I Soci del
Jolly Club
E le Scuderie
aďŹƒliate.
I Soci del
Jolly Club
Nel 1957 i soci del Jolly erano un centinaio nel 1967 erano 600 e quando presi il controllo del club erano circa 1000 corridori e circa 3000 simpatizzanti sparsi per l’Europa. Pagavano una tassa di iscrizione di 50.000 lire annue e la loro accettazione era soggetta al parere favorevole di una commissione di fondatori che respingeva con cortesia chi appariva non conforme allo spirito del club, per motivazioni errate con cui si avvicinava alle corse (molti erano influenzati dai fumetti e troppo aggressivi) o per cattiva educazione o palese inaffidabilità. (mitomania). Questa commissione poteva anche radiare un socio per comportamento antisportivo, anche se in 20 anni lo fece una sola volta.
Nel ‘63 vi erano già due generazioni di piloti: a sinistra Mario Baldrighi, a destra suo figlio Cesare con al centro Rodolfo Coscioni
Nel 1977 fu deciso di non accettare nuovi soci ma scegliere chi invitare ad associarsi e di potenziare le squadre di professionisti. Il Jolly Club si sviluppò attraverso sedi distaccate sul territorio, ciascuna seguita da un fiduciario che interloquiva direttamente con lo staff dirigenziale formato da mia madre, Federico Muller, Paolo de Leonibus e da me.
Giulio Besulli, detto l’indistruttibile, indimenticabile amico
Gianni Balzarini detto “Maria” , dopo il ribaltamento su un ...vespasiano, al circuito cittadino di Budaspest; la vettura andò a podio così modificata
Il Conte Capra a destra, con Paolo De Leonibus. Campione di longevità fu l’unico pilota a gareggiare con tre generazioni di piloti
Leo Cella, io, Mario Mannucci e i meccanici Podda e “Scintilla�
Luigi Petri, caro amico, campione italiano di F.3 e presidente del Jolly Sub
Alcide Paganelli ed Elios Zappella, al Rally di Sanremo Luciano Lombardini al Rally Alpi Orientali 1966
Leo Pittoni, tra me e mia madre, che per il Jolly corse con tutte le vetture possibili... avrebbe corso anche a piedi, se necessario, tanta era la sua passione
A destra Fabrizia Pons, con la sua copilota Gabriella Zappia. Alle loro spalle Renata Angiolini, il Presidente ANCAI Comm. Spotorno, Primo Lavizzari e Paolo De leonibus
Alberto Cambieri
Galimberti
Corrad Manfred Giorgio Pianta
Una rappresentativa “calcistica� del Club: tra gli altri (e Alberto Cambieri, Gal Giorgio P Corrado Manfred
do dini
Mario Poltronieri
Geki Russo
e mi scuso con quelli dei quali non ricordo pi첫 il nome): limberti, Poltronieri , Pianta. dini Geki Russo
Arnaldo Bernacchini
Giampiero Raffa
P
Antonio Ghini
Dino di B
Un’altra squadra di calcio del Club: tra gli altri (e mi riscuso con quelli dei quali non rico Ildefonso Torriani, Antonio Ghi
Guffanti,
ildefonso Torriani,
Paolo de Leonibus
Luigi Petri
Bona
ordo pi첫 il nome): Giampiero Raffa, Arnaldo Bernacchini, Paolo de Leonibus, Guffanti, ini, Dino Di Bona, Luigi Petri
Gianni Besozzi, e Sandro Brusati “Blu” Il Principe Cristiano Del Balzo “Gero” nel giorno sbagliato per una “cabrio”
Ignazio Giunti alle prime gare Dante Salvaj e Arnaldo Cavallari con mia madre
Un particolare capitoletto desidero dedicarlo ad Andrea de Adamich, non perchè fosse meglio di altri grandi del Jolly ai tempi di mio padre, da Munari a Giunti a Cella o a Cavallari e altri, ma per la sua parabola di rapporto con il Boss Mario. Fu subito un suo pupillo, coccolato e spinto in ogni tipo di gara. Gli finanziò il F3 con cui vinse il Campionato Italiano. Era il pilota ideale per una squadra “privata”, non era istintivo e esplosivo come altri, ma più tecnico e intelligente e...non sbatteva o rompeva vetture. In pochi anni divenne la prima guida del team Jolly Alfa e vinse tutto, dai Rally alle gare del Challange Europeo Turismo.... sino al Nurgburgring dove avvenne il “fattaccio”. Come sempre le vetture erano tutte uguali, ma la più uguale era per lui. A fine del primo turno di prove Dino Di Bona, un ottimo pilota un po’ più avanti con gli anni e senza ambizioni professionistiche, segnò un tempo di pochissimo migliore del suo (al vecchio Nurgburgring di 27 km stradali la differenza di 1” era nulla). Andrea, che non considerava Di Bona un possibile avversario, pretese di invertire le auto e di partecipare al secondo turno a macchine invertite. Mio padre cercò di dissuaderlo innervosendosi per la richiesta inusuale e perentoria. Così accettò lo scambio di vetture (allora era possibile per lo stesso concorrente) ma si lasciò sfuggire uno stizzito “se non vai più forte sei fuori”. La voglia di dare una lezione a tutti e dimostrare (non serviva...) di essere il più forte tradì Andrea che prese 1” da Di Bona (questo era il racconto degli altri piloti....nè mio padre nè Andrea ne parlarono mai.) Ma da allora tutto il periodo al Jolly (26 vittorie) fu cancellato dai vari curricula di Andrea, e il nome di De Adamich non più pronunciato da mio padre.
Il carattere intransigente del vecchio, quello per cui ero andato via da casa a 16 anni, ebbero il sopravvento e Andrea passò dal Jolly alla Autodelta, con grande vantaggio per lui, ma secondo me mio padre fece un errore.
Io, invece, rimasi suo amico ed estimatore. Poco dopo presi le redini della scuderia e riallacciai la collaborazione. Lo seguii nei prototipi dal box Autodelta cui facevo da cronometrista e da quel momento camminò con le sue gambe ed ebbe successo. Dopo tre lustri feci correre Cora, sua bella e determinata ďŹ glia, restando sempre suo amico e fan.
Lella Lombardi,una campionessa fedelissima del club che credo non verrà eguagliata per capacità e professionismo. Una grande amica con cui mi è capitato di andare a caccia e, tirando contemporaneamente a un fagiano volato tra di noi, di scambiarci una fucilata abbattendo il fagiano ma prendendoci ciascuno i pallini dell’altro, fortunatamente ormai in caduta.
Corse in F3 , nei prototip, con le Alfa Romeo Turismo diventando Campione Europeo, e arrivò persino in F.1!! Insomma andava più forte di molti degli uomini pur gareggiando tra campioni.
Paolo Ormezzano, detto “tramezzino”, che contribuì non poco al mio “ingrassamento”...
Giuliano Faccetti, che non ha mai amato i rally - e si vedeva - assieme a mia mamma...
In alto Merlotti, ai box in compagnia di mia madre e Paolo De Leonibus, in basso Pittono-Brambilla sulla HF
Piercarlo Borghesio, noto regista cinematografico e televisivo, con la figlia Anna, sposata a Mimmo Raimondi, pilota del Jolly e assicuratore del Club
Antonio Thellung, l’unico in grado di calcolare il millesimo di secondo, campione assoluto di regolarità 1966
Tra gli altri Polese, Bonamigo, Maschietto, Stefanelli, C
Chicco Svizzero, Fregnani, Carlo Molin, Romanzioni...
Le
S
cuderie a
ff
iliate.
Nel 1977 fu deciso di non accettare nuovi soci ma scegliere chi invitare ad associarsi e di potenziare le squadre di professionisti. Il Jolly Club si sviluppò attraverso sedi distaccate sul territorio, ciascuna seguita da un fiduciario che interloquiva direttamente con lo staff dirigenziale formato da mia madre, Federico Muller, Paolo de Leonibus e da me. Jolly Sub Luigi Petri (presidente)
Jolly Club Milano Direttori sportivi dal 1966 a oggi Alberto Redaelli Enrico Vago Emilio Colzani Claudio Bortoletto Andrea Muller
Strutture tecniche
Scuderie collegate Sedi periferiche
Sedi Internazionali
Autosport Jolly
Ateneo Jolly Aldo Borzì Rafaele Restivo
Piave Jolly Giancalo Ronchi Patrizia Capuzzo
Jolly San Marino Beppe Muscioni Enzo Zafferani
Jolly Montevarchi Adolfo Nannini
Jolly Club Svizzera Aldo Pessina Franco Mosconi
Telai Angelo del Monte Vaemeniajolly Paolo Azzi Motor Jolly Propulsori Jolly moto Ruggero Bernardi Franco Mayr Jolly Adventure Raids e donne Maurizio Rossi
Junior Jolly Carlo Giani
Nord Jolly Jolly Blu Gianluigi Tavolaccini Motonautica Pietro Silva Angelo Torriani Jolly Formula Eliseo Bernini
Jolly Cesena Luigi Bartolini Jolly Bergamo Mary Vedovello Bruno Vedovello
Jolly Club G.B. Bob Wilkingson Jeanfrancois Mosnier Jolly Espagna Manuel Ortiz Tallo Juan Petisco Jolly Brasile Piero Gancia Emilio Zambello Jolly Usa Standford P.Darger
A questi appassionati si deve lo sviluppo del club che contava 2185 piloti e circa 5000 simpatizzanti. Anche per me è difficile una stima di quanti hanno militato sotto i colori del Jolly ma azzarderei la cifra di 40.000 in 50 anni…. un esercito. Non vi era nazione, città o paese in cui non ci si potesse rivolgere ad un consocio del Jolly che, con grande piacere, si sarebbe prestato ad aiutarti. Non vi era luogo dove andasse un socio a correre senza amici ad accoglierlo. Lo spirito di corpo, la disponibilità ed il piacere di parlare insieme della propria passione erano esaltanti. Cari Jollini vi ricordo tutti!! In questo libro dei primi 10 anni 57 /67 di molti non ho parlato perchè non avevo le immagini, è passato molto tempo, ma sarebbe bello se mi inviaste una foto significativa di ciascuno per una aggiunta al capitolo soci, una specie di elenco “dispersi”che vorrei stilare per non dimenticare nessuno. Il prossimo libro riguarderà gli anni dal 1967 al 1987 e sarà più facile poiché sono gli anni in cui ho diretto personalmente il club e ovviamente ho più materiale e memorie.
Questo libro è in divenire...
I piloti sono invitati a redigere il capitolo del loro rapporto con il Jolly Club corredato di
foto e commenti, aneddoti e ciò che desiderano dire agli altri appassionati.
Questo libro è in divenire...