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incontri

Blondi

storia di un lusso che dura dal 1897 A tu per tu con Piero, depositario di un sapere lungo sei generazioni

C

i sono mestieri che si tramandano per convenienza o per necessità. E ci sono quelli che invece si tramandano per il gusto di una passione vera che lega tutta la famiglia. È così per Blondi, la gioielleria di via Emilia Centro a Modena,

arrivata alla sesta generazione. Di padre in figlio, sempre con la stessa passione per l’oreficeria e i gioielli di qualità. Oggi il depositario ultimo di questo sapere è Piero Blondi, che ha traghettato l’attività artigianale verso il commercio.

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a cura di Sara Zuccoli

E del commercio in centro storico a Modena oggi è l’anima, l’ispiratore, la coscienza e la spinta. «L’attività della gioielleria è cominciata nel 1897 – spiega

Blondi-; a farla partire fu un mio avo, visto che oggi siamo alla sesta generazione. Io sono subentrato da piccolissimo, appena ho potuto. Diciamo che è da 50 anni che faccio questo mestiere». Dall’artigianato al commercio, il lavoro di un gioielliere negli anni si è radicalmente modificato. «Bisogna adattarsi ai tempi – aggiunge Blondi, sempre attivo in

azienda -; la filosofia di oggi, dopo decenni di espansione del mercato del lusso, è quella di portare avanti quanto ottenuto fino a questo momento. Certo, i tempi non sono i migliori, ma non bisogna dimenticare che il settore del lusso dà lavoro a centinaia di persone». Blondi, con la sua sede storica in via Emilia Centro, è un’icona del commercio, dello stile e della produttività tutta modenese. E da gran conoscitore del commercio quale è, Blondi da tempo

“E’ l’anima,

sprona negozianti

l’ispiratore, la coscienza e la spinta del commercio in centro storico

e amministrazione verso più

un’attività condivisa

e

un uso più consapevole del centro stesso. «Modena non è migliorata, commercialmente parlando,

come

hanno saputo fare

altre città come ad esempio Reggio Emilia. Ma Modena resta una terra di enormi eccellenze, distribuite anche in provincia e non solo sul territorio del capoluogo. Abbiamo un eccellente settore meccanico e uno straordinario sistema ceramico; e restiamo, in tempi di crisi, grandi esportatori». E sul commercio in città, ecco che cosa bisognerebbe cambiare. «Oggi restare in centro è una necessità – chiude Piero Blondi-. Di certo quello che non si è fatto in tempi in cui c’erano le risorse, e penso ad adeguate iniziative di sostegno al commercio, non si può fare adesso. A Modena resta protagonista un oggettivo problema di accessibilità in centro storico, non solo dal punto di vista dei parcheggi ma anche delle automobili e dei mezzi pubblici, e questo innegabilmente penalizza l’attrattività. Altrove questi problemi sono stati risolti espandendo lo spazio utilizzabile nel sottosuolo, con ampi parcheggi sotterranei e gallerie».

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