L’Agricoltore Cuneese n. 5/2017

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XV - N. 05•2017 - LUGLIO 2017 - CONTIENE I.P.

N. 05 • 2017 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

Fauna, nuove minacce e rimborsi a rilento

A G R I C O L T O R I

Contro la siccità, invasi al più presto

Assemblea dei soci a Vicoforte


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Sommario

Assemblea 2017, ti aspettiamo a Vicoforte Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962

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liano Giansanti; l’occasione, dunque, sarà particolarmente significativa perché, da un lato, avremo modo di sottolineare come la provincia di Cuneo sia una terra unica proprio grazie ad eccellenze enogastronomiche coltivate ogni giorno con passione da generazioni di agricoltori, dall’altro invece, potremo conoscere quali sono

aro socio e amico di Confagricoltura Cuneo venerdì 14 luglio, alle 10, nel complesso del Santuario di Vicoforte si svolgerà l’assemblea annuale dei soci. Come potrai leggere nelle pagine che seguono, quest'anno vi prenderà parte il nostro presidente nazionale Massimi-

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Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - cuneo@confagricoltura.it

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IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO Assemblea e festa dei soci a Vicoforte Assemblea ANPA Cuneo La presidenza regionale ad Allasia Sezioni di prodotto, rinnovate le cariche CRISI IDRICA Siccità, servono presto nuovi invasi Produzione di latte in calo del 15% FAUNA SELVATICA Danni: nuove minacce e rimborsi a rilento La testimonianza I risarcimenti arrivano, ma col contagocce A Lombriasco convegno sulla falconeria CONTRATTO DI RETE Crescono le reti di imprese agricole Aggiornamenti contrattuali e fiscali

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LAVORO & AGRICOLTURA Lavoratori esterni, aspetti da valutare Caporalato, possibili adeguamenti della legge A TUTTO CAMPO Pac: un insuccesso della burocrazia CORILICOLTURA Nocciolo, avanti con filiera e qualità VITIVINICOLTURA Registri telematici al via tra le criticità ZOOTECNIA Carne avicola buona e sicura LATTE Il mercato non premia la qualità CONFAGRICOLTURA NEWS Le convenzioni di luglio IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE

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In primo piano P E N S I O N AT I

Assemblea ANPA Cuneo VENERDÌ 14 LUGLIO 2017

Lo scenario in cui si svolgerà l'assemblea 2017 di Confagricoltura Cuneo

Assemblea e festa dei soci a Vicoforte VENERDÌ 14 LUGLIO RADUNO DEGLI ASSOCIATI DI CONFAGRICOLTURA CUNEO COL PRESIDENTE GIANSANTI di Paolo Ragazzo

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ompetitività: motore di sviluppo per le imprese e il terriDÌ torio”, è il titolo scelVENER to per l’assemblea annuale dei soci di Confagricoltura CuO I L G neo, che si svolgerà U L venerdì 14 luglio, dalle 10,15, a Vicoforte presso il Centro Congressi del Santuario della Natività di Maria – Regina Montis Regalis. Ospite d’onore sarà il nuovo presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che illustrerà ai presenti quali sono le necessità del settore e le

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strade per far sì che possa svilupparsi in maniera efficace sui mercati globalizzati “Invito tutti i soci e le loro famiglie all’immancabile appuntamento di confronto, riflessione e festa a loro riservato – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. Oltre ad essere un’occasione importante per trascorrere insieme una giornata all’insegna della convivialità e dell’amicizia, avremo la possibilità di confrontarci con il nostro presidente nazionale circa i temi di maggior urgenza del settore agricolo e, in particolare, su quelli che potrebbero essere i fattori in grado di garantire maggior competitività all’agricoltura italiana”. Il programma infatti prevede, dopo i

alle ore 12, a Vicoforte, presso il Centro Congressi del Santuario della Natività di Maria Regina Montis Regalis si svolgerà l'assemblea dell'Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori (ANPA) di Confagricoltura Cuneo ORDINE DEL GIORNO

• Approvazione Rendiconto economico anno 2016 • Attività e iniziative future

saluti di Enrico Allasia, neo eletto presidente di Confagricoltura Piemonte, e di Massimiliano Giansanti, una tavola rotonda tutta incentrata sulla competitività. Vi parteciperanno: l’europarlamentare Alberto Cirio, il viceministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, il deputato Mino Taricco, e il vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Ezio Raviola. “La nostra agricoltura ha potenzialità immense grazie, soprattutto al lavoro quotidiano delle nostre aziende che tuttavia necessitano di maggior sostegno da parte della politica per affrontare mercati allargati e sfide complesse – riprende Allasia –. Il nostro know-how e la qualità del Made in Italy sono fondamentali per

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competere a livello globale, ma serve di più. Noi agricoltori ‘coltiviamo capolavori’ ogni giorno per garantire un futuro di concreto sviluppo, alla politica però chiediamo maggior decisione e tempestività nell’affrontare i tanti problemi che ancora attanagliano il comparto, oltre alla lungimiranza necessaria per aiutarci a dare all’agricoltura di domani prospettive interessanti”. Al termine del dibattito ci sarà ancora tempo per l’assemblea provinciale dell’Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori (vedi box a lato) e il sempre partecipato e atteso momento della consegna degli “Aratri d’Oro”, onorificenze che Confagricoltura Cuneo attribuisce ad agricoltori suoi associati in virtù dei risultati raggiunti e per la fedeltà associativa. La mattinata si concluderà con il pranzo sociale presso il ristorante “La tavola del chiostro” e il consueto appuntamento con la lotteria. Per informazioni e adesioni contattare il numero 0171/692143 (interno 5) o gli uffici di zona della Confagricoltura di Cuneo.

Da editoriale "Terra è Vita" - 13/2017 “Serve un impegno deciso della politica per la competitività, che permetta di farla crescere procedendo a: semplificazione amministrativa, riforma del mercato del lavoro, costi della previdenza in linea con l'Europa, politiche energetiche e per l'ambiente, creazione di filiere, accesso al credito ed a nuovi strumenti finanziari e assicurativi, sviluppo dell'innovazione e delle nuove tecnologie. Servono condizioni che facilitino l’accesso e la conoscenza dei mercati globali; occorrono l’innovazione di processo e di prodotto con una ricerca non cattedratica ma legata alle esigenze ed alle richieste aziendali. Al fianco e per definire un’impresa agricola moderna, agguerrita e competitiva ci sarà una Confagricoltura in grado di fare un’adeguata attività di lobby, di scrivere e non di leggere le leggi dello Stato, forte nei sistemi di relazione, autorevole. Attrezzata, al centro come sul territorio, per dare risposte, supporto e nuovi servizi”. Massimiliano Giansanti presidente nazionale Confagricoltura

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In primo piano

La presidenza regionale ad Allasia IL RAPPRESENTANTE DELL'UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI DI CUNEO ELETTO AI VERTICI DI CONFAGRICOLTURA PIEMONTE

Il presidente regionale Enrico Allasia, al centro, con i vicepresidenti Paolo Dentis e Paola Battioli

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tioli e l’imprenditore agricolo, agronomo e presidente di ConfagriTorino Paolo Dentis. Perito agrario, sposato, due figlie, è contitolare di “Allasia Plant”, azienda vivaistico-forestale di livello nazionale, con sede a Cavallermaggiore, specializzata nei servizi alla filiera delle coltivazioni energetiche, in particolare biomasse lignocellulosiche. Allasia è anche consigliere nazionale dell’Associazione Pioppicoltori, membro della Commissione nazionale del Pioppo e rappresenta Confagricoltura nel Tavolo nazionale di filiera del tartufo. Nel discorso di insediamento, Enrico Allasia ha ringraziato per la fiducia e ha posto l’accento sulle sfide: “L’agricoltura piemontese è sinonimo di prodotti eccellenti, di territori fantastici e di persone con elevata professionalità e senso del dovere. Dobbiamo valorizzare queste qualità cercando di dare al settore primario la centralità che merita. Per farlo dobbiamo puntare su aggregazione, filiera, e competitività. Confagricoltura Piemonte, – ha aggiunto il neo presidente - con la collaborazione di tutti, dovrà riuscire a dispensare sempre più servizi utili alla crescita delle strutture provinciali e delle aziende, interloquendo con le istituzioni e gli stakeholder per garantire condizioni economiche, ambientali e sociali ottimali per imprese e cittadini”. I dirigenti, gli associati, il direttore e il personale tutto di Confagricoltura Cuneo esprimono a Enrico Allasia le più vive congratulazioni.

presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, il 29 giugno scorso a Torino è stato eletto alla guida di Confagricoltura Piemonte per il triennio 2017/2020. È la prima volta che un rappresentante della provincia di Cuneo siede alla presidenza regionale dell’organizzazione degli imprenditori agricoli

piemontesi. Succede all’alessandrino Gian Paolo Coscia, giunto al termine del suo mandato. L’elezione è avvenuta giovedì 29 giugno nel corso dell’assemblea della Federazione regionale che si è svolta a Torino. Ad affiancarlo, nel ruolo di vicepresidenti, saranno l’imprenditrice risicola e presidente di ConfagriNovara Paola Bat-

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Sezioni di prodotto, rinnovate le cariche

on solo la presidenza di Confagricoltura Piemonte, ma anche vitivinicoltura, ortofrutticoltura, allevamenti avicoli, risorse boschive e impresa familiare. Sono le cinque Sezioni regionali di prodotto di Confagricoltura Piemonte le cui presidenze sono state assegnate per il triennio 2017/2020 a rappresentanti della provincia di Cuneo, nell’ordine: Gianluca Demaria, Alberto Giordano, Oreste Massimino, Enrico Allasia e Graziano Giacosa. La loro nomina, avvenuta al termine delle operazioni di rinnovo di tutte le Sezioni Regionali di Prodotto di Confagricoltura, testimonia il processo di consolidamento

Gianluca DEMARIA

Presidente sezione Vitivinicoltura Confagricoltura Piemonte

CINQUE CUNEESI ALLE PRESIDENZE REGIONALI DI: VITIVINICOLTURA, ORTOFRUTTICOLTURA, ALLEVAMENTI AVICOLI, RISORSE BOSCHIVE E IMPRESA AGRICOLA FAMILIARE della Confagricoltura cuneese a livello regionale ed è stata accolta con soddisfazione da tutti i diretti interessati. A partire da Gianluca Demaria, imprenditore del vino a Dogliani, attuale presidente di sezione Vini Rossi di Confagricoltura Cuneo e adesso nominato alla guida della sezione Vitivinicoltura regionale: “È una nomina che riconosce l’importanza della Granda nel panorama vitivinicolo non solo regionale. Ci sarà tanto da lavo-

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Alberto GIORDANO

Presidente sezione Ortofrutticoltura Confagricoltura Piemonte

rare: le problematiche nel comparto, infatti, non mancano, ma condividendo idee e percorsi potremo sfruttare a pieno le potenzialità di un settore tanto bello quanto,


Oreste MASSIMINO Presidente sezione Allevamenti avicoli Confagricoltura Piemonte

purtroppo, attanagliato dalla burocrazia”. Anche Alberto Giordano, frutticoltore di Costigliole Saluzzo presidente in carica della sezione Frutta di Confagricoltura Cuneo, è stato eletto a livello regionale presidente della sezione Ortofrutticola di Confagricoltura Piemonte: “Le nostre produzioni provinciali e regionali rappresentano delle eccellenze riconosciute e apprezzate in tutto il mondo per la loro qualità, vanno però tutelate con interventi concreti per dotare gli imprenditori agricoli di strumenti che siano loro di aiuto per affrontare mercati globalizzati e molto volubili”. Significative, poi, le riconferme di Oreste Massimino (Allevamenti avicoli) e di Enrico Allasia (Risorse boschive e Pioppicoltura), con entrambi che puntualizzano l’importanza dei due comparti. “La stragrande maggioranza di allevamenti avicoli della nostra regione ha sede in

provincia di Cuneo – sottolinea il primo – e negli anni la Confagricoltura si è distinta per l’attenzione nel seguire il settore facendosi portavoce dell’interesse delle aziende ed esponendosi in prima linea per difenderle da ingiustificati attacchi”. Il secondo, invece, precisa: “Il Piemonte è la regione italiana con la più ampia superficie forestale arborea, che occupa il 38% del totale, e il Cuneese rimane la provincia con più boschi, va da sé quindi che questa importante risorsa vada gestita in maniera oculata ed equilibrata. Esiste infatti una filiera economica legata al bosco che va integrata con il piano e la legge regionale forestale così da permettere agli operatori di lavorare e valorizzare le risorse boschive”. “Anche in Piemonte la maggior parte delle imprese agricole è a conduzione familiare, storicamente affidate all’imprenditore che, con la sua famiglia, si

Graziano GIACOSA Presidente Federazione italiana impresa agricola familiare (Fiiaf) Confagricoltura Piemonte

occupa di coltivare i terreni agricoli e di allevare animali da reddito – spiega Graziano Giacosa, imprenditore frutticolo di Savigliano, nominato presidente della Federazione italiana impresa agricola familiare (Fiiaf) all’interno di Confagricoltura Piemonte -. Mi impegnerò dunque per favorire lo sviluppo tecnico ed economico, incentivare la modernizzazione e la competitività dell’impresa agricola familiare, per consentirle di crescere e migliorare le condizioni sociali ed economiche di tutti i suoi protagonisti”. Molto positivo il commento del direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio: “Siamo orgogliosi di aver ottenuto queste nomine a livello regionale perché, oltre a riconoscere le indiscusse potenzialità e produzioni del settore agricolo in provincia di Cuneo, rendono merito anche al lavoro e all’impegno svolti dai nostri dirigenti e associati – dichiara -. La presenza di cinque rappresentanti di Cuneo sarà senza dubbio utile per portare avanti e sostenere le istanze delle aziende operanti non solo nella nostra provincia, ma in tutto il Piemonte. A loro i migliori auguri di buon lavoro da parte di tutta la struttura di Confagricoltura Cuneo”.

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Crisi idrica

URGENTE UNA SERIA POLITICA DI GESTIONE DELLE RISERVE D'ACQUA. CONFAGRICOLTURA LA CHIEDE DA TEMPO MA SI CONTINUA A CORRERE AI RIPARI ANZICHÈ PREVENIRE di Ilaria Blangetti

Roberto ABELLONIO Direttore di Confagricoltura Cuneo

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a alcuni anni a questa parte ormai ogni estate, a volte in modo più grave altre meno, si ripresenta il problema della mancanza di acqua e della necessità di pensare a importanti interventi sul territorio, come la costruzione degli invasi. Un’emergenza che sta diventando una costante del periodo estivo (ma spesso anche di quello invernale), con climi sempre più secchi e imprevedibili. Per affrontare il problema è però necessaria un’azione concreta, che superi il periodo emergenziale per costruire un tessuto capace di rispondere alle controversie del clima, in modo intelligente e strutturato. “Come avviene di solito in queste circostanze (ricordiamo il 2003 e poi il 2006) tutti si

sbracciano per chiedere interventi per contrastare la siccità – commenta Roberto Abellonio, direttore della Confagricoltura di Cuneo -. Ciò che serve, non oggi, ma da troppi anni ormai, è una seria politica delle acque. Per superare l’emergenza occorre una strategia di gestione delle risorse idriche che miri alla realizzazione di un progetto organico, impegnando stanziamenti adeguati. Confagricoltura, come ha già fatto in passato, purtroppo inascoltata, torna a chiedere alle istituzioni di attivarsi per realizzare al più presto nuovi invasi e al tempo stesso di lavorare con impegno per mantenere efficiente la rete irrigua esistente”. “Si continua a correre ai ripari invece di prevenire – commenta Isabella Moschetti, per anni alla presidenza del Consorzio Sinistra Stura e consigliere di Confagricoltura Cuneo -. L’estremizzazione del clima, con estati sempre più calde e secche, è ormai un dato di fatto ed è necessario prendere dei provvedimenti, concetto che ribadiamo ormai da anni.

NUOVO INVASO SERRA DEGLI ULIVI

INVASO DI PIANFEI (ESISTENTE)

TRAVERSA T. PESIO

TRAVERSA T. ELLERO

Lo schema dell'impianto idrico di Serra degli Ulivi

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233 Riserve idriche disponibili invasate

milioni m3

60% della capacità massima teorica complessiva

Isabella MOSCHETTI Per anni presidente Consorzio irriguo Sinistra Stura

L’agricoltura si è già mossa con sistemi di irrigazione localizzati, ma senza riserve d’acqua non si può superare il problema. L’unica soluzione è raccogliere l’acqua in eccesso per poi poterla utilizzare nei periodi critici, senza spreco della preziosa risorsa. In caso di alte temperature e assenza di piogge per lungo tempo, infatti, si potrebbero avere effetti drammatici. Non ci si può più affidare al caso anche perché, e lo dicono gli esperti, sono situazioni che potranno ripresentarsi in modo sempre più frequente. Lo stiamo già vedendo quando anche d’inverno spesso le precipitazioni nevose sono scarse, impedendo poi di avere il necessario quantitativo d’acqua durante l’estate”. Dello stesso parere anche Vittorio Viora, presidente Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazioni e Miglioramenti Fondiari): “Serve programmazione per sopperire al problema. Ci si allerta troppo tardi prendendo dei provvedimenti che servono a poco o niente. Sarebbe necessario discutere di queste situazioni in pieno inverno, soprattutto parlando di invasi, perché l’acqua dev’essere trattenuta quando c’è. Allertarsi quando è troppo tardi è inutile: è necessario ripartire da una politica dei bacini. La notizia positiva è che l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte ha annunciato la volontà di programmare

Fonte: ARPA Piemonte

Siccità, servono presto nuovi invasi


Vittorio VIORA Presidente ANBI

una sorta di stati generali dell’irrigazione in autunno per discutere del problema. Vorrei, infine, sottolineare come il mondo agricolo, grazie all’irrigazione, sia il primo ad alimentare le falde e a restituire acqua. Gli sprechi arrivano da altre parti”. Intanto procede in provincia di Cuneo il progetto “Serra degli Ulivi”, un invaso multifunzionale, un primo importante passo in avanti per affrontare l’emergenza idrica che colpisce l’agricoltura cuneese durante i mesi più caldi dell’anno. L’invaso dovrebbe nascere sul territorio di Villanova Mondovì, in una zona collinare. “Siamo nella fase di progettazione avanzata – spiega Moschetti -. L’invaso non risolverà del tutto la sofferenza idrica dell’agricoltura cuneese, ma è sicuramente un esempio di collaborazione tra enti per porre rimedio ad una situazione sempre più critica. Un primo, importante, passo avanti”.

EFFETTI DI UN GIUGNO TORRIDO

Produzione di latte in calo del 15% Un giugno torrido e senza precipitazioni ha rischiato di mettere a dura prova il mondo agricolo. Il Cuneese ha però retto bene nella maggior parte dei settori grazie anche (e soprattutto) alla tregua dal caldo e ai temporali di fine mese. A soffrire di più i seminativi e le foraggere, oltre alla produzione di latte. “Nel Saluzzese abbiamo avuto un calo del 15% della produzione – conferma Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Lattiero casearia di Confagricoltura Cuneo - proprio a causa delle temperature elevate con gli animali stressati dal caldo. Una situazione che si è presentata circa un mese prima rispetto alla norma e che, se non intervallata da un calo delle temperature, sarebbe potuta diventare ben più grave”. “Gli allevamenti si sono dovuti attrezzare – spiega Alberto Brugiafreddo, presidente sezione Bovini da Carne della Confagricoltura Cuneo -. Le rese di carne sono un po’ in calo, ma in linea con le produzioni estive”. “Abbiamo iniziato a irrigare prima del previsto per aiutare la crescita delle colture di secondo raccolto, ma finora abbiamo avuto l’acqua necessaria, certo bisogna vedere l’evolversi della stagione”, conferma Andrea Ingaramo, presidente sezione Cereali e Semi Oleosi. Un lavoro extra nei campi che però significa aumento degli oneri. “Giovani impianti di nocciolo o di vite messi a dimora tardi si sono imbattuti nel periodo siccitoso e quindi in condizioni di terreno non favorevoli – puntualizza Antonio Marino, tecnico di Confagricoltura zona di Alba -. Questo ha comportato un aggravio di costi e di manodopera a causa della necessità di irrigazioni di soccorso per garantire il ciclo vitale. Il periodo siccitoso, inoltre, con innalzamento repentino delle temperature non ha giovato neppure alle coltivazioni di frumento che accelerando troppo le tappe si trovano alla fine in fase di mietitura con bassi pesi specifici, perché manca l'acqua nell'ultimo importante periodo di maturazione”. “Nonostante l’assenza di piogge, nel Saluzzese l’acqua non è mancata e si è riusciti ad irrigare bene - dice Simone Monge, tecnico Confagricoltura zona di Saluzzo -. Certo le temperature molto elevate e il clima secco hanno imposto un super lavoro nei campi, dovendo irrigare tutti i giorni". Cristiano Gallio, tecnico di Confagricoltura zona di Mondovì aggiunge: “Nel Monregalese ci sono molte zone non irrigue in collina, qui non si è riusciti ad irrigare e con difficoltà si riuscirà ad avere un secondo taglio di foraggio. Il castagno ha invece avuto una fioritura abbondante, ora si confida in un po' di pioggia”.

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Fauna selvatica

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aprioli, cinghiali, persino i ghiri. E nell’ultimo periodo anche corvi e nutrie. Sotto la voce ‘danni da fauna selvatica’ aumentano ogni anno quelle che rappresentano delle minacce per gli agricoltori. Minacce che spesso si trasformano in veri e propri flagelli, ancor più gravi quando i rimborsi risultano spesso e volentieri insufficienti o ottenibili in tempi lunghissimi. Confagricoltura Cuneo torna dunque a ribadire con forza la necessità di affrontare la questione con serietà e coerenza, tenendo presenti non solo i danni economici ma anche i problemi sanitari e di sicurezza che si manifestano in tutta la loro gravità. Intanto, è notizia di alcune settimane fa, l'assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha erogato 750 mila euro per gli ambiti territoriali di caccia e i comparti alpini, perché rimborsino i danni provocati dagli animali selvatici. Le risorse sono destinate agli anticipi per i danni riscontrati nel 2015 e rientrano nello sforzo compiuto fin dall'inizio

PROBLEMA

Aumentano i lupi Aumentano i lupi in Piemonte. Su 188 capi registrati sulle montagne del nord Italia, ben 151 vivono nella nostra regione. È quanto si evince dalla relazione tecnica su “Lo status della popolazione di lupo sulle Alpi italiane 2014-2016” resa nota a giugno di quest’anno su dati di LIFE WolfAlps, il progetto europeo nato e finanziato per favorire azioni coordinate per la conservazione del lupo sull’arco alpino. La maggior parte dei lupi presenti è stata campionata in provincia di Cuneo dove nel 2015-2016 sono stati documentati 17 branchi e 3 coppie per un totale di almeno 101 lupi. “Numeri non tengono conto degli esemplari che possono essere sfuggiti al monitoraggio - afferma il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. Il lupo rientra fra le specie protette, ma è evidente che serve una soluzione. Sul tema da tempo invochiamo un dibattito serio e la politica, ad ogni livello, sembra volersi mantenere distante dall’affrontare quello che rischia di diventare sempre più un problema. Anche perché una cosa è certa: con l’aumentare della sua presenza è a rischio la sopravvivenza di quella zootecnia d'alpeggio che rappresenta un fiore all’occhiello della nostra economia”.

Danni da fauna: nuove minacce e rimborsi a rilento A CAPRIOLI E CINGHIALI SI AGGIUNGONO I CORVIDI E LE NUTRIE. PRIMI SOLDI DALLA REGIONE, MA NON BASTA di Gilberto Manfrin

dall'amministrazione regionale per saldare gli anni arretrati nel pagamento dei danni da selvatici, risalenti anche alla legislatura precedente. L'amministrazione regionale ha anche erogato ulteriori 500 mila euro, come anticipo sul 2016, per i compiti istituzionali degli ambiti di caccia e dei comparti alpini. Entrambe le cifre saranno replicate con i saldi previsti entro fine anno.

“Prendiamo atto e plaudiamo al fatto che la Regione abbia previsto l’erogazione dei rimborsi - commenta Adriano Rosso, direttore della Confagricoltura zona di Cuneo -. Tuttavia, secondo alcune stime, gli agricoltori vedono i selvatici far scempio del loro lavoro per importi che annualmente in Piemonte sfiorano i 3 milioni di euro. Ecco perché la somma stanziata nelle scorse settimane è po-

LA TESTIMONIANZA

"I cinghiali lasciano solo devastazione" Gli indennizzi per i danni provocati dalla fauna selvatica e dall’attività venatoria alla produzione agricola sono da sempre causa di forti malumori per gli agricoltori; oltre all’inadeguatezza dei risarcimenti, i produttori agricoli lamentano infatti tempi eccessivamente lunghi, anche di due o tre anni, per la loro erogazione. Nonostante leggi e regolamenti stabiliscano precisi termini in ordine all’accertamento e alla liquidazione dei danni, la complessità delle procedure determina spesso ritardi incompatibili con le giuste aspettative degli agricoltori. Ne sa qualcosa Dario Vallati, agricoltore di Cuneo, in attesa di circa 9mila euro di risarcimento danni per gli anni 2014-20152016. “Nonostante le mie continue richieste, l’ultima avanzata ancora ad inizio 2017, non ho ancora ricevuto un euro - dice -. Ho 25-30 giornate di mais in terreni presenti all’interno del Parco Fluviale di Cuneo, nei pressi del 'ponte nuovo'. In questi tre anni i cinghiali mi hanno letteralmente distrutto non solo il raccolto, ma anche i canali irrigui. Dove passano loro non resta che distruzione". "Sono necessarie norme che regolamentino un controllo efficace dei cinghiali, anche mediante l'attuazione di strategie venatorie che riportino un equilibrio ambientale, sociale, economico con particolare riferimento alla salvaguardia delle coltivazioni agricole, degli allevamenti zootecnici, delle attività agrituristiche, presenti soprattutto dell'area del Parco e al giusto e tempestivo risarcimento delle aziende danneggiate dai danni provocati” - conclude Confagricoltura Cuneo.

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I D AT I D I AT C E C A

I risarcimenti arrivano, ma col contagocce

I danni da fauna selvatica rappresentano un vero e proprio flagello per gli agricoltori. Nella foto sopra un branco di cinghiali, tra i maggiori responsabili dei danni

Adriano ROSSO Direttore Confagricoltura zona di Cuneo

chissima se si pensa che è stata messa a disposizione dalla Regione per coprire i danni provocati dagli animali sull’intero territorio”. La crescita costante della popolazione di animali selvatici vede il Piemonte tra le regioni italiane più danneggiate dalla loro presenza. Tra i selvatici più sotto accusa ci sono ora anche le nutrie che causano danni alle colture di mais, frumento e non solo: “Il veloce tasso riproduttivo delle nutrie ha creato una situazione insostenibile – aggiunge Adriano Rosso -. Sono a tutti gli effetti animali che vanno estromessi dalle specie cacciabili, da considerare nocivi, equiparabili a ratti, topi e arvicole, quindi da sottoporre a controllo continuo per tutto l’anno. Occorre porre in essere delle azioni di contenimento in tempi rapidi e modi condivisi di applicazione in modo da limitare i danni all’agricoltura ed all’ecosistema causati da questi animali”. Storicamente dannosi, nel Cuneese, sono anche i corvidi: il piano di contenimento delle varie specie (cornacchie nere e grigie, gazze), presenti sul territorio e che tanti danni provocano alle colture agricole ed ai ripopolamenti faunistici, proseguirà fino al 2020. Il risultato è stato ottenuto dalla Provincia di Cuneo (Settore Caccia e Pesca) che ha raccolto ed elaborato tutti i dati trasmessi dagli operatori (catture, abbattimenti, ammontare dei danni) in una dettagliata relazione inoltrata all’Istituto Superiore

I Comprensori Alpini, così come gli Ambiti Territoriali di Caccia, sono unità periferiche della Regione Piemonte con funzioni di gestione faunistico-ambientali e venatorie. A loro si rivolgono gli agricoltori per l’accertamento e la liquidazione dei danni alle colture agrarie causati dalla fauna selvatica. “Se al 30 giugno 2017 l’ammontare dei danni non è ancora disponibili in quanto sono attualmente in corso le perizie, possiamo con certezza dire che se al 30 giugno 2016 avevamo 10 domande di risarcimento, oggi, nello stesso periodo dell’anno, siamo già a 19. Praticamente il doppio”. Sono dati e considerazioni concessi da Ignazio Ferrando, presidente del Comprensorio Alpino CN3, che comprende i bacini idrografici del Maira e del Grana. “Nel 2015 – prosegue Ferrando – si erano rivolti a noi 80 agricoltori, a fronte dei 70 dello scorso anno. Due anni fa erano stati accertati danni per 33mila euro oltre a 6mila euro di perizie. Solo nei scorsi giorni abbiamo ricevuto 19mila euro per saldare parte delle richieste. L’anno scorso il valore dei danni è salito a 36mila euro più 5mila euro di perizie, ma non abbiamo ancora ricevuto nulla dalla Regione. Spesso siamo costretti a raschiare il barile per accontentare tutti: stiamo facendo il possibile per fare questo, ma occorre accontentarsi. I danni maggiori sono causati dai cinghiali sulla cotica, mentre i corvidi fanno ‘strage’ di frutta in bassa valle”. Fa il punto anche Roberto Summa, presidente dell'Ambito Territoriale di Caccia CN1 Cuneo - Fossano, il più grande Atc della regione: "La buona notizia è data dal fatto che dopo anni di stallo abbiamo ripreso a saldare gli agricoltori. Stiamo provvedendo in questi giorni al saldo 2014 dopo che l'anno scorso avevamo provveduto a saldare tutto il 2013 e a versare un anticipo sui danni 2014. Nel 2016 abbiamo avuto 45 richieste nelle zone di ripopolamento e cattura (dove c’è divieto di caccia) e circa 220 su territorio venabile. Le specie che causano più danni sono i corvidi, soprattutto in pianura su mais e frutta e i cinghiali. In generale possiamo affermare che il meccanismo dei risarcimenti, seppur versati a rilento, funziona. In questi mesi le operazioni non si sono mai fermate e si è continuato a periziare.

POSSIBILE METODO DI CONTROLLO

A Lombriasco convegno sulla falconeria Venerdì 16 giugno a Lombriasco, nel Torinese, si è svolto un importante convegno sulla falconeria, pratica venatoria basata sull'utilizzo di falchi o altri rapaci per catturare animali selvatici, organizzato da Cpa (Caccia-Pesca-Ambiente) Piemonte, associazione Amedeo Arpa e associazione Eps. Nell'occasione è stato presentato un documento che contiene le linee guida sulla falconeria: un progetto innovativo, frutto di tre anni di lavoro dei tecnici e finora solo illustrato all'assessorato regionale dell'Agricoltura. "La falconeria sta cercando di farsi approvare come metodo di controllo della fauna selvatica in Piemonte - afferma Marco Melchio, referente Cpa per la falconeria -. Nell’incontro abbiamo presentato quella che è la nostra proposta, che prevede di regolamentare la pratica in modo da avere solo personale abile a maneggiare i rapaci e che li detiene e soprattutto li utilizza per motivi sportivi come la caccia o per motivi professionali come il controllo della fauna selvatica". Ma come avviene questo controllo? "In particolare - spiega Melchio - sul controllo dei corvidi, vera minaccia nel Cuneese, lavoriamo molto bene con l’accoppiata cane-falco. Questi volatili sono ghiotti di mais e per limitarli occorre impedire loro di appoggiarsi sul campo". "Iniziamo il monitoraggio alle 5 del mattino e smettiamo alle 9, poi la sera dalle 19 alle 21 aggiunge Massimo Zurletti, responsabile Cpa per la provincia di Cuneo -. Con sei ore al giorno di controllo la perdita è assolutamente minima. Il periodo più critico è durante le semine, nei mesi di marzo, aprile e maggio. Teniamo d’occhio, però, anche i piccioni. Con la Cpa stiamo organizzando gruppi di lavoro per poter assicurare un monitoraggio sempre più intenso".

per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ricevendo parere favorevole per proseguire il piano, giunto a scadenza, anche per il prossimo triennio 2017-2020. La Provincia ha chiesto una maggior risposta al monitoraggio da coloro che possiedono le gabbie

per poter stabilire e programmare un controllo sempre più mirato anche per gli anni successivi. La novità riguarda l’ampliamento delle specie da contenere: oltre alle cornacchie grigie e nere e alla gazza, è ora consentito intervenire anche nei confronti di ghiandaie e taccole.

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Crescono le reti di imprese agricole L'ULTIMO BIENNIO HA VISTO IL 'BOOM' DEL SETTORE PRIMARIO, MA IN PIEMONTE SI PUÒ FARE DI PIÙ di Paolo Ragazzo

“L

e reti sono la più semplice forma di aggregazione tra imprese che permette, però, di mantenere l’individualità delle aziende stesse con notevoli vantaggi – spiega Jessica Cerrato, responsabile fiscale di Confagricoltura Cuneo -. Insieme, le imprese agricole possono affrontare alcuni aspetti aziendali

molto meglio che singolarmente e superare alcune difficoltà. Come, ad esempio: l'assunzione di personale, la condivisione di mezzi innovativi, dei costi di promozione e marketing e dei costi in ricerca e sviluppo per realizzare nuovi prodotti". Il sistema delle Reti d’Imprese, avviato nel 2010, ha subito inoltre una decisa acce-

Percentuale di imprese, per settore, che partecipano a un contratto di rete

[Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Infocamere]

32,7%

30,3%

2014 2016

25%

22,2% 15,6% 10,8% 9,3% 9,9% 9,4% 5,9% Agricoltura

4,2% Attività

Costruzioni Commercio

6,2%

Turismo

8,8% 2,7% 3,9% Trasporti

3,1% Servizi

Altri settori

lerazione negli ultimi anni, soprattutto in agricoltura. Secondo un’analisi del Centro Studi di Confagricoltura il settore agricolo, infatti, è quello che nell’ultimo biennio ha registrato la maggiore crescita di imprese 'in rete' passando da un’incidenza sul totale del 5,9% nel 2014, al 15,6% nel 2016. In Italia le aziende del settore primario che partecipano a Reti d’Imprese, a fine 2016, hanno sfiorato quota 3.000, con larga prevalenza di quelle che svolgono attività di coltivazione e allevamento del bestiame. In Piemonte, per la verità, lo strumento deve ancora essere sfruttato appieno, considerato che la nostra regione, con 116 imprese agricole che partecipano a contratti di rete ordinari, è appena al 9° posto in Italia. Il settore accoglie così con soddisfazione la recente risoluzione dell'Agenzia delle Entrate (vedi pagina a fianco) che ha finalmente chiarito gli aspetti fiscali legati alla ripartizione a titolo originario dei prodotti ottenuti mediante la coltivazione di terreni da parte di imprese in rete.

C O N T R AT T O D I R E T E ( C D R )

CHE COS’È

Il Contratto di Rete (CRD) è un contratto plurilaterale con cui più imprese si uniscono, pur mantendo la propria automonia e individualità, e si impegnano a rispettare un programma utile a raggiungere obiettivi ben definiti quali ad esempio: la realizzazione di nuovi progetti e prodotti, la condivisione di personale, l'abbattimento di costi di gestione, o il coordinamento e lo scambio di conoscenze tra più imprenditori che intendono in questo modo accrescere la loro competitività.

CHI PUÒ STIPULARLO

Tutti gli imprenditori iscritti al registro imprese a prescindere dalla natura giuridica, dalla dimensione, dal settore di attività e dall’ubicazione territoriale. È un contratto da stipularsi obbligatoriamente in forma scritta tramite atto pubblico o scrittura privata autenticata o firmata digitalmente. Per le reti prevalentemente agricole è sufficiente la firma digitale delle imprese e quella di una associazione di

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categoria. Le successive modifiche, anche semplicemente dei partecipanti, devono essere effettuate con le medesime modalità. Questo atto deve essere depositato presso il Registro imprese nella sezione del registro cui è iscritto ciascun partecipante. Il Contatto di Rete non è chiuso ma ha struttura aperta in ingresso ed uscita. La durata è libera, ma sufficientemente lunga (6/7 anni) così da poter raggiungere gli obiettivi fissati.

I VANTAGGI

Innumerevoli i vantaggi: razionalizzazione dei costi di produzione, accesso alla conoscenza e alla competenza di altre imprese, ampliamento della gamma di nuove offerte, sviluppo di azioni di marketing, ingresso in nuovi mercati, maggiore visibilità, crescita del fatturato, facilitazione dell’accesso a istituzioni finanziarie e pubbliche, sviluppo delle risorse umane e flessibilità e semplificazione con le assunzioni di rete. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici fiscali di Confagricoltura Cuneo.


Reti di imprese

Aggiornamenti contrattuali e fiscali L'AGENZIA DELLE ENTRATE HA RISPOSTO ALLA CONSULENZA GIURIDICA CHIESTA DA CONFAGRICOLTURA, CHIARENDO GLI EFFETTI SU REGIME SPECIALE, IVA IMPOSTE E REDDITO

L’

Agenzia delle entrate con la risoluzione n. 75/E del 21 giugno scorso ha risposto alla consulenza giuridica richiesta da Confagricoltura in merito al trattamento fiscale da riservare alle reti di impresa agricole, ma non solo. ASPETTI CIVILISTICI E CONTRATTUALI Innanzitutto l’Agenzia ha chiarito che, nonostante la peculiarità del contratto di rete agricolo, l’innovativo istituto va interpretato alla luce della natura e delle caratteristiche proprie delle reti di impresa come disciplinate dalla normativa. Requisiti soggettivi Il contratto di rete agricolo deve essere formato da sole imprese agricole singole o associate (art. 2135 del Codice civile) definite come piccole e medie (PMI) ai sensi del Regolamento (CE) n. 800/2008 e, cioè, quelle che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro. Perciò possono partecipare a un contratto di rete agricolo gli imprenditori che svolgono l’attività agricola in forma individuale o collettiva (società di persone, società di capitali, consorzi, cooperative eccetera). Ambito del contratto La normativa trova applicazione nelle ipotesi in cui imprese agricole mettano in comune i fattori della produzione (attrezzature, know how, risorse umane) per il raggiungimento dello scopo comune dichiarato nel contratto di rete: la realizzazione di una produzione agricola che favorisca la crescita imprenditoriale delle imprese partecipanti, in termini di innovazione e competitività. Pertanto, anche nel contratto di rete agricolo, dovranno essere definiti: 1) gli obiettivi di innovazione e di innalzamento della capacità competitiva dei

partecipanti; 2) le modalità concordate tra gli stessi per misurare l’avanzamento verso tali obiettivi; 3) gli obiettivi specifici che costituiscono il presupposto dell’individuazione delie attività necessarie per il conseguimento degli obiettivi generali; 4) un programma di rete che contenga l’enunciazione dei diritti e degli obblighi assunti da ciascun partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune; 5) le modalità di ripartizione del prodotto agricolo comune. Alla luce di alcuni chiarimenti forniti dal MIPAAF, l’Agenzia ha ribadito inoltre che l’acquisto a titolo originario della produzione agricola (oltre agli elementi generali presupposti dalla norma) è subordinato alle seguenti condizioni: A) che tutti i singoli "retisti" svolgano attività agricole di base e che le eventuali attività connesse, oltre a non risultare prevalenti, siano comunque legate alle prime da un rapporto di stretta complementarietà (ad esempio, non sarà configurabile questa tipologia di rete, nel caso in cui vi siano produttori di uva e uno faccia esclusivamente trasformazione); B) che la messa in comune dei terreni sia obbligatoria e significativa per tutti i partecipanti alla rete; C) che la partecipazione al conseguimento dell’obiettivo comune, mediante divisione della medesima tipologia di prodotto, si realizzi attraverso apporti equivalenti e condivisione dei mezzi umani e tecnici, che siano proporzionati alla potenzialità del terreno messo in comune, con divieto di monetizzazione delle spettanze; D) che la divisione della produzione tra i "retisti" avvenga in maniera proporzionata al valore del contributo che ciascun partecipante ha apportato alla realizzazione del prodotto comune;

E) che i prodotti oggetto di divisione non vengano successivamente ceduti tra i retisti, dal momento che la ratio di tale tipologia di rete è il fatto che essa è finalizzata alla produzione. ACQUISIZIONE DI PRODOTTI A TITOLO ORIGINARIO: ASPETTI FISCALI Circa gli effetti ai fini fiscali del contratto di rete agricolo l’Agenzia ha precisato, condividendo le tesi esposte da Confagricoltura, che ai fini IVA “la ripartizione della produzione agricola tra i retisti, in quanto divisione in natura dei prodotti a titolo originario, secondo le quote determinate nel contratto di rete, non produce effetti traslativi tra le imprese contraenti”. Ne consegue l’importante corollario che “le operazioni poste in essere al fine della realizzazione della menzionata produzione agricola non assumono rilevanza ai fini dell’imposta in esame”. La risoluzione conferma quanto già precisato in una precedente consulenza giuridica: i prodotti coltivati in rete vengono acquisiti dai singoli "retisti" a titolo originario; pertanto, il ritiro dei prodotti non configura un’operazione rilevante ai fini IVA e ciascuno fatturerà la sua parte al cliente finale. Si sottolinea inoltre che non rilevano ai fini dell’imposta sul valore aggiunto nemmeno le prestazioni reciproche svolte dai membri della rete sui fondi agricoli. Per quanto riguarda le imposte dirette, invece, la risoluzione 75/E afferma che per le imprese che dichiarano il reddito ai sensi dell’art. 32, il contratto di rete va configurato come una fattispecie assimilabile alla conduzione associata di cui all’art. 33 del TUIR, in quanto ciascun "retista" risulta conduttore del proprio terreno, ma anche dei fondi delle altre imprese partecipanti alla rete per la quota stabilita nel contratto. Di fatto, i terreni vengono messi in comune da parte di tutti i membri della rete. Ai fini della quantificazione dei redditi da dichiarare, occorre: 1) sommare il reddito agrario di tutti i singoli terreni messi in comune; 2) imputare ad ogni impresa la quota di reddito agrario di propria spettanza, determinandolo applicando al reddito agrario totale la percentuale corrispondente alla quota di prodotto stabilita nel contratto.

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Lavoro & Agricoltura

Lavoratori esterni, aspetti da valutare ORA CHE LE CAMPAGNE DI RACCOLTA ENTRANO NEL VIVO È BENE SAPERE E TENERE PRESENTE ALCUNI ELEMENTI SE SI RICORRE A MANODOPERA TRAMITE COOPERATIVE

I

l costo del lavoro, si sa, è una delle componenti che più incidono sui bilanci economici delle aziende italiane, agricole e non solo. È una delle voci che pesano maggiormente nell’organizzazione aziendale anche per la sua complessità e articolazione. Non si può, però, pensare di ricorrere a manodopera a basso costo facendosi attrarre da offerte apparentemente vantaggiose, senza considerare molti altri importanti aspetti. In agricoltura, proprio ora che le campagne di raccolta entrano nel vivo, ci sono alcune cose che l’azienda deve assolutamente monitorare se, ad esempio, decide di ricorrere a lavoratori tramite una cooperativa esterna. Occorre tenere presente, infatti, che: 1 - Le prestazioni sono fornite attraverso contratto d’appalto, ma i lavoratori della cooperativa sono alle sue strette dipendenze e non possono prendere ordini dall'azienda committente. Quest'ultima non può decidere, ad esempio, volta per volta il numero di lavoratori da utilizzare o chi impiegare rispetto ad altri. Questo perchè la cooperativa non fornisce lavoratori, ma un servizio che va preventivamente concordato con l'azienda. I lavoratori della coperativa devono essere ben identificabili e non si devono confondere con eventuali lavoratori dell'azienda, prevedendo quindi anche spazi di lavoro distinti. 2 - Le cooperative di lavoro operano attraverso contratti d’appalto e ai sensi dell’art.7 comma 4 L. 31/2008, e devono applicare il contratto collettivo vigente in agricoltura. Il costo del personale, quindi, è lo stesso di quello sostenuto dalle aziende, in quanto le cooperative esterne devono ai propri lavoratori trattamenti economici complessivi non inferiori a quelli dettati dal contratto collettivo di categoria. Per i lavoratori subordinati sussiste l'obbligo di applicazione di istituti normativi che la legge disciplina per la

Le campagne di raccolta entrano nel vivo

generalità dei lavoratori (t.f.r., ferie, ecc.). Devono, dunque, destare qualche sospetto i preventivi delle cooperative con costi palesemente inferiori a quelli sostenuti dall'azienda. 3 - Con l’approvazione del D.lgs 276/2003 è stata ulteriormente ampliata la responsabilità solidale del committente. Infatti, all’art. 29 - comma 2 stabilisce che “in caso di appalto di opere o di servizi, il committente imprenditore o datore di lavoro è obbligato in solido con l’appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori entro il limite di due anni dalla cessazione dell'appalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi, comprese le quote di trattamento di fine rapporto, nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto, restando escluso qualsiasi obbligo per le sanzioni civili di cui risponde solo il responsabile dell'inadempimento”. 4 - Il ricorso a manodopera esterna non esenta l'azienda committente dal rispetto degli adempimenti e obblighi in materia di sicurezza sul lavoro previsti dal D.lgs 81/2008 e a cui occorre prestare molta attenzione. 5 - L’esternalizzazione della manodopera, infine, non esonera il datore di lavoro dalla responsabilità di un infortunio, se non dimostra di avere

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L E G A L I TÀ

Caporalato, possibili adeguamenti della legge Intervistato di recente da “L’Informatore Agrario” (n. 23/2017) sui temi del lavoro in agricoltura, il viceministro alle Politiche Agricole, Andrea Olivero, ha rivendicato il lavoro per la legge sul caporalato, ma ha anche ammesso che “come tutte le normative anche questa potrebbe necessitare di un adeguamento soprattutto alle esigenze delle realtà locali”. Ha inoltre aggiunto che “il tavolo attorno al quale se ne potrà verificare l’efficacia è quello della Rete del lavoro agricolo di qualità costituita sia da rappresentanti datoriali, sia dai lavoratori e per la quale è prevista un’articolazione territoriale”. La Confagricoltura ha da sempre espresso molti dubbi, non certo per l’intento perseguito dal provvedimento, quanto la decisione di affrontare fenomeni così complessi senza fare le adeguate distinzioni e penalizzando tutti gli agricoltori onesti. “Come spesso accade nel nostro Paese – dichiara Confagricoltura Cuneo –, anche in questo caso per punire i pochi che si comportano in maniera scorretta si è deciso di colpire indiscriminatamente un’intera categoria imprenditoriale, con inasprimenti delle sanzioni penali e ulteriore burocrazia che inevitabilmente aumenterà ancora i costi a carico delle aziende. La nostra organizzazione aveva anche scritto una nota di approfondimento a tutti i parlamentari e consiglieri regionali cuneesi, confidiamo ora in queste aperture da parte del Ministero”.

compiuto tutte le verifiche necessarie affinchè la cooperativa fosse in regola in materia di surezza sul lavoro e prevenzione rischi. 6 - La presenza contemporanea di lavoratori della cooperativa e dell'azienda rende obbligatoria la redazione del DUVRI, il Documento Unico per la Valutazione Rischi da Interferenze Per maggiori informazioni e approfondimenti sul tema rivolgersi agli Uffici Paghe della Confagricoltura di Cuneo presenti in tutti gli uffici di zona.


INSERTO TECNICO

U N I O N E

P R O V I N C I A L E

A G R I C O L T O R I

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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

NUOVI STRUMENTI PER IL LAVORO OCCASIONALE

A

brogati tra molte polemiche a marzo, i voucher tornano con nomi differenti. Il 19 giugno, il Senato della Repubblica ha approvato infatti il DDL n. 2853 di conversione in Legge del Decreto 50/2017 che introduce e disciplinata la nuova materia sul lavoro occasionale. Vengono introdotti: il libretto famiglia e il contratto di prestazione occasionale. LIBRETTO FAMIGLIA Il libretto di famiglia può essere utilizzato per remunerare prestazioni occasionali per piccoli lavori domestici, assistenza domiciliare a bambini e persone anziane, ammalate o con disabilità, insegnamento privato supplementare e servizi di baby sitting. Vi possono fare ricorso le persone fisiche, non nell’esercizio dell’attività professionale o d’impresa. Il Libretto Famiglia, acquistabile presso gli uffici postali o in alternativa attraverso la piattaforma telematica Inps messa a disposizione ad hoc dall’Istituto, hanno un valore nominale orario fissato in 10 euro lordi, di cui 8 euro al prestatore e la differenza viene utilizzata per finanziare le spese di carattere contributivo, assicurativo oltre a oneri. IL CONTRATTO DI PRESTAZIONE OCCASIONALE Le imprese del settore agricolo possono utilizzare prestazioni occasionali solo con titolari di pensione, giovani con meno di 25 anni regolarmente iscritti ad un corso di studi, persone disoccupa-

te e percettori di prestazioni integrative del reddito Sono esclusi dalla possibilità di ricorrere a prestazioni di carattere occasionale: soggetti che nei precedenti 6 mesi abbiano sottoscritto contratti di lavoro subordinato e/o di collaborazione coordinata e continuativa con lo stesso committente; le aziende che hanno più di 5 lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Rispetto al lavoro accessorio, la misura oraria minima del compenso è stata aumentata a 9 euro con esclusione del settore agricolo il cui importo minimo è pari alla oraria delle prestazioni di natura subordinata individuata dal contratto collettivo stipulato. L’utilizzatore è obbligato ad effettuare la comunicazione preventiva della prestazione almeno un’ora prima dell’inizio, mediante la procedura telematica Inps. La pratica deve contenere: dati anagrafici del prestatore; luogo di svolgimento e oggetto della prestazione; data di inizio e termine della prestazione, se imprenditore agricolo, la durata della prestazione può fare riferimento ad un periodo non superiore a 3 giorni; compenso pattuito. LIMITI ECONOMICI Ciascun lavoratore non potrà ricevere compensi superiori a 5mila euro all’anno e non più di 2.500 euro dallo stesso datore di lavoro. A sua volta, il datore di lavoro, non potrà superare la soglia dei 5mila euro di compensi. Il superamento dei limiti comporta la trasformazione della prestazione occasionale in rapporto a tempo pieno e indeterminato. SANZIONI Al mancato rispetto delle comunicazioni obbligatorie preventive si applica la sanzione amministrativa pecuniaria di una somma da 500 a 2.500 euro per ogni prestazione lavorativa giornaliera. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

RICERCA NOMISMA SULL'OCCUPAZIONE IN AGRICOLTURA L’EBAN (Ente Bilaterale Agricolo Nazionale) ha affidato a Nomisma, l’incarico di eseguire una ricerca sull’occupazione in agricoltura. Per realizzare l’indagine Nomisma somministrerà un questionario contenente una serie di informazioni sull’occupazione ad un campione di circa 200 imprese agricole assuntrici di manodopera, individuato secondo determinati parametri scientifici. È dunque probabile che tra le aziende che si vedranno recapitare la richiesta di compilare il questionario ci siano anche aziende associate a Confagricoltura Cuneo. Ai fini dello svolgimento della ricerca sarebbe utile che le aziende interessate rispondessero al questionario.

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EXPORT DI VINO NEGLI STATI UNITI, CAMBIANO ALCUNE NORMATIVE

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partire dal 22 giugno scorso sono entrate in vigore alcune modifiche delle normative che regolano l’ingresso delle bevande alcoliche (vino, birra e distillati) negli Stati Uniti. In particolare, una norma (CSMS 17 – 000248) recentemente emanata dal Customs and Border Protection – CBP, l’ente americano per la protezione delle dogane e delle frontiere, prevede l’obbligo per i prodotti regolamentati dal TTB , l’ente al quale fanno riferimento il tabacco e le bevande alcoliche, di fornire tutte le informazioni finora richieste solo in particolari e specifiche occasioni. Tali informazioni riguardano: numero COLA, tipo di prodotto, classe fiscale, numero di base importazione TTB ed il Paese se il prodotto richiede un certificato di autenticità. Le imprese vitivinicole che esportano verso gli Stati Uniti sono chiamate ad informarsi presso i loro agenti ed importatori per i dettagli. "Confagricoltura, nel contempo, si è attivata per ottenere eventuali ulteriori indicazioni della norme e delle procedure. Pertanto sarà nostra cura fornirvi aggiornamenti sulla materia non appena ne avremo, rimanendo naturalmente a vostra disposizione per eventuale assistenza", dicono dagli uffici.

SCADENZA DIRITTO ANNUALE DI CCIAA E ATTENZIONE ALLE TRUFFE

Entro il 31 luglio va versato il diritto annuale della Camera di Commercio 2017 da effettuarsi con modello F24 (Codice tributo 3850 - Importo 53,21 € per ditte individuali). Per le aziende che affettuano la contabilità in Confagricoltura la somma è già compresa nella dichiarazione dei redditi. Tutte le altre sono invitate a rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo. In questi giorni, inoltre sono giunte segnalazioni in merito a organizzazioni che spediscono ripetutamente richieste di versamento alle imprese, utilizzando denominazioni facilmente confondibili con quelle delle Camere di commercio. Questi soggetti offrono, in cambio di denaro, iscrizioni in banche dati, registri, albi e ruoli, o inviano bollettini postali prestampati per il pagamento del diritto annuale. Tali richieste non hanno nulla a che vedere con l’attività delle Camera di commercio, tanto meno con il pagamento obbligatorio del diritto annuale, che da anni non si effettua tramite bollettino postale ma esclusivamente attraverso il modello F24.

'PACCHETTO INTEGRATO GIOVANI' PSR: DOMANDE PROROGATE AL 15 LUGLIO

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elle scorse settimane, all’assessorato regionale all’Agricoltura, durante il “Tavolo Verde” con le organizzazioni professionali agricole, la Regione aveva confermato lo scorrimento della graduatoria del bando 2016 sull’operazione 4.1.2 attraverso l’utilizzo delle economie che stanno maturando. Il nuovo bando relativo all’operazione 4.1.1, che avrebbe dovuto prendere in carico anche le pratiche 4.1.2 non finanziabili, doveva aprirsi entro il 15 giugno. Alla chiusura del giornale, si è ancora in attesa che la Regione mantenga le promesse perchè il bando risulta ancora chiuso. “Ormai siamo alla sagra del lamento - commenta Confagricoltura Cuneo -. Viviamo di promesse, ma non ci sono veri passi in avanti sul fronte Psr. La cosa che continua a preoccupare è la scarsa capacità o volontà di spesa della Regione. Si ha ben dire che le risorse sono state stanziate, ma se poi non si spende… Un conto è stanziare, un conto è investire i soldi che si hanno e metterli a disposizione degli agricoltori”. Intanto, novità di pochi giorni fa, è stato prorogato al 15 luglio (la precedente scadenza era fissata al 6 luglio) il termine per la presentazione delle domande a valere sul “Pacchetto Integrato Giovani”, operazione 6.1.1 (premio per l’insediamento dei giovani agricoltori) e operazione 4.1.2 (Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole dei giovani agricoltori).

DA LUGLIO ATTI FISCALI VIA PEC

Dal 1° luglio 2017 gli accertamenti dell’agenzia delle Entrate devono essere notificati via Pec – Posta elettronica certificata. La novità caratterizza le missive dell’amministrazione finanziaria, con la conseguenza che dalla ricezione nella casella di posta decorrono i termini sia di adesione sia di impugnazione. Inoltre questa novità comporta il fatto che sia gli studi professionali, sia l’amministrazione, devono tener conto delle nuove disposizioni anche dal punto di vista organizzativo. Di fatto, i termini di impugnazione iniziano a decorrere non dalla materiale “apertura” della mail ricevuta, bensì dall'accettazione da parte del sistema. È evidente che ogni contribuente deve così diligentemente monitorare la propria casella Pec, al fine di non rischiare la definitività di provvedimenti notificatigli.

Geocap S.r.l. • Via del Chiosso 27 • Caramagna Piemonte (CN) • Tel. 0172 810283 • info@geocap.it • www.geoagri.com

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PATRONATO SALGONO I CONTRIBUTI PER LA PREVIDENZA OBBLIGATORIA

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algono i contributi per la previdenza obbligatoria versati dai coltivatori diretti, coloni, mezzadri ed imprenditori agricoli professionali. Quest’anno, per effetto della Legge Fornero, sono aumentati di altri 0,4 punti percentuali rispetto al 2016 portando le aliquote di finanziamento e di computo per la gestione al 23,6%. Nelle zone svantaggiate o montane il contributo da versare raggiunge il 23,2%, in netto aumento rispetto allo scorso anno quando si poteva pagare il 22,3%. LE ALIQUOTE 2017 Per l’anno 2017 le aliquote da applicare ai coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali comprensive del contributo addizionale del 2%, previsto dall’art.12, ultimo comma, della legge 2 agosto 1990, n. 233 sono le seguenti: • 23,6% (ridotta al 23,4% per i soggetti di età inferiore a 21 anni) per la generalità delle imprese; • 23,2% (ridotta al 22,5% per i soggetti di età inferiore ai 21 anni) per le imprese ubicate in territori montani o in zone svantaggiate. Al fine dell’individuazione delle aree in argomento, nei confronti delle categorie dei coltivatori diretti, coloni, mezzadri ed imprenditori agricoli

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professionali, occorre fare riferimento all’art. 9 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 601, per i territori montani, e all’art. 15 della legge 27 dicembre 1977, n. 984, per le zone agricole svantaggiate. MODALITÀ DI PAGAMENTO Gli estremi per il pagamento dei contributi mediante modelli F24 saranno disponibili nel Cassetto Previdenziale per Autonomi Agricoli. I termini di scadenza per il pagamento sono il 17 luglio, il 18 settembre, il 16 novembre 2017 e il 16 gennaio 2018. Per maggiori informazioni e per il ritiro degli F24 rivolgersi agli uffici del Patronato ENAPA sul territorio.

LA QUATTORDICESIMA DEI PENSIONATI A LUGLIO

L’Inps rende noto che con la mensilità di pensione di luglio 2017 verrà messa in pagamento la cosiddetta Quattordicesima a favore dei pensionati aventi diritto. La legge di bilancio 2017 (L. 232/2016) ha infatti previsto, a decorrere dal corrente anno, un incremento dell’importo per chi ha un reddito fino a 1,5 volte il T.M. (€ 6.524,27) e l’erogazione del trattamento anche ai pensionati con reddito tra 1,5 e 2 volte il T.M. (da 9.786,86 a 13.049,14). Su "L'Agricoltore cuneese" di Aprile 2017 avevamo riportato nel dettaglio gli importi corrisposti ai pensionati con 64 anni di età.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2017


A tutto campo

Pac: un successo per il ministro, un insuccesso della burocrazia LE DOMANDE SONO STATE PRESENTATE IN UN CRESCENDO DI DIFFICOLTÀ. I TECNICI DI CONFAGRICOLTURA HANNO LAVORATO FINO AL 10 LUGLIO PER ALLINEARE I DATI

SONDAGGIO

"Terra è Vita" ha monitorato Agea

di Gilberto Manfrin

L

a scadenza per la presentazione delle domande Pac (15 giugno) è passata non senza lasciare dietro di sé grossi problemi. E dire che nel disastro generale c’è pure chi ha fatto buon viso a cattivo gioco parlando di ‘vero successo’. Sì perché nonostante un sistema informatico a dir poco sgangherato, una programmazione approssimativa e un coordinamento che fa acqua da tutte le parti, il ministro Martina sul sito del Ministero ha parlato di “successo”! Da quel che risulta fino a pochi giorni fa (10 luglio) gli operatori del Caa hanno dovuto ripassare tutte le domande per allineare i dati, cioè per andare ad indicare puntualmente gli usi del suolo in grafica e correggere quei dati che il sistema Agea non aveva recepito in modo corretto. Tutto questo scompiglio però, a quanto pare, lo ha notato solo Confagricoltura, perché sul sito web del Ministero si esprime soddisfazione per il raggiungimento di “un risultato importante sul quale si è lavorato intensamente come squadra al servizio dell'agricoltura italiana”. Mistero.

UN PASSO INDIETRO Confagricoltura Cuneo, ancora una volta, non ha mancato di denunciare i ritardi nell’assegnazione definitiva dei titoli, la normativa poco chiara e in continuo aggiornamento che ha portato a slittamenti dei termini di presentazione delle domande (dal 15 maggio si era passati al 15 giugno), la mancata ricezione da parte dei Caa (Centri di assistenza agricola), in tempo utile e in maniera esaustiva, di tutti i necessari strumenti per dare corretta esecuzione alle attività delegate. Stante tutte queste criticità, Confagricoltura ha messo in atto numerose forme di protesta, in particolare evidenziando le gravi

I tre grafici qui sotto sono frutto di un sondaggio lanciato ai primi di giugno dalla rivista "Terra è Vita" - 21/2017. A rispondere sono stati agricoltori, operatori di Caa e agronomi. Evidente come oltre l'80% dei votanti consideri cattivo se non pessimo l'operato di Agea che ha nel ritardo dei pagamenti e nei software non funzionanti i suoi punti di debolezza.

problematiche ad Agea. “Nonostante sia stato fatto di tutto per presentare le domande Pac in tempo utile rispettando la scadenza del 15 giugno, permangono gravissime difficoltà - evidenzia Gualtiero Dalmasso, responsabile Caa provinciale di Confagricoltura Cuneo -. Fino al 10 luglio i funzionari hanno lavorato in modo estenuante per allineare i dati, ma seppur con qualche piccolo miglioramento, i sistemi informatici continuano a non funzionare come dovrebbero e limitano il nostro lavoro”.

COME GIUDICA IL FUNZIONAMENTO DI AGEA?

2.6%

IMPOSSIBILE LAVORARE COSÌ La situazione (imbarazzante) in cui versa Agea è confermata dalle audizioni parlamentari che si sono svolte nelle settimane scorse alla Camera, in particolare sul livello (scarsissimo) di digitalizzazione e innovazione. Secondo la testimonianza di un ex dirigente Sian (il Sistema informativo unificato di servizi del comparto agricolo, agroalimentare e forestale messo a disposizione dal Ministero delle Politiche Agricole), “... si sono incontrate notevoli difficoltà, prima di tutto perché far parlare sistemi diversi, che sono stati creati in epoche diverse, è oggettivamente complesso. Non è impossibile, ma è complesso. In più, non è a costo zero, perché, comunque sia, per poter far dialogare e fare interoperabilità, è necessario interfaccePUNTI di QUALIinvestire SONO I in MAGGIORI scambio...”. DI FORZA DI AGEA? 50 La sintesi è che chi ha, o dovrebbe avere, 40 le competenze politiche e tecniche in materia, chiama in causa altri soggetti e 30 addebita le responsabilità ad altri livelli, mentre 20 le difficoltà degli agricoltori crescono giorno per giorno. E nessuno, 10 aggiungiamo noi, è in grado di risolverle. Bisogna invecePuntualità avere ilSoftware coraggio e la Controlli 0 Efficienza nella Poca comunicazione nei pagamenti funzionanti burocrazia capacità di ricostruire per intero tutto efficaci il sistema.

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QUALI SONO I MAGGIORI PUNTI DI FORZA DI AGEA?

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QUALI SONO I MAGGIORI PUNTI DI DEBOLEZZA DI AGEA?

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Carenza di comunicazione

Ritardi nei pagamenti

Software non funzionanti

Eccesso di burocrazia

Controlli inefficaci

L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2017

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Corilicoltura Rubrica

Oltre 600 persone sono intervenute al convegno "Il nocciolo: territorio, filiera, qualità" al PalaExpo di Cherasco

Nocciolo, avanti con filiera e qualità CONFERMATO ANCHE NEL 2016 IL TREND IN CRESCITA. SE N'È DISCUSSO NEL CONVEGNO ORGANIZZATO A CHERASCO di Monica Arnaudo

"I

l settore corilicolo sta vivendo in provincia di Cuneo e in Piemonte un’espansione positiva, che va gestita in maniera accorta da parte di tutti gli attori del comparto, puntando sulla qualità e adottando un Piano nazionale di filiera, per far sì che in futuro non si presentino situazioni che possano danneggiare un’economia importante per il territorio”. Con queste parole Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura di Cuneo, ha aperto il convegno “Il nocciolo: territorio, filiera, qualità” organizzato, sabato 10 giugno al PalaExpo di Cherasco, da Confagricoltura Cuneo, AscoPiemonte e Piemonte Asprocor.

COLTURE IN AUMENTO “In Piemonte, nel 2015, secondo i dati dell’Anagrafe unica regionale, erano 8.576 le aziende impegnate nel settore corilicolo, per 18.137 ettari di nocciolo, mentre nel 2016 le imprese sono aumentate di oltre mille unità (9.643) e gli ettari a corileto sono ormai circa 21mila" ha evidenziato Gianfranco Latino, referente del Settore Produzioni agrarie e zootecniche della Regione Piemonte. La crescita ha interessato in particolare il cuneese, dove l’incremento è stato del

12,27% con una superficie a corileto passata da 12.291 (nel 2015) a 13.799 ettari nel 2016. Il trend positivo che si è consolidato negli ultimi anni sembra quindi non accennare a diminuire. "È vero che si tratta di una cultura in espansione e questo è positivo, ma a fronte di questo aumento occorrono risposte adeguate dal mercato, perchè se la produzione non ha una collocazione, la positività dell'aumento degli impianti può tradursi in problemi futuri di non poco conto. Occorre adottare un atteggiamento prudente e ragionato" ha sottolineato

Un momento della tavola rotonda

16 L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2017

Latino, rimarcando anche l'importanza di di ottimizzare il processo produttivo, organizzare l’offerta e consolidare il rapporto con il mondo della trasformazione. In un quadro di crescita così netto, non è mancato l'approfondimento sulla cimice asiatica, tematica questa affrontata da Paolo Lambertini (Field Crop Expert Syngenta Italia Spa), che ha spiegato l’importanza di un adeguato e corretto trattamento fitosanitario per contrastare il fenomeno. Interessanti gli spunti di riflessione e confronto giunti, poi, dal francese Bruno Saphy della Cooperativa Unicoque, che ha presentato il modello di coltivazione della frutta in guscio adottato nel sudovest della Francia (vedi box a pagina 17). NOCCIOLE A CONFRONTO Tonda Gentile (Piemonte), Tonda di Giffoni (Campania) e Tonda Gentile Romana (Lazio), sono le varietà di nocciolo di maggior pregio coltivate in Italia. Nadia Valentini (DISAFA – Università di Torino) le ha messe a confronto durante il



è ripreso con una tavola rotonda a cui hanno preso parte: Pierpaolo Bertone, presidente di Ascopiemonte, che ha illustrato le attività al servizio dei soci messe in campo dalla OP, Roberto Botta, professore di Agricoltura all’Università di Torino, che ha sottolineato l’importanza della ricerca e dell’innovazione per avere piante di nocciolo sempre più resistenti ai mutati scenari climatici, Benedetto Valentini, responsabile tecnico Assofrutti, che ha presentato la realtà dell’organizzazione di produttori del Viterbese e Giorgio Setti, caporedattore Edagricole. A chiudere la mattinata, inevitabilmente, la vicenda del ricorso al Tar contro l’iscrizione della Tonda Gentile delle Langhe nel registro nazionale delle varietà delle piante da frutto, che di fatto ne autorizza l’utilizzo in tutta Italia tranne che in Piemonte. Dagli interventi di Nicoletta Ponchione (Piemonte Asprocor), dell’eurodeputato Alberto Cirio e dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, seppur con punti di vista differenti, è emersa la volontà e l’esigenza di giungere quanto prima a una soluzione concreta per tutelare l’eccellenza della produzione corilicola cuneese.

suo intervento, presentando pregi e i difetti delle tre varietà e facendo degustare direttamente ai presenti in sala campioni delle diverse nocciole. "Nel 2006 l'Università ha avviato una sperimentazione per studiare le tre varietà - ha spiegato la Valentini -. Giffoni si è confermata tra le tre, quella più vigorosa e più produttiva, mentre la Tonda Gentile è la più pollonifera". LE TAVOLE ROTONDE Terminata questa prima parte, il dibattito

Il folto pubblico presente in sala

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A portare la testimonanza dell'evoluzione del la coltivazione di frutta in guscio in Francia è stato Bruno Saphy della cooperativa Unicoque. La corilicoltura francese è cresciuta negli anni '70, come riconversione di appezzamenti prima destinati ad altre colture più redditizie (prugne in primis), colpite da malattie. Oggi l'80% della produzione di nocciole è concentrata nel sud-ovest della Francia, dove sono localizzati 300 produttori (circa 5000 ettari). La particolarità della produzione francese è che il 95% dei produttori aderisce a due strutture che organizzano il settore: la Cooperativa Unicoque e l'Associazione di produttori di nocciole francesi. La vendita è per il 65% sul mercato europeo di nocciole in guscio e il 35% sgusciata, alla trasformazione industriale. La produzione nel 2016 si è attestata sulle 10.000 tonnellate, ma è in corso un progetto per aumentare la produzione e arrivare, entro il 2030, a 20 mila tonnellate. "Pensiamo che la corilicoltura debba avere spirito industriale ed essere allo stesso tempo rispettosa dell'ambiente e competitiva" ha sottolineato Bruno Saphy.

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Il modello francese

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Vitivinicoltura

Registri telematici al via tra le criticità LE PROCEDURE ENTRATE IN VIGORE DAL 1° LUGLIO NON FUNZIONANO E LE IMPRESE AGRICOLE SONO IN DIFFICOLTÀ di Gilberto Manfrin

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tutte le cantine associate di ottemperare agli obblighi imposti”. PROPOSTE MIGLIORATIVE In un’ottica di confronto e collaborazione, la sezione aveva anche indicato quelle che sarebbero state delle buone prassi da seguire per un’entrata in vigore più 'soft' della normativa, un percorso che avrebbe permesso un avvio ‘tranquillo’ delle nuove procedure senza gravare sulle aziende del settore. Queste la proposte di Confagricoltura Piemonte: avvio del registro obbligatorio dal 1° agosto 2017 non sanzionabile nella sostanza delle operazioni; trasmissione delle giacenze iniziali al 1° agosto 2017 (come da dichiarazione giacenze); trasmissione in ambiente reale di tutte le operazioni dal 1° agosto 2017; attuazione di un “periodo di accompagnamento” della vinificazione per tutto il 2017; avvio definitivo delle sanzioni dal 1° gennaio 2018; eliminazione, per le aziende sotto i 1000 Hl, di operazioni difficilmente gestibili come l’etichettatura. SISTEMA INFORMATICO 'KO' Nel frattempo Confagricoltura, a livello nazionale, ha proseguito la sua azione sindacale facendo presente al Ministero, insieme alle altre organizzazioni della filiera vitivinicola, come il Sistema informatico unificato di servizi del comparto agricolo (SIAN) continui a non funzionare a dovere. Un nuovo rinvio, forse, era davvero necessario.

l 1° luglio è partito il nuovo sistema di tenuta digitale dei registri vitivinicoli, ma Confagricoltura esprime forti perplessità. A partire dal ritardo (28 giugno, ndr) con cui è stata diffusa la circolare dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi che ha segnalato agli ispettori di indirizzare i controlli verso la “sostanza” delle situazioni di giacenze delle cantine, “cercando di agevolare gli operatori nella soluzione degli aspetti formali della dimostrazione delle giacenze stesse”. FORTE AZIONE SINDACALE DI CONFAGRICOLTURA PIEMONTE Decisa è stata, nei giorni antecedenti il 1° luglio, la presa di posizione della Confagricoltura regionale che tramite la sezione della Vitivinicoltura ha espresso fortissime preoccupazioni e dubbi in ordine alle tempistiche e alle problematiche connesse all’entrata in vigore dell’obbligo di tenuta dematerializzata. In una lettera inviata

alla Confederazione nazionale a firma di Gianluca Demaria, neopresidente regionale di sezione, è stato messo in luce come pur apprezzando la disponibilità manifestata dall’ICQRF in un recente incontro con i rappresentanti delle organizzazioni e delle associazioni della filiera vitivinicola, sono state espresse forti riserve sulla scelta di non voler estendere la proroga del periodo di accompagnamento, né di prevedere un cosiddetto ‘doppio binario’ (registro telematico e registro cartaceo/registro aziendale/ documentazione giustificativa). “La sezione ha chiesto alla Confederazione nazionale di attivarsi anche nel chiedere al Ministero un’ulteriore proroga tecnica dei termini – afferma Gianluca Demaria -, che non è avvenuta, ma che sarebbe stata fondamentale per correggere le numerose criticità legate all’entrata in vigore del provvedimento; avrebbe offerto, inoltre, la possibilità a

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L'Olanda cancella il nome Langhe

opo la Romania, anche l’Olanda ha cancellato la denominazione Tonda Gentile delle Langhe dal suo registro delle varietà vegetali. La definizione, che era stata introdotta dal Ministero delle Politiche Agricole per definire la pianta del nocciolo, ha creato un paradosso: la dicitura “delle Langhe” può contraddistinguere, in modo ingannevole, le produzioni di qualunque zona, tranne che quelle del Piemonte dove il termine “Langhe” è escluso dal disciplinare Igp. Anni fa, infatti, i produttori langaroli dovettero rinunciare alla denominazione “Langhe” per uniformarsi ai regolamenti europei a favore dell’Igp “nocciola Piemonte”. “La decisione dell’Olanda, che ha mantenuto le promesse, è senz’altro una vittoria - dice Aldo Gavuzzo, presidente della sezione Frutta in guscio di Confagricoltura Cuneo -, ma è solo l’inizio di un percorso molto difficile per il raggiungimento della cancellazione del sinonimo ‘delle Langhe’ dal registro varietale”. L’obiettivo di Confagricoltura, che fa anche parte del Comitato scientifico costituito per far fronte al problema a S.Stefano

ALDO GAVUZZO: "BENE, MA È SOLO L'INIZIO DI UN PERCORSO DIFFICILE. CONFIDIAMO NEL RICORSO AL TAR" di Erica Giraudo

Belbo, all’interno dell’Osservatorio sulla Proprietà industriale e intellettuale nel settore vitivinicolo e delle tecnologie eno-alimentari, è difendere il prodotto simbolo della storia e dell’identità delle Langhe da una situazione ambigua e dannosa per produttori e consumatori. Il Comitato scientifico sulla nocciola ha anche iniziato un lavoro di studio per trovare soluzioni al problema e per tutelare e valorizzare una delle eccellenze gastronomiche fondamentali per l’economia del territorio. A dicembre il Ministero aveva eliminato la dicitura “delle Langhe” dai

cartellini delle piante in vendita, ma aveva deciso di mantenerla nel registro. Nei mesi scorsi era stato depositato, a firma di 100 Comuni piemontesi, un ricorso al Tar del Lazio per bloccare la scelta.“Con il Consorzio Igp – aggiunge Gavuzzo -, stiamo lavorando, mediante il ricorso al Tar, per dare ai nostri corilicoltori piemontesi la possibilità di utilizzare un marchio che non li penalizzi. I segnali sembrano positivi. Ci auguriamo che le nostre azioni vengano condivise e sostenute dai nostri rappresentanti di Governo. Questa potrebbe, infatti, essere l’arma vincente”.

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Zootecnia

Carne avicola buona e sicura PRESENTATO A CUNEO IL C.A.FI. CONSORZIO DI FILIERA AVICOLA PIEMONTESE di Monica Arnaudo

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iamo qui per sottolineare la qualità dei nostri allevamenti e per contrastare i casi di disinformazione che spettacolarizzano episodi negativi, danneggiando l’intero comparto”. Così Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo ha introdotto, venerdì 16 giugno, nel Salone d’Onore della Camera di Commercio, l’incontro “C.A.F.I.: una risorsa per i pollicoltori, un’opportunità per i consumatori”. Il convegno, organizzato dall’Unione Agricoltori e dalla Ora Agricola di Cherasco, è stato l’occasione per analizzare i numeri della filiera avicola piemontese e presentare il Consorzio della filiera avicola piemontese. CONSORZIO DELLA FILIERA AVICOLA PIEMONTESE “Il nostro lavoro è cominciato nel 2001 con la creazione del ConsAlPi, che già allora tutelava e valorizzava i tratti distintivi dell’allevamento avicolo piemontese – ha raccontato Oreste Massimino, presidente provinciale, regionale e nazionale della sezione avicola di Confagricoltura e vicepresidente del C.A.F.I. -. Il C.A.F.I. continua ora su quella strada andando a certificare tutte le fasi della filiera, per garantire ai consumatori un prodotto sicuro, oltre che buono. Le buone pratiche di allevamento sono diventate

MARIA CARAMELLI

In Italia prodotti controllati A sottolineare l’importanza che la salute, il benessere degli animali e la sicurezza alimentare rivestono per la qualità e la reputazione del prodotto sul mercato è stata Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. “Con il nostro lavoro tuteliamo non solo i consumatori, ma anche il valore dela produzione – ha spiegato -. Sappiamo bene che niente viene venduto se non viene percepito come sicuro e in questo campo l’Istituto Zooprofilattico ha la funzione di sostenere il produttore e di operare a difesa del consumatore. Il nostro paese è il più sicuro al mondo dal punto di vista della sicurezza, l’Italia fa infatti da sola più controlli di tutti gli altri Paesi europei messi insieme e quando effettua queste verifiche come risultato ha percentuali di positività a sostanze indesiderate e di contaminanti chimici più basse degli altri paesi, siamo sullo 0,3%, nettamente sotto la media europea. Abbiamo un valore preziosissimo, dobbiamo essere consapevoli ed agire di conseguenza. Dobbiamo informare maggiormente sulla sicurezza dei nostri alimenti e della nostra filiera, perchè le continue allerte creano disagio sociale e disaffezioni nei confronti di alcuni comparti alimentari". Si è posto l'accento anche sulla necessità di una maggiore sinergia tra ricerca e mondo produttivo. "L'Italia tradizionalmente ha sempre avuto un grande distacco tra chi studia e produce - ha sottolineato -. La ricerca deve essere immediatamente fruibile e deve avere ricadute sul territorio".

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La presentazione del Consorzio della filiera avicola piemontese

le nostre linee guida, la bio-sicurezza, il controllo rigoroso dei farmaci, la corretta alimentazione e la professionalità degli allevatori sono i punti cardine della nostra attività”. Fondamentali per lo sviluppo del settore sono però anche le continue migliorie strutturali, genetiche e nelle pratiche di allevamento. “Tutte queste misure hanno fatto sì che si producano animali sempre più sani e più performanti” ha concluso Massimino. Sulla tematica del miglioramenti genetici si è concentrato anche l'intervento di Claudio Ambrogio, amministratore delegato Aviagen Italia (vedi box sotto). Il Consorzio raggruppa oggi 95 allevamenti avicoli e coinvolge circa 700 lavoratori per una produzione, nel 2016, che ha superato i 15 milioni di polli. Il fatturato globale è di circa 130 milioni di euro. A sottolineare la cura del lavoro svolto quotidianamente per aggregare sempre di più la produzione, a garanzia delle proprietà indiscusse delle carni avicole piemontesi sono stati Gian Carlo Simondi e Roberto Borgogno, rispettivamente presidente e vice presidente del C.A.F.I. “La produzione aggregata permette di creare un rapporto di qualità, è un valore aggiunto al servizio del consumatore finale”, ha ribadito Gian Carlo Simoni. SICUREZZA DELLA FILIERA Si è parlato anche di sicurezza della filiera, a tutela dei consumatori e del valore della produzione, con gli interventi di Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (vedi box a lato) e della dottoressa Daniela Marchis. A chiudere l’incontro è stato l’onorevole Mino Taricco. “Il tema della reputazione dei nostri prodotti è sempre più centrale e l’Italia, molto più di altri, ha scelto di investire in trasparenza delle filiere. La decisione di puntare sulla qualità, oggi si dimostra vincente, così come lo sarà sempre di più quella di considerare in modo adeguato il tema del benessere animale”.

CLAUDIO AMBROGIO

I progressi della genetica Claudio Ambrogio, amministratore delegato Aviagen Italia: "Il ruolo della selezione genetica è cercare di utilizzare meno risorse per ottenere più benefici. Nel 2014 abbiamo prodotto 23 miliardi di kg di prodotto, nello stesso anno abbiamo allevato 8 miliardi e mezzo di polli in tutto il mondo. Se nel 2014 avessimo usato le varietà di polli che esistevano nel 1950, quando l'industria avicola è nata, avremmo dovuto utilizzare 16 miliardi e mezzo di animali. Insomma, per produrre la stessa quantità di carne, non solo avremmo dovuto usare il doppio degli animali, ma anche utilizzare 40 milioni di tonnellate di mangime in più".


Latte

Il mercato non premia la qualità SECONDO CONFAGRICOLTURA LA BUONA RICHIESTA DI MATERIA PRIMA DOVREBBE ESSERE L'OCCASIONE PER RIORGANIZZARE LA FILIERA. MA BISOGNA ESSERE IN DUE

domanda e soprattutto approfittare dell’occasione per cercare di riorganizzare la base produttiva e gli accordi di filiera, per fare in modo di non soggiacere a futuri isterismi di mercato. L'interesse a mantenere in equilibrio il comparto deve essere di tutti, responsabilmente; ogni attore della filiera deve farsene carico, per assicurare un futuro di solidità e serenità agli operatori al mercato. “Oggi il mercato continua però a non premiare chi produce con qualità – evidenzia Confagricoltura Cuneo -. Questo per dire che gli allevatori che producono latte con una percentuale di grasso più alta dovrebbero essere valorizzati, ma ciò, come da troppo tempo sottolineiamo, non accade”.

di Gilberto Manfrin

C’

è un grande interesse sul mercato del latte dopo mesi di fiacca. La domanda è tonica e il prezzo è in tensione, “merito” del calo di produzione a livello internazionale e dell’impennata, in particolare, della domanda di burro. Occorre approfittare dell’occasione per riorganizzare produzione e filiera, ma come spesso accade per fare ciò bisogna essere in due. Ma come mai questa impennata nella richiesta delle materie grasse a base di latte, in particolare del burro? Banalmente, semplificando, le campagne contro l'impiego di olio di palma hanno prodotto l'aumento della richiesta di burro - e di conseguenza il rialzo dei prezzi - trascinando al rialzo anche il prezzo del latte. Oggi le industrie dolciarie faticano a trovare burro sul mercato e le scorte sono praticamente azzerate. Una situazione che dovrebbe dir bene agli agricoltori, invece…Se l’aumento del prezzo del latte è positivo, occorre però tenere sotto controllo l'evoluzione della

L AT T E V E G E TA L E

L'Ue: "No ai nomi che ingannano" La Corte di giustizia dell'Unione Europea ha sancito che non si può usare il termine “latte” per la bevanda derivata dalla soia o da qualsiasi cosa che non sia un animale che dà latte. Le denominazioni ingannevoli non potranno più essere legittimamente impiegate per designare un prodotto puramente vegetale perché la denominazione «latte», come del resto sarebbe giusto, è riferibile unicamente a quella di origine animale, a meno che il prodotto non figuri nell’elenco delle eccezioni, circostanza che non ricorre ad esempio nel caso né della soia né del tofu”. “Sugli scaffali niente più latte di soia, caciotta di tofu o yogurt vegetale. “La sentenza della Corte di Giustizia europea - sottolinea la Confagricoltura - è un primo importante passo sulla strada della trasparenza, nell’interesse dei produttori e dei consumatori”.

Mercato tonico e prezzo in tensione sul fronte latte

Da 'Piemunto' nessun guadagno IL PROGETTO VOLUTO DALLA REGIONE PER PROMUOVERE IL LATTE PIEMONTESE APPAGA LA GDO, NON I PRODUTTORI. DEGIOVANNI: "SAREMMO SODDISFATTI SE IL PREZZO SALISSE"

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prodotti realizzati con latte piemontese e venduti dalla grande distribuzione organizzata in scaffali dedicati e marchiati “Piemunto” sbarcano anche in Lombardia. Ma, dato per assodato che gli agricoltori sono contenti se le vendite aumentano (sembra infatti che l'iniziativa stia diventando interessante per chi vende latte e derivati di origine piemontese), la domanda è però questa: che cosa ci hanno guadagnato finora i produttori stessi da questa operazione? Facile: zero. “Nel leggere del successo che il marchio Piemunto ha registrato, saremmo molto più soddisfatti se il prezzo del latte alla

stalla potesse beneficiare della stessa sorte e magari raggiungere i livelli lombardi - afferma tra il serio e il faceto Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Latte di Confagricoltura Cuneo -. Se i consumatori chiedono trasparenza e premiano i prodotti locali e di qualità, i benefici andrebbero distribuiti nell’ambito di tutta la filiera, a partire da chi il latte lo produce. La difesa dei produttori di latte rientra in un piano più ampio della Regione in difesa e rilancio del produttori piemontesi, ma sarebbe anche giunto il momento di poter raccogliere qualcosa da tutto questo”.

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Confagricoltura news A SALUZZO E CUNEO

Raduno Ana e Fiera del Marrone Lo stand di Confagricoltura Cuneo alla Grande Fiera d'Estate

GFE: vetrina per Confagricoltura NEL SUO STAND L'UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI HA PROMOSSO AZIENDE ASSOCIATE E SERVIZI di Monica Arnaudo

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al 10 al 18 giugno la Confagricoltura di Cuneo ha partecipato con uno stand istituzionale alla Grande Fiera d'Estate di Cuneo. Gli operatori dell’Unione Provinciale Agricoltori hanno fornito ai visitatori informazioni sui principali servizi svolti dall'organizzazione nelle varie sedi dislocate sul territorio provinciale e, in particolare, hanno offerto assistenza gratuita in materia previdenziale e fiscale, tramite gli addetti del Patronato Enapa e del Caf Confagricoltura. "Eventi come questo ci permettono di far cono-

Finora non ha incontrato l’uomo della sua vita. Ha un ottimo impiego, casa propria, attraente, 36enne, sportiva, gioca a calcio, lunghi capelli castani, occhi azzurri, molto femminile. Il suo sogno è sempre stato quello d’incontrare un uomo serio, affidabile con cui formare famiglia. Telefonare solo se intenzionati a matrimonio o convivenza.

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scere i servizi alla persona che offriamo in tutto il territorio e che non sempre sono conosciuti al grande pubblico" commenta soddisfatto Adriano Rosso, direttore di Confagricoltura zona di Cuneo. "Oltre a promuovere i servizi forniti dall'associazione, all'interno dello stand abbiamo dato spazio alle tante eccellenze agricole del Cuneese, accompagnando i visitatori in un percorso alla scoperta dei prodotti della nostra terra - spiegano da Confagricoltura Cuneo. Per le nostre aziende è stata un'incredibile opportunità per promuovere

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i loro prodotti e le proprie attività. Considerata la grande affluenza alla Fiera e il gran numero di persone che si sono fermate a chiederci informazioni o notizie, è stata sicuramente un'ottima vetrina promozionale per tutti i nostri associati". Ai visitatori è stato anche fornito materiale pubblicitario e un dépliant con sconti e promozioni sui vari servizi offerti dalle aziende che hanno aderito all’iniziativa.

L'addio a Filante

Ama le cose semplici, come cucinare e coltivare l’orto, 52enne, sola da tempo, dolce e premurosa, vive sola, in campagna. Sarebbe anche disponibile a trasferirsi. Ha un bell’aspetto, snella, bionda, occhi azzurri. Incontrerebbe uomo italiano, beneducato, con cui trascorrere il resto della vita. Massima serietà.

Imprenditore, nel tempo libero insegna equitazione a bambini con handicap. È un uomo generoso, affascinante che vive la vita e l’amore con passione. Classe 1971, fisico atletico, alto, bruno, occhi grigi, single e stanco di donne poco affidabili, cerca una compagna per vivere un rapporto emozionante e duraturo.

L'attività promozionale di Confagricoltura Cuneo continua con la partecipazione ad altri eventi in programma nei prossimi mesi. All’inizio di ottobre, dal 6 all'8, sarà presente al 20° Raduno del 1° Raggruppamento Ana a Saluzzo, mentre dal 13-15 ottobre parteciperà alla Fiera del Marrone di Cuneo. Sia a Saluzzo che a Cuneo, l'associazione offrirà ai propri soci che intendono prendere parte alle manifestazioni delle tariffe vantaggiose rispetto all'acquisto di spazi effettuato privatamente. Le aziende interessate possono contattare gli uffici dell'Unione Agricoltori telefonicamente allo 0171692143 (int. 5) o via e-mail all’indirizzo f.dalmasso@confagricuneo.it.

Giovanni Filante

È

EX SINDACO DI COSSANO, RICEVETTE L'ARATRO D'ORO DELLA CONFAGRICOLTURA

scomparso lo scorso 24 giugno, all'età di 88 anni, l'ex sindaco di Cossano Belbo, Giovanni Filante. Fondatore della Cantina Terrenostre e delle Carni Valle Belbo e sindaco di Cossano Belbo dal 1979 al 1999, Filante aveva saputo gestire al meglio l'economia agricola della zona e si era prodigato per promuovere importanti iniziative atte alla valorizzazione delle produzioni locali di qualità. Da sempre associato a Confagricoltura Cuneo, alcuni anni fa aveva ricevuto l'Aratro d'Oro, il massimo riconoscimento dell'organizzazione agricola. Tutta Confagricoltura Cuneo, nello stringersi alla famiglia, esprime il proprio profondo cordoglio per la scomparsa di Giovanni.


Energia e parcheggi TANTE CONDIZIONI FAVOREVOLI PER I SOCI E I LORO FAMILIARI E DIPENDENTI

LE CONVENZIONI del mese di Luglio

di Ilaria Blangetti

C

onfagricoltura Cuneo, per offrire sempre più servizi ai propri associati, ha stipulato alcune interessanti convenzioni per permettere agli iscritti, ma anche ai loro familiari e dipendenti, di ottenere sconti e agevolazioni in diversi settori. L’elenco aggiornato si può consultare sul sito www.confagricolturacuneo.it, nella sezione Convenzioni.

STUDIO LEGALE BRACCO

La Confagricoltura di Cuneo ha stipulato una convenzione con lo Studio Legale Bracco di Mondovì. Aziende associate, dipendenti e familiari, presentando la tessera associativa, potranno usufruire di un primo consulto gratuito e di uno sconto del 15%, da praticarsi sui consulti successivi e/o sull’eventuale attività giudiziaria.

EGEA

Confagricoltura Cuneo ha stipulato una convenzione con Egea, operatore del mercato libero dell'energia e fornitore di energia elettrica e gas naturale. Per gli associati sono previste tariffe vantaggiose sulla fornitura di luce e gas (prezzo fisso, senza previsioni di rincari). Per informazioni si può contattare lo Sportello Egea di Mondovì al numero 0174/1922872.

QC TERME

Soci e dipendenti della Confagricoltura potranno usufruire di riduzioni presso QC Terme (rete di centri benessere e termali): – sconto 10% sull’ingresso a percorsi benessere (lunedì-venerdì); – sconto 10% sull’acquisto di prodotti della linea cosmesi termale; – sconto 10% sul prezzo in trattamento B&B presso le strutture convenzionate (esclusi i venerdì e sabato notte, ponti e festività). Maggiori dettagli su www.qcterme.com.

BIPARKING CASELLE

A dipendenti e soci Confagricoltura Cuneo è riservato uno sconto del 10% al parcheggio custodito dell’aeroporto di Torino Caselle con 600 posti auto. Lo sconto è su tariffe del parcheggio consultabili su www.biparking.it. Per fruire della convenzione occorre esibire la tessera associativa all’accettazione della vettura.

CONVEGNO A GRINZANE

Le nocciole fanno bene Una delegazione di produttori Confagricoltura Cuneo ha preso parte sabato 27 maggio a Grinzane Cavour al convegno "Nocciole: qualità, gusto e salute" organizzato dall’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, storico riferimento dell’enogastronomia del territorio. Durante la mattinata, oltre a sottolineare l’importanza del settore corilicolo e della nocciola in provincia di Cuneo, sono stati approfonditi gli aspetti salutistici del frutto, in collaborazione con il Policlinico di Monza e l’Università di Pavia.

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L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2017

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Il tecnico in frutteto

Ciliegio, tecniche di coltivazione

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DAL 2011, CON L'INSORGERE DELLA BATTERIOSI DEL KIWI, È AUMENTATO L'INTERESSE PER QUESTA PRODUZIONE

C

ome era prevedibile, la batteriosi dell’actinidia (Psa) che a partire dal 2011 ha costretto, solo in Piemonte, all’estirpo di oltre 1300 ettari, ha determinato un significativo mutamento del panorama produttivo regionale. Una percentuale consistente di questo rinnovamento è andata a favore del melo (almeno 900 ha), mentre la restante parte la si è giocata fra alcune nuove proposte per citare le più innovative: Actinidia arguta, uva da tavola e, in particolare, il ciliegio. L’interesse verso il ciliegio è stato tale che ad oggi si possano già contare in Piemonte 280 ha. Nella fase del post-kiwi alcune aziende hanno pensato di prendere in considerazione questa coltura come produzione intensiva, investendo uno o più ettari. Ecco che in tale ottica questo nuovo orientamento richiede però alcune riflessioni preliminari, in quanto scelte errate, assunte cioè senza adeguate conoscenze, possono condurre all’insuccesso dell’investimento. Per questa ragione, il gruppo tecnico del coordinamento Agrion che comprende oltre 30 tecnici, ha attivato un approfondimento di tutte le tematiche che ruotano attorno alla specie ciliegio attraverso la valutazione di alcuni fra i più significativi impianti di ciliegio della zona al fine di ricavare indicazioni utili a coloro che intendono intraprendere questa coltivazione. SCELTA VARIETALE Il calendario di maturazione inizia qualche giorno prima della storica Burlat (inizio giugno) che rimane la varietà di riferimento soltanto per le epoche di maturazione e si chiude circa 40 giorni dopo. La maggior criticità della specie è rappresentata dalla elevata sensibilità di alcune cultivar al cracking dei frutti causato da precipitazioni in prossimità della raccolta. La maggior parte delle varietà a maturazione precoce presentano questi problemi pertanto se ne consiglia la coltivazione soltanto in impianti dotati di protezione attiva mediante teli plastici. Negli areali piemontesi le condizioni climatiche in epoca precoce (fine

maggio/inizio giugno) sono spesso difficili e occorre valutare bene la eventuale quota di varietà a maturazione precoce. Si consiglia nella fase di progettazione di un nuovo impianto di scegliere bene la percentuale e le varietà da utilizzare come impollinatori. Questo per garantire soprattutto nelle annate climaticamente difficili una adeguata impollinazione. Di seguito una breve descrizione delle cultivar di riferimento, che hanno dimostrato in pieno campo una soddisfacente adattabilità all’areale piemontese e più recenti già avviate alla sperimentazione estesa. Early Star® Panaro 2, albero di elevata vigoria che ben si adatta a portinnesti deboli.

Grace Star* 2 Autofertile, l’albero è poco vigoroso e richiede adeguato portinnesto. Ottimo il sapore. Buona l’omogeneità dei frutti, ben distribuiti. Ferrovia, cultivar di riferimento ad ampia adattabilità ambientale risulta un ottimo impollinatore per gran parte delle cultivar della lista. La produttività è media. Ottime le caratteristiche dei frutti per aspetto, pezzatura, consistenza della polpa e sapore. Regina, molto diffusa in Piemonte. L’albero è vigoroso, regolarmente produttivo. I frutti sono poco sensibili al cracking. Si adatta bene agli areali alpini con frutti di grossa pezzatura e di buon sapore.

3

1

Folfer* 1 , interessante la produzione dal pieno campo che ha evidenziato una buona produttività e una soddisfacente tenuta in pianta dei frutti. Giorgia, cultivar ad ampia adattabilità ambientale rimane un riferimento per le elevate rese produttive e le buone caratteristiche organolettiche. Mariant* Giant Red®, è una delle varietà di riferimento per il Piemonte. L’albero è vigoroso con precoce entrata in produzione. Kordia Attika®, una delle più diffuse in Piemonte grazie alla buona adattabilità e alla bassa sensibilità al cracking. L’albero è vigoroso con portamento espanso, regolarmente produttivo e di facile gestione. Ferrovia, cultivar di riferimento ad ampia adattabilità ambientale risulta un ottimo impollinatore per gran parte delle cultivar della lista. La produttività è media. Ottime le caratteristiche dei frutti per aspetto, pezzatura, consistenza della polpa e sapore.

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Fertard* 3 , la più tardiva della lista matura qualche giorno dopo Regina. L’albero è vigoroso con buona produttività. La polpa è molto soda, croccante e di buon sapore. PORTINNESTI CONSIGLIATI Nella fase di progettazione di un ceraseto il controllo della vigoria delle piante è il parametro più importante da cui dipende il successo e la durata dell’impianto. Le variabili sono le solite: tipologia di terreno e vigoria intrinseca delle differenti cultivar, piante che si bloccano dopo i primi anni d’impianto e non riescono a garantire adeguate pezzature dei frutti. Si stanno diffondendo nuove tecniche di gestione del ceraseto con particolari tecniche di potatura che prevedono alte densità di impianto con distanze tra le piante sempre più ridotte. Va ricordato che al momento l’impiego di prodotti fitoregolatori ad azione brachizzante (paclobutrazolo) su ciliegio è vietato. La reale affidabilità di queste tecniche è ancora in corso di verifica e vanno attentamente valutate in funzione della tipologia


di terreno e della cultivar. I portinnesti che hanno dimostrato nell’areale piemontese una buona adattabilità sono: Portinnesti consigliati

Vigore

Gisela® 5

+

Gisela® 6

++

MaxMa Delbard®14 Brokforest

+++

Colt

++++

ADOZIONE DI RETI PROTETTIVE ANTIPIOGGIA E ANTINSETTO Nel caso si scelgano varietà notoriamente più sensibili al cracking la rete antipioggia è praticamente una scelta obbligata. Infatti, anche pochi mm di pioggia in prossimità della completa maturazione dei frutti possono compromettere buona parte del raccolto. Ovviamente, l’impianto di sostegno dovrà essere progettato ad hoc in quanto le sollecitazioni, in particolar modo dovute all’azione del vento, richiedono una palificazione adeguata con relativi tiranti laterali. Diversamente, le varietà meno sensibili alle spaccature, come nel caso di Kordia e Regina, è possibile produrre senza l’adozione del telo antipioggia come si è potuto constatare in qualche ceraseto con esperienza ormai pluriennale. Insetti alieni, quali Drosophila e Cimice, stanno colonizzando i nostri territori e il controllo con metodi tradizionali (trat-

Frutteti di ciliegio protetti da reti antigrandine

tamenti chimici) non garantisce risultati soddisfacenti. Nel caso del ciliegio è la Drosophila a preoccupare maggiormente e per contrastarla serve una rete a maglia fine (1.4 x 1.7 mm) il cui costo è maggiore ed inoltre la struttura di sostegno va adeguatamente progettata. Contro la Drosophila è necessario una chiusura praticamente completa e continua nel tempo pertanto il monoparcellare risulta l’opzione più consigliata. ANALISI ECONOMICA Per quanto riguarda il costo di produzione si va da 1.80 €/kg a 2 €/kg a seconda della produttività/ha, della resa di raccolta (il 2017 non è stato così favorevole) e dall’entità dell’investimento iniziale con o senza reti protettive. Il peso della manodopera alla raccolta ha un’incidenza del 50%. Per le produzioni si parte da 70 q/ha

Frutta, prime indicazioni IL CALDO DI GIUGNO HA FAVORITO LA QUALITÀ, MA HA DETERMINATO ANCHE UN ANTICIPO DELLE RACCOLTE

"L

e campagne di raccolta nei frutteti della provincia di Cuneo sono iniziate, accompagnate da un clima secco e caldo che ha permesso di avere, nella maggior parte degli areali, prodotti di una qualità ottimale – dichiara Alberto Giordano, presidente provinciale e regionale della sezione Ortofrutticola di Confagricoltura –. La stagione, proprio per questioni climatiche, è tuttavia iniziata con anticipo in tutta Europa e sul mercato è mancata la scalarità, con sovrapposizioni e surplus di prodotto, che hanno per il momento determinato quotazioni ben lontane da un’adeguata remunerazione per i produttori”. Entrando nel merito delle singole colture, invece, per quanto riguarda le fragole unifere la raccolta è praticamente conclusa

sino ad arrivare agli impianti più produttivi a 130 q/ha (media calcolata in 10 anni di produzione), mentre, per la resa alla raccolta è di circa 10 – 12 kg/ora/uomo. Nel caso di un impianto con reti protettive l’investimento iniziale aumenta per arrivare a 90.000 €/ha tutto compreso. La quota di ammortamento annua sarà più rilevante. Estratto da newsletter

Per informazioni contattare i tecnici di Confagricoltura: 366-5612314 (Davide Risso) 342-1422203 (Nicolas Anghilante) 346-0809796 (Simone Monge)

con prodotti di ottima qualità, salvo i casi in cui l’ondata di gelo di fine aprile ha praticamente compromesso il raccolto. Le temperature elevate hanno anticipato le operazioni in media di 5/6 giorni e favorito l’assenza di patologie funginee. Un quadro simile si ha con i mirtilli, per i quali i danni da gelo sono stati più contenuti rispetto a quanto temessimo in un primo tempo e la cui qualità, specie della varietà Duke, si presenta ottimale accompagnata da pochi problemi sanitari e una pezzatura buona. Stanno entrando in piena produzione gli impianti più giovani e questo fattore, sommato alla mancanza di scalarità della raccolta per via del caldo di queste settimane, determina la presenza di una buona quantità di prodotto pronto ad essere immesso sul mercato. Passando poi alle albicocche, le raccolte stanno procedendo bene con frutti di elevata qualità e quantitativi nella norma, nelle zone chiaramente non interessate dalla gelata tardiva di fine aprile che ha colpito a macchia di leopardo. L’elevato caldo dell’ultimo periodo ha anticipato la raccolta di qualche giorno, con le nostre albicocche che devono fare i conti con il grande quantitativo di prodotto, soprattutto spagnolo, presente sul mercato e conseguenti ripercussioni sul prezzo. Lo stesso si può dire delle ciliegie, che come qualità (calibro e colore) e sanità fitoiatrica, registrano standard elevati in quasi tutti gli appezzamenti, ma scontano quotazioni al di sotto della media degli ultimi anni. L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2017

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Il mercatino dell'agricoltore

Richiesta di pubblicazione annuncio GRATUITO

Tagliando da ritagliare e inviare via fax allo 0171.698629, spedire in busta chiusa a: Autorivari, c.so IV Novembre, 8 - 12100 - CN o inviare una e-mail a: upa@autorivari.com Il sottoscritto ....................................................................................... residente a ................................................................................................................................. in via ............................................................................ Tel. / Cell. ................................................. Tessera Confagricoltura Cuneo n° ................................................. Chiede che venga pubblicata gratuitamente la seguente inserzione: ...................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................ ................................................. Il sottoscritto si impegna altresì ad informare la redazione del giornale qualora l’inserzione sia stata soddisfatta. Il sottoscritto autorizza infine il trattamento dei propri dati personali secondo quanto disposto dalla legge 196/2003.

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VENDO Traversine di testera per kiwi e traverse per kiwi 8x8 Tel.338/8041602 Macchina con patentino funzionabile, marca Ligier Tel. 328/844277 Per cessata attività trattore Case 4220, apri fossi, rimorchio collaudato, erpice a dischi e spandiconcime Borello Tel. 0172/377202 Azienda corilicola situata tra Asti e San Damiano. L’azienda comprende venti giornate di nocciole di 11 anni in un unico appezzamento, tutte le attrezzature per la conduzione, 280 mq di coperto per deposito, lavorazione e stoccaggio del prodotto e 500 mq di abitazione, classe energetica G (245,9). Esiste inoltre un lago di 2000 mq che alimenta un impianto di subirrigazione Tel. 348/9285192 Numero 2 copertoni trattore 7,50-18 Kleber Tel. 320/4664830 Aratro bivomere moro con fuori solco, pressa foraggio 1200 lerda, gira fieno a 4 rotanti, aratro antico con stiva del 1900 Tel. 0171/918849 Falciatrice Bertolini 4 ruote fisse, idraulica con scatola guida Tel. 0171/905153

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