L'Agricoltore Cuneese - febbraio 2020

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVIII - N. 01•2020 - FEBBRAIO 2020- CONTIENE I.P.

01/2020

Suini, segnali di fiducia per il 2020 FAUNA SELVATICA Il punto di vista dei nostri parlamentari

ASSICURAZIONI Aziende ancora in attesa dei vecchi rimborsi

FRUTTA Sgravi contributivi e PSR per uscire dalle difficoltà

AVICOLTURA La filiera in convegno a Cherasco il 7 marzo



I NUMERI DI QUESTO NUMERO

Fatti globali, ricadute locali. Serve dialogo tra imprese e istituzioni per “uscirne bene” Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

La definitiva uscita del Regno Unito dall’Unione europea, l’ipotizzato inasprimento dei dazi applicati dagli USA ai prodotti agroalimentari del Vecchio Continente …fino alla psicosi generata dal temibile Coronavirus partito dalla Cina. Sono solo tre tra i temi più ricorrenti di cui abbiamo sentito parlare o discusso in questo inizio di 2020. Questioni ed eventi che, seppur generati al di fuori dei nostri confini nazionali, rischiano di avere ricadute sulle nostre economie. Accadimenti che rendono bene l’idea dei “pro e contro” della globalizzazione e di quanto sia comunque difficile la gestione di dinamiche internazionali. Sovente le nostre aziende lamentano, a ragione, prezzi di vendita troppo bassi e inadeguati a ripagare costi e sforzi necessari per realizzare i prodotti che portano sui mercati. Considerata la realtà dei fatti, tuttavia, serve una presa di coscienza collettiva sulla complessità di mettere in atto iniziative capaci di incidere davvero sui meccanismi economici globali. Non ci dobbiamo però scoraggiare, ma anzi vanno ricercate strade nuove per dare risposte adeguate a coloro che in ogni angolo del mondo desiderano e apprezzano la qualità dei nostri prodotti. Per promuovere le eccellenze locali su scala globale occorre un dialogo strutturato tra imprese e istituzioni, così da stabilire le priorità e concentrare le risorse su progetti strategici. L’agroalimentare è uno dei primi settori dell’economia italiana, ma manca ancora la necessaria consapevolezza delle potenzialità in cui questo può tradursi a livello mondiale.

QUOTAZIONE

USA

1,47€/Kg 30% la media del prezzo del suino pesante nel 2019

% dei vini delle Langhe che vengono esportati in Usa

MEDIA 2019

VINI CUNEESI

LUPI

195

ADDETTI

410

lupi in Piemonte secondo lo studio LIFE WolfAlps

i dipendenti interessati dalle trattative per il contratto

IN AUMENTO

ORA AGRICOLA

Tutte le novità previste dalla Manovra 2020 PAG. 17 CONTATTI

UFFICIO PROVINCIALE DI CUNEO tel. 0171/692143 – 0171/344494 • Fax 0171/698629 provinciale@confagricuneo.it 8.30/12.30 – 14.30/17.30 dal lunedì al mercoledì 8.30/12.30 dal giovedì al sabato

Sabato 7 marzo a Cherasco, dalle 9,30, avrà luogo il convegno sulla situazione del settore avicolo e sulle sue prospettive future promosso e organizzato da Confagricoltura Cuneo e CAFI (servizio a pag.14). L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2020

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I danni provocati dalla fauna selvatica in agricoltura, in particolare dai cinghiali, hanno ormai raggiunto livelli non più sostenibili

Fauna selvatica, così la politica pensa di risolvere il problema I PARLAMENTARI CUNEESI SONO IN LINEA SULLA NECESSITÀ DI RIVEDERE LA LEGGE 157/92. IL LUPO DIVIDE: IDEE DIVERSE PER IL SUO CONTENIMENTO di Gilberto Manfrin

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re domande. Molto semplici e dirette per capire cosa ne pensano loro, i nostri parlamentari cuneesi, su quella che possiamo definire, senza troppi giri di parole, una vera piaga per i nostri agricoltori, e non solo: stiamo parlando del proliferare, sempre più incontrollato, della fauna selvatica. L’Agricoltore cuneese li ha contattati uno a uno (impegnato a Roma per la proposta di Legge da lui portata avanti in materia di prescrizione, l’on. Enrico Costa, deputato di Forza Italia, riconosce l’importanza e la serietà del tema e si è detto comunque disponibile a portare avanti le istanze tutte del territorio cuneese, mentre il ministro on. Fabia-

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na Dadone, deputata M5S, ha preferito declinare l’invito tramite il proprio portavoce, essendo il tema, pur importante, poco affine alle proprie competenze ministeriali) per capirne il punto di vista e sentire da loro eventuali proposte. Tutti concordi nell’ammettere, chi

in modo più diretto chi facendolo intuire, come l’attuale legge statale 157/92 non abbia più ragione d’esistere stante, appunto, l’attuale patrimonio faunistico, che negli anni ha visto un aumento enorme di selvatici. Confagricoltura ha rilevato come negli ultimi trent’an-

ni, a livello nazionale, i cinghiali siano aumentati di oltre il 400%, le popolazioni di capriolo abbiano superato il 350% e quelle di cervo siano salite addirittura di oltre l’800%. Ultimo ma non ultimo, il lupo. Secondo recenti dati, dal 2014 al 2018 i lupi in Piemonte sono cresciuti, passando da 133 (121 nelle aree dei branchi e 12 solitari) a 195 (169 nelle aree dei branchi e 26 vaganti). Numeri emersi dal progetto LIFE WolfAlps, resti noti solo pochi giorni fa anche in Consiglio Regionale. E poi i danni provocati che hanno ormai

Le tre domande che abbiamo posto ai nostri politici *Le risposte sono state riportate in ordine alfabetico per cognome

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LEI CHE BEN CONOSCE IL TERRITORIO DELLA GRANDA, CHE IDEA SI È FATTO DEL PROBLEMA RELATIVO ALLA FAUNA SELVATICA?

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SONO ALLO STUDIO ACCORGIMENTI CONCRETI PER PORRE UN FRENO AL PROLIFERARE DELLA FAUNA? SE SÌ, QUALI?

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IL LUPO NEL CUNEESE È UN PROBLEMA: COSA AVETE IN CANTIERE COME FORZA POLITICA PER IL CONTENIMENTO DELLA SPECIE?


IN PRIMO PIANO

raggiunto livelli non più sostenibili: la crisi economica obbliga ogni agricoltore ad avere la massima resa da ogni appezzamento coltivato, la compatibilità con la salute di coltivazioni e terreni è messa in ginocchio dall’eccessiva presenza di alcune specie e anche la sopravvivenza stessa delle imprese agricole inizia ad essere seriamente in discussione. “Consentire ai proprietari e ai conduttori di fondi di intervenire direttamente è soltanto una prima misura a cui devono seguire interventi di contrasto della fauna

selvatica ancora più incisivi – sottolinea il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio –. Servono infatti azioni immediate e risarcimenti certi agli agricoltori, sia per i danni diretti che per quelli indiretti, mentre da un lato vanno attuate adeguate politiche di contenimento, a partire dai piani di prelievo selettivi, e dall’altro occorre mettere mano alla normativa che regola l’attività venatoria in Italia, modificando la legge 157/92”. L’emergenza insomma è conclamata e appare chiaro come occorra quanto pri-

ma un cambio di mentalità e di normative. Per non stupirsi, come ha ben rimarcato in una recente intervista il direttore generale di Confagricoltura Francesco Postorino “come sempre più cinghiali siano ormai alle porte delle nostre città”. Resta solo che vi bussino anche. Nel ringraziare tutti i parlamentari della Granda che hanno dimostrato particolare attenzione alla problematica, Confagricoltura resta a disposizione della politica per ogni confronto su questo importante e sempre attuale tema.

Sono sempre di più, secondo le stime, i lupi presenti in Piemonte

“PER IL LUPO SEGUIRE L’ESEMPIO FRANCESE CON PRELIEVI SELETTIVI DEGLI ESEMPLARI PIÙ AGGRESSIVI” GIORGIO MARIA

BERGESIO Senatore Lega

FLAVIO

GASTALDI Deputato Lega

”Il problema, negli ultimi anni, è ormai fuori controllo, cioè in costante aumento e merita di essere affrontato con azioni concrete. Le attività agricole e rurali in genere hanno necessità di essere aiutate, sostenute e non certo ostacolate da uno squilibrio faunistico come quello che stiamo vivendo. Gli ungulati in genere (cinghiali, caprioli, etc) e le specie alloctone, come le nutrie e i corvidi, arrecano danni incalcolabili all’agricoltura cuneese”. ”Una risposta concreta passa attraverso una modifica della legge nazionale 157/92 che oggi non è più ade2 guata a rispondere efficacemente alle esigenze gestionali del patrimonio faunistico, profondamente cambiato. La presenza attuale della fauna selvatica non corrisponde più a quella dei tempi in cui la legge è stata promulgata. La Lega ha più volte depositato proposte di modifiche, a livello parlamentare, che consentirebbero il normale svolgimento del controllo faunistico tramite abbattimento, ma hanno sempre trovato l’opposizione sia del M5S sia del Pd. Proprio in queste ore abbiamo riproposto in Comagri alla Camera sulla pdl “semplificazioni” e riproporremo al Senato con un emendamento al Milleproroghe, i suddetti emendamenti. La legge del 1992 già dal titolo, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, recitava una impostazione non più attuale. Infatti, occorre passare dal principio di ‘protezione’ a quello della ‘gestione’ della fauna selvatica. La Lega è per consentire agli agricoltori di fare gli agricoltori e ai cacciatori di fare i cacciatori nel rispetto della sostenibilità ambientale e della tutela di chi lavora e presidia il territorio”. ”Condividiamo che la presenza in aumento del lupo sia un problema grandissimo. Anche in questo caso oc3 corre modificare la legge 157/92, attivare urgentemente i censimenti degli esemplari e, in funzione dei risultati, seguire l’esperienza della vicina Francia. Il modello d’Oltralpe, infatti, stabilendo un tetto massimo di presenze del lupo e consentendo una percentuale di prelievi selettivi dei più aggressivi, permette di regolare la presenza della specie in maniera più equilibrata. Così da evitare la presenza dei predatori dalle aree urbane, di coltivazione e di allevamento. Anche il nuovo piano faunistico regionale, per quanto possibile, avrà modo di prevedere adeguate misure in grado di garantire risposte positive al contenimento della fauna selvatica”.

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IN PRIMO PIANO

“URGE UN PIANO DI GESTIONE E CONTENIMENTO DEL LUPO SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE” MONICA

CIABURRO Deputata FDI

”Con l’abbandono delle zone collinari e montane, l’istituzione di numerose aree protette e una legge statale 157/92 entrata in vigore 28 anni fa in un contesto socio economico, ambientale e culturale molto diverso rispetto a quello attuale, si sono create condizioni favorevoli alla proliferazione di ungulati e di altre specie problematiche. Ai rischi stradali causati da cinghiali e ungulati vanno aggiunti anche i danni all’agricoltura in termini di raccolti distrutti. Stime ufficiali parlano di 100 milioni di euro di danni all’anno. Questo ci deve far riflettere perché ci dimostra come l’eccessiva presenza di fauna selvatica sia un danno per l’incolumità dei cittadini e per la redditività degli agricoltori”. ”La legge statale 157/92 non è più adeguata a rispondere con efficacia alle attuali esigenze gestionali del patri2 monio faunistico. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione. A questo proposito con la collega on. Caretta abbiamo presentato una proposta di legge in materia di controllo della fauna selvatica dove, con il coordinamento della polizia provinciale, viene data la possibilità ai proprietari o conduttori dei fondi di partecipare a piani di controllo, purché muniti di abilitazione all’esercizio venatorio, e viene inserita la figura del cacciatore, abilitato e volontario, per effettuare i piani. La proposta di legge è già arrivata in Commissione agricoltura e ritengo che a breve inizierà la discussione”. ”L’esponenziale ed incontrollato incremento delle popolazioni di lupo (Canis lupus), sta provocando gravi ri3 percussioni negative tra le popolazioni umane esistenti e agli allevatori, già provati dalle difficoltà causate dalla grave crisi economica che sta stritolando le loro attività e non possono permettersi il lusso di sostenere ulteriori costi aggiuntivi legati alle predazioni dei branchi dei lupi. È urgente l’approvazione di un Piano di gestione e di contenimento del lupo su tutto il territorio nazionale, così come avviene negli altri Paesi membri dell’Ue che consentono una gestione letale (Lethal Management), in linea con la normativa comunitaria (direttiva Habitat)”.

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“RISORSE E REGOLE CHIARE DI LIVELLO NAZIONALE E CONFRONTO SERIO CON I CACCIATORI” ”La crescita degli ungulati e del ritorno del lupo sono fenomeni ormai di carattere nazionale originati dall’abbandono delle superfici agricole nel secolo scorso e dal ritorno dei boschi (il Piemonte ha ormai 1 milione di ettari di bosco su 2,5 milioni di superficie totale). I cinghiali sono raddoppiati negli ultimi 10 anni superando il milione di unità, mentre si stimano diverse migliaia di lupi sulle Alpi e gli Appennini. I danni all’agricoltura hanno raggiunto i 300 milioni di euro all’anno. Non possiamo più agire in ordine sparso, servono risorse e regole chiare di livello nazionale”. ”Dobbiamo prendere ad esempio quei territori le cui sperimentazioni hanno dato i risultati migliori e incentivarle con 2 risorse ad hoc. Penso per esempio all’Alta Langa, dove si è puntato sull’utilizzo di recinzioni elettrificate e recinti, soluzioni cosiddette “ecologiche” che hanno contribuito a ridurre fortemente i danni all’agricoltura. Togliere alla fauna selvatica l’accesso a questi “pasti gratis” è il primo contenimento demografico, perché la costringe a procacciarsi il cibo con più difficoltà. Occorre comunque un confronto serio con i cacciatori; non possiamo dimenticare che la crescita di alcune specie tipo cervo e capriolo è stata favorita anni fa per scopi venatori. Recentemente è stato introdotto nella normativa nazionale il divieto di foraggiamento dei cinghiali ma è indispensabile una revisione della legge 157 che risale al 1992”. ”La questione va affrontata con poca ideologia e molta concretezza. Abbiamo chiesto al governo di riprendere in ma3 no il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, arenatosi in Conferenza Stato-Regioni ed ora riproposto dal Ministro dell’Ambiente. Sono dell’idea che serva favorire e incentivare l’acquisto e l’addestramento di cani da pastore, come i pastori maremmani, che hanno dimostrato di essere la soluzione più efficace per la protezione delle greggi. Gli abbattimenti, che pure sono previsti dal Piano, non saranno la soluzione del problema. In Francia, dove si praticano abbattimenti il problema è tutt’altro che risolto, infatti l’Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage partecipa ora al progetto “Life Wolfalps” coordinato dal nostro Parco Alpi Marittime proprio per trovare soluzioni migliori rispetto agli abbattimenti sporadici”.

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CHIARA

GRIBAUDO Deputata PD


“SERVONO PIANI DI ABBATTIMENTO PER NUMERI CONSISTENTI DI ANIMALI SELVATICI” MARCO

PEROSINO Senatore Forza Italia

”È un problema gravissimo. I cinghiali non hanno antagonisti naturali, ma hanno un habitat favoloso: più boschi, più gerbidi, meno presenza dell’uomo nella natura. Inoltre hanno trovato un’opinione pubblica di ambientalisti ed animalisti diffusi che li tollerano, li difendono. Propongono iniziative ridicole come la sterilizzazione ecc. Troppa gente non ha mai incontrato un cinghiale in campo libero e in modo ravvicinato. I danni all’agricoltura sono reali ed ingenti, ma l’aspetto più grave riguarda la sicurezza delle persone e del traffico. Non c’è via di mezzo: occorrono piani di abbattimento per numeri consistenti di animali, lungo tutto l’anno, e delle guardie venatorie, dei cacciatori e persino l’esercito laddove necessario. Gli attuali metodi (caccia selettiva, gabbie) sono insufficienti, complicati e soggetti alla burocrazia”. ”Gli strumenti in atto sono ridicoli. Ho presentato un Ddl ed un emendamento in legge di Bilancio (cassato dal 2 maxiemendamento del governo con fiducia) che prevede la possibilità di abbattimento a cura dei cacciatori e delle guardie venatorie. Precisazione chiara ed inattaccabile sulla quale le regioni possano prevedere piani consistenti. Ho anche previsto che il parere Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla necessità di procedere sia facoltativo e non vincolante”. ”Le proposte sul tema cinghiali e sul tema lupo sono trasversali nei partiti. Io mi batto per il contenimento at3 traverso tutti i metodi possibili: abbattimenti a migliaia per i cinghiali e a centinaia per i lupi. Il lupo è ancora più pericoloso perché attacca gli animali domestici, ma può farlo anche con l’uomo. Si è diffuso troppo ed in fretta, si è avvicinato ed è entrato nei paesi. Io credo che abbattere non sia un delitto contro natura, ma contro altre concezioni sugli animali. È diretto alla legittima difesa e alla tutela delle persone, tutte e sempre. Siamo davvero in emergenza ed occorre adottare provvedimenti di conseguenza”.

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“SOSTENERE SISTEMI DI DIFESA EFFICACI E IL RIMBORSO REALE DEI DANNI DIRETTI E INDIRETTI” “Il problema esiste ed è grave, sia per quanto concerne l’insicurezza e l’incidentalità stradale, soprattutto a causa dei cinghiali, sia per i danni all’agricoltura soprattutto in territori dove questa è già più complessa da praticare, e poi anche per il rischio di trasmissione delle malattie. È chiaro che va affrontato e risolto, anche con soluzioni radicali, e proprio per questo stiamo lavorando in Commissione Agricoltura in Senato che porterà il Governo ad acquisire un parere”. “Si stanno studiando soluzioni di controllo più puntuali ed anche il superamento delle difficoltà che le 2 sentenze sui selecontrollori stanno generando, ma io sono convinto che un aiuto importante per affrontare il problema potrebbe derivare da misure di maggiore semplificazione e autonomia di intervento, di tutte le forme di controllo, ma soprattutto dei conduttori sui loro fondi. Le audizioni che stiamo facendo in Senato hanno proprio lo scopo di mettere a fuoco soluzioni più utili a raggiungere il risultato”. “Rimango convinto che la precedente bozza di piano che prevedeva anche, pur come misura estrema, la 3 possibilità di abbattimenti selettivi, rappresentasse meglio la determinazione a risolvere il problema della convivenza con l’allevamento, perché pecore e vitelli non possono essere meno importanti del lupo; ma ora, con l’approvazione ad aprile del nuovo Piano che li esclude, bisognerà almeno sostenere sistemi di difesa efficaci e il rimborso reale dei danni diretti ed indiretti. Poi chiederemo al ministero dell’Ambiente di rendere conto dei risultati raggiunti, e nel caso di modificare la strategia”.

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MINO

TARICCO Senatore PD

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A TUTTO CAMPO

Assicurazioni, ancora bloccati i vecchi rimborsi DOPO IL VIA LIBERA AI FONDI RELATIVI AL 2019, SONO DA RISOLVERE LE SITUAZIONI RELATIVE AGLI ANNI PRECEDENTI di Fabio Rubero

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ullo scorso numero de “L’Agricoltore cuneese” abbiamo raccontato di come negli ultimi giorni del 2019 siano pervenuti alle aziende i pagamenti dei rimborsi assicurativi relativi all’anno che si stava per concludere. Una bella notizia, sicuramente, per il raggiungimento della qua-

IL CASO

le ha fornito un contributo fondamentale la Confagricoltura di Cuneo attraverso un’incessante azione di monitoraggio sfociata nella lettera inviata a tutti i parlamentari cuneesi rivelatasi propedeutica allo “sblocco” di una situazione che stava divenendo pericolosamente stantìa. Una conquista importante, dunque, che non deve tuttavia far dimenticare

Difficoltà notevoli per le aziende zootecniche

Fa forse meno rumore poiché in termini assoluti rappresenta un numero di aziende minore, ma è per certi versi ancor più difficile la situazione dei rimborsi assicurativi destinati alle aziende zootecniche che, dal 2015 ad oggi, non hanno ottenuto un solo euro (a fronte di un previsto rimborso del 50% dei premi pagati) sulle spese sostenute in questi anni in ambito assicurativo per tutelare il proprio parco animale. “Una situazione paradossale – commenta Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo – che sta generando l’effetto inverso a quello che era l’obiettivo che si voleva raggiungere istituendo questi

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che continua a restare sostanzialmente immutata la questione che vede ancora bloccato, per molte aziende, il pagamento dei rimborsi dal 2015 al 2018. Una situazione sulla quale occorre continuare a mantenere alta l’attenzione e che ha motivazioni ben precise che risiedono principalmente in un sistema al quale sono evidentemente stati necessari

rimborsi. Invece di incentivare il comparto assicurativo lo si rischia di depauperare fortemente visto che, in assenza di rimborsi, gli allevatori stanno pensando di non rinnovare le polizze e di provvedere per conto proprio”. “Vigileremo anche su questa situazione – aggiunge Enrico Allasia – affinchè vengano al più presto erogati i rimborsi degli anni precedenti e garantiti quelli degli anni a venire mettendo in campo tutte le iniziative necessarie a far sì che vengano tutelate le aziende del comparto ed il consorzio Cosman che in molti casi ha anticipato i premi assicurativi per gli associati”.

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Un frutteto colpito da grandinata nel Saluzzese

alcuni anni per entrare a regime. “Le ragioni per cui questi pagamenti non sono ancora avvenuti sono di diversa tipologia – commenta Gualtiero Dalmasso, responsabile provinciale CAA di Confagricoltura Cuneo –. In alcuni casi sono le aziende stesse ad avere chiesto l’istanza di riesame, in altri ci sono anomalie di diverso tipo come il cambiamento in questi anni di dati aziendali (ragione sociale, conto corrente, ecc.) oppure i controlli che gli enti preposti devono obbligatoriamente effettuare su un campione di aziende e che fino a quando non vengono realizzati non consentono all’azienda stessa di poter ottenere il rimborso. Nella maggior parte dei casi, dunque, le motivazioni del ritardo sono ascrivibili esclusivamente ad un sistema il cui

cammino è stato sino ad oggi troppo claudicante e che auspichiamo sia finalmente entrato a regime”. Un percorso faticoso principalmente dovuto a difficoltà strutturali del sistema stesso. “È stata applicata una direttiva europea senza che né le regioni né lo stato centrale fossero pronti al suo recepimento. Soprattutto, la difformità tra i dati locali e quelli nazionali ha generato sin da subito evidenti difficoltà la cui reiteratezza nel corso di questi anni ha portato alla difficile situazione attuale. La ‘normalizzazione’ avvenuta nel 2019, con i rimborsi quasi completamente pagati all’interno del medesimo anno, speriamo rappresenti un punto di svolta ed un definitivo cambio di tendenza” conclude il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia.


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allo scorso 1° gennaio sono entrate in vigore alcune importanti modifiche sul Regolamento regionale 10/R che disciplina sia l’utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici e delle acque reflue, sia le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola. Ciò in conseguenza di una procedura di infrazione dell’Unione Europea nei confronti della Regione Piemonte proprio sulle zone vulnerabili da nitrati che, secondo Bruxelles, nella nostra regione non sarebbero state sino ad allora sufficienti.

Aumento delle aree vulnerabili Va da sé, dunque, che una delle principali modifiche riguarda l’ampliamento di tali zone sul territorio regionale. Per quanto con-

NOVITÀ: LO SMALTIMENTO DEVE AVVENIRE ENTRO 30 KM DAL CENTRO AZIENDALE cerne la nostra provincia, si tratta di 220 ettari di S.A.U. a Caramagna Piemonte, 304 a Cherasco e 444 a Racconigi.

Dove spandere i liquami Un’altra importante novità riguarda lo smaltimento dei liquami che ora dovrà avvenire entro e non oltre 30 km dal centro aziendale. “Un problema di non poco conto – commenta Roberto Abellonio, direttore provinciale di Confagricoltura Cuneo -

Nitrati, modificato il regolamento regionale IN VIGORE DAL 1° GENNAIO ALCUNE NOVITÀ AL TESTO DEL 10/R. AUMENTATE LE AREE VULNERABILI IN TRE COMUNI CUNEESI di Fabio Rubero

per molte aziende che, in tale raggio d’azione, corrono il serio rischio di non riuscire a trovare terreni sufficienti alla quantità da smaltire e dunque di dover necessariamente ridurre il numero di capi allevati”. Una norma molto pesante che, tuttavia, contiene una deroga. L’azienda potrà spandere i propri liquami anche oltre 30 km dal proprio centro aziendale qualora dimostri, attraverso un’adeguata relazione redatta da un professioni-

sta, di essere in grado di effettuare lo smaltimento anche alle distanze in cui dichiara di voler andare.

Decide solo il conduttore Su chi detiene la proprietà e l’utilizzo dei terreni su cui spandere i liquami verte un’altra importante novità intervenuta lo scorso 1° gennaio. Fino all’ultimo giorno dello scorso anno, infatti, proprietario e conduttore potevano autorizzare l’utilizzo del terreno a tale attività, dal primo giorno di quest’anno, invece, questa facoltà resta in mano al solo conduttore.

Registro delle concimazioni

Operazioni di smaltimento in pieno campo

Cambia qualcosa, inoltre, anche a livello burocratico con il registro delle concimazioni le cui attività vanno ora registrate entro sette giorni e non più entro trenta e con l’obbligo della comunicazione di spandimento che andrà

ora ottemperato entro il 31 gennaio dell’anno successivo all’anno in oggetto e non più entro il 31 dicembre del medesimo anno.

Vicinanze ad aree di salvaguardia Infine, tra le questioni più rilevanti, segnaliamo ancora che le modifiche entrate in vigore quest’anno vanno anche a fare chiarezza sulle regole e sulle distanze da rispettare nella distribuzione dei liquami relativamente alla vicinanza ad aree di salvaguardia di acqua destinate al consumo umano. Un argomento precedentemente “normato” in maniera piuttosto fumosa e che, invece, con le modifiche intervenute ora fissa paletti chiari e precisi. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici della Confagricoltura

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SUINICOLTURA

Dopo un 2019 a due facce ora c’è fiducia tra i suinicoltori SUL MERCATO SI GUARDA LA FUTURO CON OTTIMISMO, MENTRE LASCIANO PERPLESSI LE NORME E I VINCOLI BUROCRATICI di Silvia Agnello

I NUMERI DEL COMPARTO

In provincia di Cuneo il 70% dei capi allevati in tutto il Piemonte La suinicoltura è un comparto essenziale dell’agroalimentare italiano: con un elevato grado di specializzazione a favore dei capi grassi e un’industria di trasformazione fortemente orientata alla produzione di salumi DOP e IGP, conta quasi 9 milioni di capi allevati e vale oltre 11 miliardi di euro, tra produzione di carne e industria di trasformazione. Il settore incide per il 6% sul fatturato dell’industria agroalimentare e impegna circa 25.000 allevamenti, 1.500 macelli e 3.500 imprese di trasformazione. L’8% delle aziende e il 14% dei capi sono concentrati in Piemonte. In questo contesto, la provincia di Cuneo ha numeri senz’altro significativi: per il 2019, l’anagrafe di Sistema.piemonte.it conta nel cuneese 785 aziende su un totale regionale di 1.866; i capi sono 862.795, pari a circa il 70% dei totali del Piemonte.

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n anno a due facce, partito male ma conclusosi bene. È così che si può definire l’andamento del 2019 per il comparto della carne suina. “La situazione iniziale, negativa, è stata di naturale continuità con l’andamento con cui si era chiuso il 2018 – racconta Roberto Barge, presidente della Sezione Suinicola di Confagricoltura Cuneo -, con la crisi del prosciutto che aveva trascinato il prezzo al ribasso, ed è perdurata per tutto il primo semestre del nuovo anno. È seguita una netta ripresa, determinata dall’acuirsi della virulenta epidemia di peste in Cina, il maggiore produttore e consumatore di carne suina a livello mondiale”. Claudio Canali, presidente della Federazione nazionale suini di Confagricoltura aggiunge: “La media dei prezzi del suino pesante, prodotto di punta della nostra suinicoltura, nei primi sei mesi è stata di poco superiore all’1,20 €/ kg, ma l’anno si è concluso con una media complessiva di 1,471 €/kg. È stata la situazione cinese a far sì che il prezzo della nostra carne aumentasse fino a livelli di rimuneratività buoni, arrivando anche oltre l’1,80 €/kg”. Un allevamento di suini in provincia di Cuneo

Perche la crisi cinese è un’opportunità per l’Italia Le prime avvisaglie di un problema di peste suina nel Paese del Dragone si erano manifestati già nel 2016, ma è nel biennio successivo che la situazione è andata aggravandosi. A causa delle condizioni igieniche precarie e delle misure di biosicurezza inadeguate, l’epidemia si è diffusa in modo capillare sull’intero territorio nazionale. È seguita, come contromisura per arginarne la propagazione, una campagna massiccia di abbattimento dei capi. Secondo le fonti ufficiali del Paese asiatico, nel 2019 si è arrivati alla distruzione del 30% circa del patrimonio suinicolo cinese. Fatte le debite proporzioni, essendo la Cina detentrice del 50% dei capi mondiali, sui mercati internazionali si è creato un vuoto di produzione pari al 15- 20%. Di conseguenza, molti Paesi europei, Germania e Spagna in primis, hanno convogliato il loro export verso oriente, approfittando anche delle guerre commerciali in atto fino a poche settimane fa tra USA e Cina che, di fatto, mettevano fuori gioco un importante concorrente. Il dirottamento verso il mercato cinese da parte di Paesi che tradizionalmente si rivolgevano alle aziende di trasformazione italiane ha prodotto sul nostro mercato nazionale un nuovo bilanciamento tra domanda e offerta, decisamente favorevole ai produttori italiani.


SUINO PESANTE

1,471€/Kg la media del prezzo del suino pesante nel 2019

MEDIA 2019 Prospettive e problematiche “Il ritorno ad una situazione di regime in Cina - dichiara ancora Canali – è previsto su un arco temporale non inferiore ai 4-5 anni. La carenza di prodotto sul mercato mondiale che ne deriva si traduce in una situazione favorevole per i nostri allevatori: anche se c’è da aspettarsi un assestamento, è ragionevole prevedere

che per i prossimi anni i prezzi rimarranno su valori discreti. Il timore, naturalmente, è che la malattia possa raggiungere i Paesi europei”. Il riferimento è al blocco delle esportazioni che ne seguirebbe e che tornerebbe a ribaltare gli equilibri, ma anche alle disastrose conseguenze di un possibile contagio. È di poche settimane fa la notizia del sequestro e distruzione in Veneto di carni suine importate dall’Olanda, ma provenienti dalla Cina. È seguito, immediato, l’appello di Confagricoltura a non abbassare la guardia e a intensificare i controlli. Se da una parte l’analisi del mercato porta a guardare al futuro con una certa tranquillità, lo stesso non si può dire, invece, riguardo ai vincoli e alle normative che regolano la produzione. Su questo punto Canali esprime molto

scetticismo sulle novità di recente introduzione: “Nel corso dell’anno sono stati modificati i disciplinari della produzione DOP del Parma e del San Daniele. A parere di Confagricoltura, questa revisione è stata fatta in modo frettoloso senza tenere assolutamente conto del parere della parte produttiva allevatoriale. Per Confagricoltura si sarebbe dovuto invece saper cogliere le opportunità di questa situazione, trasformandola in un’occasione per un’ulteriore qualificazione della filiera, ascoltando maggiormente le esigenze degli allevatori. Purtroppo non tutti gli attori hanno condiviso questa nostra visione, per cui, nel tentativo di cercare di rimediare in malo modo alle situazioni pregresse, si è persa un’importante possibilità per promuovere un salto di qualità della DOP”.

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SUINICOLTURA

La voce degli allevatori cuneesi

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bbiamo incontrato alcuni allevatori cuneesi con cui abbiamo parlato di vari argomenti. È opinione diffusa che l’anno appena concluso possa essere considerato “nella media”: ad un inizio disastroso è seguito, come naturale conseguenza della peste africana in Cina, un rialzo dei prezzi, che ha permesso di portare la chiusura dei bilanci a un livello prossimo a quello degli anni precedenti.

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VILLAFALLETTO

BEINETTE

Mauro Culasso

Daniele Gianfranco

Mauro Culasso della “Culasso Fratelli”, azienda di Monsola di Villafalletto che si occupa di allevamento sia da ingrasso sia da riproduzione, sottolinea come l’evoluzione normativa costante crei non pochi disagi: “Lavoriamo sotto il controllo continuo dei veterinari, come è giusto che sia, ma adeguarsi a mutamenti continui complica parecchio il lavoro. Di recente, per esempio, sono cambiate le regole e i sistemi di controllo per il Parma. Anche la digitalizzazione crescente è un fattore di novità che non tutti gestiscono facilmente. Io, per fortuna, ho i miei figli in azienda e posso delegare a loro queste procedure. Poi c’è la questione del taglio coda. Quello che si sta verificando è che, anche se nei box sono presenti due tipi di giochi, la catena e il legno da rosicchiare, si verificano comunque episodi di morsicatura tra animali con la coda lunga. Questo comporta l’insorgere di infezioni che arrivano a interessare la colonna vertebrale. L’animale a quel punto è perso e il danno rimane a carico dell’allevatore. Noi siamo i primi a voler incentivare una produzione che sempre più promuova la qualità, ne è dimostrazione il fatto che ci stiamo avviando verso una filiera antibiotic free, ma questa normativa non è utile né per gli allevatori né per gli animali”.

Daniele Gianfranco, titolare dell’omonima azienda agricola che a Beinette si occupa di suini da ingrasso, aggiunge: “Oltre al rialzo del prezzo della carne, la ripresa del settore è stata facilitata dal costo dei cereali che si è mantenuto stabile, registrando addirittura una lieve flessione nelle ultime settimane. Speriamo che nel 2020 i prezzi si mantengano su un certo livello, così da arrivare a pareggiare completamente le perdite del primo semestre 2019, e che non ci siano sugli allevatori contraccolpi da situazioni su cui non abbiamo alcun potere, come per esempio le questioni relative ai dazi. Il problema del taglio coda è da considerarsi assolutamente aperto: tenere le code lunghe vuol dire danneggiare gli animali e farli soffrire!”

L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2020

SALUZZO

Alberto Abrate Alberto Abrate, uno dei soci dell’azienda di suini da ingrasso destinati alla produzione di Parma e San Daniele “Società Agricola San FIlippo” a Cervignasco di Saluzzo, spiega con alcuni numeri significativi che evitare il taglio della coda porta a situazioni difficilmente definibili come “benessere animale”: “I risultati sono pessimi: su 480 suinetti acquistati ogni mese, normalmente arrivavo a venderne 465. Ora, in una partita in cui su di un totale di 480 capi 360 hanno la coda tagliata e 120 hanno invece la coda lunga, arrivo ad avere soltanto 445 maiali grassi. La mortalità è più che raddoppiata! Inoltre la situazione di questi animali con la coda lunga è di difficile gestione, comporta spese e lavoro aggiuntivo. Purtroppo, tra chi non ha esperienza di allevamento è diffusa una percezione fuorviante del concetto di benessere animale: per evitare il taglio coda si arriva a favorire le morsicature e quindi le infezioni, con conseguente aumento di utilizzo di antibiotici e molti più capi che non riescono a sopravvivere. Questo è paradossale! Un altro grave problema che lamentiamo è quello della rigidità dei periodi di divieto di spandimento, che non tengono conto dell’andamento climatico, fatta salva la concessione di alcune deroghe che vengono però comunicate con tempistiche inconciliabili con la programmazione del lavoro. In alcuni casi, come si è verificato a gennaio 2020, le condizioni sarebbero state ideali per lo spandimento”.


L’intervento del presidente Allasia a fianco dell’assessore regionale Luigi Icardi

Norme per il benessere dei suini, il confronto è aperto A SAVIGLIANO LA CONFAGRICOLTURA HA ANALIZZATO IL TEMA CON L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITÀ ICARDI, ESPERTI E ALLEVATORI

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lcuni provvedimenti, nati con lo spirito di tutelare il benessere degli animali, rischiano di ottenere l’effetto diametralmente opposto sulla salute degli animali e generare impatti sulla gestione degli allevamenti”. Con queste parole l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi è intervenuto all’incontro del 15 gennaio a Savigliano, organizzato da Confagricoltura per instaurare un confronto sulle norme in vigore per il benessere animale in suinicoltura e fornire alla Regione Piemonte elementi utili per migliorare la loro applicazione in allevamento. Icardi ha inoltre aggiunto: “Come assessorato alla Sanità del Piemonte abbiamo immediatamente attivato un monitoraggio tra gli allevatori per formulare, attraverso il Tavolo di consultazione regionale ‘Il cibo è salute’, delle prospettive che consentano di risolvere le criticità, nel rispetto del benessere animale e della sostenibilità delle aziende. Agiremo sul fronte regionale in Piemonte e su quello nazionale, attraverso la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni”. All’incontro hanno partecipato anche il consigliere regionale

Paolo Demarchi, il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’ASL CN1 Mauro Negro, il veterinario consulente dell’assessorato alla Sanità Bartolomeo Griglio e un centinaio di allevatori e operatori del settore.

La questione Classyfarm Uno dei temi cardine affrontati è stato quanto previsto dalla normativa europea, recepita con apposito decreto dalla legislazione italiana, sulle norme minime per la protezione dei suini, tra cui le misure volte a prevenire il ricorso al taglio della coda, che è parte integrante del Piano di azione nazionale messo a punto del Ministero della Salute nel 2018. Per affrontare questo processo è stato predisposto Classyfarm, un sistema integrato che intende migliorare la collaborazione e il dialogo tra gli allevatori e l’autorità competente per elevare il livello di sicurezza e la qualità dei prodotti della filiera agroalimentare. Classyfarm è stato oggetto di approfondimento nel corso dell’incontro, al quale hanno dato un contributo importante anche numerosi interventi degli allevatori e dei veterinari presenti in

sala, che hanno riportato le loro esperienze e le difficoltà che stanno riscontrando. Tra le misure operative della Regione per rendere le norme del benessere più sostenibili e attuabili in allevamento c’è la creazione di un sistema regionale di raccolta dati standardizzato, che servirà a valutare i risultati delle prove effettuate dagli allevatori, mentre saranno date indicazioni alle ASL per il monitoraggio delle diverse situazioni. Quanto rilevato sarà così utile per richiedere presso il Ministero l’eventuale rimodulazione del Piano nazionale e la gestione dei controlli.

Collaborazione necessaria per superare le criticità “Ringraziamo fin d’ora gli allevatori cuneesi che daranno un contributo attivo alla rilevazione dei dati effettuata dalla Regione, fornendo così un prezioso aiuto al miglioramento dell’impianto normativo relativo al benessere animale e alla sua applicabilità, calandolo sulle situazioni ed esigenze reali delle aziende suinicole cuneesi e piemontesi”, ha commentato Roberto Abellonio, direttore provinciale di Confagricoltura Cuneo. “Oggi le parole chiave in agricoltura, in particolare in zootecnia, sono sempre più benessere animale e biosicurezza, per cui le aziende sono chiamate ad andare nella direzione della sostenibilità, a tutti i livelli – ha concluso il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia –. Purtroppo, tuttavia, si trovano spesso ad adeguarsi a norme europee che poco si armonizzano con le esigenze produttive di chi fa impresa e che sovente non sono applicate allo stesso modo in tutti i Paesi europei. Riteniamo sia stato molto utile l’incontro con l’assessore Icardi e con i veterinari Negro e Griglio, che si sono dimostrati disponibili al confronto per risolvere alcune criticità. Li ringraziamo, perché solo attraverso un lavoro di squadra sarà possibile migliorare l’applicazione della normativa del benessere animale sul territorio”. L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2020

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AVICOLTURA

La filiera avicola in convegno a Cherasco SABATO 7 MARZO, DALLE 9,30, NELL’AUDITORIUM DEL COMUNE ESPERTI FARANNO IL PUNTO SUL SETTORE di Silvia Agnello

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i terrà sabato 7 marzo, dalle ore 9,30, presso l’Auditorium del Comune di Cherasco (via San Pietro 41) il convegno sulla situazione del settore avicolo e sulle sue prospettive future, promosso e organizzato da Confagricoltura Cuneo e CAFI insieme alle filiere piemontesi. Ad aprire i lavori sarà Oreste Massimino, presidente della Federazione Nazionale Avicola di Confagricoltura, che fornirà gli aggiornamenti sullo sviluppo a livello nazionale e locale dell’avicoltura, settore che è arrivato a contare in Italia una produzione annua di carne pari a 1.400.000 tonnellate. Interverranno inoltre: il veterinario

Alessandro Scolari, esperto in patologia aviare, con una relazione su antibioticoresistenza e utilizzo responsabile del farmaco; il direttore tecnico Est-Europa di Aviagen Lorenzo Rossi sulle innovazioni che gli attuali studi genetici introdurranno nei prossimi anni e la docente della Facoltà di Medicina e Veterinaria dell’Università di Torino Elena Grego. Oltre agli scopi di natura divulgativa e informativa, il convegno si pone anche un preciso obiettivo di sensibilizzazione delle istituzioni nei confronti della filiera: “L’incontro del 7 marzo – dichiara Oreste Massimino - sarà l’occasione per evidenziare l’importanza del settore, dimostrata dai numeri che ne descrivono la consistenza e la

rilevanza economica. Riteniamo che l’attenzione nei confronti dell’avicoltura sia stata negli anni piuttosto carente. Basta pensare a quanto poco spazio trovi il settore nelle misure di aiuto previste dal PSR. È assolutamente necessario che questo atteggiamento cambi, soprattutto in un momento in cui le aziende spendono somme ingenti per adeguarsi alle nuove tecnologie e alle norme imposte dal decreto sulla biosicurezza. Altre amministrazioni, quella della Regione Lombardia per esempio,

hanno stanziato fondi ad hoc lo scorso anno e sono tornati a proporre misure di sostegno anche per quest’anno. È nostra intenzione sottolineare come un giusto supporto al settore sia dovuto non solo in ragione della sua consistenza, ma anche della serietà e professionalità che lo contraddistinguono: quella avicola è una filiera virtuosa, responsabile e sostenibile”. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

Gli allevamenti avicoli cuneesi sono all’avanguardia

Caramagna P.te 0172 810283 geocap.it

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Orari degli uffici ZONA DI CUNEO

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Via Caccia: 4-6-8 - Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - cuneo@confagricoltura.it

Dronero Via IV Novembre: 20 - (c/o Geom. Garbarino) - Tel. 0171.918182 Caraglio Piazza Martiri della Libertà: 29 Villafalletto Via Vittorio Veneto: 8 Demonte Piazza R. Spada - (ex Scuola Media)

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Tarantasca Via Vittorio Veneto: 21 - (c/o sala Municipio)

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Piazza Prunotto: 5 - Tel. 0173.281929 - Fax 0173.280979 - alba@confagricuneo.it

Cherasco Via Garibaldi: 25 (c/o Pratiche Auto) - Tel. 0172.489764 Canale Piazza Trento e Trieste: 74 - Tel. 0173.970180 S. Stefano B. Via Roma: 38/F - Tel. 0141.840782 - Fax 0141.840174 Cortemilia Via Dante Alighieri: 51

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ZONA DI MONDOVÌ

MONDOVÌ

Viale Vittorio Veneto: 17/F - Tel. e Fax 0174.42071 - mondovi@confagricuneo.it

Morozzo Via Marconi: 66 Dogliani Via XXXI Luglio: 22 (ang. p.za Carlo Alberto) Ceva Via Consolata: 13 Carrù Viale Vittorio Veneto: 8

Via Torino: 40 - Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 - saluzzo@confagricuneo.it

Bagnolo P. C.so C. Battisti: 8 (c/o Ass. Generali) - Tel. 0175.392733 Moretta Via San Giovanni: 8 - (c/o Centro Anziani)

Via Togliatti: 16 - Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 - savigliano@confagricuneo.it

Racconigi P.zza C. Alberto: 5 (c/o SAI Ass.) - Tel. 0172.85253

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Via Marconi: 112 - Tel. 0172.637242 - mondovi@confagricuneo.it Corso Vittorio Emanuele 124

I NOSTRI

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www.confagricolturacuneo.it

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Sede provinciale: Via Bruno Caccia: 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - cuneo@confagricoltura.it ORARIO: 8:30/12:30 - 14:30/17:30 (lunedì: giovedì: venerdì e sabato pom. chiuso)

PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona


SINDACALE

Aperte le trattative alla Ora Agricola AL TAVOLO IMPRESA E SINDACATI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO AZIENDALE DI SECONDO LIVELLO L’AZIENDA DI CHERASCO, ASSISTITA DALLA CONFAGRICOLTURA DI CUNEO, HA COSTITUITO UNA FILIERA CON CIRCA 120 ALLEVAMENTI

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ono entrate nel vivo venerdì 31 gennaio le trattative per il contratto aziendale di secondo livello in ambito agricolo tra la Ora Agricola di Cherasco, assistita dalla Confagricoltura di Cuneo, e i sindacati Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil. L’azienda, leader nel Nord Ovest per il settore avicolo con oltre 80 milioni di euro di fatturato nel 2019, è da sempre attenta alle esigenze dei suoi 410 lavoratori e intende arrivare a definire, tra le altre cose, un premio annuo volto, da un lato, a valorizzare il benessere aziendale dei suoi dipendenti e, dall’altro, a incentivare sempre più il rispetto degli elevati standard qualitativi di prodotto richiesti dal mercato e dai consumatori finali. Al tavolo erano presenti il

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presidente della Ora Agricola, Umberto Simoni, l’amministratore delegato dell’azienda, Aldo Barale, i rappresentanti dei lavoratori della Ora, per la Confagricoltura di Cuneo, il direttore Roberto Abellonio e la responsabile sindacale Jessica Cerrato, e per le sigle sindacali Zeno Foderaro (Flai-Cgil), Franco Ferria e Antonio Bastardi (Fai-Cisl), Alberto Battaglino e Giuseppe Meineri (Uila-Uil). “Siamo assolutamente convinti che il successo della nostra azienda sia direttamente collegato al lavoro e alla professionalità dei nostri dipendenti – ha affermato

Aldo Barale, amministratore delegato della Ora Agricola –. Per questo siamo fiduciosi che si possa presto giungere ad un accordo che li valorizzi, incrementando di conseguenza ancora lo sviluppo della nostra azienda”. “La Ora Agricola è un’importante realtà aziendale capace di valorizzare e promuovere la produzione e la filiera avicola piemontese, garantendo allo stesso tempo sempre maggior occupazione con ricadute per tutto il territorio cuneese – ha dichiarato il direttore della Confagricoltura di Cuneo, Roberto Abellonio –. Un esempio di filiera virtuosa che parte dai campi e unisce allevamenti e lavorazione delle carni, mettendo concretamente al centro il valore dell’agricoltura cuneese e piemontese”. La Ora Agricola è specializzata nell’allevamento e produzione di carne avicola ed ha costituito una

ADDETTI

410 i dipendenti dell’azienda

ORA AGRICOLA filiera a cui appartengono circa 120 aziende agricole delle province di Cuneo, Torino e Asti, che garantiscono una produzione di circa 18 milioni di capi all’anno. Si tratta di aziende agricole a carattere prettamente familiare, di dimensioni medio-piccole, posizionate quasi tutte in ambienti collinari ideali per l’allevamento avicolo. La Ora Agricola è tra i fondatori del consorzio CAFI (Consorzio Allevatori di Filiera Piemontesi), di cui detiene il marchio, ed è iscritta al Consorzio Avicolo Piemontese.

Nella foto i rappresentanti dell’azienda, assistita da Confagricoltura Cuneo, e i sindacati

L’Agricoltore cuneese N.01 • FEBBRAIO 2020


NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

I PROVVEDIMENTI DELLA MANOVRA 2020 Riportiamo in queste pagine un quadro complessivo dei principali provvedimenti previsti dalla Legge di Bilancio 2020 e dal successivo Collegato alla Finanziaria 2020. Il testo prevede conferme e novità in materia di disposizioni che interessano anche il settore delle aziende agricole che indichiamo di seguito, consapevoli di non poter esaurire qui tutti i dettagli delle novità. Ora si apre la fase dei decreti attuativi che vedrà Confagricoltura impegnata nell’attività di lobby affinché i provvedimenti incidano effettivamente sul cambiamento per una più ordinata crescita pratica del nostro sistema economico.

Credito d’imposta per investimenti La Finanziaria 2020 ha rivisto e rivoluzionato le due agevolazioni per gli investimenti delle imprese che fino al 31.12.2020 - o fino al 30.06.2021 a condizione che entro il 31.12.2020 sia accettato il relativo ordine e pagato un acconto pari almeno al 20% del costo di acquisizione acquistano beni destinati a strutture ubicate in Italia. In sostituzione della proroga del super ed iper ammortamento in vigore nel 2019, la nuova Legge prevede il riconoscimento di un credito d’imposta, previa comunicazione al MISE per

le modalità ed i termini di invio della stessa. Il credito, riconosciuto fino a 2 milioni di euro di investimento, varia in base al tipo di investimento ed ammonta al 6% del costo per gli acquisti di beni materiali diversi da quelli dell’Industria 4.0 e dei servizi e software digitali, con fruizione del beneficio annuale pari all’1,2% su 5 anni. Investimenti agevolabili In particolare, gli investimenti agevolabili riguardano beni materiali e immateriali strumentali nuovi, ad esclusione di veicoli, beni per i quali il DM 31.12.88 prevede un coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%, fabbricati e

costruzioni, beni compresi nei gruppi relativi ad industrie manifatturiere alimentari, dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua, dei trasporti e delle telecomunicazioni o beni gratuitamente devolvibili delle imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell’energia, acqua, trasporti, infrastrutture, poste e telecomunicazioni, raccolta e depurazione delle acque di scarico e smaltimento rifiuti. Soggetti beneficiari L’agevolazione spetta alle imprese residenti in Italia, comprese le organizzazioni stabili di soggetti non residenti, indipendentemente dal settore di appartenenza, della dimensione, dalla forma

giuridica e dal regime di determinazione del reddito, purché rispettino le norme in materia di sicurezza sul lavoro ed adempiano correttamente agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dei lavoratori. Non spetta, invece, alle imprese in liquidazione o fallimento, in concordato preventivo senza continuità aziendale o in altra procedura concorsuale di cui al RD n.267/42, al D.Lgs. n. 14/2019 o altre leggi speciali, né alle imprese che hanno in corso un procedimento per la dichiarazione di una delle situazioni precedenti o che sono destinatarie di sanzioni interdittive ex art. 9, comma 2, D.Lgs. n. 231/2001.

Aliquote IVA e deducibilità IMU La Legge di Bilancio ha confermato per il 2020 l’aliquota IVA ordinaria al 22% (passerà al 25% dal 2021 e al 26,50% dal 2022) e quella ridotta al 10% (passerà al 12% dal 2021) e la deducibilità dell’IMU per il 2019, relativamente agli immobili strumentali, nella misura del 50% a favore di imprese e lavoratori autonomi.

Sconto in fattura, efficienza energetica e proroga detrazione riqualificazione energetica INSERTO TECNICO

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In sede di approvazione sono stati abrogati i commi dell’art. 10, DL n. 34/2019, per cui dallo 1° gennaio 2020 non è più possibile richiedere il c.d. “sconto in fattura” al posto della relativa detrazione prevista per l’adozione di misure antisismiche e per gli interventi finalizzati al conseguimento di risparmio energetico su parti comuni. Tale possibilità è ora circoscritta agli interventi di ristrutturazione importante di primo livello di importo pari o superiore a 200.000 €. È stata invece confermata la proroga al 31 dicembre

2020 del termine entro cui devono essere sostenute le spese relative agli interventi di riqualificazione energetica per poter usufruire della detrazione del 65% - 50%. Il riconoscimento della detrazione è prorogato anche per gli interventi di acquisto e posa di schermature solari, micro-cogeneratori, impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.

Bonus facciate È stato introdotta la detrazione c.d. “Bonus

facciate”, pari al 90% delle spese sostenute nel 2020 per interventi edilizi sulle strutture opache della facciata, su balconi, fregi, ornamenti, inclusi quelli di sola pittura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici ubicati in centri storici o in zone totalmente o parzialmente edificate. La detrazione va ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Rivalutazione terreni e partecipazioni e imposta

sostitutiva plusvalenze cessione immobili È confermata la rivalutazione del costo d’acquisto, non in regime d’impresa, di terreni edificabili e agricoli e di partecipazioni non quotate in mercati regolamentati di cui si è proprietari o usufruttuari, alla data dello 1° gennaio 2020 non in regime d’impresa da parte di persone fisiche, società semplici o associazioni professionali ed enti non commerciali. Entro il 30 giugno 2020 si dovrà provvedere alla redazione e

all’asseverazione della perizia di stima ed al versamento dell’imposta sostitutiva, fissata all’11% per le partecipazioni qualificate, non qualificate e per i terreni. In caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili acquistati o costruiti da non più di 5 anni e di terreni edificabili, è aumentata al 26% l’applicazione dell’imposta sostitutiva che è possibile richiedere ai fini della tassazione della plusvalenza in luogo della tassazione ordinaria.

Limiti di utilizzo denaro contante

RETI E ACCESSORI ANTIGRANDINE

BARBATELLE AGENTE CON DEPOSITO FERRO A. di Ferro Antonino & C. s.a.s. - Sede: 14052 CALOSSO (AT) - Via Tinella, 14 Tel 0141.853152 - Fax 0141.853153 - E-mail: info@ferronline.it www.ferronline.it Unità locale:12058 S. STEFANO BELBO (CN) - Via Don F. Testa, 20 - Tel/Fax 0141.840772

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INSERTO TECNICO


La riduzione della soglia per i trasferimenti di denaro contante ammonta a € 2.000 a decorrere dallo 01.07.2020 fino al 31.12.2021 ed a € 1.000 a decorrere dallo 01.01.2022. La stessa modifica è stata apportata anche alla soglia del comma dell’art. 49 relativo alla negoziazione di mezzi di pagamento in valuta svolta dai soggetti iscritti nella sezione “cambia valute”. È stata invece soppressa la disposizione che prevedeva una sanzione in capo ai soggetti che rifiutano il pagamento con carta di credito o debito.

Compensazione crediti tributari Sono state riviste anche le modalità di utilizzo in compensazione dei crediti IRPEF/IRES/IRAP emergenti dalle relative dichiarazioni, allineandole a quanto attualmente previsto ai fini IVA, ovvero utilizzabili non più dallo 01.01.2020 ma dopo la presentazione della relativa dichiarazione. Nello specifico, per i crediti maturati a partire dal 2019, la compensazione nel modello F24 del credito IVA annuale o trimestrale e del credito IRPEF/IRES/IRAP e imposte sostitutive per

importi superiori a € 5.000 può essere effettuata dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione annuale da cui emerge il credito ed esclusivamente tramite i servizi telematici forniti dall’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima condizione si applica anche all’utilizzo in compensazione dei crediti maturati dal sostituto d’imposta per il recupero delle eccedenze di versamento delle ritenute e dei rimborsi o bonus erogati ai dipendenti o da parte di soggetti privati non titolari di partita IVA.

Reverse Charge per somministrazione di manodopera Il Collegato conferma, con l’introduzione della nuova lettera a-quinque al comma 6 dell’art. 17, DPR n. 633/72 l’estensione del reverse charge per la somministrazione di manodopera presso le sedi di attività del committente con l’utilizzo di beni strumentali di sua proprietà, effettuata tramite contratti di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali.

La disposizione non è applicabile alle operazioni effettuate nei confronti dei soggetti rientranti nello spit payment e alle agenzie per il lavoro.

Ulteriori disposizioni da segnalare Proroga fino al 31 dicembre 2020 del termine entro il quale devono essere sostenute le spese relative agli interventi di recupero del patrimonio edilizio per poter usufruire della detrazione del 50% sull’importo massimo di 96.000 €.

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INSERTO TECNICO

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Estensione al 2020 dell’esenzione IRPEF dei redditi dominicali/agrari dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, mentre per il 2021 la tassazione ai fini IRPEF dei predetti redditi sarà fissata al 50%. Mancata riproposizione per il 2020 dell’applicazione della cedolare secca del 21% ai contratti relativi ad unità immobiliari classificate nella categoria catastale di negozi e botteghe di superficie fino a 600 mq, escluse le pertinen-

ze. Rideterminazione della tassazione per i buoni pasto delle mense aziendali, con la conferma della non tassazione per la somministrazione di vitto da parte del datore di lavoro o in mensa, così come per le indennità sostitutive, fino all’importo giornaliero di 5,29 €, delle somministrazioni di vitto per gli addetti ai cantieri, ad altre strutture lavorative temporanee e ad unità produttive ubicate in zone prive di servizi di ristorazione.

BANDO ISI-INAIL, LE SCADENZE PER LE AZIENDE AGRICOLE L’Inail ha pubblicato il calendario delle scadenze previste per la compilazione e l’invio delle domande del bando ISI-INAIL Agricoltura 2019. Il 16 aprile 2020 è prevista l’apertura della procedura informatica per la compilazione delle domande che si chiuderà il 29 maggio 2020. Entro il 5 giugno a cura dei beneficiari dovrà essere acquisito il codice identificativo per l’inoltro delle domande on-line; entro la stessa data l’INAIL comunicherà le date di inoltro on-line delle domande (click day). L’Avviso pubblico ISI 2019 finanzia anche le imprese agricole per la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La possibilità di inviare le domande sarà sempre vincolata alla possibilità di raggiungimento della soglia minima (120 punti) previsti in fase di compilazione della domanda. Per informazioni e per la predisposizione delle domande rivolgersi a Confagricoltura Cuneo.

INQUADRA IL QR CODE

Inquadrando il QR Code è possibile conoscere nel dettaglio gli interventi previsti per il settore agricolo e le modalità per le domande.

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INSERTO TECNICO

DALLA MANOVRA NOVITÀ FISCALI ANCHE PER I CITTADINI Numerose sono anche le novità introdotte dalla Manovra che interessano tutti i cittadini, indichiamo le principali.

La proroga al 31.12.2020 del “bonus verde” Si tratta della detrazione Irpef nella misura del 36% prevista per le spese sostenute per interventi di sistemazione di giardini, terrazze e parti comuni di edifici condominiali.

Il riconoscimento di un incentivo per l’acquisto di scooter e moto elettriche o ibride Il contributo riconosciuto è pari al 30% del prezzo di acquisto, fino ad un massimo di 3.000 euro, nel caso in cui il veicolo consegnato per la rottamazione sia della categoria euro 0, 1, 2 o 3.

La proroga del “bonus mobili In particolare, la detrazione Irpef del 50% sulla spesa massima di € 10.000 può essere fruita da parte dei soggetti che nel 2020 sostengono spese per l’acquisto di mobili e/o grandi elettrodomestici rientranti nella categoria A+ (A per i forni) finalizzati all’arredo dell’im-

mobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio iniziati a decorrere dall’1.1.2019.

Riduzione aliquota cedolare secca La conferma della riduzione dal 15% al 10% dell’aliquota della cedolare secca per i contratti a canone concordato, calcolata sul canone di locazione pattuito dalle parti.

Detrazione e rimborso per spesa sostenuta mediante sistema di pagamento tracciabile È confermato che la detrazione Irpef del 19% relativa agli oneri di cui all’art. 15 TUIR è riconosciuta a condizione che la spesa sia sostenuta mediante versamento bancario, postale e altri sistemi di pagamento tracciabili (ad esempio, carta di debito, di credito e prepagata). La disposizione non è applicabile alla detrazione spettante per l’acquisto di medicinali, dispositivi medici nonché per le prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche private accreditate al SSN. È confermato anche il riconoscimento di un rimborso in denaro, al fine di incentivare l’utilizzo di pagamenti elettronici, a favore delle persone

fisiche “private” maggiorenni residenti in Italia che effettuano “abitualmente” acquisti di beni/servizi con strumenti di pagamento elettronici. È demandata al MEF l’emanazione delle disposizioni attuative di tale previsione.

Rimodulazione delle detrazioni per oneri in base al reddito del contribuente Sulla base del reddito del contribuente, assunto al netto del reddito dell’abitazione principale e relative pertinenze, le detrazioni corrispondono all’intero importo qualora il reddito complessivo non sia superiore a € 120.000, qualora invece il reddito complessivo sia superiore a € 120.000 la detrazione è data per la parte corrispondente al rapporto tra € 240.000, diminuito del reddito complessivo e € 120.000. La detrazione spetta per l’intero importo per le seguenti spese: interessi passivi prestiti/mutui agrari (nel limite dei redditi dei terreni); interessi passivi mutui ipotecari per l’acquisto/ costruzione dell’abitazione principale; spese sanitarie.


VITIVINICOLTURA

Fondamentale una cabina di regia per l'Italia del vino È QUANTO HANNO RIBADITO AL MINISTRO TERESA BELLANOVA CONFAGRICOLTURA E LE PRINCIPALI ORGANIZZAZIONI DELLA FILIERA

“I

nstabilità geopolitiche, guerre commerciali, dazi e Brexit hanno forti ripercussioni sulle esportazioni vinicole. È fondamentale avviare una vera e propria ‘cabina di regia’ tra istituzioni e filiera del vino, luogo di confronto per avviare un prezioso gioco di squadra ed individuare opportune strategie per un settore che è ambasciatore nel mondo del made in Italy”. Lo ha ribadito al ‘Tavolo del Vino’,

promosso dal ministro Teresa Bellanova, la filiera rappresentata dai presidenti delle organizzazioni più autorevoli del settore tra cui Confagricoltura con il presidente Giansanti. “Abbiamo apprezzato l’approccio pragmatico e la disponibilità della ministra Bellanova ad un confronto costruttivo – hanno aggiunto i rappresentanti della filiera -. I produttori intendono essere al fianco delle istituzioni e da queste si

aspettano un reciproco sostegno anche su tutta una serie di delicati temi da affrontare nei prossimi mesi, come la nuova PAC, la semplificazione degli adempimenti burocratici, l’evoluzione dei modelli di commercializzazione, l’attenzione alla sostenibilità, il vino come parte integrante della dieta mediterranea, il suo consumo responsabile e le nuove sfide legate all’etichettatura. Ci auguriamo che la cabina di regia possa essere operativa in tempi rapidi, con obiettivi chiari e scadenze definite, coinvolgendo le imprese attive in vigna, in cantina e sui mercati”. Le organizzazioni agricole e settoriali hanno attivato un tavolo di analisi e proposte che ha consentito di raggiungere importanti traguardi come il ‘Testo Unico del Vino’. La richiesta è di avere presto tutti i decreti applicativi entro Vinitaly 2020.

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OLTRE CONFINE

I dazi Usa sarebbero un duro colpo per il vino “Made in Cuneo” UN EVENTUALE INASPRIMENTO DELLA TASSAZIONE ANCHE AI DANNI DEI VINI DOC E DOCG PROVOCHEREBBE EFFETTI PESANTI ALLE AZIENDE DEL TERRITORIO di Francesca Braghero

È

nuovamente allarme dazi USA in provincia di Cuneo. Il nuovo annuncio, risalente a metà di gennaio, del segretario al Tesoro degli Stati Uniti, ha confermato l’eventualità che possa partire in tempi brevi la temuta procedura di inasprimento dei dazi doganali sulle importazioni in arrivo dall’Italia. Come già evidenziato negli scorsi numeri dell’Agricoltore Cuneese,

LA VOCE DELLE AZIENDE

si tratta di una ritorsione contro il nostro Paese nel contesto del contenzioso che ha contrapposto gli USA ai Paesi europei sulla nota vicenda Boing-Airbus, dunque derivante da qualcosa di totalmente estraneo al settore agroalimentare. Alcuni dazi aggiuntivi sono già in vigore dallo scorso ottobre, applicati a formaggi, salumi, agrumi e liquori, pari al 25% del valore dei

DEMARIA Presidente sezione vino di Confagricoltura Piemonte

SI RISCHIA DI TORNARE INDIETRO DI 50 ANNI NELLE POLITICHE COMMERCIALI TRA STATI CON DANNI DIRETTI E INDIRETTI l’inasprimento della tassazione doganale potrebbe raggiungere addirittura il 100% del valore dei prodotti alimentari, mettendone a rischio la stessa permanenza sul mercato.

Le preoccupazioni dei produttori di Langhe e Roero

Abbiamo chiesto ad alcuni tra i principali produttori vitivinicoli della zona di Langhe e Roero come stanno affrontando questa difficile situazione, quali sono le loro preoccupazioni e che conseguenze avrebbe l’applicazione dei dazi aggiuntivi sulla loro azienda. Alberto Cordero di Montezemolo, titolare dell’azienda agricola Monfalletto di La Morra: “Speriamo vivamente che la tassazione non venga applicata e sollecitiamo i governi affinché attuino tutte le pressioni possibili per far sì che ciò non accada. L’introduzione dei dazi porterebbe inevitabilmente al crollo di un mercato che per noi produttori rappresenta senza dubbio quello più importante, con un

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prodotti. I nuovi dazi potrebbero ora essere estesi, entro metà febbraio, a vino, pasta e olio d’oliva, ovvero a tutti quei prodotti italiani d’eccellenza che rappresentano circa il 70% delle esportazioni complessive annuali del “Made in Italy” sul mercato statunitense in campo alimentare, che ammontano a 4,5 miliardi di euro. Ma ciò che preoccupa ancora di più gli addetti ai lavori è che

GIANLUCA

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gran numero di bottiglie di barolo, dolcetto e barbera – ma non solo – esportate ogni anno negli Stati Uniti”. Giuseppino Anfossi, titolare dell’azienda agricola Ghiomo di Guarene: “Quello vitivinicolo è uno dei pochi settori che riserva ancora grandi soddisfazioni all’Italia. Esiste negli Stati Uniti una vera a propria cultura del vino italiano come garanzia di pregio e qualità, senza grosse differenziazioni di preferenza tra vini rossi o bianchi. Dunque, se questa tassazione verrà applicata, sarà davvero un grande problema per noi produttori, ma anche per gli importatori che da anni collaborano con noi in USA”.

Aldo Vajra, titolare dell’azienda agricola G.D. Vajra di Barolo: “La situazione è ovviamente critica per tutti, anche se fortunatamente, per quanto ci riguarda, abbiamo sempre cercato di mettere in atto una politica commerciale il più possibile equilibrata. Anche da una situazione come questa si può imparare qualcosa: occorre che tutti gli attori della filiera lavorino con maggiore reattività e incisività. In questa direzione, le organizzazioni dei produttori e le associazioni di categoria hanno un ruolo fondamentale nel richiedere alla politica di mettersi al lavoro fattivamente ed in prima linea per difendere il futuro del comparto”.


Gianluca Demaria, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte e della sezione vini Rossi di Confagricoltura Cuneo, commenta così la difficile situazione: “Al momento restiamo in attesa della comunicazione della decisione ufficiale che dovrebbe arrivare entro la metà di febbraio. Non nascondo la nostra grande preoccupazione, poiché se i nuovi dazi venissero applicati anche ai nostri vini Doc e Docg rischieremmo una forte perdita di posizione sul mercato statunitense, con gravi conseguenze economiche per i produttori ed il vacillamento di numerosi posti di lavoro”. Il mercato vitivinicolo è, infatti, uno dei più importanti mercati di esportazione italiana negli Stati Uniti: nello specifico del cuneese, si può affermare che ben il 30% dei vini prodotti nelle Langhe viene annualmente esportato negli USA. E la percentuale aumenta quando si parla di denominazioni come Barolo e Barberesco, per i quali, i dati del 2018 del Consorzio parlano di una produzione di 11,6 e 3,8 milioni di bottiglie, di cui circa l’80% destinate all’e-

USA

30%

% dei vini delle Langhe che vengono esportati in Usa

VINI CUNEESI

L'ACCORDO CHE FUNZIONA

Tra Unione europea e Canada reciprocità ed equilibrio grazie al CETA

“Gli ultimi dati relativi all’accordo Unione europea-Canada (CETA) dimostrano che l’unica strada perseguibile per rilanciare l’export, in base a principi di reciprocità ed equilibrio tra le parti, è quella dei negoziati bilaterali. L’alternativa, a seguito pure della difficoltà di intese WTO, finisce per essere quella dei rapporti di forza basati sull’imposizione di dazi e sulle inevitabili misure di ritorsione, come sta accadendo, negli ultimi tempi, tra Ue-Usa”. Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. In base alle elaborazioni del Centro Studi di Confagricoltura su dati Istat, a seguito dell’accordo CETA, le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani sul mercato canadese sono aumentate nel complesso del 9,7% (gen-set 2019 su gen-set 2018). Circa un quinto dell’export totale, in valore, dell’Italia verso il Canada è composto da prodotti agricoli

sportazione, in un contesto in cui gli Stati Uniti rappresentano di gran lunga il primo mercato. Proprio per questa ragione, Confagricoltura nazionale ha sollecitato il Commissario europeo al Commercio Phil Hogan, prima, e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al ministro per gli Affari Esteri Luigi Di Maio per chiedere un rafforzamento delle azioni nei confronti dell’Amministrazione statunitense, con l’obiettivo di scongiurare ulteriori ed ingiustificate penalizzazioni per gli operatori italiani. “Altro, purtroppo, non possiamo fare – continua Demaria – ci è difficile comprendere come un

ed agroalimentari e, di questi, quasi il 40% è costituto da prodotti vitivinicoli. Il Ceta – pone in evidenza l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - fa bene anche alle esportazioni dei nostri formaggi che, nel primo trimestre 2019, sembravano avere avuto una battuta d’arresto e che invece, tra giugno e settembre, risultano al di sopra della media mensile. Importante nell’accordo Unione europea-Canada, ad avviso di Confagricoltura, pure la tutela delle indicazioni geografiche agroalimentari, in particolare delle dieci che rappresentano il 90% del valore dell’export di tutte le denominazioni agroalimentari del nostro Paese. È il caso delle denominazioni ‘Prosciutto di Parma’ e ‘Prosciutto San Daniele’ che non potevano essere utilizzate in Canada da oltre venti anni.

contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai consorzi Airbus e Boing possa mettere a rischio la tenuta e le prospettive del sistema agroalimentare europeo. Un’eventuale guerra dei dazi non sarebbe utile a nessuno e andrebbe invece a generare un grosso problema di carattere mondiale”. Riguardo il futuro, il presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte e provincia di Cuneo dichiara che se i dazi dovessero essere effettivamente applicati, gli effetti saranno visibili e disastrosi non solo nell’immediato, ma ancora di più nel lungo periodo, soprattutto nel malaugurato caso in cui la tassazione

raggiungerà il 100% del valore dei prodotti: “Si rischia di tornare indietro di 50 anni nelle politiche commerciali tra stati e siamo fortemente preoccupati, essendo l’Italia un Paese importatore di materie prime ed esportatore di prodotti lavorati, anche dei danni indiretti provocati da un inasprimento dei dazi sul nostro sistema economico e sul “Made in Italy”, in generale, che si vedrebbe indebolito sul un mercato molto importante come gli Stati Uniti. Per questo continueremo a sollecitare il nostro Governo e l’Unione Europea affinché facciano tutto il possibile perché ciò non accada”.

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CORILICOLTURA

Nocciola “Delle Langhe”, come fare per la menzione IL MINISTERO HA DATO IL NULLA OSTA ALL’UTILIZZO DELLA NUOVA DENOMINAZIONE, ECCO COME DEVONO COMPORTARSI LE AZIENDE

I

l 20 dicembre 2019 il Mipaaf ha dato il nulla osta all’utilizzo della denominazione “Nocciola Piemonte IGP” Delle Langhe, a condizione che l’organo di controllo INOQ possa verificarne il corretto utilizzo. I produttori interessati dovranno inviare all’INOQ un modulo (All. 9) debitamente compilato dichiarando dove sono ubicati i noccioleti iscritti alla denominazione “Nocciola Piemonte IGP” per i quali si vuole richiedere la menzione “Delle Langhe”. Dopo la comunicazione l’INOQ, come di consueto gli interessati dovranno inviare al Consorzio di Tutela le etichette per i prodotti trasformati per l’autorizzazione all’utilizzo

della denominazione “Nocciola Piemonte IGP” Delle Langhe. Per la corrente annata sono ammessi alla denominazione “Nocciola Piemonte IGP” Delle Langhe solo i produttori che hanno tutti i noccioleti nell’areale Langhe mentre tutti gli altri possono continuare con la denominazione “Nocciola Piemonte IGP”. L’immagazzinamento da parte dei produttori della “Nocciola Piemonte IGP” e della “Nocciola Piemonte IGP” con la menzione Delle Langhe può essere effettuato insieme, a condizione che provengano esclusivamente dall’areale Langhe, mentre per le successive annate solamente nel caso in cui le masse siano immagazzinate separatamente.

Gli sgusciatori e/o le imprese di lavorazione che intendono utilizzare l’indicazione “Nocciola Piemonte IGP” Delle Langhe devono richiedere ai loro fornitori che sulla bolla di accompagnamento e sulla fattura sia riportata la dicitura “Nocciola Piemonte IGP” Delle Langhe, previa verifica che sia stata inviata la richiesta all’organismo di controllo INOQ. Numerosi sono i territori comunali delle provincie di Cuneo e Asti che rientrano, completamente o in parte, nell’areale Langhe. Per la modulistica e per la verifica delle particelle contattare gli uffici di Confagricoltura.

CONTERNO CONTERNO C C O OCCELLI OCCELLI O

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MOLTI I COMUNI CUNEESI CHE RIENTRANO, IN TUTTO O IN PARTE, NELL’AREALE LANGHE. CONTATTARE GLI UFFICI DI CONFAGRICOLTURA


FRUTTICOLTURA

Frutta, sgravi contributivi e Psr per superare le difficoltà LA SEZIONE REGIONALE DI CONFAGRICOLTURA CHE SI È RIUNITA A SALUZZO HA ALLO STUDIO PROPOSTE PER AIUTARE LE AZIENDE di Paolo Ragazzo

MARCO

BRUNA Segretario delle zone di Saluzzo e Savigliano di Confagricoltura

C

imice asiatica e nuove patologie dovute al cambiamento climatico, crisi dei mercati, prezzi dei prodotti agricoli, in particolare frutticoli, in picchiata. Di questo e di molto altro ha discusso la Sezione frutticola regionale di Confagricoltura Piemonte che si è riunita nelle scorse settimane negli uffici di Saluzzo. Alla presenza, tra gli altri, del presidente regionale Enrico Allasia, del direttore regionale Ercole Zuccaro e del direttore di Cuneo Roberto Abellonio si sono analizzati alcuni degli argomenti più spinosi che affliggono il comparto frutticolo piemontese. “Purtroppo ci troviamo in una situazione in cui è molto complicato andare ad incidere sulle dinamiche commerciali spesso imposte dalla Grande Distribuzione organizzata e che vedono penalizzate le produzioni locali – ha commentato il segretario delle zone di Saluzzo e Savigliano di Confagricoltura, Marco Bruna –. Per provare a dare una boccata d’ossigeno al comparto agiremo seguendo una doppia direzione: da un lato sensibilizzando la Regione Piemonte a far scorrere le graduatorie del Psr, in particolare le misure rivolte ai giovani che hanno realizzato interventi strutturali, e dall’altro portando a livello ministeriale una proposta di sgravi con-

tributivi per andare incontro alle aziende che vedrebbero così ridursi il costo del lavoro”.

Trattori da tutto il Nord a Ferrara L’incontro di Saluzzo ha preceduto di qualche giorno la mobilitazione straordinaria e unitaria organizzata da Agrinsieme a Ferrara, dove sono scesi in piazza 300 trattori e oltre 5000 produttori provenienti da tutto il Nord Italia e anche dal Piemonte, per chiedere risorse e azioni di sostegno concrete per un settore in crisi profonda. Tutti uniti per chiedere a gran voce che vengano date risorse adeguate al settore, bersagliato da due vere e proprie calamità: la presenza della cimice asiatica e di altre gravi fitopatologie capaci di decimare intere colture frutticole e non solo; la crisi dei prezzi di mercato che non coprono i costi di produzione e non generano reddito. "Servono risorse e interventi urgenti per continuare a lavorare e non chiudere” è l'appello lanciato dal palco.

CONVEGNO A BARGE

CIMICE ASIATICA "CERCASI"

Iniziativa di Agrion Università e Regione Fondazione Agrion, Regione Piemonte e Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) di Unito, invitano a raccogliere quante più cimici asiatiche possibili per accrescere gli allevamenti della “vespa samurai” in laboratorio. Si sta organizzando, infatti, un piano di lotta biologica per moltiplicare in laboratorio e poi liberare in natura i nemici naturali della cimice asiatica, che ne attaccano le uova. Per riprodurre in gran numero questi insetti servono molte uova della cimice asiatica per cui è indispensabile avere a disposizione migliaia di adulti, maschi e femmine, da tenere in allevamento per la produzione delle uova. I promotori richiedono pertanto la collaborazione di tutti per raccogliere quantità elevate di cimici asiatiche (le altre specie, come la cimice verde Nezara viridula non servono) a gennaio, febbraio e marzo. Chi invece trovasse adulti della cimice, che passano l’inverno in ambienti riparati, può inviare una segnalazione a: cimiceasiatica.disafa@unito.it tel. 011 6708535. Il numero minimo per le segnalazioni è di almeno una cinquantina di adulti.

La castanicoltura da frutto in Piemonte

Venerdì 14 febbraio, alle 8,30, presso il Cinema comunale di Barge in via Cavallotta avrà luogo il convegno “Castanicoltura da frutto in Piemonte”. Un’iniziativa promossa dall’Unione Montana Barge-Bagnolo Piemonte, con il patrocinio dei Comuni di Barge e Bagnolo, per discutere sulla coltivazione del Castagno in Piemonte quale attività agricola

che può rappresentare un’importante fonte di reddito, oltre che svolgere una fondamentale funzione di tutela ambientale e paesaggistica del territorio montano. Nell'organizzazione dell'evento ha un ruolo attivo anche la Confagricoltura di Cuneo, con i suoi tecnici, insieme a Fondazione Agrion, Regione Piemonte e Università di Torino.

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CONFAGRICOLTURA NEWS

Operativo il nuovo ufficio di zona a Bra IN VIA VITTORIO EMANUELE 124, POCO DISTANTE DAL PRECEDENTE UFFICIO RECAPITO

È

pienamente operativo ormai da qualche settimana il nuovo ufficio di zona di Confagricoltura a Bra in via Vittorio Emanuele 124, a pochi metri dalla vecchia sede del precedente ufficio di recapito. La nuova location è composta da un ingresso con accoglienza clienti al pian terreno, più due locali - ufficio e sala riunioni - su un soppalco rialzato. L’ufficio è aperto tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 12,30 e il lunedì pomeriggio dalle 14,30 alle 17,30. Lo si può contattare inviando una mail

SOGGIORNO A BARDOLINO

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 8,30 ALLE 12,30 E IL LUNEDÌ POMERIGGIO ANCHE DALLE 14,30 ALLE 17,30 all’indirizzo bra@confagricuneo.it. Una scelta, quella di trasformare un piccolo recapito in ufficio di zona, dovuta alla necessità crescente di assistenza da parte delle numerose aziende agricole presenti nel territorio in questione,

FABIO

FOGLIATI Responsabile ufficio zona di Bra

VOGLIAMO FORNIRE SEMPRE MIGLIOR ASSISTENZA ALLE AZIENDE DI QUEL TERRITORIO formazione professionale, con organizzazione di corsi trattoristi, antincendio e sicurezza. Inoltre, il CAF ed il Patronato forniscono servizi alle persone fisiche inerenti il calcolo IMU/TASI, la compilazione del Modello 730 e Unico, assistenza sulle pensioni, infortuni e malattie professionali, disoccupazione e maternità.

Dal 20 al 27 marzo pensionati sul lago di Garda

Il 41° Soggiorno Pensionati Anpa Confagricoltura si svolgerà, per la prima volta, sul Lago di Garda, a Bardolino, dal 20 al 27 marzo 2020. In totale, 8 giorni e 7 notti con trasporto in pulman (partenza da Cuneo) e soggiorno al Parc Hotel Gritti di Bardolino (foto) sul lungolago, a cinque minuti a piedi dal centro del paese, perla del Lago di Garda e zona di produzione del famoso vino. Bardolino è un antico borgo di pescatori, che conserva un caratteristico centro storico con antiche chiese, torri possenti, parchi e villette veneziane. Dotato di due ristoranti

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come dichiara Fabio Fogliati, responsabile della sede di zona: “Lo scopo del nuovo ufficio è primariamente quello di offrire un servizio migliore alla zona di Alba, Bra e Cherasco, allargando l’assistenza anche verso il Fossanese - dove attualmente è presente solo un ufficio recapito - cercando di attirare il numero maggiore di aziende, oltre che del settore zootecnico e lattiero-caseario, anche del settore corilicolo, particolarmente presenti in questi territori”. Gli uffici di zona di Confagricoltura erogano numerosi servizi alle imprese agricole, tra cui: pratiche vitivinicole, anagrafe aziendale e zootecnica, assistenza tecnica in campo, consulenza sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, consulenza fiscale, finanziaria e assicurativa, assistenza sulle paghe e sui contratti di affitto e vendita di terreni agricoli, fondi rustici ed espropri,

e un bar lounge, il Parc Hotel Gritti offre stanze attrezzate con tutti i confort e un centro benessere che comprende zona calda (sauna finlandese e bagno turco), piscina coperta con idromassaggio e palestra. Sono in programma due escursioni a Merano e Bolzano e a Sirmione, Gardone, Borghetto sul Mincio e Parco Sigurtà, Trento e Rovereto, Cantina Zeni e Oleificio Turri. Le adesioni devono pervenire alla Segreteria di Direzione di Confagricoltura Cuneo (0171/692143-int. 5 – giada.armando@ confagricuneo.it).

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Corsi di Confagricoltura per aziende sempre aggiornate PREVISTE LEZIONI IN MATERIA DI: PRIMO SOCCORSO, ANTINCENDIO, RSPP DATORE DI LAVORO, TRATTORI AGRICOLI E CARRELLI ELEVATORI

L

a Confagricoltura di Cuneo, come tradizione, comincia il 2020 nel segno della formazione delle sue aziende associate. Sono in programma nelle prossime settimane, infatti, alcuni corsi obbligatori per le imprese agricole in materia di primo soccorso, antincendio e RSPP Datore di Lavoro. Inoltre sono stati calendarizzati anche alcuni momenti formativi rivolti agli addetti all’utiliz-

zo dei Trattori Agricoli o Forestali e dei carrelli elevatori. I momenti formativi già in calendario si svolgeranno in orario diurno nelle sedi di Alba, Cuneo, Saluzzo e Savigliano. PER INFORMAZIONI

Sul sito di Confagricoltura Cuneo il calendario aggiornato di tutti i corsi

FATTORIE DIDATTICHE

Corso per il rinnovo dell'abilitazione Agripiemonterform, l’ente di formazione professionale di Confagricoltura Piemonte, sta organizzando un corso a pagamento per il rinnovo dell’abilitazione Operatori fattorie didattiche di 24 ore. Le lezioni si svolgeranno a Torino in tre giornate complete da metà febbraio. L’attività formativa è finalizzata principalmente al rinnovo dell’autorizzazione ma è anche possibile partecipare come uditori. Info: 0171/692143 – f.dalmasso@confagricuneo.it.

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CONFAGRICOLTURA NEWS

Sconti per ingressi alle terme e sciare a Limone

C

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ALLEVATORE PREMIATO

È di Valter Dogliani il miglior bue grasso della coscia alla Fiera di Carrù L’allevatore di bovini di razza Piemontese Valter Dogliani di Rocca de Balbi, si è imposto all’ultima edizione della Fiera nazionale del bue grasso di Carrù, dove ha ricevuto il primo premio per il miglior bue grasso della coscia per il capo “Zio” e quello per il bue meglio preparato. All’azienda, la cui storia era stata protagonista di un servizio su “L’Agricoltore cuneese” qualche tempo fa, vanno le congratulazioni di tutta la Confagricoltura di Cuneo.


NEWS

In pillole "LA BUONA IMPRESA: VALORI E PROPOSTE PER L’ECONOMIA ITALIANA"

Sala gremita nella sede provinciale di Confagricoltura a Cuneo

Confagricoltura ha sottoscritto il manifesto insieme ad Alleanza delle Cooperative Italiane, Confindustria, CIA e Copagri.

Controllo cinghiale, in tanti per il corso a Cuneo

BREXIT: "PUNTARE SU STRETTE RELAZIONI COMMERCIALI"

DECINE I PARTECIPANTI ALLE DUE SERATE ORGANIZZATE DA CONFAGRICOLTURA. PREVISTO UN SECONDO CORSO

INFRASTRUTTURE: PESA IL DIVARIO TRA L'ITALIA E L'UE

O

ltre 50 persone hanno preso parte al corso di abilitazione per l’impiego degli impianti di cattura dei cinghiali e per i controlli selettivi da parte di proprietari e conduttori di fondi agricoli organizzato da Confagricoltura presso la sede provinciale di Cuneo il 15 e il 22 gennaio. I due appuntamenti rientravano nell’ambito dell’attuazione del “Piano di controllo per la specie cinghiale (sus scrofa)” approvato dalla Provincia di Cuneo. Stante l’elevata richiesta già avanzata da molti associati, Confagricoltura organizzerà un secondo corso che sarà calendarizzato tra fine inverno e inizio primavera. “La massiccia partecipazione ai due incontri

– dichiara il segretario della zona di Cuneo di Confagricoltura, Adriano Rosso – denota come il problema della fauna selvatica oltre che essere sempre attuale sia molto sentito, particolarmente nelle zone altamente coltivate. Chi ha superato il corso ha ottenuto l’abilitazione per il solo utilizzo degli impianti di cattura senza poter abbattere i capi catturati. La parte teorica ha avuto una durata di 6 ore. Gli argomenti trattati hanno riguardato la normativa vigente, le armi ammesse, i divieti, le misure di sicurezza e le forme di contro previste dal Piano di controllo, le modalità d’impiego delle gabbie e dei recinti di cattura, le norme igienico-sanitarie

e la destinazione dei capi abbattuti, le modalità di richiesta e di registrazione degli interventi, la biologia della specie, il ciclo biologico e riproduttivo, la dinamica di popolazione e l’habitat”. A partecipare sono stati i titolari di autorizzazione per l’utilizzo di gabbie che si trovano nelle condizioni di rinnovo previste dalla nuova normativa e i soggetti proprietari o conduttori di terreni che intendono installare gabbie o recinti di cattura per la prima volta, nonché i proprietari o conduttori di fondi muniti di porto d’armi uso caccia che, dove ricorrano le condizioni, intendono intervenire con controlli selettivi sui propri terreni per urgenza.

È il monito del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti per tutelare l'export agroalimentare italiano, dopo che ufficialmente il Regno Unito è diventato un Paese terzo.

Emerge nei dati dello studio elaborato ad hoc da Nomisma e illustrato alla quarta edizione di “Grow!”, l’Action Tank del coordinamento di Agrinsieme, che si è svolto a Bologna.

PESTE SUINA AFRICANA: "NON ABBASSARE LA GUARDIA" Confagricoltura dopo il sequestro in Veneto di carni suine importate dall’Olanda e provenienti dalla Cina, Paese con una grave situazione di espansione dell’epidemia.

CONFAGRICOLTURA ADERISCE AL "MANIFESTO DI ASSISI"

“Per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”, il documento sottolinea l’esigenza delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche e sociali.

ACCORDO USA–CINA: BISOGNA VIGILARE SULLE COMMODITIES Lo ha dichiarato il presidente Massimiliano Giansanti, a proposito della firma della “fase uno” dell’intesa che potrebbe alterare i flussi commerciali, in particolare della soia.

INTERSCAMBIO COMMERCIALE DEL SETTORE ORTOFRUTTA

Dati Fruitimprese: a fine 2019 il valore dell'export italiano è stato in calo per agrumi (-6,8%) e per la frutta fresca (-7,5%) e secca (-1,3%). In aumento solo gli ortaggi (+1,1%). Scarica l’app di Confagricoltura per essere informati su tutte le iniziative della tua associazione

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LE NOSTRE AZIENDE

OGGI LA CANTINA PRODUCE TRE VINI BIANCHI E SEI ROSSI IN 13 DIVERSE ETICHETTE

Ottanta vendemmie consecutive con l’entusiasmo della prima volta A TREISO L’AZIENDA VITIVINICOLA DI WALTER LODALI È STATA INSIGNITA DEL PREMIO “ORGOGLIO AGRICOLO” DI CONFAGRICOLTURA. ECCO LA SUA STORIA di Fabio Rubero

“È

il Nebbiolo che circonda la mia casa e la mia vita è quindi immersa magicamente tra Barbaresco e Barolo. Credo sia una fortuna, o almeno io la percepisco come tale. E provo gioia nel condividerla. Mi emoziona infatti pensare che il frutto della vite e del lavoro in cui mettiamo tutto il nostro cuore, possa accompagnarvi anche oltre.... sino alla tavola nelle vostre case”. Inizia così la toccante lettera scritta da Wal-

ter Lodali in occasione dell’ottantesima vendemmia consecutiva effettuata lo scorso anno dall’omonima azienda di cui è alla guida. Un traguardo di straordinario prestigio per raggiungere il quale è necessaria una perseverante continuità che solo chi fonda la propria attività su basi granitiche riesce a garantire. Un risultato eccellente che è valso negli ultimi giorni dello scorso anno la consegna del riconoscimento “Orgoglio Agricolo”

La consegna dell’Orgoglio Agricolo a Walter Lodali

Uno dei vigneti da cui nascono i vini di eccellenza di Lodali

di Confagricoltura Cuneo da parte del direttore Roberto Abellonio e del segretario della zona di Alba, Mario Viazzi.

Più forti della guerra Eppure, per l’azienda di Treiso, questa cavalcata lunga otto decenni è stata tutt’altro che facile, sin dai suoi inizi. È infatti agli albori della seconda guerra mondiale (nel 1939) che Giovanni Lodali, contadino e figlio di contadini, inizia a vinificare per i clienti della sua trattoria a Treiso, ai tempi l’unica

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presente nella piccola borgata langarola. Il conflitto globale, fortunatamente, non spegne e men che meno attenua l’entusiasmo di Giovanni che, concluse le ostilità, alla casa che sta costruendo, decide di affiancare una grande cantina. È qui che la famiglia Lodali celebra un matrimonio, che si rivelerà inscindibile, con il mondo enologico. Una tradizione di famiglia che il figlio di Giovanni, Lorenzo, rafforza nel 1955, quando si diploma ad Alba alla scuola enologica. Passano solo tre anni e, insieme alla moglie


tutti e tutti s’intendono molto; se non vinifichi e non hai fatto una buona scelta vanno a comprare altrove’”.

L’azienda oggi

La moderna cantina Lodali in pieno centro a Treiso

Rita, il giovane Lorenzo inizia a produrre i primi cru: Barbaresco e Barolo. Il successo è pressochè immediato, globale e l’azienda inizia così un percorso di crescita esponenziale e continua.

Le difficoltà linfa vitale per il successo attuale Il destino però, nei primissimi anni 80, complica non poco i piani alla famiglia ed all’azienda di Treiso, togliendo prematuramente la vita a Lorenzo e lasciando così soli Rita e Walter, il figlioletto appena nato. “Mia madre – racconta Walter - fino ad allora aveva fatto per vent’anni la parrucchiera. Alla morte di mio padre mise in gioco tutta se stessa in un momento in cui di donne che operassero in prima persona nel mondo vitivinicolo non vi era praticamente traccia. Se oggi siamo qui a parlare di questo incredibile risultato il merito è suo, e naturalmente di mio padre: insieme hanno creato e fortemente voluto questa azienda. A loro devo tutto, anche per ciò che mi hanno saputo trasmettere: su tutto il valore del lavoro e la passione per la

terra. Cerco quindi ogni giorno con il massimo della dedizione possibile di onorare tutto ciò, ma sono certo che non potrò mai ringraziarli abbastanza”. Pecca forse di eccessiva modestia Walter che, fatto salvo l’incommensurabile lavoro svolto dai genitori, ha non pochi meriti nel successo della cantina che porta il suo cognome e che personalmente guida, affiancato da mamma Rita, dal 1998, subito dopo essersi diplomato alla scuola enologica di Alba. A Walter va ascritto il grande merito di avere portato in azienda nuova linfa vitale rinnovando le attrezza-

ture, perfezionando le tecniche di produzione e vinificazione, curando ed esaltando il terroir dei vigneti Bricco Ambrogio e Rocche dei Sette Fratelli. Così nel 2005 nascono le Riserve “Lorens”, Lorenzo in piemontese in ricordo del padre, Barolo e Barbaresco prodotte con le uve selezionate delle annate migliori dai vigneti Bricco Ambrogio e Rocche dei Sette Fratelli. Già, perché la selezione delle uve migliori è da sempre alla base della filosofia aziendale, sin dai tempi del fondatore Giovanni: “Mio nonno diceva sempre ‘Devono essere le uve migliori perchè qui il vino ce l’hanno

Oggi la cantina Lodali produce tre vini bianchi (Arneis, Chardonnay e Moscato) e sei vini rossi (Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, Barbaresco e Barolo) in 13 diverse etichette: “Essendo produttori di lunga data, possiamo vinificare il Barolo anche al di fuori dei comuni previsti dal disciplinare. I vigneti si trovano chiaramente in quei terreni, ma la vinificazione ci è consentito svolgerla nella nostra cantina di Treiso”. “80 candeline sono un piccolo traguardo – conclude Walter - ma un grande stimolo ad andare avanti con la consapevolezza di essere impegnati forse non a produrre la miglior etichetta, ma sicuramente nel vivere la vita più bella del mondo: semplicemente quella del contadino che coltiva la vite riuscendo a dare un’emozione trasformando con serietà e pazienza l’uva in vino”. La stessa emozione di chi quel vino ha la fortuna di gustarlo.

Distese di ordinati filari che circondano Treiso, dove nascono vini apprezzati in tutto il mondo

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LE NOSTRE AZIENDE

Il coraggio di investire nelle terre de ‘La Malora’

Una veduta aerea dei vigneti dell’azienda

Antesignani del Nebbiolo già 50 anni fa e ora azienda di successo LA CANTINA PIAZZO DI ALBA HA RICEVUTO IL RICONOSCIMENTO “ORGOGLIO AGRICOLO” DELLA CONFAGRICOLTURA. UN’IMPRESA FAMILIARE BEN RIUSCITA di Fabio Rubero

“M

io padre Armando era un visionario e mia madre Gemma la donna ideale per guidarne le intuizioni, le idee ed i progetti. Insieme hanno rappresentato il perfetto connubio che ha consentito alla nostra azienda di nascere, crescere ed evolversi sino al raggiungimento di questo prestigioso traguardo che rappresenta per noi il punto di partenza verso nuovi ed ambiziosi obiettivi”. Commenta così, Marina Piazzo, il premio “Orgoglio Agricolo” consegnato alla sua azienda dalla Confagricoltura di Cuneo nelle persone del direttore Roberto Abel-

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lonio e del segretario di zona Alba Mario Viazzi, per le 50 vendemmie consecutive operate dall’azienda. E, ripercorrendo la storia di quella che è una delle più importanti realtà vitivinicole della Langa, non si può che convenire con le parole di Marina che oggi, insieme al marito Franco ed ai figli Marco e Simone, ha l’onore e l’onere di condurre l’azienda in un mercato sempre più difficile e complesso, con il ricordo sempre vivo dei consigli e dei dettami paterni. Tocca a loro quattro continuare a scrivere le pagine di una storia che ha inizio negli anni 60 a San Rocco Seno d’Elvio, piccola frazione del comune di Alba, quando Armando

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Piazzo e Gemma Veglia non sono che due giovani ragazzi che si sono appena sposati, dopo essere cresciuti in famiglie di viticoltori. La loro volontà è quella di investire e lavorare in un territorio per loro speciale, quello delle Langhe.

Ma se oggi quelle meravigliose colline sono ammirate e ambite da tutto il mondo sino a diventare patrimonio dell’umanità Unesco, sessant’anni fa erano invece quelle terre anguste, meravigliosamente raccontate da Beppe Fenoglio ne “La Malora”, dalle quali scappare al più presto per raggiungere nuovi e più moderni lidi su cui il boom economico di quegli anni riversava il proprio ammaliante fascino. Uno charme al quale sono tuttavia indifferenti Armando e Gemma la cui ferma determinazione consente loro di dare vita, nel 1969, all’azienda “Piazzo” investendo su un vitigno che, a quei tempi, non interessava a nessuno: il Nebbiolo. Una scelta apparentemente incomprensibile reiterata negli anni successivi in cui acquistano moltissimi terreni che vengono interamente convertiti alla coltivazione di quell’uva, nonostante il mercato a quelle terre chieda in quegli anni quasi esclusivamente il Dolcetto. “Mio padre mi raccontava che in quegli anni

La consegna del riconoscimento “Orgoglio Agricolo” alla cantina Piazzo


riusciva a vendere le uve Nebbiolo solamente se contestualmente garantiva all’acquirente una certa quantità di Dolcetto” dice ancora Marina che, negli anni 70, entra in azienda in prima persona insieme al marito Franco: “Devo dire che inizialmente ero un po’ titubante perché in quegli anni quell’ambiente non era così usuale per una donna. E poi io volevo fare altro, avevo fatto ragioneria – sorride – e meno male perchè oggi quegli studi mi consentono di occuparmi della parte amministrativa dell’azienda”.

Il sogno Barolo nel 1985 diventa reatà L’ingresso della seconda generazione apporta immediati benefici grazie al grande entusiasmo, alle nuove idee e a quel tocco di modernità e innovazione che consentono all’azienda di realizzare un altro sogno nel 1985, dare vita al loro primo Barolo: “Non smetterò mai di ringraziare mio marito perché ho potuto condividere tutto con lui che dal primo giorno in cui è entrato in azienda si è comportato come se si trattasse di un qualcosa di suo e Un interno della cantina

Le operazioni di vendemmia

della sua famiglia”. Così, dal 2007, la conduzione dell’azienda è affidata a Marina e Franco che, da qualche anno, sono affiancati al timone dai figli Simone e Marco: “Non potrebbero essere così diversi – dice Marina – Simone si occupa della parte commerciale e così viaggia moltissimo per cercare mercati nuovi e per consolidare quelli esistenti, Marco è invece un perfezionista per quanto riguarda la produzione del vino. Passa intere giornate a sperimentare, assaggiare e a cercare di capire come poter

continuamente migliorare i nostri prodotti”.

L’azienda oggi Oggi Piazzo produce quattro vini bianchi (Roero Arneis, Chardonnay, Moscato d’Asti e lo spumante MasSim il cui nome trae origine dalle iniziali dei nomi dei due figli) e undici vini rossi (due tipologie di Dolcetto d’Alba, due di Barbera d’Alba, una di Nebbiolo d’Alba, tre di Barbaresco, due di Barolo ed una di Merlot) che distribuisce in tutto il mondo e che rappresentano il frutto del lavoro di tre generazioni la cui genesi è il sogno di Armando Piazzo e di sua moglie Gemma che oggi, a 85 anni, è ancora presente in prima persona in azienda: “Non le sfugge nulla!” esclama sorridendo Marina. Un sogno divenuto realtà grazie ad una coppia che della diversità tra i componenti ha fatto ricchezza: “Mio padre aveva la capacità di vedere cose che altri non erano in grado di vedere. Aveva quella

lungimiranza e quel po’ di sana follia che contraddistinguono quasi sempre gli imprenditori di successo. A volte, addirittura, andava frenato e in questo è stata bravissima mia madre che talvolta lo sosteneva, altre lo invitava a riflettere maggiormente su ciò che voleva fare. Come se a mia madre Dio avesse dato il dono e la capacità di saper gestire quello straordinario talento che aveva dato a mio padre, che nella maggior parte dei casi andava sorretto, ma a volte anche sapientemente gestito. Erano davvero fatti l’uno per l’altra”.

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Direttore responsabile: Paolo Ragazzo

Chiuso in redazione il 05/02/2020

Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171.601962 upa@autorivari.com

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN - Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36


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