Adinews: Agenzia Adiconsum - anno XXI - n. 3 - 23 gennaio 2009

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Coordinato da Valeria Lai

Agenzia Adiconsum - anno XXI - n. 3 - 23 gennaio 2009 Stampato in proprio in gennaio 2009

In questo numero:

TV digitale, avanti così Spedizione delle bollette a carico dell’utente? No, grazie

Telecomunicazioni

- TV digitale, avanti così

Prezzi e tariffe

- Spedizione delle bollette a carico dell’utente? No, grazie

Mutui

- Nuova riduzione dell’Euribor: sfruttiamola a vantaggio dei mutuatari

Privatizzazioni

- Reti idriche: l’Italia privatizza, la Francia fa marcia indietro

Energia

- Elettricità: al via le procedure per chiedere il “bonus sociale”

Supplemento Okkio a…

- La patente a punti

Test noi consumatori

periodico settimanale di informazione e studi su consumi, servizi, ambiente

Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del 9.06.88 – Iscriz. ROC n. 1887 Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma


Telecomunicazioni

TV digitale, avanti così Nasce “Tivù”, la televisione digitale come da anni la chiedevano i consumatori, ma…

I

l 20 e 21 gennaio si è svolta la 4ª conferenza sulla tv digitale e si è appreso che “Tivù” sarà realtà. Molto probabilmente, anche in Italia, la tv digitale rispetterà la neutralità tecnologica. Adiconsum ha speso in passato tantissime energie per ottenere il diritto di vedere le trasmissioni televisive in tecnica digitale su qualsiasi piattaforma. Forse, ora il tutto si concretizza. Con Tivù, infatti, tutti i canali presenti sul digitale terrestre (con esclusione per ora delle pay-tv), saranno visibili anche sullo stesso satellite dove trasmette SKY. Finalmente si potranno vedere tutti i programmi RAI con il satellite, senza correre il rischio di trovare lo schermo nero perché criptati. Il servizio pubblico potrà finalmente mantenere gli impegni presi con il contratto di servizio. C’è anche un ulteriore vantaggio: si potranno vedere tutti i canali che sono sul terrestre, come RAI4 e Iris. Tutto queste aperture verso le richieste dei consumatori sono frutto, anche, di una svolta che si è realizzata nel mondo della tv digitale che coincide con la nascita del Comitato Italia Digitale che prevede la rappresentanza dei consumatori. Si è passati, finalmente, dal contrasto al dialogo. Attualmente, grazie all’impegno dell’attuale esecutivo, il Consiglio Nazionale dei Consumatori e Utenti (CNCU) ha tre rappresentanti: due nel comitato, di cui uno coordinatore del gruppo di lavoro dedicato alla comunicazione ed assistenza utenti, e uno membro del gruppo dedicato a rilevamenti e dati. Il dialogo è cresciuto in questo ultimo anno, grazie anche alla creazione da parte della Confindustria (ANIE) di un panel sulla tv digitale che riunisce ogni mese tutti componenti della filiera. Nel 2009 tantissimi italiani (Trentino, Valle D’Aosta, Piemonte, Lazio, Campania) vedranno la chiusura del segnale analogico terrestre e dovranno utilizzare solo la tv digitale e, come accaduto in Sardegna, dovranno essere assistiti in questo passaggio. Per molti non sarà ovviamente facile, considerando anche il periodo di crisi economica, adattarsi alla nuova tecnologia. Si renderà, quindi, indispensabile il corretto intervento delle Istituzioni con il supporto delle associazioni consumatori. Si sta lavorando in molti su molti fronti per assistere al meglio il consumatore, facendo tesoro dell’esperienza fatta in Sardegna e cercando di mettere in campo tutti gli strumenti più idonei per rendere meno difficoltoso il passaggio al digitale.

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Certo, non è ancora tutto perfetto. Ci sono da chiarire dei “ma” che, con il dialogo, si spera troveranno soluzione. La comunicazione ai cittadini ancora non è perfetta, anche perché affidata troppo ai privati e quasi per niente alle Istituzioni. Proprio nell’ultima riunione di dicembre del Comitato Italia Digitale, il sottosegretario Paolo Romani è stato sollecitato ad adoperarsi per offrire ai cittadini (che oggi la ricevono solo da operatori ed emittenti) un’informazione istituzionale, corretta, completa e neutrale, che sia punto di riferimento per tutti. Ci si sta preoccupando anche molto delle fasce deboli, che devono essere sostenute in modo uguale in tutto il territorio, equilibrando le iniziative degli enti locali che potrebbero far nascere figli e figliastri e che ovviamente non ci piacciono. Il Diritto alla neutralità tecnologica sembra salvo grazie a “Tivù”, solo che non basta guardare solo al satellite dimenticando l’IPTV. Internet per tutti e banda larga sempre più diffusa, porteranno sempre più la tv sul doppino, e quindi diventa necessario che nessuno penalizzi la piattaforma IPTV, anche se ancora poco diffusa. “Tivù” porta con sé altre problematiche, legate all’accesso condizionato, che obbliga tutti coloro che vogliono usarla sul satellite di dotarsi di uno specifico decoder. Forse sarebbe ora di riparlare di “decoder unico”, legge lungimirante purtroppo velocemente abrogata a svantaggio, come sempre, dei consumatori. Sarebbe anche necessario rivedere la distribuzione della pubblicità in tv, visto che la tecnologia digitale permette l’esistenza delle Pay tv e l’ingresso di nuovi operatori. Perché alle pay tv, che incassano un salato abbonamento, è permesso anche trasmettere pubblicità, facendo pagare i cittadini due volte e impoverendo le tv gratuite? Altra problematica, da non sottovalutare, è che fino ad ora non si è a conoscenza di quanti soldi pubblici saranno destinati al passaggio al digitale. Tutti sappiamo quanto sia importante che lo Stato sia vicino al cittadino quando si decide di imporre un cambio tecnologico. La paura, però, è che si decida di far pagare al consumatore tutti i costi, e ciò non è possibile perché se è in crisi tutto il Paese lo è ancor di più il singolo. Ovviamente su questo Adiconsum vigilerà. Rimaniamo fiduciosi, comunque, perché il dialogo fino ad ora sta portando frutti. Siamo consapevoli che la televisione non può rimanere l’unico media analogico, ma siamo altrettanto convinti che la tv è l’industria col maggior reddito e che quindi cambiare tecnologia deve essere conveniente soprattutto al cittadino, che non deve sostenerne i costi. Mauro Vergari Test noi consumatori


Prezzi e tariffe

Spedizione delle bollette a carico dell’utente? No, grazie Adiconsum contro l’emendamento che intende caricare sui consumatori il costo dell’invio delle bollette.

I

l DPR 633/72 prevede espressamente che le spese relative all’emissione della fattura, nonché per la consegna o spedizione della stessa al destinatario non possano essere addebitate al consumatore, ma che debbano essere a carico di chi spedisce la fattura e ciò a prescindere dal tipo di bene o servizio oggetto della compravendita. Un emendamento presentato alla X Commissione del Senato dal sen. Antonio Paravia, prevede invece che il costo di spedizione possa essere caricato sul consumatore, purché indicato esplicitamente in bolletta. Adiconsum in una lettera inviata al presidente della Commissione Cesare Cursi e ai componenti della stessa chiede di respingere questo emendamento che andrebbe a premiare quelle imprese che oggi non rispettano la legge e ad aggravare le famiglie di circa 25 euro di costo annuo.

Mutui

Nuova riduzione dell’Euribor: sfruttiamola a vantaggio dei mutuatari Per non vanificare le riduzioni dei tassi di interesse Adiconsum propone di applicare il tasso massimo anche ai mutui a tasso fisso e di abbassare dal 4 al 3% il tetto su quelli a tasso variabile.

L’

abbassamento dei tassi di interesse, (v. il nuovo record al ribasso dell’Euribor) rende sostanzialmente inutile la previsione del Governo di fissare, per l’anno 2009, il massimo del 4%, quale tasso di interesse a carico del mutuatario con l’eventuale differenza in più a carico dello Stato.

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Ad avviso di Adiconsum due sono le possibili proposte per “sfruttare” a favore dei mutuatari, la positiva congiuntura dovuta alla riduzione dei tassi Euribor e Bce: 1. applicare un tasso massimo anche ai mutui a tasso fisso, attualmente esclusi dalla legge in discussione; 2. abbassare dal 4 al 3% il tetto massimo a carico del mutuatario per i mutui a tasso variabile. Le soluzioni prospettate avrebbero un costo contenuto a carico dello Stato e raggiungerebbero anche l’obiettivo che si è posto il Governo. Qualunque soluzione trovata sarà comunque vanificata nel caso prosegua la corsa al rialzo dello spread da parte delle banche, su cui, peraltro, Adiconsum ha già chiesto l’intervento della Banca d’Italia e del Ministero dell’Economia. Ad avviso di Adiconsum, è ormai improcrastinabile anche un intervento dell’Antitrust per verificare eventuali accordi di cartello fra le banche sullo spread.

Privatizzazioni

Reti idriche: l’Italia privatizza, la Francia fa marcia indietro I ritardi degli investimenti sulla rete si possono recuperare con un’Authority forte e non con il mero affidamento della gestione del servizio ai privati.

L

a legge 133 del 2008 fa obbligo ai Comuni italiani di mettere sul mercato la gestione delle reti idriche. Con questo provvedimento sia i partiti di destra che di sinistra del nostro Paese affidano alla gestione del privato la riqualificazione della rete idrica e gli investimenti per ammodernarla. In Francia, dove le reti idriche sono gestite dai privati, è invece in atto una decisa marcia indietro, a cominciare da Parigi che ha deciso di ritornare al servizio pubblico. Le ragioni, come viene precisato in una nota dell’Istituto nazionale del Consumo (istituzione pubblica), sono gli alti costi (l’acqua gestita dai privati costa un 30% in più rispetto a quella gestita dal pubblico) e la necessità quindi di ritornare a prezzi ragionevoli. Quella francese è senz’altro un’esperienza sulla quale riflettere. Nel nostro Paese è indispensabile recuperare i ritardi sugli investimenti, ma ciò non deve essere sinonimo di privatizzazione del servizio. Test noi consumatori


L’esperienza di alcune realtà che si sono già mosse in questo senso dimostra infatti che la privatizzazione porta al rincaro delle bollette, ma senza alcun miglioramento del servizio. Per questo, ad avviso di Adiconsum, è fondamentale in questo settore un’Authority forte in grado di stabilire standard di qualità, norme di trasparenza tariffaria e quanto peso deve avere in bolletta l’ammodernamento della rete. Occorrono regole e rispetto delle stesse per evitare che le famiglie vadano incontro a nuovi inutili salassi.

Energia

Elettricità: al via le procedure per chiedere il “bonus sociale” Estesa al 31 marzo la scadenza per richiedere il Bonus 2008 destinato alle famiglie a basso reddito. Il Bonus è cumulabile con altri interventi per le famiglie con disagio economico già previsti dal Governo.

I

moduli per presentare la richiesta del bonus sociale sono sono già stati pubblicati sui siti web dell’Autorità per l’energia (www.autorita.energia. it), dell’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (www.sgate.anci. it). L’Autorità ha anche messo a disposizione una serie di domande e risposte di chiarimento per richiedere l’agevolazione. Le richieste per il bonus dovranno essere presentate presso il proprio Comune di residenza. Il sistema entrerà a regime gradualmente e sarà pienamente operativo dal gennaio 2009 ma il godimento del “bonus” può essere retroattivo anche per tutto il 2008. In questo caso, le richieste ai comuni dovranno essere fatte entro il 31 marzo 2009. Il bonus è cumulabile con altri interventi per le famiglie con disagio economico già previsti dal governo. I singoli Comuni, rivolgendosi al Sistema di Gestione Agevolazioni Tariffe Energetiche (Sgate) potranno ottenere tutti i necessari chiarimenti e l’accesso alle procedure informatiche per immettere i dati raccolti e trasmetterli ai distributori di energia elettrica che provvederanno a erogare il bonus direttamente in bolletta. A tal fine, Ancitel ha predisposto un apposito servizio di assistenza. La modulistica e le principali novità Tutte le richieste dovranno essere trasmesse dai Comuni telematicamente, pertanto potranno essere presentate ed accolte nella misura in cui il proprio Comune abbia attivato il collegamento con il sistema informatico espressamente predisposto allo scopo. Per agevolare i cittadini nella presentazione delle richieste, sono stati predisposti 3 modelli ed uno schema fac-simile, tutti ottenibili dai siti web dell’Autorità e di Sgate: il modello A di richiesta per il bonus da disagio

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economico, il modello B per la richiesta di bonus per disagio fisico, il modello C di autocertificazione della necessità di utilizzo di apparecchiature salvavita. È stato predisposto anche un fac-simile di certificazione utile per le Asl. • Per effettuare la richiesta di bonus per il disagio economico, occorrerà presentare al proprio Comune: l’apposito modello A scaricabile dal sito; copia fotostatica dell’attestazione del valore Isee del proprio nucleo familiare1; copia fotostatica del documento di identità. • Per effettuare la richiesta di bonus per il disagio fisico, occorrerà presentare al proprio Comune: l’apposito modello B scaricabile dal sito; la certificazione Asl (la delibera dell’Autorità propone un fac-simile) oppure, in alternativa, il modulo di autocertificazione della necessità di utilizzo di apparecchiature salvavita; copia fotostatica del documento di identità. Il modulo di autocertificazione della necessità di utilizzo di apparecchiature salvavita è utilizzabile dai soli clienti che sono attualmente considerati non interrompibili ai fini del Piano di emergenza per la sicurezza del sistema elettrico (Pesse). Coloro che sono inclusi in questo elenco riceveranno l’apposita comunicazione da parte dei distributori che sono obbligati – entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della delibera dell’Autorità – a inviare una comunicazione attestante la non interrompibilità della fornitura a tutti i clienti finali domestici che al 30 novembre 2008 sono identificati come non interrompibili . Caratteristiche del “bonus sociale” Il nuovo regime di protezione sociale garantirà un risparmio del 20% circa sulle bollette dell’energia elettrica ai clienti domestici in condizioni di disagio economico, ossia a tutte le famiglie residenti presso il Comune che dispongono di un Isee il cui valore sia inferiore o uguale a 7.500 euro. Il valore del bonus sarà differenziato a seconda della numerosità del nucleo familiare (per l’anno 2008: sarà di 60 euro/anno per un nucleo familiare di 1-2 persone, 78 euro/anno per 3-4 persone, 135 euro/anno per un numero di persone superiore a 4). A regime, si stima che potranno usufruire della compensazione sociale circa 5 milioni di clienti disagiati, ai quali saranno assegnati, nel complesso circa 350 milioni di euro l’anno. A beneficiare del “Bonus” saranno anche tutti i clienti presso i quali vive un soggetto costretto ad utilizzare apparecchiature elettromedicali necessarie per il mantenimento in vita. In questo caso il bonus 2008 è di 150 euro all’anno. I due bonus, per disagio economico e fisico, sono cumulabili. (Fonte: Autorità per L’Energia elettrica e il Gas) I cittadini che vogliono ottenere l’attestazione del valore Isee devono: • redigere una dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), sulla base di un modulo facsimile reperibile presso i Comuni, i Caf convenzionati ovvero presso le sedi dell’Inps, contenente informazioni sul proprio nucleo familiare, sui redditi e sul patrimonio di tale nucleo; • presentare tale dichiarazione ai Comuni, ai Centri di Assistenza Fiscale (Caf), oppure alle Sedi ed Agenzie Inps presenti sul territorio; Una volta presentata la dichiarazione, il cittadino riceverà, da parte dei soggetti che hanno ricevuto la dichiarazione sostitutiva (quindi Comuni, Caf e Inps) un’attestazione provvisoria, contenente le informazioni della dichiarazione sostitutiva, gli elementi necessari per il calcolo dell’Isee, nonché l’indicazione del valore Isee. Maggiori informazioni sull’Isee sono reperibili all’indirizzo Internet: https://servizi.inps.it/servizi/isee/default.htm 1

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