POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XX - N. 01•2022 - FEBBRAIO 2022 - CONTIENE I.P.
01/2022
Cinghiali appelli inascoltati ora è emergenza NUOVA PAC Ecoschemi, occasione non sfruttata del tutto dall’Italia
COSTI ALLE STELLE La voce delle aziende in difficoltà
CONTROLLI ALIMENTARI Rischio di nuovi costi per le imprese del settore primario
FITOFARMACI Servono più certezze per gli agricoltori
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LA GIUSTA PROTEZIONE contro le gelate primaverili
Nell’areale frutticolo italiano esistono zone nelle quali il rischio di gelate primaverili è abbastanza frequente: risulta dunque utile riportare sinteticamente le indicazioni necessarie per ridurre i rischi di questo fenomeno che, in alcune annate, può compromettere completamente la produzione.
Dal punto di vista della loro dinamica le gelate si distinguono in:
• gelata da irraggiamento (è determinata dalla veloce perdita di calore del terreno in quanto l’aria calda, più leggera, sale agli strati superiori); • gelata da avvezione (è provocata dalla repentina invasione di correnti dai quadranti settentrionali); • gelata da evaporazione (meno frequente ma assai pericolosa, avviene quando la pianta è bagnata per rugiada o pioggia, e l’umidità si abbassa velocemente a causa del vento e in tale situazione si ha la cessione di calore dalla pianta all’aria con rapido abbassamento di temperatura del vegetale stesso).
Negli ultimi anni, come succede quasi sempre, i tre tipi di gelata non si sono presentati distinti tra di loro ma si sono susseguiti. Generalmente, si verifica una avvezione di masse di aria fredda provenienti da nord-est caratterizzate da vento secco che abbassano l’umidità relativa; su questa situazione meteorologica, si innesca facilmente una notevole stabilità dell’atmosfera e durante la notte, un’abbondante perdita di calore (irraggiamento notturno), che abbasserà pericolosamente la temperatura al di sotto della soglia critica. Nei nostri areali, le gelate si manifestano in annate con primavere molto anticipate e caratterizzate dai fenomeni di bassa umidità relativa (fenomeno abbastanza ricorrente negli ultimi 10 anni). L’inizio del periodo critico delle gelate si ha quindi alla ripresa vegetativa ed è in questo momento che vanno quindi concentrati i maggiori sforzi.
CANDELE ANTIGELO
Tra i sistemi più efficaci e meno costosi si segnalano i generatori di calore, come ad esempio le candele antigelo, che forniscono una protezione perfetta agli alberi da frutto contro il gelo primaverile. Il sistema sinora utilizzato si basa sull’utilizzo di candele di cera che vengono accese gradualmente nelle notti di pericolo seguendo l’abbassarsi delle temperature. Il calore prodotto dalle candele antigelo scalda l’aria fredda nel campo, la quale consente di prevenire qualsiasi danno da gelo ai fiori ed ai piccoli frutti, e quindi eventuali perdite in campagna. Si tratta di creare molti punti di riscaldamento, da 300-350 candele per ettaro, con una distribuzione più concentrata sui bordi tenendo conto della direzione prevalente del vento; presentano una azione che può spingersi fino a temperature di -8/-10°C anche in presenza di vento. L’azione più efficace - tuttavia - viene fornita fino a temperature di -4/-5°C ed in assenza di vento. Di norma i modelli disponibili presentano una durata di 10-12 ore: l’equivalente di 1-2 notti.
Tra i pregi di questo sistema (rispetto ad altri sistemi) ricordiamo:
• La possibilità di adattare la spesa necessaria all’intensità del freddo (accenderne una su tre per esempio); • La facilità di messa in opera; • La possibilità di spegnimento in caso di falso allarme.
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I NUMERI DI QUESTO NUMERO
Torna in presenza la Fiera di Savigliano Che bella notizia! Roberto Abellonio
direttore di Confagricoltura Cuneo
Dopo due anni tornerà a svolgersi in presenza, dal vivo, la Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola di Savigliano. Che bella notizia! Dal 17 al 20 marzo espositori e visitatori potranno finalmente incontrarsi nuovamente di persona per scambiarsi opinioni e raccontarsi quanto in questi mesi sono mancati, gli uni agli altri. Accogliamo quindi con entusiasmo questo importante evento per l’economia agricola e non solo, del Piemonte e di tutto il Nord-Ovest d’Italia, fiduciosi che possa segnare simbolicamente la vera ripartenza dopo un lungo e complicato periodo. Certo, sarà un’euforia ancora smorzata dalla difficile situazione congiunturale contrassegnata, in particolare, dai pesanti aumenti delle materie prime e dell’energia che stanno mettendo in serio pericolo l’operatività di molte aziende e su cui occorre intervenire prima che sia troppo tardi (vedi il servizio interno alle pagine 8-9-10). Proprio ora che riparte l’annata agraria con le nuove semine, occorre però guardare avanti con moderata fiducia, consapevoli di una situazione sanitaria in costante miglioramento. Ben venga quindi la Fiera, con tutti i suoi appuntamenti (tra cui il “nostro” convegno “La nuova PAC e il PNRR: prospettive, strategie e criticità per l’agricoltura di domani” di giovedì 17 marzo alle 15). La aspettavamo con impazienza!
SUINI
ENERGIA
numero di suini macellati ogni settimana in Italia
% di aumento della bolletta elettrica in azienda
MACELLATI
ELETTRICA
CONVEGNO
ECOSCHEMI
data del convegno di Confagricoltura a Savigliano
% delle risorse Pac destinate agli ecoschemi
100mila +250% 17/03 NUOVA PAC
Legge di Bilancio Tutte le novità per l’agricoltura PAG. 17
25%
DOTAZIONE
NUMERO 331.4915518 331.4915516 339.5634561 339.5401060 339.5401054 339.5635193 339.5401004 339.5966337 339.5634650 339.5634563 339.5401670 366 4059712
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L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
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IN PRIMO PIANO
Confagricoltura in prima linea contro la peste suina PER L’ASSOCIAZIONE OCCORRE AVVIARE AL PIÙ PRESTO IL PIANO DI DEPOPOLAMENTO DEI CINGHIALI di Gilberto Manfrin
COS’È LA PSA
La malattia non si trasmette all’uomo
Si chiama Peste suina africana (Psa) e ad inizio gennaio è giunta anche in Piemonte, riscontrata in una carcassa di un cinghiale morto proprio per la malattia. Altamente contagiosa e spesso letale per suidi, cinghiali e maiali, non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Ma cos’è la Psa? Proveniente dall’Africa, è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali selvatici, che porta alla morte anche perché non esistono nè vaccini nè cure. Nelle analisi della carcassa del cinghiale ritrovato morto ad Ovada, è stata proprio trovata traccia della malattia. L’allarme sul rischio della diffusione della PSA era stato lanciato già da tempo dalla Confagricoltura Piemonte che aveva parlato di questo pericolo per via dell’elevata proliferazione di cinghiali. Preoccupa in particolare i produttori in quanto può avere effetti sul commercio delle carni suine italiane: c’è infatti il rischio che alcuni Paesi (Cina e Giappone, ad esempio, hanno già posto il veto) impongano il divieto di importare prodotti suini dal Paese in cui si è riscontrata la malattia. L’epidemia di Psa è iniziata nel 2014 nell’est Europa, si è estesa poi a macchia d’olio nel resto del Continente. A inizio anno il primo caso anche nella nostra regione.
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L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
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ome volevasi dimostrare. I tantissimi appelli della Confagricoltura, che a più riprese aveva chiesto a tutte le istituzioni di moltiplicare gli sforzi per sviluppare un’attività di selezione dei cinghiali che riportasse il numero di ungulati a un livello compatibile per il territorio, scongiurando così la propagazione della peste suina africana, sono caduti nel vuoto: la malattia è giunta anche in Piemonte. In queste settimane Confagricoltura si è attivata ad ogni livello, nazionale, regionale e provinciale, offrendo la propria piena collaborazione per mantenere l’emergenza sanitaria all’interno della zona infetta, rafforzando tutte le iniziative di biosicurezza degli allevamenti per uscire al più presto da quella che è la nuova, grande emergenza sanitaria che ha iniziato ad affrontare l’agricoltura. Il problema, giorno dopo giorno, richiede la massima cautela. Intanto lunedì 7 febbraio
RIMANI AGGIORNATO
Per restare costantemente informati sull’evolversi della PSA in Piemonte è sufficiente inquadrare il QR code a sinistra
è giunta in Piemonte una delegazione dell’Euvet (EU Veterinary Emergency Team) della Commissione europea per valutare le iniziative impostate per la gestione dell’emergenza e per fornire indicazioni sulle attività da sviluppare per contrastare l’epidemia. Gli esperti hanno suggerito di posare una recinzione con reti metalliche per impedire l’uscita dei cinghiali dalla zona infetta. Anche mentre il giornale va in stampa, la situazione permane in continuo sviluppo con Confagricoltura intenta a ribadire l’assoluta necessità di avviare interventi tempestivi e coordinati, per arginare un’emergenza che non riguarda soltanto le imprese agricole, danneggiate dai selvatici, ma che interessa tutta la popolazione.
dennizzi, visto che devono far fronte alle prescrizioni delle Asl (biosicurezza, macellazioni coatte, stoccaggio carni non commercializzabili, ecc.) per tutelarsi dalla malattia, e alla necessità di depopolamento, a livello regionale, con nuovi piani di contenimento dei cinghiali. Su questo frangente, lo stesso assessore Icardi, di concerto con l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, ha chiesto al Ministero garanzie formali che i costi sostenuti dalle imprese per ottemperare alle prescrizioni delle Asl vengano ricompresi nei ristori previsti dal Decreto Legge, anche in assenza dei provvedimenti di ripartizione che potrebbero richiedere tempi lunghi per l’adozione.
Primi fondi La Giunta regionale ha intanto approvato nei giorni scorsi le prime misure proposte dall’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, propedeutiche per l’attivazione di un fondo di 2 milioni di euro affinché gli allevatori possano ricevere i primi in-
ENRICO
ALLASIA Presidente Confagricoltura Cuneo e Piemonte
Depopolamento suini e piani di abbattimento Confagricoltura nel frattempo ha espresso tutto il suo apprezzamento per la delibera approvata venerdì 4 febbraio dalla giunta stessa, che reca le nuove disposizioni in materia di gestione dell’emergenza. Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia aveva a più riprese sollecitato la Regione ad adottare misure urgenti su due fronti: 1) l’abbattimento dei suini detenuti negli allevamenti convenzionali della zona infetta, creando il vuoto sanitario e ristorando le imprese di allevamento che stanno sostenendo costi ingenti, senza avere la possibilità di commercializzare le loro produzioni in modo profittevole; 2) la pronta attuazione di un piano di abbattimento dei cinghiali per riportare il numero dei selvatici a una condizione accettabile. “La programmazione delle macellazioni dei suini negli allevamenti convenzionali e il divieto di ripopolamento per sei mesi - dichiara
“La priorità è evitarne la trasmissione” GIORGIO SAPINO, COMMISSARIO PER L’EMERGENZA PSA: “LE AZIENDE PUNTINO SULLA BIOSICUREZZA RAFFORZATA”
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eterinario di lunga esperienza, già direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl CN 1 Cuneo - Fossano - Saluzzo - Savigliano - Mondovì - Ceva, Giorgio Sapino è stato nominato commissario per la gestione dell’emergenza “Peste suina” in provincia di Alessandria. Una scelta in linea con quanto richiesto da Confagricoltura che aveva sollecitato l’opportunità di nominare un professionista con poteri specifici straordinari in grado di gestire l’emergenza e ricondurre la popolazione di selvatici a livelli accettabili. Dott. Sapino, posto che i nostri allevamenti sono già sicuri, si può sempre fare di più… “Soprattutto nel campo della biosicurezza rafforzata. Moltissime aziende sono a posto, ma molte possono ancora compiere uno step in più per prevenire anche la minima forma di contagio. Rispettare la normativa sulla sicurezza è la cosa prioritaria per evitare la trasmissione della malattia, che può recare un serio danno a tutto il comparto suinicolo. Dico di più: è necessario essere in regola dal punto di vista normativo anche perché queste prassi, che so essere dispendiose e faticose, vincolano eventuali ristori che possono non giungere nelle casse delle aziende non a norma”. Cosa si intende per biosicurezza rafforzata? “Posso risponderle con un esempio. Quando si posizionano le recinzioni esterne per perimetrare l’allevamento, che certamente tutti gli allevatori hanno, si deve prestare attenzione alle reti, che devono essere infossate almeno un metro nel terreno. Oggi nella maggior parte dei casi queste reti sono ancorate a livello del suolo, troppo poco per pensare di contenere un cinghiale di 200 kg che vuole entrare nell’allevamento”.
In questa fase, quali sono le misure a cui le aziende devono porre più attenzione? Ci fa qualche esempio? Giorgio Sapino “La misura prioritaria è quella di tenere completamente isolata l’azienda dagli accessi esterni. Gli allevatori più esperti sanno già come comportarsi, ma è utile ricordare, ad esempio, che far entrare nell’allevamento un camion di mangimi è un grave errore. Il rifornimento va fatto all’esterno di esso, o in zone che non siano a contatto con le stalle. È utile pensare a punti di disinfezione, di pulizia, evitando in generale che tutti i vettori esterni, possibili portatori di malattia, possano mettere a repentaglio la sicurezza dell’allevamento. Va posta attenzione anche al ritiro delle carcasse: un’accortezza potrebbe essere quella di posizionare i contenitori di smaltimento in una zona esterna all’azienda, unico accesso per i camion che vi sopraggiungono”. Senza dimenticare le operazioni più banali, ma che nascondono potenziali rischi… “Certamente. Chi entra deve essersi cambiato e vestito con abbigliamento idoneo e sterile. Si deve fare attenzione anche ai dettagli. Per esempio le aziende devono anche apporre dei cartelli che vietano l’ingresso senza aver prima preso tutte le dovute precauzioni. Possono sembrare dettagli, ma a lungo andare l’abitudine all’osservanza di queste prime fondamentali norme può prevenire ogni forma di contagio. Il punto base è tenere sotto controllo continuamente gli allevamenti dal punto di vista della sicurezza. Anche l’osservanza del particolare fa la differenza”. L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
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IN PRIMO PIANO
SUINI
100mila numero di suini macellati ogni settimana in Italia
MACELLATI Allasia - va nella direzione da noi auspicata, così come la riduzione della densità del cinghiale da attuare nelle aree esterne alla zona infetta e zona di sorveglianza”. Con le decisioni assunte si è imboccata la direzione giusta, secondo Confagricoltura, per affrontare in modo concreto e pragmatico l’emergenza. “Siamo certi che la Regione darà seguito agli impegni che si è responsabilmente assunta - conclude Allasia - intervenendo nei confronti del Governo per far sì che i ristori giungano in fretta alle
AIUTI DAL GOVERNO
imprese danneggiate”.
Convegno on line di Confagricoltura Parallelamente, in attesa che l’Ue completi l’ispezione in Piemonte per verificare la gestione dell’emergenza, il presidente Enrico Allasia - intervenuto nel corso di un webinar organizzato da Confagricoltura Piemonte con il presidente nazionale degli allevatori di suini di Confagricoltura Rudy Milani, il direttore regionale dell’organizzazione Ercole Zuccaro e i direttori di Alessandria Cristina Bagnasco, di Asti Mariagrazia Baravalle e di Cuneo Roberto Abellonio, a cui hanno partecipato anche l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, il direttore dei servizi veterinari della Regione Bartolomeo Griglio e il commissario per l’emergenza peste sui-
in provincia di Cuneo, dei quali 500mila nel raggio di 15 km da Fossano.
Abbattere subito 50mila cinghiali Per contrastare l’epidemia nell’arco di un anno, secondo Confagricoltura è indispensabile abbattere circa 50mila cinghiali, che si sono rivelati, come denunciato da tempo, vettori della malattia. Un numero frutto di un preciso calcolo. In base al “Manuale operativo pesti suine” redatto dal Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali e dall’Unità centrale di crisi della Direzione Generale Sanità animale e Farmaci veterinari del Ministero della Salute, è infatti previsto che “un’efficace opera di depopolamento si raggiunge quando vengono abbattuti il doppio dei cinghiali abbattuti nor-
CINGHIALI
50mila
numero di cinghiali da cacciare per contrastare l’epidemia
DA ABBATTERE malmente durante l’attività venatoria”. Escludendo dal calcolo gli anni 2020 2021 nei quali l’azione di contenimento dei cinghiali è stata fortemente limitata dalla pandemia di Covid-19 che ha imposto una serie di restrizioni all’attività venatoria, in Piemonte vengono abbattuti annualmente circa 25mila cinghiali e, nonostante questo, la proliferazione di ungulati è ancora eccessiva. “Questo perché - conclude Allasia - la gestione venatoria degli ultimi vent’anni si è dimostrata totalmente inefficace per non dire fallimentare”.
Cinquanta milioni di euro a sostegno della filiera suinicola
Cinquanta milioni per tutelare gli allevamenti suinicoli dal rischio di contaminazione dal virus responsabile della peste suina africana e risarcire gli operatori della filiera suinicola danneggiati dal blocco alla movimentazione degli animali e delle esportazioni di prodotti trasformati, sostenendo così le imprese danneggiate dai danni causati dalla peste suina. È stato approvato a fine gennaio in Consiglio dei Mi-
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na in provincia di Alessandria Giorgio Sapino, nel ribadire le richieste di creare il vuoto sanitario e di avviare al più presto l’abbattimento dei cinghiali, ha anche sottolineato la ferma volontà degli allevatori di adottare “tutte le azioni necessarie per assicurare la piena ripresa delle attività produttive, che nel Paese rappresentano un volume di 100mila suini macellati alla settimana. Un patrimonio basilare per l’economia agricola regionale - ha detto Allasia - che conta su oltre 1.300.000 suini, allevati prevalentemente in provincia di Cuneo”. Attualmente ci sono 8mila suini nell’area infetta, individuata in 78 comuni della provincia di Alessandria, che complessivamente conta su 29mila capi allevati; altri 190mila suini sono presenti nelle stalle in provincia di Torino e 931mila
L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
nistri, il Decreto Legge Sostegni Ter che ha istituito, tra le altre misure, due fondi denominati, rispettivamente, “Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza” con una dotazione di 15 milioni di euro per l’anno 2022 e destinato al rafforzamento degli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza, e “Fondo di parte corrente per il sostegno della filiera
suinicola”, con una dotazione di 35 milioni di euro per l’anno 2022 e destinato ad indennizzare gli operatori della filiera danneggiati. Il Mipaaf stabilirà le modalità di quantificazione dei contributi a ristoro dei danni subiti dalle aziende, che dovranno comunque rientrare nei limiti stabiliti dalla UE per gli aiuti di Stato, e la ripartizione dei fondi per la biosicurezza tra le Regioni con successivi Decreti.
Selvatici, video-denuncia di Confagricoltura Cuneo OLTRE 40MILA UTENTI HANNO GIÀ VISTO IL FILMATO SU YOUTUBE E SOCIAL NETWORK PER SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA
U
n video pubblicato sul sito istituzionale e sui principali social network, visto già da oltre 40mila utenti, per denunciare la grave situazione in cui si trova il settore primario a causa del proliferare fuori controllo della fauna selvatica in provincia di Cuneo. È quanto ha realizzato la Confagricoltura di Cuneo per far conoscere all’opinione pubblica le difficoltà che, in questo contesto, le imprese agricole devono affrontare per produrre il cibo e le eccellenze che arrivano sulle tavole dei consumatori e lanciare l’ennesimo appello alle istituzioni e alla politica a favore di una maggior tutela e rispetto del lavoro degli agricoltori. Confagricoltura è attiva da tempo sul fronte delle problematiche legate alla fauna selvatica IL VIDEO
Inquadra il QR-Code con lo smartphone e guarda il filmato realizzato da Confagriocoltura Cuneo
che si ripercuotono non solo sull’agricoltura, ma hanno pesanti risvolti anche dal punto di vista della sicurezza e della salute pubblica. Negli ultimi anni, infatti, la proliferazione incontrollata di ungulati, lupi e cervidi ha provocato un aumento considerevole di danni alle coltivazioni e agli allevamenti e di incidenti stradali. A ciò si aggiunge il pericolo di diffusione di malattie veicolate dalla fauna selvatica, come testimoniano i casi di peste suina africana scoperti tra Piemonte e Liguria.
Priorità d’intervento, immagini e testimonianze delle aziende “Oggi ci troviamo di fronte a un grido di disperazione del mondo agricolo perché tutte le misure messe in atto finora non si stanno dimostrando efficaci - dichiara il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio - lanciamo un appello alle istituzioni, per attivare misure ed interventi adeguati volti ad arginare il problema. L’impianto normativo che regolamenta la fauna selvatica è basato sulla Legge n. 157/1992, ma lo spirito di quella legge era improntato sulla tutela dei selvatici: un’impostazione che in trent’anni ha garantito il ripopolamento delle montagne di numerose specie animali. Ora tale legge non è più attuale e si rende necessaria una normativa volta al contenimento della fauna selvatica per alcune specie particolarmente pericolose per l’attività dell’uomo”. Oltre ad immagini di danni alle
coltivazioni e di capi predati, nel video di Confagricoltura sono raccolte anche due testimonianze dirette di agricoltori della Granda che, come molti altri loro colleghi, hanno subito danni da fauna: la prima è di un allevatore di ovini di razza Bergamasca e vacche piemontesi ad Oncino e la seconda di un allevatore di bovini e cerealicoltore a Sommariva del Bosco. Entrambi sottolineano gli investimenti costanti nella difesa attiva, senza adeguati risultati, i danni rilevanti in termini di capi persi in attacchi dei lupi o di costi in netto aumento a causa del passaggio dei cinghiali nei propri appezzamenti. Nel 2020 sono state oltre 5mila le segnalazioni trasmesse alla Regione Piemonte riguardanti danni causati all’agricoltura da fauna selvatica, per un importo periziato di oltre 3,7 milioni di euro. Di queste più del 75% riguarda i cinghiali. A fine novembre 2021, in Piemonte le segnalazioni di danni da selvatici sono salite a più di 7.500. Inoltre, dal punto di vista della sicurezza pubblica, secondo l’associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale nel 2020, anno del lockdown, si sono registrati in Italia 138 incidenti gravi con animali selvatici, considerando solo quelli con persone ferite o decedute. Impatti avvenuti nella quasi totalità su strade provinciali o statali. Al primo posto c’è la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna e dal Piemonte. “Questi dati non esauriscono i casi di incidenti in cui sono coinvolti animali selvatici - precisa Confagricoltura Cuneo -. Gli impatti nei quali muore e rimane ferito solo l’animale, ma con danni ai mezzi e non alle persone sono di svariate migliaia ogni anno e risultano di difficile calcolo perché in molti casi gli automobilisti coinvolti non denunciano il sinistro, sapendo che difficilmente saranno rimborsati i danni. Siamo di fronte ad una vera emergenza che sarebbe errato considerare come un problema solo dell’agricoltura”, conclude Abellonio. L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
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IN PRIMO PIANO
Costi alle stelle, la voce delle aziende LE SPESE PER ENERGIA E MATERIE PRIME HAN RAGGIUNTO PERCENTUALI DI AUMENTO MAI VISTE di Davide Rossi
ALESSANDRO
VARETTI
“L
a vera difficoltà è riuscire a mantenere costante la produzione e programmare gli investimenti”. Questa è la sintesi estrema della situazione attuale di costi in crescita costante per le aziende agricole cuneesi, dovuta al generalizzato aumento dei prezzi dell’energia elettrica e di tante, forse tutte, materie prime connesse con le lavorazioni. Con spirito concreto, senza indulgere nelle preoccupazioni o abbandonarsi alle lamentele, Alessandro Varetti di Cavallermaggiore ci ha riassunto così la difficile congiuntura economica: “La mia azienda produce latte e l’alta innovazione tecnologica rappresentata dai robot di mungitura incide notevolmente sui consumi di elettricità, siamo ad un +70% per la bolletta rispetto a pochi mesi fa. Al netto dei danni economici che sono evidentemente connessi con i rincari dei costi fissi, non sempre corrisposti poi nella vendita dei prodotti lavorati, il problema più serio sta proprio nella difficoltà di prevedere gli aumenti e di organizzarsi in tempo per rispondere alle sollecitazioni economiche”.
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Titolare di azienda lattiero casearia a Cavallermaggiore
Come è noto, quello dell’energia è un tema cruciale per l’agricoltura: ne occorre tanta, direttamente e indirettamente, e per questo il veloce aumento dei costi degli ultimi mesi sta colpendo in modo significativo, anche in relazione al percorso da compiere verso la transizione green, i cui parametri diventano più complicati da rispettare. A rischio c’è la sopravvivenza stessa del comparto agricolo e della filiera agroalimentare, che in Italia vuol dire 3,6 milioni di addetti per un fatturato di oltre 540 miliardi di euro. “In Italia l’energia elettrica è più cara che nel resto dell’Europa da sempre, ma da novembre la situazione è diventata ingestibile a livello di aumenti. Le prime avvisaglie erano arrivate già dal mese di settembre: ora le nostre bollette elettriche sono esattamente il doppio dello scorso autunno”, ci dice Maura Daniele che per la scrofaia dell’azienda di famiglia a Villafalletto ha esigenze energetiche notevoli. Stessa situazione, forse
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ancora peggiore, quella messa in evidenza da Giuseppe Ribotta della Ribotta Group di Revello, che si occupa di confezionamento della frutta e per questa ragione ha bisogno di frigoriferi costantemente connessi alla rete elettrica per conservare il prodotto: “Gli aumenti di spesa per l’energia raggiungono anche il 250% e non bastano a contenerli gli investimenti fatti per installare un impianto fotovoltaico aziendale”. Anche Ribotta lamenta l’impossibilità di programmare: “Siamo costretti a vivere alla giornata, e non sappiamo come potrà essere la situazione tra qualche mese, quando dovremo lavorare prodotti a più bassa redditività di quelli attuali, come ad esempio le pesche nettarine dove i margini di guadagno sono bassissimi”. Il pensiero, velato, è che possa convenire interrompere la produzione, come diverse aziende di altri settori hanno fatto, piuttosto che portarla GIUSEPPE
RIBOTTA Titolare di azienda frutticola a Revello
avanti in perdita. Un pensiero che non possono prendere in considerazione gli allevatori, come precisa Maura Daniele: “Chi può gestisce i suoi flussi di lavoro, interrompe le lavorazioni o le trasferisce in giornate come il sabato e la domenica, quando l’energia ha prezzi più bassi. Noi non possiamo: gli ani-
ENERGIA
+250% % di aumento della bolletta elettrica in azienda
ELETTRICA mali vanno accuditi ogni singolo giorno”. L’entità degli aumenti dipende anche dal contratto che l’azienda aveva sottoscritto: chi ha un contratto a prezzo fisso non ha avuto sorprese troppo amare mentre MAURA
DANIELE Titolare di azienda suinicola a Villafalletto
chi aveva sottoscritto contratti di borsa ha avuto gli aumenti più pesanti. Per alcuni, che avevano stipulato contratti con fornitori più piccoli, c’è stata anche la amara sorpresa di vedere fallire il proprio gestore, dovendosi quindi dirottare su altri gestori stipulando accordi in questo momento di grande difficoltà. Forse era da troppo tempo che i prezzi dell’energia erano fermi, ma quella a cui stiamo assistendo sembra una dinamica nella quale gioca un ruolo anche la speculazione. Non è solo il costo dell’energia ad essere aumentato in modo vertiginoso: i fertilizzanti sono aumentati del 150% in sei mesi,
il metano è triplicato e il gasolio agricolo è schizzato del 40%; plastica, cartone, legno e metallo fanno segnare crescite che vanno da un minimo del 30% fino al 50% rispetto a soli pochi mesi fa, i mangimi per gli animali sono saliti di 10€ al quintale in un anno e la soia è praticamente raddoppiata. Chi ha bisogno di pellet per il riscaldamento, non riesce a trovarne di certificato sul mercato: la produzione si è ridotta per la crescita dei costi energetici e c’è penuria. Matteo Soria produce a Castiglione Tinella Moscato d’Asti e Asti spumante e ci parla dell’impenna-
MATTEO
SORIA Titolare di azienda vitivinicola a Castiglione Tinella
ta dei prezzi delle bottiglie, +15% rispetto ad un anno fa, e dei tappi, +17%. E questi sono ancora aumenti contenuti: “Le vasche per le lavorazioni vinicole sono aumentate di più del 30%: noi abbiamo iniziato a pensare ad un acquisto lo scorso anno e il preventivo per un nuovo impianto era di 22.000€, pochi giorni fa abbiamo firmato ma la cifra nel frattempo è salita a
31.000€”. Anche Soria sottolinea però la necessità, quasi l’obbligo, di guardare avanti con fiducia: “Se non si fanno investimenti, non si va da nessuna parte”.
Cerealicoltori in forte affanno Confagricoltura Piemonte ha fatto anche il conto dei maggiori costi che dovranno sopportare, ad esempio, i produttori di mais, cereale fondamentale per l’alimentazione zootecnica, per le produzioni alimentari e non solo, molto in diffuso in Piemonte con 132.000 ettari di superficie. In base ai calcoli dei tecnici di
per concimare un ettaro (10.000 metri quadrati) di mais vengono impiegati, in condizioni ordinarie, abitualmente 2 quintali di fosfato bioammonico 18:46 e 5 quintali di urea. L’anno scorso il fosfato biammonico costava 38 euro al quintale, mentre oggi costa 90 euro; l’urea era quotata 30 euro al quintale, oggi 95 euro. “Questo significa che un anno fa concimare un ettaro di mais costava 226 euro, mentre oggi se ne spendono 655, vale a dire 379 euro in più in valori assoluti e il 290% in più in termini percentuali. A questa situazione di aumenti si
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IN PRIMO PIANO
FERTILIZZANTI
+300% % di aumento del costo dei fertilizzanti in un anno
PER I CAMPI aggiungono ulteriori complicazioni, a peggiorare la congiuntura. Sugli allevatori di suini incombe la minaccia della peste suina, giunta vicina alle campagne cuneesi, per chi commercia frutta si vedono cali di consumo da parte delle famiglie, costrette a diminuire gli
acquisti per via della crescita delle spese anche a livello domestico. Sul vino, infine, incombono i venti di guerra tra Russia e Ucraina, mercati importanti e conquistati faticosamente che rischiano di contrarsi pericolosamente nei mesi a venire. Su tutte le imprese, infine, gravano le conseguenze di questo inverno che ha toccato e superato i sessanta giorni senza precipitazioni sul nostro territorio: si preannuncia una primavera a rischio siccità, con tutto quello che ne consegue.
Cosa aspettarsi? Cosa c’è dunque da aspettarsi nei
Ortaggi, consumatori e imprese in difficoltà LA SPESA PER LA VERDURA È SEMPRE PIÙ ALTA MA GLI AUMENTI NON VANNO AI PRODUTTORI
C
hi fa la spesa in queste settimane avrà notato che il prezzo della verdura è in forte aumento. “C’è una narrazione che ci vede sempre più attenti a consumare frutta e verdura di stagione – dichiara Confagricoltura Piemonte – ma la realtà è che ancora oggi la maggior parte di chi fa la spesa cerca di accontentare i propri gusti, scegliendo tra ciò che il mercato offre”. La verdura fresca, che d’inverno si ottiene solo sotto serra, è in testa alle preferenze dei consumatori:
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le temperature rigide, l’aumento dei costi produttivi e le fisiologiche tensioni commerciali fanno sì che in alcuni periodi i prezzi al consumo diventino particolarmente elevati. I pomodori sono aumentati del 35%, le melanzane del 37%. I listini del Caat – Centro agro alimentare di Torino – rilevano che un anno fa in questo periodo (prezzi all’ingrosso) i cavolfiori bianchi costavano 90 centesimi al chilo, mentre a febbraio sono quotati 1,30 euro; le zucchine
L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
prossimi mesi? Lo abbiamo chiesto a tutti gli imprenditori e nessuno ha idea di come evolverà la situazione. Di certo se gli aumenti non verranno calmierati il rischio che la ripresa post Covid-19 si rallenti o si blocchi addirittura è concreto: Confagricoltura ha lanciato l’allarme e sta vigilando sulla situazione, invocando interventi a sostegno delle aziende. Il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, sottolinea il difficile momento: “Possiamo pensare che gli aumenti siano frutto di una speculazione economica o di una reale crescita dei costi dei nostri fornitori, ma
quel che è certo è che chi ne paga le maggiori conseguenze siamo noi agricoltori, perché i nostri prodotti non vengono rivalutati altrettanto da chi ce li acquista. I prezzi al dettaglio salgono lo stesso, ma noi non vediamo un centesimo in più. È da novembre che stiamo discutendo con la grande distribuzione un aumento dei prezzi del latte, per fare un esempio, ma siamo a febbraio e ancora non si è trovato un accordo”. Da questa situazione di difficoltà, Allasia suggerisce di provare ad uscire prendendo in considerazione strumenti nuovi: “Una via potrebbe essere quella di
valevano 1,60 euro, mentre oggi sono a 2,65 euro. L’aumento più consistente, complici le gelate, è quello dei finocchi, passati da 45 centesimi al chilo a 2,30 euro. Rispetto al rispetto alla “normalità” del periodo, che vede la verdura più cara d’inverno, quest’anno c’è un elemento in più che incide sui prezzi. “Da un anno a questa parte il costo dei fertilizzanti azotati è aumentato mediamente del 300% - spiega Confagricoltura - mentre il gas metano utilizzato per il riscaldamento delle serre, è aumentato di oltre il 600%. I consumatori pagano di più la verdura, ma ciò nonostante gli orticoltori sono in grande difficoltà, perché con le contrattazioni all’ingrosso non riescono a recuperare i maggiori costi che sostengono – chiarisce Confagricoltura
GAS
+600% % di aumento del gas metano per riscaldare le serre
METANO Piemonte – e se non interverrà per stabilizzare i costi energetici molte aziende saranno costrette ad abbandonare la produzione, riducendo la disponibilità dell’offerta. Per questo è necessario che nell’ambito della filiera ciascuno faccia la propria parte, evitando di penalizzare esclusivamente il settore della produzione primaria, per evitare di far crescere la dipendenza dall’estero e peggiorare i conti della bilancia commerciale del nostro Paese”.
ricorrere ai fondi mutualistici, che pur essendo nati per assicurare il comparto primario dai danni dei cambiamenti climatici ora offrono strumenti più evoluti, capaci di sostenere le aziende anche nel caso di repentini sbalzi di prezzi come quelli attuali. Li usiamo ancora poco, ma sono una leva importante anche perché la nuova PAC destina alla gestione del rischio, di cui i fondi fanno parte, il 3% dell’intero budget italiano: sono cifre importanti, per uno strumento che potrebbe davvero fare la differenza”.
GUARDANDO AL FUTURO
I fondi mutualistici e la “spinta” della nuova Pac
Nati come strumenti per tutelare gli agricoltori dai sempre più frequenti fenomeni atmosferici estremi, come gelate o grandinate, i fondi mutualistici sono in realtà ottime soluzioni per avere un paracadute anche di fronte ai repentini aumenti di prezzo delle materie prime o ai cali di fatturato. Si tratta, in sostanza, di una tutela dal rischio finanziata e gestita dagli agricoltori stessi: si versa una quota annuale e, in caso di eventi avversi, anche quelli non coperti dalle assicurazioni tradizionali, si può ottenere un risarcimento. La natura mutualistica, quindi priva di lucro e più vicina ad un sostegno reciproco, comporta il fatto che i premi annuali da versare siano meno elevati. Sul versante costi, inoltre, la buona notizia è che con la Pac 2014-2020 i versamenti
ai fondi possono essere cofinanziati fino al 70%: ciò rende il tutto decisamente più interessante anche per un comparto, come quello agricolo, tendenzialmente poco propenso a sottoscrivere assicurazioni. Confagricoltura lavora da tempo sullo sviluppo di questi strumenti e ha costituito il CoorDifesa per tutelare ancora meglio le imprese agricole sui temi relativi al rischio. Il nuovo organismo raduna otto Consorzi di Difesa usciti da Asnacodi Rappresenta in tutta Italia più di 4.000 aziende e un valore assicurato oltre 700 milioni di euro Presso gli uffici provinciali dell’associazione è quindi possibile avere ulteriori informazioni e conoscere meglio di cosa si tratta.
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Ecoschemi, un’occasione non sfruttata del tutto dall’Italia IL NOSTRO PAESE HA RINUNCIATO AD ADOTTARE QUELLO DESTINATO A SEMINATIVI E SILVICOLTURA PER UN NUOVO MODELLO FORESTALE di Fabio Rubero
L’
Unione Europea ne ha proposti quattordici e l’Italia aveva inizialmente deciso di adottarne sette, che poi, nel programma inviato a Bruxelles a fine 2021, sono diventati solamente cinque. Gli ecoschemi, altrimenti detti “Regime per il clima e l’ambiente”, sono degli strumenti facoltativi ai quali gli agricoltori possono liberamente decidere se accedere oppure no (non sono infatti collegati al sostegno di base), e rappresentano una delle più importanti novità della nuova PAC 2023-2027, anche e soprattutto perché a loro sarà destinato ben il 25% delle risorse. Ma è soprattutto uno dei due esclusi a fare discutere perché la
scelta italiana di non adottarlo desta parecchie perplessità anche al presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, che parla di “occasione persa”. Il riferimento è alla rinuncia a quell’ecoschema attraverso il quale si sarebbe incentivato l’aumento del carbon stock (ossia la capacità di assorbire e immobilizzare l’anidride carbonica) dei suoli con il pagamento per la coltivazione di colture annuali o pluriennali (esempio leguminose) quale successione di colture principali. “Seminativi e silvicoltura – spiega Allasia – potevano rappresentare una straordinaria risorsa per un nuovo modello forestale anche nell’ottica della transizione ecologica. È un vero peccato che non si sia adottato questo ecoschema perché si
DOTAZIONE
25%
% risorse Pac destinate agli ecoschemi
IMPORTANTE sarebbe potuto creare un nuovo sistema agroforestale perfettamente in linea con le direttive europee e ‘dare respiro’ a colture seminative che con la nuova PAC verranno penalizzate”. Se due ecoschemi sono stati esclusi, ce ne sono cinque che l’Italia ha invece deciso di adottare. Vediamo quali sono e a chi si rivolgono. ECO 1 – Pagamento per benessere animale e riduzione degli antibiotici Due i livelli di impegno, il primo relativo al rispetto di soglie di impiego del farmaco veterinario (antibiotici), il secondo per gli allevamenti che si impegnano al rispetto di obblighi specifici nel settore del benessere animale e praticano pascolamento o allevamento semibrado.
EVENTO ALLA FIERA DELLA MECCANIZZAZIONE
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La nuova Pac nel convegno di Confagricoltura a Savigliano Giovedì 17 marzo, dalle 15 alle 16,30, alla Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, presso il Padiglione Agrimedia, Confagricoltura Cuneo ha organizzato il convegno dal titolo: “La nuova PAC e il PNRR: prospettive, strategie e criticità per l’agricoltura di domani”. Interverranno: Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, Vincenzo Lenucci, responsabile dell’Area Economica e Centro Studi Confagricoltura, Cristina Tinelli, responsabile dell’ufficio Confagricoltura
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L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
a Bruxelles ed Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Confagricoltura Cuneo. All’evento sono invitati a partecipare tutte le aziende e i professionisti del settore agricolo. Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo presenta così il tema dell’incontro: “La nuova PAC mette al centro l’ambiente e la sostenibilità addossando però i costi economici e burocratici sulle aziende agricole, senza un’adeguata considerazione dei reali fabbisogni alimentari futuri. Così gli agricoltori si troveranno,
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nei prossimi anni, a poter contare su meno risorse comunitarie, a fronte di maggiori impegni e sforzi a loro richiesti. Interi comparti, filiere e territori avranno problemi a causa della drastica riduzione dei pagamenti diretti e, dunque, saranno in difficoltà ad affrontare le sfide che la transizione ecologica richiede”. Per maggiori informazioni contattare gli uffici di zona di Confagricoltura Cuneo.
POLITICA AGRICOLA COMUNE
ECO 2 – Inerbimento delle colture arboree Possono accedervi tutte le superfici occupate da colture permanenti (legnose agrarie) e altre specie arboree permanenti a rotazione rapida, sulle quali sono rispettati impegni di gestione del suolo, di inerbimento, spontaneo o artificiale, dell’interfila, di non lavorazione del suolo nell’interfila, di ulteriore limitazione dell’uso di fitosanitari sull’intero campo. ECO 3 – Salvaguardia olivi di particolare valore paesaggistico Possono accedervi tutte le superfici olivetate di particolare valore paesaggistico e storico. ECO 4 – Sistemi foraggeri estensivi Sono ammesse tutte le superfici a seminativo in avvicendamento sulle quali sono rispettati
ture a perdere di interesse mellifero nell’interfila delle colture permanenti, incluso in entrambi i casi l’impegno di non uso di diserbanti e altri fitosanitari nel campo e nelle bordure nell’anno di impegno. È dunque del tutto evidente che la scelta sia stata quella di limitarsi ad un numero piuttosto ristretto di ecoschemi per poter meglio “concentrare” le energie su questi. “È stata fatta la precisa scelta – conclude Allasia – di individuare meno tematiche (con un particolare occhio di riguardo al comparto zootecnico) per poter lavorare meglio su quelle. Una scelta condivisibile, per carità, ma resta il rammarico per ciò che si sarebbe potuto fare con l’ecoschema sul carbon stock al quale all’ultimo si è deciso di rinunciare”.
impegni relativi alla coltivazione di leguminose da granella o foraggio o di altre colture foraggere o da rinnovo nelle quali non si dovrà far uso di prodotti fitosanitari e di diserbanti chimici. Relativamente a questo ecoschema, l’unico di interesse per le aziende di seminativi, Confagricoltura ha chiesto di attenuare il vincolo relativo al divieto di impiego di prodotti fitosanitari e diserbanti e di chiarire che tra le colture da rinnovo è ammesso il mais. ECO 5 – Misure specifiche per gli impollinatori Rivolto a le superfici a seminativo e quelle occupate da colture arboree permanenti sulle quali sono rispettati gli impegni relativi alla coltivazione di colture a perdere di interesse mellifero nei seminativi o la coltivazione di col-
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IL CASO
SERVE INOLTRE MAGGIOR UNIFORMITÀ TRA TERRITORI
“R
iteniamo che i controlli ufficiali siano indispensabili per garantire rigorosamente la qualità delle produzioni e che debbano essere attuati con la massima cura: ciò che occorre evitare
I nuovi controlli alimentari non siano costi aggiuntivi CONFAGRICOLTURA CHIEDE L’ESENZIONE DEI NUOVI OBBLIGHI A CARICO DELLE AZIENDE AGRICOLE TRASFORMATRICI sono gli appesantimenti burocratici e nuovi oneri a carico delle imprese”. Con queste parole Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo commenta le nuove disposizioni sui controlli ufficiali in mate-
ria di alimenti e sicurezza alimentare previste dal Decreto Legislativo 2 febbraio 2021, n. 32 che riguardano numerose aziende del comparto primario, tra cui i produttori di vino. Dal 1° gennaio 2022 –
chiarisce Confagricoltura in una nota - è in vigore il decreto legislativo numero 32 del 2 febbraio 2021 che fissa le regole per i controlli ufficiali in materia di alimenti e sicurezza alimentare. Per alcune tipologie produttive, quali
macelli e impianti di sezionamento carni, per esempio, la tariffa di controllo è stabilita in rapporto alla reale entità produttiva, mentre per altre tipologie, quali per esempio le cantine, sono previsti importi forfettari annui che variano a seconda del livello di rischio (basso, medio o alto) calcolato per ciascun stabilimento dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) a seguito del controllo ufficiale. In base alle disposizioni di legge, al fine del
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L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
calcolo della tariffazione per l’anno 2022, le ditte avrebbero dovuto inviare all’Asl entro il mese di gennaio 2022 un’autodichiarazione con le informazioni riferite all’anno 2021. Sulla base dei dati trasmessi l’ASL applicherà la tariffa in base al livello di rischio calcolato, riferito all’anno in corso ed emetterà la richiesta di pagamento entro il 31 marzo 2022. Con la normativa precedentemente in vigore
(D.lgs 194/08) le aziende agricole trasformatrici erano state escluse dall’autofinanziamento dei controlli ufficiali sugli alimenti; in base alle nuove disposizioni le aziende agricole rientrano, tra cui quelle produttrici di vino che ricadono nella produzione di bevande alcoliche. Alessandro Bottallo responsabile vitivinicolo di Confagricoltura Cuneo aggiunge: “Sentendo le Asl del territorio abbiamo chiarito che la data del
31 gennaio scorso per l’entrata in vigore delle novità non era perentoria, ma ci stiamo battendo per chiedere l’esenzione degli obblighi a carico delle aziende del comparto o perlomeno maggior uniformità di applicazione di una norma che rischia di vessare le aziende di un nuovo costo in un periodo non semplice per via di un mercato instabile e prezzi di produzione già alle stelle”. “Le Regioni non hanno
Il comparto vitivinicolo è tra i più colpiti
ancora stabilito i criteri per la definizione delle tariffe per l’autofinanziamento dei controlli ufficiali sugli alimenti. Riteniamo
indispensabile rendere omogenee le tariffe per evitare discriminazioni tra operatori” conclude Confagricoltura Piemonte.
L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
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VITIVINICOLTURA
Etichettatura ambientale per aziende del vino più “green”
ALLO STUDIO UN’APPLICAZIONE PER L’INSERIMENTO DI UN QR CODE SULLE ETICHETTE DELLE BOTTIGLIE CON TUTTE LE INFORMAZIONI SULL’AZIENDA
PENSATA DA CONFAGRICOLTURA PER AFFIANCARE LE ASSOCIATE NEL “CAMMINO” VERSO UNA PRODUZIONE SOSTENIBILE ED ECOLOGICA di Gilberto Manfrin
C
onfagricoltura Cuneo in collaborazione con la software house ERInformatica sta sviluppando un’applicazione web centralizzata con lo scopo di fornire a tutte le proprie associate dei servizi tecnologici ad alto valore aggiunto per affiancare le aziende vitivinicole nel “cammino” verso una produzione sostenibile ed ecologica. L’applicazione WSP prevede l’inserimento di un codice (Qr-code) sull’etichetta, successivamente alla lettura con lo smartphone si avrà la visualizzazione dinamica del contenuto su un’apposita pagina web dove si possono inserire diverse informazioni legate all’azienda: il materiale di imballaggio e la sua destinazione in raccolta
differenziata; le misure di sostenibilità adottate; i valori nutrizionali del prodotto; ma anche caricare un video aziendale promozionale, ecc… “Inserire in etichetta tutte queste informazioni diventa complicato - spiega Alessandro Bottallo, responsabile vitivinicolo di Confagricoltura Cuneo -. Inquadrando un semplice Qr code con il proprio telefono è quanto di più semplice si possa fare per avere comunque a portata di mano tutte le informazioni aziendali, in modo anche trasparente. L’etichetta digitale non avendo vincoli di spazio permette di specificare e dettagliare in modo approfondito sia le informazioni relative alla riciclabilità dei materiali utilizzati sia le azioni intraprese
dall’azienda a favore della sostenibilità dei processi aziendali. Ma è possibile anche stupire i propri clienti con contenuti dinamici (foto, slider etc e sconti esclusivi). Non ci sono limiti alle iniziative che si possono sviluppare. Non solo: il codice QrCode presente sulle etichette permette di attivare dei sistemi di controllo del brand, del mercato di riferimento e degli articoli. È anche possibile attivare, storicizzare e gestire le informazioni relative ai valori nutrizionali di tutti gli articoli presenti in anagrafica previste dalla normativa vigente”. Per maggiori informazioni chiamare l’ufficio vitivinicolo di Confagricoltura Cuneo al numero di 0173/281929.
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Per il corretto smaltimento inquadra il Qr Code:
Inserisci in etichetta il QR CODE
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WSP è un’applicazione web centralizzata con lo scopo di fornire servizi tecnologici ad alto valore aggiunto per affiancare le aziende nel cammino verso una produzione sostenibile ed ecologica. Nel grafico vediamo come funziona.
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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO
LE PRINCIPALI MISURE DI INTERESSE AGRICOLO DELLA LEGGE DI BILANCIO Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 31.12.2021 n. 310 è entrata in vigore dal 1° gennaio 2022 la Legge di Bilancio 2022 (Legge 30.12.2021 n. 234). Di seguito riepiloghiamo le principali novità fiscali e agevolative che interessano in particolare il settore dell’agricoltura.
Modifiche al sistema di tassazione delle persone fisiche Vengono modificate le misure delle aliquote IRPEF nelle seguenti misure: a) fino a 15.000 euro, 23%; b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 25% (in precedenza era del 27%); c) oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35% (in precedenza era del 38% fino a 55.000 euro); d) oltre 50.000 euro, 43% (in precedenza veniva applicata l’aliquota del 41% fino a 75.000 euro e del 43% oltre tale importo).
I commi da 5 a 7 intervengono per adeguare la disciplina dell’addizionale regionale e comunale alle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio riguardo ai termini previsti per la pubblicazione dell’eventuale maggiorazione dell’aliquota di compartecipazione dell’addizionale regionale, nonchè del termine entro il quale i comuni sono tenuti a modificare gli scaglioni e le aliquote dell’addizionale comunale.
e altre attività connesse); le società di capitali; gli enti commerciali in generale; gli enti del terzo settore. Ne consegue, che per i professionisti e ditte individuali, l’ultimo versamento IRAP sarà il saldo (eventuale) dell’imposta 2021, da versare a giugno 2022, poichè l’esonero dall’imposta decorre dall’anno fiscale 2022. Ovviamente non saranno dovuti gli acconti 2022, di solito previsti in giugno e in novembre.
Esclusione IRAP per le persone fisiche
Proroga esenzione IRPEF redditi dominicali e agrari
Il comma in esame stabilisce la definitiva abolizione dell’IRAP per i lavoratori autonomi, le ditte individuali, e i professionisti a partire dal 2022. Restano perciò ancora soggetti ad IRAP: gli studi professionali associati; le società di persone (anche le società semplici che esercitano attività di agriturismo
La disposizione estende all’anno 2022 l’esenzione ai fini IRPEF, già prevista per gli anni dal 2017 al 2021, per i redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.
Bonus facciate
Il comma in esame estende al 2022 l’applicazione del cosiddetto ‘bonus facciate’ per le spese finalizzate al recupero o restauro della facciata esterna di specifiche categorie di edifici, riducendo dal 90 al 60 la percentuale di detraibilità.
Proroga del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali Transizione 4.0 Con la disposizione in commento, viene, in primis, stabilito che il 2022 sarà l’ultimo anno possibile per usufruire del credito d’imposta per agevolare i beni diversi da quelli 4.0 (beni strumentali ‘ordinari’) e, come già previsto nella legge di bilancio 2019, l’aliquota applicabile sarà del 6%. Per quanto riguarda, invece, la misura del credito d’imposta per beni materiali 4.0 e quello per i beni immateriali 4.0, ne è prevista la proroga fino al 2025. In particolare, viene stabilito che a far data dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025, le aliquote per le due tipologie di investimento saranno le seguenti. Beni materiali 4.0 20% fino a 2,5 milioni di euro;
10% tra i 2,5 e 10 milioni di euro; 5% oltre i 10 milioni e fino ai 20 milioni di euro. Beni immateriali 4.0 20% fino al 2023; 15% nel 2024; 10% nel 2025. È bene evidenziare che per l’anno 2022, per quanto riguarda i beni materiali 4.0, restano valide le aliquote previste dalla precedente legge di bilancio, ovvero: 40% fino a 2,5 milioni di euro; 20% tra i 2,5 e 10 milioni di euro; 10% oltre i 10 milioni e fino ai 20 milioni di euro mentre per i beni immateriali 4.0 confermata l’aliquota al 20%.
IVA agevolata per la cessione di bovini e suini La norma in commento estende, per l’anno 2022, per le cessioni di animali vivi delle specie bovina e suina, l’applicazione della percentuale di compensazione del 9,5%, misura che il ‘decreto Sostegni bis’ aveva già adottato per il 2021. La misura interessa i produttori agricoli in regime Iva speciale (art. 34, DPR n. 633/1972), i quali utilizzano le percentuali di compensazione per calcolare l’importo di imposta detraibile in relazione alle
INSERTO TECNICO
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cessioni di prodotti agricoli.
Disposizioni integrative del trattamento di pensione anticipata Il comma 87 introduce un trattamento di pensione anticipata per i soggetti che nel corso del 2022 raggiungano i requisiti di età anagrafica pari a 64 anni e di anzianità contributiva pari a 38 anni.
Opzione donna Il comma 94 proroga il trattamento pensionistico anticipato (“opzione donna”) per l’anno 2022, nei confronti delle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome. Si ricorda la cd. ‘opzione donna’, introdotta dalla legge n. 243/2004 e successivamente più volte modificata (in particolare dalla Riforma Fornero), prevede la possibilità per le lavoratrici che hanno particolari requisiti anagrafici e contributivi, di accedere anticipatamente al trattamento pensionistico, a condizione che optino per il sistema di calcolo contributivo integrale.
Proroga per l’anno 2022 dell’esonero per i lavoratori agricoli autonomi under 40 Grazie anche all’azione di Confagricoltura, viene prorogato l’esonero contributivo biennale
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INSERTO TECNICO
per i lavoratori autonomi agricoli (IAP, CD) con meno di 40 anni di età che si iscrivono per la prima volta nella gestione previdenziale INPS nel 2022. Si ricorda che l’esonero riguarda esclusivamente i contributi per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS), ossia quelli destinati a finanziare i trattamenti pensionistici del CD o dello IAP. Restano dovuti gli altri contributi obbligatori, quali quelli relativi alla maternità ed all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (questi ultimi limitatamente ai CD perchè gli IAP non sono soggetti all’assicurazione INAIL). L’esonero dei contributi previdenziali non incide sulla misura del trattamento pensionistico che continua ad essere calcolato sull’ordinaria aliquota di computo.
Superbonus 110% Il comma 28 proroga l’applicazione della detrazione al 110% (cd. Superbonus) prevista per gli interventi di efficienza energetica, nonchè per quelli antisismici. Naturalmente la proroga introduce anche alcune modifiche rispetto alla norma oggi in vigore.
Detrazione per riqualificazione energetica La lettera a) del Comma 37 proroga al 31 dicembre 2024 il termine previsto per avvalersi della detrazione fiscale (dall’Irpef e dall’Ires) nella misura del 65% (da ripartire in 10 rate annuali di pari importo) per le spese documentate (entro un limite massimo diverso in relazione a ciascuno degli interventi previsti)
relative ai seguenti interventi di riqualificazione energetica degli edifici (c.d. ecobonus di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 14 del D.L. n. 63/13): la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento; la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione; la realizzazione di interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi; l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, ecc.; la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria; per l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari indicate nell’allegato M del decreto legislativo n. 311 del 2006. La disposizione proroga altresì al 31 dicembre 2024 la detrazione per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti (fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro) nonchè la detrazione nella misura del 50 per cento per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro (comma 2-bis
dell’articolo 14, D.L. 63/2013).
Detrazione per ristrutturazioni edilizie La lettera b), numero 2, del Comma 37 sostituisce integralmente il c. 2 dell’art. 16 del decreto legge 4 giugno 2013, n. 63, che disciplina le norme che definiscono la detrazione Irpef prevista per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. In particolare, la disposizione prevede che ai contribuenti che fruiscono della detrazione prevista per gli interventi di ristrutturazione edilizia altresì riconosciuta una detrazione dall’imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, per le ulteriori spese documentate sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024 per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe A, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.
Proroga del bonus verde Il comma in questione estende alle spese sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024 la detrazione IRPEF (36%) per gli interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzi nonchè di realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Confermato l’importo complessivo di 5.000 euro e l’arco temporale di dieci anni. Si tratta di un risultato soddisfacente e auspicato da Confagricoltura anche se la Confederazione continua a
richiedere il miglioramento di questo strumento, proponendo l’innalzamento dell’importo complessivo e dell’aliquota e la riduzione dell’arco temporale.
Rifinanziamento della misura ‘Nuova Sabatini’ La disposizione normativa, al fine di assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese (ex D.L. 69 del 2013_cd. ‘Nuova Sabatini’), prevede uno stanziamento complessivo di spesa pari a 900 milioni ripartito per annualità. Nello specifico: 240 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, 120 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026, 60 milioni per l’anno 2027. È inoltre, previsto che l’erogazione del contributo avvenga in più quote da determinare con decreto ministeriale. In particolare, è garantita l’erogazione del contributo in un’unica soluzione in caso di finanziamento di importo non superiore a 200 mila euro. Confagricoltura ha accolto con favore il rifinanziamento della misura in commento, per la quale anche in questi ultimi mesi ha sempre esortato l’Esecutivo al rinnovo della agevolazione medesima. L’intervento assicurerà continuità agli investimenti produttivi delle PMI (anche) agricole per l’acquisto di beni strumentali. La legge prevede inoltre una dotazione finanziaria per un fondo a sostegno delle filiere apistica, della frutta a guscio e delle filiere minori ed una per lo sviluppo delle colture di piante aromatiche e officinali biologiche.
GESTIONE DEI REFLUI ZOOTECNICI CONTRIBUTI PER VASCHE LIQUAMI ENTRO IL 15 MARZO Sono ancora disponibili risorse per il bando dell’operazione 4.1.3 del Psr “Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera”, volto a migliorare la sostenibilità ambientale delle attività agricole e di allevamento, che sostiene le imprese agricole per interventi sulle strutture di allevamento degli animali
e di stoccaggio degli effluenti zootecnici e dei digestati e per l’acquisto di attrezzature, impianti e macchine per la distribuzione in campo. Sono finanziabili: • la realizzazione di coperture, anche antipioggia, sopra le strutture di stoccaggio, • l’acquisto di botti attrezzate per la distribuzione inter-
La Regione Piemonte alla fine richieste di proroga del termine, evidenziando la necessità di un dell’anno scorso aveva preanperiodo di tempo più lungo per nunciato l’apertura di un bando l’esecuzione delle scelte produtper la presentazione di nuove tive degli agricoltori, l’aggiornadomande ai sensi dell’operaziomento dei titoli di conduzione e, ne 11.1.1 con la precisazione conseguentemente, del fascicolo che, ai fini dell’ammissibilità aziendale. delle domande di sostegno, La Regione ha accolto la richiesarebbero state accettate le nosta, concedendo la proroga tifiche di inizio attività biologica dei termini al 28 febbraio presentate entro il termine del 1 24-11-2008 16:59 prossimo, con la motivazione 31 gennaio 2022. tmc bozza1:Layout che la manifestazione del mutaConfagricoltura aveva subito presentato alla Regione una mento nelle scelte imprenditoria-
rata, rasoterra e sottocotico (ammessa anche quando il semaforo antismog è acceso), • la realizzazione di vasche di stoccaggio aggiuntive, • la copertura dei paddock e delle corsie esterne, • l’acquisto di separatori solido/liquido, • l’acquisto di attrezzature per la movimentazione dei
reflui (es. dumper, caricatori, ecc) • l’acquisto di spandiletame, • la riduzione del consumo d’acqua nelle stalle, • per i soli giovani agricoltori insediati da non più di 24 mesi, gli interventi necessari al rispetto di norme obbligatorie. Rispetto al bando 2020, il massimale di spesa è più alto: 60.000 euro (100.000 euro se investimenti collettivi) quando l’investimento riguarda un solo intervento, 90.000 euro per la copertura delle vasche con strutture fisse e per gli investimenti che comprendono
più interventi (150.000 euro se investimenti collettivi), e la zonizzazione è stata ampliata dalle ZVN a tutta la pianura e la collina. Il contributo concesso è pari al 40% (50% per gli investimenti collettivi e le aziende di montagna, 60% per i giovani) della spesa ammessa. Il bando ha una dotazione finanziaria complessiva di 9,2 milioni di euro ed è stato prorogato al 15 marzo. Per maggiori informazioni contattare gli uffici CAA di Confagricoltura.
PSR, MISURA 11: NOTIFICA DI INIZIO ATTIVITÀ BIOLOGICA PROROGATA AL 28 FEBBRAIO li, agronomiche e tecniche ai fini della conversione al biologico della Misura 11 deve avvenire entro la ripresa vegetativa per farPagina sì che il periodo di svolgi1 mento degli impegni e l’anno finanziario di riferimento per il
pagamento siano il più possibile allineati e che le successive verifiche siano appropriate. “Anche per gli anni a venire – ha precisato con una nota la Regione – il termine potrà essere il medesimo o addirittura anticipato, nella
prospettiva di aperture a cadenza annuale di bandi per l’agricoltura biologica e di scadenze simili tra le diverse amministrazioni regionali”. Per informazioni contattare i CAA Confagricoltura.
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INSERTO TECNICO
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CORSI PER RILASCIO E RINNOVO DEI PATENTINI PER I FITOFARMACI In questi mesi Confagricoltura Cuneo organizza presso le proprie sedi territoriali corsi per il rilascio e il rinnovo dell’abilitazione all’acquisto ed uso dei fitofarmaci. La formazione avverrà attraverso corsi in presenza in aula o con modalità di Formazione a Distanza (FAD). Le persone con il patentino in scadenza, per rinnovare l’abilitazione devono frequentare un
corso di aggiornamento di 12 ore. Invece coloro che intendono conseguire l’abilitazione ex novo devono superare un esame a quiz previa frequenza di un corso di 20 ore.
Proroga scadenze Sempre per quanto riguarda i patentini la Regione informa che i certificati di abilitazione rilasciati dal 01/01/2015 al 30/06/2016 scadono il
CARBURANTE AGRICOLO: AUMENTATE ALCUNE DOTAZIONI
29/06/2022; i certificati rilasciati dal 30/06/2016 al 31/12/2016 sono prorogati di 12 mesi. I certificati rilasciati nel 2017 non sono soggetti a proroga. Ricordiamo che la Regione Piemonte ha attivato un servizio online di consultazione per verificare la validità e titolarità di un certificato di abilitazione per prodotti fitosanitari. Per informazioni contattare gli uffici tecnici.
La Regione Piemonte aumenta l’assegnazione di gasolio agricolo a prezzo agevolato per alcune lavorazioni, rispondendo ad una necessità espressa dal comparto agricolo piemontese nel corso del 2021. Il provvedimento indica nello specifico un incremento: - per la lavorazione del terreno per la coltura “pioppeto” (per la quale si precisa inoltre che l’agevolazione è concessa per giovani impianti fino a 4 anni di età); - per la lavorazione diserbo/trattamenti delle colture “Nocciolo, Noce da frutto e frutta a guscio”, “Vite”; - per la lavorazione erpicatura di alcune colture, principalmente i seminativi, in caso di presenza di terreni classificati come tenaci sulla base della Carta della tenacità delle terre, prodotta da IPLA per conto di Regione Piemonte; - per le attività di riscaldamento delle serre delle colture orticole e floricole, considerando che i mesi di riscaldamento per le colture orticole passano da 3 a 4 e per le colture floricole passano da 4 a 5.
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INSERTO TECNICO
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VITIVINICOLTURA
Asti Docg e Moscato Doc, ecco i programmi triennali SU PROPOSTA DEL CONSORZIO, LA REGIONE HA DECISO DI SOSPENDERE LE ISCRIZIONI DI SUPERFICI ALLO SCHEDARIO VITICOLO di Gilberto Manfrin
L
a Direzione Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte ha approvato i Programmi triennali per le annualità 2022, 2023 e 2024 delle denominazioni di origine Asti DOCG e Piemonte Moscato DOC. Accogliendo le proposte del Consorzio per la Tutela dell’Asti e del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, la Regione ha deciso di sospendere le iscrizioni di superfici allo schedario viticolo, al fine dell’idoneità alla rivendicazione, che aumentano il potenziale produttivo delle due denominazioni. Come stabilito dalla Deliberazione del 29 dicembre 2020 n. 39-2719 (Disposizioni regio-
DIFESA DELLA VITE
On line il convegno svoltosi a Grinzane È disponibile on line la registrazione del convegno “Difesa sostenibile della vite dai patogeni fungini e vinificazione in uno scenario di cambiamenti climatici” che si è tenuto mercoledì 10 novembre 2021 a Grinzane Cavour, organizzato da Confagricoltura Cuneo. ON DEMAND
Per rivedere tutti i lavori del convegno basta inquadrare il QR code con lo smartphone
nali applicative per la gestione ed il controllo del potenziale viticolo), la disciplina delle iscrizioni allo schedario viticolo ai fini dell’idoneità alla rivendicazione di ogni denominazione di origine è proposta dal relativo Consorzio di tutela, sentite le rappresentanze di filiera, mediante la presentazione di un programma triennale, rimodulabile, contenente la motivazione della proposta, l’analisi di mercato, le tipologie di intervento, la superficie massima annua iscrivibile – per l’intera denominazione e per azienda – al fine di incrementare il potenziale produttivo, nonché i criteri per l’assegnazione di tale superficie. Lo scorso 13 gennaio il Consorzio per la Tutela dell’Asti aveva inviato alla Regione la proposta di Programma triennale per il periodo 2022-2024 per la DOCG Asti che, in attesa che si consolidi l’aumento delle vendite registrato negli ultimi anni, consiste nella sospensione delle iscrizioni che aumentano il potenziale produttivo della denominazione. Identica proposta per il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, alla luce della flessione del prodotto imbottigliato nel triennio 2018-2020. Il Settore Produzione Agrarie e zootecniche della Direzione Agricoltura e cibo, sentite le rappresentanze di filiera, ha perciò ritenuto di dare corso ai due Programmi triennali 202224 sospendendo le iscrizioni di superfici allo schedario viticolo al fine dell’idoneità alla rivendicazione che aumentano il potenziale produttivo delle due denominazioni di origine.
BEVANDE ALCOLICHE
Giansanti contro il Nutriscore: “Il vino non è pericoloso” “Ora abbiamo veramente superato ogni limite. Serve un chiarimento a livello politico considerato che il logo Nutriscore è nella titolarità dell’Agenzia nazionale della Sanità pubblica francese”. Non le ha mandate a dire il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, dopo la presa di posizione di Serge Hercberg, uno degli ideatori del sistema di etichettatura Nutriscore, che ha proposto di “bollare”, di fatto, come pericolose per la salute tutte le bevande alcooliche anche se la presenza di alcool è ridotta.
Il limite del sistema proposto “Il limite più evidente del sistema Nutriscore è quello di classificare gli alimenti sulla base di un algoritmo che ignora completamente le quantità che sono normalmente consumate - sottolinea Giansanti -. Nel caso specifico dei vini non si fa alcun riferimento alla differenza che passa tra abuso e consumo moderato. La contrapposizione tra Nutriscore e Dieta Mediterranea è evidente e insanabile. Non a caso la nostra posizione è pienamente condivisa dai produttori di olio d’oliva in Spagna e da quelli di formaggi in Francia. Se non fossero toccati i legittimi interessi dei prodotti del Made in Italy agroalimentare sempre più apprezzati dai consumatori a livello mondiale, si potrebbe replicare suggerendo al professor Hercberg di rivedere la sua proposta dopo avere bevuto un buon bicchiere di vino. Ovviamente italiano”, ha concluso in modo ironico il presidente nazionale di Confagricoltura.
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ZOOTECNIA
Disposizioni su medicinali veterinari, utili chiarimenti
di adeguamento delle disposizioni regolamentari.
NOTA DEL MINISTERO IN QUESTA FASE TRANSITORIA PER IL RECEPIMENTO DEL REGOLAMENTO EUROPEO IN MATERIA
In questa fase si continuerà ad applicare anche il Decreto legislativo n.193/2006 limitatamente alle disposizioni che non confliggono con quelle del regolamento. In particolare: 1 Il Ministero ricorda che la validità della prescrizione veterinaria per medicinali antimicrobici è di cinque giorni dalla data del suo rilascio e che la ricetta elettronica veterinaria (REV) può essere costituita da diverse righe di medicinali prescritti. Inoltre il sistema riconosce il singolo medicinale prescritto e associa, di volta in volta, la validità per la successiva fornitura. Rimangono invariate, in questa fase transitoria, le previsioni normative (tipologie e termini di validità) già previste per le prescrizioni veterinarie per tutti gli altri medicinali veterinari e non. 2 In merito alle scorte di medicinali veterinari l’attuale assetto normativo nazionale non contrasta con il regolamento, pertanto, restano
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l Ministero della Salute, attraverso una nota esplicativa, ha fornito alcuni chiarimenti e criteri operativi per la fase transitoria che segue l’applicazione del Regolamento (UE) 2019/6 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai medicinali veterinari. Il Regolamento reca nuove disposizioni in materia di medicinali veterinari, relativamente alle autorizzazioni, alla fabbricazione e all’immissione in
RICETTA ELETTRONICA
commercio, alla distribuzione, alla prescrizione e all’impiego dei medicinali veterinari e prevede nuovi criteri per i controlli e le ispezioni che in linea generale trovano immediata e compiuta applicazione mentre alcuni aspetti sono demandati alla regolamentazione da parte degli Stati Membri. Tra le novità di maggior interesse per le aziende zootecniche vi è sicuramente l’impiego della sola
Uffici Confagricoltura a disposizione per informazioni
Come detto sugli scorsi numeri de L’Agricoltore dal 28 gennaio scorso, la Ricetta Veterinaria Elettronica va a sostituire la forma cartacea della ricetta veterinaria. Il nuovo flusso di gestione dei medicinali tramite ricetta elettronica prevede la completa digitalizzazione della ricetta stessa che, una volta emessa, viene resa disponibile online e rintracciabile tramite i rispettivi numero identificativo e codice PIN, entrambi univoci, per garantirne la privacy. Le tipologie di prescrizioni veterinarie ad essere state rimpiazzate sono le seguenti:
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modalità informatizzata per la gestione dello scarico e del carico dei farmaci utilizzati (vedi box sotto). In Italia si resta in attesa dell’approvazione definitiva della legge “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti normativi dell’Unione Europea - Legge di delegazione europea 2021” che permetterà l’emanazione da parte del Ministero della Salute di una normativa
• ricetta rossa in triplice copia; • ricetta bianca non ripetibile; • ricetta bianca ripetibile; • prescrizione di mangimi medicati o prodotti intermedi. Secondo la nuova procedura, il medico veterinario scrive in un’unica ricetta farmaci ripetibili e non ripetibili ed il sistema automaticamente gestisce la vendita del medicinale in fase di fornitura da parte del farmacista. Gli uffici di zona di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per informazioni ed assistenza.
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Nella fase transitoria
applicabili le regole già in vigore. Si ricorda che il sistema informativo per la tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati ha reso superati alcuni adempimenti normativi relativi alla tenuta del registro cartaceo di carico e scarico e ai relativi termini di conservazione. In linea generale, il sistema informativo consente l’assolvimento automatico degli obblighi relativi a: a) carico dei medicinali, attraverso la registrazione della fornitura del medicinale prescritto da parte del farmacista operante presso un’attività di vendita al dettaglio o di vendita diretta; b) scarico dei medicinali attraverso la registrazione dei trattamenti di animali da produzione di alimenti da effettuare a cura dei veterinari e degli allevatori.
Altre precisazioni Il Ministero tuttavia precisa che tutti i soggetti sono tenuti a provvedere con immediatezza all’inserimento, nel sistema informativo nazionale della farmacosorveglianza, delle informazioni di rispettiva
competenza in modo da consentire il rispetto del termine di 48 ore previsto per le registrazioni dei trattamenti. In merito al registro dei farmaci il Regolamento non contrasta con le disposizioni nazionali in materia di registrazione dei trattamenti e il recente decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 27 ha introdotto registrazioni elettroniche, eliminando di fatto i registri cartacei e rimanendo in linea con la
normativa europea. Viene però specificato che dal 28 gennaio 2022, fermo restando un periodo transitorio di adeguamento all’utilizzo del registro elettronico, i proprietari e i detentori di animali destinati alla produzione di alimenti sono tenuti a conservare le registrazioni elettroniche sui medicinali che utilizzano.
Farmaci antimicrobici In merito all’utilizzo dei farmaci aspettando l’adozione
di ulteriori atti di esecuzione, non vi sono nuove disposizioni nazionali rispetto a quelle contenute negli artt. 106 e 107 e in questa fase transitoria la nota ministeriale ricorda che: 1 Non sono utilizzati in modo sistematico né impiegati per compensare un’igiene carente, pratiche zootecniche inadeguate o mancanza di cure, o ancora una cattiva gestione degli allevamenti. 2 Non sono impiegati negli
animali allo scopo di promuoverne la crescita né di aumentarne la produttività. 3 Non sono utilizzati per profilassi se non in casi eccezionali, per la somministrazione a un singolo animale o a un numero ristretto di animali quando il rischio di infezione o di malattia
infettiva è molto elevato e le conseguenze possono essere gravi. 4 Sono impiegati per metafilassi unicamente quando il rischio di diffusione di un’infezione o di una malattia infettiva nel gruppo di animali è elevato e non sono disponibili alternative adeguate.
ACCEDI AL SITO DEDICATO
Inquadra il codice QR con lo smartphone e visita il l’area del portale internet del Ministero dedicata al Regolamento UE 2019/6
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FRUTTICOLTURA
NEGLI ULTIMI VENT’ANNI LE SOSTANZE ATTIVE DISPONIBILI PER LA DIFESA SONO DIMINUTE DEL 70%
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Prodotti fitosanitari e ambiente l’agricoltura chiede più certezze MASSIMILIANO GIANSANTI, COORDINATORE DI AGRINSIEME, HA SCRITTO UNA LETTERA AI MINISTRI METTENDO IN LUCE TUTTI I NODI DA SCIOGLIERE di Paolo Ragazzo
l presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, nelle vesti di coordinatore nazionale di Agrinsieme, ha inviato una lettera ai ministri della Salute, delle Politiche Agricole, della Transizione ecologica e delle Sviluppo Economico per segnalare le numerose problematiche connesse alla gestione dei prodotti fitosanitari e all’insorgenza di sempre nuove emergenze. La richiesta è quella di costituire con urgenza un tavolo di confronto e concertazione che coinvolga i produttori e tutte le amministrazioni competenti per poter valutare, con spirito costruttivo, le complesse problematiche e poter fornire risposte alle diverse esigenze degli agricoltori legate alla difesa delle colture, coniugando le esigenze di sostenibilità con quelle di produttività e qualità dei prodotti agricoli.
oltre a non tener conto degli sforzi già compiuti dai vari Paesi finora, si innesta a sua volta su una situazione generale molto complessa sotto diversi aspetti, primo tra tutti il processo di revisione dell’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari (direttiva 91/414/CEE e successivo regolamento 1107/2009) che, nel corso degli ultimi venti anni, ha ridotto del 70% le sostanze attive disponibili per la difesa fitosanitaria”, si legge nella missiva. Inoltre la revisione della normativa, oltre ad aver comportato l’uscita dal mercato di numerose sostanze attive, sta determinando forti limitazioni anche per i prodotti a base di sostanze autorizzate, attraverso l’introduzione del principio della valutazione comparativa e delle sostanze attive approvate come candidate alla sostituzione.
Gli obiettivi dell’Europa
Poche nuove molecole
Va ricordato infatti che con la strategia Farm to Fork e gli atti ad esse collegati l’Europa, infatti, punta ad una riduzione dell’uso degli agrofarmaci del 50% entro il 2030, “ma tale obiettivo generale,
Continua Giansanti: “La situazione è resa ancor più critica, da un lato, per il fatto che per diverse colture non si proceduto a registrare molecole di più recente concezione, con conseguente
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impoverimento dei mezzi di difesa; dall’altro, dai cambiamenti climatici che hanno l’effetto di prolungare l’attività stagionale di parassiti e malattie, causandone un aumento, in particolare nelle regioni più fredde dove temperature più calde possono consentire più cicli riproduttivi di insetti nocivi; a ciò si aggiunge la proliferazione di insetti alieni, come nel caso della cimice asiatica, che sta mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di diverse colture” continua Giansanti. In questo contesto è sempre più complesso impostare una corretta difesa fitosanitaria e gestire il possibile sviluppo di resistenze agli agrofarmaci da parte dei patogeni. Situazione molto difficile anche per diverse produzioni tipiche italiane, classificate come colture minori, ma con un elevato valore commerciale. “Gli agricoltori riscontrano sempre più difficoltà a causa del numero limitato di prodotti fitosanitari disponibili dovuto allo scarso interesse economico delle ditte produttrici di agrofarmaci, in relazione agli elevati costi degli studi richiesti
per l’autorizzazione all’uso e per il suo mantenimento”, continua la lettera.
Ritardi e burocrazia A ciò si aggiungono ritardi burocratici, anomalie e disallineamenti nelle procedure normative riguardanti l’autorizzazione dei prodotti che allungano i tempi con il rischio concreto di perdere la possibilità di autorizzare i prodotti nei periodi previsti e di arrecare gravi danni economici ad interi comparti agricoli. “Chiediamo un intervento che acceleri le procedure volte al rilascio degli usi di emergenza, garantendo nel contempo ai richiedenti un accesso alle informazioni riguardanti lo stato di avanzamento dell’iter autorizzativo”, conclude Massimiliano Giansanti.
CHIESTO UN TAVOLO DI CONFRONTO PER TUTELARE LA PRODUTTIVITÀ E LA QUALITÀ DELL’AGRICOLTURA
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Orari uffici
ATTENZIONE: gli uffici di Confagricoltura Cuneo, compresi i CAF e i patronati, sono aperti al pubblico negli orari indicati in tabella, ma SOLTANTO PREVIO APPUNTAMENTO. Per tutte le attività saranno individuate misure volte a garantire la protezione dall’esposizione al contagio da Coronavirus, secondo le indicazioni del “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro”.
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Si ricorda che per accedere agli uffici è necessario indossare la mascherina.
ZONA DI CUNEO
CUNEO
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Dronero Via IV Novembre: 20 - (c/o Geom. Garbarino) - Tel. 0171.918182 Caraglio Piazza Martiri della Libertà: 29 Villafalletto Via Vittorio Veneto: 8 Demonte Piazza R. Spada - (ex Scuola Media) Tarantasca Via Vittorio Veneto: 21 - (c/o sala Municipio) Busca Via Cavour :19 - (davanti al Municipio)
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Cherasco Via Garibaldi: 25 (c/o Pratiche Auto) - Tel. 0172.489764 Canale Piazza Trento e Trieste: 74 - Tel. 0173.970180 S. Stefano B.
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Cortemilia Piazza Savona, 14
Morozzo Via Marconi: 66 Dogliani Via XXXI Luglio: 22 (ang. p.za Carlo Alberto) Ceva Via Consolata: 13
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Nuovo numero unico di FAX: 0171 183.21.54 I NOSTRI
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PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO è presente in tutti gli uffici di zona 2022
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Assegno Unico Universale e dichiarazione Isee, come fare IL PATRONATO ENAPA DI CONFAGRICOLTURA FORNISCE ASSISTENZA GRATUITA PER PRESENTARE RICHIESTA DELLA MISURA DI SOSTEGNO
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Assegno Unico Universale è la misura economica a sostegno delle famiglie con figli a carico. Dal 1° gennaio 2022 è possibile presentare le domande dell’assegno unico universale, ma tale prestazione decorrerà solamente dal 1° marzo 2022. È una misura che viene erogata dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21esimo anno di ciascun figlio a carico. Si chiama “Assegno Unico Universale” in quanto va a sostituire alcune prestazioni fino ad ora in vigore, quali gli assegni nucleo familiare, bonus mamma, bonus bebè, detrazioni per i familiari a carico. La domanda per l’assegno unico universale è annuale e comprende le mensilità che vanno da marzo a febbraio dell’anno successivo. Per le domande che saranno presentate dal 1° gennaio al 30 giugno, l’assegno unico universale spetta con tutti gli arretrati a partire dal mese di Marzo 2022. Per le domande presentate dopo il 30 giugno invece, l’assegno decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione.
Occorre avere l’Isee L’Assegno Unico Universale viene erogato sulla base del valore ISEE del nucleo familiare, ossia l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, che ha validità fino al 31 dicembre 2022. I documenti da presentare per predisporre l’Isee: • Stato di famiglia aggiornato (è valida anche l’autocertificazione) • Codice fiscale e documento d’identità di tutti i componenti del Nucleo Famigliare (per nucleo si intendono tutti i soggetti che compaiono
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L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
nello stato di famiglia) • Documento d’Identità di chi firma la dichiarazione (se il dichiarante non è in grado di porre firma – es. tutore/amministratore di sostegno) e nomina del tribunale • Estratti conti Bancari e Postali (conti correnti con buoni di stato, azioni, fondi di investimento, certificati di deposito, buoni fruttiferi etc…) di tutti i componenti del nucleo (anche se si tratta di minori o di persone a carico IRPEF) compresi i conti cointestati con Genitori, Zii, Fratelli, etc… anche se non appartenenti al Nucleo Famigliare alla data del 31 dicembre 2020 e giacenza media 2020 di tutti i soggetti. • Estratti di conti correnti Esteri • Lavoratori autonomi: Prospetto di bilancio compilato dal commercialista riferito al 31/12/2020 • Assicurazioni miste /vita riscattabili: totale PREMI VERSATI fino al 31/12/2020 • CUD – Mod.730 – Mod. 740 (UNICO) 2021 (redditi 2020) – di tutti i componenti del Nucleo. • Contratto di Affitto registrato presso l’Agenzia delle Entrate (solamente nel caso in cui la casa di abitazione del nucleo è in affitto) • Eventuale sentenza di separazione o divorzio • Visura Catastale di Immobili e Terreni nazionali ed eventualmente esteri al 31/12/2020 (solo se non è presente la dichiarazione dei redditi) • Se la casa di abitazione è di proprietà ed è gravata da un mutuo serve la quota del capitale residuo al 31 dicembre 2020. • Copia libretto di circolazione di tutti i veicoli
con potenza superiore ai 500 cc di proprietà dei componenti il nucleo familiare • Se nel nucleo sono presenti soggetti portatori di handicap con percentuale superiore al 66% occorre la certificazione d’invalidità rilasciata dall’ente competente. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per la predisposizione del modello ISEE e per verificare i requisiti necessari e l’inoltro della domanda dell’Assegno Unico Universale.
SCADENZA DOMANDA
Disoccupazione agricola entro marzo Entro il 31 marzo va presentata la domanda in via telematica per la disoccupazione agricola 2022. Ne hanno diritto i lavoratori agricoli dipendenti: operai o salariati agricoli con contratto a tempo determinato o indeterminato che lavorano solo per parte dell’anno. Per richiederla bisognerà avere i seguenti requisiti: • iscrizione agli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti per il 2021, o contratto a tempo indeterminato per parte del 2021 • almeno due anni di anzianità contributiva nel settore dell’agricoltura; • almeno 102 giornate di lavoro effettivo nel biennio. Grazie alla disoccupazione agricola, entro il limite massimo di 365 giornate annue, vengono coperte un numero di giornate pari a quelle lavorate, da cui vanno detratte quelle di lavoro dipendente agricolo e non agricolo, quelle di lavoro in proprio, quelle indennizzate ad altro titolo e quelle non indennizzabili. L’indennità spetta nella misura del 40% della retribuzione di riferimento per operai agricoli a tempo determinato (con contributo di solidarietà del 9% per massimo di 150 giornate) e del 30% della retribuzione effettiva per operai agricoli a tempo indeterminato. Informazioni negli uffici Enapa. L’assistenza è gratuita.
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CONFAGRICOLTURA NEWS
Fattorie didattiche, nuove modalità formative IMPORTANTE INDIVIDUARE LA FIGURA DEL REFERENTE DIDATICO CHE HA L’OBBLIGO DELL’AGGIORNAMENTO CONTINUO di Francesca Braghero
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a Regione Piemonte ha recentemente approvato le linee guida per le Fattorie didattiche, che quest’anno apportano qualche novità in materia di aggiornamenti e adempimenti obbligatori. Stando a quanto prescrtto dall’art. 12 del Reg. 5/R, l’iscrizione all’elenco regionale delle Fattorie didattiche resta subordinato alla frequenza del corso formativo di “Operatore di Fattoria didattica”. Tale qualifica, una volta conseguita, non ha scadenza e non è soggetta a rinnovo. Tuttavia, per poter svolgere le attività all’interno della Fattoria didattica è necessario che l’Operatore assuma anche il ruolo di Referente didattico, che può essere il titolare dell’azienda, un componente del nucleo familiare, un socio, piuttosto che un dipendente o un collaboratore, con l’obbligo
dell’aggiornamento annuale continuo. Secondo le nuove linee guida, infatti, ogni Referente è tenuto a documentare almeno 8 ore di attività di aggiornamento e formazione conseguite tra il 1°gennaio e il 31 dicembre di ogni anno, allegando alla presentazione della relazione annuale i relativi attestati di partecipazione, con tanto di programmi dettagliati contenenti gli argomenti trattati durante i corsi.
Obbligo di relazione annuale Altra novità del 2022 è l’obbligo da parte dei titolari delle Fattorie didattiche di trasmettere alla Regione Piemonte una relazione annuale in modalità informatica, con scadenza di consegna il 31 gennaio, quest’anno eccezionalmente prorogata in attesa che venga reso disponibile il format digitale da compilare su Sistema Piemonte. La relazione annuale dell’azienda iscritta come Fattoria didattica dovrà contenere:
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• una sintetica relazione delle attività svolte nell’anno precedente sulla base di uno schema predisposto dalla struttura regionale competente; • l’aggiornamento del programma di offerta didattica sottoscritto dal titolare e, se del caso anche dal responsabile didattico; • l’aggiornamento della situazione relativa agli obblighi di formazione e di aggiornamento professionale per la conduzione delle fattorie didattiche, previsti all’articolo 19, comma 3 della l.r.1/2019. Per l’avvio dell’attività didattica e per tutti gli adempimenti conseguenti, sarà predisposta la modalità telematica su Sistema Piemonte e la modulistica sarà pubblicata anche sul sito internet della Regione Piemonte, al fine di renderla uniformemente applicabile, da parte degli enti e operatori locali, su tutto il territorio regionale.
Nuovo corso in autunno Confagricoltura Cuneo, infine, informa che nel prossimo autunno organizzerà un corso per operatori di Fattorie Didattica, molto probabilmente in modalità on line. Gli interessati possono chiedere maggiori informazioni presso gli uffici di zona o via email all’indirizzo f.dalmasso@ confagricuneo.it.
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CONFAGRICOLTURA NEWS
Sicurezza sul lavoro nuovi obblighi in arrivo INTRODOTTI DELLA MINIRIFORMA DEL TESTO UNICO IN MATERIA AVVENUTA ALLA FINE DEL 2021 di Francesca Braghero
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onsiderato anche l’aumento degli incidenti sul lavoro, il nuovo anno porta con sé alcune novità nel campo della formazione e dell’addestramento sulla sicurezza. Con la Legge 215/2021, che ha conver-
DENTRO LE NOVITÀ
L’Ispettorato del Lavoro rafforza la sua attività
L’obiettivo delle modifiche apportate al Testo Unico sulla sicurezza (D.lgs. 81/2008) è quello di aumentare le misure di prevenzione contro possibili rischi di incidente nei luoghi di lavoro. Oltre all’ambito della formazione e addestramento, una delle novità a cui prestare maggiore attenzione è l’aumento dei poteri e del numero di ispettori in forza all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), che rientra a pieno titolo fra gli enti preposti alla vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli ispettori dell’INL che fino ad oggi si limitavano principalmente al controllo della regolarità dei rapporti di lavoro, effettueranno in coordinamento con gli SPreSAL delle Asl provinciali e con il Comando dei
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tito il D.L. 146/2021 cd. “decreto fisco e lavoro”, arriva infatti una miniriforma del Testo Unico per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lgs. 81/2008), con nuove regole anche su tali aspetti. In particolare, la modifica apportata all’art. 37, comma 7, introduce l’obbligo di una ulteriore
Carabinieri per la tutela del lavoro, accertamenti e verifiche in materia di sicurezza e nel caso di riscontro di gravi violazioni avranno la facoltà di procedere alla sospensione immediata dell’attività imprenditoriale, la quale potrà riprendere solamente a seguito della risoluzione delle problematiche rilevate ed al pagamento di una sanzione. Si invitano le aziende interessate a ricevere maggiori informazioni a fissare un appuntamento con i tecnici dell’Ufficio Sicurezza e formazione di Confagricoltura Cuneo, durante il quale sarà possibile mostrare la documentazione in possesso (es. DVR, attestati formazione) e valutare le eventuali necessità di aggiornamento e\o integrazione.
L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
NOVITÀ IMPORTANTI SULLA FORMAZIONE E CIRCA L’ADDESTRAMENTO DEI LAVORATORI formazione per i datori di lavoro, in aggiunta a quella già prevista dall’art. 34 nel caso di svolgimento diretto da parte degli stessi dei compiti di prevenzione e di protezione (RSPP), maggiormente incentrata sul ruolo che essi ricoprono ai fini della salute e della sicurezza all’interno della
BANDO ISI 2021
propria azienda. L’individuazione della durata, dei contenuti minimi e delle modalità della nuova formazione obbligatoria a carico del datore di lavoro, dovranno essere definite entro il 30 giugno 2022 nella Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Altra novità interessante è stata compiuta sul versante dell’addestramento dei lavoratori, con una rimodulazione del comma 5 dell’art. 37 del Testo Unico, nel quale si ribadisce che l’addestramento debba essere
Fondi per migliorare la sicurezza in azienda
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando ISI 2021, un avviso pubblico indetto dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro per incentivare le imprese, attraverso contributi a fondo perduto, a realizzare progetti per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il bando mira anche a incoraggiare le micro e piccole imprese, operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro caratterizzati da soluzioni innovative per abbattere in misura significativa le emissioni inquinanti. L’obiettivo è migliorare il rendimento e la sostenibilità globali. Inoltre, in concomitanza, l’Inail vuole conseguire la riduzione del livello
di rumorosità o del rischio infortunistico o di quello derivante dallo svolgimento di operazioni manuali. Le domande potranno essere presentate dal 26 febbraio 2022. Sul sito dell’Inail, nella sezione Accedi ai Servizi Online, le imprese avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà loro, attraverso un percorso guidato, di inserire la domanda di finanziamento con le modalità indicate negli Avvisi regionali. La domanda compilata e registrata, esclusivamente, in modalità telematica, dovrà essere inoltrata allo sportello informatico per l’acquisizione dell’ordine cronologico, secondo quanto riportato nel documento “Regole Tecniche e modalità di svolgimento”.
obbligatoriamente effettuato da persona esperta (es. datore di lavoro, capo squadra) e direttamente sul luogo di lavoro. Nel testo si specifica inoltre che tutti gli interventi di addestramento effettuati dovranno essere trascritti su apposito registro, anche informatizzato, che dovrà essere mantenuto aggiornato e reso disponibile agli enti preposti ai controlli sulla sicurezza, in caso di richiesta.
I corsi di Confagricoltura Per reperire maggiori informazioni sui corsi sicurezza organizzati
da Confagricoltura Cuneo è possibile consultare la sezione dedicata alla Formazione presente sul sito internet. Per l’iscrizione ai corsi in programma occorre invece contattare direttamente l’Ufficio sicurezza e formazione: • Per le sedi di Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Savigliano: Stefano Ramero ramero@confagricuneo.it – 0171692143 – 3665989772 • Per le sedi di Alba e Bra: Giulia Porello, Beatrice Barroero porello@confagricuneo.it, barroero@confagricuneo.it – 0173281929
Serve il Green Pass Si ricorda, infine, alle aziende che secondo quanto stabilito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per poter accedere a tutti i corsi di formazione in presenza è necessario essere in possesso di Green Pass in corso di validità. In zona bianca e gialla sarà consentita la partecipazione con Green Pass BASE (vaccinazione, guarigione,
PER ACCEDERE AI CORSI IN PRESENZA È NECESSARIO AVERE IL GREEN PASS tampone) mentre in zona arancione solamente con green pass RAFFORZATO (vaccinazione o guarigione).
INIZIATIVE E NORME SULLA SICUREZZA Inquadra il QR Code per accedere alla sezione del sito di Confagricoltura Cuneo con tutti gli adempienti in materia di sicurezza e i corsi in programma
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L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
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LE NOSTRE AZIENDE
ho sempre amato l’aria aperta e gli animali – confessa Luca Giaccone -, così diventato maggiorenne ho preso il primo appalto per lo sgombero neve in zona e, soprattutto, mi sono proiettato in una vita interamente vissuta di agricoltura. Negli anni mi sono ingrandito in strutture e mezzi e dai pochi capi dell’inizio ora ne allevo circa 120”.
La nuova stalla
Da sinistra: Valentina Sciandra e Valter Roattino di Confagricoltura Mondovì insieme a Luca Giaccone e alla mamma Giulia
L’amore per la Piemontese nato da ragazzo e un futuro da scrivere A VICOFORTE LUCA GIACCONE HA SCELTO GIOVANISSIMO DI DEDICARSI ALLA PREGIATA RAZZA. OGGI CONDUCE UN’AZIENDA MODERNA CON OLTRE 120 CAPI di Paolo Ragazzo
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hi afferma che allevare bovini di razza Piemontese non sia soltanto un mestiere, nobile e rispettabilissimo come tutti gli altri, ma un’attività che arriva a toccare lo spirito di chi decide di dedicarsi ad essa, molto probabilmente conosce storie come quella di Luca Giaccone, a Vicoforte. Un racconto che avrebbe potuto essere molto diverso se 20 anni fa il ragazzo non avesse deciso di staccarsi progressivamente dall’attività dei genitori (panettieri a Mondovì)
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per votarsi, in tutto e per tutto, all’allevamento, suo desiderio fin dall’infanzia. I nonni, prima di lui, allevavano qualche vacca, ma i genitori Dario e Giulia avevano optato per altro e Luca, ostinato, dopo le scuole dell’obbligo decide di continuare a prendersi cura di quelle quattro o cinque mucche e, nel frattempo, di dare una mano al forno dei genitori, investendo però ogni suo risparmio per ingrandire piano piano l’allevamento e l’azienda agricola.
L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2022
Fino alla decisione, compiuti i 18 anni, di specializzarsi come allevatore. “Non ce la facevo a restare chiuso in quattro mura, Capi di Piemontese nella nuova stalla
La caparbietà dell’allevatore, oggi 41enne, è testimoniata anche dalla scelta di portare a termine, nel pieno dell’emergenza pandemica, l’investimento più importante per l’azienda: la nuova stalla, capace di ospitare fino a 140 animali. È operativa da appena qualche mese, ma i risultati sono già evidenti: “Prima le attività manuali erano ancora molte, ora invece si sono ridotte, con un notevole risparmio di tempo nella conduzione dell’allevamento - spiega Luca -, ma soprattutto con tangibili effetti positivi sugli animali che si
ammalano di meno, crescono più forti e sani in ogni fase, a partire dalla gravidanza delle fattrici. Il benessere animale è migliorato sensibilmente e di conseguenza tutta la produttività aziendale”. Certo non è stato semplice arrivare ad inaugurare la nuova struttura tra le “solite” lungaggini burocratiche e il ritardo nella consegna dei materiali che ha investito tutto il mondo dopo lo scoppio dell’emergenza sanitaria. “La struttura in un annetto è stata realizzata, ma per il solo fatto di essere ai piedi delle montagne è stato tutto più complesso. Senza contare che, soprattutto per la parte interna, ho avuto difficoltà a reperire materiale per completare la struttura e ancora oggi devo automatizzare le finestre per un ricircolo autonomo dell’aria, installare un impianto fotovoltaico sul tetto e completare il sistema di videocamere interne che mi permetterebbe una gestione migliore dell’allevamento, in primo luogo delle attività più delicate come i parti”.
Vacche libere di muoversi nei box esterni e interni dell’allevamento
Costi insostenibili L’imprenditore vicese tocca poi il tema dei costi di produzione alle stelle, “è un problema serio che riguarda tutti, da chi come me produce fino alle famiglie che sono costrette a ridurre i consumi, è un circolo vizioso in cui però si nascondono speculazioni. Noi ci produciamo quasi tutta l’alimentazione necessaria per gli animali, ma ad esempio la soia che acquistiamo è passata da 28 a 60 euro al quintale e la crusca da 7 a 22, come si fa di questo passo ad andare avanti, soprattutto considerato che il prezzo
La nuova struttura, operativa da qualche mese
medio dei vitelli non accenna a crescere?”. Una soluzione Luca Giaccone ce l’avrebbe. Parte dalla teoria per arrivare alla pratica: attualmente produce un centinaio di vitelli l’anno che vende per l’ingrasso, ma sta internalizzando in parte la crescita degli animali in azienda per arrivare a venderli lui stesso e dare maggior valore alla carne.
Serve maggior promozione della carne “Il problema principale della Piemontese resta il suo prezzo di vendita, fermo a 30 anni fa, ci vuole coraggio e voglia di cambiare, sto provando a chiudere il ciclo di allevamento per arrivare tra non molto alla vendita diretta del mio prodotto in pacchi famiglia sui mercati di Milano, Genova o Torino. Non mi interessa aumentare oltre un certo livello il numero di capi allevati, quanto migliorarne la gestione e valorizzare il prodotto, che non ha eguali per via di caratteristiche di salubrità uniche e troppo spesso
dimenticate”. Mentre parla gli occhi dell’allevatore si illuminano al pensiero di un futuro in gran parte ancora da scrivere, ma con le idee ben chiare di quella che deve essere la traccia da seguire. Da questa passione e determinazione occorre partire per continuare a promuovere la razza bovina Piemontese in Italia e nel mondo per non sprecare un bagaglio di tradizione e competenze che sarebbe un peccato mortale gettare alle ortiche. Gli allevatori come Luca Giaccone non demordono, la loro scelta di vita è compiuta, però servono aiuti concreti per non lasciarli soli e farli crescere forti… proprio come i loro pregiati animali.
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