L'Agricoltore Cuneese n.5/2019

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVII - N. 05•2019 - LUGLIO 2019 - CONTIENE I.P.

05/2019

Frutta: prezzi consumi e iniziative ASSEMBLEA 2019 Il dibattito politico poi la festa tra soci

LAVORO Confagricoltura dice “no” al salario minimo orario

NUOVE TENDENZE Consumatori sempre più attenti alla salute

ZOOTECNIA Dal decreto “Emergenze” fondi per la suinicoltura


Orari estivi degli uffici ZONA DI CUNEO

CUNEO

Via Caccia: 4-6-8 - Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - cuneo@confagricoltura.it

Dronero Via IV Novembre: 20 - (c/o Geom. Garbarino) - Tel. 0171.918182 Caraglio Piazza Martiri della Libertà: 29 Villafalletto Via Vittorio Veneto: 8 Demonte Piazza R. Spada - (ex Scuola Media)

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Tarantasca Via Vittorio Veneto: 21 - (c/o sala Municipio)

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Piazza Prunotto: 5 - Tel. 0173.281929 - Fax 0173.280979 - alba@confagricuneo.it

Bra Corso V. Emanuele II: 121 - (c/o Milano Assicurazioni) - Tel. 0172.425477 - Fax 0172.44167 Cherasco Via Garibaldi: 25 (c/o Pratiche Auto) - Tel. 0172.489764 Canale Piazza Trento e Trieste: 74 - Tel. 0173.970180 S. Stefano B. Via Roma: 38/F - Tel. 0141.840782 - Fax 0141.840174 Cortemilia Via Dante Alighieri: 51

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ZONA DI MONDOVÌ

MONDOVÌ

Viale Vittorio Veneto: 17/F - Tel. e Fax 0174.42071 - mondovi@confagricuneo.it

Morozzo Via Marconi: 66 Dogliani Via XXXI Luglio: 22 (ang. p.za Carlo Alberto) Ceva P.zza Capuccini: 1 - 1° piano - (sopra Consorzio Agr.) Carrù Viale Vittorio Veneto: 8

Via Torino: 40 - Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 - saluzzo@confagricuneo.it

Bagnolo P. C.so C. Battisti: 8 (c/o Ass. Generali) - Tel. 0175.392733 Moretta Via San Giovanni: 8 - (c/o Centro Anziani)

Racconigi

Via Togliatti: 16 - Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 - savigliano@confagricuneo.it P.zza C. Alberto: 5 (c/o SAI Ass.) - Tel. 0172.85253

Via Marconi, 112 - Tel. 0172.637242 - ambrogio@confagricolturacuneo.it

I NOSTRI

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Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - cuneo@confagricoltura.it ORARIO: 8,00/12,30 - 14,30/17,30 (lunedì, giovedì, venerdì e sabato pom. chiuso)

PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona


I NUMERI DI QUESTO NUMERO

Filiere: se il mercato non garantisce tutele, è giusto che si intervenga per legge Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

Il cosiddetto “decreto Emergenze”, recentemente convertito in legge, contiene indicazioni in materia di cessioni e quotazioni dei prodotti agroalimentari, che riguardano l’intera filiera agricola. Nello specifico, prevede che i contratti di cessione dei prodotti agricoli, stipulati o eseguiti nel territorio nazionale, in forma scritta devono avere una durata non inferiore a dodici mesi e devono prevedere obbligatoriamente una serie di elementi (prezzo, quantità e qualità del prodotto da consegnare, durata del contratto, scadenze di pagamento, modalità di consegne etc). Costituisce, inoltre, pratica sleale la mancanza di almeno uno degli elementi citati “nel caso in cui sia fissato dall’acquirente un prezzo significativamente inferiore ai costi medi di produzione”, che risulteranno dalle elaborazioni che saranno effettuate mensilmente da Ismea. L’aspetto centrale di questo provvedimento è proprio la fissazione di un prezzo di riferimento calcolato sulla base dei costi medi di produzione che saranno calcolati mensilmente da Ismea. Non siamo tendenzialmente soddisfatti quando i principi di mercato abdicano alla legge, ma viste purtroppo le cicliche difficoltà che colpiscono le quotazioni relative ad interi comparti agricoli (oggi: cereali, suini, frutta…) forse ci dobbiamo ricredere, immaginando che sia giusto arrivare a fissare, per legge, ciò che il mercato non riesce a garantire: dignità e tutele per gli attori più vulnerabili delle filiere.

PIL

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% del PIL provinciale generato dall’agricoltura

% di aumento della spesa per latte ad alta digeribilità

NEL 2018 A CUNEO

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NEL 2018

la soglia minima salariale oraria prevista

Fatturazione elettronica Al via le sanzioni PAG. 17

valore aggiunto generato da ogni occupato in un’azienda agricola italiana

IRRIGAZIONE PAG. 32

CONTATTI

UFFICIO PROVINCIALE DI CUNEO tel. 0171/692143 – 0171/344494 • Fax 0171/698629 cuneo@confagricuneo.it 8.30/12.30 – 14.30/17.30 dal lunedì al mercoledì 8.30/12.30 dal giovedì al sabato

L’Agricoltore cuneese N.05 • LUGLIO 2019

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L’intervento di Enrico Allasia ha aperto l’assemblea di Confagricoltura a Caramagna, evento anche quest’anno molto partecipato dai soci

Prima il confronto politico poi la grande festa per tutti L’ASSEMBLEA DI CONFAGRICOLTURA A CARAMAGNA È STATA OCCASIONE IMPORTANTE DI CONFRONTO SUL SETTORE di Paolo Ragazzo

ENRICO

ALLASIA Presidente Confagricoltura Cuneo

MAI COME IN QUESTO MOMENTO CI SONO LE CONDIZIONI POLITICHE PER PENSARE A UN PSR DEL NORD ITALIA 4

L’

assemblea di Confagricoltura Cuneo che si è svolta venerdì 21 giugno al ristorante Lago dei Salici di Caramagna Piemonte non solo ha rappresentato ancora una volta un momento imprescindibile nella vita associativa dell’organizzazione, ma ha “tenuto a battesimo” istituzionale tre dei nuovi rappresentati della Regione Piemonte. Alla presenza del governatore Alberto Cirio, dell’assessore all’Agricol-

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tura Marco Protopapa e dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi il presidente Enrico Allasia ha lanciato un messaggio chiaro e programmatico: “Mai come in questo momento, forse, ci sono tutte le condizioni politiche favorevoli per immaginare un Psr del Nord Italia. Confidiamo che ci sia la possibilità di portare avanti questo discorso, attraverso un lavoro di squadra che veda coinvolti tutti gli attori della nostra agricoltura

regionale. Noi siamo disponibili al confronto”. Ad assistere al dibattito centinaia di agricoltori giunti da tutta la provincia, ma anche esponenti delle istituzioni e del mondo economico provinciale. Le aziende agricole sono in calo ma hanno una capacità imprenditoriale più elevata rispetto al passato. In provincia di Cuneo il settore vale il 4,7% del Pil (contro l’1,6 regionale) e nell’ultimo anno ha

fatto registrare assunzioni in aumento del 12,7%. “Purtroppo però ci sono criticità nelle filiere, come nella frutta – ha rimarcato Allasia –: competiamo con Paesi che hanno regole e costi di produzione diversi, va rivisto l’equilibrio lungo tutta la filiera, invitando a consumare prodotti del territorio. Crisi come quelle dei seminativi, poi, vanno affrontate facendo rientrare il prodotto locale all’interno delle nostre filiere di eccellenza, dando valore ag-

PIL

4,7

% del PIL provinciale generato dall’agricoltura

NEL 2018 A CUNEO


ASSEMBLEA DEI SOCI

PRESENTI I NEO ASSESSORI PROTOPAPA (AGRICOLTURA) E IL CUNEESE ICARDI (SANITÀ)

giunto ai prodotti. Alla Regione chiediamo maggiore attenzione ai giovani nella prossima programmazione del Psr e di ripristinare il tavolo del Moscato”. “L’efficienza e la qualità della nostra agricoltura vanno pagate – ha sottolineato Alberto Cirio –.

L’industria deve riconoscere il giusto prezzo per il lavoro svolto dall’agricoltura, che dal canto suo, però, deve continuare a investire in qualità e migliorare nella promozione. Possiamo avere i prodotti migliori del mondo ma vanno fatti conoscere. Noi ci impegne-

remo per avere più fondi dall’Europa e per alleggerire la burocrazia della macchina regionale con bandi più snelli e veloci, dopo esserci confrontati con voi”. “È la prima assemblea a cui partecipo in veste istituzionale e sono orgoglioso di essere qui – ha dichiarato Marco Protopapa all’assemblea –. Il mio impegno parte proprio dal conoscere una realtà molto importante come la vostra. Mi piacciono la sintesi e la sostanza per cui non vo-

glio perdere tempo, bensì iniziare da subito a concretizzare la semplificazione di cui il settore ha bisogno. Non possiamo permetterci di rallentare, se intendiamo aiutare la competitività delle grandi e delle piccole aziende. Tra le prime misure ci sarà l’approvazione del calendario venatorio (ne diamo notizia a pag. 19, ndr)”. “Conosco bene i meccanismi dell’agricoltura e la sanità, delega che mi compete, si interseca con le dinamiche del settore primario nei temi della tutela degli alimenti e della sicurezza – ha aggiunto Luigi Icardi – Noi agiremo da squadra e abbiamo già deciso di istituire un tavolo congiunto con tutte gli attori della filiera agroalimentare per semplificare le norme e valorizzare le

ALBERTO

CIRIO

Governatore Regione Piemonte

L’INDUSTRIA DEVE RICONOSCERE IL GIUSTO PREZZO AGLI AGRICOLTORI CHE DEVONO MIGLIORARE IN PROMOZIONE

Prima uscita istituzionale per l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa (foto a sinistra) e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi (foto a destra)

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ASSEMBLEA DEI SOCI

Imprese da “Aratro d’oro” e da “Orgoglio agricolo” I RICONOSCIMENTI SONO ANDATI A CINQUE STORICHE IMPRESE E AL PRESIDENTE ALBERTO CIRIO. TUTTI ASSOCIATI

Il momento conviviale con centinaia di associati e familiari

LA SERATA È PROSEGUITA CON LA CENA SOCIALE, LA LOTTERIA, MUSICA E BALLI eccellenze di cui è ricco il nostro territorio”. Dopo gli interventi degli onorevoli Giorgio Bergesio e Mino Taricco e di Luca Brondelli di Brondello, presidente di Confagricoltura Alessandria e membro di Giunta nazionale di Confagricoltura, che ha annunciato l’imminente richiesta alla Regione della convocazione degli Stati Generali dell’agricoltura piemontese, il direttore provinciale di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, ha concluso rimarcando la crescita dell’organizzazio-

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ne negli ultimi 12 mesi: “Abbiamo approvato un bilancio solido che ci permette di proseguire con il nostro piano di sviluppo sul territorio, investendo sul personale e sulla formazione e potenziando le sedi e i sevizi alle aziende. Oggi la nostra associazione conta 4mila associati, con aziende capaci di generare oltre 300mila giornate lavorative. È da loro che giungono gli stimoli a fare sempre meglio”. L’assemblea, realizzata grazie al contributo della Sedamyl, si è conclusa con la tradizionale consegna delle onorificenze “Aratro d’oro” e “Orgoglio Agricolo” (vedi foto e curricula nelle pagine seguenti), che ha preceduto la cena sociale, la lotteria e un momento danzante.

L’Agricoltore cuneese N.05 • LUGLIO 2019

A

l termine dell’assemblea annuale di Confagricoltura Cuneo sono stati consegnati gli “Aratri d’oro”, riconoscimenti annuali che l’organizzazione professionale attribuisce ad agricoltori suoi associati che si siano particolarmente distinti nella loro attività, a cinque imprenditori agricoli cuneesi, e il premio “Orgoglio agricolo” al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, imprenditore agricolo anche lui associato.

GIUSEPPE ANGARAMO ARATRO D’ORO

A Saluzzo ha creduto nelle potenzialità del ciliegio

Giuseppe Angaramo nasce il 7 luglio 1951 in una famiglia di agricoltori, titolari di un’azienda con prevalente coltivazione di cereali, situata a Savigliano, con circa 20 giornate ed un allevamento di 40 capi. Terminata la quinta elementare inizia a lavorare in azienda con il papà dedicandosi alla cura del bestiame. Nel 1974 sposa Caterina Lerda, insegnante. Dal loro matrimonio nascono tre figli: Fabrizio ed i gemelli Marco e Paolo. Nel 1975, con la scomparsa prematura del papà di Caterina, Giuseppe deve dividersi nella conduzione di due aziende, la sua e quella del suocero, che conta 40 giornate a Saluzzo dove, la famiglia decide di trasferirsi, raccogliendo le due cascine sotto la denominazione di “Azienda Agricola Angaramo Giuseppe”. A partire dagli anni novanta, avvia la coltivazione di peschi e meli. Terminati gli studi, i figli intraprendono l’attività lavorativa inizialmente come operai, che poi abbandonano per dedicarsi all’azienda di famiglia, in continuo ampliamento. Le venti giornate coltivate a cereali dei primi anni sono diventate, infatti, sessanta, con moderni impianti frutticoli. Negli anni, Giuseppe, con il sostegno dei figli, ha effettuato investimenti importanti, puntando sull’innovazione varietale e tecnica. In particolare, ha creduto nella potenzialità del ciliegio, che dai pochi filari coltivati inizialmente è passato alle nove giornate di oggi. Inoltre, l’azienda, si è ampliata ulteriormente, con l’ingresso del nipote Matteo. Oggi, Giuseppe continua a seguire con entusiasmo le scelte dei figli, senza far mancare il suo prezioso apporto in azienda.


ARMANDO BARRA ARATRO D’ORO

Dai bovini ai suini, allevatore infaticabile a Racconigi

Armando Barra nasce a Villanova Solaro l’11 maggio 1942. Figlio di Giovanni, commerciante di bestiame, già negli anni di studio alterna la frequentazione della scuola Professionale di Avviamento all’attività di compravendita di bovini con il padre ed il fratello Antonio. Un carico di impegni ed attività che contraddistinguerà tutta la vita di Armando. Nel 1966 sposa Angela Parola e dalla loro unione nasceranno quattro figli: Giovanna Maria, Maria Gabriella, Silvano e Claudia. Mentre continua l’attività di compravendita di bovini, Armando inizia ad acquistare le prime 63 giornate di terreno agricolo in Racconigi da destinarsi a pioppeto. Nel 1978 acquista la cascina Vallombrosina, sempre a Racconigi, e prosegue negli anni con l’acquisto di vari appezzamenti di terreno a Sanfrè, Bra, Polonghera e Murello che vengono destinati alla coltivazione di pioppi ed alla semina di cereali. Nel 1993 entra in azienda il figlio Silvano, con il quale, sette anni più tardi, inizia un percorso di diversificazione delle attività, rivolto in particolare all’allevamento di suini. Ad oggi, l’azienda conta 150 giornate di terreno, con 7.500 suini da ingrasso in un allevamento ampiamente innovativo, che produce energia elettrica con un impianto di cogenerazione anaerobica da 150 kw e 70 kw da fotovoltaico.

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ASSEMBLEA DEI SOCI

GIOVANNI TESTA ARATRO D’ORO

GIOVANNI BELLOCCHIA ARATRO D’ORO

Ha dato vita a una famiglia di allevatori a Monteu Roero Giovanni Bellocchia nasce a Monteu Roero il 25 agosto 1950. Sin da ragazzo, inizia a collaborare nell’azienda di famiglia, coadiuvando il padre nella coltivazione delle circa sei giornate a seminativo e nell’allevamento di una decina di capi piemontesi, che aumentano progressivamente nel tempo. Al termine del servizio militare entra in azienda come socio dell’allora denominata “Azienda Agricola Bellocchia Andrea e figlio Giovanni”, che negli anni si espande, con la costruzione di una nuova stalla, l’acquisto di alcuni terreni circostanti e l’aumento dei capi di bovini di razza piemontese allevati, che raggiungono le cento unità. Successivamente, si abbandona l’allevamento dei vitelli piemontesi a favore di capi di razza francese, incrementando ulteriormente il numero. Nel 1992 Giovanni diventa titolare dell’azienda, costruisce una nuova stalla dove alleva 200 capi e coltiva 150 giornate piemontesi di superfici condotte tra seminativi e noccioleti. Quasi venticinque anni dopo, nel 2016, Giovanni cede la titolarità dell’azienda al figlio Andrea che oggi coltiva nel territorio del Roero circa 250 giornate di terreno ed alleva 250 capi bovini. Nel frattempo, Giovanni continua ad aiutare e consigliare il figlio nei lavori agricoli ed è da sempre attivo nella nostra Organizzazione e pronto nel proporre, sostenere e diffondere gli ideali di Confagricoltura.

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Oltre 75mila conigli allevati a ciclo chiuso a Tarantasca

Giovanni Testa nasce a Tarantasca il 27 luglio 1951, quarto di sei figli, in una famiglia di agricoltori. Sin da ragazzo lavora nell’attività familiare, aiutando nel lavoro dei campi ed accudendo il bestiame; ai tempi, l’azienda basava, infatti, la propria economia sull’allevamento di circa una trentina di bovini da carne di razza piemontese e sulla coltivazione di quaranta giornate complessive di cereali e foraggere. Nel 1978 Giovanni sposa Adriana, con cui avrà due figli: Denis, classe 1982, ed Hilary, classe 1986. Nello stesso periodo, il papà Giuseppe cede il timone dell’azienda a Giovanni e a suo fratello Piercarlo. Nascono così due imprese, quella di Giovanni, in particolare, è basata sull’allevamento di bovini da carne e sulla coltivazione di cereali. Qualche anno dopo, però, Giovanni decide di cambiare completamente l’impostazione aziendale: si passa così all’allevamento cunicolo a ciclo chiuso e la stalla lascia il posto al primo capannone attrezzato per 350 fattrici che producono 21.000 conigli all’anno, destinati alla macellazione. La scelta di Giovanni risulta vincente, tant’è che l’azienda, anche con l’aiuto dei figli, cresce in modo significativo: attualmente le fattrici sono 1.100, per una produzione annua che sfiora i 75.000 capi. Cresce anche la superficie aziendale in conduzione, che oggi supera le 50 giornate, di cui 10 a noccioleto e nella restante parte a seminativi. Attivamente impegnato nella vita sindacale di Confagricoltura, Giovanni è anche membro del Comitato di Vigilanza prezzi dei cereali della Cciaa di Cuneo dal 2005.


NATALINA BORSARELLI ARATRO D’ORO

A Vicoforte “colonna” dell’agriturismo Mondino Natalina Borsarelli nasce a Mondovì il 21 marzo 1942 e sin da ragazza lavora nei campi, aiutando il padre Pietro nella conduzione della cascina in località Garzegna a Mondovì, dove i famigliari gestivano un’azienda di venti giornate, allevando poche vacche piemontesi e due buoi. Natalina rimane nell’azienda del padre fino a 19 anni, quando, nel 1961, sposa Francesco e si trasferisce a Vicoforte, dove il marito è mezzadro nella “Cascina Mondino”, composta da circa 36 giornate, coltivate a vigneto, frutteto e foraggio, con una trentina di capi bovini. Dopo alcuni anni, nel 1968, Natalina e Francesco acquistano la cascina, diventandone proprietari. Dal loro matrimonio, intanto, nascono cinque figli: Piero, Rosanna, Marco, Franca e Paolo. Nel 1989 l’attività si amplia con la nascita dell’Agriturismo Mondino, in cui Natalina, oltre ad occuparsi della gestione, si afferma come cuoca. Nel 2000 il figlio Paolo diventa il titolare dell’azienda, ma Natalina resta comunque attiva nel ruolo di coadiuvante. Grazie a lei, infatti, l’attività agrituristica è cresciuta negli anni, tanto da rendere nota la sua cucina in tutto il territorio monregalese. Oggi la cascina conta 200 giornate di terreno, di cui una sessantina in proprietà, e 100 capi bovini di razza piemontese, oltre ad una quindicina di ovini. L’agriturismo è molto conosciuto ed apprezzato.

ALBERTO CIRIO ORGOGLIO AGRICOLO

Il politico con la passione per le nocciole delle Langhe

Alberto Cirio nasce il 6 dicembre 1972 a Torino e si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino. Sin da giovane, coltiva la grande passione per la politica, che lo porta a diventare vicesindaco del Comune di Alba nel 1995, carica che ricopre fino al 2005. Proprio nel 2005, viene eletto nel Consiglio Regionale del Piemonte. Nel 2010, riconfermato in Consiglio, viene nominato Assessore Regionale all’Istruzione, Turismo e Sport. Nel 2014 entra nel Parlamento Europeo, risultando unico candidato eletto in Piemonte per il suo schieramento. Nel corso di quest’esperienza, Alberto manifesta il suo forte legame con il mondo dell’agricoltura piemontese, spendendosi sempre per il territorio, pronto ad ascoltare ed a farsi carico delle istanze provenienti dal settore primario. Il 6 giugno 2019 viene proclamato Presidente della Regione Piemonte. Nel corso della sua lunga e ricca carriera politica, Alberto ha sempre posto grande attenzione al territorio cuneese ed al mondo agricolo, come testimoniato dai numerosi incarichi ricoperti in provincia, tra i quali quello di Presidente dell’Ente Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Presidente del GAL Langhe Roero e Consigliere dell’associazione di produttori Ascopiemonte. Inoltre, fedele ad una tradizione di famiglia che voleva già i nonni impegnati in agricoltura, Alberto, socio di Confagricoltura Cuneo, è titolare dell’azienda “Le nocciole delle Langhe” di Alba, con una superficie totale di 23 ettari coltivati a noccioleto, e contitolare dell’azienda “Tenuta Tonda Gentile Ferrera” con sede ad Alba, con una superficie totale di 135 ettari, di cui 107 adibiti alla coltivazione del nocciolo.

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A TUTTO CAMPO

IMU, agevolazioni anche alle società con qualifica IAP

di sorta sul fatto che le società con requisito di IAP siano equiparate ai soggetti fisici IAP/ CD in materia di agevolazione IMU”, dichiara Adriano Rosso, responsabile Confagricoltura della zona di Cuneo.

APPROVATO L’EMENDAMENTO FORTEMENTE SOSTENUTO Cosa prevede la normativa DA CONFAGRICOLTURA. ROSSO: “CHIUSA UNA QUESTIONE SPINOSA” La normativa – art. 16 ter del DL 34/2019, di Francesca Braghero

È

stato approvato dalla Camera dei deputati l’emendamento relativo all’applicazione delle agevolazioni IMU alle società in possesso della qualifica IAP (Imprenditore Agricolo Professionale). Grande la soddisfazione di Confagricoltura, che aveva proposto e sostenuto la misura per chiarire definitivamente una

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L’Agricoltore cuneese N.05 • LUGLIO 2019

questione che aveva suscitato interpretazioni difformi da parte di diversi Comuni e di alcune sezioni regionali dell’ANCI in relazione al pagamento dell’IMU. “Si tratta di un’importante presa di posizione del legislatore che con l’emendamento in oggetto ha finalmente fugato ogni dubbio

cosiddetto “Decreto crescita” approvato con voto di fiducia dai Deputati – prevede che i soggetti IAP/CD iscritti nelle relative casse possano usufruire delle agevolazioni fiscali in materia di IMU sui terreni da essi stessi posseduti e condotti e non siano dunque soggetti al pagamento dell’imposta. Il comma 2 dell’ art. 58, del DL 446/1997 presumeva che “agli effetti dell’applicazione dell’articolo 9 del decreto legislativo 30 dicem-


bre 1992, n. 504, relativo alle modalità di applicazione dell’imposta ai terreni agricoli, si considerano coltivatori diretti o imprenditori agricoli a titolo principale le persone fisiche iscritte negli appositi elenchi comunali previsti dall’articolo 11 della legge 9 gennaio 1963, n. 9, e soggette al corrispondente obbligo dell’assicurazione per invalidità, vecchiaia e malattia”. Sulla base di tale previsione, si è lungamente sostenuto che la necessaria iscrizione negli elenchi di cui all’art. 11 della L. 9/1963 escludesse dalle agevolazioni le società, attribuendo i benefici fiscali alle sole persone fisiche. Tuttavia, tale condizione è stata superata dall’emanazione del D. Lgs.99/2004, il quale ha introdotto nell’ordinamento italiano la figura dell’imprenditore agricolo professionale. Ogni società, infatti, può acquisire tale qualifica purché almeno un socio nelle società di persone e almeno un amministratore nelle società di capitali, possegga l’appellativo IAP.

Ha effetto retroattivo “Con questo ultimo tassello si chiude definitivamente una spinosa questione fatta di accertamenti e ricorsi incerti e dispendiosi a carico di contribuenti che sin dalle origini della patrimoniale sui terreni potevano godere delle agevolazioni previste su immobili di fatto strumentali all’attività agricola”, conclude Rosso. L’emendamento ha effetto retroattivo, poiché richiama espressamente l’interpretazione autentica della disposizione (ex art. 1 dello Statuto del contribuente) confermando quanto sempre sostenuto da Confagricoltura fin dall’entrata in vigore dell’IMU.

Confagricoltura contraria al salario minimo garantito NETTO IL COMMENTO CONTRO LA PROPOSTA DI UN DISEGNO DI LEGGE CHE INTRODURREBBE UNA SOGLIA ORARIA SENZA DISTINZIONI

DDL 658

di Silvia Agnello

“È

corretto attribuire un’equa retribuzione ai lavoratori, che contribuisca ad assicurare dignità a chi è occupato, ma non si può generalizzare fissando per legge un importo minimo come indica il disegno di legge per l’istituzione dl salario minimo orario”. È quando dichiara il Presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte Enrico Allasia riguardo alla proposta in discussione in Senato, precisando che “in Italia esiste un sistema di contrattazione collettiva collaudato, supportato da relazioni sindacali consolidate e da un impianto che finora ha dimostrato di saper tutelare in modo adeguato gli interessi dei lavoratori e delle imprese. L’impianto è senz’altro migliorabile, ma non può e non deve essere stravolto”.

Il disegno di legge È dunque di forte contrarietà la posizione che Confagricoltura esprime nei confronti del salario minimo orario, cioè dell’introduzione di un salario minimo definito per legge che

i datori di lavoro devono corrispondere ai loro dipendenti. Si tratta di un tema di forte attualità in queste settimane, con la discussione del disegno di legge a prima firma della senatrice del M5S Nunzia Catalfo (ddl n. 658) con le disposizioni per l’istituzione del salario minimo orario in Italia. La soglia minima salariale prevista dalla norma è pari a 9 euro.

Confagricoltura: meglio una riduzione del cuneo fiscale Secondo Confagricoltura fissare un salario minimo per legge vuol dire non tenere conto delle condizioni economiche, strutturali e congiunturali dell’intero settore economico e dei singoli settori, nonché delle relazioni che si sviluppano tra i diversi attori del processo produttivo: il costo del lavoro non può rappresentare una variabile indipendente, ma deve tenere conto di tutte le relazioni che si sviluppano in ambito produttivo e commerciale. “Dobbiamo considerare – conclude Allasia – che all’azienda

9€

la soglia minima salariale oraria prevista

LA PROPOSTA il lavoratore costa quasi due volte quello che percepisce di retribuzione netta. L’introduzione di un salario minimo orario finirebbe inevitabilmente per far crescere ancora il costo del lavoro, con il rischio di aumentare le retribuzioni meno qualificate, appiattendo le figure professionali per avvicinarle a quelle superiori”. Rispetto alla misura proposta, Confagricoltura sostiene come sia invece prioritario, non soltanto per i lavoratori e le imprese, ma per tutto il sistema Paese, che i legislatori e il mondo politico concentrino la loro attenzione su iniziative di rilancio dell’economia, a partire da una sostanziale riduzione del cuneo fiscale e da una completa rivisitazione del sistema contributivo del lavoro in agricoltura. Entrambi provvedimenti fondamentali.

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TENDENZE E CRITICITÀ

Consumatori sempre più attenti alla salute e alla “linea” DEBOLE AUMENTO DELLA SPESA ALIMENTARE, MA IMPORTANTE CRESCITA PER I PRODOTTI LEGATI AL BENESSERE di Francesca Braghero

I

l report del Centro Studi di Confagricoltura sulla spesa alimentare al dettaglio per l’anno 2018, creato sulla base delle rilevazioni Ismea/ Nielsen, rappresenta la fotografia del cambiamento di gusti e consumi della nuova generazione, che risulta essere molto più attenta alla salute, alla linea ed all’attività fisica.

Spesa generale, avanti molto piano A fronte di un debolissimo incremento generale della spesa rispetto all’anno precedente (+0,3%), ben dieci volte inferiore all’aumento di spesa dal 2016 al 2017 (+3,2%), Confagricoltura pone in evidenza come segnino, tuttavia, notevoli sviluppi in quantità e valore della spesa, alcuni prodotti riconducibili al salutismo e al benessere. Parliamo, in particolare,

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di latte ad alta digeribilità (quantità +9,4%, spesa +4,9%), dolcificanti diversi dallo zucchero (quantità +10%, spesa +2,6%), alimenti senza glutine (spesa +8%). Inoltre, pare che i consumatori siano sempre più attenti a “quello che non c’è”, piuttosto che agli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari. Aumenta infatti sempre di più la richiesta del “senza”: latte senza lattosio, pasta senza glutine, alimenti senza grassi aggiunti, biscotti senza olio di palma.

In crescita vini e birra

VINO

+4,8% % di aumento della spesa per vino e spumanti

DAL 2016 AL 2017

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GLUTEN FREE

+8% % di aumento della spesa per alimenti senza glutine

DAL 2016 AL 2017

Un dato positivo per il nostro territorio è inoltre l’aumento, rispetto al 2017, della spesa per vini e spumanti (+4,8%) e birra (+3%), produzioni tipiche e di elevata qualità. Va tuttavia anche considerato che l’evoluzione della spesa alimentare viene molto influenzata dall’andamento dei prezzi, cresciuti dell’1,5% rispetto allo scorso anno, così come anche dalla persistente alta incidenza della povertà I dati emersi dal report di Confagricoltura sono in linea con i trend degli

ultimi anni, che mostrano una maggiore consapevolezza da parte delle nuove generazioni e della popolazione in generale, del legame esistente tra cibo e salute. Gli italiani di oggi si informano prima di tutto sulla qualità e sulla provenienza dei prodotti alimentari che acquistano, prediligendo la produzione locale e bio.

Più attenzione allo stile alimentare Ma non solo: i dati mostrano come gran parte della cittadinanza adulta sia in sovrappeso e come questo allarmante dato, considerando che la condizione di obesità riguarda soprattutto i più giovani, sia fermo circa agli stessi livelli ormai da parecchi anni. Oggi si è forse compresa l’importanza di adottare uno stile alimentare più sano e salutare che aiuti a prevenire ed evitare i danni che un regime nutritivo non corretto può portare nel lungo termine sul benessere della persona. La riduzione quantitativa dei consumi alimentari dell’ultimo anno potrebbe derivare dunque, almeno in parte, dalla maggiore attenzione al contrasto all’obesità.

Anche la percentuale dei prodotti che hanno registrato maggiore riduzione della spesa rispetto all’anno precedente - oli e grassi vegetali (-7,6%) - va nella direzione del binomio cibo e salute. Per contro, la spesa alimentare del 2018 è stata principalmente destinata a cereali e derivati dei cereali (14,1%), con un incremento rilevante (+14%) anche delle uova.

“L’agricoltura deve guardare a queste tendenze” “Oggi il mondo agricolo deve guardare sempre più a queste nuove tendenze: è una sfida in termini di investimenti, ricerca, sperimentazione e formazione, che porta il settore primario ad una continua innovazione - dichiarano da Confagricoltura Cuneo -. L’obiettivo resta sempre un prodotto sano, sostenibile e del territorio, ma molto lavoro rimane da fare in tema di promozione e su come vengono coltivati i nostri prodotti e cosa contengono. Questo è quello che ci chiede oggi il consumatore”.


SI CONFERMA UN QUADRO DI SCARSA REMUNERATIVITÀ PER IL COMPARTO

D

ebole incremento della spesa alimentare, da un lato. Costi di produzione sempre maggiori, dall’altro. E questo anche per gli agricoltori che hanno optato per produzioni maggiormente in linea con le nuove preferenze dei consumatori nell’ottica del benessere. Il risultato: anche nel 2018 l’agricoltura italiana ha sofferto di una redditività inferiore, in generale, rispetto agli altri Paesi europei. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Centro Studi Confagricoltura sui “Redditi da lavoro agricolo 2018”, che evidenzia un quadro di sostanziale diseconomia dell’agricoltura italiana.

Frammentazione aziendale alta Se il nostro Paese si è confermato nel 2018 una delle principali nazioni agricole dell’Unione europea, si è collocato invece

agli ultimi posti per valore aggiunto generato dal numero complessivo di occupati a tempo pieno, in un anno, all’interno di un’impresa. Tra le principali cause di questa tendenza, c’è l’eccessiva frammentazione aziendale rispetto ai Paesi concorrenti, che determina un apporto di lavoro all’agricoltura nettamente superiore.

Remunerazione media annua Fra il 2013 e il 2018, pur con un lieve ridimensionamento negli ultimi due anni, il numero complessivo di occupati annui all’interno di un’impresa in Italia è cresciuto di circa 47 mila unità. Ciò significa che nel 2018 il valore aggiunto agricolo per ogni occupato, parte del quale costituisce la remunerazione del lavoro (indipendente e dipendente) prestato nelle aziende agricole, è stato di circa 29 mila euro, sensibilmente inferiore a quello di tutti i principali concorrenti, fra i quali spicca l’Olanda, che con 75 mila euro, segna +151%, seguita dal +32-33% di Francia, Germania e Regno Unito nel periodo 2013-2018. Tenuto conto del numero

Redditi agricoli 2018: Italia agli ultimi posti in Europa LA REMUNERAZIONE LORDA MEDIA “PRO-CAPITE” È STATA DI CIRCA 22 MILA EURO L’ANNO. PEGGIO DEI NOSTRI COMPETITORS di Francesca Braghero

EURO

29.000 valore aggiunto generato da ogni occupato in un’azienda agricola italiana

NEL 2018

di lavoratori dipendenti e indipendenti, il reddito lordo medio “pro-capite” è stato di circa 22 mila euro l’anno (1.800 euro lordi al mese). Dallo studio emerge inoltre come nel nostro

Paese ci sia una quota rilevante di microimprese agricole che, pur destinando al mercato una parte rilevante del proprio prodotto, sono gestite ricorrendo prevalentemente o esclusivamente a manodopera familiare impegnata part-time, che ha altre fonti di reddito, oppure che ricava dall’attività agricola un reddito integrativo rispetto alla prestazione di lavoro domestico. A tal proposito, Con-

fagricoltura Cuneo sostiene però che “la dimensione delle nostre aziende è ancora limitata rispetto al resto d’Europa principalmente perché, in Italia, ci sono troppi vincoli e restrizioni, con terreni dai prezzi molto elevati e un grado di burocrazia che è il peggiore in Europa. Nell’eurozona, infatti, solo la Grecia sta peggio di noi e questo la dice lunga sullo stato di difficoltà con cui devono fare i conti le nostre imprese”.

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FRUTTICOLTURA

Frutta estiva, iniziative per il rilancio dei consumi CONFAGRICOLTURA CUNEO CONTINUA A MONITORARE IL SETTORE E HA ALLO STUDIO UN PROGETTO CON I RISTORATORI CUNEESI di Paolo Ragazzo

L

a Confagricoltura di Cuneo continua a monitorare con la massima attenzione la situazione particolarmente complessa che interessa da tempo il comparto frutticolo. Mentre le campagne di raccolta stanno entrando nel vivo, l’attenzione dell’associazione è tutta concentrata a capire in che modo è possibile aiutare concretamente le aziende. Dopo aver radunato nelle scorse settimane i produttori della sezione frutticola per analizzare lo stato attuale del settore, i vertici di Confagricoltura Cuneo hanno avuto colloqui con i rappresentanti di alcuni dei principali magazzini di conferimento della frutta presenti sul territorio per discutere con loro proprio dei principali fattori che pesano su chi coltiva frutta nel nostro Paese: prezzi non remunerativi, pagamenti sempre più dilazionati e, soprattutto, l’arrivo sul nostro mercato di prodotti dall’estero, a prezzi

CAMPAGNE DI RACCOLTA AL VIA

irrisori e coltivati con criteri e normative decisamente meno stringenti rispetto ai nostri. Durante queste riunioni si è discusso anche dell’applicazione di quanto prevede il cosiddetto “decreto Emergenza” in materia contrattualistica.

Costo del lavoro, fattore che incide sulla concorrenza La Confagricoltura di Cuneo si è poi trovata suo malgrado costretta a rinviare il convegno “Come cambia il lavoro in agricoltura. Esigenze, opportunità e criticità di un settore in evoluzione“ in programma lo scorso 5 luglio a Saluzzo a causa dell’impossibilità a partecipare, per motivi di salute, di Roberto Caponi, Responsabile Sindacale Confagricoltura Nazionale e Presidente EBAN (a lui i migliori auguri di pronta guarigione). Sarebbe stata l’occasione giusta per analizzare come il costo del lavoro sia ormai diventato a tutti gli effetti un elemento che incide sulla concorrenza delle aziende, specie nei confronti di nazioni come Polonia, Spagna e Grecia. Sulla questione,

Confagricoltura, insieme alle altre organizzazioni agricole e alle sigle sindacali della provincia di Cuneo, nei giorni scorsi ha richiesto interventi temporanei, concreti e mirati esclusivamente per il comparto frutticolo, per andare a ridurre l’incidenza del costo del lavoro e degli oneri accessori sulle imprese.

Idee in fase di sviluppo Le dinamiche, come si può intuire, sono complesse e per riuscire ad intervenirvi in modo concreto, affinché cambino nella direzione auspicata dai produttori agricoli, servono sforzi congiunti e volontà comuni da parte di tutti gli attori della filiera e della politica. Si devono inevitabilmente intercettare anche gli usi e le abitudini dei consumatori, cercando di promuovere nel modo corretto un maggior consumo di frutta locale. Proprio a partire da questa necessità la

Primi segnali incoraggianti da albicocche e mirtilli

In provincia di Cuneo sono in corso le prime campagne di raccolta, cominciate qualche settimana dopo rispetto al normale, a causa delle grandi piogge di maggio. Quasi a conclusione quella dei mirtilli, frutti in forte crescita in Piemonte, divenuta ormai prima area produttiva dopo il Trentino Alto Adige, per cui si segnalano “qualità e pezzature molto buone e anche le attese sulle quotazioni sono ottimistiche – dichiara Marco Bruna, responsabile della zona Saluzzo e Savigliano di Confagricoltura –; anche la raccolta di ciliegie, fortunatamente non intaccate dalle piogge di maggio, le previsioni sono ad oggi positive, grazie ad un’ottima qualità e ad alti livelli di produzione specie sulle varietà dal calibro medio/grande”, continua Bruna. Per quanto riguarda le albicocche invece Bruna sottolinea che “da qualche anno a questa parte, le varietà precoci, scarsamente presenti nella nostra provincia, non partono benissimo, mentre il quadro migliora con le varietà medio-tardive. Sebbene non si registrino più, purtroppo, i picchi del passato, ma per ora c’è moderato entusiasmo, dovuto anche ad una buona richiesta del mercato per il momento”. Stime ad oggi confortanti anche per le pesche, per cui si nutrono grandi speranze grazie anche al recente caldo che ha caratterizzato non solo l’Italia, ma in generale tutta l’Europa, capace di far decollare i consumi.

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Piccoli frutti cuneesi sempre più richiesti

Confagricoltura di Cuneo, in collaborazione con la Confcommercio di Cuneo, ha allo studio un progetto che prevede la consegna di frutta, rigorosamente locale e di stagione, ai ristoratori locali affinché la possano proporre ai propri clienti da consumare a fine pasto. L’iniziativa sarà

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contraddistinta da un logo, creato appositamente, che campeggerà su cassettine o contenitori contenenti la frutta che ciascun ristoratore potrà confezionare a proprio piacimento e proporre ai suoi clienti “È un’iniziativa che, prima ancora di rilanciare i consumi, intende lanciare un messaggio, ossia che la frutta è un ottimo modo per finire un pranzo o una cena, non solo a casa, ma anche al ristorante, per cui occorre sensibilizzare sempre di più anche gli operatori del settore enogastronomico – spiega il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia –. Solo con l’aiuto di tutti potremo tentare di invertire tendenze che vedono la frutta sempre meno consumata fuori casa, se non cucinata o a guarnizione di piatti e portate. Ringraziamo quindi

della sensibilità dimostrata la Confcommercio che da subito si è posta in modo attento e costruttivo su questo tema coinvolgendo i suoi associati. L’iniziativa sarà presentata in pubblico nelle prossime settimane”.

Serve l’aiuto di tutti Nessuno, infatti, si può chiamare fuori da questa situazione che interessa uno dei settori da sempre più vivaci dell’economia agricola della provincia di Cuneo e non solo. Ben venga, dunque, l’annuncio del presidente di Regione, Alberto Cirio, in merito a futuri investimenti su campagne a sostegno del consumo di frutta e sulla comunicazione. Occorre agire in fretta e a tutti i livelli e cercare di mettere in atto azioni che tutelino produttori e consumatori finali. Testate_Trincianti_2

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IL CASO

La cannabis sativa può avere svariati impieghi: alimentari, cosmetici, nutraceutici, edilizi

Canapa, filiera penalizzata dai vuoti normativi CONFAGRICOLTURA SULLA SENTENZA DELLA CASSAZIONE: “C’È BISOGNO DI REGOLE CERTE PER POTERLA COLTIVARE” di Gilberto Manfrin

L’

ennesimo esempio di come il sistema normativo italiano non assicura certezze. Si è aperto un vero e proprio dibattito intorno al tema della canapa industriale, che la Confagricoltura continua a seguire da vicino. Il 30 maggio scorso la Corte Suprema della Cassazione, con propria soluzione, ha messo in luce che non possono essere commercializzati prodotti a base di cannabis che abbiano

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un effetto drogante. Commenta così, Confagricoltura, la decisione adottata dalle Sezioni Unite della suprema Corte. “Le varietà ammesse dalla legge 242/2016 non devono destare allarme, perché sono a basso contenuto di THC (che è la sostanza che produce l’effetto psicoattivo) con valori entro lo 0,2%. Riguardo all’effetto drogante la giurisprudenza si è ampiamente espressa negli ultimi anni escludendo dal campo di applicazione del DPR 309/90 sugli stu-

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pefacenti, i prodotti della canapa industriale con valori di THC entro lo 0,5%”. “In attesa di conoscere le motivazioni, riteniamo che la decisione della Cassazione non debba essere letta come divieto generalizzato di vendita dei prodotti a base di canapa industriale – sottolinea Confagricoltura -. In ogni caso il Parlamento, il Governo ed i Ministeri competenti dovranno intervenire al più presto per perfezionare la normativa, ad esempio regolamentando i prodotti

nutraceutici e cosmetici a base di cannabinoidi quali il CBD e definendo i livelli massimi di THC ammessi per gli alimenti, che vanno stabiliti con un decreto del ministero della Salute che aspettiamo ormai da quasi due anni. “Ci preoccupa il fatto che la sentenza possa introdurre ulteriori incertezze – prosegue Confagricoltura -. Abbiamo una filiera produttiva importante che non può essere smantellata per i vuoti normativi. Non è più accettabile che il settore della coltivazione e della trasformazione della canapa debba continuamente raffrontarsi con giudizi e sentenze che spesso rimettono in discussione l’intero apparato normativo del settore”. “Riteniamo - conclude Confagricoltura - che la canapa industriale, nell’interezza della pianta (fusto, foglie, semi, fiori), abbia tutti i requisiti e le potenzialità per soddisfare le diverse domande dei nuovi mercati della bioeconomia (integratori alimentari, nutraceutici, biocosmesi, bioedilizia, bioplastiche, bioenergie) e che oggi, con i circa 5.000 ettari coltivati in Italia, sia una realtà produttiva importante che merita di essere tutelata

e salvaguardata”. Sulla vicenda si è espresso anche Claudio Previatello, presidente nazionale Anga per la federazione Florovivaismo: “A parte lo scompiglio e la confusione che si è creata nel settore canapa in generale, ritengo che da un lato si voglia accontentare il parterre di coloro che sono contrari alle “droghe” a prescindere; dall’altro, a ben vedere, la sentenza della Cassazione torna utile per mettere un freno o quanto meno arginare la grande importazione dalla Svizzera, dalla quale molti negozi italiani acquistano prodotti con un contenuto di THC attorno all’1% a danno di aziende italiane che non possono coltivare piante con questo tenore. Quella che noi vorremmo coltivare non ha gli effetti della canapa intesa come surrogato della marijuana, ma è cannabis sativa che ha impieghi totalmente diversi, pianta utile per gli usi più svariati: alimentari, cosmetici, nutraceutici, paesaggistici, edilizi. Detto questo, ci venga detto con parole semplici se è possibile o meno coltivarla. Siamo nel bel mezzo di una situazione normativa contraddittoria che mette a rischio l’attività di molti giovani imprenditori”.


NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

IVA, CORRISPETTIVI TELEMATICI: MODI PER INVIO, MEMORIZZAZIONE E MORATORIA DELLE SANZIONI A partire dal 1° luglio scorso, gli operatori di cui all’art. 22 del DPR. n. 633/72, con volume d’affari superiore a 400.000 euro, sono tenuti alla memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi. Tuttavia l’Agenzia delle Entrate, tenendo conto delle effettive difficoltà in sede di prima applicazione dell’obbligo di memorizzazione e trasmissione dei dati dei corrispettivi giornalieri, ha chiarito che: • i soggetti passivi IVA, qualora non abbiano ancora la disponibilità di un registratore telematico, possono assolvere all’obbligo di trasmissione dei dati relativi ai corrispettivi giornalieri entro il termine del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, rispettando comunque i termini ordinari previsti per la liquidazione dell’IVA. Chi trasmetterà i dati entro il mese successivo

a quello di effettuazione dell’operazione, dovrà seguire particolari modalità telematiche che verranno adottate con Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate di prossima emanazione; per gli stessi soggetti, l’adempimento temporaneo dell’obbligo di memorizzazione giornaliera dei corrispettivi può avvenire mediante i registratori di cassa già in uso, e rilascio di ricevute fiscali, ovvero utilizzando la procedura web alternativa • i dati relativi ai corrispettivi giornalieri possano essere trasmessi all’Agenzia delle Entrate entro 12 giorni dall’effettuazione dell’operazione, e per i primi sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo obbligo non si applicano le sanzioni in caso di trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri entro il mese successivo a quello di effettuazio-

ne dell’operazione (si v. l’art. 12-quinquies del DL Crescita n. 34/2019, introdotto in sede di conversione, dalla Legge n. 58/2019).

Moratoria sanzioni La predetta moratoria sulle sanzioni ha dunque una validità di sei mesi in relazione al momento di entrata in vigore dell’obbligo. Pertanto: • per coloro che hanno un volume d’affari superiore a 400.000 euro, la moratoria sanzionatoria opera dal 1° luglio al 31 dicembre 2019; • per tutti gli altri contribuenti, essa opera dal 1° gennaio al 30 giugno 2020.

Riepilogando 1. Soggetti che hanno il registratore telematico • Memorizzano i corrispettivi attraverso il registratore rilasciando all’acquirente un documento commerciale;

• possono inviare all’Agenzia delle Entrate i corrispettivi giornalmente, o entro 12 giorni; • fino al 31/12/2019 (o dal 01/01/2019 al 30/06/2020) non sono soggetti a sanzioni se trasmettono i dati entro il mese successivo all’effettuazione dell’operazione. 2. Soggetti che non hanno registratore telematico: • emettono scontrini fiscali con il vecchio registratore e li rilasciano ai clienti; • certificano giornalmente i corrispettivi;

• fino al 31/12/2019 non sono soggetti a sanzioni se trasmettono i dati entro il mese successivo all’effettuazione dell’operazione, secondo un’apposita procedura che dovrà essere definita con provvedimento dell’AdE. 3. Procedura web In alternativa, per i soggetti che non dispongono di un registratore telematico, l’Agenzia ha messo a disposizione un servizio web. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

Deroga per l’utilizzo di un formulato a base di “fosmet” La Direzione Agricoltura della Regione Piemonte informa che, a seguito della richiesta di deroga inviata da Agrion, e tenuto conto che la cimice asiatica Halyomorpha halys in Piemonte risulta essere uno degli insetti più nocivi per molte colture frutticole, è possibile utilizzare prodotti con principio attivo fosmet (esempio“Spada 50 WG”) se presenta in etichetta la registrazione contro la cimice asiatica. Si precisa che questo principio attivo è già autorizzato dalle norme tecniche di produzione integrata sulle dette colture per combattere altre avversità, fermo restando il numero massimo di trattamenti con prodotti fosforganici previsto per ciascuna coltura, rispettando le limitazioni indicate in etichetta.

INSERTO TECNICO

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FATTURAZIONE ELETTRONICA: SANZIONI PER RITARDATO INVIO Il periodo di non applicazione delle sanzioni in caso di ritardato invio delle fatture elettroniche è terminato il 30 giugno. A partire da luglio 2019, dunque, le fatture devono essere perentoriamente emesse e trasmesse con i seguenti termini:

FATTURA ACCOMPAGNATORIA:

(senza Documento di Trasporto) La data della fattura deve coincidere con la data della vendita, la fattura deve essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate entro 12 giorni dalla data fattura. Esempio: Data vendita: 01/07/2019 Data fattura: 01/07/2019

Data invio all’Agenzia delle Entrate: entro il 12/07/2019

FATTURA DIFFERITA:

(emessa a seguito di uno o più documenti di trasporto) La data della fattura deve coincidere con la data dell’ultimo Documento di Trasporto di riferimento o la fine del mese in cui sono state effettuate le operazioni di vendita. La fattura deve essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate entro e non oltre il 15 del mese successivo. Esempio: Date DDT: 01/07/2019, 10/07/2019, 25/07/2019 Data fattura: 25/07/2019 oppure 31/07/2019 Data invio all’Agenzia delle Entrate: entro il 15/08/2019

Casi di cinipide sul castagno: prestare attenzione, ma nessun allarmismo Nel corso della primavera 2019 si è riscontrata sul territorio regionale ed extraregionale la presenza più o meno marcata di galle del Cinipide del castagno, specialmente su giovani piante, coltivate e non coltivate a livello forestale. Erano anni, da quando è stato introdotto il parassitoide specifico, che del cinipide non restava che il ricordo. Non occorre però farsi prendere dall’allarmismo. A fine marzo-inizio aprile sono sì state rinvenute delle galle su castagno selvatico nei boschi della Val Varaita ma nessun castanicoltore con impianti “ti-

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INSERTO TECNICO

Si invitano quindi tutti coloro che utilizzano Tic o altri programmi di fatturazione a rispettare i termini sopra riportati per evitare l’applicazione di sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo ricordano infine a chi ha affidato loro l’emissione delle fatture elettroniche che la fattura si considera emessa nel momento in cui è accettata dall’Agenzia delle Entrate. Si invitano, dunque, le aziende e comunicare i dati delle fatture da emettere in tempo utile per la presentazione: ossia entro 3 giorni dalla data fattura. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo

SEI BANDI PER PESCA E ACQUACOLTURA La Regione Piemonte ha emanato 6 bandi per l’attribuzione di benefici economici nel settore della Pesca e Acquacoltura, cofinanziati dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) per il periodo 2014-2020. Ecco le misure 1) Misura 2.48 - lett. a), b), c), d), f), g), h)“Investimenti produttivi destinati all’acquacoltura”. L’obiettivo è di promuovere la competitività delle piccole e medie imprese del settore della pesca e dell’acquacoltura; 2) Misura 2.48 - lett. e), i), j) “Investimenti produttivi destinati all’acquacoltura”. Lo scopo è di tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse; 3) Misura 2.48 - lett. k)“Investimenti produttivi destinati all’acquacoltura”. L’obiettivo è sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; 4) Misura 2.50“Promozione del capitale umano e del collegamento in rete nel settore dell’acquacoltura”; L’obiettivo è promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori. 5) Misura 5.68 “Realizzare campagne di comunicazione e promozione regionali, nazionali o transnazionali per sensibilizzare il pubblico sui prodotti della pesca e dell’acquacoltura sostenibili”. 6) Misura 5.69 “Trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura”. La scadenza per la presentazione delle domande di contributo è il 18 settembre 2019.

po frutteto” con ibridi euro giapponesi, ha segnalato il problema. Agrion conferma che un po’ in tutte le zone della provincia, specialmente nel Cebano, ci sono stati rinvenimenti e segnalazioni. Al timore che il parassitoide non ci sia più e che il cinipide possa riprendere la sua attività, il settore fitosanitario regionale ha attivato una rete di monitoraggio sul territorio. Risultato: le galle dei campioni prelevati risultano parassitizzate in misura variabile del 50-70%. Significa che la lotta biologica tra parassita e parassitoide continua. “È normale – sostengono i ricercatori e i tecnici – che nell’ambito di questa vicenda ci siano a cadenza ciclica di 5-10 anni dei picchi nelle popolazioni di cinipide (senza il cinipide anche il parassitoide

scomparirebbe) ed è comunque fondamentale monitorare in corrispondenza di questi cicli l’attività dell’insetto antagonista”. A livello agronomico, nel caso in cui in un impianto si rinvenisse nuovamente il parassita tramite la presenza e proliferazione di galle, è bene prima di ogni cosa avvisare il servizio tecnico di Confagricoltura Cuneo che provvederà ad analizzarle tramite le strutture competenti. Qualsiasi tipo di lotta chimica o agronomica contro il cinipide è distruttiva anche per l’insetto antagonista (che ricordiamo essere l’unico mezzo di risoluzione e di controllo efficace). Per cui le galle sulle piante non bisogna tagliarle, bruciarle o avvelenarle.


LATTE: ADEMPIMENTI PER CHI ACQUISTA E PER CHI PRODUCE Con la conclusione della campagna 2018/19 (30 giugno 2019) e delle relative scadenze, si riassumono gli obblighi dichiarativi a carico di acquirenti e produttori del settore lattiero-caseario, ricordando che le indicazioni di dettaglio circa tempi e modalità di svolgimento degli stessi sono stati forniti da AGEA in occasione di analogo adempimento relativo alle precedenti campagne (sezione SIAN “adempimenti acquirenti” e relativo manuale operativo, per le consegne; circolare n.57511 del 9.7.18, per le vendite dirette). Eventuali aggiornamenti potranno essere prossimamente comunicati a cura della stessa Agenzia.

Adempimenti degli acquirenti 1. registro fornitori: l’articolo 6, comma 5 del D.M.

7.4.15, prescrive che entro 30 giorni dal termine di ogni campagna lattiera e quindi entro il 30 luglio 2019, i primi acquirenti devono dichiarare/ registrare nel SIAN i quantitativi di latte bovino acquistati nel medesimo periodo da altre imprese (soggetti non produttori di latte), provenienti da altri Paesi comunitari, specificandone il Paese. 2. dichiarazione annuale: la circolare AGEA n.4388/15 prevede che dopo la scadenza del termine per la rettifica della dichiarazione mensile relativa al mese di giugno (15 agosto), all’interno del SIAN sarà resa disponibile agli acquirenti la stampa della dichiarazione annuale (di campagna lattiera) in cui sono riportati i quantitativi dichiarati mensilmente per ciascun conferente. Entro il 30 settembre 2019 tale dichiarazione deve essere stampata,

controfirmata dai produttori conferenti, nonché conservata dall’acquirente stesso, a disposizione per i controlli.

Adempimenti Vendite Dirette L’articolo 6, comma 6 del D.M. 7.4.15, prescrive che entro 30 giorni dal termine di ogni campagna lattiera e quindi entro il 30 luglio 2019, i produttori che effettuano vendite dirette registrino nel SIAN i quantitativi di latte bovino venduti direttamente ed i volumi utilizzati per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari venduti direttamente nel periodo in causa. Per i prodotti lattiero caseari diversi dal latte, si rimanda ai coefficienti di trasformazione ed alle indicazioni comprese nel DM 31.7.2003 (art.14 ed allegato 2), di attuazione della L.119/03.

Importante: divieto Thiamexotam Si ricorda alle aziende vitivinicole che è proibito l’utilizzo del principio attivo “Thiamexotam”, noto commercialmente con i nomi Actara 25WG e Luzindo. I prodotti non sono più in commercio, ma potrebbero essere rimasti in azienda alcuni avanzi dell’anno precedente. Alle aziende si raccomanda di non utilizzare tali rimanenze, pena sanzioni con risvolti penali e distruzione del prodotto.

Approvati i piani di prelievo selettivo dei caprioli 2019/2020 Con Deliberazione del 21 giugno 2019, n. 2-2. L. 157/1992, L. 248/2005, LR n. 5/2018, la Giunta Regionale della Regione Piemonte ha approvato i piani di prelievo selettivo della specie capriolo negli istituti venatori per la stagione venatoria 2019/2020. Inquadrando il QR code è consultabile l’intera delibera, a cui sono allegate tutte le tariffe previste dalle rispettive ATC e CA.

Corso contenimento cinghiali Confagricoltura Cuneo, inoltre, invita le aziende a segnalare presso i suoi uffici l’interesse a frequentare un corso dedicato alla formazione degli agricoltori proprietari o conduttori di fondi che intendono partecipare ad attività di contenimento dei cinghiali. In tale modo l’associazione provvederà a organizzarlo presso le sue sedi.

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INSERTO TECNICO

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IN PAGAMENTO A LUGLIO LA QUATTORDICESIMA AI PENSIONATI La quattordicesima mensilità di pensione viene attribuita d’ufficio dall’Inps, senza presentazione di alcuna domanda, in presenza di tutti gli elementi necessari per la verifica reddituale di ammissione al beneficio. Con questa modalità semplificata verranno pagate a luglio circa 3.150.000 quattordicesime in Italia. Per raggiungere d’ufficio il maggior numero di soggetti, nell’ultima settimana di

giugno l’Inps ha effettuato una lavorazione aggiuntiva con l’emissione di un pagamento distinto dal cedolino mensile. Anche i pagamenti della lavorazione suppletiva saranno effettuati comunque nel mese di luglio. Inoltre a dicembre 2019 saranno corrisposti, sempre d’ufficio, i ratei di 14ma a coloro che compiranno l’età di accesso al beneficio (64 anni) nel secondo semestre del 2019, ovvero che sono divenuti

Possono richiedere l’indennità di disoccupazione anche gli operai agricoli a tempo indeterminato Ora anche gli operai agricoli a tempo indeterminato (OTI), che vengono licenziati il 31 dicembre dell’anno, hanno diritto all’indennità di disoccupazione agricola come gli operai agricoli a tempo determinato (Art. 32, 1°comma, lett. a) L.265/49). Lo ha stabilito la Corte Costituzionale (Sent. n. 30/2019) attraverso una attenta interpretazione della specifica normativa valida per il settore agricolo, che mette fine così ad un lungo contenzioso. D’ora in poi è obbligo dell’Inps accogliere e liquidare la spettante indennità anche a favore degli OTI. Sul piano pratico un OTI licenziato il 31 dicembre 2018, pur avendo maturato 270 o più giornate, potrà richiedere la DS/agr. per il 2019 presentando domanda entro marzo 2020. Per maggiori informazioni rivolgersi al Patronato Enapa presente in tutti gli uffici di zona di Confagricoltura Cuneo.

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INSERTO TECNICO

titolari di pensione nel corso del 2019. “La quattordicesima mensilità ai pensionati con trattamenti al minimo o di meno di mille euro deve diventare parte integrante della prestazione pensionistica. Questa boccata d’ossigeno è un primo passo, che non risolve però le esigenze di tanti agricoltori e lavoratori anziani che hanno sofferto il peso della crisi economica. Per questo ribadiamo l’urgenza

che i minimi pensionistici, come previsto dalla Carta Sociale Europea, vengano portati almeno a 650 euro”. Così l’ANPA (Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori) di Confagricoltura, commenta la circolare INPS che conferma l’attribuzione d’ufficio della mensilità aggiuntiva. L’Anpa informa che per percepire la quattordicesima corrisposta dall’INPS a luglio o a dicembre di ogni anno è necessario avere almeno 64 anni ed un reddito complessivo non superiore a 13.338,26 euro. “Sono numerosi – conclude Santori – i problemi degli agricoltori

pensionati che hanno più difficoltà di altri: vivono spesso in posti isolati, con scarsi mezzi di trasporto, con la sanità pubblica sempre più carente e con poca liquidità economica. Il 40 per cento vive con trattamenti inferiori ai mille euro mensili, che in molti casi sono solo 500 o 600 euro. Per questi motivi è urgente prevedere un paniere d’indicizzazione delle pensioni”. I pensionati possono presentare l’apposita domanda di ricostituzione, utilizzando i servizi disponibili on-line attraverso il sito internet dell’Inps e rivolgendosi al patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo.

CONTRIBUTI PER LA PULIZIA DEL SOTTOBOSCO IN CASTAGNETO L’Unione Montana del Monte Regale (raggruppa i Comuni di Briaglia, Monasterolo Casotto, Niella Tanaro, S.Michele Mondovì e Vicoforte) ha previsto dei contributi per la pulizia del sottobosco nel castagneto da frutto. Sono ammissibili a finanziamento solo gli interventi di pulizia e manutenzione delle aree boscate destinate a castagneto da frutto. Gli interventi, per essere ammissibili a finanziamento, possono riguardare: a) l’eliminazione dei polloni ai piedi delle piante fruttifere; b) il taglio delle branche secche

alla base del tronco fino ad un’altezza da terra di circa 3 metri. Il bosco dovrà risultare privo di ceppi di selvatico. Gli interventi dovranno comunque prevedere un’accurata falciatura della vegetazione infestante. INTERVENTI ECONOMICI I contributi hanno un ammontare massimo di 40 euro per ogni giornata piemontese di superficie boschiva oggetto d’intervento fino ad un massimo di 10 giornate piemontesi. SOGGETTI BENEFICIARI Possono accedere al contributo i proprietari, gli affittuari, gli usufruttuari di castagneti

da frutto ricadenti sul territorio dei Comuni dell’Unione Montana del Monte Regale previa presentazione della domanda. PROCEDURE DI LIQUIDAZIONE Chi fa richiesta di contributo può presentare, annualmente, una sola domanda di finanziamento. Le domande potranno essere presentate dall’1 al 30 settembre. Per maggiori informazioni e per avere il modello di presentazione della domanda telefonare all’Unione Montana del Monte Regale allo 0174/565815 o scrivere a info@unionemontanamonteregale.it


ZOOTECNIA

Biosicurezza, possibili aperture del Ministero ORESTE MASSIMINO: “IL DICASTERO DELLA SANITÀ DISPONIBILE AD ACCOGLIERE LE NOSTRE OSSERVAZIONI” di Silvia Agnello

U

no spiraglio di apertura sembra profilarsi sulla questione delle nuove misure in tema di biosicurezza in avicoltura contenute nel decreto ministeriale emanato lo scorso dicembre, con decorrenza prevista da gennaio 2020. Agli incontri delle scorse settimane tenutisi in Confagricoltura a Cuneo e in Regione a Torino è seguita il 7 giugno, a Padova, la riunione della Federazione Nazionale Allevamenti Avicunicoli. Presieduto dal presidente della sezione avicola provinciale e regionale di Confagricoltura, Oreste Massimino, l’incontro è stato l’occasione per sottoporre all’attenzione dei responsabili del Servizio Veterinario della Regione

A BENE VAGIENNA

Veneto, individuata dal Ministero come capofila delle norme di biosicurezza per l’influenza aviaria, le criticità che Confagricoltura ha rilevato su diversi punti del decreto. “Il Ministero si è dimostrato disponibile ad accogliere le nostre osservazioni e a valutare possibili modifiche da apportare alla norma” ha commentato con soddisfazione Massimino al termine della riunione.

I punti contestati La discussione ha riguardato diverse problematiche applicative, inerenti sia i requisiti strutturali sia le norme di conduzione in allevamento. Tra i primi, la questione della cosiddetta “dogana danese”, una vera e propria barriera fisica che non consente l’accesso diretto del personale

SPIRAGLI DOPO LA FEDERAZIONE NAZIONALE ALLEVAMENTI AVICOLI CHE SI È SVOLTA A PADOVA all’area dove si trovano gli animali senza avere prima indossato le calzature dedicate al singolo capannone. Secondo quanto rilevato da Confagricoltura, si tratta di una misura che, in quanto ostacolo alle vie di fuga, porterebbe a causare problemi con gli organi di controllo competenti sulla sicurezza in ambito di lavoro. Altro punto è quello relativo alle norme sui centri di imballaggio: secondo quanto espresso da Massimino, nel caso di aziende di piccole dimensioni, situazione molto diffusa in Piemonte, queste non devono essere vincolate al commercio con un unico allevamento, ma si deve loro consentire di rapportarsi con più produttori, pena la non soste-

nibilità dell’attività. Oltre a queste, sono state trattate diverse altre questioni: dalla predisposizione di una separazione fisica dell’allevamento con altri edifici all’interno del perimetro aziendale, alle diverse norme sulle procedure e impiantistiche per la disinfezione, all’opportunità di protocolli obbligatori di sanificazione presso i macelli per contrastare il “pidocchio rosso”.

Consapevolezza e buon senso “Personalmente, con il mio intervento, ho voluto anche sottolineare quanto sia fondamentale che si diffonda sempre più la consapevolezza dell’importanza della biosicurezza in allevamento quale elemento fondante dell’attività avicola – conclude Massimino -. Per quanto riguarda le norme, come sempre, è necessario applicare il buon senso e trovare soluzioni che, pur garantendo la biosicurezza, non compromettano la sostenibilità economica delle attività”.

Studenti universitari di Pollenzo a “lezione” in allevamento

Lunedì 8 luglio, una classe dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha visitato l’allevamento Della Ferrera a Bene Vagienna. Gli studenti hanno incontrato i titolari dell’azienda e Oreste Massimino, presidente della sezione Avicola provinciale e regionale di Confagricoltura. Grazie alla visita alla struttura e al confronto con i gestori, gli studenti hanno potuto conoscere e apprezzare i risultati qualitativi che l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia come quelle presenti nell’impianto garantiscono, oltre ad avere informazioni di dettaglio sui diversi aspetti della filiera del pollo da carne.

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ZOOTECNIA

Suini, il decreto “Emergenze” porta nuovi fondi al settore

TRE MILIONI PER L’ACQUISTO DI MACCHINARI DA MACELLO, MEZZO MILIONE PER POTENZIARE GLI STRUMENTI DI DETERMINA DEL PREZZO, 1,5 MILIONI PER LA PROMOZIONE

CONFAGRICOLTURA: “VALORIZZARE LA MATERIA PRIMA CON IDONEE MISURE PER L’ETICHETTATURA D’ORIGINE” di Gilberto Manfrin

È

qualità della carcassa sulla base di contratti di filiera finanziati; 500mila euro serviranno a potenziare gli strumenti di determinazione del prezzo ed essenzialmente quelli a disposizione della segreteria delle cinque CUN di settore; 1,5 milioni di euro, infine, saranno riservati ad azioni promozionali con la GDO ed i

di 5 milioni di euro il budget che andrà a costituire il cosiddetto “Fondo suini” istituito con il DL Emergenze e finalizzato ad attuare misure per il comparto suinicolo. In concreto vengono destinati fondi per tre milioni all’acquisto di macchinari da installare nei macelli per la verifica della

PROBLEMI DI SPAZIO

ECCO LA SOLUZIONE

PROBLEMI PROBLEMI DI SPAZIO SPAZIO DI

TERMINAL CONTAINER MARITTIMI

CONTAINER NAVALI

Le richieste di Confagricoltura Confagricoltura, che ha seguito da vicino il percorso che ha portato all’istituzione del Fondo, nel condividere l’impostazione del decreto, ha chiesto nel corso di un tavolo

ECCO ECCO LA LA SOLUZIONE SOLUZIONE

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L’Agricoltore cuneese N.05 • LUGLIO 2019L'ALTERNATIVA ECONOMICA CLASSICHE FISSE VERSATILE ECOSOSTENIBILE Varie soluzioni soluzioni disponibiliALLE magazzino, chiusureSTRUTTURE sia con con telo telo in in PVC PVC che struttura struttura scorrevoleED in ferro ferro o aa battente battente Varie disponibili aa magazzino, chiusure sia che scorrevole in o Visibili SRL Bene CN autostradale Fossano anche al Magazzino garageTERCOM - ricovero - dispensa - vari casello altri moduli e personalizzazioni per ogni Visibili- presso presso TERCOM SRLattrezzature Bene Vagnienna Vagnienna CN (prossimità (prossimità casello autostradale Fossano A6 A6 TO-SV) TO-SV) ancheesigienza al sabato sabato


svoltosi a Roma proprio per discutere dei contenuti del decreto attuativo, di diffondere in maniera ampia e trasparente i dati ottenuti con l’adozione dei macchinari da macello che effettivamente potrebbero costituire un elemento utile del processo di formazione del prezzo verso un clima più sereno e trasparente di mercato; di approfondire i meccanismi dei contratti di filiera e quali effetti in concreto potranno determinare sugli allevatori; di intervenire, al di là delle misure finanziate, per valorizzare la materia prima nazionale con idonee misure per l’etichettatura d’origine, mettendo in conto anche una revisione del decreto di programmazione DOP che deve prevedere la piena partecipazione degli allevatori nella approvazione dei piani. Per i contratti di filiera previsti dal decreto attuativo, il Ministero ha chiarito che si tratta di strumenti di finanziamento a favore dell’industria di macellazione che potrà ottenere in de minimis una cifra massima di 200mila euro in tre anni a patto di

APPUNTAMENTO DI SUCCESSO

sottoscrivere un accordo di filiera con gli allevatori, pure di durata minima triennale, che deve prevedere un prezzo adeguato e comunque il rispetto del requisito di base del prezzo minimo allineato ai costi di produzione. Si tratterebbe, comunque, di accordi sempre tra privati, mentre il Ministero valuterà caso per caso i progetti dei contratti di filiera presentati dall’industria.

Benessere animale Nel corso dell’incontro si è parlato anche di benessere animale, tema sollevato dall’onorevole Guglielmo Golinelli, dirigente di Confagricoltura Modena: “Sul benessere - ha chiarito - si può ipotizzare qualche intervento, magari con il finanziamento da parte delle Regioni, ma occorre lavorare sui pareri scientifici visto che gli attacchi mediatici hanno messo in discussione i principi stessi dell’allevamento moderno e razionale”. I presenti al tavolo, nell’evidenziare come si sono esauriti i fondi dello sviluppo rurale,

hanno dato una certa disponibilità a valutare interventi più mirati anche non impegnativi sul fronte delle risorse, che vadano a premiare gli allevamenti con standard maggiori rispetto agli obblighi di legge. “Sul benessere animale - ha chiarito Confagricoltura - è opportuno, in questa fase, attenersi agli standard già da poco varati con il sistema di Classyfarm e non prevedere, tantomeno nei disciplinari, certificazioni volontarie addizionali che rischiano di alimentare la confusione come nel caso della promozione dei prodotti antibiotic free”. Dal canto suo, la sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo continua a chiedere una maggior promozione dei prodotti di origine suina, a partire dai prosciutti, senza scordare tuttavia anche la carne fresca d’origine italiana, che necessita di un’etichettatura efficace. Ma è fondamentale anche un maggior coinvolgimento degli agricoltori all’interno dei Consorzi del Prosciutto di Parma e del Prosciutto di San Daniele.

Numerose aziende suinicole in Confagricoltura a Cuneo per il corso sul sistema Classyfarm

Circa 100 imprenditori suinicoli della provincia di Cuneo venerdì 28 giugno hanno affollato la sala conferenze della Confagricoltura a Cuneo per partecipare al corso di formazione Classyfarm, organizzato in collaborazione con Ferrero Mangimi e sotto l’egida di Agrimpiemonteform. Dopo un’introduzione alle tematiche affrontate da parte del direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, Valentina Vottero (Regione Piemonte) e Enrico Giacomini (IZSLER Brescia – Veterinario Accreditato formatore ClassyFarm) hanno presentato il sistema ClassyFarm e come applicarlo in allevamento. Sono state passate in rassegna le normative introdotte per la regolamentazione del benessere animale all’interno degli allevamenti suini, con particolare attenzione alla questione relativa al taglio coda, strettamente connessa al progetto Classyfarm. Quest’ultimo è il sistema integrato voluto e finanziato dal Ministero della Salute e realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna con la collaborazione dell’Università di Parma, finalizzato alla categorizzazione dell’allevamento in base al rischio. Il sistema dovrebbe migliorare la collaborazione e il dialogo tra gli allevatori e l’autorità competente per elevare il livello di sicurezza e qualità dei prodotti della filiera agroalimentare.

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VITIVINICOLTURA

Ad Alba l’innovazione nei trattamenti in vigneto UN CENTINAIO DI AZIENDE AL WORKSHOP ORGANIZZATO DA CONFAGRICOLTURA PIEMONTE E UNIVERSITÀ DI TORINO Un centinaio le aziende partecipanti al workshop ad Alba

P

romuovere lo scambio di idee fra il mondo dell’industria, quello della ricerca e il settore agricolo attraverso la creazione di un network tematico nel settore della distribuzione degli agrofarmaci, che metta in comunicazione queste realtà. È l’obiettivo principale del progetto europeo INNOSETA finanziato nell’ambito del Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione Horizon 2020. Proprio in quest’ambito un centinaio di aziende vitivinicole del territorio

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piemontese mercoledì 10 luglio hanno preso parte al workshop “L’innovazione nel settore dei trattamenti fitosanitari in vigneto” organizzato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino e da Confagricoltura Piemonte nel Complesso Ampelion - La cittadella del vino ad Alba.

Tre gruppi tematici L’appuntamento si è svolto in 3 gruppi tematici interattivi durante i quali sono state presentate le più recenti innovazioni relative all’aumento della qualità

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e dell’accuratezza della distribuzione dei prodotti fitoiatrici; alla riduzione della deriva; alla riduzione della contaminazione nel corso delle operazioni di riempimento, miscelazione e lavaggio dei serbatoi delle irroratrici; alle nuove tecnologie per la distribuzione degli agrofarmaci. I gruppi tematici sono stati coordinati dai docenti del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Torino e presentati da Paolo Balsari. I network tematici, come quelli proposti ad Alba,

hanno proprio tra i loro obiettivi principali: raccogliere le informazioni scientifiche dagli Enti di ricerca e quelle sulle innovazioni tecniche vicine ad essere mature per il mercato, ma non sufficientemente conosciute dagli agricoltori; tradurre queste informazioni in una forma facilmente comprensibile dagli utilizzatori finali per favorirne la diffusione a livello nazionale ed europeo. Sono circa 100 le soluzioni per ridurre lo spreco dei fitosanitari e dei prodotti fitoiatrici individuate per ogni area dal progetto INNOSETA, 30 delle quali nell’ambito vitivinicolo. Di queste, sei verranno

implementate e diffuse nei prossimi mesi. Nel corso dell’incontro di Alba, pertanto, i partecipanti, oltre ad assistere in aula e sul campo a queste innovazioni, hanno potuto selezionare le migliori, che verranno trasferite tecnologicamente verso gli operatori interessati. “Confagricoltura nazionale con Cuneo e Torino non hanno solo avviato uno sforzo enorme in tema di ricerca e innovazione - ha spiegato Daniele Rossi, delegato a ricerca e innovazione di Confagricoltura - ma hanno anche definito rapporti particolari con le università, come quella di Torino”.

INNOSETA: SCOPRI DI PIÙ

Il progetto di cooperazione INNOSETA coinvolge 15 partner internazionali ed è attivo dal maggio 2018 ad aprile 2021

Il workshop ha previsto delle prove pratiche all’aperto


I rappresentanti delle sei aziende fondatrici

“Aroma di un territorio” per Moscato a tutto pasto DALLA PASSIONE DI SEI GIOVANI PRODUTTORI È NATA UNA NUOVA ASSOCIAZIONE PER VALORIZZARE IL MOSCATO SECCO di Fabio Rubero

PRONTO UN DISCIPLINARE RIGIDO SU ZONE DI PRODUZIONE E TECNICHE DI VINIFICAZIONE

È

formata da tre aziende aderenti a Confagricoltura Cuneo la neonata associazione “Aroma di un territorio” che riunisce sei giovani produttori della Langa accomunati dalla passione e dalla produzione di un vino di nicchia al quale, secondo i fondatori, non viene tributato il giusto

riconoscimento: il Moscato secco. Nell’immaginario collettivo il nome “Moscato” è stato, sino ad ora, indissolubilmente legato ad un vino dolce, esclusivamente ed inesorabilmente indicato ad accompagnare la fine del pasto. Non deve essere evidentemente così per Simone Cerruti, Emanuele Contino, Gabriele Saffirio, Guido Vada, Francesco Bocchino e Fabio Grimaldi il cui nuovo sodalizio ha il preciso obiettivo di associare il nome Moscato ad una bevanda a tutto pasto, in grado di sdoganare dunque la limitante associazione con il dessert. Per raggiungere l’obiettivo

è stata fatta una naturale selezione tra gli attuali produttori di Moscato che ha portato ai sei soci fondatori (che nel frat-

SETTIMA EDIZIONE

tempo sono già diventati otto), i quali hanno individuato un disciplinare piuttosto rigido su zone di produzione e tecniche di vinificazione. Disciplinare che, tra l’altro, è il primo in assoluto a vietare totalmente il diserbo. Verranno così realizzate due versioni di “Moscato secco”, una affinata esclusivamente in acciaio ed un’altra che prevede anche l’affinamento in legno, vendute esclusivamente in enoteca ad un prezzo accessibile e contenuto, soprattutto se commisurato alla qualità del prodotto. “L’associazione nasce con l’obiettivo di dare un’identità ben definita ad un vino che prima ognuno interpretava un po’ a modo suo – dichiara

Simone Cerruti a nome dei sei produttori fondatori dell’associazione –. Abbiamo così radunato i produttori di Moscato secco per fare il punto della situazione su quello che era il livello qualitativo attuale e su quali potrebbero essere gli obiettivi e le ambizioni future di questo vino. Un modo per noi giovani di diversificare la produzione all’interno dell’azienda perché se la monocoltura è ciò che ha portato fortuna e benessere sino ad ora, oggi, per forza di cose, rischia di rappresentare un pesantissimo limite. La possibilità di offrire più vini può e deve essere la nostra carta vincente nel mercato presente e futuro”.

Ad Alba (Altavilla) tornano le prove dimostrative in vigneto

Per il settimo anno consecutivo torna ad Alba, in località Altavilla, la giornata dimostrativa di tecnica e innovazione in vigneto, organizzata dalla Confagricoltura di Cuneo. L’appuntamento è previsto per giovedì 18 luglio, dalle 16,30, e il programma dell’iniziativa prevede prove tecniche in campo, filmate dall’alto da droni, mirate a: verificare innovative macchine operatrici in vigneto per la gestione del sottofila e a testare le tecniche più innovative dell’agricoltura di precisione applicata al cotico erboso e all’impianto di barbatelle con sistemi gps. Inoltre verranno presentate le ultime novità fitosanitarie presenti sul mercato e si effettuerà una prova semina di essenze per sovescio e inerbimento controllato studiate per l’ambiente collinare. Sarà possibile vedere in campo l’utilità dell’utilizzo delle reti antigrandine, e vedere dal vivo quali possono essere i vantaggi dell’utilizzo dei droni nell’impostazione di fertilizzazioni mirate. Al termine si svolgerà la tradizionale cena conviviale presso il piazzale della chiesetta Madonna degli Angeli di Altavilla.

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CONFAGRICOLTURA NEWS

Proprietà Fondiaria, “Buon lavoro al nuovo presidente nazionale” DA CUNEO ISABELLA MOSCHETTI SI CONGRATULA CON BISCARETTI: “PERSONA SERIA E COMPETENTE”

“A

uguriamo buon lavoro al nuovo presidente, persona seria, di grandi qualità e competenze. Siamo certi che, essendo un esperto conoscitore del territorio piemontese, saprà dare un valido contributo nella

gestione delle grandi sfide che attendono la Proprietà Fondiaria regionale nei prossimi anni”. È positivo il commento di Isabella Moschetti, presidente della Proprietà Fondiaria di Cuneo, dopo il rinnovo cariche del Consiglio

Lo specialista italiano del fotovoltaico

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Gruppo

Direttivo della Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria, tenutosi a Milano, nel corso del quale Claudio Biscaretti di Ruffia è stato nominato per acclamazione nuovo presidente della Federazione. Vicepresidenti sono stati nominati, sempre per acclamazione Alessio Agliardi e Michele Orlando. Il nuovo presidente, per molti anni è stato vicepresidente della Federazione ed è attualmente anche presidente della Proprietà Fondiaria di Novara. È Professore associato di Diritto dell’Unione Europea all’Università degli Studi di Milano – Bicocca ed esercita la

professione di avvocato nello Studio Legale Santa Maria in Milano. Biscaretti dopo aver ringraziato i presenti per la fiducia che gli è stata accordata ha assicurato il massimo impegno nel portare avanti le istanze della proprietà concedente la terra in affitto nelle diverse sedi istituzionali. Il neo presidente ha quindi tracciato alcune linee strategiche per il nuovo triennio che prevedono azioni a livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo. “Dobbiamo essere orgogliosi - ha sostenuto Claudio Biscaretti - della categoria che rappresentiamo in


quanto l’affitto si conferma uno strumento essenziale per la competitività delle imprese agricole e per la tutela del patrimonio fondiario. Oggi l’affitto in agricoltura ha raggiunto cifre notevoli: ricopre una superficie di 5,8 milioni di ettari pari al 45,30% della SAU totale”. In Piemonte la percentuale supera il 50%, attestandosi attorno al 40% in provincia di Cuneo. Un dato che certifica una crescita dei contratti in affitto sul nostro territorio, in particolar modo misti, accompagnata dalla stabilità degli importi, utile per limitare i contenziosi e garantire continuità.

ACCORDO NAZIONALE

NEWS

In pillole SI ALLUNGA LA LISTA DEI PRODOTTI EUROPEI A RISCHIO NEL CONTENZIOSO USA-UE

NASCITA

Congratulazioni alla neo mamma

Il 14 giugno scorso è nata Greta Maria, figlia di Monica Mela, dipendente Confagricoltura zona di Saluzzo, e di Davide Giolitti. Da tutta la grande famiglia di Confagricoltura Cuneo giungano i migliori auguri di “buona vita” alla piccola, ai genitori e al fratellino Edoardo.

Enel e Confagricoltura per la competitività del settore

Favorire l’innovazione, l’efficienza energetica, la sostenibilità e i processi di digitalizzazione per aumentare la competitività del settore agricolo. È l’obiettivo dell’accordo che Enel e Confagricoltura hanno firmato per identificare sinergie tra il settore energetico e quello agricolo e produrre benefici economici, sociali e ambientali. L’intesa prevede l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato alla qualità del servizio elettrico per l’analisi delle esigenze delle imprese e un programma di incontri di formazione. Enel e Confagricoltura a livello regionale attiveranno un canale diretto per il monitoraggio delle condizioni del servizio elettrico e per agevolare il ripristino delle attività in caso di emergenza.

Lo rende noto Confagricoltura sulla base di una comunicazione ufficiale dell’Ufficio del Rappresentante Usa per i negoziati commerciali.

C’È IL COMITATO TECNICO NAZIONALE CONFAGRICOLTURA Composto dai presidenti delle 24 Federazioni Nazionali di Prodotto (FNP) lavorerà su tre pilastri: mercati, sostenibilità, filiere

INTESA UE–VIETNAM, “BENE MA ATTENZIONE ALL’IMPORT DI RISO A DAZIO ZERO” Confagricoltura: “Dobbiamo però riconoscere che per altri settori si aprono interessanti opportunità”.

CNEL: EVENTUALE ABOLIZIONE RESTRINGE LA PARTECIPAZIONE La prevista abolizione del Cnel può restringere gli spazi di democrazia e di partecipazione delle parti sociali in Italia

DL CRESCITA: “BENE LA LOTTA ALL’ITALIAN SOUNDING”

Confagricoltura: “Positivo che il decreto, ora convertito in legge, promuova il consumo all’estero del vero made in Italy”.

GIAPPONE: IN AUMENTO L’IMPORT DI FORMAGGI DA UE

PER I SOCI

Convenzione con Fca-Fiat

Confagricoltura ha rinnovato la partnership con FCA-FIAT che prevede per i suoi soci speciali condizioni commerciali valide per l’acquisto di autoveicoli nuovi dei marchi Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Jeep e Fiat Professionali. Fino al 31 dicembre 2019, quindi, le aziende di Confagricoltura Cuneo potranno usufruire di sconti sull’acquisto di veicoli, secondo quanto previsto dal listino relativo alle scontistiche. Informazioni negli uffici di Confagricoltura Cuneo e sul sito www.confagricolturacuneo.it.

Le importazioni giapponesi di formaggi dall’Ue sono cresciute del 34% grazie gli accordi di libero scambio, come EPA e TPP.

UE-MERCOSUR, NON CI SONO LE CONDIZIONI PER L’ACCORDO Giansanti, presidente di Confagricoltura: “Troppo penalizzate le produzioni agroalimentari del nostro Paese”. Scarica l’app di Confagricoltura per essere informati su tutte le iniziative della tua associazione

L’Agricoltore cuneese N.05 • LUGLIO 2019

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SERVIZIO PER LE AZIENDE

Documenti di Valutazione dei Rischi: le cose da sapere ATTIVO IN CONFAGRICOLTURA CUNEO UN UFFICIO SPECIALIZZATO IN SICUREZZA, QUALITÀ E CERTIFICAZIONI ALIMENTARI di Silvia Agnello

N

ell’ottica di fornire un ventaglio di servizi sempre più completo ai propri associati, la sede provinciale di Confagricoltura ha di recente attivato al proprio interno un ufficio specializzato nei temi della sicurezza, della qualità e delle certificazioni alimentari. In questo numero de “L’Agricoltore cuneese” vogliamo affrontare la prima area di intervento – la sicurezza – trattando uno dei principali adempimenti a cui tutte le aziende sono tenute a provvedere: il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Pur non po-

IL DVR È OBBLIGATORIO E DEVE CONTENERE LE VALUTAZIONI DI TUTTI I RISCHI IN AZIENDA 28

tendo garantire, per motivi di spazio, una trattazione del tutto esaustiva dell’argomento, forniamo di seguito i principali elementi per una corretta gestione del documento.

DVR: che cos’è Il DVR, come definito nell’art 28 del D.Lgs 81/08 è un documento obbligatorio: tutte le aziende devono redigerlo e aggiornarlo, indipendentemente dal settore in cui operano, dal livello di rischio e dal numero di dipendenti (unica eccezione sono le aziende individuali e quelle a conduzione familiare come previsto all’art 21 del Testo Unico). Il DVR deve contenere le valutazioni di tutti i rischi presenti in azienda e deve esplicitare i criteri alla base di tali valutazioni, per poi illustrare le misure preventive e protettive messe in atto per ridurre i rischi presenti al di sotto

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dei valori limite di accettabilità (comma 2b), nonché il piano di miglioramento per il futuro (comma 2c). Il documento deve inoltre contenere l’indicazione dei nominativi delle figure di riferimento aziendali (comma 2e), delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare (comma 2d) e l’individuazione delle mansioni per le quali i lavoratori sono esposti a rischi specifici (comma 2f).

Revisioni La revisione del documento è obbligatoria almeno una volta ogni tre anni, anche nel caso in cui si configuri esclusivamente come una rivalutazione in cui venga dichiarato che nessuna situazione o condizione ha introdotto sostanziali e significative modifiche. Nel caso e ogni qualvolta subentrino modifiche al processo lavorativo che possano apportare variazioni dei livelli di rischio

VA RIVISTO ALMENO UNA VOLTA OGNI TRE ANNI IN QUALUNQUE CASO significativi il documento va immediatamente rielaborato.

Aziende agricole: documenti da conservare Per la tipologia di attività e di procedure, il comparto agricolo è uno dei settori che più è esposto a rischio, pertanto il tema della sicurezza del lavoro assume in questo settore un valore sostanziale. Per questo motivo, in caso di infortuni o anche solo di ispezioni routinarie da parte delle autorità competenti, è necessario essere in regola rispetto a tutte le disposizioni e alla documentazione previste in tema di sicurezza sul lavoro. Per facilitare il compito dei datori di lavoro riportiamo qui di seguito un elenco dei documenti da tenere in azienda, precisando che ogni azienda agricola è diversa dall’altra, quindi gli obblighi potrebbero

sicuramente variare da azienda ad azienda. È obbligatorio avere • il Documento di valutazione dei rischi (DVR), che comprenda la nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), i nominativi degli incaricati alle misure di prevenzione incendi, primo soccorso e gestione delle emergenze, la nomina del medico competente (quando richiesto) e del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). • tutti gli attestati comprovanti la formazione obbligatoria dei lavoratori, degli addetti alle emergenze antincendio e primo soccorso; RSPP; eventuali dirigenti; preposti; RLS; la formazione riguardante lavori specifici, manipolazione di prodotti a rischio specifico; utilizzo di macchinari e mezzi aziendali (per esempio la conduzione di mezzi, carrelli, impianti di sollevamento, carro ponte, gru, etc.); • eventuali contratti d’appalto o di prestazioni d’opera con relativi DUVRI (Documento Unico Valutazione Rischi Interferenti); • il piano di emergenza


aziendale che illustra le misure di emergenza da mettere in atto sia in caso di rischi individuati in DVR (incendio, alluvioni etc.), sia in caso in cui i lavoratori siano esposti ad un pericolo grave ed immediato. Il piano deve essere adeguato alla natura dell’attività, alle dimensioni aziendali e alla consistenza numerica del personale presente in azienda; • rischi specifici individuati in azienda, tra i quali i rischi meccanici, per i quali è necessario tenere in azienda: 1. il Libretto che attesti la verifica periodica dei mezzi di sollevamento (muletti, ascensori, montacarichi, carroponti, ecc.); 2. i Libretti riguardanti l’istruzione all’uso

dei macchinari e delle attrezzature, nonché della loro manutenzione; 3. documenti di circolazione relativi ai veicoli ed alle attrezzature; 4. abilitazione all’utilizzo di specifiche attrezzature da lavoro (ad es. trattori agricoli o forestali, macchine movimento terra, ecc.). Altri documenti possono riguardare i rischi elettrici ed i rischi derivanti da esplosione e incendi. Per questi è necessario dotarsi di: • certificato di prevenzione incendi ove richiesto; • contratto per la verifica periodica dei mezzi di estinzione e rilevatori automatici d’incendio; • registro dei controlli periodici.

Per quanto riguarda i rischi igienico-ambientali è prevista la seguente documentazione: • registro dei rifiuti ove richiesto; • schede di sicurezza delle sostanze utilizzate; • patentini per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari; • autorizzazione dei pozzi e dei referti analitici delle acque; • smaltimento delle acque reflue; • fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari presenti in azienda (devono essere conservate per 3 anni); • DIA sanitaria (reg. 853/2004) per attività di produzione primaria. • Registro dei trattamenti definito dall’art. 42 DP.R. 290/2001 e Circolare 30/10/2002 del Ministero dell’Agricoltura. Conosciuto

anche come quaderno di campagna, il documento deve riportare, in ordine cronologico, l’elenco dei trattamenti eseguiti nelle diverse colture o sui modi in cui viene immagazzinato il prodotto (quantità ed eventuali avversità). Si deve provvedere alla registrazione sul quaderno di campagna per tutti i prodotti fitosanitari (anche non classificati) entro 30 giorni dal trattamento. Il registro deve essere conservato per tre anni successivi al trattamento. Nell’ambito della medicina del lavoro, per ogni lavoratore deve esserci il certificato di idoneità alla mansione lavorativa. Il medico competente effettua il protocollo sanitario e ciascun lavoratore è tenuto a effettuare le visi-

te periodiche indicate dal protocollo sanitario. Gli adempimenti potrebbero variare da azienda ad azienda. È bene dunque far sempre riferimento ai rischi riportati in DVR o al proprio consulente allo scopo di verificare la conformità della propria attività agricola all’attuale normativa vigente. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per ulteriori approfondimenti.

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LE NOSTRE AZIENDE

Metodo brevettato per allevare le lumache e rilanciare il settore A MAGLIANO ALFIERI L’AZIENDA “SLOW EAT ELICICOLTURA ITALIA” HA MESSO A PUNTO IL CICLO BREVE DI ALLEVAMENTO, UNICO IN ITALIA di Paolo Ragazzo

U

n solido approccio tecnico e scientifico finalizzato al miglioramento dell’efficienza degli allevamenti a cielo aperto di lumache con l’obiettivo di sviluppare un metodo che garantisca la massima capacità produttiva coniugata al valore di una filiera italiana naturale. È questa la mission di “Slow eat elicicoltura Italia”, azienda di Magliano Alfieri condotta da Matteo Marrara (26) con l’aiuto di Paolo Bove (43), amici conosciutisi sul lavoro e accomunati dalla passione per le lumache. “Ci siamo accorti sul campo in precedenti nostre esperienze lavorative come nel settore mancasse una

tecnica di allevamento realmente efficace in grado di dare un’idea di costi e ricavi – spiegano i due imprenditori –; da questa esigenza è nato il sistema del ciclo breve, un metodo brevettato unico in Italia, per la riproduzione di uova da cova di chiocciole destinate al ciclo di allevamento”.

Un sistema brevettato In cosa consiste. È un sistema di allevamento che prevede l’inserimento di uova di chiocciole all’interno dei recinti, anziché i riproduttori. Così l’allevatore non deve più preoccuparsi della riproduzione, ma si occupa solamente della fase di ingrasso. Il ciclo breve permette di avere una produzione soddisfacen-

I recinti per l’allevamento delle lumache in azienda

te in termini di quantità e di tempo. Il ciclo breve, infatti, avviene in 7-8 mesi, anziché 18-20 mesi del sistema tradizionale. Le chioccioline appena schiuse vengono inserite verso la metà di aprile fino a metà maggio e il raccolto avverrà nel mese di ottobre-novembre, evitando cosi il periodo invernale soggetto a grande mortalità. “Questo sistema ci consente un controllo in itinere dell’andamento del ciclo produttivo dell’allevamento – continuano Paolo e Matteo –: in questo modo è possibile apportare tempestivamente correzioni che altrimenti sarebbero difficilmente rilevabili con altri sistemi”. A novembre circa l’80% delle lumache (bordate e dalla carne bella “piena”) è pronto per essere raccolto, mentre il restante 20% viene spostato in una serra per il periodo invernale dove continua la crescita ed è pronto la primavera successiva.

La preparazione dell’allevamento Prima di partire, però, è fondamentale la preparazione del terreno. “Si costruisce un perimetro e lo si divide internamente in recinti della

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Le lumache pronte per la raccolta

dimensione di 45 metri per 3 metri – spiega Matteo –. Da un ettaro si ricavano 40 recinti in cui la prima cosa da fare è seminare, ad inizio primavera, la rapa da foglia e la bietola da costa, per l’alimentazione delle lumache, e la cicoria spadone, per la loro protezione dal sole e mantenere l’habitat alla giusta umidità. Quando la vegetazione raggiunge circa i 15/20 centimetri di altezza si inseriscono le uova. In ogni recinto si arriva ad avere più o meno 10mila piccoli”. Parallelamente si semina quella che sarà l’alimentazione supplementare: girasoli, biete, cavoli e zucche, che dopo i due mesi di vita dei piccoli vengono inseriti nei vari recinti, facendo attenzione a rimuovere in breve tempo ciò che non viene mangiato per evitare marciscenze. “A fine ciclo di allevamento alimentiamo le lumache con cibo supplementare e frutta fresca per ammorbidire la carne”, aggiunge Paolo. La raccolta avviene manualmente


Matteo Marrara e Paolo Bove con Fabio Fogliati tecnico di Confagricoltura

servendosi di tavole di legno utilizzate principalmente dalle lumache per ripararsi. Fungono da calamita. Basta capovolgerle e le lumache son lì solo da raccogliere. Fondamentale è anche l’irrigazione che serve per mantenere fresca e appetitosa la vegetazione.

Margini di mercato Ma esiste un mercato interessante per le lumache? “Statistiche ufficiali dicono che in Italia le consuma il 25/30 per cento della popolazione,

ma se il prodotto fosse più reperibile e si sapesse da dove arriva si salirebbe ai livelli di Spagna e Francia (60%) – continuano Matteo e Paolo -. Non esiste ancora una vera e propria produzione italiana capace di garantire certi numeri, quindi c’è margine per crescere. Noi riforniamo rinomati ristoratori della zona che apprezzano molto la possibilità di avere lumache italiane allevate con soli prodotti naturali”. Quello ambientale è un altro aspetto importante ci tengo-

no a sottolineare i due elicicoltori: “Le lumache sono vere e proprie sentinelle della salute del terreno, sono come ‘spugne’ che assorbono tutto quanto trovano e, per questo motivo, vanno quindi nutrite con attenzione. Noi, ad esempio, non utilizziamo alcun prodotto fitosanitario in allevamento”. Parte da Magliano, infine, la vera sfida per l’elicicoltura del domani in Italia: divulgare maggiormente la cultura del consumo di lumache che nel nostro Paese dal secondo Dopoguerra si è andata via via perdendo. Anche per via della sempre minor reperibilità della varietà autoctona, la Helix Pomatia Alpina, molto difficile da riprodurre in allevamento. Cosa invece più fattibile con le Helix Aspersa Maxima, Muller e Aspersa Aspersa allevate da “Slow eat elicicoltura Italia”. E per conoscere meglio questo interessante universo, il 28 settembre prossimo presso la sede di Confagricoltura ad Alba ci sarà una giornata dimostrativa condotta proprio dai due imprenditori di Magliano Alfieri.

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Esemplare di lumaca allevata a Magliano

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METODI IRRIGUI A CONFRONTO: ECCO QUALI PREFERIRE A SECONDA DELLE COLTURE

L

a riduzione del consumo di acqua in agricoltura è un obiettivo sul quale si sta sempre più lavorando, con progetti che coinvolgono sia la parte agricola che quella di trasformazione. La competitività delle produzioni italiane sul mercato globale pas-

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SPECIALE IRRIGAZIONE

Il sistema “a goccia”, economico ma poco usato LA MICROIRRIGAZIONE PERMETTE UN MAGGIOR RISPARMIO IDRICO MA È SCARSAMENTE DIFFUSA NELLA NOSTRA REGIONE di Gilberto Manfrin

sa, infatti, attraverso una forte attenzione all’uso delle limitate risorse ambientali. “La scelta di un metodo irriguo piuttosto che un altro - sottolinea Marco Bano della Esi irrigazione, l’azienda con sede a Torre San Giorgio leader nel settore, che fornisce supporto

e consulenza al mondo dell’agricoltura e della frutticoltura - dipende da tanti fattori, quali la disponibilità idrica, la morfologia e la giacitura del terreno, il clima, la fonte di approvvigionamento idrico, il tipo di coltura, il grado di meccanizzazione della coltura, etc”.

I VANTAGGI DI IRRIGARE A GOCCIA Il metodo che certamente fornisce un maggior risparmio idrico è l’irrigazione a goccia, oggi quello più utilizzato in frutticoltura, in orticoltura, nelle serre e nei vivai per i quali è fondamentale appunto il risparmio di acqua, ma

anche il risparmio di manodopera e di costi per la sistemazione del terreno, la possibilità di effettuare interventi di fertirrigazione. Questo metodo, per esempio, si addice molto all’irrigazione del mais, che necessita di acqua abbondante e a costi ragionevoli. L’adozione dell’irrigazione a goccia e della fertirrigazione sul mais ha dimostrato di essere tecnicamente possibile, attuabile da un punto di vista economico: “Per produzioni abbondanti - sottolinea Esi irrigazione - il fabbisogno di acqua stagionale del mais è stato stimato a un


valore compreso tra i 350 e i 800 mm/ha a seconda dell’ambiente e della lunghezza della stagione di coltivazione variabile (90 – 150 giorni) con un tasso giornaliero di evapotraspirazione compreso tra i 6 e i 7,5 mm/giorno”. Con tale metodo, l’acqua viene erogata attraverso erogatori denominati gocciolatori in microportate e a basse pressioni. I gocciolatori vengono distinti in on line e in line. I primi sono degli erogatori che vengono inseriti su tubi posti sul terreno o ad una certa altezza lungo la fila delle piante. Questi erogatori possono essere a bottone o a sigaro ed avere una portata da 2 a 16

l/h. I gocciolatori in line invece sono degli erogatori coestrusi all’interno di tubi in polietilene, autopulenti grazie alla presenza di piccoli filtri in ingresso al gocciolatore stesso. “Il metodo a goccia ha il vantaggio di poter lavorare a bassissime pressioni rispetto alle altre tipologie impiantistiche che prevedono di risparmiare energia in termini di kilowattori elettrici o in termini di gasolio consumato in quanto lavorare ad un bar di pressione è diverso che lavorare a 12 come richiesto invece dal metodo a pioggia - spiega Marco Bano -. Il metodo a goccia, dunque, permette di tener due parametri sempre sotto controllo:

Tecnologia applicata all’irrigazione del vigneto (Foto Esi irrigazione)

quello dell’uniformità dell’abbeveraggio e quello dell’efficienza energetica”. L’irrigazione a goccia è l’ideale anche per la frutta, come nel caso di pesche e nettarine, ad esempio.

Fino alla fase di “frutto noce”, il pesco consuma pochissima acqua. Quando si irriga, è necessario bagnare almeno i primi 20-30 cm di terreno, che è lo spazio comunemente

esplorato dall’apparato radicale. La superficie da irrigare non è quella in prossimità del fusto, come comunemente pensano molti hobbisti, ma tutta quella coperta da chioma.

In Piemonte il metodo più utilizzato è per scorrimento

DATI ISTAT Scorrimento e infiltrazione

Sommersione

4,1% 6,9%

Aspersione

Microirrigazione

1,2%

6,1%

40,9%

33,4%

2,9% 11,0%

10,8% 6,2%

72,0% PIEMONTE

TRENTINO ALTO ADIGE

63,2% 0,6%

44,6% 1,2%

52,2% 0,1% 5,7%

22,3%

14,7% EMILIA ROMAGNA

Altro

VENETO

Esistono diverse classificazioni sulle metodologie di irrigazione agricola, ma sono cinque le modalità più conosciute e applicate. Il metodo per sommersione prevede la permanenza sul terreno per periodi più o meno lunghi di uno strato di acqua di spessore variabile; il metodo per scorrimento si attua invece con un velo d’acqua costante durante tutto l’adacquamento che poi lungo il suo corso si va ad infiltrare sul terreno; proseguendo, c’è il metodo per aspersione o a pioggia, che prevede l’erogazione di acqua simulando la pioggia, il tutto grazie all’uso di idonee apparecchiature che consistono in irrigatori di media o lunga gittata e di medio-grande portata disposti con avanzamento a triangolo, a quadrato o a rettangolo a seconda del grado di sovrapposizione che si vuole ottenere. Esiste poi il metodo di irrigazione a goccia anche chiamato microirrigazione, in quanto l’acqua viene erogata attraverso erogatori denominati gocciolatori in microportate e a basse pressioni. Il sistema irriguo più moderno in assoluto è infine il metodo di sub-irrigazione o di irrigazione interrata. Secondo l’Istat, il Piemonte è secondo dietro alla Campania (35.701 aziende) nella classifica per numero di aziende agricole che attuano il sistema a scorrimento e infiltrazione (che con il 72% di utilizzo è però il più diffuso in regione) con 27.094 aziende. Nella nostra regione, il secondo metodo più usato per irrigare è quello per aspersione (4.044 aziende, 10,8% di utilizzo), segue quello per microirrigazione (2.587 aziende, 6,9% di utilizzo), infine quello per sommersione (2.351 aziende pari al 6,2% di utilizzo). I numeri dicono come c’è ancora molto da fare affinché la microirrigazione, metodo “di risparmio” idrico per eccellenza, si diffonda nella nostra regione, dove siamo più indietro rispetto a regioni come Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Veneto dove è più utilizzato.

SPECIALE IRRIGAZIONE

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A GOCCIA… SOTTO TERRA

L’irrigazione a goccia offre la possibilità di realizzare un impianto che non è solo interessante energeticamente e a livello di risparmio idrico, ma può essere dotato di strumentazioni che possono dare la possibilità di gestire il sistema in maniera automatica anche da remoto, cioè in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo ci si trovi. Il tutto abbinando non solo l’apertura delle valvole dell’acqua per l’irrigazione, ma anche le centraline meteorologiche o sonde per verifica-

IRRIGAZIONE DEL VIGNETO

re l’umidità nel terreno, in grado di capire che cosa succede all’interno del suolo. “La tecnologia ci sta portando a lavorare con portate di acqua sempre più basse - dice ancora Bano -. Parallelamente si sta evolvendo la situazione in termini di impiantistica e automazione, quindi gestione da remoto, monitoraggio impiantistico, monitoraggio agronomico e dei consumi, misuratori di portata. Un trend in crescita è certamente quello degli impianti di sub-irrigazione, adatti nel caso dell’erba medica e del mais stesso”. La sub irrigazione prevede l’installazione di

Sistema di irrigazione del mais tramite metodo a scorrimento (Foto Esi irrigazione)

impianti a goccia sotto terra; i sistemi più efficaci richiedono l’uso di ali gocciolanti (gocciolatori in line) interrate in numero e con distanze variabili in funzione del tipo di coltura e delle condizioni morfologiche del terreno. Ovviamente il sistema consente di ottenere un

buon risparmio idrico in quanto rispetto a un normale sistema a goccia non comporta perdite per evaporazione del terreno. La subirrigazione costituisce un sistema efficacissimo per fornire acqua alle colture anche in condizioni di scarsa disponibilità idrica; un limi-

Il sistema a deficit controllato (RDI) aumenta la qualità dell’uva da vino

Controllare l’applicazione dell’irrigazione spesso comporta un minor rifornimento d’acqua rispetto a quella necessaria per lo sviluppo ideale della vite. Conosciuta come irrigazione a deficit controllato (RDI), questa pratica - come ben sottolinea la Esi irrigazione, che fornisce consulenza personalizzata sulle tecniche irrigue e di fertirrigazione - è stata concepita per mantenere la vite in condizioni di stress idrico accertato, per aumentare la qualità dell’uva da vino. L’RDI consente di controllare i seguenti elementi: dimensione degli acini; regime di luce e di vegetazione; disponibilità di elementi assorbiti e fotosintesi; turgore, concentrazione di sostanze fenoliche e altri soluti solidi. L’introduzione effettiva di un metodo RDI è contingente a un severo ed accurato controllo di irrigazione, possibile solo attraverso l’uso di tecniche avanzate di irrigazione come l’irrigazione a goccia ad alta uniformità. Scegliendo l’introduzione dell’RDI, è necessario che i coltivatori di vite prendano in considerazione numerosi fattori, compreso l’apparato fogliare della vite, le risorse del suolo, le condizioni climatiche del precedente inverno e della stagione attuale. È necessario siano analizzate in maniera specifica le condizioni ambientali come le precipitazioni (quantità e distribuzione), la ritenzione idrica del terreno e l’evapotraspirazione.

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SPECIALE IRRIGAZIONE

te è rappresentato dalla sua mancata fattibilità su terreni ricchi di scheletro o dove si effettuano lavorazioni troppo profonde. Un altro limite è rappresentato dall’intrusione sia da parte delle radici che da parte delle particelle di terra circostanti il gocciolatore.


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Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171.692077 info@tipografiasubalpina.it

È una ragazza fantastica, ha un grande senso del dovere, 35enne, produce miele, molto bella, femminile, stupendi occhi verdi, bionda naturale, le piace la buona cucina ed ama stare in compagnia, vorrebbe conoscere un uomo dolce e affettuoso di cui potersi fidare e con cui formare famiglia.

È una signora indipendente che ha sempre lavorato in fabbrica ed ora gestisce un agriturismo. Stupenda 49enne, italiana, mora, occhi verdi, ha perso il marito da giovane e non si è mai rifatta una vita. Vorrebbe conoscere un uomo semplice e per bene, non importa l’età, l’importante è che l’ami e la rispetti.

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v 347 4548150 Splendida 40enne, femminile, coltivatrice diretta, è una donna dolcissima, crede ancora nei valori della famiglia e non si accontenta di conoscenze vuote, ma vorrebbe incontrare un uomo libero e seriamente intenzionato a vivere una storia d’amore duratura.

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Suona nella Banda Musicale del suo paese, è una signora carina, bionda, occhi celesti, simpatica, 54enne, vorrebbe di nuovo vivere le emozioni che una storia d’amore può dare. È divorziata da tempo non ha avuto figli e vive sola. Conoscerebbe uomo, anche più maturo, ma che creda che una vita felice debba essere vissuta in coppia, se no, non è completa felicità.

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MATRIMONIALI AMICIZIE

& a cura di Anna & Anna - Carmagnola - tel. 011 9626940

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946

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Direttore responsabile: Paolo Ragazzo

Chiuso in redazione il 15/07/2019

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