GUIDA PAESI 2022

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Official Partner 2022:

Per la prima volta nel 2022 abbiamo pensato di realizzare una Guida Paesi aggregata che coinvolga tutte e undici le Rappresentanze Internazionali di Confindustria Est Europa: Albania, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia e Ucraina così da avere un punto di riferimento affidabile e complessivo per inquadrare le caratteristiche e le opportunità dei diversi Paesi, e poter valutare quali di essi siano maggiormente vantaggiosi per l’investimento nei singoli settori d’interesse.

Prefazione

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L’autorevolezza di questo prodotto è testimoniata anche dai contributi dei diversi Ambasciatori italiani nei Paesi, dagli interventi dei nostri Presidenti di Associazione, nonché dagli approfondimenti tematici sul contesto politico, sull’economia e mercati delle varie nazioni di nostra competenza.

Il Progetto della Guida Paese, avviato diversi anni fa da parte di alcune Rappresentanze Internazionali aderenti a Confindustria Est Europa è uno strumento informativo utile e di facile consultazione, rivelatosi essenziale e prezioso per chiunque sia interessato ad internazionalizzare nei Paesi dell’Europa orientale o interagisca economicamente con essi.

anche che questa Guida Paesi sia un incentivo al non arrendersi, perché come diceva Jim Morrison: “quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio”.

Come diceva Thomas Edison: “La nostra più grande debolezza sta nel rinunciare. Il modo più sicuro per riuscire è sempre provarci ancora una volta.” Allora ecco che l’internazionalizzazione e l’investimento in Est Europa rappresentano un’importante occasione di sviluppo sia per il presente che per l’avvenire anche nel quadro del processo del nearshoring. È importante, infatti, cogliere nelle criticità determinate dalla pandemia, le opportunità offerte da territori così vicini ai nostriL’augurioconfini.è

Questo progetto editoriale, disponibile in formato cartaceo e digitale, e pubblicato in un periodo complesso per l’intero pianeta, rappresenta concretamente un supporto per accompagnare chi voglia ripartire aprendosi a nuovi mercati e simbolicamente dunque uno strumento di rinascita e fiducia verso il futuro.

Maria Luisa Meroni Presidente di Confindustria Est Europa

Buona lettura!

Peraltro, l’importanza degli 11 Paesi in cui siamo presenti -che contano un totale di circa 133 milioni di abitantisi può comprendere da un’analisi dei dati relativi ai loro scambi commerciali con l’Italia che dimostrano una forte interdipendenza economica. Proprio in Europa orientale, gli investimenti diretti esteri hanno svolto un ruolo importante contribuendo all'integrazione economica internazionale.

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In particolare, vogliamo essere un partner di riferimento per coprire tutte le esigenze di corporate banking, servizi transazionali, finanza strutturata, mercati dei capitali e prodotti di investimento, facendo leva sulla nostra radicata territorialità coniugata a una vocazione globale.

Siamo pronti ad affiancare tutti i clienti per aiutarli a sprigionare tutto il loro potenziale.

Remo Taricani Deputy Head of Italy – UniCreditunicreditgroup.eu

Per l’Italia, in particolare, quest’area è un importante mercato di sbocco. Molte sono infatti le imprese italiane che guardano all’Est Europa per i loro investimenti, che spesso abbiamo avuto l’onore di accompagnare in prima linea in tutto il loro percorso di internazionalizzazione grazie alla nostra rete capillare, alle nostre fabbriche prodotto e all’eccellenza della nostra struttura Corporate & Individual Solutions, in grado di offrire soluzioni sofisticate alle aziende di tutte le dimensioni.

Come UniCredit siamo orgogliosi di partecipare al progetto di questa guida accanto a un nostro partner di lunga data come Confindustria. Siamo certi che questa pubblicazione sia un valido aiuto alle nostre imprese, poiché aggrega informazioni e suggerimenti sui diversi Paesi dell’Est Europa, permettendo di orientarsi in un’area caratterizzata da importanti tassi di crescita e di accedervi con maggior consapevolezza.

UniCredit è presente da tempo in questa regione che continua a rivelarsi un motore trainante dello sviluppo economico e che ho avuto l’occasione di vivere da vicino negli ultimi anni.

Nel 2017, considerata l’estensione della tendenza all’associazionismo imprenditoriale nei Paesi dell’Est Europa, Confindustria Balcani, con l’obiettivo di essere inclusiva di tutte le realtà, assunse la denominazione maggiormente neutrale di Confindustria Est Europa, che oggi comprende undici Rappresentanze Internazionali.

Confindustria Balcani, la cui prima Assemblea Generale si tenne proprio nella capitale bulgara il 13 ottobre di quell’anno, nacque con l’obiettivo di offrire all’ imprenditoria italiana un approccio nuovo e transnazionale nella Regione.

LA NOSTRA STORIA

I rappresentanti delle Associazioni Internazionali allora attive nei Paesi dell’Europa orientale realizzarono il progetto federativo partendo dall’assunto che molte fossero le caratteristiche sociali, economiche, culturali e sistemiche caratterizzanti i Paesi dell’area, rendendoli interdipendenti e strettamente collegati.

Le Associazioni che diedero vita a Confindustria Balcani furono: Confindustria Bulgaria, Unimpresa Romania, Aiim (Associazione Imprenditori Italo-Macedoni), Aiioa (Camera di Commercio Italiana in Albania), Sistema (Associazione Italo-Serba), Confindustria Bosnia Erzegovina, Comitato Consultivo per l’imprenditoria italiana in Croazia.

L’inizio della storia di Confindustria Est Europa si colloca nell’ottobre del 2010 a Sofia con la firma dell’atto costitutivo di Confindustria Balcani presso la sede dell’Ambasciata d’Italia in Bulgaria.

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Sempre più negli anni la Federazione si è impegnata a presentare in Italia le opportunità di business dei Paesi dell’Est Europa attraverso i numerosi roadshow realizzati, la partecipazione a due edizioni di Connext, nonchè attraverso incontri con i Presidenti delle realtà associative italiane e i propri canali di comunicazione.

Con lo scopo di rafforzare la promozione del Made in Italy attraverso la valorizzazione della cooperazione tra imprese, anche a livello transnazionale, nel 2021, la Federazione ha siglato un accordo con RetImpresa, nell’ambito del quale è stato avviato il progetto pilota Registry International per favorire la creazione di partenariati e di programmi di internazionalizzazione tra aziende e reti d'impresa italiane e imprese estere.

Nei suoi anni di storia, grazie all’operato dei già Presidenti Massimo Bartocci, Luigi Salvadori, Mauro Maria Angelini, Luca Serena e dell’attuale Presidente Maria Luisa Meroni, Confindustria Est Europa è stata ed è in prima linea nel presentare al mondo imprenditoriale italiano un approccio innovativo all’internazionalizzazione fondato sull’elaborazione di servizi mirati ad incontrare i bisogni degli imprenditori.

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Attraverso la struttura federativa, Confindustria Est Europa si è da sempre proposta di rendere la presenza delle imprese italiane nell’area più integrata ed efficace, nonché di rappresentare un collettore delle esigenze dei nostri connazionali in questi Paesi.

Ne segue che a scrivere le pagine della nostra storia sia l’operato delle Associazioni aderenti nonché la progressiva integrazione della federazione nel sistema associativo in Italia.

Introduzione

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“Passato è il tempo delle epopee, questo è il tempo delle statistiche” scrisse Joseph Roth, il grande cantore della fine dell’impero austroungarico, sotto al quale popoli, lingue e tradizioni diversissime avevano trovato unità. Roth rimpiangeva le grandi imprese eroiche di principi e arciduchi, che egli vedeva spazzate via dall’avvento del “secolo breve”, e dei terribili accadimenti che di lì a breve lo avrebbero contraddistinto.

A un secolo di distanza da quelle parole, osserviamo la stessa parte di mondo con una curiosità rinnovata. Davanti a noi abbiamo statistiche sottomano, più che imprese eroiche, che raccontano però di una storia avvincente: quella di una parte del Vecchio Continente che cresce a ritmo sostenuto, talvolta più della controparte occidentale, e dove la popolazione ha spesso un’età inferiore alla media continentale.

In quest’area il lavoro delle Rappresentanze internazionali di Confindustria è perciò particolarmente prezioso, perché mette direttamente a sistema la cooperazione tra le “nostre” forze intellettuali, creative e imprenditoriali con territori fertili dal punto di vista delle potenzialità – oserei dire della voglia.

L’Europa Orientale, sia nei suoi stati già membri dell’Unione che in quelli candidati a entrare a farne parte nei prossimi anni, è oggi una terra di opportunità presso la quale è importante aprirsi, e l’impresa e l’istruzione superiore possono cooperare positivamente per creare ponti tra mondi un tempo distanti. Forse è vero, il tempo delle grandi epopee è finito. Ma ancora oggi è possibile assistere a vicende entusiasmanti, e quella di Confindustria Est Europa ha tutta l’aria di poterlo diventare sempre di più.

Vincenzo Boccia Presidente della Luiss Guido Carli

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Sarebbe tuttavia un torto troppo grande che faremmo a questa parte di mondo, e persino a noi stessi, se considerassimo l’Europa orientale soltanto un luogo di opportunità economica e commerciale.

Presiedere una università, come ho l’onore di fare, è una esperienza capace di metterti a contatto diretto con il futuro – quello che si vede negli occhi, che si sente nelle parole, che si percepisce nelle aspettative di tante ragazze e tanti ragazzi che anno dopo anno si rivolgono a te con fiducia e speranza. Essere al servizio dell’istruzione superiore, tuttavia, è un mestiere difficile, e non soltanto per le responsabilità che si hanno nei confronti dei giovani allievi, ma perché è un mestiere che necessita di forti capacità di reinventarsi.

Tutti sappiamo che cos’è una università, finché non ci fermiamo a riflettere e ci accorgiamo che nel tempo, nei secoli ma anche semplicemente negli ultimi decenni, questa istituzione ha cambiato pelle più volte. Oggi, che viviamo un’epoca di cambiamenti profondi e rapidi come il mondo non ne ha mai vissuti, ancora di più gli Atenei occupano una posizione strategica e delicata, trovandosi proprio in prima fila a dove rispondere a questioni tanto urgenti quanto complicate: come si può insegnare un mestiere che, magari, non esiste ancora? È possibile farlo? E siamo proprio sicuri che “insegnare un mestiere” sia ancora il ruolo principale di una università? Complicato dare una risposta che non necessiti a sua volta di una lunga riflessione, e di molte pagine per renderne conto. Ma posso dire che una università oggi non è soltanto questo, ma molto di più: è creare connessioni, aprirsi a nuove esperienze, imparare a vivere con responsabilità in una società e su un pianeta la cui sofferenza non possiamo più trascurare.

UniCredit è la porta d'accesso all'Europa per i propri clienti. Abbiamo 15 milioni di clienti sparsi in tutte le comunità d'Europa - 14 milioni di clienti retail e 1 milione di clienti corporate, in particolare piccole e medie imprese. Abbiamo talenti incredibili e una forza lavoro davvero diversificata e multiculturale, che conosce profondamente i clienti che serve. Comprendiamo la loro storia, le loro esigenze, le loro sfide e ambizioni meglio di chiunque altro perché sono anche la nostra realtà.

Abbiamo creato un modello di servizio integrato, semplificando i nostri processi e stabilendo una struttura organizzativa che lavori nella massima coesione e connetta in modo unificato i nostri clienti alle nostre 13 banche localizzate nelle 4 regioni - Italia, Germania, Europa Centrale ed Europa Orientale - sfruttando la forza di appartenere a un unico gruppo.

Teodora Petkova Head of Eastern Europe

Gianfranco Bisagni Head of Central Europe

La ragion d’essere di UniCredit è fornire alle comunità le leve per il progresso, generare valore per i propri stakeholder in tutta Europa e sbloccare il potenziale dei singoli e delle comunità cui offre i propri servizi.

Centrale, con oltre 2 milioni di clienti e una quota di mercato di circa l'11%, siamo la principale banca per asset in Austria e, complessivamente, i numeri due in termini di clienti e di asset. Nell'Europa Orientale, con oltre 4 milioni di clienti, siamo la banca leader con una quota di mercato che supera abbondantemente il 15% in molti paesi. In particolare, siamo i numeri uno in Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria e Croazia e tra i primi tre per le aziende in Serbia e Romania.

Esiste un legame molto forte tra l’Europa Centro Orientale, l'Italia e la Germania, sul quale continueremo a capitalizzare a favore dell’internazionalizazione dei nostri clienti.

I nostri colleghi lavoreranno uniti con un nuovo scopo che sarà al centro di tutto ciò che faremo: fornire a voi e alle comunità le leve per il progresso.

Mentre l'Europa si sta riprendendo dagli effetti della pandemia, abbiamo la grande opportunità di ricostruire al meglio le nostre economie e le nostre società. Il settore finanziario può svolgere un ruolo cruciale in questa transizione. Le banche possono agire come motori di crescita individuale e collettiva, aiutando i singoli, le comunità e i Paesi a realizzare il loro potenziale.

unicreditgroup.eu

Attraverso le strutture Europa Centrale ed Europa Orientale, operiamo in 11 Paesi ad alta crescita: Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Romania, Serbia e InRussia.Europa

Le previsioni macroeconomiche per l’Europa Centro Orientale sono favorevoli, grazie ad una crescita del PIL ben al di sopra della media europea e alle straordinarie opportunità che si presentaranno grazie al Fondo Next Generation EU, al quale i nostri paesi avranno accesso per il 50% delle erogazioni.

UniCredit farà la sua parte nel liberare questo potenziale in tutta Europa.

UniCredit ha tutte le carte in regola per essere la banca del futuro dell'Europa.

In collaborazione con:

GUIDA PAESE BIELORUSSIA Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE BOSNIA ERZEGOVINA Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE SERBIA Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE SLOVENIA Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE ALBANIA

LA NOSTRA INTRODUZIONESTORIA-

Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE BULGARIA

GUIDA PAESE POLONIA Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE MONTENEGRO Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE UCRAINA Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE ROMANIA Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

GUIDA PAESE MACEDONIA DEL NORD

Vincenzo Boccia

Capitolo 01 Contesto politico Capitolo 02 Economia e mercati

PREFAZIONE - Maria Luisa Meroni Presidente di Confindustria Est Europa

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Confindustria Albania attraverso la Guida Paese intende offrire un quadro generale delle norme e dei regolamenti del mercato albanese fornendo supporto a 360 gradi sia a chi è già presente nel mercato sia a chi vuole avviare un business in L'AssociazioneAlbania. presente qui solo dal 2016, ha saputo ben ritagliarsi il suo spazio nel complesso percorso di trasformazione che il Paese sta compiendo, fino a divenire la più importante e autorevole Associazione di riferimento per il dialogo tra le imprese e le istituzioni pubbliche albanesi.

Prefazione

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Confindustria Albania ha ottenuto tale risultato focalizzandosi sulle linee guida strategiche tese al miglioramento del clima di business in Albania, orientando e informando gli imprenditori italiani sulle opportunità e sulle criticità del mercato albanese, instaurando e rafforzando collaborazioni e sinergie tra imprese italiane e albanesi, diffondendo la conoscenza dell’economia albanese in Italia e consolidando la cultura d’impresa. È nell’ambito di queste molteplici attività che si inserisce la pubblicazione della Guida Paese, realizzata con il prezioso contributo dello studio legale Tonucci&Partners.

Ringrazio il Vice Presidente Vicario di Confindustria Albania, l’avvocato e l’amico, Mario Tonnuci per la realizzazione della Guida Paese e per il costante supporto fornito alla nostra Confindustria e al mondo produttivo albanese.

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L’obiettivo della Guida Paese è quello di accompagnare e orientare gli imprenditori interessati ad ampliare i propri orizzonti nell’economia albanese, rispecchiando la mission di Confindustria nel supportare gli imprenditori nel loro cammino professionale.

In questo percorso di ammodernamento che sta interessando l’Albania, un ruolo da protagonisti lo svolgono, da anni, proprio gli uomini e le donne che hanno creduto e continuano a credere nelle potenzialità del ‘Paese delle Aquilè e lo stanno scegliendo come meta della propria attività d’impresa.

La sua posizione strategica al centro dei Balcani, la presenza di un capitale umano adeguatamente formato e la richezza di materie prime, rappresentano solo alcuni dei fattori che fanno sì che l’Albania sia un Paese interessante per attuare futuri investimenti.

Lo scopo della nostra realtà associativa, è quello di rappresentare al meglio gli interessi delle industrie creando una rete solida di relazioni con tutti gli stakeholder, pubblici e privati, finalizzata a creare ricchezza e valore per l’Albania e per Neglil’Italia.ultimi anni, l’Albania si è dimostrata in grado di rimanere al passo con gli importanti cambiamenti socioeconomici in atto a livello internazionale, così come è dimostrato dalle politiche attivate per agevolare le imprese, dalle importanti opere di modernizzazione, specie sotto il profilo infrastrutturale. Oggi, nonostante le criticità esistenti, l’Albania è unanimemente riconosciuta come un Paese dalle enormi opportunità.

Buona lettura!

Sergio Fontana Presidente di Confindustria Albania

L’Italia è il primo cliente e il primo fornitore dell’Albania. Secondo gli ultimi dati disponibili, diffusi da Instat, Istituto Nazionale di Statistica albanese, nei primi dieci mesi del 2021, l’interscambio, pari a 2.3 miliardi di euro, ha già superato quello dell’intero anno precedente (2.2 miliardi di euro), con un saldo commerciale positivo di 250 milioni di euro. Sempre nei primi dieci mesi del 2021, l’Italia ha registrato un consistente aumento delle proprie esportazioni verso l’Albania (+28.4% vs lo stesso periodo del 2020), rappresentando il 25% del totale delle importazioni albanesi, una quota di mercato assai superiore a quella tedesca (7,2%), francese (1,8%) e spagnola (1,5%). Circa la metà (45%) di tutte le importazioni albanesi dai 27 Paesi dell’Unione Europea proviene dall’Italia.

La Guida Paese Albania, realizzata con cadenza annuale da Confindustria Albania, offre un aggiornato strumento informativo agli imprenditori italiani che decidono di entrare in Albania, sia con operazioni commerciali che con investimenti diretti. Confindustria Albania, presente qui dal 2016, è parte integrante del “Sistema Italia” nel Paese balcanico, costituito anche dall’Agenzia per la Promozione all’Estero e l’Internazionalizzazione delle Imprese Italiane (ICE) e dalla Camera di Commercio italiana in Albania che, grazie alle molteplici attività svolte nel Paese, ha contribuito al consolidamento negli anni del ruolo dell’Italia quale principale partner economico dell’Albania.

L’attività di accompagnamento ed assistenza alle imprese ed associazioni di categoria italiane sul mercato albanese rappresenta una priorità consolidata dell’Ambasciata d’Italia in Albania, nella consapevolezza del ruolo decisivo dell’internazionalizzazione per la crescita del sistema economico del nostro Paese. La vicinanza geografica e gli intensi rapporti politico-economici rendono, infatti, l’Italia un partner strategico per l’Albania, come confermato oltre che dalla frequenza degli incontri bilaterali anche dalle intense relazioni economico-commerciali.

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Introduzione

cose.Fabrizio Bucci Ambasciatore d’Italia a Tirana

La presente Guida viene pubblicata a distanza di poche settimane dalla prima riunione a livello politico del Comitato Congiunto Italia-Albania per la promozione degli investimenti, presieduto alla Farnesina lo scorso 17 novembre dal Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e dal Primo Ministro albanese Edi Rama. Il Comitato, istituito nel novembre 2020 con una Dichiarazione congiunta da loro stessi firmata a Tirana, è un importante gruppo di lavoro e forum di dialogo permanente a sostegno delle imprese italiane. Intende promuovere opportunità di cooperazione economica bilaterale di interesse reciproco ed iniziative congiunte in settori strategici e prioritari, nonché rimuovere potenziali ostacoli in campo economico e commerciale e discutere la cooperazione nel campo delle politiche sociali e del lavoro. Il Comitato vuole in sostanza affrontare, con cadenza regolare e in maniera strutturata, sia le questioni di fondo relative al miglioramento delle condizioni generali (il c.d. “business climate”) per gli investimenti italiani in Albania, sia le difficoltà occasionali incontrate da alcuni nostri imprenditori. Per tale ragione il Comitato si riunisce secondo due formati diversi: uno politico e uno tecnico, il cui ultimo incontro è avvenuto il 26 luglio 2021.

Fra i principali settori di attività vi sono quello tessile, calzaturiero, meccanico, edile, agricolo e chimico. Nello specifico, le principali voci degli scambi bilaterali, in base al loro valore, sono formate da: prodotti tessili e calzature (22% export, 57% import), macchinari e pezzi di ricambi (20% export, 9% import) e materiali da costruzione (13% export, 14% import). La presenza imprenditoriale italiana in Albania è particolarmente consistente. Secondo le fonti Instat, il 42.3 % delle aziende attive in Albania a capitale straniero e misto sono italiane. Le imprese italiane rappresentano oltre il 50% dell’occupazione di tutte le imprese straniere attive nel Paese con circa 90mila addetti.

Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa Guida che, insieme agli altri strumenti messi a disposizione della comunità imprenditoriale italiana dalla Rete Diplomatico-Consolare e dai numerosi Enti italiani che operano nel settore economico-commerciale, permetterà di comprendere meglio la realtà economica e di cogliere le opportunità offerte dall’Albania, un Paese che sta attraversando una fase di dinamica espansione e si appresta ad intraprendere il percorso negoziale che lo porterà, un giorno, ad essere membro dell’Unione Europea.

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Rimango convinto che, in una fase dinamica come questa, un’azione sinergica tra tutti gli attori del Sistema Paese sia cruciale. Qui in Albania l’Italia è al vertice. Siamo i primi, ma non possiamo e non vogliamo accontentarci. Dobbiamo guardare al medio-lungo periodo, quando la concorrenza degli altri “competitors” diverrà più accesa ed è a quella prospettiva che dobbiamo prepararci. Noi siamo pronti. Le sfide ci piacciono, nella piena consapevolezza che gli imprenditori italiani rimangano i migliori al mondo. Insieme, giocando di squadra, possiamo fare grandi

ContestoPolitico01

L’Albania ha una popolazione di circa 2.8 milioni di abitanti, composta principalmente da etnia albanese. Le restanti etnie presenti sono quella greca, macedone, ed altre. L’Albania ha una popolazione relativamente giovane. La sua età media è di circa 37 anni.

Tirana è la capitale dell’Albania ed è anche il principale centro economico e finanziario, con una popolazione di circa 890.000 abitanti. Il paese è diviso in 12 distretti e le sue altre grandi città sono: Scutari, Durazzo, Valona, Fier ed Elbasan.

La Repubblica d’Albania è situata nel sud-est del continente europeo, e nel sud-ovest della penisola balcanica; confina a nord e a nord-est con il Montenegro, ad est con la Macedonia del Nord, con la Grecia a sud ed a sud-est, ed infine con il Mar Adriatico ed il Mar Ionio ad ovest.

ContestoPolitico

1.1 PROFILO PAESE

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I dati ufficiali relativi alla confessione religiosa indicano la presenza di tre principali confessioni religiose in Albania, la maggioranza è composta da musulmani (56,7% musulmani della popolazione, per lo più sunniti), ortodossi (6.7%, compresi i greco-ortodossi e la Chiesa Ortodossa Albanese autocefala) e cattolici romani (10.3 %). L’Albania è rinomata per la pacifica e tollerante convivenza delle sue comunità religiose.

Il territorio Albanese si estende per circa 28.748 km2 di cui oltre i tre quarti sono montagne e colline; la zona costiera è nella maggior parte pianeggiante e si estende per circa 600 km. L’Albania ha un clima tipicamente mediterraneo, con inverni freddi e umidi ed estati calde e secche.

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Le elezioni generali si tengono ogni quattro anni ed

L’Albania celebra la Giornata dell’Indipendenza Nazionale il 28 novembre come festa nazionale.

estera come mezzo di pagamento è consentito. Non vi sono delle limitazioni in riferimento alla realizzazione delle transazioni in valuta forte.

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Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento e dura in carica cinque anni, con facoltà di essere rieletto una sola volta.

Le fonti del diritto in Albania sono la Costituzione, le convenzioni internazionali ratificate, le leggi approvate dal Parlamento e le Decisioni del Consiglio dei Ministri.

1.3 RAPPORTI CON L’UNIONE

EUROPEA

La moneta albanese è il Lek (ALL). L’euro (€) ed il dollaro statunitense (USD) sono spesso utilizzati nelle transazioni

L’Albania è inclusa nel Central European Time (GMT +1) da marzo ad ottobre; GMT +2 da aprile a settembre.

La lingua ufficiale è l’albanese, scritta in alfabeto latino e composta da 36 lettere. Grazie alla vicinanza dell’Albania con l’Italia, la maggior parte degli albanesi parlano l’italiano. Anche la lingua inglese è molto diffusa mentre il greco è invece più diffuso nel sud del paese.

eleggono i 140 deputati al Parlamento (Kuvendi i Shqipërisë), che esercita il potere legislativo. Il Parlamento uscente è presieduto, dal settembre 2021 dall’On. Lindita Nikolla. Il potere esecutivo è invece esercitato dal Consiglio dei Ministri, che dal settembre 2013 è presieduto dal Primo Ministro On. Edi Rama (leader del Partito Socialista albanese riconfermato per la terza volta dopo le elezioni politiche del 25 Aprile 2021); i Ministri sono nominati e revocati dal Presidente della Repubblica, su proposta del Primo Ministro.

Gli atti dei Ministri e delle altre istituzioni dello Stato si applicano solo all'interno della propria area di competenza.

Tutte le banche commerciali autorizzate dalla Banca d’Albania possono effettuare pagamenti all’estero. La Banca d’Albania, che è responsabile della gestione delle riserve in valuta estera, è attiva anche nell’esecuzione dei pagamenti internazionali. Chiunque, stranieri inclusi, può detenere un numero illimitato di conti correnti in qualsiasi valuta e in qualunque banca del paese.

L’Albania è una Repubblica Parlamentare.

01 - Contesto politico

Gli atti ed i provvedimenti emanati dagli enti locali si applicano solo nel territorio in cui l’ente locale stesso esercita la sua giurisdizione.

1.2 ORDINAMENTO POLITICO

L’usocommerciali.dellamoneta

Nel 2003, l’Unione Europea ha approvato il Processo di stabilizzazione e associazione, per l’adesione all'UE dei paesi dei Balcani occidentali, inclusa l'Albania.

Il Governo Albanese ha firmato un accordo di libero scambio con l'UE anche in relazione all’Accordo di Stabilizzazione e Associazione.

Nel giugno 2006, l’Albania ha firmato l’Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l’Unione Europea (ASA) che ha rappresentato il primo passo verso l’adesione all'UE.

Il quadro generale dell’ASA è fondato su quattro pilastri: 1) il dialogo politico e la cooperazione regionale; 2) le disposizioni commerciali relative alla progressiva liberalizzazione degli scambi finalizzati alla creazione di una zona di libero scambio;

Il Consiglio dell’UE ha individuato alcune priorità chiave (pubblica amministrazione, stato di diritto, lotta alla corruzione ed alla criminalità organizzata, diritti fondamentali) che l'Albania doveva soddisfare prima che potessero iniziare i negoziati per l'adesione.

Il 9 novembre 2016, sulla base dei risultati conseguiti nelle priorità chiave, la Commissione ha proposto per la prima volta al Consiglio l'avvio dei negoziati di adesione con l'Albania

Il 25 marzo 2020, il Consiglio per gli Affari Generali dell'UE ha deciso di aprire i negoziati di adesione con la Repubblica d'Albania, tenendo conto dei progressi compiuti nelle riforme e del soddisfacimento delle condizioni fissate all'unanimità dal Consiglio di giugno 2018.

Tale evento ha consentito all’Albania di presentare domanda per ottenere lo status di Paese potenzialmente candidato all’ingresso nell'UE.

Il 26 marzo 2020, il Consiglio Europeo ha approvato la decisione del Consiglio per gli Affari Generali dell'UE di avviare i negoziati con l'Albania.

e l’UE hanno stabilito un approccio asimmetrico con riferimento all’apertura del mercato per i prodotti industriali e agricoli. Pertanto, l’Albania dovrà abolire definitivamente tutte le tariffe doganali applicate ai prodotti industriali ed applicherà una liberalizzazione più concreta nel settore dei prodotti agricoli, da parte sua l’UE garantirà una rapida apertura del suo mercato ai prodotti industriali e agricoli provenienti dall’Albania.

ALBANIA

L’Albania ha sottoscritto l’Accordo CEFTA 2006 - Central European Free Trade Agreement (CEFTA) come parte dell’accordo di libero scambio stipulato con i paesi facenti parte L’ASAdell’EFTA.èentrato

Nell’aprile 2018 la Commissione Europea ha raccomandato senza condizioni l’avvio delle negoziazioni per l’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea. Mentre nel giugno 2018, il Consiglio per gli Affari Generali dell'UE ha convenuto di rispondere positivamente ai progressi compiuti dall'Albania e di aprire la strada all'avvio dei negoziati di adesione nel giugno 2019.

4) la cooperazione nei settori prioritari, quali in particolare la giustizia e gli affari interni.

3) le libertà della comunità e, infine,

Il 27 giugno 2014 è stato concesso all’Albania lo status di Paese candidato all’ingresso nell’Unione Europea.

Nella riunione del 18 ottobre 2019 il Consiglio Europeo ha deciso di rinviare la decisione di apertura dei negoziati per l’Albania senza stabilire una data.

Il Governo albanese è continuamente al lavoro con la Commissione Europea per la realizzazione delle riforme necessarie al perseguimento del processo di integrazione con particolare riferimento all'apertura dei negoziati di L’Albaniaadesione.

formalmente in vigore il 1° Aprile 2009 successivamente alla sua ratifica sia da parte dei 25 Stati Membri dell’epoca sia da parte del Parlamento Albanese. Il processo di ratifica si è concluso ed è stato ultimato con la ratifica da parte del Parlamento greco, avvenuta il 15 gennaio 2009.

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Le ultime elezioni politiche si sono tenute il 25 aprile 2021. Il Partito Socialista ha ripetuto il risultato delle precedenti elezioni del 2017 ottenendo la maggioranza dei seggi nel nuovo Parlamento Albanese pari a 74 sul totale di 140 seggi. Il risultato delle ultime elezioni ha riconfermato il Partito Socialista come il maggiore partito albanese, con la maggioranza delle preferenze. Inoltre, il Partito Democratico che nelle ultime elezioni aveva ottenuto un risultato deludente con l’ottenimento di 43 seggi ha confermato la sua crescita con l’ottenimento di 59 seggi in Parlamento. Un risultato deludente è stato ottenuto dal Movimento Socialista per l'Integrazione (LSI) che si è fermata ad un minimo storico di 4 seggi.

Il nuovo nuovo Parlamento si deve riunire la prima settimana di settembre 2022 ed a seguito di fiducia dal Parlamento si potrà insediare formalmente l’Esecutivo guidato dal leader del Partito Socialista, Edi Rama. Il processo elettorale è stato svolto regolarmente. Cosi come il processo di scrutinio dei voti e proclamazione del risultato finale avvenuto entro i termini di legge. Tuttavia, il clima nella sfera politica rimane di forte polarizzazione con il principale partito di opposizione che contesta il risultato delle elezioni ed ha annunciato l’avvio di una importante azione legale a tutela del voto, che coinvolge la maggior parte delle zone elettorali in Albania. Lo sviluppo del Paese ha reso necessario implementare la legislazione con particolare riferimento agli organi della giustizia, al fine di promuovere l’integrità del sistema, supportando l’indipendenza, l’efficienza, la credibilità, la trasparenza e la responsabilità.

L’UEdoganali.haeliminato

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01 - Contesto politico

Nel maggio 2010, la Commissione ha proposto di consentire ai cittadini albanesi di recarsi nei paesi Schengen senza la necessità di un visto di breve durata. Il regime di esenzione dal visto approvato dal Consiglio l’8 novembre 2010, è entrato in vigore il 15 dicembre 2010.

L’Albania ha abolito interamente i dazi doganali sui prodotti industriali nonché su di un numero molto limitato di prodotti sensibili di maggior consumo. Per questi ultimi prodotti, i dazi doganali sono stati ridotti del 20% del tariffario MFN (most favorite nation), e a partire dal 1 dicembre del 2010 i dazi sono pari a zero. Tutti gli altri impegni in materia di tariffe e di altri aspetti del commercio dei prodotti agricoli sono stati compiuti e riflettono pienamente le prescrizioni e la forma di liberalizzazione, di cui all’accordo sottoscritto, come ad esempio: (i) completa abolizione dei dazi doganali su alcuni prodotti agricoli, sui prodotti agricoli lavorati così come sui prodotti della pesca; (ii) riduzione della tariffa MFN divisa in due periodi per un gruppo di prodotti quali (iii) le importazioni nei limiti delle quote stabilite, senza dazi

tutti i dazi doganali sui prodotti industriali e sulla maggior parte dei prodotti agricoli, esclusi alcuni particolari prodotti quali lo zucchero (che ha quote personalizzate), prodotti agricoli freschi trasformati, (per i quali l’UE continua ad applicare un regime combinato di importazione) e alcuni tipi di pesci d’acqua dolce o pesce in scatola. Tuttavia, nel perseguimento della dichiarazione della Comunità Europea sulle misure commerciali eccezionali, all’Albania è concesso il diritto di sfruttare i benefici preferenziali in materia di esportazioni, quali risultanti dall’accordo interinale sul libero scambio e dai regolamenti CE. In base a questi regolamenti, i dazi doganali sui prodotti agricoli esportati allo stato naturale saranno interamente aboliti da parte della UE, ciò implica che l’Albania possa beneficiare di un regime più liberale degli scambi.

1.4 QUADRO POLITICO NAZIONALE

Il 21 luglio del 2016, il Parlamento Albanese ha approvato all’unanimità la legge “Per le modifiche alla legge n. 8471 del 21.10.1998 “Carta Costituzionale albanese” e successive

Inoltre, è in fase di esecuzione il processo di verifica e rivalutazione della figura dei giudici e procuratori della Repubblica d’Albania, relativamente ai tre criteri di rivalutazione: i) controllo del patrimonio; ii) idoneità alla funzione; iii) capacita professionale.

Oltre agli emendamenti costituzionali la Riforma della Giustizia prevede una serie di modifiche legislative che riguardano: i) il sistema giudiziario in generale; ii) la giustizia penale; iii) le misure contro la corruzione; iv) l’educazione legale è l’istruzione giuridica; v) le libere professioni e servizi legali; vi) il finanziamento.

■ Il sistema giudiziario in conformità alla Costituzione ed alla Corte Costituzionale;

■ Il supporto finanziario e strutturale del sistema.

modifiche”. Le modifiche alla costruzione fanno parte della riforma al sistema giudiziario che di recente sta sviluppando in Albania.

L'obiettivo generale del processo di riforma giudiziaria è la creazione di un sistema giudiziario efficiente affidabile, leale, indipendente, professionale e di autonomo orientamento, aperto, responsabile e che gode della fiducia del pubblico, a sostegno dello sviluppo sostenibile supportando lo sviluppo socio-economico del paese ed in grado di consentire la sua l'integrazione nello spazio europeo.

■ I poteri del sistema giudiziario;

■ Giustizia penale;

I piu importanti provvedimenti, parte della riforma del sistema giudiziario, sono già approvati da parte del Parlamento Albanese.

■ Le misure anticorruzione;

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Al fine di migliorare l’amministrazione delle entrate e ridurre al massimo le informalità in economia il Governo ha messo in esecuzione la cosiddetta “riforma della fiscalità”. Attraverso la legge n. 87/2019 “Per la fattura ed il sistema di controllo dei movimenti fiscali” è stato costituito il quadro normativo per la realizzazione di un nuovo sistema di fatturazione e controllo delle transazioni, sulla base di nuovi strumenti fiscali. A partire dal 01 luglio 2021 è previsto l’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le imprese che operano in Albania. Anche se, attualmente possono essere ottenuti online una ampia gamma di servizi pubblici per le imprese (p.e. dichiarazione delle tasse e imposte, servizi presso il registro commerciale, permessi e licenze, certificazioni fiscali, attesati contributivi ecc.), l’impegno dichiarato del Governo albanese e di dare online tutti i servizi pubblici. Inoltre, misure particolari sono state adottate per il rafforzamento della “rule of law” e lotta alla corruzione; lotta alla produzione e al traffico della droga. È stato previsto un inasprimento delle pene previste dal codice della strada e

■ Servizi legali e libere professioni;

ALBANIA

Tra le altre riforme dell’Esecutivo, degne di nota, vi sono la riforma territoriale con la nuova suddivisione territoriale del Paese, le iniziative contro l’abusivismo edilizio come anche le riforme nella rete energetica e idrica nazionale con particolare rigore contro le connessioni illecite e/o morosità accumulate negli anni un progresso significativo è stato fatto per il riordino della pubblica amministrazione e dei conti pubblici; per una maggiore efficienza e trasparenza nella fornitura dei servizi pubblici; per procedure di assunzione trasparenti, e rafforzamento generale della capacità dell'amministrazione di intraprendere procedure di servizio pubblico basate sul merito.

Le riforme nel sistema giudiziario sono in fase di esecuzione. Attualmente sono state istituite le nuove istituzioni per l'autogoverno della magistratura, l'Alto Consiglio Giudiziario, l'Alto Consiglio della Procura e il Consiglio per le nomine della giustizia, che rappresentano un passo cruciale nel rafforzare l'indipendenza e la responsabilità della magistratura.

La riforma del sistema giudiziario è composta da sette ambiti principali:

■ Educazione legale;

La coalizione guidata dal Partito Democratico ha governato il paese per due mandati politici consecutivi fino a settembre del 2013. Le elezioni tenute a giugno del 2013 sono state vinte dalla nuova coalizione guidata dal Partito Socialista. Quest’ultima, attualmente Governa da sola il paese, a seguito di aggiudicazione della maggioranza dei voti durante le ultime elezioni del 2017.

Da dicembre 16 dicembre 2010, i cittadini albanesi hanno il diritto di circolare nella zona Schengen muniti del passaporto biometrico e senza bisogno di visti.

All’inizio del 1997 il collasso e la crisi delle organizzazioni finanziarie piramidali (prive di regolamentazione) sfociò in disordini e violenze popolari che costrinsero il Governo a dimettersi. Alle elezioni anticipate del giugno 1997, il Partito Democratico subì una forte sconfitta ad opera di una coalizione guidata dal Partito Socialista. Dopo le elezioni del 1997 fu formato il Governo guidato dal Partito Socialista. Il Partito Democratico non accettò il risultato elettorale, rifiutandosi di riconoscere la legittimità del Governo fino a luglio 1999.

Le politiche seguite hanno permesso al paese di progredire costantemente negli obiettivi prioritari di politica estera e Ininterna.particolare, nel mese di aprile 2008, l’Albania è stata invitata ad avviare i negoziati di adesione per diventare membro dell’Alleanza Atlantica. I protocolli di adesione sono stati firmati il 9 luglio 2008.

morte del dittatore comunista Enver Hoxha (1985), i suoi successori hanno cercato di tenere saldo il regime comunista respingendo ogni programma di liberalizzazione e apertura del paese verso l’Occidente. Il crollo del comunismo nella maggior parte dei Paesi dell’Europa dell’Est favorì la trasformazione dell’Albania in Repubblica Parlamentare (1991). Le prime elezioni libere tenutesi nel 1992 furono vinte dal Partito Democratico, il cui leader successivamente venne eletto Presidente della Repubblica. Furono avviate radicali riforme democratiche e venne proclamato il libero mercato.

01 - Contesto politico

Dopo la crisi istituzionale del 1998, vi è stato l’avvicendamento di diversi Governi, sopportati della stessa coalizione guidata dal Partito Socialista, fino alle elezioni del 2005 dove si è verificata la rotazione politica a favore della coalizione guidata dal Partito Democratico. Questa volta la rotazione politica è avvenuta in modo del tutto

democratico e senza contestazioni da parte della coalizione soccombente, guidata dal Partito Socialista.

I programmi di tutti gli Esecutivi dopo la crisi istituzionale del 1998 presentavano sostanziali analogie nella scelta degli obiettivi prioritari di politica estera e interna: integrazione euro-atlantica del Paese, rapporti di buon vicinato con i Paesi della Regione, crescita di una sana economia di mercato, lotta alla criminalità organizzata e risanamento delle istituzioni.

1.4 STORIA POLITICA DEGLI

Il 26 marzo 2020, il Consiglio Europeo ha approvato l’avvio dei negoziati per l’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea.

ULTIMI DECENNI

Il 24 giugno 2014 è stato concesso all’Albania lo status di Paese candidato all’ingresso nell’Unione Europea. L’Albania è diventato ufficialmente membro della NATO il 1 aprile 2009.

29 dal Codice Penale.

Nel 1946 l’Albania è stata proclamata Repubblica Popolare istaurando per circa 50 anni uno dei regimi comunisti più duri Anched’Europa.dopola

EconomiaeMercati02

Nel giugno 2006, l’Albania ha firmato l’accordo di Associazione e Stabilizzazione con l’Unione Europea che ha rappresentato il primo passo verso l’adesione all'UE.

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L’Albania è uno dei paesi del continente europeo in crescita costante e continua. Il Governo sta continuando a perseguire una maggiore integrazione nella comunità euro-atlantica.

02

2.1 SITUAZIONE MACROECONOMICA

Nonostante il generale rallentamento economico globale, l’Albania è stata in grado di mantenere di recente una buona stabilità macroeconomica con prezzi stabili, inflazione bassa, tasso di cambio consolidato, crescita delle proprie attività ed L'Albaniainvestimenti.persegue

politiche monetari che mirano al mantenimento del livello basso tassi di interesse, favorendo la crescita del accreditamento dell'economia.

La crescita del PIL albanese, attestatasi negli anni precedenti ad un ritmo superiore al 5% annuo, ha segnato un rallentamento a partire dal 2009 con l’accentuarsi della crisi mondiale.

EconomiaeMercati

Il Governo albanese ha inoltre stipulato accordi di libero scambio per il libero accesso dei prodotti albanesi nei principali mercati dell’Unione europea, ed ha altresì aperto il paese alle importazioni.

Il settore finanziario in Albania è cresciuto rapidamente, il credito viene generalmente erogato alle condizioni di mercato. Il sistema bancario è sempre più caratterizzato dalla presenza di banche straniere le quali rappresentano circa il 90% del totale degli attivi. Questo dato ha determinato una maggiore concorrenza ed una migliore disponibilità dei servizi bancari. La normativa di vigilanza è stata rafforzata al fine di preservare la stabilità finanziaria. In risposta alla crisi finanziaria globale, la Banca Centrale d’Albania ha aumentato la liquidità ed ha così mantenuto la fiducia del pubblico.

Il sistema bancario albanese non avendo nessuna rilevante esposizione diretta è stato in grado di resistere al shock finanziario globale degli ultimi anni.

Secondo il Global Competitiveness Report 2019 del World Economic Forum l’Albania si trova al 81° posto nella classifica mondiale sulla competitività. Tale rapporto prende in esame l’insieme delle istituzioni, delle politiche e dei fattori che determinano la produttività di un Paese ed è basato su circa cento indicatori divisi in diverse categorie tra cui: dati macroeconomici, istituzioni, infrastrutture, ambiente, sanità, educazione, efficacia del mercato del lavoro, settore finanziario ed innovazione.

Tuttavia, i dati relativi all’anno 2019 indicano un PIL in crescita del 3,8%; un debito pubblico stimato a circa il 69,9% del PIL ed un tasso di inflazione al 2.1%.

Secondo Coface l’Albania appartiene alla categoria D (risk assessment) e alla categoria C (business climate).

Secondo i dati dell’INSTAT (l’Autorità Statistica Nazionale Albanese), durante il 2018 sono state importate merci per un valore di circa 641,466milioni di ALL, con una crescita del 2.4%. Sempre secondi i dati dell’INSTAT durante il 2018, le esportazioni hanno raggiunto il valore 310,436milioni di ALL, con una crescita del 13.7 %. Il bilancio commerciale è pari a -353198 milioni di ALL

In base al rapporto Doing Business 2020, pubblicato dalla World Bank sulla facilità di fare impresa, l’Albania si posiziona al 82° posto su un totale di 190 Paesi esaminati.

Inoltre, secondo l'indice 2021 della libertà economica (pubblicato dalla Heritage Foundation) l’Albania è posizionata al 66° posto a livello mondiale.

Secondo il World Economic Outlook (WEO) –per il 2021 ci si aspetta per l’Albania una crescita economica pari al 5%.

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Secondo AIDA (Albanian Investment Development Agency) gli investimenti diretti (FDI - Foreign Direct Investments) ricevuti dall’Albania fino al secondo trimestre del 2019 ammontano a circa 1079 milioni di Euro.

02 - Economia e Mercati

ALBANIA

Il 23 marzo 2020 è stato dichiarato lo stato di calamita naturale a causa di Covid -19. La situazione di emergenza ha determinato uno stop del quasi 50% dell’attività economica del paese mentre le attività operative hanno dovuto lavorare con capacita ridotte.

Con il migliorarsi della situazione sanitaria ed il calo dei casi giornalieri di persone infette da Covid – 19 il Governo ha disposto per la progressiva e graduale apertura e ripresa delle attività economiche nel rispetto delle misure a tutela del bene primario della salute. A giugno del 2021 l’Albania è stata inserita nella lista dei paesi sicuri dalla Comissione Europea.

Inoltre, l’Albania ormai fa parte delle economie in rapida crescita nel sud - est Europa ed ha una posizione geografica molto favorevole. I costi del business in Albania sono piuttosto competitivi, sia in termini di lavoro che in termini di costi generali, con particolare riferimento alla forza lavoro presente nel paese, generalmente riconosciuto per essere molto qualificata, motivata e dotata di conoscenze linguistiche.

Al fine di aumentare gli investimenti diretti esteri, il Governo Albanese ha intensificato i suoi sforzi per attuare una serie di riforme fiscali e legislative per migliorare il c.d. “clima imprenditoriale” nel paese. Tali riforme, unitamente alla sottoscrizione dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l'UE e l’adesione alla NATO, contribuiscono alla crescita degli investimenti esteri diretti in Albania.

34

Negli ultimi anni l'interesse degli investitori è aumentato in una vasta gamma di settori, quali : l’agricoltura, il manifatturiero, la produzione di energia, la produzione di cemento, minerario, petrolifero e parchi industriali. L’interesse ad investire in Albania ha recentemente raggiunto il più alto livello di tutti i tempi. Gli investitori si rendono conto che l’Albania è una delle ultime vere opportunità nell’area geografica europea in quanto offre tra l’altro, rispetto alla media europea, prezzi molto contenuti in rapporto all’elevato rendimento del capitale e delle proprietà.

2.2 INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI

Il 9 marzo 2020 l’Albania ha registrato il primo caso di persone infette dal Covid-19. Come prima risposta, al fine di contenere al massimo il divulgarsi del contagio della popolazione, il Governo ha annullato tutte le attività sportive, culturali ed ogni altro evento pubblico. Inoltre, sono stati chiusi bar, ristoranti e locali notturni come anche tutte le attività ricreative; sono stati chiusi tutti confini terrestri.

IMPATTO DEL COVID-19: al 1 dicembre 2020, 822 decessi erano stati attribuiti alla pandemia in Albania e si prevedeva che l'economia si contraesse del 7,5% per l'anno.

Nel 2019, i settori più dominanti sono stati il settore energetico con il 31% del flusso totale, seguito dall'industria estrattiva con il 20%. Seguono il settore delle attività finanziarie e assicurative con l'11,6% ed il settore delle attività immobiliari con l'11,7%.

■ non sia necessario alcuna preventiva autorizzazione governativa e nessun settore è precluso in principio agli investimenti esteri;

35 02 - Economia e Mercati

Facendo riferimento ai dati della Banca d'Albania, per il periodo gennaio-giugno 2020, l'indicatore di flusso ammonta a 454 milioni di euro nonostante la situazione di emergenza creata da Covid -19. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando la raccolta era stata di 546 milioni di euro, si registra una diminuzione di circa il 17%.

Nei casi previsti, le Parti di una controversia hanno il diritto all’arbitraggio davanti l’ICSID – International Center for Settlement of Investment Disputes (https://icsid.worldbank.org). Gli investitori stranieri hanno anche il diritto di sottoporre le controversie ad un tribunale albanese. Le disposizioni dell’arbitrato commerciale sia nazionale che internazionale sono state incorporate nel Codice di Procedura Civile Albanese.

■ non ci sia nessun limite prefissato alla percentuale di partecipazioni societarie che possano essere detenute da investitori esteri – è pertanto possibile possedere anche il 100%;

In conformità alla legge n. 7764, con delibera del Consiglio dei Ministri, lo Stato albanese può (non è da considerarsi come

La legge offre notevoli garanzie a tutti gli stranieri (persone fisiche o giuridiche) che intendano investire in Albania. Viene infatti previsto come:

■ gli investimenti stranieri non possano essere espropriati o nazionalizzati direttamente o indirettamente, ad eccezione di particolari casi, nell’esclusivo interesse pubblico, come disciplinati dalla legge;

Con la Strategia dell'Albania 2030 e con il Piano d'Azione che prevede obiettivi specifici per tutti i settori dell'economia, l’Albania punta sull’adozione delle nuove tecnologie e nuovi modelli di business, per assicurarsi un posto in primissima importanza e attenzione degli investitori stranieri.

Sono previste delle limitate eccezioni a questo regime liberale di investimenti, la maggior parte di esse sono relative ad attività nel settore televisivo, dei servizi sanitari e legali. Inoltre, sono previste anche delle limitazioni all’acquisto dei beni immobili: i terreni agricoli non possono essere acquistati da stranieri ma possono essere solamente locati per un periodo di 99 anni.

Gli investitori in Albania hanno il diritto alla tutela giurisdizionale dei diritti relativamente ai loro investimenti.

■ gli investitori stranieri abbiano il diritto di espatriare tutti i fondi ed i contributi in natura, relativi ai loro investimenti in Albania;

■ il trattamento più favorevole per gli investitori, in conformità agli accordi internazionali è altresì previsto anche dalla vigente legislazione albanese.

2.2.1 Il quadro normativo Il quadro normativo per incentivare gli investimenti è rappresentato, in primis, dalla legge n.7764 “Sugli Investimenti Esteri” del 2 novembre 1993, come modificata, la quale è stata ideata con lo scopo di creare un clima favorevole agli investimenti esteri in Albania.

■ nel settore delle infrastrutture;

albanese non è in alcun modo discriminatorio nei confronti degli investitori stranieri. In Albania sono attualmente ratificati oltre quaranta accordi contro la doppia imposizione fiscale stipulati con paesi stranieri tra cui: Austria, Belgio, Cina, Francia, Germani, Grecia, Italia, Regno Unito, Olanda, Norvegia, Svezia, Russia, Ungheria, Spagna, Svizzera, Malta, Lussemburgo, Polonia, Turchia, Croazia, Kosovo, Bulgaria, Singapore, India, Malesia, Moldavia, Montenegro, Serbia, Romania, Emirati Arabi Uniti, Islanda ecc..

■ sugli immobili ricevuti in uso dallo Stato;

Il predetto quadro normativo è oggetto di riforma che dovrebbe portare all’approvazione a breve della nuova Legge sugli Investimenti con lo scopo di offre maggiori garanzie a tutti gli stranieri (persone fisiche o giuridiche) che intendano investire in Albania. La nuova Legge sugli Investimenti dovrebbe abrogare la legge n.7764 “Sugli Investimenti Esteri” del 2 novembre 1993 e la legge n.55/ 2015 “Per gli investimenti strategici”.

La legge n.125/2013 del 25 aprile 2013 “Sulle Concessioni e il partenariato pubblico – privato”, come successivamente modificata, disciplina il quadro normativo necessario al fine di meglio stimolare, assorbire ed agevolare gli investimenti nei progetti di concessione e di partenariato pubblico – privato.

ALBANIA

La suddetta tutela statale specifica prevede di massima che lo Stato si sostituisca ai pieni diritti dell’investitore straniero in tutti le dispute già in essere con terzi, facendosi assistere dall’Avvocatura dello Stato.

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un diritto dell’investitore straniero) accordare una tutela specifica a determinati investimenti stranieri realizzati:

■ sulla base di una concessione statale;

■ sugli immobili – a condizione che lo straniero abbia acquisito dei diritti sul medesimo immobile in base a documenti pubblici validi e rilasciati da organi competenti dello Stato albanese; Oppure, in tutti i casi di investimenti stranieri in Albania purché di valore superiore a 10 milioni di euro.

La legge n. 9901 del 14 aprile 2008 “Sugli imprenditori e le società commerciali”, come successivamente modificata, disciplina lo status di imprenditore, l’istituzione e la gestione delle società commerciali, i diritti e gli obblighi dei soci fondatori, soci, i membri e gli azionisti, la riorganizzazione e liquidazione delle società commerciali. Inoltre, le prescrizioni normative che impongono la pubblicità dei dati societari possono essere attuate online collegandosi al sito internet del IlCNI-QKB.sistemafiscale

Inoltre, si segnala che la tutela statale specifica è concessa per fattispecie determinate e può includere anche l’assunzione degli obblighi derivanti dalla sentenza definitiva pronunciata da un Tribunale nei confronti dell’investitore straniero.

La legge n. 9723, del 3 maggio 2007 “Sul Centro Nazionale della Registrazione” come successivamente modificata dalla legge n. 131/2015 “Sul Centro Nazionale delle Imprese” istituisce il Centro Nazionale delle Imprese (CNI-QKB) quale nuovo ente pubblico centrale per la registrazione delle imprese.

i contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro sono stati ulteriormente ridotti al 16,7%. Le aziende possono depositare le loro dichiarazioni dei redditi e le dichiarazioni di assicurazione sociale in via telematica, ed il pagamento delle imposte deve essere eseguito attraverso il sistema bancario.

Ai sensi della legge, gli investimenti esteri sono soggetti ad una disciplina equivalente a quella applicata agli investimenti nazionali ad eccezione della proprietà dei terreni (la cui fattispecie viene regolata da una legge speciale) che sono trattati non meno favorevolmente rispetto alle disposizioni generali in materia internazionale. Pertanto, le norme che disciplinano gli investimenti nazionali si applicano anche agli investimenti stranieri.

La riforma delle imposte fiscali online è in corso di attuazione ed attualmente l’imposta sul reddito delle società è pari al Inoltre,15%.

Per esempio, il sistema fiscale albanese non è assolutamente discriminatorio nei confronti degli investitori stranieri e non esiste alcuna distinzione tra investitori stranieri e nazionali.

Ai sensi della Legge sugli Investimenti Esteri, per “Investitore estero” si intende: (a) ogni persona fisica, cittadino di un paese straniero; (b) ogni persona fisica, cittadino della Repubblica d’Albania ma domiciliato in un altro paese; (c) ogni soggetto giuridico costituito ed organizzato secondo le leggi di un altro paese straniero, il quale direttamente o indirettamente, vuole svolgere o sta svolgendo un investimento nel territorio della Repubblica d’Albania in conformità alla legge, o ha effettuato un investimento in conformità alle leggi che erano in vigore dal 31 luglio 1990 ad oggi.

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02 - Economia e Mercati

La Costituzione albanese del 1998 prevede che le limitazioni alla libertà d’iniziativa e di attività economica possano essere previste solo dalla legge ed esclusivamente per importanti motivi d’interesse ed ordine pubblico; inoltre è previsto che tali limitazioni non possano in nessun caso violare i diritti e le libertà personali o superare i limiti di cui alla Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo del 1950.

Pertanto, la legge n.7764 prevede che gli investimenti stranieri non possano essere espropriati o nazionalizzati, sia direttamente o indirettamente, salvo che per motivi di pubblico interesse, previsti dalla legge, e comunque a fronte di un pagamento di un compenso equivalente al valore equo di mercato dei beni espropriati.

2.2.2 Tipologie di investimenti

Per “Investimenti esteri” si intende: qualunque tipologia di investimento nel territorio della Repubblica d’Albania, sotto il controllo diretto o indiretto di un investitore straniero, avente ad oggetto: (a) beni mobili o immobili, beni materiali od immateriali o qualsiasi altro tipo di possesso, (b) società, quote azionarie di società ed ogni forma di partecipazione societaria; (c) prestiti, obblighi finanziari od obblighi in un’attività che abbia valore economico e che sia collegata ad un investimento; (c) proprietà intellettuale, letteraria, artistica, scientifica, tecnologica, registrazione audio, invenzione, disegni e modelli industriali, opere, know-how; (d) ogni diritto derivante dalla legge o da contratti, e ogni licenza o autorizzazione rilasciata in conformità alla legge.

Inoltre, la legge sugli Investimenti Stranieri conferma che: “gli investimenti stranieri nella Repubblica d'Albania non sono soggetti ad alcuna preventiva autorizzazione”, abrogando così la legislazione precedentemente in vigore.

Tuttavia, il sistema giuridico albanese richiede speciali autorizzazioni e licenze per l’esercizio di alcune particolari attività, anche se non esercitate da parte di investitori stranieri.

Questo organismo è stato istituito al fine di sorvegliare l’attuazione coerente della politica statale di promozione e attrazione degli investimenti esteri, aiutare ed accelerare l’ingresso d’investimenti stranieri nell’economia del paese, migliorare la competitività delle esportazioni albanesi ed aiutare gli investitori stranieri ad individuare le opportunità offerte dal mercato Ilalbanese.contributo

Dal 10 gennaio 2016 la nuova legge n. 55 / 2015 "Sulla Strategia degli Investimenti" e la legislazione secondaria sono entrate in vigore. La Repubblica dell'Albania, attraverso AIDA, fornisce modi efficaci per investire in Albania offrendo speciali agevolazioni, facilitando o accelerando le procedure amministrative, indicate come "procedure assistite" o "procedure Secondospeciali".

2.2.3 Albanian Investment Development Agency

In generale, l'Albania ha un enorme potenziale di energia idroelettrica, energia solare e di energia eolica. In particolare, l'Albania ha importanti risorse idriche, come otto grandi fiumi, alimentati da centinaia di piccoli fiumi e torrenti, i quali attraversano il paese da Est ad Ovest. Inoltre, l'Albania ha condizioni molto favorevoli per lo sviluppo dell’energia solare grazie al suo clima mediterraneo e rilevanti potenzialità anche nel settore dell’energia eolica.

l’AIDA i settori dell'economia albanese con alto potenziale di sviluppo sono: energia rinnovabile, minerario –petrolifero e gas, turismo, manifatturiero, agricoltura, trasporti e logistica, telecomunicazioni.

diretto di AIDA nello sviluppo economico è evidenziato attraverso la facilitazione ed il sostegno degli investimenti diretti in Albania, l’aumento della competitività e la capacità innovativa delle piccole e medie imprese (PMI) ed il sostegno alle esportazioni di beni e di servizi.

ALBANIA

■ Energia Rinnovabile

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Il risarcimento dovrà essere versato senza ritardo e gli interessi calcolati al tasso di mercato con decorrenza dalla data di espropriazione; la compensazione è completamente trasferibile e convertibile al tasso di cambio di mercato alla data dell’esproprio. Un investitore straniero ha il diritto di chiedere una revisione immediata di un’espropriazione o di una compensazione, attraverso il ricorso alle istituzioni giuridiche od amministrative.

La maggior parte delle attività imprenditoriali (tra cui ad esempio i finanziamenti, costruzioni, i servizi sanitari privati, professioni legali e notarili, la produzione e la vendita di prodotti farmaceutici, servizi di telecomunicazioni, la produzione di energia / attività del commercio, trasporti, ecc) richiede una licenza specifica rilasciata dall'autorità competente.

L’AIDA (Albanian Investment Development Agency) è un soggetto giuridico pubblico costituito ai sensi della Legge n. 10303 del 15 Luglio 2010 alle dipendenze del Ministro risposabile per l’economia.

■ Turismo

La legge sul gas naturale permette la creazione di un mercato competitivo in questo settore e la sua integrazione nei mercati regionali ed europei. Questa legge costituisce la base giuridica necessaria per l'attuazione di politiche, norme e procedure per l'organizzazione e la regolamentazione del mercato del gas naturale.

Il settore del turismo è disciplinato in Albania dalla nuova legge n.93/2015 “Per il turismo”, la quale è parzialmente uniformata all'articolo 2, all’articolo 3 ed all’Allegato della Direttiva del Consiglio n. 90/314/CEE del 13 giugno 1990; inoltre è parzialmente uniformata all'articolo 2 e 3 del Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 692/2011/ UE, del 6 luglio 2011. - Economia e Mercati

L'arrivo del Trans-Adriatic Pipeline contribuirà a creare opportunità per la costruzione e successiva manutenzione del gasdotto e della centrale di compressione, nonché il miglioramento delle infrastrutture, di stoccaggio del gas salt-dome e la produzione di energia termica.

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La costruzione di impianti di energia idroelettrica è disciplinata principalmente dalla normativa in materia di concessioni. Altre fonti di energia (ad esempio eolica, fotovoltaica, biomasse e termica) sono regolate dalla decisione del Consiglio dei IlMinistri.Ministero delle Infrastrutture e dell'Energia (MEI) della Repubblica d'Albania ha ultimamente aperto un processo competitivo per impianti eolici di produzione di energia elettrica ad alta capacità e ubicazione a terra. Per assistere i potenziali offerenti, MEI ha commissionato un'analisi eolica generale del territorio albanese per indicare le aree potenzialmente idonee allo sviluppo di nuovi progetti eolici, nonché le aree inadatte / inaccettabili per lo sviluppo di progetti di energia eolica designati. Lo studio è accessibile all'indirizzo https://www.infrastruktura.gov.al/shprehje-interesi

L’Albania ha uno dei più grandi giacimenti petroliferi onshore in Europa continentale e le opportunità per le esplorazioni di petrolio e gas hanno attirato decine di società estere. Di conseguenza, a partire dal 1992, decine di nuovi pozzi onshore sono stati perforati e migliaia di nuovi 2D e alcuni profili sismici 3D sono stati completati, sia onshore che offshore.

■ Minerario – Petrolifero e Gas

Ai sensi della legge n. 7746 “Per gli idrocarburi” del 28.07.1993, ogni persona che intende impegnarsi in attività di ricerca, sviluppo e produzione di idrocarburi in Albania è tenuta a stipulare un accordo con il Ministero dell’Infrastruttura e Tuttedell'Energia.lepersone giuridiche, pubbliche o private, locali o straniere, le cui attività sono quelle di trasformazione, trasporto e commercializzazione del petrolio o di gas sono soggetti alla legge n. 8450 “Per la lavorazione, trasporto e commercio del petrolio, gas e derivati”, del 24.02.1999.

I depositi di minerali dell’Albania includono il cromo, rame, ferro-nichel, calcare, arenaria, asfalto e bitume naturale, calcare decorativo, arenaria decorativa massiccia.

Le operazioni esistenti di produzione del petrolio e le licenze di esplorazione del petrolio e del gas sia attuali che nuove, sia onshore che offshore, possono rappresentare ottime opportunità per le compagnie petrolifere e del gas estere, nonché fornitori affiliati di servizi del petrolio e gas.

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Il Governo Albanese ha attribuito particolare importanza allo sviluppo del turismo ed il Ministero del Turismo e dell’Ambiente ha dato priorità allo sviluppo del settore industriale del turismo: il completamento della legislazione secondaria per la legge sul turismo (occupandosi principalmente della standardizzazione delle strutture ricettive e delle guide che operano in Albania) ed al Piano dello sviluppo del turismo. La nuova legge del turismo, insieme con il suo pacchetto di supporto, offre vari incentivi agli investitori nel settore del turismo, al fine di migliorare la qualità e l'innalzamento degli standard in base al valore dell'investimento, rendendo così il nostro paese più competitivo nella regione in termini di investimenti.

I dati su esportazioni ed importazioni, entrambi aumentati negli ultimi anni, sono strettamente connessi al nuovo regime di esportazione, che vede l'importazione di capi semi-finali successivamente riesportati dopo diverse lavorazioni effettuate in Albania.

Secondo la nuova legge sullo sviluppo del settore, il Ministro competente, garantisce il finanziamento di progetti in materia di istruzione, promozione ed apprendimento, oppure modelli di prodotti turistici presentati da ogni ente compresi i Lestranieri.principali attività previste sono: (i) la costruzione, la ricostruzione, il miglioramento e l'estensione delle strutture esistenti, (ii) gestione degli alberghi, motel e villaggi turistici e strutture (iii) che completano località turistiche come ristoranti, negozi, terme e impianti sportivi .

ISO9001.■

Agribusiness

L’Albania offre importanti opportunità nel settore agricolo, grazie al suo clima favorevole ed al basso costo della forza lavoro rurale. Grazie all’uso di metodi tradizionali, la frutta, le verdure, la carne ed i prodotti lattiero-caseari albanesi sono

ALBANIA

I principali vantaggi di investire nel settore dell’abbigliamento sono: forza di lavoro disponibile in tutto il paese con esperienza nel settore, costo diretto e totale del lavoro inferiore a quelli vigenti nella maggior parte dei paesi comparabili, un facile accesso da/per l’Italia, la Grecia ed i mercati dei Balcani, esenzione dall’Iva o dai dazi doganali per il 100% dei produttori nel settore dell’abbigliamento secondo lo schema della riesportazione.

■ Manifatturiero

L’Albania è uno dei principali produttori di calzature e pelli. Le esportazioni di calzature albanesi sono raddoppiate negli ultimi anni. Le scarpe albanesi e le esportazioni di cuoio sono in crescita ogni anno. L’Albania è il secondo esportatore di calzature in Italia ed è altresì il paese ideale per la successiva esportazione verso i mercati italiani, europei e balcanici. Gli investitori stranieri in Albania stanno aumentando le esportazione verso i mercati extra-europei. Con gli accordi di libero scambio firmati con i paesi dei Balcani e l'UE, l’Albania offre opportunità d’esportazione senza restrizioni all’interno della regione. La qualità delle scarpe di pelle albanesi è elevata; molte aziende operanti nel settore hanno la certificazione

La produzione tessile e l’abbigliamento sono la principale fonte di lavoro nel settore manifatturiero. Sulla base di una forte tradizione post-bellica attiva nella produzione di indumenti, dalle privatizzazioni degli anni ‘90 molte aziende locali hanno consolidato una solida reputazione, mentre le imprese straniere hanno notevolmente aumentato la loro quota di produzione nel settore, in particolare nell'ambito della lavorazione per l’esportazione. Molte aziende straniere operano in Albania da oltre un decennio e continuano ad incrementare il loro lavoro con conseguente aumento dell’occupazione.

Come conseguenza della ratifica dell'Accordo sulla stabilizzazione ed associazione e la successiva concessione dello stato di paese candidato EU il 24 giugno 2014, l'Albania sta attualmente applicando le regole e gli standard europei in materia agricola.■

Il Corridoio VIII collega le regioni adriatico-ioniche con le regioni dei Balcani ed i paesi del Mar Nero. Da un punto di vista economico, con lo sviluppo delle reti transeuropee, la Commissione Europea mira a realizzare un migliore accesso territoriale verso i paesi dell’Unione Europea e, quindi, a sviluppare una maggiore mobilità di persone e merci secondo gli obiettivi del mercato unico e dei principi della mobilità sostenibile. Da un punto di vista dei trasporti, il Corridoio VIII è un sistema di multi-trasporto intermodale lungo l'asse est-ovest che comprende porti marittimi e fluviali, aeroporti, porti, strade e ferrovie, per un’estensione totale di c.a. 1270 chilometri di ferrovie e 960 chilometri di strade. Nel frattempo, la multinazionale Working Group sta sviluppando uno studio focalizzato sulla definizione della situazione attuale del corridoio e l'identificazione dei lavori ed iniziative necessarie per la sua attivazione rapida come un itinerario europeo e per la definizione di un piano di sviluppo futuro.

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Ad ottobre 2021, Albania, Bulgaria e Macedonia del Nord, che sono i tre paesi direttamente interessati da questo progetto, hanno sottoscritto un memorandum di collaborazione per il cordinamento e l'intensificazione delle loro attività a sostegno di questo progetto.

02 - Economia e Mercati

coltivati e prodotti con pochissimi additivi artificiali, prodotti chimici o pesticidi. L’Albania è così in grado di diventare uno dei principali produttori mondiali ed esportatore di alimenti biologici di qualità destinati ai mercati regionali, europei e nordamericani.

La posizione geografica dell’Albania pone il Paese in una posizione molto favorita per gli investimenti nelle infrastrutture e lo sviluppo del settore dei trasporti.

Trasporti e Logistica

Il Corridoio VIII è stato approvato a Creta nel 1994 e confermato a Helsinki nel 1997. Anche se il suo costo è stato considerato basso, il Corridoio VIII è stato caratterizzato da una evoluzione molto lenta, a causa della mancanza di investimenti. Un memorandum d’intesa firmato a Bari, che ha aggiunto a questa arteria il gateway di Bari, Brindisi (Italia) e Valona (Albania), ha aumentato l’interesse del Governo italiano che ha pertanto deciso di finanziare una parte importante del progetto.

■ Strade

Il focus del Governo Albanese è il miglioramento continuo dell'infrastruttura stradale nazionale. In questo ambito, entro il 2021 dovrebbero essere completati i lavori per la strada di Arbri e nella primavera del 2022 l'asse stradale Kardhiq-Delvinë

Il settore agro-alimentare è una parte significativa dell’economia albanese, rappresentando circa il 20% del PIL e impiegando il 46% della forza lavoro nazionale. Investimenti importanti sono stati effettuati negli ultimi anni ed il valore aggiunto del settore è aumentato in modo continuativo. In particolare, sono previsti notevoli investimenti da parte del Governo albanese nel sistema di irrigazione e di drenaggio che non includono solo la riabilitazione dei canali, ma anche la modernizzazione di tutto il sistema.

L’Albania ha alcuni corridoi nazionali ed è anche collegata ad una serie di corridoi logistici regionali. Uno dei principali è il Corridoio VIII Pan-Europeo.

La EBRD ha concesso alla Repubblica d’Albania un prestito, a beneficio delle Ferrovie Albanesi. Il progetto fa parte del Percorso 2 della Rete Principale dei Balcani Occidentali che collega le città di Podgorica, in Montenegro e Valona in Albania ed è stato stabilito come estensione indicativa per le reti trans europee di trasporto (TEN-T) per il nucleo della Rete ferroviaria dei Balcani Occidentali.

sarà pronto per i cittadini. Sempre nel corso del 2022 è previsto l'inizio dei lavori in alcuni altri importanti progetti come il Tunnel di Llogara, il Grande Anello di Tirana, ecc.

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Lo sviluppo del trasporto marittimo è parte della strategia National Transport e del Piano D'azione 2016-2020 attraverso investimenti di sviluppo come da piani regolatori e con un orientamento verso l'economia di mercato, attraverso il raggiungimento: l'aumento del volume di merci in porti albanesi e l'aumento del numero di passeggeri trasportati da traghetti; la riabilitazione delle infrastrutture e sovrastrutture delle 4 porte principali, tra cui i porti turistici; sviluppo di porti turistici, tra cui la costruzione della loro infrastruttura e sovrastruttura, al fine di aumentare il numero di navi turistiche che potranno ancorarsi in questi porti, aumentando così il numero di turisti e dei ricavi generati dal turismo marino. È in fase di costruzione il nuovo porto turistico di Saranda mentre a gennaio 2022 dovrebbero iniziare i lavoro per la trasformazione del porto di Durres con un investimento previsto di 2 miliardi USD da parte del gruppo EMAAR, mentre nel 2023 sono previsti investimenti per la costruzione del porto turistico di Vlore e Shengjin.

■ Ferrovie

A febbraio 2021 è stato sottoscritto con la società italiana INC S.P.A il contratto per l'avvio dei lavori per il risanamento della ferrovia Tirana-Durazzo e la realizzazione della tratta per il collegamento con l’Aeroporto “Nene Tereza” di Tirana.

Il progetto sosterrà lo sviluppo economico nazionale dell'Albania e contribuire all'integrazione regionale dell'Albania, migliorando la connettività delle sue principali città al porto di Durazzo e TIA.

L'Albania ha attualmente porti in quattro città principali: Durazzo, Valona, Saranda e Shengjini, con piani di continua espansione soprattutto nel campo dei porti turistici.

ALBANIA

Il Parlamento albanese ha approvato la legge n. 142/2016 "Codice Ferroviario" –in vigore dal gennaio 2018 – la quale stabilisce principi e procedure relative all'attività ferroviaria in Albania. L’intento è la divisione delle attività della Ferrovia Albanese, separando le operazioni ferroviarie dalla gestione delle infrastrutture, in linea con l'acquis dell'UE, e con la creazione di un'autorità indipendente della sicurezza e regolamentazione del settore. Il livello di investimenti in infrastrutture ferroviarie resta trascurabile, con conseguente deterioramento dei servizi di Neitrasporto.prossimi anni, l'Albania dovrà promulgare normative nel settore (con particolare riferimento alle tematiche della sicurezza, indagini sugli incidenti, l'interoperabilità, carico di rete), investire nel miglioramento della rete ferroviaria esistente (manutenzione e preventiva) ed integrazione nelle reti logistiche nazionali ed internazionali.

Il Codice marittimo albanese disciplina i principi fondamentali in materia di diritto marittimo.

■ Porti

Ai sensi della legge, le persone fisiche e giuridiche sono libere di fornire servizi e di costruire reti di telecomunicazione. Per operare in questo settore è necessario ottenere un’autorizzazione dall’Autorità delle Telecomunicazioni e Postale che è un’Autorità regolamentare ed indipendente. Possono essere altresì considerate autorità di particolare rilievo nel settore: il Garante per il Diritto all’Informazione e Tutela dei Dati Personali; il Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione.

È stata pubblicata di recente la Procedura Aperta per il Contratto di Servizio per l'attuazione della valutazione e selezione degli investimenti nell'ambito del progetto dal titolo "Iniziativa per migliorare il trasporto transfrontaliero attraverso il collegamento ferroviario tra Grecia e Albania che prevede la costruzione di una nuova linea ferroviaria di circa 130 km da Krystalopigi a Pogradec.

Ad ottobre 2021 è stata indetta la gara pubblica per la costruzione del quarto aeroporto in Albania che sarà un aeroporto regionale di categoria 3C, destinato agli aeri turboprop ed aeri con turbina , con una pista di 2200 metri.

Inoltre, l'Unione Europea ha finanziato lo studio di fattibilità per la riabilitazione della linea ferroviaria di DurazzoElbasan-Pogradec e la costruzione di una nuova linea da Lin (Pogradec) al confine della Macedonia del Nord.

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Oltre agli aeroporti come sopra, Il Governo Albanese ha intenzione di costruire altri due aeroporti più piccoli e di carattere sportivo nella zona di Korce e Gjirokastres che comunque presentano un'altra opportunità di sviluppo per l’Albania.

■ Telecomunicazioni

Il quadro normativo di riferimento è costituito principalmente dalla Legge n. 9918 del 19 maggio 2008 “Sulle comunicazioni elettroniche nella Repubblica d'Albania”, come successivamente modificata. Tale Legge mira a promuovere la concorrenza e l’efficienza delle infrastrutture, assicurare servizi necessari ed adeguati nel territorio della Repubblica d’Albania, in base al principio di neutralità tecnologica nel settore delle telecomunicazioni.

Nel 2021 è stato ultimata la costruzione dell’Aeroporto Internazionale di Kukes ZAYED- Flatrat e Veriut, mentre il primo volo commerciale con questo Aeroporto è stato effettuato in data 18 Aprile 2021.

■ Aeroporti L'aeroporto internazionale di Tirana - Rinas "Madre Teresa" Albania, è attualmente gestito da un operatore nell'ambito di un contratto di concessione stipulato con il Governo Albanese. Il Ministero dell’Infrastruttura e dell'Energia e le autorità concessionarie dell'aeroporto internazionale hanno firmato nel 2016 un accordo in base al quale l'esclusività del aeroporto viene ridotta. Questo accordo ha dato il via libera ad altri aeroporti e aerodromi, come quelli di Kukes e Valona e la riduzione delle spese di funzionamento per le compagnie aeree i cui aeromobili transitano in Albania.

Nel settembre 2019 è stato presentato dal Governo il progetto di fattibilità mentre ad Aprile 2021 è stato sottoscritto anche il contratto di concessione tra il Governo della Repubblica D’Albania ed il consorzio aggiudicatario per la progettazione, costruzione e gestione dell’Aeroporto Internazionale di Vlore, di categoria 4E, la più alta in Albania.

02 - Economia e Mercati

Le ultime modifiche alla Legge n.9918 / 2008 sono state apportate dalla Legge n. 102 del 24 ottobre 2012 che ha interamente uniformato il quadro legislativo nazionale ai principi e disposizioni delle direttive europee e dalla Legge n. 107/2018. Albtelecom è l’operatore delle linee fisse in Albania, il cui 76% delle azioni è privatizzato dal 2005. Il servizio di telefonia mobile in Albania è attualmente gestito da tre operatori: ONE Telecomunication (in origine denominata AMC); Vodafone; e la stessa Albtelecom.

ALBANIA

Inoltre, l’Albania è geograficamente un paese europeo e nel prossimo futuro lo diventerà anche politicamente, vista la sua rapida evoluzione nel raggiungimento degli standard europei e grazie al suo attuale status di paese candidato all’ingresso nell'UE.■

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Nel tentativo di aumentare gli investimenti in settori strategici, nel maggio 2015 il Governo Albanese ha approvato una nuova legge sugli investimenti strategici, che crea due Procedure - Procedura Assistita o Procedura Speciale - e delinea i criteri, le regole e le procedure che le autorità statali devono utilizzare nel concedere lo status di investimento strategico. Un investimento strategico è un investimento di interesse pubblico sulla base di diversi criteri, tra cui: dimensioni degli investimenti, tempi di implementazione, produttività e il valore aggiunto, creazione di nuovi posti di lavoro, priorità economiche settoriali, sviluppo economico regionale e locale, ecc. La legge non discrimina ne investitori stranieri e Ilnazionali.quadro normativo in materia di investimenti strategici è oggetto di una nuova riforma che dovrebbe portare all’approvazione a breve della nuova Legge sugli Investimenti.

■ Leasing agevolati per le proprietà statali Gli investitori possono sottoscrivere contratti di locazione di proprietà demaniali, quali terreni o edifici a tassi inferiori rispetto a quelli di mercato. Nel caso di attività di produzione, il livello di riduzione dell’affitto sarà determinato di conseguenza al livello degli investimenti realizzati ed ai nuovi posti di lavoro creati. In base alla Decisione del Consiglio dei Ministri n. 54 del 5 febbraio 2014 emendato, il Consiglio dei Ministri può concedere contratti di locazione di immobili pubblici aventi superficie superiore ai 500 m2 al costo simbolico di 1 euro/m2 invece del

Con Decisione del Consiglio dei Ministri n. 277 del 29.03.2017, il Governo Albanese ha approvato il Piano Nazionale delle Frequenze determinando così il quadro regolamentare con riferimento all’amministrazione ed all’ uso delle frequenze in Inoltre,Albania.con successiva Decisione del Consiglio dei Ministri n. 468 del 30 maggio 2013, come successivamente modificata, è stato approvato il piano nazionale per lo sviluppo delle trasmissioni nazionali .

Investimenti strategici

L’Albania non è solo un paese che ha notevoli risorse naturali ma ha anche un’economia in crescita grazie agli incentivi di legge, volti ad attirare gli investitori. Come accennato in precedenza, l’Albania garantisce parità di trattamento tra investitori stranieri e nazionali, il profitto totale ed il rimpatrio dei dividendi (al netto delle imposte), il rimpatrio di fondi provenienti da società liquidate, trattati contro la doppia imposizione fiscale in vigore con 40 paesi e gli accordi bilaterali sulla promozione e protezione degli investimenti reciproci in vigore con 34 paesi.

2.2.4 Incentivi

prezzo di gara a condizione che vengano realizzate le seguenti attività: a) attività di produzione industriale, con livelli di investimento oltre 2,4 milioni di euro; b) attività di perfezionamento attivo con almeno 50 contratti di lavoro; c) attività agro-alimentari come: raccolta, trasformazione e vendita di prodotti agricoli o alimentari con livelli di investimento oltre 800 mila euro; d) attività in materia di istruzione, attività nel campo dei media con livelli di investimento oltre 1,6 milioni di euro; e) attività in materia di servizi di costruzione, manutenzione, decostruzione di imbarcazioni marine con livelli di investimento oltre 4,0 milioni di euro.

■ Zone tecnologiche di sviluppo economico

In conformità alla legge n. 54/2015 “Modificazioni della legge n. 9789 del 19 luglio 2007 in materia di costituzione e funzionamento delle zone economiche” i termini “zone franche” o “parchi industriali” sono stati sostituiti con il termine “zone tecnologiche e di sviluppo economico”.

Inoltre, è prevista la possibilità di stipulare contratti di locazione di immobili pubblici al costo simbolico di 1 euro/m2 senza gara per investimenti superiori ai 800 mila euro, per lo sviluppo di aree particolari, a condizione che vengano realizzate: a. attività nei settori dello sport, cultura, turismo e del patrimonio culturale; b. attività che risolvano problemi sociali in particolari settori.

Le zone tecnologiche e di sviluppo economico comprendono qualsiasi attività economica soggetta alle leggi vigenti ad esclusione delle attività che danneggiano l’ambiente ed in senso generale la ricchezza nazionale del paese.

■ Disponibilità di Siti

Tali attività possono essere svolte da cittadini albanesi o stranieri (persone fisiche o giuridiche), previo ottenimento delle relative licenze, rilasciate da parte dell'amministrazione della zona economica.

Infatti, le “zone tecnologiche e di sviluppo economico” (ZTSE) sono definite come un territorio separato, costituito da una superficie definita di terreno o costruzione o altro tipo di immobile, sviluppata in base ad un piano generale e munita dell’infrastruttura necessaria per la produzione, sviluppo industriale, commercio, servizi, che costituisce parte del territorio doganale della Repubblica d’Albania, ma che si differenzia da questo territorio per il regime fiscale e doganale.

Vi sono diversi siti disponibili sotto l'iniziativa Albania One Euro, compresi i parchi industriali elencati di seguito i quali hanno, di massima, migliori condizioni economiche in Albania rispetto ai paesi dell’Europa orientale o in altri paesi dei Balcani. I costi dell’elettricità e dell’acqua sono uguali o inferiori a quelli degli altri paesi. Fabbricati industriali sono disponibili per lavori di ristrutturazione e, in molti casi, sono di proprietà del governo e, come tali, sono offerti con contratti di locazione finanziaria vantaggiosi e proporzionati in base al numero di posti di lavoro che verranno creati

02 - Economia e Mercati

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Le suindicate “Zone Tecnologiche e di Sviluppo Economico” (ZTSE) possono essere costruite, amministrate e gestite, dallo Stato oppure da ogni ente giuridico, compresa ogni persona giuridica munita di licenza, di diritto straniero o nazionale, che

Le ZTSE sono proclamate tali con decisione del Consiglio del Ministri, su proposta del Ministro responsabile per l’economia. La selezione del gestore di ZTSE (nel caso di partecipazione dello Stato) è effettuata in base ai criteri ed alle procedure definite con decisione del Consiglio dei Ministri n. 64 del 22 luglio 2015. All’interno della ZTSE possono esercitare la propria attività economica tutte le persone fisiche o giuridiche interessate (“Operatori”), comprese le persone fisiche o giuridiche straniere, parimenti considerate.

Gli ottimi rapporti tra l’Italia e l’Albania si basano si profonde e solide fondamenta storiche, culturali ed economiche che legano i due paesi. Per l’Albania l’Italia resta un interlocutore privilegiato. Essendo il primo donatore bilaterale nell’arco degli ultimi venti anni, il principale partner commerciale, ed un importante investitore, il quale ospita la più fiorente comunità albanese all’estero.

I due paesi hanno stipulato una serie di Accordi Bilaterali al fine di creare condizioni favorevoli per una maggiore cooperazione economica tra i due Paesi e, in particolare, per investimenti da parte dell’Italia nel territorio Albanese e viceversa, riconoscendo che la promozione e la reciproca protezione, in base agli Accordi internazionali, di tali investimenti, contribuiranno a stimolare iniziative imprenditoriali idonee a favorire la prosperità dei due paesi.

■ i gestori o gli operatori della zona sono esentati dalla tassa sul trasferimento del titolo di proprietà immobiliare;

■ la fornitura di beni di origine albanese destinati alla collocazione nella zona viene considerata come fornitura per export a tasso zero, in conformità alle disposizioni di legge per l’imposta sul valore aggiunto ed alla legislazione doganale, per le costruzioni realizzate in questa zona, secondo il progetto del gestore sono esenti dalla tassa sui beni immobili per un periodo di cinque anni;

costituisce, amministra e controlla il funzionamento dello sviluppo tecnologico ed economico della zona, in conformità con le disposizioni della presente legge, ed agli altri atti di legge ed alle fonti secondarie per la sua applicazione (“Gestore”).

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■ il 20% delle spese annue di capitale vengono riconosciute al gestore che investe nella zona come spese deducibili, entro tre anni dalla data di inizio delle opere o all’operatore che investe nella zona, entro tre anni dall'inizio della l'attività economica nella zona, indipendentemente dall’ammortamento, per un termine di due anni;

Inoltre, tra i due paesi esistono diversi altri accordi di cooperazione e sviluppo in campi specifici.

ALBANIA

La normativa concernente le ZTSE è molto favorevole per gli investimenti ed offre incentivi concretamente tangibili per le ■imprese:ilgestore o gli Operatori hanno diritto di detrarre il 50% dall’imposta sull’utile, per i primi cinque anni, dalla data di inizio della loro attività nella zona;

2.3 RAPPORTI CON L’ITALIA

■ le somme pagate dal datore di lavoro al dipendente a titolo di retribuzione e contributi previdenziali sono dedotte per il 150% del loro valore, durante il primo anno di attività. Negli anni successivi, le somme aggiuntive rispetto al primo anno di attività, pagate dal datore di lavoro al dipendente a titolo di retribuzione e contributi previdenziali, sono dedotte per il 150% del loro valore, ai fini dell’imposta sull’utile.

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02 - Economia e Mercati

La Convenzione Italo-Albanese per evitare la doppia imposizione fiscale è stata firmata a Tirana il 12.12.1994, ed è stata ratificata in Italia con Legge n. 175 del 21.05.1998, pubblicata sul Supplemento Ordinario alla G.U. 130 del 06.06.1998Serie Generale, ed è entrata in vigore il 08.06.1998, ed in Albania con la Legge n. 7934 del 17.05.1995. La Convenzione si applica alle imposte sul reddito e sul patrimonio prelevate per conto di ciascuno degli Stati contraenti, delle sue suddivisioni politiche o amministrative o dei suoi enti locali, qualunque sia il sistema di prelevamento.

Il Forum Economico è stato organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Tirana e promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e dal Ministro dello Sviluppo Economico, in collaborazione con ICE (Agenzia per la Promozione all’estero e l’Internazionalizzazione delle Imprese italiane), Confindustria, ABI (Associazione Bancaria Italiana), Alleanza delle Cooperative Italiane, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, R.E TE. Imprese Italia e Union ConfindustriaCamere.Albania ha organizzato a Tirana, il 27 marzo 2018, la Conferenza su: “La Riforma Giudiziaria, elemento fondamentale per gli investimenti esteri”. L’evento, che ha visto la partecipazione dell’Ambasciatore d’Italia a Tirana e del Ministro per la Difesa delle Imprese, si è proposto di dare rilevanza alla Riforma Giudiziaria per accreditare un clima sempre più favorevole per gli investimenti esteri in Albania.

La Cooperazione Italiana è presente in Albania dal 1991, con un impegno finanziario complessivo di oltre 750 milioni di euro. Al momento sono attive iniziative per lo sviluppo che ammontano in totale a circa 240 milioni, che fanno dell’Italia uno dei principali donatori internazionali attivi nel Paese. Il 12 Febbraio 2010 è stata firmata a Roma la ”Dichiarazione sullo Stabilimento di un Partenariato Strategico” tra i due Paesi, incentrata su sette aspetti cruciali della cooperazione tra Italia e Albania.

L’interscambio commerciale con l’Italia rappresenta il 36,2% del volume complessivo dell’interscambio commerciale. Nel 2018 il 48.2% delle esportazioni albanesi sono fatte verso l’Italia mentre l’Albania importa dall’Italia il 27,3% dell’import Sulcomplessivo.territorio

albanese sono presenti piu’ di 700 imprese italo-albanesi piccole e medie, una delle più grandi banche, Intesa San Paolo , e taluni gruppi industriali medio-grandi affermatasi principalmente nei settori del cemento, dell’agroalimentare e Neidell’energia.giorni18-20

febbraio 2018 si è tenuto a Tirana il forum economico “Italian Business Mission to Albania”, al quale hanno partecipato più di 200 imprese italiane, confermando il grande interesse dell’imprenditoria italiana verso un paese con grandi potenzialità come l'Albania, con particolare focus sul settore dell’agroindustria, dell'energia ed dell'infrastruttura.

La collaborazione e le relazioni tra Italia e Bielorussia sono solide e di lungo corso, l’amicizia e la vicinanza tra i due paesi si declinano sia dal punto di vista sociale che economico, con diversi investitori italiani operanti nel paese ed un volume di interscambio sicuramente interessante considerando le dimensioni del mercato interno.

I settori principali che compongono lo scambio sono rappresentati da meccanica, meccanica di precisione, arredamento, tessile ed agroalimentare con interessanti possibilità di sviluppo del settore delle opere civili, della green economy e IT.

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Prefazione

Rappresento con orgoglio le imprese che operano nel mercato Bielorusso, l’esserci riuniti ed associati ha portato ad una condivisione di esperienze pluriennali e plurisettoriali, oltre ad un rafforzamento dei rapporti con gli Enti Istituzionali Italiani ed Europei presenti nel paese, Ambasciata d’Italia a Minsk, ICE, Camera di Commercio Italia-Bielorussia, Ambasciata Europea a Minsk.

Gettando le basi, in collaborazione con le Istituzioni sopra citate, per la creazione ed il consolidamento di un efficace Sistema Italia in Bielorussia.

A nome di tutti gli Associati e Stakeholder di Confindustria Bielorussia, rivolgo i miei ringraziamenti a Confindustria Est Europa per la possibilità di partecipare attivamente a questa iniziativa editoriale, che si prefigge di delineare, in modo sintetico ed accessibile le caratteristiche degli 11 Paesi costituenti Confindustria Est Europa.

Aspetto importante di questo paese è la sua posizione, crocevia di due importanti direttrici commerciali: quella tra il Mare del Nord ed il Mar Nero, da Nord a Sud, e quella tracciata dalla via della Seta tra Europa, Russia e Cina che si estende da Ovest verso Est, questa collocazione Centrale nel continente Europeo attribuisce alla Bielorussia un importante ruolo strategico e logistico come porta di ingresso di un mercato in pieno sviluppo e crescita come quello dell’Unione Eurasiatica.

Marco Tozzi Presidente di Confindustria Bielorussia

Il contesto storico nel quale stiamo vivendo è purtroppo segnato da avvenimenti che ci hanno esortato a sforzi di coesione, sostegno reciproco e duttilità sia nel contesto privato della nostra vita quotidiana, che in quello professionale, segnato da trasformazioni che si sono rese necessarie per far fronte all’emergenza pandemica. L’affrontare nuove sfide richiede sforzo e determinazione, ed avere la possibilità di condividere pratiche e soluzioni in un ambito associativo certamente garantisce un vantaggio verso il successo.

Il paese, parte dell’Unione Doganale Eurasiatica ha aderito ad un trattato di libero scambio di cittadini e merci tra Russia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan, oltra a regimi agevolati relativi a VAT e ad un sistema normativo per certificazioni di prodotto unificato.

In quest’ottica si configura la Guida Paesi di Confindustria Est Europa, condividere le caratteristiche ed il background socio-economico di ogni paese per delineare un network e porsi come strumento per accompagnare le imprese verso scelte di internazionalizzazione, creazione o consolidamento di filiere produttive, e sviluppo in nuovi mercati ad alto potenziale.

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Nel 2022 ricorre il trentesimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche fra Italia e Bielorussia. Molto è stato ottenuto in questi anni, ma molto resta ancora da fare.

Le relazioni umane continuano a rappresentare la base fondamentale dello stretto legame esistente fra l’Italia e la Bielorussia.Subito

Introduzione

Inoltre, a partire dal 1992, le famiglie italiane hanno adottato circa 3.000 bambini bielorussi. L’Italia è l’unico Paese i cui cittadini possono adottare bambini bielorussi.

dopo l’avvio delle relazioni diplomatiche fra Roma e Minsk, fu lanciato il progetto dei soggiorni terapeutici a favore dei bambini vittime della tragedia di Chernobyl. Venne organizzato un grande ponte aereo umanitario, grazie al quale quasi 500.000 bambini bielorussi hanno visitato l’Italia almeno una volta negli ultimi 30 anni, circondati dall’amore e dall’affetto delle famiglie italiane. Si tratta di un progetto unico al mondo.

È corretto quindi affermare che le relazioni umane sono diventate la base della cooperazione fra Italia e Bielorussia, aprendo la strada verso un partenariato stabile che non dipende dai Governi e non è soggetto alle turbolenze della politica o dell’economia.

Non sappiamo ancora quando si normalizzerà la situazione collegata al Coronavirus, ma stiamo già gradualmente riaprendo le nostre frontiere per alcune categorie di cittadini bielorussi che intendono recarsi in Italia per motivi di affari o di studio e per altri casi particolari.

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Contiamo di aumentare e di diversificare l’interscambio commerciale, puntando sia sui settori tradizionalmente forti dell’economia italiana - arredamento, tessile, agro-alimentare - sia su comparti come i beni strumentali alla produzione, l’ingegneria civile, i prodotti medico-sanitari e l’economia verde.

Prima della pandemia da COVID, l’Italia puntava ad un aumento fino ad 1 miliardo di euro all’anno dell’interscambio. Probabilmente non raggiungeremo in tempi brevi questo ambizioso obiettivo ma continueremo a lavorare in questa direzione, una volta che la situazione interna bielorussa si sarà stabilizzata.

Le strette relazioni umane fra Italia e Bielorussia hanno favorito il commercio e la collaborazione bilaterale in campo economico ed hanno svolto un ruolo fondamentale ai fini dello sviluppo del partenariato fra i due paesi.

Speriamo in un futuro non lontano di poter riattivare i flussi turistici, sfruttando al massimo il potenziale insito nell’entrata in vigore dell’Accordo per la Facilitazione dei Visti firmato dall’Unione Europea e la Bielorussia nel gennaio scorso. Probabilmente ci vorrà ancora un po' di tempo, ma ci stiamo avvicinando all’obiettivo.

Nel frattempo, esortiamo gli imprenditori italiani a venire in Bielorussia, a rendersi conto di persona delle potenzialità che offre questo paese: buona qualità della forza lavoro, basso costo dell’energia, collocazione strategica nel cuore dell’Europa lungo la direttrice Est-Ovest / Nord-Sud del Vecchio Continente.

La Bielorussia sta vivendo una fase complicata della propria storia, ma sono fiducioso che ne uscirà più forte di prima.L’Italia non lesinerà gli sforzi per aiutare i bielorussi a creare un paese moderno, sovrano e prospero.

S.E. Mario Giorgio Stefano Baldi Ambasciatore d’Italia a Minsk

ContestoPolitico01

ContestoPolitico

Il suo punto più alto è il monte Dzeržinskij, con 345 m, mentre il punto più basso è sul fiume Nëman, a 90 m.

Il territorio ha una superficie di 207'600 km², ed è caratterizzato da una vasta pianura con numerosi laghi e paludi, ondulato a Nord da depositi morenici e attraversato dai fiumi Divna, Dnepr e Pripjat. A nord est è presente un'ampia zona di laghi, nel terriorio è possibile contare un totale di circa 11’000 laghi.

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1.1 PROFILO PAESE

La Bielorussia è uno Stato dell'Europa orientale. Confina a ovest con Polonia e Lituania, a est con la Russia, a sud con l'Ucraina e a nord con la Lettonia; non ha sbocchi sul mare, ma possiede numerosi corsi d'acqua navigabili.

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Le risorse naturali della Bielorussia sono foreste, miniere di cloruro di potassio, depositi di torba, piccole quantità di petrolio e gas naturale, granito, pietra calcarea dolomitica, marna, gesso, sabbia, ghiaia e argilla.

Ci sono poi altre piccole minoranze etniche, quali ebrei, armeni, tatari, rom, azeri, lituani e altri ancora.

5. Regione di Mahilëŭ (Mahilëŭ)

2. Regione di Brėst (Brėst)

AMMINISTRATIVE E POPOLAZIONE

01 - Contesto politico

3. Regione di Homel' (Homel')

LaCLIMABielorussia è caratterizzata da un clima continentale con notevoli escursioni termiche. Le temperature medie invernali si aggirano sui -6 e -10 C, e possono scendere sotto i -18 C. Nelle notti invernali non è difficile raggiungere i -30 C, anche se mediamente la temperatura si mantiene sui -20°C. La neve copre il suolo per 3-4 mesi.

Le precipitazioni non sono particolarmente abbondanti, rimanendo ovunque sotto i 750 mm/anno, con apporti maggiori in estate sotto forma di violenti temporali e rovesci.SUDDIVISIONI

Si tratta di una popolazione caratterizzata da un carattere multi-etnico e tollerante, aspetto direttamente derivante dalla storia del paese e dalla sua posizione geografica, centrale e crocevia tra due importanti direttrici, quella Nord-Sud tra Mar Baltico e Mar Nero\Mediterraneo e quella Est-Ovest tra Europa ed Eurasia lungo la via della LeSeta.lingue

4. Regione di Hrodna (Hrodna)

La maggioranza della popolazione bielorussa fa parte del gruppo etnico dei bielorussi che costituisce l'83,7% del totale, su una popolazione totale di 9'470’400 abitanti.

ufficiali dello Stato sono il bielorusso ed il russo dal 1995. Sebbene entrambe siano ufficiali, gran parte delle indicazioni siano scritte in Russo e la popolazione tende ad utilizzare il Russo. È molto difficile trovare qualcuno che parli solo il bielorusso, mentre è facile il contrario. Il russo è la lingua utilizzata dal 90% della popolazione, contro il 10% del bielorusso.

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La densità della popolazione è bassa, pari a 45,8 ab/ km2, ma risulta particolarmente elevata nella regione metropolitana di Minsk e nei principali centri urbani, ch contano i seguenti numeri di abbiatanti: Gomel (535.229), Moghilov (380.440), Vitebsk (377.772), Grodno (368.662), Brest (310.800).

Al più alto livello amministrativo, la Bielorussia è divisa in sei regioni (вобласці - voblasci; sing. вобласць - voblasć) e il territorio della capitale (gorad, ovvero "città"), ossia la città di Minsk, un grande e moderno centro metropolitano che conta circa 2 milioni di abitanti.

1. Città di Minsk

6. Regione di Minsk (Minsk)

I russi sono il secondo gruppo etnico più grande. Seguono i polacchi e gli ucraini. La minoranza polacca è concentrata principalmente nella regione di Hrodna, gli ucraini sono invece maggiormente presenti nel sud-ovest del paese.

7. Regione di Vicebsk (Vicebsk)

La Bielorussia, indipendente dal 1991 dopo la caduta dell`USSR, è una Repubblica presidenziale il cui attuale Presidente, in carica dal 1994, è Aljaksandr Lukašėnka, che governa assieme all'Assemblea nazionale il parlamento.

Dall'ottobre 2020 l'UE ha imposto gradualmente misure restrittive nei confronti della Bielorussia. Le misure sono state adottate in risposta agli avvenimenti succeduti alle elezioni presidenziali in Bielorussia dell'agosto 2020.

Il territorio è amministrato dalle Amministrazioni

1.3 RELAZIONI DELL'UE CON LA BIELORUSSIA AL GIORNO D’OGGI

58 BIELORUSSIA

Il potere legislativo è affidato al parlamento bicamerale composto dalla Camera dei Deputati (110 membri eletti a suffragio universale per 4 anni) e dal consiglio della Repubblica (56 membri di cui 48 eletti dai consigli regionali e 8 scelti dal Presidente).

1.2 ORDINAMENTO DELLO STATO

Ogni camera ha la facoltà di opporsi alle leggi redatte dalle autorità locali, se contrarie alla costituzione bielorussa.

(CE) 765/2006 stabilisce il quadro normativo sanzionatorio concernente le misure restrittive adottate nei confronti della Bielorussia. Le misure restrittive previste dal Regolamento includono limitazioni di carattere merceologico, tra cui il divieto di esportazione di armi e attrezzature utilizzate per la repressione interna, oltre che divieti settoriali che colpiscono i settori del tabacco, dei prodotti petroliferi e dei prodotti di cloruro di potassio.

Sono previste, inoltre, misure restrittive di carattere soggettivo, tra cui il congelamento dei beni e il divieto di mettere fondi o risorse economiche a disposizione dei soggetti ed entità designate. Sono previste anche restrizioni di natura finanziaria, tra cui divieti di finanziamento e il divieto di acquisto, vendita, prestazione di servizi d’investimento e assistenza all’emissione di valori mobiliari e strumenti del mercato monetario oltre certe scadenze, nonché il divieto di qualsiasi attività di assicurazione e riassicurazione a favore di enti pubblici bielorussi.

Attualmente nel quadro del regime di sanzioni nei confronti della Bielorussia sono designate in totale 26 entità e 183 persone, tra cui numerosi membri dell'establishment ed aziende statali in vari settori strategici per l'economia e Ill'industria.Regolamento

La Camera dei Rappresentanti ha il potere di nominare il primo ministro, di apportare modifiche alla costituzione e di promuovere un voto di fiducia nei confronti del primo ministro, inoltre svolge funzioni consultive, predisponendo pareri in materia di politica interna ed estera.

Il potere esecutivo è esercitato dal Presidente, che è eletto a suffragio universale per 5 anni ed ha ampi poteri: nomina il Governo, può dichiarare lo stato di emergenza e comanda le forze armate; e può emanare decreti aventi immediata forza di legge.

Il Consiglio della Repubblica ha il potere di scegliere i vari funzionari di governo e di approvare o respingere le leggi varate dalla Camera dei Rappresentanti.

Il potere giudiziario è esercitato dalla Corte Suprema (i cui giudici sono nominati dal Presidente) e dalla Corte Costituzionale (la metà dei giudici sono eletti dal Presidente e la restante metà dalla Camera dei Deputati).

Regionali per le 6 province della Repubblica. Il suffragio è universale per i maggiori di 18 anni.

Al momento sono in analisi deroghe e distribuzione di quote di import per particolari codici merciologici inclusi nella Direttiva n.700 del Governo della Repubblica di L’auspicioBielorussia.della

01 - Contesto politico

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Dal 28 giugno 2021 la Bielorussia ha sospeso la sua partecipazione al partenariato orientale, trattato per la protezione ed il controllo delle frontiere principali della Comunità Europea verso Est.

comunità imprenditoriale ed istituzionale del Sistema Italia in Bielorussia è quello di una graduale distensione dei rapporti tra i due paesi per tornare ad avere bilanci di interscambio in crescita, così come registrato negli ultimi anni.

Tale misura, che se pur con carattere temporaneo, va ad intaccare i rapporti commerciali e di scambio di merci tra Italia e Bielorussia in un settore, quello agro-alimentare, di rilievo per il nostro tessuto produttivo, commerciale e distributivo, andando cosi’ a spostare quote di tale mercato verso paesi come la Federazione Russa, la Turchia e nuovi possibili partner come Cina e paesi dell’area ex-CIS.

Il Consiglio ha deciso il 4 giugno di rafforzare le misure restrittive vigenti in considerazione della situazione in Bielorussia introducendo un divieto di sorvolo dello spazio aereo dell'UE e di accesso agli aeroporti dell'UE da parte di vettori bielorussi di ogni tipo, rendendo difficoltoso l'accesso per via aerea al paese, se non attraverso la direttrice russa, numerosi sono i collegamenti tra la Bielorussia e vari aeroporti della Federazione Russa o attraverso la Turchia.

In risposta al pacchetto di sanzioni rilasciate dalla Comunità Europea, è stata approvata il 6 Dicembre 2021 la Direttiva n. 700 del Governo della Repubblica di Bielorussia che introduce il divieto di importazione, a partire dall’1 gennaio 2022 per un periodo di 6 mesi, di una serie di prodotti del settore agro-alimentare provenienti dai Paesi dell’Unione Europea e da altri paesi designati.

EconomiaeMercati02

Durante il periodo sovietico, la Bielorussia era una delle repubbliche più avanzate nei settori tecnologico, chimico e agricolo. Nella Regione della Capitale ed in quella di Homel', sono presenti grandi agglomerati industriali che fornivano macchine agricole e mezzi speciali (movimento terra e per il settore minerario e militare) all'intera Unione Sovietica, a vari paesi europei ed agli Stati Uniti, e che continuano ad avere elevati livelli di produzione verso vari mercati esteri. Il tessuto industriale è molto diffuso, caratterizzato da grandi industrie, perlopiù statali specializzate nei settori delle macchine agricole, movimento terra, mezzi speciali, componentistica meccanica, pneumatici, costruzioni, metallurgiche, chimico e petrolchimico. Le industrie sono molto sviluppate, ed è in netto aumento anche il settore della finanza e dell’IT.

62

EconomiaeMercati

02

L'economia della Bielorussia è assai fiorente. Lo sviluppo economico del paese è in discreto aumento, anche grazie all'industrializzazione nei campi della meccanica, della chimica, del settore tessile e del settore IT. Vicino a Minsk nel Parco industriale Cina-Bielorussia «Vjaliki kamen'», si stanno sviluppando industrie dedicate alla microelettronica e all'informatica con indici di crescita sicuramente di interesse.

Figure 2: GDP Forecast (National Statistical Committee of the Republic of Belarus) -

Come evidenziato dai dati, il GDP del paese, dopo un periodo di flessione nel 2020 si è attestato con percentuali di crescita intorno al 5,81 % nel primo semestre del 2021. Le stime previsionali confermano il trend di crescita del GDP anche per i prossimi anni.

Un'economia basata sulla produzione industriale su larga scala, agricoltura e allevamento e nell’ultimo periodo un fiorente sviluppo del settore IT, portano la Bielorussia ad essere competitiva soprattutto per il suo mercato principale di riferimento quello della Federazione Russa e della Comunità Economica Eurasiatica.

02

Economia e Mercati

Figure 1 : GDP Republic of Belarus (National Statistical Committee of the Republic of Belarus).

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Il collocamento del business sul territorio della Bielorussia consente alle aziende dislocate in Bielorussia di servire con efficacia mercati di grande capacità ed in rapida crescita: i paesi dell'Unione europea (500 milioni di consumatori), Russia, Ucraina, Kazakistan e altri paesi della CSI (280 milioni di consumatori).

La posizione economica e geografica favorevole della Bielorussia, il sistema sviluppato dei trasporti, della logistica e di produzione del paese, si combinano con la sua appartenenza ad un certo numero di associazioni d’integrazione. Prima di tutto, si segnalano l'Unione Economica Eurasiatica tra Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan e Kirghizistan (EAEU). Tutti questi fattori creano opportunità uniche per le aziende interessate alla costituzione ed allo sviluppo dinamico del proprio business nella regione eurasiatica, andando a posizionarsi in un territorio strategico per questi mercati, in una economia in crescita ed all’interno di un sistema produttivo con caratteristiche di elevata capacità logistica, manodopera specializzata, elevato livello di scolarizzazione secondaria ed universitaria, agevolazioni agli investimenti e costi ridotti dell’energia.

Figure 3 : EAEU Members, Free Trade Agreement Members, Observer Countries (2021).

1. POSIZIONE STRATEGICAMENTE VANTAGGIOSA

La caratterizzazione industriale del paese rende questo mercato molto attrattivo anche per nuove possibilità di investimento da parte delle eccellenze Italiane, soprattutto nel settore della meccanica, della produzione di tecnologie e layout per l’industria, della logistica, agricoltura ed allevamento, tessile e green. Il valore aggiunto e la competitività delle tecnologie, che il sistema industriale Italiano può garantire, possono essere un ulteriore step verso l’apertura a nuovi mercati (Europeo, Africano e Medio orientale) per l’industria e l’economia Bielorussa.

2. ACCESSO DIRETTO AL MERCATO DEI PAESI EAEU (BIELORUSSIA, RUSSIA, KAZAKISTAN, ARMENIA E KIRGHIZISTAN)

BIELORUSSIA

64

Oggi, alle aziende che investono in Bielorussia, viene concesso automaticamente l'accesso ad un mercato da 184 milioni di persone ed un GDP totale pari a 1.700 MLD $ di tutti i paesi del EAEU. EAEU significa:

65 02 - Economia e Mercati

3. UN CLIMA D’INVESTIMENTO E FISCALE COMPETITIVO

■ Regole uniformi di regolamentazione tecnica, le norme sanitarie, veterinarie e fitosanitarie comuni;

■ Condizioni economiche paritarie (compreso il costo delle risorse energetiche principali);

In Bielorussia ci sono una serie di regimi preferenziali che possono essere molto utili per le aziende straniere, anche per quanto riguarda la loro pianificazione ed ottimizzazione fiscale. Essi comprendono particolari condizioni economiche preferenziali nell'organizzazione di attività all’interno di sei “Zone economiche libere” (imposta sul reddito pari a 0% inerente ai risultati di bilancio delle attività produttive ( non per attività commerciali) valevoli per sempre., il “Parco delle tecnologie avanzate”, “ Teknopark” (imposta sul reddito pari a 10%) ed il “Parco industriale bielorusso-cinese” (Imposte sul reddito pari a 0% per 10 anni). Le società straniere possono trarre ulteriore vantaggi riducendo al massimo i costi d’investimento e il carico fiscale, posizionando il proprio business nelle piccole e medie città in Bielorussia (imposta sul reddito pari a 0% per 7 anni).

■ Un territorio doganale unico comprendente Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan con tariffe doganali uniche ed unificate;

4. INFRASTRUTTURA SVILUPPATA DEL TRASPORTO E LOGISTICA

■ Libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e della manodopera

La Bielorussia, nel recente passato, si è impegnata a creare condizioni di business quanto piu’ aperte e favorevoli sul proprio territorio. Come confermato da uno studio della Banca Mondiale «Doing Business — 2014» il paese occupa posizioni da leader nel miglioramento della propria legislazione in materia di economia ed investimenti. In confronto con l’anno 2013 la Bielorussia aveva migliorato nel 2014 la sua posizione nella valutazione dell’ambiente economico favorevole di 1 punto. Come risultato, in termini di gestione del business, la Bielorussia si è attestata al 63° posto fra 189 paesi, superando in modo significativo Russia ed Ucraina.

Grazie della sua posizione geo-economica, la Bielorussia è un “hub” di trasporto e logistica per tutta la regione eurasiatica. Le infrastrutture di trasporto della Bielorussia sono rappresentate da una vasta rete di strade, autostrade, ferrovie e vie aeree. Le arterie principali che attraversano il paese sono l'elemento più importante del sistema di trasporto europeo. Infatti, la Bielorussia viene attraversata da 2 corridoi transeuropei di trasporto, secondo la classificazione internazionale № «II» («Ovest-Est” — Berlino – Varsavia – Minsk – Mosca) e № «IX» («Nord-Sud" — Confine russo-finlandese – Vyborg – San Pietroburgo – Vitebsk – Gomel – Ucraina – Moldova – Bulgaria – Grecia) con un ramo «IXB» — (Gomel – Minsk – Vilnius – Klaipeda – Kaliningrad).

Ogni anno attraverso il territorio della Bielorussia passano più di 100 milioni di tonnellate di carichi e merci europee, di cui circa il 90% tra la Russia e l'UE. Tuttavia, il potenziale di transito della Bielorussia non è esaurito: corridoi di trasporto

6. FORZA LAVORO ALTAMENTE QUALIFICATA

BIELORUSSIA

La Bielorussia può vantare una popolazione istruita, altamente qualificata e laboriosa. Più del 90% della popolazione ha un diploma di istruzione superiore, media o di base. Il sistema di formazione professionale perfettamente organizzato ed un elevato livello di sviluppo dell'industria e dei servizi, consentono agli specialisti bielorussi di lavorare con buoni risultati nelle aziende di tutti i settori, spaziando dalla sartoria, all’agricoltura, dalle biotecnologie all’elaborazione di software.

5. OPPORTUNITÀ DI PRIVATIZZAZIONE UNICHE

La Bielorussia offre alle aziende straniere opportunità uniche per lo sviluppo accelerato delle loro attività legate all'intensificazione del processo di privatizzazione nel paese. La parte del settore pubblico ricopre circa il 70% della produzione industriale. A differenza della Russia ed altri paesi della CSI e dell'Europa orientale, la Bielorussia ha mantenuto la maggior parte delle grandi imprese nazionali sotto il controllo e proprietà dello Stato, il che ha consentito di fornire sostegno diretto, e di conseguenza aumentare significativamente le loro capacità produttive e la competitività Attualmente,internazionale.al

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7. AGRICOLTURA

Nel settore primario si coltivano soprattutto cereali e patate, e si allevano bovini. Nel 1986 le regioni meridionali bielorusse furono colpite dalle conseguenze dell'incidente alla centrale nucleare di

fine di migliorare ulteriormente l'efficienza dell'economia nazionale, la Bielorussia ha scelto la tattica “a punti” della privatizzazione, ed è interessata a sviluppare una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con i grandi investitori strategici. Esempi delle privatizzazioni di successo negli ultimi anni (la vendita delle quote dello stato dei titoli azionari della “Beltransgaz”, societa` mista “La rete digitale mobile”, ecc.) sono esempi delle più grandi transazioni in Europa in materia di fusioni ed incorporamento. Oggi l'Agenzia Nazionale per gli Investimenti e la privatizzazione in collaborazione con la Banca Mondiale sta introducendo approcci e strumenti moderni che soddisfano le più avanzate pratiche internazionali. Esse mirano a rendere le condizioni di privatizzazione della Bielorussia più aperte e comprensibili alle società estere.

bielorussi sono carichi di lavoro non più del 25 – 40% della loro capacità di transito. In questo modo, la Bielorussia è il miglior collegamento tra i paesi della CSI (in particolare la Russia) e l'Unione europea, che può essere utilizzato vantaggiosamente dalle imprese straniere, soprattutto nel caso di collocamento sul territorio del paese di loro unità produttive, di logistica e commerciali.

Il terreno, essendo poco fertile, non è molto adatto alle coltivazioni agricole, anche se alcune colture specializzate come quella del lino, fruttano un discreto introito.

Černobyl'. Questo incidente danneggiò gravemente l'economia della Bielorussia, causando gravi danni da contaminazione radioattiva alle coltivazioni e all'allevamento, oltre che un drastico calo nelle esportazioni. Dal 5% al 7% della spesa pubblica in Bielorussia è costituito da varie forme di risarcimento dei danni fatti dalla radioattività, per l'inquinamento provocato alla catena alimentare. Seppure con strutture in continuo ammodernamento, la produzione agricola e l'allevamento della Bielorussia resta un settore considerato altamente strategico per il paese, sia dal punto di vista produttivo e di approvvigionamento interno sia da quello economico. La maggior parte della produzione di alta gamma viene infatti destinata all’export, soprattutto verso i paesi dell’Unione Eurasiatica ed in particolare verso la Federazione Russa.

67 02 - Economia e Mercati

70

Prefazione

Quindi, la Bosnia Erzegovina rimane il Paese delle grandi opportunità ma anche dei grandi rischi, se non si opera con la dovuta cautela e grado di prudenza i rischi possono essere elevati. Il primo consiglio rimane quello di farsi accompagnare da un esperto conoscitore del Paese.

Del resto, la situazione generale è pressoché invariata da molti anni. Ciclicamente alcune problematiche si accentuano ed altre si attenuano.

La Bosnia Erzegovina anche nel 2022 rimane un Paese molto complesso. Negli ultimi anni e mesi la complessità anziché attenuarsi si è ulteriormente sviluppata. Rimane in ogni caso un Paese dove si possono cogliere e sviluppare grandi opportunità, ma nello stesso tempo l’errore e il conseguente insorgere del problema sono sempre in agguato.

Attualmente in ambito internazionale la Bosnia Erzegovina viene percepita come un Paese politicamente ed economicamente instabile, per cui l’interesse economico nei suoi confronti è inferiore alle aspettative e alle opportunità.IgorPahor

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- i giovani ed anche i meno giovani abbandonano il Paese per andare a lavorare all’estero. Fino a qualche anno fa l’emigrazione era dovuta alla mancanza di lavoro o a causa del lavoro mal retribuito. Oggi invece gli imprenditori stanno già lamentando la mancanza di manodopera a tutti i livelli e in tutti i settori. Il sistema sanitario soffre la mancanza di personale, sia infermieristico che di alto profilo. Dottori specializzati, formati, con lunga esperienza abbandonano posti di lavoro stabili e ben retribuiti per trasferirsi in Croazia, Slovenia, Austria, Germania, Svizzera e altri paesi Europei. I giovani dottori e laureati li seguono.

Rimangono comunque alquanto stabili le peculiarità e gli accadimenti nel Paese:

- l’entità Serba vorrebbe l’autonomia per raggiungere in futuro l’annessione alla Serbia. Per questo negli ultimi mesi abbiano alzato la tensione abbandonando le posizioni politico-amministrative a livello confederativo, e bloccando di fatto tutte le attività politiche a livello nazionale;

- i politici di tutte le parti costruiscono le loro campagne sul nazionalismo, populismo, appartenenza etnica e religiosa di contraposizione pur di mantenere il potere e rimanere al governo;

- la corruzione dilagante tocca tutti gli strati della società, motivo per cui i giovani non vedono un futuro nel Paese anche perché con il solo merito non si possono raggiungere livelli di carriera importanti;

La Bosnia Erzegovina è un paese produttore di energia elettrica. Le centrali idriche sono una importante fonte di energia rinnovabile. Però più del 70 % dell’energia elettrica viene prodotta sfruttando le importanti riserve nazionali di carbone. Una parte importante dell’economia nazionale si basa sullo sfruttamento di miniere di carbone. La più grande sfida della Bosnia Erzegovina nei prossimi anni sarà la conversione dell’industria dal carbone a fonti di energia rinnovabile.

Presidente di Confindustria Bosnia Erzegovina

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Proprio in queste settimane stanno inoltre avanzando due nuovi progetti di collegamenti aerei diretti tra i due Paesi, che interessano le tratte Milano-Sarajevo e Bari-Sarajevo, la cui attivazione conferirebbe ulteriore slancio ai rapporti bilaterali. Dal lato italiano, la “domanda” che sta stimolando tali iniziative trae origine tanto da flussi turistici (con particolare riferimento al turismo religioso diretto a Medjugorje) quanto, appunto, da contatti di matrice economicoimprenditoriale, riconducibili all’accentuata proiezione del nostro Sistema Paese verso la Bosnia-Erzegovina.

Scrivo questa introduzione, aderendo volentieri all’invito della Presidente Meroni, pochi giorni dopo che l’Agenzia statistica di Bosnia-Erzegovina (BHAS), ha diramato i dati ufficiali definitivi sul commercio estero del Paese relativi al 2021. Risalta agli occhi – e significativamente ampia cassa di risonanza è stata data alla notizia dagli organi di informazione locali – che l’Italia è balzata al primo posto tra i Paesi fornitori della Bosnia-Erzegovina (BiH), scavalcando la Germania, con un volume di export pari a circa 1,3 miliardi di Euro.

Introduzione

Tali indicazioni statistiche certificano con nitidezza il crescente dinamismo delle relazioni commerciali tra l’Italia e la BiH, che si salda armonicamente con la densa ed articolata presenza economica italiana sul mercato bosniacoerzegovese. Questa è attestata dalle circa 80 imprese che vi si sono insediate – attraverso investimenti diretti o la costituzione di joint ventures con partner locali – integrandosi duttilmente nel sistema produttivo del Paese balcanico in una pluralità di settori (finanziario, metallurgico, chimico, abbigliamento e calzature, lavorazione del legno, etc). Nel comparto bancario, in particolare, gruppi italiani vantano un ruolo di consolidata supremazia – è infatti italiano l’istituto creditizio leader del settore – e controllano circa il 30% del segmento.

Il nostro Paese ha inoltre riguadagnato la seconda posizione, che aveva smarrito l’anno precedente, come partner commerciale assoluto, grazie ad un interscambio bilaterale salito a circa 2,4 miliardi di Euro (al primo posto, in questa classifica, la Germania, mentre Serbia e Croazia sono situate rispettivamente sul terzo e quarto gradino).

Un variegato mix di fattori rende, in effetti, la Bosnia-Erzegovina mercato vivace ed attraente dal punto di vista italiano. Tra questi, la vicinanza geografica, la disponibilità e la qualità delle risorse naturali e delle materie prime (in particolare, idriche e forestali), la stabilità monetaria (la valuta locale, BAM, è strutturalmente agganciata all’euro), i contenuti costi del lavoro qualificato, il vantaggioso sistema di tassazione (inclusi incentivi fiscali per gli investimenti), il buon livello delle risorse umane (conoscenza dell’inglese molto diffusa), la possibilità di avvalersi del regime doganale di perfezionamento passivo (specie nel settore tessile, hanno preso forma catene integrate di fornitura, produzione e vendita, facenti capo ad imprese-madri situate in Italia).

Confidando che tale contributo abbia offerto stimolanti spunti preliminari, sono sicuro che la presente GUIDA potrà porgersi ad efficace “bussola” per quanti intendano conoscere maggiormente le opportunità di fare impresa in BosniaErzegovina o di stringervi partnership commerciali, ponendosi così al servizio dell’amicizia e della collaborazione tra i due Paesi.

S.E. Marco Di Ruzza Ambasciatore d’Italia in Bosnia-Erzegovina

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Le considerazioni sopra svolte confermano in modo eloquente, dunque, l’interesse dei nostri operatori economici verso la Bosnia-Erzegovina, Paese straordinariamente affascinante sul piano storico e culturale e dotato di abbaglianti bellezze naturali, purtroppo tuttora attraversato da mai sopite tensioni interetniche (al momento in cui scrivo è in corso una delle più gravi crisi politico-istituzionali dagli Accordi di Dayton): una situazione, questa, che inevitabilmente ne rallenta i necessari processi riformatori e, di conseguenza, lo stesso percorso di integrazione europea, ossia il prioritario obiettivo strategico della politica estera bosniaco-erzegovese, condiviso da tutte le sue principali componenti etnonazionali (bosgnacca, serba e croata).

La Bosnia-Erzegovina può essere dunque considerata un naturale mercato di sbocco del Made in Italy, proponendosi inoltre - grazie ad una serie di accordi commerciali preferenziali – quale hub di accesso ad un mercato potenziale di 600 milioni di consumatori in esenzione daziaria (Turchia, Russia, Paesi CEFTA, EFTA, etc). Ne fa inoltre lievitare l’appetibilità economica la presenza di numerose zone industriali e franche che – combinandosi con il favorevole sistema impositivo e doganale – la rende magnete per gli investimenti.

Pur non trattandosi di parametri economici quantificabili, è complice dell’attenzione italiana verso la BosniaErzegovina e delle intense relazioni bilaterali, anche la facilità di dialogo con una popolazione che ama il nostro Paese e la sua cultura e che ricorda, con intatta commozione, lo straordinario impegno solidale profuso dagli italiani a suo sostegno negli anni della tragica ed assurda guerra fratricida.

ContestoPolitico01

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ContestoPolitico

■ Superficie: 51.209 km2.

■ Posizione: Europa sud-orientale, sul mare Adriatico che si estende 20 km a sud-ovest intorno alla città di Neum.

■ Idrografia: ci sono sette fiumi maggiori in BosniaErzegovina. La Sava è il fiume più largo del Paese e segnala il confine tra la Croazia e Bosnia-Erzegovina. I fiumi Una, Sana e Vrbas sono affluenti destri della

■ Superficie coltivabile: quasi la metà della superficie del Paese può essere utilizzata a scopo agricolo con circa 12.000 km2 di terre coltivabili, 8.500 km2 di zone di pascolo, 5.000 km2 di pascoli migliorati e 1.000 km2 di frutteti e vigneti.

■ Capitale: Sarajevo, 500.000 abitanti. Le altre città principali sono: Banja Luka, Bihać, Mostar, Tuzla e Zenica.

1.1 PROFILO PAESE

DATI GEOGRAFICI

01

Sava e si trovano nella regione Bosanska Krajina al nord-ovest del Paese. La Bosna nasce dalla sorgente Vrelo Bosne nella periferia di Sarajevo e scorre poi attraverso la parte centrale della Bosnia-Erzegovina fino a confluire nella Sava nei pressi di Bosanski Samac. La Drina ad est forma parte del confine con la Serbia e termina nella Sava di cui è un affluente destro.

■ Clima: gli inverni tendono ad essere freddi con abbondanti nevicate, soprattutto nelle regioni più elevate. Le estati, raramente afose, sono mitigate dalle temperature più basse a quote elevate.

■ Paesi confinanti: Croazia (932 km a nord-ovest), Serbia (312 km ad est) ed il Montenegro (215 km a sud-est).

■ Vita media alla nascita: 76,7 anni. 73,7 anni per gli uomini, 80 anni per le donne.

■ Alfabetizzazione: 98,5%.

Il Corridoio 5c fa parte dei Corridoi paneuropei connesso con le reti di trasporto trans-europee (TEN-T). Il TEN-T è uno dei principali progetti regionali e si estende da

■ 16 aprile (variabile): Pasqua Cattolica ed Ortodossa

■ 25 dicembre: Natale Cattolico

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ECONOMIA■

DATI DEMOGRAFICI

■ Rete stradale: 22.926 km, con 3.788 km di strade principali e 4.842 km di strade regionali.

■ Rete autostradale: sono stati costruiti cca 300 km, il resto è in fase di costruzione e sviluppo.

■ BDP pro capite: 5.038 eur (2020)

■ Porti: il fiume Sava ha due porti principali Šamac e Brčko, che essendo tributario del Danubio è l'unico fiume navigabile. Si estende per 333 km lungo il confine con la Croazia ed il confine con la Serbia. Entrambi i porti hanno sviluppato programmi di modernizzazione molto ambiziosi e collegati alla modernizzazione ed espansione delle strutture esistenti.

■ Popolazione urbana: 48%.

01 - Contesto politico

■ 1° ottobre (variabile): Kurban Bajram

1 e 2 gennaio: Capodanno

■ Lingue: Bosniaco 52,9%, Serbo 30,8%, Croato 14,5% (lingue ufficiali) ed altro (1,8%).

■ 1° marzo: Festa dell'indipendenza

POPOLAZIONE■

■ Gruppi etnici: Bosniaci 50,1%, Serbi 30,8%, Croati 15,4% ed altri 3,7%.

Abitanti: 3,48 milioni.

■ 1 e 2 maggio: Festa del Lavoro

■ Crescita naturale: - 0,14%.

Istruzione obbligatoria: da 6 a 15 anni di età suddiviso in tre trienni.

Rete ferroviaria: 1.042 km, di cui 94 km a doppio senso e 777 km elettrificati.

■ 25 novembre: Festa Nazionale

■ Morti (per 1.000 ab.): 9,9.

FESTIVITÀ RELIGIOSE

■ Cultura: La Bosnia-Erzegovina ha una storia molto ricca, formatasi in un territorio influenzato dalla cultura Mediterranea, Bizantina ed Ottomana, con influenze dall'Europa centrale. Proprio questa diversità definisce la cultura bosniaca come unica dal punto di vista storico e religioso.

■ 25 giugno (variabile): Bajram

■ Valuta: Marco convertibile (BAM)

■ Religione: Musulmani 44%, Cristiani Ortodossi 32%, Cattolici 17%, altri 7%.

FESTIVITÀ■

TRASPORTI■

■ Cambio 1 EUR = 1,95 KM (BAM); fisso

BDP: 17,5 mld eur (2020)

■ Distribuzione per fasce di età: da 0 a 14 anni - 14,4%; da 15 a 24 anni - 13,2%, da 25 a 54 anni - 46,9%, da 55 a 64 anni - 12,8%, da 65 anni in su - 12,7%.

ISTRUZIONE■

■ Fuso orario: CET (GMT + 1 ora)

■ Mortalità infantile (per 1.000 nati vivi): 5,6.

■ Aeroporti: la Bosnia-Erzegovina ha quattro aeroporti principali, che sono al servizio del traffico aviario internazionale: Sarajevo, Mostar, Banja Luka e Tuzla. Sarajevo accoglie quasi il 90% di tutto il traffico. Tutti gli aeroporti hanno cominciato ad eseguire lavori di modernizzazione ed espansione delle capacità esistenti.

■ Nati (per 1.000 ab.): 8,8.

■ 7 gennaio: Natale Ortodosso

1.2 ORDINAMENTO POLITICO

Nel 2016 la Bosnia-Erzegovina ha registrato ufficialmente 24 banche commerciali, di cui soltanto due di proprietà

Mantenendo la stabilità economica tramite la valuta nazionale con cambio fisso (1 BAM = 0,51129 EUR), l'ingresso nel mercato di banche straniere ha stabilizzato e consolidato il settore finanziario grazie al flusso di investimenti diretti esteri attraverso l'acquisto di banche.

Dopo gli Accordi di Dayton è stata formata la carica di Alto rappresentante dell' Unione Europea che costituisce la più alta autorità civile del Paese, a cui spettano compiti di monitoraggio, controllo e supervisione relativi all'Accordo di Dayton e detiene anche il potere di imposizione di provvedimenti legislativi e di rimozione di pubblici funzionari che ostacolano l'attuazione del trattato di pace. La nomina di questo rappresentante dev'essere approvata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ed è effettuata dallo Steering Board del Peace Implementation Council, di cui l'Italia è un membro permanente.

Il 98% del capitale è di natura privata, di cui l'83% è capitale privato straniero. Le banche principali gestiscono la maggior parte dei capitali finanziari.

I quotidiani Bosniaci sono: Dnevni Avaz, Dnevni List, Jutranje Novine, Nezavisne novine, Oslobodjenje, Slobodna Bosna e altri.

le fluttuazioni dei mercati internazionali, il mercato finanziario in Bosnia-Erzegovina è un settore molto stabile con un'inflazione molto contenuta.

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La Bosnia-Erzegovina è una Repubblica parlamentare federale costituita da due entità politico-amministrative, La Federazione di Bosnia ed Erzegovina e la Repubblica Serba

di Bosnia ed Erzegovina. La prima occupa il 51% dell'area totale del paese, mentre la seconda il 49%. Le due entità sono state stabilite con l'Accordo di Dayton nel 1995. Il distretto di Brčko è stato fondato nel 2000 su terreni appartenenti ad entrambe le entità e gode di una certa indipendenza amministrativa e autonomie particolari. Durante le elezioni gli elettori del distretto di Brčko possono scegliere se partecipare come rappresentanti della Federazione o della Repubblica Serba.

La Camera dei Rappresentanti è costituita da 42 membri, 28 dalla Federazione di Bosnia ed Erzegovina e 14 dalla Repubblica Serba. La Camera dei Popoli annovera 15 membri, eletti dalle assemblee legislative della Federazione di Bosnia-Erzegovina (cinque deputati croati e cinque deputati bosniaci) e della Repubblica Serba di Bosnia ed

Nonostantenazionale.

QUOTIDIANI E PERIODICI

La Presidenza della Bosnia Erzegovina è esercitata a rotazione da tre Presidenti, ognuno dei quali rappresenta uno dei tre popoli costitutivi. I Presidenti vengono eletti direttamente dal corpo elettorale in modo contestuale ogni quattro anni ed ognuno rimane in carica per otto mesi. Il Presidente nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri, che deve ottenere la fiducia del Parlamento. Il Parlamento ha struttura bicamerale ed è suddiviso nella Camera dei Rappresentanti e nella Camera dei Popoli.

Budapest (Ungheria), attraverso Osijek (Croazia), Sarajevo (Bosnia-Erzegovina) fino al Porto Ploce (Croazia).

LaBANCHEBanca

BOSNIA ERZEGOVINA

Centrale in Bosnia-Erzegovina ha sede nella capitale, Sarajevo. È stata fondata in accordo con la legislazione adottata dall'Assemblea Parlamentare di Bosnia-Erzegovina nel luglio del 1997.

Erzegovina (5 deputati), nominati ogni 4 anni. L'iniziativa legislativa funziona secondo il principio del bicameralismo perfetto ed è collettivamente esercitata dai due rami del LaParlamento.Federazione

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1.3 RAPPORTI CON L'UNIONE EUROPEA (...)

STORIA POLITICA DEGLI ULTIMI DECENNI

La Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina è composta da 7 provincie: Banja Luka, Bijeljina, Doboj, Foča, SarajevoRomanija, Trebinje e Vlasenica.

I membri parlamentari Serbi (che provenivano soprattutto dal Partito Democratico Serbo) abbandonarono il Parlamento Centrale a Sarajevo e formarono un'Assemblea del Popolo Serbo di Bosnia ed Erzegovina il 24 ottobre 1991, che segnò la fine della coalizione tri-etnica che governò dopo le elezioni del 1990. Quest'Assemblea fondò la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina il 9 gennaio 1992, che fu rinominata Repubblica Srpska nell'agosto 1992. Il 18 novembre 1991, un ramo del partito in Bosnia ed Erzegovina del partito regnante nella Repubblica di Croazia, l'Unione Democratica Croata (HDZ), proclamò l'esistenza della Comunità Croata di Herzeg-Bosna, con il Consiglio di Difesa Croato come ramo militare. Questo non fu approvato dal Governo di Bosnia ed Erzegovina ed fu dichiarato illegale.

Dopo una dichiarazione di sovranità in Bosnia-Erzegovina il 15 ottobre 1991, ci fu un referendum per l'indipendenza il 29 febbraio/1 marzo che fu boicottato dalla maggioranza della popolazione Serba. L'esito del referendum con il 63,4% dei partecipanti fu a favore dell'indipendenza con il 99,7% dei voti. Bosnia ed Erzegovina fu dichiarata indipendente

01 - Contesto politico

di Bosnia-Erzegovina è divisa in dieci cantoni, dei quali otto hanno una precisa maggioranza etnica, mentre negli altri due le comunità sono rappresentate in maniera più omogenea. I 10 cantoni sono: Una-Sana, Posavina, Tuzla, Zenica-Doboj, Podrinje bosniaco, Bosnia Centrale, Erzegovina-Neretva, Erzegovina Occidentale, Sarajevo e Cantone 10, questi sono successivamente suddivisi in municipalità.

La Federazione di Bosnia ed Erzegovina si connota come Repubblica parlamentare che prevede l'esistenza di un Parlamento a struttura bicamerale con la Camera dei Rappresentanti (140 membri eletti a suffragio diretto) e la Camera dei Popoli (80 membri eletti dai consiglieri dei dieci cantoni in modo paritetico tra rappresentanti croati e bosniaco-musulmani). Il Parlamento nomina il Presidente e questi il Primo Ministro.

Il 18 novembre 1990 ebbero luogo le elezioni parlamentari multiple in tutta la Bosnia ed Erzegovina con una seconda tornata il 25 novembre. Il potere andò in mano ad una coalizione di tre partiti etnici. Dopo le dichiarazioni di indipendenza Slovene e Croate dalla Jugoslavia, la popolazione dei residenti di Bosnia ed Erzegovina si divise in due fazioni: quelli che volevano continuare a far parte della Jugoslavia (popolazione prevalentemente Serba) e quelli che favorivano l'indipendenza (soprattutto Bosniaci e Croati).

Il Ministro delle Finanze, del Commercio Estero, dei Diritti Umani e dei Rifugiati, della Sicurezza e della Giustizia devono essere approvati dall'Alto Rappresentante.

Le provincie sono ulteriormente suddivise in municipalità. La Repubblica Serba è una Repubblica semipresidenziale con un Parlamento unicamerale, l'Assemblea Nazionale, di 83 membri nella quale vi è un Consiglio dei popoli di 28 membri. Il Parlamento nomina il Presidente, cui spetta la nomina del Primo Ministro.

80

il 3 marzo 1992 con riconoscimento internazionale dal 6 aprile 1992. Successivamente la Repubblica di Bosnia ed Erzegovina fu ammessa come membro delle Nazioni Unite il 22 maggio 1992.

Il leader Serbo Slobodan Milošević ed il leader Croato Franjo Tuđman concordarono la spartizione della Bosnia ed Erzegovina nel marzo 1991, facendo leva sull'idea di Grande Serbia e Grande Croazia e mobilitando diverse milizie Serbe in tante parti del Paese. Le forze governative erano impreparate a simili eccessi. Il riconoscimento internazionale della Bosnia-Erzegovina aumentò la pressione diplomatica sull'Armata del Popolo Jugoslavo (JNA) e la spinse a ritirare le truppe dal territorio della Repubblica nel giugno del 1992. I membri della JNA (Armata Popolare Jugoslava) appartenenti ai Serbi Bosniaci cambiarono semplicemente etichetta e formarono l'Esercito della Repubblica Serba (VRS) continuando a lottare.

Con l'aiuto di diversi volontari e forze paramilitari dalla Serbia e degli aiuti umanitari logistici e finanziari da parte della Repubblica Federale di Jugoslavia, la Repubblica Serba riuscì nel 1992 a prendere il controllo della maggior parte del territorio. L'offensiva fu dominata da una pulizia etnica di Bosniaci e Croati Bosniaci nelle aree controllate dalla VRS. Questa violenza fu accompagnata da campi di concentramento, segnati da violenza, abuso, stupro e tortura. La pulizia etnica terminò con il massacro di Srebernica, classificato come genocidio dall'ICTY, quando nel luglio del 1995 furono uccisi più di 8.000 uomini e ragazzi Bosniaci. Le forze Bosniache e Bosniaco Croate commisero crimini di guerra contro civili di diverse etnie in scala molto minore. Gran parte di queste atrocità furono commesse durante la guerra Bosniaco-Croata, un subconflitto della Guerra Bosniaca con scontri tra la ARBiH e la HVO. Questo conflitto terminò nel marzo 1994, con la firma degli Accordi di Washington.

Dopo il massacro di Srebernica le forze della NATO lanciarono un attacco contro la Repubblica Srpska nell'agosto del 1995, che convinse la leadership BosniacoSerba di accettare un negoziato, l'Accordo di Dayton, che ebbe luogo il dicembre 1995. Quest’accordo pose fine alle violenze e stabilì approssimativamente la struttura politica base dello stato attuale. È stato stimato che 100.000 persone persero la vita in questa guerra, due terzi dei quali di appartenenza Bosniaca. 2,2 milioni di persone di etnie diverse furono costrette ad abbandonare le proprie case e dozzine di ufficiali Bosniaci Serbi furono condannati per crimini di guerra.

BOSNIA ERZEGOVINA

EconomiaeMercati02

Osservando l’andamento del tasso di crescita dell’economia della Bosnia Erzegovina degli ultimi decenni, si nota un valore assolutamente anomalo. Si tratta del +62,2% registrato nel 1996 al termine della guerra che flagellò il paese per oltre tre anni dal 1992 al 1995. La guerra causò danni alla Bosnia per un valore di circa 200 miliardi di euro, cosicché al termine del conflitto, lo stato si ritrovò ad affrontare il problema della ricostruzione da una parte e dell’introduzione di riforme strutturali per passare ad un’economia liberale dall’altra.

EconomiaeMercati

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2.1 QUADRO MACROECONOMICO

Conclusasi la fase di assestamento post-bellico e al netto del periodo di crisi 2008-2012, l’economia della Bosnia Erzegovina ha fatto registrare ritmi di crescita piuttosto importanti, con un Prodotto Interno Lordo del valore di 20,2 miliardi nel 2019, fino all’avvento poi della pandemia da Covid-19, la quale ha fatto crollare il PIL del -4,3%. Si tratta, in ogni caso, di un tracollo abbastanza contenuto rispetto ai numeri negativi che si sono registrati nell’Unione Europea e nell’Area Euro che hanno lasciato sul terreno respettivamente 6,1 e 6,6 punti percentuali.

02

Grafico 2 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati FMI 1.3% 0.5% 0.7% 1.6% 0.6% 1.1% 1.6%1.6% -1.5% -1.0% -0.5% 0.0% 0.5% 1.0% 1.5% 2.0% 20172016201520182019202020212022 A ndamento tasso di inflazio ne B os nia Er zego vina Tasso di inflazione

Tasso di crescita del PIL - Bosnia Erzegovina

02 - Economia e Mercati 3.1% 3.1% 3.2% 3.7% 2.8% 4.3% 2.8% 3.2% 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022

Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, l’economia bosniaca dovrebbe concludere il 2021 con un rimbalzo del PIL al +2,8%, e crescere ancora nel 2022 con un tasso di crescita previsionale del +3.2%. Situazione alquanto altalenante si è verificata anche sul versante dei prezzi al consumo, i quali hanno fatto registrare negli ultimi decenni un andamento connotato da rilevante volatilità. Come per le altre economie, la deflazione dello scorso anno è dovuta alla crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia, pertanto il livello generale dei prezzi dovrebbe tornare a crescere nel 2021 e 2022 con tassi del 1,6% per entrambi i periodi secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale.

85

Grafico 1 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati FMI

Tasso di crescita del PIL

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specifico, le autorità hanno adottato misure eccezionali di spesa per contenere gli effetti negativi della crisi, stanziando risorse per la spesa sanitaria e per misure di sostegno, come aiuti alle aziende in difficoltà, sovvenzioni per i salari e previdenza sociale. Il necessario finanziamento del disavanzo, unito alla caduta del valore nominale del PIL, hanno fatto lievitare il rapporto debito/PIL del paese dal 32,4% del PIL nel 2019 al 38,3% nel 2020. In termini di qualità delle finanze pubbliche, le decisioni politiche risultano ancora orientate principalmente a problematiche di breve periodo, di conseguenza la struttura della spesa è ancora afflitta da una forte enfasi sulla spesa corrente per salari e trasferimenti, mentre gli investimenti strutturali continuano ad essere trascurati.

2.2 INTERSCAMBIO COMMERCIALE

Secondo i dati della Banca Centrale della Bosnia Erzegovina, ad ottobre del 2021 le principali importazioni del paese sono, in ordine di importanza: metalli comuni e lavorati in metallo (14,9%), macchinari e attrezzature elettriche (13,9%), prodotti minerali (12,3%), prodotti chimici (9,1%), food & beverage (8,4%), materiali plastici e in gomma (7,7%), veicoli, aerei e navi (6,6%), prodotti tessili (6,4%), prodotti vegetali (3,9%), animali e prodotti per animali (2,9%), polpa di legno e carta (2,2%).

Anche per il 2022 il numero di disoccupati in Bosnia Erzegovina dovrebbe rimanere su livelli abbastanza elevati, con un tasso di disoccupazione previsto pressoché invariato al 15,7%, contro la media dei paesi UE del 7% e dell’Area Euro prevista al 7,8%.Tuttavia, però, occorre segnalare i grandi passi avanti compiuti dal paese nell’arco degli ultimi sei anni, basti pensare che nel 2015 il tasso di disoccupazione si attestava al 27,7%, prima di avviarsi ad una ripida discesa che ha portato l’indice al 15,7% nel 2019.

Nel 2020 i conti delle Amministrazioni pubbliche si sono notevolmente deteriorati, a causa di un calo delle entrate, e dell’ingente carico di spesa correlata al COVID-19. Negli ultimi cinque anni pre-pandemia, le finanze pubbliche hanno registrato frequenti avanzi fino al 2% del PIL, in gran parte dovuti alle politiche atte a provocare ritardi nell'attuazione dei piani di investimento. Tuttavia, nel 2020, la pandemia ha provocato un forte calo delle entrate, mentre la spesa è aumentata notevolmente, trasformando l'eccedenza del 2,2% di PIL nel 2019 in un disavanzo superiore al 5% del PIL nel Nello2020.

Al termine di ottobre 2021 (da inizio anno) l’import totale della Bosnia Erzegovina ammonta a 17,33 miliardi di marchi convertibili ovvero circa 8,84 milioni di euro.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il 2021 dovrebbe concludersi con un tasso di disoccupazione del 15,8%, sulla falsa riga dei dati registrati nei due anni precedenti: 2020 (15,9%), 2019 (15,7%). Si tratta di numeri ancora molto elevati se si fa riferimento al tasso di disoccupazione dei paesi dell’Unione Europea e dell’Area Euro che si attestano rispettivamente al 7,6% e all’8,4% per il 2021.

BOSNIA ERZEGOVINA

87 02 - Economia e Mercati

calzature, capricapo e bastoni materiali plas�ci e in gomma prodo� tessili food & beverage

PRINCIPALI IMPORTAZIONI - BOSNIA ERZEGOVINA

Grafico 4 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati BiH

Sul versante opposto, le principali esportazioni del paese ad ottobre 2021 (da inizio anno) ammontano a 11,43 miliardi di marchi convertibili, corrispondenti a 5,83 miliardi di euro. Le categorie di prodotti che hanno alimentato maggiormente il flusso di interscambio in uscita sono: metalli comuni e lavorati in metallo (21,3%), macchinari e attrezzature elettriche (14,8%), prodotti minerali (9,1%), legno, carbone di legna, sughero, manufatti di paglia (6,9%), prodotti chimici (6,8%), calzature, copricapo e bastoni (5,3%), materiali plastici e in gomma (4,8%), prodotti tessili (4,7%), veicoli aerei e navi (2,8%), food &beverage (2,8%).

polpa di legno e carta altro

metalli comuni e lavora� in metallomacchinari e a�rezzature ele�riche

prodo� minerali prodo� chimici

veicoli, aerei e navi altro

PRINCIPALI ESPORTAZIONI - BOSNIA ERZEGOVINA

food & beverage materiali plas�ci e in gomma

Grafico 3 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati BiH

macchinari e a�rezzature ele�riche

metalli comuni e lavora� in metallo

veicoli, aerei e navi prodo� tessili prodo� vegetali animali e prodo� per animali

prodo� minerali legno, carbone di legna, sughero prodo� chimici

metalli di base e prodo� in metallo prodo� tessili e abbiglliamento

PRINCIPALI IMPORTAZIONI BOSNIA ERZEGOVINA-

BOSNIA ERZEGOVINA

ar�coli in gomma e materie plas�che

Nel 2021 (periodo gennaio – agosto), l’interscambio tra Italia e Bosnia Erzegovina torna a crescere e raggiunge quota 1,096 miliardi di euro (con un incremento del 42,3%), dopo il calo registrato nel 2020 a causa della pandemia. L’Italia si conferma essere uno dei principali partner commerciali del paese slavo, posizionandosi al secondo posto della lista dei paesi esteri fornitori della Bosnia (dietro solo alla Germania) e ricoprendo il quarto posto nella classifica dei paesi a cui vengono destinati i prodotti bosniaci. Le esportazioni della Bosnia Erzegovina verso l’Italia hanno raggiunto un valore di 586 milioni di euro, registrando un aumento del 61% rispetto al periodo gennaio-agosto 2020. Le importazioni della Bosnia Erzegovina dall’Italia hanno raggiunto un valore di 510 milioni di euro, registrando un aumento del 25% rispetto allo stesso periodo.

Per quanto riguarda le esportazioni, cresciute notevolmente, i principali prodotti che hanno raggiunto l’Italia appartengono alle seguenti categorie: prodotti tessili e abbigliamento (25%), energia elettrica, gas e vapore (22,2%), metalli di base e prodotti in metallo (14,9%), prodotti delle altre attività manifatturiere (6,2%), prodotti chimici (6%), macchinari e apparecchiature (5,7%), altro (20,1%).

Grafico 5 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati Osservatorio Economico Italiano

ITALIA

Le principali importazioni della Bosnia Erzegovina di prodotti italiani hanno interessato principalmente i seguenti settori: metalli di base e prodotti in metallo (25,9%), prodotti tessili e abbigliamento (19,5%), macchinari e apparecchiature (11,1%), prodotti chimici (10%), articoli in gomma e materie plastiche (6,9%), food & beverage (6,3%), altro (20,3%).

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macchinari e apparecchiature prodo� chimici

altro

food & beverage

02 - Economia e Mercati

Grafico 6 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati Osservatorio Economico Italiano

ele�rica, gas e vapore

prodo� tessili e

metalli di base e prodo� in metallo

altro

abbigliamentoenergia

PRICIPALI ESPORTAZIONI BOSNIA ERZEGOVINA -ITALIA

prodo� delle altre a�vità manifa�uriere prodo� chimici macchinari e apparecchiature

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Prefazione

L’ingresso della Bulgaria nell’Unione Europea nel 2007 ha sancito il successo della transizione verso l’economia di mercato, permettendo al Paese un’integrazione completa all’interno del commercio globale. L’appartenenza all’Unione ha garantito, inoltre, un flusso di fondi strutturali per l’ammodernamento del Territorio, tra i quali il Next Generation EU, il programma di aiuti europeo per far fronte alla crisi causata dal COVID-19. Le risorse che l’Unione stanzierà per la Bulgaria nei prossimi anni amplieranno le opportunità di investimento in nuovi settori e progetti di digitalizzazione, di sostenibilità e di transizione ecologica, creando posti di lavoro.

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Il PIL 2020 della Bulgaria ha registrato una contrazione minore rispetto alla media dell’Eurozona con un aumento dei consumi, grazie anche alle misure di aiuti implementate dal Governo per fronteggiare la crisi. Le previsioni di crescita per il 2021 la rendono sempre più meta attrattiva per gli investitori italiani e stranieri.

Questa edizione della Guida Paese di Confindustria Bulgaria, coincide con un periodo particolare della storia degli ultimi decenni. Il 2020 ci ha mostrato come la normalità della vita quotidiana possa, di colpo, essere stravolta da eventi imprevedibili. Il COVID-19 ha provocato una crisi economica mondiale mettendo in grave sofferenza il sistema sanitario, spingendo i Governi a destinare maggiori risorse a tutela e supporto del settore.

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In questo periodo di incertezza e cambiamento, Confindustria Bulgaria è a fianco degli Associati per affrontare le sfide che il futuro ci pone davanti. Il Sistema associativo è una bussola preziosa non solo per la vita imprenditoriale di chi già ne fa parte, ma anche per tutti coloro che si affacciano alla Bulgaria e, su questa realtà, vogliono realizzare le loro idee e costruire i loro progetti futuri.

Buona lettura !

All’interno della Guida Paese 2022 troverete maggiori informazioni sull’economia bulgara e sulle opportunità che la Nazione offre.

Roberto Santorelli Presidente Confindustria Bulgaria

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Introduzione

Il 2020 è stato ovunque nel mondo un anno complesso, in cui la nostra intera società si è trovata costretta a confrontarsi con una sfida nuova ed inaspettata. Il virus ha provato le nostre Istituzioni e le nostre famiglie privandoci degli affetti più stretti e mettendo in discussione le più elementari certezze del nostro vivere quotidiano costringendoci all’interno di schemi sconosciuti alle nostre generazioni. Il blocco dei viaggi internazionali, le restrizioni alle libertà personali e la paralisi del sistema economico e produttivo lasceranno un segno indelebile nelle nostre vite e nella storia di questo periodo. Ma gli Stati europei, dopo i primi momenti di smarrimento, sono riusciti a ritrovare rapidamente l’unità di intenti e la volontà politica di confrontarsi con coraggio con l’emergenza in atto. L’Unione Europea, grazie all’impressionante mole di risorse stanziata con la combinazione dei programmi Sure, Next Generation EU e Green Deal è riuscita a trasformare la crisi in atto in una straordinaria opportunità di crescita e modernizzazione per tutti i suoi Stati membri.

La nuova Edizione della Guida Paese di Confindustria Bulgaria si colloca in un momento ancora difficile per le imprese e la società in generale a causa delle ulteriori ondate della pandemia da Covid19. Ma allo stesso tempo viene pubblicata in un momento in cui in gran parte del mondo si comincia ad intravedere l’uscita dal tunnel: ed è questa luce che dobbiamo guardare e a quell’uscita dobbiamo mirare con speranza, coraggio e ottimismo. Sono tornata in Bulgaria dopo svariati anni dalla conclusione del mio primo mandato all’estero e ho trovato al mio arrivo una Bulgaria nuova, in parte diversa, più moderna ed aperta all’Europa ed al futuro. Allo stesso tempo però ho da subito percepito quanto il carattere del Paese e del suo popolo non sia in questi anni mutato nelle sue caratteristiche fondamentali e come i valori e l’energia che a suo tempo mi avevano colpito siano rimasti in fondo gli stessi.

S.E. Giuseppina Zarra Ambasciatrice d’Italia in Bulgaria

Questa nuova edizione della guida Paese di Confindustria Bulgaria, rivista ed aggiornata, costituisce quindi uno strumento prezioso per gli operatori economici interessati ad avvicinare questo Paese, piccolo ma strategico e collocato in un’area tradizionalmente prioritaria per la proiezione economica italiana che, se saprà utilizzare al meglio le risorse europee a disposizione e la sua posizione geografica potrebbe finalmente diventare uno snodo importante per l’intera regione.

Contemporaneamente, la campagna vaccinale e la definizione di schemi unificati per la ripresa dei viaggi internazionali ci permetteranno nei prossimi mesi di riappropriarci delle nostre vite e degli spazi nelle nostre città deputati alla socializzazione e all’intrattenimento. Ancora una volta, nonostante la gravità del momento e la dimensione della sfida, l’Europa ha saputo trovare al suo interno le energie, la creatività e la forza per superare i momenti più bui. Da questa esperienza terribile, oltre ai segni indelebili, trarremo anche lezioni positive e insegnamenti utili che ci aiuteranno a progredire, innovare, cambiare e migliorare. Come tutti gli altri Paesi, anche la Bulgaria non è rimasta immune all’impatto della crisi con una contrazione stimata del PIL per il 2020 di circa il -4,1%, un calo senza precedenti dalla crisi bancaria del 1996-1997, che io ricordo bene. Anche gli altri principali indicatori macroeconomici hanno registrato un peggioramento nel corso dell’ultimo anno con la disoccupazione che ha raggiunto il 5,2%, rispetto al 4,2% del 2019. Tuttavia la situazione del Paese rimane solida e stabile con un debito pubblico ancora contenuto a circa il 25% del PIL, pur se in crescita rispetto al 20,2% del 2019. Il clima d’impresa continua ad essere favorito da un livello di tassazione e di costo del lavoro tra i più competitivi d’Europa ed il Governo bulgaro ha in questi anni portato avanti un ambizioso programma di riforme per contrastare la crisi demografica in cui verso il Paese, a rafforzare i fondamenti dello Stato di Diritto, ad incrementare la concorrenza e promuovere grandi investimenti infrastrutturali.

I rapporti economici con l’Italia hanno risentito nel 2020 del calo generale dell’interscambio bulgaro che ha registrato lo scorso anno una diminuzione del -7,75%. L’Italia si conferma in particolare il terzo principale partner commerciale della Bulgaria con oltre 4 miliardi di euro complessivi di interscambio e superata soltanto da Germania e Romania. In continua crescita il numero delle aziende a partecipazione italiana, arrivate a quasi 9.000 imprese di cui oltre 1.000 con un fatturato superiore ai 200.000 €, che contribuiscono al 10% del PIL e alla creazione di oltre 50.000 posti di lavoro nel Paese, secondo le rilevazioni di Confindustria Bulgaria.

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ContestoPolitico01

■ Lingua ufficiale: bulgaro.

98

1 gennaio: Capodanno

■ Pasqua: 2 giorni, festa senza data fissa (non lavorativi venerdì e lunedì).

■ 6 maggio: Festa di San Giorgio, Giornata dell’Esercito Bulgaro

■ Capitale: Sofia, situata nella parte ovest del Paese a 550 m sopra il livello del mare, ai piedi del Monte Vitosha.

■ Posizione: 6,9 mln.

■ 6 settembre: Giorno dell’Unificazione della Bulgaria

■ 24 maggio: Giorno dell’Istruzione e Cultura Bulgara e della Scrittura Slava

■ Religione: Cristiani ortodossi d’Oriente (85%), Musulmani (13%), Cattolici (1%).

■ Superficie: 110.993 km2.

■ Valuta: Lev bulgaro (cambio fisso con l’EURO: BGN 1 = EUR 0,51129).

■ 22 settembre: Giorno dell’Indipendenza della Bulgaria

■ 25 e 26 dicembre: Natale

ContestoPolitico

La Bulgaria si trova nella parte Sud-orientale dell’Europa.

■ Paesi confinanti: a Nord con la Romania; a Sud con Grecia e Turchia; a Ovest con Serbia e Macedonia, a Est con Mar Nero .

01

■ 1 novembre: Giorno della Rinascita culturale della Bulgaria (giornata festiva per le scuole)

1.1 PROFILO PAESE

■ 1 maggio: Festa del Lavoro e della solidarietà internazionale dei lavoratori

■ 3 marzo: Festa Nazionale della Liberazione della Bulgaria dal dominio Ottomano

■ Alfabeto: Cirillico.

FESTIVITÀ■

■ 24 dicembre: Vigilia di Natale

99 01 - Contesto politico

Silistra; Nord-Est, dove si collocano le oblast di Varna, Dobrich,Targovishte e Shumen; Sud-Ovest, contenente le oblast di Blagoevgrad, Kyustendil, Pernik, Sofia e Sofia Capitale; Centro Sud: Kardzhali, Pazardzhik, Plovdiv, Smolyan e Haskovo; Sud-Est, con le oblast di Burgas, Sliven, Stara Zagora e Yambol.La Bulgaria Sud-Ovest e Sud-Centrale comprendono due regioni: Sud-Ovest con le oblast di Blagoevgrad, Kyustendil, Pernik, Sofia e Sofia capitale; Sud-Centrale con le oblast di Kargiali, Pasardzhik, Plovdiv. Smolyan e Haskovo.

SUDDIVISIONE TERRITORIALE

Il territorio della Bulgaria è suddiviso in 2 macro regioni: Bulgaria del Nord e Sud (a sua volta suddiviso in Sudorientale, Sud-occidentale e Sud-centrale), a loro volta composte da 6 regioni che comprendono i 28 distretti, o oblast, che compongono il Paese. Procedendo da Nord a Sud si incontrano quindi le regioni: Nord-Ovest, che racchiude le oblast di Vidin, Vratza, Lovetch, Montana e Pleven; Centro-Nord con le oblast di Veliko Tarnovo, Gabrovo, Razgrad, Russe,

Rumen Radev è il quinto Presidente democraticamente eletto della Bulgaria per un periodo di cinque anni a partire dal gennaio 2017. È stato sostenuto come candidato dal Partito Socialista Bulgaro (BSP).

In otto Nazioni europee, compresa la Bulgaria, la percentuale della popolazione anziana supera il 20%.

Il Consiglio dei Ministri è composto dal Primo Ministro, dai Vice Primi Ministri e dai Ministri. Dirige e conduce la politica interna ed estera in conformità alla Costituzione e alle leggi e nello stesso tempo garantisce anche l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale e gestisce l’amministrazione statale e le forze armate.

Il Parlamento bulgaro, ossia l’Assemblea Nazionale, è unicamerale ed è composto da 240 deputati eletti per un periodo di quattro anni. Le deleghe, il lavoro e lo scopo del Parlamento sono descritti nel capitolo III della Costituzione. Tra questi rientrano: l’elaborazione e la discussione delle leggi, il controllo sul potere esecutivo, l’approvazione del bilancio, la programmazione delle elezioni presidenziali, l’elezione e la revoca del Presidente del Consiglio e, su sua proposta, del Consiglio dei Ministri; l’apportare cambiamenti nel governo, su proposta del Presidente del Consiglio, la dichiarazione di guerra, il dispiegamento

100 BULGARIA

AlPOPOLAZIONE31dicembre 2019 la popolazione della Bulgaria ammontava a 6 951 482 abitanti, che corrisponde all’1.4% della popolazione UE.

di truppe al di fuori della Bulgaria, e la ratifica di trattati e accordi internazionali. Dal 2006, l’Assemblea Nazionale elegge il difensore civico che sostiene i diritti e le libertà dei cittadini.

Il processo di invecchiamento della popolazione continua. Alla fine del 2019 il numero di persone di età superiore ai 65 anni era 1 504 088, ossia il 21.3% della popolazione totale. Rispetto al 2018 la percentuale della popolazione di questa fascia d’età è aumentata dello 0.6%, mentre rispetto al 2010 – сon l’11 %. Secondo i dati statistici per il 2019, la durata media della vita è 74 anni e 3 mesi.

1.2 ORDINAMENTO E GESTIONE DELLO STATO

Attualmente è al potere il novantaseiesimo Consiglio dei Ministri eletto il 4 maggio 2017 dalla 44esima Assemblea Nazionale. È una coalizione tra il partito politico GERB e la coalizione nazionalista “Patrioti uniti”. Il Presidente del Consiglio è Boyko Borisov. Il Consiglio dei Ministri è composto da venti Ministri in rapporto 16:4 a favore del partito politico GERB.

Secondo la Costituzione del 1991, la Bulgaria è una Repubblica parlamentare basata sulla suddivisione dei poteri – legislativo, esecutivo e giudiziario. I simboli dello Stato bulgaro sono la bandiera, l’inno, lo stemma e la Guardia della Repubblica.

Il Presidente della Repubblica ha poteri rappresentativi e viene eletto direttamente dai cittadini per la durata di 5 anni con il diritto a una sola rielezione. Il Presidente è capo dello Stato, comandante supremo delle forze armate e Presidente del Consiglio consultivo per la sicurezza nazionale. Anche se non ha potere o iniziativa legislativa, il Presidente può presentare disegni di legge per la revisione, anche se il Parlamento può respingere il veto con voto di maggioranza semplice. Il Presidente è affiancato da un Vice Presidente, anch’esso eletto durante le elezioni presidenziali.

Nel 1989 durante l’Assemblea del Comitato Centrale della BKP, con l’accettazione delle dimissioni di Todor Zhivkov e con le prime elezioni Presidenziali democratiche e pluripartitiche del 1990, inizia il processo di transizione dal comunismo e l’economia pianificata alla democrazia e l’economia di mercato. Il 15 novembre 1990 Narodna Repubblica Bulgaria assume ufficialmente la denominazione Repubblica di Bulgaria.

Dal 1990 al 2007 si sono susseguiti 12 governi di coalizione, e nonostante l’instabilità politica, durante questo periodo la Bulgaria ha raggiunto grandi traguardi a livello politico e sociale quali la stesura della nuova costituzione, la promulgazione di numerose leggi democratiche, l’adesione alla NATO, avvenuta nel 2004 e l’ottenimento dello statuto di membro della UE (2007). Dal punto di vista economico invece, questo periodo ha visto il passaggio da un’economia pianificata nazionale a un’economia di mercato liberale basata sulla proprietà privata. Si registrano anche profondi cambiamenti sociali. Dall’adesione all’Unione Europea in poi, la Bulgaria è stata caratterizzata da una forte stabilità economica, risultati finanziari migliori e maggiore ottimismo. Tuttavia il frequente avvicendamento dei Governi continua ad essere un fattore di rischio per la stabilità del Paese.

Al contempo, la vita politica era sottoposta a continue purghe di stampo stalinista; nel Paese viene imposta una censura estremamente restrittiva, e una politica estera isolazionista. È in questo scenario che la Bulgaria diventa membro dell’ONU il 14 dicembre 1955.

terza Costituzione della Repubblica Popolare di Bulgaria, la cosiddetta “Costituzione Zhivkov” che rimarrà in vigore fino al 1991.

Con il governo Zhivkov, il più lungo di stampo sovietico, si assiste al periodo di maggior stabilità politica e sociale della Bulgaria dopo la Guerra. Nel 1971 venne approvata la

1.3 BREVE PANORAMICA STORICA DEGLI ULTIMI DECENNI

Nel 1968 l’Esercito Popolare della Bulgaria prende parte agli scontri per sedare i movimenti rivoluzionari della Primavera di Praga. Verso la metà degli anni 1980 l’economia del Paese è segnata da seri problemi quali l’alta inflazione, l’indebitamento e la mancanza di competitività che insieme a importanti cambiamenti nella vita sociale portano al crollo del Regime socialista nel 1989.

101 01 - Contesto politico

NRB (Narodna Repubblica Bulgaria) l’abbreviazione in lingua locale della Repubblica Popolare della Bulgaria, è tra i Paesi fondatori della COMECON (Unione di Assistenza Economica Reciproca, nel 1949) e del Patto di Varsavia (nel 1955) e come tale era fortemente legata a livello economico, politico e militare con l’URSS ed i suoi alleati. Todor Zhivkov (1956–1989) governa in Bulgaria inizialmente come Primo Segretario e in seguito come Segretario Generale del Comitato Centrale della BKP, e poi dal 1971 –in qualità di Presidente del Consiglio dello Stato. Da un lato la sua gestione è stata caratterizzata da un consolidamento autoritaristico e da una revoca della politica russa sia interna che estera.

Dopo la seconda Guerra Mondiale, la Bulgaria rientra nella zona d’influenza dell’URSS e nel 1946 diventa Repubblica popolare governata da un unico partito BKP (Partito Bulgaro Comunista) con a capo Gheorghi Dimitrov (1946 – 1949). Il modello economico imposto dall’URSS era il modello di economia pianificata con nazionalizzazione delle imprese e collettivizzazione dell’agricoltura. Durante il Governo di Valko Chervenkov (1950 – 1956) si è registrata una notevole crescita: nel consumo di beni alimentari, nello standard di vita e nella retribuzione media (75%).

ha 11 rappresentanti nel Comitato Economico e Sociale Europeo. Questo organo consultivo di rappresentanza delle organizzazioni dei datori di lavoro, dei lavoratori e di altri gruppi d’interesse, formula pareri sulle proposte legislative, fungendo da ponte tra le istituzioni decisionali e i cittadini e crea una visuale migliore sugli eventuali cambiamenti nell’ambito sociale e lavorativo degli Stati membri.

Il 13 aprile 2005 il Parlamento europeo ha votato a favore dell’adesione della Bulgaria all’UE a partire dal 1° gennaio Il2007.25

La Bulgaria ha altrettanti rappresentanti nel Comitato europeo delle Regioni, l’Assemblea dei rappresentanti delle autorità regionali e locali nell’UE. Questo organo consultivo formula pareri sulle proposte legislative per garantire che in esse si tenga conto del punto di vista di ogni singola Regione dell’UE.

Il 1° gennaio 2018 la Bulgaria per la prima volta ha assunto la presidenza semestrale del Consiglio dell’UE. La presidenza del Consiglio europeo ha dato alla Bulgaria l’occasione di mettere al centro dell’Ordine del Giorno dell’Unione europea priorità per l’intera area balcanica. I rappresentanti

bulgari hanno lavorato per l’adozione di decisioni bilanciate al fine del mantenimento dell’unità degli Stati membri e dell’esecuzione delle priorità strategiche dell’Unione europea, impegnandosi a fondo al raggiungimento di risultati concreti durante i sei mesi di presidenza bulgara del Consiglio dell’Unione europea, conclusasi il 30 giugno La2018.Bulgaria

1.4 LE RELAZIONI TRA BULGARIA E UNIONE EUROPEA

102 BULGARIA

Nell’attuale periodo di programmazione 2014-2020, il Fondo di coesione eroga finanziamenti finalizzati a:

Il Protocollo conclusivo del Consiglio d’Europa per l’approvazione della Carta costituzionale europea del 29 ottobre 2004 è stato firmato a Roma a nome della Bulgaria dal Primo Ministro Simeone di Sassonia Coburgo Gotha e dal Ministro degli Esteri Solomon Passi.

aprile dello stesso anno, con una cerimonia ufficiale tenutasi a Lussemburgo, sono stati firmati i trattati di adesione della Bulgaria e della Romania all’Unione Europea. Dalla parte bulgara il trattato di adesione è stato firmato dal Presidente Gheorghi Parvanov, il Primo Ministro Simeone di Sassonia Coburgo Gotha, il Ministro degli Esteri Solomon Passi e il Ministro per le questioni europee Meglena Kuneva.

La Bulgaria ha partecipato al primo ciclo di Programmi Operativi Europei 2007 – 2013, accedendo ai fondi europei. Secondo il Commissario alle Politiche Regionali e di Coesione, Corina Cretu, la Bulgaria con il suo 95% di fruizione dei Fondi europei è tra gli Stati membri con la percentuale più alta di assorbimento.

■ investimenti nella tutela ambientale, compreso lo sviluppo sostenibile e l’energia, a condizione che offrano chiari vantaggi sotto il profilo ambientale;

Nel 2007 in Bulgaria si sono svolte le prime elezioni per il Parlamento europeo. Nel 2009 hanno avuto luogo le seconde elezioni a suffragio universale diretto per i rappresentanti bulgari nel Parlamento europeo. Attualmente la Nazione è rappresentata da 17 parlamentari. Nella primavera del 2019 si sono svolte le ultime elezioni parlamentari europee che hanno sancito la vittoria del partito GERB (30,3% di voti), portando così 6 seggi al Partito Popolare Europeo (PPE) del quale l’organizzazione politica de Boyko Borisov fa parte.

■ reti transeuropee di trasporto e in particolare progetti infrastrutturali;

1.5 TRASPORTO

La posizione strategica della Bulgaria offre ottime potenzialità per lo sviluppo della rete dei trasporti nel Paese, occupando una posizione strategica tra Europa orientale, occidentale e Medio Oriente.

■ Linee ferroviarie per un totale di 5 540 km che collegano il Paese con la Grecia, la Romania, la Turchia e la Serbia.

■ Collegamenti fluviali lungo il Danubio e i porti fluviali adiacenti.

1.6 ECONOMIA

Negli ultimi anni anche se la Bulgaria sta registrando una notevole crescita economica, continua ad essere il Paese con le retribuzioni più basse, il PIL pro capite più basso e la più bassa produttività della mano d’opera nell’Unione europea. Secondo Eurostat nel 2018 il PIL pro capite è pari al 50% della media per l’Unione europea.

■ Rete viaria nazionale con una lunghezza totale di 19 861 km. di cui 734 km. di autostrade, 2 928 km di strade statali, 4.028 km di strade regionali, 12.171 km di strade comunali.

La rete dei trasporti in Bulgaria è composta da:

Nell’ambito dei progetti finalizzati agli obiettivi dell’UE per la tutela ambientale, il Fondo di coesione finanzia inoltre i settori legati allo sviluppo sostenibile, per esempio l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Nel settore trasporti oltre alle reti transeuropee sono finanziati il trasporto ferroviario, il trasporto fluviale nazionale, il trasporto marittimo, i sistemi di trasporto intermodale e la loro compatibilità operativa, la gestione del traffico terrestre, marittimo e aereo, nonché i trasporti pubblici e il traffico urbano non inquinante. Dal 2014 nell’ambito del nuovo Meccanismo di coesione europeo, il Fondo finanzia anche i progetti europei infrastrutturali che hanno un valore aggiunto a livello comunitario.

■ Due porti marittimi principali sulle coste del Mar Nero a Varna e Burgas.

I due principali settori dell’economia nazionale bulgara sono l’industria e l’agricoltura. La Bulgaria ha un’economia di mercato con un settore privato in via di sviluppo e un certo numero di imprese pubbliche d’importanza strategica.

01 - Contesto politico

103

■ supporto tecnico.

■ Aeroporti internazionali a Sofia, Plovdiv, Burgas, Varna e Gorna Oryahovitsa.

EconomiaeMercati02

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020E1 2021F2

106 EconomiaeMercati 02

PIL reale di cui: Мlrd. Euro 43.9 45.6 47.4 49.0 50.6 52.4 50.3 52.2

Deficit del Budget % del PIL -3.6 -2.8 1.5 0.8 0.1 -1.0 -3.0 -3.8 Popolazione mln. 7.2 7.2 7.1 7.1 7.1 7.0 6.9 6,9 Inflazione % 1.4 0.1 0.8 2.1 2.8 3.1 1.7 2.7 Disoccupazione % 11.5 9.2 7.7 6.2 6.2 5.6 7.4 6.7 Retribuzione pro capite PPP, $ 7,901 7,057 7,544 8,324 9,412 9,809 9.842 11,335

Costi pubblici Мlrd. Euro 7.2 7.4 7.5 8.0 8.3 8.5 8.9 9.3

Investimenti Мlrd. Euro 9.3 9.5 9.0 9.2 9.7 10.1 9.9 10.1 Esportazioni Мlrd. Euro 27.5 29.2 31.7 33.6 34.1 35.5 31.5 34.0

Indicatore

PIL nominale Мlrd. Euro 42.9 45.7 48.6 52.3 56.1 61.2 59.9 64.4

Consumi privati Мlrd. Euro 27.2 28.2 29.2 30.3 31.7 33.4 32.6 33.3

Importazioni Мrd. Euro 27.5 28.8 30.3 32.6 34.4 36.0 31.9 34.6 Investimenti diretti Мrd. Euro 0.2 1.9 0.6 1.3 0.8 0.8 0.4 0.7 Indebitamento estero lordo4 Мrd. Euro 39.2 33.9 34.7 34.2 34.5 35.2 37.5 dati disponibilinon

Deficit del Budget % del PIL -0.4 -1.8 3.6 2.8 1.5 0.8 0.1 -1,7 -0.3

107

Disoccupazione % 12.4 13.0 11.5 9.2 7.7 6.2 6.2 5,9 5,7 Retribuzione pro capite PPP, $ 16.2 16.6 17,6 18,3 19,7 21,2 22,3 23,9 25,1

Rispetto al 2018, il PIL reale bulgaro per l‘anno 2019 è cresciuto del 3,6%, sorpassando notevolmente la media di crescita del 1.6% registrata nell‘UE nello stesso periodo. L’economia della Bulgaria ha registrato un leggero rallentamento, mantenendo comunque la tendenza di crescita di oltre il 3% che ha caratterizzato i tre/quattro anni precedenti. I consumi interni, che sono stati il principale propulsore della crescita negli scorsi tre anni, registrano un ritmo stabile e veloce. Nel 2019 i consumi privati sono cresciuti del 5.2%, sostenuti dal miglioramento del mercato del lavoro, da un maggiore reddito disponibile e da una congiuntura economica in via di stabilizzazione.

PIL reale di cui: Мlrd. Euro 39.0 45.6 43.9 45.6 47.4 49.0 50.6 52,5 54.0

Мlrd. Euro 41.9 45.7 42.9 45.7 48.6 52.3 56.1 61,7 65.6

Costi pubblici Мlrd. Euro 6.3 7.4 7.2 7.4 7.5 8.0 8.3 8,7 8.8

Indebitamento estero lordo4 Мrd. Euro 40.2 33.9 39.2 33.9 34.7 34.2 34.5 35,8 37.9

La pandemia da COVID-19 esplosa all’inizio del 2020 ha gettato i cittadini, gli operatori economici e il Governo in una situazione di emergenza su più fronti, una vera e propria crisi mondiale che ha impattato pesantemente su ogni aspetto della società. Se dal lato sanitario la pandemia ha causato milioni di morti in tutto il mondo, sul fronte economico il Covid-19, unito alle dure misure imposte dai governi per fronteggiare questa situazione di emergenza, ha portato una forte recessione a livello globale, spingendo i governi di tutto il mondo ad attuare provvedimenti mai visti prima nel tentativo di rispondere adeguatamente alla crisi.

02 - Economia e Mercati

Мrd. Euro 23.5 28.8 27.5 28.8 30.3 32.6 34.4 ,34,7 35.3

Esportazioni Мlrd. Euro 22.0 29.2 27.5 29.2 31.7 33.6 34.1 34,5 35.2 Importazioni

Popolazione mln. 7.3 7.2 7.2 7.2 7.1 7.1 7.1 7,0 6.9 Inflazione % 3.0 0.9 1.4 0.1 0.8 2.1 2.8 2,9 2,5

Investimenti diretti Мrd. Euro 1.1 1.9 0.2 1.9 0.6 1.3 0.8 0,6 0.5

Indicatore 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2020E1 2021F2

Investimenti Мlrd. Euro 8.3 9.5 9.3 9.5 9.0 9.2 9.7 9,9 10.0

PIL nominale

All’interno dell’Unione Europea, la Bulgaria è uno degli Stati dove l’impatto negativo della crisi è risultato relativamente debole. Secondo le previsioni sul PIL reale nel medio termine fornite da The Economist, nel 2020 si suggeriva un calo del Fonte: The Economist Note: 1 Calcolo, 2 Previsione 3 Parità del potere d’acquisto 4 Dati forniti dalla Banca Nazionale Bulgara (BNB)

Consumi privati Мlrd. Euro 25.6 28.2 27.2 28.2 29.2 30.3 31.7 33,3 34.4

BULGARIA

108

■ integrazione mensile fissa delle pensioni. Tale misura è stata adottata dal Governo per far fronte all’attuale crisi;

REALE (PREVISIONE 2020)

■ aumento delle retribuzioni con una media del 5%. La Bulgaria è seconda dietro solo la Lituania per crescita delle retribuzioni, in contrapposizione al lieve calo riscontrato nella media UE;

4,1% dell’economia bulgara, valore inferiore rispetto a quello calcolato dall’Eurostat, il quale registrava una contrazione pari al 6,4%. La Bulgaria si attesta a livelli migliori anche della media dell’Eurozona, la quale ha registrato una diminuzione del Pil reale pari al 7,4% nel 2020.

■ misure straordinarie adottate per fronteggiare la crisi come la moratoria sulle quote da versarsi per l’estinzione dei crediti e la moratoria sui prestiti senza interessi passivi erogati dalla Banca Nazionale per lo Sviluppo in favore delle famiglie come risorsa da destinare al consumo.

Nonostante la situazione di emergenza epidemiologica, l’Istituto Nazionale di Statistica (NSI) ha individuato nel 2020 una crescita dei consumi pari all’1,8%, presentando la Bulgaria come unico Stato membro dell’UE a godere di una tale crescita positiva. L’andamento più stabile rispetto alle previsioni dei consumi privati è dovuto a diversi fattori:

Le previsioni per il 2021 sull’economia bulgara registrano una crescita annua del PIL reale pari al 3,7%, dato in linea con il volume antecedente la crisi pandemica. Tale valore si basa sia sulla miglior esperienza nel gestire la situazione economica nelle attuali condizioni create dal COVID-19, sia sulla miglioria di trattamento dei malati su scala mondiale. In aggiunta, le previsioni per il 2021 forniscono un quadro positivo a partire dalla primavera-estate, con un’aspettativa di ripresa in concomitanza con le riaperture delle attività economiche e supportata da una fiducia aumentata del business e degli investitori. Fattori importanti per tale crescita sono la diffusione graduale di vaccini e l’aspettativa che la domanda del mercato interno ed internazionale stimoli maggiormente lo sviluppo economico.

PIL

109

02 - Economia e Mercati

PIL REALE (PREVISIONE 2021)

Fonte: NSI Note: Il settore “Vari” comprende il risultato correttivo della detrazione delle tasse dei sussidi sui prodotti

PIL NOMINALE PER SETTORE NEL 2018 (%)

PIL NOMINALE

(PREVISIONE 2021)

PIL NOMINALE (PREVISIONE 2020)

110

Secondo le previsioni a medio termine del The Economist Intelligence Unit, la crescita dell’economia bulgara si attesta superiore ai livelli medi dell’UE, con una percentuale annua stimata per il periodo 2021- 2025 compresa tra il 3.0% e il 3.7%. Mentre la previsione per la crescita media dell’economia degli Stati membri dell’UE per lo stesso periodo è 2.8%. Le previsioni si basano sulle aspettative che si conservi il Currency Board e che, grazie alle agevolazioni fiscali, si registri un aumento dei consumi interni ed esteri. L’economia nazionale potrebbe subire un rallentamento causato da rischi macroeconomici tradotti nella continua riduzione della popolazione, nelle scarse prospettive di un miglioramento del mercato del lavoro unite alle scarse infrastrutture nazionali. Nello specifico, i rischi economici per la Bulgaria nel 2021, oltre alle ripercussioni dovute al perdurare della crisi sanitaria, potrebbero manifestarsi con le elezioni parlamentari di aprile che, come sottolineano molteplici previsioni, potrebbero ufficializzare l’instabilità politica.

BULGARIA

■ edilizia (+16%);

■ servizi professionali (+18%);

111 02 - Economia e Mercati

Nell’anno 2019, il valore del PIL nominale bulgaro era di 61.2 miliardi di Euro, un valore superiore rispetto al 2018 con un incremento annuo pari al 9.1%. La crescita economica registrata negli ultimi anni si riflette sui vari settori, in particolare il commercio e la produzione di beni, rigenerati da un binomio positivo tra il miglioramento della congiuntura per le esportazioni all’interno dell’UE e l’aumento del potere d’acquisto delle famiglie. Volgendo lo sguardo verso la struttura settoriale del PIL non si rilevano variazioni sostanziali: prendendo in esame le aliquote della produzione di beni e quella del commercio nel 2019, pari al 44%, si evidenzia un calo rispetto al 2018 quando il valore si attestava al 45%.

■ agricoltura e silvicoltura (+15%) Analizzando invece l’apporto sulla crescita economica, l’aliquota complessiva della produzione di beni e del commercio è il 35% del valore nominale del PIL, mentre quello dei servizi informatici raggiunge il 25%.

Nel complesso, rispetto al 2018, il 2019 registra una ripresa economica in tutti i settori (eccetto che in quello finanziario). Più specificatamente, i settori che hanno beneficiato di percentuali più alte di crescita nel 2019 rispetto all’anno precedente sono:■ servizi informatici (+21%);

CRESCITA DEL PIL PER SETTORI

112

Le ripercussioni economiche della crisi sanitaria di COVID-19 si sono abbattute su diversi settori dell’economia nazionale, differenziandosi per l’entità dell’impatto complessivo. Nel 2020 il settore alberghiero e quello della ristorazione hanno subito gli effetti più gravi, specialmente a causa delle lunghe chiusure imposte dal Governo come misura preventiva contro la diffusione del virus. Anche il settore del turismo è stato pesantemente penalizzato dalla situazione di emergenza epidemiologica in atto, con una riduzione drastica degli introiti a causa delle restrizioni ai viaggi e i blocchi alle frontiere ordinati da diversi Stati. Nello specifico, i grandi resort affacciati sul Mar Nero hanno diminuiti i loro proventi del 6070% durante il 2020, mentre anche la filiale alberghiera della capitale ha visto una diminuzione notevole delle entrate a causa del blocco sui voli internazionali. Nel complesso, il 2020 ha registrato una contrazione del 70% sui proventi del settore alberghiero, quando nel 2019 solo i proventi derivati dal pernottamento negli alberghi di Sofia ammontava a 167.4 milioni di BGN.

BULGARIA

Dopo il periodo triennale di deflazione (2014-2016), nel 2017 si è registrato un aumento del 2,1% dell’indicatore dei prezzi al consumo a seguito del ripristino dei prezzi dell’energia. Nel 2018 e nel 2019 l’inflazione ha continuato ad aumentare, raggiungendo rispettivamente il 2,8% e il 3,1%. Le dinamiche inflazionistiche in Bulgaria hanno seguito di pari passo

Fonte: The Economist

113 02 - Economia e Mercati

Durante lo stato di emergenza epidemiologica, le misure fiscali adottate dal Governo bulgaro a sostegno del sistema sanitario, delle famiglie e dell’economia hanno generato un aumento del valore aggiunto lordo della gestione statale pari al 13,2% nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

1.1 INFLAZIONEINFLAZIONE–INDICE

DEI PREZZI AL CONSUMO (PREVISIONE 2020)

Dato significativo è il calo del valore del commercio sempre nei primi nove mesi del 2020 che si attesta a 1.6 miliardi di Euro, annullando di fatto l’intero apporto dei settori in trend positivo. La crescita annua del settore sopracitato, rimasta sostanzialmente stabile per un decennio, ha registrato un calo del 19% nel periodo gennaio-settembre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, riportando il valore dell’intero settore del commercio al livello del 2017. Tale calo è sintomo della situazione straordinaria dovuta all’epidemia che ha impattato negativamente sull’intero comparto, unito alle restrizioni imposte sia sul territorio nazionale sia nei territori dei grandi partner commerciali della Bulgaria e alle misure di contenimento del virus in primis il blocco transfrontaliero.

Fonte: EIU

INFLAZIONE – INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO (PREVISIONE 2021)

La crisi pandemica ha avuto importanti ripercussioni economiche anche nel settore dell’energia, con una riduzione su scala mondiale dei prezzi dell’energia elettrica. Nel 2020 l’inflazione dei prezzi di consumo ha raggiunto l’1,7%, mentre per il biennio 2021-2022 il The Economist Intelligence Unit prevede un ritorno funzionale dell’inflazione a sostegno della crescita economica, raggiungendo una media pari al 2,5%.

114

Sul medio termine, nel periodo 2023-2025, si prevede che la maggior stabilità del mercato del lavoro e un miglioramento progressivo della struttura economica del Paese generino una costante pressione volta all’aumento dei prezzi che contribuirebbe al raggiungimento di una media annua dell’inflazione pari al 2,6%.

Tale tendenza positiva viene supportata anche dai prezzi crescenti su scala mondiale del petrolio, il quale ha subito anch’esso gli effetti negativi della pandemia con una contrazione del prezzo pari all’80% nel periodo marzo-aprile 2020.

1.2 MERCATO DEL LAVORO

TASSI DI (PREVISIONE 2021)

DISOCCUPAZIONE

BULGARIA

quelle dell’area Euro, nella quale l’inflazione annua ha subito un’accelerazione raggiungendo il picco nel dicembre 2019.

Nel 2020 la crisi pandemica ha fatto sentire i suoi effetti anche sulla disoccupazione, la quale ha registrato una crescita sostanziale rispetto all’anno precedente. Secondo i dati riportati dall’Agenzia del Lavoro, ad agosto 2020 la disoccupazione è stata di 2,2 punti percentuali superiore a quella del 2019, con circa 246 mila disoccupati registrati negli uffici del lavoro, 73 mila unità in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le conseguenze maggiori sono state avvertite nel settore alberghiero e nella ristorazione, nel settore della produzione di beni e del commercio, i quali hanno apportato ampi tagli al personale per far fronte alla crisi. Il Governo ha cercato di prevenire il licenziamento di molti lavoratori attraverso il Programma 60/40 con cui l’ente statale si incaricava di retribuire il 60% degli stipendi lordi dei dipendenti nei settori in difficoltà. Nonostante le misure implementate dal Governo bulgaro, il mercato del lavoro ha subito la propria dipendenza dal settore turistico la cui aliquota rappresenta il 10,6% del totale dell’occupazione. Tale dato fa prevedere perciò un rallentamento della ripresa occupazionale e dell’economia nel suo insieme. La previsione a breve termine indica che solo nel 2022 si potranno raggiungere livelli di disoccupazione antecedenti alla pandemia, per poi seguire

115 02 - Economia e Mercati

Fonte: NSI, EIU Note: La differenza tra NSI e EIU deriva dal modo in cui vengono raccolti. Secondo le statistiche di NSI, “impiegato” è la definizione dell’Organizzazione internazionale del lavoro, una persona che ha indicato agli intervistati di aver lavorato per almeno un’ora retribuita nell’ultimo mese. Allo stesso tempo, le persone che hanno rinunciato alla ricerca di lavoro durante lo stato di emergenza/quarantena non sarebbero incluse nella categoria “disoccupati”.

Nel 2019 il mercato del lavoro in Bulgaria ha mantenuto un trend positivo, registrando un miglioramento degli indicatori. Il Paese ha beneficiato di un record occupazionale e l’ennesima riduzione del coefficiente di disoccupazione. Secondo i dati riscontrati dall’Istituto nazionale di statistica, nel 2019 la disoccupazione è scesa sotto il 5%, raggiungendo in tal modo un livello mai visto negli ultimi dieci anni, mentre alla fine del terzo trimestre del 2019 ha registrato solo il 3,7%, per poi risalire nel 2020 raggiungendo il 5,2%, a causa della crisi derivata dal Covid-19. Secondo le stime, la disoccupazione continuerà a diminuire, ma sempre meno velocemente: una delle cause è il graduale esaurimento delle potenzialità attuali del mercato del lavoro per via del permanere dei problemi strutturali, tra cui si distingue la cospicua quota dei disoccupati a lungo termine, costante negli anni, con lievissimi cenni di diminuzione.

Le esportazioni, nello specifico, hanno risentito della recessione dei mercati-chiave per la Bulgaria, specialmente quello tedesco ed italiano, mentre il settore dei servizi – con il turismo in testa – è stato fortemente penalizzato dalle misure restrittive imposte sui viaggi, colpendo in maniera tragica le compagnie aeree.

BULGARIA

116

1.3 COMMERCIO ESTERO

L’arrivo del Covid-19 e le misure restrittive disposte dai governi hanno avuto pesanti ripercussioni anche nel commercio estero, il quale ha registrato un calo considerevole rispetto al 2019 sia per quanto riguardo le importazioni che le esportazioni. Tale diminuzione ha inficiato negativamente sull’economia nazionale, segnando in modo particolare un ampio deficit nel bilancio.

con un ulteriore, sebbene rallentato, calo. Il rallentamento del calo della disoccupazione si deve in gran parte ai problemi strutturali persistenti in Bulgaria e che influiscono negativamente sulle potenzialità del mercato del lavoro, anche in virtù del grande tasso dei disoccupati a lungo termine.

Per quanto concerne il bilancio del commercio estero, l’aumento delle esportazioni registrato nel 2019 rispetto al 2018 non si è tramutato in un aumento del suo valore, il quale è diminuito per un totale di 568 milioni di Euro rispetto al saldo commerciale dell’anno precedente. Il calo è dovuto in particolare all’aumento delle importazioni di carburante e sostanze chimiche, nonché di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto dall’UE.

TASSI DI DISOCCUPAZIONE

1.4 DEBITO ESTERO LORDO

Le previsioni per il 2021 segnano una ripresa moderata del commercio estero in linea con le altre economie europee, che porterebbe a livelli pari registrati nel 2018. L’aumento previsto si attesta attorno all’8% sia per le importazioni che per le esportazioni, un rimbalzo aiutato dalle misure in favore della ripresa introdotte e all’apertura graduale del settore turistico.

IMPORT ED EXPORT DI BENI E SERVIZI (IN VALORE NOMINALE)

Si può osservare una riduzione a lungo termine dell’aliquota del debito estero lordo, il quale ha subito una diminuzione importante nel periodo 2012-2020, dal 95% al 2,2% registrato alla fine dell’anno scorso. Nello specifico, il settore privato detiene un’aliquota media dell’83% del valore del debito estero, dato registrato nel periodo 2016 - novembre 2020.

117 02 - Economia e Mercati

Volgendo lo sguardo verso le importazioni, si può notare anche qui un calo evidente rispetto al 2019, pari all’11,5%, dovuto in particolare alla scarsa domanda di prodotti elettronici da parte delle famiglie e alla minor esigenza di importare combustibile da Paesi terzi.

Fonte: EIU

Le esportazioni bulgare hanno dovuto fare i conti con il calo dei mercati europei di riferimento, specialmente quello dell’Europa Occidentale, il quale ha avuto una contrazione dell’attività economica doppia rispetto ai mercati dell’Europa Centrale e dell’Europa Orientale. Ciò ha influito sulle tendenze nazionali, con le esportazioni che hanno raggiunto un calo pari all’11,3% rispetto al 2019. Ancora più marcato, invece, è stato il calo delle esportazioni verso i Paesi terzi, in primis Turchia ed Egitto, a causa soprattutto della diminuzione della vendita di carburanti, scesa vertiginosamente durante il 2020.

Dato il momento propizio in cui le obbligazioni sono state immesse nei mercati esteri, i bond bulgari hanno riscontrato enorme interesse tra gli investitori stranieri in virtù del basso livello degli interessi passivi e la natura della Bulgaria come emittente con basso livello di indebitamento. Attraverso tale politica il Paese ha ottenuto un rendimento di circa lo 0,39% sui titoli di Stato decennali e quasi l’1,5% su quelli trentennali, valori che corrispondono a livelli raggiunti da Stati con rating A/A. Con tali risorse si è potuto così centrare importanti obiettivi: il rifinanziamento dell’indebitamento dello Stato, il finanziamento del deficit di Bilancio, l’aumento della riserva fiscale, fronteggiare la pandemia attraverso il finanziamento di misure socio-economiche, stimolare la ripresa economica.

In aggiunta, a novembre 2020 si è registrato un aumento di 1.2 miliardi di Euro rispetto al 2019 per quanto riguarda l’indebitamento delle società bulgare verso le loro controllanti straniere con gli investimenti diretti che segnano la quota maggiore del debito estero bulgaro (circa il 40%).

Fonte: BNB

Nel novembre 2020 il debito estero lordo bulgaro ha fatto registrare un aumento del 6,5% rispetto al 2019, per un ammontare pari a 37.5 miliardi di Euro; il settore pubblico è il primo artefice di tale incremento, seguito dai 2.5 miliardi di Euro di obbligazioni di Stato immesse nei mercati internazionali a metà settembre dello stesso anno.

IMPORTO DEL DEBITO ESTERO LORDO, DATI TRIMESTRALI

118 BULGARIA

Riguardo a quest’ultimo punto, la Bulgaria non figurava nei mercati internazionali dal 2016, mentre figurava come l’unico paese dell’area balcanica che non avesse emesso obbligazioni all’estero fino al settembre 2020. Infatti, l’utilizzo di tali obbligazioni da parte degli Stati balcanici nel periodo aprile-giugno 2020 ha supportato il consolidamento dei propri budget per far fronte all’insicurezza prodotta dalla pandemia di Covid-19.

Per il 2021 le previsioni di mercato suggeriscono un mantenimento della tendenza all’aumento della crescita dell’esposizione debitoria dello Stato, la quale però non si tramuterà necessariamente in un aumento del debito estero.

DEBITO ESTERO LORDO, % DEL PIL E STRUTTURA, DATI TRIMESTRALI

1.5 POLITICA FISCALE

A seguito della crisi economica del 2009 e a causa del costante aumento della spesa pubblica, la posizione fiscale della Bulgaria ha registrato un peggioramento. Ciò nonostante, nel periodo 2012-2015 il deficit della bilancia dei pagamenti ha registrato un valore medio pari al 2.2% del PIL, mantenendosi sotto la soglia del 3% fissata dalla Commissione Europea.

Questa soglia è stata superata solo nel 2014, quando il deficit del Budget è arrivato al 3,7% del PIL a seguito dell’aumento della spesa per le sovvenzioni sociali e degli investimenti in capitale. Nel 2018 la Bulgaria ha registrato un’eccedenza pari a 0.2 miliardi di BGN, mentre per il 2019 il deficit del Budget era di 1.2 miliardi di BGN a causa dell’acquisto dei caccia militari F-16.

119 02 - Economia e Mercati

Fonte: BNB

La Bulgaria poteva vantare una posizione fiscale forte all’inizio del 2020. Nel marzo 2020, quando il Governo ha decretato l’attuazione del lockdown, la riserva fiscale ammontava a 8.6 miliardi di BGN con un’eccedenza nella bilancia dei pagamenti pari a 1.5 miliardi di BGN, secondo il Programma fiscale consolidato nel mese di febbraio 2020. Durante l’anno, il Governo ha stabilito una pianificazione conservativa delle entrate, delle restrizioni dei costi e dell’applicazione graduale degli stimoli fiscali volti a far fronte alla crisi, che ha conseguentemente portato l’eccedenza nel budget statale all’1,4% del PIL a fine agosto 2020. Grazie a questi interventi, il deficit fiscale del 2020 non ha subito variazioni negative, rimanendo pressoché contenuto per un valore pari al 3% del PIL, con un aumento delle entrate pari al 1,5% dovuto in particolare alle tasse e ai programmi finanziati dall’Unione Europea. Inoltre, i costi pubblici hanno mantenuto un andamento in linea con le previsioni, incrementando di 2.6 miliardi di BGN rispetto al 2019 a causa delle misure sociali ed economiche atte ad attutire gli effetti negativi della crisi.

EQUILIBRIO DI BILANCIO

Per quanto concerne il bilancio del 2021, tali agevolazioni della politica fiscale saranno ancora presenti. Il Governo ha infatti previsto costi record pari a 52.5 miliardi di BGN (42% del PIL), di cui 3.2 miliardi saranno destinati ai finanziamenti delle misure anticrisi. Inoltre, l’aumento previsto delle entrate nel 2021, pari a 3.3 miliardi di BGN, porterebbe il deficit di bilancio ad un valore di circa 4.9 miliardi di BGN (3,9% del PIL), un aumento del 38% rispetto al 2020. Nel febbraio 2021, lo Stato ha emesso ulteriori titoli per un valore di 250 milioni di Euro con aste pubbliche all’interno del mercato nazionale dei titoli finanziari.

Fonte: Ministero delle Finanze

Note: Il saldo di bilancio calcolato secondo la metodologia Europea – programma fiscale consolidato

Se nel 2020 il debito pubblico ha subito un incremento pari al 23,1% del PIL (il 18,4% nel 2019), le previsioni per il biennio 2021-2022 prospettano un ulteriore aumento pari al 25-26% del PIL, il quale non pregiudicherà la politica fiscale bulgara dal momento che il basso livello dell’indebitamento, le condizioni finanziare favorevoli e la cospicua riserva fiscale (pari a 8.6 miliardi di BGN) garantiscono una sostanziale stabilità. Se tali previsioni dovessero concretizzarsi, nel 2022 la

BULGARIA

120

DEBITO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE, % DEL PIL NELL’UE

La Bulgaria sarà direttamente interessata da questa enorme erogazione di finanziamenti europei, ricevendo circa 16.6 miliardi di Euro, che si aggiungono ai 7.5 miliardi di finanziamenti a fondo perduto sempre nell’ambito del Next Generation EU. Si prevede che tale mole di investimenti possa contribuire alla crescita economica del Paese, portandola ad una media del 4-5% nel periodo 2022-2025, con un beneficio di 1 miliardo di BGN di finanziamenti diretti per le società bulgare.

1.6 FINANZIAMENTI DA PARTE DELL’UE E ADESIONE ALLA ZONA EURO

Il 18 dicembre 2020 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un’intesa per il cosiddetto Next Generation EU, il piano di aiuti comune da 750 miliardi di Euro per il rilancio dell’economia del Vecchio Continente, affossata dalla crisi dovuta al COVID-19. Tale piano è incorporato nel bilancio settennale 2021-2027 dell’UE con un valore complessivo di 1.800 miliardi di Euro.

Fonte: Eurostat

Come sottolineato dal testo del Next Generation EU, i finanziamenti erogati dovranno essere indirizzati verso un miglioramento strutturale delle economie dei Paesi, fondato su tre settori principali: la digitalizzazione, la transizione energetica e la sostenibilità.

121 02 - Economia e Mercati

Bulgaria potrebbe godere del rapporto più basso tra il debito e il PIL nell’intera Unione Europea. Nello specifico, secondo i dati forniti dall’Eurostat, nel terzo trimestre del 2020 la Bulgaria figurava al secondo posto dietro solo all’Estonia per il rapporto debito-PIL, rapporto che potrebbe raggiungere il 100% nella zona Euro secondo le ultime previsioni per il 2021.

Altra conseguenza di questo avvicinamento all’Euro è il consolidamento fiscale e creditizio, nonostante le ripercussioni negative della crisi pandemica. La BCE ha infatti svolto uno stress test e un controllo sulle immobilizzazioni dei grandi istituti bancari senza riscontrare problematiche e ha erogato alla Banca Nazionale Bulgara (BNB) una linea swap, privilegio che poche banche nazionali hanno potuto avere.

Tale ammodernamento economico supportato dal piano europeo sarà concentrato in modo particolare sulle piccole e medie imprese. I finanziamenti nell’ambito del Next Generation EU sono vincolati alla presentazione entro il 30 aprile 2021 presso la Commissione Europea di piani nazionali che descrivono minuziosamente i progetti da avviare con tali investimenti. In aggiunta al Next Generation EU, la Bulgaria beneficerà di 400 milioni di Euro provenienti dal Fondo agricolo europeo per il supporto dell’agricoltura nazionale e dell’industria alimentare.

Sul fronte dell’adesione della Bulgaria all’Euro, nel luglio 2020 il Paese ha avuto accesso agli Accordi Europei di Cambio (ERM II) dopo che il Governo aveva presentato un elenco di impegni riguardanti la vigilanza finanziaria sulle banche e sul settore non bancario, la gestione delle imprese pubbliche, etc. L’adesione all’ERM II prevede due anni di attesa come presupposto per l’entrata ufficiale nella Zona Euro, mentre la Banca Centrale Europea (BCE) ha già accettato la Bulgaria all’interno dell’Unione bancaria, sviluppando così risvolti positivi per lo Stato. Infatti, le agenzie di rating hanno aumentato, come Fitch e Moody’s, o confermato, come S&P, la loro valutazione per la Bulgaria, nonostante il peggioramento economico dovuto alla pandemia.

122

Prendendo in esame la seconda metà del 2020, gli interessi bancari a lungo termine hanno raggiunto la percentuale dello 0,2%, in rapporto al debito pubblico, a fronte di un lieve aumento nella prima metà dell’anno, premio per il rischio in linea con la stessa tendenza a lungo termine. Stando a quanto riporta la BCE, tale situazione è derivata dall’adesione all’ERM II e all’accelerato flusso di capitale straniero che hanno prodotto una conseguente crescita dei crediti erogati, con il risultato finale di un notevole miglioramento delle condizioni per il finanziamento.

BULGARIA

L’ambiente positivo creato dal progresso verso l’integrazione finanziaria e la futura adozione della moneta unica europea ha risvegliato in molti investitori stranieri l’interesse verso la Bulgaria. La prima avvisaglia si è avuta con l’emissione delle obbligazioni di Stato nel settembre del 2020, con il valore che da 2 miliardi di Euro è salito presto a 2.5 miliardi a causa della forte domanda sui mercati internazionali. In secondo luogo, si registra una diminuzione dei tassi di interessi a lungo termine rispetto al 2008 quando il loro valore aveva raggiunto quasi l’8%.

Oltre alla reputazione finanziaria, l’adesione all’ERM II e l’ammissione all’Unione bancaria ha spinto lo Stato a introdurre importanti riforme atte a rafforzare la stabilità della propria politica finanziaria ed economica, supportata anche dagli ingenti finanziamenti che la Bulgaria ha ricevuto e riceverà dall’Unione Europea e che contribuiscono all’accelerazione della crescita del Paese.

■ currency Board – cambio fisso della moneta locale in Euro;

■ membro dell’Unione bancaria dell’UE;

■ clima favorevole per gli investitori, caratterizzato da rating creditizi in aumento e da una reddittivtà ;

Stabilità macroeconomica e finanziaria:

123 02 - Economia e Mercati

TASSI DI INTERESSE A LUNGO TERMINE SUL DEBITO PUBBLICO DELLA BULGARIA

■ erogazione dei finanziamenti UE nell’ambito del NextGenerationUE per un totale di circa 24 miliardi di Euro che andranno a favorire il business e porteranno all’aumento del PIL, che nel periodo 2022-2025 dovrebbe raggiungere il 4-5% annui.

Fonte: Eurostat

La Bulgaria continua a essere una nazione con un clima favorevole per gli investimenti stranieri. La posizione geografica e il basso costo della manodopera sono tra i principali vantaggi per gli imprenditori stranieri. Stabilità politica e basso rischio:

■ disoccupazione in calo, pari al 4.2% per il 2019 e sotto il livello medio dell’UE;

■ adesione all’ERM-II;

■ membro dell’Unione Europea;

■ membro della NATО;

2.1 PERCHÉ INVESTIRE IN BULGARIA

■ stabile nonostante il peggioramento su scala mondiale causato dal coronavirus dell’attività economica; stabile situazione fiscale; il rapporto debito pubblico – PIL nel 2020 è pari al 23,1%, mentre al settembre 2020 la media di questo indicatore per la Zona Euro è 97,3%.

■ crescita del PIL reale pari al 3.6% nel 2019;

Negli ultimi anni l’Italia è uno dei principali partner economico-commerciali della Bulgaria. A titolo di confronto, nel 2019 l’esportazione di merci e servizi verso l’Italia è pari a 2.191 miliardi di Euro (3° posto delle importazioni nella Bulgaria dopo la Germania e la Romania), ossia il 7.9% del totale.

■ il 98% degli studenti universitari iscritti alle Università bulgare studia una seconda lingua;

Forza lavoro:

Nel 2019 l’importazione dall’Italia verso la Bulgaria ammonta a 2.504 miliardi di Euro, ossia il 7.2% del totale. L’Italia è il quarto maggiore importatore in Bulgaria dopo la Germania, la Russia e la Cina.

■ il 68,7% della popolazione è in età lavorativa;

■ imposta pari al 10% (flat tax) sui redditi delle persone fisiche;

■ flat Tax del 10% sul reddito societario imponibile e allo 0% per le Società operanti in zone ad alto tasso di disoccupazione;

■ esenzione dell’IVA per 2 anni nel caso di investimenti di oltre 5 milioni di Euro;

■ facile accessibilità per l’avviamento del business, per il quale è richiesto un capitale sociale minimo pari a 1,00 Euro

■ la Bulgaria è attraversata da cinque importanti corridoi di trasporto paneuropei;

■ programma di trasporto TRACECA per potenziare il collegamento tra l’Europa e l’Asia;

■ bassi costi di trasporto;

Condizioni favorevoli per fare business:

■ retribuzioni competitive, costi fissi tra i più bassi d’Europa;

■ popolazione qualificata e con buona conoscenza di lingue straniere;

■ alto livello di conoscenze ed esperienze nel settore delle tecnologie informatiche.

■ 4 aeroporti e 2 porti principali.

3.1 I RAPPORTI DELLA BULGARIA CON L’ITALIA

Posizione strategica:

■ accesso al mercato dell’UE e vicinanza ai principali canali di scambi commerciali internazionali;

BULGARIA

■ ogni anno si laureano 60.000 studenti universitari;

■ ottime potenzialità naturali per lo sviluppo del turismo;

124

02 - Economia e Mercati

COMMERCIO CON L’ITALIA

Analizzando i dati relativi al terzo trimestre del 2020, si registra un calo del volume dell’esportazioni e delle importazioni pari a circa il 15%. Il crollo è dovuto in larga scala all’emergenza pandemica dovuta al COVID-19 e le conseguenti misure restrittive adottate dai Governi, allineandosi con il trend global di diminuzione dei volumi. Negli ultimi anni le principali esportazioni verso l’Italia sono: rame raffinato e leghe di rame, oli minerali, cereali, elementi per la produzione di scarpe e prodotti finiti dell’industria calzaturiera, prodotti di elettrotecnica e dell’industria tessile, prodotti della lavorazione di pellicce, mentre le principali importazioni bulgare dall‘Italia sono state soprattutto pelli lavorate, oli minerali, trattori, prodotti tessili, abbigliamento, prodotti dell’industria calzaturiera e prodotti medicinali. UniCredit Bulbank è tra le maggiori società italiane presenti in Bulgaria, nonché il principale istituto bancario della Bulgaria con oltre 1 milione di clienti, attività di oltre. 12.3 miliardi di Euro e depositi di oltre 10.5 miliardi di Euro (al dicembre 2020) e oltre 4 100 dipendenti nel 2019 suddivisi nelle oltre 170 succursali.

Nota: I dati per 9m19 e 9m20 sono stati calcolati dalla BNB, mentre il restante dal Ministero dell’Economia, a causa delle grandi differenze nei dati provvisori e nelle contraddizioni tra l’analisi e le cifre del Ministero stesso.

Fonte: Ministero dell’Economia

Fonte: Ministero dell’Economia, BNB

INVESTIMENTO DIRETTO NETTO DALL’ITALIA

125

126

Secondo i dati del Ministero dell’Economia, si è registrato nel tempo un forte aumento dei turisti italiani: nel 2004 il loro numero era pari a 28.337, mentre nel 2019 è arrivato a 156.564. Nel periodo gennaio-maggio 2020 la Bulgaria è stata visitata da 22.439 cittadini italiani, un calo che si attesta al 57,5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, diminuiti a causa della crisi pandemica e delle misure di contenimento adottate dai due Paesi.

BULGARIA

Fonte: Ministero dell’Economia

I settori verso i quali gli investitori italiani hanno dimostrato maggiore interesse durante gli anni, sono l‘energia, il turismo, i servizi bancari e assicurativi, il trasporto, l’agricoltura, il commercio e la lavorazione di materie prime, etc.

Gli investimenti diretti italiani in Bulgaria nel periodo 2000-2019 ammontano a 97 miliardi di Euro, posizionando l’Italia al quarto posto nella graduatoria degli investitori stranieri nel Paese. Nel terzo trimestre del 2020, gli investimenti diretti italiani hanno raggiunto 2.740,8 miliardi di Euro.

Prefazione

La Macedonia del Nord non ha fatto eccezione avendo una forte battuta di arresto in termini di crescita economica. Infatti, il PIL macedone nel 2020 ha avuto una contrazione del 4.5% andando contro le previsioni ben più favorevoli del 2019. Tuttavia, nel 2021 complice del miglioramento della situazione pandemica, l’avvio della campagna vaccinale che raggiungerà il 50% della popolazione vaccinata entro fine 2021 e grazie agli aiuti offerti dallo stato il paese è ritornato ai ritmi di crescita pre-pandemia.

La Pandemia di Covid-19 ha creato una crisi economica mondiale senza precedenti mettendo in ginocchio l’economia globale e mettendo a dura prova il sistema sanitario di tutti i paesi.

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La voglia di crescere del paese è infatti evidenziata dalle decine di cambiamenti apportati alle normative nazionali in vari settori dell’economia in modo tale da poter essere in linea con le direttive europee, è chiaro che in questo modo il paese diventerà ancor più interessante per i potenziali investitori sia nazionali che stranieri evidenziata anche dalla politica economica attualmente in vigore e la futura adesione all’Unione Europea come membro a tutti gli effetti renderanno il paese un ottimo candidato per gli investimenti stranieri.

Marco Marconi Presidente Confindustria Macedonia del Nord

Buona lettura !

L’adesione alla NATO avvenuta a marzo 2020 e l’autorizzazione da parte dell’UE per l’avvio formale delle trattative per l’adesione nello stesso mese hanno fatto si che il paese facesse un ulteriore passo verso l’integrazione europea. Il tutto è stato però bloccato dal veto posto dalla Bulgaria il 17 novembre 2020 le cui cause sono il mancato rispetto delle condizioni poste nel trattato di buon’amicizia siglato tra i due paesi. Fortunatamente con l’elezione del nuovo governo in Bulgaria sembra che il nuovo gabinetto abbia intenzione di trovare un accordo per poter liberare la Macedonia del Nord dal veto e così riprendere il processo di adesione all’Unione Europea.

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Un mercato e, ancor prima, un Paese che vive una fase politica complessa, nell’attesa dell’apertura della Conferenza Intergovernativa che dovrà portarlo, un domani, ad essere membro dell’Unione Europea, con notevoli opportunità per il nostro Sistema Paese, chiamato ad accompagnare la Macedonia del Nord in questo percorso e già in parte presente in virtù di numerose collaborazioni e progetti nazionali ed europei.

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La nuova Edizione della Guida Paese di Confindustria Macedonia del Nord si propone di offrire alle imprese e agli operatori economici alcuni strumenti di agile utilizzo per conoscere le dinamiche essenziali che disciplinano il mercato macedone. Un mercato, come ho potuto constatare fin dal mio arrivo in Sede un anno fa, che ha comprensibilmente risentito della crisi pandemica, ma che ha dimostrato, anche grazie all’intervento delle istituzioni ministeriali e bancarie, un alto tasso di resistenza, contenendo le perdite per il 2020 e tornando a crescere durante il 2021.

Introduzione

La progressiva ripartenza delle attività di interscambio, la tendenziale ripresa dei voli dall’Italia alla Macedonia del Nord – pur, ancora, con le interruzioni dovute alle difficoltà proprie del momento storico che viviamo – ci consentono di guardare con un prudente ottimismo alle opportunità offerte da questo mercato.

Dopo la contrazione dell’attività economica complessiva sperimentata durante il primo anno di pandemia, già nel secondo semestre del 2021 si è assistito ad una ripresa decisa dell’economia, dovuta anzitutto all’impatto positivo della campagna vaccinale che ha infuso fiducia e ottimismo negli operatori economici. A tale ripresa ha contribuito anche la domanda interna, in termini di consumi privati maggiori supportati da una crescita del reddito disponibile, nonché il graduale adattamento dei consumatori alla situazione epidemiologica.

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Allo stesso tempo è stato registrato un leggero aumento del consumo pubblico e della domanda di investimenti. Di conseguenza, secondo le stime delle istituzioni macedoni e internazionali, l’economia domestica dovrebbe crescere del 3.9% per l’intero anno 2021 e mantenere lo stesso tasso di crescita nel 2022.

È in questo contesto che la nuova guida Paese di Confindustria Macedonia del Nord, rivista ed aggiornata, rappresenta uno strumento di grande utilità per le imprese e gli operatori che hanno intenzione di esaminare più da vicino questo promettente mercato, assai vicino a noi e collocato a cavallo di due corridoi strategici (il Corridoio VIII e X).

S.E. Andrea Silvestri Ambasciatore d’Italia in Macedonia del Nord

Per quanto riguarda le previsioni per gli anni 2023 e 2024, ci si aspetta un graduale esaurimento degli effetti negativi della pandemia con conseguente crescita del PIL del 4%. Nel primo semestre del 2021 l’Italia è risulta in 7⁰ posizione nella graduatoria dei partner commerciali della Macedonia del Nord. Secondo l'Istituto macedone di Statistica, l’interscambio commerciale tra i due paesi in questo periodo ammonta a 293.5 milioni di Euro, in aumento del 34.8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Stando alle dichiarazioni della Banca Centrale della Macedonia del Nord, la valuta nazionale (il denaro macedone) dovrebbe rimanere stabile, come da ormai numerosi anni, grazie anche al buon livello delle riserve di cui dispone la Banca Centrale e agli strumenti messi a disposizione dalla BCE.

ContestoPolitico01

136

Posizione: La Macedonia del Nord è situata nel mezzo della penisola Balcanica del sud-est Europa Fuso orario: GTM +1 Superficie: 26.000 km2 Popolazione: Da dati dell’ultimo censimento effettuato nel 2021 in Macedonia del Nord, il paese risulta avere 2.022.547 abitanti con una percentuale del 41,5% della popolazione al di sotto dei 30 anni.

■ Regione Sudoccidentale

■ Regione di Skopje

■ Turchi 3,85%

■ Regione del Vardar.

01

■ Regione Orientale

■ Regione Sudorientale

■ Regione Nordorientale

■ Romeni, Serbi ed altri 6,18%

I gruppi etnici presenti nel paese sono:

■ Macedoni 64,8%

■ Regione di Pelagonia

ContestoPolitico

■ Albanesi 25,17%

■ Regione del Polog

Capitale: Skopije, situata nella parte nord del Paese a 240m sopra il livello del mare (Popolazione 600.000,00 abitanti). Suddivisione territoriale: Il territorio della Macedonia del Nord ha un solo livello amministrativo composto da 84 comuni di cui 10 di questi compongono l’area metropolitana della capitale Skopje. Esistono poi otto regioni prive di valore amministrativo utilizzate principalmente per fini statistici che sono:

1.1 PROFILO PAESE

137

Lingue ufficiali: Macedone e Albanese

■ Data variabile: Pasqua Ortodossa

1.2 ORDINAMENTO E GESTIONE

■ Strade: 9.200 Km

“Sobranie” composto da 120 parlamentari con mandato quadriennale ed eletti tramite sistema proporzionale. La più alta carica esecutiva è il governo, guidato dal primo IlMinistro.sistema politico del paese è composto da diversi partiti ma, i principali e più forti risultano essere il VMRO-DPMNE e l’Unione Socialdemocratica di Macedonia “SDSM”.

Valuta: Dinaro Macedone (cambio fisso con l’EURO: 1MKD=0,016)

■ Due corridoi Paneuropei: Corridoio 8 da est ad ovest e il Corridoio 10 da nord a sud

1.3 BREVE PANORAMICA STORICA

■ 08 Settembre: Giorno dell’Indipendenza

della Repubblica è Stevo Pendarovski (SDSM). A partire da maggio 2017, il capo del partito SDSM Zoran Zaev ricopre la carica di Primo Ministro, il quale è stato riconfermato durante le elezioni del 30 agosto 2020.

■ 08 Dicembre: San Clemente da Ohrid

Confini: Il paese condivide i propri confini con Grecia a sud, Bulgaria ad est, Serbia e Kosovo a nord e Albania ad ovest.

■ 01 Maggio: Festa del Lavoro

■ Strade ferrate: 900 Km

■ 24 Maggio: San Cirillo e Metodio

■ 02 Agosto: Festa della Repubblica

Un paese dei Balcani occidentali ed un tempo membro dell’ormai ex Repubblica di Jugoslavia, la Macedonia del Nord ha percorso un lungo processo di transizione a partire dall’anno della sua indipendenza nel 1991. Il tutto iniziò da un punto di partenza non favorevole, essendo tra le Repubbliche meno sviluppate dell’ex Jugoslavia e venendo così esposta sin dall’inizio della sua indipendenza ad un clima geopolitico tutt’altro che favorevole. La Macedonia del Nord ha vissuto anche l’impatto negativo relativo alla disputa con la Grecia circa il nome del paese e ha anche ereditato relazioni irregolari con vari paesi vicini che, in periodi differenti, hanno messo in questione l’identità

■ 13 Maggio: Eid al-Fitr

Nelle ultime elezioni politiche avvenute nel 2020, l’Unione Socialdemocratiche di Macedonia è risultata vincente con il 35.89% delle preferenze espresse. Il secondo partito più votato è stato il VMRO-DPMNE con il 34.57% mentre l’Unione Democratica di Integrazione “DUI” si è attestata L’attualesull’11.48%.Presidente

DEGLI ULTIMI DECENNI

■ Due aeroporti internazionali: Skopje e Ohrid

■ 01 Gennaio: Capodanno

■ 11 Ottobre: Giorno della Rivoluzione

Religione: Cristiani ortodossi d’Oriente (55.1%), Musulmani (43.6%), Cattolici (1%)

■ 07 Gennaio: Natale Ortodosso

Infrastrutture stradali:

La Macedonia del Nord è una Repubblica Parlamentare monocamerale guidata dal Presidente della Repubblica, il quale viene eletto ogni cinque anni dal corpo elettorale. Il principale organo legislativo del paese è il parlamento

01 - Contesto politico

■ Data variabile: Lunedi di Pasqua Ortodossa

■ 23 Ottobre: Giornata della Rivoluzione macedone

DELLO STATO

Alfabeto: Cirillico

FESTIVITÀ

Il 31 maggio 2017 è stato formato un nuovo governo di coalizione pro-riforma, guidato dall'ex principale partito di opposizione, l'SDSM di centrosinistra. Sebbene affronti molte sfide, questa rappresenta una nuova opportunità

MACEDONIA DEL NORD

138

Sotto queste difficili circostanze, la Macedonia del Nord ha ottenuto un rimarcabile successo. Il paese è andato avanti con il processo di privatizzazione più di molti altri paesi dell’Europa sud-orientale. Ha inoltre sviluppato e messo in pratica alcune delle migliori politiche nella regione per attrarre investimenti stranieri diretti, riformare il proprio sistema fiscale, stabilire una “ghigliottina regolamentare” ed altre pratiche “business-friendly”, diversificare il proprio export e sviluppando anche altre aree della riforma economica. Di conseguenza il paese è divenuto uno dei “Top performers” nel report annuale della banca Mondiale “Doing Business” ed è stato inoltre il primo paese dei Balcani occidentali ad ottenere formalmente lo stato di candidato all’Unione Europea nel 2005.

per il Paese. Le principali priorità del governo in politica estera includono l'accelerazione del ravvicinamento tra UE e NATO, relazioni di buon vicinato nella regione, compresa l'istituzione di un partenariato strategico con la Grecia e, in politica interna, riforme globali, compreso il ripristino di controlli ed equilibri, la democrazia e il rafforzamento della lo Stato di diritto e la governane economica, nonché la riconciliazione interetnica. La firma dell'accordo con la Grecia sulla risoluzione della controversia relativa al nome nell'estate 2018 e la sua successiva entrata in vigore nel febbraio 2019 sono state pietre miliari importanti, che hanno fornito una spinta al sentimento degli investitori e anche un favorevole al ravvicinamento all'UE.

nazionale, la storia, il nome, l’autonomia religiosa e i confini stessi del paese. Nel 2001, il paese ha attraversato un conflitto etnico interno, i cui lasciti hanno avuto effetto sulla successiva vita politica e sociale.

Il paese è ufficialmente membro delle Nazioni Unite dal 1993, e fu successivamente ammesso al Consiglio d’Europa nel 1995. Nel novembre 1995 la Macedonia del Nord prese parte al programma Partnership per la Pace della NATO.

1.4. RELAZIONI INTERNAZIONALI

C’è una forte volontà politica per le riforme. L’implementazione di riforme strutturali globali è un processo a lungo termine, ma c’è un desiderio genuino da parte delle autorità e un supporto crescente ampio da parte della società. La Commissione Europea ha espresso la propria prontezza nel fornire supporto alle nuove autorità purché rispettino il corso delle riforme. Il nuovo piano di riforme del governo, è frutto di una vicina collaborazione con la Commissione Europea, e un discreto numero di strategie e nuove leggi sono state ratificate negli ultimi mesi.

A partire da gennaio 1996, furono stabiliti le relazioni diplomatiche con L’Unione Europea e, nel 2001, è stato concluso l’accordo di stabilizzazione e associazione con l’UE.

Tuttavia, questi risultati economici sono stati accompagnati nel corso degli anni da una graduale corruzione dell’esecutivo politico che è stato al potere dal 2006 fino a metà 2017. La situazione è stata aggravata da istituzioni deboli, mancanza di una funzione pubblica depoliticizzata e meritocratica e scarsa cultura del dialogo politico e della costruzione del consenso. Lo scandalo delle intercettazioni del 2015 ha portato alla luce enormi illeciti, dalle interferenze nel sistema giudiziario alla manipolazione dei media fino alla diffusa corruzione. In questione c'erano problemi di sistema, dietro i quali c'era l'offuscamento del confine tra il partito di governo e lo stato o, di fatto, la “cattura dello stato” da parte di un partito politico.

139

01 - Contesto politico

Il paese è inoltre entrato a far parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2003 ed è stato membro della Banca Mondiale e dell’Associazione Mondabile dello Sviluppo a partire dal 1993.

1.5. RELAZIONI TRA LA MACEDONIA DEL NORD E L’UNIONE EUROPEA

La Macedonia del Nord diede inizio al processo formale di approccio all’Unione Europea nel 2000, avviando i negoziati con l’UE per il processo di Stabilizzazione e Associazione. L’accordo venne siglato a Lussemburgo il 9 aprile 2001 rendendo così la Macedonia il primo paese extra-europeo nei Balcani a firmare tale accordo. L’accordo fu poi ratificato dal Parlamento macedone il 12 aprile 2001 ed entrò in vigore a partire dal 1° aprile 2004.

L’utilizzo del nome “Macedonia” per il paese è stato oggetto di disputa con la vicina Grecia per il periodo che va dal 1991 al 2019, risultando in un veto nei confronti delle procedure di adesione ad UE e NATO durato dal 2008 fino al 2019. Dopo aver risolto la questione, l’UE ha dato formalmente il proprio consenso per l’avvio delle trattative per l’adesione all’Unione Europea della Macedonia del Nord e dell'Albania nel marzo 2020. Tuttavia, a novembre 2020 la Bulgaria ha bloccato l’avvio dei negoziati per l’adesione della Macedonia del Nord sulla base dei lenti progressi nell'attuazione del Trattato di amicizia del 2017 tra i due paesi, incitamento all'odio sostenuto o tollerato dallo Stato e rivendicazioni delle minoranze nei confronti della Bulgaria.

Il 22 marzo 2004, la Macedonia presentò la domanda di adesione all’EU. Il 6 settembre 2004, il governo macedone ha adottato una nuova strategia nazionale per l’Integrazione Europea supportata dal parlamento tramite la Commissione per le questioni europee. Il governo ha successivamente iniziato la procedura di risposta al questionario della Commissione Europea riguardo le proprie performance in preparazione per l’adesione in accordo con i criteri di Copenaghen, il processo si è concluso il 31 gennaio 2005. Il Consiglio Europeo ha ufficialmente garantito alla Macedonia del Nord lo stato di paese candidato il 17 dicembre 2005, dopo una revisione e positiva raccomandazione alla candidatura da parte della Commissione Europea.

Il paese è inoltre membro di: CEI, EBRD, FAO, IAEA, IBRD, IFC, IMF, Interpol, IOC, IOM (osservatore), ISO, OSCE, UNCTAD, UNESCO, WHO, e molte altre organizzazioni internazionali.

L’accesso della Macedonia del Nord (ex Repubblica di Macedonia) all’Unione Europea è stata in agenda per le future annessioni dell’unione a partire dal 2005, quando il paese è diventato un candidato ufficiale.

EconomiaeMercati02

L'economia della Macedonia è strettamente legata all'Europa come cliente per le esportazioni e fonte di investimento e ha sofferto a causa della prolungata debolezza della zona euro.

Inoltre, ha mantenuto la stabilità macroeconomica attraverso la crisi finanziaria globale applicando una politica monetaria prudente, la quale tiene la valuta locale ancorata all’euro, e il tasso di inflazione ad un livello basso. Nel 2017, il debito pubblico si è stabilizzato a circa il 47% del PIL, una percentuale relativamente bassa comparato ai vicini dei Balcani occidentali e il resto d’Europa.

142

02

EconomiaeMercati

A partire dalla sua indipendenza nel 1991, la Macedonia ha fatto enormi progressi nella liberalizzazione della propria economia e migliorando il proprio ambiente di business. La bassa tassazione e le zone franche hanno aiutato ad attrarre investimenti esteri, che però sono ancora bassi rispetto alla media europea.

Il tasso di inflazione in Macedonia dovrebbe essere del 4,30% entro la fine di questo trimestre, secondo i modelli macro globali di Trading Economics e le aspettative degli analisti. Secondo i nostri modelli econometrici, si prevede che a lungo termine il tasso di inflazione della Macedonia tenderà intorno al 2,20% nel 2022 e all'1,60% nel 2023.

02 - Economia e Mercati

Il prodotto interno lordo della Macedonia è aumentato del 10,9% su base annua nel secondo trimestre del 2021, ponendo fine a un periodo di contrazione di cinque trimestri. È stato il tasso di crescita più alto di sempre, in mezzo a un basso effetto rispetto allo scorso anno a causa del blocco del coronavirus, mentre l'economia ha consolidato la sua ripresa. Inoltre, la formazione di capitale lordo è aumentata del 38,4% (vs -16,6% nel primo trimestre), mentre la domanda esterna netta ha contribuito negativamente al PIL poiché le esportazioni sono aumentate meno delle importazioni.

La Macedonia ha registrato un debito pubblico rispetto al PIL del 56,9% del prodotto interno lordo del paese nel 2020. Il debito pubblico rispetto al PIL in Macedonia dovrebbe raggiungere il 57,20% del PIL entro la fine del 2021, secondo i modelli macro globali di Trading Economics e le aspettative degli analisti. A lungo termine, si prevede che il debito del governo macedone rispetto al PIL tenderà a circa il 56,4% del PIL nel 2022.

2.2 DEBITO PUBBLICO RISPETTO AL PIL

143

2.1 PIL

Il prodotto interno lordo (PIL) in Macedonia valeva 10,9 mld. E nel 2020, secondo i dati ufficiali della Banca Mondiale. Il PIL in Macedonia dovrebbe raggiungere 11,9 mld. E entro la fine del 2021.

2.3 INFLAZIONE

MACEDONIA DEL NORD

2.6 SETTORI STRATEGICI

2.5 CONTRIBUTO DEI DIVERSI SETTORI ALLA VARIAZIONE DEL PIL

144

Il tasso di disoccupazione in Macedonia è sceso per il quinto trimestre consecutivo al minimo storico del 15,8% nel terzo trimestre del 2021, rispetto al 16,5% nello stesso periodo dell'anno precedente. Si prevede che il tasso di disoccupazione tenderà intorno al 15,4% nel 2022. Allo stesso tempo, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è salito al 56,2% dal 55,8% di un anno fa e il tasso di occupazione è aumentato al 47,4% dal 46,6%.

Il Sistema elettro energetico del paese per quanto sviluppato utilizza ancora come fonte principale di produzione elettrica le centrali a carbone presenti nel paese, le quali producono circa l’80% del fabbisogno energetico della nazione. Considerando la limitatezza delle risorse geologiche in Macedonia, e soprattutto per la configurazione geologica del terreno e le condizioni climatiche favorevoli, lo sfruttamento del potenziale idrico è di importanza vitale per lo sviluppo del settore energetico in Macedonia del Nord dell’economia in generale.

Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)

2.4 TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEL PAESE

Il tasso di crescita annuale del PIL in Macedonia dovrebbe essere del 4,80% entro la fine di questo trimestre, secondo i modelli macro globali di Trading Economics e le aspettative degli analisti. A lungo termine, si prevede che il tasso di crescita annuale del PIL della Macedonia tenderà a circa il 2,70% nel 2022 e il 3,00% nel 2023.

Fonte: tradingeconomics.com | Ministero delle Finanze, Repubblica della Macedonia del Nord

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

La lavorazione di alimenti e bevande sono industrie rilevanti in Macedonia del Nord, come la produzione di frutta e verdura fresca.

Il settore agricolo è uno dei più promettenti della Macedonia del Nord. I principali prodotti esportati dalla Macedonia del Nord sono tabacco, vino, carne d’agnello, frutta, verdura fresca e processata. L’Unione Europea è anche il principale mercato di importazione per la Macedonia del Nord, con un totale del 46.85%. I prodotti principalmente importati sono: carni (pollame, manzo e maiale contano il 20% dell’import totale del settore agricolo), olio di girasole, agrumi, cioccolato e pasticceria, formaggi, alimenti trasformati e grano.

145 02 - Economia e Mercati

Il settore delle Green Energy in Macedonia del Nord è un altro punto chiave per l’economia e lo sviluppo del paese visto che intende completare la transizione alle energie rinnovabili entro il 2028. Attualmente, lo stato incentiva lo sviluppo di questo settore con diverse soluzioni quali: investimenti statali, investimenti stranieri, investimenti nazionali privati, tariffe feed-in e premium, supporto e agevolazioni per lo svolgimento delle pratiche amministrative. Allo stato attuale, la Macedonia del Nord punta principalmente sullo sfruttamento dell’energia solare ed eolica.

L’automotive è uno dei settori prioritari che la Macedonia del Nord intende promuovere attraverso investimenti esteri. Lo sviluppo del settore, oltre che dalle agevolazioni fiscali, è favorito dalla vicinanza alle piattaforme produttive in Europa Centrale e Turchia, dalla presenza di mano d’opera qualificata a costi competitivi e dall’accesso libero ed esentasse ad un mercato di 650 milioni di consumatori. Il settore vanta una lunga tradizione e una buona base di subfornitori di componenti auto quali: componentistica elettronica, componentistica elettrica, prodotti di sicurezza, parti di carrozzeria, accessori in generale. Negli ultimi cinque anni il Governo sta cercando di creare a tutti gli effetti un distretto automobilistico nella zona franca di Skopje, attirando investimenti da parte di alcune multinazionali del settore.

Esiste notevole spazio per migliorare la presenza dei prodotti italiani in particolare nell'industria di lavorazione del legno e di produzione di mobili, nell’industria edile, plastica, metal-meccanica, automotive, agricoltura ecc.

Le macchine utensili e le apparecchiature sono tra le principali voci dell'import macedone; nel 2019 il valore delle importazioni macedoni di questi comparti hanno ammontato a 1.828 milioni di euro coprendo il 15% delle importazioni. La presenza italiana è concentrata quasi esclusivamente nell'industria alimentare ed in particolare nei settori vitivinicolo, dolciario, conserviero, surgelati e gelati. Nella struttura delle nostre esportazioni in questo settore prevalgono i comparti macchine ed apparecchi, materiale elettrico e loro parti, apparecchi di registrazione o di riproduzione delle immagini e del suono in televisione, parti ed accessori di questi apparecchi. Gli strumenti di precisione sono un altro settore dove l'Italia si posiziona bene sul mercato macedone; in particolare nei segmenti: strumenti ed apparecchi di ottica, per fotografia e per cinematografia, di misura, di controllo o di precisione; strumenti ed apparecchi medico-chirurgici; orologeria; strumenti musicali; parti ed accessori di questi strumenti o apparecchi.

Green Energy

Macchinari e apparecchiature

Settore agricolo

Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 72,04 0 1.152,21

Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 1.280,15 2,26 28,05

Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 53,13 40,61 23,17

Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura 231,38 0,56 172,68

Prodotti tessili 105,8 102,07 80,27

Prodotti alimentari 234,76 1,88 197,57

Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio 8,93 5,98 3,15

Settore tessile

MACEDONIA DEL NORD

Prodotti alimentari

Il settore tessile è uno dei più sviluppati e diversificati nell’economia del paese in termini di produzione industriale, occupazione e ricavi dall’export e il secondo settore più grande nel paese. L'importazione del settore abbigliamento nella Repubblica di Macedonia del Nord relativa al 2019 ammonta a 94.6 milioni di euro. Diversi marchi italiani sono già presenti nel mercato macedone.

Merci (mln. €)

Bevande 65,71 0 34,79

La Macedonia del Nord è netto importatore di prodotti alimentari e la domanda di prodotti alimentari italiani è in continua crescita il che si riflette sull’andamento delle nostre esportazioni, raddoppiate negli ultimi 5 anni. Le importazioni di prodotti alimentari e bevande dall’Italia nel 2019 sono stati pari a 24.8 milioni di euro (+4.6%). I prodotti alimentari e i vini italiani sono molto apprezzati, e sempre nuovi prodotti sono in vendita nel canale della GDO, anche per l’aumento della capacità di acquisto del consumatore macedone. I prodotti italiani sono sempre più diffusi e stanno cambiando la locale cultura del mangiare; alcuni prodotti come il parmigiano, l’olio di oliva, il caffè e il vino stanno ponendo nuovi standard qualitativi nella ristorazione.

Tabacco 11,07 0 5,29

Articoli in gomma e materie plastiche 89,63 16,81 47,02

Prodotti delle miniere e delle cave 225,04 0 14,2

Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 88,68 0 55,1

146

2018 2019 2020

Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 455,14 284,04 320,13

Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio 17,7 7,48 15,82

Fonte: tradingeconomics.com | Ministero delle Finanze, Repubblica della Macedonia del Nord

Macchinari e apparecchiature 670,96 794,52 4,02

147

Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche 366,28 401,63 55,1

Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili) 26,15 0 751,57

Altri prodotti e attività 79,08 47,45 688,64

02 - Economia e Mercati

Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari) 202,92 236,65 31,64

Mobili 31,92 34,03 49,82

Prodotti delle altre industrie manufatturiere 16,92 18,95 358,5

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 799,28 851,22 481,53

Il Montenegro offre una stabilità politica pari a nessun altro Paese dell’area. Chi investe oggi probabilmente si trova a dialogare con interlocutori con cui si confronterà anche in futuro. In secondo luogo, il Montenegro è un Paese che ha adottato l’euro, in maniera coraggiosa all’epoca. È stata una decisione politica, più che economica. Oggi il Montenegro sta correndo incontro all’Europa in modo deciso. È già membro della Nato e sta adottando criteri, leggi e norme europee, quindi gli investitori si trovano in un ambiente normativo amichevole.

Gli investitori stranieri hanno lo stesso trattamento come quelli nazionali, a condizione che costituiscano una società commerciale in Montenegro in conformità alla legge e alle procedure. Il Montenegro ha già firmato accordi di collaborazione nel campo dell’economia con diverse regioni italiane. Inoltre compagnie italiane hanno un ruolo di grande importanza sul mercato montenegrino. La posizione geografica del Paese è di estrema importanza per gli investitori, dato che il Montenegro in questo senso primeggia tra i paesi del SudEst europeo. Oltre a due aeroporti internazionali, quattro porti marittimi, di cui uno offre collegamenti con tutto il mondo, in Montenegro è sviluppata anche l’infrastruttura stradale e ferroviaria.

150

Il Montenegro è un Paese giovane, il più giovane dei Balcani. Il Montenegro ha realizzato molte cose dal 2006, anno in cui ha ottenuto l’indipendenza, e ha costruito le basi per lo sviluppo e la crescita sostenibile in tutti gli ambienti. È un Paese giovane anche dal punto di vista anagrafico ed è un Paese piccolo, sia dal punto di vista territoriale sia della popolazione. Un Paese sicuramente unico per tutti questi suoi aspetti nel panorama balcanico.

Prefazione

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L'Italia ha fatto un investimento coraggioso qualche anno fa nell’energia con un investimento dal Terna da 1 miliardo di euro per costruire un cavo energetico di interconnessione tra Italia e Montenegro. In questo modo l’intero sistema energetico dei Balcani è stato collegato con l’Europa occidentale. Nel campo dell’esplorazione di petrolio e gas, Eni ha ottenuto la concessione per attività esplorative nei fondali marini del Montenegro. Nel settore finanziario, nell’ambito assicurativo, Assicurazioni Generali svolge un ruolo significativo, mentre nel settore bancario opera in primo piano Hipotekarna Banka. Soprattutto è necessario sapere che il Montenegro non è un Paese industriale, è una piattaforma di distribuzione delle merci. Compiace il fatto che sempre più giovani dal Montenegro studino in Italia e che sempre più turisti italiani vengano in Montenegro. I legami storici ed economici tra il Montenegro e l’Italia sono forti e profondi. Sono testimoniati dalle antiche città costiere: Budva, Kotor e Herceg Novi sono state costruite sul modello veneziano.

Erich Cossutta Presidente Confindustria Montenegro

Oggi l’Italia è uno di più importanti partner politici ed economici del Montenegro. Le potenzialità del Paese sono state individuate subito da protagonisti dell’economia italiana e internazionale. Confindustria, vuole aiutare le imprese italiane a cogliere tutte le opportunità presenti e al tempo stesso contribuire a costruire il futuro europeo del Montenegro, l’unico futuro che noi vediamo per il Paese e per l’intera regione: solo con questo orizzonte sarà possibile anche consolidare i legami in quest’area e rimettere così i Balcani occidentali nel posto che spetta loro di diritto, ovvero al centro dell’arena internazionale.

Buona lettura !

I dati raccolti dimostrano che il Montenegro offre grandi opportunità di investimento a livello infrastrutturale per garantire l’adeguato sviluppo del Paese. Sulla rete stradale ci sono due direttrici importanti. La prima è Bar-Serbia. Nel 2015 è incominciata la realizzazione del progetto di costruzione dell’autostrada Bar-Boljare, attraverso la quale il Montenegro sarà schierato al vertice delle destinazini d’investimento nella regione. Però è altrettanto importante, per me di più, l’opera in cui Italia è sponsor: l’autostrada adriatico-ionica, che collegherebbe Patrasso in Grecia a Trieste attraverso tutti i Paesi dei Balcani occidentali. Il Montenegro ha bisogno di questo investimento. La vedo come grande opportunità per gli italiani ma ci vuole la mano dell’Europa, perché il Montenegro non è in grado di sostenere un investimento del genere da solo.

L’impatto della pandemia nel 2020 è stato molto negativo sul piano dei risultati economici. Il Paese è fortemente dipendente dal settore turistico, “motore” essenziale dell’economia montenegrina, contribuendo a circa il 25% del PIL. Le limitazioni agli spostamenti, i periodi di chiusura delle frontiere nella regione e in generale a livello internazionale hanno determinato una diminuzione dell’85% circa, in relazione al 2019, dei redditi generati dal turismo. Ciò rappresenta la ragione principale che ha portato ad un decremento del PIL molto significativo, pari al 15,3%.

Il 2021 ha visto invece, grazie ai vaccini, il riavvio di un percorso di ripresa; secondo gli ultimi dati disponibili (Commissione Europea) l’economia montenegrina dovrebbe infatti registrare un “rimbalzo” positivo e raggiungere un tasso di crescita intorno al 13%. Ancora una volta è determinante l’apporto del settore turistico, che ha ritrovato quest’anno una buona stagione estiva, toccando risultati pari al 70% di quelli dei tempi pre-Covid.

Introduzione

La Guida Paesi 2022 viene elaborata in un momento storico che continua ad essere estremamente complesso e caratterizzato da un forte clima di incertezza a causa dell’emergenza pandemica. Nonostante nelle ultime settimane si sia avuto un miglioramento dei dati, con una diminuzione del numero degli attualmente positivi e dei pazienti Covid ospedalizzati, il quadro epidemiologico in Montenegro resta complesso, tenuto conto che è ancora alto il tasso di positività medio giornaliero (intorno al 10%); da marzo 2020, inoltre, sono state 2.350 le vittime legate al Covid-19, un numero importante in un Paese di circa 630.000 abitanti.

Dando uno sguardo all’interscambio bilaterale tra Italia e Montenegro, che nel 2019 era stato pari a 186,5 milioni di euro (con 168,9 milioni di export italiane), si può osservare un decremento nel 2020. Lo stesso si è infatti attestato a 132,6 milioni, facendo segnare -28,9%. I dati ISTAT disponibili per i primi 9 mesi del 2021 fanno già stato di un’inversione (positiva) di tendenza. Da gennaio a settembre 2021 si è avuta, infatti, una crescita del 13,95% dell’interscambio commerciale in rapporto a quello del 2020. Al 30 settembre 2021 lo stesso era pari a 151,1 milioni di euro, con 113,9 milioni di nostre esportazioni e 37,2 milioni di esportazioni montenegrine verso l’Italia (dato in forte crescita rispetto agli anni precedenti). L’Italia si è comunque collocata ai primissimi posti sia per quanto riguarda l’interscambio commerciale che i flussi di investimenti diretti esteri in Montenegro.

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Queste prime indicazioni in campo economico, pur con le incertezze che restano sullo sfondo, consentono di guardare al 2022 con maggiore ottimismo, sperando che l’avanzamento della campagna vaccinale produca ulteriori positivi effetti, verso un ritorno alla normalità; tornando dunque a guardare anche alle opportunità che, in diversi settori, questo Paese può offrire alle nostre imprese. Tra gli effetti della pandemia vi è stata la sospensione dei collegamenti aerei diretti. È evidente l’importanza che la loro riattivazione potrà avere nelle relazioni tra Italia e Montenegro: è innegabile il ruolo fondamentale che contatti e visite di persona mantengono, anche nell’epoca delle videoconferenze, per favorire solide relazioni di affari e intraprendere nuovi investimenti. In questo senso, l’Ambasciata ha lavorato per favorire la ripresa dei contatti, ora avvenuta, tra la nostra ITA Airways e la nuova compagnia di bandiera montenegrina “Air Montenegro”. Auspicio ed obiettivo è che ciò porti alla riapertura, non appena possibile, di voli diretti tra le due capitali.Lenostre

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Oltre a questi, vi sono altri ambiti dove l’impresa italiana può trovare nuove interessanti opportunità, a cominciare dal settore agroalimentare e, più in generale, nell’ambito della trasformazione industriale: il Paese dispone di materie prime (da eccellenti olive al legname, da risorse ittiche a quelle minerarie) ma dipende dalle importazioni per i prodotti finiti. Diverse municipalità, a cominciare da quella di Podgorica, offrono peraltro incentivi (fiscali, per l’affitto o acquisto di terreni, ecc.) per attrarre investitori stranieri. Il Paese, che è tra l’altro il candidato più avanzato nella regione dei Balcani Occidentali nel negoziato per un ingresso futuro nell’Unione Europea, ha da anni adottato l’Euro e vede i salari medi aggirarsi, al momento, sui 550 euro mensili.

L’auspicio è che in queste pagine tutti i potenziali interessati possano trovare spunti e indicazioni per orientare le proprie scelte di business. Sottolineo l’importanza, prima di ogni azione, di prendere contatto con il “sistema Italia” già presente in Montenegro, per uno scambio informativo che risulta prezioso per il migliore approccio a un mercato vicino e interessante, ma che comunque presenta anche rigidità e, ancora, complessità peculiari.

aziende dovrebbero guardare con la massima attenzione alle potenzialità offerte dal settore turistico, che resterà centrale anche negli anni a venire vista la forte vocazione in tal senso del Paese. Invito tuttavia a non concentrarsi soltanto sulla costa montenegrina, ma ad esplorare anche potenziali opportunità nelle meravigliose montagne nelle zone settentrionali del Paese. Queste autorità hanno comunque chiaro l’obiettivo di diversificare questa economia, anche per evitare eventuali future nuove crisi come questa dovuta alla pandemia. In tale contesto, possono aprirsi spazi di manovra per nostre aziende anche nel quadro dei nuovi programmi in campo economico-sociale annunciati dal Governo montenegrino. Tra i piani principali quello di avviare, già nel 2022, un piano di sviluppo infrastrutturale (300 progetti previsti) in particolare in settori ritenuti strategici quali i collegamenti stradali e autostradali, nonché in ambito energetico. Grazie anche al vitale elettrodotto sottomarino costruito da Terna, il Montenegro ha un rinnovato potenziale per porsi come “polo elettrico” della regione balcanica: sarà necessario ammodernare le reti, ma anche sviluppare la produzione di energie rinnovabili (si prevede lo sviluppo di centrali solari ed eoliche).

S.E. Luca Zelioli Ambasciatore d’Italia in Montenegro

ContestoPolitico01

I dati dell’Annuario statistico del Montenegro registrano che la popolazione nel 2015 ha raggiunto la quota di 622.159 persone. Il territorio del Montenegro è suddiviso in 23 municipalità, all’interno delle quali ricadono 1.307 insediamenti abitati e 58 città.

ContestoPolitico

Il Montenegro è un Paese situato nella regione occidentale della penisola balcanica. Nonostante la sua lunga storia il Montenegro così com’è oggi conosciuto è uno stato giovanissimo poiché ha ottenuto l’indipendenza nel 2006. La capitale Podgorica si trova nella pianura centrale del Paese a nord del lago di Skadar. Quando è stata proclamata l’indipendenza dello Stato, Podgorica è stata confermata nel ruolo di capitale, visto che con il precedente nome di Titograd, dal 1946 lo era già nell’ordinamento della Repubblica sociale del Montenegro all’interno della federazione dell’ex Jugoslavia.

1.1 PROFILO PAESE

156

01

Allo stesso tempo opera una riforma delle sue forze armate e del sistema di difesa, che permette di ricevere nel 2015 l’invito ad aderire all’alleanza, e nel giugno del 2017 diventa il 29esimo membro della Nato.

Il Montenegro ha aumentato esponenzialmente il volume degli investimenti diretti esteri che è stato capace di attirare. La maggior parte dei finanziatori si è interessata ai settori del turismo, dell’energia, dell’immobiliare, delle banche e delle telecomunicazioni, mentre l’economia verde è ancora disattesa. La stabilità politica è un fattore decisivo per convincere la comunità internazionale a investire in IlMontenegro.Montenegro

Subito dopo l’indipendenza il Montenegro inizia la preparazione per l’adesione alla Nato. Produce tutta una serie dei documenti strategici, il quadro per una futura adesione, ecomincia a partecipare alle missioni di pace internazionali sotto l’egida di Nato, Onu e Ue.

ha ricevuto dal 2007 quasi 900 milioni di euro di prestiti dalle istituzioni fi- nanziarie internazionali. Sia la Banca europea degli investimenti (Bei) sia la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) hanno sostenuto con loro provviste la realizzazione di progetti infrastrutturali, energetici e sociali necessari alla crescita del Paese. Dal 2007 la Bei ha stanziato per il Montenegro 530 milioni di euro, spalmati su 45 progetti, mentre la Bers ha destinato 348 milioni di euro a 35 progetti, di cui alcuni ancora in Dall’iniziocorso.degli

anni Duemila il Montenegro ha affrontato un processo di rinnovamento della propria economia,

Il Montenegro diventa rapidamente membro di tutte le organizzazioni politiche e finanziarie internazionali e le istituzioni cui ha diritto associativo attraverso accordi ex statali. La prima organizzazione internazionale cui viene ammesso è l’Osce. Poco dopo a soli 25 giorni dalla dichiarazione di indipendenza, diventa il 192esimo membro dell’Onu. Nel frattempo viene ammesso anche nell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

1.2 STORIA POLITICA E RAPPORTI CON L’UE

Il Montenegro ha sviluppato in continuità il suo ruolo sulla scena internazionale, costruendo buone relazioni bilaterali e multilaterali. Nella regione con tutti i vicini coltiva e intrattiene buone relazioni, partecipa a tutte le forme di cooperazione regionale ed è pronto a rendere disponibili tutte le sue conoscenze ed esperienze agli altri paesi dei Balcani occidentali. Fin dal rinnovamento della propria indipendenza il Montenegro è una delle economie più dinamiche d’Europa. Il Montenegro ha siglato gli accordi di stabilizzazione con l’Unione europea, accordi di libero scambio Cefta, Efta e intese commerciali con Russia, Ucraina e Turchia.

1.3 ECONOMIA

Insieme all’adesione alla Nato, il Montenegro avvia il processo di ingresso nell'UE. Un anno dopo l’indipendenza il Montenegro firma l’accordo di stabilizzazione e associazione con l’Europa, che regola gli aspetti economici, commerciali, politici e altre relazioni tra il Monte- negro e l’Unione. L’anno successivo, nel 2008, consegue lo status di candidato e inizia i negoziati nel giugno del 2012.

157 01 - Contesto politico

Parallelamente alle trattative il Montenegro riceve anche significativo supporto finanziario a fondo perduto dall'UE per i preparativi all’ingresso nell’Unione, per la formazione della pubblica amministrazione e per una vasta gamma di progetti infrastutturali che dovranno collegare in modo migliore il Montenegro con il resto del Continente.

■ Sistema bancario liquido e solvibile;

■ Industria della lavorazione del legno e produzioni di manufatti finiti in legno;

158 MONTENEGRO

■ Competitività dell’industria: favorire un ambiente migliore e condizioni per la competitività e la sostenibilità dell’industria, includendo turismo e servizi ad alto valore aggiunto;

■ Accesso al mercato: semplificazione delle procedure per l’accesso al commercio e agli affari nei mercati domestici e internazionali.

■ Abbondanza di risorse naturali;

OPPORTUNITÀ:

con uno slittamento deciso verso il settore dei servizi e una riduzione del contributo che l’industria e, soprattutto, l’agricoltura danno alla ricchezza del Paese. Nel Documento di politica industriale il governo del Montenegro ha eseguito un’analisi della sua economia.

■ Accordi di stabilizzazione e associazione con l’Unione europea e accordo con il Cefta;

■ Ambiente favorevole per gli investimenti;

■ Materie prime domestiche a buon mercato e di buona qualità;

■ Status di candidato all’ingresso nell’Unione europea, con accesso ai fondi di sviluppo comunitari.

■ lo scambio e l’introduzione di innovazioni;

■ Maggiore flusso di investimenti diretti esteri.

Il governo del Montenegro ha promosso un programma pluriennale di sviluppo industriale. L’obiettivo del programma è di migliorare la competitività del Paese, eliminare gli ostacoli che limitano lo sviluppo e la produzione, superando la forte dipendenza dal settore dei servizi e allargando la propria economia alla manifattura, all’efficienza energetica e a una produzione ad alto valore aggiunto. Nello specifico, ha posto quattro obiettivi principali da raggiungere nel prossimo quadriennio:

■ Integrazione all’interno dell’Unione europea e uso degli strumenti di pre-ingresso per lo sviluppo industriale;

■ Posizione geografica invidiabile, vicina al mercato dell’Unione europea;

■ Innovazione e imprenditorialità: promozione dell’imprenditorialità e della cultura imprenditoriale per l’innovazione e una stabile crescita economica, che aumenti produttività e impiego;

■ Potenziale per lo sviluppo del turismo a basso impatto ambientale;

■ Forza lavoro relativamente a basso costo ma di alta qualità;

■ Realizzazione dei principali progetti infrastrutturali;

■ Euro come valuta legale;

■ Investimenti e finanza per la modernizzazione dell’industria: aumentare il raggio di in- vestimenti per la modernizzazione dell’industria attraverso maggiore convenienza, apertura agli investitori stranieri e accesso alle finanze;

PUNTI DI FORZA:

■ Bassa incidenza dei dazi doganali;

■ Uso efficiente dei paternariati pubblico-privato;

■ Buona connessione dei trasporti marittimi e l’importanza della posizione del porto di Bar;

■ Progetti di sviluppo già pianificati, con particolare attenzione ai settori del turismo e dell’energia;

■ Introduzione e applicazione di norme e standard dell’Unione europea;

■ Sviluppo di sotto-settori e prodotti a media e alta tecnologia e di servizi ad alto valore aggiunto;

■ Aumento dei contatti tra le imprese e il settore della ricerca per favorire lo sviluppo,

■ Introduzione di nuove tecnologie di produzione;

EconomiaeMercati02

EconomiaeMercati

2.1 SITUAZIONE ECONOMICA

162

Il Montenegro non è un Paese industriale. Nel complesso, circa il 99% delle imprese in Mon- tenegro è costituito da micro o piccole attività, che contribuiscono al 50% dell’occupazione. L’altra metà dei lavoratori è impiegata in aziende medio o grandi, che tuttavia rappresentano una percentuale irrisoria della composizione industriale del Paese. Le micro e piccole imprese sono più rappresentative nel settore del commercio e dei servizi. Nel complesso le pmi contribuiscono al 76% del valore loro della produzione e al 67% del valore aggiunto lordo.

La bilancia commerciale del Montenegro pende stabilmente dal piatto delle importazioni e questa caratteristica rappresenta un’opportunità per le imprese italiane che vogliano commerciare i propri beni e servizi con l’estero. Nel periodo gennaioottobre 2020, dato offerto dall’Annuario statistico del Montenegro, , il commercio totale tra Montenegro e Italia è stato di 122,21 milioni di euro (7,84 milioni di esportazioni; 114,37 milioni di importazioni). Gli scambi nel 2019 sono stati pari a 196,4 milioni di euro (esportazioni 11,3 milioni di euro; importazioni 185,1 milioni di euro). L'afflusso totale di investimenti esteri diretti dall'Italia al Montenegro nel periodo gennaio - settembre 2020 è stato di 43,43 milioni di euro. Nel 2019 gli investimenti dall'Italia sono ammontati a 6,7 milioni di euro. Nel 2018 gli investimenti dall'Italia sono stati al primo posto tra gli investimenti esteri più significativi in Montenegro, mentre nel 2017 e nel 2016 erano rispettivamente al secondo e al terzo posto.

02

Nel complesso il sistema fiscale del Montenegro si articola in:

■ tasse sul reddito delle aziende;

I dazi doganali arrivano fino a un massimo del 30%, ma la media è del 6,11%. Sono previste alcune esenzioni sui dazi doganali:

■ accise;

■ tasse;

Le imprese pagano una tassa fissa del 9% sui redditi, che anche in questo caso è la più vantaggiosa della regione balcanica, ad eccezione dei profitti che derivano dagli interessi di persone naturali che non sono residenti in Montenegro e per le quali si applica un tasso del 5%. Il sistema di tassazione per gli investitori esteri corrisponde a quello applicato alle imprese locali e si articola in questi due scaglioni: l’utile delle imprese è tassato al 9%, il reddito personale è sottoposto a un prelievo che oscilla tra il 9% e il 13%. Le aziende straniere, dopo aver corrisposto le tasse maturate gli utili, possono trasferire il denaro depositato su conti correnti in Montenegro su propri conti all’estero.

■ tasse sul reddito personale;

Questa seconda imposta si applica agli alimenti di base, come latte, pane, grasso, olio e zucchero; medicine non coperte dal sistema sanitario nazionale; libri, sostegni per l’istruzione e pubblicazioni seriali; servizi di accoglienza negli alberghi e in appartamenti turistici; servizi di igiene pubblico, servizi funerari e prodotti e servizi correlati; diritti d’autore nel campo dell’educazione, della scienza, dell’arte, dei manufatti artistici, nelle collezioni e nelle antichità; servizi per spettacoli, cinema, mostra ed eventi culturali e sportivi; utilizzo di attrezzature sportive senza fini di lucro; mangimi, fertilizzanti, pesticidi, semi riproduttivi, stock di piante o di animali da allevamento.

■ tasse sul trasferimento delle proprietà immobiliari;

■ importazione di materie prime;

163 02 - Economia e Mercati

2.2 POLITICA FISCALE

■ imposta di valore aggiunto (Iva);

■ contributi alla sicurezza sociale;

Il Montenegro si è caratterizzato per la competitiva politica fiscale, con cui è riuscito ad attirare gli investitori stranieri. Grazie a questa condizione il Paese è riuscito a diventare una delle economie europee con il maggior afflusso netto di investimenti diretti esteri pro capite. Il tasso medio dell’imposta sul valore aggiunto, anche se è aumentato due volte, oggi ammonta al 21% ed è ancora tra i più competitivi in Europa. Tuttavia, sono state previste delle eccezioni, per le quali è contemplato un tasso ridotto dell’Iva al 7%.

■ imposte di dogana.

■ importazione di apparecchiature indicate come capitale dell’investitore straniero;

■ esenzione dal pagamento di dazi doganali sulle esportazioni.

2.3 INVESTIMENTI

La somma di fondi che può essere allocata va da un minimo di 3.000 euro a un massimo di 10.000 euro per ogni nuovo posto di lavoro creato, sulla base delle valutazioni che rispondono ai criteri nazionali. Si può ottenere anche il rimborso dei costi sostenuti per costruire infrastrutture necessarie allo sviluppo del proprio progetto di investimento. Inoltre, ogni municipalità può adottare misure aggiuntive, a livello locale, per attirare gli investitori stranieri e, più in generale, per sostenere le attività imprenditoriali.

Inoltre sono previsti incentivi per gli investimenti in aree sottosviluppate, nello specifico quelle del nord, dove le attività di imprese avviate di recente e destinate alla produzione sono esenti dal pagamento delle tasse sul reddito nei primi tre anni di attività. Le perdite che risultano dalle attività di business, con le eccezioni per le perdite che risultano da guadagni e perdite del capitale, possono essere trasferite in avanti per controbilanciare i profitti generati nel calcolo dei periodi futuri, ma non per più di cinque anni.

■ Avere istituito un’azienda in Montenegro.

La legge nazionale prevede che un investitore straniero che operi nel territorio del Montenegro possa insediare una nuova attività o investire in una già esistente, negli stessi termini e con le medesime condizioni che devono rispettare gli investitori domestici. Secondo la legislazione montenegrina, si definisce investitore straniero la persona fisica o giuridica che risiede fuori dai confini del Paese, un cittadino montenegrino che abbia stabilito la sua residenza all’estero da più di un anno, una società che abbia una partecipazione straniera in una quota superiore al 10% o una società che abbia sede in Montenegro ma sia stata fondata da un cittadino straniero. Per queste quattro tipologie di investitori esteri è stata prevista una serie di incentivi per agevolare la loro attività in Montenegro.

Il Montenegro sta investendo sul turismo per farne il principale settore di sviluppo economico. L’effetto di una politica fortemente orientata alla crescita del riconoscimento internazionale come meta di viaggi sta dando i suoi frutti, perché

164 MONTENEGRO

2.4 TURISMO

Gli investimenti diretti esteri sono riconosciuti anche a livello locale. I Comuni hanno previsto delle agevolazioni o delle condizioni particolari per attirare finanziatori stranieri e per convincerli ad avviare attività sul loro territorio. Una formula è quella delle business zone, aree predisposte per accogliere gli investimenti in insediamenti industriali, produttivi e servizi, attraverso una serie di concessioni e sussidi. In generale, per tutti gli investimenti nelle business zone del Montenegro, il decreto per l’incoraggiamento degli investimenti diretti prevede che siano assegnati fondi a fronte delle proposte ricevute tramite una chiamata alle idee. I progetti di investimento che possono essere finanziati devono rispondere ai seguenti requisiti:■Prevedere un investimento minimo di 500.000 euro;

■ Generare almeno 20 nuovi posti di lavoro in un periodo di tre anni dalla stipula dell’accordo di finanziamento;

■ il terzo è ultimo tratto chiude l’anello di collegamento con la Serbia.

■ la prima da Bar raggiunge Podgorica;

Il punto di richiamo del Montenegro sono le città costiere, che mescolano paesaggi mozzafiato, alberghi di lusso, divertimento notturno e ristoranti, ma anche attività economiche e porti per i viaggi di lavoro. Nel 2019, più di 2 milioni di turisti con più di 12 milioni di pernottamenti hanno soggiornato negli alberghi montenegrini. Il mare è senza dubbio l’asset naturale su cui il Montenegro ha costruito la sua fortuna turistica. Nel complesso il Montenegro possiede 293,5 chilometri di costa. Il Paese, tuttavia, è ancor più caratteristico all’interno, in quelle regioni aspre e montuose da cui ha presto il nome. All’interno si trovano cinque laghi naturali. Il più grande è quello di Skadar, conosciuto in Italia come lago Scutari, che occupa 369,7 chilometri di quadrati. Per proteggere queste perle naturali, il governo ha istituito cinque parchi nazionali. Il più grande è quello del lago Skadar, che occupa 40mila ettari. Il parco nazionale di Lovćen conserva insediamenti rurali e villaggi di autentiche abitazioni in pietra, nonostante la devastazione del tempo. A un’altitudine di 800 metri si trova un villaggio, conosciuto come il luogo di nascita di Petar II Petrovic Njegoš, tuttora visitabile.

Attualmente, in fase finale vi è la prima parte del progetto, individuate come prioritaria, dalla capitale Podgorica a Matesevo. Il governo del Montenegro ha annunciato per quest’anno la preparazione della documentazione e un bando pubblico per I lavori sulla seconda fase del progetto, che comprende il tratto da Matesevo al confine con la Serbia.

in Montenegro il numero di visitatori è in costante aumento e la quasi totalità proviene dall’estero. Il maggior numero di turisti arriva dalle vicine repubbliche balcaniche. L’altro grande contributore di turismo è la Russia e dopo, si collocano una serie di Paesi europei, come Polonia, Germania, Albania, Francia, Italia.

2.5 INFRASTRUTTURE

La rete stradale del Montenegro si estende per 8.625 chilometri. Per via della struttura orografica del Montenegro e del susseguirsi delle sue alture, la rete stradale è connessa da 427 ponti e 136 gallerie. Tuttavia le condizioni del territorio mettono a dura prova la rete stradale del paese, tanto che la velocità media di percorrenza delle strade montenegrine è inferiore a 50 chilometri orari. Per questo il governo ha varato un piano di interventi per migliorare la qualità dei collegamenti su gomma.

Il progetto è suddiviso in tre tranche:

L’autostrada Bar-Boljare è considerata l’infrastruttura più importante per lo sviluppo della regione dei Balcani occidentali ed è senza dubbio uno dei progetti più costosi e complessi che il Montenegro abbia mai affrontato. Al termine collegherà in modo diretto e veloce Bar, il principale porto del Paese e uno degli snodi logistici della costa adriatica, al confine con la Serbia, dove si innesterà sull’autostrada che arriva a Belgrado.

165 02 - Economia e Mercati

■ la seconda dalla capitale a Mateševo;

In aggiunta, i Paesi dei Balcani occidentali stanno lavorando all’autostrada adriatico-ionica, lunga 1.500 chilometri, che collegherà Trieste con Kalamata, in Grecia, attraversando Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Albania. La tratta montenegrina raggiunge la lunghezza complessiva di 95 chilometri per un costo complessivo di 950 milioni di euro.

Gli altri porti del Montenegro, molto più piccoli, hanno una vocazione più turistica, benché gestiscano anche traffici commerciali. Sono i porti di Kotor, all’interno dell’omonima baia, di Risan, di Zelenika e di Budva. Le crociere che fanno tappa in Montenegro, specie nelle suggestive bocche di Kotor, sono aumentate a 480 e hanno trasportato 532.337 passeggeri. Inoltre, per stimolare la crescita del turismo nautico, il Montenegro ha investito in strutture per yatch e imbarcazioni da diporto, con l’obiettivo di attirare i flussi di viaggiatori del segmento lusso. Le principali strutture nautiche sono Porto Montenegro, Marina Bar, Lustica Bay e Portonovi.

2.6 SISTEMA BANCARIO

Il fulcro delle attività di trasporto navale in Montenegro ruota intorno al porto di Bar, che da solo assorbe il 95% degli interscambi del paese. Bar si affaccia sull’Adriatico e gestisce i flussi in entrata e in uscita dai Balcani. Bar è il principale porto commerciale. È una zona franca, che perciò garantisce l’esenzione dai dazi di importazione, dall’Iva e dall’imposta sul reddito delle persone giuridiche. La zona franca è situata tra il container terminal e l’area del general cargo, per un’area complessiva di 130 ettari. All’interno si sviluppa il cantiere navale di Bijela, attrezzato per riparare e ricostruire navi fino a 120mila tonnellate di portata.

166

2.7 ENERGIA

Il Montenegro è un Paese che offre condizioni di particolare vantaggio per chi voglia insediare un’attività bancaria o finanziaria. Questo status dipende da una serie di fattori. Il primo, e più immediato, è l’euro come valuta, che semplifica le attività di import-export e agevola il Montenegro nel suo processo di ingresso nell’Unione europea. Inoltre il Montenegro ha aderito ai regolamenti bancari previsti dall’accordo Basilea II e ha adottato una serie di regole per combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento di attività terroristiche, nell’ambito del suo percorso di candidatura a prossimo membro dell’Unione europea. L’aspettativa è che nei prossimi dieci anni il settore bancario montenegrino possa conoscere una robusta crescita.

In Montenegro la produzione annuale di energia elettrica ammontava a 3.144 gigawattora. A questi si sono aggiunti circa 1.210 gigawattora di energia elettrica da importazione, per raggiungere una quota di oltre 4.000 gwh, che corrisponde al consumo medio elettrico annuo. Al contempo il Paese ha esportato circa 906 gwh. I principali consumatori di energia del paese sono la Fabbrica di alluminio di Podgorica (Kap) e l’Acciaieria di Nikšić, che da soli assorbono il 45% del fabbisogno

MONTENEGRO

Il Montenegro possiede una propria compagnia di bandiera, Air Montenegro. La compagnia opera dagli scali internazionali di Podgorica e Tivat, da cui effettua voli verso l’Europa dell’est, l’Europa centrale e altri aeroporti del bacino del Mediterraneo.

■ l’aumento dell’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili;

■ la rivitalizzazione dei vecchi e la costruzione di nuovi impianti elettro-energetici;

■ il raggiungimento dell’equilibrio tra lo sviluppo dell’energia e la tutela dell’ambiente.

Dal 2010 in Montenegro chi investe in energie rinnovabili ha diritto a ricevere incentivi sotto forma di incentivi feed-in tariff. L’energia che viene ritirata da parte del produttore, viene immessa nella rete e compensata con una tariffa prestabilita, che premia il produttore rispetto al costo dell’energia stabilito dal mercato. Il sistema della feed-in tariff concede una serie di vantaggi, i principali dei quali sono la riduzione del rischio di investimento, visto che i flussi di cassa sono prevedibili; i limitati oneri finanziari collegati all’impresa, che ne fanno un progetto di più facile bancabilità; una più semplice gestione, sia per il produttore sia per il gestore del meccanismo.

L’infrastruttura rappresenta il più lungo collegamento sottomarino realizzato da Terna, ben 423 km di cavi posati sotto le acque dell’Adriatico a una profondità massima di 1215 metri, ai quali si aggiungono 22 km di cavo interrato, 16 in Italia e 6 in Montenegro. La sua realizzazione, che ha richiesto un investimento di 1,1 miliardi di euro, ha coinvolto 124 imprese (80 in Italia e 44 in Montenegro). L’elettrodotto è completamente invisibile, in quanto in parte sottomarino e interrato per la parte terrestre e consentirà di scambiare elettricità in maniera bidirezionale: all’inizio per una potenza di 600 MW, che diventeranno in seguito 1200 MW, quando verrà posato anche il secondo cavo, previsto nei prossimi anni.

totale del Paese. Dal punto di vista delle abitudini delle famiglie, in Montenegro il consumo di gas è inesistente, sia a livello domestico sia industriale. Perciò per il riscaldamento delle abitazioni si adopera come fonte principale l’energia elettrica, mentre nelle zone rurali del paese non è inconsueto imbattersi nell’utilizzo della legna.

■ l’aumento dell’efficienza energetica;

Il solo produttore nazionale di energia elettrica è Elektroprivreda Crne Gore (Epcg), una società mista a controllo pubblico e privato. L’operatore nazionale per la trasmissione energetica è il gruppo Crnogorski Elektroprenosni sistem (Cges), che a sua volta è detenuto dall’italiana Terna al 22%.

Dal 2005 il Montenegro è membro della Comunità dell’energia e per rispettare gli obblighi di questa istituzione, il governo ha adottato una strategia per lo sviluppo dell’energia con orizzonte al 2025. Il governo ha anche sottoscritto gli accordi sul clima di Parigi e ha stabilito di voler tagliare del 30% entro il 2030 le emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990. In sintesi, gli obiettivi del programma governativo sono:

02 - Economia e Mercati

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Nel 2019, alla presenza dei massimi vertici dei due Paesi, è stato inaugurato il Progetto dell’interconnessione con un cavo sottomarino tra l’Italia ed il Montenegro, frutto di una solida cooperazione bilaterale in ambito energetico sancita dai due accordi intergovernativi firmati nel 2007 e nel 2010. Inserito tra i Progetti di interesse Comune (Pci) della Commissione Europea, che nel 2008 ne ha cofinanziato gli studi di fattibilità, il progetto porta a 26 le linee di interconnessione con l’estero gestite da Terna e consente all’Italia di rafforzare il ruolo di hub europeo e mediterraneo della trasmissione elettrica. Per il Montenegro e per la regione balcanica si tratta della prima interconnessione in corrente continua e rappresenta un contributo al rafforzamento dell’indipendenza energetica del Paese e dell’intera area.

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Lo scenario economico mondiale non sarà più il medesimo a seguito degli impatti della pandemia. Molte trasformazioni sono già in atto e altre si paleseranno nei mesi prossimi. Ripartire da un punto fermo e sicuro, quale l’esperienza di Confindustria Est Europa, può quindi rappresentare un concreto supporto alle aziende decise ad intraprendere (o consolidare) il proprio percorso di internazionalizzazione.

Oggi Confindustria Est Europa, attraverso le 11 Rappresentanze internazionali presenti sul territorio con oltre mille aziende associate e oltre 150mila dipendenti impiegati, rappresenta un importante elemento strategico per tutto il SistemaNelloConfindustriale.specifico,Italia

Simone Granella Presidente Confindustria Polonia

Cari Soci, cari Lettori, è con grande piacere che vi presento la sezione Polacca della prima edizione della “Guida Paesi Est Europa”, realizzata da tutte le Rappresentanze appartenenti all’Europa centro-orientale, con la speranza che possa essere un punto di riferimento per tutti coloro abbiano necessità di reperire utili informazioni sui paesi trattati.

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Prefazione

La “Guida Paesi” è uno strumento informativo a favore delle aziende italiane che vogliano approcciare il mercato dell’Est Europa, anche con una propria presenza diretta. Una guida che offrirà valide indicazioni per potere operare nei relativi Paesi di riferimento: Albania, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia e Ucraina.

e Polonia sono due paesi uniti da forti legami economici, politici e culturali, che si concretizzano nella presenza di 2700 aziende italiane sul territorio polacco e un interscambio commerciale di quasi 21 miliardi di euro. Anche nei prossimi anni la Polonia sarà uno dei paesi maggiormente attrattivi per i capitali esteri, in virtù del suo crescente mercato interno, della sua posizione geografica, di un altissimo tasso di scolarizzazione della propria popolazione e di un proficuo utilizzo dei fondi europei che si traduce in notevoli facilitazioni per chi vuole investire in questo paese.

Auguro a tutti voi una buona lettura!

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Residenza dell'Ambasciatore d'Italia a Varsavia

Introduzione

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Ne sono testimonianza investimenti importanti di FCA, Cromodora, SAIPEM e molti altri piccoli e medi imprenditori. Per l’anno in corso e per il 2022, al netto degli effetti negativi che potrebbero provocare fattori congiunturali come l’aumento dell’inflazione e dei costi dell’energia, è prevista nuovamente una rapida crescita economica e una ripresa degli investimenti e del commercio. Pertanto, l’internazionalizzazione del nostro tessuto imprenditoriale si rivolgerà senza dubbio verso la Polonia, intesa come un mercato assolutamente privilegiato in questo quadrante dell’Europa.

Gentili Soci, cari Amici, la Polonia da una paio di decenni è divenuto un forte polo attrattivo di studenti, studiosi e soprattutto imprese italiane che vengono a investire, attratte da un ambiente molto favorevole in termini fiscali, di costi della manodopera, di stabilità sociale. E tutto ciò in qualche modo non è stato sostanzialmente interrotto nemmeno dalla pandemia.

Aldo Amati Ambasciatore d’Italia a Varsavia

Le opportunità da cogliere sono molte: transizione energetica, digitalizzazione, economia 4.0, farmaceutica e biomedicale, opere infrastrutturali, aerospazio sono gli orizzonti per i prossimi anni della presenza economica italiana già molto ben strutturata e altamente apprezzata dal governo e dalle altre istituzioni polacche. L’Ambasciata italiana e tutto il “Sistema Italia” saranno sempre a disposizione di chi usufruirà di questa utile Guida che vi spingo a leggere con grandeBuonaattenzione!lettura,

ContestoPolitico01

*Varsavia (Palazzo della Cultura e della Scienza); Varsavia (Piazza della città vecchia); Cracovia (Basilica di S.Maria).

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1.1 PROFILO PAESE

ContestoPolitico

La vicinanza ai due principali mercati di sbocco europei, quello dell’Unione e quello dell’Europa Orientale, incentiva il commercio con l’estero e l’esportazione.

La Polonia è il sesto Paese più grande per estensione del continente europeo e trae notevoli vantaggi da una posizione geografico-strategica nel cuore dell’Europa, che la colloca al centro delle direttrici europee per gli scambi commerciali e la costituisce come punto di accesso privilegiato verso i mercati limitrofi, anche per le aziende extra-europee.

Il capitale umano polacco si è distinto negli ultimi anni proprio per l’elevato livello di istruzione e specializzazione, nonché per la solida etica del lavoro che lo contraddistingue: il 92% dei cittadini polacchi nella fascia d’età compresa tra i 25 e 64 anni ha infatti conseguito l’istruzione secondaria. La società polacca è una delle più omogenee, dove le minoranze costituiscono una quota marginale della popolazione. Si distinguono, tra le più numerose, la minoranza slesiana, tedesca ed ucraina.

01

■ Poznan (551.627 abitanti)

Percentuali inferiori all’unità comprendono protestanti ed altri credi.

Disoccupazione 6,6 % 5,8 % 6,1 % 6,1 % 3,3%

■ Katowice (306.826 abitanti)

Religioni: circa il 91% della popolazione è cattolica. Gli ortodossi si attestano attorno all’1,3%.

■ Cracovia (767.348 abitanti)

Superficie: 312.685 Kmq.

Tasso di disoccupazione: 3.5% nel 2021

Indicatori

PIL: 568 mld EUR nel 2021

■ Danzica (582.205 abitanti)

■ Stettino (404.461 abitanti)

Per usi commerciali vengono utilizzati l'inglese, il tedesco ed il russo e, sempre più spesso, l’italiano.

economici 2017 2018 2019 2020 2021*

Debito Pubblico/PIL 50,6 % 48,9 % 46,0 % 58,0 % 54,7%

01 - Contesto politico

La lingua ufficiale è il polacco, ma le nuove generazioni parlano almeno un’altra lingua straniera; ai primi posti l’inglese, seguito da tedesco, russo e francese. La Polonia nel 2019 si è classificata all'11° posto su 100 nell’indice di competenza EF circa la padronanza della lingua inglese tra i non madrelingua.

1PLN*USD = 3,7351 PLN* *(cambio applicato in data 31/12/2020)

* https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-performance-and-forecasts/economic-performance-country/poland

■ Łódź (694.990 abitanti)

Forma di Stato: Repubblica Parlamentare Capitale: Varsavia Città principali:

Lingue ufficiali: la lingua ufficiale è il polacco.

■ Bydgoszcz (354.006 abitanti)

■ Lublino (342.039 abitanti)

Comunità italiana: ca. 6.200 ab. (AIRE 2018)

Moneta: Zloty (PLN) – Tasso di cambio: 1 EUR = 4,5619

Popolazione: ca. 38,5 milioni di abitanti. Densità popolazione: 123 ab./Kmq.

■ Varsavia (1,765 milioni abitanti)

Crescita del PIL/anno 4,6 % 5,1 % 4,1 % - 2.5 % 4,9% Tasso d’inflazione 2,08 % 1,81 % 2,23 % 3,5 % 5,0%

Salario Minimo Lordo (eur/mese) 453,48 473,27 523,09 583,41 603,39

177

■ Breslavia (632.020 abitanti)

Il potere legislativo è esercitato da un parlamento bicamerale, le cui camere, in seduta comune, compongono l’Assemblea Nazionale. La camera alta, il Senato (Senat) della Repubblica di Polonia, è composta da 100 membri, eletti sulla base di un sistema elettorale maggioritario con un mandato di 4 anni. La camera bassa, il Sejm, è composta da 460 membri, eletti sulla base di un sistema proporzionale, sempre per la durata di 4 anni. Ad eccezione dei gruppi etnici minoritari, la soglia di sbarramento per l’entrata nella Camera dei deputati è al 5%.

Attualmente il principale partito di governo è il PiS (Prawo i Sprawiedliwość) – Destra Cattolica, partito conservatore e Lenazionalista.relazionicon

La Regione, o Voivodato (Województwo) è l’unità amministrativa più grande, i cui organi rappresentativi sono il Consiglio e la Giunta regionali, presieduti da un Presidente della Regione (Marszałek). I voivodati sono sedici, a seguito della riforma amministrativa del 1999.

ordinari (powiaty ziemskie) sono, invece, amministrati da un Consiglio e da una Giunta distrettuale, con a capo uno Starosta.

l’Italia sono buone e consolidate, nel 2019 sono stati festeggiati i cento anni di relazioni diplomatiche tra i 2 paesi.

Il Presidente della Repubblica di Polonia può essere eletto a partire dai 35 anni di età; tra le sue mansioni rientrano anche la politica estera e la difesa nazionale e la nomina dei giudici della Corte Suprema (Sąd Najwyższy) con incarico Ilvitalizio.Primo

Forma di Stato e suddivisione amministrativa

Il secondo livello dell’ordinamento amministrativo è costituito dal Distretto (Powiat), mentre al primo livello troviamo il Comune (Gmina). Dei 314 distretti, ad oggi, 66 sono distretti urbani, amministrati da un Consiglio e da una Giunta comunale, presieduta da un sindaco.

Ambasciatore Italiano in Polonia: SE Aldo Amati (https:// ambvarsavia.esteri.it/ambasciata_varsavia/it/)

Ambasciatrice Polacca in Italia: SE Anna Maria (https://www.gov.pl/web/italia/ambasciata-a-roma)Anders

In base alla Costituzione del 25 maggio 1997, la Polonia è una Repubblica parlamentare, nella quale il Presidente è il capo di Stato, eletto a suffragio diretto per una durata di cinque anni, rieleggibile una sola volta. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri.

Ministro guida il Consiglio dei Ministri, la cui formazione deve superare la mozione di fiducia alla Camera dei deputati (Sejm) entro due settimane dalla nomina.

Incarichi Politici attuali (Aprile 2021):

L’elettorato passivo per la Camera dei deputati è di 21 anni, per il Senato di 30.

Presidente Della Repubblica: Andrzej Duda Primo Ministro: Mateusz Morawiecki

178 POLONIA

Quest’ultimo è chiamato Prezydent nelle grandi città, Brumistrz nei comuni urbani minori e Wójt nei comuni Irurali.distretti

1.2 PROFILO SOCIOPOLITICO

La Polonia è una Repubblica parlamentare, il cui territorio è suddiviso in tre livelli di rappresentanze amministrative: regioni, distretti e comuni.

Forma di governo

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01 - Contesto politico

La Camera dei deputati nomina i giudici del Tribunale Costituzionale (Trybunał Konstytucyjny), aventi un mandato di 9 anni.

In ordine di importanza seguono la Corte Amministrativa (Naczelny Sad Administracyjny) ed il Tribunale di Stato (Trybunał Stanu).

EconomiaeMercati02

2.1 SITUAZIONE ECONOMICA

02

Dalla caduta del Muro di Berlino, la Polonia ha costruito le basi della sua struttura economica, entrando nelle organizzazioni internazionali, partendo dalla CEE dopo la caduta del regime e seguendo con l’ingresso nella NATO e nell’Unione Europea rispettivamente nel 1999 e nel 2004.

182

EconomiaeMercati

Il PIL della Polonia, da quando è entrata a far parte dell’UE, è raddoppiato in termini reali con un PIL pro capite, che è salito dal 32% al 70% circa della media europea.

La Polonia è percepita oggi come il nuovo motore di crescita europeo e leader naturale dell'Europa centro-orientale (CEE).

■ Investimenti esteri diretti (IED)

■ Fondi UE

Il Commercio e le esportazioni in Polonia sono cresciuti grazie ad un livello medio dei salari, che è stato a lungo molto al di sotto della media UE, e ad un alto livello tecnico della manodopera; grazie a questo, la Polonia è stata sempre competitiva, come testimoniano le cifre delle esportazioni in continua crescita.

Forti basi macroeconomiche, stabile domanda interna e agile politica fiscale hanno reso la Polonia l'unico paese dell'Unione europea ad evitare la recessione in tempi di crisi finanziaria, con un aumento del PIL del 25% tra il 2008 e il 2015, con una dinamica annua del 3,6% che si è consolidata anche fino ad oggi, registrando a fine 2019 una crescita del 4,1%, andando oltre le previsioni del Governo. Inoltre, seppur con un crollo del 2,5% del PIL a causa della pandemia, la Polonia è stata leader indiscusso nella ripresa, con il PIL e l’occupazione che hanno raggiunto e superato i livelli pre-crisi nel secondo trimestre del 2021. Per il 2021, il PIL reale è previsto aumentare del 4,9%, con una crescita importante e sostenuta anche nel 2022 e nel 2023 (5.2% e 4.4% - European Economic Forecast). Il valore totale degli IDE in Polonia, nel 2019, ha rappresentato il 40% del PIL polacco.

■ Domanda Interna

■ Produttività

■ Esportazioni

La crescita della Polonia è basata principalmente su 5 pilastri:

183 02 - Economia e Mercati

I tradizionali partner commerciali polacchi si trovano nell'UE (80% della quota di esportazioni), la Germania è tradizionalmente il partner commerciale numero uno della Polonia con il 27,4% della quota nelle esportazioni e il 23% nelle importazioni.

Nel 2015, per la prima volta nella sua storia, la Polonia ha avuto un saldo commerciale positivo (3,7 miliardi di euro) e la tendenza è proseguita nel 2016 e nel 2017.

Nel 2020, la Polonia ha esportato per 236 miliardi di euro e importato per 225 miliardi di euro. Nello stesso anno, il PIL della Polonia è stato di 517 miliardi di euro e il suo PIL pro capite di 13.200 euro. Per il 2021, la stima del PIL pro-capite è di 14.650 euro.

In Polonia è attualmente in atto il processo di riconversione energetica, a causa dello storico attaccamento del paese ai combustibili fossili. Grazie ai fondi Next Generation EU, di cui la Polonia sarà terza recettrice dopo Italia e Spagna, l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di anidride carbonica e di favorire una transizione energetica del Paese verso fonti rinnovabili e più sostenibili.

Le esportazioni sono aumentate del sorprendente 150,3% nell'ultimo decennio, rendendo la Polonia il nuovo motore esportatore dell'UE. La maggior parte del valore delle esportazioni della Polonia è stato generato da società con capitale straniero, per un valore complessivo di 352 mld di euro.

184

I principali Paesi fornitori della Polonia sono: Germania (23,1%), Cina (11,9%), Russia (6,5%) ed Italia (5,3%).

I principali mercati di sbocco per la Polonia sono: Germania (27,4%), Rep. Ceca (6,4%), Regno Unito (6,4%), Francia (5,6%), Olanda (4,4%) ed Italia (4,9%).

Molto forte ed in crescita è il mercato interno, con consumi che si stanno sviluppando insieme alla crescita del livello dei salari. Il partito di governo PiS ha inoltre promulgato una legge per introdurre il salario minimo in Polonia, che per l’anno 2021 ammonta a 603,93 euro lordi mensili.

L’evoluzione economica degli ultimi 10 anni ha portato il tasso di disoccupazione a valori molto bassi e ha spinto consistenti investimenti nell’automazione industriale e nell’aumento della produttività.

POLONIA

188

Cari Associati, Cari Lettori,

Uno strumento informativo indispensabile per chi, dall’Italia, desidera attivare interazioni economiche con uno o più dei Paesi facenti parte delle nostra Federazione: Albania, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia e Ucraina.

Presidente Confindustria Romania Vice Presidente Confindustria Est Europa

In tutti questi anni abbiamo consolidato l’importanza di questo utile strumento editoriale portando la nostra esperienza anche oltre confine, in Bulgaria, Polonia, Serbia e Albania. Oggi grazie a tutto questo costruttivo e lungimirante lavoro nasce la Guida Paesi, realizzata grazie al contributo di tutte le Direzioni delle 11 Rappresentanze appartenenti all’Europa centro-orientale.

Per concludere un doveroso ringraziamento alla Presidente di Confindustria Est Europa, Maria Luisa Meroni, per la fiducia che mi ha concesso anche per questa iniziativa e per l’energia e la determinazione che impiega per rafforzare la nostra presenza e autorevolezza, verso Confindustria e verso le Istituzioni.

189 Giulio Bertola

la presentazione di questa “First Edition” della “Guida Paesi” di Confindustria Est Europa, coincide con l’anniversario dei 15 anni di Guida Paese Romania.

Un network di 11 Paesi che, con affidabili e stabili organizzazioni locali, può garantire adeguato supporto ai processi d’internazionalizzazione delle aziende italiane nell’Est Europa. Infatti, a causa dei profondi cambiamenti causati dal contesto pandemico e dal fenomeno del reshoring delle produzioni dai mercati asiatici, molte imprese desiderano valutare le opportunità di sviluppo produttivo e distribuitivo in questa vasta e interessante area geografica.

La Guida Paesi 2022, è quindi la dimostrazione della maturità del Sistema associativo di Confindustria anche nell’Est Europa. Il breve contributo editoriale di tutti gli Ambasciatori d’Italia dei singoli Paesi e del Presidente della Luiss Guido Carli, Vincenzo Boccia, rafforza ancora di più il concetto di Rete, valorizzandola anche istituzionalmente.

Prefazione

190

Residenza dell'Ambasciatore d'Italia in Romania

li uniscono, si profilano diverse aree di opportunità per le imprese italiane, già apprezzate nel Paese per la qualità del loro lavoro, il know how e la tecnologia. Il settore delle infrastrutture è tra quelli che presentano maggior interesse; la transizione verde e l’incremento dell’efficienza energetica offrono anch’esse opportunità di investimento, insieme al settore sanitario, dove la Romania deve far fronte a pressanti esigenze di miglioramento delle strutture ospedaliere e riqualificazione dei servizi. All’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, le competenze imprenditoriali italiane possono contribuire anche allo sviluppo di progetti di transizione digitale, ricerca e coesione sociale.

Data l’importanza che i Piani di Ripresa e Resilienza rivestono per la Romania e per l’Italia, nonché i numerosi collegamenti tematici che

Si tratta di un progetto che l’Ambasciata d’Italia a Bucarest intende portare avanti con il coordinamento scientifico della Luiss Business School e per il quale conta sul fondamentale contributo informativo di Confindustria Romania.

In un contesto di rilancio dei rapporti bilaterali anche a livello politico e di ripresa delle attività economiche, industriali e commerciali dopo il difficile periodo della pandemia, si apre una fase propizia per rafforzare ed ampliare la presenza imprenditoriale italiana in Romania.

Desidero pertanto evidenziare l`esigenza, che ho condiviso con il Presidente Bertola, di avviare un’analisi di mercato sulle traiettorie di sviluppo delle imprese italiane in Romania. Gli obiettivi di un tale progetto di ricerca dovrebbero puntare ad approfondire le linee strategiche ed organizzative da perseguire per il rafforzamento della diffusa presenza imprenditoriale italiana nel Paese e per valorizzarne nel tempo i risultati ottenuti.

Alfredo Durante Mangoni

Introduzione

Ambasciatore d’Italia in Romania

La partecipazione di Confindustria Romania alla nuova iniziativa della Federazione Confindustria Est Europa di predisporre una Guida Paesi 2022 avviene in un momento di rafforzamento complessivo dell’Associazione. Mi riferisco all`innesto della Dott.ssa Simona Neumann come nuovo Direttore Generale e al rilancio del Centro Studi per l’Est Europa.

Ad oltre trent’anni dall’inizio di una feconda stagione di insediamenti produttivi italiani in Romania, di varia taglia e settore di attività, è venuto però anche il momento di interrogarci sul modo di dare ulteriore prospettiva strategica agli investimenti e alla produttività italiana in questo Paese. Dobbiamo comprendere e cogliere le potenzialità di sviluppo di un modello di internazionalizzazione fin qui assai bilanciato e molto integrato, che vede una forte complementarità tra le due economie, nonché un significativo apporto delle imprese romene in Italia.

191

ContestoPolitico01

Il potenziale idroenergetico delle acque in Romania è di 84.000 GWh l’anno. Si contano inoltre circa 3.500 laghi.

■ Paesi confinanti: Ungheria (ovest e nord-ovest), Ucraina (est e nord), Repubblica Moldova (est e nord-est), Bulgaria (sud) e Serbia (sud-ovest e ovest).

■ Clima: Temperato-continentale.

01

194

■ Risorse idriche: il Danubio è il fiume più importante, scorre per circa 1.100 km nel territorio romeno e sfocia nel Mar Nero, formando un delta. La maggior parte dei fiumi (i più importanti dei quali sono il Mureş, il Prut, il Jiu, l’Olt, lo Ialomiţa, il Siret, il Târnava, il Someş, l’Argeş) nascono sui Monti Carpazi e confluiscono nel Danubio.

ContestoPolitico

■ Posizione: Europa sud-orientale, sul Mar Nero (a 3sud-est).

■ Frontiere: circa 3.175 km, di cui circa un terzo di frontiere terrestri e due terzi di frontiere fluviali (i fiumi Tibisco, Prut e Danubio). Di questi, 1876 km sono diventati, nel 2007, confini limitrofi dell’Unione Europea (verso la Serbia, Moldavia ed Ucraina).

1.1 PROFILO PAESE

DATI GEOGRAFICI

■ Superficie: 238.391 km2.

■ Distribuzione territoriale: dal 1998, la Romania è organizzata in 8 regioni di sviluppo, senza personalità giuridica o amministrativa, che corrispondono alle strutture NUTS II dell’UE. L’organizzazione territoriale ha avuto come obiettivo iniziale quello di coordinare lo sviluppo regionale della Romania in vista dell’adesione all’Unione Europea, e attualmente le regioni hanno rilevante importanza nello stanziamento dei fondi UE per lo sviluppo regionale, ma anche per le analisi e le ricerche di statistica regionale. Le 8 regioni di sviluppo hanno ruolo di coordinamento dei progetti di infrastruttura regionale e sono diventate membri del Comitato delle Regioni quando la Romania ha aderito all’UE, nel 2007. Queste sono: 1. Regione Sviluppo Nord-Est, che include le contee di Bacău, Botoșani, Iași, Neamț, Suceava e Vaslui; 2. Regione Sviluppo Sud- Est, con le contee di Brăila, Buzău, Constanța, Galați, Tulcea e Vrancea; 3. Regione Sviluppo Sud-Muntenia, con le contee di Argeș, Călărași, Dâmbovița, Giurgiu, Ialomița, Prahova e Teleorman; 4. Regione Sviluppo Sud-Ovest Oltenia, con le contee di Dolj, Gorj, Mehedinți, Olt e Vâlcea; 5. Regione Sviluppo Ovest, con le contee di Arad, Caraș-Severin, Hunedoara e Timiș; 6. Regione Sviluppo Centro, con le contee di Alba, Brașov, Covasna, Harghita, Mureș e Sibiu; 7. Regione Sviluppo Nord-Ovest, con le contee di Bihor, Bistrița-Năsăud, Cluj, Maramureș, Satu-Mare e

■ Mortalità infantile (per 1.000 nati vivi): 10,1

■ Nati (per 1.000 ab.): 9,9

■ Popolazione urbana: 61,3%.

■ Lingue: Romeno (lingua ufficiale) 91%, 6,7% Ungherese, 1,1% Romanì.

DATI DEMOGRAFICI

■ Circa un milione di romeni sono ufficialmente stabili e ben integrati in Italia.

■ Religioni: 86,7% cristiano-ortodossi; cristianoprotestanti (varie confessioni) 5,2%; cristianocattolici 5,6%, altre minoranze 2,5%.

■ Vita media alla nascita: 71,7 anni per gli uomini, 78,8 per le donne

■ Morti (per 1.000 ab.): 12,1

POPOLAZIONE■ Abitanti: 19.237.691, a gennaio 2020. Densità: 84 ab/ km².

01 - Contesto politico

■ Crescita naturale: - 0,22%

Sălaj. 8. Regione di sviluppo Bucarest-Ilfov, che include la Capitale e la contea di Ilfov.

■ Cultura: Latina. Il romeno è una lingua romanza, affine all’italiano.

■ Distribuzione per fasce di età: da 0 a 14 anni - 15,36%; da 15 a 64 anni - 67,54%, da 65 in su - 17,1%.

■ Fuso orario: GMT +2.

195

■ Superficie coltivabile: circa 10 milioni ettari utilizzati per le colture, del totale di 14.8 milioni ettari terreno agricolo.

■ Capitale: Bucarest, 2.496.895 abitanti, di cui 2.281.122 nell’area urbana. Le città con più di 200.000 abitanti sono: Iaşi, Timişoara, Cluj-Napoca, Constanţa, Galaţi, Craiova, Braşov, Ploieşti, Oradea e Brăila. Sono poi 11 le altre città con più di 100.000 abitanti.

■ Gruppi etnici: Romeni 89,5%, Ungheresi 6,6%, Tedeschi 0,3%, Rom e altri 3,6%.

FESTIVITÀ■1e2

■ Rete stradale: 86.080 km.

Banche Romene (ABR), fondata il 31 maggio 1991, comprende tutti i tipi di banche: banche statali, private o joint-venture, filiali di banche estere presenti in Romania (tra cui diverse italiane) e casse di Larisparmio.presenza

delle banche italiane è ben significativa, infatti alcuni dei maggiori istituti finanziari bancari italiani si ritrovano in Romania, essendo un indicatore importante per le imprese italiane che decidono di investire in questo mercato.

196

■ Aeroporti: Il principale è l’Aeroporto Internazionale di Bucarest Henri Coandă, con il 75% del traffico internazionale.

Va ricordato che la Romania è situata sulla giunzione di tre futuri corridoi europei del trasporto:

InBANCHERomania il sistema bancario è regolamentato dalla Banca Nazionale Romena nel suo ruolo di banca centrale, costituita nel L'Associazione1880.delle

■ 30 novembre: Festa religiosa di Sant’Andrea, “riunificatore” dei Romeni;

massimo di 7 metri, mentre nella parte navigabile del Danubio possono circolare navi il cui pescaggio sia di 2,5 m. I canali Danubio-Mar Nero e RenoMeno-Danubio uniscono Constanţa a Rotterdam. In Romania sono presenti 35 porti, di cui 3 marittimi, 6 fluviali-marittimi e 26 fluviali. Il maggiore porto è quello di Constanţa, dove si concentra il 60% del commercio estero navale.

■ 24 gennaio: l’Unione dei Principati Romeni;

■ 1° dicembre: Festa Nazionale, Giorno dell’Unificazione (Ziua Unirii);

Rete ferroviaria: 20.077 km, di cui circa 4.000 elettrificati (secondo i dati CFR).

Istruzione obbligatoria: da 6 ai 16 anni; 5 classi di istruzione primaria (inclusa la classe 0), 4 classi di istruzione secondaria e 2 classi di istruzione secondaria superiore.

■ 1° giugno: Festa del Bambino

ISTRUZIONE■

gennaio: Capodanno (Anul nou);

ROMANIA

■ 25 e 26 dicembre: Natale e Santo Stefano (Crăciunul).

■ Rete autostradale: in fase di ammodernamento. Sono attualmente attivi 910 km, mentre altri 700 km sono in varie tappe di costruzione. Altri 300 km di strade express sono in piano da completare entro il 2024, secondo il piano del Governo.

■ 20 e 21 giugno: Festa della Pentecoste

■ 15 agosto: Ferragosto

■ Porti principali: a valle del porto di Brăila (nel delta del Danubio), possono circolare navi con pescaggio

■ Helsinki - Mosca/Kiev - Odessa - Bucarest/ Constanza - Alexandria (corridoio 9 in progetto) → autoveicoli e ferrovia.

■ 2 e 3 maggio: Pasqua (secondo il calendario ortodosso);

■ Alfabetizzazione: 99%.

■ Constanța - Bessarabia - Danubio - Reno (corridoio 7) → corridoio fluviale;

■ Laureati: 1,94 milioni (19% del totale delle persone impiegate con età tra 15-64 anni).

■ 1° maggio: Festa dei Lavoratori (Ziua muncii);

TRASPORTI■

■ Berlino - Praga - Budapest - Arad - BucarestConstanța - Istanbul - Salonicco (corridoio 4) → autoveicoli e ferrovia;

1.2 ORDINAMENTO POLITICO

197

L’attività giornalistica in Romania è ben rappresentata da numerosi quotidiani romeni: tra i più seguiti annoveriamo Ziarul Financiar, România Liberă, Adevărul. Fra i quotidiani economico-finanziari, il più importante è il Curierul Naţional, espressione del maggiore sindacato d’impresa di Romania, UGIR - Unione Generale Industriali Romania, partner strategico di Confindustria Romania dal 2012.

La forma di governo in Romania è la Repubblica Semipresidenziale. Alle elezioni presidenziali del 2019 è risultato vincitore, per il secondo mandato, il liberale Klaus Werner Iohannis, che ricopre la carica di Presidente della Repubblica per un mandato di 5 anni.

QUOTIDIANI E PERIODICI

Il Presidente ha inoltre il dovere di tutelare la Costituzione e di garantire il corretto funzionamento delle autorità pubbliche. Detiene, poi, competenze in politica estera, nomina il Primo Ministro, presiede il Consiglio Superiore di Difesa Nazionale e nomina tre dei nove Giudici della Corte Costituzionale. Ai sensi dell’art. 81, il Presidente viene eletto ogni cinque anni a suffragio universale e la carica è rinnovabile una sola volta. Le prossime elezioni presidenziali in Romania sono previste per il 2024. L’attuale Primo Ministro è Nicolae Ciucă, il quale è stato nominato il 22 novembre 2021 dal presidente Klaus Iohannis, su proposta della coalizione PNL, PSD e UDMR, a seguito di una crisi politica che ha visto la sfiducia dell’ex Primo Ministro Florin Cîțu.

01 - Contesto politico

Il 25 novembre la squadra di governo ha ricevuto il voto di fiducia del Parlamento ed ha formalmente sostituito il governo precedente. L’attuale governo conta 20 ministeri, di cui 19 hanno affiliazione politica.

Secondo l’art. 107 della Costituzione Romena, il Premier coordina e sovrintende le azioni dell'Esecutivo, elabora e implementa le strategie di Governo, nomina i prefetti, partecipa al processo legislativo, emettendo decisioni e ordinanze, ed esercita il diritto di iniziativa legislativa. Rappresenta la Romania, sia su piano interno che nelle relazioni esterne del Paese.

Klaus Iohannis, esponente del Partito Nazionale Liberale (PNL), ha riconsegnato la tessera del partito, in quanto durante il mandato il Presidente non deve essere membro di alcun gruppo politico. Secondo l’art. 80 della Costituzione Romena, il Presidente rappresenta lo Stato ed è garante dell’indipendenza nazionale, dell’unità e dell'integrità territoriale.

Le proteste anti-blocco si sono svolte in oltre una dozzina di paesi europei, con diverse manifestazioni in Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Germania, Romania, Serbia, Svezia, Regno Unito e altri. Infatti, le misure di blocco europee sono state molto severe, richiedendo chiusure prolungate di attività commerciali, scuole e restrizioni di viaggio non essenziali.

Divisione amministrativa: 42 distretti (județe), incluso quello di Bucarest; 320 città (orașe); 2.859 comuni (comune), con 12.957 frazioni (sate).

Tra i manifestanti, si distinguono due gruppi: il primo formato dai membri del partito Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR) e il secondo formato da persone non affiliate politicamente, ma comunque in disaccordo con le

Il Potere giudiziario è indipendente ed i giudici sono rimovibili. Il sistema giudiziario romeno, i cui procedimenti sono pubblici, si basa sul Codice Napoleonico e sulla Civil Law. La Corte Costituzionale giudica la costituzionalità delle leggi. Il Tribunale Supremo è l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia (ICCJ - Înalta Curte de Casaţie şi Justiţie). Dal 2003, il Potere giudiziario è stato distribuito più equamente fra il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e l’ICCJ.

Nel contesto della pandemia Covid-19, in seguito all’introduzione di nuove restrizioni a fine marzo 2021, migliaia di persone protestano contro il Governo. I manifestanti sono scesi in piazza a Bucarest e nelle principali città romene (Timișoara, Cluj Napoca, Brașov, Iași) chiedendo la riduzione delle misure restrittive, a loro avviso, eccessive e la “dittatura medica”, dando fuoco a mascherine e invocando slogan contro le autorità.

hanno seguito la tendenza generale sorta a livello dell’Unione Europea nello stesso periodo, in risposta alle severe restrizioni dei governi per controllare la terza ondata di infezioni da COVID-19, supportate da gruppi di cospirazioni e segno di risentimento contro il modo in cui molti governi europei hanno gestito la pandemia.

Lerestrizioni.proteste

1.3 LE PROTESTE NEL CONTESTO ATTUALE

ROMANIA

198

Le restrizioni imposte per combattere la pandemia hanno maggiormente colpito coloro che non rientrano tra i destinatari delle politiche di sostegno economico e finanziario del governo adottate nell'ultimo anno.

Il Potere legislativo è esercitato dal Parlamento, composto da due camere: il Senato, che conta nel nuovo legislativo 136 membri, e la Camera dei Deputati, che ne conta 329. Il Parlamento è rinnovato ogni quattro anni ai sensi della legge elettorale di tipo proporzionale. Le prossime elezioni legislative in Romania sono previste per il 2024.

■ 25 aprile 2005: Il Consiglio Europeo approva l’adesione all'Unione Europea e viene firmato il Trattato di adesione;

Dalla firma dell’accordo di adesione ad aprile 2005 e fino a settembre 2016, la Romania ha ricevuto 39.8 miliardi di euro dall’Unione Europea - fondi strutturali e ha pagato la quota obbligatoria dell’1% dal PIL, pari a 13.7 miliardi euro, risultando un saldo positivo di oltre 26 miliardi euro. Come risulta dalla strategia di sviluppo territoriale della Romania per i prossimi 20 anni - “La Romania policentrica 2035” - il finanziamento necessario per i progetti in piano ammonta a 126 miliardi euro.

Il percorso intrapreso dalla Romania per l’adesione alla Comunità Europea:

1.5 RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA

1.4 STATUS INTERNAZIONALE

In più, la Romania è membro di alcune organizzazioni internazionali quali: ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite, dal 1955), CoE (Consiglio dell’Europa, dal 1993), NATO (Alleanza Nord - Atlantica, dal 2004), OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), OIF (Organizzazione Internazionale della Francofonia, dal 1993), Unione Latina (dal 1980), ASEM (il forum di cooperazione Asia - Europa Meeting, in qualità di membro UE, dal 2007), ma anche di alcuni istituti economici quali: la Banca Mondiale (dal 1991), Fondo Monetario Internazionale (dal 1972), BERD (Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo, dal 1991), OCDE (Organizzazione per Cooperazione e Sviluppo Economico).

■ 27 maggio 2005: Depositati presso il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana gli strumenti di ratifica del Trattato di adesione;

■ 1º gennaio 2007: La Romania diventa membro dell'Unione Europea.

■ 15 giugno 2004: Si chiudono i negoziati di adesione con l'Unione europea;

■ 10 dicembre 1999: Si aprono i negoziati di adesione con l'Unione europea;

■ con le Comunità Europee e i loro Stati membri;

■ 1º febbraio 1995: Entra in vigore l'Accordo di Associazione;

199 01 - Contesto politico

■ 1º febbraio 1992: Firmato l'Accordo di Associazione

Al 1º gennaio 2017, la Romania ha compiuto 10 anni da quando è diventata membro dell’Unione Europea, un decennio tradotto in un saldo positivo per la Romania di 26.5 miliardi Euro.

L’adesione all’Unione Europea ha significato per la Romania una notevole mole di finanziamenti e una grande opportunità di sviluppo. La recente firma dell’accordo CETA tra UE e Canada ad ottobre 2016, oltre ai benefici previsti nel Trattato Commerciale, la Romania gode anche della liberalizzazione dei visti per i cittadini romeni, che creerà inoltre importanti opportunità per gli uomini d'affari romeni che vogliono sviluppare progetti con partner canadesi.

Statuto Internazionale: Dal 1° gennaio 2007 la Romania è diventata membro dell’Unione Europea, dopo aver seguito il percorso di avvicinamento ed integrazione, completando tappe fondamentali quali il Consiglio Europeo di Copenaghen del 1993, il Consiglio Europeo di Madrid del 1995, l’avvio dei colloqui bilaterali nel 2000, il Consiglio Europeo di Nizza (sempre nel 2000), il Consiglio Europeo di Copenaghen del 2002, la storica firma del Trattato di Adesione all’Unione Europea il 25 aprile 2005 e infine l’effettiva entrata nell'UE, il 1° gennaio 2007.

A livello nazionale, i preparativi per l’adozione dell’euro sono coordinati dal Comitato Interministeriale per la conversione all’euro, istituito nel 2011.

La Romania è rappresentata nelle istituzioni e negli organi dell’Unione Europea (il Consiglio, la Commissione Europea, il Parlamento Europeo) da membri nominati ed eletti.

ROMANIA

Il processo di preparazione all'adozione della Moneta Unica Europea

La Procura Europea ha sede a Lussemburgo e al momento 22 su 27 Stati Membri partecipano a questa cooperazione rafforzata: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Repubblica Ceca,

200

La Romania è tra gli Stati membri dell'Unione Europea che hanno l'obbligo di adottare l’euro per acquisire piena partecipazione all’Unione Economica e Monetaria, una volta soddisfatti i criteri di convergenza nominale, legale e reale. In questo senso, i rapporti di convergenza redatti ogni due anni dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea pongono sempre più l’accento sulla convergenza reale. In vista dell’adozione della moneta unica, l’economia nazionale deve apportare gli aggiustamenti necessari per l’integrazione nell’area dell’euro, contrassegnata da ampie riforme strutturali, con effetti significativi sulla competitività complessiva.

LA ROMANIA ALL’INTERNO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

livello del mandato 2019-2024, cioè di Commissario per i Trasporti dell’Unione Europea. La politica dei trasporti dell’UE punta a fornire agli europei soluzioni di mobilità efficienti, sicure e rispettose dell’ambiente e a creare le giuste condizioni per un’industria competitiva che generi crescita e occupazione. La congestione del traffico, l’innovazione, i diritti dei passeggeri e i finanziamenti per le infrastrutture sono solo alcuni esempi di questioni relative ai trasporti che vengono affrontate con efficacia a livello dell’UE.

Procura Europea

Rappresentanza della Romania nelle Istituzioni dell’Unione Europea

Nelle istituzioni dell’Unione Europea, la Romania detiene i seguenti ruoli:

Il programma di convergenza 2019-2022 afferma che la Romania mantiene il suo impegno ad aderire all’area euro entro il 2024.

Nella Commissione Europea - 1 commissario Adina Ioana Valean è l’assegnatario di un ruolo di primo

Laura Codruta Kovesi è stata nominata il 16 ottobre 2019 primo capo della Procura Europea, a seguito di un concorso tra diversi Stati Membri, per un mandato di 7 anni, non rinnovabile. La Procura Europea è un organo indipendente dell’Unione Europea incaricato ad indagare, proseguire e perseguire gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione (ad esempio frode, corruzione o frode IVA transfrontaliera superiore a 10 milioni di euro).

Inmembri.ambito finanziario, la Banca Nazionale della Romania fa parte dell’Eurosistema e il suo Governatore, Mugur Isărescu, partecipa a pieno titolo come membro del Consiglio Generale della Banca Centrale Europea e delle Commissioni.

Nel Parlamento Europeo - 33 euro-deputati romeno Nella legislatura 2019-2024, i cittadini romeni sono rappresentati nel Parlamento Europeo da 33 membri, eletti nelle elezioni del 26 maggio 2019. Questi occuperanno la carica sino al 2024, quando le elezioni europee per la creazione di un Parlamento avranno luogo in tutti gli Stati

◆ 15 membri nel Comitato Economico e Sociale

◆ 1 giudice nella Corte di Giustizia dell'Unione Europea: Octavia Spineanu-Matei

◆ 2 giudici nel Tribunale dell’Unione Europea: Ion Gâlea, Mirela Stancu

Nel quadro generale di Next Generation la Romania riceverà l’importo totale di 29,2 miliardi di euro, di cui 14,2 miliardi di euro in sovvenzioni e 14,9 miliardi di euro in prestiti, per l’intera durata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall’UE, 1.800 miliardi di Euro per ricostruire l’Europa e renderla più ecologica, digitale e resiliente. Nello specifico, il Recovery Plan si costituisce di due strumenti principali:◆

Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Paesi Bassi.

Next Generation EU, un nuovo strumento per la ripresa, da 750 miliardi di euro, che rafforzerà il bilancio dell’UE con nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari;

Bilancio pluriennale dell’EU, volto a potenziare i meccanismi di flessibilità per il periodo 2021-2027 (1.074,3 miliardi di Euro).

Nel Consiglio Europeo, i rappresentanti romeni nelle istituzioni UE sono:

01 - Contesto politico

Per contribuire a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia da Covid-19, la Commissione europea, il Parlamento europeo e i leader dell'UE hanno concordato un piano di ripresa che aiuterà gli Stati membri ad uscire dalla crisi e getterà le basi per un'Europa più moderna e Sisostenibile.trattadel

◆ 1 membro nella Corte dei Conti, Viorel Ștefan

PROGRAMMI DI FINANZIAMENTI 2021-2027

201

◆ 15 membri nel Comitato delle Regioni

Le finestre di prestito e sovvenzione del piano nazionale di ripresa, si rafforzano a vicenda in molti settori, il che consente alla Romania di investire nel trasporto sostenibile, nella protezione delle foreste e della biodiversità, nell'energia, nella trasformazione digitale o nell'istruzione. Ad esempio, i progetti di modernizzazione ferroviaria sono sostenuti dalla componente di sovvenzione del piano di ripresa e resilienza della Romania, mentre la componente del prestito finanzierà lo sviluppo, la modernizzazione e la decarbonizzazione del trasporto su strada.

La Romania ha costantemente sostenuto lo sviluppo del dialogo e della cooperazione NATO-UE in più aree di interesse comune, nel rispetto della specificità e dell'autonomia decisionale di ciascuna delle due organizzazioni, mentre auspica per l’inclusione nell’Area Schengen. Il rapporto dell'Alleanza del Nord Atlantico con le Nazioni Unite è di particolare rilevanza, soprattutto nel campo del mantenimento della pace e della sicurezza Lainternazionali.Romania,infatti, è un membro attivo della NATO e ospita sul proprio territorio elementi dello scudo antimissile della NATO, insieme ad alcune basi militari degli USA. Dal 2017 il Governo romeno ha previsto nel budget che il 2% del PIL sia destinato alla difesa, in conformità con la disposizione degli Stati Uniti che prevede che i membri NATO assegnino il 2% del PIL alla difesa. Il Partenariato Strategico tra Romania e Stati Uniti occupa infatti un posto centrale nell’architettura della politica estera e di sicurezza geopolitica della Romania.

1.7 QUADRO POLITICO NAZIONALE

202

l’intesa e la cooperazione interistituzionale per identificare e realizzare gli obiettivi strategici tramite meccanismi di prevenzione, concentrandosi sulla vulnerabilità del Paese, nonché la ripartizione delle risorse attraverso un rigoroso, pluriennale e continuo processo di pianificazione integrato, in grado di soddisfare le esigenze nazionali, della NATO e dell'Unione Europea. La Romania, attraverso questo piano di difesa, si appresta a giocare un ruolo attivo e costruttivo a livello europeo e regionale e ad essere un ponte di collegamento tra le civiltà e tra i diversi interessi culturali ed economici a favore della stabilità e della prosperità di tutta l'Europa.

Data la collocazione geopolitica di importanza strategica, gli obiettivi della Romania devono concentrarsi sul raggiungimento di una posizione predominante nel processo di attuazione di politiche di sicurezza e di cooperazione nell’Unione Europea e nella NATO. L'azione della Romania, in termini di interoperabilità globale con le due organizzazioni, è incentrata infatti sulla solidarietà, la crescita economica e la promozione della democrazia.

1.6 STRATEGIA DI SICUREZZA NAZIONALE

La Romania, infatti, trovandosi in una situazione di “stato cuscinetto’’ tra la Russia e l’Europa occidentale e per via delle strategie concordate insieme all’Alleanza Atlantica, ha raggiunto maggiore riconoscimento e importanza a livello Pereuropeo.assicurare

il consolidamento strategico dal punto di vista della difesa nazionale e ottenere maggiore credibilità sul piano internazionale, i responsabili della Strategia Nazionale di Difesa 2020-2024 hanno tracciato le principali linee d’azione: il consolidamento della sicurezza, dell’ordine pubblico e della capacità di difesa; la creazione di un quadro giuridico adeguato per un coordinamento comune delle attività specifiche per la difesa e la sicurezza nazionale;

L'attuale governo è guidato da Nicolae Ciucă ed è in carica dal 25 novembre 2021, a seguito della fiducia ottenuta in Parlamento con 318 voti favorevoli. Esso sostituisce il governo dell’attuale Presidente del Senato, nonché presidente del suo partito, Florin Vasile Cîțu, dimessosi in seguito alla mozione di sfiducia da parte del Parlamento.

Le priorità del Governo sono quelle di combattere gli effetti negativi generati dalla pandemia, sostenere il settore imprenditoriale con nuovi fondi, aumentandone la competitività a livello internazionale, estendere le agevolazioni fiscali, promuovere agevolazioni finalizzate alla crescita economica e ad uno sviluppo sostenibile.

ROMANIA

203

01 - Contesto politico

Spătaru Ministro dell’Economia, Constantin Cadariu Ministro dell’Imprenditoria e del Turismo, Sorin Câmpeanu Ministro dell’Istruzione, Virgil-Daniel Popescu Ministro dell’Energia, Dan Vîlceanu Ministro degli Investimenti e dei progetti Europei, Stelian Ion Ministro della Giustizia, Marius-Constantin Budăi Ministro del Lavoro e della Protezione Sociale, Barna Tanczos Ministro dell’Ambiente, delle Acque e delle Foreste, Alexandru Rafila Ministro della Salute, Eduard Novak Ministro dello Sport, Gabriela Firea Ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità, Adrian Caciu Ministro delle Finanze. Leader Deputati Senatori Ideologia

Anno fondazionedi

PSD 2001 Marcel Ciolacu 110 47 SD PNL 1985 Florin Cîțu 93 41 LC USR 2019 Cătălin Drulă 55 25 Centro AUR 2019 George Simion 31 13 D 1.8 GRUPPI PARLAMENTARI ROMENI

Il governo Ciucă è formato dalla coalizione tra PNL, PSD e UDMR ed è composto da 20 ministeri, 2 vice Primo Ministro. L’accordo con cui è stata suggellata la coalizione prevede che Ciucă rimanga in carica per un anno e mezzo, fino al 2023, per poi essere sostituito da un premier scelto dal PSD. In particolare, la composizione del governo è la seguente: Kelemen Hunor e Sorin Mihai Grindeanu vice primi ministri, con quest’ultimo che ricopre anche la carica di Ministro dei Trasporti e dell’Infrastruttura, Bogdan Aurescu Ministro degli Affari Esteri, Lucian Bode Ministro degli Affari Interni, Adrian Chesnoiu Ministro dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, Vasile Dîncu Ministro della Difesa, Florin Roman Ministro della Ricerca, Innovazione e Digitalizzazione, Lucian Romascanu Ministro della Cultura, Cseke Attila Ministro dello Sviluppo, Florin

1.9 STORIA POLITICA DEGLI ULTIMI DECENNI

Nel marzo del 1992, l’approvazione della politica di liberalizzazione economica prospettata da Roman segnò una netta sconfitta per Iliescu. Questo, nell’aprile del 1992, diede vita al nuovo partito FDSN. Dalla parte restante del FSN nacque il Partito Democratico, sotto la guida di Roman.

La democratizzazione della Romania, iniziata nel dicembre 1989, ha avuto luogo nel contesto del crollo dei regimi comunisti nell'Europa centrale e orientale, compresa l'Unione Sovietica.

204

Nel dicembre 1991 fu approvata la nuova Costituzione democratica, a seguito di un referendum popolare. Nel febbraio 1992 si tennero, dopo oltre 50 anni, le prime elezioni libere. Vinse la Convenzione Democratica (CDR), una coalizione di forze di opposizione al FSN.

Nel 1995 il governo avviò un piano di privatizzazione delle imprese pubbliche, visto il loro scarso rendimento. Queste erano infatti incapaci di evitare il deprezzamento e la svalutazione della moneta nazionale.

Ion Iliescu. Al Parlamento fu affidato il ruolo di Costituente delle contestuali elezioni legislative. Il biennio successivo fu segnato da una grave crisi economica, aggravata dalla liberalizzazione dei prezzi, e da una situazione politica interna ambigua. Le manifestazioni di protesta furono varie e di diverso segno, come quelle violente dei minatori della valle di Jiu nel giugno 1990 e del settembre 1991.

Il FDSN vinse le elezioni politiche del settembre 1992, inoltre Iliescu vinse le contemporanee elezioni presidenziali. Nel novembre dello stesso anno fu costituito un governo di coalizione guidato da Nicolae Văcăriou. Nel 1993 la Romania entrò a far parte del Consiglio d'Europa.

Il dispiegarsi della politica economica era ostacolato dall’assenza di aiuti internazionali. Questi avrebbero permesso di ammortizzare gli inevitabili costi sociali necessari per affrontare la drammatica situazione del Paese. Nelle elezioni successive, la Convenzione Democratica strinse un patto con l’UDS di Roman; questo permise alla coalizione di ribaltare il risultato delle elezioni precedenti, conquistando la maggioranza relativa in parlamento nell’ottobre 1996. Constantinescu si impose al ballottaggio presidenziale del mese dopo. Victor Ciorbea (CDR) fu messo a capo del nuovo governo di coalizione, formato con l'UDS e il partito Uniunea Democratica Maghiară.

Ciorbea presentò un piano radicale di risanamento economico nel febbraio del 1997. Questo, già in accordo con il Fondo Monetario Internazionale, fu in seguito approvato anche dalla Banca Mondiale, che accordò alla Romania un credito per le riforme economiche.

Il 20 maggio 1990, dopo la morte di Ceaușescu, fu eletto presidente in funzione transitoria (trenta mesi di mandato)

UDMR 1989 Hunor Kelemen 20 9 LC-SD Minorità 18 8 Non affiliati 3 18 ROMANIA

Il governo tecnico presieduto da Cioloș fu sostituito dal governo Grindeanu, sostenuto da una maggioranza di centro-sinistra costituita da PSD e Alleanza dei Liberali e dei Democratici (ALDE), dopo lo svolgimento delle elezioni legislative del dicembre 2016, nelle quali il PSD era risultato il primo partito. Il nuovo esecutivo assunse le funzioni di governo il 4 gennaio 2017. Tale governo è rimasto in carica dal 23 febbraio al 28 giugno 2017, quando il Premier Sorin Grindeanu ha rassegnato le proprie dimissioni ed è stato sostituito da Mihai Tudose.

01 - Contesto politico

Il referendum dell'ottobre 2003 consentì l’approvazione di una serie di emendamenti alla Costituzione. Il Paese entrò a far ufficialmente parte della NATO nel marzo 2004 , mentre i negoziati per l'adesione all'Unione Europea, fissata per il 2007, entrarono in una fase finale.

Con le elezioni politiche di novembre ci fu un’affermazione parziale del PSD, non sufficiente a garantire una maggioranza stabile. Fu quindi varato un governo di coalizione di centrodestra, guidato dal leader del PNL, Calin Popescu-Tariceanu. Parallelamente, il ballottaggio delle presidenziali vide la vittoria del candidato di centrodestra, Traian Basescu.

Le elezioni legislative di dicembre furono vinte dalla coalizione guidata dal Premier Ponta. ll liberale Klaus Iohannis vinse le elezioni presidenziali contro Ponta, nel novembre 2014. Nel novembre del 2015, Dacian Ciolos è diventato il nuovo Premier, a causa delle dimissioni di Ponta in seguito alle proteste scoppiate in seguito ad un incendio in un club di Bucarest, in cui sono morte più di 60 persone. L’incidente ha fatto emergere la corruzione presente a livello degli enti amministrativi, poiché il club non possedeva regolari autorizzazioni di funzionamento né misure di sicurezza anti-incendio.

Il 1° gennaio 2007 il Paese entrò a far parte dell'Unione Europea. In aprile Tariceanu presentò un nuovo governo in cui entrarono a far parte il Partito Nazionale Liberale e l'UDMR, inoltre il Parlamento approvò la sospensione dalle funzioni del presidente Basescu, in quanto si era rifiutato di approvare il nuovo Governo, violando la Costituzione. A maggio si svolse il referendum contro il Presidente, che però evitò l’impeachment grazie all’appoggio degli elettori. Il Partito Democratico vinse le elezioni europee di novembre, queste fecero registrare un'affluenza molto

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bassa, circa il 30%.

Basescu fu confermato dalle elezioni presidenziali del 2009. Nel 2012, in seguito alle proteste sulle misure economiche varate dal Governo, Boc si dimise.

A maggio, dopo un governo di transizione guidato da Mihai Răzvan Ungureanu, divenne Premier il social-democratico Victor Ponta. A luglio dello stesso anno il Paese entrò in una crisi politica senza precedenti, dopo che il Parlamento sospese il presidente Basescu dalle sue funzioni.

Tuttavia, il grave quadro economico del Paese causò un profondo conflitto interno alla coalizione, che provocò le dimissioni del Presidente del Senato Roman e di Ciorbea. Il nuovo Governo cristiano-democratico di Radu Vasile si adoperò per restituire la cittadinanza all’ex re Michele, che fu accordata nel 1998.

La forte instabilità economica causò una nuova crisi politica nel 1999. Costantinescu revocò il mandato a Vasile e nominò come premier Mugur Isărescu. Iliescu vinse le elezioni presidenziali del 2000. Il suo ritorno, appoggiato dalla Convenzione Democratica, fermò l’avanzata dell’estrema destra razzista e xenofoba.

Il partito all'opposizione, PSD, ottenne una debole maggioranza alle elezioni legislative del dicembre 2008, il 33,6% dei voti, seguito dal Partito democratico liberale con il 33%; il Partito nazionale liberale arrivò al 18% dei consensi. Emil Boc (PDL) fu designato Premier.

causa della pandemia da Coronavirus e al difficile contesto internazionale, si formò il governo Orban II, grazie anche all’opposizione - compreso il PSD. Ludovic Orban ha concluso il suo secondo mandato il 7 dicembre 2020, quando il premier si è dimesso a seguito delle elezioni parlamentari. In seguito alle elezioni legislative del 2020, il ministro della Difesa Nicolae Ciucă è stato nominato Primo Ministro ad interim, mentre il Presidente Klaus Iohannis ha espresso il suo desiderio e la possibilità di formare un governo di centro-destra, facendo riferimento a tre partiti politici (PNL, USR-PLUS e UDMR). I negoziati per formare la maggioranza sono stati inizialmente difficili, poiché USR-PLUS ha rifiutato di consentire a Ludovic Orban di continuare come primo ministro e ha rivendicato la presidenza della Camera dei Deputati per influenzare l'agenda legislativa del Parlamento. Infine, USR-PLUS ha accettato di cedere la presidenza della Camera dei Deputati, ricevendo in cambio la leadership del Senato e altre posizioni ministeriali con potere decisionale.

La gestione della pandemia, le conseguenze economiche dell’aumento dell’inflazione e le fratture all’interno della coalizione hanno portato alla sfiducia di Florin Cîțu.

Il 10 agosto 2018, a Bucarest venne organizzata una manifestazione antigovernativa, repressa dalla Gendarmeria. Nell’ottobre dello stesso anno, il Governo ha invocato un referendum sulla definizione costituzionale di famiglia, che non ha raggiunto il quorum.

Il 16 gennaio 2018, il Primo Ministro Tudose si è dimesso a sua volta, lasciando la carica a Viorica Dancila. Il suo governo è stato supportato da un’alleanza tra il PSD e ALDE, che al tempo contava il 50,8% alla Camera e il 55,9% al Senato. L’operato del Primo Ministro è stato messo in discussione ripetutamente, anche a causa del rapporto conflittuale con l’opposizione e con il Presidente della Repubblica. Lo scontro più acerbo si è registrato in merito alla modifica del Codice Penale e al tentativo di revoca dell’incarico di Laura Codruta Kovesi, capo della Direzione Nazionale Anticorruzione (DNA).

ROMANIA

Dopo aver proposto per l’incarico Florin Citu, egli rimetteva nelle mani del Presidente della Repubblica il mandato, che veniva così riconsegnato nelle mani di Ludovic Orban. A

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I tre partiti politici hanno manifestato la loro maggioranza parlamentare il primo giorno del nuovo Parlamento, votando candidati comuni per le cariche di presidenti di camera: il presidente della Camera dei Deputati - Ludovic Orban, del PNL e il presidente del Senato - Anca Dragu, da USR-PLUS, sulla base dell'accordo governativo firmato lo stesso giorno. Il 22 dicembre 2020 il Presidente ha convocato i leader dei partiti politici per le consultazioni, a seguito delle quali Florin Cîțu è stato nominato Primo Ministro. Il 23 dicembre si sono svolte le audizioni dei ministri e il voto parlamentare per il nuovo Governo. A seguito di questi, tutti i ministri hanno ricevuto parere positivo dalle commissioni specializzate e il governo è stato appoggiato con 260 voti.

Nelle settimane successive, a causa di vari ministri dimissionari, venne promosso un rimpasto di governo. In vista delle elezioni Europee del 26 maggio 2019, UDMR ritirava il proprio sostegno al Governo; il risultato delle elezioni, fortemente a sfavore del PSD, non portò tuttavia alla fine dell’esecutivo. Il 26 agosto ALDE ritirava il suo appoggio al Governo, mentre a settembre 2019, anche a causa dello scontro tra Governo e Presidente della Repubblica, mancavano ben cinque ministri all’esecutivo. Con una mozione di sfiducia, il Governo viene sfiduciato il 10 ottobre 2019 ed il 4 novembre si insedia il primo governo di Ludovic Orban, leader del PNL. Tuttavia, a causa della fragilità del governo e di un provvedimento controverso sull’elezione dei sindaci, l’opposizione organizzava, per il 5 febbraio 2020, un voto di sfiducia dell’esecutivo, che risulterà effettivo.

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01 - Contesto politico

L’11 ottobre il Presidente dette un mandato esplorativo al leader di USR-PLUS, Dacian Cioloș, di provare a costituire una coalizione capace di sostenere una maggioranza di governo. L’opposizione del PNL, ed in particolare del leader Cîțu, ad un governo guidato da Cioloș non permise la formazione di una maggioranza.

A seguito, si è aperto un dialogo tra il PNL ed il PSD che rappresentano le principali forze all’interno delle Camere. L’accordo tra le due forze prevedeva la rotazione del Primo Ministro nel periodo dell’anno e mezzo. Nonostante gli iniziali strappi da ambo le parti per ottenere la carica per primi, a fine anno 2021 fu scelto l’ex Ministro della Difesa Nicolae Ciucă del PNL alla guida del Governo. Il PSD, in cambio, ha ottenuto importanti Ministeri come quello dell’Economia e quello delle Finanze.

All’interno della coalizione troviamo nuovamente l’UDMR che ottiene altrettanto alcuni ministeri – il Ministero dello Sviluppo, il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dello Sport. La formazione di questa coalizione tra due partiti normalmente contrapposti ha portato parecchi malumori, in particolare l’ex Premier Ludovic Orban si è più volte espresso contrariamente all’accordo ed ha recentemente espresso la sua volontà di uscire dal PNL, criticando la coalizione e l’operato di Cîțu.

EconomiaeMercati02

I tassi di crescita continueranno a fluttuare in tutta l'UE, ma le economie degli Stati Membri dovrebbero tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del 2022.

2.1 QUADRO MACROECONOMICO

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02

EconomiaeMercati

La pandemia da coronavirus è stata una sfida enorme per tutte le economie, sia per quelle avanzate che in via di sviluppo. Nel 2020, l’economia dell’Unione Europea ha subito una contrazione del 6,1%, mentre l’economia dell’area euro del 6,6%. Sebbene, in generale, le imprese e i consumatori si siano adattati per far fronte alle misure di isolamento, alcuni settori, come ad esempio il turismo e il settore Horeca, continuano a risentire gli effetti della pandemia. La ripresa economica dell’UE è rimasta stagnante nel quarto trimestre del 2020. Tuttavia, con quasi il 14% annuo, la crescita del PIL nell’UE, nel secondo trimestre del 2021 è stata la migliore mai registrata – pari al calo senza precedenti del PIL nello stesso periodo dello scorso anno durante la prima ondata della pandemia. Nel terzo trimestre del 2021, l'economia dell'UE ha nuovamente raggiunto il livello dei suoi risultati pre-pandemici e si è spostata dalla ripresa all'espansione. L’attuazione del meccanismo di ripresa e resilienza (MRR) sta anche iniziando a svolgere un ruolo importante nello stimolare gli investimenti privati e pubblici. Tuttavia, il ritmo di crescita sta nuovamente affrontando venti ostili. Le strozzature e le interruzioni dell'offerta globale incidono sull'attività dell'UE, in particolare nel suo settore produttivo altamente integrato. Inoltre, dopo un forte calo nel 2020, i prezzi dell'energia, in particolare del gas, sono aumentati a un ritmo sostenuto e sono arrivati nel 2022 ben al di sopra dei livelli pre-pandemici. Si prevede che ciò incida sui consumi e sugli investimenti. Secondo le previsioni economiche della Commissione Europea a novembre del 2021, l’economia dell’UE subirà una crescita del 5% nel 2021, del 4,3% nel 2022 e del 2,5% nel 2023. Si stima inoltre che l’economia dell’Eurozona crescerà in maniera non dissimile rispetto all’Unione. Per quanto riguarda la Romania, il PIL è aumentato del 7% nel 2021, del 5,1% nel 2022 e del 5,2% nel 2023. In merito all’inflazione, nel 2022 per il II trimestre è previsto un aumento del 11,2% entro il mese di giugno, mentre per dicembre 2022 è previsto un calo fino al 9,6%. Inoltre, sarà registrato un calo nel 2023 quando, secondo le previsioni, si attesterà al 3,2%.

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Unione Europea (%) 5,1 4,4 2,3 Eurozona (%) 5 4,3 2

PREVISIONI CRESCITA ECONOMICA 2021-2022

Debito Pubblico Lordo (% del PIL) 47,4 49,3 51,8 53,2

Disoccupazione (%) 5 5 4,8 4,5

Previsioni Crescita Economica 2021 2022 2023

Deficit di Bilancio (% del PIL) -9,4 -8 -6,9 -6,3

Secondo la stessa fonte, i consumi privati rimarranno il principale motore della crescita economica, beneficiando di un rilancio dei redditi reali disponibili, di una correzione relativa delle economie accumulate e di un mercato del lavoro solido, ed il tasso di disoccupazione alla fine dell'orizzonte di proiezione è inferiore ai livelli registrati in qualsiasi momento dalla creazione dell'area dell'euro nel 1999. Rispetto alle proiezioni di settembre 2021, l'intensificarsi delle strozzature dell'offerta globale e le più gravi restrizioni pandemiche hanno portato a una revisione al ribasso della crescita a breve termine. Allo stesso tempo, la graduale dissipazione di queste influenze sfavorevoli dovrebbe sostenere una ripresa più forte a partire dal secondo trimestre del 2022, portando a una crescita del PIL reale superiore al livello previsto nel settembre 2021 entro la fine del 2022, effetti di trascinamento che portano ad una significativa revisione al rialzo della crescita annua nel 2023.

Redazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati della Commissione Europea (Dati al 21 novembre 2021)

Redazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati World Economic Outlook

02 - Economia e Mercati

PREVISIONI ECONOMICHE PER LA ROMANIA 2020-2023

Inflazione (% da un anno all'altro) 2,3 4,0 4,0 2,8

2020 2021 2022 2023

Previsioni Economiche Europee

Saldo del Conto Corrente (% del PIL) -5,5 -6,5 -6,3 -6,1

Secondo le proiezioni della Banca centrale europea (BCE), la crescita economica rimarrà forte nei prossimi tre anni, nonostante alcune influenze sfavorevoli a breve termine. Il forte aumento dei tassi di infezione da coronavirus (COVID-19) in diversi paesi dell'area dell'euro ha determinato ulteriori restrizioni e maggiori incertezze sulla durata della pandemia. L'aspetto della variante Omicron ha alimentato queste incertezze. Inoltre, i colli di bottiglia dell'offerta si sono intensificati e si prevede che rimarranno più a lungo, dissipandosi solo gradualmente dal secondo trimestre 2022 e completamente eliminati entro il 2023. Il PIL reale dovrebbe ora superare il livello precedente alla crisi nel primo trimestre del 2022, un trimestre dopo le proiezioni di settembre 2021. Tuttavia, con l'allentamento dei vincoli dell'offerta globale, le restrizioni e le incertezze associate alla pandemia vengono ridotte e l'inflazione dovrebbe rilanciare la crescita entro la metà del 2022, nonostante un orientamento di politica fiscale meno favorevole e le aspettative di tassi di interesse di mercato più elevati.

Crescita PIL (% da un anno all'altro) -3.9 7,0 5,1 5,2

Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INS), I prezzi al consumo a gennaio 2022 rispetto a dicembre 2021 sono aumentati dell'1,5%. Il tasso di inflazione annuale nel gennaio 2022 rispetto a gennaio 2021 è dell'8,4%. I prezzi medi al consumo negli ultimi 12 mesi (gennaio 2022 - febbraio 2021) rispetto ai 12 mesi precedenti (gennaio 2021 - febbraio 2020) sono del 5,5%.

Redazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati BNR

2.2 INFLAZIONE

Il tasso di inflazione in Romania al mese di settembre 2021 si è attestato al 6,3% rispetto allo stesso mese del 2020. Gli incrementi più rilevanti si registrano per i prezzi del cibo e di altri beni non-food, in particolare sono da evidenziare i rincari di olio, verdure, pesce, gas, energia elettrica e carburanti. L’inflazione è aumentata notevolmente all’inizio del 2021, in seguito all’incremento dei prezzi dell’energia e di una serie di fattori temporanei e tecnici, come ad esempio l’adeguamento annuale del peso assegnato a beni e servizi nel paniere di consumo utilizzato per calcolare l’inflazione.

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ROMANIA

Come è possibile osservare dal grafico, la Banca nazionale della Romania (BNR) prevede una tendenza in crescita per i prezzi al consumo anche per il 2022, con la maggiore impennata che dovrebbe verificarsi nel secondo semestre del prossimo anno. Di conseguenza, anche per il 2022 ci si aspetta una crescita del tasso di inflazione abbastanza rilevante. Inoltre, essa sta cercando di ancorare le aspettative inflazionistiche aumentando il tasso di interesse di politica monetaria e di moderare l'aumento dei prezzi sulle altre componenti, in quanto oltre il 70% della componente dell'indice di inflazione è guidata dai prezzi dell'energia.

Il settore economico in Romania ha registrato il secondo momento più importante nella storia Post-rivoluzione, dopo l’adesione all’UE. Ad oggi, secondo la classifica fatta da FTSE Russell, il paese è stato incluso negli indici dei Mercati Emergenti, grazie anche alla promozione della Romania, a settembre 2019, a Mercato Emergente Secondario dallo stato di Mercato di Frontiera. Un mercato dei capitali funzionante è fondamentale per lo sviluppo economico della Romania. L’effettiva promozione allo status di Mercato Emergente costituisce un passo importante, in quanto consentirà al mercato dei capitali e all’economia romena di assorbire nuovi fondi nei prossimi anni, oltre a inviare un forte segnale alle società private e statali che possono crescere in modo significativo attraverso il mercato azionario. Nuovi fondi di investimento dal valore di miliardi di euro potranno quindi essere investiti in aziende romene quotate alla Borsa dei Valori di Bucarest (BVB), cosa precedentemente impossibile a causa delle restrizioni generate dallo stato di Mercato di Frontiera detenuto finora dalla Romania.

Due società romene, Banca Transilvania (BT) - la società più quotata alla Borsa dei Valori di Bucarest (BVB) - e Nuclearelectrica (SNN) - società, di cui lo stato romeno è l’azionista di maggioranza, quotata in Borsa - hanno soddisfatto i criteri necessari per essere incluse negli Indici dei Mercati Emergenti rappresentativi per il potenziamento della Romania.

213 02 - Economia e Mercati

2.3 ROMANIA, MERCATO EMERGENTE

Fonte: Borsa dei Valori di Bucarest

Il tasso di inflazione annuo dell’indice dei prezzi al consumo (IPC) era previsto al 7,5% nel dicembre 2021. Tuttavia, con un temporaneo rallentamento della recente tendenza al rialzo, e a seguito delle misure di compensazione per le famiglie inerenti ad l'elettricità e gas, si rifletteranno anche nel tasso di inflazione dell'IPC durante il periodo di applicazione di tali disposizioni (novembre 2021 - marzo 2022). Successivamente, nell'aprile 2022, quando queste misure scadranno, il tasso di inflazione annuo dell'IPC rifletterà aumenti di entità sostanziale, raggiungendo l'8,6% nel secondo trimestre del 2022, un picco nell'intervallo previsto.

Come risultato del passaggio della Romania allo status di Mercato Emergente, includendo gli emittenti Banca Transilvania e Nuclearelectrica negli indicatori FTSE All-Cap, i rappresentanti per il passaggio al nuovo status di mercato e altre società romene quotate alla Borsa dei Valori di Bucarest possono beneficiare dell’inclusione nelle liste di Mercati Emergenti. Secondo la classificazione FTSE Russell, la prima azienda romena a beneficiare dell'aggiornamento del mercato è TerraPlast (simbolo di borsa TRP). Di conseguenza, a partire dal 21 settembre 2021, TerraPlast è diventata la prima società romena inclusa nell’indice FTSE Global Micro-Cap e, successivamente, è stata anche promossa nell’indice Global All Cap. Nel 2021, la Romania si posiziona al quarto posto dopo il numero di accordi di fusione e acquisizione, superati solo da grandi mercati come Russia, Polonia e Turchia. In Romania, lo scorso anno sono state firmate 95 transazioni, con un valore complessivo - comunicato o stimato - di 3,27 miliardi di euro. In volume, cioè in numero di fisarmoniche, il mercato locale è il quarto tra i 15 paesi europei emergenti, ma come valore medio la Romania vola alla coda della classifica. Così, il valore medio è stato di 16,8 milioni di euro e la mediana è stata meno della metà, mostra il rapporto annuale CMS emergente Europa Tuttavia,M&A.questo valore medio basso al 2021 (il quarto valore più basso dei 15 paesi) non dovrebbe essere considerato come una cosa negativa, e potrebbe essere di fatto un segno che diverse colline medie e basse si sono concluse localmente, un segno di maturità del mercato. E questo nel contesto in cui negli ultimi anni in Romania ci sono stati due o tre grandi accordi che hanno dato una falsa impressione di forte crescita del mercato. Queste transazioni sono spesso a breve termine per mercati relativamente piccoli come la maggior parte dell'Europa emergente.

Secondo Eurostat, in UE il tasso di disoccupazione è stato inferiore alle aspettative nel 2021 attestandosi al 6,7%. Anche nell’Eurozona il tasso di disoccupazione è risultato migliore rispetto alle aspettative per un 7,3%.

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ROMANIA

2.4 IL MERCATO DEL LAVORO

La Romania, insieme a Ucraina e Croazia, si è classificata tra i primi tre dei mercati più performanti della regione, i cui livelli di M&A hanno superato nel 2021 le cifre fatte prima della pandemia", hanno detto i rappresentanti della casa legale CMS.

La Commissione prevedeva un tasso di crescita dell’occupazione nel 2021 dello 0,8%, e dell’1% nel 2022 e dello 0,6% nel La2023.condizione del mercato del lavoro sta lentamente migliorando, dopo l’impatto iniziale della pandemia. Secondo la Commissione, i dati occupazionali a fine agosto erano solo di poco inferiori rispetto al medesimo periodo del 2019. Si stima che l’occupazione raggiungerà i livelli pre- crisi nel corso dell’anno 2022 ed inizierà una fase di espansione a partire dal 2023.

Secondo i dati dell’Istituto nazionale di Statistica (INS), nel mese di ottobre 2021 risultavano senza un impiego 438 mila individui, con un tasso di disoccupazione del 5,3%.

Sul piano interno, il Governo ha adottato una serie di misure rivolte a dipendenti e datori di lavoro, per stimolare la crescita dell’occupazione nei settori colpiti dall’interruzione o limitazione dell’attività, nel contesto della situazione epidemiologica causata dalla diffusione della SARS-CoV-2. I regimi di sostegno pubblico, compresi quelli sostenuti dall’UE attraverso lo strumento SURE, hanno impedito un drammatico aumento dei tassi di disoccupazione. Tuttavia, il mercato del lavoro avrà

■ le performance più deludenti arrivano dal settore dell’edilizia, il quale erode lo 0,3% della ricchezza prodotta con un peso del 5,2% sul totale, e dai settori della pubblica amministrazione, assicurazioni sociali del settore pubblico, formazione, assistenza sociale e sanitaria, che nonostante rappresentino il 13% del PIL, hanno contribuito in maniera contenuta alla crescita di questo ultimo, facendo registrare un modesto 0,2%;

■ il settore delle informazioni e della comunicazione ha spinto la crescita del Prodotto Interno Lordo di quasi un punto percentuale, con un contributo del 6,6% del totale della ricchezza prodotta;

Per quanto riguarda l'offerta, stando ai dati dell’Istituto nazionale di statistica i settori che hanno inciso maggiormente sulla determinazione del Prodotto Interno Lordo al termine del terzo trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono:

■ servizi appartenenti ai settori del commercio, trasporti, riparazione di veicoli, hotel e ristoranti hanno fatto registrare un incremento del PIL di 1,8 punti percentuali, contribuendo alla formazione del PIL nella misura del 16%, e riprendendosi così (parzialmente) dalla battuta di arresto subita nello scorso anno;

2.5 IL CONTRIBUTO DEI VARI SETTORI ALLA FORMAZIONE DEL PIL

215 02 - Economia e Mercati

bisogno di tempo per riprendersi completamente. Costrette dal contesto, sempre più aziende in Romania hanno adottato il sistema di telelavoro per continuare a svolgere le proprie attività e per adattarsi alle condizioni imposte dalla pandemia. Secondo i dati Eurofound, la percentuale di dipendenti romeni che lavorano da casa ha raggiunto il 24% del numero totale di dipendenti nell’economia locale nel luglio 2020. Anche nel 2021, il regime di telelavoro è usato da molti datori di lavoro, laddove la modalità di svolgimento delle attività lo permette. Tale regime è stato fortemente caldeggiato dal Governo all’interno delle norme per combattere l’insorgenza della quarta ondata della pandemia in Romania.

Come da previsione, il 2021 si conferma essere un anno all’insegna della ripresa economica, dopo l’impatto devastante che ha subito l’economia nello scorso anno. Nonostante gli effetti negativi della pandemia da COVID-19 siano ancora ben presenti, la Romania fa registrare una crescita del PIL al termine del terzo trimestre 2021, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 8,1%. I dati dell'Istituto nazionale di statistica sull'evoluzione dell'economia rumena nel terzo trimestre del 2021 sui componenti mostrano che l'agricoltura ha dato un contributo decisivo alla crescita economica nel terzo trimestre. Oltre all'agricoltura, che ha avuto un anno eccezionale, anche il commercio ha portato buoni punti di crescita economica. D'altra parte, secondo la fonte citata, spiacevoli sorprese sono la costruzione e gli investimenti. Il settore delle costruzioni, che nel 2019 e 2020 è stato il settore di punta dell'economia, ha influenzato negativamente la crescita economica nel terzo trimestre e per tutto l'anno non ha contribuito affatto. Anche gli investimenti (aumento lordo del capitale fisso) hanno contribuito negativamente alla crescita economica.

■ l’agricoltura e la pesca che hanno fatto lievitare il PIL del 2,6% (con un peso sul PIL totale del 9,8%);

■ risultati positivi provengono anche dalle attività professionali, tecniche e scientifiche, e dai servizi amministrativi e di supporto che generano un valore positivo di +0,6% e con una percentuale di contribuzione alla formazione del PIL del 8,4%;

ROMANIA

216

■ infine, una timida ripresa si registra nel settore delle attività culturali, ricreative e dello spettacolo, riparazioni di prodotti per la casa e altri servizi che fanno crescere il PIL dello 0,4%, con un contributo del 2,6% sul totale.

2.6.2 Romania: esportazioni di servizi nel 2021

La Romania ha chiuso il 2021 con un disavanzo commerciale record di 23,7 miliardi di euro, ovvero 5,3 miliardi di euro sopra il livello del 2020. Lo riferisce l'Istituto nazionale di statistica della Romania (Ins). Un dato che ha leggermente superato quello del 2008, nella precedente crisi economica, quando il deficit raggiunse i 23,5 miliardi di euro. In termini di valore, le esportazioni di merci sono aumentate nel 2021 del 20,1% su base annua, fino a 74,7 miliardi di euro, mentre le importazioni sono aumentate del 22,1% fino a 98,3 miliardi di euro. Il valore degli scambi di merci intra-Ue 27 nel 2021 è stato di 54,09 miliardi di euro per le esportazioni e 71,2 miliardi di euro per le importazioni, rappresentando il 72,4 % delle esportazioni totali e il 72,4 % delle importazioni totali. Il valore degli scambi di merci extra Ue 27 nel 2021 è stato di 20,6 miliardi di euro di esportazioni e 27,1 miliardi di euro di importazioni, pari al 27,6% delle esportazioni totali e al 27,6% delle importazioni totali.

Il valore degli scambi di merci intra-UE-27 nel 2021 è stato di 54094,6 milioni di EUR sulle spedizioni e 71263,4 milioni di EUR sulle introduzioni, pari al 72,4% delle esportazioni totali e al 72,4% delle importazioni totali.

Il settore dei trasporti ha contribuito maggiormente al commercio internazionale dei servizi con esportazioni per 6.193 miliardi di euro e importazioni per 2.706 miliardi di euro, con un saldo positivo di 3.466 miliardi di lei. Anche l'esportazione di servizi informatici ha avuto un impatto positivo significativo. Così, nei primi dieci mesi del 2021, la Romania ha esportato servizi IT per un valore di 4,043 miliardi di euro e ha importato servizi IT per un valore di 1,644 miliardi di euro, con un saldo positivo pari a 2,399 miliardi di euro. D'altra parte, il turismo ha avuto il più grande impatto negativo. La Romania ha esportato solo servizi turistici per un valore di 2,042 miliardi di euro e servizi turistici importati per 3,586 miliardi di euro, con un saldo negativo pari a -1,545 miliardi di euro.

2.6.1. Romania: commercio internazionale di merci nel 2021 Nel 2021, le esportazioni FOB ammontavano a 74700,3 milioni di euro, con un aumento del 20,1%. Le importazioni CIF sono ammontate a 98398,6 milioni di euro, con un aumento del 22,1%. In questo contesto, il disavanzo della bilancia commerciale (FOB/CIF) nel 2021 è stato di 23698,3 milioni di EUR, superiore di 5301,4 milioni di EUR rispetto al 2020. Nel 2021, quote importanti nella struttura delle esportazioni e delle importazioni sono detenute dai gruppi di macchinari e attrezzature di trasporto (44,9 % all'esportazione e 35,2 % all'importazione) e da altri prodotti manufatti (30,5 % all'esportazione e 29,8 % all'importazione).

Le esportazioni di servizi della Romania sono ammontate a 21,926 miliardi di euro da gennaio a ottobre 2021, mentre le importazioni sono ammontate a 14,52 miliardi di euro, con un saldo positivo risultante di 7,406 miliardi di euro, secondo i dati diffusi dalla Banca Nazionale di Romania (BNR).

Il valore degli scambi di beni extra-UE-27 nel 2021 è stato di 20605,7 milioni di EUR per le esportazioni e 27135,2 milioni di EUR per le importazioni, pari al 27,6% delle esportazioni totali e al 27,6% delle importazioni totali.

2.6 INTERSCAMBIO COMMERCIALE

1

Exporteuro)(mld Quota esportazionitotale(%)

Macchinari e attrezzature di trasporto 30,2 48,6 -7,5

Alimenti e animali vivi 4,3 6,9 9,3

a) Nel 2020 le esportazioni, pari a 62,2 miliardi di euro, sono state inferiori del 9,9% rispetto all'anno precedente. La media mensile delle esportazioni nel 2020 è stata di 5,18 miliardi di euro, a causa dei rendimenti da settembre a novembre, mesi in cui si sono registrate medie mensili di oltre 6 miliardi di euro, superiori alla media mensile annua del 2019 (di 5,75 Permiliardi).quanto

Prodotti artigianali classificati principalmente per materia prima 10,0 16,0 -10,4

Per quanto riguarda i paesi in cui la Romania esporta e importa, nonché la bilancia commerciale, gli ultimi dati attualmente disponibili presso l'INS sono quelli per l'anno 2020 e possono essere seguiti qui di seguito:

Nr. Gruppo di prodotti

3 Articoli vari 8,9 14,3 -16,6

Redazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati INS

4

2

5 Prodotti chimici e derivati 3,1 5,0 -1,7

Variazione in % rispetto al 2019

217 02 - Economia e Mercati

riguarda la struttura delle esportazioni romene nel 2020, per gruppi di prodotti, secondo la Classificazione degli Standard Commerciali Internazionali (CSCI), e l'evoluzione rispetto al 2019, è la seguente:

6 Materie prime, combustibili e non 2,3 3,7 -5,9

218

Redazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati INS

ROMANIA

10 Altri beni non inclusi in altre sezioni 0,1 0,1 -5,2

9 Oli, grassi e cera di origine animale e vegetale 0,2 0,3 -12,9

b) Le importazioni romene, con un volume di 80,6 miliardi di euro, hanno registrato una diminuzione del 6,6% nel 2020 rispetto al 2019, sia per la riduzione del 5,6% delle importazioni dagli Stati membri dell'UE (che detengono una quota del 73,5% del totale delle merci estere afflussi), che alle consegne da paesi extra UE che hanno subito una contrazione del 9,5%.

8 Bevande alcoliche e tabacco 1,5 2,5 38,1

TOTALE 62,2 100,0 -9,9

Redazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati INS

Per quanto riguarda la classifica dei principali paesi di destinazione delle esportazioni di prodotti rumeni al 30 novembre 2020 (dati disponibili), è guidata dalla Germania (23,0%), seguita da: Italia (10,8%), Francia (6,7%), Ungheria (5,0%), Polonia (3,7%), Bulgaria (3,6%), Paesi Bassi (3,5%), Regno Unito (3,3%), Turchia (3,3%), Repubblica Ceca (3, 1%), Spagna (3,0%), Austria (2,4%), Slovacchia (2,2%), Belgio (2,0%) e USA (1,7%), per un totale di oltre ¾ delle consegne all'estero della Romania (77,3%). Questo gruppo di paesi comprende 12 Stati membri dell'UE e 3 paesi non UE.

7 Combustibili minerali, lubrificanti e altri materiali 1,6 2,6 -43,5

Redazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati INS

I primi 15 mercati di origine delle merci entrate in Romania nei primi 11 mesi del 2020 (secondo i dati disponibili) e la loro quota sulle importazioni totali sono i seguenti: Germania (20,7%), Italia (8,9%), Ungheria (7,3% ), Cina (6,3%), Polonia (6,2%), Francia (4,6%), Turchia (4,4%), Paesi Bassi (3,9%), Austria (3,2)%), Bulgaria (3,1%), Repubblica Ceca (3,1 %), Belgio (2,5%), Spagna (2,5%), Slovacchia (2,3%) e Federazione Russa (2,2%). I 15 paesi forniscono oltre i 4/5 del totale dei prodotti importati in Romania (81,2%).

219 02 - Economia e Mercati

In termini di struttura delle importazioni nel 2020, la quota del gruppo "macchine e attrezzature per il trasporto" è stata del 37,1%, il gruppo "manufatti classificati principalmente per materia prima" - 18,6% e il gruppo "prodotti chimici e derivati "- 14,6%, la quota del resto dei gruppi è:"manufatti vari"- 11,6%,"alimenti e animali vivi"- 8,9%,"combustibili minerali, lubrificanti e materiali derivati "- 5,2%, "materie prime , non commestibile, escluso carburante”- 2,7% e “bevande e tabacco”- 0,9%.

c) Bilancia commerciale. Il ritmo differenziato di evoluzione delle esportazioni e delle importazioni ha portato a un aumento significativo del deficit commerciale, del 6,3% (1,1 miliardi di euro) nel 2020, rispetto al 2019 (da 17,3 miliardi di euro a 18,4 miliardi di euro). I maggiori deficit commerciali sono stati registrati nel periodo 1.01.2020 - 30.11.2020 (dati disponibili) in scambi con Repubblica Popolare Cinese (-3.856 milioni di euro), Ungheria (-2.514 milioni di euro), Polonia (-2.428 milioni di euro), Germania (-2.111 milioni di euro), Turchia (-1.343 milioni di euro), Austria (-965 milioni di euro), Kazakistan (- 934 milioni di euro), Paesi Bassi (-869 milioni di euro) e Federazione Russa (-868 milioni di euro) e saldi commerciali in eccedenza negli scambi con il Regno Unito (+603 milioni di euro), Francia (+413 milioni di euro), Arabia Saudita (+357 milioni di euro), Repubblica di Moldova (+313 milioni di euro), Norvegia (+311 milioni di euro), Egitto (+281 milioni di euro), Marocco (+255 milioni di euro), Israele (+241 milioni di euro) , Giordania (+230 milioni di euro) e Libano (+172 milioni di euro).

Secondo i dati EUROSTAT pubblicati ad aprile 2021, nel 2020 l’Italia risulta essere il secondo partner commerciale della Romania per import ed export, secondo la Germania. In termini percentuali sul totale, nel 2020 le importazioni provenienti dall’Italia si assestano al 9,2% del totale (7,2 miliardi di euro), mentre le esportazioni all’11 % (6,7 miliardi di euro). Viceversa, la Romania occupa la 15 posizione nella graduatoria dei paesi di provenienza dell'import dell'Italia, mentre nella graduatoria dei paesi destinatari dell'export dell'Italia la Romania risulta al 13 posto. I dati provvisori per il primo semestre del 2021, nel periodo gennaio – luglio, l’export italiano verso la Romania ha raggiunto 4.845,73 milioni Euro, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2020, quando l’ammontare è arrivato a 3.892,09 milioni Euro. Per lo stesso intervallo, l’import italiano dalla Romania ha registrato un valore di 4.140,21 milioni Euro, anch’esso in aumento rispetto al periodo precedente del 2020 - 3.458,01 milioni euro.

Per quanto riguarda le principali categorie di merci oggetto di interscambio, nel periodo gennaio – luglio 2021 ritroviamo:

2.6.3 Commercio estero di servizi (dati BNR)

(mldExporteuro) %alRispetto2019 (mldImporteuro) %alRispetto2019 (mldSaldoeuro)

Secondo i dati BNR, il commercio estero con i servizi del nostro Paese nel 2020 è il seguente:

Redazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati BNR

Trasporti 6,8 -14,7 2,6 -28,5 4,2

Turismo - Viaggi 1,2 -60,8 2,6 -50,9 -1,4 Altri Servizi 12,9 -0,5 8,5 -8,8 4,4

2.7 RAPPORTI COMMERCIALI ROMANIA - ITALIA

Servizi per l'elaborazione di beni di proprietà di terzi 2,5 -14,8 0,1 -17,7 2,4

Cooperazione economica

220

ROMANIA

Totale servizi 23,4 -13,4 13,8 -25,0 9,6

■ 0 - 100, la Distanza dalla Frontiera*.

Il report annuale “Doing Business” elaborato da World Bank Group, che analizza 190 economie in base a 12 indicatori economici, permette all’imprenditore di capire la facilità di aprire una nuova attività (Doing Business) nei paesi analizzati e di capire la Distanza dalla Frontiera (Distance to Frontier, DTF), indice che dimostra quanto l’economia del Paese oggetto di interesse sia distante dai valori registrati dal paese con la miglior performance economica. Rispettivamente, i due indici possono registrare dei valori compresi tra:

Secondo l'ultimo censimento, in Romania esiste una comunità etnica di circa 3.300 persone, più altri 2.500 cittadini italiani che hanno residenza permanente in Romania. Gli italiani sono sparsi in modo relativamente uniforme in tutto il Paese, le comunità più consistenti in termini di numero sono a Bucarest, Brasov, Iasi, Pitesti, Bacau, Timisoara.

Investimenti italiani in Romania: secondo l'Ufficio Nazionale del Registro del Commercio, al 31 ottobre 2020, 49.490 società con capitale italiano erano registrate in Romania, con un capitale investito totale (investimenti diretti) di 11,894 miliardi di RON (quota del 6,74% del totale).

Lo stock degli IDE netti italiani in Romania si attestava nel 2020 a 8967 milioni euro, mentre gli IDE netti della Romania in Italia ammontavano a 1011 milioni euro.

La classifica è composta mediante “l’ease of doing business score”, che funge da indicatore aggregato delle performance ottenute da ogni Paese in dieci aree (topics) dell’ambiente normativo, burocratico e regolatorio nel quale si trova ad operare

La comunità romena in Italia e la comunità italiana in Romania

* dove 0 e 190 rappresentano i valori più negativi

Fonte: Ministero degli Affari Esteri

221 02 - Economia e Mercati

I cittadini rumeni rappresentano la più grande comunità straniera in Italia. Gli ultimi dati pubblicati dall'Istituto Italiano di Statistica, il 1° gennaio 2020, indicano la presenza di 1.207.919 cittadini romeni residenti in Italia, in aumento dello 0,08% rispetto al 2019.

2.8 INDICE “DOING BUSINESS” IN ROMANIA

■ 190 - 1, la facilità di aprire una nuova attività*;

In questa classifica della Banca Mondiale, la Romania risulta al di sopra di paesi come l’Ungheria, al di sotto di altri paesi come l’Italia, il Belgio, l’Estonia, la Lituania, la Polonia, la Slovenia e la Repubblica Moldava.

ROMANIA

Come si evince dal rapporto “Doing Business 2020”, la Romania ha registrato un arretramento per quanto riguarda il pagamento delle tasse, indice che colloca il Paese al 32° posto a livello mondiale. Diversamente, si è registrato un lieve peggioramento per l’indice “ottenimento dei permessi di costruzione”, facendo salire la Romania nella classifica dalla 146° posizione dell’anno precedente al 147° posto.

una piccola-media impresa sin dalla sua nascita: avvio (starting a business), ottenimento dei permessi edilizi (dealing with construction permits), esecuzione dei contratti (enforcing contracts), trasferimento di proprietà immobiliari (registering property), accesso all’energia elettrica (getting electricity), accesso al credito (getting credit), pagamento delle imposte (paying taxes), tutela degli investitori (protecting minor investors), commercio transfrontaliero (trading across borders), dispute commerciali e procedure concorsuali (resolving insolvency). Oltre a queste, vengono altresì esaminate altre due aree – condizioni dei lavoratori (employing workers) e rapporti con la pubblica amministrazione (contracting with the government) – che, tuttavia, non concorrono all’elaborazione del ranking.

Fonte: World Bank

Per quanto concerne la Romania, il report annuale 2020 Doing Business (disponibile al momento) colloca il Paese al 55° posto, con un punteggio totale di 73,3 corrispondente all’indice DTF.

222

Per quanto riguarda invece l’indice di “facilità di aprire una nuova attività”, la Romania è migliorata dal 111° posto al 91° posto.

2.9 LE PRINCIPALI MODIFICHE APPORTATE AL CODICE FISCALE NEL 2021

■ Spese relative all'attività di telelavoro per i dipendenti che operano in questo regime di Legge 296/2020

Pagamento delle imposte 32 85,20 80,3 4,9

Avvio di attività 91 87,70 83,9 3,8

223 02 - Economia e Mercati

Trasferimento di proprietà immobiliari 46 75,00 75,00 0

Dispute commerciali e procedure concorsuali 56 59,10 59,9 0,8

Commercio transfrontaliero 1 100,00 100,00 0

Esecuzione dei contratti 19 72,20 72,20 0

Classifica Doing Business 2020 Scor BusinessDoing2020 Scor BusinessDoing2019 Variazione

I completamenti sono fatti in materia di:

■ Con l'applicazione che inizia con il calcolo della tassa sul profitto per l’anno 2021, rettifiche di svalutazione dei

Il 2021 è iniziato con significativi cambiamenti legislativi nelle questioni fiscali, ma anche per il 2022 vi sono previste novità fiscali o adeguamenti di quelli attuali. L'influenza della pandemia sull'economia ha lasciato il segno anche sulla normativa fiscale, alla quale si sono aggiunte una serie di misure adottate da tutti gli Stati membri dell'UE. La maggior parte sono state portate da due leggi pubblicate a dicembre - Legge 295, per modificare il Codice della procedura fiscale e la Legge 296 per la modifica del codice fiscale.

1. Tassa sul profitto

Ottenimento di permessi edilizi 147 58,40 58,3 0,1

1.1. Spese detraibili

Generale 55 73,30 72,5 0,8

Indicatore

Accesso all'energia elettrica 157 53,70 53,5 0,2

Rimangono in vigore alcune delle integrazioni apportate dalla Legge 296/2020 per la modifica della Legge 227/2015 sul Codice Fiscale. Di sotto si trovano elencate:

Tutela degli investitori 61 62,00 62,00 0

■ Spese per i benefici dei dipendenti negli strumenti di capitale degli insediamenti in Azioni, al momento dei benefici effettivi, indipendentemente dal trattamento fiscale applicato a livello dei dipendenti - Legge 296/2020

Accesso al credito 25 80,00 80,00 0

Rimane l'obbligo della persona giuridica senza scopo lucrativo, comprese le unità di culto, di iscriversi al Registro delle entità / unità di culto per le quali vengono concesse detrazioni fiscali.

■ Spese per il corretto funzionamento di alcune unità nei contribuenti, come ad esempio: scuole, musei, biblioteche, mense, impianti sportivi, club, non-familiari e simili;

crediti non incassati in un periodo superiore a 270 giorni dalla data di scadenza, non sono garantite e sono dovute da una persona che non è affiliata - Legge 296/2020;

ROMANIA

224

1.2 Spese non detraibili che potranno essere detratti dall'imposta sui profitti dovuti:

Nota: attraverso l’Ordinanza di Urgenza 19/2021, è sospeso entro il 2021 aprile e fino al 31 dicembre 2021. Durante la sospensione, le spese per il funzionamento delle unità di formazione di prima infanzia nell'amministrazione dei contribuenti saranno considerate come spese limitate della deducibilità e cade sotto la limitazione del 5% applicato al valore degli stipendi del personale;

■ Le spese per le sponsorizzazioni o atti, borse di studio private, sono state modificate dalla Legge 322/2021, adottando una nuova procedura applicabile dal 2022. Si sottraggono dall’imposta sull’utile dovuta al valore minimo tra:

■ il valore che rappresenta il 20% della tassa sul profitto dovuto.

In caso di superamento degli importi di cui sopra, i contribuenti possono, entro un periodo massimo di sei mesi dalla data di presentazione della dichiarazione annuale dell'imposta sulle società, dirigere l'imposta sulle società per effettuare sponsorizzazioni o atti di patronato, la fissazione o la concessione di borse di studio private a unità religiose o persone giuridiche senza scopo di lucro iscritte in tale registro.

■ Spese per il funzionamento delle unità di istruzione iniziale nella gestione dei contribuenti o degli importi pagati dal contribuente per il collocamento dei figli dei dipendenti nelle unità di istruzione iniziale in unità che forniscono servizi di istruzione iniziale in base alla legge. Le spese dell'istruzione iniziale non possono superare il limite di 1500 lei/mese per ogni bambino e vengono detratte dall'importo dell’imposta sull’utile dovuta. In caso di superamento dell'importo dell’imposta sull’utile dovuta, la differenza sarà detratta, in ordine, dalla tassazione sugli stipendi trattenuta ai dipendenti, IVA o accisa - Legge 239/2020.

■ Il 50% delle rettifiche di ammortamento dei crediti non aquisiti in un periodo superiore a 270 giorni dalla data di scadenza, non sono garantiti e sono dovuti da una persona che non è affiliata – con l’Ordinanza n. 8/2021 è stata modificata la percentuale della deduzione inizialmente proposta, del 100% del valore delle fatture non incassate, al limite del 50%. Tuttavia, tale agevolazione resta favorevole per le società che riscontrano difficolta nella raccolta delle somme non incassate dai clienti.

■ Spese che rappresentano il costo dell'acquisto di registri di cassa elettronici fiscali. Il loro costo di acquisizione si detrae dall’imposta sull’utile dovuta per il trimestre in cui sono stati messi in funzione o annualmente (per coloro che applicano la dichiarazione annuale e il sistema di pagamento). Gli importi rimanenti non pagati dall'imposta sugli utili sono riportati per i successivi 7 anni consecutivi, nell'ordine di registrazione, alle stesse condizioni, ad ogni termine di pagamento dell'imposta sugli utili. - Legge 153/2020;

■ il valore calcolato applicando lo 0,75% al fatturato;

2. Imposta sul reddito delle micro-imprese

2.1 Spese che rappresentano il costo degli acquisti di registri di cassa elettronici fiscali. A partire da agosto 2020 viene diminuito dalla tassa sul reddito delle microimprese per il trimestre in cui sono stati messi in funzione. Se il valore supera la tassa, può essere recuperato per 28 trimestri consecutivi, alle stesse condizioni, ad ogni termine di pagamento dell’imposta.2.2sono considerati reddito esente da tassazione - i dividendi ricevuti da una persona giuridica romena - Legge 296/20202.3La

1.3 Esenzione dalle tasse di profitto sul reddito reinvestito. La legge 296/2020 porta chiarimenti sugli investimenti effettuati. L'esenzione fiscale aziendale calcolata cumulativa è assegnata:■

225 02 - Economia e Mercati

Dall'inizio dell'anno al trimestre della messa in servizio delle attività - nel caso dei contribuenti che applicano il sistema di pagamento delle imposte trimestrali, o

2.4 Le microimprese beneficiano di una riduzione dell'imposta sui redditi della microimpresa pari al 20 % dell'imposta sul reddito dovuta nel trimestre. Per le microimprese si applica la stessa regola dell'imposta sul reddito delle società in caso di riorientamento, se il valore della sponsorizzazione supera il 20% dell'imposta per la quale la riduzione potrebbe essere applicata. Il riorientamento può essere effettuato entro 6 mesi dopo la fine dell'esercizio e la presentazione del conto economico per l'ultimo trimestre. Le restanti somme di denaro provenienti dall'imposta sugli utili o dall'imposta sul reddito sulle microimprese sono riportate solo per quelle sponsorizzazioni/atti/concessione di borse di studio private effettuate/registrate prima dell'entrata in vigore della legge, ma non superiori al 2028.

tassazione del reddito favorevole dalla differenza del corso / entrate finanziarie sono aggiunte ai ricavi e tassate nel quarto trimestre dell'anno o nell'ultimo trimestre del periodo imponibile in cui il contribuente ha cessato l'attività. Nel caso di micro-imprese che diventano contribuenti di profitto aumentando il capitale sociale a 45.000 euro o tramite il superamento del fatturato di 1.000.000 di euro, le differenze favorevoli del tasso di cambio sono elementi simili della natura delle entrate nel primo trimestre in cui le imposte societarie sul reddito sono dovute alla Legge 296/2020. Nota: se l'esercizio dell'opzione come risultato dell'aumento del capitale sociale entro il limite minimo sopra menzionato oppure il superamento del limite dei ricavi avviene nel primo trimestre dell'anno fiscale, tale differenza non rappresenta un elemento simile a quelle delle entrate in questo primo trimestre.

Le riforme fiscali previste dal Piano nazionale di ripresa e risoluzione della Romania (PNRR) approvato dalla Commissione Europea prevedono una graduale riduzione dei contribuenti sui redditi delle microimprese, riducendo così progressivamente la soglia di 1.000.000 euro. Alcuni di coloro che hanno pagato l'1% o il 3% passerà al pagamento dell'imposta sul profitto del 16%. Le agevolazioni fiscali approvate nel 2021 dalla legge 296/2020 restano in vigore:

■ Dall'inizio dell'anno fino alla fine di tale attività di messa in servizio - nel caso dei contribuenti - che applicano il sistema di pagamento annuale per l’imposta sull’utile L'utile per il quale l'esenzione fiscale, salvo la quota di riserva legale, è assegnata alla fine dell'esercizio finanziario o durante l'anno successivo.

ROMANIA

Imposta specifica per alcune attività I contribuenti soggetti al pagamento dell'imposta specifica per determinate attività ai sensi della legge 170/2016 sull'imposta specifica di alcune attività, con successivi completamenti, per l'anno 2022, non sono debitori di un'imposta specifica per un periodo di 180 giorni, calcolato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'ordinanza 11/2022. Secondo l'ordinanza il ricalcolo dell'imposta specifica per il 2022 viene effettuato dividendo l'imposta specifica annuale per 365 giorni calendaristici e moltiplicando il valore risultante per la differenza tra il numero di 365 calendaristici e il numero di 180 calendaristici.

Una novità in Romania è il consolidamento fiscale. A partire dal 2022, le società che pagano l'imposta sugli utili, appartenenti allo stesso gruppo imprenditoriale, possono scegliere sul consolidamento fiscale relativo all'imposta sugli utili, in modo che le società che faranno parte del gruppo consolidato potrà compensare le perdite fiscali di alcune delle società con gli utili imponibili di altre società del gruppo. L'imposta sugli utili dovuta in questo caso sarà calcolata sul risultato del reddito imponibile cumulato a livello di gruppo.

c) almeno due soggetti giuridici romeni detenuti, direttamente o indirettamente, in proporzione di almeno il 75% del valore/numero dei titoli di partecipazione o dei diritti di voto, da un soggetto giuridico/fisico, residente in uno Stato con cui la Romania ha concluso un accordo quadro per evitare la doppia imposizione o in uno Stato con il quale è stato concluso un accordo sullo scambio di informazioni;

d) almeno un soggetto giuridico romeno detenuto, direttamente o indirettamente, in proporzione di almeno il 75% del valore/numero dei titoli di partecipazione o dei diritti di voto, da un soggetto giuridico residente in uno Stato con il quale la Romania ha concluso un accordo per evitare la doppia imposizione o in uno Stato con il quale è stato concluso un accordo relativo allo scambio di informazioni e la stabile organizzazione, designata in Romania, di tale soggetto giuridico straniero.

Il periodo di applicazione del consolidamento fiscale in materia di imposta sul reddito è di 5 esercizi finanziari, calcolati a partire dal primo anno di applicazione del sistema di consolidamento fiscale e fino allo scioglimento del gruppo fiscale, ed il sistema è facoltativo.

a) un soggetto giuridico romeno/soggetto giuridico con sede legale in Romania costituito secondo la legislazione europea e uno o più soggetti giuridici romeni/soggetti giuridici con sede legale in Romania costituiti secondo la legislazione europea, in cui detiene, direttamente o indirettamente, almeno il 75% del valore/numero dei titoli di partecipazione o dei relativi diritti di voto;

C’è una serie di condizioni che devono essere soddisfatte per l'applicazione del consolidamento fiscale e queste sono:

b) almeno due soggetti giuridici romeni in cui una persona fisica rumena detiene, direttamente o indirettamente, almeno il 75% del valore/numero dei titoli di partecipazione o dei diritti di voto;

4. Consolidamento fiscale

3. Sgravi fiscali per aziende con capitali positivi e in crescita

226

Sono concesse delle riduzioni dell'imposta sui profitti, dell'imposta sul reddito delle microimprese o della tassa specifica di alcune attività, riduzioni che possono arrivare dal 5% al 10% - Ordinanza di Emergenza 153/2020.

5.2 Esenzioni dall’imposta sul reddito: Modifiche/chiarimenti per:

5.1 Residenza fiscale delle persone fisiche Si afferma che la persona non residente che soddisfa le condizioni di residenza è soggetta all'imposta sul reddito per i ricavi ottenuti da qualsiasi fonte, sia in Romania che all'estero, a partire da:

■ Borse di studio, premi e altri diritti sotto forma di alloggi, trasporti, attrezzature di lavoro / articoli protettivi e altri strumenti forniti agli studenti durante l'educazione professionale tecnica ed alunni / studenti durante il percorso educativo duale pre-universitario / universitario secondo le normative legali nel settore dell'istruzione nazionale - Legge 239/2020.

227 02 - Economia e Mercati

■ L'equivalente delle spese sostenute dal datore di lavoro / contribuente per i test diagnostici dell'infezione da COVID-19, al fine di garantire lo svolgimento delle attività in materia di Sicurezza e salute sul lavoro, durante l’istituzione dello stato di emergenza o allerta - Ordinanza di Urgenza 181/2020

■ I prosumer persone fisiche, diverse da quelli organizzati secondo l'Ordinanza di Urgenza 44/2008 per i ricavi ottenuti dalla vendita di elettricità ai fornitori di energia elettrica con i quali i prosumer in questione hanno stipulato contratti di fornitura di energia elettrica, se le centrali elettriche per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili hanno una potenza elettrica di almeno 27 kW per luogo di consumo - Legge 296/2020

■ Importi concessi ai dipendenti per le utenze (elettricità, riscaldamento, abbonamento idrico e abbonamento dati) e acquisizione di mobili e attrezzature per ufficio, nei limiti di un massimale mensile di 400 Lei corrispondente al numero di giorni mensili in cui il dipendente esegue un'attività in Telelavoro - Legge 296/2020.

■ a partire dal primo giorno di arrivo in Romania (se presente in Romania per più di 183 giorni nell'anno del calendario in questione) - Legge 296/2020

5. Tassazione diretta di persone fisiche e contributi sociali obbligatori Restano in vigore le modifiche fiscali previste dalla legge 296/2020, ma, come accennato in precedenza, le riforme fiscali previste dal PNRR avranno un impatto anche sulle agevolazioni fiscali concesse negli anni precedenti, eliminandole L'aumentogradualmente.del salario minimo dal 01.01.2022 dagli attuali 2230 lei a 2550 lei (approvato con DG 1071/2021) avrà un impatto sull'aumento del contributo per i disabili non inclusi e sull'obbligo di pagamento delle tasse CAS e CASS.

L'opzione viene comunicata all'ANAF sulla base di una domanda congiunta almeno 60 giorni prima dell'inizio del periodo per il quale si richiede l'applicazione del consolidamento fiscale e si applica a partire dall'esercizio successivo alla presentazione della domanda.

■ il primo giorno in cui dichiara che il centro di interessi vitali è in Romania; o

■ Vantaggi sotto forma di uso a scopo personale dei veicoli non esclusivamente utilizzati per lo scopo dell'attività economica, di proprietà o destinati all’uso di persone giuridiche che applicano il regime fiscale di microimpresa o tassazione specifica di alcune attività - legge 296/2020

228

ROMANIA

Nota: nessun contributo sociale è dovuto.

■ i contribuenti residenti fiscali rumeni, quando i vantaggi in denaro e in natura vengono assegnati da altre entità rispetto al datore di lavoro, nel caso in cui questi ultimi siano residenti fiscali rumeni.

Il trattamento fiscale delle entrate assimilate al reddito salariale, come i ricavi dai contratti di gestione, i ricavi dei membri del CA, qualora siano realizzate in società edili, come definito dal Codice Fiscale all'art. 60, Sezione 5. Pertanto, tali entrate possono essere esenti dal pagamento dei contributi sanitari sociali e dall’applicazione della percentuale diminuita nel caso del contributo di assicurazione sociale (pensioni). Ricordiamo che prima di questa legge tali ricavi erano esentati solo dall'imposta sul reddito.

■ L'equivalente dei servizi turistici e/o del trattamento, incluso il trasporto, durante le ferie, per un dipendente e i membri della sua famiglia, forniti dal datore di lavoro, se non supera in un anno fiscale il livello di un guadagno medio lordo stabilito dalla legge sul bilancio dell'assicurazione sociale - Legge 296 / 2020.

5.3 Guadagni e vantaggi di natura salariale È incluso nella categoria di vantaggi stipendiali e quelli ricevuti da terzi (in contanti o in natura) a seguito di un rapporto contrattuale tra le parti e l'obbligo di calcolare, ritenuta, pagamento e dichiarazione di imposta sul reddito e contributi sociali spettano a:

6. Rapporto SAF-T Dal 01.01.2022, il SAF-T (modulo di controllo fiscale standard) previsto dall'art. 59^1 par. (1) della Legge n. 207/2015 sul Codice di Procedura Fiscale, questo file rappresenta uno standard internazionale utilizzato per il trasferimento elettronico dei dati riportati nelle registrazioni contabili e fiscali, dai contribuenti verso le autorità fiscali e i revisori. SAF-T consente alle autorità fiscali di accedere ai dati delle registrazioni contabili e fiscali dei contribuenti/paganti, archiviati e trattati in ambiente online, in un formato di facile lettura al fine di testare i controlli e i dati del sistema, utilizzando software di audit proprietario, come parte di una metodologia che garantisce una maggiore efficienza e produttività nel controllo fiscale assistito dal computer.

Il modulo di controllo fiscale standard (SAF-T), previsto dall'art. 59^1 par. (1) della Legge n. 207/2015 sul Codice di Procedura Fiscale, con successive modifiche e integrazioni, è trasmesso dai contribuenti/paganti in formato elettronico all'organo fiscale centrale, attraverso la Dichiarazione Informativa sul modulo di controllo fiscale standard, modello in romeno, di seguito denominato Informazioni sulla dichiarazione D406. L'obbligo di presentare la Dichiarazione D406 - il modulo standard di controllo fiscale (SAF-T) è stabilito dall'ANAF

■ il datore di lavoro residente fiscale rumeno, quando i benefici in denaro e in natura sono concessi da entità diverse da quella del datore e il pagamento viene effettuato attraverso il datore di lavoro;

Se i beneficiari dei vantaggi in denaro o in natura da parte di terzi non sono residenti fiscali rumeni, l'imposta deve essere dichiarata e pagata dal contribuente. Il datore di lavoro residente può optare per il calcolo, la detenzione e il pagamento dell'imposta sul reddito dovuta - Legge 296/2020.

IVA alla dogana

7. IVA

dall'IVA:

Aumento dell'IVA alla riscossione:

◆ non si trovano in stato di insolvenza, in procedura di riorganizzazione o liquidazione giudiziaria (Ordinanza 3225/2020).

229 per i contribuenti soggetti giuridici romeni e per le unità prive di personalità giuridica in Romania dei soggetti giuridici stranieri in ottemperanza all'obbligo di tenere la contabilità in partita doppia. I soggetti giuridici romeni e le unità prive di personalità giuridica in Romania dei soggetti giuridici straniere dovranno inoltre redigere e presentare il modulo standard di controllo fiscale SAF-T attraverso la Dichiarazione D406, a tape, per le diverse categorie di contribuenti.

◆ sono registrati ai fini dell’IVA almeno sei mesi prima della presentazione della domanda di certificato;

8. Il file dei prezzi di trasferimento Secondo un'ordinanza dell'ANAF, nel 2022, il file sui prezzi di trasferimento dovrà essere predisposto entro il 25 giugno dalle società che hanno tale obbligo. Il termine per la preparazione del file sui prezzi di trasferimento è il termine di legge previsto per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi annuali per ogni anno fiscale. Il termine ultimo per la

Iscrizione dei soggetti passivi ai fini dell’IVA (art. 316).

Il rimborso IVA con successivo controllo diventa permanente a partire da febbraio 2022.

02 - Economia e Mercati

Si aggiungono esenzioni IVA con diritto di detrazione per le consegne di dispositivi medici per la diagnosi in vitro di COVID-19, di vaccini contro il COVID-19, nonché dei relativi servizi di vaccinazione e effettuazione dei test Covid, diversi da quelli esenti da IVA, effettuati fino al 31.12.2020 - Ordinanza di Urgente 226/2020.

A partire dal 1 aprile 2021, un soggetto giuridico non registrato ai fini IVA in Romania, che effettua un’importazione di beni in Romania, seguita da una consegna intracomunitaria della stessa, puo nominare un rappresentante fiscale autorizzato per adempiere agli obblighi dal punto di vista legale sull'IVA.

◆ non hanno obblighi di bilancio in sospeso, né nei confronti dell'autorità doganale;

◆ hanno effettuato, negli ultimi sei mesi precedenti al mese di richiesta del certificato, importazioni da territori e stati terzi, per un valore cumulativo di almeno 50 milioni di lei, ad eccezione dei prodotti soggetti ad accise armonizzate;

Vengono modificate le condizioni per la concessione del certificato di proroga del pagamento dell'IVA in dogana. Pertanto, le condizioni da soddisfare sono le seguenti:

Il tetto del fatturato per l'applicazione del sistema dell'IVA alla riscossione viene aumentato da 2.250.000 lei a 4.500.000 lei. L'applicazione del sistema di riscossione dell'IVA può essere revocato in qualsiasi momento durante l'anno, presentando una notifica all'ente fiscale competente, tra il 1° e 20 del mese, ad eccezione del primo anno in cui ha optato per l'applicazione del sistema. La cancellazione sarà attuata a partire dal mese successivo a quello in cui è stata presentata la notifica - Legge Esenzioni296/2020.

9. Lo scaglionamento semplificato dei pagamenti diventa permanente Lo scaglionamento dei pagamenti è una modalità di rateizzazione dei debiti tributari in essere dei debitori in difficoltà, generati dalla temporanea mancanza di liquidità.

d) Le pretese derivanti dalla commissione di reati, ovvero danni, spese legali e sanzioni giudiziarie o penali (ad eccezione delle somme soggette a confisca, nonché quelle rappresentative dell'equivalente in denaro di beni che siano stati considerati prodotto diretto o indiretto di un reato).

■ Non essere in procedure concorsuali;

Tali obblighi possono essere stabiliti tramite dichiarazioni dei redditi (anche quelle presentati in ritardo), dichiarazioni dei redditi, rettifiche, dichiarazioni relative ad obblighi fiscali accessori, titoli esecutivi o altri atti simili, che devono essere depositati o comunicati entro la data di emissione del certificato di attestazione fiscale.

preparazione del file era il 25 marzo. Dal 2022 il termine per la dichiarazione dell'imposta sugli utili è stato prorogato fino al 25 giugno. La stessa scadenza del 25 giugno deve essere rispettata dalle aziende che pagano l’imposta specifica e la micro imposta.

Condizioni da soddisfare:

■ Non essere in scioglimento;

■ Non avere debiti tributari in essere da oltre 12 mesi antecedenti la data di presentazione della domanda e non estinti alla data di rilascio del certificato di attestazione fiscale;

■ Non essere responsabile ai sensi della legge sull'insolvenza e/o responsabilità solidale. In via eccezionale, se gli atti costitutivi della responsabilità sono definitivi nel sistema dei ricorsi amministrativi e giurisdizionali e l'importo della responsabilità è stato estinto, la condizione si considera soddisfatta;

■ Presentare all'Ente una istanza alla quale il debitore può allegare il prospetto scaglionato contenente l'importo proposto per lo scaglionamento.

Ciò consente di scaglionare gli impegni in essere per un periodo massimo di 12 mesi, dando alle aziende una tregua per raccogliere i fondi necessari per estinguere i debiti. Con la OUG 11/2021, il Codice di procedura fiscale è stato modificato al fine di rendere permanente lo scaglionamento semplificato dei debiti fiscali.

Gli obblighi fiscali per i quali le aziende possono richiedere lo scaglionamento semplificato dei pagamenti sono: a) Sanzioni (di qualsiasi natura) amministrate dall'ente fiscale; b) importi dovuti al bilancio consolidato generale quali imposte, tasse e contributi, ma anche oneri fiscali accessori; c) crediti di bilancio costituiti da altri enti e avviati a recupero agli organi fiscali, a norma di legge, ivi compresi i crediti di bilancio risultanti da rapporti giuridici contrattuali instaurati con sentenze giudiziali o altri atti che, a norma di legge, costituiscono titoli esecutivi;

ROMANIA

230

Centro Studi per l’Europa Orientale C.E.S.E.O.

Il perdurare della crisi sanitaria ha impattato sulle produzioni, sugli investimenti e sulle catene logistiche. Se a questo aggiungiamo il ritardo nella transizione energetica e la inadeguatezza di molte politiche energetiche nazionali, ne consegue l’inevitabile rialzo dei prezzi di elettricità e gas, accompagnati dalla discontinuità degli approvvigionamenti di materie prime e componenti per l’industria. Ecco, quindi, che le catene del valore sono diventate oggetto di sfida geopolitica. Come Presidente di Confindustria Romania, dopo mesi di preparazione, ho deciso di potenziare la struttura della nostra Associazione, affiancandola al progetto editoriale, CESEO, il nuovo Centro Studi per l’Europa Orientale, che nasce quale strumento necessario in un periodo marcato dalle incertezze globali.

Giulio Bertola Presidente di C.E.S.E.O.

Gennaio 2020 è stata una data spartiacque, che ha segnato l’inizio di un cambiamento epocale a livello globale a causa di una inaspettata pandemia.

ROMANIA

www.confindustria.ro

CESEO ha come missione quella di fornire analisi ed interpretazioni apolitiche, che si sviluppano su tutti i livelli di pertinenza, senza porsi pregiudizi o limitazioni e si propone di analizzare le dinamiche economiche, politiche e sociali capaci in ultima istanza di influenzare l’attività imprenditoriale e governativa nell’area dell’Est Europa.Una particolare attenzione verrà fornita alle valutazioni geopolitiche riguardanti l’area del Mar Nero, il Caucaso e l’Eurasia, che si trovano al centro di eventi potenzialmente forieri di cambiamenti di lungo periodo che coinvolgeranno anche l’Est Europa.

DI GEOPOLITICHEANALISI SESTANTE

SESTANTE è la prima pubblicazione geopolitica del Centro Studi che si compone di 4 Rubriche predefinite: Focus Paese (Romania), Focus Eurasia, GeoAlerts e GeoFollie

234

L’internazionalizzazione delle imprese è una storia di imprenditori, di donne e uomini “del fare” che, nell’espletamento del loro mestiere, si fanno portatori di una cultura d’impresa che porta anche in questo modo la bandiera italiana nel mondo. Ed è proprio l’ impegno volontario e disinteressato di imprenditrici e imprenditori che animati dalla volontà di migliorare non solo se stessi e le proprie imprese, ma anche e soprattutto le proprie comunità; che ha portato Confindustria ad un passo dai suoi dieci anni di associazionismo in Serbia.

Come tutte le crisi anche quella che ha contrassegnato il mondo negli ultimi due anni, è destinata a passare. Non è la prima e non sarà nemmeno l’ultima, ma come tale questa crisi non può che rappresentare un’opportunità per noi imprenditori. È questa la più autentica cultura d’impresa, quella che sa rinnovarsi, che sa interpretare il mondo che cambia. Lo dimostrano le nostre imprese che continuano a crescere, si innovano e guardano all’internazionalizzazione, ed alla Serbia in questo senso, per potenziare le proprie reti commerciali e dare un nuovo impulso all’evoluzione dei loro rapporti con fornitori e partner da questo lato dell’Adriatico. I Balcani e la Serbia sono oggi e forse più che mai, un’occasione per accorciare le proprie filiere, per riportare il centro del nostro business dalla Cina all’Europa.

Buona lettura!

235

La Guida Paesi 2022, si propone di essere un veicolo per diffondere informazioni, ed illustrare a tutti i nostri colleghi quelle che possono essere le opportunità da cogliere nell’Est Euopea e in Serbia, un Paese che con le proprie specificità può davvero aprire nuove prospettive ai nostri imprenditori ed alle loro aziende.

Patrizio Dei Tos Presidente Confindustria Serbia

Vorrei per questo ringraziare ancora S.E. Carlo Lo Cascio, Ambasciatore d’Italia a Belgrado, a nome di tutti i consiglieri e dei nostri asssociati, per il suo costante supporto a tutte le attività e iniziative relalizzate da Confindustria per la promozione di imprese, dei prodotti e servizi italiani nel territorio serbo, oltre che per il suo importante lavoro di coordinazione di tutti gli enti che fanno parte del “Sistema Italia” in Serbia.

Prefazione

236 Residenza dell'Ambasciatore d'Italia a Belgrado

In questo percorso, l’Ambasciata d’Italia a Belgrado - in stretto raccordo con tutti gli attori del “Sistema Italia” in Serbia - continuerà ad assicurare il massimo sostegno alle aziende, lavorando per far compiere un ulteriore salto di qualità ai nostri eccellenti rapporti bilaterali.

Questa positiva tendenza è confermata dall’ottima performance dei rapporti economici bilaterali: l’Italia, infatti, rimane il secondo partner commerciale, il secondo Paese fornitore e il terzo Paese cliente della Serbia, con una presenza di oltre 1.600 aziende con una quota di capitale italiano, distribuite capillarmente per settori e aree geografiche. Nei primi 10 mesi dell’anno, l’interscambio bilaterale ha raggiunto i 3,409 miliardi di euro, in crescita 25,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni serbe verso l’Italia sono cresciute del 32,7%, mentre le esportazioni italiane verso la Serbia sono aumentate del 20,4%. Dati, questi, molto incoraggianti, che – nel momento in cui scrivo – ci fanno auspicare di poter superare il record dei 4 miliardi di euro di interscambio registrato nel 2018. In Serbia continuiamo quindi a vantare posizioni solide, sulle quali tuttavia non dobbiamo adagiarci: sia per la concorrenza sempre più pressante di altri attori internazionali, sia per dare nuova linfa a un rapporto storico. Il nostro obiettivo è infatti quello di interpretare l’andamento e le trasformazioni del mercato serbo, cogliendo le numerose opportunità che questo Paese può offrire alle nostre imprese. Penso soprattutto ai nuovi settori in cui si aprono interessanti prospettive: dall’IT alla transizione energetica, dalle infrastrutture alla sostenibilità ambientale. Si tratta di frontiere da esplorare, nelle quali sono convinto che le aziende italiane possano vantare una grande esperienza e creare valore aggiunto in Serbia.

Carlo Lo Cascio Ambasciatore d’Italia a Belgrado

Dopo un anno difficile a causa della pandemia, l’Italia si è rialzata ed è ripartita con slancio. Le stime di crescita del PIL del nostro Paese, infatti, si attestano oltre il 6% per quest’anno e attorno al 4,6% per il 2022. Il 2021 è stato inoltre l’anno record per l’export del ‘’Made in Italy’’, che ha superato i 500 miliardi di euro. Della ripresa post-pandemica italiana hanno beneficiato anche le relazioni commerciali con la Serbia, da decenni nostro partner strategico ad ogni livello, di cui continuiamo a sostenere con convinzione il percorso di integrazione europea. L’economia serba cresce a ritmi robusti (circa il 6,5% per il 2021 e il 4,3% nel 2022), anche alla luce della forte complementarietà tra i nostri comparti produttivi e dei vivaci scambi tra i nostri mercati.

237

Introduzione

Al contempo, dobbiamo affrontare le importanti sfide del mondo post-pandemico, dalla crisi energetica al rialzo dei prezzi delle materie prime, puntando anche a rafforzare il sistema di formazione duale e l’interazione tra scuole e lavoro per aiutare le imprese italiane a crescere ed internazionalizzarsi, in un’ottica di sviluppo reciproco.

ContestoPolitico01

Titolo ufficiale: Repubblica di Serbia (Република Србија, Republika Srbija)

DATI GEOGRAFICI:

Superficie: 77.589 km2

La vigente Costituzione della Repubblica di Serbia include quale parte integrante del Paese anche il Kosovo che, sulla base della Risoluzione ONU 1244 del 1999, è stato amministrato da una Missione delle Nazioni Unite (UNMIK) fino al 17 febbraio 2008, allorché ha dichiarato la propria indipendenza, che Belgrado non ha però L’Italiariconosciuto.hariconosciuto sin dal 2008 l’indipendenza del Kosovo.

Altre città: Novi Sad (356.126 ab.), Niš (256.825 ab.), Kragujevac (177.977 ab), Subotica (137.753 ab.), Leskovac (136.888 ab.), Kruševac (122.437 ab.)

ContestoPolitico

01

Posizione geografica: Sud-est Europa, tra il Bassopiano pannonico e la Penisola balcanica. Confini: confina a Nord con l’Ungheria, a Nord-Est con la Romania, a Est con la Bulgaria, a Sud con la Macedonia del Nord e il Kosovo, a Ovest con il Montenegro e la Bosnia ed Erzegovina e a Nord-Ovest con la Croazia. Il territorio è pianeggiante nella sezione settentrionale, montuoso in quella meridionale; è attraversato dal Danubio in cui confluiscono i fiumi Tibisco, Morava e Sava. A Sud-Est si alzano le propaggini occidentali dei Balcani, a Sud-Ovest

Capitale: Belgrado 1.659.444 abitanti (area urbana)

240

1.1 PROFILO PAESE

le Alpi Albanesi. Il clima è caratterizzato da inverni freddi, estati calde e precipitazioni copiose.

L’attuale Governo si è insediato il 28 ottobre del 2020 a seguito delle elezioni tenutesi nel giugno dello stesso anno. Ana Brnabic è stata confermata Premier per la seconda Ilvolta.Presidente

della Repubblica di Serbia rappresenta la Repubblica di Serbia nel Paese e all'estero e ha altre competenze affidategli dalla Costituzione e dalla legge. Viene eletto direttamente alle elezioni presidenziali per un periodo di 5 anni. Attuale presidente è Aleksandar Vucic che è stato eletto premier nel 2014 ed è rimasto in quella posizione fino all’agosto 2016 quando fu eletto presidente della repubblica per la prima volta.

Rete stradale pubblica: in totale 45.220 km in cui 2.960 ponti e 85 tunnel

Lingua: serbo

TRASPORTI:

Aeroporti: „Nikola Tesla“ di Belgrado e „Konstantin Veliki“ di Niš

Porti principali: Tre fiumi: Danubio, Sava e Tisa rappresentano le principali vie navigabili per un totale di 600km. Sul Danubio (Corridoio Paneuropeo VII) sono situati i principali porti del paese presso le città di Apatin, Novi Sad, Belgrado e Smederevo.

Il Parlamento serbo detentore del potere costituzionale e legislativo ed è il più alto organo rappresentativo. I rappresentanti del Parlamento sono eletti dai cittadini in elezioni dirette multipartitiche per un periodo di quattro anni ed è composto da un’unica camera di 250 deputati, che

Lingue: Serbo (lingua ufficiale), ungherese, slovacco, albanese, rom.

Abitanti: 7.020.858 (giugno 2018)

Rete autostradale: 950km

241

01 - Contesto politico

La Serbia è una Repubblica democratica parlamentare Ilpluripartitica.poterelegislativo è esercitato dal Parlamento, quello esecutivo dal Governo, e quello giudiziario dalla Magistratura che è indipendente dalle forze politiche.

Religione: Cristiana ortodossa (maggioritaria), minoranze cattoliche, protestanti e musulmane Fuso orario: CET (GMT + 1)

Moneta: dinaro serbo (cambio medio 2021; 1 euro =117,5 dinari)

POPOLAZIONE:

ll Governo è il detentore del potere esecutivo nella Repubblica di Serbia. Il mandato del Governo dura fino alla scadenza del mandato dell'Assemblea Nazionale che lo ha eletto ed è responsabile nei confronti del Parlamento per la politica della Repubblica di Serbia, dell'esecuzione delle leggi e di altri atti generali e dell'operato dell'amministrazione statale. Il governo è composto dal primo ministro, uno o più vicepremier e ministri.

1.2 ORDINAMENTO POLITICO E QUADRO POLITICO NAZIONALE

242 SERBIA

La nuova metodologia è cosi ora incentrata sui cluster ovvero un insieme di capitoli correlati che vengono aperti insieme, invece di aprire singoli capitoli, come avveniva prima. I sei cluster sono: stato di diritto, mercato, economia, agenda verde, agricoltura e relazioni estere. Per quanto inizialamente non fosse strettamente prevista l’applicazione della nuova metodologia al processo d’adesione della repubblica di Serbia e del Montenegro, il Consiglio ha deciso di procedere con l’applicazione della stessa anche a questi due paesi candidati.

L'inizio dei negoziati tra la Repubblica di Serbia e l'Unione europea è stato segnato dalla prima riunione della Conferenza intergovernativa (CIG) il 21 gennaio 2014. La riunione è servita a presentare il quadro di negoziazione dell'Unione europea, che conteneva: principi, linee guida, e le procedure per lo svolgimento dei negoziati di adesione. Il fulcro dei negoziati è stato posto sulle condizioni alle quali un paese candidato adotterà, attuerà e farà rispettare l'acquis comunitario dell'UE, suddiviso in 35 capitoli tematici o sei cluster secondo la nuova metodologia approvata dal Consiglio all'inizio del 2020.

eleggono il governo a maggioranza, calcolata sul numero totale dei deputati.

porterà al pieno allineamento con il sistema, i valori e la legislazione dell'Unione Europea.

La Repubblica di Serbia ha firmato l'Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA) con l'Unione europea il 29 aprile 2008, entrato in vigore il 1° settembre 2013. L'accordo conferma la prospettiva europea della Repubblica di Serbia e regola i rapporti reciproci tra le due parti fino al raggiungimento della piena adesione. La Repubblica di Serbia ha presentato la sua richiesta ufficiale di adesione all'Unione europea il 22 dicembre 2009 e ha acquisito lo status di candidato all'adesione il 1° marzo 2012. La decisione del Consiglio europeo del 28 giugno 2013 di aprire i negoziati di adesione ha avviato la fase più impegnativa dell’ integrazione - i negoziati di adesione - che

Affinché un cluster possa essere aperto, l'UE deve riconoscere i progressi nell'armonizzazione delle leggi serbe con quelle europee in una determinata area. Proprio alla luce di progressi riconosciuti, nel dicembre 2021 la Serbia ha avviato i negoziati sul Cluster 4, relativo all'agenda verde e alla connettività sostenibile ed in virtù dell’adozione da parte della Serbia delle leggi sull'uso delle fonti energetiche rinnovabili, sui cambiamenti climatici e sull'efficienza energetica.

La Serbia è membro, tra gli altri, dell’ONU, del Consiglio d’Europa, della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo e dell’OSCE, mentre ha lo status di osservatore nell’Organizzazione mondiale del commercio.

L'integrazione europea e l'appartenenza all'Unione europea rappresentano un interesse nazionale e un impegno strategico per la Repubblica di Serbia, i valori dell'Unione europea sono gli stessi che la Repubblica di Serbia sostiene e si sforza di affinare. La Repubblica di Serbia considera il processo di adesione all'Unione europea come un incentivo per le riforme ed il rafforzamento degli standard europei in Serbia. In questo contesto è importante sottolineare che l'Unione europea è anche il più importante partner commerciale e di investimento della Repubblica di Serbia e di conseguenza un fattore molto importante per la stabilità economica del paese.

1.3 RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA

1.4 COOPERAZIONE ED INIZIATIVE REGIONALI

Iniziativa nata nel 2008 con la quale si è creata la struttura della cooperazione regionale dell'Europa del sud est. RSS rappresenta il sostegno logistico di questa iniziativa. JIE (paesi del sud-est Europa) come focus fa la cooperazione politica mentre RSS mette il focus sulla cooperazione settoriale. A questa iniziativa aderiscono 12 paesi: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Croazia, Slovenia, Macedonia del nord, Moldavia, Romania, Serbia, Kosovo), Troika UE, segretariato del consiglio UE, commissione europea, il paese che presiede il consiglio UE. Il focus principale dell’iniziativa è lo sviluppo della cooperazione regionale tramite le principali sei aree: sviluppo economicosociale, energetico e infrastrutturale, sistema giudiziario e affari interni, sicurezza, rafforzamento del potenziale umano e l’identificazione dei progetti di interesse comune per i paesi della regione e il loro rapporto con la commissione UE.

Iniziativa Centro Europea (CEI) Iniziativa intergovernativa nata nel 1989 oggi conta 17 paesi: Albania, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Ungheria, Macedonia del Nord, Moldavia, Polonia, Romania, Repubbica Slovacca, Slovenia, Serbia, Ucraina e Montenegro. Missione e l’obbietivo principale di CEI è la „cooperazione regionale per l’integrazione europea“. Il fatto che la CEI è composta da paesi UE e da paesi non-membri, aiuta alla condivisione di buone pratiche verso una buona governance, stato di diritto, sviluppo economico sostenibile in coerenza con i valori dell’UE. Le attività si svolgono sulla base del Piano d’azione per un periodo di due anni col sostegno finanziario della Commissione Europa e la Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS). L’Italia partecipa con il sostegno di importo di circa 2 milioni di euro l’anno.

La cooperazione si realizza attraverso la partecipazione nelle iniziative regionali:

È un forum intergovernativo per la cooperazione regionale nell'Euroregione Adriatico Ionica con la sede permanente nella città di Ancona. L’organizzazione internazionale è nata nel 2000 con la firma della "Dichiarazione di Ancona" il 20 maggio del 2000 al termine della "Conferenza sullo sviluppo e la sicurezza nel mare Adriatico e nello Ionio" da parte dei Ministri degli esteri dei sei paesi fondatori. L’iniziativa raccoglie alcuni dei paesi che si affacciano sul mar Adriatico e Ionio: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia, Slovenia.

243 01 - Contesto politico

Iniziativa Adriatico-Ionica

Macroregione Danubiana Iniziativa lanciata nel giugno 2001 da Austria, Romania e Commissione Europea è volta a "dare un nuovo impulso politico per il rafforzamento e lo sviluppo delle relazioni multilaterali tra paesi danubiani". All’iniziativa aderiscono 13 paesi: Germania, Austria, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Romania, Bulgaria, Moldavia, Ucraina, Commissione Europea e il Consiglio di Cooperazione Regionale.

Accordo centroeuropeo di libero scambio o CEFTA (dall'acronimo inglese Central European Free Trade Agreement): Macedonia del nord, Serbia, Kosovo, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Albania e Moldavia.

Regionalni savet za saradnju (RSS) (Regional Cooperation Council – RCC) Consiglio di cooperazione regionale CCR

EconomiaeMercati02

L'economia della Serbia ha registrato una rapida crescita nel 2001-2008, sebbene la crisi finanziaria globale abbia colpito duramente l'economia del paese, mostrando le sue debolezze strutturali e la necessità di una piena transizione verso un'economia di mercato, percorso che ha vissuto un’accelerata a partire dal 2013 quando anche il processo d’adesione della Serbia all’UE ha assunto connotati più definiti e misurabili.

Nel 2020, l'economia serba ha registrato un saldo di crescita negativo dell'1%, rispetto al 4,2% del 2019, subendo gli effetti economici negativi della pandemia di Covid-19. Secondo previsioni pubblicate dal FMI, la crescita dovrebbe riprendere i ritmi pre-pandemia a cavallo tra 2021 e 2022, ed assestarsi al +4,5% nel 2022. La crescita reale del prodotto interno lordo nel terzo trimestre del 2021, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è stata del 7,7% mentre la serie di dati destagionalizzati mostra una crescita del prodotto interno lordo nel terzo trimestre del 2021 dell'1,6% rispetto al trimestre Questiprecedente.datiindicano tuttavia una contrazione economica relativamente contenuta, in quanto secondo dati OCSE, la Serbia risulta tra le economie meno colpite dalla pandemia di Covid-19 tra i paesi dell’Europa emergente.

2.1 CONTESTO MACROECONOMICO

246

EconomiaeMercati

02

Questa tendenza viene giustificata dal sostegno pubblico che il governo ha messo in atto per far fronte agli effetti economici negativi della pandemia. Nel febbraio 2021, il governo serbo ha approvato un terzo pacchetto di sostegno per le imprese, allocando cosí un totale di 953 miliardi di dinari, ovvero quasi 8 miliardi di Euro a sostegno dell’economia dall’inizio della pandemia. Oltre al versamento di contributi diretti per i salari mensili dei dipendenti, il Governo della Serbia ha anche finanziato l'acquisto di attrezzature e fornito supporto per le start-up e le giovani imprenditrici. A causa dell'aumento della spesa pubblica e del calo sostanziale delle entrate, il saldo di bilancio è nettamente peggiorato nel corso del 2020. Il deficit di bilancio del paese ha raggiunto lo 0,8% nel 2020, rispetto allo 0,5% nel 2019. Il FMI prevede un disavanzo di bilancio in lieve aumento all'1,4% nel 2021, ed una sua riduzione all'1,3% nel 2022.

PIL Serbia: andamento 2016/2021 e stime A/A al 2026

Fonte: Statista, 2021

Nel 2020, il debito pubblico della Serbia è salito a 26,6 miliardi di Euro, mentre nel novembre 2021 ha raggiunto i 29,60 MLD di Euro, ovvero il 57,2% del prodotto interno lordo (PIL). Stando ai dati dell Banca Mondiale il debito pubblico nel 2022 si assesterà sul 56,4%.

247 02 - Economia e Mercati

Il COVID-19 e il rallentamento globale hanno avuto un impatto meno grave sulla Serbia rispetto alla maggior parte dei paesi europei: grazie alla stabilità macroeconomica e finanziaria raggiunte nel periodo precedente; alla crescita economica continuativa negli anni precedenti la pandemia; alla stabilità fiscale raggiunta; ad un pacchetto monetario e fiscale tempestivamente messo a disposizione delle aziende, ma anche grazie alla struttura dell'economia diversificata, e sempre più orientata all’IT e all’alta teconologia.

I presidenti d’Albania, Serbia e Macedonia del Nord. Belgrado, novembre 2021 Fonte: https://www.predsednik.rs/pres-centar/vesti/inicijativa-za-saradnju-open-balkan

Open Balkan prevede poi la completa abolizione dei controlli alle frontiere tra i rispettivi paesi entro il 1° gennaio 2023, sia per i cittadini che per le merci, con un potenziale risparmio fino a 2,7 miliardi di euro all'anno e una riduzione dei costi operativi per le aziende compreso tra il 6 ed il 9%, secondo le stime della Banca Mondiale.

SERBIA

L'inflazione scesa all'1,7% nel 2020, in calo rispetto al 1,9% registrato nel 2019, nel novembre 2021 risulta in ulteriore aumento, assestandosi sul 6,6% su base annua. Secondo dati della Banca centrale della Serbia, l’inflazione dovrebbe rientrare nei target fissati (4,5%) nella seconda metà del 2022. In questo contesto, richiederanno particolare attenzione nel prossimo periodo alcune debolezze dell’economia emerse,quali: un reddito familiare stagnante, la necessità di creare posti di lavoro nel settore privato e riforme strutturali delle imprese pubbliche, nonché riforme strategiche nel settore pubblico. Un sistema giudiziario inefficace e l'invecchiamento della popolazione rappresentano altri ostacoli che il Paese dovrà affrontare a lungo termine.

248

Per cercare di fare fronte a queste sfide strutturali nel luglio 2021, la Serbia ha promosso l’iniziativa denominata Open Balkan designata per facilitare la libera circolazione delle merci e creare il libero accesso al mercato del lavoro tra Serbia, Albania e Macedonia del Nord. Considerato che stando a quanto pubblicato dalla Camera di commercio dei Balcani occidentali quasi il 40% delle aziende in questi tre paesi sostiene di soffrire la mancanza di una forza lavoro adeguata, consentire la libera circolazione dei lavoratori con riconoscimento delle qualifiche accademiche e professionali, aiuterebbe le aziende a superare queste sfide offrendo al contempo ampie opportunità di lavoro per i cittadini dei paesi aderenti ad Open Balkan.

I settori in cui l’Italia risulta essere particolarmente attiva, oltre al terziario con assicurativo e bancario, sono tessile, automobilistico, IT ed energetico che registrano importanti investimenti realizzati.

Tasso di disoccupazione 2019-2021

Il tasso di disoccupazione della Serbia, relativamente basso rispetto ai vicini balcanici, rimane significativamente superiore alla media europea. Questa tendenza è stata fortemente influenzata dall'impatto economico negativo della pandemia di COVID-19, il tasso di disoccupazione è aumentato al 13,3% nel 2020 dal 10,9% nel 2019. Si stima che sia stabile al 13% nel 2021 e in leggera diminuzione al 12,7% nel 2022.

Fonte: ufficio statistico della repubblica di Serbia

Italia e Serbia

Gli accordi di libero scambio con l’Unione europea, la Russia, la Bielorussia, la Turchia, il Kazakistan e i Paesi EFTA e CEFTA aprono un mercato che supera il miliardo di consumatori. L’accordo di partnership siglato con la UE consente ai prodotti serbi di accedere ai mercati dell’Unione in esenzione di dazio. L’accordo stretto fra Belgrado e l’Unione economica eurasiatia consente di esportare senza pagamento di dazi, circa il 95% delle voci doganali. L’accordo resta valido anche per i prodotti fabbricati in Serbia da parte di imprese straniere, comprese quelle italiane. Tra gli altri fattori che redono la Serbia un Paese appetibile per gli investimenti capitali e commerciali vi è una pressione fiscale pari al 15%, la disponibilità di Zone franche distribuite sul territorio, la possibilità di usufruire di incentivi e benefici finanziari, l’ottima posizione geografica e la stabilità politica che da quasi due decenni caratterizza la Serbia.

249

02 - Economia e Mercati

Come riportato dall’Ambasciata d’Italia a Belgrado, le aziende italiane attive in Serbia risultano essere 1.600 nel novembre 2021, danno impiego a circa 50.000 lavoratori, considerato l’indotto, e generano oltre il 5,5% del PIL nazionale serbo. Sono presenti in maniera capillare nel Paese, sia per settori, sia per collocazione geografica.

Secondo i dati dell'Ufficio statistico serbo, nel periodo gennaio-ottobre 2021 le esportazioni serbe verso l’Italia sono cresciute su base annua del +32,7% (da 1.148 1.524 milioni di Euro), mentre le importazioni serbe dall'Italia, ovvero le esportazioni italiane, del +20,4% (da 1.565 a 1.884 milioni di Euro). L'Italia mantiene un saldo positivo della bilancia commerciale, pari a 360 milioni di Euro.

Le prime 5 voci di esportazione sono state le seguenti: macchinari meccanici (18% del totale esportato), materie plastiche (9%), veicoli (7%), materiali elettrici cosi come pelli e cuoio (5% ciascuna categoria). Per quel che concerne invece le prime cinque voci dell’import italiano e corrispondenti al 57% del totale, sono stati: veicoli (23% del totale importato), calzature ed indumenti a maglia (21%), materiale elettrico e macchinari. Tra le principali voci dell’interscambio bilaterale tra Italia e Serbia, quella che ha registrato il calo più accentuato è stata quella dei veicoli a fronte di un aumento significativo di esportazioni italiane di prodotti farmaceutici.

L’Italia rappresenta anche uno dei primi investitori esteri in Serbia con una quota di capitale investito stimata in circa 3 miliardi di euro (141 milioni di euro di IDE nel terzo trimestre 2019 ed un volume d’affari di oltre 2,5 miliardi di euro. Il 2021 ha poi visto l’effetto reshoring avere un importante impatto sugli investimenti diretti esteri realizzati in Serbia: la necessità di accorciare le proprie filiere, ha visto molti imprenditori guardare con interesse ai Balcani, in particolare per l’approvvigionamento di materie prime ma soprattutto per collaborazioni industriali nell’ambito della produzione di macchinari e materiale elettrico.

In prospettiva, un settore che presenta interessanti opportunità è l'IT. Sin dal suo insediamento nel 2017, il Governo Brnabic ha indicato come priorità lo sviluppo di tale settore, imprimendovi una decisa accelerazione durante la pandemia, che Belgrado ha dimostrato di saper gestire efficacemente grazie ad una vasta informatizzazione dei servizi per il contrasto al COVID-19 e per la vaccinazione. Sono due i punti di forza a disposizione di Belgrado per promuovere la trasformazione digitale: l’eredità del sistema educativo jugoslavo, basato su una forte preponderanza delle discipline 'STEM' (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e la solidità dei propri fondamentali macroeconomici, che consente di investire ampie risorse nel settore IT. L'Esecutivo sta stanziando fondi consistenti per formare personale qualificato e diffondere una cultura digitale tra i propri cittadini, oltre che per creare un ambiente di mercato favorevole, tanto da consentire al Paese di classificarsi tra i primi 15 al mondo per investimenti in ricerca e sviluppo. Ad oggi, la Serbia genera circa il 6% del proprio PIL dal settore ICT, ove operano 2.500 aziende che impiegano oltre 78.000 persone e le stime di settore prevedono una crescita del 20% all'anno.

SERBIA

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.

254

Dino Feragotto Presidente Confindustria Slovenia

Prefazione

Confindustria Slovenia è tra le più giovani associazioni imprenditoriali italiane nei Paesi dell’Est Europa. È nata a novembre del 2019 e sta muovendo i primi passi, associando le aziende italiane insediate nel Paese e che hanno dislocato fasi della loro attività, con una presenza diversificata in diversi settori, dall’energia alla meccanica, dal legno arredo al credito, e alle assicurazioni.L’Italiaper

la sua vicinanza geografica è un partner commerciale molto importante per la Slovenia che di contro ha sempre avuto una posizione molto aperta all’interscambio commerciale e allo sviluppo di rapporti economici. Per questo motivo è stato naturale creare un punto di riferimento per gli imprenditori italiani in Slovenia, e questo è lo scopo che si è prefissata Confindustria.

Analogamente alla situazione economica italiana anche in Slovenia il PIL ha avuto una forte riduzione nel 2020 con una perdita del 4,2% che è stata velocemente recuperata nel 2021 con un +6,4%, ridando così forza all’economia del Paese.Personalmente

La situazione economica, ovviamente, risente degli effetti dovuti alla pandemia, tuttavia, lo stato sta mantenendo un supporto per settori in difficoltà, e segue con attenzione l’evoluzione della situazione economica sociale.

È difficile descrivere la Slovenia, come ogni stato, in poche righe quello che posso sottolineare e la posizione strategica che la Slovenia può offrire agli imprenditori che vogliono aprirsi ai mercati dell’est Europa ed anche ai mercati dell’area tedesca.

255

ho una società in Slovenia e posso dire che non ho trovato particolari difficoltà nell’inserirmi nel tessuto sociale e, anche la burocrazia in generale, è celere e comprende le esigenze degli imprenditori.

ContestoPolitico01

1.1 PROFILO PAESE

La lingua ufficiale è lo sloveno, tuttavia l’italiano e l’ungherese trovano una discreta diffusione a livello locale.

ContestoPolitico

258

La Slovenia si trova nell’Europa centro-meridionale, con un territorio di 20 073 km²; la maggior parte del territorio sloveno si trova a più di 200 m sul livello del mare. Essa confina a nord con l’Austria, a est con l’Ungheria, a sud con la Croazia, a sud ovest si affaccia sul mare Adriatico, e ad ovest con l’Italia.

La Slovenia è una Repubblica parlamentare, con capitale Lubiana. Dal primo maggio 2004, il paese è entrato a far parte dell’Unione Europea, e dal primo gennaio 2007 ha adottato l’Euro come valuta nazionale in sostituzione del Tallero sloveno.

01

■ Bosniaci 1,1%

■ altri (ungheresi, albanesi, rom, italiani ed altri) 1,1%

La costa Slovena è principalmente rocciosa e si affaccia sul Golfo di Trieste con un’estensione di circa 46,6 km.

Lingue

■ Croati 1,8%

259

I laghi piu’ estesi sono quello di Cerknica (può raggiungere i 38 km²) e il lago di Bohinj con una superficie di 3,28 km². Altro lago da segnalare, nonostante le sue modeste dimensioni (1,45 km²), è quello di Bled in cui è presente l’unica isola naturale della Slovenia.

Viene attraversata da quattro fiumi principali: l’Isonzo (che nasce nelle Alpi Giulie e sfocia nel mare Adriatico, in territorio italiano), la Sava (la cui fonte è sita anch’essa sulle Alpi Giulie, attraversa il paese per poi confluire nel Danubio in Serbia); la Drava (nasce in Italia, attraversa la Carinzia, entra in Slovenia e poi nella Croazia dove riceve il suo tributario Mura segnando per un lungo tratto il confine con l'Ungheria, poi al confine con la Serbia, confluisce nel Danubio) e il Kolpa (che segna per un tratto il confine del paese con la Croazia).

Etnie

Clima

Demografia

01 - Contesto politico

La Slovenia conta 2.100.126 abitanti al 2020 con un trend in crescita negli ultimi 10 anni (come è possibile osservare dal grafico seguente) e un significativo incremento del tasso di crescita della popolazione negli ultimi 3 anni.

La popolazione Slovena conta circa 2.045.901 abitanti, di cui circa il 51% risiede nelle aree urbane e la restante parte occupa le zone rurali. Il maggior gruppo etnico presente è ovviamente quello sloveno, che si distribuisce equamente in tutto il paese. Seguono poi serbi, croati e bosniaci. Sebbene di dimensioni piu’ contenute le etnie italiana e ungherese rappresentano minoranze autoctone riconosciute dalla costituzione, e alle quali sono garantiti seggi in parlamento.

Con 101 abitanti per km quadrato, la Slovenia presenta una densità abitativa molto piu contenuta rispetto a quella di altri stati europei come i Peasi Bassi (402/km₂) o l’Italia (195/km₂). La regione statistica della Carniola internaCarso ha la densità di popolazione più bassa, mentre la regione statistica della Slovenia centrale ha la più alta.

La Slovenia presenta un profilo climatico molto eterogeneo, con un ambiente tipicamente submediterraneo sulla costa, alpino sulle montagne e continentale, con estati calde (spesso mitigate dall'altitudine) e inverni freddi, negli altopiani e nelle valli orientali. Nella capitale, la temperatura media annua è di 9,3 gradi, mentre la media del litorale adriatico si attesta intorno ai 13,8 gradi.

■ Sloveni 94%

La lingua ufficiale su tutto il territorio è lo sloveno. Ad esso si affianca l'italiano nei quattro comuni litoranei di Ancarano, Capodistria, Isola d'Istria e Pirano, e l'ungherese in tre comuni di Oltremura (Dobrovnik/Dobrónak, Hodoš/ Hodos e Lendava/Lendva). Queste tre lingue sono indicate

■ Serbi 2%

Seguono le percentuali dei gruppi etnici secondo i dati del censimento del 2002:

Ordinamento dello Stato

come ufficiali nella Costituzione, pertanto, tutte le leggi e i documenti di interesse nazionale sono redatti in tutte e tre le lingue, con discorso analogo per i passaporti.

tutti i cittadini sloveni di età pari o superiore a 18 anni. Le prime elezioni libere e democratiche in Slovenia si sono svolte nell'aprile 1990. Fino a quel momento l'unico partito politico autorizzato era il Partito Comunista. In seguito all'introduzione di un sistema multipartitico, il Partito Liberal Democratico di centrosinistra ha dominato il parlamento a capo di varie coalizioni fino al 2004, quando

il Partito Liberal Democratico Sloveno di centrodestra ha ottenuto la maggioranza nelle elezioni del 2004 e ha formato una coalizione con il Nuovo Partito popolare slovenocristiano, Partito democratico sloveno dei pensionati e Partito popolare sloveno. Nelle elezioni parlamentari del 2008 i socialdemocratici di centrosinistra hanno superato di poco il Partito Democratico Sloveno.

La costituzione slovena, adottata nel 1991, ha istituito una forma di governo parlamentare. Il presidente, il cui ruolo è in gran parte figurativo, funge da capo di stato, ed è a capo delle forze armate slovene; esso viene eletto dal popolo per un mandato di cinque anni e può servire due mandati consecutivi. Il potere esecutivo e quello amministrativo sono esercitati dal governo e dal consiglio dei ministri, che vengono eletti dall’Assemblea nazionale. Il capo del governo è il primo ministro, che normalmente è il leader del partito di maggioranza dell’Assemblea nazionale (camera bassa del parlamento), alla quale spetta la maggior parte dell'autorità legislativa. Infatti, si rammenta, che la Slovenia è una repubblica parlamentare, con un sistema di bicameralismo imperfetto, vale a dire che i due rami del Parlamento non hanno gli stessi poteri. L’Assemblea nazionale è composta da 90 membri, dei quali 88 sono eletti per rappresentanza proporzionale per quattro anni, con i restanti due seggi riservati a un rappresentante della comunità di lingua italiana e ad un rappresentante della comunità di lingua ungherese. Il Consiglio nazionale, composto da 40 membri rappresenta gli interessi economici e locali, svolge principalmente un ruolo consultivo, ma ha l'autorità di proporre nuove leggi, di chiedere alla Corte costituzionale di rivedere gli atti legislativi e di avviare referendum Possononazionali.votare

La magistratura slovena è composta da una Corte suprema e da un sistema di tribunali inferiori (i tribunali distrettuali e regionali), che esaminano sia le cause civili che quelle penali. I giudici sono eletti dall'Assemblea nazionale su nomina del Consiglio giudiziario composto da 11 membri. Ogni sei anni l'Assemblea nazionale elegge anche un difensore civico, incaricato di tutelare i diritti umani e le libertà fondamentali dei cittadini. L'Alta Corte del lavoro e della società si occupa di questioni lavorative individuali e collettive e di controversie sociali. La Corte Costituzionale è l'organo supremo dell'autorità giudiziaria e garantisce la costituzionalità e la legalità degli atti legislativi. La Corte Costituzionale è composta da nove giudici eletti per un periodo di nove anni.

A livello locale la Slovenia è organizzata in comuni. Il paese è suddiviso in 212 comuni, di cui dodici hanno lo status di comune urbano. Ogni municipalità è governata da un sindaco, un consiglio comunale e un comitato di sorveglianza eletti dal popolo ogni 4 anni. Nella maggior parte dei comuni, il consiglio municipale viene eletto attraverso un sistema di rappresentanza proporzionale. Nelle municipalità urbane, il consiglio comunale è chiamato “consiglio di

260 SLOVENIA

Le Forze Armate Slovene sono costituite dall'esercito, dalla marina e dall’aeronautica. Gli sloveni diventano idonei a servire nelle forze militari volontarie del paese all'età di 17 anni. La coscrizione è stata abolita nel 2003, l'anno prima che la Slovenia diventasse membro dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO).

Per quanto riguarda la formazione, la scuola primaria è obbligatoria e gratuita per tutti i bambini di età compresa tra 6 e 15 anni. Le scuole secondarie sono professionali o accademiche. Un diploma di scuola secondaria è il requisito principale per l'ammissione a una delle tre principali università slovene, quella di Lubiana, Maribor e Capodistria (Università del Litorale). Secondo il Program for International Student Assessment, l'istruzione slovena è la dodicesima migliore al mondo e la quarta dell'Unione europea, essendo significativamente più alta della media OCSE.

261

1.2 STORIA POLITICA DEGLI

ULTIMI DECENNI

01 - Contesto politico

Lo stato fornisce la maggior parte dei servizi medici e il sistema sanitario pubblico sloveno è uno dei meglio sviluppati dell'Europa centrale e orientale, anche se mancano medici in alcune zone remote del Paese e in alcuni campi specialistici della medicina. I servizi sociali forniti dal governo comprendono l'assicurazione contro la disoccupazione, l'invalidità e la pensione, nonché gli assegni familiari e a carico. Sia il sistema pensionistico che i programmi dei servizi sociali hanno dovuto affrontare problemi a causa dell'invecchiamento della popolazione del paese e della contrazione della forza lavoro. Nel 2000 il sistema pensionistico sloveno è stato riformato per aumentare l'età pensionabile e introdurre circostanze speciali che consentissero ad alcune persone di beneficiare di un pensionamento anticipato. I pensionati

città”. Il governo locale in Slovenia è principalmente responsabile dei servizi municipali, dell'istruzione primaria e dell'amministrazione dei programmi sociali e culturali. Non esiste un'entità intermedia ufficiale tra i comuni e la Repubblica di Slovenia. I 62 distretti amministrativi, ufficialmente chiamati "Unità amministrative", sono solo suddivisioni dell'amministrazione del governo nazionale e prendono il nome dalle rispettive basi degli uffici governativi. Sono diretti da un Responsabile dell'Unità, nominato dal Ministro della Pubblica Amministrazione.

rappresentavano circa un quarto della popolazione a metà del primo decennio del 21° secolo.

Le 12 regioni statistiche non hanno funzione amministrativa e sono suddivise in due macroregioni ai fini della politica regionale dell'Unione europea. Queste due macroregioni sono:■

Slovenia orientale (Vzhodna Slovenija – SI01), che raggruppa le regioni Mura, Drava, Carinzia, Savinja, Sava centrale, Sava inferiore, Slovenia sud-orientale e Carniola interna–Carso.

La Slovenia è divenuta indipendente dalla Jugoslavia nel 1991, anno in cui ha adottato poi una costituzione democratica. L'anno successivo Kučan è diventato il primo presidente indipendente della Slovenia eletto democraticamente. La Slovenia ha riorientato la sua politica ed economia verso l’Europa occidentale instaurando legami più stretti con i paesi dell’Unione Europea (UE).

■ Slovenia occidentale (Zahodna Slovenija – SI02), che raggruppa le regioni della Slovenia centrale, dell'Alta Carniola, di Gorizia e del Litorale-Carso.

Nel decennio successivo l'economia crebbe rapidamente e la Slovenia godette di stabilità politica. Kučan è stato rieletto nel 1997 e fino al 2002. Durante questo decennio (tranne per un breve periodo) il governo è stato guidato dal Primo Ministro Janez Drnovšek, il quale succederà poi a Kučan come presidente nel 2002. In questo periodo la Slovenia ha avuto relazioni tese con due dei suoi vicini, confrontandosi con la Croazia sui diritti territoriali nel Golfo di Pirano e la sovranità su alcuni villaggi dell'entroterra, e il contrasto con l’Italia per quanto riguarda la questione dei circa 160.000

elezioni, tenutesi nel dicembre 2011, sono state vinte da Slovenia positiva, nuovo partito di centrosinistra guidato dal sindaco di Lubiana Zoran Janković.

Borut Pahor - Attuale Presidente della Repubblica di Slovenia

262

Decine di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per manifestare contro le misure, mentre l'economia slovena lottava con l'aumento della disoccupazione e un settore bancario paralizzato. Una serie di scandali per corruzione ha ulteriormente eroso il già precario sostegno di cui il governo Janša godeva e la coalizione di governo si è lentamente disintegrata.

Per tutti gli anni '90 la Slovenia, con il sostegno di tutti i principali partiti politici, ha perpretato gli sforzi per aderire sia all’ Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e sia all’UE. Nel 2003, in seguito agli inviti ad aderire provenienti da entrambe gli organismi internazionali, gli sloveni hanno approvato in modo schiacciante l'adesione e la Slovenia è diventata membro a pieno titolo di entrambe le organizzazioni nel 2004. Inoltre, dal 2007 il paese ha adotatto l’euro come moneta nazionale.

SLOVENIA

italiani che furono espulsi dalla Slovenia dopo il 1945. Ci furono anche controversie con la Chiesa cattolica romana riguardanti il ruolo della chiesa nel sistema educativo sloveno e la restituzione dei beni ecclesiastici che erano stati nazionalizzati dal governo comunista.

Avendo ottenuto 28 dei 90 seggi nel parlamento sloveno, il partito non aveva i numeri per formare un governo in solitaria e Janković avvio’ i colloqui di coalizione con vari Tuttaviapartiti.

Nel febbraio 2013 il parlamento con un voto di sfiducia ha deposto Janša ed eletto Alenka Bratušek della Slovenia positiva come primo ministro. È stata la prima donna a ricoprire quella carica.

Nel settembre 2008 i socialdemocratici di centrosinistra hanno vinto di misura le elezioni parlamentari, ponendo così fine a quattro anni di governo del Partito Democratico Sloveno di centrodestra.

gli sforzi non portarono al risultato auspicato, e alla fine venne fuori un governo di coalizione di centrodestra presieduto da Janez Janša del Partito Democratico Sloveno. Nominato primo ministro nel febbraio 2012, Janša ha introdotto una serie di misure di austerità volte a ridurre il deficit di bilancio del paese.

Il governo del primo ministro Borut Pahor è crollato nel settembre 2011, quando i membri della sua coalizione di centro-sinistra si sono ritirati in disaccordo sulla riforma delle Dopopensioni.questaesperienza da capo del governo, Borut Pahor (foto precedente) è stato eletto presidente della Repbullica di Slovenia nel dicembre 2012, e ricopre tutt’ora quella Lecarica.successive

Janez Jansa - Attuale Preseidente del Consiglio in Slovenia Contesto politico

263

01 -

Attualmente alla guida dell’esecutivo troviamo nuovamente Janez Jansa (foto) che è stato eletto il 3 marzo 2020.

EconomiaeMercati02

EconomiaeMercati

Dal 2014 la Slovenia ha ripreso a crescere, lasciandosi alle spalle la recessione iniziata nel 2009 e andata avanti a fasi alterne fino al 2013. Con un tasso di crescita del PIL abbastanza sostenuto (come è possibile osservare dal grafico sottostante), nel 2018 il valore nominale di questo ha raggiunto la cifra di quasi 46 miliardi di euro, con un indicatore della ricchezza pro-capite di 22.182 euro.

2.1 QUADRO MACROECONOMICO

266

02

La Slovenia presenta un’economia sviluppata seppur con marcate differenze di prosperità tra le varie regioni, infatti le regioni economicamente più ricche sono la Regione della Slovenia centrale che comprende la capitale Lubiana e le regioni slovene occidentali, come Goriška e Coastal–Karst, mentre le regioni meno ricche sono la Mura, la Central Sava e la Littoral–Inner Carniola.

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Grafico 1 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati FMI

I dati sull’inflazione nello stesso periodo evidenziano una situazione un po’ altalenante, tuttavia la crescita dei prezzi si tiene sotto il 2%. Dopo il brusco crollo dei prezzi registrato nel 2020 (-1,1%), le stime del Fondo Monetario Internazionale evidenziano un tasso di inflazione per la Slovenia del 2,2% per il 2021 e 2,1% per il 2022.

267 02 - Economia e Mercati

Nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19 l’economia slovena si è contratta del 4,2%, una cifra piuttosto contenuta se si guarda alle performance medie dei paesi dell’UE e dell’Area Euro che hanno fatto registrare rispettivamente -6,1% e -6,6%. Il rimbalzo previsto per l’anno in corso secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale sarà del +6,3%, e del 4,6% per il 2022.

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Grafico 2 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati FMI e ta S ve

Il tasso di disoccupazione registrato al termine del 2020 è stato del 5%. Per il 2021 si prevede un miglioramento della situazione con una previsione del tasso di disoccupazione al 4,5%, nettamente inferiore alle cifre che si prevedono per l’Unione Europea 7,6% e dell’Area Euro 8,4%. Tale spread si conferma anche per le stime del 2022 con il tasso di disoccupazione del paese slavo che dovrebbe attestarsi intorno al 4,2%, contro il 7% dell’UE e il 7,8% dell’Area Euro.

I conti pubblici sono stati oggetto di forte preoccupazione non tanto per la loro entità quanto per il trend negativo in rapido peggioramento negli anni successivi alla crisi (nel 2008 il debito pubblico è stato pari al 21,8% del PIL). A seguito della ricapitalizzazione del sistema bancario, il bilancio pubblico aveva registrato nel 2013 un deficit del 14,7% del PIL (5,3 miliardi di euro), spingendo il debito pubblico al 70,4% del PIL. Nel 2014, con un deficit del 5,5% sul PIL il debito è ulteriormente cresciuto all'80,3%.

Secondo i dati elaborati dall’ICE nel 2018 le esportazioni (30,9 miliardi di euro, +9,2% rispetto al 2017) e le importazioni (30,7 miliardi di euro, +11,2%) hanno continuato a crescere portando l’interscambio a ben 61,6 miliardi (+10,2%), riducendo però allo stesso tempo il saldo a poco più di 160 milioni di euro (-75,1% rispetto al 2017), che resta comunque positivo dal 2014, dopo anni di tradizionale deficit della bilancia commerciale.

SLOVENIA

2.2 INTERSCAMBIO COMMERCIALE

Il Governo sloveno, che ha dovuto applicare politiche di austerity, ha adottato nel 2015 correzioni di bilancio che hanno permesso di ricondurre il deficit sotto la soglia target al 2,8% del PIL, con un debito pubblico assestato all’82,6% del PIL, che ha invertito la rotta dal 2016 in poi. Infatti, già nel 2016 il deficit è stato contenuto all’1,9% del PIL (781 milioni di euro) portando il debito pubblico al 78,5% del PIL (31,8 miliardi). Nel 2017 il Paese ha realizzato per la prima volta dopo 22 anni un surplus positivo pari a 5 milioni di euro (0,01% del PIL), riducendo il debito pubblico a 31,9 miliardi di euro (74,1% del PIL). Nel 2019 il rapporto debito/pil era arrivato al 65.6%, tuttavia la crisi sanitaria ed economica del 2020 ha fatto schizzare nuovamente l’indicatore al 79,8%.

268

L’interscambio commerciale sloveno con l’estero è stato in continua crescita dal 2001 al 2009, anno in cui, a causa della crisi finanziaria, ha subito una decisa contrazione (-19% per l’export e -25% per l’import). Ha ripreso però a crescere immediatamente dopo, nel 2017 le esportazioni slovene hanno raggiunto il valore di 28,3 miliardi di euro (+13,2% su base annua), con le importazioni saldamente attestate sui 27,6 miliardi di euro (+14,5%), portando l’interscambio commerciale a quasi 56 miliardi di euro (+13,8%), con un saldo positivo di circa 660 milioni di euro.

Come di consueto, anche nel 2018 l’UE si riconferma il principale mercato di destinazione per i prodotti sloveni (assorbendone il 77,1% delle esportazioni) e il principale fornitore (coprendo il 78,3% delle importazioni slovene), con un saldo positivo di 245 milioni di euro. Principali partner rimangono anche nel 2018 la Germania, l'Italia e l'Austria, seguiti da Croazia, Francia e Ungheria.

Prodo� chimici

Macchinari e apparecchiature

Computer e prodo� di ele�ronica e o�ca

Grafico 4 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati ICE

Altri

Coke e deriva� del petrolio Altri

ESPORTAZIONI SLOVENIA 2018

02 - Economia e Mercati

Prodo� in metallo Prodo� in gomma e materie plas�che

Macchinari e apparecchiature

269

Nel 2018 le principali esportazioni slovene sono state (grafico 3), in ordine di importanza, autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (16,7%), apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettriche (10,3%), prodotti farmaceutici (10%), macchinari e apparecchiature (9,3%), prodotti della metallurgia (6,9%), prodotti chimici (6,5%), prodotti in metallo (5,4%), prodotti in gomma e materie plastiche (4,8%), carbone e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (3,9%), prodotti alimentari (3,2%), computer e prodotti di elettronica e ottica (3,2%), carta e prodotti in carta (2,3%), altri prodotti manifatturieri (2,2%) e prodotti in legno e sughero (2,2%).

Coke e deriva� del petrolio

Prodo� farmaceu�ci

IMPORTAZIONI SLOVENIA 2018

Prodo� chimici

Prodo� metallurgici

Grafico 3 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati ICE

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

Apparecchiaturedomes �che ele�riche e non ele�riche

Apparecchiaturedomes �che ele�riche e non ele�riche Prodo� farmaceu�ci

sAutoveicoli,rimorchieemirimorchi

Prodo� metallurgici

Prodo� alimentari

SLOVENIA

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

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Macchinari e apparecchiature

Prodo� alimentari Apparecchiature ele�riche e domes�che non ele�riche Ar�coli in gomma e materie plas�che

Le principali importazioni slovene nel 2018 hanno incluso (grafico 4), in ordine di importanza, autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (14,9%), prodotti chimici (9,3%), prodotti della metallurgia (8,8%), macchinari e apparecchiature (7,9%), coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (7,3%), apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (5,9%), prodotti farmaceutici (5,8%), prodotti alimentari (5,4%), computer e prodotti di elettronica e ottica (4,9%), prodotti in gomma e materie plastiche (3,8%), prodotti in metallo (3,5%), carta e prodotti in carta (2,8%), altri prodotti manifatturieri (2,2%) e prodotti agricoli e di animali (2%).

Nel(+18,4%).2018la

Coke e deriva� del petrolio

Prodo� in metallo Altri

L’interscambio commerciale tra Italia e Slovenia è cresciuto ininterrottamente dal 2000 al 2009, anno di forte contrazione dovuta alla crisi finanziaria internazionale. Tornato ai livelli pre-crisi nel 2012, l’interscambio si è stabilizzato raggiungendo nel 2018 il valore di 8,5 miliardi di euro, con un consistente aumento di +11,6% rispetto al 2017. Le importazioni da parte della Slovenia di prodotti italiani hanno raggiunto nel 2018 il loro valore massimo dal 2000, con una cifra pari a oltre 4,6 miliardi di euro (+6,4% rispetto al 2017); mentre le esportazioni slovene in Italia hanno segnato i 3,9 miliardi di euro

Slovenia ha importato dall’Italia principalmente (grafico 5), in ordine di importanza: prodotti della metallurgia (14,5% su tutte le importazioni), coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (13,7%), autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (12,4%), macchinari e apparecchiature (9,5%), prodotti chimici (8,5%), prodotti alimentari (5,2%), apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (4,7%), articoli in gomma e materie plastiche (3,8%), prodotti in metallo (3,6%), carta e prodotti in carta (2,5%), prodotti dalle altre industrie manifatturiere (2,5%), prodotti in cuoio (2,4%), abbigliamento (2,3%) e prodotti dalle coltivazioni agricole e prodotti animali, caccia e servizi connessi (2%).

Grafico 5 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati ICE

SLOVENIA - ITALIA IMPORT 2018

Prodo� chimici

Prodo� metallurgici

Coke e deriva� del petrolio

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

Prodo� metallurgici

Prodo� in legno

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02 - Economia e Mercati

Energia ele�rica, gas, vapore

Prodo� chimici

ITALIA EXPORT 2018

Grafico 6 Elaborazione a cura di Centro Studi Confindustria Romania su dati ICE

La Slovenia ha esportato in Italia nello stesso anno e sempre in ordine di importanza (grafico 6): coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (13,4% su tutte le esportazioni), autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (11,7%), prodotti chimici (9,3%), prodotti della metallurgia (8,1%), prodotti derivanti dalla raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti e dal recupero dei materiali (5,4%), energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, anche da fonti rinnovabili (5,1%), prodotti in legno (4,9%), prodotti alimentari (4,6%), apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (4,5%), macchinari e apparecchiature (4%), articoli in gomma e materie plastiche (3,6%), prodotti in metallo (3,5%), altri prodotti dell'industria manifatturiera (2,9%) e carta e prodotti in carta (2,8%).

Malgrado le dimensioni del mercato, la Slovenia alimenta un importante interscambio commerciale con l'Italia: 8,5 miliardi di euro nel 2018 (dati Ufficio sloveno di Statistica). Con specifico riguardo all’interscambio regionale, è noto che la Slovenia è il principale partner dell’Italia nell'area balcanica (con una quota del 37,6% sull’interscambio totale 2018 - dati Istat - con i Paesi dell’ex Jugoslavia più Albania, di cui: 36,4% sull’import e 38,5% sull’export). Ma secondo i dati Istat 2018, l’Italia alimenta con la Slovenia un interscambio maggiore di quello con alcuni Paesi del G-20, come per esempio Brasile (7,2 miliardi), Canada (5,6 miliardi di euro), Messico (5,2 miliardi), Australia (4,6 miliardi) e Sudafrica (3,5 miliardi) e esporta più in Slovenia che verso Corea del Sud (4,6 miliardi) e India (4 miliardi). La penisola è per la Slovenia il secondo mercato di sbocco, e paese fornitore (dopo la Germania) e il quinto investitore (preceduti nel 2017 da Austria, Lussemburgo, Svizzera e Germania) in base al criterio della provenienza del flusso finanziario dell’investimento, mentre quarto in base alla provenienza finale, dopo l'Austria, la Germania e gli Stati Uniti.

Prodo� alimentari

Deriva� dei ri u� e materiali di recupero

AltriSLOVENIA

Apparecchiature ele�riche e domes�che non ele�riche

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Prefazione

Questo volume di “Guida Paese” che Confindustria Ucraina ha realizzato nell’ambito del progetto Confindustria Est Europa, la Federazione che ad oggi riunisce undici associazioni nazionali nell’area Est europea: Confindustria Albania, Confindustria Bielorussia, Confindustria Bosnia Erzegovina, Confindustria Bulgaria, Confindustria Macedonia del Nord, Confindustria Montenegro, Confindustria Polonia, Confindustria Romania, Confindustria Serbia, Confindustria Slovenia, e Confindustria

Ucraina.Talevolume

Negli ultimi anni, l’Ucraina, compiuta una lunga fase di stabilizzazione e consolidamento, ha dimostrato di poter rappresentare una risposta vincente al crescente interesse da parte degli imprenditori italiani e stranieri che sempre più numerosi si affacciano al mercato ucraino desiderosi di coglierne le opportunità e favorendo la realizzazione delle loro idee. L’Ucraina è ormai pienamente integrata nel commercio globale grazie alla sempre maggiore integrazione con l’Unione Europea. L’Italia è sempre più presente in Ucraina, con moltissime imprese registrate. Il radicamento della presenza italiana consolidata con forza fino ad oggi è una delle dimostrazioni più vistose delle potenzialità del Paese. Anche le relazioni economiche tra Italia e Ucraina, tradizionalmente molto forti, sono andate migliorando di anno in anno. Credo che questo breve quadro introduttivo abbia già catturato l’attenzione di chi è interessato a conoscere in maniera più approfondita il Paese. Una guida, in un contesto così ricco di possibilità, ma al contempo così distante dai paradigmi del nostro Paese di provenienza, è essenziale. Il testo che segue offre una bussola preziosa per chi già opera in Ucraina e per chi su questa realtà vuole indirizzare i propri futuri progetti imprenditoriali.

Marco Toson Presidente Confindustria Ucraina

ha l’obiettivo di fornire agli imprenditori interessati a internazionalizzare la propria attività nei mercati di riferimento, uno strumento pratico, preciso e di semplice consultazione contenente tutte le informazioni di base per valutare le opportunità che i Paesi analizzati sono in grado di offrire.

Buona lettura!

Prima di concludere, vorrei rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato alla redazione di questa Guida, le aziende associate che hanno partecipato direttamente al progetto, lo staff dell’Associazione, gli organi associativi e tutti Voi che dedicherete un po’ del Vostro tempo alla lettura di questa Guida.

Residenza dell'Ambasciatore d'Italia a Kiev

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277

I dati relativi al primo semestre del 2021 indicano una forte aumento (32,2 %) delle nostre esportazioni, rappresentate principalmente da macchinari, abbigliamento, prodotti alimentari, bevande, mobili e calzature. Durante l’ultima riunione del Consiglio italo-ucraino di cooperazione economica, industriale e finanziaria le Parti hanno identificato ampi settori - infrastrutture, agroindustria, energie rinnovabili, digitale e spazio - dove sussistono ottime prospettive di rafforzare e approfondire la collaborazione bilaterale negli anni a venire.

Buona lettura,

Pier Francesco Zazo Ambasciatore d’Italia in Ucraina

Sono quindi molteplici le opportunità da cogliere in Ucraina, la cui economia sta registrando una graduale ripresa, con una previsione di crescita del PIL pari al + 3,4 % per il 2021. Il Governo ucraino ha inoltre avviato importanti riforme istituzionali volte a rafforzare lo Stato di diritto, nonché misure di lotta alla corruzione volte a creare un clima più favorevole al business.

Introduzione

Cari amici di Confindustria, L’Ucraina, con il suo bacino di utenza di 42 milioni di persone fortemente attratte dal Made in Italy presenta indubbie potenzialità grazie alla sua vicinanza geografica al mercato europeo, alle sue straordinarie prospettive di sviluppo nel settore agroindustriale, al suo know how consolidato nei rapporti industriale, minerario, metallurgico, militare, aerospaziale, nucleare e digitale e alla presenza di una manodopera con un alto livello di istruzione a fronte di un basso costo del lavoro. Il maggior Partner commerciale dell’Ucraina è già oggi l’Unione Europea, a conferma della sua crescente integrazione nello spazio economico europeo dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Associazione e Libero Scambio.

Il Governo ha annunciato il prossimo avvio di ingenti investimenti, in particolare nei settori infrastrutturale, delle energie rinnovabili ed agroindustriale, attingendo anche agli ingenti finanziamenti messi a disposizione dalla BERS , della BEI e delle altre IFI. Grazie anche alla grande popolarità del Made in Italy, il nostro Paese ha un’ottima presenza economico-commerciale in Ucraina, considerato che figuriamo al terzo posto tra i Paesi Partner di Kiev in ambito europeo, alle spalle di Germania e Polonia, con un interscambio che nel periodo pre-COVID aveva superato i 4 miliardi di Euro.

In conclusione, permettetemi di ribadire la massima disponibilità di questa Ambasciata a fornire tutta l’assistenza necessaria alle aziende che intendono affacciarsi sul promettente mercato ucraino.

ContestoPolitico01

L’Ucraina è divisa in 24 regioni e la repubblica autonoma di Crimea. Vi sono inoltre due città, Kiev e Sebastopoli, che hanno lo statuto speciale.

1.2 SUDDIVISIONE TERRITORIALE

1.1 PROFILO PAESE

Popolazione: 45 milioni (70% popolazione urbana); Lingua ufficiale: Ucraino; Capitale: Kiev; Superficie: 603.500km² (più grande Paese d’Europa); Posizione: Confina con Russia, Bielorussia, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Moldavia; Alfabeto: Cirillico; Tasso di crescita del PIL: nel 2016 2,4% - nel 2017 2,5% - nel 2018 3,2% - nel 2019 3,2% - nel 2020

2- Minerali di Agnese e depositi di grafite globalmente nei top 3 per giacimenti di minerale di ferro a livello globale. La produzione locale di gas compre oltre il 50% dei bisogni.

280

Valuta: Grivnia Ucraina; Risorse Naturali:

Il paesaggio ucraino consiste prevalentemente in fertili pianure o steppe attraversate da diversi fiumi, tra cui il Dnepr, il Donec, il Dnestr e il Bug meridionale che vanno a gettarsi nel Mar Nero e nel più piccolo Mar D’Azov. Nella parte sud occidentale, il delta del Danubio costituisce il confine con la Romania.

Le città più importanti sono: Kiev, in ucraino Kyiv, (2,884 milioni di abitanti), Charkiv (1,419 milioni di abitanti), Dnipropetrovs’k (966.400 abitanti), Donec’k (918.536 abitanti), Odessa (993.120 abitanti), Zaporižžja ( 731 922 abitanti), Leopoli, L’viv in ucraino (721.301 abitanti) e Kryvyj Rih (634.780 abitanti).

1- Concentrazione di suolo nero a livello globale

ContestoPolitico

01

1 Gennaio: capodanno;

1.4 FESTIVITÀ UFFICIALI

8 Marzo: giornata internazionale della donna; Senza data fissa a seconda del calendario Giuliano: Pasqua

Gli ucraini costituiscono la maggioranza della popolazione (78%), seguiti da russi, bielorussi, ebrei, romeno-moldavi, bulgari, polacchi, ungheresi e Tatari di Crimea.

7 Gennaio: giorno di Natale Ortodosso; 22 Gennaio: festa dell’Unità Ucraina;

La rete di trasporti dell’Ucraina è composta principalmente da strade, ferrovia e vie aeree.

La rete stradale ucraina collega tutti i maggiori centri del Paese. In totale le strade asfaltate dell’Ucraina si snodano per una lunghezza di 172.400 km.

9 Maggio: Giorno della Vittoria; 16 e 17 Giugno: Santissima Trinità; 28 Giugno: giorno della Costituzione; 24 e 25 Agosto: giorno dell’Indipendenza; 14 Ottobre: Defender’s Day; 25 Dicembre: Natale Cattolico.

La rete ferroviaria costituisce il vero mezzo di comunicazione fra i maggiori centri urbani, le zone portuali, i maggiori centri industriali e i paesi vicini. La maggiore concentrazione di collegamenti si trova nella zona del Donbass (il Bacino del Donec a Est dell’Ucraina). L’Ucraina è ancora uno dei paesi del mondo dove è più massiccio l’uso del mezzo ferroviario. La rete totale si estende per 22.473 km di cui 9.259 elettrificati.

Viene garantita per legge la libertà di religione. Secondo la Costituzione dell’Ucraina, la lingua ucraina è la sola lingua ufficiale dello Stato. In Crimea, tuttavia, e in altre parti dell’Ucraina orientale è molto diffuso l’utilizzo della lingua russa.

L’Ucraina è l’ottavo paese per numero di abitanti in Europa, conta infatti 44 milioni di abitanti (2020) con una densità media di 72 persone per km². Il 68% della popolazione vive in aree urbane.

1.6 ORDINAMENTO E GESTIONE DELLO STATO

L'ordinamento politico si articola in una Repubblica Democratica semi-presidenziale, con sistema multipartitico. Il potere esecutivo è esercitato dal governo, mentre il potere legislativo dal Parlamento. Il Presidente viene eletto con voto popolare per un mandato di cinque Pocoanni.

1Ortodossa;Maggio:festa dei lavoratori;

1.3 POPOLAZIONE

1.5 TRASPORTO

La compagnia di bandiera dell’Ucraina è la Ukraine International Airlines. In passato la principale compagnia area era la Aerosvit Airlines, fallita nel 2012. Sono presenti, inoltre, altre due compagnie che effettuano voli principalmente sul territorio nazionale: La Dniproavia e la Donbassaero.

dopo essere divenuta indipendente nel 1991, l’Ucraina nominò una commissione parlamentare per elaborare una nuova Costituzione. Il 28 giugno 1996 fu adottata una nuova costituzione democratica che instaura un sistema politico pluralista con la garanzia dei diritti umani e delle libertà civili.

Le regioni più densamente popolate sono quelle orientali e occidentali, mentre nella sezione centrale dell’Ucraina, fatta eccezione per l’area urbana di Kiev, il popolamento è molto più rado.

281 01 - Contesto politico

1.8 RELAZIONI TRA EUROPA E UCRAINA

1.7 DELL’UCRAINAL’INDIPENDENZA

■ il rafforzamento dei collegamenti economici;

■ il rispetto dei valori comuni.

è la parte economica dell’accordo che offre un quadro per la modernizzazione dell’economia e delle relazioni commerciali dell’Ucraina.

■ la promozione dei valori e dei principi comunitari da parte dell’Ucraina, che concretizzerà, ad esempio, in una maggiore lotta alla corruzione.

Dall’11 giugno del 2017 è entrato in vigore il visa-free regime tra l’Ucraina e l’Unione Europea. Da questa data i cittadini ucraini in possesso di passaporto biometrico possono viaggiare all’interno dell’Area Schengen senza necessità di un visto.

Autore del testo della dichiarazione di indipendenza fu Levko Lukyanenko, co-autore della Dichiarazione di sovranità dell’Ucraina.

leggi, norme e regolamenti in materia commerciale. La zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA)

UE e Ucraina si sono dunque impegnate a stabilire una partnership politica più stretta e duratura, basata sui valori comuni quali il rispetto dei principi democratici, le regole dello stato di diritto e di quelle del libero mercato.

■ l’approfondimento dei legami politici;

Il giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina si celebra il 24 agosto e commemora la dichiarazione di indipendenza dall’URSS del 1991.

282 UCRAINA

L’Accordo rappresenta per l’UE il primo accordo di nuova generazione che pone al centro della collaborazione bilaterale la dimensione economica e mira alla creazione di una zona di libero scambio attraverso non solo la progressiva eliminazione dei dazi doganali e delle contingenti all’import, ma anche un’armonizzazione di

■ l’eliminazione dei dazi;

Il 27 giugno del 2014 è stato firmato l’Accordo di Associazione tra l’Unione Europe e l’Ucraina. L’accordo è entrato in vigore il 1° settembre 2017 ed è il principale strumento per avvicinare maggiormente l’Ucraina e l’UE. Esso promuove:

■ la libera circolazione dei cittadini;

■ l’adeguamento delle normative ucraine a quelle dell’UE in materia di commercio;

L’accordo di associazione promuove quattro obiettivi principali:

L’Ucraina ha dunque stabilito dei dazi per il 71% delle merci provenienti dall’Unione Europea e di conseguenza è diventata la principale partner commerciale dell’Ucraina con la quota del 4% e la crescita annua del 25%.

Dal 2004 si celebra la Giornata della Bandiera Ucraina come segno di identità nazionale e viene onorata con una sfilata militare tenutasi a Kiev.

EconomiaeMercati02

EconomiaeMercati

02

2.1 PERCHÉ INVESTIRE IN UCRAINA

Gli eventi degli anni 2013-2014 e la Rivoluzione della Dignità sono diventati il vero punto di biforcazione per l’Ucraina, dopodiché sono iniziati i più massicci cambiamenti nella storia ucraina.

286

Il Governo ha fatto progressi significativi nell’attuazione delle riforme consentendo al Paese di passare dalla stabilità macroeconomica alla stimolazione della crescita economica. Il periodo attuale è difatti il momento migliore per radicarsi nel mercato ucraino e sfruttare tutti i vantaggi che il Paese offre.

L’Ucraina è già un operatore globale di agro-esportazioni. L’Export dei prodotti agricoli e alimentari è uno dei settori più dinamici del commercio estero ucraino.

La posizione geografica dell’Ucraina è molto vicina ai principali mercati di esportazione e ha una distanza media più breve dal sito al porto più vicino. Questo conferisce all’Ucraina un vantaggio competitivo duraturo rispetto ad altri esportatori globali. Altra sfera di interesse sono le macchine ed attrezzature agricole, incluse quelle per il settore agroalimentare (ad esempio le soluzioni di congelamento per frutta e verdura). Negli anni 2016-2017, il mercato delle macchine agricole in Ucraina è triplicato, soprattutto per il 2017 che è stato un anno record per la fornitura di attrezzature importate dopo l’indipendenza dell’Ucraina.

ENI è presente in Ucraina dal 2011 e possiede il 50,01% e l’operatorship della compagnia ucraina LLC Westgasinvest. La società detiene i diritti per l’esplorazione e lo sviluppo di gas non convenzionale nel bacino di Lviv.

287 02 - Economia e Mercati

2.2.1 Energia ed efficienza energetica

L’Ucraina ha adottato misure coraggiose per espandere le fonti di energia rinnovabile come parte di una strategia più ampia per ridurre la dipendenza da fonti tradizionali. La tariffa verde dell’Ucraina è tra le più attraenti al mondo e una parte della strategia del governo è di innalzare le energie rinnovabili dal 3% del consumo energetico oggi all’11% entro pochi anni. L’efficenza energetica è un segmento ad alta crescita e le stime suggeriscono che l’Ucraina potrebbe risparmiare annualmente oltre 12,8 miliardi di dollari, ipotizzando che vengano implementate tecnologie di risparmio energetico.

Le imprese agrarie si stanno sviluppando rapidamente, perciò vi è una crescente necessità di rinnovo e modernizzazione del parco dei macchinari di produttori agricoli.

Il mercato energetico ucraino sta subendo una revisione completa, creando un’ampia gamma di opportunità commerciali lungo l’intera catena dell’energia: dall’esplorazione di petrolio e gas alle infrastrutture del gas e dell’elettricità, alla gestione e alla conservazione dell’energia attraverso la modernizzazione degli edifici.

2.2 SETTORI ATTRAENTI DELL’ECONOMIA IN UCRAINA

In Europa l’area è considerata una delle zone a più elevato potenziale per l’esplorazione di gas non convenzionale ed Eni è stata tra le prime ad operare nel Paese insieme ad altre majors come Shell e Chevron. Oltre all’energia tradizionale, le prospettive significative sono quelle rinnovabili.

2.2.2 Agricoltura

L’industria è cresciuta del 14% all’anno tra il 2003 e il 2019 e il settore è diventato il maggiore contributore alle esportazioni con una quota del 48% delle esportazioni totali, rendendo l’esportazione di prodotti agricoli alimentari uno dei settori più dinamici del commercio estero ucraino.

L’Ucraina è una delle poche nazioni con l’Industria aerospaziale sviluppata che costruisce aerei civili, militati e cargo oltre a fornire tecnologia spaziale. Oggi, l’Ucraina è coinvolta nello sviluppo di booster per razzi vettori in progetti della NASA dell’Unione Europea.

Dal 2017, il numero dei turisti ucraini nel mondo è cresciuto del 9,2%. Dopo l’entrata in vigore del visa-free regime la quantità dei turisti in Italia è cresciuta del 16%.

2.2.5 Settore aerospaziale

“Mriya” fa parte della flotta della compagnia area “Antonov Airlines” che svolge circa il 35% del volume mondiale di trasporto aereo di carichi extra-grandi ed extra-pesanti.

Secondo il sondaggio, quasi la metà di tutti i visitatori stranieri in Ucraina ha indicato che il Paese ha superato tutte le aspettative. Ad oggi, tra l’Ucraina e l’Italia, le compagnie aeree effettuano oltre cinquanta voli a settimana.

L’aereo più grade del mondo è ucraino e si chiama “Mriya” (tradotto “sogno). An-225 “Mirya” è l’aereo più grande e potente mai salito in aria. Il peso massimo di decollo dell’aereo è di 640 tonnellate.

Le dimensioni dell’AN-225 sono impressionanti: la lunghezza dell’aereo è di 84 metri, l’altezza è di 18 metri. All’interno dell’aeromobile si può mettere fino a 80 auto passeggeri.

288

UCRAINA

L’Organizzazione mondiale del turismo ha collocato l’Ucraina tra i 25 Paesi più visitati al mondo.

Il settore farmaceutico ucraino ha registrato un tasso di crescita medio cumulativo del 32% negli ultimi cinque anni. Gli operatori del settore farmaceutico sono diventati certificati GMP (Good Manufacturing Practices), la certificazione obbligatoria dal 2013.

2.2.4 Turismo

2.2.3 Sanità e Pharma

Alta frammentazione del mercato, dove l’operatore numero uno ha ancora solo il 5% della quota di mercato e le prime dieci aziende rappresentano un terzo del totale delle vendite al dettaglio di prodotti farmaceutici, genera una notevole crescita delle scorte e investimenti in questo settore.

In totale nel periodo dal 1991 le imprese di industria razzo-spaziale di Ucraina, in collaborazione con le imprese di USA, UE e di altri paesi, hanno creato quattro nuovi complessi razzi spaziali “Sea Launch”, “Land Launch”, “Dnepr” e “Antares”. Anche con l’Italia, l’Ucraina ha una buona storia delle relazioni nella stessa spaziale.

02 - Economia e Mercati

■ Macchine tessili;

■ Vini e Vermouth;

del Ministero dello Sviluppo Economico e delle Politiche Sociali dell’Italia, lo stock degli investimenti diretti italiani in ucraina sono di circa 520 milioni di Euro. Inoltre, nel mercato ucraino sono presenti oltre 300 imprese italiane operanti soprattutto nei settori alimente, tessile, lavorazione del legno, calzaturiero, ceramica e finanziario.

289

■ Argilla;

è il fornitore numero uno nel mercato italiano di:

Il volume del commercio bilaterale tra Ucraina e Italia è di circa 5 miliardi di dollari USA con il tasso di crescita annuale del L’Ucraina25%.

■ Granoturco;

■ Semilavorati in acciaio.

■ Lavastoviglie;

■ Olio di girasole;

L’Italia è il fornitore numero uno nel mercato ucraino di:

Come esempio, ricordiamo la ricostruzione dello stabilimento siderurgico in Ucraina, Azovstal, realizzato dal consorzio misto composto da Danieli Group e la società ucraina AzovMash e la costruzione, insieme a Danieli Group, di un altro stabilimento siderurgico: Dniprostal.

L’Italia è un partner commerciale di grande importanza per l’Ucraina. È il 4° mercato di esportazione per i prodotti ucraini dopo la Russia, la Polonia e la Turchia ed è all’8° posto tra i fornitori. Negli ultimi anni il commercio bilaterale cresce costantemente, con un tasso di crescita medio del 24%.

■ Macchina per lavorazione di metalli e pietre;

■ Pannelli di sansa;

■ Pompe per liquidi e per aria;

■ Caffè e pomodori;

2.3 RELAZIONI TRA UCRAINA E ITALIA

■ SecondoLana.lestime

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