L'Agricoltore Cuneese - Giugno 2021

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIX - N. 04•2021 - GIUGNO 2021 - CONTIENE I.P.

04/2021

Fauna selvatica raccolti cuneesi a rischio “estinzione”

NOCCIOLO La corilicoltura piemontese punta dritta alla sostenibilità

REGNO UNITO Le incertezze frenano l’export agroalimentare

LATTE Allevatori della Granda ai primi posti per la qualità

FRUTTA Poche le risorse per i danni da gelate


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Materie prime in rialzo e prezzi agricoli al palo. Dai Consorzi di Tutela serve uno sforzo in più Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

Costi delle materie prime in rialzo, prezzi dei prodotti agricoli fermi al palo. È la situazione che da mesi si trovano a dover affrontare le imprese del comparto primario, che ai cronici problemi e a quelli innescati da mesi di pandemia devono reggere l’urto dell’ondata di rincari delle commodities alimentari. Nell’ultimo anno i prezzi del mais sono raddoppiati, quelli del grano sono aumentati del 30%, quelli della soia dell’80%. A dirlo è la FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il cui indice dei prezzi alimentari è in rialzo da 11 mesi consecutivi, avvicinandosi ai massimi storici del 2011. Per non parlare poi del gasolio. Nonostante il decreto Rilancio abbia annullato l’aumento programmato delle accise sulla benzina e sul diesel previsto nella Manovra 2020 per il periodo 2021-2023, il prezzo del carburante continua a crescere. A farne le spese sono tutte le aziende agricole, ma soprattutto gli allevatori. E la provincia di Cuneo non fa ovviamente eccezione, anzi. La categoria, dopo aver subito come altre le difficoltà legate alle chiusure del canale Ho.Re.Ca., ora deve fare i conti con costi di produzione sempre più alti e margini di guadagno ridotti al minimo, se non addirittura azzerati. Come uscirne? Se sui prezzi delle commodities è complicato intervenire, non resta che accelerare sulla valorizzazione dei nostri prodotti di eccellenza, latte e carni su tutti, a partire da una miglior gestione dei Consorzi di Tutela e Valorizzazione, attivi sul nostro territorio, a cui sono demandati due compiti fondamentali: la promozione e la ricerca di nuovi sbocchi di mercato per il nostro “Made in Cuneo”.

I NUMERI DI QUESTO NUMERO

CUNEO

STIMA DANNI

% della SAU cuneese su quella nazionale

stima del danno diretto reale su scala nazionale

NOCCIOLETI

GELATE

ASTI MOSCATO

LEGNO

18% 800mln

30mln 3.074

produzione Asti Spumante e Moscato d’Asti nel I quadr. 2021

numero di aziende della filiera legno in Piemonte

GEN-APR 2021

PIEMONTE

Ristrutturazione e riconversione vigneti Proroga al 15 luglio PAG. 17

NUMERO 331.4915518 331.4915516 339.5634561 339.5401060 339.5401054 339.5635193 339.5401004 339.5966337 339.5634650 339.5634563 339.5401670 366 4059712

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IN PRIMO PIANO

Fauna selvatica, la politica ha fallito DANNI ORMAI SEMPRE PIÙ CONSISTENTI IN TUTTA LA GRANDA. APPELLO A REGIONE E PREFETTI di Fabio Rubero

“È

triste dover constatare che la politica degli ultimi vent’anni sul contenimento della fauna selvatica ha miseramente fallito”. Questa l’amarissima constatazione del presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, che si fa portavoce del grido di dolore che all’unisono si leva da ogni angolo della nostra provincia e non solo. Un problema di cui lo stesso Allasia, insieme a Ercole Zuccaro (direttore di Confagricoltura Piemonte) ha parlato all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa. “È una situazione sempre più pesante, che provoca frustrazione ed esasperazione tra gli agricoltori che vedono i loro raccolti distrutti, con scarse possibilità di ottenere un risarcimento dei danni” avevano commentato

LA VOCE DELLE AZIENDE CUNEESI ESASPERATE DAL PROLIFERARE INCONTROLLATO DI UNGULATI 4

a margine dell’incontro i vertici della Confagricoltura piemontese, interpretando appieno il pensiero delle tantissime aziende che quotidianamente hanno a che fare con i pesanti danni che gli animali selvatici causano loro. L’associazione si è rivolta anche a tutti i prefetti piemontesi affinché, come rappresentanti del governo a livello territoriale, assumano il coordinamento delle iniziative tra i vari enti. Vediamo qual è la situazione tra le aziende nelle diverse zone della Granda.

Nel Cuneese “I selvatici continuano a proliferare a dismisura e i danni ormai non si contano più – dichiara Adriano Rosso, responsabile zona Cuneo di Confagricoltura –. Dal canto nostro, abbiamo scritto ormai tre mesi fa a tutti i sindaci dei Comuni dell’asse dello Stura per manifestare loro la possibilità di uscire dall’area contigua e fare così in modo che nel loro territorio comunale non vi fossero limitazioni venatorie, ma nemmeno uno dei primi cittadini ha risposto e men che meno ha chiesto che il proprio comune venisse stralciato dall’area. Evidentemente alla loro citta-

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dinanza va bene così, ma a questo punto si facciano carico delle conseguenze della loro decisione”. Area dello Stura in cui ha sede (a Sant’Albano Stura) l’azienda agricola di Ferdinando Delleani che spiega come nel corso degli anni i danni subiti dagli animali selvatici siano stati pesantissimi. “Quest’anno – riferisce l’azienda - abbiamo agito preventivamente e siamo riusciti a limitare l’impatto sulle nostre coltivazioni di mais. Abbiamo autonomamente provveduto ad acquistare del seme trattato perché la situazione era divenuta ormai insostenibile. Siamo a ridosso dello Stura dove i cinghiali regnano, dunque non possiamo fare altro che adottare importanti misure preventive”.

Il Monregalese “La situazione è ormai insostenibile – spiega Walter Roattino, responsabile zona Mondovì di Confagricoltura –. Quest’anno non è stata risparmiata neppure la zona più pianeggiante (Piozzo, Carrù… ) che solitamente veniva colpita durante la maturazione cerosa del mais”. Ma non è tutto. “Nelle zone montane, come Viola, i cinghiali hanno letteralmente devastato i prati e ora stanno distruggendo il sottobosco di castagneti da frutto dove viene effettuata la raccolta meccanizzata. Per non parlare della zona di media collina (Vicoforte, Mondovì, Briaglia… ), dove le nostre aziende hanno avuto problemi enormi con la semina del mais e in molti casi hanno

dovuto provvedere completamente a riseminare e recintare il tutto con costi vertiginosi in termini di tempo e di denaro”. La conferma arriva dalla viva voce di un’azienda che opera in quel territorio. “In pochissimi giorni – spiega Andrea Dragone dell’omonima azienda agricola - i cinghiali hanno completamente raso al suolo le nostre coltivazioni di mais, cosa che negli anni scorsi non era mai avvenuta. Stanno facendo buchi enormi nei prati, ma i problemi più grandi arrivano quando il mais cresce e dunque diventa molto più difficile individuare gli animali. Abbiamo recintato e riseminato il tutto, ma è difficile andare avanti così”.

In Langa e Roero Anche nella zona del Braidese i cinghiali rappresentano un grande problema per le coltivazioni di mais e cereali. “Quest’anno l’aumento dei danni in comuni come Ceresole d’Alba, Caramagna Piemonte e Sommariva del Bosco


Cinghiali devastano indisturbati i campi

è stato incredibile – spiega Fabio Fogliati, responsabile zona Bra di Confagricoltura –. La cosa disarmante è che la gente è talmente stufa che non presenta nemmeno più la domanda di rimborso che comunque copre solo in parte il danno effettivamente sostenuto. A Ceresole d’Alba c’è l’azienda agricola di uno sconsolato Antonio Ferrero. “Se continuiamo così tra pochi anni smetteremo di seminare – ci dice –. Siamo a un punto di non ritorno ed evidentemente alla politica interessa davvero poco di quelle che sono le istanze di noi agricoltori. Il problema è che la gente è davvero esasperata, anche perché se una volta erano questioni che riguardavano prettamente i territori montani, oggi troviamo selvatici ovunque”.

Nel Saluzzese “Nell’area del Saluzzese – spiega Marco Bruna, responsabile zona di Saluzzo di Confagricoltura - sono i frutteti ad essere presi

principalmente di mira. Nella zona di pianura (Verzuolo, Lagnasco, Manta, Costigliole Saluzzo) i danni sono stati ingenti. Non è solo un discorso economico, ma riguarda anche il fatto che l’azienda spesso deve rifare gli impianti perdendo tempo preziosissimo”. A Costigliole Saluzzo c’è l’azienda agricola di Fabrizio Capellino che spiega come sia necessario trovare il giusto equilibrio. “A chi non piace vedere gli animali scorrazzare liberi nei prati e nei boschi? – ci dice -. Tuttavia credo che, come per qualsiasi specie, se ne debba fare una questione di densità della

ALLASIA: “IL TEMPO DELLE PAROLE È FINITO, ORA SI PASSI AI FATTI E LO SI FACCIA IN FRETTA” popolazione e di buon senso. La presenza del lupo spinge cinghiali e caprioli più a valle dove, tra l’altro, hanno anche maggiore facilità a trovare cibo e dunque si trovano benissimo. Occorre ristabilire una politica tesa a mantenere il giusto equilibrio anche per una questione di sicurezza e ordine pubblico”. Voci che testimoniano difficoltà trasversalmente evidenti a cui va data una risposta immediata. “Il tempo delle parole è finito – conclude Enrico Allasia - e se in questi ultimi anni i selvatici sono aumen-

DANNI DA FAUNA

Confronto a Cuneo con il presidente Cirio

Nel pomeriggio di giovedì 27 maggio, in occasione del convegno on line “Il Nocciolo. Qualità e sostenibilità nella produzione” al quale è intervenuto, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha fatto visita alla sede provinciale della Confagricoltura di Cuneo, incontrando il presidente Enrico Allasia, il direttore Roberto Abellonio e i dipendenti. In particolare, insieme ai rappresentanti dell’organizzazione agricola il presidente Cirio si è soffermato ad affrontare alcuni dei principali temi e criticità che interessano il settore primario piemontese, prima fra tutte quella dei danni provocati dalla fauna selvatica alle coltivazioni. Ha dichiarato Roberto Abellonio: “Con l’avvio delle semine primaverili, infatti, si sono registrati attacchi sempre più massicci di cinghiali, in particolare delle zone contigue ai parchi e nelle aree vicine alle zone boscate con la presenza di incolti. Con il presidente della Regione abbiamo discusso delle proposte di Confagricoltura per il contenimento della fauna selvatica, con l’obiettivo di garantire una maggiore sicurezza stradale e al tempo stesso di prevenire i danni legati alle coltivazioni danneggiate, che stanno comportando un ingente danno agli agricoltori, già vessati dalla crisi economica causata dalla pandemia”.

tati e non diminuiti significa che la strategia utilizzata ha miseramente fallito. Siccome non vorremmo essere ancora qui tra un anno a ripetere le stesse cose, rivolgo un appello affinchè si riveda ciò che deve essere rivisto, come le funzioni degli ATC e dei comprensori

alpini, i piani di contenimento e i periodi di caccia, ma si faccia qualcosa e lo si faccia in fretta. Non si arrivi, per cortesia, all’extrema ratio di chiamare in causa l’esercito il cui intervento non farebbe altro che certificare il totale fallimento dell’azione politica”.

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A TUTTO CAMPO

CONFAGRICOLTURA AL GOVERNO

“Va rifinanziata la Nuova Sabatini” Confagricoltura si fa interprete della preoccupazione delle aziende agricole e lancia l’appello all’Esecutivo in seguito allo stop del rifinanziamento della misura “Nuova Sabatini“ nel Dl Sostegni Bis: “È importante che in questa fase di ripresa per il Paese il Governo non interrompa la possibilità, per le imprese agricole, di usufruire della misura, per la quale si chiede il rifinanziamento nei prossimi provvedimenti legislativi”. La “Nuova Sabatini” – ricorda la Confederazione - è uno strumento finalizzato a migliorare l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, utilizzato per l’acquisto, o per l’acquisizione in leasing, di beni materiali (macchinari, impianti, beni strumentali di impresa, attrezzature nuovi di fabbrica e hardware) o immateriali (software e tecnologie digitali) ad uso produttivo. I recenti interventi legislativi, inoltre, hanno semplificato le modalità di fruizione del credito consentito erogato alla “Nuova Sabatini”, incentivando le aziende ad accedere alla misura. La centralità della “Nuova Sabatini” ha caratterizzato anche il periodo della pandemia, durante il quale il numero delle richieste è aumentato rispetto agli anni precedenti. Il mancato ricorso alla misura - evidenzia Confagricoltura – impatterebbe pertanto in termini negativi sul tessuto produttivo italiano, che necessita di disporre pienamente di tutti gli strumenti a disposizione per fare impresa. La Confederazione invita pertanto il Governo a rifinanziare la misura necessaria per mantenere la giusta spinta innovativa e aumentare la competitività delle imprese agricole italiane.

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Accordo Pac: “È auspicabile ma non ad ogni costo” CONFAGRICOLTURA COMMENTA IL NUOVO RINVIO DEL NEGOZIATO TRA LE ISTITUZIONI UE. SERVONO MAGGIORI TUTELE DEL REDDITO

“N

onostante le difficoltà emerse, un accordo sulla riforma della PAC è possibile e auspicabile, ma non a tutti i costi. Perché la politica agricola dell’Unione deve continuare a sostenere un processo economico finalizzato a fornire ai consumatori cibo in quantità adeguate, sicuro e di altissima qualità”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il 28 maggio scorso ha commentato il rinvio del negoziato tra le istituzioni della UE per raggiungere un’intesa sulla nuova PAC che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2023. “È evidente che le imprese agricole sono di fronte ad una nuova sfida - prosegue Giansanti - che è quella di una maggiore sostenibilità ambientale. Vale a dire, salvaguardare i livelli di produzione riducendo la pressione sulle risorse naturali. Non servono, però, nuovi e complessi adempimenti burocratici; mentre risulta fondamentale un’efficace tutela dei redditi di tutte le imprese, senza penalità in funzione della dimensione - sottolinea il presidente di Confagricoltura -. La continuità dell’attività agricola è essenziale per la vitalità sociale ed economica delle zone rurali e delle aree interne”. “Ci auguriamo – conclude Giansanti – che

ALLASIA: “CONTRARI A UNA RIFORMA CHE COMPROMETTA LA REDDITIVITÀ DEGLI AGRICOLTORI”

la ripresa delle trattative tra le istituzioni dell’Unione sia caratterizzata da una maggiore attenzione nei confronti delle esigenze economiche delle imprese”.

Dibattito europeo organizzato da Confagricoltura Solo qualche settimana prima, nel dibattito organizzato da Confagricoltura con il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, il Commissario UE all’agricoltura Janusz Wojciechowski, i presidenti di FNSEA e DBV Cristiane Lambert e Joachim Rukwied, il segretario generale del Copa Cogeca Pekka Pesonen, gli eurodeputati Herbert Dorfmann e Paolo De Castro, era emersa chiara la posizione degli agricoltori: la PAC è una politica per il settore primario, economica, e per questo deve essere snella, flessibile, in grado di favorire lo sviluppo di tutte le imprese che producono per il mercato e assicurano occupazione. In quell’occasione Giansanti aveva sottolineato, quasi pronosticando l’esito non favorevole del negoziato, che: “La nuova riforma è in discussione ormai da tre anni. Nel frattempo, abbiamo anche fronteggiato una pandemia che ha dimostrato la solidità di fondo del sistema agroalimentare europeo. Il fallimento del negoziato sulla riforma della PAC sarebbe un segnale negativo per la capacità decisionale dell’Unione. E si aprirebbe una fase di incertezza per gli agricoltori”. Nulla però è ancora compromesso e sull’accordo finale, inoltre, sarà determinante anche il ruolo della condizionalità sociale che non


dovrà aggravare ulteriormente gli adempimenti burocratici che le imprese agricole devono fronteggiare. E non dovrà creare sperequazioni tra gli agricoltori riducendo i trasferimenti alle aziende di maggiore dimensione. “Siamo assolutamente contrari a qualsiasi riforma della PAC che possa compromettere il potenziale produttivo del settore e la redditività degli agricoltori – ha concluso Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. La sfida è quella di conseguire, grazie alla ricerca scientifica, una maggiore sostenibilità ambientale, consolidando i livelli produttivi, ma la risposta alle esigenze della società e dei consumatori non può che venire, come è stato in passato, da un sistema di imprese efficienti e competitive”.

PER ISCRIZIONI

APPUNTAMENTI PER AZIENDE

Per informazioni e iscrizioni ai prossimi appuntamenti on line inquadra il codice QR o rivolgiti agli uffici di Confagricoltura Cuneo

Confagricoltura “accelera con Amazon” È iniziato il 27 maggio il primo webinar gratuito di formazione per le imprese, previsto dall’Accordo tra Amazon e Confagricoltura. L’accordo, che rientra nel Programma “Accelera con Amazon”, prevede azioni di supporto alle aziende agricole e agroalimentari per favorirne lo sviluppo nell’economia digitale; la possibilità di interagire con professionisti del settore selezionati da Confagricoltura e approfondire i temi di maggior interesse, quali l’evoluzione del mercato agroalimentare; la comunicazione nel settore dell’agrifood; i trend del marketing 4.0; lo stakeholder

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engagement come strategia per la sostenibilità. Di seguito il programma dei prossimi appuntamenti: • “Marketing 4.0: nuove relazioni tra l’azienda e il cliente” a cura di Carlo Alberto Pratesi e Ludovica Principato – Giovedì 17 giugno ore 17 • “Lo stakeholder engagement nelle filiere agroalimentari” a cura di Carlo Alberto Pratesi e Ludovica Principato – Lunedì 21 giugno ore 17 • “Come vendere sullo store Amazon passo dopo passo e la vetrina Made in Italy – Lunedì 28 giugno ore 17. Rip_Michel_1-5

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OLTRE CONFINE

È

applicato dal 1°maggio scorso l’accordo commerciale e di cooperazione tra Unione Europea e Regno Unito entrato in vigore a inizio anno, a seguito dell’uscita dell’UK dalla UE. L’accordo prevede assenza totale di dazi e contingenti negli scambi commerciali, tutela di tutte le Indicazioni Geografiche europee registrate fino a fine 2020, parità di condizioni tra imprese, mantenimento degli standard normativi ambientali

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Regno Unito, le incertezze frenano l’export italiano PER LA PROVINCIA DI CUNEO L’UK È IL SECONDO MERCATO EXTRA UE. UN PRODOTTO SU DUE È ALIMENTARE, VINO O BEVANDA di Francesca Braghero

e rispetto delle norme sugli aiuti di Stato.

UK, partner della Granda Il documento relativo alle relazioni con il Regno

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Unito, aggiornato al 2020 sugli scambi commerciali con l’Italia e la UE, mostra che circa il 60% dei prodotti agricoli ed agroalimentari consumati nel Regno Unito sono

importati e circa il 75% di questi proviene dalla UE, e mette in evidenzia come, seppure il 2020 sia stato un anno caratterizzato da misure restrittive a causa della pandemia

che hanno inciso sulla diminuzione del valore dell’export complessivo italiano verso l’UK, si è rilevato un interessante aumento di quello del comparto alimentare (+16,85%). In particolare, Il Regno Unito si configura come il quarto mercato di export alimentare per l’Italia, dopo Germania, Francia e USA. Di notevole interesse soprattutto i dati sulle nostre esportazioni di riso, in ripresa rispetto al calo degli ultimi anni,


così come quelle delle paste alimentari. Per contro, mentre fino al 2018 l’UK si confermava il più importante importatore di spumanti italiani, a partire dal 2019 il settore vitivinicolo ha subito una contrazione (-15,12%), probabilmente a causa della Brexit, che ha determinato un periodo di incertezza che può aver indotto gli operatori a ricercare nuovi mercati più stabili e competitivi. Come dimostrano i dati elaborati e diffusi dalla Camera di Commercio di Cuneo, il Regno Unito, insieme agli Stati Uniti, rappresenta la seconda destinazione extra-Ue delle merci locali, con una quota del 15,2%%. La percentuale maggiore delle esportazioni cuneesi verso il Regno Unito nel 2020 (49,5%) ha riguardato prodotti alimentari, bevande e tabacco, mentre i prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca

CIRCA IL 60% DEI PRODOTTI AGRICOLI CONSUMATI NEL REGNO UNITO È IMPORTATO E IL 75% È DELL’UE

hanno coperto il 3,5% dell’export. Adesso, però, tra le aziende regnano incertezza e dubbi.

La proposta della Commissione Ue In seguito alla Brexit, la Commissione ha disposto una riserva di 5,37 miliardi di euro per sostenere gli Stati membri ed i settori produttivi che hanno subito conseguenze negative ed è stata pubblicata la relativa proposta di utilizzo che dovrà essere adottata dal Parlamento e dal Consiglio europei. Le misure considerate per il finanziamento riguardano l’assistenza alle aziende e alle comunità locali toccate dal recesso, il sostegno verso i settori economici più colpiti e in particolare verso le aziende che dipendono dalle attività di pesca nelle acque del Regno Unito, il sostegno al lavoro, il rinforzo dei controlli alle frontiere doganali, la semplificazione dei regimi di certificazione e autorizzazione dei prodotti, la promozione della comunicazione, informazione e consapevolezza di cittadini e imprese sui cambiamenti derivanti dal recesso per quanto riguarda i loro diritti e i loro obblighi.

Regno Unito

Le osservazioni di Confagricoltura In merito a questa proposta, Confagricoltura muove una serie di osservazioni, riepilogate all’interno di un documento sugli Affari Internazionali. Innanzitutto, la proposta di utilizzo delle riserve, che saranno distribuite in due fasi successive, manca di un riferimento specifico ai singoli settori produttivi (ad esclusione di quello della pesca), carenza che rischia di penalizzare il comparto agricolo e agroalimentare italiano. Quest’ultimo, infatti, nei primi undici mesi del 2020 ha inciso per oltre il 16% sul valore complessivo dell’export dell’Italia verso l’UK, configurandosi come la più alta quota di export in assoluto rispetto ai principali Paesi di destinazione. Tale percentuale, inoltre, non tiene conto dell’”effetto Rotterdam”, ovvero del percorso effettuato per parte delle esportazioni italiane verso il Regno Unito che passa dai Paesi Bassi, che fa sottostimare il valore del nostro export. Confagricoltura fa notare che sarebbe opportuno introdurre un correttivo nei calcoli e un approfondimento nell’analisi statisti-

15,2% 18,9% 65,9% Altri paesi Extra UE

Stati Uniti

Percentuali dell’export cuneese nei Paesi extra Ue nel 2020

ca degli scambi commerciali tra alcuni Stati membri, mettendo a confronto le importazioni, i consumi interni e le esportazioni di alcuni specifici prodotti. Secondo le stime del 2019, l’Italia conta per il 7,5% dell’export di merci della UE verso l’UK e per il 6% dell’import, ovvero quasi tre volte la percentuale del 2,4 del fondo della riserva assegnata al nostro Paese, pari a circa 87 milioni di euro a prezzi correnti. Infine, calcolare il valore dell’export di alcuni settori nei tre anni presi a riferimento è opinabile perchè nel periodo prece-

dente all’uscita del Regno Unito dalla UE, le imprese che esportavano nel Paese si sono rivolte anche ad altri mercati, nuovi e più stabili rispetto a quello britannico, in previsione della Brexit, com’è accaduto per il settore vino.

IN SEGUITO ALLA BREXIT LA COMMISSIONE UE HA PROPOSTO SOSTEGNI PER LE AZIENDE

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Poche le risorse per i danni da gelate STANZIATI APPENA 105 MILIONI DI EURO PER L’INCREMENTO DEL FONDO DI SOLIDARIETÀ di Davide Rossi

A

d oggi rimane molto incerta la situazione relativa agli indennizzi per i frutticoltori gravemente colpiti dalle gelate dello scorso aprile: non basta la notizia del 20 maggio scorso, quando è stato resa nota l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri delle misure proposte dal ministro Patuanelli e inserite nel Dl Sostegni Bis in materia di agricoltura. Nel provvedimento sono stati destinati soltanto 105 milioni di euro per l’incremento del Fondo di solidarietà nazionale previsto dal D. Lgs. 102 del 2004 per ristorare i danni a produzioni, strutture e impianti produttivi delle aziende colpite. Una somma troppo bassa, che non è neanche lontanamente vicina a rimediare alle perdite: “Non basterebbe neanche per la provincia di Cuneo – precisa Michele Ponso, presidente nazionale della FNP Frutticoltura di Confagricoltura –, perché il calcolo dei danni diretti e indiretti sul nostro territorio, tra l’altro non ancora definitivo, si attesta intorno ai 120 milioni”. Le stime nazionali parlano invece di ben 800 milioni di danni, ma attenzione: in questo caso si

tratta soltanto di danni diretti, dovuti alla mancata raccolta. “Il problema nazionale è ancora più grave – focalizza Ponso – se si considera anche tutto l’indotto, dato dal comparto trasporti e dagli altri servizi accessori: calcolando anche questi mancati introiti non è fuori scala pensare ad un danno complessivo di un miliardo di euro circa”. Bisogna agire in fretta e quella dei concomitanti, ingenti interventi economici connessi alla pandemia non può essere una scusante: “In Francia – ricorda Confagricoltura – è stato erogato un miliardo di euro a favore delle imprese del settore primario colpite dalle gelate”.

La richiesta di Confagricoltura La richiesta di Confagricoltura è chiara e semplice e la esplicita Michele Ponso: “Chiediamo che il governo si impegni per trovare le risorse necessarie ad affrontare questa situazione drammatica e di farlo con urgenza, garantendo al comparto tempi certi per le erogazioni dei contributi a sostegno. Concretezza e velocità in

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questo caso non sono richieste a caso: le spese per i trattamenti non si interrompono per il fatto che la pianta non porta più frutto, anzi è vero il contrario perché sono necessarie più potature verdi. Il quadro a livello nazionale è davvero pesante: quotidianamente ricevo messaggi e telefonate da frutticoltori di tutta Italia, che mi chiedono se ci sono delle novità in materia. Alcuni di loro sono davvero preoccupati, e li posso capire perfettamente: per chi ha sede in Emilia-Romagna, questo sarà il secondo anno consecutivo senza raccolto, una circostanza che rende difficile andare avanti”.

L’Europa “non ci sente” Non sembra lecito riporre fiducia nel coinvolgimento, per lo meno a breve, dell’Unione Europea sul problema, anche se invocato tempestivamente dall’Italia di concerto con Francia e Grecia che hanno subito anch’esse danni ingenti: in questo momento a Bruxelles si sta giocando, tra l’altro con notevoli divisioni, l’impor-

STIMA DANNI

800mln stima del danno diretto reale su scala nazionale

NAZIONALE tante partita sulla nuova Pac. Intanto, il 15 giugno sono definitivamente scaduti i termini stabiliti dalla Regione Piemonte per la la trasmissione delle segnalazioni dei danni subiti: inizialmente fissati a maggio, erano stati prorogati in attesa della pubblicazione da parte del Mipaaf della deroga al Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura per l’anno 2021 con il Decreto Legge n. 73 del 25 maggio. La misura presa dal ministero consente di accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva anche alle imprese agricole che al verificarsi delle gelate non erano coperte da polizze assicurative per il rischio gelo brina.

La produzione di kiwi in provincia di Cuneo è stata praticamente azzerata

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VITIVINICOLTURA

Per Asti e Moscato d’Asti un avvio di 2021 positivo SBLOCCATA LA RISERVA VENDEMMIALE. ALLASIA: “AUSPICABILE UNA RESA DI 100 QUINTALI DI UVA PER ETTARO PER LA VENDEMMIA 2021” di Gilberto Manfrin

L

’Asti Spumante e il Moscato d’Asti Docg confermano il trend positivo dello scorso anno anche nel primo quadrimestre del 2021, migliorando i risultati ottenuti nello stesso periodo del 2020. Nonostante l’incertezza e le difficoltà di questo periodo, la produzione complessiva delle due tipologie Asti Spumante e Moscato d’Asti è aumentata dell’11,89% rispetto al primo quadrimestre del 2020, arrivando a quasi 30 milioni di bottiglie. Il bell’avvio di 2021 porta positività nel comparto Asti

Bene il Moscato d’Asti L’incremento riguarda principalmente il Moscato d’Asti. Se infatti l’Asti Spumante si mantiene sui 14 milioni, in linea con il primo quadrimestre 2020, il Moscato d’Asti cresce di oltre 3 milioni di bottiglie. Un trend che fa ben sperare, a maggior ragione se si considera che si arriva da un 2020 che, nonostante la pandemia, si era chiuso con dati positivi sui mercati internazionali. Le aziende avevano infatti già prodotto un maggior numero di bottiglie sia di Asti che di Moscato rispetto al 2019 per un incremento totale di produzione pari ad un +8% anno su anno. La crescita ha riguardato in particolare il Moscato d’Asti, passato dalle 33 milioni di bottiglie del 2019 alle oltre 38 milioni del 2020. Ma anche l’Asti ha “detto la sua”, passando da poco più di 51 milioni di colli ad oltre 53 milioni. Un exploit che si è concretizzato soprattutto grazie alle vendite sul mercato “a stelle e strisce”, passate nel complessivo delle due tipologie dai 20 ai 28 milioni di fine 2020. Ecco perché questo bell’avvio di 2021 porta positività nel comparto.

Sbloccata la riserva vendemmiale In seguito a questa incoraggiante crescita sul mercato, l’assemblea dei produttori dell’Asti e del Moscato Docg ha approvato la proposta di sbloccare parte della produzione vendemmiale 2020 messa a riserva. Una richiesta che, a sua volta, ha avuto il via libera della Regione.

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BOTTIGLIE

30mln

produzione totale di Asti Spumante e Moscato d’Asti nel I quadrimestre del 2021

GEN-APR 2021 Saranno oggetto dello sblocco poco meno di 40.000 ettolitri di prodotto, utili per mantenere in equilibrio il mercato, in risposta alla crescente richiesta e al contempo garantendo una giacenza di prodotto adeguata, non avendo ancora chiare indicazioni di come si prospetterà la vendemmia 2021. “Verrà messo a disposizione delle aziende e delle case spumantiere del territorio Patrimonio dell’Umanità Unesco, un ulteriore quantitativo di prodotto per proseguire la produzione delle bollicine aromatiche piemontesi più apprezzate nel mondo – sottolinea il Consorzio -. L’Asti Spumante e il Moscato d’Asti Docg sono amati anche oltreoceano grazie alla loro unicità, alla versatilità, al basso contenuto alcolico che li rende perfetti per sublimare ogni portata, accompagnare ogni momento di piacere e, durante i mesi più caldi, realizzare rinfrescanti cocktail”.

Confagricoltura approva “Le notizie sono positive – commenta Gianluca Demaria, presidente della Sezione Vitivinicola di Confagricoltura Piemonte – e per questo ci auguriamo che, se il trend dovesse mantenersi e consolidarsi, si possa arrivare a una resa di 100 quintali di uva per ettaro per la vendemmia 2021. Inoltre, in riferimento al prelievo a carico dei produttori di uva, sarebbe auspicabile mantenerlo come lo scorso anno come importo totale ad ettaro, riducendolo leggermente sui quintali prodotti in quanto è previsto un aumento della resa”.


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CORILICOLTURA

Innovazione, ricerca e sostenibilità per la valorizzazione della nocciola piemontese UN MIGLIAIO I PARTECIPANTI AL CONVEGNO ONLINE ORGANIZZATO DA CONFAGRICOLTURA CUNEO

CUNEO

di Francesca Braghero

“S

iamo giunti alla settima edizione di un convegno ormai internazionale, incentrato quest’anno sul tema della sostenibilità della filiera corilicola e in merito al quale Confagricoltura Cuneo insieme all’Istituto Nord Ovest Qualità (INOQ) ha presentato un progetto specifico”. Con queste parole Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, ha aperto giovedì 27 maggio

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il convegno dal titolo “Il Nocciolo. Qualità e sostenibilità nella produzione”, tenutosi in diretta streaming e seguito da oltre un migliaio di utenti collegati non solo dal Piemonte ma da tutta Italia, dimostrando come questo importante appuntamento annuale costituisca sempre più un punto di riferimento per chi opera nel comparto corilicolo. È seguito l’intervento di Marco Protopapa,

L’Agricoltore cuneese N.04 • GIUGNO 2021

18%

% della SAU cuneese su quella nazionale

NOCCIOLETI assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, che ha messo in evidenza come il tema della sostenibilità sia sempre più presente in agricoltura e possa fare la differenza in termini di innovazione, competitività e difesa della qualità delle proprie colture, tra le quali quella del nocciolo ha un ruolo rilevante per il territorio piemontese. Posizione condivisa da Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, che si è concentrato sull’importanza di promuovere la valorizzazione della nocciola Piemonte IGP esattamente come in passato è avvenuto per il settore vitivinicolo: “La nocciola piemontese si distingue per integrità, sapore, resa e, soprattutto, sostenibi-

lità della produzione, che avviene sempre nel pieno rispetto dell’ambiente e dei lavoratori. Dobbiamo avere consapevolezza della qualità delle nostre nocciole, valorizzarle e marchiarle come prodotto unico, per affermarlo senza timore del confronto nella produttività internazionale, non solo come prodotto italiano, ma come prodotto piemontese”. Dopo una serie di brevi filmati introduttivi di Pier Paolo Bertone, presidente di Ascopiemonte, Nicoletta Ponchione, vice presidente di Asprocor e Gianluca Griseri, consigliere di Agrion e tra gli organizzatori del convegno, volti a mettere in luce il significativo aumento della superficie coltivata a nocciolo in Piemonte negli ultimi sei anni e la conseguente necessità di intensificare la ricerca nell’attività corilicola del territorio per promuoverne l’eccellenza, si è entrati nel vivo del convegno. Gianni Comba dell’istituto Nord Ovest

Qualità, primo relatore intervenuto, ha presentato il “Progetto filiera corilicola sostenibile in Piemonte”, già al vaglio della Regione, che mira a dotare le aziende produttrici di un modello disciplinare tecnico condiviso e certificabile con una dichiarazione di sostenibilità ambientale, a partire dal protocollo standard di certificazione DTP 112, che possa offrire garanzia di qualità alle nocciole piemontesi. Tra i requisiti considerati vi sono la sostenibilità dei terreni di coltivazione, l’implementazione di un sistema di gestione agronomica rispettoso dell’ambiente e della salute dei consumatori,

SOSTENIBILITÀ AL CENTRO DEL PROGETTO DI CONFAGRI CUNEO E INOQ AL VAGLIO DELLA REGIONE


il mantenimento della fertilità del suolo. A tal proposito, si procederà alla selezione di un gruppo di aziende rappresentative del territorio piemontese su cui sperimentare il protocollo di certificazione DTP al fine di dimostrarne l’applicabilità. Il convegno è proseguito con Nadia Valentini del dipartimento DISAFA (Scienze agrarie, forestali e alimentari) dell’Università di Torino, che si è concentrata

sul tema della cascola anticipata dei frutti del nocciolo, problema sempre esistito in questa coltura, dovuto a cause non sempre comprese e definibili in modo assoluto. La relatrice ha messo in evidenza come la ricerca possa contribuire al raggiungimento di una soluzione mediante l’approfondimento degli studi genetici e fisiologici sul nocciolo, le sperimentazioni e ulteriori indagini sul ruolo

della cimice asiatica, al fine di mettere a punto dei protocolli di buone pratiche agronomiche in grado di mantenere le piante in condizioni di benessere. A seguire, Ivano Scapin di AgroTeamColsunting ha trattato il problema dell’avariato, che porta a difetti di natura organolettica e merceologica visibili sui frutti dopo la raccolta, rendendoli non idonei all’uso industriale. Il

fenomeno, che ha diverse cause, va affrontato con misure di prevenzione, come il contenimento della cimice asiatica ed eventuali trattamenti contro i funghi, anche se ancora prematuri in quanto in fase di ricerca. Il convegno si è concluso con l’intervento di Alberto Puggioni

di Netafim Italia, che ha trattato il ruolo chiave dell’acqua per la produttività del nocciolo e l’importanza della tecnica di irrigazione a goccia messa a punto da Netafim, che ha fatto scuola nel campo corilicolo, facendo tesoro delle proprie esperienze sul campo.

RIVEDI TUTTO IL CONVEGNO

Inquadra il QR Code con lo smartphone e puoi rivedere tutti gli interventi del convegno organizzato da Confagricoltura Cuneo

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L’Agricoltore cuneese N.04 • GIUGNO 2021

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APICOLTURA

Api e mieli piemontesi colpiti dalle gelate di aprile GLI APICOLTORI NELLA NOSTRA REGIONE SONO 5.600 PER UN TOTALE DI OLTRE 190MILA ALVEARI E 2,1MILIONI DI CHILI DI PRODOTTO ANNUO

I

l 20 maggio è stata celebrata la Giornata Mondiale dell’Ape Italiana, sottospecie di ape autoctona diffusa, apprezzata e allevata su scala planetaria, un caso unico che spiega le ragioni dell’orgoglio e dell’impegno della comunità apistica nazionale nel tutelare e salvaguardare questo patrimonio della nostra biodiversità. Gli apicoltori censiti in Italia sono in costante

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L’Agricoltore cuneese N.04 • GIUGNO 2021

aumento: circa 65.000, cui se ne aggiungono almeno altri 10.000 che, specie tra i giovani, nonostante la pandemia, stanno manifestando il proposito di avvicinarsi a questo allevamento seguendo i necessari corsi di formazione. Gli apicoltori piemontesi sono oltre 5.600, la maggior parte in provincia di Cuneo, per un totale di oltre 190.000 alveari che pongono la nostra regione al primo posto

per numero di addetti in Italia, con oltre 2,1 milioni di chili di miele all’anno. Il punto critico dell’apicoltura resta quello della produzione del miele, da ormai cinque anni soggetta a una costante riduzione dovuta alle avversità atmosferiche e ai cambiamenti climatici. “La mancata produzione dei mieli primaverili italiani è ormai strutturale – spiega Confagricoltura Piemonte - e come tale va gestita, adottando interventi compensativi per gli apicoltori affinché non abbandonino questa attività. Anche quest’anno – fa rilevare Confagricoltura - la stagione in Piemonte non è partita sotto i migliori auspici: le gelate del 7 - 8 e 9 aprile hanno colpito in particolare le piante di acacia, causando danni rilevanti”.


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DOMANDA DI RISTRUTTURAZIONE E RICONVERSIONE VIGNETI C’È LA PROROGA AL 15 LUGLIO Il decreto MIPAAF n. 0249006 del 28 maggio 2021 prevede, come per il 2020, alcune flessibilità nell’implementazione delle misure del PNS vitivinicolo per l’annualità 2021 e nel sistema delle autorizzazioni. Il testo tiene conto delle modifiche apportate alla normativa comunitaria per l’OCM vino e al sistema autorizzativo a seguito della pandemia, ai sensi del regolamento (UE) 2020/2220 (cosiddetto regolamento “transitorio”), del regolamento delegato (UE) n. 2021/374, del regolamento di esecuzione (UE) 2021/78 e del regolamento delegato (UE) 2021/95.

Deroghe importanti Il decreto contiene deroghe alle misure di ristrutturazione e riconversione vigneti (con la proroga della domanda di RRV al 15 luglio 2021), inve-

stimenti e vendemmia verde in linea con quanto accordato nella scorsa annualità.

dell’importo del contributo corrispondente alle azioni non realizzate.

Sanzioni

Confagricoltura preme per avere deroghe per le autorizzazioni in scadenza nel 2021

Alla luce della normativa comunitaria si chiarisce il quadro sanzionatorio per tutte le misure del piano nazionale di sostegno in caso di cause di forza maggiore o circostanze eccezionali, come l’emergenza sanitaria dovuta al COVID, che abbiano impedito di completare gli investimenti o gli impegni. In tal caso verrà assegnato il contributo per un importo corrispondente alle singole azioni realizzate. Vengono anche ridefinite le penalità, in circostanze normali, nel caso in cui l’intero progetto non sia completamente realizzato ma l’obiettivo generale sia comunque raggiunto, verrà assegnato il contributo per un importo corrispondente alle singole azioni realizzate decurtato

Infine, si specifica che le proroghe per le autorizzazioni inserite nel testo sono relative alle autorizzazioni agli impianti vitati in scadenza nel 2020 e non nel 2021. Prosegue intanto – anche se la Commissione europea non pare incline a rilasciare ulteriori concessioni – l’attività sindacale di Confagricoltura finalizzata a ottenere una deroga specifica per prorogare le autorizzazioni all’impianto in scadenza nel 2021, in analogia con quanto previsto per l’anno precedente. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

ETICHETTATURA AMBIENTALE DEGLI IMBALLAGGI, LE NOVITÀ In sede di conversione in legge del Decreto Sostegni viene inserita la proroga del secondo periodo del comma 5 dell’articolo 219 del D.lgs. 152/2006 (TUA), andando così ad uniformare la sospensione dell’obbligo di etichettatura degli imballaggi al 31 dicembre 2021. Inoltre, viene previsto che “i prodotti privi dei requisiti ivi prescritti e già immessi in commercio o etichettati al 1° gennaio 2022 possono essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte”. La disposizione emanata rende conto delle difficoltà segnalate dagli operatori e della necessità di utilizzare al meglio le scorte di imballaggi non conformi alle nuove disposizioni, evitando che gli stessi diventino rifiuti. Si ricorda che il comma 5 dell’articolo 219 del TUA prevede che tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Ue, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. Inoltre, spetta ai produttori l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali di imballaggio utilizzati. Di recente è stata emanata una nota del Ministero della Transizione Ecologica (prot. 52445 del 17 maggio 2021) che chiarisce alcuni aspetti quali: 1) i soggetti responsabili dell’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi di cui all’art. 219, comma 5 del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; 2) imballaggi neutri, con particolare riferimento a quelli da trasporto; 3) preincarti e imballi a peso variabile della distribuzione; 4) imballaggi di piccole dimensioni, multilingua e di importazione; 5) imballaggi destinati all’esportazione; 6) ricorso al digitale. Per info rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

INSERTO TECNICO

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PROROGA DELLA VALIDITÀ DEI PATENTINI FITOSANITARI Il cosiddetto “Decreto Milleproroghe” ha previsto una serie di ulteriori proroghe della validità dei cosiddetti “patentini” (sia per utilizzatori che per consulenti) secondo lo schema che di seguito riportiamo per semplificare la comprensione della norma: 1) i patentini con scadenza “naturale” nel 2021 – quindi non a seguito di precedenti proroghe – vengono prorogati di 12 mesi (cioè scadranno tutti nel 2022, mantenendo il giorno ed il mese); 2) i patentini già oggetto di precedente proroga con nuova scadenza compresa tra il giorno 01/01/2021 e il 31/07/2021 (fine del nuovo stato di emergenza per Covid19) vengono prorogati al 29/10/2021 (ossia 90 gg dopo la scadenza dello stato di emergenza stesso); 3) tutti i patentini già oggetto di proroga con nuova scadenza compresa tra il giorno 01 agosto 2021 e il 31 dicembre 2021 non godranno di alcuna ulteriore proroga.

CREDITO IMPOSTA E PSR NOTA DELLA REGIONE SU CUMULABILITÀ DEGLI AIUTI La Regione Piemonte, anche su sollecitazione di Confagricoltura, ha diffuso una nota che tiene conto delle indicazioni pervenute dall’Unione europea a novembre dello scorso anno in risposta ad una precisa richiesta della Regione Sicilia sulla cumulabilità del credito di imposta con i contributi Psr. In sostanza la Regione conferma che gli aiuti

delle misure strutturali del Psr possono essere concessi in combinazione con il credito di imposta sulle stesse spese ammissibili, a condizione che il loro cumulo non superi i limiti di contributo fissati dall’allegato II del Reg. U.e. n. 1305/2013. Sulla base della posizione assunta dalla Commissio-

ne europea si può quindi prefigurare la seguente casistica: 1 - qualora l’aliquota di sostegno Psr sia già quella massima di cui all’allegato II non è possibile il cumulo tra le due agevolazioni; 2 - nel caso in cui il contributo Psr sia invece inferiore all’aliquota massima dell’allegato II oppure

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INSERTO TECNICO


che il beneficiario rientri tra i soggetti per i quali è previsto un incremento della percentuale di sostegno (per esempio giovani agricoltori) è possibile usufruire anche del credito di imposta sulla differenza residua fino a concorrenza del limite massimo fissato dalla normativa europea. Le aliquote sono pari al 50% se si ha più di 40 anni e al 60% se si è under 40. Nella parte finale la circolare prende in esame la possibilità da parte del beneficiario di rinunciare al contributo Psr o al

credito di imposta, rilasciando apposite dichiarazioni. Qualora, nel rispetto dei parametri stabiliti, il beneficiario intenda usufruire degli aiuti Psr e del credito di imposta, dovrà allegare opportune dichiarazioni con l’indicazione dell’importo del credito usufruibile.

Fino a modifiche da parte dell’Ue Le disposizioni emanate dalla Regione restano valide fino a eventuali future modifiche in materia che dovessero intervenire a seguito di variazioni degli orientamenti della Comunità europea.

ACCESSO DELLE IMPRESE AGRICOLE AL CONTO TERMICO L’articolo 39 bis, inserito in sede di conversione in legge del Decreto Sostegni, stabilisce che fino al 31 dicembre 2022 nelle zone montane le misure d’incentivazione del Decreto MiSE 16 febbraio 2016 (Decreto Conto Termico), si applicano anche alle imprese il cui titolare esercita le attività di cui all’articolo 2135 del codice civile. Si tratta di una misura vo-

luta da Confagricoltura per ampliare la platea dei beneficiari che operano in ambito agricolo e che possono accedere alle misure di incentivazione della produzione di energia termica da biomasse di cui al Decreto Conto termico. In particolare, tenuto conto che la definizione di “azienda agricola” prevista dal Decreto Conto termico, all’articolo 2, comma 1, lettera b), limita l’accesso alle agevolazioni per interventi di installazione di caldaie a biomasse, ai soli imprenditori

IAP, con la nuova disposizione questa limitazione viene superata almeno fino al 31.12.2022 (termine dovuto al fatto che il provvedimento in commento introduce misure legate all’emergenza pandemica). Dal punto di vista formale, occorrerà ora verificare con il GSE le modalità di attuazione di tale misura che estende i beneficiari in ambito agricolo recuperando anche la figura del Coltivatore Diretto, di particolare interesse proprio nelle aree montane. Seguiranno aggiornamenti in merito da parte degli uffici Confagricoltura.

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NUOVA DOCG CANELLI E MODIFICATI ALCUNI DISCIPLINARI DI PRODUZIONE Il Comitato Nazionale Vini, della seduta di mercoledì 12 maggio, ha approvato la richiesta di riconoscimento della nuova denominazione d’origine controllata e garantita Canelli. La nuova denominazione deriva dalla sottozona Canelli della docg Asti. Il vino Canelli docg si otterrà da vigne coltivate col solo vitigno Moscato bianco nei Comuni di Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco,

Castagnole Lanze, Coazzolo, Costigliole d’Asti, San Marzano Oliveto, Moasca e Loazzolo in provincia di Asti e nei Comuni di Camo, Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Mango, Neive, Neviglie e Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo. Sono inoltre stati modificati i disciplinari di produzione delle doc Freisa d’Asti e Barbera d’Alba e delle docg Gavi e Asti. Freisa d’Asti: tra le modifiche principali è stata modificata la

base ampelografica prevedendo il vitigno Freisa per almeno il 90%; nel restante 10% saranno consentiti tutti i vitigni a bacca nera, esclusi gli aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Piemonte. Barbera d’Alba: la modifica riguarda il riconoscimento della sottozona Castellinaldo. Gavi o Cortese di Gavi docg: è stato approvato l’ampliamento della zona di elaborazione per le tipologie spumante e frizzante in pro-

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Cuneo contente le linee guida per la riapertura della attività di ristorazione (agriturismi, visite in cantina, degustazioni ect..) , attività ricettive( camere, agricampeggi ect..) e vendita diretta, in piena sicurezza secondo le normative anti-covid-19. Per info: Ufficio Sicurezza, Qualità e Certificazioni Alimentari di Confagricoltura Cuneo: ramero@ confagricuneo.it – 0171/692143 – 3665989772. vincia di Alessandria, Asti e Cuneo ed è stata specificata la durata della permanenza sulle fecce della partita destinata a Gavi spumante in minimo di 6 mesi per il metodo charmat e

minimo di 9 mesi per il metodo classico. Asti docg: verrà inserito il marchio della denominazione nella fascetta sostitutiva dei contrassegni di Stato.

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INSERTO TECNICO

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NOVITÀ

Sostegni Bis: misure per lavoro e aziende

I

l decreto Sostegni bis, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 26 maggio 2021, introduce importanti novità in materia di lavoro e politiche sociali.

Esonero contributivo per CD e IAP Il decreto Sostegni Bis (D.L. 73/2021 del 25 maggio 2021) ha riconosciuto agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, ai mezzadri e ai coloni, l’esonero della contribuzione dovuta per il mese di febbraio 2021. Riassumendo, è previsto l’esonero contributivo per i mesi di novembre e dicembre 2020, con conseguente sospensione del versamento della IV rata 2020 con scadenza originaria del 16 gennaio 2021. Inoltre per il 2021 è previsto l’esonero contributivo dei mesi di gennaio e febbraio 2021.

In merito a tutto quanto sopra esposto si resta ancora in attesa di avere circolari applicative da parte dell’Inps per la modalità di trasmissione delle domande di esonero e di conseguenza della nuova scadenza dei contributi IV rata 2020. che a tutt’oggi rimane ancora sospesa.

Indennità Operai Tempo Determinato Il decreto Sostegni Bis ha previsto un’indennità una tantum, pari ad 800 euro, per tutti gli operai agricoli a tempo determinato che nell’anno 2020 abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività da lavoro agricolo. Gli aventi diritto dovranno presentare domanda all’Inps entro il 30 giugno 2021.

Contributo a fondo perduto Il decreto in oggetto prevede, tra

l’altro, un nuovo pacchetto di contributi a fondo perduto per i soggetti titolari di partita Iva che svolgono attività d’impresa, arte o professione, anche titolari di reddito agrario, che abbiamo subito un calo del fatturato di almeno il 30 per cento tra il 2019 e il 2020; una seconda componente basata sul calo medio mensile del fatturato nel periodo compreso tra il primo aprile 2020 e il 31 marzo 2021.

Esonero contributi dipendenti per i datori Il DL Sostegni Bis introduce un nuovo esonero contributivo relativo ai contributi LAS (lavoratori agricoli subordinati) per il mese di febbraio 2021 per i datori di lavoro che operano nei settori: • Vitivinicolo • Brassicolo • Agrituristico Lo sgravio riguarda esclusivamente i contributi conto ditta destinati alla costituzione del fondo pensione lavoratori dipendenti, la quota conto dipendente e la quota INAIL

rimane da versare. Ai lavoratori verrà riconosciuta contribuzione figurativa. Questo è l’ultimo esonero in ordine cronologico riconosciuto ai datori di lavoro agricoli, mancano alla data odierna le disposizioni applicative per poter versare quanto dovuto. In tabella sotto il riassunto dei precedenti sgravi, non ancora definiti dall’Inps.

Esonero prima rata IMU I titolari di Partita Iva, che hanno avuto un calo di fatturato nel 2020 maggiore del 30% del fatturato 2019, hanno diritto all’esonero dal versamento della prima rata IMU per i soli immobili funzionali all’esercizio dell’attività. Non essendo ancora definite con precisione le categorie esonerate, per evitare sanzioni gli uffici Confagricoltura Cuneo provvederanno al calcolo della prima rata con la procedura ordinaria, e l’importo esonerato sarà recuperato con il versamento di dicembre.

TRIMESTRE DI RIFERIMENTO

SETTORE

DATA DI VERSAMENTO ORIGINARIA

PROCEDURA DI RICHIESTA ESONERO

DATA DI VERSAMENTO DELLA PARTE DI CONTRIBUTI NON ESONERATI

1/2020

Codici attività indicati nel Dl 34/2020

16/09/2020

Avviata la possibilità di presentare istanze, ma sospesa il 7/5/2021 sino a data da definire

Non definita, entro 30 giorni dalla tariffazione INPS

2/2020

Codici attività indicati nel Dl 34/2020

16/12/2020

Avviata la possibilità di presentare istanze, ma sospesa il 7/5/2021 sino a data da definire

Non definita, entro 30 giorni dalla tariffazione INPS

3/2020

NESSUN ESONERO PREVISTO

16/03/2021

Pagati

-

4/2020

Esonero per tutti i settori, ma solo per i contributi c/ ditta (escluso INAIL) per i mesi di novembre e dicembre

16/06/2021

Non ancora definita

Consigliamo di pagare alla scadenza originaria e chiedere successivamente il riconoscimento del credito

1/2021

Esonero per tutti i settori, ma solo per i contributi c/ ditta (escluso INAIL) per il mese di gennaio

16/09/2021

Non ancora definita

Non definita

L’Agricoltore cuneese N.04 • GIUGNO 2021

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ZOOTECNIA

S

ono molti i parametri che definiscono la qualità del latte: tra questi il grasso e le proteine. È quindi un obiettivo di ogni allevatore mantenere e migliorare questi indicatori. Come sanno ben fare tre aziende di Confagricoltura Cuneo nei primi posti della graduatoria di merito degli allevamenti per kg di proteine. La classifica, che fa riferimento al “Bollettino dei controlli della produttività del latte nel corso del 2020”, con verifiche eseguite dall’Ara (Associazione Regionale Allevatori) ed elenchi stilati poi dall’Anafi (Associazione Nazionale di Razza Frisona Italiana), vede citate l’azienda Franco Pierangelo di Saluzzo, Fissore Manuele di Sommariva del Bosco e La Ferdi-

nanda dei F.lli Lingua di Marene. La prima di queste, l’azienda Franco Pierangelo, appare al secondo posto con 446 kg di proteine prodotte in media da ogni vacca nell’anno di lattazione. “Sono tabelle che vengono stilate sulla base di attenti controlli funzionali a cui ci sottoponiamo tutto l’anno - dichiara Pierangelo Franco, titolare dell’azienda ai confini tra Saluzzo e Scarnafigi -. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio per produrre una materia prima di alta qualità, anche se le difficoltà non mancano. Il problema più grande è la reperibilità di terreni in cui seminare e fare fieno per avere la materia prima con cui alimentare i capi”. Gli animali selvatici sono da annoverare tra i problemi:

Latte di qualità dalle stalle cuneesi

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L’Agricoltore cuneese N.04 • GIUGNO 2021

Latte: allevatori Confagri Cuneo ai vertici per qualità

“FRANCO PIERANGELO” DI SALUZZO, “FISSORE MANUELE” DI SOMMARIVA BOSCO E “LA FERDINANDA” DI MARENE AI PRIMI POSTI DEL BOLLETTINO DEI CONTROLLI PRODUTTIVITÀ 2020 “È così: in particolare cinghiali e nutrie devastano i campi causando poi problemi di irrigazione perché creano buche e scavi che finiscono per isolare alcune zone di terreno, impedendo una corretta canalizzazione dell’acqua. Non solo: durante la pandemia abbiamo sempre lavorato facendo i conti, in particolare, con il cambio delle abitudini alimentari della gente, che anche per via del blocco del comparto Ho.Re.Ca. ha consumato meno latte”. Ma qual è il segreto per fare della qualità un must dell’azienda? Pierangelo non ha dubbi: “È un mix di fattori che ci premia: una stalla funzionale, un corretto modo di selezione degli animali, il tipo di accoppiamento, senza scordare la bravura dell’allevatore nel fare in modo che tutti i capi abbiano sempre un’ottima alimentazione”. Sulla stessa linea Manuele Fissore, titolare dell’omonima azienda di Sommariva del Bosco che

conduce col fratello: “La gestione aziendale, quando si parla di qualità, fa la differenza. Cura degli animali da quando sono piccoli a quando diventano adulti, corretta applicazione dei piani vaccinali, un’aerazione corretta delle stalle e, in generale, una corretta applicazione dei più elevati standard di benessere animale: siamo ai vertici perché produciamo molto latte con una percentuale di proteina mediamente alta per ogni litro di prodotto, ma la modalità di allevamento fa la differenza”. Nella graduatoria appare anche l’azienda La Ferdinanda dei F.lli Lingua, a Marene: “Il segreto, se così si può chiamare, sta nell’allevare con estrema cura gli animali in tutte le fasi – dice il Michele Lingua, che conduce l’azienda con il fratello Giovanni Battista -. Occorre porre soprattutto attenzione alla loro alimentazione: gli insilati che diamo loro vengono prodotti tutti internamente, così non

abbiamo dubbi su cosa mangiano. La qualità del latte, poi, viene da sé”. Il responsabile della zona di Saluzzo e Savigliano di Confagricoltura Cuneo, Marco Bruna, commenta così la graduatoria: “Si parla spesso di prezzo del latte e di produzione, ma è la qualità a fare la differenza e noi siamo fieri di avere ben tre nostre aziende presenti in questa classifica che accerta come il latte prodotto nelle nostre zone è un prodotto ottimo. Spesso non si sa cosa c’è dietro a tanta qualità: c’è il lavoro di aziende come le nostre che associano alla passione per la professione dell’allevatore, l’applicazione di rigidi parametri che alla fine fanno la differenza, permettendo poi al consumatore di poter acquistare un prodotto eccelso”. E gli indicatori di qualità del latte sono elementi determinanti per la premialità del prodotto, concorrendo così al mantenimento di un buon reddito aziendale.


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SILVICOLTURA

Il Cluster Legno Cuneo si svela e muove i primi passi IL PROGETTO, NATO PER PROMUOVERE L’INNOVAZIONE NELLA FILIERA, È STATO PRESENTATO AD ALBA. È SUPPORTATO DA CONFAGRICOLTURA

FILIERA LEGNO

3.074 numero di aziende della filiera legno attive in Piemonte

AZIENDE PIEMONTE

L

a filiera del legno in Piemonte vale 1,4 miliardi di euro e conta 3.074 aziende (675 nella Granda) per un totale di 11mila addetti (3.000 in provincia di Cuneo), generando un export pari a 256milioni di euro. È per innovare, a livello organizzativo, questo importante settore produttivo che è nato il Cluster Legno Cuneo, presentato ad Alba lo scorso 27 maggio. Il progetto è reso possibile grazie al contributo del Programma di Sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Piemonte su iniziativa di cinque aziende partner: Allasia Plant, per la filiera della produzione, Legnami Priola per la prima trasformazione, FAS srl, per la seconda trasformazione, la rete di imprese I Professionisti dell’Arredo, per la commercializzazione, insieme al capofila CSI (Centro Servizi per l’Industria). Il progetto è supportato da Confagricoltura Cuneo, CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Cuneo, Confindustria Cuneo, Confcommercio Imprese per l’Italia Cuneo e può contare sul sostegno di FederlegnoArredo, Scuole Tecniche San Paolo e Scuola Forestale di Ormea.

Sei gli obiettivi strategici 1 - Promuovere la filiera del legno attraverso l’innovazione e la cooperazione; 2 - Supportare direttamente le aziende per valorizzare l’eccellenza del prodotto e dell’intero sistema; 3 - Favorire la collaborazione tra le aziende; 4 - Creare sinergia territoriale tra le aziende e le istituzioni, gli istituti di ricerca, altre organizzazioni imprenditoriali, ovvero tutti quei soggetti che possono favorirne lo sviluppo; 5 - Istituire percorsi di formazione per favorire l’aggiornamento professionale, internazionalizzazione e strategie di impresa; 6 - Creare e promuovere progetti innovativi sulla circular economy, sul riciclo e riutilizzo dei prodotti e degli scarti di lavorazione. Durante questa prima fase, sarà necessario far conoscere il Cluster a tutte le aziende della filiera del legno, diverse dalle cinque attualmente aderenti al progetto, per coinvolgerle nelle attività già previste o ancora da attivare, e allargare sempre più la rete.

REGISTRO NAZIONALE

Per chi commercializza legno e derivati In Gazzetta Ufficiale n. 116 del 17 maggio 2021 è stato pubblicato il decreto interministeriale del Mipaaf, di concerto con il Mef, inerente alle modalità di iscrizione al Registro nazionale degli operatori EUTR (Reg. UE FLEGT ed EUTR), obbligatorio per coloro i quali commercializzano legno e prodotti derivati. Il registro, istituito presso il Mipaaf, permetterà di orientare meglio i controlli, in base all’analisi del rischio e consentirà di avere una maggiore trasparenza e conoscenza del settore. Lo scopo, inoltre, è di dimostrare la regolarità lungo la breve catena di custodia del legname di provenienza nazionale, nell’ottica di contrastare sempre più efficacemente il commercio del legno illegale. Nel decreto vengono esplicitate le categorie obbligate all’iscrizione, ossia “le persone fisiche o giuridiche che effettuano la prima immissione sul mercato interno, attraverso qualsiasi mezzo, qualunque sia la tecnica di vendita, di legno o prodotti da esso derivati destinati alla distribuzione o all’uso nell’ambito di un’attività commerciale”. Viene altresì specificato che “l’iscrizione ha validità dal momento dell’iscrizione sino al 15 gennaio dell’anno successivo”.

Sono quasi 700 le aziende della filiera legno in provincia di Cuneo, a partire da chi il legno lo taglia

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CONFAGRICOLTURA NEWS

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el contesto attuale in cui le realtà aziendali del settore agricolo hanno visto cambiare le esigenze formative relative alla crescita professionale del personale, Confagricoltura Cuneo propone una soluzione innovativa: l’erogazione in modalità E-LEARNING dei percorsi formativi in materia di salute, sicurezza nei luoghi di lavoro e aspetti igienico-sanitari (HACCP) per operatori della produzione primaria.

Formazione RSPP – Datori di lavoro – Rischio Medio (8 ore) Obiettivo: fornire le informazioni e gli strumenti necessari ad effettuare la valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori nella propria azienda. Il corso dovrà essere completato con ulteriori 24 ore di lezione

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Aggiornamento RSPP -Datori di lavoro (10 ore) Volto ad aggiornare i datori di lavoro rispetto all’introduzione e alle modifiche di norme riguardanti la materia sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Da svolgersi ogni 5 anni.

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Nel corso degli ultimi anni l’interesse per fonti di energia sempre più sostenibili e rispettose dell’ambiente ha interessato anche il gasolio agricolo, attraverso l’uso di composti di origine vegetale (il più usato è il metil-estere di acidi grassi o FAME) invece che petrolifera. Il biocombustibile può essere mescolato al gasolio tradizionale, riducendone le emissioni inquinanti ed è biodegradabile. Tuttavia i biocarburanti, per le loro caratteristiche, facilitano la proliferazione di batteri e microorganismi all’interno dei serbatoi, assorbendo le molecole di acqua e formando una miscela difficile da filtrare che può arrivare alla camera di combustione. La presenza di acqua può causare non solo ruggine, ma anche la formazione di alghe nel serbatoio, che bloccano il funzionamento del motore. Il gruppo Datacol, grazie a numerosi studi, è riuscito a trovare una soluzione in grado di eliminare questo pericolo: il Pulitore Diesel DATAFUEL. Per tutti gli associati a Confagricoltura Cuneo, Datacol a giugno offre a titolo gratuito consulenze per problemi sul gasolio dovute a presenza di acqua, morchie, ossidazione o alghe. Contattare: Piermario Castellano 334 68 30 632 - piermario.castellano@datacol.com

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attestato di formazione in scadenza la cui impresa rientra in qualsiasi macrocategoria di rischio. Da svolgersi ogni 5 anni.

Formazione Lavoratori – Parte generale (4 ore) Obiettivo: fornire ai lavoratori conoscenze generali sui concetti di danno, rischio, prevenzione e in merito alla legislazione e agli organi di vigilanza in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Da svolgersi per tutti i lavoratori neoassunti.

LUTTI

Il corso dovrà essere completato con ulteriori 8 ore di lezione da svolgersi obbligatoriamente in presenza.

Principi di autocontrollo per operatori produzione alimentare primaria (HACCP) Durata variabile in funzione del destinatario (responsabile o addetto) e del tipo di corso (formazione o aggiornamento). Per info sui costi e sulle modalità di iscrizione: per le sedi di Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Savigliano: Stefano Ramero (ramero@confagricuneo.it – 0171/692143 – 366/5989772); per le sedi di Alba e Bra: Giulia Porello (porello@confagricuneo.it – 0173/281929).

Addio a Enzo Vittorino, Pio Boffa e Giancarlo Bertola

Nelle scorse settimane un grave lutto ha colpito la Confagricoltura Cuneo. È mancato all’affetto dei suoi cari Enzo Vittorino, storico consigliere dell’Unione Provinciale Agricoltori e membro della sezione Vitivinicola in cui si ricorda, in particolare, il suo impegno al tavolo della Paritetica Moscato. Alla sua famiglia la Confagricoltura di Cuneo rinnova le più sentite condoglianze. Lo scorso 17 aprile, invece, è morto all’ospedale di Verduno, dov’era ricoverato per Covid-19, Pio Boffa, 66 anni titolare e rappresentante della quarta generazione della storica cantina “Pio Cesare” di Alba, produttrice di Barolo e Barbaresco e non solo, con oltre 70 ettari di vigneti nelle migliori posizioni delle Langhe. Il virus si è portato via, così, uno dei più autentici alfieri del vino cuneese, con un marchio che proprio quest’anno celebra i suoi 140 anni, con i vini esportati ormai in 50 Paesi del mondo. Confagricoltura partecipa al dolore per la sua scomparsa. Sempre il 17 aprile, in un incidente in bicicletta, è deceduto Giancarlo Bertola, responsabile del servizio veterinario dell’Asl Cn1, professionista serio e attento alle necessità degli allevatori cuneesi. Nel 2019 era stato ospite di un evento rivolto agli avicoltori in Confagricoltura a Cuneo. Anche in questo caso le sentite condoglianze da parte dell’organizzazione.



CONFAGRICOLTURA NEWS

Cascine Piemontesi, tra alta qualità e solidarietà PRODOTTI DEL CONSORZIO PROTAGONISTI IN MENU STELLATI DONATI AI NONNI CIVICI VOLONTARI DI ALBA

I

l consorzio Cascine Piemontesi, promosso da Confagricoltura Cuneo, ha partecipato all’evento “Aggiungi un post a tavola. La grande cena di città ad Alba” fornendo i prodotti agroalimentari di alta qualità che sono

stati trasformati nel menù firmato dalla Bocuse d’Or Italy Academy e destinato ai partecipanti ai progetti di volontariato civico per gli anziani operanti sul territorio albese, come gesto di riconoscenza per l’importante servizio svolto nel

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lungo periodo di pandemia. All’evento la Bocuse d’Or Italy Academy è stata rappresentata dal presidente Enrico Crippa, dal direttore Luciano Tona e ha visto la partecipazione dello chef Alessandro Bergamo, rappresentante dell’Italia alla

Al centro Enrico Crippa con i menu

finale di Lione del concorso Bocuse. “Non abbiamo esitato ad aderire all’iniziativa col desiderio di mettere le eccellenze del nostro territorio a disposizione della maestria della Bocuse d’Or Italy Academy, che li hanno cucinati all’interno

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di menù di indiscutibile prestigio offerti poi ai nonni civici, impegnati nel servizio di volontariato”, hanno spiegato da Cascine Piemontesi. Tutte le attività e le finalità del consorzio si possono scoprire sui profili Facebook e Instragram.

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G

raziano Giacosa, imprenditore agricolo di Savigliano, titolare di un’azienda frutticola a indirizzo biologico, è stato confermato presidente della Federazione dell’impresa agricola familiare di Confagricoltura Piemonte per il prossimo triennio. L’elezione è avvenuta nella riunione on-line dei presidenti provinciali dell’organizzazione che rappresenta oltre 9.000 imprese agricole familiari su un totale di 12.000 imprese aderenti a Confagricoltura

Federazione dell’impresa familiare, Giacosa fa il bis in Piemonte. Giacosa, 51 anni, consigliere di Confagricoltura Cuneo, è vice presidente del Consorzio di difesa dalle avversità atmosferiche della provincia di Cuneo. “Ringrazio i presidenti provinciali delle Unioni per avermi confermato la fiducia - ha dichiarato Graziano Giacosa -; le imprese fa-

miliari in agricoltura rappresentano l’80% delle aziende attive, ricoprendo un ruolo importante dal punto di vista economico e sociale, per via del ricco bagaglio di tradizione e competenze che tramandano di generazione in generazione. Mi impegnerò a portare avanti, a tutti i livelli, le istanze delle imprese agricole familiari

piemontesi”. Da Confagricoltura Cuneo le congratulazioni a Graziano Giacosa per l’importante incarico, a cui si aggiungono le condoglianze per la scomparsa del papà Giuseppe, presidente di Asprofrut per due mandati, vice presidente del Condifesa Cuneo e per molti anni consigliere di Confagricoltura Cuneo,

GRAZIANO

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che gli aveva conferito l’Aratro d’Oro 2000. Nel 2020 era stato nominato Cavaliere della Repubblica.

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LE NOSTRE AZIENDE

L’imprenditoria non conosce confini A SINIO LA STORIA DI ANDREEV ILIJA ARRIVATO DAI BALCANI NEL 2001 E ORA TITOLARE DE LA REGALE di Paolo Ragazzo

“L

’Italia mi ha accolto benissimo, non ho mai avuto problemi qui in Langa. Io provengo da un paese povero e da quando sono arrivato ho pensato solo a darmi da fare e a lavorare. Ora, a distanza di venti anni, quando dal terrazzo di casa mi fermo a guardare la mia azienda quasi non mi pare ancora possibile di esser riuscito a realizzare tutto questo”. Con queste parole, piene di orgoglio ma anche di un pizzico di incredulità, Andreev Ilija, imprenditore corilicolo di

origini macedoni, ci saluta dopo averci fatto scoprire “La Regale”, la sua azienda di famiglia a Sinio, dedita alla coltivazione delle nocciole Piemonte IGP e alla loro trasformazione.

Integrarsi lavorando sodo giorno e notte La sua è anzitutto una bella storia di integrazione e imprenditorialità. Ma facciamo qualche passo indietro. Nel 2001, a 29 anni, Andreev arriva in provincia di Cuneo, lasciando in Macedonia la sua precedente attività di imprenditore nel settore caseario. Per i primi tre anni raccoglie nocciole, fino

Il negozio aziendale dove Andreev Ilija dà il benvenuto a turisti e visitatori

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Andreev Ilija tra Alessandro Bottallo e Fabio Fogliati di Confagricoltura Cuneo

a quando il suo datore di lavoro di allora gli concede in affitto un piccolo terreno a Cravanzana, da cui tutto comincia. Nel frattempo alterna un impiego da autista e tanti lavoretti nei noccioleti e nelle vigne della zona. Tutte esperienze utili a maturare competenze e che lo fanno apprezzare come persona onesta e gran lavoratore. “Lavoravo al mio noccioleto la notte, con il trattore che altri mi prestavano quando non lo usavano - confessa Andreev Ilija -, fino a quando non sono riuscito ad averne uno tutto mio, preso in prestito e ripagato in soli sei mesi”. Da allora è stato un crescendo. “Dopo qualche anno con un socio abbiamo fondato la cooperativa per servizi e lavoro Andòma a Diano d’Alba - continua -. Siamo arrivati ad avere qualche anno fa anche un centinaio di dipendenti da impiegare nelle diverse fasi della campagna”.

Una visione profetica e fortunata Oltre all’ostinazione e all’intraprendenza, ciò che stupisce di Andreev è la sua capacità di visione. Quella che lo ha portato sette anni fa a convertire un capannone dismesso, un tempo adibito a torronificio, in azienda per la lavorazione delle sue nocciole, coltivate ormai in oltre 30 ettari nei comuni di Albaretto della Torre, Feisoglio, Lequio Berria, Rodello, Serravalle Langhe e Sinio. “Una sera, passando come tutti i giorni davanti a questa struttura, mi sono sentito come folgorato e ho pensato: sarebbe l’ideale per avviare la trasformazione delle nocciole spiega -. E così è stato. Pur senza grossi capitali l’ho affittato e oggi dopo sette anni posso dire che è stata un’intuizione fortunata. Mai avrei pensato di farcela da solo e penso che Qualcuno dall’alto mi abbia assistito fino a questa


Nocciole pronte per la lavorazione

impresa”. E, in effetti, di strada da quel lontano 2001 Andreev Ilija ne ha fatta parecchio, grazie anche alla fiducia riposta in lui da tanta gente di Langa. Oggi “La Regale” trasforma in media una cinquantina di tonnellate di nocciole all’anno. La prima produzione è fatta di nocciole sgusciate e tostate, granella, farina e pasta, elementi ideali da impiegare in pasticceria. Ma la lavorazione si diversifica anche

con le praline ricoperte di cioccolato, le nocciole tostate dolci e salate, la crema spalmabile e l’olio, estratto a freddo e molto apprezzato in gastronomia. Tutti prodotti dal sapore delicato, per esaltare quello della materia prima. Le diverse fasi, inoltre, avvengono utilizzando solo prodotto sgusciato fresco e lavorato attraverso macchinari e tecnologie all’avanguardia, tra cui lettori ottici per il controllo della qualità delle nocciole, che non si sostituiscono all’occhio umano degli operatori. “In un mio sacchetto di nocciole, guai a trovare qualcosa che non va, altrimenti non sarebbe un prodotto La Regale”, dice deciso l’imprenditore.

Cura delle nocciole secondo natura Ma il segreto sta nella qualità delle nocciole. “Da mio padre e da mio nonno ho imparato che la terra, se rispettata, ripaga delle fatiche. Il piacere di mangiare sano, l’amore per la tradizione, la passione per il nostro lavoro

Alcuni dei prodotti che nascono dalle nocciole dell’azienda di Sinio

La “fontana di nocciole” e il grande vaso nel piazzale de La Regale

e il rispetto per la natura, sono i principi che animano la nostra azienda - prosegue ancora Ilija -. Per garantire il miglior prodotto e conservare intatti i sapori della nostra terra”. Sapori che “La Regale” fa conoscere in tutto il mondo: dall’Italia, all’Europa, fino all’Asia. “Tutto frutto di un inaspettato quanto gradito passaparola. Accolgo comitive di turisti in azienda e a chi da lontano mi contatta chie-

dendomi di spedirgli un campione da assaggiare rispondo di no; voglio che venga qui a vedere come coltivo i miei noccioleti e a toccare con mano come lavoro il prodotto”. Nel futuro de “La Regale” cosa vede il suo fondatore? “Mi piacerebbe aprire una SPA per trattamenti di bellezza a base di prodotti di nocciole”. E se lo dice, c’è da giurarci che il progetto c’è già. Pronto in qualche cassetto.

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ARPROMA a sostegno dell’innovazione in agricoltura

“P

LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA CONTA IN PIEMONTE CIRCA 250 IMPRESE CON UN FATTURATO DI CENTINAIA DI MILIONI DI EURO E OLTRE 5.500 ADDETTI

rogrammazione, innovazione e sicurezza. Queste le parole chiave sulle quali il comparto della meccanizzazione agricola – e lo stesso settore agricolo

– dovranno concentrarsi nei prossimi anni per affrontare le sfide del futuro”. Così Luca Crosetto, presidente di ARPROMA – Associazione Revisori Produttori

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Macchine Agricole, commenta le implicazioni e le ricadute sul comparto del recentemente varato PNRR - Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Il PNRR – illustra

Crosetto – è lo strumento che dovrà dare attuazione, in Italia, al programma Next Generation EU, con lo scopo di rilanciare la nostra economia, duramente provata dalle conseguen-

ze del Covid-19. Tra gli asset strategici del Piano, quelli di digitalizzazione, innovazione e transizione ecologica si sposano perfettamente con necessità e aspettative degli imprenditori del settore

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SPECIALE ARPROMA

IL PIEMONTE È AI VERTICI. ITALIA AL SECONDO POSTO DOPO GLI USA delle macchine agricole”. “Occorre ricordare – prosegue Crosetto – che in Piemonte il settore della meccanizzazione agricola conta circa 250 imprese, che danno lavoro a oltre 5.500 addetti. Un fatturato di diverse centinaia di milioni di euro, di cui oltre il 50% realizzato sui mercati esteri. Numeri importanti, che collocano il settore della meccanizzazione agricola piemontese ai vertici nazionali, contribuendo a portare il nostro Paese al secondo posto mondiale, dopo gli Stati Uniti”. “Con queste premesse – spiega Crosetto – come ARPROMA, che a livello nazionale è “braccio operativo” di Confartigianato Imprese per il settore, assieme alle altre associazioni imprendito-

riali e agricole, abbiamo contribuito con numerosi spunti e indicazioni alla redazione del PNRR. Per quanto riguarda il “rinnovo del parco macchine obsoleto” sono stati programmati 500 Milioni €, di cui una parte sarà proprio destinata ad innovazione e meccanizzazione agricola”. L’obsolescenza del parco macchine agricole italiano e da anni uno dei “freni” del settore. Si stima che anche se si cominciasse a far uscire dal ciclo produttivo i trattori e macchinari con più di 25 anni, si impiegherebbero comunque almeno 65 anni per rinnovarlo completamente (stando ai numeri di immatricolazioni registrati nell’ultimo decennio). “Altro tema centrale – prosegue Crosetto – riguarda la revisione dei macchinari. “Nodo” sul quale, purtroppo, la situazione è praticamente ferma. Da quasi sei anni stiamo aspettando un decreto attuativo, che dovrebbe definire come e quando si dovrà effettuare la revisione, chi la

NATA NEL 1992

Tra i 53 soci di ARPROMA ci sono perlopiù piccole e medie aziende

L’Italia ha un ruolo di rilevo nella produzione e nel mercato delle macchine per l’agricoltura a livello internazionale. Il settore è rappresentato da un grande varietà di aziende che vanno dai grandi gruppi industriali globali alle piccole aziende famigliari. Nell’ambito di questo contesto, nel 1992 è nata ARPROMA - Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole, un’associazione di costruttori di macchine agricole federata con Confartigianato Imprese Cuneo, il cui obbiettivo è di “difendere, tutelare e valorizzare la produ-

dovrà fare e con quali attrezzature. Speriamo che il Governo compia gli atti giusti e necessari per non far rimandare oltre questa attività che ci pone come fanalino di coda in Europa”». «Come imprenditori – aggiunge ancora Crosetto – vogliamo mettere in primo piano la sicurezza sul lavoro per noi, per i nostri dipendenti e per gli utilizzatori delle nostre macchine. Siamo convinti che le opportunità offerte oggi dall’innovazione e dalle nuove tecnologie ci permetteranno sempre più di realizzare macchinari

zione delle macchine e delle attrezzature agricole realizzate dalle aziende italiane”. La maggioranza degli attuali 53 Associati sono aziende di piccola e media dimensione. Obbiettivi principali dell’Associazione sono trovare soluzioni comuni ai problemi delle singole aziende, la promozione dei prodotti, delle aziende, dell’introduzione delle innovazioni, il perseguimento della sicurezza e il raggiungimento di gestioni eco-sostenibili. Per informazioni consultare il sito: www. arproma.it

all’avanguardia, sia per quanto riguarda la produttività, sia per quanto concerne la tutela di addetti ed operatori. Chiediamo però a Governo e Istituzioni di sviluppare politiche economiche adeguate che guardino al sostegno e al rilancio del settore, favorendo gli investimenti e incentivando i consumi. Soprattutto, chiediamo che vangano sempre più coinvolte anche le rappresentanze delle PMI del settore della meccanizzazione, oltre che a quelle del comparto agricolo”. “A cominciare – conclu-

de Crosetto – dal livello regionale. Come abbiamo recentemente ribadito durate un incontro con il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’Assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il Consigliere regionale Paolo Demarchi, chiediamo di far sedere al tavolo di progettazione del prossimo Programma di Sviluppo Rurale 2021-2027 non solo le organizzazioni agricole, ma tutte quelle di categoria che, sotto vari aspetti, hanno un rapporto di lavoro con il mondo rurale”.

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