POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVI - N. 09•2018 - DICEMBRE 2018 - CONTIENE I.P.
N. 09 • 2018 U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A confronto con il ministro Centinaio
A G R I C O L T O R I
Peste suina: vanno contenuti i cinghiali
Nuovi costi con la fatturazione elettronica
ADVANCED TECHNOLOGY.
Sommario
Silenzio assordante sulla fatturazione elettronica Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo
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L’Agricoltore cuneese
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li ultimi dodici mesi per l'agricoltura cuneese sono stati contrassegnati da produzioni sostanzialmente buone e, sul finire del 2018, sono da segnalare evoluzioni positive sia sul Psr che sulle assicurazioni agevolate, così come a novembre sono stati erogati gli anticipi Pac. Ingredienti per trascorrere un Natale più sereno? Forse sì, ma peccato che, dopo Capodanno, il 2019 si aprirà con l'assurdo obbligo della fatturazione elettronica. Un'ulteriore incombenza per le imprese agricole che in termini di CO IL LTIV burocrazia si tradurrà in molti giorni di lavoro sottratti alle attività aziendali FU IA TU MO e in un aggravio di costi non indifferente. Il tutto nel silenzio assordante RO di molti, ma non di Confagricoltura Cuneo, che ha apertamente criticato quest'obbligo (come si può leggere anche tra le pagine di questo nuCun eo mero del giornale), e chiede al Governo, così sensibile ai temi della semplificazione, di intervenire perchè le nostre aziende non possono tollerare questo nuovo aggravio burocratico. Se da un lato si toglie il Sistri, dall'altro non si può È in distribuzione presso gli uffici di mantenere la fatturazione elettronica così com'è. Non crediamo sia questo il Confagricoltura Cuneo il calendario di modo migliore di combattere l'evasione fiscale e non vorremmo, anzi, che si campagna 2019. producesse l'effetto contrario. gric
Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 E-mail: upa@autorivari.com
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La Confagricoltura di Cuneo augura ai suoi associati e ai loro cari i più sinceri auguri di buon Natale e felice anno nuovo.
Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 12 - Fossano Tel. 0172/695897 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 13/12/2018 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
APERTO IL MERCOLEDÌ DALLE 9 ALLE 12
L'ufficio di Ceva si sposta in via Consolata 13 Da gennaio 2019 l'ufficio recapito di Confagricoltura a Ceva si trasferirà in via Consolata 13 e sarà aperto al pubblico tutti i mercoledì, dalle 9 alle 12. Per informazioni: 335/6653940 - mondovi@ confagricuneo.it.
IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO Tav: un "sì" per lo sviluppo del Paese 4 L'autostrada Asti-Cuneo va finita 4 A confronto con il ministro Centinaio 5 Nel 2019 serve un cambio di marcia 6 DANNI DA FAUNA Peste suina, vanno contenuti i cinghiali 8 Rimborso totale dei costi per difendersi dai lupi 8 IL CASO Fattura elettronica: non può funzionare 12
VITIVINICOLTURA L'Asti guarda con fiducia al nuovo anno L'Alta Langa a quota 1,3 milioni di bottiglie ZOOTECNIA Il bue è sempre più protagonista Latte, si cercano strade alternative FRUTTICOLTURA Mele, nuovi mercati cercasi LE NOSTRE AZIENDE Via dalla città per amore della Langa
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In primo piano
Tav: un "sì" per lo sviluppo del Paese CONFAGRICOLTURA PIEMONTE E CUNEO IN PRIMA LINEA A ROMA E A TORINO PER RIAFFERMARE IL RUOLO NEVRALGICO DELLE INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO
Sopra: la stretta di mano tra Enrico Allasia e il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi A lato: la delegazione di Confagricoltura Cuneo alla manifestazione di Torino in favore della Tav
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on siamo merce di scambio politica e abbiamo necessità di un'infrastruttura che crei economia per tutto il Paese", con queste parole Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, ai microfoni della trasmissione "Porta a Porta" di Bruno Vespa ha commentato l'esito dell'incontro a cui ha partecipato, unico esponente del mondo agricolo piemontese, mercoledì 5 dicembre a Roma con il premier Giuseppe Conte, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli e il viceministro all’Economia Laura Castelli. A Palazzo Chigi è stata infatti
ricevuta una delegazione di 13 rappresentanti del mondo dell’industria, dell’imprenditoria, delle professioni e dei sindacati piemontesi favorevoli al completamento della Tav. "L'incontro ha dimostrato l’ulteriore volontà del Governo di dilazionare il proseguimento dei lavori relativi alla realizzazione della TAV Torino Lione. Si tratta di un atteggiamento che va contro gli interessi del mondo della produzione e del lavoro”, si legge nella nota diffusa dai delegati presenti a Roma. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti domenica 9 dicembre ha poi partecipato all’incontro con il vicepremier Matteo Salvini ed il sottosegretario Gian-
L ' E T E R N A I N C O M P I U TA D E L L A G R A N D A
L'autostrada Asti-Cuneo va finita Venerdì 16 novembre, la Confagricoltura di Cuneo, rappresentata dal segetario della zona di Cuneo, Adriano Rosso (foto), ha partecipato alla manifestazione organizzata dall'Associazione “Langhe Roero, Tavolo delle Autonomie per il Territorio” a Cuneo davanti alla Prefettura per sollecitare la ripartenza dei lavori e il completamento dell'autostrada Asti-Cuneo. Alla presenza di circa 150 tra sindaci, politici e rappresentanti di categoria e di alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria cuneesi è stato sottolineato il carattere trasversale della manifestazione: non una protesta contro il governo – poiché la vicenda è ultraventennale e le responsabilità diffuse – ma per il territorio. Mancano soltanto 9 chilometri per completare l'A33, si tratta del lotto 2.6 tra Roddi e Cherasco. Dopo gli interventi dei sindaci maggiormente coinvolti dall'opera e dei rappresentanti delle Istituzioni, una delegazione ha consegnato al Prefetto di Cuneo, Giovanni Russo, e al vice prefetto vicario, Maria Antonietta Bambagiotti, un documento in cui si richiede l'avvio immediato dell'iter per il completamento dell'autostrada, e la lettera inviata al ministro Toninelli già mesi fa in merito ai problemi infrastrutturali del Piemonte.
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carlo Giorgetti al Viminale, insieme ai presidenti delle principali associazioni imprenditoriali, per ribadire il sì alla Tav, la necessità di rilanciare le infrastrutture e riaffermare le istanze delle imprese. “Come Confagricoltura auspichiamo che nella prossima manovra venga posta una maggiore attenzione al tema degli investimenti - ha sottolineato Massimiliano Giansanti -. Abbiamo bisogno di politiche di strategia di lungo termine per un settore, come quello agricolo, che dovrebbe essere posto tra le priorità delle scelte economiche del nostro Paese". Durante la grande crisi degli anni passati, la crescita delle esportazioni ha evitato al
Paese una fase recessiva ancora più dura in termini sociali ed economici. L’export agroalimentare, che si attesta sui 40 miliardi di euro l’anno, è raddoppiato in valore nel trascorso decennio. “Eppure in taluni casi - ha sottolineato dobbiamo utilizzare i porti e gli aeroporti nord-europei per far arrivare i nostri prodotti sui mercati di tutto il mondo. E questo limita la nostra competitività. Le nostre imprese pagano un costo per l’energia che supera del 30 per cento quello dei nostri più diretti concorrenti. C'è poi il costo del lavoro, tra i più elevati d'Europa, a causa della alta incidenza fiscale e contributiva. Senza dimenticare il recupero di efficienza della pubblica amministrazione".
A confronto con il ministro Centinaio
CONFAGRICOLTURA CUNEO ALL'EVENTO DI TORINO Questi due incontri hanno seguito di qualche giorno la manifestazione, che lunedì 3 dicembre alle Ogr di Torino ha riunito circa 2.500 imprenditori, tra cui anche un’ampia delegazione di Confagricoltura Cuneo, con rappresentanze da tutte le sedi della provincia, guidate dal direttore Roberto Abellonio. A portare alla platea il pensiero di Confagricoltura è stato il presidente nazionale, Massimiliano Giansanti: “L’agricoltura italiana ha bisogno di un sistema infrastrutturale moderno ed efficiente, che garantisca la piena mobilità di persone e merci e l’accessibilità all’Europa di tutte le aree del territorio nazionale, rendendo il Paese competitivo sui mercati internazionali”. Nell’Europa a 28 l’Italia è al 21° posto per quanto riguarda le strutture portuali e aeroportuali, al 19° per quelle ferroviarie, al 18° per la rete stradale. E la copertura internet interessa solo il 77% del territorio, contro una media europea dell’82%. Negli ultimi 10 anni gli investimenti infrastrutturali in Italia sono calati in maniera costante. Nel 2007 ammontavano a 13,66 miliardi di euro, nel 2010 a 3,39 miliardi di euro, nel 2015 a 5,15 miliardi di euro; mentre la Germania, sempre nello stesso anno, era a 11,69 miliardi di euro, la Francia a 10,01 miliardi di euro e l’UK a 9,07 miliardi di euro. “In questo contesto va ricordato che le quattro regioni del Nord d’Italia contribuiscono per il 62% al Prodotto interno lordo dell’agricoltura”, ha concluso Giansanti. [P.R.]
na delegazione di dirigenti di Confagricoltura Cuneo, con i responsabili degli uffici di zona dell'organizzazione, ha ricevuto sabato 24 novembre la visita del ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio, accompagnato dai parlamentari cuneesi Giorgio Bergesio e Flavio Gastaldi. Ad accogliere il ministro, nella sede zonale della Confagricoltura di Alba, sono stati il presidente provinciale e regionale di Confagricoltura Enrico Allasia e il direttore di Cuneo Roberto Abellonio. Al ministro, il presidente Enrico Allasia ha illustrato la situazione del settore primario sul territorio, soffermandosi sulle criticità aperte: dalla difesa dei redditi agricoli al problema dei selvatici, dalla necessità di interventi per fronteggiare il dissesto idrogeologico alla lotta al cambiamento climatico. In particolare Confagricoltura Cuneo si è concentrata sulla sindrome della moria del kiwi. “Ad oggi per il Piemonte – hanno chiarito i rappresentanti dell'organizzazione - si può stimare una perdita di produzione di actinidia di circa 15-20mila tonnellate e un danno economico al comparto frutticolo di circa 20 milioni di euro all’anno. Inoltre, negli ultimi 2 mesi, i frutticoltori cuneesi sono stati costretti ad estirpare oltre 400 ettari di impianti di actinidia, molti dei quali nel pieno dell’età produttiva”. Secondo Confagricoltura, il ragguardevole danno economico dovuto alla perdita di produzione e agli estirpi, unito alla mancanza di una risposta scientifica adeguata e all’assenza di appropriati metodi di lotta alla patologia, indirizza i frutticultori verso l’impianto di altre varietà frutticole, soprattutto mele, che in un futuro prossimo
NELL'INCONTRO SVOLTOSI NELLA SEDE ZONALE DI ALBA SI È PARLATO DI REDDITI AGRICOLI, FAUNA SELVATICA, DISSESTO IDROGEOLOGICO E DELLA MORIA DEI KIWI di Gilberto Manfrin
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tenderanno a saturare un mercato che già oggi si presenta in equilibrio precario. Confagricoltura Cuneo, con il presidente di sezione Corilicola Aldo Gavuzzo, ha illustrato al ministro la diffusione sempre più preoccupante della cimice asiatica, un insetto alieno che sta causando notevoli problemi alle coltivazioni, in particolare al nocciolo. “Al ministro - dichiara il presidente Enrico Allasia - abbiamo chiesto di agevolare l’iter autorizzativo per rendere possibile anche in Italia l’impiego dell’insetto antagonista della cimice (il Trisolcus Halyomorphae, ndr) già nella prossima stagione, per contrastare il parassita in modo biologico, favorendo la messa in campo di una rete di sperimentazioni e monitoraggi diffusi nelle varie aree del Paese”. Il ministro Centinaio, che ha mostrato attenzione nei confronti delle richieste espresse da Confagricoltura, ha assicurato l’impegno del governo a intervenire per favorire la difesa delle nostre produzioni, coinvolgendo i ricercatori del Crea e attivando una serie di sperimentazioni per contribuire a difendere e a valorizzare le migliori eccellenze agroalimentari di cui il Piemonte è particolarmente ricco.
IL PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA CUNEO ENRICO ALLASIA HA ILLUSTRATO LA SITUAZIONE DEL SETTORE PRIMARIO SUL TERRITORIO, SOFFERMANDOSI SU ALCUNE CRITICITÀ APERTE
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Annata agraria
Nel 2019 serve un cambio di marcia L'AGRICOLTURA HA VISSUTO GLI ULTIMI 12 MESI COMPLESSIVAMENTE POSITIVI PER LA QUALITÀ DELLE PRODUZIONI, MA CI SONO ANCORA MOLTI FRONTI APERTI
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l 2018 per l’agricoltura piemontese I cambiamenti climatici sono si chiude, da un lato, come un anno sotto gli occhi di tutti e il Piecomplessivamente buono per la monte, a ridosso delle montaqualità delle produzioni del territorio, gne, è una regione estremamente vulneracon picchi di eccellenza per alcuni bile dal punto di vista ambientale e fragicomparti e un ottimo andamento lissima dal punto di vista dell’assetto idrodelle esportazioni; dall’altro emerge geologico. Confagricoltura da tempo sechiaramente che occorre riportare gnala la necessità di una corretta e lungil’attenzione sul settore primario, mirante manutenzione dei corsi d’acqua e rimettendolo al centro delle politiche una seria politica di difesa del territorio. economiche regionali e nazionali. Per La conservazione tout court del paesaggio Confagricoltura Piemonte occorre un a scapito della sicurezza generale del vero e proprio cambio di marcia per territorio e delle popolazioni ha guidato rispondere celermente ai mutamenti le più recenti politiche verso un “non in atto su vari fronti, a partire da quelli intervento” che ha provocato danni graclimatici per arrivare a quelli sociali e vissimi in termini ambientali ed economici. culturali. Secondo Confagricoltura Piemonte non Anche l’agricoltura sta cambiando: in possiamo più permetterci di aspettare. Piemonte sono attive 53mila aziende Oggi gli agricoltori possono essere promoagricole (20mila in provincia di Cuneo), tori di sostenibilità, applicando tecniche in costante diminuzione numerica, anno innovative in campo e in azienda. dopo anno. Il processo di selezione Confagricoltura Piemonte chiede ha premiato quelle più innovative, infrastrutture efficienti e scelte che hanno saputo stare al passo politiche mirate non alla decrecon i tempi, investendo risorse nella scita, ma allo sviluppo del territorio e del multifunzionalità, confrontandosi con Paese. Per l’agricoltura e l’indotto ci sono il mercato e allargando gli orizzonti. nuovi orizzonti che possono concretizzarsi Fare agricoltura oggi significa sempre soltanto con adeguate infrastrutture e una di più puntare sulla qualità, rispettare moderna logistica. Non ci si riferisce soll’ambiente, essere competitivi, e il 2018 tanto alle nuove tratte ferroviarie ad alta ha confermato l’urgenza di un approccio velocità per le merci, ma anche a una minuovo da parte di tutti. Diverse le tmc bozza1:Layout 1 24-11-2008 16:59 Pagina gliore 1e costante manutenzione delle atpriorità di intervento.
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tuali linee e dei collegamenti viari. Un accesso adeguato a internet nella maggior parte delle aree montane e collinari svantaggiate è ancora oggi un miraggio: per promuovere agricoltura e turismo, evitando un ulteriore spopolamento delle aree rurali è indispensabile intervenire con urgenza per ridurre il digital divide. Servono poi politiche del lavoro veramente utili per le aziende. I voucher, reintrodotti dal Governo su sollecitazione del mondo agricolo, ad esempio, così come sono stati rimodulati si sono rivelati un flop. In Piemonte non sono stati praticamente utilizzati né per la vendemmia, né per la raccolta della frutta, e così in quasi tutta Italia: da 2,2 milioni di voucher venduti nel 2016 si è passati a 100mila quest’anno. In passato sono stati utili, ma con la nuova normativa sono stati di fatto resi inapplicabili a causa della difficoltà di accesso e della complessa procedura burocratica per attivarli.
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C’è la necessità di agevolare l’export agroalimentare piemontese, che nel 2017 è valso complessivamente 5,5 miliardi, guardando con ottimismo agli accordi internazionali, nel rispetto delle norme europee a garanzia della sicurezza alimentare e dell’origine delle produzioni.
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Ciò che chiede Confagricoltura, infine, è una maggior sensibilità del governo per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione; il mantenimento dell’obiettivo della riduzione della spesa pubblica improduttiva e lo sviluppo di un dialogo attivo con l’Unione europea, indispensabile per la nostra agricoltura.
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Freddo primaverile, giugno e inizio luglio piovosi (600 millimetri di acqua) poi caldo vero per un recupero vegetativo eccezionale su tutte le colture
COMPARTO ASPETTI POSITIVI
ASPETTI NEGATIVI
CEREALI
Per il mais c’è stato un ottimo raccolto, con produzioni da 100-130 quintali per ettaro: la qualità è buona e non si registrano problemi di contaminazione da micotossine. I prezzi, a inizio campagna, sono in leggero aumento.
Per orzo e grano le produzioni si sono rivelate basse per l’andamento climatico avverso. Le produzioni si sono rivelate decisamente scarse (da 45 quintali per ettaro nei migliori areali a 25 quitali in alcune realtà svantaggiate).
BOVINI
Il comparto carne tiene, grazie soprattutto alla qualità della razza Piemontese, all'apertura di nuovi spazi di mercato e ai crescenti segnali di apprezzamento da parte dei consumatori. Per Garonnesi e Limousine prezzi stabili.
I problemi maggiori riguardano i costi di gestione. Sul fronte del latte è ripreso, con fatica, un confronto per giungere a un sistema di regole omogenee sui parametri qualitativi, ma il dialogo stenta a incanalarsi in modo costruttivo.
POLLI
Dopo anni di grande crisi il mercato avicolo va abbastanza bene: la qualità delle produzioni è eccellente, i controlli sanitari funzionano molto bene e le prospettive di consumo sono interessanti.
Nel comparto dei polli da carne e delle uova i margini sono estremamente ridotti. Attualmente i prezzi delle uova, rispetto a un anno fa, sono in flessione.
SUINI
Andamento positivo dei prezzi nel periodo estivo.
Il mercato dei suini, dopo anni frizzanti, segna un cedimento delle quotazioni. Da valutare l'impatto negativo delle campagne mediatiche negative.
NOCCIOLE
Tiene il prezzo e la qualità è buona, con un minore scarto per gli attacchi di cimice asiatica, che quest'anno ha colpito con minor virulenza rispetto al 2017.
Il raccolto è in diminuzione rispetto all'anno scorso e si prevede un calo del 20%, con una produzione stimata in Piemonte non superiore ai 160/170mila quintali.
UVA E VINO
L'alternanza climatica che ha condizionato l'annata 2018 in Piemonte, con periodi di tempo secco e caldo, interrotti da precipitazioni piovose, ha favorito una vendemmia eccellente, con un sensibile recupero della produzione rispetto all'anno scorso.
Il tempo anomalo, con piogge in primavera e inizio estate, ha rallentato e reso più complesso il lavoro svolto dai viticoltori.
FRUTTA
Di qualità le pesche, con prezzi soddisfacenti; buona annata per i lamponi. Per le mele c'è stata una produzione abbondante, con un prezzo interessante e una buona domanda. In ogni caso bisognerà aspettare la primavera 2019 per tracciare un bilancio definitivo.
Per le albicocche scarsa produzione e prezzi insoddisfacenti. Il mirtillo ha sofferto l’andamento climatico e la produzione italiana ha subito l’intasamento del mercato da parte dei Paesi dell’Est. Per l'actinidia si registrano problemi per la batteriosi e la "Moria del kiwi".
La pezzatura e la qualità dei frutti è stata buona.
Il maltempo ha causato una riduzione di circa il 20% della produzione, ma un aspetto negativo che accomuna tutte le aree è l'invecchiamento degli impianti con la difficoltà di sostituire le vecchie piante con nuovi innesti di varietà autoctone.
CASTAGNE
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Danni da fauna
Peste suina, vanno contenuti i cinghiali CONFAGRICOLTURA HA SCRITTO AI MINISTRI SOLLECITANDO UNA FORTE AZIONE PER EVITARE CHE LA MALATTIA TRASMESSA DAI SELVATICI SI ESPANDA IN ITALIA
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elle scorse settimane Confagricoltura è intervenuta con una lettera inviata ai ministri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, e della Salute per sollecitare ancora una volta un’azione congiunta a favore del contenimento della fauna selvatica. L’iniziativa è scaturita da una esigenza specifica e cioè quella di evitare un contagio dalla Peste Suina Africana di cui come noto si sono registrati di recente dei casi in Belgio e che sta preoccupando gli allevatori suinicoli. Pur avendo assunto da subito, a dire il vero, il Ministero della Salute le prime precauzioni in termini di sorveglianza passiva e di aumento delle misure di biosicurezza negli allevamenti, come peraltro suggerito anche dalla Confederazione, è stato ritenuto utile intervenire nuovamente sui vertici dei dicasteri interessati.
ALZARE LA GUARDIA CONTRO LA PESTE SUINA AFRICANA In primis, è necessario affiancare alle prime misure assunte dall’Amministrazione una efficace azione che impedisca la diffusione della Peste Suina Africana in Italia che, come da più parti è stato dimostrato, è legata alla diffusione delle specie
selvatiche ed in particolare dei cinghiali. Il contenimento della popolazione di tale specie animale costituisce quindi per Confagricoltura la misura precauzionale principale rispetto al rischio di una diffusione del virus che tocchi i nostri allevamenti. Recentemente la stessa EFSA ha pubblicato un’opinione scientifica sui metodi di prevenzione e contenimento più efficaci della diffusione della peste suina veicolata dai cinghiali, che potrebbe essere utilizzata come testo scientifico base per interventi efficaci. Puntare sugli abbattimenti costituisce d’altro canto una scelta sulla quale anche altri Paesi sono indirizzati. In Francia, è recente la notizia di nuove disposizioni che, visti i positivi risultati delle azioni di contenimento e controllo, vanno nella direzione di una riduzione significativa della popolazione di cinghiali. ABBATTIMENTI PROGRAMMATI UNA POSSIBILE SOLUZIONE Va citata in tal senso anche la risposta ad una interrogazione parlamentare di fine settembre, in occasione della quale il Ministro Centinaio aveva speso parole in favore dell’utilità degli “abbattimenti programmati” e paventato l'istituzione di un tavolo tecnico tra i dicasteri coinvolti. Confagricoltura quindi ritiene che si
debba rapidamente concretizzare questa ipotesi e confrontarsi tra tutte le istituzioni coinvolte sull’argomento del contenimento della fauna selvatica responsabile della diffusione della malattia. Se, infatti, nelle aree dove il virus è stato identificato è opportuno contenere l’attività venatoria perché potrebbe addirittura aumentare la diffusione del virus, al contrario nei territori come quello italiano, dove ancora fortunatamente la patologia non è presente, occorre intensificare la caccia e ridurre il numero di cinghiali diminuendo così drasticamente il rischio di introdurre la peste suina in Italia. L'organizzazione ha quindi evidenziato la necessità che il Governo e le Regioni accolgano tali richieste per evitare l’arrivo della PSA in Italia e limitare comunque la presenza di specie che arrecano parecchi danni alle imprese agricole. Il tutto, in maniera da definire quanto prima un vero e proprio piano di contenimento del numero di cinghiali sul territorio nazionale con misure anche straordinarie che possano incidere sulla popolazione dei “selvatici”. CONVEGNO A ROMA Confagricoltura ha organizzato presso la sua sede a Roma un incontro di approfondimento proprio sulla Peste Suina Africana, vista la preoccupante espansione della malattia sul territorio comunitario e la possibilità che questa possa interessare anche il nostro Paese. Un momento importante per ragionare su quali iniziative mettere in campo per contrastare l’espansione della malattia e procedere alla sua eradicazione, ma con l’intento di sensibilizzare sull’argomento il mondo venatorio e i trasportatori.
DECISIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Rimborso totale dei costi per difendersi dai lupi La Commissione europea ha modificato gli orientamenti per la concessione di aiuti di stato in agricoltura 2014-2020, introducendo la possibilità di coprire al 100% i costi sostenuti dalle aziende agricole per prevenire i danni causati da lupi e da altri animali protetti. Finora era ammesso solo l’80% per gli investimenti di prevenzione, che la modifica attuale porta al 100%. Autorizzati a totale rimborso anche i cosiddetti costi indiretti, come quelli veterinari derivanti dal trattamento degli animali feriti e del lavoro legati alla ricerca di animali scomparsi a seguito di un attacco da parte di un animale protetto. Saranno inoltre rimborsati gli investimenti che gli agricoltori faranno per prevenire tali danni, ad esempio costruendo recinzioni elettriche o acquisendo cani da guardia.
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Confagricoltura valuta positivamente le decisioni di Bruxelles perché "è giusto e doveroso risarcire integralmente gli agricoltori e proteggerli - dice -. Ad avviso della Commissione il successo della politica di conservazione della UE dipende in parte dalla gestione efficace dei ‘conflitti’ associati alla tutela degli animali protetti. In quest’ottica, ad avviso di Confagricoltura, “bisognerà intervenire in modo ancor più efficace per la gestione delle specie protette e per la sicurezza degli animali allevati ma anche delle persone”. “Auspichiamo – conclude Confagricoltura - che lo stesso trattamento economico venga esteso anche per le specie non protette, come i cinghiali che, tra l’altro, sono portatori delle peste suina che sta mettendo in ginocchio intere nazioni come il Belgio”.
Agricoltura & Montagna
Malgari, la risposta delle istituzioni DOPO LA LETTERA DI CONFAGRICOLTURA SUI PROBLEMI DI CHI LAVORA IN MONTAGNA
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pprezziamo che le istituzioni interpellate abbiano dato un riscontro puntuale alle nostre segnalazioni raccolte direttamente sul campo dai tanti imprenditori agricoli che lavorano in montagna. È segno che gli argomenti da noi evidenziati con la nostra iniziativa sono più che mai attuali e da affrontare con massimo impegno e seria determinazione”. Così Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo commenta le risposte date dalla Regione Piemonte e dall’Unione Montana Valle Maira alla lettera trasmessa dall’organizzazione agricola dopo l’evento “Caluma el vache. Il ritorno della mandria a valle” svoltosi a Prazzo lo scorso 17 ottobre.
LA RISPOSTA DELLA REGIONE... Nello specifico gli assessori regionali all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, e all’Ambiente, Alberto Valmaggia, hanno ricordato che a livello nazionale “giace da più di un anno” un piano di
conservazione e gestione del lupo e hanno rimarcato gli aiuti messi in atto dalla Regione tramite il Psr (misure 10.1.6 e 4.4.2) per prevenire le predazioni e aiutare gli allevatori. Altro punto oggetto della risposta è stato il Sistema di aggiudicazione degli alpeggi, aree che in Piemonte ricoprono circa 300mila ettari, di cui il 42% di proprietà pubblica, in particolare comunale. “È stata approvata una metodologia comune finalizzata a definire una disciplina omogenea per l’affitto o la concessione di malghe di proprietà pubblica” si legge nella risposta della Regione, ma non è possibile imporre l’uso di questi schemi ai Comuni. ...QUELLA DELL’UNIONE MONTANA VALLE MAIRA Da parte dell’Unione montana Valle Maira, invece, il presidente Roberto Colombero ha risposto, punto per punto, a tutte le questioni evidenziate da Confagricoltura: questione lupo, danni da fauna selvatica, eccessiva burocrazia, aggiudicazione alpeggi, interpretazioni fotografiche e viabilità. In chiusura la lettera sottolinea come negli ultimi anni gli “enti locali (Comuni e Unione) stanno facendo i salti mortali per mantenere in piedi un sistema che non è solo quello dei malgari e della zootecnia, ma il sistema comunità di valle, del quale i già citati malgari fanno indubbiamente parte”. “Ribadiamo la nostra piena disponibilità ad affrontare le diverse problematiche evidenziate, entrando nel merito di ciascuna con tutti gli attori coinvolti, per trovare insieme soluzioni condivise nell’interesse unico di chi sulle nostre montagne produce eccellenze e tutela l’ambiente con il lavoro quotidiano”, conclude Enrico Allasia.
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L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
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Aiuti alle aziende
Pagati gli anticipi Pac CONFAGRICOLTURA CUNEO PLAUDE ALL'IMPEGNO DI ARPEA PER LE EROGAZIONI di Paolo Ragazzo
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ullo scorso numero de “L’Agricoltore cuneese” avevamo informato i lettori dell’imminente accredito dell’anticipo Pac 2018 e dei casi in cui le aziende avrebbero potuto non riceverlo. Ora è Arpea, l’Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura, che con una nota stampa firmata dal suo direttore Valter Galante fa sapere che nel mese di novembre ha
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l Piemonte, come molte altre regioni d’Italia, ha iniziato la rincorsa sulla spesa dei Psr. L’ultimo report sull’avanzamento della spesa pubblica effettivamente sostenuta, pubblicato dalla Rete Rurale Nazionale del Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo il 13 novembre scorso, vede il Piemonte al 26,06% della spesa sulla dotazione complessiva, a fronte del 20,11% della Lombardia. Continua a rimanere saldamente in testa alla graduatoria la Provincia autonoma di Bolzano, che ha già speso il 50,53% delle
erogato gli anticipi comunitari pari al 70% del valore dei titoli e del greening, a valere sulla Domanda Unica – Campagna 2018. Così si legge nel comunicato diramato il 21 novembre: “Ad oggi abbiamo effettuato: pagamenti per più di 9000 beneficiari per un importo superiore ai 10.500.000 euro di contributi; entro venerdì 23 (novembre ndr), a seguito dell’ultimazione delle risorse, mentre il Veneto è al 39,41% e la provincia di Trento al 32,10%. In buona posizione anche la Sardegna, al 29,03%. La macchina regionale sembra quindi essersi sbloccata, anche in seguito alle reiterate sollecitazioni delle organizzazioni agricole, con Confagricoltura sempre in primo piano a livello propositivo. “Permangono però ancora numerose criticità per quanto riguarda la finalizzazione degli interventi – sottolinea Confagricoltura –. La burocrazia continua a sottoporre gli agricoltori a oneri troppo
istruttorie e verifiche con modalità grafica, verranno autorizzati pagamenti per ulteriori 128.000.000 euro per più di 18.000 imprese agricole; entro la fine del mese di novembre verrà decretato un ulteriore pagamento per aziende bloccate per varie anomalie la cui risoluzione permetterà l’erogazione del premio che si prevede di ulteriori 30.000.000 di euro”. Chiariti anche da Arpea i motivi per cui alcune aziende non hanno ancora ricevuto alcuna somma: “Le aziende che non riceveranno anticipo afferiscono, come ogni anno, a quelle sottoposte ai controlli oggettivi, ad anomalie non immediatamente superabili o a mancanza della certificazione antimafia. Nel corso delle
scorse settimane abbiamo provveduto all’erogazione dell’anticipo dei premi legati al Programma di Sviluppo Rurale per gran parte dei beneficiari richiedenti, e sono tutt’ora in corso le operazioni di decretazione che si concluderanno entro il termine del mese di novembre”. “Plaudiamo allo sforzo e all’impegno profusi dai tecnici dell’Agenzia per rispettare le scadenze previste su un numero molto elevato di pratiche – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –. La complessità generale del sistema, infatti, non ha impedito ad Arpea di erogare somme molto importanti per le aziende del settore, auspichiamo che si possa continuare così anche in futuro”.
Il Piemonte avanza sul Psr RIMANGONO TUTTAVIA CRITICITÀ DOVUTE A BUROCRAZIA TROPPO PESANTE pesanti, con una serie di vincoli e limitazioni che in molti casi scoraggiano il ricorso alle domande di contributo”. La prossima programmazione che si aprirà nel 2021 - e di cui si sta discutendo adesso il quadro complessivo - dovrà
tener conto delle difficoltà che si stanno riscontrando e trovare i correttivi giusti per far sì che le imprese possano aderire con maggior velocità agli interventi, destinandoli alle reali esigenze di sviluppo dell’agricoltura.
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10 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
Si poteva fare di più sul 'de minimis' CONFAGRICOLTURA NON DEL TUTTO SODDISFATTA DELLA MODIFICA DEGLI AIUTI APPROVATA DA BRUXELLES
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ur non essendo ancora operative, le modifiche al regolamento UE n.1408/2013, che disciplina il funzionamento degli aiuti “de minimis” nel settore agricolo, approvate dalla Commissione europea il 23 novembre scorso non soddisfano del tutto la Confagricoltura. Bruxelles ha infatti portato il massimale di aiuto concedibile per singola impresa nell’arco di tre esercizi finanziari dagli attuali 15.000 euro a 25.000 euro ed il plafond nazionale dall’1% all’1,5% della produzione agricola di ciascun stato membro, a condizione però che lo Stato adotti il registro centrale degli aiuti “de minimis” (in Italia è già predisposto, ma non è ancora operativo) e che non venga superato il limite del 50%
dell’importo massimo di tali aiuti a favore di un singolo settore. Sono decisioni che certamente lasciano in parte delusa la Confagricoltura perché più limitate rispetto a quanto proposto dall’organizzazione (massimale a 30.000 euro senza limitazioni settoriali), in considerazione anche del fatto che saranno operative per un periodo di tempo abbastanza lungo, ove ci saranno poche possibilità di eventuali modifiche. La validità del regolamento 1408/13 verrà infatti portata dal 31 dicembre 2020 a fine dicembre 2027. Con il nuovo regolamento è altresì prevista per ogni Stato membro la possibilità di non adottare il registro centrale ed il limite settoriale, nel qual caso il massimale per azienda sarà più
basso, fino a 20.000 euro, ed il plafond nazionale sarà fissato nell’1,25% della produzione agricola nazionale, anziché all’1,5%. Il regolamento deve essere ancora approvato ufficialmente durante il Comitato Aiuti di Stato, per essere poi operante dopo il ventesimo giorno dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. L’auspicio di Confagricoltura è che nel frattempo il Ministero per le Politiche Agricole si esprima sul sistema da applicare in Italia, ossia quello con massimali a 25.000 euro e con i limiti settoriali o quello a 20.000 euro.
CONFAGRICOLTURA AVEVA PROPOSTO UN MASSIMALE PIÙ ALTO (30MILA EURO) E SENZA LIMITAZIONI SETTORIALI. LE NOVITÀ NON SONO ANCORA OPERATIVE, MA VARRANNO FINO AL 2027
L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
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Il caso
Fattura elettronica: non può funzionare DAL 1° GENNAIO IN VIGORE L'OBBLIGO DI FATTURAZIONE ELETTRONICA ANCHE PER LE AZIENDE AGRICOLE. CONFAGRICOLTURA CUNEO METTE IN LUCE I PROBLEMI
“L
a fattura elettronica che dal 1° gennaio 2019 sarà obbligatoria anche per i produttori agricoli rischia di trasformarsi nell’ennesimo costo a carico degli imprenditori del settore, non agevolando la competitività complessiva di un comparto che avrebbe sì bisogno di misure adeguate per sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle innovazioni e dalle tecnologie, ma non di ulteriori balzelli e complicazioni che non generano alcun beneficio per il settore”. La Confagricoltura di Cuneo è molto scettica sull’entrata in vigore dell’obbligo di emissione della fattura elettronica per tutti i rapporti commerciali tra soggetti residenti nel territorio italiano e valevole sia nei rapporti tra soggetti titolari di
partita IVA (operazioni B2B, cioè Business to Business), che nei rapporti fra titolari di partita IVA e privati (operazioni B2C, cioè Business to Consumer). “Occorre considerare che molte delle imprese agricole cuneesi operano in zone non raggiunte da adeguata copertura delle reti internet e questo fattore complica ancor di più l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Il digital divide in provincia di Cuneo, infatti, è ancora piuttosto accentuato in particolare nelle zone montane e pedemontane, dove i disservizi sulle linee sono frequenti e non rendono sempre possibili connessioni internet fluide. Inoltre, l’età media degli agricoltori
Gli incontri sulla fatturazione elettronica organizzati da Confagricoltura Cuneo sul teritorio
12 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
supera i 50 anni e questo non agevola l’utilizzo di una tecnologia informatica per prassi così comuni come emettere e ricevere una fattura. È molto probabile, quindi, che soprattutto le imprese più piccole o quelle meno strutturate si dovranno rivolgere ad intermediari per la gestione della fatturazione, facendo aumentare di molto gli oneri a loro carico”. “In Europa soltanto il Portogallo ha optato per una strada simile a quella scelta dall’Italia, da cui peraltro non sono del tutto esclusi neppure i piccoli produttori agricoli in regime speciale perché se è vero che sono esonerati dall’emissione della fattura elettronica attiva, devono comunque attrezzarsi per poter ricevere quelle passive – sottolinea Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –. Problematiche e dubbi che devono essere ascoltati da chi oggi è chiamato a decidere, modificando l’obbligo previsto, se non nei tempi almeno nelle modalità di esecuzione, perché il settore agricolo necessità di semplificazione e strumenti informatici utili a migliorare il funzionamento aziendale, non di altri ostacoli”. A questi aspetti si aggiunge anche il rischio di una possibile violazione della privacy, di recente avanzato anche dal Garante che ha giudicato il “trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito”. “Non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni, pur in parte condivisibili di un simile provvedimento, ma se non sarà migliorato da gennaio prepariamoci ad assistere ad un aumento, oltre che di costi, anche di disguidi tra fornitori e con i clienti a causa di questo sistema – conclude Allasia -. Ecco perché, a nostro avviso, ci sarebbe voluta perlomeno una maggior gradualità nella gestione di un passaggio così importante per il modus operandi dell’attività aziendale, non solo del comparto, ma dell’intera economia del nostro Paese”. La Confagricoltura di Cuneo ha comunque organizzato in queste settimane una serie di incontri, molto partecipati, con le aziende associate presso tutte le sedi di zona al fine di spiegare l’imminente entrata in vigore dell’obbligo e presentare alcuni strumenti informatici per gestire in azienda parte del processo di fatturazione.
Vitivinicoltura
Tempo di bilanci per il comparto dell'Asti (foto: Archivio Consorzio Asti docg)
L'Asti guarda con fiducia al nuovo anno IL CONSORZIO: "LEGGERA CRESCITA PER L'ASTI, IN FLESSIONE IL MOSCATO". CAMPAGNA PROMOZIONALE PER L'ASTI SECCO di Gilberto Manfrin
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mmancabili, tornano in questo fine anno sulle tavole imbandite a festa, due importanti vini della tradizione piemontese, l’Asti Docg e il Moscato d’Asti. In attesa di avere dei dati di vendita e di consumo ufficiali sull’andamento del 2018 e le prospettive sul 2019 da cui poter trarre delle considerazioni più oggettive, il
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ille e cinquecento quintali di uva Pinot Nero e Chardonnay raccolti, per una produzione che ha toccato il milione e 300mila bottiglie di Alta Langa Docg millesimo 2018 (il vino millesimato riporta sempre in etichetta l’anno della vendemmia, ndr), prodotto che sarà messo in commercio nel 2021. Sono numeri diffusi dal Consorzio Alta Langa che chiude così, in modo positivo, un anno particolarmente dinamico e che ha visto il superamento del milione di bottiglie. Prosegue dunque la bella crescita del vigneto di Alta Langa che raggiungerà i 350 ettari nel prossimo biennio rispetto agli attuali 280 ettari, estensione prevista tra la provincia di Asti (130), quella di
direttore del Consorzio dell’Asti docg, Giorgio Bosticco annuncia, in particolare, importanti novità sul fronte promozionale: “Seppur senza avere in mano dati ufficiali, possiamo stilare delle previsioni finali sul 2018: prevediamo una leggera crescita nelle vendite per l’Asti e, di contro, una piccola flessione del Moscato. Abbiamo
attivato una campagna stampa promozionale sulla denominazione con particolare riferimento all’Asti secco, campagna che proseguirà nel 2019. Ci concentreremo per spingere il prodotto, ma anche tutta l’intera denominazione, sul territorio, con cartellonistica ad hoc, con indicazioni mirate sul mondo mescita e bar, il tutto per far conoscere l’Asti secco quale spumante di qualità, ideale per l’aperitivo, lo spritz e a tutto pasto”. Ma dov’è che si beve di più l’Asti docg? Secondo i dati forniti dal Consorzio, sia con le bollicine che nella sua veste più dolce, l’Asti piace e trova conferme soprattutto all’estero. Le
percentuali di vendita sul totale del mercato (anno 2017) indicano come il prodotto sia gustato in particolare in Europa (76%), seguono le Americhe (17%), l’Asia (5%) e l’Oceania (2%). Il Moscato d’Asti ha invece il suo maggior mercato di vendita in America (68%), davanti ad Europa (25%) e Asia (7%). Analizzando infine il focus per nazioni, si evince come l’Asti si consuma di più in Russia (17%), quindi in Italia (15%), Germania (14%), Usa (11%) e Gran Bretagna (9%). Il Moscato trova invece preferenze in Usa (67%), Italia (10%) e infine Corea del Sud e Grecia (4%). Chiudono la classifica Danimarca e Svizzera con il 3%.
PAT R I A R C A D E L B A R O L O
Addio a Gigi Rosso È morto all'età di 86 anni Gigi Rosso, patriarca del Barolo. Nel 1979 fondò la cantina Gigi Rosso a Castiglione Falletto, con vigneti nella zona del Barolo e del Dolcetto di Diano. È stato anche presidente del Consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco e della Consulta vitivinicola della Camera di commercio cuneese. Alla sua famiglia giungano le più sentite condoglianze da parte della Confagricoltura di Cuneo.
L'Alta Langa a quota 1,3 milioni di bottiglie CRESCITA POSITIVA PER IL VIGNETO CHE RAGGIUNGERÀ I 350 ETTARI NEL PROSSIMO BIENNIO RISPETTO AGLI ATTUALI 280 Cuneo (130) e quella di Alessandria (20). “L’Alta Langa è un vino di qualità che non ammette scorciatoie e vede la collaborazione di tutta la filiera produttiva, con i viticoltori in primo piano – evidenzia Giulio Bava, presidente del Consorzio –. Il prossimo obiettivo è rappresentato dai 3 milioni di bottiglie non appena i 350 ettari saranno completi e in produzione”.
Una stagione autunnale che ha visto il Consorzio delle alte bollicine piemontesi impegnato anche in numerose manifestazioni, su tutte la presenza in questi ultimi mesi come Official Sparkling Wine alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e, a settembre, all’evento Slow Food Terra Madre – Salone del Gusto tenutosi a Torino. “A conclusione del mandato triennale – conclude
il presidente Bava – consegniamo al futuro nuovo consiglio di amministrazione un Alta Langa che ha raggiunto il primo importante obiettivo che si era posto: il superamento del milione di bottiglie. Una crescita seguita con attenzione, con la programmazione dell’aumento dei vigneti e delle aziende produttrici, nel rispetto dei tempi della natura e del lungo affinamento dei vini in bottiglia”.
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Zootecnia
Il bue è sempre più protagonista A CARRÙ OPERA DA ANNI IL CONSORZIO PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DI UN'ECCELLENZA DELLA GRANDA di Fabio Rubero
Il bue dell'azienda di Andrea Dragone di Vicoforte vincitore del 1° premio alla Fiera di Santa Lucia a Ceva il 12 dicembre scorso
È
uno dei protagonisti incontrastati delle tavole dei cuneesi, soprattutto nel periodo natalizio: il bue grasso è una delle più prestigiose eccellenze alimentari del nostro territorio di cui possiamo andare orgogliosamente fieri. Affinchè si possa parlare di bue, occorre che si tratti di un bovino adulto che abbia almeno 4 anni (prima si tratta di manzo). Il bovino, inoltre, deve essere stato castrato nei primi 7-8 mesi di vita, sia per favorirne l'aumento di peso (che talvolta può superare la tonnellata), sia per migliorarne notevolmente la qualità della carne. Il termine "grasso" invece trae origine molti decenni fa, quando i buoi venivano utilizzati, al posto degli attuali trattori, per i duri lavori di campagna ed alla fine della loro carriera venivano messi "all'ingrasso" per alcuni mesi, prima di essere macellati. Oggi, fatte salve le caratteristiche sopra elencate, la fase dell'ingrasso inizia indicativamente a partire dal mese di maggio e si conclude nei primi giorni del mese di dicembre del suo ultimo anno di vita, affinchè sia pronto da cucinare per le feste natalizie. Un'alimentazione
Sebastiano GALLO Presidente del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione del Bue Grasso di Carrù
a base di fieno, mais, fave e crusca ne garantisce la tipica marezzatura, una squisita tenerezza e l'inconfondibile sapore. Oggi il bue grasso è un prodotto di qualità tale da avere un evento completamente dedicato che, nel mese di dicembre di ogni anno, porta a Carrù migliaia di persone, provenienti, è proprio il caso di dirlo, da tutto il mondo. IL RUOLO DEL CONSORZIO Per tutelare le preziose caratteristiche del prodotto quattro anni fa è nato il “Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione del Bue Grasso di Carrù”, grazie all'iniziativa di sette allevatori (quattro carruccesi, uno clavesanese, uno monregalese ed uno di Bastia Mondovì), preoccupati dal rischio che un simile patrimonio potesse, con il tempo, in qualche modo andare perso. Il suo primo presidente è stato Giovanni Comino, professionista esperto, ex direttore della struttura veterinaria dell’ASL CN1 e profondo conoscitore della razza Piemontese. Nel 2016 gli è succeduto quello che è tuttora l'attuale presidente: Sebastiano Gallo di Clavesana, uno dei sette soci fondatori, molto soddisfatto del momento che sta vivendo il consorzio: “Abbiamo quattro anni come quelli dei buoi del Consorzio la cui carne dunque, quest'anno per la prima volta, farà capolino sulle tavole dei tanti
14 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
Walter ROATTINO Segretario Confagricoltura zona di Mondovì
estimatori. Siamo davvero soddisfatti dei risultati ottenuti, che dimostrano come la nostra sia stata una scelta giusta. Oggi, a distanza di quattro anni, abbiamo 48 allevatori soci ordinari ed una trentina di soci sostenitori, principalmente macellai. La cosa che più ci inorgoglisce è che molti di loro non sono piemontesi: il nostro prodotto ha dunque travalicato i confini provinciali e regionali, un chiaro segnale della bontà del lavoro che svolgiamo quotidianamente nel quale cerchiamo di fare rispettare ai nostri allevatori, anche attraverso severissimi controlli e qualche “espulsione”, tutti i requisiti previsti dal disciplinare affinchè il nostro prodotto sia universalmente riconoscibile e con peculiarità uniche”. “Nel nostro territorio la Razza Bovina Piemontese è la carne per eccellenza ed il Bue Grasso di Carrù fa parte di questa eccellenza, anche grazie alla serietà del lavoro svolto dal Consorzio di Tutela – commenta Walter Roattino, segretario di Confagricoltura Mondovì. Oggi sono sempre di più gli allevatori che si cimentano in questa tipologia di allevamento che, al di là dell'aspetto puramente commerciale, è una vera e propria vocazione, talvolta anche una tradizione tramandata di padre in figlio. Allevare il bue oggi, significa essere mossi, innanzitutto, da una straordinaria passione per ciò che si fa perchè tenere in stalla un capo per 4 anni, con tutti i rischi annessi e connessi, lo si può fare solamente se si ama profondamente ciò che si fa".
INSERTO TECNICO
U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A G R I C O L T O R I
N. 10 • 2018
NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO
ABILITAZIONE ALL’USO DI MACCHINE AGRICOLE TUTTE LE SCADENZE
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n relazione alle disposizioni relative all’abilitazione all’uso delle macchine agricole si riporta di seguito, il punto della situazione sul "patentino".
LE SCADENZE PREVISTE Innanzitutto si ricorda che l’Accordo Conferenza Stato Regioni n. 53/2012 per il settore agricolo è in vigore con le seguenti scadenze: entro il 31 dicembre 2018 l’effettuazione del corso di aggiornamento per i lavoratori agricoli con esperienza almeno biennale acquisita nel periodo tra il 31/12/2007 alla data del 31/12/2017; entro il 31 dicembre 2019: - l’effettuazione del corso completo di abilitazione per gli operatori già incaricati dell’uso delle attrezzature alla data del 31/12/2017 in assenza dell’esperienza biennale; - l’effettuazione del corso di aggiornamento per gli operatori già formati alla data del 31/12/2017 con un corso che rispetta il punto 9.1 b) e 9.2 dell’Accordo; - l’effettuazione del corso di aggiornamento più verifica apprendimento per gli Operatori già formati (corsi di tipo c) alla data del31/12/2017 con un corso che rispetta il punto 9.1 c) e 9.2 dell’Accordo. entro il 31 dicembre 2020 l’effettuazione del corso di aggiornamento per gli operatori già formati alla data del 31/12/2017 con un corso che rispetta il Punto 9.1 a) e 9.2 dell’Accordo.
FORMAZIONE CARRI RACCOLTA FRUTTA Fra le attrezzature soggette all’abilitazione di cui all’Accordo n. 53/2012 occorre ricordare il dibattito che si è aperto nei confronti dei Carri raccolta frutta, equiparati a Piattaforme di lavoro elevabili (PLE), in relazione al fatto che il programma di formazione contenuto nell’Accordo non affronta specificatamente le suddette macchine agricole, per cui da parte di alcune province si era diffusa l’interpretazione di non applicare il patentino a tale categoria. Nonostante si sia provato a chiarire la questione con il Ministero del lavoro, di fatto, non è stata mai fornita una risposta ufficiale, con la conseguenza che è prevalsa l’interpretazione sia da parte di Inail che delle Regioni dell’applicabilità del patentino anche ai carri raccogli frutta.
CORSI ATTREZZATURE NELLE SEDI
La Confagricoltura di Cuneo ha organizzato i seguenti corsi per l'abilitazione alle attrezzature nelle proprie sedi su tutto il territorio: DATA 17/12/2018 17/12/2018 18/12/2018 18/12/2018 18/12/2018 19/12/2018 19/12/2018 21/12/2018 21/12/2018
ORARIO 8.30-12.30 14.00-18.00 8.30-12.30 14.00-18.00 13.30-17.30 8.30-12.30 14.00-18.00 8.30-12.30 13.00-17.00
ZONA SAVIGLIANO MONDOVÌ SALUZZO SALUZZO ALBA CUNEO SAVIGLIANO SALUZZO SALUZZO
TIPO CORSO TELESCOPICO TRATTORI SEMOVENTI RACCOGLIFRUTTA SEMOVENTI RACCOGLIFRUTTA TRATTORI TRATTORI TRATTORI SEMOVENTI RACCOGLIFRUTTA SEMOVENTI RACCOGLIFRUTTA
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INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
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BANDO PER RICAMBIO GENERAZIONALE E IMPRENDITORIALITÀ
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SMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) ha pubblicato il Bando per l’autoimprenditorialità e il ricambio generazionale in agricoltura (in attuazione al decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 18 gennaio 2016). Sul sito istituzionale dell’ISMEA sono presenti le istruzioni applicative, nonché tutta la documentazione necessaria per la partecipazione al Bando per l’autoimprenditorialità e il ricambio generazionale in agricoltura che prevede contributi per il subentro, cioè la cessione di un’azienda a un’impresa a totale o prevalente partecipazione giovanile, e per ampliamento e ammodernamento dell’azienda. DESTINATARI Destinatari sono le micro, piccole e medie imprese agricole organizzate sotto forma di ditta individuale o di società, composte da giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni non compiuti, con i seguenti requisiti: SUBENTRO: imprese agricole regolarmente costituite da non più di 6 mesi con sede operativa sul territorio nazionale, con azienda cedente attiva da almeno due anni, economicamente e finanziariamente sana; AMPLIAMENTO: imprese agricole attive e regolarmente costituite da almeno due anni, con sede operativa sul territorio nazionale, economicamente e finanziariamente sane AGEVOLAZIONI PREVISTE Le agevolazioni previste consistono in mutui a tasso zero pari al 75% delle spese ammissibili per un investimento aziendale che non potrà complessivamente superare 1.500.000 euro. MUTUO AGEVOLATO Per la realizzazione dell’investimento è concesso un mutuo agevolato, a tasso zero, della durata minima di 5 anni e massima di 15 anni. Il mutuo agevolato è rimborsabile in rate semestrali costanti posticipate, con scadenza al 30 giugno e al 31 dicembre di ogni anno. In caso di ritardo, viene applicato sulla somma dovuta un tasso di interesse di mora annuale, pari al tasso di riferimento europeo vigente alla data di scadenza della rata non pagata. INVESTIMENTI AMMISSIBILI Gli investimenti ammissibili sono: studi di fattibilità, opere agronomiche e di miglioramento fondiario, opere edilizie per la costruzione o il miglioramento dei beni immobili, oneri per il rilascio di concessioni edilizie, allacciamenti, impianti, macchinari, attrezzature, servizi di progettazione, beni pluriennali e acquisti di terreni. GARANZIE RICHIESTE L’impresa beneficiaria deve fornire garanzie sui beni immobili il cui valore di mercato sia pari al 120% del mutuo agevolato concesso, acquisibili nell’ambito degli investimenti da realizzare, per una durata almeno pari a quella del mutuo agevolato concesso dall’ISMEA. Sono ammissibili garanzie ipotecarie di primo grado su beni oggetto di agevolazioni oppure su altri beni della beneficiaria o di terzi; in alternativa o in aggiunta all’ipoteca, fideiussione bancaria a prima richiesta. MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE La domanda di ammissione alle agevolazioni potrà essere presentata esclusivamente attraverso il portale dedicato https://strumenti.ismea.it/. La
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domanda deve essere compilata presso il portale ISMEA da un soggetto accreditato (per ottenere l’accredito è necessario attivare la procedura di registrazione disponendo di un indirizzo PEC). In conformità alle disposizioni del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 123, gli interventi sono attuati con una procedura valutativa a sportello (Ismea si riserva anche la possibilità in un successivo momento di pubblicare un bando). Per accedere alle agevolazioni, l’impresa richiedente deve presentare in via telematica e utilizzando esclusivamente la modulistica messa a disposizione sul portale dedicato: 1) domanda di ammissione alle agevolazioni, compilata in tutte le sue parti; 2) copia di un documento di riconoscimento, in corso di validità, del titolare della impresa richiedente; 3) studio di fattibilità del progetto di subentro o di ampliamento aziendale, compilato in tutte le sue parti, e comprensivo degli allegati. La fase di compilazione della domanda di ammissione alle agevolazioni si conclude con il caricamento, in formato PDF, di tutti i documenti indicati nel portale o nel bando.
PSR/ BANDO BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA E L'INDUSTRIA
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on determinazione dirigenziale n°3286 del 12/10/2018, la Regione Piemonte ha approvato il bando PSR 20142020 operazione 16.6.1 “Approvvigionamento di Biomasse per la produzione di energia e per l’industria - foreste”. RISORSE FINANZIARIE La dotazione finanziaria complessiva è di 1.500.000 euro. SCADENZA: Presentazione delle domande entro il 07/02/2019. BENEFICIARI Il bando è riservato a gruppi di cooperazione costituiti da almeno due soggetti (pubblici o privati). I gruppi devono essere di nuova costituzione o intraprendere una nuova attività connessa agli interventi sostenuti dall’operazione INTERVENTI AMMISSIBILI Studi e piani di approvvigionamento; animazione per favorire la fattibilità dei progetti; definizione di accordi organizzativi e commerciali per la realizzazione di filiere corte; definizione di accordi per una gestione forestale associata; costi di esercizio della cooperazione; costi diretti di progetti legati all’attuazione del piano di approvvigionamento; acquisto e locazione terreni (max. 10% delle spese). LOCALIZZAZIONE Gli interventi ammissibili interessano il territorio dell’intera Regione Piemonte LIMITE DELLE SPESE L’importo massimo erogabile per ogni domanda è di 500.000 euro; la spesa minima ammissibile è di 100.000 euro. IMPORTO DEL SOSTEGNO Sostegno pari al 100% delle spese ammissibili. Solo per alcuni specifici interventi il sostegno è ridotto al 50%.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
CACCIA: NUOVI VERTICI NEGLI ATC E CA DELLA PROVINCIA DI CUNEO
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a Provincia di Cuneo, su disposizione della Regione Piemonte, ha costituito i Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e dei Comprensori Alpini (CA). Nella tabella a fianco i nominativi dei Presidenti, Vicepresidenti e rappresentanti Confagricoltura nominati nei Comitati di Gestione ATC e CA della "Granda".
ATC
PRESIDENTE
VICEPRESIDENTE
RAPPRESENTANTI CONFAGRICOLTURA
ATC CN1 CUNEO-FOSSANO
Summa Roberto
Pellegrino Giacomo
Gazzola Gianmarco
ATC CN2 SALUZZO-SAVIGLIANO ATC CN3 ROERO
Gallese Alfonso
Perotti Aldo
Giacosa Graziano Milanesio Renato
ATC CN4 ALBA-DOGLIANI ATC CN5 CORTEMILIA
Bauduino Armando
Corrado Gianni
Gallesio Sandro Faletti Andrea
CA CN1 VALLE PO CA CN2 VALLE VARAITA
Rinaudo Sergio
Dossetto Cristiano
Morello Alfredo Giordano Claudio
CA CN3 VALLE MAIRA E GRANA
Ferrando Ignazio
Arlotto Albino
Pellegrino Michele
CA CN4 VALLE STURA CA CN5 VALLI GESSO, VERMENAGNA E PESIO
Salomone Livio
Castoldi Davide
Renaudo Laura Ferreri Bruno
CA CN6 VALLI MONREGALESI CA CN7 ALTA VALLE TANARO
Fazio Ferruccio
Suria Daniele
Marsupino Fulvio Borgna Guido
SGOMBERO NEVE CON IL TRATTORE, L'ATTIVITÀ È ASSOGGETTATA ALL’IRAP
Nella risposta n. 23/2018 all’istanza di interpello in materia di applicazione dell’Irap (e delle deduzioni previste dalla relativa disciplina), presentata da un imprenditore agricolo che svolge anche attività di agriturismo e che occasionalmente effettua prestazioni commerciali di sgombero neve per conto di un comune, l’Agenzia delle Entrate – come si legge su www.fiscooggi.it - ha precisato che l’attività di sgombero neve esercitata con l’utilizzo del trattore, mezzo normalmente impiegato nello svolgimento dell’attività agricola (attività principale), è qualificabile come attività connessa all’agricoltura (articolo 56-bis, Tuir), come tale soggetta a Irap con aliquota ordinaria. Relativamente alla base imponibile (non superiore ai limiti quantitativi espressamente previsti) riferibile alle attività diverse da quella agricola (esentata dal tributo regionale) produttrici di reddito d’impresa, competeranno le deduzioni “maggiorate”, previste dalla lettera d-bis, comma 4-bis, articolo 11, Dlgs 446/1997.
SVM SERIE
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INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
III
SUINI: CAMBIANO LE REGOLE PER GLI ALLEVAMENTI FAMILIARI
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a normativa comunitaria e nazionale ha sinora previsto disposizioni specifiche in merito alla identificazione e registrazione (“anagrafe”) dei suini. In particolare, con deroga concessa da diversi anni, l’Italia si è avvalsa della possibilità prevista dalla normativa in materia di anagrafi animali, di escludere dall’elenco dei detentori degli animali, le persone fisiche in possesso di un unico suino destinato all’uso od al consumo personali o per tenere conto di circostanze particolari. Tale deroga è stata formalizzata da ultimo con la Decisione della Commissione del primo febbraio 2006. Recentemente, con Decisione di esecuzione (UE) 2018/1669 la Decisione 2006/80/CE è stata abrogata considerando che i Paesi interessati, tra cui l’Italia, “hanno confermato di non applicare più la deroga … nei confronti delle aziende con un unico suino”. In tal senso anche la nota del Ministero della Salute prot. 0027957 del 9 novembre scorso che a seguito di alcune richieste di chiarimento precisa che: 1 - Gli allevamenti con un solo suino rientrano nella definizione di “allevamento familiare”. 2 - Si tratta quindi di allevamenti che: • possono ospitare sino a quattro animali da ingrasso, • che non movimentano animali verso altri allevamenti ed in cui gli animali sono allevati senza finalità commerciale e solo per autoconsumo. 3 - Ad essi si applicano le regole per gli allevamenti familiari di suini. In conseguenza di tale precisazione, sul portale della Banca dati è stato precisato che dal 28 novembre scorso non è più consentita la registrazione dell’uscita per vendita di un suino in autoconsumo. Inoltre, alcuni Servizi Sanitari locali hanno già precisato che, considerata la abrogazione della decisione che prevedeva la deroga, dal 28 novembre scorso è in pratica non più consentita la vendita di suini a privati ma unicamente verso altri allevamenti registrati o verso macelli e si applicano le sanzioni del caso per mancato aggiornamento del registro aziendale e per movimentazioni prive di documentazione. Sempre in base alle indicazioni dei Servizi Sanitari Locali, per i privati è comunque possibile acquistare un suino per la macellazione immediata; in questo caso si dovrà comunicare all’allevatore il codice del macello di destinazione, presso il quale poi ritirare le carni macellate.
ETICHETTATURA DI PROVENIENZA DEI VINI VARIETALI, CORREZIONE UE
L
a Commissione Europea ha redatto un documento correttivo (corrigendum) all’atto delegato modificativo del Reg. UE n. 607/2009 attualmente in corso di allineamento. L’atto delegato in questione riguarda le procedure da seguire per la registrazione di nuove DOP, IGP e termini tradizionali o loro modifiche. Stabilisce anche nel dettaglio le condizioni di uso delle diciture obbligatorie da riportare in etichetta come il grado alcolico, la provenienza, le indicazioni del produttore e così via ed anche quelle facoltative come l’indicazione dell’annata e delle varietà. La discussione del testo è stata molto seguita dal nostro Ministero e dalle organizzazioni settoriali che hanno riscontrato comunque l’introduzione di elementi di positività. Il testo correttivo si è, tuttavia, reso necessario a seguito della verifica di un errore previsto nel considerando n.45 che, in riferimento ai vini varietali, riportava: "dovrebbe essere prevista la possibilità per i produttori di prodotti vitivinicoli che non recano una denominazione di origine protetta o una indicazione geografica protetta di riportare sull'etichetta l'informazione "vino varietale", unitamente al nome del paese in cui il prodotto vitivinicolo è stato trasformato". Tale indicazione è in contrasto con le regole sull’etichettatura della provenienza che per il vino fa riferimento al Paese nel cui territorio le uve sono state vendemmiate e vinificate. Analizzando il considerando con l’articolato si ingeneravano delle ambiguità per le regole di origine dei vini varietali, in quanto l'art. 51 che si riferisce ai vini varietali, riporta l’obbligo di indicazione dello Stato membro “interessato” e al contempo prevede l'inapplicabilità dell’art. 45 per i varietali. Su quanto riferito e per evitare la confusione che poteva crearsi, la delegazione italiana a Bruxelles ha chiesto spiegazioni alla Commissione che ha confermato che non era sua intenzione cambiare il senso del testo e che avrebbe proceduto ad adottare un corrigendum, al regolamento. Confagricoltura sin dalla prima evidenza del problema è stata attenta ed ha vigilato sul tema scegliendo di non generare inutili allarmismi, ma focalizzando l’attenzione sulla revisione della Commissione e vigilando sulla redazione della nota esplicativa negli interessi dei consumatori e soprattutto degli operatori europei. Con il corrigendum, il problema è definitivamente rientrato ed è stata avvalorata a maggior ragione l’intenzione della Commissione espressa alle organizzazioni di non modificare le previsioni in materia di provenienza dei vini.
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IV
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
Zootecnia
Bovini, nuova realtà di filiera NATA "OI - CARNI BOVINE" DI CUI FA PARTE CONFAGRICOLTURA PER PROMUOVERE IL SETTORE E DIFENDERLO DA FAKE NEWS Diverse le motivazioni contestate all'Italia da Bruxelles
di Silvia Agnello
Nitrati, Italia C messa in mora PROCEDURA DI INFRAZIONE EUROPEA PER IL MANCATO RISPETTO DELLA DIRETTIVA. CONFAGRICOLTURA:"EVITARE CONTENZIOSI"
L’
Italia non ha designato le zone vulnerabili ai nitrati, non ha monitorato le proprie acque e non ha adottato le misure supplementari in una serie di regioni interessate dall’inquinamento da nitrati da fonti agricole. Queste le motivazioni espresse dalla Commissione Europea nella lettera di messa in mora, prima fase della procedura di infrazione, notificata all’Italia il 9 novembre a causa del mancato rispetto di quanto disposto dalla cosiddetta “direttiva nitrati” (1991) sulla protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati da fonti agricole. Agrinsieme, coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, ha subito preso posizione chiedendo che la questione venga affrontata ai massimi livelli al fine di evitare contenziosi dannosi per il settore agricolo e zootecnico, dovuti a una direttiva ritenuta, tra l’altro, ormai datata: “Occorre superare una serie di disposizioni eccessivamente restrittive e procedere a una delimitazione delle zone vulnerabili a nitrati di origine agricola che tenga conto solo dell’effettivo contributo del settore”. Agrinsieme chiede inoltre di “applicare correttamente quanto previsto dal Decreto ministeriale del 2016 con cui sono stati individuati i criteri e le norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l’utilizzazione agronomica del digestato; intervenire individuando soluzioni condivise e sostenibili a livello agronomico ed economico che permettano di salvaguardare l’ambiente, la salute dei cittadini, il reddito degli agricoltori, l’occupazione e la tipicità dei prodotti che qualificano il made in Italy nel mondo”. Il Ministero dell’Ambiente, da parte sua, ha indirizzato alle Regioni, all’ISPRA e alle Autorità di bacino una nota in cui, oltre a garantire supporto nella predisposizione delle controdeduzioni da inviare alla Commissione, sottolinea che il coinvolgimento nella procedura di messa in mora di tutte le regioni, fatta eccezione per Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, contrasta con quanto preventivamente comunicato per le vie brevi dalla stessa Commissione tramite la propria rappresentanza permanente.
on l’istituzione della “O.I. Carni Bovine - OICB”, dallo scorso novembre la filiera delle carni bovine ha la propria organizzazione interprofessionale. Ne hanno sottoscritto l’atto costitutivo Confagricoltura unitamente ad Assograssi, Fiesa-Confesercenti, CIA, Copagri e Uniceb. Nata per promuovere l’intera filiera, la “O.I. Carni Bovine - OICB” pone tra i propri scopi principali la difesa dell’immagine del settore dalle fake news, la promozione della giusta informazione sull’assunzione consapevole di proteine animali e la valorizzazione del ruolo della zootecnia nella tutela dei territori rurali e nel contrasto alla loro desertificazione. Gli operatori sono il cuore propulsivo della nuova struttura: lo statuto prevede infatti la costituzione di appositi comitati di prodotto a cui parteciperanno i rappresentanti degli associati, con il compito di indicare le scelte e le linee di indirizzo per lo sviluppo del settore. Gli organismi che aderiranno all’organizzazione professionale entro la prima assemblea generale, prevista per febbraio, saranno considerati tra i soci promotori.
CONIGLI E LEPRI
È online la Banca Dati È online la Banca Dati Nazionale (BDN) dell’anagrafe zootecnica per la registrazione delle aziende dei lagomorfi d’allevamento (conigli e lepri). La BDN è stata predisposta dal Centro Servizi Nazionale in conformità con quanto previsto dall’apposito Decreto ministeriale dello scorso marzo. Di seguito si elencato i principali elementi utili per la procedura: MODALITÀ: per la registrazione è possibile rivolgersi al Servizio Veterinario competente per territorio oppure attivare un account online sul portale www.vetinfo.it e utilizzare il modulo web. TEMPISTICHE: la registrazione deve essere completata al più presto e, in ogni caso, entro il primo semestre del 2019. TIPOLOGIA ATTIVITÀ: devono essere registrate tutte le attività che ospitano lepri e conigli per allevamento e per la stabulazione temporanea a fini commerciali o espositivi. Questo significa che la registrazione deve essere effettuata come azienda, allevamento, attività di commercio e anche attività di mercati, fiere e esposizioni. La nuova procedura non potrà essere alimentata dai dati inerenti ad allevamenti di conigli già presenti sul sistema in quanto non conformi con quanto previsto dal Decreto ministeriale. In nessun caso la registrazione in BDN sostituisce le autorizzazioni per la custodia o l’allevamento degli animali. Di conseguenza, solo dopo aver acquisito tutte le autorizzazioni e aver effettuato le comunicazioni, comprese quelle richieste dal Comune, si può procedere alla registrazione in BDN. Per info rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.
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Latte
Latte, si cercano strade alternative ALLASIA: "SOSTENIAMO LA TABELLA QUALITÀ, MA BISOGNA SBLOCCARE LA SITUAZIONE CON UNA SOLUZIONE CONDIVISA" di Fabio Rubero
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l mese scorso da queste pagine avevamo auspicato che il raggiunto accordo sul prezzo del latte alla stalla nella vicina Lombardia potesse avere delle ricadute positive anche in Piemonte. Un'intesa, quella in terra lombarda, che rappresenta abitualmente un punto di riferimento per tutte le altre regioni italiane, Piemonte compreso. Tuttavia da noi continua in queste settimane il confronto tra i rappresentanti degli agricoltori e quelli degli industriali, con le due controparti ancora distanti e sostanzialmente ferme sulle loro posizioni. Ad oggi (12/12, data di chiusura del giornale) non sono emerse novità particolarmente rilevanti, nè sono stati compiuti sostanziali passi in avanti nella trattativa. Da un lato gli agricoltori continuano a sostenere con forza la validità della loro "tabella qualità",
realizzata e condivisa da tutte le associazioni e proposta con l’obiettivo di rendere più omogeneo il quadro, dall'altro gli industriali ritengono che non sia corretto ragionare in termini unici, a fronte di un mercato (quello caseario) che presenta molte diverse sfaccettature al suo interno. CONFAGRICOLTURA DIALOGA NELL'INTERESSE DEI PRODUTTORI In questo scenario la Confagricoltura fa ampio ricorso al comune buon senso, cercando di portare la discussione su binari utili a tutto il comparto, nella convinzione che il muro contro muro sia dannoso e lavorando per trovare strade alternative che non disperdano il grande lavoro fatto negli scorsi mesi per giungere alla “tabella qualità”.
"Continuiamo ad essere convinti ed a sostenere con forza la validità della nostra tabella - dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte -, tuttavia ci rendiamo conto che bisogna sbloccare la situazione. Occorre dunque lavorare affinché si trovi una soluzione che accontenti tutte le parti in causa. Da un lato gli agricoltori devono vedersi giustamente riconosciuto un prezzo adeguato all'alto valore del loro prodotto, dall'altro gli industriali devono sapere che un prodotto di alta qualità, anche se costa qualcosina in più, contribuisce in maniera decisiva al successo dei loro prodotti e al Made in Italy in generale. Sono convinto che con un piccolo sforzo da parte di tutti si possa arrivare ad una soluzione ampiamente condivisa ed in grado di salvaguardare la dignità ed il valore dei nostri prodotti caseari che tutto il mondo ci invidia”.
CONFAGRICOLTURA CONTINUA A LAVORARE NELLA CONVINZIONE CHE IL MURO CONTRO MURO SIA DANNOSO PER IL COMPARTO
Coltiviamo il futuro Richiedi gratuitamente negli uffici della tua zona la bandiera di Confagricoltura!
Caro associato, il nostro Paese è ricco di grandi eccellenze enogastronomiche, con prodotti unici e capolavori frutto dell’ingegno, dell’inventiva e della laboriosità che hanno reso l’Italia famosa nel mondo. Confagricoltura è al tuo fianco, per aiutarti a far crescere le tue eccellenze, giorno dopo giorno, e impegnandosi a tutelare i tuoi interessi. Ti invitiamo quindi a rinnovare la tua adesione alla Confagricoltura di Cuneo... per coltivare insieme il futuro!
Tesseramento 2019 RINNOVA LA TUA ADESIONE
16 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
Frutticoltura
+14%
Previsioni 2018 della produzione di mele in milioni di tonnellate e variazione % rispetto alla media del triennio 2014/2016
-3% 1.502 Francia
-6% -5% +13% 990
728
Germania
Ungheria
4.480
2.200 Italia
Polonia
Fonte: World Apple and Pear Association (WAPA)
Mele, nuovi mercati cercasi STIME RECORD PER LA POLONIA, DOVE I COSTI SONO INFERIORI. L'ITALIA, INVECE, GUARDA AI PAESI ASIATICI E ALL'AFRICA di Ilaria Blangetti
È
un’annata tornata sui livelli normali, in termini di produzione. È questo il principale segnale che arriva dal comparto delle mele in Italia che, dopo un 2017 contrassegnato da fenomeni climatici estremi e da una scarsa produzione, recupera terreno. “La stagione sta andando bene. La produzione è indubbiamente più elevata rispetto all’anno scorso, ma la domanda sta tenendo - commenta Claudio Sacchetto, presi-
dente della Sezione Ortofrutta di Confagricoltura Cuneo -. La produzione è tornata sui livelli pre 2017 soprattutto perché non ci sono stati eventi meteo avversi e perché stanno entrando a regime alcuni nuovi impianti inseriti soprattutto a sostituzione del kiwi”. Secondo le ultime rilevazioni del Cso Italy, la produzione europea nel 2018 dovrebbe essere di 12,5 milioni di tonnellate (+35% sul 2017). Dati in crescita, quin-
di, non solo in Italia, con un mercato europeo sempre più competitivo e con il quale è necessario fare i conti. Tra tutti, la Polonia è il Paese che presenta le stime più alte secondo i dati Wapa (World Apple and Pear Association) presentati anche a Interpoma, la Fiera internazionale della mela di Bolzano: 14 per cento in più rispetto alla media del triennio precedente, doppiando in termini assoluti i numeri italiani: 4.480.000 tonnellate contro le 2.200.000 del nostro Paese. “Costi di produzione inferiori e moltissimi ettari utilizzati come nuovi impianti – conferma Marco Bruna, segretario zona Savigliano e Saluzzo di Confagricoltura Cuneo -, portano la Polonia ad essere uno dei principali competitor, fattori di cui dobbiamo tener conto”. “Tuttavia – aggiunge Sacchetto – le stime
così elevate della Polonia non sembra che potranno essere del tutto confermate a fine campagna, anche se rimane un mercato in forte crescita”. In Italia, tuttavia, sono diversi gli ostacoli che bloccano il settore: la perdita di alcuni mercati, la chiusura ormai da anni di quello russo e la mancanza di accordi bilaterali con alcuni Paesi, tutti fattori che minano la possibilità delle nostre mele di varcare i confini nazionali. “L’Italia su alcune partite è ancora un passo indietro – aggiunge Sacchetto –, sarebbe interessante aprirsi a questi mercati”. Visto anche l’aumento della produzione e il trend positivo, i mercati esteri rappresenteranno, infatti, sempre più un’opportunità importante per il prodotto italiano. Tra i nuovi mercati sui quali si sta già lavorando, non possono non essere citati quelli asiatici come Vietnam e Thailandia, mentre sembra fondamentale trovare una soluzione per ritrovare quelli nord africani, come Egitto e Algeria che hanno notevolmente ridotto la capacità di assorbimento dei prodotti ortofrutticoli, non solo delle mele. Infine, serve lavorare per il principio di reciprocità delle regole fitosanitarie a livello europeo, promuovendo un sistema di regole valido per tutti i Paesi dell’Unione Europea.
DIVIETO REGIONALE PER BRUCIARE GLI SFALCI
Le piogge di ottobre hanno rallentato le operazioni La nuova legge contro gli incendi boschivi, approvata lo scorso settembre dal Consiglio regionale, ha predisposto, tra le misure preventive, il divieto di abbruciamento diffuso di materiale vegetale su tutto il Piemonte, tra il 1° novembre e il 31 marzo. Per chi viola la normativa, sono previste sanzioni che possono arrivare fino ai 2 mila euro. Sarebbe necessaria una deroga per quanto riguarda gli sfalci dei kiwi, in buona parte estirpati a causa della moria o della batteriosi dei kiwi, due patologie che hanno pesantemente colpito questo tipo di coltivazione nel Saluzzese. “In molti casi non è stato possibile ai frutticoltori eliminare queste sterpaglie prima dell’entrata in vigore del divieto, a causa del lungo periodo di pioggia e umidità che ha contraddistinto fine ottobre – commenta Marco Bruna, segretario di zona Savigliano e Saluzzo di Confagricoltura Cuneo -. Questo divieto sta comportando dei problemi con i terreni occupati dagli sfalci che non possono essere bruciati. Chiediamo quindi la possibilità, con un attento monitoraggio, di poter eliminare questi sfalci senza incorrere in sanzioni”.
18 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2018
jung.it
Abbiamo fatto il massimo per rendere migliori le vostre aziende. Agli imprenditori che ci hanno dato fiducia e ai prossimi che verranno, diciamo il nostro grazie per averci scelti, porgendo i migliori auguri di buon natale e gli auspici di un 2019 di salute e ricco di nuovi traguardi e soddisfazioni. Waltraud Huber, Paul Brugger e Paolo Trovò
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Paolo Trovò | Cell. 329 5314673
Via Principale 44 | Terlano-Alto Adige | Tel. 0471 257030 | Fax 0471 257722 Paul Brugger | Cell. 347 0581091 | www.huber-brugger.it | info@huber-brugger.it
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Se ne va un altro anno pieno di sfide affrontate con la voglia e la passione di sempre. Ci auguriamo che il nuovo anno in cui ci proietteremo possa riservare ai nostri Clienti e Fornitori di sempre il meglio per le loro attività. Da tutto lo staff della TEC arti grafiche i migliori auguri di un buon Natale e di un sereno 2019.
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arti grafiche
Cerealicoltura
“I
l mais è fondamentale materia prima per i mangimi destinati alle produzioni zootecniche di qualità. Il trend negativo del settore farà crescere la nostra forte dipendenza dalle importazioni”. Questo il commento di Confagricoltura ai dati diffusi dall’Ismea sull’andamento della campagna 2017/2018 per il mais. I NUMERI DEL CALO "Per l’analisi effettuata dall’Istituto - sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - c’è una riduzione delle superfici italiane destinate a mais: in meno di 20 anni sono andati persi 420 mila ettari ed è sensibilmente cresciuta l’importazione. Sono 614 mila gli ettari investiti oggi a mais in Italia, il punto più basso di un lungo trend che ha portato le superfici destinate a questa coltivazione a ridursi del 40% negli ultimi 20 anni. Nel 1999, infatti, la coltivazione del mais in Italia interessava oltre 1 milione di ettari e garantiva una produzione di circa 10 milioni di tonnellate, coprendo quasi il 90% del fabbisogno nazionale. L'Italia nel 2018 produce 6,2 milioni di tonnellate, con un livello di im-
Mais, l'Italia ormai dipende dall'estero IN 20 ANNI IN ITALIA PERSI 420MILA ETTARI E IMPORT QUADRUPLICATO. CONFAGRICOLTURA CHIEDE MISURE POLITICHE E DI MERCATO PER IL RILANCIO DELLA COLTURA portazioni più che quadruplicato rispetto a 20 anni fa. In provincia di Cuneo nel 2017 gli ettari coltivati a mais da granella sono stati 42.300 in calo rispetto al 2016 (-0,24%), per una produzione di 3.950.000 quintali in decisa contrazione rispetto all’annata precedente (-7,05%). Solo nel 2015 gli ettari destinati a mais erano 44.150. LE RAGIONI DEL MOMENTO "NO" A parere di Confagricoltura le ragioni del progressivo abbandono del mais sono da individuare soprattutto negli alti costi di produzione a fronte di prezzi di mercato non remunerativi (nel 2017/18 in media 178,04 euro/t) e nelle condizioni clima-
tiche sempre meno favorevoli, che hanno spinto molti agricoltori a prediligere la soia, un’alternativa spesso più premiante. Nello stesso periodo, infatti, la produzione di soia è aumentata di quasi il 20%, crescita che comunque consolida il nostro primato in Europa, ma che – rimarca Confagricoltura – non consente comunque di soddisfare la crescente domanda interna, il cui fabbisogno ha portato a un aumento dei flussi di quasi l’80% in 20 anni. “In questa situazione - conclude Confagricoltura - è urgente individuare strategie e misure efficaci, sia politiche sia di mercato, per salvaguardare la prima coltura annuale italiana per volumi di produzione e garantire un'adeguata remuneratività ai produttori”.
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Un'immagine della Fiera della Meccanizzazione a Savigliano
Confagricoltura tra i fondatori del nuovo ente Fiere a Savigliano
VICOFORTE
In festa per 90 anni di alpini Domenica 18 novembre a Vicoforte, in occasione delle celebrazioni per i 90 anni dalla fondazione della Sezione ANA (Associazione Nazionale Alpini) monregalese, la Confagricoltura zona di Mondovì ha preso parte attiva all'evento offrendo a tutti i presenti un ricco buffet per la colazione prima dell’adunata. Promotore Valter Roattino, nella doppia veste di segretario Confagricoltura di Mondovì e sindaco.
di Ilaria Blangetti
L
a Confagricoltura di Cuneo entra a far parte della nuova Fondazione Ente Manifestazioni di Savigliano. In osservanza della legge Madia, è stata costituita la nuova realtà che raccoglie l’eredità dell’Ente saviglianese e andrà a organizzare alcune manifestazioni di grande interesse, a partire dalla Fiera della Meccanizzazione Agricola, dalla Festa del Pane e da Quintessenza, per le quali il Comune sta procedendo alla registrazione dei marchi. ANDREA INGARAMO NEL CDA È stato così nominato il consiglio d’amministrazione della nuova Fondazione e Confagricoltura Cuneo sarà rappresentata da Andrea Ingaramo, presidente della sezione Cereali e Semi Oleosi dell’associazione e allevatore di Savigliano. “È importante per un’associazione come la nostra far parte di una Fondazione che organizza importanti manifestazioni, tutte tra l’altro legate al comparto primario, a partire da quella più spiccatamente di settore come la Fiera della Meccanizzazione Agricola – commenta Ingaramo -. Siamo all’inizio, le idee sono tante e spero di poter dare il mio attivo contributo. L’evento su cui bisognerà iniziare subito a lavorare sarà proprio l’importante Fiera saviglianese, in programma, per il 2019, dal 14 al 17 marzo”.
Andrea INGARAMO Rappresentante di Confagricoltura Cuneo nel Cda del nuovo Ente
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V I L L A N O VA M O N D O V Ì
BEE - Formaggi di Montagna C'era anche Confagricoltura Cuneo con le sue aziende associate alla 19° edizione della manifestazione "BEE – Formaggi di montagna" che si è svolta sabato 17 e domenica 18 novembre a Villanova Mondovì. La manifestazione, che ha ottenuto il riconoscimento di fiera nazionale, è tra i maggiori eventi dell’autunno enogastronomico monregalese ed è stata presa d'assalto da oltre 20mila visitatori.
Confagricoltura news
LE CONVENZIONI del mese di Dicembre
Riserva Bianca e autoriparazioni PROSEGUONO LE CONDIZIONI FAVOREVOLI RISERVATE NON SOLO AI SOCI, MA ANCHE AI LORO FAMILIARI E AI DIPENDENTI di Enzio Isaia
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onfagricoltura Cuneo, per offrire sempre più servizi ai propri associati, ha stipulato alcune interessanti convenzioni per permettere agli iscritti, ma anche ai loro familiari e dipendenti, di ottenere sconti e agevolazioni in diversi settori. L’elenco aggiornato si può consultare sul sito www.confagricolturacuneo.it, nella sezione Convenzioni.
RISERVA BIANCA - LIMONE Anche quest’anno Confagricoltura Cuneo ha rinnovato la convenzione con la Riserva Bianca. Per tutti i soci e dipendenti sono previsti sconti sul prezzo degli skipass. Un esempio? Il giornaliero festivo a 28 euro anziché 35. Per usufruire delle agevolazioni è necessaria la registrazione iniziale dell’utente da parte degli operatori Confagricoltura. Una volta registrato come socio, l’utente potrà effettuare autonomamente tutti gli acquisti per sé e per i propri famigliari senza più dover passare dagli uffici Confagricoltura. Gli sconti della convenzione sono validi solo per gli acquisti online. BENEFICIARI La promozione è valida per: – soci Confagricoltura e famigliari; – dipendenti delle imprese associate; – dipendenti Confagricoltura e famigliari.
TARIFFE 2018/2019 Giornaliero: € 23,00 anziché € 35,00. Pomeridiano: € 16,00 anziché € 26,00. 3 giorni non consecutivi validi sempre € 78,00 anziché € 102,00. 10 giorni non consecutivi validi sempre € 250,00 anzichè € 309,00. Assicurazione giornaliera Snowcare: € 2,50 (Obbligatoria sulle piste del Piemonte Legge Regionale 2/2009). Per ulteriori informazioni: 0171/692143 - cerutti@ confagricuneo.it GF AUTORIPARAZIONI - CUNEO Confagricoltura Cuneo ha stipulato una convenzione con Gf Autoriparazioni situato a Cuneo in Corso Francia 227 riservata a soci e dipendenti dell'associazione che possono avere scontistiche su lavori di meccanica ad ogni tipologia di veicolo o usufruire del cambio gomme a 18 euro anzichè 30. Per informazioni: 0171/300406.
F E D E LTÀ A L L A V O R O E P R O G R E S S O E C O N O M I C O 2 0 1 8
A Boves il premio a sette aziende di Confagricoltura Cuneo Sette aziende associate alla Confagricoltura di Cuneo sono state premiate sabato 9 dicembre a Boves nell’ambito della 66^ premiazione Fedeltà al Lavoro e Progresso Economico 2018, organizzata dalla Camera di Commercio di Cuneo. Davanti a una platea di politici, autorità e imprenditori hanno ottenuto il riconoscimento per una vita dedicata al lavoro: Giovanni Battista Fraire 1 di Envie, affittuario con 35 anni di anzianità, e i coltivatori diretti, tutti con 40 anni di attività, Bartolomeo Ballario 2 di Villafalletto, Vittorio Bocchino 3 di Santo Stefano Belbo, Mario Fia 4 di Belvedere Langhe, Giancarlo Servetti 5 di
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Piozzo, Remo Tortone 6 di Villafalletto e Piergiorgio Turletti 7 di Morozzo. "A loro vanno le nostre più sentite congratulazioni per aver raggiunto un traguardo personale molto importante e per aver rappresentato con la loro operosità l'intero settore agricolo della Granda - sottolineano Enrico Allasia e Roberto Abellonio, presidente e direttore di Confagricoltura Cuneo, -. Non possiamo che essere orgogliosi di avere nella nostra compagine associativa realtà che, ciascuna nel proprio comparto, rappresentano al meglio quel saper fare tipico della nostra laboriosa provincia".
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Le nostre aziende
Via dalla città per amore della Langa LA FAMIGLIA BERTOLOTTO DAL 2016 A ROCCHETTA BELBO DOVE CONDUCE UN'AZIENDA AGRICOLA E UN B&B di Paolo Ragazzo
Una delle stanze del B&B Corte di Langa e la veduta dal terrazzo per le colazioni
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na famiglia di cittadini che ha assecondato il richiamo di una vita diversa, scandita dai tempi della natura”, così si definiscono i componenti della famiglia Bertolotto, titolari dell’azienda Corte di Langa a Rocchetta Belbo, dove hanno recuperato un’antica cascina lasciata all’incuria del tempo. Enzo, il papà, si occupa dei vigneti e delle coltivazioni agricole dell’azienda, mentre mamma Elena si dedica all’orto. Nel nostro tour ad accompagnarci sono però le figlie Arianna e Chiara. La prima, 24 anni, è laureata in Scienze gastronomiche e si sta specializzando in viticoltura ed enologia ad Asti, la seconda, 21 anni, è perito agrario ed aspirante enologa. “Ci
siamo innamorate, con i nostri genitori, di questo posto – spiegano le giovani – ed abbiamo deciso di recuperare la struttura, un vecchio agriturismo abbandonato da una decina di anni, insieme ai campi circostanti per destinarli principalmente a vigneto e noccioleto”. BED&BREAKFAST E TANTE IDEE PER IL FUTURO Da poco più di un anno è entrato così in funzione il bed&breakfast con tre camere ristrutturate e arredate ciascuna con un proprio stile e con nomi che richiamano le vigne presenti in azienda: Chardonnay, Moscato e Alta Langa. Tutte le stanze hanno un ingresso indipendente e dispon-
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gono di una ricca dotazione di comfort a cui si aggiungono scorci mozzafiato sulle vigne. L’idea è di ricavare altre 5 stanze da un corpo aziendale attiguo allo stabile in uso per incrementare la disponibilità ricettiva. Anche perché in zona questa giovane iniziativa imprenditoriale è stata accolta con favore e le richieste non mancano con ospiti dall’Italia (specie i weekend) e dall’estero (anche settimane intere). Le due sorelle sono dei vulcani di idee e iniziative: “Stiamo lavorando per finire di sistemare un laboratorio per la pasticceria secca e la lavorazione delle nocciole, oltre a una sala ristorante, una cucina e una sala eventi per fattorie didattiche dove ospitare le scolaresche. Abbiamo in mente di realizzare, nel prossimo futuro, attività dinamiche ed eventi e diversificarci”. ZAFFERANO, L’ORO ROSSO CHE CONQUISTA Ma il cuore pulsante, da cui tutto ha origine, resta l’attività agricola, con alla base i vigneti di chardonnay, moscato, favorita e pinot nero, oltre a un noccioleto e una “chicca”: lo zafferano. “È il nostro fiore all’occhiello, coltivato in Langa senza l’utilizzo di ammendanti chimici e fitofarmaci e con una lavorazione completamente manuale – sottolineano Arianna e Chiara che ne hanno messo a dimora oltre 25mila bulbi –. Viene raccolto, sfiorato ed essiccato nello stesso giorno per poter preservare al meglio tutte le qualità strutturali ed organolettiche del prodotto. Il raccolto di quest’anno è appena stato completato e le analisi di laboratorio per la valutazione della qualità dello zafferano hanno confermato che si tratta di un prodotto di prima categoria per le sue caratLo zafferano coltivato in 25mila bulbi
Sopra: i vigneti di moscato. Sotto: la vasca idromassaggio, la sauna e uno dei muretti a secco presenti in azienda
Antonio Marino (tecnico di Confagricoltura Cuneo) tra le sorelle Arianna e Chiara Bertolotto
teristiche aromatiche e potere colorante.”. E in futuro l’idea è di dedicarsi anche alle erbe officinali. Fresca di inaugurazione, inoltre, è una zona benessere con sauna a forma di botte e una vasca idromassaggio collocate direttamente tra i filari di moscato dove gli ospiti del B&B possono concedersi attimi di relax immersi in un paesaggio tipico dell’Alta Langa. ACCURATI LAVORI DI RECUPERO Detto così, elencando idee e realizzazioni portate a compimento c’è il rischio di far sembrare tutto molto semplice. Occorre
quindi sgombrare il campo da questo. “Giunti qui nel 2016 lo scenario era molto diverso rispetto ad oggi: la vegetazione aveva ripreso possesso di molte zone e i vigneti non erano abbandonati, ma andavano risistemati e curati decisamente meglio. Cosa che abbiamo fatto dedicando tempo e risorse con l’obiettivo di riportare tutto al suo antico splendore. Come gli originali muretti a secco tipici dell’Alta Langa, da poco entrati tra l’altro a far parte del patrimonio Unesco”. Alla successiva domanda, se si aspettassero una partenza così dura, Arianna e
Chiara rispondono senza esitazione: “Non ci immaginavamo nulla, con incoscienza ci siamo buttate grazie anche all’aiuto dei nostri genitori e ora non vogliamo di certo fermarci. I ritmi qui sono diversi rispetto alla città, ma comunque sono molto intensi e bisogna gestirli al meglio”. Sull’inserimento dei Bertolotto nella comunità di Rocchetta Belbo ha aiutato anche lo spirito positivo con cui sono stati accolti: “Ci sentiamo come adottati da tutto il paese, con gente che passa di qua e ci chiede come va o il nostro vicino che ci ha aiutato non poco a partire con i lavori”. Insomma, se nella volontà della famiglia Bertolotto gli ospiti di passaggio alla Corte di Langa devono sentirsi come a casa, è anche per far assaporare loro un po’ di quell’affetto che ha abbracciato Enzo, Elena e le loro due figlie e farli diventare gente di Langa a tutti gli effetti.
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Il mercatino dell'agricoltore
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