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ITALIA
BIMESTRALE DI POP - RETAIL - TRADE MARKETING | N.25 • Estate 2017 •
èMagazine
L’ora del retail POP POS MATERIALS Shopfitting Papermaking design RAW MATERIALS VISUAL MERCHANDISING DIGITAL SIGNAGE RETAIL & MASS MARKET
EDITORIALE Marco Oltrona Visconti
LUSSO
RETAIL
In questo numero la redazione ha approcciato alcuni segmenti merceologici del lusso. Dati alla mano diffusi durante il Luxury Summit Sole 24 Ore è emerso che nel beauty retail, nei diversi canali distributivi (travel, department, tradizionale eccetera), a livello worldwide, vengono ogni anno lanciate 146.000 referenze. Un segnale confortante a favore degli obbiettivi di business prefissati dagli specialisti del marketing at retail, purché si familiarizzi con le esigenze di questa industry, attualmente impegnata ad armonizzare i suoi asset di rapporto con il cliente su chiavi di dialogo orientate al green, al digitale e all’accessibilità al prodotto. Salendo di registro commerciale, lo sguardo si è rivolto al mondo del watchmaking, con un focus su Baselworld, tradizionale fiera Svizzera dell’orologeria e della gioielleria. Un punto di vista interessante da cui si evincono trend e codici espositivi del mondo del lusso. Per la manifestazione le maison orologiere destinano grandi capitali alle operazioni di exhibition design, mettendo in scena allestimenti da mille e una notte. In questo modo, da un lato l’orologeria artigianale, e parte di quella industriale, esprimono quell’esperienza di esclusività dettata dai cosiddetti orologi gioiello, la cui creazione è il frutto di meccanismi, movimenti e materie prime impiegabili solamente dopo anni di ricerca. Dall’altro la fiera rappresenta un campo di prova per collaudare il gradimento di queste boutique temporanee per declinarne eventualmente i pattern in store sia in formula monomarca, sia multimarca (corner, shop in shop POP eccetera). Per questioni evidenti perfumery e watchmaking sono due distinte categorie del lusso. La prima diversamente dalla seconda lascia spazio all’accessibilità seppure il tipo di comunicazione, nell’immaginario e nell’estetica, presenti delle similitudini. Con l’appiattimento della classe media dopo anni di congiuntura, il tema dell’accesso al lusso è di enorme attualità. Lo dimostrano le boutique monomarca di Armani e Trussardi aperte nelle gallerie di centri commerciali e outlet village come Orio Center e Scalo Milano. Dove troviamo gli spazi retail dei guru-brand dell’arredo ossia Cassina, Molteni, Cappellini e molti altri. Entrambi i centri stanno consolidando la seconda tendenza sociologica: quella dello shopping di destinazione secondo cui il cliente si mette in viaggio per acquistare, in questo caso, l’Italian style. Un assunto che vale per americani nordeuropei e mediorientali con un borsellino dal potere d’acquisto più dinamico. Altri percorsi elettivi del lusso sono quelli dello sport. Si pensi all’equitazione, al tennis, alla vela, alla formula uno. È raccontato da alcune case history presentate su questo numero. Un treno sempre aderente allo sport, ma di diverso posizionamento è invece rappresentato dalla emergente categoria dello sportwatch, di crescente interesse per maratoneti, ciclisti e praticanti del Triathlon. Buona lettura
Marco Oltrona Visconti
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EDITORIALE La coerenza del lusso con il retail
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nella proiezione professionale, soprattutto nei contesti di altissimo profilo. La riduzione al minimo dell’esigenza di intervenire sui proiettori per la manutenzione e la flessibilità totale garantita in fase di installazione, così come l’opportunità di utilizzare ottiche già in dotazione, supportano i nostri clienti nel realizzare progetti di altissima qualità in molti settori, ottimizzando al contempo l’investimento”.
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POP & RETAIL NEWS Expert-coop-esselunga-ecc
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Dalla Redazione
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SUMMIT La cosmetica di lusso che diventa accessibile
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Marta Boggione
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MAVIVE Il Perfumery che cresce in viaggio e “per regalo”
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Barnaba Barattieri
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BASELWORLD Baselworld secondo Pac Team
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HUBLOT movimento di prestigio
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TISSOT watchmaking in store
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LONGINES Longines cavalca il mercato
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POP REVIEW Rolex- Ferrari- Zenith - SwarovskiJacob&Co- Patek Philippe
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SPORTWATCH Il mercato che avanza.. Polar - TomTom - Suunto
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ANTEPRIMA ELEMENTARIA Il Display design è a Elementaria
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ESPOSIZIONE DA COLLEZIONE Vedere ma non toccare... MATERIALI L’estetica del rivestimento
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La tecnologia laser SOLID SHINE, infatti, garantisce immagini ad alta luminosità per proiezioni di lunga durata, assicurando il massimo coinvolgimento da parte del pubblico, ed è stata sviluppata per garantire un’operatività dei proiettori 24/7, senza interruzioni, né compromessi in termini di degradazione del colore. Inoltre, poiché la nuova gamma è compatibile con tutte le ottiche per proiettori DLPTM a 3 chip Panasonic in commercio, la scelta di utilizzare le
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borazione con Heineken, Inbev e Carlsberg, omaggiamo asciugamani da mare, racchette da beach tennis. È riuscita la GDO a destagionalizzare i consumi? Indubbiamente il clima che caratterizza il territorio che presidiamo con i punti di vendita Oasi per i superstore e Tigre per i supermercati, aiuta a superare l’empasse della stagionalità consolidando un trend importante: oggi le vendite della categoria birra registrano ottime performance durante tutte le dodici mensilità.
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Non a caso i proiettori Panasonic sono
Recentemente, infine, Panasonic ha vinto il Blind Test tra proiettori laser organizzato dal system integrator inglese Pure AV. Il confronto, che ha preso in esame requisiti quali l’uniformità delle immagini, la luminosità, il contrasto, la riproduzione dei colori e la scala di grigi, ha visto il proiettore DLP a 1 chip PTRZ660 di Panasonic aggiudicarsi il primo posto, realizzando un punteggio di 41,2 su 50.
I gadget si confermano essere un plus Scenografia da circo vincente i clienti: sono Tod’s per il suo negozio su Madison Avenue, ha deciso di renderedall’appeal omaggio all’arte e al per cinema italiano. che uno regista strumento di comunicazione Attraverso gli allestimenti delle sue vetrine, ha voluto celebrareoltre il compianto italiano Federico marchioLaanche Fellini, traendo spunto da uno dei film che lo hanno reso celebredelin singolo tutto il mondo: Strada.unUnelemento efficace. Da diversi anni enorme circo, con tendoni, acrobati, giocolieri, leoni e domatori,disifidelizzazione estende dalle vetrine all’interno del negozio, regalando allestimenti incredibilmente suggestivi.inSemaniera poi ci si avvicina e si legge con ormai consolidata offriamo ai attenzione, si scopre che questo capolavoro di visual merchandising opera del pluripremiato nostriè consumatori zaini-borse nel corso di sceneggiatore Dante Ferretti. attività estive e, grazie anche alla colla-
29th International Trade Fair 29a Mostra Convegno Sugarmedia Visual Internazionale di Innovativa l’idea di Sugarmedia, realtà cheand operaConference nel mercato deionservizi e dei proComunicazione Visiva Communication dotti per la ristorazione esterna, che ha presentato al Viscom Sugarmix, un nuovo
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“Il presente e il futuro vedono per il mercato AV sicuramente il laser come tecnologia di punta e noi di Panasonic da tempo ne valorizziamo i benefici applicati ai dispositivi professionali – conclude Daniela Karakaci, Field Marketing Manager Italia VSS –. Offriamo ai nostri clienti una gamma completa e in grado di fornire soluzioni ottimali pressoché in ogni tipo di applicazione, con proiettori che spaziano dai 3.000 ai 31.000 ANSI Lumen e con una line-up di display che copre le più svariate esigenze aziendali, grazie a prodotti dai 32 ai 98 pollici”.
stati utilizzati per eventi di portata internazionale come il lancio dell’album dei Cold Play “Ghost Stories” a Los Angeles, le celebrazioni per il 555° anniversario della fondazione di Bucarest, per cui è stato organizzato uno dei più imponenti allestimenti di videomapping al mondo, e Circle Light, per cui sono stati usati 137 proiettori PT-DZ21 per spettacoli di videomapping sulle facciate degli edifici più importanti di Mosca.
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In modalità “normal operation”, l’RZ31K è stato progettato per funzionare 20.000 ore consecutive senza interventi di manutenzione. Panasonic ha, inoltre, integrato in questo apparecchio un blocco ottico e altri componenti a tenuta ermetica per evitare il rischio di opacizzazione da polvere sull’obiettivo, offrendo così una soluzione estremamente affidabile per spettacoli di luci
e installazioni di mapping 3D su grandi superfici, di grande effetto scenografico. Inoltre, basandosi sulla tecnologia laser, i nuovi RZ31K supportano un’installazione flessibile, per una proiezione verticale, orizzontale e inclinata anche a 360° gradi.
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Natura e passione Le vetrine di questo lussuoso centro commerciale sono, senza dubbio, tra le più attese del periodo Natalizio. Veri e propri capolavori del visual merchandising che Goodman per questo Natale 2016 ha voluto intitolare: Destination Extraordinary. Cavalli alati ricordano a una cente in termini di ottimi risultati dell’indice di gradimento da parte dei consumatori. giovane contrariata che, nonostante si indossino abiti di Elie Saab e scarpe di Saint Laurent, l`unica via per volare è la passione. Poi Quali i risultati delle feste della birra? una fata perduta in una giungla di acciaio con insetti giganteschi, I risultati ci danno riscontri, con incrementi un labirinto in cui piccoli canibuoni giocano con preziose handbag, nell’ordine dellla doppia cifra rialla norma, complice quest’anno la concomitanza delle feste della birra legate al mentre laspetto loro padrona attende pazientemente. E ancora una dei campionati europei di calcio. donna uscitafischio da uno d’inizio stagno, cammina su un filo, in equilibrio sui Il tutto unito all’attività promozionale alla comunicazione in store, degustazione vertiginosi legata tacchi Louboutin. Difficile fare una fotografia in cui e omaggi di gadget di varia natura. non compaia a lato un turista curioso o un newyorkese incantato. Quali sono gli altri strumenti di incentivaUn vero spettacolo, quasi dei mini set cinematografici.
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L’RZ31K non soltanto offre una luminosità elevatissima e una riproduzione superba dei colori, caratteristiche indispensabili per proiezioni su grandi schermi, ma permette anche di proiettare video straordinariamente fluidi, grazie al processore Real Motion che si basa su un’innovativa tecnologia di creazione fotogrammi.
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BIMESTRALE DI POP - RETAIL - TRADE MARKETING | • N.25 estate 2017 •
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èMagazine Ati www.displaymagazine.it numero di ROC 20639
20129 - Milano - Italy via Ippolito Pindemonte 2 (sede legale) via Lambro 4 (sede operativa) telefono +39 02 56568097 - 02 35946460 amministrazione@displaymagazine.it Direttore Responsabile: Marco Oltrona Visconti 340 3142015 - marco@tinteunite.it
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Coordinamento Redazione Barnaba Barattieri 3450101366 - barnababarattieri@yahoo.it Art Director Alvise Oltrona Visconti 333 6498830 - aov@tinteunite.it http://alvise.oltronavisconti.it Progetto grafico e Copyright: Alvise e Marco Oltrona Visconti Stampa Editoria Grafica Colombo www.edgcolombo.it info@edgcolombo.it/ Postalizzazione Poste Italiane / Nuova EffeA http://www.nuovaeffea.it/ Collaborano: Barnaba Barattieri Anna Cugini Michele De Gennaro Marco Maggioni (Marco Maggioni Design) Sergio Monsorno (C2C) Nicoletta Buora Marinella Croci Michele Preziosa Responsabile Marketing Gabriella Cosso 348 7321532 - 02 4691292 gabriellacosso13@gmail.com Pubblicità Alessandra Mazza marketing@displaymagazine.it
Prealpi srl I - 21043 Castiglione Olona (VA) via Arno 4 tel. +39 0331 850601 prealpi@prealpi.com www.prealpi.com
NOTIZIE DEL SETTORE
a cura della Redazione
POP & RETAIL
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La tecnologia di X-Place per Expert Coniugare l’esperienza dello Store con tutti i vantaggi offerti dalle tecnologie digitali per l’engagment del cliente. È questo lo scopo delle soluzioni digitali per il supporto alla vendita X-Place installate negli otto punti di vendita Expert del gruppo Somma in Sud Italia. Nello specifico i dispositivi implementati sono: 1) Soundbar station, 2) NoTes, 3) TaCT, 4) Smart Ts, 5) Mobile Phone Adviser (MPA), 6) TV-L, 7) Feedback Terminal, 8) Brochure Terminal. Mentre Soundbar è un tool hardware che favorisce il testaggio dei dispositivi di alta fedeltà in vendita, NoTes,TaCT, Smart Ts permettono di provare le funzionalità di tablet smartphone e pc mediante accessi protetti con tanto di indicazione del prezzo digitalizzato. Inoltre con il sistema MPA toccando i monitor degli apparecchi in vendita è possibile ricevere informazioni tecniche sul prodotto e su tutti gli item a esso collegati nell’ambito dell’esposizione. Feedback terminal è invece un totem interattivo dal design impattante che dà la possibilità al cliente di esprimere il suo livello di soddisfazione tramite emoticon. Una soluzione che produce statistiche settimanali utili al retailer in termini di reputation. Con la soluzione software TV-L di X-Place infine si possono proiettare le etichette per il pricing e le schede tecniche su qualsivoglia televisore. Ognuna di esse è modificabile in tempo reale da remoto: tutto ciò mentre sullo sfondo sono proiettatati i consueti contenuti .
Pagamenti con Smartphone da Esselunga Da Lunedì 26 Giugno presso il Supermercato Esselunga di Via Losanna a Milano è possibile pagare con Smartphone attraverso il sistema Satispay. La possibilità verrà estesa entro l’estate anche agli altri 153 superstore e supermarket in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio. Tecnicamente il pagamento avviene alla cassa o alle postazioni di self-service attraverso l’app installata sullo smartphone. La procedura inizia con la geolocalizzazione del cliente mediante la selezione del punto di vendita interessato sull’app. Poi dopo aver digitato l’importo del conto con un singolo tocco, il pagamento viene inviato alla cassa interessata. Oggi Satispay è attivo in 16.000 esercizi italiani e conta 135.000 clienti privati attivi.
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Coop sceglie WeChat per accrescere il business in Cina e si affida a Digital Retex, trusted partner della piattaforma social asiatica per l’Europa. Come è noto WeChat è un’applicazione mobile progettata per gli utenti smartphone che consente di chattare, condividere, navigare e giocare all’interno di un’unica piattaforma. Grazie agli account ufficiali, aziende e brand hanno la possibilità di interagire con i propri follower fornendo loro un servizio one-to-one e one-to-many attraverso l’invio di messaggi diretti e news. Con questo accordo Coop è la prima insegna GDO ad accedere a una vetrina 2.0 per i prodotti a marchio con 880 milioni di utenti e in un Paese dove le vendite tramite smartphone superano i 500 miliardi di dollari. Cifra che come afferma l’AD di Digital Retex Fausto Caprini è stata ottenuta: “Erodendo il 10% delle vendite retail tradizionali”.
Natura e passione Le vetrine di questo lussuoso centro commerciale sono, senza dubbio, tra le più attese del periodo Natalizio. Veri e propri capolavori del visual merchandising che Goodman per questo Natale 2016 ha voluto intitolare: Destination Extraordinary. Cavalli alati ricordano a una giovane contrariata nonostante Assegnareche, i codici EAN e crearesileindossino immagini deiabiti codicidia Elie barreSaab ora è possibile, più semplice e veloce. Merito diper Codifico, il nuovo servizio creato e scarpe di Saint Laurent, l`unica via volare è la passione. Poida GS1 Italy per agevolare le aziende, in particolare le PMI senza costi aggiuntivi. Con una fata perduta in siuna di acciaio con insetti giganteschi, Codifico puògiungla quindi creare gratuitamente le immagini dei codici a barre. Assegnare ai propri prodotti peso fisso. handbag, un labirinto in cuii numeri piccoliEANcani giocano conapreziose le immagini dei barcode per la stampa delle etichette. mentre laScaricare loro padrona attende pazientemente. E ancora una EAN Archiviare le anagrafiche dei prodotti. Mantenere traccia dei numeri donna uscitaassegnati. da uno Codifico stagno,è riservato camminaallesu35unmilafilo, in equilibrio aziende associate a sui GS1 Italy e utenti del sistema GS1, previa attivazione delle proprie credenziali vertiginosiDice tacchi Louboutin. Difficile fare una fotografia in cui di accesso. Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy: «I punti di forza di Codifico sono la non compaia flessibilità a lato uneturista o un newyorkese la facilità,curioso caratteristiche che lo rendono incantato. ideale soprattutto per piccolespettacolo, e medie aziende». Unlevero quasi dei mini set cinematografici.
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Retex apre a Coop le porte della Cina
Generare Barcode via web…
Scenografia da circo Tod’s per il suo negozio su Madison Avenue, ha deciso di rendere omaggio all’arte e al cinema italiano. Attraverso gli allestimenti delle sue vetrine, ha voluto celebrare il compianto regista italiano Federico Fellini, traendo spunto da uno dei film che lo hanno reso celebre in tutto il mondo: La Strada. Un enorme circo, con tendoni, acrobati, giocolieri, leoni e domatori, si estende dalle vetrine all’interno del negozio, regalando allestimenti incredibilmente suggestivi. Se poi ci si avvicina e si legge con attenzione, si scopre che questo capolavoro di visual merchandising è opera del pluripremiato sceneggiatore Dante Ferretti.
Miroglio diventa 4.0 con Borsino
Prevedere con un basso margine di errore quanto stock un imprenditore del fashion dovrà immettere sul mercato per evitare invenduti e in base alle informazioni disponibili sul mercato (via web e social) è la principale prerogativa dell’industry 4.0, ma anche la tecnologia di cui si sta dotando Miroglio che crea e commercializza 11 brand tra cui Motivi, Oltre, Elena Mirò e Fiorella Rubino e con oltre 1.100 negozi monomarca nel mondo. Oltre a casse intelligenti e uso diffuso dei tag rfid, la soluzione che serve allo scopo è il cosiddetto Borsino. Sviluppato in collaborazione con Evopricing e Università di Torino, questo progetto riguarda un nuovo processo integrato di riassortimento dal magazzino centrale e la movimentazione tra negozi: al fine di combinare dati quantitativi e sensibilità del personale di vendita, sfruttandone la capacità predittiva. Il processo si basa infatti sia sulla rilevazione oggettiva del potenziale di vendita di ciascun articolo in ciascun negozio, sia sulle valutazioni personali delle singole store manager, che possono richiedere o cedere articoli in funzione delle loro aspettative di vendita.
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Douglas acquisisce Limoni e La Gardenia A maggio, Leading Luxury Group (LLG) è stata acquisita da Profumerie Douglas. In questo modo i circa 500 punti di vendita a insegna Limoni e La Gardenia si sommano alle 126 profumerie Italiane e alle 1700 profumerie in 19 Paesi di Hagen (2,7 mld di fatturato nel 2016), colosso tedesco che ora è leader del retail cosmetico in Italia. L’operazione è valsa circa 200 milioni di euro dopo un’asta che è servita a ripianare l’esposizione di soggetti come Unicredit e Och Ziff che hanno sostenuto il piano di ristrutturazione di LLG lo scorso anno (fonte sole 24Ore).
Whole food ad Amazon per 13,7 mld Il 16 giugno scorso Amazon ha acquistato la catena di supermercati Whole Foods per 42 dollari in azione. L’accordo, complessivo, è valutato 13,7 miliardi di dollari debito incluso. L’operatività di Whole Food resterà separata dall’attività di Amazon, che nell’ultimo periodo sta allargando il suo business nel settore degli alimentari. ’’Whole Foods piace a milioni di persone perche’ offre i migliori alimenti organici e naturali, rendendo divertente il mangiare salutare’’ ha affermato il numero uno Jeff Bezos dopo l’acquisizione. Di contraltare ha detto John Mackey, fondatore e AD di Whole Foods che resta alla guida della società: ’’Questa partnership presenta un’opportunita’ per massimizzare il valore per gli azionisti di Whole Foods, ampliando la nostra missione e offrendo la più alta qualità, esperienza e innovazione ai nostri clienti’’
Conto alla rovescia per Fico Eataly World Data ufficiale di apertura il 4 ottobre, lo ha annunciato Oscar Farinetti in più occasioni in riferimento alla realizzazione del suo ultimo grande progetto, Fico Eataly World primo parco di divertimento a tema dedicato al Food&Beverage e Fico che, sorgerà a Bologna, su un’area di 100.000 mq significa Fabbrica Italiana Contadina offrirà ai visitatori un percorso didattico sul made in Italy gastronomico grazie a Coltivazioni (7.000 mq) e Allevamenti (4.000 mq), Laboratori, ristoranti (7.300 mq), centri congressi (4.000mq) e aule, mercati e botteghe (9.000 mq). Tra i principali sponsor oltre a Eataly, Prelios, Caab, Coop Alleanza 3.0, Comune di Bologna. Sull’area sono stati installati anche 44.000 mq di pannelli fotovoltaici.
Nuovi schermi Panasonic per il signage Lanciati a giugno, i display di Panasonic da 42, 49 e 55 pollici sono perfetti per il digital signage in aree pubbliche grazie alla nuova tecnologia Shadow Sense che migliora le capacità delle serie AF1 e LF80. Con questo sistema la funzione touchscreen risulta più rapida nella risposta all’interazione di più utenti, in virtù di alcuni sensori in grado di rilevare con maggiore precisione gli oggetti che entrano, stazionano ed escono nel campo d’azione del monitor. Tra l’altro la nuova tecnologia OpenPort Platform basata su Android scongiura l’impiego di pc esterni per l’archiviazione e l’elaborazione. Nello specifico la gamma LF80 SST offre una luminosità di 700 cd/m² e il grandangolo del pannello IPS per cui a fronte di ambienti molto illuminati non si perde in leggibilità. Questo modello integra Digital Link per una trasmissione dei segnali di controllo audio video fino a 150m con cavo LAN.
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Sugarmedia
Innovativa l’idea di Sugarmedia, realtà che opera nel mercato dei servizi e dei prodotti per la ristorazione esterna, che ha presentato al Viscom Sugarmix, un nuovo media che massimizza la comunicazione di prossimità. Si tratta di un contenitore, una sorta di dispenser per bustine di zucchero e tovagliolini dotato di un video di 8 pollici che ne occupa la superficie e che trasmette contenuti. “Questo prodotto – ha spiegato Antonio Quatraro di Sugarmedia – è stato pensato per il canale dei bar, il luogo che ha la più alta frequentazione quotidiana, in Italia ce ne sono 180.000”. Sugarmix ha un software dedicato per la gestione in tempo reale dei contenuti, che possono essere messaggi pubblicitari o anche informazioni di pubblica utilità o notizie. “E’ uno strumento potente perché agisce a contatto visivo con il consumatore durante la sua pausa caffè, un momento favorevole a memorizzare messaggi” ha commentato Quatraro. Sugarmix è uno strumento altamente flessibile in termini di pianificazione pubblicitaria, grazie alla possibilità di “splittare” la programmazione pubblicitaria, dal panorama nazionale, al regionale, provinciale e locale. Questa caratteristica risulta interessante per tutti quei potenziali inserzionisti che non hanno accesso a pianifiSfogliando un catalogo digitale immersivo i viaggiatori potranno conoscere le navi, pubblicitarie, poiché non ine lepossesso di budget congrui. ilcazioni personale di bordo, gli itinerari destinazioni di MSC Crociere visualizzando in anteprima ciò che avviene realmente durante i viaggi in ogni parte del mondo. È questa la funzione dell’app Msc360v sviluppata da Axed Group. Corredata di sistema per la realtà aumentata questa applicazione software consente di interagire con il catalogo cartaceo della compagnia crocieristica mediante smartphone inserito in un case, per visualizzare per esempio le caratteristiche della nuova nave MSC Meraviglia, varata il 15 giugno.
MSC porta a bordo la realtà aumentata
Antitaccheggio Superclou si rinnova Entro la fine dell’anno Ottica Clou di Peschiera del Garda lancerà un nuovo sistema antitaccheggio per l’esposizione di oggetti al libero tocco. Il nuovo sistema si affiancherà a Superclou già utilizzato ampiamente da Ipercoop, Finiper, Auchan, Carrefour, Conad Leclerc, Panorama, Autogrill, Luxottica (Oakley). IlFenix sistema di un filo conconsta vernice UV bipolare droptixsiliconico estraibile fino a un metro e mezzo circa caratterizzato da un cappio In casoè diraffigurato taglio del appare filo, Immagini bidimensionali con una regolabile profonditàsul taleterminale. per cui quanto allargamento o apertura del cappio si innesta l’allarme. Il dispositivo è corredabile tridimensionale. Un effetto che è determinato daanch’essa più stampebrevettata, in trasparenza sovrapcon un’etichetta adesiva elettronica, creando poste e che prima del lancio della vernice droptix con inchiostri UV di SwissQprint così una doppia protezione al prodotto in vendita. si poteva ottenere soltanto in serigrafia, ma Indipendente non in stampaedigitale. autonomo Superclou è A proporre in esclusiva per l’Italia questa tecnologia dall’effetto wowbatteria assicurato è infatti alimentato da una al litio Fenix esclusivista per la rivendita italiana dei modellidagli di macchine la stampa digiseparata impianti per elettrici del punto vendita. tale SwissQprint Orix2, Impala2 che sono in di grado di garantire verniciature di lastre acriliche, lignee, e: in alluminio, tessuto, poliestere, policarbonato polistirolo pvc, vinile, primer per vetro e acciaio; rispettivamente in formati 2,5 x 4 m le prime due e 3,20 x 4 la terza. Attualmente sono circa 50 le macchinedi questo genere installate in italia.
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SUMMIT
di Marta Boggione
La cosmetica di lusso che diventa accessibile AL LUXURY SUMMIT SI SONO AVVICENDATI I GURU DELLA COSMETICA:
PUNTO DI VENDITA, TRAVEL RETAIL, RICERCA E SVILUPPO IN CHIAVE GREEN E DIGITALIZZAZIONE SONO LE VIE DA PERCORRERE IN UN SETTORE PRIMARIO DEL MADE IN ITALY CHE QUEST’ANNO HA VISTO BEN 146.000 LANCI DI PRODOTTO La nona edizione del Luxury Summit del Sole 24 Ore quest’anno ha affrontato il tema del “Lusso tra innovazione e nuove alleanze” per evidenziare la tendenza delle aziende a investire nel digitale e a siglare alleanze, sempre diversificando il business. Il processo di digitalizzazione in effetti sta trasformando la customer experience. Se è vero che le vendite online incidono significativamente sul fatturato è anche vero che soprattutto in quel regno di lusso e bellezza che è l’Italia gli esperti di shopping puntano ancora molto sulla creazione del contatto all’interno del punto vendita, sul valore esperienziale dell’acquisto e sul coinvolgimento emotivo del cliente. Una sorta di empatia connette il consumatore al concetto di lusso per un evoluzione dell’esperienza di acquisto ora governata da desideri e significati. Insomma saper riconoscere o stabilire affinità valoriali tra il prodotto e il cliente è l’atteggiamento conoscitivo e operativo che sancisce il successo di un marchio. Il brand diventa icona di modernità, luogo astratto di appartenenza, un significante del reale che conferisce identità.
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Fabio Rossello, Presidente di Cosmetica Italia, che apre sui trend e il mercato globale del Beauty, con parole come “il lusso è diventato accessibile” ci introduce in scenari inediti: non serve essere ricchi per possedere un bene di lusso, per accedere a quella eccentrica e consolatoria idea di benessere che deriva dal possesso di qualcosa di unico, di qualitativamente superiore, un oggetto sul quale proiettare il bisogno di ribadire la nostra eccezionalità e desiderio di apparire. Quindi l’inaccessibilità, attributo essenziale dell’idea di lusso per secoli, oggi viene scardinata, senza che il concetto di esclusività decada.
Ma è mai possibile? Non è forse una contraddizione in termini? In effetti sì, ma solamente quando l’oggetto del desiderio in questione non è più lo yacht o un gioiello inarrivabile ma un rossetto strepitoso o un profumo che può costare al massimo mille euro. Tanti possono concedersi una volta nella vita di farsi un regalo da mille euro e di poter dire così di essere stati ammessi al tempio del lusso e averne respirato gli effluvi inebrianti. Secondo le statistiche di Cosmetica Italia possedere super prodotti griffati per la cura del corpo che ci renderanno super belli ci fa stare bene, così bene che l’industria cosmetica globale vanta nel 2016 un fatturato globale di 10.51 milioni di euro con una variazione del 5,1% rispetto all’anno precedente. E quest’anno si stima che aumenterà del 4,0%. Ma la vera notizia, secondo le stime di Confindustria è che in Italia il settore cosmetico vale più dei mercati relativi al vino e alle scarpe rappresentando quindi un bel pezzo di made in Italy. Si pensi che, con una punta di sarcasmo, la battuta del momento tra gli addetti ai lavori è che la pasta è decaduta in disgrazia perché a un piatto di spaghetti, che fa ingrassare, molti preferiscono una skincare. Tra l’altro da gennaio a novembre 2016 è aumentato l’interscambio in Italia (+12% l’export, +8,2% l’import) rispetto al 2015 e i settori che si sono maggiormente distinti in questo senso sono: cosmetica 2315mio, pasta 1250mio, yacht 1180mio, tubi, acciaio 930mio, elicotteri 860mio (milioni di euro). Sul totale export di prodotti cosmetici (4.275mio/€) il 64%, pari a 2.740mio/€,
è generato da aziende italiane. Suoi migliori clienti: Stati Uniti e Belgio, a seguire la Germania, i Paesi Bassi, Polonia, Emirati Arabi, Spagna, Francia, Regno Unito e Hong Kong (s’intende nel 2016, l’ordine è in base all’aumento in percentuale di richiesta). La cosmetica copre il 44% degli investimenti in comunicazione dei beni “non food”. Il 60% del trucco (make-up) mondiale è fabbricato in Italia. Dal 1990 le esportazioni di prodotti cosmetici registrano una crescita media superiore al 5% annuo, nel 2016 si registra una
crescita tra le più sostanziose degli ultimi dieci anni: oltre 12%. L’Italia è il quarto sistema economico della cosmetica in Europa dopo Germania, Francia e UK. Nel mondo è al sesto posto (dopo USA e Giappone). Solo il settore Occhialeria e Tessilemoda battono quello Cosmetico registrando un aumento del fatturato pari al 22% nel 2015 (ultimi dati rilevati). La cosmetica è seconda con il 18%, davanti alla Gioielleria, ai Vini, e al Calzaturiero. E il tasso di crescita è del 5,05%.
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Si immagini che nel 2016 sul mercato dei cosmetici nel mondo sono stati lanciati 146 mila referenze (+16% rispetto al 2015), di cui 92 mila erano nuovi prodotti in assoluto. L’Europa è il contesto più dinamico, infatti concentra metà dei lanci mondiali. Seguono Asia, America Latina, poi America del Nord, Medioriente e Africa. Tra le altre cose Rossello ci dà i numeri della cosmetica in Italia e nel mondo. Ecco alcuni tra i dati più suggestivi : 205 è il valore globale della cosmetica nel 2016 in miliardi di euro (+4%);. +8,4% è la crescita del make-up: a oggi il segmento più dinamico; +10,0% è invece la crescita dei rossetti, lucidalabbra e prodotti per il trucco grazie alla selfie generation; Al +20,7% ammonta l’incremento delle vendite online di cosmetici nel 2016 con un peso dell’11% sul totale consumi; Mentre di 77$ è il budget di spesa media pro capite in Cina tra Millenials e Generazione Z (14-24 anni), seguono USA (37$) e Francia (35$); In Italia TALIA: 10,5 valore della cosmetica nel 2016 in miliardi di euro +5%. +10,0% crescita dei rossetti, lucidalabbra e dei prodotti per il trucco nel segmento under 25; +35,0% crescita delle vendite online di cosmetici nel 2016 con un peso del 2,3% sul totale consumi; 33$ budget di spesa media pro capite tra Millenials e Generazione Z (14-24 anni)
Dal green all’unified commerce Come ha fatto il settore cosmetico a raggiungere simili obiettivi? Le risposta che è emersa dal convegno analizzando i nuovi scenari geopolitici è duplice e piuttosto decisa ha sottolineato Rossello: a) Creando “collettivi” di grandi marche b) innovando le politiche di retail attraverso l’osservazione dei comportamenti del consumatore e asservendo le nuove tecnologie ai processi industriali e alle strategie di comunicazione. Il prodotto deve essere adeguato continuamente ai trend in atto nel mondo, per differenziarsi mediante l’introduzione di marchi di nicchia locali con potenzialità globali. E sempre discriminando per aree e costumi. Il fruitore del prodotto invece ha esigenze strutturali peculiari: la multiculturalità, l’appartenenza alla generazione Millennials o Z o Baby, gli stili di vita bio, veg sono tutti fattori che possono condizionare le scelte di produzione con esiti positivi. Per i giovani e per chi ha fretta ci sono i Make up ibridi (vale a dire skincare + make-up).; Per salutisti e ambientalisti sono indispensabili essenze e ingredienti naturali
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e la ricerca di prodotti premium a basso costo. Inoltre nel mercato liquido attuale i consumatori sono abituati più di brand e aziende a muoversi tra molteplici canali digitali e piattaforme e a elaborare le proprie decisioni di acquisto in uno scenario caratterizzato da una complessa vastità di conversazioni e impulsi in modalità multi-device. Il multi-channel (o omni-channel) marketing consiste nell’elaborare una strategia capace di muoversi attraverso più canali per guidare gli utenti ed educarli attraverso una logica integrata e coordinata.
Mario Davalli, VP & Operations Southern Europe CEGID, ha spiegato cosa significa gestire in un contesto di realtà tanto stratificato la customer experience. Nel mercato del Beauty la digital strategy deve passare attraverso i luoghi inediti dei linguaggi prodotti dalla neoindustrializzazione. La Retail intelligence del Beauty s’interessa affettivamente al cliente per rilevare: cosa fa, se viaggia, che tipo di pelle ha etc. Il cliente di oggi è internazionale, utilizza i social, viaggia molto, è globalizzato e digitalizzato, ed è sempre con lo smartphone in mano. Ma chiede interazione con il punto vendita e il prodotto, ecco perché si vedono negozi di sport trasformati in palestre o caffetterie in luoghi di degustazione e sosta. La super personalizzazione dei prodotti, i format diversi, le nuove tecnologie che generano realtà aumentate influenzano sostanzialmente il retail, l’esperienza del consumatore alla costante ricerca di cose nuove e originali. Oggi dunque Avere una piattaforma retail CRM è indispensabile.
Mentre l’unified commerce è la nuova frontiera. In questi termini si parla di una piattaforma unica che riunisce tutti i canali (brand più cliente, comunicazione) in un unico punto di osservazione. Il 75% dei retailer stanno pianificando una strategia di unified commerce per eccellere nel retail, Erbolario per esempio ha riunito in unico asset Retail-Mobile-eCommerce per gestire la totalità delle operazioni. Infine il 70% dei retailer supportano i venditori per creare le cerimonie di accoglienza del cliente, fornire un’esperienza di acquisto nuova, inedita. Un esempio di successo di sinergie e strategie applicate ai segmenti lusso
maggiormente negli ultimi 2 anni grazie anche a 2500 ricercatori cui è affidata la produzione skincare orientata al naturale, che si sa è molto di moda. Serafini ci sorprende attualizzando la vecchia parola d’ordine “desiderio”, intorno alla quale tutto sembra ancora ruotare nel mondo del lusso. Secondo la sua filosofia al lusso si accede attraverso il desiderio di apparire che sottende influenze educazionali e pedagogiche. Ha poi spiegato che L’Oreal lancerà nel 2018 tre marchi tutti all’insegna dell’ibridazione tra profumeria e skincare. Uno di questi si distinguerà per la ricercatissima essenza di bergamotto, un agrume che cresce solo in Calabria. Un elemento vincente per catturare il consumatore stabilendo un’affinità valoriale.
Il travel retail è la chiave per il settore beauty
e prestige ce lo fornisce Roberto Serafini Managing Director di L’Oreal, che gestisce il canale lusso di Armani, chiudendo nel 2016 con un fatturato di 26 miliardi di euro. Fragranze Femminili (4 tipologie) è il suo prodotto di punta e la profumeria è in generale il canale cresciuto
Sul tema dell’innovazione nella cosmetica si è espresso anche Gian Luca Toniolo Global Travel Retail Managing Director & Amministratore Delegato Italia presso LVMH Perfumes & Cosmetics di Louis Vuitton). In fatto di profumi e cosmetici la divisione è appunto leader mondiale. Si pensi che nel 2016 ben il 13-14% del fatturato globale è derivato dal settore profumeria, per 4-5 miliardi di euro e che quest’anno ha acquisito Bvlgari. In termini di posizionamento la parola d’ordine del leader è “viaggio”. Chi viaggia spende l’85% del budget in cosmetica. Poi c’è il “sogno” che assurge a trait
d’union dei termini brand e beauty, fashion che definiscono il concetto di lusso, oggi a portata di mano anche online. Il 38% delle vendite Louis Vuitton è legato alla profumeria: incubatore di 11 Maisons-Brand, e i mercati più interessanti sono l’Asia (50% volume affari cosmetica) in particolare Cina (crescita del 23%) e Corea (che per i cinesi è il punto di arrivo). Anche Toniolo è concorde sull’importanza di donare un’esperienza al cliente attraverso il prodotto, e a chi gli chiede se l’uso del testimonialcelebrity offuschi il prodotto, spiega che la celebrity serve a far fare il primo acquisto (è la strategia di chi vuol fare grandi numeri, volume) ma poi contano di più i valori che si trasmettono e l’empatia che ne consegue. Nel Beauty l’esperienza di shopping conta più di tutto e anche se l’azienda investe molto sull’online, Toniolo si è dichiarato grande fan del punto vendita.
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Luoghi che raccontano
Intramontabile ricerca e sviluppo Rispetto a quanto sostenuto sino a ora a proposito dell’innovazione. c’è chi come Sisley, in controtendenza, costruisce le sue strategie sul tempo, sulla storia, sul classico. E vince, potendo contare sempre sui suoi 30 prodotti best seller. L’Amministratore delegato di Sisley Giancarlo Zinesi punterebbe tutto esperienza e pacatezza. Ci parla di green, di qualità, di come in alcuni casi valga la pena impiegare anche dieci anni di ricerca per mettere a punto un prodotto che poi conquisterà fama ed eternità. E 3 anni di collaudo per vedere se funziona, se ha successo. Una novità di prodotto vale il 15% del fatturato. La sua azienda infatti al marketing predilige la ricerca quindi l’utilizzo di piante e oli essenziali, e una lavorazione quasi artigianale delle materie prime. Etica del lavoro e strategie di lungo periodo dunque. Durante il convegno Zinesi si è abbandonato a qualche memoria e
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riflessione: “Il mercato cambia nel 2000. Prima la profumeria, intesa come negozio, aveva un titolare che vendeva grazie alla sua autorevolezza. Oggi non è più così: il prezzo ha molta importanza, il cliente punta a risparmiare. Ma la profumeria deve continuare a garantire qualità e sicurezza. Anche la clientela è cambiata, non si accontenta più di un consiglio generico. Il consumatore si informa e in particolare il cliente Sisley è socialmente medio-elevato. Fondamentale è allora la credibilità del personale all’interno del punto vendita e la sua formazione. Tra l’altro Zinesi è convinto che sia proprio la sensibilità verso temi ecologici ad aver aiutato il brand. Non a caso i giovani sono stati sedotti grazie a cambiamenti ad hoc introdotti nel make up di alcune linee altrimenti molto classiche ma rinnovate. In questo campo lo skincare resta il prodotto di punta. Nei prossimi 3 anni Sisley con Douglas make up e cosmesi potrebbe avere più di 600 punti vendita nel mondo con una filosofia strategica che si potrà riassumere attraverso le seguenti linee guida: massima specializzazione e differenziazione, innovazione, qualità alta, prezzi adeguati, passione. Il tutto con l’auspicio che anche il cliente si innovi.
Nel retail ci sono location prestigiose, luoghi permanenti o suggestivi di esposizione e percorsi esperienziali che diventano preziose occasioni per promuovere l’oggetto di lusso. Giorgia Martone di ICR Cosmetics ha da qualche anno trasformato la ex fabbrica di famiglia Marvin in un hotel molto speciale. Il Magna Pars Suites Milano sorge dalle ceneri della storica azienda farmaceutica e cosmetica, operativa dagli anni Quaranta. Il marchio ICR, leader per i profumi made in Italy, è nato negli anni Settanta per identificare il nuovo settore profumeria che spopolerà negli anni Novanta. In breve questa è la storia di un luogo e di un marchio metamorfico che nella fashion design zona via Tortona di Milano da spazio per eventi diventa l’antesignano dell’Hotel Parfume luogo in cui si fa esperienza nell”impiego diretto del profumo attraverso le stanze e i cibi. Presente anche una sorta di laboratorio con prodotti a marchio vintage, Marvin, che gli ospiti possono visitare. La customer experience è in tutti i settori Parfume Factory per vedere il processo creativo del profumo attraverso un percorso sensoriale. Tra le mura dell’hotel Magna Pars si possono respirare ben 39 fragranze create opportunamente, una per ogni suite. Chi sono i clienti dell’Hotel? Tanti italiani, svizzeri, francesi. Punto d’incontro per nasi diversi. Qui tutto è reale, estremamente fisico, persino internet torna a essere un semplice mezzo di comunicazione che non svela troppo dell’Hotel Parfume per non rovinare la sorpresa agli ospiti e per garantire loro una vera esperienza non preconcetta. In questo caso il punto più alto del Testing and customer experience forse è stato raggiunto.
Al Magna Pars suite Hotel a perfum, elemento di distinzione per ciascuna delle 39 Suites sono le 39 Essenze ricercate, preziosamente sviluppate ed ispirate alle 39 fragranti note olfattive.
Straordinaria la forza evocativa delle 39 Fragranze d’Ambiente che compongono la Libreria Olfattiva dell’hotel Magna Pars e di cui ogni Suite rappresenta un prezioso ed emozionante volume olfattivo, fusione tra Natura e Cultura del Profumo. Le Suites sono distribuite nei piani a seconda dell’altezza dell’arbusto che rappresentano.
Sembra d’accordo Laura Campodonico di Cosmoprof Profumeria e Cosmetica, la fiera bolognese che punta a riportare il cliente in profumeria mediante allestimenti di ambiente espositivo che sembrano una galleria d’arte. Ben vengano certo le nuove tecnologie: per la fiera esiste un’avveniristica
piattaforma virtuale che consente al visitatore di prendere appuntamenti prima ancora di arrivare, e all’espositore di configurare il proprio spazio all’interno del padiglione. Ma sarà forse perché non c’è niente di più connesso al corpo del Beauty che alla fine fa sembrare che il vero
leitmotiv di questo tempo sia la tanta voglia di esserci, di socializzare e recuperare relazioni materiche. Da Cosmoprof ci avvertono: occhio alla cosmetica multiculturale, al biorganic, al trend vegano. Oramai il vero lusso è la Natura.
Diciannove le Suites dedicate ad arbusti fioriti come Gardenia, Gelsomino, Neroli e Magnolia. Nove le Suites ispirate ai legni come Vetiver,Sandalo e Patchouli. Undici le Suites dedicate ad alberi da frutto come il Nespolo, il Ciliegio ed il Fico.
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SHOP FITTING
Il Perfumery che cresce in viaggio e “per regalo”
di Barnaba Barattieri
I CASI DI MAVIVE E DI AELIA DUTY FREE SHOP DI LAGARDERE TESTIMONIANO LA PRESENZA DI INVESTIMENTI IN STORE E DELLE TENDENZE ESPRESSE NEI REPORT DI COSMETICA ITALIA, ASSOCIAZIONE DI RIFERMENTO DEL SETTORE FARMACIA
PROFUMERIA
GDO, altri canali
di cui Super-iper
TOTALE
PROFUMERIA ALCOLICA
11,8 2,1
808,1 1,4
244,2 5,5
18,0 -7,5
1064 2,5
Acque di toeletta e profumi femminili
11,2 2,1
510,8 1,5
139,9 5,8
8,0 -6,1
661,8 2,4
Acque di toeletta e profumi maschili
0,6 1,9
297,4 1,3
104,4 5,0
9,2 -8,7
402,4 2,2
Rispetto al 2016 il mercato italiano del perfumery è in crescita e vale il 12% del comparto della cosmetica laddove la categoria dominante dei prodotti per la cura del corpo presenta il 16% dello share di vendita nella filiera. I dati sono stati ufficializzati a Cosmoprof in marzo, con la presentazione della ricerca di Cosmetica Italia, l’associazione di riferimento della cosmetica che nell’ultimo settennio ha sempre stilato un beauty-report annuale. Nello specifico, il segmento della profumeria alcolica nell’ultimo anno è cresciuto di oltre 1.064 milioni di euro grazie all’andamento positivo delle fragranze femminili (661,8 mio di euro) e maschili (402,6 mio di euro)che tra l’altro crescono rispettivamente con il +2,4% e il +2,2% rispetto al 2015,. Decisive le nuove dinamiche commerciali espresse dal primo canale di vendita, ossia quello relativo alle profumerie, anch’esso in positivo del 1,4% rispetto al 2015. Nella stessa misura sono significative le politiche di distribuzione delle catene specializzate che del totale rappresentano uno share di oltre 140 milioni di euro, +5,5% rispetto al 2015.
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Le profumerie sono dunque il canale elettivo del perfumery in termini di fatturato, tanto che lo scorso anno sono stati realizzati ricavi complessivi per 808,1 mio di € (+2,1% sul 2015). Ben lontani gli altri canali: la GDO 244 mio di € (+1,4 su 2015) di cui gli ipermercati 18 mio di € (-7,4% su 2015) e poi le farmacie con 11,2 mio di € (+2,1% su 2015).
LA COSMETICA IN STORE CANALI DI VENDITA
NUM. AZIENDE
Imprese B2B
1.250
Farmacie e Para.
21.000
Profumerie
5.000
Acconciatori
73.000
Centri estetici
18.000
Erboristerie
5.000
Risultano in flessione i rendimenti dei prodotti per l’igiene corporea tipicamente vicini al perfumery con un ammontare del -1,1% rispetto al 2015 (bagni doccia, igiene intima saponi, talchi eccetera). E, sempre in decremento del 1,7% risultano alcune linee merceologiche
COMPOSIZIONE DEL MERCATO COSMETICO 2016
della linea maschile (prodotti da barba in generale). Profumeria a parte, nel 2016 la crescita più significativa tra i segmenti della cosmetica è costituita da rossetti e lucidalabbra (+8,5%), seguita dai fondotinta e creme colorate (+5%) e, pur in misura inferiore a valore, da delineatori e matite (+5%). Le dinamiche di mercato appena descritte si sono sviluppate in un contesto in cui la filiera della cosmetica ha superato i 15 mld di euro nel 2016 (+5,5 su 2015) se si considera l’industria nel suo complesso includendo quindi materie prime, macchinari e imballaggi, laddove il sell out è stato di 9,8 mld di € circa e il fatturato generato dall’export nella filiera e nelle vendite ammonta a più del 40%. Al momento la ricerca di Cosmetica Italia individua come fattori chiave per la crescita, lo sviluppo delle seguenti criticità:
A) recupero degli imballaggi
PESO DEI CANALI DI DISTRIBUZIONE NEL 2015
B) lotti di basse quantità, ne consegue difficoltà di pianificazione C) la frammentazione della distribuzione D) investimenti in innovazione legati alla flessibilità degli impianti E) gestione di ordini crescenti. È evidente che si tratta di un comparto anticiclico in tutte le sue componenti merceologiche: per esempio il make up come la profumeria è in crescita. In questa fase è bene notare che il comparto è in salute in virtù della credibilità garantita dal made in Italy all’estero, come anche nel nostro stesso Paese, in cui sono evidenti e tradizionali il culto della cura della persona e della bellezza.
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MAVIVE
Mavive, l’esposizione per la ricorrenza di Barnaba Barattieri
Il commercio della profumeria per tradizione è sempre andato a braccetto con la propensione alla regalistica. E con l’avvento della multicanalità questo concetto trova terreno fertile in nuovi diversi scenari. A spiegare queste nuove dinamiche Mattia De Franceschi, Trade Marketing Manager di Mavive. «In questo settore le festività e le ricorrenze tradizionali, come in primis il Natale, hanno un peso importante. Per questo è opportuno operare in seguito a una precisa calendarizzazione, con la finalità di creare iniziative promozionali adattate a ogni specifica occasione». Al di là della stagionalità, momenti clou per la profumeria possono essere per esempio la festa del papà o della mamma e, in chiave più moderna, anche fasi di picco commerciale come il black friday o il cyber monday. Tuttavia il segmento si presenta più evoluto e complesso di quanto non si creda: «Una seconda leva di marketing piuttosto nuova e determinante nel nostro settore - dice De Franceschi - è la capacità di accostare determinate note olfattive a specifici eventi o stagioni». Siamo nel campo della cultura dell’essenza e del profumo. Infatti la componente di educazione al prodotto sta assumendo un’importanza sempre maggiore, per ora soprattutto sul canale fashion e lusso, ma non è escluso che questa propensione alla conoscenza più approfondita delle merceologie da parte del consumatore, si sviluppi anche in canali di massa.
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«Altri meccanismi interessanti per il marketing della profumeria – continua il manager- sono caratterizzati dalla differenziazione che si ottiene attraverso il design dell’esposizione per garantire al consumatore un’esperienza di shopping più significativa». Un concetto ancor più valido se si ragiona in un’ottica di multicanalità dove l’e-commerce che per alcuni sembra sottrarre vendite al canale fisico, è in realtà parte integrante di esso, o ancor più, un meccanismo attraverso cui di fatto si può indirizzare il consumatore all’esperienza di acquisto in store. Con queste premesse è interessante mettere in evidenza che, sebbene non sia ancora di livello core per il mondo della profumeria, il travel è un ambito ormai da non trascurare in prospettiva futura. In questo senso si pensi che in aeroporti come quello Roma Fiumicino e Milano Malpensa nel solo mese di Marzo 2017 sono stati totalizzati rispettivamente oltre 3 e 1,5 mio di passeggeri in un solo mese: «Le prospettive di ampliamento della multicanalità si ravvisano soprattutto in ambito travel –dice De Franceschiquindi in luoghi come gli aeroporti o le navi da crociera in cui si trovano spazi dedicati ai duty free shop». Il coordinamento degli allestimenti e buona parte del category management in questo caso sono ad appannaggio del retailer secondo piani di distribuzione degli spazi e layout al quale di norma l’industria di marca si deve adattare. Come nei casi gestiti da Mavive a livello
worldwide in relazione alla fragranza The Merchant of Venice e dei corner allestiti negli aeroporti di Venezia e di Mosca. Nonché del frangrance bar presso Starboard Cruise Services sulla nave Costa Diadema. Pioneristici per il segmento perfumery sono poi da considerare canali quali retail pharma ed erboristerie: «Qui –dice De Franceschi-a nostro avviso è importante operare con prodotti che abbiano elementi affini allo stesso canale, in modo da richiamare per esempio la naturalità collegata con il target della farmacia».
È questo il caso di 47/11 un prodotto adatto al canale erboristerie e presente quando sono stati sperimentati angoli-profumeria all’interno di farmacie particolarmente votate al beauty. Diversamente accade sul canale GDO in cui, al di la di ogni mera caratterizzazione del prodotto e delle ambientazioni, occorre far incontrare il posizionamento di prezzo del mass market con i meccanismi del lusso e del fashion:canali nei quali le logiche di banalizzazione della merceologia non sono contemplate.
Un corner di Mavive, azienda veneziana del segmento perfumery con fatturato di oltre 30 mio di € (oltre 50 se si considera anche il livello wholesale), la cui attività si sviluppa sul mercato italiano (60%) ed estero (40%). Nel 2016 ha chiuso l’esercizio con un incremento dei ricavi pari al 15% sull’anno precedente.
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Uno spazio per il bellessere ESSENCE
MAKE UP
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A dicembre il gruppo francese Lagardere ha presentato il nuovo concept di Aelia duty free shop aperto presso l’avancorpo del Terminal 3 di Fiumicino, su una superficie di 1.800 mq, all’interno dei 10.000 mq di un’area d’imbarco Extra-Shengen denominata Molo E. Circa 700 metri quadrati di questa area sono dedicati al segmento profumeria. Il lay out di questo spazio è ripartito tra 3 principali segmenti: area fragranze (450 mq), area make up (180 mq) e area skin care (70 mq). Complessivamente una trentina di brand di caratura internazionale hanno collaborato all’allestimento dello spazio fornendo le strutture espositive personalizzate: corner wall, unit e shop in shop. Un’altra sessantina di marchi invece espongono i loro prodotti nelle strutture espositive messe a disposizione da Lagardere. Nel mondo sono circa 300 gli spazi di questo tipo presenti nel segmento travel retail (aeroporti) e le relazioni tra i duty free e i singoli brand vengono gestite direttamente dal quartier generale Lagardere a Parigi. Nelle pagine successive proponiamo una carrellata fotografica dello spazio dedicato alla cosmetica e alla profumeria di Aelia Duty free shop presente nella principale aerostazione della capitale italiana.
“Gift sampling” per il lusso
I corner nelle immagini si trovano nell’area Duty free shop Aelia in carico al concessionario Lagardere titolare dell’insegna Aelia. È piuttosto importante segnalare che molti clienti tra quelli che si imbarcano al Molo E dell’aeroporto transitano per questa area. La forma di engagement utilizzata per promuovere le referenze di alto posizionamento in esposizione è il sampling di lusso, per cui ai transitanti vengono proposte prove di prodotto sotto forma di gift. L’operazione avviene molto spesso presso le casse durante il pagamento di acquisti effettuati oppure in prossimità dei corner anche in assenza di acquisti. La prova di solito induce i clienti che ricevono il presente a pensare a un regalo per i propri cari o per motivi professionali. È questa una forma di upselling particolarmente efficace nel canale lusso.
SKIN CARE 25 italia Display èMagazine
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BASEL WORLD
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SHOP FITTING
di Marco Oltrona Visconti
BASELWORLD secondo Pac Team
Dedicata all’orologeria e alla gioielleria, la fiera svizzera è un punto di riferimento globale per collaudare l’immagine e i gusti espositivi nel mondo del lusso. Nella sua veste di azienda allestitrice, quest’anno Pac Team è stata chiamata alla progettazione e la realizzazione di 17 stand. Tra ampliamenti e cambi di nome, compie formalmente 100 anni la fiera del cosiddetto watchmaking e del Jewellery. Correva infatti l’anno 1917 quando la Schweizer Mustermesse Basel, la fiera campionaria della città delle tre frontiere, dedicò una sezione a questi due segmentiche, non solamente nell’immaginario comune, rappresentano quanto di meglio ha espresso la tradizione manifatturiera Svizzera. Nel ’31 alla Schweizer Uhrenmesse fu dedicato a un intero padiglione, ma solamente nel 1972 quel mondo fatto di ingegneristici meccanismi dall’allure esoterica si aprìal resto d’Europa invitando all’esibizione anche produttori francesi, inglesi, italiani e tedeschi. Come per misurare gli anni che passavano dal 1983 la fiera dell’orologio iniziò a chiamarsi con il nome della città accostando a esso l’anno di svolgimento: così fu Basel ’83. Fino al 2003, anno in cuil’evento è stato denominato Baselworld, The Watch and Jewellery Show,dopo un importante ampliamento strutturale condotto dallo studio di architettura Herzog & de Meuron che ha portato alla creazione della Hall 1, uno spazio espositivo con una piazza coperta in cui a fine giornata gli operatori si ritrovano per un grande aperitivo mondano con musica a tutto volume. La manifestazione si è sempre svolta in primavera e in questi ultimi anni nonostante l’anticiclicità globale ha registrato la presenza di oltre 2.000 espositori, di circa 150.000 visitatori e di altrettanti metri quadrati di estensione. «A Basilea tutto ruota intorno alla presentazione di meccanismi e modelli sui quali i brand dell’orologeria investono anni di ricerche. Di grande importanza sono anche gli orologi-gioielloproposti in tirature limitate di poche decine di pezzi».
Azienda globale
A spiegarlo è l’architetto Riccardo Angotti, Sales & Marketing Manager di Pac Team Expo. La società svizzera con sede a Torino nell’aultima edizione di BaselWorld ha curato l’allestimento fieristico per 17 brand. Qualche domanda al manager è d’uopo.
Gruppo Pac Team ha stabilito la divisione PT Expo a Torino installando la sede del sito produttivo in uno stabilimento di 14 mila metri quadrati, 40 dipendenti a tempo pieno e la possibilità di gestire fino a 130 persone nei periodi di massima produzione. Un vero e proprio hub in cui i processi creativi, produttivi e logistici sono tutti interni e versati a tutti i segmenti del design per il retail e per gli allestimenti fieristici. «Per quanto riguarda gli allestimenti fieristici e museali - conferma il Sales and Marketing Manager di Pac Team Expo, Riccardo Angotti - Pac Team ha scelto Torino come sede principale, ma gode anche del supporto della sede di Senago alle porte di Milano». L’Headquarter è in Svizzera mentre in Asia e America vengono gestiti gli altri siti produttivi per servire altre regioni. “In generale - conclude Angotti - abbiamo individuato le opportunità di crescita più interessanti in segmenti quali gli allestimenti per il retail, lo shop in shop, gli aeroporti e gli hotel”.
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Quale lo stato di salute generale del mercato del watchmaking? Dopo gli eccessi della bolla speculativa del 2008 il comparto si è ridimensionato in tutti i suoi livelli e soprattutto nell’ambito delle licenze. Certo è che il lusso e i preziosi vivono secondo dinamiche diverse dai prodotti di massa risentendo un po’ meno dei periodi di anticiclicità. Questo benché già di per se l’orologio abbia un tasso di sostituzione molto più lento, per esempio, dei comparti del profumo o del fashion. In generale Baselword rimane l’evento di riferimento globale in cui tutti i player testano le novità di prodotto e di immagine coordinata. In questo ambito i gruppi come Swatch - che gestisce oltre trenta marchi tra i cui Longines e Tissot - assieme marchi
storici come Patek Philippe, Chopard e Rolex - determinano le tendenze dell’alto posizionamento anno dopo anno. Dal 2009, Richemont-che gestisce i brand Jaeger Le Coutre, Vacheron Constantin, IWC Schaffhausen, Panerai e Montblanc - insieme ad altri attori quali Cartier e Ulysse Nardin ha creato a Ginevra un secondo evento il SIHH - Salon International de Haute Orologerie - aperto solamente agli operatori professionali. Nel mercato in generale le “regole della partita” sono comunque stabilite soprattutto dalle aziende svizzere e in special modo dai produttori. Attualmente le società leader nella produzione di meccanismi e movimenti sono ETA SA, grazie a due secoli di esperienza, e Ronda Time Center SA.
Tornando a Basilea, quali sono i vantaggi di partecipare a questa grande fiera? Per molti Basilea è il campo per testare i nuovi prodotti e i format allestitivi al fine di valutare se nell’arco dell’anno potranno essere idonei per essere declinati sul canale retail. Per brand quali Chopard Rolex, Zenith è quasi sempre così. Il target di questa sperimentazione è di solito la rete di vendita. E chi non ha una nuova immagine da proporre, partecipa a questa fiera per consolidare la cosiddetta identità di marca. Gli stand sono di fatto enormi boutique che possono essere paragonate a veri e propri flagship store in virtù altissimi investimenti.
Tra gli stand realizzati da Pac Team per BaselWorld quello di Citizen. La tenda dorata all’ingresso è costituita da meccanismi immersi in una placcatura d’oro.
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Gruppo Pac Team come interprete dell’immagine di marca deve tener conto della coerenza con gli altri canali. Il visual book è uno strumento molto utilizzato? Si, ma quello che cambia in continuazione è l’advertising o meglio l’immagine emozionale che accompagna il prodotto. Poi bisogna tenere presente che ogni brand ha i suoi codici di comunicazione legati al suo heritage, a livello di colorimetria e di materiali. Un altro tema molto importante sono le grandi competizioni sportive: polo, golf, vela, formula 1, equitazione e tennis. Anche in questo caso è necessario armonizzare l’immagine ai mood e agli stili dei vari sport. Poi a livello funzionale l’orologeria vi si accosta per sponsorizzare le attività di cronometraggio e misurazione degli score delle prestazioni. Quali sono le tendenze espositive? Non ci sono regole in quanto il lusso non segue le mode, anzi le determina attraverso un altissimo livello di customizzazione. Si pensi che ogni marchio può decidere di posizionare l’orologio in una vetrina o sopra uno scaffale in maniera diversa: steso su un piano, appeso, oppure con una lente a specchio sulla cassa per farlo vedere dal basso. Insomma tutto dipende dal risalto che si vuole dare ai particolari di ogni modello. Per quanto riguarda i materiali espositivi bisogna dire che più si sale di livello, più semplice sarà l’allestimento, ma con una scelta di materie prime molto costose e rifiniture molto sofisticate e mai ostentate. Così si mantiene una certa eleganza formale. Va da se che più si scende di livello, maggiore sarà invece la spettacolarizzazione. Poi se l’orologio è molto tecnologico, non necessariamente digitale, si cercherà di supportare e corredare la vetrina o l’esposizione con particolari accessori tecnicamente rilevanti.
Un’opinione da professionista del retail design. Cosa è veramente determinante per la buona riuscita di un progetto di allestimento dedicato all’orologeria? Direi la luce che definirei anch’essa un materiale a tutti gli effetti. Una volta serviva solamente a creare un’ambientazione di fondo, oggi è fondamentale per realizzare un’immagine codificata con precisione. Quando l’orologio è veramente prezioso l’illuminotecnica garantisce risalto ai pregi. Per esempio, mettendo in evidenza all’estremo le pietre preziose o i metalli impiegati. È anche vero che qualche volta il prodotto può essere leggermente occultato in modo che il cliente possa solamente intravederlo, così da suscitare la curiosità di indossarlo. Detto ciò in generale possiamo sostenere che il lusso non ha ne regole ne standard, bensì una grossa componente di soggettività e questo si riflette negli allestimenti.
Sempre di Pac Team il progetto e l’esecuzione dello spazio Jacob&Co il brand del mitico Jacob Arabo detto “Jacob il gioielliere” noto per il suo gusto nel disegnare gioielli e orologi di lusso…
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POP REVIEW
di Marco Oltrona Visconti
HUBLOT movimento di prestigio
Per il lancio dei modelli Big Bang, Classic Fusion, Spirit of Big Bang caratterizzati da materie prime fuori dal comune il marchio svizzero ha impiegato un elegante totem con una sofisticatissima tecnologia per la sicurezza Carbonio, Zirconio Tantalio, Ceramica, ossia materie prime non convenzionali ne tipiche per la produzione di un orologio. A impiegarli in combinazione con pietre preziose e con i più classici oro e acciaio, ci ha pensato Hublot, o meglio, il suo Presidente Jean-Claude Biver insieme al CEO Riccardo Guadalupe. Continuano una tradizione iniziata dal fondatore Carlo Crocco, ora ritiratosi. Nel 2012 i due top manager hanno introdotto sul mercato del watchmaking una nuova lega il Magic Gold che supera l’oro nelle proprietà legate alla resistenza. Questo corso di ricerca, altalenante tra l’innovazione e tradizione, tra le altre cose è andato avanti tanto che nel 2005 è stato espresso concretamente nel modello Big Bang un elegante cronografo pluripremiato per la capacità di rivoluzionare degli schemi dell’orologeria:“Design Prize” al “Geneva Watchmaking Grand Prix” nel 2005, poi lo “Sports Watch Prize” al “Watch of the Year” in Giappone, e ancora il premio “Best Oversized Watch” al “Watch of the Year” in Bahrain. Un successo anche commerciale. Già nel 2004 le vendite di questo orologio arrivarono infatti a toccare i 24 milioni di franchi e a fine 2006 si sfiorarono i 100 milioni di franchi svizzeri. E poi l’anno scorso dal cilindro è spuntato un altro coniglio, a scrivere una nuova pagina nella propria storia dell’orologeria. Il riferimento è al know-how sviluppato in relazione al trattamento dello
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zaffiro, e alla capacità di lavorarlo al di là delle serie a bassissima tiratura: sono solamente 500 gli esemplari che numericamente caratterizzano il modello Big Bang Unico Sapphire lanciato appunto nel 2016. Come è noto lo zaffiro è una delle pietre preziose più complesse, la più resistente ai graffi e la più cristallina che esista. Carrure, lunetta e fondo della cassa di questo orologio esibiscono dunque una totale trasparenza contrastando con i numerosi particolari distintivi: lancetta rossa e cinturino in caucciù. Tutte le novità di questo modello sono state lanciate a BaselWorld 2017 con i nuovi o rinnovati modelli delle serie Classic Fusion e Spirit of Big Bang.
Big Bang Unico Magic Sapphire, un orologio in edizione limitata pari a 500 esemplari. È dotato di parti in zaffiro
Fusion case Display: l’orologio si vede e non si vede Se si volesse descrivere con poche parole il nuovo stupefacente totem espositivo di Hublot, la frase giusta sarebbe “guardare ma non toccare”. In pratica i totem montano alcuni sensori attorno ai fermi per l’esibizione dei lussuosi orologi di Hublot che sono disponibili senza alcuna teca o vetrina per l’osservazione ravvicinata. Tuttavia nel momento in cui si cerca di afferrare o anche solamente toccare il prodotto, questo viene automaticamente ritratto in 1/10 di secondo all’interno della struttura blindata. Questo meccanismo di protezione può essere installato a parete su un floor stand. Di fatto i sensori che lo attivano reagiscono alle vibrazioni. E comunque il meccanismo di antitaccheggio Security C-Ring garantisce un ancoraggio solido e sicuro, del cinturino, all’imprendibile basetta. Il sistema espositivo alloggia anche Swipe, un dispositivo digitale
interattivo, che tramite il passaggio della mano sopra altri due sensori proietta le info di prodotto sul monitor di supporto. Nel complesso Fusion Case Display è un mix di design, tecnologia e sicurezza essendo costituito da vetro «espion» (temperato e con pellicola protettiva), lamiera in acciaio a specchio e struttura con tubi di acciaio, tutti materiali che il costruttore, lo studio Dietlin Artisans ha assemblato per andare incontro alle esigenze di esposizione fieristica di Hublot. È questa la destinazione d’uso del materiale espositivo in questione, ma non è escluso possa essere utilizzato in occasione degli eventi sportivi che Hublot sponsorizza, tra presente e recente passato: dalla formula 1 come sponsor ufficiale, allo sci passando per il calcio (Juventus Manchester United e Diego Armando Maradona) e la vela. Il materiale si presterebbe senza problemi di sorta anche all’ambito
Il Fusion Case display. Consente di osservare l’orologio da distanza molto ravvicinata, ma nel momento in cui l’astante dovesse prova a toccare il prodotto un meccanismo di antitaccheggio lo ritrae al suo interno. Le due foto raffigurano i due momenti: in modalita espositiva e a prodotto ritratto.
del canale retail che dal 2011 conta più di 600 concessionari e decine di boutique. Tra cui quelle monomarca aperte in Italia nel 2017, a Capri e Porto Cervo. Due negozi dai codici marinari, con allestimenti ad hoc, i cui materiali e colori evocano le spiagge delle due località, oggi tra le più celebri destinazioni turistiche al mondo. All’interno si possono ammirare anche le edizioni limitate speciali e le referenze boutique only.
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Tissot watchmaking in store
Le boutique Tissot raccontano le caratteristiche di alcuni orologi attraverso gli arredi. All’interno una postazione e watchmaking, un servizio quasi scomparso. Riprende fedelmente il format visto a Basilea l’unica boutique italiana di uno dei più antichi marchi dell’orologeria europea. Posizionata al numero 5 di Corso Vittorio Emanuele sullo sfondo di Piazza Duomo a Milano, è di fatto il flagship store italiano della casa orologiera svizzera e di fatto il punto di riferimento per tutti i 700 negozi concessionari della licenza di distribuzione italiana. Un particolare ricorrente nella maggior parte delle boutique progettate dallo studio La Cellula che fa capo all’architetto di Ottavio Chio di Bari è la vetrina cassaforte che riprende la forma di cassa dell’orologio T-Touch Expert Solar. Un prodotto in evidenza per essere stato il primo orologio ad avere il sistema touch screen tipico di cellulari tablet e pc, seppure conservi l’aspetto di un sistema analogico. La boutique misura 120 mq, suddivisi su due piani, i quali offrono superfici espositive che permettono di estendere la scelta tra le linee sportive, classiche, femminili e tecnologiche del Brand, per andare incontro a una richiesta in
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costante crescita da parte dei clienti. Al piano terra, l’esposizione delle nuove collezioni si sposa con il design all’avanguardia della location che, proseguendo nel suo percorso, lascia spazio a un ambiente più vintage, a un viaggio nel passato per riscoprire le origini del marchio che risalgono al 1853 e si riferiscono all’attività della famiglia Tissot e alla località di Le Locle, storica sede del marchio, Oggi di proprietà di The Swatch Group dal 1998, nella sede milanese Tissot si prende cura dei propri clienti non solo accompagnandoli nella scelta dei propri prodotti ma riservando loro anche una speciale assistenza post-vendita. Al primo piano dello store è possibile infatti usufruire di un esclusivo servizio di customer service che, attraverso una postazione watchmaker, è in grado di garantire la massima qualità negli interventi di manutenzione, frutto delle sapienti doti artigianali della tradizione svizzera. Lo spazio è inoltre dotato di un’ampia e comoda Vip lounge destinata a eventi e allestimenti speciali.
Longines cavalca il mercato
La giostra, ossia The equestrian collection Carousel Longines. Ha varie versioni ed è sempre laccata per riprendere alcune caratteristiche degli orologi. Nella versione per expo ha misure inferiori e mostra i prodotti all`interno di eleganti sfere di cristallo.
Il marchio svizzero della clessidra alata rinsalda il suo legame con l’equitazione attraverso la linea The Equestrian Collection cui è dedicata anche la giostra simbolo di questo antico connubio. Ha infatti più di un secolo il rapporto tra Longines e gli sport da equitazione che oggi vede il marchio fondato nel 1932 (all’epoca denominato ancora Agassiz&Compagnie) presentare una linea di orologi corredati con tutti i simboli necessari a comporre un’allegoria di questo mondo: dai modelli di segnatempo che richiamano la staffa e il ferro di cavallo alla giostra equestre che presidia importanti concorsi ippici mondiali e manifestazioni sportive. Per la maison svizzera competizioni italiane più importanti sono il CSIO Roma Piazza di Siena di Villa Borghese, il Longines Global Champions Tour di Roma nello Stadio dei Marmi e la Fieracavalli Verona, che ospita l’unica tappa italiana della coppa del mondo di salto ostacoli.
Le casse in acciaio di questi segnatempo ospitano un movimento al quarzo e tutti i modelli esistono anche in una versione tempestata di diamanti. I quadranti nero laccato lucido e in madreperla sono impreziositi da indici di diamanti, mentre ilquadrante argentato flinqué presenta dei numeri romani e il quadrante argentato soleil dei numeri arabi blu.
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Ferrari Store offre un’ampia gamma di prodotti, dall’abbigliamento e accessori ai dispositivi tecnologici, ma anche modellini di auto, giochi e altro merchandising per i tifosi della Ferrari. Gli accordi di licenza comprendono diversi marchi prestigiosi: Microsoft e Sony, gli orologi svizzeri Hublot e Movado, Puma, Tod’s, Lego e Bburago per citarne solo alcuni. Ferrari ha aperto 45 negozi in tutto il mondo, 16 gestiti direttamente e 29 in franchising: in Europa (Maranello, Milano, San Pietroburgo), Medio Oriente (Dubai e Abu Dhabi), Asia (Macao e Singapore), USA (New York, Miami e Los Angeles) e Africa (Johannesburg). Gli orologi Ferrari sono una licenza gestita da Hublot e Movado
Jacob&Co
Rolex ha presentato le sue linee di orologi a Basilea attraverso un richiamo alla barriera corallina. Uno storytelling preciso che assimila i suoi preziosi modelli alla flora e alla fauna di un “patrimonio naturalistico” che va tutelato. I materiali espositivi della vetrina della gioielleria Ronchi di Milano, riprendono il tema grazie a materiali in cui l’uso dell`Alcantara è spiccato.
Swarovski
Patek Philippe
Zenith è un marchio con oltre 150 oltreanni 150dianni storia di storia di creazioni di creazioni di meccanismi di meccanismi in house. Dalin1865 house. ha Dal ottenuto 1865 ha il riconoscimento ottenuto il riconoscimento per la precisione per ladei precisione suoi cronometri, dei suoiconcronometri, ben 2,333 con premi. benLeggendario 2,333 premi.è Leggendario El Primero - èunEl Primero - uncronografo movimento movimentoautomatico cronografoa colonna automatico integrato a colonna avviato integrato nel 1969 eavviato dotatonel di un’elevata 1969 e dotato frequenza di un’elevata di 36.000 frequenza vibrazioni di 36.000 all’ora che vibrazioni assicura all’ora che misure vicine assicura al decimo misure di secondo. vicine al In decimo generale di secondo. Zenith haIn sviluppato generaleZenith ha sviluppato oltre 600 variazioni oltre 600 di movimento variazioni diNelle movimento immaginiNelle si nota immagini una struttura si nota una struttura espositiva a piùespositiva ripiani con a più unoripiani scheletro con uno in metallo. scheletro La particolarità in metallo. Laè un particolarità mini light boxè diunappena mini light un paio box di appena centimetri un paio di spessore di centimetri di spessore
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Sportwatch
il mercato che avanza Da non confondersi con l’orologeria tradizionale di lusso e con il segmento degli smartwatch quello dello sportwatch è un mercato che gode di un grande bacino di utenza. Si immagini che in una maratona come quella di Roma nella sola gara agonistica sono coinvolti 10.000 atleti (oltre 20.000 alla 5km). In Italia il canale è costituito da circa 1.300 punti di vendita soprattutto di negozi specializzati. La tradizione di Polar Fondata nel 1977, Polar Electro inventa il primo cardiofrequenzimetro senza fili. Da allora l’azienda finnica basata ad Oulu ha sempre mantenuto la posizione di primo piano (oggi in 80 Paesi per una rete di 35.000 punti di vendita) come produttore di strumenti per la misurazione delle prestazioni sportive. Polar lavora in collaborazione con istituti sportivi e federazioni ed è riconosciuta come pioniere e leader nel campo del monitoraggio e valutazione funzionale della fisiologia umana. A spiegare le logiche di canale sul settore, la Direttrice Marketing Italia Francesca Tammaro.
Quale la stagionalità nel settore dello sportwatch? In questo settore non c’è una vera e propria stagionalità, più che altro è opportuno curare al meglio l’esposizione delle novità di prodotto al fine di metterle in evidenza durante i lanci. Nello specifico il mercato di questi prodotti riguarda soprattutto tre sport che consideriamo segmenti chiave: running, ciclismo e triathlon. Come è noto si praticano tutto l’anno. E gli appassionati di queste discipline non sono sportivi occasionali, anzi non pochi sono i professionisti rispetto ai praticanti. Non ci sono ricerche di mercato. E i dati più aggiornati arrivano dalle associazioni sportive che registranoi partecipanti durante le gare, attraverso pettorali con chip. Le rilevazioni ci dicono che 40.000 persone fanno una maratona almeno una volta per anno. Ma non tutti i runner arrivano a questo livello per cui stimiamo un numero almeno dieci volte maggiore. I ciclisti sono addirittura di più ma a un livello diverso se si pensa che la bicicletta viene usata anche per il tempo libero, per turismo. Gli smartwatch offrono il tracciamento del percorso, una funzione considerata di grande utilità in queste fasce. Il triathlon è invece una disciplina di nicchia, perciò i praticanti ambiscono all’alta gamma dell’offerta, per tanto possono essere considerati un target altospendente sempre attento alle novità e agli aggiornamenti.
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TomTom riferimento per sportwatch Tra le mission di TomTom, aiutare le persone a muoversi, a tenersi in forma e a raggiungere i propri obiettivi. Dal 2011 infatti realizza orologi per Sports e Fitness.TomTom Runner Cardio è stato il primo smartwatch dotato di GPS e di sensore cardiaco ottico. Poi integrando un lettore musicale con auricolare blue tooth gli utenti hanno iniziato a lasciare lo smartphone a casa. Fondata nel 1991 e con sede ad Amsterdam, TomTom conta 4.700 dipendenti in tutto il mondo. Intervista con Sonia Cossu Marketing manager TomTom. Quali altri prodotti sono stati lanciati di recente? A quali eventi sportivi si collega Polar per promuovere il prodotto?
Quali i materiali e gli arredi espositivi utilizzati più spesso per l’esposizione in store dei vostri prodotti? Tendenzialmente vengono forniti materiali per esporre al meglio uno o più prodotti della gamma Polar. I materiali espositivi possono essere da terra, spesso multiprodotto e con dotazione di schermo video. O da banco come piccoli espositori monoprodotto, multi prodotto e vetrinette. In generale, Polar predilige, l’installazione di materiali espositivi touch&feel, sui quali le referenze sono esposte, per favorire il contatto diretto da parte del cliente. In questo caso di grande importanza sono gli antitaccheggio e i prodotti fake ossia gli orologi a cui viene sottratta la parte di elettronica per rendere inutile il furto .
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Si presenzia principalmente agli expo delle principali manifestazioni sportive legate al mondo del running, ciclismo o triathlon e ci si concentra di volta in volta su quelle più affini ai nuovi prodotti in fase di lancio. Polar Italia ha la sua country solamente lungo lo stivale e gli eventi che consideriamo più importanti sono le Maratona di Roma e Firenze e la mezza maratona Roma-Ostia pur essendo consci che ogni domenica in Italia ci sono almeno una quindicina di maratone. Nel ciclismo la Nove colli di Cesenatico, la Maratona delle Dolomiti e la Selle Italia che poi è anche conosciuta come La Gran fondo via del sale di Cervia. In queste occasioni Polar presenzia alle manifestazioni attraverso propri stand e gazebi, allestiti con propri materiali di comunicazione ed esposizione prodotti in cui è spiccato l’uso del gonfiabile. A titolo di promozione sono coinvolti anche i nostri rivenditori che richiamano pubblico e clientela attorno ad allenamenti di gruppo. Un ambito che presenziamo sempre volentieri e che definiamo Polar live.
TomTom Touch, il primo braccialetto fitness che combina l’analisi della composizione corporea con la misurazione 24/7 dei passi, del sonno e della frequenza cardiaca, il tutto in un dispositivo da polso, una tecnologia di solito riservata ad atleti d’élite. In più misura la percentuale di massa grassa e massa magra del corpo, così da offrire un riscontro immediato dei progressi del proprio livello di forma: grazie alla connessione con lo smartphone tutte le notifiche e statistiche vengono segnalate sul dispositivo. E poi TomTom Touch Cardio al monitoraggio della frequenza cardiaca aggiunge un calcolo più preciso delle calorie bruciate e la misura la vera intensità degli sforzi.
Per gli orologi ci sono vari TomTomSpark TomTomRunner3 TomTomAdventurer tutti dotati di GPS di sistemi di esplorazione del percorso e batterie con durata di 2 settimane. Un plus. In generale si completa la gamma degli sport come running, ciclismo e nuoto, il trekking, il trailrunning, lo sci e lo snowboard. Vera novità tra quelli dedicati abbiamoTomTom Golfer 2 & Golfer 2 SE per l’analisi della prestazione golfistica e il rilevamento automatico dell’intensità del colpo. Come viene comunicato il contenuto tecnico del prodotto ambientato in store? Il nostro espositore accoglie lo spazio per poter comunicare le caratteristiche tecniche di ogni prodotto. Inoltre vi è un display touch, collegato a ogni item, che permette di avere ulteriori informazioni sulle caratteristiche tecniche. Quali materiali e arredi espositivi vengono realizzati per la promozione del prodotto. Vi sono picchi di vendita in determinati periodi? Abbiamo proposto 3 tipologie di display: una da banco, e 2 da terra. Tutti ormai praticano sport durante tutto l’anno: dalla corsa allo sci, dal nuoto alla palestra. Il braccialetto fitness invece è più adatto a chi è curioso di monitorare, oltre alle ore di sonno, la frequenza cardiaca e la composizione corporea quindi non conosce stagioni come tutti i nostri prodotti. Sono inoltre multiSport.
A quali gli eventi (sportivi, di moda eccetera) si collega TomTom per promuovere il prodotto? E con quali dinamiche? Partecipiamo a diversi eventi sul territorio, molti di questi in partnership con i clienti. Durante l’evento diamo la possibilità all’utente di provare il prodotto. Normalmente abbiamo anche una offerta commerciale legata ai giorni dell’evento. Il mobile di TomTom Il suo posizionamento è iniziato a giugno e si distingue per l’elegante legno wengè che costituisce la struttura. Complessivamente è previsto il posizionamento di 50 strutture in punti di venduta specializzati nell’elettronica di consumo. In versione completa il materiale si compone di una vetrina bifronte per stoccare i prodotti e le cover. Sulla parte scaffalata, premendo i bottoni in prossimità del prodotto, sul tablet incorporato compaiono le caratteristiche tecniche.L’assortimento è ben segmentato a livello grafico attraverso un lay out scandito da colori diversi in base alla tipologia e alla fascia di prezzo (da sinistra a destra). Qui nella foto da Media World in Viale Certosa a Milano.
Suunto lo smartwatch va in parallelo Prodotti dedicati a sport specifici vengono declinati attraverso operazioni di comarketing come nel caso di Salomon Per Suunto risponde Valentina Carmone Trade Marketing Manager Amer Sports Italia S.p.A. che distribuisce il prodotto. Quali le azioni per comunicare i prodotti in store? Attraverso personale Sport Tech Reps che provvede alla formazione instore per il canale sport channel, mentre per il watchchannel la formazione viene demandata unicamente agli agenti. Suunto Headquarter fornisce inoltre card con tutte le info tecniche che vengono utilizzate all’interno degli espositori”. Quali i materiali e gli arredi espositivi prediletti per l’esposizione sul punto di vendita? I principali espositori utilizzati nel nostro mercato sono: sport channel con Bronze Display di livello top e modular display di livello standard. Per il canale watch si utilizzano espositori da banco in mdf con cassetto estraibile. Il prodotto Suunto non è stagionale, ma esiste del pop stagionale come i roll up e i cartelli per il lancio dei nuovi prodotti.
Quali le tendenze in termini espositivi per raggiungere il consumatore? Suunto è un prodotto tecnologico che richiede la vendita assistita oltre ad una corretta esposizione nei display sopra indicati. Smartwatch e sportwatch sono prodotti che si comunicano in modalità multicanale e omnicanale? Senza dubbio la tendenza di oggi è quella dell’omni channel Suunto promuove il prodotto in eventi specifici? E con quali dinamiche? Soprattutto demo tour che legano molto spesso il test dei prodotti Salomon con quello degli orologi Suunto. Ad esempio parliamo di percorsi trail che danno l’opportunità di provare nuove calzature e, nello specifico, prodotti Suunto.
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Dal 12 al 14 di Ottobre presso Viscom a Fiera Milano Rho 5 designer e un’artista sperimenteranno nuove materie prime per la produzione di prototipi di Display dedicati all’esposizione di prodotti per il bellessere in collaborazione con
• Massimo Farinatti. Si laurea in architettura nel 1984,
con il professor Marco Zanuso, quando ancora la sua cattedra si chiamava “Progettazione artistica per l’industria”. Inizia il percorso professionale con Artemide e Cimbali in qualità di progettista industriale, poi come freelance presso studi e atelier della realtà creativa milanese. Ha insegnato presso l’International College of Design and Arts, la Camera della Moda e la Scuola Politecnica di Design, è stato coordinatore didattico presso l’International College of Design and Arts. Oggi è professore associato al Politecnico di Milano e con il prof. Francesco Schianchi tiene il corso Designer e creatività. Clienti: Albatros | Antonangeli | Cesame | Cristina Rubinetterie | Blu Bleu | Tognana Biesse | Ultravox | Vetta | Fassi Sport | Zucchetti | Kronotech | Wilux | Valera | Bossini | Hoesh | Honda | Mitsubishi | Nissan | PAA | LIDC | Novellini | Ultravox | Domino | Mauri | Armida | Yoolife | Nord Group | Canali System | Gabin
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Il Display Design è a Elementaria
• Giorgio Gurioli. Inizia la sua attività nel mondo
dell’elettronica con Motorola nel 1981. Nel 1985 fonda Méta srl società di progettazione e produzione per il tempo libero. Nel 1991 è fondatore di Syn Design srl:oggetti “simbiotici” autoprodotti (MOMA: Museum Of Modern Art di New York). Realizza nel 2002 il progetto Design extrasensoriale per Kundalini (Hara miglior oggetto di design del pianeta secondo la rivista GQ, seguono:Asana, Body, Alone). Nel 2009 Homology, the structure connecting le implicazioni dei nuovi linguaggi formali della genetica DNA-RNA ( Lampada e poltrona per Kundalini a Cosmit). Nel 2016 fondaBistrò, centro ricerca e sviluppo prodotto di SiComputer con l’intento di umanizzare i prodotti di elettronica e informatica. Alcune sue opere sono al MOMA di NY, al Denver Art Museum Permanent, al Stedelijk Museum Amsterdam. È docente di metodologie della progettazione presso ISIA di Faenza, Clienti: Aur.el, Kundalini, Naos, Acerbis international,Viceversa, SigmaTau, Giostyle, Outlook design Italia, Martini, Tonelli, Lamborghini, Cefla Group, Giovannetti collezioni, Air Liquide. Intesa SCM, Ilpo, SiComputer, Wasp, Alpi legno, Nucleus, Feedback.
• Altrodesign fondato nel 2000 da Gianluigi Landoni con R.S.
Galli svolge attività di consulenza e progettazione in vari ambiti merceologici. La progettazione a 360° è affiancata da un team di tecnici qualificati con competenze differenziate e complementari, in grado di affrontare le problematiche della moderna gestione dei processi in tutte le sue fasi e in diversi contesti, spaziando dalla progettazione di prodotto all’interior design. L’approccio al progetto si caratterizza per una grande attenzione agli aspetti formali, ai materiali, al contesto e non ultimo alle soluzione tecnologiche odierne.
Si rinnova per il terzo anno consecutivo la mostra Elementaria aperta alla sperimentazione di nuove materie prime per il design espositivo e, come recita il manifesto dell’esibizione: “Per la produzione di prototipi di materiali espositivi con la finalità di creare innovazione nel settore”.A partecipare cinque designer e un’artista pop della Galleria Deodato Arte selezionati dal board della mostra e, come aziende sponsor, altrettante aziende del mondo dei raw material che considerano la display industry e l’arredo espositivo per il retail come canali di business. Dopo le prime due edizioni i cui temi centrali erano rispettivamente l’abbigliamento e il food&beverage, quest’anno i contenuti del briefing hanno orientato i partecipanti a sviluppare prototipi legati al segmento del Bellessere, per la produzione di strutture espositive adatte alla presentazione di prodotti in profumerie, farmacie, parafarmacie, saloni di bellezza, coiffeur ossia per il retail specializzato tradizionale e la GDO; o ancora per la promozione di prodotti nel segmento hotellerie, spa e centri benessere e in impianti sportivi quali palestre per il fitness, piscine, club legati a sport specifici. Nell’area espositiva della manifestazione, insieme agli spazi dedicati ai prototipi, è prevista una material gallery per l’esibizione dei raw material innovativi, in appositi corner allestiti con la spiegazione delle loro caratteristiche. L’area misurerà complessivamente oltre cento di metri quadrati e beneficerà della vicinanza con il concorso DIVA (Display Italia Viscom Award) concorso in sei categorie (POP durevole e non, Shop fitting, Digital Signage, Packaging), nonché del traffico di Viscom italia che come fiera della comunicazione visiva accoglie ogni anno circa 17.000 visitatori professionali afferenti industria di marca e specialisti del settore. Tra gli obbiettivi di Elementaria, segnalare i prototipi realizzati agli specialisti di comunicazione in store e trade marketing, come nuovi concept espositivi. A tal proposito sulla scorta delle esperienze positive delle precedenti edizioni sarà creata una prewiew dei progetti prima dell’esibizione. Per informazioni marco@tinteunite.it
•Marco Maggioni. Nato a Diano Marina (IM), studia industrial
design all’Istituto Europeo di Design di Milano (IED). Apre un proprio studio di design nel 1991, anno in cui riceve tre segnalazioni al premio Compasso d’Oro. Ha disegnato numerosi prodotti per importanti aziende italiane ed estere con partecipazioni a mostre e fiere internazionali. Numerose le pubblicazioni dei suoi progetti. Insegna allo IED e svolge attività didattica presso Domus Academy.
•Cristian Visentin. Nasce nel 1972 a Varese, si laurea in
Architettura indirizzo Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano e frequenta un master in Industrial Design presso la Scuola Politecnica di Design (SPD) di Milano. Matura diverse esperienze lavorative in alcuni studi tra cui l’Atelier Bellini, lo Studio arch. Marco Zanuso jr e il centro ricerche e sviluppo Baleri Italia. Il suo Studio di Pavia si è specializzato nell’offrire al cliente un servizio che parte dal concept iniziale fino all’engineering, cercando di incontrare le esigenze tecniche e commerciali dell’azienda in un’ottica di innovazione e di proiezione verso il futuro. Questo approccio si è concretizzato in diversi ambiti tra cui il design del gioiello, packaging per dvd a edizione limitata, elettrodomestici grigi o bianchi e macchine industriali.
• Tomoko Nagao.Nata a Nagoya, in Giappone, nel 1976,
assimila l’eredità dei grandi Nara Yoshitomo e Takashi Murakami, fondatori e teorizzatori dello stile Superflat, per poi sviluppare un suo particolare e personale linguaggio artistico. Tanto da essere oggi considerata la più importante esponente del MicroPop e del Superflat in Italia, dove attualmente vive. Nelle sue opere Tomoko esplora, cita, rilegge l’arte classica. Contamina le più noteiconografie rinascimentali e seicentesche di grandi maestri come Leonardo da Vinci, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Velazquez, con la cultura Pop contemporanea, inserendo prodotti e marchi internazionali attraverso i quali muove una sottile, ironica e byTra le sue opere divertente critica alla società dei nostri giorni. digitali dell’artista spicca “Botticelli - The Birth of Venus with baci”, già esposta alla Gemalde Galerie di Berlino nella mostra “The Botticelli Renaissance” e nel 2016 al Victoria & Albert Museum di Londra per “Botticelli Reimagined”.
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INTERIOR
di Anna Cugini
Vedere ma non toccare... LUSSO A VISTA, MA IN SICUREZZA. LE CASSEFORTI ESPOSITIVE RAPPRESENTANO UN FILONE DELL’ALTO POSIZIONAMENTO, DEL COLLEZIONISMO E SONO ADATTE A LUOGHI MUSEALI E A LOCATION ESCLUSIVE PER NON DIRE SEGRETE. Le rare volte in cui mi è capitato di pensare alle casseforti, le ho sempre immaginate come grandi e inespugnabili armadi metallici in cui vengono custoditi preziosi gioielli o documenti riservati. Dai colori scuri senza troppi fronzoli. Una solida scatola gigante che può essere aperta solo facendo scorrere nella giusta sequenza una piccola manopola con tanti numeri attorno.
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La letteratura e il cinema regalano fantastiche suggestioni sulle casseforti. In quanti film una banda di ladri si ritrova nel caveau di una banca di fronte a una spessa porta in acciaio che custodisce milioni di dollari in lingotti d’oro? Ecco direi che il mio immaginario si ferma qui. Sicuramente non avrei mai pensato di accostare questo fondamentale strumento di sicurezza al mondo del collezionismo.
Oggi, invece, la cassaforte, oltre a essere uno strumento di messa in custodia di valori, è diventata un pezzo di design, di lusso, una tesoreria o un piccolo mueseo a vista. Può essere realizzata in legno, in marmo, con raffinate lavorazioni, a scelta per appassionati e collezionisti. Per l’apertura di questi meccanismi a dir poco esoterici, tecnologia e fantasia si fondono per generare procedure e
meccanismi inespugnabili che includono anche la biometrica (lettura impronte, iride eccetera). Tra le più rinomate aziende produttrici di questi veri capolavori di artigianato e design, ci sono sicuramente la tedesca Buben & Zorweg e l’italiana Conforti.
Il massimo della precisione. Addentrandosi in questo mondo di collezionisti e appassionati si scopre una grande realtà internazionale leader nella realizzazione di casseforti di lusso multifunzionali: Buben&Zorweg. Inserita da Ernst & Young nella top 20 delle aziende di lusso tedesche, al fianco di Montblanc, Porsche, a Lange & Söhne, BMW e Leica, questa azienda tedesca crea veri e propri capolavori per custodire tesori da collezione. In legno, in cuoio pregiato, con impianti audio incorporati, watch winders, (che altro non sono se non dispositivi per tenere in carica gli orologi meccanici), e orologi automatici all’interno, insomma oggetti per veri intenditori. La linea luxory di questo brand si chiama “Buben & Zorweg Bespoke line”. La declinazione della parola lusso in queste casseforti è certamente nei dettagli. Attraverso la scelta di disegni, materiali e colori consente ai clienti di esprimere la propria personalità nei modi più indulgenti. Ogni capolavoro su misura di Buben & Zorweg può essere personalizzato con una gamma di 10 diverse sfumature di pelle Nappa italiana e 10 finiture di lacca. I colori vanno da Arctic White, Diabolo Red, Havanna Brown, Graphite e Green Emerald. La tempistica di finalizzazione è di circa 12 settimane. Il fondatore, Harald Buben sostiene che: “Bespoke Line è l’unico servizio del genere nel nostro settore.
Ogni pezzo consente al proprietario di partecipare personalmente alla creazione. Un cliente per esempio ha voluto che il cuoio e la cucitura della sua cassetta di sicurezza fossero in tinta con i colori Bentley appena ordinata. La cassaforte ora è nella sua camera da letto, sotto una sua foto appesa al muro, insieme ai suoi due figli davanti alla sua bella macchina”. Diciamoci la verità, oltre alla bellezza di queste preziose casseforti, viene da chiedersi chi sia il cliente tipo di Buden & Zorweg. La risposta è quasi scontata: dai registi ai capitani dell’industria, dai capi di stato e alle stelle dello sport e della musica, che desiderano mettere in sicurezza beni preziosi come, lingotti d’oro, telecamere storiche, gioielli dell’eredità, orologi svizzeri, manoscritti inestimabili, pistole rare e, in un caso, anche antichità del valore di 50 milioni di dollari.
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Vezzo da collezionista “Parlando con i nostri clienti e ascoltando le loro esigenze - abbiamo visto un potenziale elevato nel settore del lusso. La sicurezza è una componente sempre più importante per il consumatore e questo si adattava perfettamente alla nostra strategia, volta a creare oggetti unici e multifunzionali per il miglioramento anche artistico di qualsiasi ambiente”. A parlare è Simone Stocker, Head of International Marketing. “Buben & Zorweg crea oggetti d’arte unici, che il mondo non ha mai visto prima”. I loro prodotti sono progettati e realizzati interamente in Germania a Stoccarda. Circa 20 ingegneri, orologiai e assemblatori sono considerati parte fondamentale dell’azienda e ineguagliabile garanzia di qualità di ogni singola cassaforte.
Arte e sicurezza, questi due mondi non sono poi così distanti se si pensa al valore inestimabile che hanno alcune opere d’arte e della necessità che vengano custodite nel migliore dei modi, ma senza che sia del tutto occultate. Buben& Zorweg ha trovato espressione anche in campo artistico. “The Private Museum a Singapore, ospita una delle nostre casseforti. Un progetto realizzato in collaborazione con l’artista Burigude Zhang che ha realizzato i disegni sulla cassaforte. La sua ispirazione viene da Tao Chi, secondo cui in ogni singolo colpo di un pennello c’è l’origine di tutto ciò che esiste. Questa è stata la prima realizzazione legata al mondo dell’arte ma ci ha regalato grandi emozioni e soddisfazioni, speriamo possa essere solo l’inizio di una lunga collaborazione”. Non rimane che da chiedere a Simone di dirci quale sia stata la richiesta più bizzarra da parte di un cliente. Il pallino è ancora legato al mondo dell’auto motive, ma stavolta in maniera ancora più coerente.Simone sorride, e racconta che il proprietario di una Aston Martin One-77 Supercar, ha voluto una cassaforte che si abbinasse esattamente alla sua auto. Così, il rivestimento interno realizzato per questa cassaforte è stato fatta con lo stesso carbonio di alluminio anodizzato dell’interno dell’auto. Il sistema Hi-Fi, integrato della cassetta, riproduce il suono del motore del Supercar ogni volta che le porte della cassaforte scivolano per aprirsi.
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Nessuno di questi due grandi marchi del lusso mondiale, impreziositi dall’arte di artigiani straordinari, ha parlato del valore monetario di questi capolavori di alta tecnologia. La risposta è sempre la stessa: la personalizzazione essendo totale non ha prezzo, l’esigenza del cliente deve essere soddisfatta in ogni più piccola sfumatura, perché la sicurezza non ha prezzo. Questo rende Conforti e Buben & Zorweg due esempi di imprenditoria del lusso come pochi al mondo.
Italian safe style Senza cambi di proprietà sin dal 1912, Conforti, realizza casseforti, sistemi di sicurezza integrata, prodotti e servizi per la protezione di persone, patrimonio e valori. Lo fa, ad esempio, puntando sull’unicità dei propri sistemi, capaci di contenere delle modalità di contabilizzazione del denaro versato, con collegamento diretto al server bancario per l’accredito in tempo reale. Tramite il sistema Mercurio sviluppato da Conforti, questo il nome della soluzione, la cassaforte diventa uno strumento intelligente anche nella sicurezza e non solamente nella gestione del denaro o dei valori. Un’azienda così all’avanguardia non poteva certo tralasciare il segmento luxury. Infatti, in occasione del compimento del centenario, la società ha realizzato una linea di casseforti top class “Exclusive safes” (www. exclusivesafes.it), realizzazioni altamente personalizzate, basate su prodotti tecnologicamente all’avanguardia, con finiture artigianali e rivestite di materiali pregiati. Ogni esemplare è unico per soddisfare i desideri dei clienti più esigenti e inserirsi con grande classe in ambienti abitativi o professionali di altissimo livello e magari con un funzionalità espositiva che lascia il prodotto a vista.
“Si parte da una cassaforte certificata, rispettando chiaramente le dimensioni scelte dal cliente, ma tutto il resto viene personalizzato secondo le sue necessità”. A parlare è Valentina Conforti, Responsabile immagine e comunicazione di Conforti. “Mi spiego meglio, il cliente potrebbe volere, all’interno della cassaforte, solo dei ripiani o soltanto dei cassetti vuoti, oppure con dei divisori per alloggiare bracciali, collane o orologi. Non esiste una vera e propria linea di questo prodotto, ma la possibilità di definire insieme al cliente o all’architetto, esattamente cosa dovrà essere realizzato”. Spesso l’esigenza di una cassaforte
espositiva arriva da progetti di arredo per interni “ Si certo – continua Valentina - molte volte sono proprio gli architetti il nostro primo contatto. Spesso sono loro a darci il materiale di rivestimento, pelle o essenza di legno, per la cassaforte in modo che combaci perfettamente con l’arredamento interno dell’alloggio privato o dello studio professionale in cui poi andrà posta la cassaforte”. Notoriamente per chi costruisce questo tipo di servizi, la sicurezza è fondamentale, quindi impossibile ottenere nomi di clienti o potenziali interessati. Ma certamente le storie interessanti non mancano. Valentina, infatti, racconta di come un gioielliere
dell’Arabia Saudita, commissionò a Conforti un modello di cassaforte, particolarmente grande, dando indicazione precisa della misura e della rivestitura che avrebbe dovuto avere ogni singolo cassetto, o come questi dovessero essere compartimentati per l’alloggiamento di inestimabili gioielli, con la possibilità di metterli elegantemente in mostra.
Un altro esempio non menzionato nell’articolo sono le casseforti di Heindl che rievocano intarsi e mobili di antiquariato.
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RAW MATERIAL
di Alberto Stasi
L’estetica del rivestimento
CONTINUIAMO LA RASSEGNA DI SEMILAVORATI CON ALTO VALORE TECNOLOGICO ED ESTETICO UTILIZZATI NEL SETTORE DEL DISPLAY E DEL RETAIL DESIGN. IN QUESTA PUNTATA ALL’INSEGNA DEL MULTISTRATO E DEL RIVESTIMENTO.
Il primo materiale in rassegna è costituito dai pannelli coestrusi dalla azienda lombarda Imballaggi Protettivi. Il polimero base utilizzato è il polipropilene (più brevemente PP): è un materiale semicristallino caratterizzato da una temperatura di transizione vetrosa di circa -10°C e temperatura di fusione di 160°C . Termicamente quindi ha un comportamento migliore rispetto al Polietilene e al PVC . Sempre rispetto ad altri polimeri per stesse applicazioni, ha una densità più bassa, 0.9 gr/cm3 e ha buone proprietà meccaniche. La migliore resistenza all’aggressione chimica verso i comuni agenti aggressivi anche in condizioni di temperatura più alta di quella ambiente, e la resistenza alla abrasione lo rende spesso una delle poche alternative per la messa in opera di manufatti in condizioni di uso non
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tradizionali. I semilavorati prodotti da Imballaggi Protettivi sono ottenuti per coestrusione e laminazione in linea. La coestrusione è un processo in continuo, molto efficiente da un punto di visto produttivo, in generale perché consente di ottenere materiali multistrato dalla estrusione di polimeri e materiali diversi (per ogni tipo è utilizzato un estrusore); successivamente i flussi di materiale fuso vengono poi coinvogliati in un’unica testa di (co)estrusione per l’ottenimento di una lastra o di film multistrato (per esempio nel settore del film packaging dove questa tecnologia è molto evoluta, si ottengono materiali di uso abbastanza comune di spessore totale di poche decine di micron, millesimo di millimetro, costituiti da tre polimeri distribuiti in sette strati diversi) Imballaggi Protettivi utilizza questa tecnologia in maniera innovativa con
laminazione in linea, per la realizzazione di pannelli utilizzati in svariati settori: automotive, grafica visual communication, packaging, edilizia e fornitures. Questa azienda Italiana è in grado di produrre in continuo pannelli multistrato (fino a 5 ) per esempio con strati esterni in tessuto. L’elemento centrale di questa struttura che rappresenta comunque il prodotto di base della gamma prodotti dell’azienda è il Bubbleguard®, una struttura a tre strati costituita da un anima in polipropilene con bolle d’aria e due strati esterni sempre in polipropilene: questo semilavorato si può definire la versione in lastra rigida del comune pluriball o bubblewrap ma in questo caso lo scopo è la realizzazione di un pannello rigido ma leggero nello stesso tempo. Il diametro delle bolle dello strato centrale del Bubbleguard può essere di 4, 8 o 12 mm a seconda dello spessore finale del pannello e della rigidità richiesta . Il processo non richiede peraltro l’utilizzo di strati di colla in quanto il Bubbleguard è realizzato coestrudendo solo polipropilene alimentando direttamente la materia prima (polipropilene in granuli) al contrario di altri semilavorati che necessitano del processo post estrusione di laminazione e incollaggio di pannelli singoli. Questo processo rende il prodotto riciclabile al cento per cento, aspetto questo sostanziale rispetto ad altri prodotti presenti sul mercato. A confronto con il classico pannello a doppia parete (o cannettato ) in polipropilene, Bubbleguard, è di gran lunga superiore sia per le prestazioni
LAMINIL, gamma di pannelli in polistirolo espanso estruso accoppiato a diverse tipologie di carta. Nelle sue numerose varianti, LAMINIL è un materiale atossico, ultra-leggero, facile da stampare e sagomare ed eco-sostenibile.
strutturali che estetiche: infatti è molto più rigido e ha una superficie perfettamente planare. Inoltre la struttura a bolle dello strato centrale non introduce il fattore negativo di anisotropia presente invece nei pannelli a doppia parete in cui è evidente la limitazione delle procedure di postlavorazione nella direzione perpendicolare alle lunghezza delle celle. Ma il vantaggio primario introdotto dalla struttura a bolle è la riduzione del peso dal 55 al 60% per esempio nella versione per stampa digitale rispetto al pannello in PVC espanso. Una descrizione dell’ampia offerte dal materiale in termini di dimensioni, spessori ma soprattutto finiture superficiali esula dallo scopo di questo breve articolo; basti sottolineare la possibilità di avere pannelli con differenti finiture superficiali, per esterno protetti UV (limitato a 18 mesi dipendentemente dall’area climatica in cui si utilizza), con trattamento corona, con migliorata resistenza alla propagazione di fiamma. Ancora la possibilità di avere per particolari esigenze estetiche, la struttura a bolle interne colorata o avere un pannello completamente opaco anche in condizioni di illuminamento elevate. Tra le ultime novità proposte un pannello con superficie perfettamente liscia e adesivizzabile. Importante inoltre sottolineare l’elevata resistenza all’acqua di questa tipologia di pannelli rispetto ad altri prodotti utilizzati nelle medesime applicazioni. Bubbleguard è lavorabile con le usuali procedure di postlavorazione , si può tagliare al laser , è fustellabile e si può bordare utilizzando le macchine usate nell’industria del legno. Le foto riportano alcune realizzazioni nel settore del display e retail di questo materiale e mettendone in evidenze le possibilità di design.
Il materiale più leggero del suo genere ideale per articoli POP, con qualità elevate di tenuta termica per il Packaging e memoria elastica per la fustellatura, facilmente cordonabile per una finitura precisa e pulita.
Utilizzato in cartotecnica e in stampa digitale per promozioni sul punto vendita, scatole termiche e di lusso (ISOLAM BOX), gadgettistica varia. Nel settore delle Belle Arti per plastici e modellistica (anche conosciuto come POLIPLAT).
Fibra di vetro stampabile Altro materiale particolarmente interessante che solo introduciamo è il rivestimento a base di fibre di vetro proposto dall’azienda romagnola EVESTYLE. Il tessuto in fibra di vetro che viene stampato e successivamente trattato con resine particolari aventi specifiche caratteristiche, è di fatto utilizzato come rivestimento di superfici di qualsiasi tipo. Essendo stampabile permette una possibilità di customizzazione fuori dal comune consentendo la realizzazione di espositori o elementi di arredo correlati con particolari, stampe o riproduzioni , realizzabili anche per singoli manufatti. Le foto riportano alcuni esempi in cui il rivestimento è applicato su espositori, piani espositivi, mobili ma anche su pareti e pavimenti. Questi materiali consentono di fatto la comunicazione di un marchio e di un’idea in modo direi totale essendo possibile realizzarlo in ogni dettaglio o superficie all’interno del negozio o punto vendita.
La nuova gamma ISOPRINT è stata ideata per la stampa diretta con supporto più rigido, ideale per taglio a plotter.
Via Brandizzo 144 10088 Volpiano (TO) Tel. 011 9955476 Email. vendite@isonova.it www.laminil.com
GDO-GSS
di Sergio Monsorno
Si sa, nel settore del commercio al dettaglio la location è fondamentale. Prendete un negozio favoloso, mettetelo in un posto dove non passa nessuno e probabilmente farete un flop; prendete un negozio mediocre, posizionatelo in una location di grande afflusso e transito di pubblico e, se il vostro store manager non è un inetto totale, farete comunque discreti affari. In aggiunta a ciò, vale ricordare ciò che ripeteva lo scomparso patron di Esselunga: “No Parking, No Business”; e questo slogan detta l’altro grande criterio per creare delle retail location di successo. Tra parentesi, stiamo parlando ovviamente del commercio fisico e non di quello elettronico, dove vigono regole alquanto diverse. Tornando al punto, da quanto sopra consegue che per fare retail business ci vogliono (ancora) soprattutto due ingredienti di base: una buona location e molto spazio per le auto dei clienti. In realtà esistono format del commercio al dettaglio che hanno il potere di cambiare un po’ le regole. Uno di questi è il factory outlet, o fashion village per usare una definizione che descrive meglio oggi che in passato la realtà di questo fenomeno commerciale. Nato per proporre marchi blasonati a un pubblico stiloso a caccia di superoccasioni, il factory outlet ha sviluppato originariamente una sua forza autonoma di attrazione grazie al fascino esercitato dagli sconti praticati su merce, specialmente abbigliamento alla moda, che di solito non fruisce di condizioni commerciali simili se acquistata nei negozi tradizionali, men che meno in quelli dei centri cittadini. La promessa di marketing fatta al cliente era inizialmente insita nel
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LITTLE DUBAI A LOCATE TRIULZI
Un Luxury Outlet al posto del nulla
concept: nell’outlet center sono concentrati i negozi monomarca di brand attraenti che propongono i loro prodotti con tagli prezzo consistenti motivati da ragioni oggettive (collezioni in esaurimento, piccoli difetti magari solo nelle confezioni, rimanenze di taglie poco acquistate, ecc.). All’inizio dell’era del factory outlet tali ragioni oggettive a sostegno di questi sconti inconsueti sui prodotti di marca hanno avuto la funzione di rendere credibile la formula, di giustificarne l’esistenza e di legittimare una pratica commerciale altrimenti piuttosto discutibile agli occhi dei canali distributivi concorrenti, come i grandi magazzini con shop in shop monomarca o gli stessi negozi tradizionali. Tuttavia l’outlet ha disegnato nel corso degli ultimi vent’anni un percorso di maturazione interessante: si è affrancato definitivamente dal posizionamento che oggi appartiene più agli stocchisti e ai format che sfruttano il business del cambio-merce e del bartering pubblicitario; e si è avvicinato all’immagine sfarzosa e modaiola dei vari “quadrilateri” delle città del fashion italiano e straniero, prima emulandola attraverso architetture un po’ fake ma appositamente studiate per riprodurre le vie della moda, e infine usurpandola con la precisa pretesa di rappresentare un luogo di attrazione dei consumatori autonomo e con appeal sufficiente per far convergere un grande pubblico presso strutture create ad hoc all’esterno delle città. L’esito di questa traiettoria di evoluzione
è testimoniata anche dai nomi attuali delle strutture (es. Fidenza Shopping Village, Serravalle Outlet Village), in cui la parola village sottolinea l’esatta volontà di spostare il baricentro dell’interesse del pubblico su nuovi “villaggi” della spesa diversi e distaccati dalle città da cui provengono i clienti potenziali. Non più, quindi, spacci di prodotti di marca ma veri e propri centri non-cittadini dello shopping. Ecco il primo sovvertimento delle sacre regole del retail: un outlet non può essere costruito in un centro città o in altro luogo di grande passaggio perché non c’è più posto? Poco male, lo si costruisce nel mezzo del nulla ma dove ci sia almeno un’uscita autostradale nei pressi. Poi ci pensa lui (volendo dare una personalità alla struttura fake) a crearsi l’afflusso da solo; in un certo senso non gli serve altro che se stesso! Puntando sul blasone dei brand rappresentati, sulla raggiungibilità e la disponibilità di posti-auto (2^ sacra regola rispettata!), sull’offerta di pacchetti attraenti anche e soprattutto per i turisti della moda, questo moderno tempio del consumismo
diventa una supernova che attrae a sé i consumatori vicini e lontani. Lo prova il fatto che tutti i grandi outlet center del Nord Italia hanno dovuto prima o poi affrontare il problema della viabilità, nel senso che si è dovuto provvedere a modificare o ampliare le strade d’accesso e gli stessi snodi autostradali per via del caos automobilistico generato. Interessante notare che nell’outlet la parte food gioca un ruolo totalmente ancillare al core-business del non alimentare, diventa la scusa per una pausa tra un passatempo e l’altro, si trasforma in mero intrattenimento mangereccio fornito dai ristoratori del pasto fuori casa e si distacca completamente dal compito di locomotiva della spesa quotidiana che invece ricopre in un centro commerciale in senso tradizionale. Ecco allora spiegato il relativo insuccesso della locomotiva Iper all’interno de Il Centro di Arese nella periferia settentrionale di Milano, il quale sarebbe in teoria un centro commerciale per volere di chi l’ha progettato ma, grazie a un vissuto dei clienti sperimentato a oltre
un anno dall’apertura, si è di fatto trasformato in uno dei più forti fashion center lombardi in cui la gente si reca principalmente per trovare scarpe, profumi e vestiti o passare un sabato di svago e non innanzitutto per fare la spesa all’ipermercato (pur curatissimo e accogliente, bisogna ammettere). Lo stesso vale per il bergamasco Oriocenter il cui percorso di maturazione è sfociato di recente nell’allargamento assortimentale con sconfinamenti nel lusso (es. Armani), l’ampliamento della superficie dedicata ai negozi monomarca -oggi 280-, l’inclusione nell’offerta di servizi di un cinema multi-sala e di un hotel. Lo stesso pay-off “Selected Stores” inserito nel logo indica una mission più orientata alla formula dell’outlet che a quella del centro commerciale tradizionale, sebbene anche il suo ipermercato funzioni. Qui la peculiarità straordinaria è stata il facile accesso in chiave turistica al Caravaggio, l’aeroporto distante qualche centinaio di metri da percorrere a piedi in pochi minuti in un tunnel che attraversa la A4 Milano-Venezia; e come per magia, Oriocenter, che per l’occasione ha inserito un piccolo aeroplano nella prima “O” del logo, ha fruito del favore della visita a getto continuo di un vasto pubblico di stranieri sfornati dai tanti voli low cost che atterrano a Bergamo ogni giorno.Riassumendo fin qui, pare dunque che il fashion village viva di luce propria, gli basti un grande parcheggio, possa essere costruito in the middle of nowhere a patto che abbia vicina un’uscita di un’autostrada o di una grande arteria di traffico che ne renda facile e veloce l’accesso anche per chi proviene da luoghi lontani; e che, naturalmente, sia zeppo di brand attraenti che piacciono ad adulti, giovani e piccini per fare leva sulla massima trasversalità di target possibile.
Quale può essere il prossimo passo nel ciclo evolutivo di questa formula commerciale? Un abbozzo di risposta ce la fornisce un nuovo concept che si è affacciato da poco sulla scena dei fashion outlet: il piccolo (si fa per dire, con “solo” 115 negozi) outlet di Locate Triulzi, Scalo Milano City Style. Il nuovo centro si autodefinisce “distretto dello shopping che riunisce in un unico luogo il meglio di moda e accessori”. La promessa è ambiziosa: assurgere a distretto, luogo concentrato ed esclusivo in cui si trovano le eccellenze della cura casa e persona. La declinazione di questa promessa si dipana attraverso tre direttrici principali: il Design, distretto dell’eccellenza; il Fashion, distretto dello stile; e il Food, distretto dell’esperienza.
Partendo dall’ultimo, si notano delle storture simili a quelle di Expo 2015 in cui la pretesa di offrire un servizio di grande qualità si frantuma su cadute di tono (presenza di McDonald’s) o sull’inevitabile ripetitività dei grandi e diffusi brand della ristorazione di massa (Rossopomodoro, Nespresso, Roadhouse, Spontini, ecc.), che poi sono più o meno gli stessi che si trovano in tutti gli outlet e centri commerciali d’Italia. Nulla di male, per carità, ma la definizione un po’ velleitaria suona stonata e incoerente col resto dell’offerta invece più all’altezza del posizionamento.
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Lo store B&B si sviluppa su una superficie di 230 mq ed ospita una selezione di arredi con proposte per la zona giorno e notte, riflettendo l’attuale concept espositivo dello showroom nell’headquarter Italia di Novedrate.
Infatti, passando al segmento Fashion e ancora di più a quello Design, si apprezza lo sforzo di creare qualcosa di nuovo, ad esempio raggruppando nomi famosi dell’arredamento e accessorio casa che difficilmente si possono visitare uno a fianco dell’altro, oppure dando spazio a marchi dell’abbigliamento di qualità made in Italy che non trovano posto nell’offerta dei classici outlet (es. Baldinini). Si noti che Vans, Salewa, Nike e lo stesso Baldinini ci sono anche a Orio: ma questa rinuncia all’esclusività di marca a tutti i costi non guasta perché aumenta la trasversalità del target. Circa i prezzi occorre lanciare un appello che rammenta un punto di distinzione importante rispetto ad altre formule: state bene attenti voi cacciatori di marche scontate, voi dipendenti cronici da cartellini di taglio prezzo dal 50% in su: scordatevi queste pratiche, il City Style non fa per voi. In sintesi, a parte il food non distintivo -ma come può esserlo oggi in un moderno canale distributivo?-, l’offerta su cui si incentra la mission del formato sembra centrata e coerente. Unico dubbio, se la voracità di spazio e marchi che porta la formula dell’outlet a ingigantimenti continui non porrà prima o dopo in svantaggio una struttura che vanta zero possibilità per un’espansione
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orizzontale, a meno di abbattere qualche cascinale confinante con relative mucche da latte. Tornando invece alle sacre regole della location di successo, occorre sottolineare che gli investitori di Scalo Milano hanno fatto una scommessa intrigante e che se la vinceranno bisognerà togliersi il cappello e fare un profondo inchino. Infatti il primo impatto con la struttura è sconcertante; e ciò non tanto per il fatto che ci sono ancora alcune zone incompiute in cui i cantieri sono ben visibili e poco eleganti a dispetto del posizionamento luxury del centro; piuttosto perché questo quadrangolo della moda è stato ricavato in un luogo letteralmente racchiuso tra cascine e canali irrigativi; sospetto pure, ma ci metto un po’ di cattiveria, che in certi periodi dell’anno dedicati alla concimazione dei terreni agricoli l’aria intorno non avrà proprio lo stesso aroma dei profumi venduti lì … In realtà incuriosisce il contrasto tra famosi brand dell’arredamento e abbigliamento e quelle belle grandi cascine della tradizione lombarda che si vedono a due passi dai parcheggi. Diciamo subito che dal punto di vista della seconda regola è tutto ok: parcheggi comodi intorno al villaggio e un multipiano da milleduecento posti.
Sulla prima regola, la qualità della location, abbiamo già capito che gli outlet se la cantano e se la suonano e che gli basta una comoda uscita di grande arteria stradale vicina. Qui però si è esagerato, nel senso che la prima grande arteria si chiama tangenziale Ovest di Milano, non è affatto a due passi e soprattutto non ci sono comode uscite che rendono Scalo Milano accessibile con facilità. C’è da chiedersi se abbia senso cominciare a cambiare anche il significato dell’anglosassone convenience, che nelle intenzioni degli inventori del retail ha a che fare con un’offerta commerciale raggiungibile facilmente, fruibile senza fatica e accessibile comodamente. Che l’ultimo stadio dell’evoluzione del format dell’outlet del lusso abbia il potere di influenzare anche la nostra percezione del senso di comodità? Il tempo farà da giudice, la risposta non tarderà. Per il momento possiamo solo andare a vedere cosa succede per raccogliere indizi in quella specie di Dubai de noantri, indirizzo via Milano n.5 a Locate Triulzi. E visto il tipo di pubblico che vuole attrarre, ci conviene assolutamente fare il tifo per Scalo Milano. Lo spazio di Molteni, con superficie di 300 mq, si ispira ad un’ architettura domestica, un progetto che si snoda su un unico piano pensato come una grande casa contemporanea. Lo spazio fluido scorre all’interno di sapienti tagli prospettici. Il visitatore attraversa un percorso sensoriale fatto di luce e penombra, toni delicati e accenti colorati, rigore formale e calore domestico. Elemento di grande impatto sono le trasparenze create dalla vetrata, un segno grafico dell’architetto Vincent Van Duysen, Direttore Creativo di Molteni&C | Dada, ormai parte dell’immagine coordinata delle due aziende, a partire dalla campagna pubblicitaria. Materiali naturali e sofisticati, come il vetro, il legno ossidato e la resina, chiaro scuri dei sabbia e i grigi caldi, si alternano a tocchi luminosi di colore.
La novità? Il design che “si fa segmento commerciale” Moda, design e food. Tre mercati nei quali l’Italia ha lunghe tradizioni e un ruolo globale come trend setter di primordine. Non è un caso che da Scalo Milano (ex Stabilimento Saiwa) siano stati integrati in un’unica offerta retail complementare all’interno di quello che oggi si può definire un vero e proprio distretto dell’italian style. Di come replicare questo format si è discusso direttamente presso la location, il 22 Giugno scorso in una conferenza dal titolo Design Retail Innovation, attraverso il racconto diretto degli attori ovvero delle insegne . È bene sottolineare che nel caso di Scalo Milano la vera grande novità è stato l’esordio massivo di insegne del design all’interno di una grande struttura commerciale. Una sorta di GSS (grande superficie specializzata) di nuovo tipo con 22 importanti brand dell’arredamento (sui 130 dell’outlet) come Cappellini, Cassina Molteni/Dada, B&B, Poltrona Fraü, Kartell per citarne alcuni: Nel frattempo a trattare il tema del posizionamento nel canale retail si sono avvicendati Giulio Cappellini, Founder e Art Director Cappellini, Federico Luti, Sales Manager Kartell e Giulia Molteni, Responsabile Retail, Marketing&Communication Gruppo Molteni, che hanno raccontato parte delle loro esperienze in questo senso. Ovviamente al momento è un esperimento che non ha ancora un anno di età. Sarà solamente il tempo a dirci se si tratta di un modello funzionante. In conclusione ha dichiarato, Filippo Maffioli, Presidente Commissione Factory Outlet CNCC, CEO Promos Groupha dichiarato: “Scalo Milano rappresenta un progetto davvero unico, capace di integrare alla perfezione tre anime e offrire un’esperienza a tutto tondo. È proprio questo che ci distingue da tutte le altre strutture presenti in Italia e in Europa: non solo la formula di prezzo ibrida - full&off price - per il Fashion e una proposta Food, non più complementare allo shopping, che diventa leva stessa per la visita alla struttura, ma anche il Design District, vera punta di diamante.
PACKAGING
di Marinella Croci
La frontiera della nobilitazione SAPIENTI NOBILITAZIONI E ABBINAMENTI MATERICI, CONTRADDISTINGUONO L’ALTO DI GAMMA. RICERCA, PROGETTUALITÀ E TAILORMADE SONO LE CARATTERISTICHE NECESSARIE ALLA VESTIZIONE DEL BRAND DEL LUSSO. Metallizzazioni personalizzate L’attenzione agli effetti speciali ottenuti con colori elettrizzanti e materiali inediti sono due delle caratteristiche salienti nella nobilitazione dei materiali legati alla produzione di confezioni di lusso. Tra gli interpreti di questo mood c’è Luxoro il distributore italiano del gruppo Kurz, multinazionale tedesca a gestione familiare con circa 5.500 addetti e 12 stabilimenti in tre continenti, specializzata in soluzioni per la valorizzazione del brand. Core business sono le lamine per stampa a caldo e freddo per applicazioni diversificate, dalla grafica all’automotive fino ai contenitori in plastica per cosmetici, tessuti e pellame. Con una cinquantina di addetti tra commerciale e produzione, Luxoro propone in esclusiva sul mercato italiano le innovazioni del gruppo, forte della disponibilità nel tempo e nello spazio dei materiali proposti. “La possibilità di lavorare direttamente con un produttore presente in tutto il mondo - spiega Gianni Azzaretti, responsabile marketing strategico - ci consente di assicurare nei diversi settori la costanza e la qualità presentate a catalogo: una volta consolidato, il prodotto mantiene le sue caratteristiche nel tempo mentre la disponibilità quantitativa è assicurata a livello globale, fattore essenziale per un brand che può produrre o assemblare in più parti del mondo. Una volta scelto un determinato colore a catalogo, si può trovare il medesimo colore ovunque: un cliente francese potrebbe per esempio
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La forza ed eleganza del bianco D.O.C. illivio di Livio Felluga nell’etichetta creata da Luxoro.
Gianni Azzaretti, responsabile marketing strategicodi Luxoro.
produrre shopper in Cina, scatole in Italia ed etichette negli Stati Uniti con una sola referenza, certo di avere una brand identity assoluta. L’altro vantaggio è che per la grafica proponiamo otto o nove differenti materiali in funzione dell’applicazione, dalla carta naturale al plastificato o verniciato, se vi è la necessità di sovrastampaggio. ”Abbiamo una certezza: il lusso richiede un carattere distintivo, una personalizzazione, ancora più marcata rispetto ad altri settori. “Ritengo che la prossima frontiera della nobilitazione sia proprio la personalizzazione assoluta – prosegue Azzaretti -, che spinge a una ricerca attiva nel campo della stampa digitale. Nel packaging di lusso rientrano i prodotti alimentari, in particolare vini e spumanti che si distinguono già nella fase di scelta del materiale dell’etichetta per poi arrivare alla nobilitazione con lavorazioni particolari fino a rilievi o microincisioni.
Colorazioni metallizzate di Luxoro per Bulgari
E la profumeria fa grande uso di nobilitazioni sul packaging.”Luxoro si rivolge a tipografie che vantano clienti del calibro di Bulgari, Ferragamo, Versace. Industrie del lusso, che dettano le tendenze del momento: “Abbiamo notato – spiega - che i colori utilizzati nel fashion si ritrovano nelle stagioni successive nell’arredamento e nel packaging. Occorre però una certa intuizione per immaginare quali saranno i trend o i colori dominanti. Nel tessile le lamine lucide sono sempre state protagoniste delle passerelle. Gradualmente stiamo passando da contrasti lucido-opaco a metallizzati satinati ed effetti semi-lucidi. Altra tendenza meno evidente sono i metallizzati colorati semi-lucidi, la nostra referenza di base. ”Difficilmente vedremo progetti speciali di grandi dimensioni firmati Luxoro in vetrina o sotto forma di totem, a causa della difficoltà tutta tecnologica della stampa a caldo su elementi di grande formato soprattutto per limite numerico che renderebbe il progetto
particolarmente costoso. Diverso è il discorso dei display da banco, per i quali è più frequente la richiesta, da parte di brand come Collistar o Bulgari, di espositori che richiamino la colorazione metallizzata utilizzata per il packaging primario che, in questo caso, non è più in carta o cartone ma materiale plastico. Perché le colorazioni delle lamine proposte da Luxoro/Kurz sono riproducibili nelle diverse qualità per grafica, plastica e tessile…
Cofanetto di Luxoro per Tenuta Luce della Vite di Montalcino.
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Grandi dimensioni per qualità artigianale
Mario Vanoni, amministratore GPP Industrie Grafiche.
L’alta profumeria e la cosmetica sono i settori ai quali si rivolge Cartotecnica Goldprint producendo packaging e gift set con elevate nobilitazioni. Di impronta tipicamente familiare, l’azienda ha saputo imporsi sul mercato italiano ed europeo investendo in sistemi produttivi e macchinari avanzati, tra cui sei macchine per stampa a caldo, oltre alle recenti acquisizioni di GPP Industrie Grafiche e Silton. Nel 2010 si contavano 42 addetti e un solo sito produttivo mentre oggi il gruppo vanta 353 addetti, cinque siti produttivi in Italia e uno in Polonia, per un fatturato salito da 9,5 agli attuali 70 milioni di euro. In Italia Goldprint è considerata tra i principali produttori di astucci pieghevoli nel segmento del lusso, destinati a brand esclusivi della profumeria e della cosmetica. La produzione abbraccia però anche imballaggi generici, liner e display. “Siamo specializzati nella stampa a caldo, che ci consente di realizzare soluzioni di effetto - esordisce Mario Vanoni, amministratore GPP Industrie Grafiche - .
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Lavoriamo da anni il floccato, utilizzato per gli astucci Dolce & Gabbana, Trussardi e Carolina Herrera, ulteriormente impreziositi da effetti di contrasto attraverso varie tecnologie.” L’attenzione nelle lavorazioni è il risultato di maestria artigianale, che si traduce in stampe a caldo complesse, con caratteri di piccole dimensioni e rilievi artistici ma in un contesto di produzione industriale. Ultimo investimento è una macchina da stampa di grande formato a sette colori con doppio spalmatore, utilizzata anche con inchiostri a basso odore e bassa migrazione per soddisfare la domanda dell’industria alimentare. “Il settore alimentare richiede sempre
più packaging riciclabili, compostabili e mono materiali – continua – valutando attentamente la distanza dei fornitori dagli stabilimenti produttivi così da contribuire a un basso impatto ambientale per il trasporto merci su strada. Il lusso è invece più attento all’apparenza che alla sostenibilità. Una tendenza in atto riguarda la G.D.O., che non richiede più astucci e scatole sovradimensionate rispetto al contenuto perché l’utilizzatore moderno è più sensibile e attento a ciò che acquista.” La collaborazione con i clienti porta alla ricerca di sistemi che consentano di riutilizzare gli espositori nei cambi delle promozioni: “Studiamo soluzioni che permettono di mantenere la struttura cartotecnica di base sostituendo solamente il rivestimento esterno in cartoncino o alcuni componenti con grafiche nuove: sfilando la grafica vecchia e sostituendola si limita il trasporto di materiale e si evita lo smaltimento di espositori interi oltre al maggiore
risparmio a pezzo – spiega -. Altro esempio sonogli espositori girevoli in cartoncino accoppiato monoprodotto, di facile smaltimento e senza componenti metallici o plastici. La nostra forza è il design center che ci permette di assistere il cliente dal progetto iniziale fino alla supplychain, proponendo soluzioni innovative anticipate attraverso rendering 3D e animazioni, poi concretizzate tramite prototipi in bianco o rivestiti. Per il canale del lusso possiamo poi realizzare scatole rigide, display e cartelli vetrina. ” L’acquisizione delle due aziende ha consentito a Goldprint di innalzare il livello qualitativo anche degli espositori proponendo stampe a caldo, effetti di contrasto lucido e opaco, plastificazioni metallizzate e cangianti. La sede polacca è invece un investimento mirato a servire il mercato del Nord Europa in affiancamento alla produzione italiana. E’ dedicato al lusso: il materiale semi lavorato viene spedito dall’Italia e assemblato in Polonia dove, a pochi chilometri di distanza, viene consegnato al cliente per il riempimento.
Fare arte con passione Artigiano evoluto, tra lusso, design packaging a 360 gradi. “Siamo lussuriosi e arte. Così ama definirsi Gio’Gatto, perché incrociamo la creatività e con l’apostrofo e non con l’accento. l’esperienza con materiali che gli altri Numero uno tra i produttori di borse non utilizzano – prosegue -. di carta, utilizza carte e cartoncini di Realizziamo borse con due o tre carte qualità, che poi trasforma e nobilita diverse, anche stropicciate: nascono ulteriormente: “Cantiamo fuori dal vissute. Per un produttore di intimo coro perché sappiamo cogliere il lato esternabile, utilizziamo il pizzo come emotivo del nostro lavoro – afferma maniglia.” Gio’ Gatto, titolare dell’omonima Un successone. nella proiezione sopratmacchine garantisce aziende azienda -.professionale, Facciamo arte con fustelle, nuove “Per noi il packaging è un alle progetto di tutto nei contesti di altissimo profilo. anche di ottimizzare l’investimento carte di rimanenza, tessuti, sfridi. comunicazione non solo un eserciziogiàdi Utilizziamo quellodell’esigenza che il cliente non forma. La riduzione al minimo di effettuato. usa più, come calendari e manifesti, intervenire sui proiettori per la manulie facciamo rivivere in forma nuova L’RZ31K non soltanto offre una lumitenzioneetrasformandoli la flessibilità totale garanin borse.” Le cartine nosità elevatissima e una riproduzione tita in fase di installazione, così come sbagliate di Turismo Torino sono state superba dei colori, caratteristiche l’opportunità di utilizzare ottiche già in reincollate e trasformate in borse, i calendari vecchiiinvenduti o nonnel indispensabili per proiezioni su grandi dotazione, supportano nostri clienti consegnati stati smontati, realizzare progettisono di altissima qualitài fogli in schermi, ma permette anche di proietincollatiottimizzando come patchwork… ed ecco altretare video straordinariamente fluidi, molti settori, al contempo borse. E il lusso? “Il lusso è l’ambizione grazie al processore Real Motion che si l’investimento”. del bello che si divora – spiega - c’è sempre qualcuno che inventa qualcosa basa su un’innovativa tecnologia di creaLa tecnologia SOLID SHINE, infatti, zione fotogrammi. ancora laser più lussuoso. È l’esaltazione garantisce immagini ad alta luminosità di un’idea estetica ma può essere ambizione o vogliadurata, di apparire per proiezioni di lunga assi-fino a In modalità “normal operation”, l’RZ31K diventare una tendenza culturale. curando il massimo coinvolgimento da Il è stato progettato per funzionare vero lusso dovrebbe essere raffinato 20.000 ore consecutive senza interparte del pubblico, ed ostentazione.” è stata svilup-Nata e vissuto senza pata pernelgarantire un’operatività 1984 come manifattura dideiborse di venti di manutenzione. Panasonic ha, proiettori 24/7, senzasiinterruzioni, né il inoltre, integrato in questo apparecchio carta, l’azienda è evoluta secondo concetto che si può impacchettare compromessi in termini di degradazionetutto un blocco ottico e altri componenti a ’a modo nostro’ e oralailnuova core business del colore. Inoltre, poiché gam- tenuta ermetica per evitare il rischio di è la progettazione e realizzazione di opacizzazione da polvere sull’obiettivo,
ma è compatibile con tutte le ottiche per proiettori DLPTM a 3 chip Panasonic in commercio, la scelta di utilizzare le
offrendo così una soluzione estremamente affidabile per spettacoli di luci
Copiare o creare: noi creiamo. Lavoriamo sempre con grande entusiasmo perché vogliamo innamorarci di quello che realizziamo.” La produzione, generalmente frutto di passaggi complessi, viene eseguita internamente rimandando all’esterno solamente alcune lavorazioni. “La combinazione di diversi materiali può dare risultati sorprendenti, come eperinstallazioni di mapping 3Desu esempio il legno, l’acciaio il grandi plexiglas armonizzati fra di loro. superfici, di grande effetto scenograE poi Inoltre, c’è la creatività, il lusso fico. basandosi sulla tecnologia concettuale: la pasticceria abbiamo laser, i nuoviper RZ31K supportano un’inideato una scatola brandizzabile che stallazione flessibile, per una proiezione può essere portata in tavola con un
verticale, orizzontale e inclinata anche a 360° gradi. “Il presente e il futuro vedono per il mercato AV sicuramente il laser come tecnologia di punta e noi di Panasonic da tempo ne valorizziamo i benefici applicati ai dispositivi professionali – conclude Daniela Karakaci, Field Marketing Manager Italia VSS –. Offriamo ai nostri clienti una gamma completa e in grado di fornire soluzioni ottimali pressoché in ogni tipo di applicazione, con proiettori che spaziano dai 3.000 ai 31.000 ANSI Lumen e con una line-up di display che copre le più svariate esigenze aziendali, grazie a prodotti dai 32 ai 98 pollici”. Non a caso i proiettori Panasonic sono
costo di poco superiore al vassoio più tradizionale, per una pizzeria abbiamo creato un contenitore utilizzabile come piatto.” E conclude: “Il packaging è un venditore silenzioso. Distingue, premia e non bisogna sottovalutarlo.”
stati utilizzati per eventi di portata internazionale come il lancio dell’album dei Cold Play “Ghost Stories” a Los Angeles, le celebrazioni per il 555° anniversario della fondazione di Bucarest, per cui è stato organizzato uno dei più imponenti allestimenti di videomapping al mondo, e Circle Light, per cui sono stati usati 137 proiettori PT-DZ21 per spettacoli di videomapping sulle facciate degli edifici più importanti di Mosca. Recentemente, infine, Panasonic ha vinto il Blind Test tra proiettori laser organizzato dal system integrator inglese Pure AV. Il confronto, che ha preso in esame requisiti quali l’uniformità delle immagini, la luminosità, il contrasto, la riproduzione dei colori e la scala di grigi, ha visto il proiettore DLP a 1 chip PTRZ660 di Panasonic aggiudicarsi il primo posto, realizzando un punteggio di 41,2 su 50.
FASHION SPOT
di Michele Preziosa
Orio center si amplia per lo shopping di destinazione
Con un investimento da oltre 100 milioni di euro Orio center ha ampliato la galleria di 35.000 mq per dare spazio a 80 nuovi negozi e raggiungere i 280 esercizi complessivi in uno spazio di 105.000 mq in cui si contano 50 punti ristoro, cinema multiplex con 14 sale, inclusa la sala Imax con lo schermo più largo d’Europa. A supporto del centro commerciale anche 7000 posti auto. A condurre l’operazione di ampliamento Schwitzkeretail studio su iniziativa di Finser, società di Gruppo Percassi in accordo con Commerz Real AG (gruppo Commerzbank). Il mix merceologico è così variato: abbigliamento-moda-intimo(40%), ristorazione (20%), cura della persona
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(15%), poi tempo libero (8%), calzature (5%), elettronica, sport e servizi (4% ciascuno). Dell’area fa inoltre parte un 4 stelle NH Hotel, sviluppato su 4 piani per un totale di 118 camere. Tra i servizi alla persona, è da segnalare l’apertura di Smart Clinic del Gruppo ospedaliero San Donato, che garantisce prestazioni sanitarie a prezzi modici punto prelievi, radiologia, visite Orio center ha registrato oltre 10 milioni di visitatori nel 2016: Con questa conformazione Finser rimane proprietaria di multisala e food court mentre Kommerzebank detiene la parte retail.
«Less is more» il visual
L’orientamento delle vetrine di Orio Center Extension è sempre più nella direzione alla trasparenza e del decostruttivismo inteso come: «togliere � per aggiungere». Il diktat è prodotto, prodotto e prodotto… con la mancanza di quelle ����������������������������������������������������������� strutture e particolari scenografici che sono sempre stati visti come parte integrante di quest’arte. Lo store diventa «la vetrina» ed attraverso la trasparenza un invito a vivere la «brandexperience» all’interno di spazi sempre più accomodanti ed orientati al cliente. Questa è diventata oramai la direzione di molti brand indipendentemente dal contesto in cui si trovino i negozi. «Piani e assi» diventano l’elemento ordinatore di vetrine sempre più minimaliste che garantiscano la massima visibilità alla merce grazie e una alternanza di simmetrie e colori nelle logiche espositive. Linee pulite, colori uniformi e lunghe scaffalature rappresentano un ottimo modo per massimizzare lo spazio in e dare un senso di profondità cente in termini di ottimi risultati dell’indice di verticale gradimento da parte dei consumatori. mantenendo le proporzioni con vetrine quadrate o rettangolari. Quali i risultati delle feste della birra? Con la luce non si gioca ma si lavora I risultati ci danno buoni riscontri, con incrementi dellla doppia cifra riallanell’ordine stregua uno strumento-elemento spetto alla norma, complice quest’anno la concomitanza delle feste della birra legate fondamentale di evidenziazione della al fischio d’inizio dei campionati europei di calcio. merce Il tuttoattraverso unito all’attività promozionale la creazione di un legata alla comunicazione in store, degustazionecontrasto e omaggivisivo di gadget di varia per dare vitanatura. ad un’atmosfera che invita allo shopping e Qualia sono strumenti degli di incentivatitologlidialtri presentazione articoli in zionemodo oltreaccattivante. le teatralizzazioni? I gadget si confermano essere un plus dall’appeal vincente per i clienti: sono Le motivazioni di Armani e oltre che uno strumento di comunicazione del singolo marchio anche un elemento Trussardi di fidelizzazione efficace. Da diversi anni medio di Orioconsolidata center al quale puntano Questa scelta scenografica che in maniera ormai offriamo ai facendogli vivere «l’esperienza della di punta all’esposizione essenziale è nostri consumatori zaini-borse nel corso marca» invitando l’utente probabilmente dettata dall’obbiettivo attività estive e, grazie anchenel allanegozio collasenza con ricorrere alla teatralizzazione di raggiungere un cliente sempre più borazione Heineken, Inbev e Carlsberg, della vetrina. Non a caso Giorgio Armani veloce e meno «fedele», probabilmente omaggiamo asciugamani damai mare, a chi gli chiedeva come alleracchetsue nel caso di Orio Center Extension, un te da beach tennis. Duraframe Note consente di scrivere direttamente sfilate non partecipassero le top model consumatore di «passaggio» durante rispondeva: “Altrimenti il pubblico non uno scalo ed in visita presso uno dei sull’inserto o sul modulo da compilare È riuscita GDO a destagionalizzare guardalai vestiti, ma le modelle”. i Mall più grandi in Europa. Non ci è Questo processo di sottrazione avviene dato conoscere le statistiche ma non consumi? proprio mentre, nel «quadrilatero» stupirebbe apprendere che la clientela Indubbiamente climabrand che caratterizza milanese gli ilstessi rimangono veri del Mall di Orio center assurga a uno il territorio che presidiamo con i punti di e e propri luoghi di culto dell’immagine shopping di destinazione. vendita per i superstore edel Tigre per i dellaOasi spettacolarizzazione prodotto La destinazione ovviamente è il ben espressa da regole precise, e nella sempiterno made in Italy. supermercati, aiuta a superare l’empasse allaunscelta In questo senso la «trasparenza» delle dellacomparazione stagionalità assistiamo consolidando trenddi codici espositivi diversi per brand vetrine consente al consumatore di importante: oggi le vendite dellaquei categoria cheregistrano vogliano rivolgersi a un clienteduvisualizzare dall’esterno il negozio per birra ottime performance tradizionale. rimanere attratto dalle fantasie degli rante tutte le dodici mensilità. outfit. Ecco che la cifra stilistica comune in vetrina diviene quella di puntare su materiali che non risultino mai invasivi ma che riescano a valorizzare l’assortimento merceologico del brand. In modo strategico di fronte agli ingressi dei principali marchi sono posizionate delle sedute con la funzione di arrestare il percorso del consumatore e accomodarlo dando avvio all’esperienza d’acquisto attraverso la visualizzazione del negozio. Trussardi ed Armani rivedono i propri codici tradizionali in funzione del target
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NOTE
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italia
www.durable.it
ORIO
VIA MANZONI EMPORIO ARMANI Forme fluide ed arrotondate creano uno standfloor che guida la lettura della vetrina attraverso la collezione autunno. È particolare la scelta del visual di collocare gli articoli senza rispettare le regole del «price point» né il principio di utilizzo (borsa in basso). Emporio è il marchio Armani più venduto nel mondo.
MILANO
BOSS
TRUSSARDI
Boss non lascia spazio alla fantasia. Piccoli e ricercati elementi decorativi a supporto del prodotto esposto. Il gioco delle luci e i contrasti di colore danno vita a una ambientazione ugualmente d’impatto. Per l’azienda che nel secolo scorso ha vestito gli eserciti tedeschi e che è sponsor di Niki Lauda e del McLaren racing team sono oltre 1100 gli storea a marchio in tutto il mondo.
Trussardi si ispira ai colori della collezione 2017 presentando un concept che non appesantisce la leggibilità del prodotto e ne valorizza la visualizzazione grazie ai contrasti cromatici. Osservandola secondo «l’onda visiva» emerge però uno sbilanciamento nella sequenza dei colori e nel posizionamento dei prodotti (il colore più forte predilige un posizionamento centrale rispetto a quelli più scuri o tenui). Un centinaio le boutique dello storico brand della Milano da bere e dell’arte, tra le tre insegne Trussardi, Trussardi Jeans e T.
SANBABILA
CORSO VITTORIO EMANUELE
VIA MANZONI
58 italia Display èMagazine
VIA MANZONI KORS
COACH
Acciaio, luce fredda e tessuto, così Michael Kors presenta il proprio total look dando vita ad una simpatica simmetria tra colori forme e prodotti. Lo stile è quello che è tanto piaciuto a first lady e politiche americane quali per citarne alcune Hillary Clinton e Michelle Obama. La holding americana del designer newyorkese oggi conta 550 store monomarca (324 solamente in USA) e ben 1500 nel resto del mondo. Piani e assi che si intrecciano e materiali che si alternano danno vita a una dressingroom stilizzata.
Coach in via Montenapoleone comunica la possibilità data ad ogni consumatore di personalizzare ogni prodotto per lui e per lei attraverso un concept che rimanda alla «artigianalità delle pelle» e alla capacità di lavorarla. L’ idea del Tailor made secondo Coach ha come obbiettivo il coinvolgimento del cliente finale attraverso la realizzazione di un prodotto. Oltre 1.000 gli storecoach in Nord America. Da menzionare la Coach House in quel di Midtown Manhattan, uno spazio di 20.000 mq aperto in occasione del 75esimo anniversario del brand fondato dai coniugi Cahan.
VIA MONTENAPOLEONE
TWINSET
COCCINELLE
Simona Barbieri, stilista e fondatrice del brand Twinset ama le rose bianche e vengono riproposte negli store con un concept innovativo. La vetrina è uno spazio nel quale giocare con gli outfit e i manichini con un posizionamento che da movimento e valorizza il negozio. Una cinquantina i negozi in Italia.
Coccinelle la vetrina diviene un palcoscenico dove ogni singolo oggetto, unitamente a materiali e decorazioni, viene selezionato perché in sintonia con l’argomento prescelto. Il giusto compromesso espositivo per esprimere la forza del marchio fondato da Mino Mazzieri ossia: il lusso accessibile nel campo della pelletteria. Oltre 100 le boutique monomarca nel mondo, dove tra l’altro si stima sia presente in oltre 1100 punti di vendita multimarca. VIA MANZONI
Fabbrica italiana espositori in legno
I migliori espositori in legno al mondo The best wooden displays in the world MILANO - ROMA - TARANTO
www.cemab.com
LA CITTÀ
VISIBILE 12/14 OT TO B R E O C TO B E R
2017 PA D / H A L L
8/12
29a Mostra Convegno Internazionale di Comunicazione Visiva
29th International Trade Fair and Conference on Visual Communication
www.viscomitalia.it
/ THE VISUAL CITY