L'agricoltore Cuneese - giugno 2020

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVII - N. 04•2020 - GIUGNO 2020 - CONTIENE I.P.

04/2020

Ancora troppe incertezze per gli agricoltori LAVORO In provincia di Cuneo la piattaforma AgriJob funziona

FAUNA SELVATICA Riaperta la caccia di selezione, ma i danni ci sono

SUINI Prezzi in picchiata allevatori in difficoltà

VINO Basta discussioni, occorre agire prima che sia tardi


Nuovi servizi di

UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI

Servizi WhatsApp® Per limitare gli spostamenti e garantire la trasmissione dei documenti al fine dell’avanzamento delle pratiche, Confagricoltura Cuneo ha attivato i seguenti numeri per l’invio di materiale tramite WhatsApp agli uffici Fiscale, CAA e Paghe delle diverse sedi di zona. NUMERO 331.4915518 331.4915516 339.5634561 339.5401060 339.5401054 339.5635193 339.5401004 339.5966337 339.5634650 339.5634563 339.5401670 366 4059712

UFFICIO CAA FISCALE PAGHE CAA FISCALE CAA FISCALE FISCALE PAGHE CAA FISCALE PAGHE

ZONA ALBA ALBA ALBA CUNEO CUNEO MONDOVI MONDOVI SALUZZO SALUZZO SALUZZO- SAVIGLIANO SAVIGLIANO SAVIGLIANO

Confagricoltura ed il suo ente di formazione Enapra hanno avviato, per i datori e per le risorse umane delle imprese associate, una piattaforma online con contenuti formativi (pillole didattiche, news e corsi brevi) in continua evoluzione sui principali temi agricoli erogati in modalità e-learning. L’attività non ha alcun costo per chi vorrà aderire.È sufficiente inquadrare il QR Code con lo smartphone e compilare il modulo di adesione gratuita alla piattaforma.

Confagricoltura invita le proprie imprese associate e tutti coloro che aspirano a lavorare in agricoltura ad iscriversi ad AgriJob, la piattaforma gratuita per fare incontrare domande e offerta di lavoro. Iscriversi è semplice: clicca sul banner che trovi su www.confagricoltura.it o inquadra il QR

È possibile effettuare i pagamenti dei servizi forniti da Agrimpresa anche attraverso l’app Satispay. È un servizio gratuito per gli utenti, basta scaricare l’app sul proprio smartphone.


I NUMERI DI QUESTO NUMERO

Stop ai pregiudizi. Nella vita reale si riparte con sacrificio e passione Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

Che a tutti i livelli e in ogni ambito stiamo vivendo mesi stravolti dalle conseguenze del Covid-19 è ormai superfluo dirlo. Ma proprio per questo siamo tutti chiamati a fare, ancora di più, ciascuno la propria parte, nel rispetto dei ruoli che abbiamo e delle responsabilità che ne derivano. Piccole o grandi che siano. Noi agricoltori in questi mesi non ci siamo mai fermati per fornire al Paese le eccellenze che produciamo. Lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo tra innumerevoli difficoltà, ma spinti anzitutto proprio da quel senso di responsabilità che ci anima. Così, siamo certi, avrebbero fatto anche gli imprenditori di altri settori che, a differenza del nostro però, hanno dovuto chiudere per oltre due mesi. Ecco quindi che sentire il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, dichiarare in una recente intervista che molte imprese non hanno riaperto “per pigrizia, per opportunismo, magari sperando che passi la piena e il mercato riparta come prima” lascia, a dir poco, amareggiati. Non solo per il pregiudizio nei confronti delle attività produttive che traspare da quelle parole, ma soprattutto perché a fronte dei tanti annunci e proclami fatti dal Governo poi, nel concreto, le aziende anche in una tale situazione di emergenza si sono dovute arrangiare da sole per affrontare inattesi cali di fatturato e impreviste spese elevate. Rammarica, dunque, sentire quelle considerazioni. Non vorremmo che le potenzialità dello smart working, se da un lato hanno consentito a molte attività di procedere senza interruzione, dall’altro rischino di far perdere la percezione dalla vita reale, fatta di tanti cittadini e imprese che con sacrificio e passione si rimboccano le maniche e ripartono.

AGRITURISMI

SUINI

-65%

-40%

IN ITALIA MAIS

PREZZI IN PICCHIATA VINO

la riduzione di fatturato per il 2020 degli agriturismi italiani stimata da ISMEA

il calo dei prezzi dei suini da inizio anno

-50%

-300mln

IN MENO

PIEMONTE

la riduzione di superfici coltivate a mais in Italia

È tempo dichiarazione dei redditi PAG. 18

riduzione del fatturato del comparto vino in Piemonte

PROGETTO

PROSPEcT PAG. 32

CONTATTI

UFFICIO PROVINCIALE DI CUNEO Tel: 0171/692143 – 0171/344494 Fax: 0171/698629 E-mail: cuneo@confagricoltura.it

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IN PRIMO PIANO

Le prime raccolte sono nel vivo (foto Marco Angaramo)

Basta accusare gli imprenditori agricoli MENTRE LE RACCOLTE SONO AGLI INIZI, L’INVITO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO È A DISTENDERE I TONI di Paolo Ragazzo

A

bbassare i toni per non dipingere il Saluzzese e i suoi imprenditori agricoli con forme e modalità inappropriate, in cui non si riconoscono, e che, peggio ancora, danneggiano gravemente un territorio e una delle sue economie principali. È un invito alla distensione quello della Confagricoltura di Cuneo dopo che per settimane il Marchesato e gli operatori del comparto frutticolo sono stati da più parti accusati di tenere o tollerare condotte non adeguate nella gestione dei lavoratori stra-

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nieri necessari per le raccolte. “Viviamo una stagione particolare per via delle inevitabili ripercussioni legate alla pandemia da Covid-19, ma le nostre aziende pur in un momento di tale incertezza si sono da subito rese disponibili investendo risorse proprie per adeguarsi alla mutata situazione, facendo fronte comune – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte –. Non accettiamo strumentalizzazioni, né paragoni con realtà che sono anni luce distanti da quanto accade nella nostra provincia. Auspichiamo, invece, che vista la situazione eccezionale

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in cui ci ritroviamo tutti quanti ci possa essere unità di intenti e una maggior positività intorno al lavoro svolto dalle aziende agricole, che costituiscono un patrimonio da valorizzare e non da continuare ad accusare in maniera ingiustificata”. Che la situazione sia eccezionale lo dimostra anche la decisione del prefetto di Cuneo di chiedere l’ausilio dell’Esercito per scongiurare assembramenti e, quindi, focolai di Coronavirus nel periodo della raccolta proprio nel Saluzzese. Un servizio di vigilanza con le forze dell’ordine ed esercito insieme a un monitoraggio sanitario da parte delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale. È la prima volta che questo accade in uno dei maggiori distretti agricoli del Nord Italia, che da giugno a novembre impiega fino a 8mila stagionali, la maggior parte nord africani.

Le raccolte entrano nel vivo senza certezze Tutto questo mentre le raccolte stanno inesorabilmente entrando nel vivo, ma mancano ancora certezze. Sono passati mesi, ad esempio, dall’appello rivolto da Confagricoltura alle istituzioni per trovare soluzioni idonee e tempestive per scongiurare la carenza di manodopera nei frutteti, proprio al momento clou, quando i frutti sono maturi e pronti per arrivare sul mercato.

ENRICO

ALLASIA Presidente di Confagricoltura Cuneo

NON ACCETTIAMO PARAGONI CON REALTÀ CHE SONO DISTANTI DALLA NOSTRA PROVINCIA Ad oggi l’unico provvedimento adottato dal Governo è la regolarizzazione dei lavoratori stranieri contenuta nel “Decreto rilancio”. Ma non è quanto richiesto. “La decisione non soddisfa le esigenze delle aziende agricole non solo perché, nella pratica, non produrrà risultati prima di settembre, ma anche perché non riguarda i lavoratori solitamente impiegati dalle imprese del territorio, che sono già stranieri regolari” spiega ancora Enrico Allasia.

Le richieste di Confagricoltura Come richiesto da Confagricoltura, quello che veramente serve alle aziende è: - un utilizzo più snello dei voucher; - l’applicazione a tutti i datori di lavoro agricolo, ovunque operanti, delle agevolazioni contributive per zone particolarmente svantaggiate

COME FUNZIONA LA SANATORIA

Inquadra il QR-Code per conoscere le modalità per presentare la domanda. C’è tempo fino al 15 luglio. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.


e montane (riduzione del 75%) - la riduzione dell’aliquota dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico dei lavoratori agricoli equiparandola a quella prevista per i lavoratori apprendisti; - manodopera qualificata con l’attivazione di corridoi verdi per far rientrare in Italia lavoratori che negli anni hanno consolidato rapporti con le imprese agricole. Nulla di questo purtroppo al momento è stato colto dalla politica e le prime attività di raccolta si sono svolte nella più totale incertezza. Dal 3 giugno sono stati riaperti i confini regionali, le frontiere ai cittadini europei e dell’area Schengen e i primi stagionali hanno iniziato ad arrivare in provincia di Cuneo, mentre per gli extracomunitari la data è quella del 15 giugno. La speranza è che la situazione torni a normalizzarsi, ma nel frattempo per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, Confagricoltura ha promosso la piattaforma AgriJob che sta portando a interessanti risultati ed ha parallelamente sollecitato le aziende asso-

ciate a impegnarsi anche sul fronte dell’ospitalità dei lavoratori.

Il tema dell’ospitalità Argomento da sempre spinoso, ma reso quest’anno ancor più cruciale considerate le implicazioni sanitarie che potrebbe generare vista l’epidemia di Covid-19. Su questo fronte la Regione, seguendo le proposte dalla Confagricoltura di Cuneo, ha attivato un bando per la richiesta di contributi, da parte dei Comuni che attueranno progetti per il noleggio di strutture abitative da mettere a disposizione delle aziende agricole interessate ad assumere manodopera per la raccolta. “Abbiamo sollecitato le nostre imprese a fornire la loro massima disponibilità per la sistemazione dei lavoratori in azienda - continua Allasia -. Anche se è un onere che non spetta all’azienda doversi sobbarcare, vista la situazione e l’impossibilità di servirsi dei PAS è auspicabile andare in quella direzione per tanti motivi, primo fra tutti quello sanitario”.

Nel frattempo Confagricoltura Cuneo ha continuato a prendere parte ai lavori del Tavolo frutta che riunisce i rappresentanti delle Organizzazioni di Produttori, delle associazioni agricole e dei Comuni ed ha siglato il protocollo sanitario. Insomma in questo periodo tutt’altro che agevole l’attenzione e le

COVID-19

azioni messe in campo dall’organizzazione sono molte e su diversi ambiti. È fondamentale ora non sprecare questi sforzi e procedere compatti per valorizzare il lavoro di tante imprese e le eccellenze frutticole che il nostro territorio vanta, sperando in un’adeguata loro remunerazione.

Siglato il protocollo sanitario per le aziende

È stato approvato dall’Ente Bilaterale Agricolo Territoriale (Ebat Favla) il protocollo sanitario Covid-19 che le imprese agricole della provincia di Cuneo dovranno applicare al fine di prevenire il contagio, come previsto dal DPCM del 26 aprile. Confagricoltura Cuneo ha partecipato alla stesura del documento insieme alle altre associazioni di categoria, agli SPreSAL delle Asl Cn1 e Cn2, Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale. Nel Protocollo sono state definite le procedure anti-contagio da adottare sul luogo di lavoro e le norme da rispettare in caso di ospitalità dei dipendenti. Undici i capitoli trattati: accesso in azienda; utilizzo dei locali aziendali; organizzazione delle attività; gestione degli operatori stagionali; pulizia e sanificazione; gestione di una persona sintomatica in azienda; sorveglianza sanitaria; utilizzo di mezzi aziendali; gestione dei punti vendita in azienda; gestione dei punti vendita nei mercati e indicazioni per gli agriturismi. Confagricoltura Cuneo ha trasmesso il protocollo alle aziende associate, invitandole ad osservare scrupolosamente le indicazioni contenute. Per informazioni contattare gli uffici Sicurezza, Qualità e Certificazioni Alimentari di Confagricoltura Cuneo: 0171/692143 - ramero@confagricuneo.it (Cuneo, Saluzzo, Savigliano, Mondovì) - 0173/281929 porello@confagricuneo.it - Alba).

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IN PRIMO PIANO

La piattaforma AgriJob in provincia di Cuneo funziona PIÙ DI 600 LE CANDIDATURE DI ASPIRANTI LAVORATORI di Fabio Rubero

I

n provincia di Cuneo sono già più di 600 (e in tutta Italia più di 30 mila) le candidature di aspiranti lavoratori nel comparto agricolo pervenute attraverso lo strumento “AgriJob”, la piattaforma realizzata dalla Confagricoltura con l’obiettivo di

far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro in agricoltura in questo momento particolarmente difficile legato all’emergenza sanitaria in corso. Un servizio completamente gratuito, sia per l’azienda che cerca personale in grado di svolgere la manodopera richiesta, sia per colui o colei che ha il desiderio di lavorare

nel comparto agricolo nella stagione ormai iniziata. Uno strumento straordinario, consacratosi durante la pandemia, ma che nasce da lontano e che il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha definito “una vera e propria valvola di sfogo in un momento cruciale del Paese in cui

“L Marco Tranchero e Tetiana Chorna

La studentessa all’opera nei filari STORIA 01/ MARCO TRANCHERO DI MANGO E LA GIOVANE TETIANA CHORNA 6

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a chiusura delle frontiere ci ha impedito di avvalerci del servizio degli stagionali dell’est Europa che da molti anni lavorano con noi, in particolare romeni, bulgari e macedoni. Il non poter contare sul loro contributo ha costituito un momento di preoccupazione al quale abbiamo ovviato cogliendo la straordinaria opportunità che ci ha offerto AgriJob: avere gratuitamente la possibilità di visualizzare i profili di aspiranti lavoratori tra cui scegliere quelli che rispondevano alle nostre esigenze”. Sono le parole

spesso il lavoro è scomparso”. E ancora: “Un progetto a cui Confagricoltura pensava da tempo, che ha avuto un’accelerazione con la pandemia che ha causato la perdita di lavoro per molti italiani”. “Anche nella nostra provincia AgriJob ha riscontrato un notevole successo - rivela Jessica Cerrato, responsabile fiscale e paghe di Confagricoltura Cuneo -. I profili pervenuti sono rappresentativi di tutte le categorie di persone e dunque per le aziende è piuttosto semplice individuare i soggetti che meglio

rappresentano la tipologia di lavoratore o di lavoratrice ricercata. Lo dimostra il fatto che sono già diverse le aziende della Granda che hanno trovato e contrattualizzato lavoratori grazie alla piattaforma. Viste le numerosissime candidature pervenute, il nostro database è molto variegato ed in grado dunque di soddisfare le esigenze di qualsiasi impresa. Ci sono donne e uomini, disoccupati e studenti, ma anche molte persone in cassa integrazione che, ricordiamo, in virtù del D.L.34 possono lavorare per 30 giorni + ulteriori 30

di Marco Tranchero co-titolare, insieme a Sasko Ristoski, di Terra Viva srl, azienda di Mango, che nel nome del motto “Coltiviamo Insieme”, fornisce alle ditte (principalmente negli ambiti vino e nocciole) servizi agricoli e di giardinaggio quali diradamento, potatura, innesto, estirpo, reimpianto vigneti e lavori meccanizzati. “Lavoriamo anche con aziende importanti e con esigenze particolari che i nostri lavoratori abituali conoscono bene e dunque non era semplice riuscire a individuare una persona nella quale riscontrare i requisiti che stavamo

cercando, ma fortunatamente ci siamo riusciti. Si tratta di una ragazza ucraina, venuta in Italia per studiare, appassionata di enogastronomia e con il desiderio di approfondire le conoscenze sul mondo del vino, lavorando direttamente nella vigna per scoprire come il vino nasce”, aggiunge Tranchero. Un connubio di cui è entusiasta anche la stessa ragazza, Tetiana Chorna, per la quale il lavoro che svolge in Terra Viva è perfettamente complementare al percorso di studi che sta compiendo. “Per me che all’APRO Formazione di


senza che venga minimamente intaccato l’indennizzo a cui hanno diritto”.

Come fare Il funzionamento è molto semplice. “Quando un’azienda manifesta la propria esigenza attraverso l’utilizzo della piattaforma – aggiunge Jessica Cerrato - il personale di Confagricoltura Cuneo individua tutti i potenziali profili compatibili e li sottopone all’azienda stessa. Un servizio che svolgiamo gratuitamente, per manifestare la nostra vicinanza ai nostri soci in questo momento”. Alba sto studiando e conoscendo il mondo del vino è davvero il massimo poter vivere il mondo della vigna e vedere crescere l’uva che diventerà quel vino che studio. Sto imparando tante cose nuove, come, ad esempio, eseguire le potature perché non bisogna dimenticare che il vino inizia dal grappolo. È un lavoro molto stimolante e nemmeno così faticoso, anche per una donna, ma ricco di soddisfazioni perché per me oggi Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, Arneis e Chardonnay non sono più solamente vini da gustare, ma anche uve da curare e coccolare”.

Marco Risso e Tiziana Barra

Continuità di lavoro in frutteto STORIA 02/ L’AZIENDA MARCO RISSO DI SALUZZO E TIZIANA BARRA

“A

lla fine del mese di marzo mi sono trovata senza occupazione. In una situazione di pieno lockdown, con le relative difficoltà annesse e connesse, mi sono affidata a internet e al mondo del web per andare alla ricerca di una nuova occupazione”. È il racconto di Tiziana Barra, esperta conoscitrice del mondo ortofruticcolo del Saluzzese, che grazie ad AgriJob, la piattaforma di Confagricoltura che fa incontrare le domande e le offerte di lavoro del

mondo agricolo, ha trovato una nuova occupazione che la impegnerà durante i mesi estivi. “Su un quotidiano on line locale ho letto un articolo che parlava della piattaforma di Confagricoltura così ho deciso di seguire le indicazioni che venivano riportate e sono andata fino in fondo, compilando il mio profilo e proponendo la mia candidatura”. La sua figura è particolarmente piaciuta all’azienda agricola saluzzese di Marco Risso che a partire dai primi giorni

di giugno aveva la forte necessità di inserire alcune persone nel suo organico per fare fronte in modo adeguato all’inizio della campagna dei mirtilli ormai alle porte. “La nostra esperienza con AgriJob è stata molto positiva – commenta Marco – perché abbiamo avuto modo di sopperire all’assenza degli abituali lavoratori stagionali scegliendo tra diversi interessanti profili e di individuare una persona, come Tiziana, che conoscevamo ‘di vista’ e che ha grande esperienza nel settore, così come era indicato nella sua scheda, e che darà un importante contributo alla nostra azienda in questa stagione”. Una stagione che si annuncia più impegnativa del solito, anche per via delle normative anti-Covid, alle quali ci si deve naturalmente attenere in questa particolare estate, ma che non spaventano affatto Tiziana Barra. “Lavoriamo con la mascherina e dunque speriamo non faccia troppo caldo (ride, ndr), ma occorre avere pazienza perchè la normativa parla chiaro e da lì non si scappa. Per quanto riguarda le distanze interpersonali non ci sono problemi visto che siamo

in due per filare e dunque sotto questo punto di vista siamo molto tranquilli. Occorre lavorare con serietà per fare in modo che tutta questa situazione sia solo un brutto ricordo nel più breve tempo possibile”. Un connubio, quello tra Tiziana Barra e l’azienda di Marco Risso che, tra l’altro, ha portato ad ulteriori sviluppi. “Sì, per noi è stato un incontro davvero fortunato – aggiunge Marco - perché, grazie alla signora Tiziana, stanno ora lavorando con noi anche altre due sue conoscenti che ci daranno una mano in questa lunga stagione nella nostra azienda nella quale, oltre ai mirtilli, coltiviamo anche pesche, mele, pere, kiwi e tanto altro. Sarà dunque fondamentale, come sempre, l’apporto della manodopera per ricercare la quale AgriJob ha rappresentato per noi un eccellente strumento”.

AGRIJOB È UN SERVIZIO PER LE IMPRESE ASSOCIATE E COLORO CHE CERCANO OCCUPAZIONE IN AGRICOLTURA

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A TUTTO CAMPO

Ancora insufficienti le proposte dell’Europa CONFAGRICOLTURA DICE NO AI TAGLI E CHIEDE CHE LE RISORSE UE PER IL SETTORE SIANO CONFERMATE

“I

l miglioramento rispetto al progetto della Commissione Juncker è importante, ma il bilancio agricolo sarebbe comunque ridimensionato nei prossimi anni”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, torna sulle nuove proposte dell’Esecutivo di Bruxelles sul quadro finanziario dell’Unione per

BONUS

il periodo 2021-2027. “Con l’emergenza sanitaria l’agricoltura è stata considerata un’attività essenziale, anche dalla Commissione europea. Per una questione di visione strategica e di coerenza, le risorse finanziarie della UE per il settore devono però essere quanto meno confermate sui livelli attuali”. Invece, nonostante l’aumento an-

nunciato dalla presidente Ursula von der Leyen, le spese per la PAC a prezzi 2018 subirebbero nei prossimi sette anni una riduzione di poco inferiore al 10% nei confronti della dotazione assegnata per il periodo 2014-2020. In particolare, i fondi per gli aiuti diretti agli agricoltori e per le misure di gestione dei mercati subirebbero un taglio di oltre il 7%. Per lo sviluppo rurale la riduzione è addirittura maggiore, oltre l’11%. “A questi tagli – prosegue Giansanti - va aggiunto l’impatto negativo determinato dalle previste penalizzazioni a carico delle imprese di maggiore dimensione e della

cosiddetta convergenza esterna che danneggia, sotto forma di riduzione dei trasferimenti – i sistemi agricoli a maggiore valore aggiunto, come quello italiano”. “Le nuove proposte della Commissione sono insufficienti. Vanno integrate sotto l’aspetto finanziario e riviste sul piano operativo per tutelare la competitività delle imprese, chiamate anche a far fronte alle conseguenze della pandemia”. L’approvazione del nuovo quadro finanziario pluriennale spetta ai capi di Stato e di Governo. L’Europarlamento sarà chiamato ad approvare o a respingere, l’intesa raggiunta dal Consiglio europeo.

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Via dei Fontanili, 12 | Fossano (Cn) adv@tec-artigrafiche.it tec-artigrafiche.it Decreto Legge 17 marzo 2020, n. a18. Art. 98 - Misure straordinarie urgenti a sostegno della filiera della stampa Comma 1-ter. Limitatamente all’anno 2020, il credito d’imposta di cui al comma 1 è concesso, alle stesse condizioni ed ai medesimi soggetti ivi contemplati nella misura unica del 50 per cento del valore degli investimenti effettuati.

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Camera di Commercio Gola nuovo presidente LE CONGRATULAZIONI DI CONFAGRICOLTURA CUNEO AL SUCCESSORE DI FERRUCCIO DARDANELLO

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enerdì 22 maggio, si è insediato il nuovo Consiglio della Camera di Commercio di Cuneo composto da 24 membri in rappresentanza del mondo economico, imprenditoriale, professionale, delle organizzazioni sindacali e dei consumatori della provincia di Cuneo. Nel corso della seduta, è stato eletto alla guida dell’Ente Mauro Gola, presidente dell’Unione Industriale di Cuneo. “A lui vanno le congratulazioni più sincere da parte mia e di tutto il Consiglio della Confagricoltura di Cuneo – dichiara Enrico Allasia –. Il presidente Gola raccoglie il testimone che per 27 anni è stato di Ferruccio Dardanello a cui vanno i nostri ringraziamenti per il prezioso ed instancabile lavoro che ha

saputo svolgere per valorizzare e promuovere le attività produttive cuneesi in Italia e nel mondo. Questo passaggio di consegne avviene in un periodo storico contrassegnato dalle conseguenze economiche negative della pandemia di Covid-19 sul sistema cuneese; motivo per cui servirà intensificare il dialogo e la sinergia tra tutte le forze economiche del territorio per uscire da una situazione che ha gravi ripercussioni anche sul settore agroalimentare, da sempre il fiore all’occhiello della nostra provincia”. Il neo presidente eletto Mauro Gola ha dichiarato così il giorno della sua elezione: “Grazie ai Presidenti delle Associazioni con cui, attraverso un dialogo schietto

e approfondito, abbiamo iniziato questo percorso estremamente complesso e impegnativo. Oggi vince la compattezza del mondo economico, di imprenditori e lavoratori dei nostri territori, che significa convergere su un’idea di sviluppo: essere tutti uniti per la crescita collettiva. La coesione che emerge da questa nuova istituzione è un valore aggiunto per le nostre imprese. E la coesione non è mai un passaggio scontato”. Un nuovo consiglio camerale, ridotto nei numeri a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo 219/2016 che ha portato i consiglieri da 30 a 22, a rappresentare le oltre 80.000 imprese della Granda, cui si aggiungono 3 componenti in rappresentanza delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, delle associazioni di tutela dei consumatori e dei liberi professionisti. Per tutti gli organi della Camera di ommercio, ad eccezione del Collegio dei Revisori dei Conti, dal 2016 è prevista la gratuità della carica. “Voglio rivolgere un sentito ringra-

MAURO

GOLA Presidente Camera di Commercio di Cuneo

LA COESIONE CHE EMERGE DA QUESTA NUOVA ISTITUZIONE È UN VALORE AGGIUNTO PER LE NOSTRE IMPRESE ziamento a tutti i componenti che nel corso di questi anni hanno saputo farsi interpreti delle esigenze dei rispettivi settori di appartenenza in un clima di collaborazione appassionata e amichevole – ha dichiarato Ferruccio Dardanello, presidente uscente dell’Ente camerale – In questo nuovo inizio auguro al mio successore, collega e amico, di poter valorizzare ancora di più la nostra Camera affrontando con coraggio le difficili sfide che ci aspettano”.

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FAUNA SELVATICA

La Regione riapre la caccia di selezione, ma i danni ci sono IN QUESTI MESI I SELVATICI HANNO PROLIFERATO INDISTURBATI AGGRAVANDO DI MOLTO I PROBLEMI ALLE ATTIVITÀ AGRICOLE CUNEESI di Fabio Rubero

C

ome abbiamo avuto modo di evidenziare sullo scorso numero de L’Agricoltore Cuneese, e come tuttavia i quotidiani fatti di cronaca ci ricordano, l’emergenza sanitaria ha, di fatto, ulteriormente aggravato la già di per sé spinosa e perennemente irrisolta questione degli animali selvatici e degli ingenti danni che essi

CALENDARIO VENATORIO

Il Tar accoglie il ricorso degli ambientalisti Il 20 maggio il Tar ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste e animaliste, tra le quali LAC, LAV e Legambiente contro la Regione sul calendario venatorio. La sentenza stabilisce che “tutti i capi di fauna selvatica dovranno essere annotati immediatamente sul tesserino venatorio regionale da parte del cacciatore anche nelle aziende private di caccia”. La Regione nei prossimi giorni dovrà pubblicare il calendario venatorio 2020/2021 e le associazioni ricorrenti hanno già annunciato che vigileranno “sui comportamenti di questa Giunta regionale che ha già dato numerosi segnali di scarsa attenzione verso la tutela della fauna selvatica e ampio sostegno alle deteriori istanze del mondo venatorio”. Intanto nelle campagne i cinghiali proliferano indisturbati, ma questo a chi interessa?

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causano all’agricoltura locale. Attraverso il DGR 18-1130 dello scorso 13 marzo, infatti, la Regione aveva deliberato la sospensione della caccia di selezione, ovvero quella che si basa sul conteggio dei capi degli animali appartenenti alle specie cacciabili e sul conseguente piano di abbattimento suddiviso per classi di età (piccoli, adulti, subadulti, femmine) nonché di tutte le operazioni di monitoraggio annuale delle popolazioni di ungulati selvatici sottoposte a prelievo selettivo, svolte mediante la collaborazione di gruppi di cacciatori. Operazioni utili e necessarie al mantenimento di un adeguato equilibrio, che si sarebbero dovute protrarre fino allo scorso 3 aprile ed il cui mancato svolgimento ha portato ad un sovrappopolamento dalle inevitabili pesanti conseguenze come lo smisurato aumento degli incidenti da selvatici. Come quello del 1° giugno scorso ad Alba dove un giovane agricoltore, letteralmente caricato da un cinghiale nel suo noccioleto, ha rimediato una prognosi di 5 giorni.

Il via libera della Regione Una situazione di difficoltà crescente alla quale, la Regione ha tentato di ovviare revocando, a metà dello scorso mese di maggio, la sospensione della caccia di selezione e di consentirne l’attività nel rispetto della vigente normativa in tema di contenimento covid-19, in particolare, senza il contatto diretto fra le persone e mantenendo il distanziamento sociale. È stato così prorogato al 30 giugno il termine finale di presentazione delle domande di nuova ammissione o di ulteriore ammissione dei cacciatori

ADRIANO

ROSSO

Responsabile Confagricoltura, zona di Cuneo

POSITIVO IL PROVVEDIMENTO DELLA REGIONE, MA IL FERMO DI QUESTI MESI AVRÀ RIPERCUSSIONI IMPORTANTI negli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) e nei CA (Comprensori Alpini) ed è stato stabilito che la caccia di selezione al cinghiale ripartisse lo scorso 16 maggio con la sua conclusione programmata per il 30 giugno. “La revoca della sospensione decisa dalla Regione è naturalmente una buona notizia – commenta Adriano Rosso, responsabile zona Cuneo di Confagricoltura –, ma il fermo di questi mesi chiaramente avrà pesanti ripercussioni sul comparto agricolo. La sospensione di tutta l’attività di controllo emergenziale nelle zone agricole fatta direttamente dai coltivatori diretti con porto d’armi per sé e per i colleghi, così come l’inibizione degli interventi agli enti provinciali nei parchi (il Parco delle Alpi marittime aveva un contingente di 200/250 capi da abbattere) non potrà non lasciare pesanti strascichi. Oltretutto è evidente che ripartire ora con la caccia di selezione significa riprendere un’attività con le colture che sono in uno sviluppo vegetativo più avanzato e ciò non fa altro che aumentare le difficoltà. In pratica, rispetto agli anni scorsi, quando i risultati erano già tutt’altro che soddisfacenti, ora la situazione è ancora più critica. Basti pensare alle conseguenze a cui le attuali linee guida per il controllo dei cinghiali, avendo più che dimezzato gli abbattimenti, hanno portato”.


CONFAGRICOLTURA ALLA PROVINCIA

Chiesta la revoca della Zona di ripopolamento e cattura a San Rocco Castagnaretta (Cuneo)

A fronte delle numerose segnalazioni di aziende agricole associate circa le problematiche dovute a danni alle colture agricole provocati per lo più da cinghiali e caprioli, la Confagricoltura di Cuneo ha scritto una lettera alla Provincia di Cuneo, Ufficio Caccia, pesca, parchi e foreste, con cui chiede la revoca della Zona ripopolamento e cattura (ZRC) situata a Cuneo in località San Rocco Castagnaretta. “La situazione è divenuta ormai insostenibile, a causa della proliferazione incontrollata di cinghiali e caprioli, che ha raggiunto livelli ormai intollerabili per lo svolgimento dell’attività agricola – spiegano da Confagricoltura Cuneo -. L’incremento della popolazione di fauna selvatica nell’area era già stato favorito dall’esiguo controllo venatorio, limitato a sua volta dalle stringenti norme in materia, in quanto la ZRC è si trova all’interno dell’area protetta Parco fluviale Gesso e Stura”. Le imprese si trovano così costrette a riseminare la coltura del mais devastato ciclicamente dai cinghiali e a dover far fronte a colture orticole in pieno campo

danneggiate dai caprioli. A ciò si aggiunge la questione dei mancati rimborsi da parte della Regione relativi ai danni pregressi causati da fauna selvatica nell’area (si attendono ancora gli indennizzi degli ultimi tre anni). “Dalle informazioni giunte dai nostri associati, inoltre, non pare che siano state mai effettuate catture di specie minori (es. lepre) in una zona predisposta per questo fine e totalmente inibita a qualsiasi tipo di prelievo venatorio. Di conseguenza, viene palesemente a mancare lo scopo per cui la stessa ZRC è stata creata – prosegue l’associazione –. Questa potrebbe rappresentare anche l’occasione di ripensare le forme di contenimento degli animali selvatici, attraverso l’impiego di metodi più efficaci e in linea con le esigenze attuali dei territori”. Grazie anche all’interessamento del consigliere delegato Pietro Danna, la Provincia da parte sua ha risposto all’appello con una lettera del dirigente Alessandro Risso, mostrandosi disponibile a valutare insieme le possibili azioni da intraprendere.

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ZOOTECNIA

Uno degli oltre 800 allevamenti di suini in provincia di Cuneo

Suini, prezzi in continua discesa e allevatori in forte difficoltà IN AUMENTO INVECE LE QUOTAZIONI MEDIE AL CONSUMO, LO DICE ISMEA di Silvia Agnello

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rosegue in maniera preoccupante il trend negativo del comparto suinicolo, uno dei settori che più è stato colpito dall’emergenza Covid 19 e dalla conseguente chiusura del canale Horeca. Fortemente legata alla salumeria DOP, con il lockdown la suinicoltura italiana ha visto crollare del 40% i consumi totali. L’andamento in crescita della carne fresca ha contrastato solo in parte il fenomeno, segnando un recupero limitato al 20% e lasciando comunque fermi i prosciutti e i tagli da trasformazione industriale. Secondo la stima

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SUINI

-150.000 la riduzione dei capi macellati tra marzo e maggio in Italia

IN ITALIA di Confagricoltura, il calo della domanda e le ridotte capacità di trasformazione degli impianti, che hanno contenuto l’attività, hanno portato nel periodo compreso tra inizio marzo e inizio maggio alla macellazione di circa 150 mila capi in meno. Inevitabili le ripercus-

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sioni sul prezzo dei suini macellati, che aveva appena cominciato a risollevarsi dopo la crisi del 2019: per i capi del circuito tutelato (160 – 176 kg) si è passati dagli 1,745 €/kg del 2 gennaio all’1,152 €/ kg del 7 maggio. Nonostante la fine del lockdown la contrazione dei prezzi è continuata, arrivando ai 1,031 €/kg di fine maggio. In termini percentuali la flessione da inizio anno è del 40%. Per contro, il prezzo medio al consumo è aumentato. Secondo ISMEA, a marzo l’incremento del costo della carne suina fresca è stato del 2,3% rispetto al mese precedente e del 10,1% rispetto

allo stesso periodo del 2019. Lo stesso trend si è registrato per il crudo di Parma, in crescita sul mese precedente (+2,2%) e sullo stesso periodo dell’anno scorso (+5,6%). Queste dinamiche hanno pesato direttamente sulle tasche dei consumatori italiani in un periodo già di forte difficoltà e lasciato l’amaro in bocca agli allevatori che, invece, hanno visto i prezzi per i capi da macello destinati al circuito tutelato in forte flessione. Per la parte allevatoriale la perdita di giro d’affari è stimabile intorno ai 110 milioni di euro. “Servono interventi urgenti, ma anche una dotazione straordinaria rapportata alla situazione di emergenza per alleggerire la pressione sul mercato legata all’emergenza coronavirus, che ha avuto un forte impatto soprattutto sugli allevatori” dichiara Claudio Canali, presidente della Federazione Nazionale dei suini di Confagricoltura. Aggiunge Roberto Barge, presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo: “Vanno limitate le importazioni, privilegiando i capi nazionali; vanno raccordati prezzi e costi all’origine ed al consumo. Come filiera, dobbiamo delineare una nuova suinicoltura nazionale, ragionando di programmazione produttiva, DOP ed export delle nostre eccellenze. E bisogna farlo subito”. La FNP Allevamenti suini si è subito attivata con una analisi, nel mese di marzo, delle prime problematiche e alcune proposte di intervento.


Le proposte di Confagricoltura al Ministero Le istanze di Confagricoltura sono poi state accolte nella nota inviata da alcune Regioni al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Al Ministero della Salute è stata inoltre chiesta una deroga sui limiti di legge relativi al benessere in merito alle superfici che devono essere garantite agli animali, viste le problematiche causate dalla diminuzione delle macellazioni. “Avevamo chiesto ai Consorzi di tutela delle Dop una deroga per aumentare tempora-

neamente il peso, ma la proposta non è stata accettata – sottolinea ancora Canali –. Al Ministero delle Politiche Agricole abbiamo chiesto un rinnovo del bando per gli indigenti, a cui vanno aggiunte nuove risorse rispetto allo stanziamento iniziale annunciato di 13 milioni di euro. Un secondo intervento è quello di un trasferimento di quantitativi di carne destinati alle produzioni Dop nel canale del fresco e dei prosciutti cotti per rispondere alla grande richiesta di carne fresca del mercato. Occorrerebbe però una compensazione per i macelli, per cui

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si potrebbe attingere risorse dal fondo d’emergenza nazionale per la suinicoltura creato a dicembre 2019. Una terza misura, sollecitata a Bruxelles da Confagricoltura e portata avanti da Copa-Cogeca a nome di tutte le organizzazioni agricole europee, è quella degli aiuti agli ammassi per cosce fresche destinate alla trasformazione Dop. Si tratta di ritiri per 20 milioni di cosce”. In riferimento all’istanza alla Commissione Europea, l’istanza promossa da Copa-Cogeca prevede, a livello europeo, l’ammasso di 4.000 tonnellate di suinetti da latte da

arrosto, prevedendo un periodo di tre mesi per presentare domanda e una durata totale di 6 mesi, a 650 €/t. A questi si aggiungerebbero 20.000 tonnellate di prodotti di alta qualità, per una durata di 4-5-6 mesi, a 800 €/t.

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-40% il calo dei prezzi dei suini da inizio anno in Italia

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ZOOTECNIA

La Piemontese fa fatica vanno meglio le francesi LA RAZZA TIPICA DEL TERRITORIO PAGA IL CALO DEI CONSUMI, MENTRE CHAROLAISE E LIMOUSINE SONO PIÙ STABILI

Un allevamento di francesi in provincia di Cuneo

di Silvia Agnello

U

n ulteriore calo dei prezzi e dei volumi per la razza Piemontese. Nello scorso numero de “L’Agricoltore cuneese” avevamo dato conto di una contrazione del prezzo intorno al 10%. Da allora ad inizio giugno si è registrata un’ulteriore diminuzione globale intorno al 7-8%. Le ragioni sono varie e concatenate: sicuramente il blocco della ristorazione e, in seguito, la riapertura con numeri contingentati a cui si aggiunge un timore ancora piuttosto diffuso nel frequentare locali sono elementi che hanno influito,

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ma è anche possibile che si sia attivata una dinamica di tipo speculativo da parte dei grandi gruppi e dei macellatori. “Con i volumi in diminuzione e la conseguente contrazione del prezzo, gli allevatori sono in difficoltà – racconta Alberto Brugiafreddo, presidente della Sezione Bovini da Carne di Confagricoltura Cuneo –. Il problema del ribasso è marcato soprattutto sui maschi mentre sulle femmine e sulle vacche c’è più stabilità”. Meno critica invece la situazione delle razze francesi. Grazie al costo al consumatore più contenuto, il posizionamento sulla filiera

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della grande distribuzione ha contenuto la variazione dei prezzi rispetto allo scorso anno. A soffrire un po’ di più, soprattutto nel prezzo è stata la Charolaise, mentre per la Limousine la situazione è abbastanza stabile. Racconta Claudio Gastaldi, titolare insieme al fratello Massimo di una azienda che a Vottignasco

conta 1.100 capi, per lo più di razza Limousine: “Al momento non abbiamo subito particolari stress né sui volumi né sui prezzi. Anche per quanto riguarda i capi che arrivano dalla Francia, che noi prendiamo già svezzati, siamo in linea con i costi dello scorso anno, forse addirittura qualche centesimo in meno. Nel mese di maggio il prezzo si è tenuto sui 2,70 €/kg, a inizio giugno siamo scesi a 2,65, con la prospettiva di una ulteriore contrazione per le settimane successive. Si tratta di un andamento abbastanza normale per il

periodo: maggio e giugno per queste qualità sono sempre i mesi più difficili. Normalmente con l’avvio della stagione turistica la tendenza si inverte, complice anche la domanda di spalla anteriore da parte del mercato greco. Vero è che quest’anno ci sono molte incognite su come andrà il turismo... Già con il lockdown è venuto meno il canale delle crociere, che prima dell’emergenza mi ritirava in media 18 tori a settimana. Per fortuna, al momento, a compensare c’è stata una maggiore richiesta da parte dei supermercati”.

Latte, prezzo troppo basso “SERVONO UNA TABELLA UNICA E PIÙ VIGILANZA SULLA GDO”

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produttori di latte continuano a soffrire gli effetti dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Per discutere di questa delicata situazione nel mese di maggio la Regione ha convocato il Tavolo latte che, tuttavia, non ha prodotto purtroppo alcun risultato concreto. “Chiediamo che si inizi a ragionare sulla base di una tabella qualità unica per tutto il latte piemontese e non diversa da caseificio a caseificio, come avviene ora, rendendo di fatto più semplice la comparazione dei prezzi applicati agli allevatori e la valutazione complessiva della situazione. Inoltre, anche nel comparto lattiero caseario assistiamo da mesi al crollo dei prezzi

all’origine della materia prima, mentre i prezzi al consumo continuano ad essere sostenuti – sottolinea il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. Ciò significa che né i produttori, né i consumatori finali sono tutelati proprio in un momento di particolare difficoltà. Motivo che ci spinge a sollecitare gli organi competenti a vigilare attentamente sull’operato della Grande Distribuzione Organizzata affinché si eviti ogni forma di speculazione sulle spalle degli attori più deboli della filiera”. Nel primo trimestre 2020, nonostante il calo di importazioni di latte, a causa blocco del canale Ho.Re. Ca, si è registrata una contrazione dei


La filiera avicola è virtuosa e sostenibile LETTERA DI ORESTE MASSIMINO DOPO I CONTINUI ATTACCHI MEDIATICI

I

ORESTE

MASSIMINO Presidente della FNP Allevamenti Avicoli di Confagricoltura

l presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo e Piemonte e della Federazione di prodotto nazionale, Oreste Massimino, nelle scorse settimane ha inviato una lettera ai giornali per rimarcare come l’allevamento di volatili da carne e per la produzione di uova sia un’attività virtuosa, responsabile e sostenibile. La pubblichiamo qui di fianco.

consumi che ha modificato il mercato: sono diminuite le vendite di prodotto fresco, mentre è aumentata la trasformazione dei prodotti e la produzione dei formaggi. Inoltre, complice la crisi economica delle famiglie, sono aumentate le importazioni di latticini e formaggi a basso prezzo. Il prezzo del latte alla stalla è diminuito del 15% ad aprile rispetto a marzo, ma i consumatori non ne hanno tratto nessun beneficio e gli allevatori hanno dovuto comprimere i loro margini, lavorando sotto il costo di produzione. “Abbiamo proposto alla Regione – spiega il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – di favorire una miglior trasparenza della filiera per garantire la correttezza dei pagamenti. Abbiamo inoltre chiesto alla Regione di coinvolgere nel confronto la distribuzione, per evitare di creare posizioni dominanti in grado di condizionare il mercato”. Confagricoltura ritiene che sia indispensabile proseguire il confronto nella filiera, chiedendo in modo unitario al Governo e all’Unione Europea un intervento straordinario per uscire da questa emergenza.

“Gentile Direttore, ritengo opportuno, in questo periodo di quotidiano attacco mediatico alla zootecnia, fare alcune precisazioni almeno per il settore che mi vede direttamente coinvolto, l’avicoltura. Non passa giorno senza che si metta in discussione l’allevamento degli animali, additandolo come causa di tutti i mali. Si è persino arrivati, da parte di persone o meglio di lobby che ritengono di avere su tutto la verità in tasca, a collegare l’allevamento alla pandemia e alla sua diffusione. Sono persone che, da un giorno all’altro, si atteggiano ad esperti di finanza, di politica, di agricoltura e di qualunque altro argomento possa attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. E questo avviene sovente anche tramite la televisione pubblica, pagata anche con i soldi degli allevatori, e senza che vi possa essere contradditorio. Mi trovo quindi costretto a ribadire che la filiera avicola è: virtuosa, responsabile e sostenibile. È virtuosa perché opera nel pieno rispetto delle direttive codificate dalla Comunità Europea sul benessere animale. Viene applicato il principio che gli animali, per poter esprimere tutte le loro potenzialità e produrre reddito, debbano essere messi nelle migliori condizioni di vita. La maggior parte degli allevamenti sono ormai a ventilazione forzata e garantiscono, all’interno dei capannoni, temperatura controllata e valori di anidride carbonica e ammoniaca entro i limiti imposti dalla direttiva sul benessere. Lo hanno constatato anche gli studenti dell’Università di Pollenzo durante una loro visita in un allevamento. La filiera è virtuosa anche perché la pollina, oltre ad essere un ottimo fertilizzante per i campi, è sempre più richiesta dagli impianti di biogas, contribuendo così alla produzione di energia pulita. È responsabile perché nel 2018, a fronte di poco meno di 9.000 controlli ufficiali effettuati dall’autorità sanitaria, la positività per la ricerca di residui nelle carni e stata ZERO. Parimenti, l’uso degli antibiotici, che vengono utilizzati solo per le terapie e sempre sotto stretto controllo veterinario rispettando i tempi di sospensione, è calato in questi ultimi anni di oltre l’82%. Ciò, grazie al miglioramento degli ambienti, ai nuovi metodi di profilassi vaccinale, alle rigorose misure di biosicurezza instaurate. È sostenibile perché l’avicoltura è il settore zootecnico con il più basso rapporto fra alimento consumato e accrescimento. Mentre negli anni ‘70 erano necessari più di 3 kg di alimento per produrre 1 kg di carne, oggi, grazie alla costante selezione genetica, ne bastano 1,6- 1,7. Ciò significa che per produrre lo stesso quantitativo di carne basta quasi la metà dei cereali e quindi la metà di territorio coltivato, la metà di acqua per irrigarlo e la metà di fertilizzanti. Per ogni 2 punti di riduzione di indice di conversione si risparmiano circa 250.000 ettari di suolo coltivato. Segnalo, infine, che l’avicoltura muove mezzo punto di PIL e che negli ultimi anni l’agricoltura italiana ha ridotto le sue emissioni del 13%. Stando ai dati del 2018, presentati dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) attraverso due rapporti, il National Inventory Report 2020 e l’Informative Inventory Report 2020, la zootecnia incide solo per il 6,5% del totale delle emissioni prodotte dal nostro Paese e tra le varie categorie di animali, gli avicoli pesano solo per il 3,3% sul totale delle emissioni zootecniche”.

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VITIVINICOLTURA

Vino, non è più il tempo delle discussioni: occorre agire CONTINUA IL PRESSING DI CONFAGRICOLTURA VERSO STATO E REGIONE: È NECESSARIO AUMENTARE LE RISORSE PER IL COMPARTO di Gilberto Manfrin

COMPARTO VINO

-300mln

riduzione del fatturato del comparto vino in Piemonte nel I trim. 2020 [Ansa]

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IN PIEMONTE

on la chiusura dei mercati non solo a livello nazionale e la netta contrazione dei consumi, nonché la cancellazione di molti ordinativi, l’intero mondo del vino provinciale e regionale rischia di finire in ginocchio. Il Piemonte vitivinicolo valeva prima dell’emergenza oltre 2 miliardi di euro, per il 50% legati all’export (dati “IlSole24Ore”). Un colosso fatto di grandi realtà, capaci di conquistare i mercati internazionali, e di moltissime piccole aziende che oggi sono in seria difficoltà. Come riportato dall’Ansa alcuni giorni fa, il Coronavirus ha già provocato una riduzione del fatturato stimata in 300 milioni di euro, e questo solo nei primi quattro mesi del 2020. La chiusura del canale Horeca ha causato un’insostenibile contrazione delle vendite per molte aziende, solo in parte attenuata dai flussi nella grande distribuzione. Il futuro del comparto, insomma, è a serio rischio.

Confagricoltura in prima linea Al fianco delle proprie aziende si è schierata ancora una volta la Confagricoltura, che nelle scorse settimane ha più volte allacciato rapporti

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con la Regione Piemonte per discutere sulle misure da adottare per far fronte alle difficoltà che si sono create in seguito alla pandemia. Anche nel corso dell’ultimo tavolo regionale svoltosi lo scorso 8 giugno, l’organizzazione agricola non ha mancato di fare sentire la sua voce sottoponendo alcune proposte di rilancio per il settore. Queste le richieste: • attivazione della distillazione di crisi anche per i vini a denominazione (oggi non prevista dal decreto nazionale); • riduzione volontaria delle rese in vigneto (vendemmia verde) previo un contributo finanziario dal DL Rilancio con una dotazione di circa 900-1000 euro/ha per i vini DOC e DOCG; • ipotesi di riduzione delle rese del 10-15% per le sole tipologie di vini particolarmente in crisi; • aiuto allo stoccaggio privato con contributi volti a sostenere gli oneri dell’intervento. “Sono misure concrete, pensate per sostenere il più possibile le aziende - dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Per far fronte a questa difficile situazione, si stanno discutendo misure ed interventi su scala nazionale e regionale. E noi non mancheremo di farci sentire”.

Maggior contributo nazionale A livello nazionale, il Governo con il DL Rilancio ha stanziato 100milioni di euro per le imprese viticole (in Francia, solo per un confronto, ne sono stati stanziati 170 per aiutare i viticoltori, ndr) che volontariamente si impegnino a ridurre

la produzione di uva destinata a vini DOP e IGP di almeno il 15% rispetto al valore medio delle quantità prodotte dall’azienda stessa negli ultimi cinque anni, oltre che per la distillazione di crisi per ora riservata solo a vini senza DOP e IGP (ex “da tavola”). Forte la disapprovazione da parte di Confagricoltura. “A livello regionale - aggiunge Gianluca Demaria, presidente della sezione Vitivinicola di Confagricoltura Piemonte - si ipotizza una dotazione di 4+4milioni di euro su un bando PSR. A questo proposito, abbiamo da subito manifestato perplessità sulla scarsità delle risorse per un settore così importante per l’economia piemontese, il cui tracollo comporterebbe gravi ripercussioni non solo nell’ambito della produzione primaria, ma anche sotto l’aspetto turistico e della ristorazione. Abbiamo chiesto alle istituzioni un maggior sostegno per il vitivinicolo, comparto che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy, non soltanto per il primato mondiale dei volumi produttivi, ma soprattutto per il significato che tutto ciò rappresenta in termini economici, occupazionali, culturali e paesaggistici”.

La viticoltura piemontese è più dispendiosa di altre Un comparto, quello vitivinicolo piemontese, che è anche particolarmente oneroso. “Ciò che dobbiamo impegnarci, tutti insieme, è far comprendere al Ministero che la nostra viticoltura è dispendiosa - afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte -. Solo per fare un esempio: per coltivare un ettaro di vigneto in Piemonte occorrono mediamente 600 ore di lavoro all’anno, mentre in altre realtà di pianura completamente meccanizzate, le ore di lavoro scendono a 90 e, in alcuni casi, addirittura sotto le 50 per ettaro. È indispensabile tener conto di questa specificità, per evitare che la nostra viticoltura venga penalizzata”. Una cosa è certa: occorre intervenire con decisioni rapide in quanto la vendemmia 2020 è ormai alle porte.


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RIDUZIONE DI 2/3 DEI RICAVI: IN ARRIVO CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO PER LE IMPRESE Il Supplemento Ordinario n. 21 alla Gazzetta Ufficiale n. 128 del 19 maggio, pubblica il Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonchè di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

A chi spetta

Il provvedimento, all’articolo 25, prevede un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, comprese le imprese esercenti attività agricola o commerciale, anche se svolte in forma di impresa cooperativa, con fatturato inferiore a 5 milioni di euro nell’ultimo periodo d’imposta. In altri termini, il legislatore ha individuato tre tipologie di soggetti che possono beneficiare

del contributo in questione: le imprese commerciali; le imprese agricole e i lavoratori autonomi.

Cosa prevede

Il contributo spetta se l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 è stato inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Per i soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019, il contributo spetta anche in assenza del requisito del calo di fatturato/ corrispettivi.

Come si determina il contributo

L’ammontare del contributo è determinato in percentuale rispetto alla differenza riscontrata, come segue: · 20% per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a 400.000 euro

nell’ultimo periodo d’imposta; · 15% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400.000 euro e fino a 1 milione di euro nell’ultimo periodo d’imposta; · 10% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro nell’ultimo periodo d’imposta. Il contributo non concorrerà alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi e sarà erogato, nella seconda metà di giugno, dall’Agenzia delle Entrate mediante accreditamento diretto in conto corrente bancario o postale intestato al beneficiario. Per informazioni e per il calcolo del contributo contattare gli Uffici Fiscali di Confagricoltura Cuneo.

PRESTITI DI CONDUZIONE AZIENDALE, C’È TEMPO FINO AL 30 GIUGNO PER LA DOMANDA Entro il 30 giugno è possibile presentare le domande per il prestito di conduzione aziendale.

Beneficiari Possono beneficiare dell’aiuto le imprese condotte da imprenditori agricoli singoli e da altre forme associate composte da meno di cinque imprenditori agricoli, iscritte al Registro delle Imprese, che rispettino le norme in materia di previdenza agricola, che risultino in possesso di Partita IVA per il settore agricolo e che abbiano costituito il fascicolo aziendale.

Importo ammissibile L’importo del prestito di conduzione ammissibile a finanziamento dovrà essere compreso tra un minimo di 5.000 e un massimo di 80.000 euro, rapportato alla superficie e agli animali allevati. Il contributo regionale negli interessi è ordinariamente fissato nell’1% per le imprese ubicate in zona di pianura o di collina e nell’1,5% per quelle ubicate in zona di montagna. Tuttavia, qualora le risorse destinate al bando non fossero sufficienti a soddisfare tutte le istanze pervenute, prima di applicare le priorità previste, la Regione ridurrà il contributo regionale negli interessi, limitandolo fino allo 0,6% per le imprese ubicate in zona di pianura o di collina e fino al 1,1% per quelle ubicate in zona di montagna. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

INSERTO TECNICO

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DICHIARAZIONE DEI REDDITI: C’È TEMPO FINO AL 31 LUGLIO L’emergenza sanitaria in corso ha spostato la data per la consegna dei documenti necessari alla dichiarazione dei redditi. I documenti potranno essere consegnati fino al 31 luglio 2020. Per la consegna si invitano i contribuenti a fissare appuntamento telefonico presso la sede di Confagricoltura Cuneo più comoda.

DICHIARAZIONE PRECOMPILATA L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione anche quest’anno la dichiarazione precompilata comprensiva di alcuni dati che andranno verificati ed eventualmente integrati (spese mediche, spese di istruzione e altri oneri detraibili o deducibili). Gli uffici Caf di Confagricoltura Cuneo saranno a disposizione per acquisire i dati della dichiarazione precompilata al fine di effettuare i dovuti controlli per fruire di tutte le agevolazioni fiscali previste. È sufficiente compilare il modello di delega e consegnarlo con il documento di identità”.

CHI PUÒ UTILIZZARLO Possono utilizzare il Mod. 730 i contribuenti che nel 2019 sono stati: • lavoratori dipendenti o pen-

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INSERTO TECNICO

sionati; • soggetti che percepiscono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente • soggetti che percepiscono indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente (quali il trattamento di integrazione salariale, l’indennità di mobilità, ecc.); • soci di cooperative di produzione e lavoro, di servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e di piccola pesca; • soggetti impegnati in lavori socialmente utili; • soggetti con contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo inferiore all’anno; • soggetti con redditi definiti redditi di collaborazione coordinata e continuativa; • eredi di soggetti deceduti nel 2019 o entro il 23/07/2020 Anche i soggetti che devono presentare la dichiarazione per conto delle persone incapaci, compresi i minori, possono utilizzare il 730, se per questi contribuenti ricorrono le condizioni sopra indicate.

REDDITI DA DICHIARARE Il Mod. 730 può essere utilizzato per dichiarare le seguenti tipologie di reddito, possedute nel 2019: • redditi di lavoro dipendente; • redditi assimilati a quelli di

lavoro dipendente; • redditi di terreni e fabbricati; • redditi di capitale; • redditi di lavoro autonomo per cui non è richiesta p. IVA; • alcuni redditi diversi e redditi assoggettabili a tassazione separata.

COME SI PRESENTA Chi si rivolge al CAF Confagricoltura può consegnare il modello già compilato oppure chiedere assistenza per la compilazione. Nel caso in cui la dichiarazione venga presentata al CAF debitamente compilata con allegate fotocopie della relativa documentazione, sarà dovuto un compenso minore. In ogni caso il contribuente deve esibire al CAF la documentazione necessaria per permettere la verifica della conformità dei dati esposti nella dichiarazione. Per quanto riguarda gli oneri, deve essere esibita la documentazione idonea a consentire la verifica del diritto al riconoscimento degli stessi nei limiti e alle condizioni previsti dalla normativa.

DOCUMENTI NECESSARI • atto di acquisto e di stipula del mutuo, parcelle notarili per acquisto dell’abitazione principale anche se relativi ad anni antecedenti il 2019; • codice fiscale di: contribuente, coniuge e famigliari a carico; • CU 2020 relativo a somme percepite nel 2019; • assegni periodici corrisposti

al coniuge; • copia Mod. 730 o UNICO 2019 se non redatto presso gli uffici Confagricoltura; • atti notarili relativi a vendite e/o acquisti di terreni o fabbricati anno 2019; • contratti di affitto per fabbricati locati e relativi estremi di registrazione; • spese mediche datate 2019; • scontrini fiscali farmacie solo con codice fiscale del contribuente e familiare a carico, natura e quantità del farmaco acquistato nel 2019; • rate mutui su fabbricati pagati nel 2019; • ricevute di pagamento interessi passivi per mutui agrari anno 2019; • ricevute di versamento premi assicurazione sulla vita o contro infortuni anno 2019; • ricevute di pagamento contributi previdenziali e assistenziali, e i versamenti dei contributi per previdenza complementare; • mod. RAD per coloro che possiedono azioni (dividendi) e che non hanno optato per la ritenuta alla fonte; • certificazioni relative a collaborazioni o gettoni di presenze anno 2019; • eventuale certificazione Inail per indennità temporanea (infortunio) o Cassa Edile 2019; • fatture o ricevute per spese funebri, veterinarie, istruzione, attività sportive praticate dai ragazzi e contributi volontari a favore di Istituzioni Religiose o Paesi in via di sviluppo (ONLUS, ONG) sostenute nel 2019; • attestati di versamento contributi previdenziali e assistenziali versati per gli addetti ai

servizi domestici e all’assistenza personale o familiare anno 2019 (badanti, colf); • attestati di versamento degli acconti d’imposta (Md. F24) eseguiti direttamente dal contribuente anno 2019; • per le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio: ricevute dei bonifici bancari, quietanze di pagamento degli oneri di urbanizzazione, attestati di versamento delle ritenute operate dal condominio sui compensi dei professionisti, nonché le quietanze rilasciate dal condominio attestante il pagamento delle spese imputate al singolo condomino; • ricevuta postale della raccomandata con la quale è stata trasmessa al Centro Servizio delle Imposte Dirette e Indirette competente la comunicazione della data di inizio lavori limitatamente ai lavori iniziati prima del 14 maggio 2011; • copie fatture e pagamenti per sistemazioni aree verdi; • calcolo IMU dovuta per il 2019, se non effettuato presso gli uffici Confagricoltura. Alla dichiarazione deve essere allegata copia della documentazione, da conservare in originale dal contribuente per il periodo entro cui l’amministrazione ha facoltà di richiederla e cioè, per la dichiarazione di quest’anno, fino al 31 dicembre 2025. Il contribuente deve, inoltre, presentare al CAF la scheda per la scelta dell’8 per mille, del 5 per mille e del 2 per mille (Mod. 730-1), anche se non espressa la scelta.


AUTORIZZAZIONI IMPIANTO E REIMPIANTO VIGNETI La Regione Piemonte ha definito le modalità di proroga delle autorizzazioni all’impianto e al reimpianto a seguito dell’emergenza COVID-19. Di seguito le novità sul potenziale viticolo: 1 - Tutte le autorizzazioni in scadenza nel 2020 sia di reimpianto che di nuovo impianto vigneto (comprese quelle in scadenza nel 2019 già prorogate al 2020) ver-

ranno prorogate in automatico di un anno rispetto alla loro naturale scadenza. 2 - Tutti i possessori di autorizzazioni di nuovo impianto rilasciate nel 2016 e 2017 in scadenza rispettivamente a maggio 2020 e giugno 2020 che vogliono rinunciare in toto all’autorizzazione concessa senza incappare nelle sanzioni come previste dal art. 89 del Reg. UE

1306/2013 ; dovranno comunicarlo al settore agricoltura della Regione Piemonte entro il 31 dicembre 2020. 3 - I viticoltori che intendono beneficiare della proroga di un anno per realizzare un estirpo in scadenza nel 2020 (legato ad un reimpianto anticipato) dovranno comunicarlo al settore agricoltura della Regione al più presto. 4 - La Regione Piemonte ha prorogato la scadenza delle assegnazioni al 31 luglio 2021. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

Certificazione animali morti Il Settore Prevenzione Veterinaria della Regione Piemonte conferma la non obbligatorietà della certificazione veterinaria anche per la movimentazione degli animali morti diversi dai macellati per consumo umano, fatta eccezione per le seguenti tre casistiche: - animali “sospetti” per la presenza di sintomi clinici; - animali positivi al test diagnostico rapido specifico, nella fase di attesa della conferma da parte del centro di referenza (le parti degli animali sottoposti al test rapido possono essere eliminate prima dell’esito del test direttamente come rifiuti mediante incenerimento o trasformate; - animali movimentati verso impianti di trasformazione o di transito che effettuano il recupero delle pelli. Per informazioni contattare i CAA di Confagricoltura

ABILITAZIONE DI MACCHINE AGRICOLE Ribus. Bus in prem. Boreperum doloreh enimil molestem derunt eaquae volendita venda explab intotatet audaeptatat. Abo. Sequati volorpos et eiur? Dae. Et andae sum solupissed quiatiisqui optusti volorio. Onsequide pre ese volori ptusti ssumeniscil magnist exceatur sit volorio. Onsequide pre ese volori veniendiatur a doluptatur mincimus a sint. Hit odis parchicate: • ipsanducimi, entur, soluptatium fugitia intis eatquam, ut odit modist magnimusdae doluptatat laborio • volorrum es solo iniet est que liqui omnientemod earum evendentota doluptat faccati orescia eceaqui

Cum que molecate porrovid que pore pore et dolorehendes ad quiae. Epudaest ute porrum eius Ribus. Bus in prem. Boreperum doloreh enimil molestem derunt eaquae volendita venda explab intotatet audaeptatat. Abo. Sequati volorpos

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PATRONATO ENAPA/ REDDITO DI EMERGENZA, DOMANDE ENTRO IL 30 GIUGNO L’articolo 82 del Decreto Rilancio ha istituito il Reddito di emergenza – REm, una misura straordinaria di sostegno al reddito per supportare i nuclei familiari in difficoltà economica per effetto dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

A quanto ammonta Sono previsti sussidi per

due mesi, di importo compreso tra un minimo di 400 euro fino a un massimo di 800 euro. Il calcolo della cifra viene svolto in base al numero dei componenti del nucleo familiare richiedente secondo una scala di equivalenza (indicata sul modulo ISEE). In ogni caso non può superare il valore massimo di 800 euro a nucleo familiare.

In presenza di un componente in condizioni di disabilità grave si può arrivare a un massimo della scala di equivalenza di 2,1 cioè 840 euro totali. Viene erogato in due rate di pari importo a decorrere dal mese in cui si presenta la domanda. Quindi, per fare un esempio, se si presenta la domanda per il Reddito di emergenza a giugno si

riceveranno le mensilità di giugno e luglio.

ogni componente della famiglia. Reddito di famiglia inferiore al Rem calcolato.

I requisiti

Per poter ottenere il Reddito di emergenza 2020 è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti: • chi richiede il sussidio deve avere la residenza in Italia; • Isee fino a 15.000 euro • Patrimonio mobiliare di famiglia inferiore a 10.000 euro (in riferimento al 2019); il tetto può essere esteso fino a 20.000 euro considerando 5.000 euro in più per

Come richiederlo Il REm potrà essere richiesto all’Inps, esclusivamente on line, entro il termine perentorio del 30 giugno 2020. Il Patronato ENAPA – Confagricoltura è a disposizione degli interessati per l’inoltro della pratica. Chiamare o scrivere agli uffici presenti su tutto il territorio provinciale per ricevere informazioni o per prenotare un appuntamento.

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VITIVINICOLTURA

CONTRASSEGNI

+5%

% di incremento delle fascette consegnate rispetto al primo trimestre 2019

NEI PRIMI 4 MESI di Gilberto Manfrin

U

n testimonial d’eccezione per due vini d’eccezione. È iniziata a fine maggio su Sky e Now Tv la sesta stagione di “Alessandro Borghese Kitchen Sound”, format televisivo di ricette presentato dal noto chef. Quest’anno il programma vede per protagonisti anche l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti Docg come eccellenze del Made in Italy, inseriti in un contesto che tende a valorizzare la cultura gastronomica italiana con piatti che nascono dall’estro creativo di Borghese e da quello dei suoi ospiti. Le prime 10 puntate sono andate in onda a inizio giugno, altrettante sono in programma in autunno. È possibile rivederle nelle sezioni video de www.ilsole24ore.com, www. mixerplanet.com e RDS 100% Grandi Successi.

Una nuova comunicazione “Questo era il momento ideale per comunicare cosa sono l’Asti e il Moscato d’Asti Docg - dice Stefano Ricagno, vice presidente del Consorzio -. E non è solo per l’emergenza che stiamo vivendo oggi che, comunque, ha e avrà il suo peso su società e mercati. Il fatto è che l’Asti e il Moscato d’Asti Docg avevano, hanno e avranno bisogno sempre di più di una voce forte, nuova e autorevole che rimarchi quella leadership che è sempre stata riconosciuta alla denominazione”. GUARDA LO SPOT

Asti Spumante, Moscato d’Asti Docg e lo chef Alessandro Borghese insieme nel nuovo spot Tv

Il Consorzio dell’Asti va in tv e reagisce al calo delle vendite COMPLICE IL COVID, NUMERI IN FLESSIONE DEL 3,6% SUL MERCATO INTERNO. IL RILANCIO AFFIDATO ALLO CHEF ALESSANDRO BORGHESE Nei dettagli la promozione avviata dal Consorzio durerà un anno, ma si pensa già di prorogarla per altri 12 mesi. Alla promozione in tv si affianca anche un’ampia attività di promozione sui social media.

Fascette su, vendite giù Se nel piccolo schermo le due bollicine “frizzano”, qual è invece il loro stato di salute sul mercato? “I primi quattro mesi dell’anno hanno retto bene - dice ancora Ricagno -. La consegna di fascette consegnate, soprattutto grazie all’Asti, è salita del 5% rispetto al 2019. Bisogna capire se questa situazione si protrarrà anche nei prossimi mesi alla stregua della richiesta dei mercati”. Che in effetti, fanno la differenza: nonostante una più elevata distribuzione di contrassegni, le vendite nel primo trimestre 2020 sono in leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2019. Complessivamente, complice la pandemia da Coronavirus, le vendite di Asti e Moscato d’Asti Docg sono passate da 13,6 milioni di bottiglie a 13,1 milioni (-3,6%).

piena pandemia, abbiamo avuto segnali rassicuranti anche dal mercato asiatico”.

Gdo trainante Con il blocco imposto dal Coronavirus, si è rivelato determinante sul mercato il canale vendita della Gdo: “Asti e Moscato si ‘piazzano’ sui mercati soprattutto grazie alla grande distribuzione e nelle settimane di lockdown la cosa si è rivelata un punto di forza - spiega Ricagno -. Vero è che a soffrire di più sono stati i piccoli produttori di Moscato che vendono nel canale Horeca e che hanno pagato pegno anche per lo spegnersi dell’enoturismo”. Intanto si guarda già alla prossima vendemmia, con un po’ di timore: “Cercheremo di capire sulla base dell’evolversi del mercato e dei fondi che saranno stanziati a livello nazionale e regionale quale misura sarà più consona alle necessità della denominazione”.

Bene Russia e Stati Uniti Ma la presenza multicanale della denominazione nel mondo fa guardare con ottimismo al futuro, soprattutto sul fronte estero. Stati Uniti e Russia si confermano i due mercati leader per le vendite: in questi due Stati, le due tipologie insieme fanno segnare un incremento del 4,79% sul mercato a stelle e strisce (volano per il Moscato d’Asti) e del 15,78% su quello russo. “La domanda di vino dalla Russia non è mai scesa - prosegue Ricagno -, mentre ad aprile, seppur in

Alessandro Borghese, testimonial di Asti e Moscato d’Asti DOCG

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TURISMO RURALE

Agriturismi, la ripartenza è in salita LE DIFFICOLTÀ NELLE PAROLE DI TRE STRUTTURE CHE HANNO RIAPERTO IN PROVINCIA DI CUNEO di Silvia Agnello

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opo più di due mesi di lockdown, “il via” per gli agriturismi è arrivato al 18 maggio. Come per molti altri settori e per quello turistico in particolare, la ripartenza è risultata critica. L’adeguamento alle nuove norme di sicurezza sanitaria si è rivelato essere un disagio tutto sommato marginale rispetto al vero problema che le strutture in tutta Italia si trovano ad affrontare: il crollo della domanda. Per il 2020, sull’intero territorio nazionale, ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare stima una riduzione complessiva del fat-

BONUS PIEMONTE

turato per il settore pari al 65%. A pesare è in primis il tracollo della domanda internazionale, prima voce di attività per gli agriturismi con un 59% dei pernottamenti complessivi. A questa componente si aggiunge la caduta della domanda interna: sono completamente saltati sia il periodo pasquale sia i ponti della primavera, con effetti stimabili in una perdita pari al 40-50% della quota annua derivante da ospiti italiani. Infine, sempre da un punto di vista della domanda interna, vanno aggiunti i mancati incassi dovuti alla cancellazione delle visite nei 1.500

Tentativi di riapertura nel Cuneese Le strutture della Granda incontrano le stesse difficoltà che sono descritte a livello nazionale, come emerge chiaramente dalle testimonianze che abbiamo raccolto in diverse zone della nostra provincia. A Riforano, nel comune di Morozzo, Mario Sarale conduce insieme ai fratelli ‘La Bottera Farm’, azienda che comprende ristorazione, struttura ricettiva, allevamenti e attività casearia. La ripartenza del loro agriturismo non è stato possibile fino al 5 di giugno, dopo ben 90 giorni di chiusura: “Abbiamo dovuto aspettare di avere una base minima di prenotazioni. Teniamo conto che, avendo anche dei dipendenti, aprire vuol dire cominciare a sostenere spese. Le nuove

disposizioni non ci hanno creato particolari difficoltà: avendo anche un caseificio siamo abituati all’uso di guanti, mascherine e gel e, per quanto riguarda il distanziamento, abbiamo spazi ampi sia negli interni che all’esterno. La criticità è un’altra: che le persone tornino all’abitudine del ‘mangiare fuori’. Abbiamo bisogno che riprenda il turismo internazionale che è stato azzerato, ma anche della clientela locale. Nella zona cuneese, oltre che sugli stranieri, l’attività viveva sulle ‘tavolate’ in occasione di battesimi, comunioni e cresime. È importante che anche questo segmento torni attivo. Per fortuna abbiamo qualche richiesta per le cene di fine anno scolastico, così come sembra essere nato un nuovo mercato domestico per la ricettività, che vede protagoniste le famiglie che vivono in città alla ricerca della natura e della tranquillità assoluta della campagna coniugate alla disponibilità di una buona rete wi fi che permetta loro

Dopo l’intervento di Confagricoltura si va verso una soluzione

Sembra avviarsi verso una soluzione il problema della mancata erogazione agli agriturismi del Bonus Piemonte di 2.500euro destinato alle aziende che esercitano ristorazione e che sono rimaste bloccate dal lockdown. Il 5 giugno, nel corso di un incontro a cui ha partecipato per Confagricoltura Piemonte il segretario regionale di Agriturist Paolo Bertolotto, il governatore Alberto Cirio, l’assessore al turismo Vittoria Poggio e l›assessore all›agricoltura Marco Protopapa hanno confermato l’impegno dell’amministrazione di superare le difficoltà tecniche e burocratiche che hanno finora impedito la concessione del contributo, dovute al codice ATECO prevalente che per gli agriturismi è quello di attività agricola.

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agriturismi che sono anche fattorie didattiche. La stima sull’intero Paese è di quasi un miliardo di euro di perdite.

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“Grazie alla conferma dell’impegno della Regione, che abbiamo sollecitato con spirito costruttivo nelle scorse settimane - commenta Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte - si sono poste le basi per giungere a una soluzione positiva della vertenza che dovrebbe far sì che entro l’estate, ci auguriamo, tutte le aziende agrituristiche che effettuano ristorazione possano ottenere il bonus previsto dal Riparti-Piemonte. È un sostegno che apprezziamo, non soltanto sotto il profilo economico, ma anche dal punto di vista dell’attenzione che la Regione dimostra verso un comparto importante che contribuisce in modo rilevante allo sviluppo dell’agricoltura, turismo e dell’economia del territorio”.


Sono oltre 400 le strutture agrituristiche in provincia di Cuneo

di lavorare e di seguire le lezioni a distanza. Nonostante questi timidi segnali, la strada che abbiamo davanti è in salita. Considero i mesi di giugno, luglio e agosto un po’ come un periodo di rodaggio, nella speranza di ripartire a pieno ritmo nell’autunno”. A Cherasco, dal 2009, Marica Bevione e suo marito sono impegnati nell’accoglienza degli ospiti nel loro ‘Agriturimo Isorella’, che offre possibilità di pernottamento in bilocali, ristorazione, piscina, parco giochi e attività esperienziali legate alle scuderie e all’attività agricola. Hanno riaperto la struttura il 30 maggio: “Una ripartenza molto lenta – racconta Marica –. Prima dell’emergenza potevamo accogliere fino a settanta persone, nel week end del 2 giugno avevamo sempre tutto esaurito. Quest’anno abbiamo avuto dai cinque ai quindici coperti a pasto. Abbiamo

scelto di aprire comunque, per far sapere che siamo di nuovo attivi. Noi lavoriamo molto con il turismo straniero, sia in collaborazione con tour operator sia tramite portali di prenotazione. Questo segmento è totalmente azzerato per tutti i prossimi mesi. Speriamo nella clientela italiana, da cui riceviamo parecchie richieste di informazioni, ma finora sono ben poche quelle che si sono concretizzate in prenotazioni. È un chiaro segnale che la voglia di uscire c’è, ma c’è anche molto timore, oltre che una situazione economica che per molti è diventata critica e ha portato in secondo piano la programmazione di vacanze. Gli adeguamenti che abbiamo dovuto apportare per garantire la sicurezza sanitaria non hanno causato particolari difficoltà dal punto di vista tecnico, ma comportano una bella mole di lavoro in più: controllo costante del rispetto delle distanze, conti-

nua disinfezione delle sdraio, dei bagni, di porte e maniglie, colazioni servite al tavolo… Sono invece molto delusa sulla questione degli aiuti. Dopo tanti proclami, a parte i seicento euro iniziali, non abbiamo avuto alcuna agevolazione, né come finanziamenti dalle banche a garanzia statale, né come bonus della Regione Piemonte e anche ai finanziamenti Ismea sono stati in pochi ad avervi avuto accesso”. A Bagnolo Piemonte il 18 maggio Silvia Albertengo ha riaperto il suo agriturismo ‘Ai Prüsot’. Si tratta di una struttura “giovane”, attiva da circa un anno e mezzo, che offre pernottamento

e prima colazione. “Il primo anno avevo lavorato bene – racconta -. Erano stati tanti gli stranieri, soprattutto escursionisti britannici che arrivavano per il giro del Monviso, ma anche persone in zona per partecipare a celebrazioni e feste. Ora tutto questo è stato azzerato e le molte prenotazioni che avevo sono state annullate. Dalla riapertura, quei pochi clienti che ho accolto non erano turisti, ma persone in viaggio di lavoro. Finora di prenotazioni per l’estate non ce ne sono. La situazione al momento è di difficoltà, spero ci sia presto un’inversione di tendenza”. INQUADRA IL QR CODE PER SAPERE LE LINEE GUIDA DA RISPETTARE ALLA RIAPERTURA

La riapertura delle strutture ricettive è stata approvata dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 maggio 2020 fatto salvo il rispetto delle indicazioni contenute nella scheda tecnica “Strutture Ricettive” delle “Linee Guida per la riapertura delle attività economiche e produttive”.

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FRUTTA IN GUSCIO

Nocciole, buone le condizioni dei corileti ANALISI DELLO STATO FITOSANITARIO DELLE PIANTE CHE HANNO GIOVATO DELLE RECENTI PIOGGE di Francesca Braghero

C

ome ogni anno, giugno è il momento ideale per analizzare lo stato fitosanitario della frutta in guscio e cominciare a far una previsione, partendo dallo stato attuale, sul carico produttivo per la stagione 2020. “Tra le varie problematiche del periodo, si registra una presenza

CASTAGNETI SOTTO OSSERVAZIONE

massiccia di afide verde, che in non poche situazioni ha favorito abbondante emissione di melata, ma fortunatamente le coccinelle hanno egregiamente controllato e decimato le colonie degli ostici ospiti – spiega Antonio Marino, tecnico corilicolo di Confagricoltura Cuneo -. Sorprende la presenza di cocciniglia, che da anni sta lentamente aumentando,

La stagione nei corileti cuneesi promette bene

creando anche in questo caso problemi di melate che, se non contenute, vanno a favorire l’insediamento delle fumaggini sulla vegetazione, portando alla diminuzione della capacità di fotosintesi di fotosintesi delle foglie”.

Segnalati casi di Cinipide nel Monregalese La presenza delle galle di Cinipide, quest’anno torna a farsi notare nei castagneti della Granda, anche sui rami più alti, non solo sui nuovi polloni. È quanto hanno potuto osservare i tecnici di Confagricoltura Cuneo dopo alcune segnalazioni. “Questo sta causando un po’ di apprensione per un possibile, quasi inatteso, ritorno del problema, ma è ancora presto per dire che è di nuovo allarme cinipide - spiega Claudio Botto, tecnico di Confagricoltura Cuneo - quel che è certo che le segnalazioni che abbiamo ricevuto sono più di una nel Monregalese, in modo particolare a Vicoforte località Ermetta”. Il Cinipide essendo controllato da una lotta biologica, e non chimica, non è mai scomparso del tutto, anzi è una cosa normale ed anche naturale, vedere rami con presenza di galle. Non c’è da sorprendersi dunque se la sua presenza, dopo che negli scorsi anni era andata a diminuire in modo drastico grazie al suo antagonista Torymus Sinensis, è tornata a vedersi; prima nel 2019

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Passando invece all’insetto più temuto in assoluto da tutti i corilicoltori, la cimice asiatica, la sua presenza al momento sembra essere nella norma. “I rilievi in campo hanno mostrato ancora una scarsa presenza di cimici in

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sui polloni e ora in alcuni areali anche sui rami più alti. “È importante non distruggere o asportare i rami colpiti, per non uccidere l’insetto utile alla lotta – sottolinea Botto –. Sono cicli naturali, dove se l’antagonista in questi anni ha colpito di più il Cinipide, di conseguenza quest’ultimo è diminuito, anche in modo drastico favorendo una buona produzione. Ora scarseggiando le galle, di conseguenza il Torymus Sinensis è diminuito anche lui e si ha di nuovo l’aumento della vespa cinese. Questo farà si che riprenderà maggiore anche l’attività dell’insetto antagonista, che potrà nuovamente svilupparsi e moltiplicarsi”. Non è escluso che questo ciclo possa essere stato favorito da una condizione climatica anomala che non ha favorito il regolare ciclo dell’insetto antagonista. Quindi sono importanti le segnalazioni di casi sospetti per tenere sotto controllo la situazione e aggiornare il Settore Fitosanitario della Regione, che valuterà come comportarsi.


tutte le aree oggetto di monitoraggio, tuttavia proseguiremo ed intensificheremo i monitoraggi per individuare per tempo la presenza di eventuali ovature”, continua Marino. A tal proposito, come anticipato nello scorso numero del giornale, il mondo agricolo e soprattutto corilicolo, ripone grandi aspettative nei primi lanci sperimentali della vespa samurai, antagonista naturale della cimice asiatica. Continuando l’analisi fitosanitaria delle piante, mentre si rileva, al momento, una minor presenza dei parassiti più diffusi in passato, come l’oberea, per contro, si teme la batteriosi, la cui presenza è stata rilevata nei noccioleti piemontesi per lo più da due anni a questa parte, causando necrosi e puntinature delle foglie e dei frutti. Per quanto riguarda, invece, una se pur prematura previsione inerente il carico produttivo per la stagione di quest’anno, “le piogge dell’ultimo periodo sono state favorevoli alla crescita delle piante, che appaiono nel pieno dello sviluppo degli apici vegetativi – fa sapere Antonio Marino -. Il peso dei frutti e l’azione del vento hanno causato la caduta di alcuni rami nelle scorse settimane”. Il bilancio allo stato attuale è dunque positivo, sia dal punto di vista dello stato fitosanitario delle piante, sia da quello del carico produttivo, con la speranza che la stagione prosegua per il verso giusto anche nei prossimi mesi.

Cimice, in arrivo aiuti per le aziende colpite DOMANDE DA PRESENTARE ENTRO IL 18 LUGLIO. ATTESO IL RILASCIO DELLA VESPA SAMURAI

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n arrivo aiuti per le aziende agricole che hanno visto le loro produzioni danneggiate dalla cimice asiatica. Dopo che il Ministero, in applicazione di quanto previsto dal DM n. 4502 del 29 aprile, ha emanato la circolare che riporta la procedura a cui le aziende interessate dovranno fare riferimento per la richiesta degli aiuti previsti a seguito dei danni alla produzione causati nell’anno 2019 dalla cimice asiatica, dal 3 giugno scorso in Piemonte sono scattati i 45 giorni per la presentazione delle domande alla Regione. Nel corso di una video-riunione l’ente regionale ha fatto sul punto sulle procedure per il risarcimento.

Come funziona l’aiuto L’accesso agli aiuti compensativi è consentito alle sole imprese che abbiano subito danni causati dalla cimice asiatica in misura superiore al 30% dell’intera produzione lorda vendibile (PLV) aziendale dell’anno 2019 rispetto alla PLV media dei tre anni precedenti. A questo riguardo la circolare descrive la procedura da seguire per appurare le perdite di produzione, rimarcando che fini del calcolo della PLV relativa all’anno 2019

dovranno essere considerati i dati risultanti dalla documentazione aziendale da mettere eventualmente a disposizione della Regione per la fase istruttoria. Le domande dovranno essere presentate entro il 18 luglio. Quindi per poter accedere alla domanda è necessario rispettare i seguenti criteri: • non aver stipulato polizze assicurative specifiche per il danno da cimice; • poter dimostrare che il danno è pari o superiore al 30% della PLV aziendale; • non sarà sufficiente avere una coltura con danno magari del 100% se questo danno riferito alla PLV aziendale comporterà un dato inferiore al 30%; • nel computo è esclusa la PLV zootecnica; • non ci sono soglie minime di premio in accesso. Il Ministero ha stanziato 40 milioni di euro per quest’anno e 20 milioni per ogni anno dei due successivi. Acquisite le richieste di indennizzo e concluse le istruttorie, la Regione dovrà notificare al Ministero i rispettivi fabbisogni di spesa a fronte dei quali verrà ripartito lo

stanziamento per l’anno 2020 a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale. L’erogazione ai beneficiari avverrà a cura direttamente della Regione. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

Arriva la vespa samurai Nel frattempo la Regione ha annunciato che per contrastare la cimice asiatica sarà moltiplicato e rilasciato il parassitoide oofago Trissolcus japonicus, la ben nota vespa samurai, che in Cina è considerato un efficace limitatore naturale della cimice. Il Piemonte è infatti fra le Regioni che hanno presentato richiesta ufficiale per la immissione in natura del parassitoide T. japonicus per la lotta biologica, nell’ambito del Programma nazionale, di contrasto alla cimice asiatica, di durata triennale, elaborato dal Settore Fitosanitario Nazionale in collaborazione con il CREA e le Regioni interessate che dovrebbe partire quest’estate. “Entra nel vivo l’operazione di contrasto alla cimice asiatica attraverso la lotta biologica e la diffusione della vespa samurai sul territorio piemontese – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa - Grazie al lavoro di vari soggetti istituzionali possiamo attuare concretamente un progetto che è di aiuto alle nostre imprese agricole per prevenire e contenere i danni dell’insetto che sta devastando le produzioni ortofrutticole”.

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CEREALICOLTURA

Accordo quadro per rilanciare il mais italiano SOTTOSCRITTO DA CONFAGRICOLTURA E DALLA FILIERA LO SCOPO PRIMARIO È SOSTENERE UNA PRODUZIONE FONDAMENTALE di Francesca Braghero

È

stato firmato l’ “Accordo Quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata” per promuovere la coltivazione del mais, che sarà valido ed operativo per le campagne cerealicole 2020, 2021 e 2022. L’accordo è stato sottoscritto da Confagricoltura e da tutte le organizzazioni rappresentanti le varie fasi della filiera maidicola – associazioni di produttori (Cia, Copagri ed Ami), cooperazione agricola (Aci- Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), sementieri (Assosementi), stoccatori (Compag) ed essiccatori (Aires), industria mangimistica (Assalzoo) e rappresentanti dei marchi di qualità (Origin Italia) – che

FONDO COMPETITIVITÀ

si dichiarano molto soddisfatte per il risultato raggiunto. Lo scopo primario dell’Accordo Quadro, che definisce le condizioni per la coltivazione e la commercializzazione del granturco, è quello di sostenere la produzione di un cereale di fondamentale importanza per le filiere agro-zootecniche-alimentari del nostro Paese, da cui derivano numerose eccellenze del Made in Italy, come i formaggi e i salumi. La produzione del granturco, infatti, ha purtroppo subito negli ultimi anni un drastico calo, sia nelle superfici coltivate, diminuite di oltre il 50%, sia nella granella raccolta, ragion per cui è assolutamente necessario favorirne la ripresa, al fine di poter assicurare una congrua

Limitare la forte dipendenza dall’estero La firma di questo documento è, ad oggi, l’ultima tappa del percorso avviato nel 2018 con il Memorandum of Understanding, già sottoscritto proprio per contrastare lo stato di crisi della maiscoltura italiana. Grazie all’Accordo Quadro, sarà ora possibile avere un modello in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti gli operatori, definendo modalità contrattuali e di fissazione del prezzo, limitando così il rischio rispetto agli andamenti di mercato, con l’obiettivo di arginare la forte dipendenza dall’estero del comparto cerealicolo, che nel 2019 ha portato il livello delle importazioni a raggiungere un picco storico di oltre sei milioni di tonnellate.

Contributi ai produttori di mais, soia e legumi Il decreto ministeriale 3 aprile 2020 “Istituzione del Fondo per la competitività delle filiere” prevede un sostegno per lo sviluppo delle filiere del mais e delle proteine vegetali (legumi e soia). Il contributo al produttore, per il mais, per la soia e per le leguminose (pisello da granella, fagiolo, lenticchia, cece, fava da granella e favino da granella) sarà erogato sotto forma di contributo di 100 euro/ha fino ad un massimo di 50 ettari per beneficiario. I beneficiari dovranno aver già sottoscritto, entro la scadenza della domanda di contributo, direttamente o attraverso cooperative, consorzi e Organizzazioni di Produttori riconosciute di cui sono socie, contratti di filiera di durata almeno triennale, in analogia con quanto già previsto per il comparto del grano duro. Il contributo verrà calcolato e commisurato

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capacità di approvvigionamento per l’alimentazione degli animali allevati in Italia, in particolare quelli inseriti nelle filiere di produzioni DOP, favorendo l’incontro tra domanda e offerta tramite una maggiore programmazione produttiva, a beneficio della parte agricola e di quella trasformatrice.

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sulla base delle superfici totali dichiarate e quindi, dividendo il massimale stanziato per gli ettari ammissibili. Si potrà quindi osservare anche un ridimensionamento del premio rispetto al valore massimo di 100 euro/ha in misura direttamente proporzionale all’accesso. Per entrambi i comparti, i contributi per gli agricoltori ricadono nelle regole del de minimis (massimo 25mila euro in tre esercizi finanziari) e tutti gli importi sono concessi in regime di esenzione dalla normativa degli aiuti di stato. Al momento si resta in attesa che AGEA emani al più presto la circolare applicativa con le indicazioni specifiche per accedere al nuovo contributo ministeriale e garantire la più ampia adesione da parte di tutti i produttori. Per ulteriori informazioni contattare gli uffici tecnici di Confagricoltura Cuneo.


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Sconti sull’acquisto di prodotti professionali GRAZIE ALLA CONVENZIONE CON DATACOL BENEFICI PER I SOCI DI CONFAGRICOLTURA CUNEO

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onfagricoltura Cuneo ha recentemente siglato una convenzione con Datacol, società leader nella commercializzazione e vendita diretta di articoli tecnici rivolti ad utilizzatori professionali operanti nei settori dell’Autotrazione, Movimento terra e Agricoltura.

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CONFAGRICOLTURA NEWS

NEWS

In pillole RILANCIO ECONOMICO A RISCHIO SE SALE LA TENSIONE UE-USA

Il presidente Trump ha minacciato di imporre dazi aggiuntivi sulle importazioni di auto dalla UE, se non sarà soppressa immediatamente la tariffa dell’Unione sulle aragoste esportate dagli USA

FLOROVIVAISMO, AGRINSIEME: “ANCORA MOLTI NODI DA SCIOGLIERE” Il florovivaismo sta lentamente tornando alle attività precedenti il Coronavirus, anche se le aziende soffrono ancora la mancanza di liquidità per le chiusure durante il lockdown.

AMBIENTE, AGRICOLTORI GARANTI DELLA BIODIVERSITÀ

Il presidente Massimiliano Giansanti nella nella Giornata Mondiale dell’Ambiente: “Preservare il patrimonio naturale significa gestirlo in modo lungimirante e non passivo”.

PESCHE E NETTARINE IN CALO DEL 28% NEL 2020 IN ITALIA

Secondo le stime presentate dal Cso Italy di Ferrara, l’Italia dovrebbe perdere il 28% dei volumi dello scorso anno, fermandosi poco al di sotto delle 820 mila tonnellate.

POLONIA CRESCE L’IMPORT DI VINO: L’ITALIA È IL PRIMO FORNITORE

Le importazioni polacche di vino nel 2019 sono cresciute in valore del 7,7% e in volume del 4,4%. L’Italia è il primo fornitore con il 23,7% in valore e il 19,6% in volume.

PARMIGIANO REGGIANO: BUONE LE PERFORMANCE DELL’EXPORT

Il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano rende noto che il 2019 è stato un anno record per la produzione della DOP con un +4,3% di crescita in volume dell’export

ACCORDO UE-GIAPPONE: ESPORTAZIONI IN AUMENTO

Per il comparto vitivinicolo italiano +23% a gennaio 2020 rispetto allo stesso periodo 2019, per i formaggi + 44% e ottimo andamento delle carni suine trasformate. Scarica l’app di Confagricoltura per essere informati su tutte le iniziative della tua associazione

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Sono aperte le iscrizioni a “Cascine Piemontesi” L’ADESIONE AL CONSORZIO PROMOSSO DA CONFAGRICOLTURA CUNEO PERMETTE ALLE IMPRESE DI AVERE INNUMEREVOLI I VANTAGGI

I

l Consorzio Cascine Piemontesi, di cui abbiamo parlato negli scorsi numeri de L’Agricoltore cuneese, è entrato nel vivo ed pronto ad accogliere le iscrizioni delle aziende interessate a farne parte. ll consorzio rappresenta una grande opportunità di promozione e visibilità per le produzioni agricole della nostra regione, attraverso l’individuazione di canali di vendita delle eccellenze agroalimentari online, la partecipazione ad eventi e fiere, la stipula di convenzioni con enti e fondazioni, l’organizzazione di momenti di aggiornamento e molto altro.

Obiettivo: valorizzare i prodotti agroalimentari Il Consorzio, nato sotto la regia di Confagricoltura Cuneo con il contributo della Camera di Commercio di Cuneo e costituito lo

scorso 2 dicembre 2019, si rivolge a tutte le imprese agricole e agroalimentari, agli agriturismi e alle altre attività turistico-ricettive presenti in Piemonte, con l’obiettivo di valorizzare e commercializzare, tramite l’adesione, i prodotti derivanti dalla trasformazione delle materie prime e promuovere il territorio presentando le eccellenze piemontesi sotto una veste comune, per crescere insieme, affrontando in squadra le nuove sfide del mercato internazionale.

Tutti i vantaggi di farne parte Dopo l’iscrizione al Registro delle imprese e il deposito del relativo marchio all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, avvenuti entrambi nello scorso mese di dicembre, anche questo progetto è stato rallentato nelle sue attività più operative dall’emergenza Covid-19.


Non si sono mai fermate invece le idee per offrire alle aziende che desiderano associarsi una serie di vantaggi, che possiamo riassumere nei seguenti punti principali: • entrare a far parte di una rete di eccellenze agroalimentari; • disporre un sito vetrina con pagine dedicate alla propria azienda; • avere un accesso agevolato a canali di vendita online; • partecipare in forma coordinata a fiere e manifestazioni di settore;

• avere un’immagine coordinata con l’accesso a materiale promozionale brandizzato; • poter accedere a bandi e progetti dedicati. Tra le iniziative in dirittura d’arrivo c’è la possibilità di fornire alle imprese consorziate l’opportunità di promuovere i loro prodotti sulla piattaforma e-commerce Foodelizia specializzata nella vendita delle eccellenze agroalimentari, permettendo di bypassare la distribuzione organizzata, abbattere i co-

sti a favore di un rapporto diretto con il consumatore finale. Confagricoltura organizzerà nei prossimi mesi incontri presso gli uffici di zona per presentare il consorzio alle aziende.

Per informazioni e adesioni è possibile rivolgersi all’ufficio preposto di via Bruno Caccia a Cuneo, presso la sede di Confagricoltura Cuneo: 0171.692143 - f.dalmasso@ confagricuneo.it. [F.B.]

PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI ALL’UFFICIO DI VIA BRUNO CACCIA A CUNEO PRESSO LA SEDE DI CONFAGRICOLTURA L’e-commerce è tra le opportunità per le aziende del consorzio

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LE NOSTRE AZIENDE

Flavio Culasso con i nipotini Leonardo e Christian e il responsabile di Confagricoltura per la zona di Cuneo, Adriano Rosso

Suini “made in Cuneo” per crudi San Daniele e Parma DOP A VILLAFALLETTO L’AZIENDA DI FLAVIO CULASSO ALLEVA 2.800 CAPI DA INGRASSO. INVESTIMENTI E TANTA PASSIONE AL SERVIZIO DEL COMPARTO di Paolo Ragazzo

S

ono migliaia i suini che dalla provincia di Cuneo ogni settimana prendono la rotta dell’Emilia Romagna e del Friuli pronti a diventare due delle DOP dell’enogastronomia italiana più apprezzate in tutto il mondo: il prosciutto di Parma e il prosciutto San Daniele. La lavorazione delle carni avviene fuori dal nostro territorio, ma l’allevamento è rigorosamente e orgogliosamente Made in Cuneo, anche in questi tempi non semplici per gli operatori del comparto.

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Siamo stati a Villafalletto nell’azienda di Flavio Culasso che da due generazioni alleva suini da ingrasso in frazione Monsola e oggi ne conta circa 2.800.

Una famiglia di allevatori dal 1948 “Mio papà Tomaso ha fondato questa azienda nel 1948 con il fratello Enrico – spiega –, ma inizialmente era ad indirizzo lattiero caseario, con circa un centinaio di vacche da latte, e frutticolo su un’estensione di circa 40 giornate piemontesi. Poi mio zio si è trasferito a San Vittore di Fossano e

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mio papà nel 1963 ha integrato l’attività costruendo stalle per l’allevamento di polli. Ha proseguito così fino agli anni ‘70, quando ha dismesso l’allevamento di bovini e

quello di polli, passando alle galline ovaiole e iniziando ad allevare qualche maiale da ingrasso”. Nel 1972 l’allevamento si arricchisce di una scrofaia con cui l’azienda inserisce al suo interno anche la prima fase del ciclo di produzione, riuscendo così ad avere suinetti da allevare fin dai primi giorni. Nel volgere di poco più di un ventennio, dunque, l’azienda Culasso ha attraversato differenti comparti della zootecnia, vivendo sulla propria pelle i pro e i contro di ciascuno, per poi prediligere alla lunga la suinicoltura e non cambiando più indirizzo aziendale fino ad oggi.

Suini, la scelta giusta A metà anni ’80, infatti, anche l’allevamento di galline ovaiole viene abbandonato e le strutture convertite per l’allevamento di maiali. Così fino al 2004, quando l’età avanzata di Tomaso Culasso costringe la famiglia a ripensare l’organizzazione dell’azienda. Viene dismessa la scrofaia e si destinano tutte le stalle all’ingrasso, nel totale rispetto dei principi del benessere animale.

Il viale che conduce all’azienda a Monsola di Villafalletto


Da sinistra: il trattore e sullo sfondo i silos dell’azienda; uno dei box per l’allevamento di suini da ingrasso. Sotto: il computer da cui si impostano i cicli di alimentazione

“Con questo nuovo assetto, la gestione dell’azienda passa direttamente nelle mie mani e a metà anni Duemila realizziamo il mangimificio completamente automatizzato – spiega Flavio Culasso –. Attualmente abbiamo una capienza posti per 3.000 suini da ingrasso e coltiviamo una cinquantina di ettari di terra per il 75% a mais e per il restante a orzo. Così facendo riusciamo ad essere autosufficienti nell’alimentazione degli animali per oltre il 60% per le tre formule previste in base al ristallo dei capi, che acquisto a circa 25 chili e vendo una volta raggiunto il peso previsto dai disciplinari delle due DOP”. Gli investimenti negli anni sono proseguiti in un’ottica green, con l’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture delle stalle grazie a cui l’azienda è oggi totalmente indipendente dal punto di vista energetico. Su quest’onda, l’azienda è oggi in attesa del

via libera per bonificare i tetti in amianto di altre due stalle con impianti fotovoltaici e aumentare l’energia prodotta da immettere in rete.

Fiducia nonostante il periodo non semplice Ma come sta vivendo l’azienda il delicato momento attraversato dal comparto suinicolo italiano in questi mesi? “Da dicembre ad oggi (inizio giugno, ndr) noi allevatori abbiamo subito un calo delle quotazioni vertiginoso, anche oltre il 40%, quando invece il prezzo della carne fresca sui punti di distribuzione è aumentato - sottolinea Flavio Culasso -. È una cosa strana a cui non riusciamo a dare delle spiegazioni e che ci mette in forte difficoltà perché i costi di produzione restano elevati. Altro aspetto anomalo è vedere la carne estera quotata meglio della nostra, anche se non ha alcuna

DOP alle spalle, come accade in Germania dove viene allevato un suino leggero, senza tutti i vincoli e gli accorgimenti di qualità a cui dobbiamo sottostare noi allevatori italiani”. La situazione è seria e servono misure concrete per invertire la rotta, ma l’allevatore di Villafalletto non si perde d’animo. “Sono fiducioso che questa situazione rientrerà e si potrà tornare sui livelli di fine 2019, ma vorrei che il comparto potesse trovare quella stabilità strutturale che merita per premiare il lavoro onesto e instancabile di tanti allevatori che ogni giorno operano per portare in tavola la qualità”. Nel dirci questo Flavio Culasso ci saluta puntualizzando: “Occorre anche far capire che il lavoro in agricoltura è cambiato molto negli ultimi anni, con una sempre maggior professionalizzazione e una miglior organizzazione aziendale. Questo ha permesso di variare

in meglio anche lo stile di vita di noi imprenditori agricoli”. E se lo dice lui, attento allevatore e appassionato ciclista sulle strade di mezza Italia e non solo, c’è da crederci.

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TO T GE O PR

cT E SP O PR

MOLTE LE ATTIVITÀ MESSE IN ATTO. PROVE IN CAMPO IN QUATTRO AZIENDE DELLA “GRANDA” di Francesca Braghero

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opo il progetto RisEPP – risequenziamento del genoma di peperone Cuneo – terminato da poco, l’impegno di Confagricoltura Cuneo per il miglioramento del settore orticolo della Granda prosegue con PROSPEcT. Un nuovo progetto di cui l’associazione è partner, insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), all’Unità di Genetica agraria e Miglioramento genetico dell’Università di Torino, al Department of Plant Sciences – University of Wageningen & Research (WUR) in Olanda, e all’AGRION, Istituto di ricerca piemontese locale. Il programma mira a migliorare la genetica dei prodotti orticoli locali che giocano un ruolo chiave nell’economia agricola piemontese, dove tra le specie coltivate spiccano la patata, il pomodoro e il peperone. Ogni anno, una consistente

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PROSPEcT: ortaggi più resistenti ai patogeni

può tuttavia determinare forme di inquinamento ambientale. Nell’ultimo decennio sono, dunque, stati sviluppati nuovi metodi, frutto di ricerche all’avanUN NUOVO PROGETTO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO, guardia nel campo della genetica UNIVERSITÀ DI TORINO, UNIVERSITY OF WAGENINGEN & delle piante, che forniscono strumenti innovativi per il miglioRESEARCH IN OLANDA E LA FONDAZIONE AGRION ramento genetico in campo vesullo stelo e sulle bacche, fino a riduzione della quantità e della getale, volti ad incorporare geni far perdere ai frutti tutte le foglie di resistenza in genotipi ad alta qualità della produzione in tutte inferiori. Gli agenti di oidio soqueste specie appartenenti alla resa produttiva. Questi nuovi apfamiglia delle solanacee, è cauno, invece, funghi asomiceti che procci, definiti “Nuove Tecniche provocano l’ingiallimento delle sata dall’attacco di funghi patodi Breeding” (NBT) consentono foglie fino a farle seccare. Per far di costituire varietà vegetali con geni, tra cui la peronospora, una fronte a questo problema, vendelle malattie delle piante più modalità più precise rispetto a distruttive e contagiose e l’oidio. gono spese annualmente ingenti quelle di miglioramento genetico L’agente della peronospora è somme per la protezione delle convenzionale, senza costituire Phytophthora infestans, un oomi- colture attraverso l’impiego di una minaccia per la sostenibilità alimentare. fitofarmaci, la cui distribuzione cete che provoca lesioni fogliari

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Phytophthora su foglie di patata

Il progetto Il progetto PROSPEcT si basa sull’introduzione della resistenza ad alcuni agenti patogeni in diverse specie orticole di interesse commerciale in Piemonte, allo scopo di ottenere genotipi di patata, pomodoro e peperone resistenti o tolleranti alle malattie come la peronospora e l’oidio, senza dover ricorrere alla lotta chimica. Il miglioramento delle risposte di difesa della pianta all’attacco di questi patogeni potrebbe essere raggiunto attraverso l’applicazione delle tecniche NBT, che porterebbero anche vantaggi a livello economico, dato che la loro applicazione riduce il tempo necessario per il miglioramento genetico, e aprirebbero la strada ad un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente. Le attività da mettere in atto sono organizzate in cinque Working package (WP) che riguardano la coltivazione delle piante e la coltura dei patogeni, l’analisi genomica, il gene editing e i saggi di patogenicità, allo scopo

di ottenere risultati innovatici che possano permettere di sviluppare varietà di patate, pomodori e peperoni resistenti ai patogeni e valorizzare gli ecotipi locali, diventando un modello di agricoltura sostenibile da utilizzare anche per altre colture (schema di attività pubblicato a fianco).

I risultati ottenuti nel primo anno Per il 2019 sono state allestite prove sul campo presso quattro aziende dislocate in aree diverse della provincia di Cuneo: Combale Giuseppe, Solavaggione Antonio, Il Frutteto di Lungo Marco, Agrion. In ciascuna di esse è stato monitorato lo stato fitosanitario delle colture, mettendo a confronto parcelle di piante trattate tradizionalmente con fitofarmaci fungicidi con parcelle non trattate, allo scopo di valutare i danni determinati dai patogeni e quelli introdotti dai trattamenti chimici.

I risultati ottenuti mostrano un deciso calo produttivo, compreso tra il 25 e il 50%, per le patate non trattate presso Agrion e l’azienda Il Frutteto, la quasi totale perdita del raccolto di peperoni non trattati dell’azienda Solavaggione dovuta a batteriosi e Phytophtora ed un calo minore, ma visibile, per i peperoni dell’azienda Combale, dove la coltura si trova sotto rete antigrandine. Non sono state rilevate differenze per le prove sul pomodoro: presso l’azienda Combale si è osservata la presenza di macchie di peronospora sia sulle parcelle

non trattate che su quelle trattate. In generale, dopo il primo anno di prove sul campo, è possibile affermare che i trattamenti fungicidi sono fondamentali per salvare la produzione orticola piemontese ed il loro costo è ampiamente giustificato dalla resa produttiva ottenibile. Sarebbe dunque interessante disporre di piante resistenti o tolleranti a queste avversità fungine delle solanacee, anche in un’ottica futura di riduzione dell’inquinamento ambientale.

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L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946

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Direttore responsabile: Paolo Ragazzo

Chiuso in redazione il 12/06/2020

Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171.601962 upa@autorivari.com

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN - Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36


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