella frenesia del mondo moderno. Necessitano tutte di lunghe ore di preparazione e spesso, anche se molto apprezzate, si preferiscono loro ricette più semplici e soprattutto più veloci da preparare. Con questa piccola serie comprendente: Brasato al Brunello, Bocconcini di Cinghiale alle olive e Anatra all’arancia, tutti preparati con grande passione, anche coloro che hanno poco tempo a disposizione potranno permettersi un tuffo nel passato ed assaporare piatti ormai praticamente scomparsi non solo dalla cucina di tutti i giorni.

I maiali di cinta senese sono per i salumi quello che le vacche rosse sono per il Parmigiano. La Velona, bella azienda di Montalcino, è impegnata in un progetto di allevamento dei suini di questa pregiata razza. Per migliorare la qualità dei capi, si usano come mangimi orzo, favino e mais che l'azienda compra ogni estate dalle trebbiature dei campi limitrofi. L'azienda ha anche un laboratorio di trasformazione da dove escono tutti i salumi della tradizione toscana: dal prosciutto al salame, dalla finocchiona al capocollo, dalle salsicce al guanciale. Tutto di prima qualità e garantito dal fatto che si lavorano solo carni di propria produzione.

Salame È il prodotto più noto della salumeria regionale toscana, conosciuto e apprezzato ovunque. La Velona lo fa secondo un’antica tradizione impiegando carni scelte dei propri suini. Le carni impiegate sono di coscio, rifilatura di coscio, spalla e pancetta con cubetti di lardo che, al taglio, conferiscono il caratteristico aspetto. La carne selezionata viene tagliata a pezzi e messa a riposare in cella frigorifera a 0° per tre giorni, poi viene macinata e conciata con gli aromi e gli altri ingredienti. La stagionatura varia da 80 a 100 giorni, secondo la dimensione ed il peso del salame.

allo stato semibrado. Il prosciutto viene trattato a secco con poco sale, spezie e pepe. Il colore va dal rosso intenso al rosso chiaro. Ha un sapore deciso, ma con salatura equilibrata che compensa il pane "sciocco" toscano ossia senza sale.

Finocchiona Si produce in tutta la Toscana, anche se la zona tradizionale è quella del Chianti. Insaccato preparato con la spalla e il grasso duro del guanciale e poi aromatizzato con sale, pepe, semi di finocchio, aglio e vino. Ottima come antipasto o accompagnata dai crostini.

Lardo È un prodotto tipico toscano la cui preparazione deriva da una antica tradizione. È un tipo di lardo suino preparato con un metodo molto

antico e insaporito con sale, pepe, coriandolo, chiodi di garofano, rosmarino, aglio, salvia. Ha un colore bianco-rosato. Ottimo mangiato con fette di pane caldo.

Guanciale Il guanciale è simile alla pancetta come composizione, in quanto è costituito da tessuto adiposo con una o due vene trasversali di muscolo magro, ma è costituito da un taglio ricavato dalla guancia e da parte del collo del maiale. Viene strofinato con sale, ricoperto di pepe e fatto stagionare per tre mesi. Ha un sapore leggermente diverso rispetto alla pancetta, e una consistenza più dura. Può essere mangiato da solo, ma trova il miglior utilizzo nei sughi, come quello all’amatriciana o alla carbonara.

Salsicce stagionate al Brunello Una ulteriore leccornia adatta a soddisfare i palati più esigenti.

Capocollo Rappresenta la versione toscana della coppa. Si prepara con la porzione superiore del collo e parte della spalla del maiale. Viene insaporito con aglio, pepe, sale e semi di finocchio. La stagionatura avviene il locali ben asciutti e areati. La fetta risulta ben omogenea fra la parte magra e grassa. Il sapore e il profumo sono unici. È un salume morbido.

Prosciutto Viene preparato soltanto con cosce fresche di suini allevati in fattoria

Trota affumicata al moscato Allevata nelle acque del torrente Stura di Demonte, la trota salmonata cuneese è filettata a crudo e spinata (a mano!) quindi posta in una salamoia con erbe aromatiche. Segue l’infusione in Moscato di Pantelleria e l’affumicatura a temperatura non superiore a 25°. Per qualità delle carni e lavorazione è alla pari con i migliori salmoni affumicati ma molto più digeribile. 25


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I FORMAGGI

anche il distratto mondo della gastronomia ufficiale si accorge del livello raggiunto da questa bravissima produttrice. Le disponibilità sono scarse, ma gli interessati potranno telefonarci per sapere cosa c’è ancora di disponibile.

Parmigiano Reggiano delle Vacche Rosse Il Moro Formaggio a pasta dura compatto, dal colore leggermente paglierino. Ha un sapore armonico di bosco, con una sensibile sapidità senza il piccante tipico dei formaggi stagionati. Prodotto solo con latte di bufala, è stagionato 4 mesi nell'antichissimo granaio sotterraneo di una fattoria in Molise. Coagulato a temperature basse con caglio di capretto, il latte è lavorato a lungo fino a ottenere una pasta acidificata sottoposta a lunghe agitazioni in caldaia. Le forme sono lavate regolarmente e trattate con olio d’oliva e carbone vegetale per proteggerle dalle muffe.

Pecorino di Pienza È il formaggio toscano per eccellenza scelto e invecchiato a dovere per farne una specie di bandiera della nostra terra. Il migliore è quello primaverile, quando l’erba dei pascoli nelle crete senesi è più profumata. Le forme all’origine pesano circa 1,5 kg, poi sono protagoniste di una lenta maturazione che modifica costantemente il loro sapore, un sapore sempre più secco e deciso. Ce n’è con stagionatura da 3 mesi (semi-stagionato), da 6 (stagionato) e da 8 (stagionato sotto cenere). Silvana Cugusi ha vinto quest’anno con il suo Pecorino riserva (oltre un anno di stagionatura) il primo premio assoluto nel 2° Concorso Pecorini d’Italia, conclusosi a Pienza lo scorso 7 settembre. Ma non basta! Altri tre primi premi nelle categorie Pecorino fresco, Pecorino semi-stagionato e Pecorino invecchiato sotto foglie di noce. Con un po’ di ritardo 26

Nasce dalle ormai famose Vacche Rosse e basta il palato per rilevare le caratteristiche più evidenti di questo Parmigiano-Reggiano invecchiato per un minimo di 26/28 mesi. La sua pasta è gialla paglierina e la struttura granulosa con frattura a scaglia e occhiatura minuta. Aroma e gusto sono davvero caratteristici. È un formaggio saporito ma non piccante anche a stagionatura avanzata (30-32 mesi): come il ParmigianoReggiano di un tempo.

Caciocavallo di bufala È prodotto con solo latte di bufala in piccoli lotti, con la tecnologia tradizionale dei pastori del Matese. Si aggiunge al latte crudo una quantità minima di siero fermento e caglio di capretto. La rottura, perché sia finissima, avviene con lo spino poco dopo il tempo di presa. Con il siero risultante dalla lavorazione delle ricotte si riscalda il coagulo continuando l’azione con lo spino. Perché tutto fermenti con lentezza la pasta viene asciugata e pressata fortemente. La filatura e la formatura sono fatte a mano a 70° C. L’evoluzione del grasso di bufala durante l’invecchiamento determina un gusto particolare e una pastosità consistente anche con tempi di stagionatura lunghi.

MARMELLATE & MIELE Gocce di bufala Sono il risultato di una lentissima cagliata acida avviata subito dopo la mungitura, senza riscaldamento del latte. Il produttore ne è giustamente orgoglioso perché dimostrano tutta la nobiltà del latte di bufala che permette di spaziare in tutte le tecnologie e non solo, come si è ritenuto per molti anni, nella produzione di formaggi a pasta filata (vedi mozzarella). Il loro sapore è acidulo, variabile al variare delle pasture degli animali, così come i retrogusti, ma il gusto muschiato dei boschi molisani è quello predominante. Sono confezionate in barattoli sott’olio da 150 g e sono l’ideale da spalmare sul pane o per preparare golosi crostini fantasia.

Caprini stagionati al pepe verde I formaggi caprini, freschi e non, dell’azienda Santa Margherita sono ormai da anni uno dei fiori all’occhiello del nostro negozio di Pienza ma, date le loro caratteristiche di fragilità non si prestano ad essere spediti. Dopo prove e riprove durate a lungo ne è stato messo a punto un esemplare stagionato, insaporito al pepe verde, che ora è entrato in produzione e che abbiamo il piacere di presentarvi, quasi come una primizia. Prodotti da latte munto a mano e non pastorizzato, lavorati a mano senza aggiunta di conservanti o stabilizzanti sono tra gli ultimi esempi di formaggio veramente artigiano ed hanno caratteristiche di alta digeribilità per via del contenuto di grasso del latte di capra molto più basso di quello delle bufale, delle pecore e delle mucche. Si sposeranno molto bene con un vino muffato come il Calcaia o il Graves Superieur.

Confetture biologiche di frutti di bosco La passione per la propria terra, l'amore per la natura ed il rispetto delle tradizioni contraddistinguono la produzione di questa cooperativa della Garfagnana che produce per noi una serie di confetture: more, mirtilli, ribes, fragole, lamponi, frutti di bosco. Le confetture utilizzano solo frutta fresca coltivata dagli associati o raccolta nei boschi allo stato spontaneo, con aggiunta di zucchero di canna; la cottura a vapore, senza additivi, ne garantisce la genuinità e l'alta concentrazione.

Marmellate di agrumi Aristocratiche, non facili e quindi adatte ai palati più esperti e raffinati. C’è quella di Arance amare in cui l’amaro dell’antico melangolo vince sul dolce con risultati strepitosi e unici per ricchezza di sfumature. Da un’antica ricetta siciliana nasce invece quella di Limoni, irresistibile nel profumo e dal sapore pieno di carattere. Completa la serie la raffinata marmellata di Mandarini, quella inedita al Cedro e una golosissima, dal gusto davvero speciale, a base di Arance e Limoni.

Crema di marroni

Il miele

I marroni sono il frutto più “pulito” offerto dal mercato e uno dei pochi non trattato con anticrittogamici o concimi chimici. Ma non basterebbero queste caratteristiche a fare di questa cremosa delizia un capolavoro. C’è anche l’antica ricetta seguita nella preparazione e la qualità della materia prima, naturalmente! Una delizia che vi terrà compagnia nei momenti della golosità solitaria, quando ci si abbandona alla voluttà del dolce più morbido come nelle braccia più amorose, ma vi qualificherà presso l’ospite più raffinato, servita per esempio con la panna montata e le Cialde di Montecatini.

Dolcifica nel modo più naturale e contiene principi attivi e attivanti preziosi per la salute. Ma è anche delizioso: non c’è prima colazione completa e raffinata che non ne richieda almeno un tipo. Abituare i bambini a consumare miele è tutta salute! Ecco una selezione di mieli scelti fra i migliori delle varie regioni d’Italia.

Cotognata artigiana

Miele millefiori - prodotto dalle api sulle fioriture che si avvicendano nel corso delle stagioni. Miele di acacia - l’unico che non cristallizza - ha gusto delicato e non stucchevole. Miele di limoni - ha l’aroma intenso dei fiori, cristallizzazione lenta, sapore gradevole.

Sì, proprio quella di una volta, finalmente ritrovata! Potete riscoprire il sapore dell’infanzia, anche solo l’idea di un’età remota e felice, addentando marmellata soda, classica, che si ottiene cuocendo a lungo la polpa delle mele cotogne con lo zucchero. Tagliata a cubetti, compatta e squisita, si conserva a lungo. La prepara per il Club un piccolo laboratorio pugliese che fa ancora le cose con tutto l’amore e la cura dovute. Il risultato è di rara perfezione.

Miele di eucalipto - è tra i più apprezzati per lo splendido aroma e perché combatte il raffreddore.

Confetture a basso contenuto calorico

Miele di erica - ha colore da ambrato chiaro a rosso scuro e sapore piacevolmente pungente. È ricco di sali minerali e vanta preziose proprietà antiuricemiche.

Per chi non sa rinunciare a una prima colazione gratificante o a chiudere il pasto con un cucchiaino dolce, ecco una serie di confetture con aggiunta di solo fruttosio che, senza farvi rinunciare ai sapori della frutta, consentiranno di ridurre l’apporto calorico fino al 30%: Arance, Lamponi, Mirtilli, Fragole, Pesche e Albicocche.

Miele di castagno - colore scuro, profumo penetrante, sapore amarognolo; è ricchissimo di polline prezioso e nutriente. Miele di fiori di bosco - ricco di principi attivi con un inedito retrogusto amarognolo e sentori di resina solo accennati. Dolcificante profumatissimo, è ideale sul pane e ottimo sul pecorino.

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IL CIOCCOLATO: TENTAZIONE IRRESISTIBILE Ormai quella del cioccolato è una passione così diffusa che nessuno sembra poter più fare a meno del meraviglioso alimento. Sarà anche cibo degli dèi, come si diceva già nell’antichità, ma è soprattutto cibo degli umani. Il miglior cibo possibile, si può aggiungere. E soprattutto quando le feste di fine anno si avvicinano, farsene una scorta è un imperativo categorico. Non solo per allietare momenti intimi di golosità, ma anche per offrire, donare, condividere. I sublimi piaceri del gusto si sommano a quelli estetici di confezioni a sorpresa, forme e aromi dispiegano le loro varietà come in un arazzo prezioso. E persino le scritte e i colori delle scatole sembrano anticipare il piacere del fruscio degli incarti, l’emozione del profumo che sale al naso mentre la mano si prepara a cogliere quei concentrati di squisitezza... Ah, maghi del packaging... ma soprattutto maghi dell’arte del cioccolato, a voi il nostro plauso per rendere piene queste pagine delle vostre meravigliose diavolerie.

Gobino

Il torinese Gobino è una delle glorie della capitale del cioccolato, perchè a Torino si produceva fin dal 1660 e qui vennero a studiare la profumata alchimia della materia gli Svizzeri. L’azienda ha quasi sessant’anni e un grande rispetto della sua storia, pur nell’evoluzione continua. Due le superbe creazioni di Guido Gobino, da noi scelte col cuore e i sensi ben aperti. Ai fanatici dell’ amaro dedichiamo Amarissimi, un mix di cru del Ghana e dell’ Ecuador arricchito da granella di Arriba, che dà un sentore particolare, e i sublimi Tourinot Maximo vertici del giandujotto, prodotti con la tecnica dell’estrusione, in minuscolo formato. Esaltanti anche per le confezioni, sono premio, regalo, pura gioia in scatola. Il Tourinot Maximo è una creazione speciale, che celebra la tradizione più antica, quando il gianduja si faceva senza latte. Ovviamente, è cosa per intenditori, che potranno dire: “io lo conosco”. C’è anche una confezione ad assortimento misto L’arte di Guido Gobino, che agli Amarissimi e ai Tourinot abbina anche degli straordinari Cremini. In un sol colpo, il meglio di questo grande cioccolatiere.

Catinari

Rigorosamente in ordine alfabetico, ecco, firmata Catinari, una serie di delizie che ben rappresentano la genialità di un maestro, il primo che ha portato la Toscana ai vertici della produzione italica, in quello che è stato definito “secondo Rinascimento”, del cioccolato appunto, esploso negli anni settanta del secolo scorso. Il Nocciolato è una ruota di finissimo gianduja nella quale sono racchiuse nocciole delle Langhe a lenta tostatura: dedicato a chi ama sentire il crocchiare nelle orecchie mentre i denti sono in gioco e il palato si inonda di dolcezza. Divina sensazione. Ma c’è chi preferisce il tutto morbido ed ecco i Panetti di Gianduja, per i quali sembrano perfette le parole del poeta “ e il naufragar m’è dolce in questo mare...” (non suoni irrispettoso verso Leopardi, gran goloso). Eccezionale, il Panetto di Sao Tomè all’82% con il Forastero amelonado di Claudio Corallo. Solo i veri intenditori intendono queste informazioni, ma proprio a loro è riservato questo gioiello senza paragoni.

Maglio

Viene dal Sud, e precisamente dalla pasticceria Maglio di Maglie, lo splendido, originale astuccio in legno di Delicatezze, un assortimento di delizie : caffè, ciliegie, nocciole, mandorle, croccantini...tutti avvolti in una ineffabile crema alle mandorle e rivestiti di un cioccolato fondente, che unisce i mitici Criollo e Forastero. Qualità superlativa anche per il Cremino Papuasia con mandorle e nocciole pralinate, prediletto da chi cerca la dolcezza, ma così originale da aver persuaso anche i meno convinti fautori del cioccolato al latte. Un successo meritatissimo per una qualità e un’abilità di esecuzione magistrali, che meritano i vostri ordini copiosi. E non perdetevi le Tavolette, al latte, bitter, extrabitter, che sono quanto di meglio offra il mercato per rapporto qualità/prezzo.

Cogno Dalla Toscana al Piemonte, dove Cogno presenta i suoi magistrali Lamorresi al Barolo. Come dice il nome vengono da La Morra, luogo mitico per i gourmet. Nell’involucro di cioccolato un cuore di nocciole delle Langhe, cacao finissimo e Barolo delle Brunate, leggendario crû di questo vino eccelso. Cioccolatini classici, vera bandiera del Club delle fattorie, non possono mancare nel nostro e nel vostro Natale, a dargli più valore. 28

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Pistocchi

Marano

Dal profumato mondo degli agrumi più classici, simbolo del Mediterraneo e del Sud più solare, tre prodotti immancabili nelle feste, che sposano l’antica tecnica della canditura e l’arte del cioccolato. Vengono dalla Calabria e sono firmate da un grande specialista, Marano, le confezioni di Scorze di Arancia, Filetti di Cedro, Spicchi di Mandarino. Cotti lungamente nello zucchero sono poi tuffati nel fondente con un risultato sublime fra dolce e amaro. Stessa sorte per i Fichi secchi, prima farciti alla mandorla e poi chiusi in un guscio di cioccolato. La frutta ringrazia.

Pistocchi è il nome di una torta e viene da quello del suo creatore. Un unico prodotto, che basta a dargli un posto di rilievo nell’empireo del cioccolato. La Torta Pistocchi non può mancare, ormai nel nostro catalogo, perché sia a Pasqua sia a Natale o nelle feste comandate serve a rallegrare col suo cupo splendore la fine gloriosa dei pranzi di famiglia o quelli con gli ospiti più importanti. Morbida e cremosa, è a base di solo cioccolato fondente, cacao amaro in polvere e pochissima crema di latte. Incredibile! Ma, preparata tutta a mano e messa sottovuoto per non disperderne aromi e fragranza, può essere conservata in frigorifero anche 4 mesi senza perdere il suo appeal. Al momento di servirla, basta toglierla dal freddo, spolverarla col suo cacao e lasciarla a temperatura ambiente una trentina di minuti per averla perfetta. I grandiosi potranno guarnirla con ciuffi di panna non zuccherata, i raffinati servirla con una composta di cedro o una crema alle mandorle ... Ma non mettiamo limiti alla delizia. Una Torta, coi suoi 250 grammi, può far felici fino a 6 persone, Meglio di meno, per godere di più.

Slitti

Slitti è, fra gli artisti del cacao, il numero uno assoluto per i dragées. Lo hanno confermato più volte i premi conquistati in gare e tornei internazionali, quando il talento ha modo di mostrarsi e soprattutto confrontarsi in diretta. Specializzazione delicata, che gli intenditori sanno apprezzare nel profondo, e che brilla nei Grani di Caffè Arabica ricoperti di fondente, nelle confezioni miste di Dragées, con nocciole e mandorle e nello strepitoso Zenzero candito rivestito di cioccolato, proprio da non perdere. Ma il maestro pistoiese, ha altre frecce al suo arco: la Tortina di cioccolato fondente tempestata di mandorle e le superbe Praline, cioccolatini ripieni assortiti, vera summa di sapori, di aromi, di combinazioni. E poi, dedicate ai cultori della geografia al cacao, sempre numerosi, le Tavolette al peperoncino. Per gli amanti del cucchiaio, la Riccosa, crema gianduja in vasetto, a base di nocciole e cioccolato al latte, da spalmare o da prelevare direttamente, anche col dito, per un contatto senza schermi con l’aurea, voluttuosa materia. Gianera è la versione con nocciole e cioccolato fondente. Il confronto è aperto per la palma del meglio.

Il Croccante di Mamma Andrea È speciale perché molto più digeribile degli altri croccanti in commercio: non è avvolto nello zucchero caramellato. La frutta secca - tutta biologica - è tostata e unita con miele e zucchero. Ha anche una bella forma tonda e, al centro, ha un bel frutto di pasta reale.

Masoni

Masoni è un pasticciere di Colle Val d’Elsa, non lontano dalla nostra sede, che fa una Torta Lucia degna dei massimi cioccolatofili, quelli che cercano sempre nuove interpretazioni del divino elemento per farne una collezione di palato, per arricchire continuamente le esperienze dei sensi. Simile alla cassata fiorentina, dolce classico, questa delizia che canta in bocca presenta tre strati di wafer farciti con gianduja e ricoperti di una crosta di cioccolato fondente.

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Venchi Chiude la rassegna l’antica e sempre superba azienda piemontese Venchi, con il la creazione più sorprendente dell’anno, il Chocaviar, pensata anche per quei regali che devono dire tante cose a chi ha già tutto e forse non apprezza più niente. In questo gioco della fantasia e della qualità, in questo esercizio virtuosistico per il quale è “..il fin, la meraviglia”, come diceva il Poeta, si vorrebbe che gli dei ci rendessero tutti naso e papille gustative, per poter godere di ogni singola pallina, di ogni perla scura e lucente, proprio come per il vero caviale. Anche la scatola, come il contenuto, è un trompe l’oeil incredibile e la percentuale del 95% di cacao ne fa un’esperienza dell’occhio e del gusto del tutto eccezionale. Si mangia col cucchiaino. E per qualche minuto non si desidera più niente. 31


CLUB delle FATTORIE

DOLCI & DOLCEZZE Torroni di Sicilia Regalano tutto il calore di Sicilia questi torroni morbidi e saporitissimi proposti in due versioni: uno con mandorle e uno con i pistacchi. Due fragranti specialità che si possono, a ragione, definire glorie gastronomiche della regione.

“Il Panettone” O è buonissimo o non è. Per noi è addirittura una droga che annualmente, per 3 o 4 mesi, ci procura una vera e propria dipendenza. Ma solo quello straordinario di Zamberletti, con tutti gli ingredienti in regola, nella giusta sequenza, compresi uvetta e canditi. La lievitazione e la cottura sono perfette: perché allora non lasciarsi tentare almeno una volta all’anno? Ma non usatelo solo per i regali, mangiatelo voi. Sentirete la differenza con quel che di meglio offre il mercato. Da prenotare.

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I biscotti della nonna Abbiamo scovato un’azienda artigianale che produce biscotti come quelli che si facevano 50 anni fa. C’è la serie dei Cantucci: tradizionali alla mandorla, quelli friabili con pinoli, uvetta e anice, e i Cantucci impastati col cacao e le nocciole al posto delle mandorle. E degli straordinari Cantucci al cacao con il 40% di cioccolato in pezzi. E poi Lune di Pienza alle mandorle e pistacchi, Sospiri con pasta di mandorle, le Delizie di Meri con mandorle, uova, burro e un velo di zucchero a coprire l’impasto sofficissimo, e infine le Sorprese di Luisa, sorta di baci di dama a base di nocciole tritate con marmellata di arance e un velo di cioccolata; questi ultimi 4 vanno a comporre la confezione Fattoria Casanova. Un suggerimento: provate una delle 2 versioni di cantucci al cacao in abbinata ad un mera-

viglioso Morello (sangiovese in cui sono state tenute in infusione delle visciole e delle spezie, secondo un’antica ricetta marchigiana) ed ecco pronta una straordinaria variante della celeberrima accoppiata toscana cantucci e vinsanto!

LE SPECIALITÀ SENESI Ricciarelli

Panforte & Panpepato

Sbucciate le mandorle dolci aggiungete un 5% di mandorle amare, impastate con zucchero semolato e vanigliato, unendo chiare d’uovo montate a neve. Versate il contenuto su una spianatoia spolverizzata con un po’ di zucchero e formate piccoli rombi da appoggiare sulle ostie e fate riposare per 12 ore. Fateli cuocere in forno a calore moderato finché non avranno preso un colore dorato; serviteli freddi cosparsi di zucchero a velo. Detto così sembra facile. Se volete provateci voi, ma non comprate quelli che trovate normalmente in commercio: sarebbe una cocente delusione!

Dimenticate il solito panforte dalla consistenza dura e secca. Questo è suadente, fragrante, pieno di suggestioni. Perché il dolce si sposa con lo speziato, il tenero col corposo e gli ingredienti si amalgamano con perfetta arte del dosaggio. Per chi non ama i canditi c’è anche un “panforte” con solo fichi e noci. E, per i più golosi, c’è anche uno straordinario Panpepato ricoperto di cioccolato fondente e impreziosito da una delicatissima speziatura al pepe rosa.


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edizione ottobre 2008

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