Maggio di Etana

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il MAGGIO DI ETANA Ovvero PENNE PRESE A PRESTITO o la vera storia della nascita dell'inimicizia dell'aquila e del serpente così come raccontata nelle tavolette assire del mar Morto con epilogo drammatico del re pastore Etana a seguito della pestilenza che colpì la città di Kush.



Prima, fu il re cacciatore Hassurbanipal l'assiro quindi Marduk volle che Amurru imenìta generasse Amurrabi che fu shanu Rabu e shar Kishatí, re e legislatore e che, dopo Ghilgamesh di Uruk, regnasse su Ca di Ingirra, Bablu, Bab-ilu, Babi-loni, Bab-ilon/ Babilonia a memoria degli Ur (Dal 1704 al 1662 a.C.) Poi vennero i Cassiti uomini dei monti ed infine Nabuccodonosor II. Solo Ciro il Grande pose fine al regno di Aímunu il babilonese e Alessandro il Grande pose fine a Ciro. La morte prematura prese Alessandro e stese Babilonia al suolo; la sua lingua si affievolì pian piano fino a scomparire del tutto. Nel I952 sulle rive del mar Morto vennero recuperate svariate anfore ripiene di tavolette cuneiformi. Al paziente lavoro dei traduttori dobbiamo la storia che segue Penne Prese a prestito un modulo esopico di raccontar leggende che narra della nascita dell' inimicizia tra l'Aquila e il Serpente e della vita di Etana che da semplice pastore divenne Re unendo in forma di apologo il destino dei due animali simbolici a quello del Re pastore con tutta la verità che possono contenere solo i frammenti.



SOGGETTO

PENNE PRESE A PRESTITO Si narra cha un'aquila covasse le proprie uova proprio vicino a un serpente incinta dei propri piccoli. Quest'ultimo affamato stava sognando di suggere quelle uova quando la raqgiunse la voce dell'aquila che disse:" Immagino tu abbia fame come me, facciamo un patto: io che volo andrò a cercare cibo per entrambi, tu che strisci saresti troppo Ienta ma promettimi che non toccherai le mie uova fino al mio ritorno!" Giurarono entrambi il patto in faccia a Shamash dio del sole della Giustizia e custode dei giuramenti. L'aquila volò via. Attese.oh quanto attese il serpente... e nacquero gli aquilotti nel nido e nacquero i serpentelli nel suolo.., e avrebbero mangiato la madre serpe per la fame ma invece promisero fedeltà al Patto di fratellanza con gli aquilotti. Così il serpente, stanco di aspettare inutilmente, partì non senza essersi rassicurato che alla bisogna i figli si sarebbero nascosti nel terreno. Nei frattempo l'aquila era volata così in alto che il pianeta era diventato un puntino blu e in quel blu vide un minuscolo lampo di luce su cui si precipito in picchiata, lo ghermi con le forti unghie ed imbeccò i suoi figlioletti implumi. AIla fine del pasto tutti si accorsero della strage compiuta e decisero di fuggire. il serpente stanco e sconsolato lentamente tornava al suo tetto con un piccolo topo in gola, la cena dei suoi serpentelli, non vi dico l'ansia nel non trovarli al loro posto. l'angoscia di scavare una buca lì dove li aveva lasciati e il dolore quando la buca fu profonda ben oltre le sue forze nel dover ammettere l'evidenza: l'aquila aveva tradito il patto e se li era mangiati. Urlò con quanto fiato aveva in gola, urlò quell'urlo muto che a quel tempo provocava ancora la comparsa del Dio della Giustizia a cui il serpente chiese di essere vendicato. Shamash emise la sentenza suggerendo il da farsi: che andasse nella piana lì avrebbe trovato una carcassa d'animale, che si nascondesse al suo interno e quando gli uccelli sarebbero andati a cibarsi attendesse il momento propizio per prendere 'Aquila strapparle le unghie romperle le ali e gettarlà in una buca a morire la morte della fame e della sete. Fu fatto, ed il serpente ebbe Giustizia.



SECONDA PARTE

Avvenne che nella città di Kish una pestilenza rese impotenti gli uomini sterili le donne e uccise il Re. Così Anu ed Enlil (il dio che consegna ai re lo scettro la corona ed il manto ed il dio che lo innalza al trono) rimasero disoccupati con il serio pericolo di diventare superflui e scomparire dei tutto. Di questo stavano tristemente parlando quando sulla china di un monte un giovane pastore prese la loro attenzione. Lo osservarono a lungo e si convinsero che quel pastore avrebbe potuto essere un buon Re. Lo invitaror a Corte promettendogli il trono e la mano della Regina. Etana, così si chiamava il pastore, accettò. Il matrimonio fu celebrato e quella stessa notte consumato ma Etana scopri di non poter avere eredi ed urlò: "Shamash, Signore mio, dammi la pianta della generazione, strappa dal ventre la mia discendenza e stabiliscimi un nome! Mostrami il Shammu sha aladi o dio della Giustizia! Il dio così rispose:" Non posseggo la pianta sacra ad Isthar, l'Aquila ne sa qualcosa. Va per la tua strada, varca la montagna, se la troverai e vorrà dirtelo io non lo impedirò" Ed Etana si mise in cammino alla ricerca dell'Aquila che, dalla buca in cui l'aveva gettata il serpente così si rivolse al dio:"Ho da morire nella buca? Chi sa che la tua rete è posta sopra di me? Lascia vivere me Aquila la cui colpa non fu voluta!" "Hai tradito, pur non volendolo il giuramento che io custodivo per Voi non posso aiutarti ma se qualcuno lo vorrà fare io non lo impedirò!" “ Se mi farà uscire dalla fossa -proseguì l'aquila-se avrò anche solo una minuscola forza sarà a sua disposizione, faro' qualunque cosa mi dirà.” E giunse dopo lungo camminare Etana di fronte alla fossa in cui giaceva l'Aquila ormai vicina a morire. L'aiutò facendola uscire, curandole le ali spezzate e nutrendola ogni giorno finche non fu di nuovo forte e disse:" Dimmi ciò che desideri e io te lo darò". Ed Etana disse: "Dammi la pianta della generazione strappa dal ventre la mia discendenza e stabiliscimi un nome! Ciò che uscirà dal



ventre di mia moglie mi stabilirà un nome. Sono andato per la strada ho varcato la montagna Fammi vedere la pianta della generazione. L' aquila apri la bocca e disse ad Etana:" Ho visto quella pianta una sola volta. Ero volata oltre i confini dei cieli, oltre le sette porte degli dei, volteggiavo davvero alta quando due leoni mi presero e mi ricacciarono nel cielo delle aquile ma feci in tempo a vedere Ishtar sul talamo d'oro del suo riposo, in terra al sua fianco il serpente teneva la pianta della generazione fra le spire. Altro non so! Ma sono disposta a portarti là dov'è la pianta che cerchi. Sul mio petto poni il tuo petto, sulle penne della mia ala poni la tua ala. Sopra la mia mano poni la tua mano." Sopra le sue mani egli pose le sue mani sopra le penne delle sue ali Etana pose le sue ali. E l'aquila fece forza, grande era il peso e dopo un paio d' ore disse, "Guarda amico mio il paese diventa un monte ed il mare si à cambiato in acqua." E passando altre due ore: "Il mare si è cambiato nel canale di un giardiniere". E trascorsa un'altra ora doppia: "Il pianeta ora è blu". Così passarono la porta di Anum, Enlil ed Ea. Poi caddero entrambi e a volte l'aquila era sul ventre di Etana a volte Etana su quello dell'aquila ........ Con penne prese a prestito È vano il vol tentare Non si potrà forzare Le volontà divin Le volontà divin



PENNE PRESE A PRESTITO o il MAGGIO DI ETANA Ovvero la vera storia della nascita dell'inimicizia dell'aquila e del serpente così come raccontata nelle tavolette assire del mar Morto con epilogo drammatico del re pastore Etana a seguito della pestilenza che colpì la città di Kush.

PERSONAGGI Paggio Aquila Serpente Shamash (dio della Giustizia) Due dei Etana Regina



PAGGIO 1. O voi tutti udite udite si comincia a cantar Maggio percorrendo un lungo viaggio per narrar vicende antiche. 2. Giovin era il mondo allora Serpe ed Aquila grandi amici narrerem degl'infelici la piÚ triste e cupa ora. 3. Narrerem di un re pastore che Etana fu nomato e dal ciel non piÚ e tornato l'infelice nell'amore. 4. Triste o lieto sia il racconto è la storia della vita a riflettere c' invita e tra noi farne confronto.



1. SCENA (nella buca ferita) AQUILA 5. Sia maledetto il sol la terra e il mare sia maledetto il dì nel qual son nata sia maledetto ancor chi seppi amare sia maledetto chi mi ha generata e ancor la sorte che mi fe’ lasciare il Regno mio e la prole tanto amata nel pianto e nel dolor qui vo' a morire mie sorte seguitando a maledire. 2. SCENA (dialogo Serpente/Shamash) SERPENTE (sconsolato guardando nella Buca da lui stesso scavata) 6. Qual dolor nel cuore sento che mi strazia e l'alma schianta temerario e chi si vanta nella terra esser contento. 7. Se la Giustizia c'è allor c'è un Dio se ha cuor per ascoltarmi ha d'apparire che sappia qual'è il dramma e il duolo mio o lo dovrò per forza maledire.



SHAMASH (con voce di tuono) 8. Eccomi al tuo implorar quel tal son io son pronto ad ascoltar quel che vuoi dire Cosa ti spinse in antro si profondo a maledire me il Re del mondo. SERPENTE 9. A un'Aquila fiducia ebbi a nutrire miei figli le affidai ancor non nati per questo gli dovetti garantire che i figli suoi avrei ben allevati. 10. Il patto rispettai per non tradire ma i miei purtroppo fur mal affidati servir per pasto ai suoi e alla sua gola cruda vendetta vo' sia fatta ora! SHAMASH 11. Io ti offrirò Giustizia e non vendetta Una carcassa v'è se l'erta Sali insinuati in colei e poi aspetta l'uccel verrà e tu troncale l'ali



12. e spezzagli gli artigli ma fa in fretta e in una buca per morir la cali così senza più l'ali e senz'artigli cruda mediterà sopra i tuoi figli. 3. SCENA (Incontro Dei/ Pastore) DEI (camminando sul monte) 14. Fu maledetto il Kha il Kho e il Khu il vecchio re morì di crepacuore fu maledetto il Bha il Bho e il Bhu quel Regno fu infecondo pel dolore. 15. Come nutrire un re che non c'è più chi porterà Manto Corona e Onore? Occorre al popol santo un nuovo eletto il Kha il Kho e il Khu fu maledetto! ETANA 16. Musa dimmelo tu con quanta cura ogni Pastore bada al proprio gregge prima le munge e dopo all'erba pura con la sua verga in mano attento regge.


17.


Passione data da Madre natura ognuna custodisce e le protegge non è per far dei vanti o grandi onori la prima profession fu dei pastori. 4. SCENA (il Matrimonio del Pastore con la Regina) REGINA 18. O caro amore dell'anima mia che pascolando vai belanti greggi dimmi se vuoi mio caro in cortesia dove li fai sostare nei meriggi? Ch'io non sia vagabonda nel cercarti e possa a mio piacere ritrovarti. ETANA 19. Amica cara mia quanto sei bella tu sembri un giglio nato in mezzo ai cardi appari al guardo mio come una stella maliarda e pien d'ardor sono i tuoi sguardi 20. che il più avversario cuor non si ribella del tuo tenero amor ai dolci dardi averti per mia sposa è sì gradito perché per sempre il cuore mi hai rapito.



ETANA e REGINA (insieme) 21. Forte come la morte sempre sarà l'amore che ti rapisce il cuore qual fuoco arder ti fa che nulla spegnerà. 22. Tenace è la passione qual inferi profonda mai fiume, nessun' onda travolgerla potrà. sempre l'amor vivrà (2 volte) 5 SCENA (Dialogo del re Pastore col dio della Giustizia) ETANA (rivolto al cielo) 23. Dov'è dunque la Giustizia? Fui pastore ero felice poi fui re, come si dice, or mi nutre la mestizia. 24. Fu l'infamia d'illusione degli dei falsi e bugiardi fossi morto sotto i dardi nel paese di Didone!



25. Sono re di questa terra verde ricca e rigogliosa secca e sterile è mia sposa infeconda in pace e on guerra. 26. Pur amando senza posa non futuro ai geni miei non concepirà mai lei, ventre secco arida sposa. 27. Tutto il Regno è infecondo ogni donna inaridita che il futuro maledica tutti i dì di questo mondo. SHAMASH 28. Del tuo futuro i dì non maledire non ingiustizia fu ma il tuo destino muovi i tuoi passi e va con nuovo ardire na pianta troverai lungo il cammino



29. un'aquila regal te lo può dire lui tiene stretta a sè sempre vicino va in quella valle con speranza in cuore vai in quella valle seda il tuo dolore. 6. SCENA (Dialogo Aquila col dio della Giustizia) AQUILA (nella buca ferita) 30. Fui cacciata in questa fossa con le ali mie spezzate ed ancor l'unghie levate frantumate ebbi le ossa. 31. Delitto fu la fame dolo fu l'amicizia io vissi la mestizia di un patto per mangiar. (2 volte) 32. Covavo nel mio nido cosÏ facea il Serpente la fame fu potente ci spinse a ricercar.



33. Pattuito fu un accordo volai senza una tregua il mondo si dilegua la fame a soddisfar (2 volte) 34. Scrutai mirai fissai lontano un luccichio che giĂ il piede mio nella preda artigliai.(2 volte) 35. Nutrir dovemmo i nostri istinti innati e ancor con orgia sul cibo repente scoprimmo il fer delitto ormai saziati tradimmo il patto i figli ed il Serpente. 36. Volammo allor piĂš in alto degli alati di quanto escogitar possa la mente volli fuggir ma fu la mia rovina Serpente e guai di me giunsero prima.



SHAMASH 37. Qual giustizia può aiutarti per tua colpa qui starai libertade tu riavrai sol se alcun verrà a salvarti. 7.SCENA (Incontro re Pastore con Aquila nella buca) ETANA 38. Ti prego o degna figlia della luna di darmi quella pianta misteriosa che cerco e che farà la tua fortuna farà gonfiare il ventre alla mia sposa 39. senza di lei non ho speranza alcuna dammi la pianta tanto misteriosa la pianta che può far del sempre il mai dammi la pianta levami dai guai. AQUILA 40. Non son figlia della luna non ho piante da donare ma se mi vorrai salvare io farò la tua fortuna.



41. Della luna è il serpente quella pianta lui detiene sovra i cieli lui risiede io t'imploro esser clemente. ETANA 42. Tosto io sarò clemente voleremo sovr'al cielo coglieremo quello stelo tra le spire del Serpente. ETANA e AQUILA (insieme) 43. Con l'ali mie/tue curate proviamo il vol tentare con ciò potrem sfidare le volontà divin (2 volte) 44. Con penne prese a prestito È vano il vol tentare Non si potrà forzare Le volontà divin Le volontà divin



2012



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