Africa Nr 5-2011 Settembre-Ottobre 2011

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n.5 settembre-ottobre 2011

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Milano.

www.missionaridafrica.org

la grandezza dei piccoli Somaliland

Nel Paese che non c’è

Guinea

I funamboli di Conakry

Kenia

Il missionario della corsa


Dialoghi sull’Africa

Un weekend di incontri per capire, conoscere e confrontarsi

Con:

Andrea Semplici, giornalista e scrittore Raffaele Masto, reporter e saggista Giorgio Fornoni, giornalista di Report Marco Trovato, coordinatore Africa

Quando: sabato 10 e domenica 11 dicembre 2011 Dove: Redazione Africa, Treviglio (BG) Quota di partecipazione: 200 euro Numero posti partecipanti: 25

Info: cell. 334 244 06 55 animazione@padribianchi.it www.missionaridafrica.org I primi 8 iscritti potranno usufruire del pernottamento, semplice ma gratuito, offerto dai missionari Padri Bianchi


editoriale

a cura della redazione

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iaggiare, spostarsi, andare in altri luoghi non è mai stato così facile come negli ultimi anni. I treni ormai sono “ad alta velocità”, gli aerei sono “low cost” e quindi più accessibili, le automobili sempre più confortevoli anche se ancora troppo inquinanti. Gli spostamenti si sono fatti frequenti e rapidi ma non per questo i viaggiatori si sono fatti più attenti e rispettosi degli altri. Anzi. Gli ingombranti bagagli, fisici e non, che ci si porta dietro spesso impediscono l’incontro, il riconoscere le bellezze altrui, lo scambio con le popolazioni che si incontrano. Il mese di ottobre è sempre Lo scorso 22 agosto si è spenta all’età di 92 anni Carmela Medici vedova Costantini, madre del direttore di Africa. A p. Paolo vanno le più sentite condoglianze della redazione e di tutti i collaboratori di Africa.

Un altro andare carico di riflessione per noi missionari. È il mese missionario in cui tutta la Chiesa si ferma per ritrovare le proprie radici di “inviata” a tutti i popoli e a tutte le genti. È questo un altro modo di partire, di andare! Come duemila anni fa, quando i due discepoli di Emmaus, dopo aver riconosciuto Gesù nello spezzare il pane, “partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme”(Lc 24,33-34), ancora oggi molti uomini e donne lasciano patria e affetti per andare altrove ad annunciare un Amore incontrato e fare rifiorire la speranza. È l’esperienza di un gruppo di suore dell’Angola che da più di un anno sono al fianco dei terremotati di Haiti. È quello che vive François, catechista congolese, che gira di villaggio in villaggio

per formare bambini e ragazzi alla fede. È la vita di Patrick, missionario ugandese tra le tende degli sfollati del Darfur. È la vita di Alessia, volontaria italiana e infermiera, impegnata a salvare vite nei campi profughi dei somali che scappano dalla siccità e dalla carestia. È il modo di fare missione di fratel Colm O’Connell, missionario allenatore di cui parliamo in questo numero di Africa... Sono modi diversi di andare ad incontrare un popolo, una storia, una cultura. Si può scegliere. Nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, Papa Benedetto XVI dice: “È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamen-

to che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse; che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali”. Fortunatamente il mondo è ancora ricco di persone, uomini e donne, che decidono di spendersi per gli altri, di andare a condividere un’esperienza di Amore profondo. E se non a tutti è dato di partire per annunciare Dio, è certamente impegno di ciascuno quello di andare verso gli altri con occhi e cuore disponibili ad accogliere le differenze. Convinti che, come affermava Dag Hammarskjöld, segretario delle Nazioni Unite morto 50 anni fa in un incidente aereo in Africa, “Dio è un’opera accessibile sullo scaffale della vita: sempre a disposizione e raramente usata”. Buon mese missionario! • africa · numero 5 · 2011

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sommario

lo scatto 8. Rabbia in Piazza Nord Africa

Direzione, reDazione e amministrazione

Cas. Post. 61 - V.le Merisio 17 24047 Treviglio (BG) tel. 0363 44726 - fax 0363 48198 africa@padribianchi.it www.missionaridafrica.org http://issuu.com/africa/docs Direttore

Paolo Costantini CoorDinatore

Marco Trovato

Progetto grafiCo e realizzazione

Elisabetta Delfini

Promozione e UffiCio stamPa

Matteo Merletto webmaster

Paolo Costantini amministrazione

Bruno Paganelli foto

Copertina Nicola Lo Calzo/Luzphoto Si ringrazia Olycom Collaboratori

Claudio Agostoni, Marco Aime, Enrico Casale, Matteo Fagotto, Francesca Guazzo, Diego Marani, Raffaele Masto, Pier Maria Mazzola, Giovanni Mereghetti, Roberto Paolo, Aldo Pavan, Stefano Pesarelli, Giovanni Porzio, Anna Pozzi, Andrea Semplici, Daniele Tamagni, Alida Vanni, Bruno Zanzottera, Emanuela Zuccalà CoorDinamento e stamPa

Jona - Paderno Dugnano

Periodico bimestrale - Anno 89 settembre-ottobre 2011, n°5

Aut. Trib. di Milano del 23/10/1948 n.713/48 L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dai lettori e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione. Le informazioni custodite verranno utilizzate al solo scopo di inviare ai lettori la testata e gli allegati, anche pubblicitari, di interesse pubblico (legge 675/96 - tutela dei dati personali).

africa rivista

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copertina

36 La riscossa dei piccoli foto Nicola Lo Calzo

attualità

3 Africanews 4 Le sentinelle della notte 10 La buona notizia? Siamo noi 14 Un Paese che non c’è 20 Uomini e pappagalli in gabbia a cura della redazione di Bruno Zanzottera

di Anna Pozzi e Bruno Zanzottera di Raffaele Oriani e Aldo Pavan di Stephane de Sakutin

società

26 30 Il regno delle bollicine 32 Salviamo il polmone del Madagascar 44 Il papà (adottivo) di Dumbo 47 Un calcio alla vergogna I funamboli di Conakry di Roberto Paolo

a cura della redazione

di Gianluca Falsi e Irene Dresda

di Paola Marelli e Aldo Giovannella

24. La tempesta Sudan

48. Sguardi seducenti Niger

60. L’esorcismo R.D. Congo

libri e musica

50 cultura 52 Il vascello del Senegal 56 I tesori dell’Ennedi

di E. Zuccalà e C.Agostoni

di Luca Spampinato di Elena Dak

chiese

62 Il sant’uomo della corsa 69 Le suore che coltivano la luce 70 News di Chiesa di Marco Trovato di Enrico Casale

con la collaborazione di A. Pozzi

storia

72 Gli esploratori della Dancalia toguna 76 vita nostra 77 di Andrea Semplici

a cura della redazione

a cura della redazione

di G. Marawayika e D. Kwand

COME RICEVERE AFRICA per l’Italia: Contributo minimo consigliato 30 euro annuali da indirizzare a:

Missionari d’Africa - Padri Bianchi viale Merisio, 17 - 24047 Treviglio (BG) su CCP n.67865782 oppure su BCC di Treviglio e Gera d’Adda IBAN: IT 93 T 08899 53640 000 000 00 1315

per la Svizzera: Ord.: Fr 35 - Sost.: Fr 45 da indirizzare a: Africanum - Rte de la Vignettaz 57 CH - 1700 Fribourg CCP 60/106/4

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news

a cura della redazione

Africanews, brevi dal continente 01 Congo, nuove tecnologie Si terrà il 17-18 settembre a Brazzaville, in Congo, l’Africa Web Summit, un appuntamento delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I professionisti del settore potranno condividere conoscenze ed esperienze e il grande pubblico potrà avvicinarsi ai nuovi strumenti. Verranno analizzate le sfide che deve affrontare l’Africa per competere con gli altri continenti.

02 Egitto, voto a novembre Sono state rimandate a novembre le elezioni legislative previste per settembre, ma non è stata indicata nessuna data precisa. Gli osservatori internazionali non avranno il permesso di monitorare lo svolgimento delle elezioni, ha detto il generale Mamdouh Shaheen. Critiche al riguardo le associazioni per la difesa dei diritti civili.

03 Marocco, elezioni anticipate Un accordo tra i partiti e il ministro degli Interni Taieb Cherkaoui ha fissato per il prossimo 25 novembre le elezioni legislative, previste per l’autunno del 2012. Questo permetterà la creazione di un nuovo governo che applichi la nuova Costituzione approvata con il referendum del luglio scorso. A due condizioni: l’approvazione del

Parlamento di quattro testi fondamentali e il censimento dello schedario elettorale. Le ultime legislative risalgono a settembre 2007.

04 R.D.Congo, pronti per le elezioni? Fissato al 27 novembre il primo turno delle presidenziali. Ma la società civile denuncia gravi irregolarità nelle liste elettorali. Secondo Le Phare sarebbero scomparsi dallo schedario della Ceni milioni di elettori. L’opposizione denuncia l’incostituzionalità del calendario pubblicato che prevede l’entrata in funzione del nuovo presidente il 20 dicembre invece del 6, data di scadenza del mandato dell’attuale presidente. Tra i candidati, Jean Pierre Bemba, al momento sotto processo all’Aia.

gna “Kenioti per il Kenya” per soccorrere le popolazioni del nord, ai confini con la Somalia, afflitte dalla grave siccità che colpisce il Corno d’Africa, La campagna ha raccolto finora 7,7 milioni di dollari. Alcuni cittadini hanno perfino donato l’intero salario di un mese. Le popolazioni del nord contano sul bestiame per sopravvivere, ma la permanente siccità ha lasciato ovunque solo carcasse di animali.

07 Sudafrica, la questione razziale Il premio Nobel della pace, Desmond Tutu, ha risvegliato le paure di un ritorno politico della questione razziale proponendo una tassa

in quanto “loro non ce le hanno mai pagate”.

08 Libia, sbloccato denaro L’Olanda ha sbloccato 100 milioni di euro da fondi libici congelati nelle banche olandesi mettendoli a disposizione dell’Organizzazione mondiale della salute per la Libia. Medicinali e materiale sanitario verranno distribuiti sia nelle zone controllate dai ribelli che in quelle controllate dal governo di Tripoli. Questa somma dovrebbe bastare per due mesi, dopodiché, se necessario, sbloccherà altri fondi dai 3 miliardi di euro dei beni ancora congelati solo nelle banche olandesi. Fonte: AgiAfro, Cnn, Jeune Afrique, il Post, Fides

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05 Sud Sudan riconosciuto Il 15 agosto ad Addis Abeba, in Etiopia, sede dell’Unione Africana (Ua), il Sud Sudan è stato accolto come il 54° Stato dell’Ua nel corso di una cerimonia presieduta dal gabonese Jean Ping, presidente dell’Organizzazione. Entrando nell’Unione, il Sud Sudan ha compiuto uno degli ultimi passaggi per l’ingresso a pieno titolo nella comunità delle nazioni africane e internazionali.

06 Kenya: a colpi di slogan È stata lanciata la campa-

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5 da applicarsi solo ai bianchi: “Potrebbe essere qualcosa di simbolico, l’1% dei loro fondi in borsa...”. Queste parole ricordano le recenti affermazioni radicali del responsabile della Lega della Gioventù dell’ANC Julius Malema, che propose l’espropriazione pura e semplice delle terre dei bianchi

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attualità

testo e foto di Bruno Zanzottera/ParalleloZero

Le sentinelle della notte Dove i giovani si organizzano per difendere i villaggi dai banditi

Un gruppo di giovani Arrow Boys di Nzara, una milizia di autodifesa dei villaggi dell’Equatoria Occidentale dagli attacchi dei ribelli dell’Lra (Lord’s Resistance Army)

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Nord Africa

lo scatto

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Rabbia

testo di Sid Kamal foto di Abdelhak Senna/AFP

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ontestatori marocchini fronteggiano la polizia a Casablanca: da settimane i giovani del movimento “20 febbraio” manifestano a decine di migliaia per chiedere più libertà, giustizia sociale e democrazia. La recente riforma costituzionale, concessa dal Re Mohammed VI, non ha disinnescato le proteste. Gli osservatori prevedono un autunno caldo in tutto il Nord Africa. In Algeria si moltiplicano i cortei contro il regime corrotto del presidente Bouteflika. In Tunisia le piazze accusano il governo provvisorio di tradire gli ideali della rivoluzione che ha destituito il dittatore Ben Ali: la disoccupazione record e il ventilato rinvio delle elezioni, fissate per il 23 ottobre, aumentano la rabbia della gente. A novembre toccherà all’Egitto andare alle urne, in un clima molto teso dove si temono strappi da parte delle forze armate che guidano la transizione post-Mubarak e dei Fratelli Musulmani che aspirano a conquistare il potere.

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in piazza

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attualità

testo di Anna Pozzi foto di Bruno Zanzottera/Parallelozero

La buona not Siamo noi! 10

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attualità

testo di Raffaele Oriani foto di Aldo Pavan

Un Paese ch L’autoproclamata nazione ha una propria moneta, lo scellino del Somaliland. I cambiavalute fanno affari d’oro. A destra, Hargesia. Il monumento ai caduti dei bombardamenti del 1988 14

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attualità

testo e foto di Stéphane de Sakutin/AFP

Uomini e pappa L’esperimento riuscito di un carcere di massima sicurezza in Sudafrica

I detenuti di Pollsmoor passano le giornate ad accudire pulcini di pappagalli. Un’attività impegnativa che redime anche i peggiori criminali

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alle sbarre del carcere esce solo il dolce canto di un uccello. Bernard Mitchell, un colosso tatuato e coi denti d’oro, accarezza il piccolo pappagallo e lo bacia amorevolmente. «Ha appena cinque settimane», dice il carcerato di 41 anni, mentre soffia sulla pappa calda preparata per alimentare il pulcino. «È come se lui fosse un bambino e io la sua mamma adottiva». Mitchell fa parte di un progetto il Correctional Bird Project - che ha trasformato alcuni dei più malfamati delinquenti del Sudafrica in docili allevatori di volatili.

Cuore di gangster «Grazie a questi animali ho scoperto di essere capace di gesti dolci e affettuosi», racconta l’uomo, vestito con l’uniforme arancione di ordinanza. «Prima ero una persona molto aggressiva, spesso coinvolta in risse e accoltellamenti. In prigione avevo una pessima reputazione. Oggi sono cambiato. Questi animali mi hanno insegnato ad avere pazienza e comprensione: non posso essere aggressivo con loro. Devo accudirli, sfamarli, prendermi cura di ogni loro necessità».

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Sudan

lo scatto

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testo di Ibrahim Al Waradi foto Afp/Str

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embra l’effetto speciale di un film, ma è un’immagine assolutamente reale: una gigantesca nube di polvere incombe minacciosa sulla capitale sudanese Kharthoum. Il fenomeno, conosciuto col nome di Habub (“tempesta” in arabo), è provocato da forti venti stagionali provenienti dal deserto che alzano muri di sabbia alti centinaia di metri, capaci di oscurare il cielo, sconvolgendo ogni attività umana. Oggi la serenità di Kharthoum è minacciata anche dai venti di guerra che soffiano insidiosi dalla regione del Darfur fino al Kordofan Meridionale, ai confini col neonato Sud Sudan. Notizie di violenti scontri filtrano dai Monti Nuba, dove l’esercito di Kharthoum sarebbe impegnato a piegare la resistenza delle popolazioni locali, cristiane e animiste, che per vent’anni hanno combattuto a fianco dei ribelli sudsudanesi.

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La


tempesta

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società

testo e foto di Roberto Paolo

I funamboli di

Nella Capitale della GuiNea CresCoNo i miGliori La scuola di arti acrobatiche Keita Fodeba forma centinaia di equilibristi, saltimbanchi, trapezisti, giocolieri e contorsionisti pronti al gran salto verso il successo

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a scuola è un capannone col tetto in lamiera e il pavimento di cemento, 40 metri per 20: sembra piuttosto un garage per camion, e probabilmente fino a poco tempo fa lo è stato.

Fabbrica di acrobati A terra, da un lato, giacciono ammonticchiati un paio di grossi materassi. In un angolo sta ripiegato e impolverato quello che deve essere stato un grande tappeto elastico. Dal soffitto penzola un’asta appesa ad una



società

testo a cura della redazione

L’ultima monarchia d’Africa è sostenuta dalla celebre multinazionale americana che da anni finanzia le manie di re Mswati III, dimenticandosi dei suoi sudditi

IL regno delle bollicine

Lo Swaziland nelle mani della Coca-Cola

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e le economie di Nigeria e Angola galleggiano su un mare di petrolio, i conti del regno dello Swaziland, una delle ultime monarchie assolute rimaste nel mondo, sono alimentati da un altro fiume nero: quello della Coca-Cola. Il colosso americano dei soft drink assicura da solo il 40% del Pil di questo pic-

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colo Paese incastonato tra Mozambico e Sudafrica: una garanzia di prosperità per il Re Mswati III, asceso al trono nel 1986 e divenuto celebre per i suoi capricci (le folli spese personali hanno prosciugato le casse dello Stato) e le sue stravaganti tradizioni (come quella di sposarsi ogni anno una giovane suddita).



società

di Gianluca Falsi e Irene Dresda

Salviamo il polmone del Madagascar La battaglia di un volontario italiano contro il disboscamento selvaggio 32

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copertina

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La ris

testo a cura della redazione foto di Nicola Lo Calzo/LUZphoto


cossa dei piccoLi in molti paesi le persone affette da nanismo sono oggetto di discriminazioni, soprusi, umiliazioni. Un calvario quotidiano appesantito, in Africa, da magie e superstizione. Ma c’è chi ha trovato la forza di vincere la paura e la vergogna e di lottare per difendere la propria dignità

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ssurde credenze popolari colpiscono le persone affette da nanismo in larga parte dell’Africa nera: spesso associate alla stregoneria, si trovano costrette a vivere in uno stato di semiclandestinità, sottoposte quotidianamente a ogni genere di angheria e violenza psicologica. Solo due nazioni hanno organismi che tutelano appositamente i diritti dei nani: il Mali e il Camerun. africa · numero 5 · 2011

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copertina

Fiera della mia diversità «Mi chiamo Marie Gisèle D.N., studio giurisprudenza all’Università di Dschang. Quando ho preso coscienza del mio handicap, ho vissuto con molta frustrazione la mia differenza rispetto agli altri bambini: ero oggetto di prese in giro e umiliazioni, e ho finito per chiudermi in me stessa. A 16 anni, grazie alla preside del mio istituto, ho iniziato ad accettare e superare il mio handicap. Oggi non ho più complessi, sono semplicemente fiera di quello che sono».

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Niger

lo scatto

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testo e foto di Bruno Zanzottera/Parallelozero

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ggi anno alla fine della stagione delle piogge, tra i mesi di settembre e ottobre, i nomadi Wodaabe si danno appuntamento con le loro mandrie nel cuore della savana per mettere in scena uno dei più singolari riti dell’Africa: il Gerewol, la festa che celebra la bellezza dei giovani pastori. Centinaia di uomini in età da matrimonio si decorano come le più sofisticate modelle con colori sgargianti, piume, vestiti di pregio, e sfilano tra canti e danze dai ritmi lenti e sinuosi per colpire i cuori delle ragazze.

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Sguardi seducenti africa 路 numero 5 路 2011

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libri

di Emanuela Zuccalà

tellettuali “under 40” più interessanti dell’Egitto.

Egitto, la rivoluzione rosa Esce in questi giorni in Italia il nuovo romanzo di Mansoura Ez Eldin, una giovane e talentuosa scrittrice egiziana. Decisa a difendere i diritti delle donne contro i militari e gli islamisti Una saga familiare nell’Egitto rurale, fra superstizione e spiriti del Nilo. E Salma, la protagonista, che fugge al Cairo per trovare se stessa. Il nuovo romanzo della scrittrice egiziana Mansoura Ez Eldin, Oltre il paradiso (tradotto in 9 Paesi, ora anche in Italia per Piemme), è uno specchio della classe media che vive sul delta del Nilo. «Descri-

ve l’Egitto prima della rivoluzione di piazza Tahrir - charisce l’autrice - una società morta, costellata di vite sprecate». Giornalista del settimanale culturale Akhbar Al-Adab, editorialista per il New York Times, 35 anni, Mansoura è stata l’unica donna finalista al prestigioso premio letterario Booker Arabo 2010. È considerata una delle in-

La stampa occidentale spesso cristallizza la donna araba in due stereotipi opposti: velata e oppressa, oppure odalisca come una Sheherazade. Come andare oltre? Io detesto anche gli stereotipi attraverso cui il mondo arabo guarda alle donne occidentali. Forse dovremmo tutti leggere più autori stranieri, perché i grandi scrittori svelano il cuore di una società. In Egitto, prima degli anni ‘90, gli scrittori trattavano temi politici e sociali, mentre voi giovani vi concentrate sul privato. Perché questo radicale cambio di prospettiva? Per la mia generazione il sogno del nazionalismo egiziano si è trasformato in un incubo: ci siamo liberati del colonialismo per trovarci vittime di un regime brutale, ripiegandoci su temi privati come a difenderci dalla politica. I vecchi scrittori fiancheggiavano il regime di

Una donna candidata Alle elezioni presidenziali in Egitto, in programma a novembre, concorrerà per la prima volta una donna: Buthaina Kamel, ex giornalista televisiva, musulmana, attivista per i diritti civili, socialdemocratica indipendente. Toccherà a lei sfidare i candidati sostenuti dagli islamisti e dai militari.

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Mubarak, o almeno non lo osteggiavano: noi dovevamo distinguerci. A fine luglio le femministe egiziane hanno chiesto con forza parità di diritti. La rivoluzione ha dimenticato le donne? Oggi molte voci negano il ruolo delle donne in piazza Tahrir. Il partito islamico dei Salafiti sostiene che dobbiamo tornare a occuparci dei figli, invece di lavorare e aspirare a ruoli pubblici. Molti uomini, in Egitto, pensano ancora che difendere i diritti delle donne significhi ridurre i propri. Il governo militare ritarda le riforme, proseguono le proteste di piazza e a novembre l’Egitto affronterà le elezioni. Cosa si aspetta che accadrà? La rivoluzione non è finita. Mubarak non era il problema principale: l’esercito doveva liberarsi di lui per restare padrone del Paese. Oggi il regime militare accusa i manifestanti di essere al soldo degli stranieri: dobbiamo mandarli via, abbiamo già versato troppo sangue per il nostro sogno di democrazia. Ma spero che i partiti democratici si preparino bene alle elezioni, perché i Salafiti e i Fratelli Musulmani sono già pronti: non vorrei mai liberarmi dei militari per essere sorpresa da un regime salafita.


musica

di Claudio Agostoni

From AFricA with Fury: risE SEun AnikulApo kuti

Negli scontri che in Nigeria recentemente hanno causato centinaia di morti, c’è la mano di Muhammadu Buhari che, sconfitto in elezioni considerate le più “regolari” degli ultimi vent’anni, non ne accetta i risultati. Le parole al vetriolo di Beast of no Nation («Un mondo in mano a Buhari / Un uomo folle, un animale con la pelle da uomo»), che Fela Kuti scrisse a metà anni Ottanta, sono attuali come la musica di Seun, il più giovane tra i suoi figli/ musicisti. Ad aiutarlo c’è la band del padre (i leggendari Egypt 80), capitanata da Lekan Animashaun che fu al fianco di Fela fin dal 1965, con i Koola Lobitos. Non una semplice rilettura dell’afrobeat, ma il tentativo di inserire le radici di quel suono in solchi meno convenzionali, nel tentativo di rendere attuale il suono e lo spirito di quella tradizione.

world mAssAlA tErrAkotA

Il massala è una miscela, di origine indiana, di spezie (pepe nero, cumino, coriandolo, peperoncino, noce moscata, curcuma e altre ancora) pestate in un mortaio. In Italia è conosciuta con il nome di curry e ne esistono svariate versioni, più o meno piccanti. Si passa dalle mild, mediamente piccanti, a quelle hot, ovvero molto piccanti. Il quarto album dei Terrakota si può definire mild. Come consuetudine tutto ruota intorno alla cantante e ballerina Romi. Ritmi africani, giamaicani, brasiliani: la band si conferma onnivora e divora ritmi di mezzo mondo. Per il brano che dà il titolo all’album si è scomodata la star di Bollywood, Vasundhara Das, oltre al musicista Manhesh Vinajakram con i Rajasthan Roots. Ma il capolavoro è Raiz, dove compare anche Paulo Flores, star della musica angolana di oggi.

NigEriA 70 - swEEt timEs AA. VV.

Continua la fortunata serie Nigeria 70, giunta al suo terzo capitolo, ancora una volta curata dalle abili mani di Dunkan Broker, che con orgoglio mette in circolazione tredici rarità che precedentemente non erano mai uscite dai territori nigeriani. Il sottotitolo dice tutto: “Sweet Times: Afro Funk, Highlife & Juju from 1970s Lagos”. Se si vuole saperne di più non c’è bisogno di lunghe ricerche su internet: le note di copertina, ricche ed esaustive, sono di John Collins, autore dell’imperdibile saggio West African Pop Roots. A me resta solo da evidenziare tre brani imperdibili: il funk acidissimo di Unity in Africa di Eji Oyewole, la cavalcata psycho-afro di It’s Time For Juju Music di Admiral Dele Abiodun & His Top Hitters International, e le bellissime chitarre di Henrietta di Ali Chukwumah.

smAA smAA HASnA El BECHAriA

La musica di Hasna viene dal Sahara e ci trasporta in una miscela furiosa di tempeste di sabbia, di karkabu, di tradizioni millenarie, di chitarre elettriche e di tè alla menta. È la sola donna del Maghreb a suonare la musica gnawi, una cultura importata dai discendenti degli schiavi subsahariani in Africa bianca. Un primato che le è costato esclusioni e sarcasmi. Il culto per questa trance mistica le è stato trasmesso dal padre: un maâllem, un maestro del sincretismo gnawi. Hasna El Becharia, come indica il suo nome d’arte, è nata a Béchar, una metropoli strategica del Sahara algerino. Hasna ama i poveri e gli esclusi: per esempio accoglie le mogli ripudiate con i loro figli, buttati per strada dai loro mariti. È una donna libera, e lo dimostra facendo quel che vuole. Compreso suonare una musica per soli uomini. africa · numero 5 · 2011

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Il vascello

cultura

testo di Luca Spampinato foto di H. Tabarant/AFP

A bordo di una storica nave nel cuore dell’Africa occidentale

Lo storico battello sul fiume Senegal. Fu costruito in Olanda nel 1950 per conto della compagnia di trasporti Messageries du Sénégal. Fino al 1970 ha trasportato merci tra Saint-Louis, Richard-Toll, Rosso, Podor, Kaédi, Matam, Bakel e Kayes

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cultura

testo e foto di Elena Dak

I tesori dell’Ennedi Viaggio tra le bellezze segrete del Ciad

Nel nord del Ciad il Sahara regala paesaggi mutevoli e incredibili: imponenti massicci rocciosi, gallerie di pitture rupestri, canyon popolati da coccodrilli e laghi cristallini attorniati dalle dune

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lo scatto

testo di Giresse Yambuya foto di Marco Garofalo

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R.D.Congo

sorcismo P

adre Leon Toussaint, sacerdote della Piccola Chiesa di San Tommaso Apostolo, in un quartiere popolare di Kinshasa, effettua un esorcismo a una donna angolana che afferma di essere posseduta dal demonio. Alle sue spalle, altre donne pregano in attesa di essere “liberate da Satana”. Nella Repubblica Democratica del Congo i pastori delle sette cristiane passano le giornate a salvare i fedeli dalle fiamme dell’inferno. Il business degli esorcismi è alimentato da un’epidemia di furore superstizioso che cresce parallelamente all’acuirsi della crisi economica e sociale.

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chiesa

testo e foto di Marco Trovato

Tre allievi di Brother Colm O’Connell corrono a metà mattina nel cortile della Saint Patrick’s High School di Iten. Il missionario-coah irlandese sottopone i suoi fuoriclasse a tre sessioni di allenamento quotidiani. Unico giorno di riposo: la domenica

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Il d


sant’uomo ella corsa È un missionario il coach dei fuoriclasse dell’atletica keniana

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a fabbrica dei campioni si mette in moto prima dell’alba. Alle sei in punto i discepoli di padre Colm, una dozzina di ragazzi dall’aria assonnata, sfilano nella penombra con le loro tute colorate, i k-way che sfrigolano, le scarpe da running tirate a lucido. Come ogni mattina percorrono una strada di polvere rossa fiancheg-

giata da grandi cedri ed eucalipti. Iniziano con un’andatura tranquilla, poi le falcate si allungano e il ritmo diventa sfrenato. «Per cominciare bene la giornata non c’è niente di meglio di una bella corsa nel silenzio», assicura il vecchio tecnico dalla pelle bianca e increspata, guance arrossate, occhi luminosi sempre in movi-

mento. «A quest’ora ci si allena nella più completa tranquillità. Nessuna distrazione, nessun frastuono. La brezza è fresca, le strade deserte. Sembra davvero di stare in paradiso». Colm O’Connell, 62 anni, prete cattolico irlandese, è una leggenda vivente dell’atletica mondiale. Da trentacinque anni alleva

corridori nel cuore dell’Africa. Dalle sue mani sono passati migliaia di ragazzi pieni di grinta e talento. E non pochi, seguendo i suoi insegnamenti, sono entrati nell’olimpo della corsa. «Dio ha regalato ai figli di questa terra corpi perfetti per galoppare più forti di tutti», spiega l’allenatore con una punta di orgoglio. «Io mi occupo solo di valoafrica · numero 5 · 2011

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chiesa in africa

a cura di Anna Pozzi

Africa •

Spazio ai laici Rivolgendosi ai vescovi dell’Africa Orientale, don Peter Kiarie, sacerdote cattolico, ha spronato i pastori delle Chiese locali a stringere una maggiore collaborazione coi laici, affidando loro compiti di evangelizzazione con fiducia, «senza temere che questi diventino così potenti e influenti da mettere in secondo piano le guide religiose». Il tema del ruolo dei laici è stato ripreso anche da mons. Savio Hon Tai Fai, segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, che ha sottolineato il contributo prezioso offerto specialmente dalle donne nella Chiesa. «L’80% dei collaboratori dei religiosi è composto da donne - ha ricordato l’alto prelato -. È giunto il momento di dare loro più spazio», affinché possano ricoprire maggiori ruoli di responsabilità.

SUD SUDAN•

Per trent’anni in camm

«A

bbiamo di fronte un futuro duro, di povertà e di difficoltà, ma siamo seri e decisi ad andare avanti». Così mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek, si esprimeva pochi giorni prima dell’indipendenza del Sud Sudan, celebrata lo scorso 9 luglio. Una settimana dopo, mons. Mazzolari moriva, colto da un malore, mentre celebrava la Messa nella sua piccola cattedrale di Rumbek. È come se avesse voluto accompagnare il suo popolo sino alla pace e sino all’indipendenza per poi lasciarlo camminare solo in questa nuova esaltane e difficile fase dello storia del Sud Sudan. Mons. Mazzolari ha condiviso oltre trent’anni di vita con la gente di questa terra martoriata dalla guerra e dall’oppressione. In Sud Sudan era arrivato nel 1981, prima nella diocesi di Tombura-Yambio, poi nella capitale Juba, come provinciale dei comboniani, e quindi a Rumbek, nel 1990, da amministratore apostolico e quindi da vescovo. «La Chiesa ha un grande ruolo - ci diceva alla vigilia dell’indipendenza, mentre ci mostrava i suoi nuovi progetti nella diocesi di Rumbek - così come la comunità. Dobbiamo far vedere al

Africa • Il Papa in Benin Benedetto XVI sarà in Benin dal 18 al 20 novembre 2011 per una visita pastorale in occasione del Giubileo per i 150 anni di evangelizzazione del Paese. Per l’occasione, il Pontefice consegnerà anche l’Esortazione apostolica frutto della seconda Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa, che si è tenuta nell’ottobre 2009 in Vaticano sul tema: “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. Inoltre, Benedetto XVI coglierà anche l’occasione per «onorare la memoria del card. Bernardin Gantin» originario di questo Paese, con cui ha condiviso numerosi anni di lavoro in Vaticano. Il logo della visita mostra una carta dell’Africa a forma di colomba che spicca il volo verso l’Oriente, punto di partenza del messaggio salvifico ebraico-cristiano. Il volo della colomba è rappresentato dal verde, giallo e rosso, colori della bandiera del Benin, e di altre bandiere africane, con le scritte: riconciliazione, giustizia, pace. 70

africa · numero 5 · 2011


ino con il suo popolo mondo che siamo una nazione seria». Per gran parte della sua vita ha accompagnato il suo popolo attraverso le prove più dure della guerra. Dal 2005, dopo la firma dell’accordo di pace, aveva fatto di tutto per tradurre in azioni concrete qualcosa che molti non avevano mai conosciuto: la pace, appunto. Diverse generazioni di sud sudanesi sono nate e cresciute in un contesto di guerra e con una mentalità di guerra. Costruire la pace, a partire dai cuori delle persone, è l’obiettivo perseguito sino alla fine da mons. Mazzolari. Che ancora aveva il desiderio e il coraggio di guardare avanti con due nuovi importanti progetti: quello di una nuova cattedrale, che sostituisse la piccola chiesetta ormai insufficiente a ospitare tutti i fedeli; e la costruzione di una scuola per la formazione di insegnanti. Lo scorso marzo aveva posto la prima pietra di questo nuovo istituto, che avrebbe dovuto contribuire a colmare una lacuna gravissima: quella, appunto, della mancanza di insegnanti adeguatamente preparati. «L’istruzione - diceva - era ed è una priorità per mettere le basi di questo nuovo Paese. Durante la guerra - ricordava mons. Mazzolari - abbiamo continuato ad aprire scuole. Avevamo più di cinquanta mila bambini. Il campo dell’educazione ci è sempre stato molto a cuore». Ed è proprio nei tanti giovani a cui ha permesso di avere un’istruzione e nelle molte persone a cui è riuscito a far arrivare la Buona Novella - attraverso l’apertura di tante missioni - che lo spirito di mons. Mazzolari continua a vivere in questa terra, che affronta oggi quello che il vescovo definiva «l’inizio di un nuovo cammino». «La Chiesa - diceva - deve continuare a diffondere il messaggio del Vangelo e la visione della Buona Novella e, nelle sue scuole, nelle sue associazioni e in tutti i suoi gruppi, deve seminare il senso del bene comune, della solidarietà e della corresponsabilità come lo troviamo nell’insegnamento sociale della Chiesa».

Vaticano • Stop alle armi La delegazione della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha chiesto alla comunità internazionale regole severe in vista del Trattato sul commercio delle armi previsto per il 2012. «La proliferazione delle armi incoraggia

guerre locali, violenza urbana e uccide ogni giorno troppe persone nel mondo». Per questo, la Santa Sede invita a «promuovere criteri vincolanti per regolare il commercio di armi e munizioni». C’è bisogno di «un forte,

efficace e concreto strumento legale internazionale» che mostri «la credibilità e la reale buona volontà degli Stati ad assumersi la loro responsabilità morale e legale di rafforzare i controlli internazionali».

Sudan •

Che la Chiesa resti unita

M

ons. Daniel Adwoks, il vescovo ausiliare di Khartoum, ha esortato i cristiani del Sud Sudan a non dimenticare i fratelli del Nord, che vivono in uno Stato islamico, in cui vige la sharia (legge coranica) e prevale la cultura araba. L’ausiliare di Khartoum ha ricordato, inoltre, il problema della cittadinanza per chi ha origini meridionali o quello della vendita di terreni situati al Nord, ma appartenenti a cittadini del Sud. Ha citato anche le sfide che le scuole cattoliche del Paese si trovano oggi ad affrontare, in seguito all’esodo massiccio di sud sudanesi dal Nord verso il Sud. Una situazione che potrebbe portare la Chiesa sudanese a chiudere definitivamente alcuni dei propri istituti. africa · numero 5 · 2011

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storia

testo di Andrea Semplici

Raimondo FRanchetti e Ludovico nesbitt: impRese e RivaLità

Gli eSploratori della dancalia

negli anni Venti del secolo scorso due giovani italiani (un barone ambizioso e un ingegnere squattrinato) si avventurarono alla scoperta dell’ultima terra sconosciuta dell’africa orientale: un deserto desolato di lava e vulcani

S

foglio i due libri. Centinaia di pagine ingiallite. Sono stati stampati più di settant’anni fa. A pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Il libro di Ludovico Nesbitt, La Dancalia esplorata, nel maggio del 1930; quello di Raimondo Franchetti, Nella Dancalia etiopica, in pieno agosto. Ora un libraio li ha sistemati l’uno accanto all’altro sul ripiano di una bancarella. Nessuno ricorda la contesa violenta che divise i due

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uomini in quegli anni di un’Italia fascista avida di imprese coloniali. Chi può immaginare, oggi, che questi due ponderosi volumi furono autentici best seller dell’avventura? E che giornali e autorità scientifiche

del tempo si divisero nel tifo fra i due avventurieri. L’Italia ebbe, in quegli anni, i suoi Speke e Burton. Peccato questo oblio, perché la loro storia è degna della penna di Salgari: il barone Raimondo Arnoldo Franchetti e l’ingegnere Ludovico Marcello Nesbitt furono gli ultimi due esploratori di un’Africa oramai percorsa per ogni pista e depredata in ogni suo territorio dagli uomini bianchi. Ma i loro nomi rimangono quasi ignoti. Non ebbero le glorie e la fama di Livingstone e Stanley. Eppure questi due italiani (il nonno paterno di Nesbitt era inglese, ma lui era nato ad Albano Laziale) si contesero il primato dell’aver per-

A sinistra, il barone Franchetti vestito da esploratore, occhi astuti e un perenne sorriso sornione. Nesbitt, invece, sembra un dandy: eleganza trascurata, con cravatta e fazzoletto nel taschino della giacca



lettere Siccità, solidarietà sospetta Il carrozzone della solidarietà che si è messo in moto per affrontare “l’emergenza siccità” nel Corno d’Africa è vergognoso. Sono tre anni che in Somalia, Kenia ed Etiopia non piove a sufficienza. I raccolti sono andati persi, milioni di persone soffrono la fame. Già due anni fa l’allarme era stato lanciato dai missionari che vivono sul campo accanto alle popolazioni locali. Dov’erano le numerose Ong che oggi sgomitano per rastrellare i soldi della beneficenza sull’onda dell’emotività? Perché si accorgono solo ora della gravità della situazione? Sono davvero interessati a portare soccorso o sfruttano l’emergenza per ottenere visibilità e fiumi di denaro? A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca… Gino Caprara, via mail, Nairobi

A scuola dai poveri

Ho letto il servizio sulle lezioni agli uomini d’affari tenute nella savana dai Masai del Kenia. A mio avviso i manager occidentali - vista la crisi economica che ci ha travolti - farebbero meglio a recarsi in mezzo alle foreste del Congo per prendere ripetizioni dai Pigmei. In alternativa potrebbero 76

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a cura della redazione

vivere per un po’ di tempo nel deserto con una carovana di nomadi. O, meglio ancora, potrebbero cercare di sopravvivere in una baraccopoli africana, in catapecchie di lamiera dove manca la corrente e l’acqua potabile. I poveri sono i migliori maestri di vita. Basta frequentarli e condividere le privazioni quotidiane. Troppo comodo giocare a fare l’esploratore quando si dispone di un campo tenda di lusso e ogni genere di comfort. I dirigenti delle nostre aziende vogliono davvero imparare a stare al mondo? Imparino a cavarsela contando solo sulle proprie forze. Nell’Africa vera. Maria Teresa Galluzzo, Como

Il vero percorso di Caillié Carissimi di Africa, innanzitutto complimenti per il vostro lavoro. È sempre con tanto piacere che leggo la vostra rivista. Nell’ultimo numero però ho riscontrato delle gravi imprecisioni nella cartina che illustra l’articolo su René Caillié. L’esploratore francese non è partito dalla Costa d’Avorio e non l’ha mai attraversata, ma l’ha semplicemente sfiorata a nord, sempre in zona di savana. È partito da Kakondy, sulla sponde sinistra del Rio Nunez, il 19 aprile 1827. Il 10 maggio ha raggiunto il Tinkisso. Il 3 giugno ha lasciato alle spalle gli ultimi contrafforti del Fouta Djallon (sempre nell’attuale Guinea Konakry). Nel mese di luglio ha attraversato la regione chiamata Wassoulou (attuale Mali)... L’11 marzo è entrato

a Djenné e il 19 aprile 1828 ha raggiunto Timbuctu. Vale la pena di leggere integralmente il suo “Voyage à Tembouctou et à Jenné” che racconta con una grande umanità la sue peripezie dal 1824 al 1828. padre Arvedo Godina, Mali

L’orrore dei safari lo scatto

U

n cacciatore e la sua guida posano davanti ad una zebra appena uccisa nella riserva di Blaauwkrantz, a 70 chilometri da Port Elizabeth. In Sudafrica i safari di caccia sono legali. Decine di agenzie specializzate organizzano le battute con fucili di precisione per clienti facoltosi provenienti da tutto il mondo. Ogni preda ha il suo prezzo: 100 dollari per un babbuino o uno sciacallo, 1.500 per una zebra, 2mila per un antilope o cudù, 3.500 per una giraffa. Per uccidere un leone servono 45mila dollari, per un elefante bastano 36mila dollari. Una parte di questi soldi è utilizzata dalle autorità sudafricane per proteggere la fauna nei parchi.

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L’ultimo trofeo africa · numero 3 · 2011

di progetti faraonici (dove sprechi e ruberie sono più facili); si affidi a missionari o associazioni che operano da anni sul territorio; esiga un resoconto puntuale delle spese e dei benefici dell’intervento; faccia prevalere la solidarietà sulla diffidenza. padre Paolo Costantini

Vorrei la pelle nera

testo di Peter Onyango foto di Gianluigi Guercia/AFP

Sudafrica

toguna - la casa della parola

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Sull’ultimo numero di Africa ho scoperto - con stupore e disgusto - che ancora oggi in Sudafrica i safari di caccia sono legali. E che esistono numerose agenzie che organizzano le battute con fucili di precisione. È uno scempio che dovrebbe essere vietato. La vita di una zebra, di un leone, di un’antilope, non ha prezzo. Ettore Arachi, Lecce

Come posso aiutare? Gentile direttore, sono una pensionata, non navigo nell’oro, ma vorrei aiutare nel mio piccolo chi vive nella povertà in Africa. Non vorrei però che i miei soldi finissero nelle tasche di furfanti e persone poco serie. Come faccio a essere sicura che vadano davvero a destinazione e che vengano usati nel migliore dei modi? Raffaella Di Giacomo, Napoli Cara Raffaella, mi permetto di consigliarle quattro regole dettate dal buon senso: privilegi il sostegno a piccole opere sociali anziché a gran-

Mi complimento con voi per la bellissima lettura del vostro giornale incontrato per puro caso... Vorrei che questo nostro schifosissimo “mondo occidentale” si accorgesse delle ricchezze dell’Africa. Per capire cos’è il rispetto verso la natura e gli animali, per capire cos’è la fame e capire quanto sia malata la nostra società moderna... Noi che ci arrabbiamo perché non abbiamo il modello di cellulare all’avanguardia o l’abito più firmato... Mah. Vorrei essere nata da un’altra parte nel mondo. In Africa. Veronica Locatelli, via mail

I soldi della crisi Il crack delle borse ha bruciato in pochi giorni miliardi di dollari di capitali. Se solo quel denaro fosse stato speso per costruire un mondo più giusto, anziché cercare guadagni effimeri. Che rabbia! Carmelo Zoncolan, Padova Prendete anche voi la parola nella “Toguna”. Scrivete a: Africa C.P. 61 24047 Treviglio BG oppure mandate una mail: africa@padribianchi.it o un fax: 0363 48198


n. 5 settembre . ottobre 2011 www.missionaridafrica.org

Missionari nel Magreb

Attività dei Padri Bianchi nel mondo islamico a cura della redazione

Se altrove la Missione è annuncio e predicazione, nel Maghreb essa è anche luogo di incontro e di dialogo con il mondo musulmano

Nel continente africano i Padri Bianchi si sono sempre consacrati alla Missione costruendo chiese, scuole, dispensari,

realizzando anche dei progetti di sviluppo ambiziosi. Nel Maghreb, la presenza dei Padri Bianchi è più modesta e discreta. Il motivo? Per non urtare la sensibilità di una certa parte del mondo musulmano che non vede di buon occhio le opere della Chiesa cattolica a favore delle popolazioni islamiche. Malgrado queste difficoltà, si sono creati dei profondi legami con persone che hanno fiducia nei missionari, soprattutto negli ambienti delle ONG locali, nei quartieri e nelle famiglie che i missionari frequentano. Questi legami vanno mantenuti e rinforzati, perché l’avvenire della coabi-

tazione - cristiani e musulmani - dipende da questi “spazi di incontro” dell’azione socio-umanitaria. Oggi, nel Maghreb lavorano 36 Padri Bianchi, di cui 9 africani, suddivisi in 10 comunità: 5 in Algeria e 5 Tunisia. Il loro lavoro di dialogo, di promozione sociale e di incontro è purtroppo ostacolato tra l’altro da gravi difficoltà finanziarie. Le comunità cristiane locali, assai ridotte, hanno ben poche possibilità materiali di sostegno. Inoltre, essendo stranieri, i padri non hanno diritto a salari o risarcimenti finanziari per le loro iniziative. Tutte le spese sono dunque a carico dei padri... che non hanno entra-

La biblioteca Le Figuier è aperta a tutti gli iscritti ed offre consultazioni di libri e riviste ed accesso ad Internet

padri bianchi . missionari d’africa

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PROGETTI ALGERIA Ricordiamo che Africa sostiene due progetti lanciati dai nostri confratelli in Algeria

Progetto 01-11 Algeria Scolarizzazione femminile

Sostenere gli studi di alcune ragazze algerine in situazioni particolarmente difficili Costo previsto: 950,00 euro Referente: padre José Maria Cantal pbprovmaghreb@yahoo.fr

Progetto 02-11 Algeria Biblioteca di Tizi-Ouzou

La biblioteca Le Figuier è uno strumento indispensabile per più di 500 iscritti, soprattutto studentesse in medicina. Rami da aggiornare: medicina, biologia e lingua inglese Aiuto richiesto: 5.500 euro Referente: padre José Maria Cantal pbprovmaghreb@yahoo.fr Gli aiuti possono essere inviati tramite AMICI DEI PADRI BIANCHI - ONLUS Codice Fiscale: 93036300163 Cassa Rurale di Treviglio e Gera d’Adda IBAN: IT 73 H088 9953 6420 0000 0172 789 oppure AMICI DEI PADRI BIANCHI - ONLUS CCP nr. 9754036

te perché lavorano gratuitamente. Questo pesa sulla formazione dei giovani padri che arrivano sul terreno. Il carisma del missionario esige una conoscenza approfondita delle lingue parlate là dove si è chiamati ad operare. Una volta, i confratelli più esperti iniziavano i più giovani padri alla lingua e alla comprensione delle culture locali. Oggi il giovane missionario deve frequentare dei corsi di lingua locale tenuti da professori locali. Un impegno costoso ma necessario per dialogare con le popolazioni del Maghreb.

Attività

Per capire meglio le molteplici attività sociali e umanitarie svolte dai Padri Bianchi in questa regione, citiamo tre missioni: Sfax, nel sud Tunisino; Ghardaïa, sede dei Mozabiti, nel Sahara algerino; e infine TiziOuzou, nella Grande Cabilia algerina. Cominciamo da Sfax, città industriale del

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africa · numero 5 · 2011

La Missione non è un’attività umana qualunque... La preghiera privata e comunitaria ne è la base. Quattro Padri pregano nella loro cappellina di Ghardaïa

sud tunisino aperta sul mare. Seconda città della Tunisia per importanza economica e per popolazione (città 265.000 ab., area metropolitana 500mila abitanti), ha un grande ruolo nell’esportazione d’olio d’oliva e di pesce fresco o congelato. Qui, quattro giovani Padri Bianchi tutti africani, si occupano di due parrocchie (Gabès e Sfax) distanti più di 200 chilometri una dall’altra, ciascuna con circa 60 cattolici praticanti. I confratelli sono inseriti in associazioni assistenziali tunisine per persone menomate fisicamente e mentalmente. L’auto in dotazione alla comunità dei padri si trasforma spesso in ambulanza per trasportare gli ammalati al Centro di rieducazione. Sono inoltre impegnati in un gruppo biblico, un cine-forum per bambini, incontri con gli universitari cristiani del Sud-Sahara, un ufficio di accoglienza sociale, ecc. Da Sfax passiamo più a nord-ovest, a TiziOuzu (letteralmente: “Colle delle ginestre”), in Algeria. Capitale culturale della cosiddetta “Grande Cabilia” (la parte occidentale, che comprende i monti più alti), vi si parla prevalentemente la lingua berbera, come lingua materna e l’arabo come lingua ufficiale. La sua università - creata nel 1977 - è stata la prima ad aprire una facoltà di lingua e cultura amazigh - la lingua berbera - e nel 2003 vi è stata discussa la prima tesi di dottorato in linguistica berbera. Fin dal 1888 i Padri Bianchi hanno aiutato i giovani di questa regione e nel 1998 hanno fondato una centro chiamato Le Figuier (il fico: albero della vita in Kabilia). Con la sua biblioteca, Le Figuier offre a 500 iscritti -

studenti, medici, professori - un ambiente tranquillo di lavoro, di consultazione e di ricerca su libri e sul web. La biblioteca mette a disposizione libri e riviste di medicina, di inglese e di cultura amazigh. Per gli studenti - la maggior parte degli iscritti sono delle ragazze - è certamente uno strumento indispensabile in questa zona con pochissime possibilità. Più a sud, nel Sahara, troviamo Ghardaïa, una grande oasi popolata dai “Mozabiti”, una minoranza linguistica, etnica e religiosa in seno all’islam. I Mozabiti chiamano se stessi At Yighersan (“quelli dell’ordito”, allusione agli abiti tradizionali tessuti in casa). A Ghardaïa, una delle quattro diocesi della Chiesa algerina, risiede anche il vescovo, Mons. R.Claude, Padre Bianco, assieme ad altri quattro confratelli. Questi cinque missionari hanno al loro attivo varie iniziative di incontro, dialogo e servizio sociale: una biblioteca per gli alunni del liceo, un centro di documentazione sul Sahara, corsi di lingue, conferenze e tavole rotonde, accoglienza dei migranti: tutto è buono per incontrarsi, dialogare ed aiutarsi. Un’ultima riflessione. La geografia e gli avvenimenti hanno fatto del Maghreb un luogo di passaggio per migliaia di subsahariani che arrivano nella speranza di raggiungere l’Europa. Queste “migrazioni” pongono oggi la Chiesa nordafricana come cerniera con le Chiese sub sahariane, europee e del Medio Oriente. Se ieri la missione qui era soprattutto dialogo ed incontro, oggi essa diventa anche accoglienza ed assistenza per queste folle di migranti. •


Missione Italia Padre Alberto Rovelli torna dall’Africa per una nuova missione

di padre Alberto Rovelli

Dopo tanti anni trascorsi in Mali, Padre Alberto torna a riabbracciare i confratelli di Treviglio. È un momento di ricordi, di bilanci e di riflessioni sul futuro La parrocchia di Kolongo, nel cuore del Mali, è stata fondata negli anni Quaranta del secolo scorso dai missionari Padri Bianchi a favore dei numerosi contadini dell’ex Alto Volta (l’attuale Burkina Faso) costretti a lasciare le proprie terre flagellate dalla crisi enomica e dalla carestia. Questi emigrati - consacrati ai duri lavori nelle risaie del Mali - formavano una comunità di gente poverissima e senza diritti civili. Toccò ad un missionario francese proveniente dal Burkina, Padre Librect, il compito di fondare la parrocchia per prendersi cura di queste persone relegate ai margini della vita sociale.

Opere missionarie

Ancora oggi vivere a Kolongo è una sfida: le famiglie faticano a far quadrare i propri bilanci. E a rimetterci più di tutti sono i bambini. In loro soccorso i missionari hanno aperto una scuola. All’inizio era una

Francobolli per le missioni Raccogliamo francobolli usati. Inviare a: P. Sergio Castellan Padri Bianchi

Casella Postale 61,

24047 Treviglio (Bergamo)

casa di fango, come si usa qui, ma poi si costruirono sei aule di cemento che oggi ospitano circa 300 alunni. E proprio in questi giorni è stata inaungurata una classe di prima media. Nel 1946 una cappella riuniva i primi catecumeni; oggi Kolongo vanta una chiesa spaziosa e carina con 3500 cristiani: un piccolo seme che deve ancora maturare per essere davvero portatore di gioia, di benessere e di vera libertà... Assieme ai padri, i cristiani si sono dati da fare per la propria comunità. Durante la siccità del 1973 e del 1983-84 hanno scavato centinaia di pozzi; con l’aiuto della Caritas hanno fatto arrivare gli aiuti necessari ai più bisognosi; hanno contribuito a realizzare tanti piccoli progetti acquistando buoi, aratri, asini, carretti, sementi… Ora si vorrebbe passare al microcredito perché i contadini possano comperare delle motozappe: grazie all’aiuto della onlus Amici dei Padri Bianchi e di altri benefattori, le prime due sono già al lavoro nei campi. Da parte loro, le suore si sono impegnate nell’educazione delle ragazze migliorando molto le loro condizioni di vita: ora a Kolongo c’è anche un centro nutrizionale per mamme e bambini.

Una nuova sfida

Al di là delle opere sociali, ciò che difficilmente si può raccontare sono gli incontri che missionari e suore hanno con la gente, le amicizie nate negli incontri di ogni giorno, durante gli allenamenti di calcio, le preparazioni al battesimo, nei movimenti giovanili, andando a pescare o a cercare legna o a lavare i panni con i giovani... Cose semplici, eppure importanti. Ora di ritorno in Italia, mi chiedo cosa potrò fare di buono dopo tanti anni trascorsi in Africa: sarò ancora capace di capire la gente e le nuove situazioni che si sono cre-

padri bianchi . missionari d’africa

ate? Mi incoraggiano le parole che il direttore della scuola di Kolongo mi disse prima di lasciare la missione: «Padre, sei venuto tra noi per compiere una missione che non è tua ma del Signore; avresti potuto essere mandato in America o in Cina, ma sempre per una missione che non è la tua… Come hai agito qui tra noi, ti auguro di continuare la missione di Gesù in mezzo ai tuoi». E poi qualcuno mi ricorda che là dove c’è l’uomo, là c’è la missione di Gesù. E se fosse proprio questo quanto mi chiede il Signore? Ricordare all’uomo occidentale che deve ancora fare posto a Dio? •

Società dei MISSIONARI D’AFRICA detti Padri Bianchi ENTE MORALE CON PERSONALITÀ GIURIDICA La Società dei Missionari d’Africa, Padri Bianchi, è un Ente Morale con personalità Giuridica (Regio decreto, 25 maggio 1936) la cui denominazione è: Provincia Italiana della Società dei Missionari d’Africa, detti “Padri Bianchi” C.F. 80105630158 con sede legale a Treviglio in Viale Merisio, 17. Tale denominazione va usata per individuare la nostra Società nei documenti ufficiali e legali, denominazione che è bene usare anche nei “Testamenti” per “Eredità” o “Legati”. Per ulteriori informazioni: Economato Provinciale Padri Bianchi economato@padribianchi.it

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Padri Bianchi in Svizzera Cent’anni di presenza missionaria I confratelli svizzeri festeggiano in questi giorni un secolo di attività vocazionale e di formazione al servizio dell’Africa A cura della redazione I Padri Bianchi, Missionari d’Africa, festeggiano quest’anno il centenario della loro presenza in Svizzera. Fu infatti il 15 agosto 1911 che padre Antonio Zarn, originario dei Grigioni, inaugurò la prima residenza a Friburgo, al Pfaffengarten. Si trattava di una casa in affitto destinata ad accogliere i Fratelli laici che frequentavano la scuola tecnica di Pérolles. Due anni dopo, la comunità si trasferirà nel quartiere di Daillettes per essere più vicini alla scuola. A dir la verità, i primi due Padri Bianchi svizzeri risalgono già ai tempi del fondatore, il cardinal Lavigerie, morto nel 1882. Quando si aprì la prima residenza di Friburgo, la Svizzera contava già un dozzina di confratelli. Queste prime fondazioni avevano prevalentemente uno scopo formativo. Dopo il centro di Pfaffengarten/Daillettes, sempre nel 1913, i padri acquistarono una casa a Saint-Maurice, nel Vallese per iniziare una «Scuola apostolica» per vocazioni adulte o

tardive, come si diceva all’epoca, provenienti dalla Francia, dalla Svizzera e dall’Italia. La Grande guerra 14-18 si fece sentire anche sul suolo elvetico e sconvolse i piani dei Padri Bianchi costretti a lasciare Friburgo per trasferirsi a Sait-Maurice. Per vent’anni i Missionari d’Africa si fecero conoscere un po’ in tutto il territorio svizzero. Ma la fondazione di Canobbio, nel Ticino, non ebbe fortuna: aperta nel 1947, dovette chiudere i battenti sei anni dopo. Questi trasferimenti continui portarono i loro frutti: negli anni 50 si contava una cinquantina di studenti in ognuna delle due case di Widfnau e di Saint-Maurice. Ma già nel 1944 l’afflusso di candidati spinse i superiori a trasformare la villa Bethléem in un seminario per studenti filosofi. Nacque così l’Africanum di Friburgo/Vignettaz, ancora oggi sede del “governo” dei Padri Bianchi in Svizzera. A partire dagli anni ’60 la crisi di vocazioni si fece sentire, obbligando progressivamente a chiudere varie case: Saint-Maurice (1965), Widnau (1972), Lucerna (2010). Oggi la Svizzera conta 34 Padri Bianchi, di cui 11 in missione. La loro età media è di 74 anni. Ma non per questo tirano i remi in barca. Gli «anziani combattenti» ancora in buona salute si danno da fare in tanti modi: aiuto alla catechesi, animazione missionaria, accoglienza dei migranti, assistenza a persone in difficoltà. Insomma, vecchi sì, ma ancora attivi nella vigna del Signore. •

AMICI DEI PADRI BIANCHI ONLUS Codice fiscale 93036300163

Ricordiamo che l’associazione tra le sue attività ha quelle di: • finanziare progetti umanitari in Africa • sostenere le opere sociali dei Padri Bianchi italiani • promuovere la solidarietà internazionale con conferenze e dibattiti pubblici • far conoscere le ricchezze culturali ed umane del continente africano, attraverso la rivista Africa Le donazioni alla Onlus sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi. Conto intestato a: Amici dei Padri Bianchi - Onlus Cassa Rurale di Treviglio e Gera d’Adda IBAN: IT 73 H088 9953 6420 0000 0172 789 Oppure CCP nr. 9754036

PROGETTI SOSTENUTI Progetto 01-10 RD Congo Sfamare i bambini del Congo

Sostegno al Centro nutrizionaledi Kisenso Referente: padre Italo Iotti

Progetto 06-10 Burkina Faso Costruire un mulino Dori - Il mulino della speranza Referente: padre Pirazzo Gabriele

Progetto 07-10 Borse di Studio Aiutare i seminaristi Padri Bianchi Referente: padre Luigi Morell luigimorell@padribianchi.it

Progetto 09-10 Mozambico Adotta un bambino in Mozambico Referente: padre Claudio Zuccala c_zuccala@hotmail.com

Progetto 03-11 Kenya A scuola grazie a suor Agata

Per salvare dall’incubo della strada giovani orfani per Aids. Aiuto richiesto: 10.000 euro Referente: padre Luigi Morell luigimorell@padribianchi.it

Un gruppo di bambini in una sala dell’Africanum di Friburgo. Funziona anche un centro di ascolto per donne traumatizzate

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Per ogni invio, si prega di precisare sempre la DESTINAzIONE del vostro dono (numero progetto, Sante messe, rivista, offerte, ecc) ed il vostro COGNOME E NOME Info africa@padribianchi.it Telefono 0363 44726


informazioni

Punti fermi sull’Africa Capire un continente. Non con la cronaca, ma grazie a uno sguardo storico sempre

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attento all’oggi e all’avvenire. La storicità dell’Africa, la sua identità, lo sviluppo endogeno, l’unità africana, il continente nella mondializzazione: attraverso cinque saggi, il padre della storiografia africana consegna al lettore delle chiavi di lettura per iniziare a comprendere. Il volume inaugura la collana Antropolis diretta da Marco Aime.

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LeUn giornalista nebbiee undel Congo agronomo tropicale fondono le loro voci in una per raccontarci un Paese il cui nome è sinonimo di Africa “profonda”. «È un Paese strano», dicono gli autori. È l’unico del continente che «celebra, inneggia, ai suoi dominatori». La sua capitale Brazzaville è l’unica a custodire nel proprio nome il nome di un colono - un italiano. Ed è anche un Paese essenziale per il nostro pieno di benzina… di Angelo Ferrari - Lorenzo Orioli, pp. 224, 14 euro (da confermare)

Agenda Biblica e Missionaria 2012 In versione grande o tascabile, cartonata con elastico o in brossura. Nell’edizione 2012, oltre ai commenti alla Parola di Dio e a richiami suggeriti dalla liturgia, è accentuata la dimensione missionaria e interculturale con dati, riflessioni, problematiche e stimoli che aiutano a dare alla fede una visione universale. pp. 416, 9 euro (tasc. plast.), 11 euro (rileg. tasc.), 12 euro (grande plast.), 15 euro (rileg. grande)

La casa editrice Emi è di proprietà della Cooperativa Sermis, costituita da 15 istituti missionari. I Padri Bianchi figurano tra i soci

PROMOZIONE AfricaPer scoprire il continente vero RIVISTE

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Mensile delle “alternative possibili”

Mensile di economia sociale

La rivista di chi abita il mondo

contributo

54 euro

AFRICA + NIGRIZIA

contributo

50 euro

AFRICA+TERRE DI MEZZO

contributo

55 euro

AFRICA + VALORI

Nella causale del versamento specifica: Africa + rivista scelta

contributo

51 euro

AFRICA + VPS


Guiziou Franck / AFP

africa Africa ti parla di altri fratelli Africa, la ricevi per posta con un contributo minimo di 30 euro l’anno Informazioni allo 0363 44726 africa@padribianchi.it www.missionaridafrica.org C.P. 61 - 24047 Treviglio (BG)


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