LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI IN VACANZA

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Alimentazione in vacanza

Cosa fare se ci si ammala

Per saperne di più Prima di intraprendere un viaggio è opportuno informarsi in merito alle eventuali vaccinazioni obbligatorie o consigliate. A tale scopo si possono consultare il sito del Ministero degli Affari Esteri www.viaggiaresicuri.it, dove sono presenti le schede con la “situazione sanitaria” di tutti i Paesi, e il sito del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali www.ministerosalute. it/malattieInfettive/malattieInfettive.jsp.

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OkkiO a… Test noi consumatori • Periodico settimanale di informazione e studi su consumi, servizi, ambiente • Anno XXI • Supplemento al n. 32 • 12 giugno 2009 Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L.46/2004) art.1, comma 2 - DCV Roma

• Chi avverte un malessere di qualsiasi genere (la sintomatologia è molto varia) dopo aver mangiato un cibo potenzialmente contaminato deve rivolgersi al medico segnalando la circostanza. È bene tener presente che tra l’ingestione del cibo e la comparsa dei sintomi possono passare poche ore, ma anche uno o due giorni. • Nei casi più gravi è necessario ricorrere alle indagini microbiologiche, per stabilire quale sia il microrganismo all’origine del disturbo e usare un trattamento specifico e più efficace. A tale scopo si consiglia – ove sia possibile – portare al medico anche un campione del cibo sospetto. • In caso di diarrea o vomito, i sintomi più comuni, si può andare incontro a una pericolosa disidratazione. È bene quindi portare con sé soluzioni reidratanti o comprarle sul posto (si presentano generalmente come polveri cui si deve aggiungere acqua bollita o trattata). Se però diarrea e vomito persistono, o compare sangue nelle feci, o si accusano febbre o crampi muscolari, è necessario contattare un medico.

…La sicurezza degli alimenti in vacanza

Scegliere il cibo con cautela, soprattutto se si visitano Paesi in via di sviluppo Adiconsum, dalla parte del consumatore.


Il rischio di tossinfezioni alimentari Un viaggiatore su tre si ammala a causa dell’acqua e del cibo, ma la probabilità di tossinfezioni alimentari sale fino all’80% in caso di soggiorni prolungati in zone ad alto rischio dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina. Si tratta di disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali, diarrea e talora febbre) causati da alimenti contaminati da microrganismi o da sostanze tossiche da essi prodotte. Quasi sempre la contaminazione si verifica perché in qualche punto dei procedimenti di lavorazione degli alimenti si trascurano le norme igieniche fondamentali. La maggior parte dei microrganismi responsabili delle tossinfezioni, infatti, è sempre presente nell’ambiente, sugli animali, e anche sulla pelle delle persone addette alla preparazione del cibo. Gli stafilococchi, per esempio, si trovano sulla pelle e sulle mucose di circa un terzo della popolazione, e alcuni loro ceppi producono tossine resistenti al calore. Tuttavia molte delle malattie trasmesse dall’acqua o dal cibo possono essere prevenute grazie all’adozione di alcune semplici misure precauzionali.

Perché i viaggiatori si ammalano? L’acqua o il cibo contaminato possono causare una serie di malattie che vanno da patologie transitorie con sintomi lievi (es. vomito, diarrea) a patologie croniche più gravi (es. colera, tifo, epatite A). Chi visita i paesi tropicali e subtropicali inoltre può contrarre anche parassiti intestinali quali i vermi. Andando all’estero ci si espone a cambiamenti repentini che mettono a dura prova le proprie difese immunitarie. Spesso si dorme di meno, e si subisce lo stress dovuto al cambiamento delle proprie abitudini alimentari e dell’ambiente. Ci si trova esposti a germi con cui l’organismo non è mai venuto a contatto – e verso i quali, dunque, non si è mai immunizzato – e le minacce per la salute possono aumentare nel caso di climi caldi o di scarse condizioni igieniche che favoriscono la crescita e la diffusione di microrganismi pericolosi.

Sono gravi le tossinfezioni? Le tossinfezioni che colpiscono l’intestino si presentano generalmente con sintomi modesti, e tendono a risolversi da sole; possono diventare gravi nelle persone più deboli (convalescenti, bambini, anziani, immunodepressi). Tra le tossinfezioni più gravi – che, di solito, non danno sintomi intestinali (diarrea, dolori addominali, ecc.) – ricordiamo: • Intossicazione da Clostridium botulinum. Fortunatamente molto rara, causa debolezza e perdita della coordinazione muscolare, diplopia (visione doppia) e, nei casi mortali, paralisi dei muscoli respiratori. • Listeriorsi. Provocata dalla Listeria monocytogenes, è trasmessa da prodotti caseari, vegetali e carni rosse e provoca nell’adulto una forma simile all’influenza, particolarmente grave nei soggetti più deboli. • Brucellosi. Dovuta ai batteri del genere Brucella, è trasmessa dal latte e dai latticini preparati con latte non pastorizzato. Si manifesta con febbre, stanchezza, sudorazione eccessiva, dolori articolari. Dopo la guarigione, si possono avere ricadute.

Cosa fare per ridurre i rischi? L’abitudine sempre più diffusa ad effettuare vacanze esotiche o viaggi di lavoro in Paesi in cui le norme igieniche non sono sempre garantite, rende particolarmente frequente quell’infezione che comunemente viene definita diarrea del viaggiatore. Se si intende viaggiare in zone ad alto rischio, l’assunzione di antibiotici o di altri farmaci a scopo preventivo può essere efficace contro alcune forme di questo disturbo. Prodotti contenenti probiotici (“batteri buoni”) possono rappresentare un approccio più lieve sebbene la loro efficacia nei confronti della diarrea del viaggiatore debba essere ancora provata. Si può anche “preparare” il proprio sistema immunitario al viaggio dormendo bene e mangiando in modo salutare prima della partenza. Quando si è in viaggio bisogna tenere a mente che la contaminazione avviene principalmente attraverso l’acqua inquinata o maneggiando i cibi. Quindi l’osservanza delle comuni regole igieniche, come lavarsi le mani prima di mangiare (con acqua bollita o potabile), è sempre un valido ed efficacie strumento di prevenzione. Si consiglia inoltre di seguire i suggerimenti di sicurezza alimentare che seguono.

Consigli di sicurezza alimentare 1. Bere acqua preferibilmente gassata da contenitori sigillati (nel dubbio, trattarla con un filtro riutilizzabile o con un disinfettante come lo iodio). 2. Evitare il ghiaccio nei drinks e assicurarsi che l’acqua utilizzata per lavare frutta e verdura e lavarsi i denti sia potabile. 3. Non comprare cibo da venditori ambulanti o in esercizi con precarie condizioni igieniche. 4. Bollire il latte non pastorizzato. 5. Mangiare cibi ben cotti (niente cotture “al sangue” o “al dente”); sincerarsi inoltre che i cibi non siano stati lasciati a lungo a temperatura ambiente. 6. Pelare la frutta e la verdura ed evitare la frutta con la buccia non integra. 7. Evitare le insalate se non si è certi della potabilità delle acque con cui sono state lavate. 8. Evitare i cibi che possono essere stati esposti agli insetti. 9. Evitare i molluschi crudi e le pietanze contenenti uova, pollame o carne crudi o parzialmente cotti. 10. Evitare pesce e molluschi nei Paesi in cui questi possono essere inquinati da biotossine.


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