POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVI - N. 05•2018 - LUGLIO 2018 - CONTIENE I.P.
N. 05 • 2018 U N I O N E
P R O V I N C I A L E
Il CETA favorisce l'export agricolo
A G R I C O L T O R I
I voucher servono al più presto
Selvatici, va rivista la legge nazionale
Risolvi le problematiche legate al terreno
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Sommario
Continuità e impegno per crescere ancora Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo
L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica: Autorivari studio associato
“Q
ualche numero rende meglio di tante parole l'andamento della Confagricoltura in provincia di Cuneo nell'ultimo anno. Al contrario del trend registrato dal settore, che vede in flessione anche nella Granda il numero di aziende agricole, abbiamo avuto una crescita di nuovi associati pari al 3%, per un volume di attività in aumento del 15%. Complessivamente oggi la Confagricoltura provinciale conta
oltre 3.700 associati e 3.000 iscritti al sindacato pensionati ANPA, dato quest’ultimo che testimonia il solido legame che unisce gli aderenti alla nostra associazione. Nelle nostre 5 sedi di zona a nei 19 uffici di recapito sul territorio lavorano con impegno 80 persone, tra dipendenti e collaboratori, di età media intorno ai 30 anni per una struttura sempre più dinamica e attenta alle evoluzioni del settore agricolo. Questo e molto altro ancora
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è ciò che il Consiglio direttivo, rinnovato ad Entracque, è chiamato a rappresentare. Il prossimo triennio sarà nel segno della continuità, per dare seguito, come previsto dal nostro statuto, alle molte iniziative intraprese in questi anni e consentire, così, alla Confagricoltura cuneese di continuare rafforzare il suo ruolo, a primaria tutela degli interessi delle aziende agricole che operano su questo territorio.
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ASSEMBLEA 2018
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Dibattito, festa e partecipazione
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PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE
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Il buon senso dei politici della Granda
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PSR: "Si faccia scorrere la graduatoria"
I cinque "Aratri d'oro" 2018
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A TUTTO CAMPO
Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 11/07/2018
Mario Viazzi è l'Orgoglio Agricolo
INSERTO TECNICO
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ZOOTECNIA
ACCORDO UE-CANADA Il Ceta favorisce l'export agricolo
Biologico: il nuovo regolamento Ue
I-IV
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LAVORO & AGRICOLTURA
Taglio coda suini, arriva la check list
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VITIVINICOLTURA Asti, i dati del Consorzio
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Nuovi vigneti: boom di richieste
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Voucher, sono utili e servono presto
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Poste Italiane S.p.a.
Cosa prevede il rinnovato CCNL
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Spedizione in abbonamento
Come dare lavoro ai "migranti"
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postale - D.L. 353/2003
FAUNA SELVATICA
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
Legge nazionale da rivedere subito
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LE NOSTRE AZIENDE
art. 1, comma 1, NO-CN
Nuova legge in Piemonte, tutte le novità
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Prelibatezze tra vigneti di Moscato
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Iscrizione al Tribunale
Lupo, le misure di difesa attuali non bastano
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IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE
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CONFAGRICOLTURA NEWS Diventare una fattoria didattica
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ANGA, qui nasce il futuro
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di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2018
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Sopra: la platea di soci e istituzioni accorsi all'assemblea annuale di Confagricoltura Cuneo. A destra: il direttore Abellonio e il presidente Allasia
Dibattito, festa e partecipazione A ENTRACQUE L'ASSEMBLEA DEI SOCI DI CONFAGRICOLTURA CUNEO HA RINNOVATO IL CONSIGLIO DIRETTIVO di Paolo Ragazzo
E
nrico Allasia è stato confermato presidente della Confagricoltura di Cuneo. Il Consiglio ha rinnovato la sua nomina per il prossimo triennio al termine dell’assemblea dei soci che si è svolta venerdì 6 luglio al Real Park di Entracque. Enrico Allasia, 48 anni, perito agrario, conduce insieme al fratello e ai cugini l’azienda “Allasia Plant”, impresa vivaistica forestale di riferimento a livello nazionale, con sede
a Cavallermaggiore. Dal 2017 è presidente di Confagricoltura Piemonte. “Desidero anzitutto ringraziare il Consiglio per la fiducia accordatami: è per me un onore continuare a rappresentare la Confagricoltura provinciale – ha dichiarato Enrico Allasia –. Nell’ultimo triennio siamo cresciuti in aziende associate e personale. La struttura è solida, ma le sfide non sono facili da affrontare. L’agricoltura è cambiata
Sopra: il dibattito con i parlamentari Bergesio, Gastaldi, Perosino e Taricco. Sotto: il pranzo sociale
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molto in questi anni, è un settore sempre più dinamico. Le aziende sono diminuite sia a livello regionale sia nel Cuneese, ma chi rimane aumenta la superficie aziendale. Oggi chi conduce un’azienda normalmente ha il 50% dei terreni in affitto. Sono in crisi alcune colture tradizionali, ma stiamo diversificando su filiere considerate minori che spesso comportano lavorazioni che richiedono moltissima manodopera concentrata in pochissimo tempo. Per questo, come Confagricoltura, chiediamo al Governo e ai politici una maggiore attenzione verso contratti che siano maggiormente rispondenti alle caratteristiche del lavoro in agricoltura e alle reali esigenze delle aziende. I dati, inoltre, ci dicono che il 32% della produzione italiana oggi viene esportata. Gli accordi bilaterali in cui abbiamo sempre creduto, faccio riferimento al CETA ad esempio, ci danno la possibilità, con le opportune regole rispettate da ambo le parti, di poter crescere sui mercati internazionali. Sul grave problema dei danni da fauna selvatica, infine, oltre alla necessaria revisione della legge nazionale n. 157 del 1992, mi preme sottolineare che il semplice riconoscimento del danno subito non è sufficiente perché non considera adeguatamente il lavoro e gli investimenti fatti dalle aziende". All'assemblea era presente anche Luca Brondelli, presidente di Confagricoltura Alessandria e membro della giunta nazionale di Confagricoltura, che ha portato i saluti del presidente Massimilino Giansanti. "La nostra associazione ha iniziato con il nuovo Governo un rapporto assai proficuo, facendogli presente le esigenze più urgenti del settore - ha sottolineato -. È da più di 40 anni, ad esempio, che non viene fatto in Italia un Piano Verde di in-
Assemblea 2018
vestimenti in agricoltura, auspico che sia la volta buona, così come per semplificare il settore. Ritardi e complessità burocratiche, infatti, pongono molte nostre aziende in svantaggio rispetto a colleghi di altri
paesi europei. Altro tema su cui insistiamo è l'innovazione; aspetto fondamentale per avere un'agricoltura più sostenibile e competitiva sui mercati". Dopo la lettura dei nuovi componenti del Consiglio direttivo (tutti i volti e ruoli nella tabella sotto) e gli interventi del presidente Enrico Allasia e del direttore provinciale, Roberto Abellonio, i parlamentari cuneesi Giorgio Bergesio, Flavio Gastaldi, Marco Perosino e Mino Taricco sono stati chiamati ad esprimere il loro punto di vista su tre temi: la flessibilità del lavoro, la riforma della legge sulla caccia e i danni da fauna e il commercio internazionale (approfondimento alle pagine 6 e 7). Nella naturale diversità di vedute, è emersa una sostanziale convergenza a favore, ad esempio, della reintroduzione in agricoltura di voucher o strumenti assimilabili tramite decreto, in modo da poter procedere velocemente, e la necessità di avere mezzi più efficaci
per tutelare le aziende dai danni provocati dalla fauna selvatica. La Confagricoltura di Cuneo ha sottolineato il proficuo clima di buon senso che ha animato il dibattito al di là dei colori politici, confermando ai rappresentanti del territorio la disponibilità al confronto anche in futuro ogni qualvolta ci sarà bisogno di dati o suggerimenti per affrontare le questioni che via via emergeranno. Al termine, la consegna delle onorificenze “Aratro d’oro” e “Orgoglio agricolo” (biografie e foto alle pagine 8, 9 e 10), ha preceduto il consueto pranzo sociale. Confagricoltura ringrazia tutti i soci e gli sponsor che con la loro generosità hanno reso possibile l'assemblea e, in particolare,
I 2 4 R A P P R E S E N TA N T I D I C O N F A G R I C O LT U R A C U N E O
Enrico Allasia
Graziano Giacosa
Remo Tortone
Marco Castagnotti
Isabella Moschetti
Roberto Barge
Presidente Pres. Sind. Pr. Propriet. Conduttori
Pres. Sind. Prov. Impresa Familiare
Pres. Sind. Pr. Pensionati ANPA
Pres. Sind. Pr. Affitt. Cond. Economia
Pres. Sind. Propr Beni Rus in Aff
Pres. Sez. Suinicola
Alberto Brugiafreddo
Andrea Ingaramo
Giampiero Degiovanni
Gianluca Demaria
Claudio Sacchetto
Renato Negro
SAVIGLIANO
SAVIGLIANO
SAVIGLIANO
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Pres. Sez. Bovini da carne
Pres. Sez. Cereali e semi oleosi
Aldo Gavuzzo
Oreste Massimino
Pres. Sez. Frutta in guscio
Pres. Sez. Avicunicola Ovicaprini
Maura Daniele
Michele Vinai
ALBA
CUNEO
MONDOVÌ
MONDOVÌ
CUNEO
SAVIGLIANO
ALBA
ALBA
CUNEO
SALUZZO
SAVIGLIANO
ALBA
Pres. Sez. Lattiero-Casearia
Pres. Sez. Vitivinicola Rosso
Pres. Sez. Ortofrutta
Pres. Sez. Vitivinicola Bianco
Silvano Nizza
Davide Vietto
Roberto Arneodo
Giovanni Gallo
Andrea Faletti
Mariano Occelli
Dario Barbero
Carlo Barbero
ALBA
MONDOVÌ
ALBA
CUNEO
CUNEO
ALBA
ALBA
SALUZZO
Collegio sindacale: Mario Ferrero (Presidente) - Erio Paoletto e Giancarlo Salvano (Membri effettivi) Onorato Rosso (Supplente) - Probiviri: Ilio Piana
L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2018
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Assemblea 2018
Il buon senso D dei politici della Granda AD ANIMARE IL DIBATTITO I PARLAMENTARI: GIORGIO BERGESIO, FLAVIO GASTALDI, MARCO PEROSINO E MINO TARICCO di Silvia Agnello
urante l'assemblea a Entracque quattro dei rappresentanti della provincia di Cuneo eletti in Parlamento sono stati chiamati ad esprimere la loro opinione sui tre argomenti oggetto dell’assemblea: gli strumenti per la flessibilità del lavoro; la riforma della legge sulla caccia e il problema dei danni da fauna selvatica; il commercio internazionale, con particolare riferimento all’Accordo economico e commerciale globale tra Unione Europea e Canada (CETA). Con un giro di tavolo serrato, a ognuno è stato chiesto di esprimere in tre minuti il proprio punto di vista su ciascuno degli argomenti. Hanno partecipato al dibattito: il senatore della Lega Giorgio Bergesio, il deputato della Lega Flavio Gastaldi, il senatore di Forza Italia Marco Perosino e il senatore del Partito Democratico Mino Taricco.
Giorgio BERGESIO
Flavio GASTALDI Deputato - Lega
Senatore - Lega
I voucher devono essere reintrodotti subito in agricoltura e nel turismo
L
a vera sfida è la difesa a livello mondiale del made in Italy. La questione CETA deve essere considerata in relazione anche al problema della contraffazione e alla situazione dell’importazione di materie prime. Dire che dobbiamo difendere i confini significa che dobbiamo controllare e avere la certezza della qualità del prodotto che arriva come di quello che esce. Certamente devono essere presi degli accordi, ma che siano molto chiari sia sul prodotto italiano che viene esportato sia sulla qualità della materia prima che importiamo.
ACCORDO CETA
C
redo che i voucher debbano essere reintrodotti subito in agricoltura, ma anche nel turismo, perché la vendita dei nostri prodotti passa attraverso la promozione nelle fiere, nelle manifestazioni, nei mercati. In quelle occasioni è necessario poter reclutare direttamente personale qualificato, senza doversi rivolgere ad agenzie. Vedremo se sarà possibile includerli nel testo del Decreto "Dignità" che a breve sarà in Commissione.
LAVORO & VOUCHER
L’
attuale legge era entrata in vigore quando i cacciatori erano 2,5 milioni e provocavano anche danni ai fondi. Oggi sono 600 mila. L’idea di fondo era profondamente diversa dalle necessità attuali. Sui danni da fauna selvatica, oltre alla modifica di almeno 8 punti della legge nazionale, penso sia necessario tornare ai giusti risarcimenti: è fondamentale per chi si ritrova l’intero campo arato dai cinghiali e, magari, non è possibile intervenire perché in quel periodo non è previsto l’abbattimento.
FAUNA SELVATICA
6 L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2018
Leggi caccia: la nazionale nata per ripopolare, la regionale non basta
S
ul CETA la mia posizione è critica, ma non perché io sia contro gli accordi internazionali di libero scambio. Dobbiamo però fare attenzione: se in Canada producono con livelli di fitofarmaci elevatissimi mentre le nostre aziende ne devono limitare l’uso a tutela della qualità, finiamo di metterci sullo stesso mercato ma non a parità di condizioni. Il CETA porterebbe inoltre ad una diminuzione delle DOP e delle IGP riconosciute, che da circa 388 si ridurrebbero a 41. Non possiamo permetterci di perdere le nostre tradizioni e i nostri marchi.
ACCORDO CETA
S
ono favorevole alla reintroduzione dei voucher. In Commissione congiunta ne abbiamo chiesto l’inserimento nel decreto dignità: la via non deve essere quella parlamentare, ma quella del Governo, in modo da accelerare i tempi e dare risposte certe in vista delle campagne che si stanno approssimando.
LAVORO & VOUCHER
L
a legge nazionale sulla caccia risale ad un periodo, il 1992, in cui era necessario pensare al ripopolamento. Ne è seguita la proliferazione degli ungulati, che ormai arrivano fino alle attività. Penso si debba fare un passo per volta, ma avere ben chiara la direzione verso cui si vuole andare. Sulla legge regionale si poteva fare meglio, visto che vieta la caccia nelle domeniche di settembre e la limita su ulteriori 15 specie rispetto alla normativa nazionale. È però positivo che si sia andati nella direzione di permettere ai proprietari di difendersi se si sentono minacciati. Sull’abbattimento selettivo sono più che d’accordo.
FAUNA SELVATICA
Marco PEROSINO
Mino TARICCO
Senatore - Forza Italia
Ceta: con uguali condizioni, le questioni si equilibrano da sole
N
on sono contrario ai dazi, anche perché l’Europa pratica dazi: sui prodotti cinesi i sono dazi non ci sono? …sotto forma di controllo indiretto? Credo che in economia, quando le condizioni sono uguali per tutti le questioni si equilibrino da sole. I trattati laddove ci sono devono essere molto chiari e dettagliati.
ACCORDO CETA
I
l CETA nasce da una negoziazione tra Unione Europea e Canada durata diversi anni e, dal mio punto di vista, ha un impianto generale condivisibile. Su alcuni punti tecnici ho qualche riserva, come, per esempio sul reciproco affidamento che prevede che per i prodotti in importazione ciascuno dei due contraenti riconosca come validi i controlli fatti dalla controparte senza ulteriori verifiche.
ACCORDO CETA
LAVORO & VOUCHER
C’
FAUNA SELVATICA
è una mentalità diffusa per cui molta gente pensa che i cinghiali non debbano essere abbattuti, peggio ancora quando si parla di caprioli. E le istituzioni, succubi degli animalisti, prendono provvedimenti che prevedono l’abbattimento di appena 90 cinghiali in tutta la provincia… In tutto questo, la nuova legge regionale pone ulteriori limitazioni, per esempio sulle giornate di caccia. È vero che consente ai proprietari di sparare, ma sono pochi gli agricoltori che sono anche cacciatori e, comunque, c’è il problema della vicinanza alle case e alle strade. Io sono favorevole all’abbattimento di massa. Per quanto riguarda il risarcimento dei danni, le regole sono un po’ complicate e, secondo me, sarà sempre più difficile avere fondi su quei capitoli.
FAUNA SELVATICA
La legge regionale sulla caccia è un passo in avanti importante
S
ono a favore della reintroduzione dei voucher in tutti i settori, perché è un sistema che permette di rendere un po’ più effervescente l’economia. Ma tutto deve essere semplice e immediato, perché in Italia, spesso, quando si parte per semplificare, normalmente si arriva ad ulteriori complicazioni: i voucher devono essere reintrodotti subito, tramite decreto, e si dovrà prevedere di acquistarli e scambiarli in tabaccheria.
LAVORO & VOUCHER
Senatore - Partito Democratico
S
ono assolutamente convinto della necessità di avere strumenti per la flessibilità in agricoltura. È chiaro che ci sono stati settori in cui l’uso di questo strumento si è trasformato in abuso e c’è stato l’allargamento a settori che non avrebbero dovuto essere inclusi, come l’edilizia. Sono favorevole alla reintroduzione dei voucher, ma solo per l’agricoltura e per pochissimi altri settori.
C
on la legge regionale è stato fatto un passo in avanti importante perché per la prima volta si prevede che, sui propri fondi, i proprietari e i conduttori possano intervenire. È importante non solo perché permette di gestire in proprio le iniziative di contenimento, ma anche perché crea un incentivo per chi lo dovrebbe fare ma non sempre lo fa. Io sono profondamente convinto che la legge nazionale vada modificata, ma da quando fu varata ci sono stati una quindicina di tentativi di modifica, tutti abortiti. Un conto è fare proclami, ma dobbiamo prendere atto che oggi la visione animalista e ambientalista ha un consenso altissimo e dobbiamo tenerne conto per individuare strade tecnicamente percorribili.
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Assemblea 2018
I cinque "Aratri d'oro" 2018
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l termine dell'assemblea di Entracque, come da tradizione, sono stati consegnati gli "Aratri d'Oro" 2018: sono andati a cinque aziende agricole di Verzuolo, Morozzo, Cuneo, Cherasco e Alba per la fedeltà associativa a Confagricoltura Cuneo e la dedizione al settore. Di ciascuno riportiamo una breve scheda biografica.
GIULIANA BELLIARDO - VERZUOLO
L'impegno nell'azienda frutticola di famiglia
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iuliana Belliardo nasce il 17 marzo 1947 a Dronero, in una famiglia non dedita all’agricoltura. All’età di 14 anni, dopo il conseguimento del diploma di licenza di avviamento professionale tipo commerciale, lavora per qualche mese in una fabbrica e, successivamente, viene assunta come commessa in un negozio a Dronero, dove lavorerà fino al 1966, anno del suo matrimonio con Eraldo Ruatta, operaio presso lo stabilimento della Burgo Scott a Villanovetta. I due si trasferiscono nella cascina di Verzuolo di proprietà della mamma di Eraldo, rimasta vedova e titolare di una piccola azienda agricola che conta tre giornate ad indirizzo frutticolo. Giuliana inizia fin da subito a lavorare affiancando la suocera che, due anni più tardi, andrà in pensione passandole il testimone alla guida dell’azienda. Nel corso degli anni l’azienda cresce progressivamente, grazie all’impegno di Giuliana e al sostegno di Eraldo, che nel tempo libero si dedica attivamente all’attività agricola. Vengono acquistate 20 giornate di terreno e altre 15 sono condotte in affitto, il tutto coltivato a frutteto in una delle zone più vocate della nostra provincia. Dal loro matrimonio nascono tre figli: Aurelio, Dario e Paolo. Dario e Paolo sono oggi titolari di una ditta di trasporti, mentre Aurelio insieme alla moglie Silvana Maria proseguono la tradizione di famiglia. Attualmente Giuliana continua ad offrire il suo aiuto alla nuora e al figlio nella conduzione dell’azienda e dedicandosi ai tre nipoti Chiara, Marta e Edoardo.
G I O VA N N I C AVA L L O - M O R O Z Z O
Dalla zootecnia all'ortofrutta con passione
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iovanni Cavallo nasce a Cuneo il 9 giugno 1955 e, fin dall’età di 18 anni, affianca i genitori Giuseppe e Teresa nell’attività agricola svolta presso un’azienda in affitto in frazione San Pietro del Gallo. Nel 1964 il primo trasferimento in frazione Passatore, dove la famiglia continua l’attività conducendo un’azienda agricola di 15 giornate ed allevando 20 capi bovini di razza Piemontese. È qui che Giovanni inizia a muovere i suoi primi passi come coltivatore diretto. Nel 1978 la famiglia si trasferisce a Morozzo, nella cascina di proprietà del padre. Nello stesso anno Giovanni sposa Luciana, dalla quale avrà tre figli: Maresa, Romina e Valter, nessuno dei quali continuerà l’attività di famiglia. Giovanni, che è anche abile come muratore, con grandi sacrifici e con profondo impegno si dedica alla ristrutturazione dell’azienda, di cui diventerà titolare nel 1982, realizzando dapprima l’abitazione per la famiglia e, in seguito, ampliando la stalla e le strutture collaterali. Inoltre, viene rinnovato anche il parco macchine. Successivamente, Giovanni decide di modificare l’indirizzo produttivo: vende il bestiame e punta sull’ortofrutticoltura, dedicando tutto il terreno nella coltivazione di fragole e fagioli e sperimentando un impianto di castagneto. Ancora oggi Giovanni continua la sua attività di coltivatore diretto coadiuvato dalla moglie Luciana.
M I C H E L E G A S TA L D I - C U N E O
Una vita dedicata alla razza Piemontese
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ichele Gastaldi nasce il 21 agosto 1945 a Chiusa Pesio. Il papà Bernardino e la mamma Maria, malgari, allevano 35 vacche piemontesi per la produzione di formaggi e vitelli da ristallo svernando nella pianura Saviglianese. Michele, ultimogenito di tre figli, sarà l’unico a rimanere nell’azienda di famiglia nell’impegnativa attività del malgaro. Negli anni, l’allevamento si ingrandisce – le vacche sono oltre un centinaio – e Michele mette su famiglia: nel 1974, infatti, sposa Margherita, e dalla loro unione nasceranno nel 1975 Romina e, due anni più tardi, Marco. Successivamente, in seguito alla scomparsa del papà Bernardino nel novembre del 1977, Michele diviene il titolare dell’azienda. Nel 1981, grazie ai sacrifici di una vita, riesce a comprare 16 giornate di terreno a Spinetta con annesso cascinale e stalla per il bestiame. La sua famiglia, a cui si è aggiunto il terzogenito Claudio nel 1987, continua a svolgere l’attività di allevamento di vacche piemontesi con la transumanza fino al 1992. Intanto l’azienda è ulteriormente cresciuta: le vacche sono quasi 150 e i terreni condotti sono parecchi, circa 50 giornate: da allora l’azienda, con l’aiuto dei figli Marco e Claudio, porta in alpeggio ancora una cinquantina di manze, mentre le vacche nutrici restano nella stalla per l’allattamento dei vitelli destinati in parte alla rimonta e in parte alla vendita per ristallo. Oggi quella azienda è divenuta una grande unità produttiva alle porte di Cuneo, dove Marco e Claudio, grazie ai preziosi consigli di Michele, svolgono la loro attività: vi si allevano circa 250 capi con moderne strutture produttive che permettono di stoccare i cereali e i foraggi prodotti nelle 200 giornate attualmente condotte.
8 L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2018
ANTONIO GHIGO - CHERASCO
Sforzi importanti per allevare bovini e suini
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ntonio Ghigo nasce nel 1945 in località Bonini a Veglia di Cherasco, in una famiglia composta da tre fratelli e quattro sorelle. I genitori svolgono l’attività di mezzadria presso l’azienda del Conte Mantica di Cherasco, coltivando seminativi ed allevando bestiame. Dopo la licenza elementare, Antonio si dedica fin da subito all’attività agricola di famiglia. A soli 14 anni, insieme alla sorella Emma, si trova a governare circa 60 vacche da latte e a coltivare a seminativo 10 giornate di terreno in un’azienda agricola in frazione Bandito di Bra. Nel 1975 l’azienda di famiglia, che era stata acquisita dal padre Giuseppe nel 1961, viene suddivisa tra i fratelli: Antonio rileva così la sua parte, destinandola alla coltivazione di cereali e all’allevamento di vacche da carne. Nel 1988 si sposa con Maddalena, dalla quale avrà due figli: Pier Giuseppe e Maria Elena. Nel 1990 viene costruito il primo capannone interamente dedicato all’allevamento di suini, rientranti nel regime di qualità del Prosciutto di Parma Dop, che diventerà in seguito l’attività principale. Dopo anni di sacrifici e di importanti investimenti, l’azienda raggiunge le dimensioni attuali, con 65 giornate destinate a seminativo, un allevamento di bovini di razza Piemontese e un allevamento di 650 suini. A partire dal 2016 l’attività passa in conduzione al figlio Pier Giuseppe, il quale prosegue la tradizione famigliare con il supporto di papà Antonio e la mamma Maddalena. Antonio, da sempre associato a Confagricoltura, continua anche da pensionato ad aiutare e consigliare il figlio Pier Giuseppe nei lavori agricoli e, forte della sua esperienza, con sicura soddisfazione per l’impegno profuso negli anni, ne raccoglie insieme alla moglie i meritati frutti.
CESARE GOBINO - ALBA
La pera Madernassa è il prodotto di punta
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esare Gobino nasce nel 1948 in Frazione Mussotto di Alba, dove già i genitori svolgono l’attività agricola nell’azienda di famiglia, coltivando le 4 giornate di terreno principalmente a vigneto e seminativo e allevando bestiame. Dopo la licenza media, Cesare si dedica a tempo pieno con profondo impegno e amore all’azienda di famiglia. Nel 1994 si sposa con Caterina dalla quale avrà due figli: Pietro e Giacomo. Negli anni, con grande forza di volontà e tenacia, Cesare intensifica il processo di ampliamento dell’azienda fino a raggiungere le attuali 50 giornate. Oltre alla coltivazione della vite, riconverte a noccioleto e frutteto una parte dei seminativi, dedicando molta attenzione alla coltivazione della pera Madernassa, una tipica varietà della zona. Inoltre, porta avanti l’attività zootecnica con l’allevamento linea vacca-vitello di capi Piemontesi. A partire dal 2016, con l’attivo supporto di Cesare e Caterina, l’azienda passa in conduzione al figlio Pietro che, coadiuvato dal più giovane fratello Giacomo, prosegue la tradizione famigliare. Cesare, da sempre associato a Confagricoltura, continua anche da pensionato ad aiutare e consigliare i figli nell’attività agricola e, forte della sua esperienza, con sicura soddisfazione per l’impegno profuso negli anni ne raccoglie i meritati frutti.
L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2018
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Assemblea 2018
Mario Viazzi è l'Orgoglio Agricolo di Confagri NATO A TREZZO TINELLA, DAI PRIMI ANNI '80 AD OGGI È IL PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'UNIONE AGRICOLTORI DI ALBA
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ario Viazzi nasce a Trezzo Tinella il 10 dicembre 1954. Fin da ragazzo affianca il papà Giovanni nell’attività dell’azienda agricola di famiglia insieme ai fratelli Franco, Bianca, Bruna, Stefania e Donatella, e con l’abile regia della mamma Palmina. Si diploma come agrotecnico e nei primi anni ’80 inizia a lavorare negli uffici dell’Unione Agricoltori di Alba, nella sede di Piazza San Paolo, sotto la guida del ragioniere Edoardo Lusso il quale, dopo alcuni anni e in vi-
Mario Viazzi, al centro, riceve il riconoscimento Orgoglio Agricolo 2018
sta del pensionamento, gli passerà il testimone di Segretario Zona. Nel corso dei 36 anni in Confagricoltura, Mario, con la sua capacità organizzativa e relazionale, ha saputo far crescere l’Ufficio Zona di Alba, che ha visto progressivamente aumentare la base associativa diventando oggi un punto di riferimento per gli agricoltori del territorio. Mario ha dimostrato fin da subito una grande capacità di circondarsi di validi collaboratori e di stringere rapporti durevoli nel tempo, basata sull’ascolto
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delle persone e sulla predisposizione ad andare oltre il mero aspetto lavorativo. Sposato con Bruna Aimasso e padre di Giulia, Cristina e Alberto, Mario ha sempre considerato l’ufficio come una seconda famiglia, creando tra i collaboratori un gruppo di lavoro unito e coeso. Ancora oggi è la figura di riferimento dell’Ufficio, dove continua ad offrire il suo contributo, mettendo a disposizione dell’Associazione la sua esperienza accumulata negli anni e le proprie capacità professionali.
La posizione di Confagricoltura
Il Ceta favorisce l'export agricolo IL TRATTATO DI LIBERO SCAMBIO TRA UE E CANADA È IN VIGORE IN MODO TRANSITORIO, MA DEVE ESSERE RATIFICATO
ACCORDO CETA
di Paolo Ragazzo
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l CETA non nuoce all’agricoltura europea, anzi incentiva l’export di prodotti di cui anche la provincia Granda è forte produttrice. Il Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) è un accordo di libero scambio, tra l’Unione Europea e il Canada, che prevede l’azzeramento dei dazi sul 92% dei prodotti agricoli, alimentari trasformati e bevande. L’accordo tra Ue e Canada è entrato in vigore transitoriamente il 21 settembre 2017 e deve essere ratificato da ciascuno Stato membro. In Italia l’iter di ratifica in Parlamento proseguirà a settembre. Con questo accordo le possibilità per il nostro agroalimentare sono molte. Più di un quinto dell’export italiano verso il Canada è, infatti, costituito da prodotti agricoli. Quasi la metà è rappresentata dai vini e l’intesa li include insieme a 41 prodotti Dop e Igp. Nella maggior parte dei casi, le imposte saranno azzerate, negli altri casi saranno eliminate entro i prossimi 7 anni. EXPORT, QUALCHE NUMERO Nel 2016 l’export totale dall’Italia al Canada valeva 3.650,1 milioni di euro, di cui il 21,05% (767 milioni) proveniente dal comparto agricolo ed agroalimentare. Nel 2017 – dati provvisori – l’export totale, Export agricolo e agroalimentare italiano verso il Canada (dati Istat)
+5,7% 767
811 milioni €
milioni € 2016
2017
Export agricolo e agroalimentare in Canada della provincia di Cuneo (dati Istat)
+26,5% 53,4 milioni €
42,2 milioni € 2016
2017
in aumento sul 2016, ha raggiunto quota 3.936 milioni di euro di cui 811 milioni da prodotti agricoli e agroalimentari. In questo contesto come si colloca la provincia di Cuneo? Stando ai dati Istat, l’export verso il Canada di prodotti dell’agricoltura non trasformati della Granda, seppur modesto, vale dai 4 ai 6 milioni di euro all’anno, Se passiamo invece ai prodotti agroalimentari, la voce “bevande” della rilevazione, che comprende i nostri vini, è una delle più significative: nel 2017 l’export verso il Canada ha raggiunto quota 22,5 milioni di euro, in crescita rispetto ai 20,8 milioni di 2016. Complessivamente le esportazioni agricole e agroalimentari rappresentano un valore (provvisorio 2017) di 53,4 milioni, in sensibile crescita rispetto ai 42,2 milioni del 2016. Per contro le importazioni cuneesi dal Canada nel 2017 (dati provvisori) tra prodotti dell’agricoltura e dell’agroalimentare valgono 1,7 milioni di euro. “La bilancia commerciale è perciò decisamente a favore del nostro territorio e l’azzeramento dei dazi doganali e il riconoscimento delle denominazioni come garanzia di qualità, per fare solo due esempi, non potranno che ampliare il nostro export su un mercato importante”, dichiara Confagricoltura.
FALSI RISCHI E OPPORTUNITÀ Le produzioni lattiero-casearie realizzate e commercializzate in Italia devono indicare l’origine del latte, per cui nell’ipotesi di un formaggio fatto in Italia con latte canadese si deve riportare la dizione “da latte prodotto in Canada”, o qualcosa di similare. Ma dall’eliminazione dei dazi sui formaggi può averne vantaggio solo l’Europa essendo questa produttrice di formaggi di qualità, Italia in testa, con benefici importanti per il Piemonte e per il Cuneese. Non è vero poi che il CETA apre alle importazioni di carne prodotta con ormoni (permessa in Canada negli allevamenti). Anzi uno dei principi di chi ha stilato l’accordo è appunto quello di mutuo rispetto dei propri standard. Per quanto riguarda il vino, l’Accordo prevede l’abbattimento graduale di tutti i dazi che ancora oggi si frappongono all’export di vino dell’UE. Non solo, il CETA prevede la rimozione di barriere non tariffarie alla commercializzazione del vino e una razionalizzazione delle regole che riguardano il settore. Resta, come vero ostacolo per le nostre aziende, il sistema di monopolio del commercio dei vini applicato dal Canada, in particolare per chi è intenzionato a entrare nel mercato canadese per la prima volta. È, infine, bene ricordare che senza CETA neanche le 41 DOP ed IGP italiane individuate avrebbero tutela in Canada. “Gli accordi di libero scambio hanno ragione di esistere perché rappresentano delle opportunità importanti per incrementare l’export di prodotti italiani – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte –, al contempo tuttavia occorre reciprocità nel rispetto delle regole, cosa prevista dal CETA, per cui come Confagricoltura vediamo di buon occhio l’accordo, sottolineando tuttavia che è indispensabile un’intensa attività di vigilanza e controllo da parte della Commissione europea, anche tramite valutazioni di impatto periodiche”.
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La posizione di Confagricoltura
LAVORO & VOUCHER
Cosa prevede il rinnovato CCNL IL CONTRATTO NAZIONALE DEL LAVORO, SIGLATO A ROMA IN CONFAGRICOLTURA, RIGUARDA 36MILA DIPENDENTI IN PIEMONTE di Enzio Isaia
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l rinnovo del contratto nazionale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti, siglato a Roma nella sede di Confagricoltura tra le organizzazioni datoriali e i sindacati dei lavoratori (Flai- Cgil, Fai - Cisl e Uila - Uil), introduce importanti novità a favore dei lavoratori e della crescita delle imprese del settore. A livello retributivo l’accordo, che ha una durata quadriennale, prevede un aumento del 2,9% per il biennio 2018/2019, suddiviso in due tranche da 1,7% a partire dal 1° luglio 2018 e da 1,3% dal 1° aprile 2019. Il contratto, che era scaduto il 31 dicembre scorso, introduce alcune novità sul piano normativo, includendo professionalità finora non riconosciute dal CCNL, legate alle nuove tecnologie e a nuovi processi colturali. È il caso, per esempio, degli addetti delle imprese specializzate nella coltivazione di piante idroponiche e aeroponiche. L’intesa, inoltre, introduce una maggiore flessibilità nella distribuzione dell’orario settimanale di lavoro e nelle
causali di eventuali interruzioni dell’attività lavorativa. Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia evidenzia la portata innovativa dell’accordo: “L’agricoltura – afferma – è in profonda trasformazione: nelle imprese accanto alle figure degli operai agricoli tradizionali si stanno inserendo nuovi addetti con profili innovativi. Era pertanto diventata una necessità inquadrare queste nuove professionalità nel contratto nazionale di lavoro, in un’ottica di crescita e soddisfazione reciproca, sia per il personale, sia per le aziende”. L’intesa è arrivata al termine di un negoziato serrato, durato oltre sei mesi, nel corso del quale non sono mancati momenti di tensione, sfociati anche nello stato di agitazione da parte dei sindacati e nella proclamazione di uno sciopero il 15 giugno, poi rientrato. Tra gli elementi da segnalare, è stata riconosciuta la possibilità di interrompere l’attività lavorativa, oltre che per causa di forza maggiore, anche per esigenze di
Voucher, sono utili e servono presto IL GOVERNO STA VALUTANDO LA SUA REINTRODUZIONE, LA CONFAGRICOLTURA AUSPICA TRAMITE DECRETO
È
dal marzo 2017, quando i buoni lavoro (i cosiddetti voucher) sono stati aboliti, che la Confagricoltura sostiene con forza la necessità di tornare a disporre di una forma di retribuzione del lavoro occasionale che ben si adatti alla natura sporadica e accessoria, spesso di durata anche molto contenuta, di alcune attività tipiche in campo agricolo. A distanza di oltre un anno, il mondo politico sembra ora aver colto la reale necessità di un simile strumento e, con una chiara presa di posizione
a favore da parte del ministro Gian Marco Centinaio, è ripreso il dibattito intorno all’opportunità di una sua reintroduzione. “Che si torni a considerare l’utilità dei buoni lavoro è positivo - commentano dalla Confagricoltura Cuneo -. Auspichiamo, tuttavia, che una decisione venga presa al più presto: siamo a luglio, la raccolta estiva è avviata e la vendemmia è praticamente alle porte. Se l'adozione dei necessari provvedimenti non passasse tramite l'iter abbreviato previsto dal Decreto Legge, ma
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carattere tecnico e organizzativo dell’impresa. Si amplia così in modo sostanziale la possibilità di gestire la questione delle interruzioni che possono intervenire anche per ragioni legate ad esigenze di organizzazione del lavoro da parte dell’impresa. In materia di welfare bilaterale, inoltre, sono state introdotte alcune misure in favore di lavoratori e lavoratrici a tempo indeterminato che vengano a trovarsi in particolari situazioni di svantaggio (malati oncologici, OTI senza diritto alla disoccupazione, vittime di violenza), che sono state poste a carico dell’EBAN, senza costi aggiuntivi per le imprese. In Piemonte il contratto riguarda oltre 36mila lavoratori dipendenti (fonte: INPS 2015, ultimo dato disponibile), comprensivi anche degli stagionali impegnati in particolare nei comparti viticolo, orticolo e frutticolo. A livello nazionale l’intesa interessa circa 1 milione di lavoratori attivi in oltre 200mila imprese assuntrici di manodopera (su circa 754mila aziende agricole totali). dovesse seguire la normale via parlamentare, le tempistiche risulterebbero molto dilatate”. IL MONDO AGRICOLO NON NE AVEVA ABUSATO “Il voucher o comunque uno strumento alternativo che favorisca la flessibilità del lavoro – commenta ancora Confagricoltura Cuneo - è particolarmente adatto all’attività di in un settore come quello agricolo, in cui il lavoro ha un andamento altalenante e fortemente legato alla stagionalità. La decisione di abolirli in toto, a causa degli abusi verificatisi, ha ingiustamente danneggiato anche chi ne faceva un uso appropriato: il settore agricolo in media ha utilizzato il 2,5% del totale dei buoni emessi e se si vanno a vedere i dati relativi al solo NordOvest la percentuale è ancora minore. Non si può certo parlare di un abuso. Lo con-
La posizione di Confagricoltura ferma anche il fatto che nel periodo in cui hanno trovato applicazione i voucher, dal 2008 al 2016, nonostante la crisi, il lavoro dipendente in agricoltura ha tenuto, anzi in alcuni anni ha anche registrato un incremento degli occupati”. UN’OPPORTUNITÀ PER AZIENDE E LAVORATORI I voucher come mezzo di pagamento del lavoro accessorio erano stati introdotti con possibilità d’uso molto limitate nel 2003. A partire dal 2008, a più riprese, sono state apportate modifiche che ne hanno ampliato l’utilizzo. È con la vendemmia del 2008 che in agricoltura si sono diffusi nelle attività stagionali per favorire l’impiego, con le giuste garanzie di sicurezza e tutela, di studenti, pensionati, cassaintegrati e percettori di integrazione a reddito. Con la loro abolizione, nel 2017, di fatto è venuta meno un’opportunità di lavoro, ma anche un’utile possibilità di impiego, dal momento che i mezzi sostitutivi sono risultati inservibili per l’eccessiva burocrazia e perché non idonei alle specificità del lavoro nei campi.
EXTRA UE
Come dare lavoro ai "migranti" In vista dell’intensificarsi delle lavorazioni e delle operazioni di raccolta Confagricoltura Cuneo ricorda alle aziende che i “migranti” extra Ue, in attesa di permesso e ospitati presso le preposte strutture di accoglienza, possono esercitare attività lavorativa purché siano trascorsi almeno 60 giorni dal momento in cui essi hanno presentato la richiesta di protezione internazionale. Fa fede, in tal senso, la ricevuta dell’avvenuta presentazione della domanda rilasciata dalla Questura di competenza. Possono lavorare anche gli stranieri in possesso del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ciò detto, molto pesanti sono le sanzioni per chi “trasgredisce”. In caso di controlli, all’azienda che dovesse essere trovata con un lavoratore migrante la cui domanda ha almeno 60 giorni ed è senza contratto di assunzione, verrà applicata una maxi sanzione per lavoro nero. Ancora peggio andrebbe all’azienda se la domanda di protezione internazionale avesse meno di 60 giorni, perché in quel caso verrebbe applicato il Codice Penale nella parte relativa allo sfruttamento della manodopera clandestina.
CONFAGRICOLTURA CUNEO TORNA A CHIEDERE UNA REVISIONE IMPORTANTE DELLA LEGGE N. 157 DEL 1992. "IN AMBIENTI ALTAMENTE ANTROPIZZATI L'EQUILIBRIO UOMONATURA È SEMPRE PIÙ COMPLICATO"
FAUNA SELVATICA
Legge nazionale da rivedere subito di Silvia Agnello
A
livello nazionale la caccia è regolata ancora oggi dalla legge quadro n. 157 del 1992 (“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”), concepita ormai oltre venticinque anni fa e non più in linea con la situazione e le esigenze attuali. “La legge nazionale sulla caccia è del tutto superata proprio perché si poneva in un’ottica di ripopolamento della fauna selvatica nei nostri territori – commentano da Confagricoltura Cuneo -. Oggi invece la proliferazione dei selvatici sta creando seri problemi, sia alle aziende agricole sia ai cittadini, mettendo a repentaglio la sicurezza stradale. L'evoluzione delle colture e l'antropizzazione di tutti gli ambienti rendono più difficile la convivenza dell'uomo e delle sue attività con un numero sempre più elevato di selvatici, specie ungulati, nutrie, ghiri e lupi. È necessario quindi confrontarsi con questo scenario per adottare misure che realmente tengano conto in maniera prioritaria delle esigenze delle aziende. Occorre rivedere quanto prima la normativa e, nel frattempo, mettere in atto ad esempio prelievi mirati e più efficaci. Non meno importante, poi, è l'aspetto, sovente problematico, legato ai risarcimenti dei danni alle aziende colpite. Crediamo fortemente che i danni da fauna vadano risarciti, non è ammissibile infatti che tutto il costo ricada sulle spalle degli agricoltori o dei malcapitati in qualche incidente stradale”.
COSA PREVEDE LA NORMATIVA Ma quali sono i punti salienti della normativa nazionale (legge 157/92) di cui occorre tenere conto e che comunque in qualche modo vincolano le Regioni? Eccoli sintetizzati di seguito: • la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, che la tutela nell’interesse della comunità nazionale e internazionale. Ne consegue che la caccia sia consentita solo come eccezione e che il cacciatore diventi proprietario della fauna solo se l’attività venatoria avviene nel rispetto della legge; • il numero di giornate di caccia settimanali non può essere superiore a tre. Le Regioni possono consentire libertà di scelta al cacciatore, ad esclusione del martedì e del venerdì in cui la caccia è comunque sospesa. Entro il 15 giugno, le Regioni pubblicano il calendario regionale e il regolamento relativi all’intera annata venatoria. La caccia è vietata, tra l’altro, nei parchi nazionali, nei parchi naturali regionali, e nelle riserve naturali; • la predisposizione dei Piani faunistico venatori spetta alle Province, che li articolano per comprensori omogenei. Alle Regioni spetta il compito di coordinarli accogliendo e correggendo le indicazioni dei piani stessi; • il territorio non escluso dalla pratica venatoria, è suddiviso in Ambiti territoriali di caccia (ATC) di dimensioni sub-provinciali possibilmente omogenei e delimitati da confini naturali e Comprensori alpini (CA). Gli ATC e i CA rappresentano i principali istituti di gestione faunistico venatoria.
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FAUNA SELVATICA
Caccia, novità nella legge regionale
PROPRIETARI E CONDUTTORI DEI FONDI POTRANNO DIFENDERSI DAI SELVATICI COME CHIESTO DA CONFAGRICOLTURA
P
er i proprietari e per i conduttori dei fondi sarà possibile difendersi dai selvatici. Per il mondo agricolo è questo l’aspetto più interessante, che va nella direzione più volte sollecitata da Confagricoltura Cuneo, della nuova legge sulla caccia. L’articolo 20 prevede che per i piani di controllo le province possano avvalersi “dei proprietari e conduttori dei fondi ricompresi nelle aree interessate dai piani medesimi o indicati dalle organizzazioni professionali agricole riconosciute e inseriti in apposito elenco depositato presso gli ATC e i CA, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio…”. Il successivo articolo 22 introduce un’importante novità: le misure straordinarie di controllo “necessarie per il soddisfacimento di un interesse pubblico o per la tutela dell’esercizio delle attività agricole”. Queste potranno essere richieste alle Province dalle organizzazioni sindacali agricole e dai sindaci, constatata l’inefficacia del normale prelievo venatorio nel limitare i danni alle imprese agricole. Tra i soggetti da coinvolgere sono elencati i proprietari e
i conduttori, purché in possesso di regolare abilitazione venatoria. Cauto ottimismo da parte di Confagricoltura Cuneo: “La possibilità di concedere agli agricoltori in regola con porto d’armi uso caccia ed assicurazione di intervenire direttamente sui terreni in conduzione è una richiesta che aveva avanzato direttamente Confagricoltura Cuneo alle istituzioni perché riteniamo indispensabile coinvolgere, con gli opportuni accorgimenti, i proprietari dei fondi nell’opera di controllo della proliferazione di fauna selvatica – commenta Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte –. È presto per dire se questa misura, come altre contenute nella nuova legge regionale, sarà sufficiente a tutelare le aziende agricole dai pesanti danni provocati, in particolare, da cinghiali e caprioli, ma anche i cittadini e gli utenti della strada. Noi ce lo auguriamo. Senza voler entrare nel merito del confronto tra cacciatori e Regione Piemonte, infatti, auspichiamo che la nuova legge serva a salvaguardare le produzioni agricole e a
N O R M AT I VA
Cosa prevede il nuovo testo Oltre al coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori nel contenimento dei selvatici, alcuni degli altri punti salienti della nuova legge regionale sulla caccia prevedono: il divieto di cacciare durante tutte le domeniche di settembre; la possibilità per i proprietari dei fondi di vietare la caccia sui propri terreni; l’individuazione di 15 specie escluse dalla caccia; la ridefinizione degli ambiti territoriali di caccia (Atc) e dei comprensori alpini (passano da 38 a 22) e della loro composizione; l’adesione a un solo comprensione per la tipica fauna alpina; il divieto di allevamento, immissione e importazione di cinghiali e relativi ibridi e di effettuare ripopolamenti utilizzando fauna selvatica; il limite massimo di immissione di fauna selvatica al 15 marzo per quella riprodotta in natura ed al 31 luglio per quella riprodotta in cattività.
tutelare la sicurezza dei cittadini”. Approvata la legge, si attendono i dettagli attuativi: “È importante che arrivino a breve e non comportino complicanze – conclud Confagricoltura -. Ci sono voluti anni per la nuova legge, intanto il modo venatorio ha visto una diminuzione di cacciatori e sono aumentati i rischi per la sicurezza stradale. Ora avremo uno strumento di prevenzione in più, ma bisogna trovare soluzioni anche sul fronte rimborsi”.
S E M P R E P I Ù F R E Q U E N T I G L I AT TA C C H I N E L C U N E E S E
Lupo, le misure di difesa attuali non bastano Cresce la preoccupazione per gli attacchi dei lupi alle mandrie e ai greggi in provincia di Cuneo. Dopo i fatti delle ultime settimane, la Confagricoltura Cuneo è tornata a denunciare la scarsa risolutezza delle misure previste per la difesa del bestiame dal predatore: “Non è accettabile continuare a proteggere il lupo a spese degli allevatori. Le misure di protezione finora adottate, come i cani anti lupo o le recinzioni, si sono rivelate insufficienti o inefficaci. È ora di pensare a provvedimenti veramente capaci di prevenire gli attacchi e fornire agli allevatori le giuste garanzie per continuare a lavorare con tranquillità. A livello nazionale è necessario che riprendano i lavori per l’adozione di un piano di gestione del lupo, ma si devono prendere provvedimenti anche a livello locale: in altre regioni che presentano lo stesso problema si stanno adottando misure di contrasto specifiche”. Il riferimento è alle province di Trento e Bolzano. Qui le giunte provinciali si sono espresse a favore di un disegno di legge che introduce “la possibilità di prelievo, cattura o abbattimento a condizione che non esista un’altra soluzione valida e che il prelievo non pregiudichi il mantenimento della popolazione della specie interessata”. “Deve far riflettere – continua Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo – che un simile provvedimento sia in adozione in Trentino Alto Adige, dove la popolazione di lupi è senz’altro meno numerosa rispetto al Piemonte in generale o alla provincia di Cuneo in particolare”. Il numero preciso è difficile da stabilire, ma i dati forniti dal progetto europeo Life WolfAlps raccontano di un minimo di 101 lupi rilevati in provincia di Cuneo nel 2016 – 2017 a fronte di un totale minimo di 188 individui nel biennio 2015 – 2016 nell’intera area alpina italiana. In ragione di questi numeri la Confagricoltura Cuneo sottolinea che nel nostro territorio il problema lupo è da considerarsi ormai strutturale e generale e che come tale deve essere affrontato.
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INSERTO TECNICO
U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A G R I C O L T O R I
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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO
NUOVO REGOLAMENTO PER STRUTTURE EXTRA ALBERGHIERE
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a Giunta regionale Piemonte ha approvato il nuovo Regolamento per le strutture ricettive extra – alberghiere, entrato in vigore il 14 giugno, con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. Il nuovo regolamento attua la legge regionale di riordino del settore (n.13 del 2017). Il nuovo testo disciplina in particolare i requisiti tecnici ed igienicosanitari, nonché le modalità di gestione delle attività ricettive extralberghiere. Le strutture già esistenti dovranno adeguarsi al nuovo regolamento nei prossimi mesi e con specifiche scadenze a seconda delle loro caratteristiche, mentre i periodi di apertura si applicheranno dal 1° gennaio 2019. Oltre a bed&breakfast, affittacamere, case appartamenti vacanze, residence, ostelli e case per ferie, nuove tipologie sono state introdotte dalla legge: le residenze di campagna o country house, le locande e le cosiddette “soluzioni ricettive innovative”, un nuovo sistema di accoglienza che completa l’offerta turistica tradizionale ed è concepita in contesti particolari, a stretto contatto con la natura. Sono stati definiti i periodi di apertura delle strutture ricettive
AGRITURISMI: OBBLIGO DI PRESENTAZIONE TELEMATICA DELLA RELAZIONE ANNUALE
La Regione Piemonte informa che, sulla base del Regolamento regionale n. 1/R del 1° marzo 2016, anche per il 2018 vige l’obbligo della compilazione della RELAZIONE ANNUALE per tutti gli imprenditori che svolgono attività agrituristica. Confagricoltura ricorda che la compilazione e la trasmissione della redazione dovranno essere svolte in modalità telematica attraverso l’applicativo SISTEMAPIEMONTE attraverso il CAA di Confagricoltura. Si invitano pertanto le aziende ricadenti in tale obbligo a prendere contatto con l’ufficio Confagricoltura di riferimento per fissare un appuntamento per la compilazione della relazione.
distinguendoli in “annuali” e “stagionali”: per i gestori di B&B e affittacamere in modalità non imprenditoriale è prevista la limitazione di 270 giorni di attività all’anno con un vincolo di apertura minima continuata di 45 giorni. L'attività di B&B potrà essere gestita in forma non imprenditoriale in non più di tre camere e sei posti letto oppure in forma imprenditoriale con carattere continuativo, abituale e professionale in non più di sei camere e dodici posti letto. Gli esercizi di affittacamere potranno invece essere gestiti in forma non imprenditoriale in non più di due appartamenti in uno stesso stabile per un massimo di tre camere e sei posti letto; oppure potranno essere gestiti in forma imprenditoriale mettendo a disposizione, in non più di due appartamenti ammobiliati in uno stesso stabile, un massimo di sei camere e dodici posti letto, con la possibilità di fornire, oltre al servizio di pernottamento, anche l’eventuale preparazione e somministrazione di alimenti e bevande. Nel 2017 il settore extra-alberghiero è cresciuto del 4,4% in termini di strutture e dell’1,7% in posti letto. Rispetto a dieci anni fa il numero di strutture è cresciuto di oltre il 62% mentre i posti letto di quasi il 20%. Anche in termini di flussi turistici, il settore si è sviluppato in maniera rilevante: nel 2017 la crescita è stata del 9,5% negli arrivi e del 6,2% nelle presenze. Rispetto al 2008, il dato è di +82,3% di arrivi e +39,5 di presenze.
DA LUGLIO STOP AL PAGAMENTO IN CONTANTI DELLE RETRIBUZIONI
Come ampiamente scritto sui numeri scorsi de L'Agricoltore cuneese, ricordiamo che dal 1° luglio la retribuzione non può più essere corrisposta per mezzo di denaro contante direttamente al lavoratore, pena l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da 1.000 euro a 5.000 euro (art. 1, c. 910 – 913, legge n.205/2018). I datori di lavoro privati devono utilizzare modalità di pagamento tracciabile (ovvero bonifici, assegni, o altri strumenti di pagamento elettronici quali ad esempio carte prepagate e assegni elettronici) e la corresponsione in contanti dello stipendio è possibile solo attraverso l’istituto bancario o postale presso il quale il datore di lavoro abbia aperto un conto di tesoreria con mandato di pagamento. Confagricoltura si è attivata presso gli istituti bancari per attivare delle convenzioni e sul prossimo numero de "L'Agricoltore cuneese" ne daremo ampia notizia.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2018
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FONDI PER FORMAZIONE OBBLIGATORIA, PRESTO IL BANDO EBAN
È
in via di pubblicazione da parte dell’Ente Bilaterale Agricolo Nazionale (EBAN) un nuovo bando per il finanziamento di attività formative obbligatorie in materia di salute e sicurezza dei lavoratori agricoli, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge (d.lgs n. 81/2008 e accordo Stato-Regioni del 22/02/2012). Nel riservarci di tornare sull'argomento appena il bando sarà pubblicato, si anticipano intanto i principali contenuti: • vengono messi a disposizione 750.000 euro, ripartiti in tre aree territoriali (nord: 30%, centro: 30%, sud: 40%); è stato infatti aumentato rispetto agli anni scorsi il budget che passa da 500.000 a 750.000 euro; • sono ammessi progetti aziendali, di gruppo/rete e territoriali con massimali di finanziamento differenziati per tipologia (aziendali: 5.000 euro; di gruppo/rete e territoriali: 15.000 euro); • le richieste di finanziamento devono essere inviate con posta elettronica certificata all'indirizzo enteeban@pec.it a partire dalle 9 del 16 luglio 2018 e fino alle ore 18 del 31 luglio 2018 (la documentazione da inviare separatamente in formato cartaceo, con raccomandata con ricevuta di ritorno, presso la sede di EBAN - Via Flavia 3; 00187 Roma - deve essere spedita entro le ore 18 del 14 settembre 2018). Per maggiori informazioni rivolgersi a Confagricoltura Cuneo.
PSR/MISURA 10.1.6 PER LA DIFESA DEL BESTIAME, PROROGA DEI CERTIFICATI
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n merito all'operazione 10.1.6 del Psr - "Difesa del bestiame dalla predazione da canidi sui pascoli collinari e montani" la Regione Piemonte ha prorogato al 30 gennaio 2019 la dimostrazione della certificazione dell'appartenenza alla razza (Cane da Montagna dei Pirenei, Cane da Pastore Maremmano Abbruzzese e Pastore del Caucaso) per i cani da guardiania inseriti in domanda. Ricordiamo alcune caratteristiche del bando che ha l’obiettivo di sostenere investimenti non produttivi finalizzati a contenere la predazione degli animali allevati da parte di canidi. SCADENZA, INTERVENTI AMMISSIBILI E CONDIZIONI Le domande di sostegno possono essere presentate fino al 30 novembre 2018. Il bando finanzia i seguenti tipi di interventi: A) Acquisto di recinzioni plurifilo elettrificate a bassa intensità, per il ricovero notturno degli animali (dimensionate in base al numero dei capi); B) Acquisto di cani da guardiania appartenenti alle seguenti razze da difesa del bestiame: Pastore maremmano abruzzese, Cane da montagna dei Pirenei. In caso di prima adesione nel 2018 all’Operazione 10.1.6, il numero massimo di cani acquistabili è pari a 4 (nel rispetto del rapporto di 1 cane ogni 100 capi, con un minimo di 2 cani per allevamento); i cani devono essere in possesso di pedigree; nel caso di adesione all’Operazione 10.1.6 nel 2016 o 2017, è ammessa esclusivamente la sostituzione di cani già dichiarati e ritenuti ammissibili entro il numero massimo di 3 cani,
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SALUTE E SICUREZZA, SANZIONI RIVALUTATE DELL'1,9 PER CENTO
L’
Ispettorato Nazionale del Lavoro, con il decreto direttoriale n. 12 del 6 giugno 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2018 e la Lettera Circolare prot. n. 314 del 22 giugno 2018, comunica la rivalutazione quinquennale delle sanzioni derivanti dalla violazione delle norme vigenti in materia di sicurezza e salute sul lavoro. A partire dal 1° luglio 2018 le ammende e le sanzioni amministrative in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro subiscono una rivalutazione dell’1,9%. La prima rivalutazione operata dal 1° luglio 2013 ammontava al 9,6%. Il predetto incremento si applica esclusivamente alle ammende e alle sanzioni amministrative pecuniarie irrogate per le violazioni commesse successivamente al 1° luglio 2018. Nell’informare le aziende di questa importante novità, la Confagricoltura di Cuneo ricorda che gli uffici sono a disposizione per la redazione, l’aggiornamento e la verifica del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), oltre alla verifica della validità della formazione del responsabile della sicurezza, dei preposti e dei dipendenti. In generale, Confagricoltura Cuneo offre tutta l’assistenza necessaria per l’espletamento degli adempimenti inerenti la sicurezza sul lavoro previsti, in particolare, dal D. Lgs n.81/2008. ovvero in misura non superiore al 50% dei cani dichiarati nella domanda di sostegno dell’Operazione 10.1.6. Il sostegno è costituito da un contributo in conto capitale, in misura pari al 100% delle spese ammissibili ed effettivamente sostenute dal beneficiario. La spesa massima ammissibile, per domanda è di 30.000 euro, la spesa minima 1.000 euro, per l’acquisto di cani, il contributo massimo riconoscibile è pari a 800 euro per animale. Per informazioni rivolgersi agli uffici Confagricoltura Cuneo.
BLUE TONGUE, SIGLATO ACCORDO TRA FRANCIA E ITALIA
È stato firmato un accordo tra Francia e Italia circa la movimentazione degli animali di età inferiore ai 90 giorni delle specie sensibili alla febbre catarrale degli ovini – Blue Tongue (BT). Tale accordo permette la movimentazione degli animali non vaccinati di età inferiore ai 90 giorni dalle zone in restrizione per il sierotipo BTV4 e BTV8 verso l’Italia a condizione che: A - siano stati effettuati trattamenti insetto repellenti almeno per una settimana e comunque fino al giorno della partenza; B - gli animali siano stati sottoposti a esame PCR con esito negativo; C - sia effettuato il trattamento insetticida dei mezzi di trasporto; D - gli animali siano posti in vincolo sanitario per 30 giorni nel luogo di prima destinazione. L’accordo facilita gli scambi tra Francia ed Italia permettendo la movimentazione degli animali di età inferiori ai 90 giorni sui quali non è praticabile la vaccinazione. Per informazioni rivolgersi agli uffici Confagricoltura Cuneo.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2018
DISCIPLINA PRIVACY: IN VIGORE IL NUOVO REGOLAMENTO 679/2016
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a nuova disciplina sulla privacy (Regolamento comunitario 679/2016) relativa alla tutela delle persone fisiche in rapporto al trattamento dei dati personali è diventata definitivamente applicabile in tutti i Paesi UE lo scorso 25 maggio, data entro la quale le normative nazionali hanno dovuto allinearsi con le disposizioni del Regolamento comunitario. IL REGOLAMENTO SI APPLICA ALLE AZIENDE AGRICOLE La nuova normativa riguarda Confagricoltura e le aziende agricole? Per entrambe queste domande la risposta è positiva: sì le riguarda. In effetti si applica a qualsiasi società, entità o organizzazione che opera all’interno dell’UE e anche alle organizzazioni al di fuori dell’UE che offrono beni e servizi a clienti e imprese nell’UE. Questo significa che una realtà come Confagricoltura è inclusa, così come sono incluse le aziende agricole. Secondo la normativa, infatti, in entrambi i casi si tratta di soggetti “titolari del trattamento”, definizione con cui la normativa comprende qualunque persona fisica o giuridica, autorità o altro che, singolarmente o insieme ad altri, determina finalità e mezzi del trattamento dei dati. Per “trattamento” si intende qualsiasi operazione compiuta sui dati, a partire da quelle molto semplici e basilari, come la loro raccolta o conservazione. Confagricoltura sta regolarizzando secondo le nuove disposizioni i trattamenti dei dati che effettua nell’esecuzione dei suoi scopi istituzionali, coordinando su questo anche le proprie articolazioni territoriali e garantendo supporto sull’argomento alle imprese associate. LE TRE PRINCIPALI NOVITÀ Particolarmente delicato è il passaggio dalla “vecchia” disciplina alla nuova normativa, passaggio che verrà regolamentato da un apposito decreto attuativo, attualmente ancora in via di approvazione. In attesa di questo decreto, è comunque possibile individuare i principali cambiamenti: 1) Registro delle attività di trattamento: anche se non c’è l’obbligo (ad eccezione di alcuni casi specifici legati alla dimensione dell’azienda) ne è fortemente consigliata la tenuta, per assicurare una gestione quanto più possibile corretta. Il Registro contiene le informazioni re-
lative ai trattamenti effettuati dal titolare quali, per esempio, la finalità del trattamento, le categorie interessate, quali dati sono interessati… 2) Responsabile della Protezione dei dati: svolge funzioni di controllo, informazione, formazione e supporto. Anche in questo caso la nomina sarà obbligatoria in alcuni casi. 3) Notifica delle violazioni: la nuova disciplina prevede l’obbligo di notificare tutte le eventuali violazioni di dati personali e come si è intervenuti per risolverle. In caso di violazioni dei dati, il nuovo Regolamento prevede sanzioni più aspre rispetto al passato. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.
LE POSSIBILITÀ DELLO "STREET FOOD" PER GLI AGRICOLTORI
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a legge di Bilancio 2018 apre agli agricoltori lo “street food,” cioè la possibilità di vendita diretta di prodotti agricoli manipolati e trasformati già pronti per il consumo mediante l’utilizzo di strutture mobili, nonché con modalità itinerante su aree pubbliche e private. LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI Queste le principali caratteristiche dell’attività, chiarite da apposita circolare ANCI: 1 - lo "street food" viene considerato vendita diretta a patto che quanto venduto sia prodotto prevalentemente dall’azienda; 2 - non vi sono limiti territoriali né temporali per l’esercizio: purché siano rispettate le normative igienico-sanitarie, ciascun imprenditore agricolo può esercitare l’attività di "street food" in tutta Italia lungo tutto l’anno; 3 - è previsto l’impiego di “strutture mobili” nella disponibilità dell’impresa agricola: fatto salvo il rispetto delle norme igienico-sanitarie, l’imprenditore può utilizzare qualsiasi bene mobile, anche registrato, di proprietà o in comodato; 4 - possono essere venduti “prodotti derivati ottenuti a seguito di attività di manipolazione o trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici”. Quando per la vendita si utilizzano strutture mobili, i prodotti devono essere già pronti per il consumo, cioè non possono essere manipolati sul posto. Questo significa che non si può cuocerli in loco, mentre è possibile scaldarli.
Geocap S.r.l. • Via del Chiosso 27 • Caramagna Piemonte (CN) • Tel. 0172 810283 • info@geocap.it • www.geoagri.com
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LE SCADENZE DEI CONTRIBUTI INPS 2018 PER C.D E I.A.P.
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Inps, con circolare n. 81 del 14 giugno 2018, ha definito la misura dei contributi obbligatori dovuti dai lavoratori autonomi agricoli (CD/CM e IAP) per l’anno 2018. La Circolare Inps ricorda che l’aliquota pensionistica (comprensiva del contributo addizionale al 2%) da quest’anno è unica per tutti i soggetti (adulti e minori di 21 anni) operanti in qualsiasi territorio (zone montane e svantaggiate) ed è fissata al 24%. È infatti giunto al termine il percorso di graduale aumento delle aliquote contributive pensionistiche per i coltivatori diretti, coloni e mezzadri che era stato previsto a partire dall’anno 2012 dalla L. 214/2011 (c.d. “Manovra Monti”). L’Inps ricorda l’operatività sui premi e sui contributi dei lavoratori autonomi agricoli (ad esclusione degli IAP in quanto, come noto, non soggetti alla contribuzione antinfortunistica) della riduzione della contribuzione per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali disposta dall'art. 1, c. 128, della Legge di stabilità per il 2014 (Legge n. 147/2013). La riduzione è pari, per l’anno 2018, al 15,81% e dovrà essere applicata agli elenchi delle aziende individuate e trasmesse dall’Inail. Infine, viene ricordato che la Legge di Bilancio per il 2018 (art. 1, c.117 - 118 della Legge n. 205/2017) ha previsto un esonero contributivo per i nuovi lavoratori autonomi agricoli under 40 che si iscrivono alla gestione INPS per la prima volta nel corso del 2018. L'esonero è totale (100%) per i primi 3 anni di attività, e parziale per i successivi 2 anni (66% per il quarto anno, 50%
Lo specialista italiano del fotovoltaico
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per il quinto) e riguarda solo la quota INPS per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti (cd. IVS). Devono invece essere regolarmente corrisposti - in quanto esclusi dall’agevolazione - il contributo annuo di maternità (7,49 euro) e il contributo annuo destinato all'INAIL (768,50 euro dovuto dai soli coltivatori diretti). Per effettuare il versamento dei contributi, è necessario scaricare e stampare i modelli F24 dal “Cassetto previdenziale per agricoltori autonomi” disponibili sul sito dell’Istituto previdenziale. Le scadenze fissate sono: • 16 luglio 2018 (I rata); • 17 settembre 2018 (II rata); • 16 novembre 2018 (III rata); • 16 gennaio 2019 (IV rata). Gli uffici Enapa di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per fornire maggiori informazioni.
FATTURAZIONE ELETTRONICA DEI CARBURANTI AGRICOLI A FINE ANNO
L’Agenzia delle Entrate, con circolare n. 13/E del 2 luglio 2018, in risposta ad appositi quesiti proposti dalle associazioni di categoria e da Confagricoltura, ha chiarito che le cessioni di carburanti per trattori agricoli e forestali e per altri veicoli agricoli di varia tipologia sono esclusi dall’obbligo di fatturazione elettronica. Resta, invece, fermo l’obbligo di utilizzare i pagamenti tracciabili (carte di credito, bonifici, assegni, etc.) per la deducibilità del costo d’acquisto e per la detraibilità ai fini Iva degli acquisti di carburante per autotrazione acquistato presso distributori. Per il gasolio acquistato dai contoterzisti si applicano le regole della fatturazione elettronica.
Gruppo
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Programma di Sviluppo Rurale
PSR: "Si faccia scorrere la graduatoria" IN UNA LETTERA ALL'ASSESSORE FERRERO CONFAGRICOLTURA PIEMONTE CHIEDE RISORSE AGGIUNTIVE PER IL BANDO 4.1.2
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ontinuano a tenere banco le questioni inerenti il PSR. È dei giorni scorsi una lettera che il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, ha inviato alla Regione Piemonte, nella persona dell’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero. Nella missiva il massimo esponente dell’Unione degli agricoltori cuneesi e piemontesi sollecita l'attenzione dell’assessore sull’opportunità di individuare
risorse finanziarie aggiuntive, sufficienti per consentire lo scorrimento delle graduatorie del bando 2016 - operazione 4.1.2 del Psr “Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole dei giovani agricoltori”. Si tratta della misura che sostiene le aziende agricole che intendono acquistare, ampliare e modernizzare fabbricati rurali e gli impianti di lavorazione e dotarsi di attrezzature
e macchinari. Secondo Allasia, tale richiesta è oggi ancora più attuale visto l’annuncio di Palazzo Lascaris di un’imminente operazione di reimpiego delle economie maturate sui bandi delle misure strutturali rivolte agli imprenditori agricoli. Tuttavia, nonostante gli interventi di incremento dei fondi già fatti in passato, sono ancora numerose le aziende che su questa operazione sono rimaste escluse dai contributi pur possedendo i requisiti per poter essere finanziate. "Si tratta - scrive il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte - di giovani imprenditori con il piano di insediamento approvato, che però non hanno la possibilità di farsi riconoscere le spese degli investimenti previsti per l’ammodernamento delle aziende in quanto il loro progetto non è in posizione finanziabile.
Per di più, molti di questi giovani, hanno già realizzato gli investimenti, spesso anche consistenti, e non hanno quindi potuto partecipare né al successivo bando “Pacchetto giovani”, né all’ultimo bando sull’operazione 4.1.1". Il presidente Allasia dunque sollecita l’assessore regionale a compiere un ulteriore sforzo affinché possano essere parzialmente utilizzate le economie finora maturate sulla misura 4 e, se queste ultime non dovessero risultare sufficienti, possano essere recuperate, attraverso opportune modifiche della tabella finanziaria del Psr, altre risorse non spese su misure che non hanno raccolto un sufficiente interesse da parte degli agricoltori o addirittura non sono state ancora aperte e quindi, con ogni probabilità, non potranno più esserlo sull’attuale programmazione. [F.R.]
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A tutto campo
Anche in provincia di Cuneo il biologico sta vivendo un buon momento
Biologico: il nuovo regolamento Ue annacqua la qualità CRITICHE DA CONFAGRICOLTURA SUL TESTO RELATIVO ALLA PRODUZIONE BIOLOGICA E ALL'ETICHETTATURA DEI PRODOTTI di Fabio Rubero
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o scorso 22 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il testo relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Il nuovo regolamento Reg. (UE) No 2018/848 in materia di agricoltura biologica, che abroga il precedente Reg. (CE) n. 834/2007, è entrato in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e si applicherà a decorrere dal 1° gennaio 2021. Si tratta di una notizia che riguarda da vicino gli agricoltori del nostro paese visto che in Italia sono 1.800 gli ettari dedicati al biologico, ovvero il 20% della superficie coltivata del nostro paese. Per via di un sostanziale abbassamento degli standard qualitativi che non può che nuocere alla qualità del prodotto finale, Confagricoltura si è detta sin da subito fermamente contraria all’applicazione del nuovo Regolamento “che annacqua la qualità della produzione agricola biologica italiana ed europea e che mette di fatto i produttori agricoli nella condizione di dover applicare i disciplinari privati della distribuzione e della trasformazione, oltre che le disposizioni del regolamento”. A Confagricoltura, in particolare, non piace il fatto che, sulla spinta dei Paesi del nord Europa, il regolamento permetta di coltivare i prodotti bio anche senza seminarli su terra, perdendo così la naturale difesa della
biodiversità, uno dei cardini dell’agricoltura biologica. Altrettanto grave è la possibilità di vendere prodotti biologici contaminati accidentalmente da pesticidi. Una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti del consumatore, secondo Confagricoltura: “Sono scelte che mettono in pericolo un settore in forte espansione, che avrebbe bisogno di una maggiore tutela, sia nei controlli, sia nelle regole di produzione”. L’Unione degli Agricoltori rincara la dose: “Voler fare agricoltura biologica a tutti i costi, annacquando le regole, rischia di snaturare un comparto che basa il suo operare su principi quali il rispetto dei cicli naturali di coltivazione e allevamento, la tutela della biodiversità del suolo, la valorizzazione di
specie antiche, il divieto assoluto di uso di pesticidi non organici, la coltivazione e l’allevamento di specie autoctone”. In mezzo a tutti questi aspetti negativi, qualcosa di positivo, secondo Confagricoltura c’è ed è la possibilità di conoscere l’origine delle materie prime e del prodotto attraverso l’etichetta. Per questo motivo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli invita i consumatori a leggere l’etichetta e a preferire i prodotti biologici italiani: “Una scelta che supporta la filiera nazionale che si sta impegnando a mantenere alta la qualità, migliorando le già avanzate norme di produzione biologica in vigore nel nostro Paese”. Anche in provincia di Cuneo il biologico sta vivendo un vero e proprio momento di grazia in virtù di un trend di costante crescita: “Il settore del biologico ha assunto notevole importanza per l’agricoltura cuneese e registra trend di crescita annuali dell’8% per quanto riguarda le aziende frutticole e di circa il 7% nel vitivinicolo - dichiara Graziano Giacosa, consigliere di Confagricoltura Cuneo -. Interessanti, poi, le opportunità che si registrano anche nel settore zootecnico, con carni e linee di prodotti caseari che rappresentano valide strade alternative per lo sviluppo e la diversificazione aziendale. Ciò detto, è tuttavia molto importante che l’approccio al biologico avvenga con l’adeguata convinzione e preparazione, facendo particolarmente attenzione alle condizioni pedoclimatiche, senza avvicinarsi al bio solo per le opportunità economiche che attualmente è in grado di offrire. Anche perché i costi di produzione sono notevoli e chi decide di intraprendere questa via si assume anche grossi rischi, soprattutto legati all’andamento climatico. Il biologico, infine, è una grande opportunità soprattutto per quei prodotti cuneesi di alta gamma, che sono sempre più richiesti da determinate fasce di consumatori, in Italia e all’estero”.
I N I TA L I A
Mercato in continua crescita I dati più recenti a nostra disposizione inerenti il mercato del biologico in Italia riguardano i primi mesi del 2017 nei quali le vendite del “food” hanno proseguito le loro performance di crescita che, già nel 2016, ne avevano visto aumentare i volumi del 20% rispetto all’anno precedente. Pur evidenziandosi una diminuzione del ritmo di crescita (“solo” +15,2%), dunque, il mercato del biologico continua ad aumentare e lo fa da ormai quasi un decennio. Dal 2010 ad oggi, infatti, la media delle vendite dei prodotti biologici è stata del 12,5%. In particolare, un vero e proprio “boom” è quello fatto registrare nel 2016 da vini e spumanti (+109,9% rispetto al 2015) e dalle carni fresche e trasformate (+85,1%). Quello del vino e dello spumante “bio”, soprattutto, è un mercato in crescita esponenziale poichè un settore ancora di nicchia ma con prospettive tutt’altro che modeste, anche in considerazione delle ingenti superfici vitate in conversione.
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Zootecnia
Taglio coda suini, arriva la check list CONFAGRICOLTURA SI È ATTIVATA PER SEGNALARE LE MOLTE DIFFICOLTÀ DEGLI ALLEVATORI NELL'IMPLEMENTARE LE PRESCRIZIONI COMUNITARIE di Silvia Agnello
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ull’applicazione di specifiche check list di controllo per il monitoraggio delle condizioni di benessere dei suini, le Regioni hanno chiarito che per il 2018 non è prevista alcuna misura prescrittiva né sanzione. Per ora si procederà unicamente ad una rilevazione dei dati per avere un quadro della situazione. Nei due anni successivi (2019 e 2020) i controlli valuteranno se è stata effettuata la valutazione del rischio, se questa risulta coerente con il manuale del CReNBA (Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale) e se sono stati apportati i miglioramenti previsti. Essenziale a questo punto, come è stato richiesto anche da Confagricoltura, è il rinvio ad un
atto normativo specifico che stabilisca l’obbligo della valutazione del rischio per tutti gli allevamenti, le tempistiche, le sanzioni e le modalità per la richiesta di deroga. La decisione di condurre quest’indagine sulla situazione italiana tramite lo strumento delle check list è seguita – lo ricordiamo – ai risultati negativi di un audit della Commissione europea. Sulla questione, con particolare riferimento al “taglio della coda”, Confagricoltura si è subito attivata presso il Ministero competente e, a livello comunitario, nell’ambito del Copa-Cogeca affinché venissero prese in considerazione le obiettive difficoltà degli allevatori nell’implementazione delle prescrizioni comunitarie.
D’altronde, il fatto che, tranne che nei Paesi scandinavi, il taglio coda continui ad essere una pratica diffusa in tutta Europa ne è una dimostrazione. Confagricoltura ha inoltre esposto la propria perplessità sull’ipotesi per cui evitare il taglio coda permetterebbe di posizionare sul mercato il prodotto a prezzi più vantaggiosi per il valore aggiunto di “maggior benessere animale”. Grazie anche al contributo di Confagricoltura, sulla questione delle check list sono stati prodotti e inviati al Ministero della Salute un documento di posizione generale e una lista di osservazioni. Si è ora in attesa di conoscere le azioni che saranno previste dal Ministero e le modalità attuative da parte delle autorità sanitarie regionali.
Suinetti in fase di allattamento
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Vitivinicoltura
Asti, i dati del Consorzio I PRIMI MESI DEL 2018 RACCONTANO DI VOLUMI STABILI, VENDITE IN CALO PER L'ASTI E INVARIATE PER IL MOSCATO di Fabio Rubero
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on la nuova vendemmia di Moscato d’Asti ed Asti DOCG è ormai alle porte, abbiamo contattato il Consorzio dell’Asti DOCG che ci ha fornito alcuni dati sull’andamento dei primi mesi di quest’anno e parlato di un
2018 che, in termini vendemmiali, si annuncia di buona qualità e quantità. Secondo il Consorzio, lo stato di maturazione e le fasi fenologiche portano, allo stato attuale, alla valutazione di un inizio di raccolta a inizio settembre di un 2018 che, nei primi sei mesi dell’anno, ha per ora però fornito risposte e segnali contrastanti per i due amati vini. I primi sei mesi dell’anno, che rappresentano il 40% della produzione totale, secondo i dati ufficiali forniti dal Consorzio, evidenziano una sostanziale parità con i volumi di fascette consegnate nello stesso periodo del 2017. Dal 1° gennaio al 30 giugno 2018 sono stati consegnati 21.500.000 contrasegni per bottiglie da 75 cl (+ 1.000.000 rispetto al 2017) di Asti e 16.200.000
(-1.000.000 rispetto al 2017) di Moscato d’Asti. Cresce dunque lo spumante a scapito del tappo raso. Analizzando invece i dati relativi alle vendite evinciamo che nei primi cinque mesi dell’anno l’Asti ha perso il 9% rispetto allo stesso periodo del 2017. Un dato su cui pesano molto il -23% delle esportazioni in Russia ed il -22% di quelle negli Stati Uniti d’America. In Europa, invece, si registra una sostanziale parità rispetto al 2017. Un mercato, quello europeo (Russia compresa), storicamente molto importante per l’Asti visto che rappresenta il 79% delle sue vendite. Fuori dall’Europa, invece, va bene il Moscato che, sempre rispetto ai dati dei primi cinque mesi del 2017, tiene sostanzialmente la sua quota di mercato negli Stati Uniti d’America (che rappresenta il 70% del suo mercato) e cresce del 25% sul mercato asiatico. Analizzando infine l’aspetto delle rese produttive, considerando che la scarsa vendemmia e l’incremento delle vendite del 2017 hanno determinato una considerevole riduzione delle giacenze, si può ipotizzare, nel caso in cui si mantenesse lo stesso numero di contrassegni consegnati nel periodo gennaio-agosto 2017, di trovarsi a fine agosto con uno stock pre-vendemmia decisamente meno corposo rispetto al 2017: 290mila ettolitri contro i 430mila dell'anno scorso.
I N I Z I AT I VA B 2 B I N C O N F A G R I C O LT U R A
Tre aziende cuneesi del vino hanno incontrato a Roma buyers del Centro-Nord America C’erano anche tre aziende vitivinicole cuneesi, Cascina Lasagna di Cozzo Mario di Dogliani, Azienda Agricola Soria Matteo di Castiglione Tinella e Cascina Piccaluga di Alba, tra le protagoniste della due giorni di incontri B2B con operatori provenienti da Stati Uniti, Canada (Quebec e Ontario) e Messico che si è svolta a Roma, presso la sede della Confagricoltura a Palazzo della Valle. L’incontro, organizzato da Confagricoltura attraverso il Consorzio Confagri Promotion, è dedicato ai mercati interessati al vino italiano per offrire nuove opportunità commerciali. Gli Stati Uniti sono un Paese con cui l’Italia vanta ottimi rapporti commerciali che, negli ultimi
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anni, si sono rafforzati. Gli Americani hanno una buona cultura del vino e consumi in crescita costante, grazie all’ampiezza della popolazione e all’elevato potere di acquisto dei consumatori. In Canada il consumo di bottiglie tricolore continua a crescere. L’Italia è diventata il terzo fornitore di vino, dopo USA e Francia. Il 41% del vino italiano è diretto in Quebec ($189 milioni) e il 34% in Ontario ($160 milioni). In Messico, nell’ultimo decennio, si è registrato un +8/10% di incremento annuo sul consumo di vino. Le maggiori aree di consumo (75%) sono: Città del Messico, Monterrey, Guadalajara, Queretaro, Cancun e Playa del Carmen.
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ono stati resi noti i primi dati sull’esito delle istanze per l’impianto dei nuovi vigneti. Seppur non ancora definitivi, raccontano di una situazione italiana sbilanciata: su 6.500 ettari a disposizione, le richieste sono arrivate a 63.561 ettari, confermando il trend esplosivo, in talune regioni, delle due campagne precedenti. Anche il Piemonte sfora in modo evidente e rispetto all’equilibrio del 2016 e 2017, passa ad eccedere di quasi il 60%. Infatti sono stati richiesti 1.076 ettari con 1.037 domande, con una quota di 463 ettari disponibile. Un segno evidente di una positiva dinamicità del settore, con crescente interesse all’ampliamento della superficie vitata, seppur senza stravolgimenti eccessivi, considerato che la media è poco più di un ettaro per domanda. Nei casi di eccedenza di domande rispetto alla disponibilità, secondo le disposizioni regionali, verrà applicato il meccanismo pro-rata con clausola di salvaguardia al rilascio minimo di 0,5 ettari. In attesa della graduatoria, stilata dalla Regione, si può già immaginare che rispetto alle domande iniziali l’assegnazione si fermerà al 43%. “Per la prima volta da quando c’è un nuovo sistema di autorizzazioni il Piemonte va a
Nuovi vigneti: boom di richieste RESI NOTI I PRIMI DATI DELLE ISTANZE PER L'IMPIANTO: IN PIEMONTE RICHIESTI 1.076 ETTARI CON 1.037 DOMANDE di Gilberto Manfrin
domandare una superficie superiore all’1% consentito, un dato significativo – commenta Gianluca Demaria, presidente della sezione vini rossi di Confagricoltura Cuneo -. La certezza su quali saranno i vitigni impiantati non l’abbiamo, ma la sensazione è che vi sia all’orizzonte un aumento della richiesta di impianti di Nebbiolo e in particolare dei vitigni che andrebbero a produrre ‘metodo classico’, come Pinot nero e Chardonnay. Detto questo, è positivo il fatto che il Piemonte abbia chiesto più superficie del concesso, ma non abbassiamo la guardia sull’impegno, che deve essere costante, per valorizzare e promuovere il nostro prodotto in vista di un possibile futuro aumento della produzione”.
In caso di accoglimento per una superfice inferiore al 50% della propria richiesta, il produttore ha 30 giorni di tempo per rinunciare senza incorrere in sanzioni. Altresì, nel caso l'assegnazione sia superiore al 50% della superficie richiesta o nel caso non si rinunci all’assegnazione, si ha l'obbligo di impiantare entro 3 anni. Confagricoltura ricorda infine, per evitare fenomeni elusivi, che il decreto ministeriale prevede che la superficie deve essere realizzata nella stessa regione in cui è stata presentata domanda, anche se il produttore dispone di superfici agricole libere in più regioni e che l’impianto dovrà essere mantenuto almeno 5 anni, altrimenti l’estirpazione non darà origine ad un’autorizzazione al reimpianto.
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Confagricoltura news
Le fattorie didattiche possono accogliere scolaresche, gruppi e famiglie interessati al mondo rurale
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omplice una vita sempre più cittadina, sta crescendo l’interesse per conoscere da vicino il mondo rurale, gli animali che animano un'azienda agricola, i ritmi che scandiscono la vita al suo interno, le professionalità che la compongono e la lavorazione dei prodotti tipici. Sono le fattorie didattiche, aziende agricole attrezzate e preparate per accogliere scolaresche, gruppi, famiglie e tutti coloro che intendono approfondire la conoscenza del mondo rurale. Per essere riconosciuti come fattorie didattiche, però, è necessario entrare a far parte di un apposito elenco istituito dalla Regione Piemonte. Queste strutture offrono l’opportunità di conoscere l’attività agricola e il ciclo degli alimenti, la vita animale e vegetale, i mestieri e il ruolo sociale degli agricoltori, per educare al consumo consapevole ed al rispetto dell’ambiente. Una proposta educativa che nasce quindi dalla possibilità di conoscere l’agricoltura intesa come attività economica, tecnologica e culturale, di allevamento e di produzione di beni e servizi in equilibrio con i cicli della natura e dell’ambiente. Gli imprenditori agricoli e le loro famiglie rivestono il ruolo di esperti, trasferendo ai ragazzi le proprie conoscenze ed esperienze del mondo contadino e delle sue attività, la coltivazione della terra, l’allevamento degli animali, ma anche l’origine degli alimenti, i loro sapori, la loro stagionalità, senza dimenticare il territorio con le sue ricchezze ambientali e culturali. L’iscrizione delle aziende nell’elenco è subordinata, oltre alla verifica del possesso di tutti i requisiti, alla frequenza di un corso formativo di base (DGR 1 – 11456 del 25 maggio 2009). Proprio per soddisfare questo criterio, Confagricoltura Cuneo sta organizzando un corso propedeutico all’ottenimento
A P P U N TA M E N T O E U R O P E O
A Bruxelles l'assemblea di Confagricoltura nazionale Si è svolta mercoledì 11 luglio a Bruxelles, presso la “Bibliothèque Solvay” (Leopold Park, Rue Belliard 137), l'assemblea annuale di Confagricoltura nazionale dal titolo "Coltiviamo l'Italia". Una scelta dettata dalla consapevolezza che l’Unione europea stia per adottare decisioni che potrebbero incidere profondamente sull’economia agricola del nostro Paese e dall’esigenza di porre in evidenza l’importanza di questi temi per il nostro futuro. I lavori si sono aperti con la relazione del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Nell’occasione sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Gian Marco Centinaio, il commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan e l'europarlamentare cuneese Alberto Cirio. Approfondimenti sui temi discussi nel momento assembleare saranno ripresi su "L'Agricoltore cuneese".
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Diventare una fattoria didattica A DICEMBRE CORSO A NUMERO CHIUSO IN CONFAGRICOLTURA GIÀ APERTE LE ISCRIZIONI di Ilaria Blangetti
della qualifica di operatore di fattoria didattica. Le iscrizioni al corso, che partirà a dicembre, sono già aperte. Il corso sarà a numero chiuso, a frequenza obbligatoria, e prevede 60 ore di lezione itineranti, che si svolgeranno in parte nella sede provinciale di Confagricoltura a Cuneo in via Bruno Caccia e in parte negli uffici di Alba, in piazza Prunotto 5. Tanti gli argomenti trattati, come l’agricoltura sostenibile e le politiche agricole comunitarie; l’accoglienza, la comunicazione e la pedagogia “del fare” in fattoria; la sicurezza igienico-sanitaria; la costruzione del progetto educativo in fattoria; il rapporto con il territorio; ma anche gli aspetti normativi, assicurativi e fiscali per la fattoria didattica e la costruzione dell’immagine aziendale. Per informazioni e iscrizioni è possibile rivolgersi al numero 0171/692143 o scrivere a f.dalmasso@confagricolturacuneo.it.
FIERA DEL MARRONE
È tempo di iscrizioni Confagricoltura sarà presente anche quest’anno alla 20esima Fiera Nazionale del Marrone, che si terrà a Cuneo dal 19 al 21 ottobre 2018. Le aziende associate possono partecipare usufruendo di particolari promozioni sulle tariffe di acquisto degli spazi. Gli stand di Confagricoltura dedicati alla vendita dei prodotti saranno posizionati in Piazza Galimberti. Le aziende interessate alla somministrazione, invece, verranno collocate in Piazza Virginio. Per informazioni contattare Francesca Dalmasso (f.dalmasso@confagricuneo.it – 0171/692143 – int.5).
ANGA, qui nasce il futuro INTERVISTA AD ALBERTO GIORDANO, PRESIDENTE USCENTE DEL GRUPPO GIOVANI di Ilaria Blangetti
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giovani portano avanti le tradizioni, ma aprono il mondo dell’agricoltura ai cambiamenti”. Alberto Giordano, frutticoltore di Costigliole Saluzzo, presidente uscente dell’Anga Cuneo, sintetizza così l’importanza dei giovani in agricoltura. A settembre verrà nominato un nuovo presidente e Giordano non potrà essere rieletto per limiti d’età (non si deve superare la soglia dei 40 anni). Intanto, a livello nazionale, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli ha appena compiuto 60 anni. L’anniversario è stato festeggiato a Roma con il convegno dei quadri dirigenti che ha riunito 200 persone. L’Anga, nata nel 1958, conta oggi 12 mila imprenditori agricoli under 40 e rappresenta un punto di riferimento per i giovani del settore.
Alberto GIORDANO Presidente uscente dell'Anga di Cuneo
Qual è l’importanza di un’associazione come l'ANGA? “I giovani sono più predisposti ai cambiamenti, hanno voglia di aprirsi e sperimentare, pur portando avanti le tradizioni. Coinvolgere i giovani è importantissimo perché sono loro che rappresentano l’agricoltura del futuro”. Quali compiti svolge a livello provinciale? “A livello locale permette di mettere insieme delle idee, condividere i problemi, cercare delle possibili soluzioni, formulare delle proposte, oltre a favorire i cambiamenti. Insomma un modo per fare massa critica e affrontare le questioni che ci riguardano. Inoltre agevoliamo viaggi studio all’estero e in Italia, gemellaggi utili a conoscere
attività emergenti del settore, novità nelle produzioni e altre metodologie di lavoro. Tutte iniziative importanti per ampliare i nostri orizzonti”. Come sono stati questi anni da presidente dell’Anga? “Il mio è un bilancio positivo sia da un punto di vista personale che di associazione. A livello locale abbiamo affrontato molte problematiche, come quelle di mercato, con l’obiettivo di confrontarci e avanzare soluzioni. In questi anni sento di essermi arricchito e di aver condiviso importanti esperienze, cercando di coinvolgere sempre i giovani. Il tutto grazie anche al lavoro di tutto il direttivo ed alle collaborazioni con i vari settori”. Cosa si sente di dire al nuovo presidente che sarà eletto a settembre? “Al nuovo presidente auguro di trovarsi bene come mi sono trovato io e di essere pronto a cogliere le sfide del futuro che si presenteranno al mondo dell’agricoltura. Ci sono importanti problematiche da affrontare: dai mercati, alle produzioni, all’aggiornamento delle normative, fino alla necessità di favorire il ritorno dei giovani in agricoltura. Ci sono molte questioni su cui è necessario lavorare”.
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Prelibatezze tra vigneti di Moscato A COSSANO BELBO È ATTIVO DAL 1995 L'AGRITURISMO SAN BOVO DI ALDO CHIRIOTTI CHE PORTA A TAVOLA LA PASSIONE PER LA QUALITÀ di Paolo Ragazzo
S
tupire il palato di italiani e stranieri colpendoli con le specialità della cucina della valle Belbo, accogliendoli in una struttura ricettiva storica posta su un’altura e immersa nei filari di Moscato a due passi da Cossano. È la ricetta con cui l’agriturismo San Bovo di Aldo Chiriotti da 23 anni conquista consensi tra i visitatori di questo angolo di provincia di Cuneo in grado di catturare l’occhio con l’ordine dei vigneti curati dall’uomo e lo spirito con il selvaggio dei
tanti boschi che ancora popolano quest’area. “Ho iniziato il 25 maggio 1995, ricordo quel giorno – racconta Chiriotti – la struttura era già questa e la gestivamo con tutta la famiglia. Inizialmente facevamo solo ristorazione, le camere sono sorte solo in un secondo tempo. Siamo stati noi ad aprire il primo agriturismo di Cossano”. Già, perché di cose ne sono cambiate molte da quel giorno e ora la struttura, aperta tutto
l’anno tranne un mesetto in inverno, conta cinque camere e un appartamento per un totale di dodici posti letto. Il tutto gestito da Aldo con la sorella Giovanna e la nipote Daniela. “In questo posto c’è la mia vita, qui sono nato e ho vissuto – riprende il titolare – e adesso continuo ad investirvi per rendere la struttura sempre più accogliente e confortevole per i turisti che vi arrivano alla ricerca di un po’ di tranquillità e buona cucina”.
Sopra: il cartello che accoglie i visitatori e una sala interna Sotto: l'ingresso dell'agriturismo San Bovo che dispone di cinque camere e un appartamento
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TRA AGRITURISMO, VIGNETI E MATERIE PRIME DI QUALITÀ Negli anni infatti le evoluzioni sono state notevoli e anche l’attività si è allargata tanto da riuscire a fornire servizi di catering per cerimonie private o ospitare direttamente all’agriturismo matrimoni anche fino a 170 invitati. “Non posso nascondere che unire i servizi dell’agriturismo alla gestione di eventi sia estremamente impegnativo, perché richiede molta organizzazione e cura di ogni dettaglio, ma è la passione per quello che faccio che mi dà la spinta per continuare”, confessa Aldo Chiriotti, che tra le varie attività di cui occuparsi intende anche la conduzione di tutta la parte agricola dell’azienda. Sono oltre sette, infatti, gli ettari di vigneto per il 95% di moscato e la restante parte di dolcetto e pinot nero, i cui grappoli una volta raccolti vengono trasformati dalla cantina sociale di Santo Stefano Belbo nei vini che accompagnano i pasti all’agriturismo San Bovo. Anche le materie prime lavorate in cucina arrivano in buona parte dall’orto dell’agriturismo o da aziende selezionate della zona, per riuscire a fornire sempre un’offerta al top. “Il segreto è non abbassare mai
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Le nostre aziende
La spettacolare veduta su vigneti di Moscato, la nuovissima "Dimora Il Capriolo" e Aldo Chiriotti tra i tecnici Antonio Marino e Luca Maggiorotto
la qualità dei piatti che porti in tavola – spiega Chiriotti -, è la forma di promozione più duratura ed efficace che conosca, perché capace di innescare un passa parola positivo. I nostri piatti forti sono dei ravioli del plin rigorosamente fatti a mano, ma di dimensioni molto più piccole rispetto a quelli che si è abituati a trovare altrove, oppure dei tajarin finissimi o un guanciotto di maiale brasato al moscato, oltre a molti altre tipicità della tradizione. In generale, soprattutto gli stranieri richiedono espressamente specialità del posto, non si scappa!”. TERRITORIO SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE E NUOVE SFIDE Anche all’agriturismo San Bovo, da qualche anno l’in-
ternazionalità è cresciuta notevolmente, come in tutta l’area, grazie soprattutto ai benefici, diretti e indiretti, del riconoscimento Unesco che sta attirando sulle colline dei vini piemontesi l’interesse di migliaia di visitatori da ogni parte del mondo. Di recente, poi, l’intraprendenza dell’imprenditore cossanese ha dato vita a una nuova avventura turistico ricettiva a pochi chilometri di distanza da Cossano, a Loazzolo nell’Astigiano, dove ha sede la struttura “Dimora Il Capriolo”: una splendida villa di 800 mq, con mini appartamenti e piscina, completamente risistemata in un contesto di totale relax. Una possibilità in più che tuttavia carica sulle spalle di Aldo Chiriotti nuova responsabilità e impegno: “Io sono conta-
dino e figlio di contadini, un autodidatta che ha ‘assorbito’ soprattutto da sua mamma tutto il possibile – spiega –; questo è il mio mondo e la mia passione. Non è tuttavia facile: è un lavoro che devi amare perché ti richiede enormi sacrifici, specie di questi tempi, con una burocrazia talmente asfissiante che a volte ti fa venire voglia di mollare tutto”. Ma basta sporgersi da una delle stanze dell’agriturismo San Bovo e gettare lo sguardo sulla distesa di vigneti sottostanti o sulla chiesetta posta proprio sul confine della proprietà per capire perché nessuna incombenza, per pesante e fastidiosa che sia, riuscirà a spegnere la voglia di promuovere le tradizioni agricole di questi incantevoli posti.
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I NOSTRI
Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - provinciale@confagricuneo.it
UFFICI
PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona.
Orari estivi degli uffici
Dal 1° luglio al 30 settembre 2018 ZONA DI CUNEO
Cuneo
Via Caccia, 4-6-8 Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 cuneo@confagricoltura.it
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Via IV Novembre, 20 - (c/o Geom. Garbarino) Tel. 0171.918182
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Viale Vittorio Veneto, 17/F Tel. e Fax 0174.42071 mondovi@confagricuneo.it
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Via Torino, 40 Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 saluzzo@confagricuneo.it
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C.so C. Battisti, 8 (c/o Ass. Generali) Tel. 0175.392733
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Via San Giovanni, 8 - (c/o Centro Anziani)
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Via Togliatti, 16 Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 savigliano@confagricuneo.it P.zza C. Alberto, 5 (c/o SAI Ass.) Tel. 0172.85253
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UFFICIO DI FOSSANO
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Informazione redazionale • è indistruttibile: i fili della gabbia sono in acciaio ad alto resistenziale ed è stato ampiamente testato.
UN PRODOTTO DISTRIBUITO IN CINQUE CONTINENTI, USATO DA 50.000 CLIENTI E CHE VANTA SEI BREVETTI
Roll-in: raccogliere non è mai stato così semplice L'AZIENDA Un’azienda italiana giovane ma già consolidata. Nasce dall’unione di più realtà: ci sono 30 anni di esperienza nella coltivazione della noce da frutto, una lunga esperienza di produzione nel mondo automotive e 35 anni nella distribuzione di articoli di giardinaggio. Nel 2013 roll-in nasce per progettare, sviluppare e vendere un unico prodotto, il roll-in, un cestello rotante per raccogliere oggetti tondeggianti da terra senza doversi chinare. I primi modelli sono stati sviluppati per l’agricoltura, in particolare per le noci e le nocciole. Grazie al successo di questo prodotto semplice ma geniale, oggi si è arrivati ad avere tre linee di prodotto: roll-in agricoltura, roll-in sport e multiplanter. L’esperienza acquisita negli utensili da giardinaggio e nel mondo dello sport ha portato roll-in a sviluppare prodotti su commessa, dal mondo del tennis all’orticoltura. Collaboriamo con partner internazionali per sviluppare cose sempre semplici, ma sorprendenti.
nei 5 continenti. Segnalato all’EIMA 2014, roll-in è stato oggetto di studio da parte di ricercatori dell’Università di Padova che ne hanno testato l’utilizzo, la resistenza e l’ergonomia. I vantaggi sono tali da consigliarlo come alternativa alla raccolta automatizzata in molti casi. I vantaggi di roll-in sono molteplici: • è leggero (con solo 800g, roll-in medium ha una capacità di 6,5 litri); • ha lo “scarico facile”: un doppio sistema di apertura per svuotarlo in pochi secondi; • accetta i più comuni manici di legno presenti sul mercato;
I TRE MODELLI ROLL-IN SMALL Adatto a raccogliere oggetti di diametro superiore ai 10mm quali olive, nocciole, mandorle, ghiande e altri piccoli frutti. Una capacità di raccolta che va dai 20 ai 45 kg/h. Nel caso dei noccioleti, roll-in small è adatto sia per impianti giovani (in cui la raccolta a macchina risulta più dispendiosa) che per impianti già strutturati (per la seconda raccolta). Nelle Langhe e nel Viterbese, zone principalmente dedicate alla nocciola, è già utilizzato con successo da diversi anni. ROLL-IN MEDIUM Adatto a raccogliere oggetti di diametro superiore ai 20mm. Ideale per noci, castagne e prugne. Il cestello è di 6,5 litri e la produttività è di circa 25/60kg/h. L’uso di roll-in medium è consigliato a fine stagione, quando si vuole raccogliere la frutta caduta a terra. In questo modo si previene la presenza di roditori e si valorizza la frutta di scarto - altrimenti persa - in quanto riduce fortemente i costi della stessa. Molto diffuso in Veneto per le noci e nelle Orobie per le castagne. ROLL-IN LARGE Il modello più grande della gamma, raccoglie oggetti con diametro superiore ai 30mm quali mele, arance e limoni. Il cestello ha una capacità di 9,5 litri e pesa solo 920g, la produttività è di circa 150/300 kg/h. Un prodotto leggero e maneggevole con un altissimo grado di produttività. In Alto Adige viene utilizzato a supporto della raccolta delle mele da industria. Tanti sono anche i casi di privati che acquistano roll-in large per tenere pulito il giardino dai frutti caduti a terra.
Le tre tipologie di roll-in a confronto
IL PRODOTTO Roll-in è un prodotto innovativo, 6 brevetti concessi e registrati in molti stati in un solo concept e oltre 50.000 clienti soddisfatti L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2018
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Il mercatino dell'agricoltore
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Tagliando da ritagliare e inviare via fax allo 0171.698629, spedire in busta chiusa a: Autorivari, c.so IV Novembre, 8 - 12100 - CN o inviare una e-mail a: upa@autorivari.com Il sottoscritto ....................................................................................... residente a ................................................................................................................................. in via ............................................................................ Tel. / Cell. ................................................. Tessera Confagricoltura Cuneo n° ................................................. Chiede che venga pubblicata gratuitamente la seguente inserzione: ...................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................ ................................................. Il sottoscritto si impegna altresì ad informare la redazione del giornale qualora l’inserzione sia stata soddisfatta. Il sottoscritto autorizza infine il trattamento dei propri dati personali secondo quanto disposto dalla legge 196/2003.
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v 349 8258417
Stupenda 40enne, lunghi capelli castani, occhi verdi, formosa nei punti giusti, affascinante, commercia sementi e mangimi, aggraziata, buon carattere, ama le cose semplici come i fiori, e gli animali, ha l’hobby del giardinaggio, incontrerebbe un uomo corretto, sincero, non importa se più maturo, per una vita felice e serena.
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v 347 4548150
v 348 4413805
v 346 4782069
v 345 2535391
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Impianti di sub-irrigazione à t i v o N presto disponibili IMPIANTI PER FERTIRRIGARE CON DIGESSATO
DI COSA SI TRATTA? L’impianto di sub-irrigazione studiato avrà come obiettivo quello di irrigare appezzamenti territoriali suddivisi in blocchi, prevalentemente coltivati a mais ma con rotazione colturale con erba medica e grano. L’impianto di irrigazione studiato viene definito “a goccia” in sub-irrigazione. Questa tipologia impiantistica permette di irrigare gli appezzamenti avvalendosi di pressioni di esercizio contenute (dell’ordine di 1.5 bar), in ottica di sviluppare un impianto energeticamente volto al risparmio. Viene previsto l’utilizzo di un ala gocciolante auto compensante NETAFIM DRIPNET PC AS, adatta all’interramento, con le seguenti caratteristiche:
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Il sistema “a goccia” garantisce un risparmio idrico legato alle minori perdite per aspersione ed evaporazione delle acque, permettendo di raggiungere livelli di uniformità ed omogeneità irrigua molto maggiori rispetto ai tradizionali metodi di irrigazione, quali lo scorrimento, permettendo di incrementare la produzione/ettaro grazie ad una migliore qualità di irrigazione sulla pianta. Gestione di impianti a basso consumo energetico, in ottica di sfruttare una pompa di piccole dimensioni per irrigare diversi ettari, risparmiando energia (KW elettrici e/o gasolio) ed agevolando la procedura di irrigazione (possibilità di gestione dell’impianto di irrigazione a livello automatico con l’ausilio di elettrovalvole e centralina di programmazione, anche da remoto via web).
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