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Il Sassuolo vola nell’Olimpo calcistico Dopo la promozione in serie A, probabile il trasloco a Reggio
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na cavalcata lunga 42 giornate, o se preferite, 9 anni, da quando cioè è iniziata l’era Mapei a Sassuolo. Un traguardo impensabile per una cittadina della provincia emiliana, che ora si gode un posto in prima fila nel calcio che conta, in compagnia di Juve, Milan e Inter. Il Sassuolo è in serie A e, ovviamente, all’ombra del Campanone è esplosa una passione calcistica inedita per quelle latitudini. L’atto finale di una stagione strepitosa ha messo alla prova le coronarie dei quindicimila del Braglia: contro il Livorno, in un’autentica finale per la serie A, il Sassuolo ha difeso con i denti, prima in 10 contro 11, poi in 9 contro 10, lo 0-0 che avrebbe garantito la promozione matematica. Inutile l’assedio dei toscani, incapaci di sfondare la resistenza, a tratti epica, dei neroverdi, guidati da un commovente capitan Magnanelli. Pubblico col fiato sospeso per 95 minuti, poi, sui titoli di coda, il delirio, quando Missiroli, in contropiede, ha regalato, proprio sotto la Montagnani, il gol dell’1-0, che ha chiuso definitivamente i conti e ha dato il via alla festa, cominciata in campo, con l’immancabile invasione dei tifosi, e proseguita poi in Piazza Piccola, nel cuore del centro storico sassolese. Lì i supporters neroverdi hanno celebrato una squadra capace, caso unico, di restare in testa dalla prima all’ultima giornata in un campionato logorante come la serie B a
21 squadre. 42 giornate in fuga, col rischio dell’atroce beffa finale, visto che il Sassuolo, prima dello spareggio col Livorno, aveva sprecato ben tre match-point promozione contro Modena, Padova e Lanciano. Il “braccino del tennista”, la classica paura di vincere, è stata sconfitta proprio all’ultimo ostacolo, grazie ad un Sassuolo meno bello del solito ma mai così cattivo. Ora, dopo i legittimi festeggiamenti del caso e dopo il rompete le righe, per il presidente Rossi e per il direttore generale Bonato è già tempo di programmare la prossima stagione. Che ripartirà da alcune certezze: la prima, la conferma di mister Di Francesco, che ha già annunciato di voler restare per guidare il Sassuolo nella sua prima, storica stagione in serie A. Il mister potrà contare sui pilastri della promozione: da capitan Magnanelli al difensore Terranova, dal talento cristallino di Berardi alla classe di Simone Missiroli. I pezzi pregiati, insomma, resteranno a Sassuolo e costituiranno l’ossatura della squadra che dovrà conquistarsi una difficile salvezza. L’unica incognita riguarda lo stadio in cui i neroverdi disputeranno la prossima stagione. I rapporti col Modena e con i tifosi gialloblù sono sempre più tesi e Squinzi sogna di acquistare il Città del Tricolore di Reggio per farne il Mapei Stadium. Il trasloco oltre Secchia, quindi, è sempre più probabile.
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