L'Agricoltore Cuneese - Dicembre 2021

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIX - N. 09•2021 - DICEMBRE 2021 - CONTIENE I.P.

09/2021

Dal Pnrr tante opportunità per il futuro agricolo

FAUNA SELVATICA Troppi cinghiali servono interventi subito

RISORSA IDRICA Il nuovo Piano di Tutela delle Acque non convince

ENERGIE ALTERNATIVE Accordo con l’Enel per lo sviluppo delle rinnovabili

ZOOTECNIA Latte, le previsioni nello studio di Ismea


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I NUMERI DI QUESTO NUMERO

La voglia di ritrovarsi di persona, l’auspicio di poterlo fare presto Enrico Allasia

presidente di Confagricoltura Cuneo

Roberto Abellonio

direttore di Confagricoltura Cuneo

Da due anni a questa parte tutti noi abbiamo familiarizzato molto di più con la tecnologia informatica, mettendo da parte strette di mano e limitando gli incontri di persona, ma ci mancano tantissimo le occasioni di confronto diretto con tutti i nostri associati che, a causa del Covid-19, abbiamo potuto incontrare con molta difficoltà. Nel 2021 avevamo programmato, prima in estate e poi a fine novembre, la nostra tradizionale assemblea associativa, ma la recrudescenza della pandemia e le misure imposte ci hanno nuovamente convinti a rinviare l’appuntamento. Ci è dispiaciuto dover rinunciare a un momento non solo di confronto e dibattito, ma anche di autentica convivialità capace di rafforzare lo spirito associativo. Ma nonostante tutte le difficoltà non siamo stati fermi, anzi. Come avete potuto leggere sulle pagine de “L’Agricoltore cuneese” di iniziative ne abbiamo svolte molte, tutte o quasi “a distanza” nel rispetto delle normative e, prima ancora, della salute di tutti gli associati. L’augurio più sentito per il 2022, però, è di tornare a ritrovarci affinché sia per tutti davvero un Buon Anno. Sotto ogni aspetto.

PNRR

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miliardi di euro per il settore primario italiano dal PNRR

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anno in cui, per Ismea, l’Italia raggiungerà l’autosufficienza

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Le nuove regole in vigore contro le pratiche sleali

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L’Agricoltore cuneese N.09 • DICEMBRE 2021

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IN PRIMO PIANO

PNRR, risorse e opportunità per il futuro dell’agricoltura IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA METTERÀ A DISPOSIZIONE UNA QUANTITÀ DI FONDI IMPORTANTI PER IL SETTORE di Fabio Rubero

IL PIANO PER IL RILANCIO DELL’ECONOMIA ITALIANA DOPO IL PERIODO PANDEMICO PUNTERÀ ALLA SOSTENIBILITÀ DEGLI INTERVENTI ANCHE IN AGRICOLTURA

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l Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il piano preparato dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia di COVID-19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese. Dopo l’approvazione in parlamento avvenuta lo scorso 30 aprile, il Governo ne ha ufficialmente trasmesso il testo definitivo alla Commissione europea. Il Piano delinea un “pacchetto completo e coerente di riforme e investimenti”, necessario ad accedere alle risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea con il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF), perno della strategia di ripresa post-pandemica finanziata tramite il programma Next Generation EU (NGEU). Il Governo italiano ha richiesto all’Unione europea il massimo delle risorse RRF disponibili per l’Italia, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. A tali risorse si aggiungono circa 13 miliardi di euro del programma REACT-EU e circa 30,62 miliardi di euro derivanti dal Piano

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nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del PNRR, articolato in sei missioni

Le risorse destinate al comparto agricolo Secondo le linee guida del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali i progetti relativi al comparto agricolo sono inquadrati nell’ambito di una complessiva visione strategica declinata in tre grandi macro-obiettivi: A) competitività del sistema alimentare; B) produzione energetica da fonti rinnovabili e al tempo stesso riduzione delle emissioni e miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi; C) miglioramento della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione del dissesto idrogeologico. Sono articolati nei seguenti quattro temi di intervento, per complessivi 6,8 miliardi di euro. 1. AGRICOLTURA SOSTENIBILE Un occhio di particolare riguardo è rivolto ai contratti di filiera e di distretto a cui viene destinata una dotazione di 1,2 miliardi di risorse del piano complementare al PNRR con l’obiettivo di crearli e di rafforzarli. Precisamente nel settore agroalimentare si vuole ridurre l’impatto ambientale dei settori della produzione e apportare una trasformazione alimentare e del commercio al dettaglio; per il settore forestale promuovere l’uso efficiente delle risorse forestali, valorizzando l’aggre-

RISORSE

6,8

miliardi di euro per il settore primario italiano che arriveranno dal PNRR

PER L’AGRICOLTURA gazione e l’associazionismo di impresa, gli accordi e le reti di impresa; per il settore florovivaistico incrementare la produzione arborea e forestale autoctona e certificata, sostituire le serre obsolete e inefficienti da un punto di vista energetico e/o efficientare i relativi impianti di riscaldamento. Tra gli altri stanziamenti 1,5 miliardi al “Parco Agrisolare” per, tra le varie cose, incrementare la sostenibilità, la resilienza, la transizione green e l’efficienza energetica del comparto agricolo italiano, migliorare l’efficienza energetica dei fabbricati e sviluppare modelli decentralizzati di energia. Inoltre 800 milioni vanno al piano per la logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, forestale, florovivaistica per, tra le altre cose, ridurre l’impatto ambientale del sistema dei trasporti in ambito agroalimentare, migliorare la capacità di stoccaggio e trasformazione delle materie prime, migliorare la capacità logistica dei mercati alimentari all’ingrosso. Infine 500 milioni per l’Innovazione nella meccanizzazione e ammodernamento degli impianti di molitura delle olive. 2. RESILIENZA DELL’AGROSISTEMA IRRIGUO E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE 520 milioni di investimenti andranno alla resilienza dell’agrosistema irriguo per la migliore gestione delle risorse idriche per migliorare la gestione della risorsa idrica e ridurre le perdite; favorire la misurazione e il


monitoraggio degli usi sia sulle reti collettive sia per gli usi privati; ridurre i prelievi abusivi di acqua nelle zone rurali; aumentare la resilienza dell’agro-ecosistema irriguo agli eventi climatici estremi, con particolare riferimento agli eventi siccitosi. Inoltre 1 miliardo (fondi FEASR) sarà investito in una gestione forestale sostenibile con l’obiettivo di sviluppare una filiera “foresta-legno-energia” attraverso l’incentivazione dell’utilizzo a cascata della materia prima “legno nazionale”, con la creazione di reti di impresa forestali – notoriamente non finanziabili con la PAC – a fianco dell’attività di rimboschimento e miglioramento dei boschi esistenti. Previsti anche 500 milioni per interventi di gestione forestale sostenibile e di idraulica forestale in area montana e collinare a rischio idrogeologico e altrettanti per interventi per la gestione e manutenzione del territorio rurale con l’obiettivo di ridurre il rischio idraulico in tali aree a difesa del potenziale produttivo agricolo e aumentare l’attrattività di queste zone. 3. DIGITALIZZAZIONE SISTEMA INFORMATIVO AGRICOLO NAZIONALE (SIAN) A disposizione 140 milioni per rafforzare la connettività delle 35 strutture territoriali dell’ICQRF potenziando la digitalizzazione e la gestione evoluta dell’enorme mole di dati presente nel patrimonio informativo SIAN; introdurre registri informatizzati nei settori vitivinicolo e oleario, nel Registro Unico dei Controlli; integrando SIAN e la banca dati della Rete di Informazione Contabile Agricola, trasformando quest’ultima nella Rete d’Informazione sulla Sostenibilità Agricola. Ma anche definire il sistema di raccolta dei dati di contabilità forestale tramite attività di indagine finalizzate alla creazione di una rete nazionale di raccolta ed elaborazione di informazioni reddituali ed economiche delle imprese del settore, realizzare

un sistema agrometeorologico armonizzato a livello nazionale; creare un sistema informativo di misurazione, gestione e monitoraggio per la lotta agli sprechi e per il recupero delle eccedenze alimentari. 4. ULTERIORI PROGETTI DI INTERESSE PER L’AGRICOLTURA Digitalizzazione delle aree rurali a fallimento di mercato – banda larga il cui obiettivo è realizzare reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e monitoraggio satellitare, per portare ammodernamento e completamento delle reti ad altissima capacità collegate all’utente finale nelle aree bianche e grigie. Inoltre c’è “Borghi rurali”, progetto che vuole salvaguardare il patrimonio culturale delle aree rurali del nostro Paese, favorendo tra l’altro la rinascita o il consolidamento del tessuto produttivo agricolo. Il progetto prevede di sostenere l’attivazione di iniziative imprenditoriali e commerciali, tra le quali nuove modalità di ricettività, quali ospitalità diffusa e albergo diffuso, per la rivitalizzazione del tessuto socio-economico dei luoghi, contrastando lo spopolamento dei territori e favorendo la conservazione del paesaggio e delle tradizioni e riqualificando l’edilizia rurale e storica. Infine 1,92 miliardi saranno a favore del biometano con la riconversione di impianti di biogas, la realizzazione di nuovi impianti per biometano e la sostituzione di mezzi meccanici obsoleti e a bassa efficienza con mezzi alimentati a metano/biometano. Gli interventi consentirebbero di risolvere, sulla base dei criteri di promozione dell’economia circolare, anche diversi aspetti legati alla gestione delle deiezioni animali. Lo sviluppo del biometano appare particolarmente interessante per rendere più sostenibile l’attività agricola e al contempo produrre un biocombustibile avanzato, valido sia per usi puntuali nel luogo di produzione, sia per immissione in rete, tramite le infrastrutture di rete già esistenti.

IL COMMENTO

Allasia: “Occasione unica, ma serve una cabina di regia per gestirla al meglio” “Il PNRR è un’occasione più unica che rara per cercare di togliere tutti quegli aspetti che sino ad oggi hanno limitato le capacità produttive e competitive del sistema Italia. L’agricoltura cuneese, che contempla attività produttive di diverso tipo ed è, dunque, molto variegata, ha nel PNRR un’enorme possibilità di crescita, soprattutto se si lavorerà e si investiranno queste importanti risorse nel potenziamento delle filiere, senza dimenticare le risorse legate ai territori interni (boschi), alla viabilità e al dissesto idrogeologico. Le tante qualità ed eccellenze che abbiamo devono essere ancor più tutelate da fondi di un’entità tale da non essersi mai vista prima e che, con ogni probabilità, non si vedrà mai più”, spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte. “Ma per non perdere nulla occorre andare al di là del comparto agricolo e istituire una cabina di regia in grado di coordinare i lavori anche per quanto riguarda altri settori come i trasporti, la logistica, la valorizzazione del territorio, ecc. Si tratta di un aspetto cruciale perché il rischio, altrimenti, è che ognuno metta il proprio pezzo, senza che alla fine si riesca però a comporre il puzzle. Occorre al più presto individuare linee guida precise e ben definite e, sin da subito, organizzarsi per stabilire quali sono le priorità e lavorare in tal senso”, aggiunge Allasia che spiega perché: “Come ben sappiamo, in questi casi, le tempistiche rappresentano una forte criticità che la mancata organizzazione tra le parti non fa altro che acuire ulteriormente. Occorre lavorare bene e lavorare insieme per non perdere nemmeno una piccola parte di queste straordinaria e irripetibile occasione rappresentata dal PNRR”.

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IN PRIMO PIANO

Come e su cosa investire? Secondo Confagricoltura sarebbe utile istituire un fondo compensativo per i contratti di filiera. Inoltre, date le linee di indirizzo del piano derivanti dalle indicazioni comunitarie (tra cui F2F e Green New Deal) in termini di «esigenze connesse con la tutela dell’ambiente e promuovere lo sviluppo sostenibile», occorrerebbe individuare le misure di competenza delle amministrazioni diverse dal Ministero delle Politiche Agricole per costruire un progettualità integrata che possa perseguire tali fini in particolar modo sullo sviluppo di nuove tecnologie, uso dell’acqua e recupero degli scarti della produzione. Confagricoltura ritiene inoltre necessario incentivare le filiere “no food” (in particolar modo quelle energetiche a partire dal settore zootecnico), individuare le aree scarsamente produttive per investire su produzione di energia elettrica (agrovoltaico) e migliorare la gestione delle acque.

Non mancano le criticità Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono presenti dunque molte luci, ma non mancano alcune ombre. Confagricoltura contesta, ad esempio, il mancato coinvolgimento delle parti sociali, ma anche la mancanza di indicazioni specifiche da parte delle amministrazioni competenti. Senza dimenticare, sottolinea l’associazione, che non è stata fatta una valutazione di impatto e che manca una sorta di “prioritarizzazione” degli interventi. Attualmente, inoltre, si sa poco o nulla sulle modalità di concessione dei finanziamenti e sulla pubblicazione dei bandi per la concessione dei finanziamenti stessi. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione delle aziende che volessero approfondire il tema o esaminare progetti.

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Risorse Pac in calo, vadano alle aziende più professionali CONFERMATE LE DIVERSE CRITICITÀ AVANZATE DA CONFAGRICOLTURA I FONDI SARANNO RIDOTTI DEL 15%. MANCA SEMPLIFICAZIONE LA TRANSIZIONE ECOLOGICA RICHIEDE INVESTIMENTI E INNOVAZIONI TECNOLOGICHE MA OCCORRE SALVAGUARDARE LE REDDITIVITÀ DELLE IMPRESE

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ullo scorso numero de “L’Agricoltore cuneese” abbiamo chiarito quali saranno le sfide da affrontare per le aziende agricole con la nuova Pac e messo in luce i punti deboli dell’intero impianto di riforma secondo Confagricoltura. Ora, con il voto favorevole dell’Assemblea plenaria del Parlamento europeo, è giunto ai passaggi conclusivi il processo di riforma della Politica Agricola Comune, ma senza migliorie sostanziali, come ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, dopo la votazione favorevole dell’Europarlamento sulle tre proposte di regolamento che entreranno in vigore il 1° gennaio 2023: “Le discussioni svolte negli ultimi mesi hanno confermato le criticità che avevamo espresso sull’intesa politica raggiunta lo scorso mese di giugno”. Agli agricoltori viene chiesto un maggiore impegno per la sostenibilità ambientale ma con risorse finanziarie in diminuzione. Per l’agricoltura italiana, fino al 2026, il taglio complessivo ammonta al 15% in termini reali rispetto al periodo di programmazione chiu-

so lo scorso anno. “È mancata inoltre una sostanziale ed effettiva semplificazione delle regole a vantaggio degli agricoltori e delle amministrazioni pubbliche - rileva Massimiliano Giansanti -. L’attenzione è ora rivolta sulla messa a punto dei programmi strategici nazionali (PSN) per l’applicazione della nuova PAC che gli Stati membri devono inviare alla Commissione europea entro dicembre. Abbiamo già proposto al ministero e alle Regioni di concentrare le risorse finanziarie sull’agricoltura professionale che produce per il mercato e crea occupazione”. La transizione ecologica richiede investimenti, un’ampia diffusione delle innovazioni tecnologiche e una crescente integrazione con le altre parti della filiera agroalimentare. Per raggiungere la neutralità climatica secondo gli impegni definiti a livello internazionale va salvaguardata la redditività delle imprese e con questa Pac sarà molto complicato. La nuova Pac entrerà in vigore nel 2023


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FAUNA SELVATICA

LA REGIONE HA PROPOSTO AD A.T.C. E C.A. DI ESERCITARE L’ATTIVITÀ DI SELEZIONE FINO AL 31 GENNAIO 2022

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danni provocati dalla fauna selvatica in provincia di Cuneo, come in tutto il Piemonte, sono cresciuti in modo esponenziale negli ultimi mesi, complice un proliferare ormai fuori controllo delle specie, ungulati in primis. Confagricoltura chiede da moltissimo tempo a tutti gli enti interessati il massimo sforzo per contenere il fenomeno, ma l’esasperazione delle aziende agricole è ormai a livelli estremi. Come le preoccupazioni che i cinghiali possano tramettere anche sul nostro territorio il virus della peste suina africana, dopo che un nuovo caso è stato scoperto nel distretto di Ludwigslust-Parchim, su una carcassa di cinghiale ritrovata in un’ex area di addestramento militare, nei pressi di Redlin, al confine con lo stato del Brandeburgo. “Nei mesi scorsi, grazie all’intervento del prefetto di Torino che si era attivato su segnalazione della nostra organizzazione, si era istituito un tavolo di coordinamento tra tutti i soggetti interessati – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo –, al fine di individuare iniziative congiunte per limitare la presenza

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Troppi cinghiali, vanno limitati a tutti i costi ENNESIMO APPELLO DI CONFAGRICOLTURA PER PREVENIRE IL RISCHIO DI PESTE SUINA AFRICANA di Paolo Ragazzo

abnorme di cinghiali che oltre a danneggiare pesantemente i raccolti crea problemi di ordine sanitario all’ecosistema”.

pare un’attività di selezione dei cinghiali che riporti il numero di ungulati a un livello compatibile per il territorio”.

Riportare sotto controllo il numero degli ungulati

Scarsa adesione di A.T.C. e C.A. alla deroga proposta dalla Regione

Le notizie provenienti dalla Germania allarmano non soltanto gli agricoltori, ma tutti i cittadini. Al momento, come riferisce il sito www.regierung-mv.de del governo federale del Meclemburgo-Pomerania Occidentale, non è noto come la peste suina africana sia entrata nel distretto di Ludwigslust-Parchim. Tuttavia, la stessa variante del virus è stata confermata nell’allevamento di suini domestici di Lalendorf e nel focolaio di Marnitz, che è ora diffusa nell’Europa orientale, negli Stati baltici, in Polonia e nel Brandeburgo. “Dobbiamo evitare in tutti modi che la peste suina africana si propaghi: sarebbe un danno enorme per i nostri allevamenti e per la sicurezza alimentare – aggiunge Enrico Allasia – e per questo chiediamo a tutte le istituzioni di moltiplicare gli sforzi per svilup-

La Regione Piemonte, dal canto suo, nel tentativo di arginare il problema ha concesso agli A.T.C. (Ambiti Territoriali di Caccia) e ai C.A. (Comprensori Alpini) di esercitare l’attività di selezione al cinghiale in squadra con l’ausilio di cani dal 1° al 31 gennaio 2022. Tuttavia in pochi hanno adottato questa possibilità. Dei 7 Compren-

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sori Alpini presenti in provincia di Cuneo nessuno ha optato per questa deroga, mentre hanno aderito gli ATC CN 2 (Saluzzo-Savigliano), CN 3 (Roero), CN 4 (Alba-Dogliani) e CN 5 (Cortemilia), ma non l’ATC CN 1 (Cuneo - Fossano). “Ci rammarichiamo della scarsa adesione del territorio alpino e pedemontano della nostra provincia, come di parte della pianura cuneese dove peraltro ha sede la maggior parte degli allevamenti suinicoli, a questa possibilità che nelle intenzioni dell’ente regionale mirava proprio a contenere il numero di cinghiali, anche in considerazione dell’importante e sempre crescente quota di risarcimenti danni da pagare alle aziende agricole”, continua Allasia che riflette, infine, sulla presenza della parte agricola negli A.T.C. e nei C.A. e torna ad auspicare interventi più incisivi per aiutare le imprese agricole in pesante difficoltà a causa di questa emergenza.

I cinghiali devastano le colture e sono un pericolo per la sicurezza


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ENERGIE ALTERNATIVE

Enel e Confagricoltura per lo sviluppo delle rinnovabili

fagricoltura Piemonte e Donato Rotundo di Confagricoltura; a seguire Valentina Giarletta e Lanfranco Di Campello in rappresentanza di Enel Italia hanno illustrato le nuove opportunità a disposizione.

PRESENTATI IN CONFAGRICOLTURA A TORINO GLI ACCORDI CON IL GRUPPO ENERGETICO PER FAR CRESCERE EFFICIENZA E SOSTENIBILITÀ

Progetto “Il Sistema Agricolo”

Enel Italia ha sviluppato un progetto, chiamato “Il Sistema Agricolo”, con il quale intende di Davide Rossi molto questi interventi, grazie a percorsi mivalorizzare e finalizzare le opportunità presenti rati e personalizzati. L’incontro è stato aperto nelle varie aree di attività del gruppo in termiarà sempre più facile e conveniente per dagli interventi di Enrico Allasia, presidente ni di prodotti e servizi offerti specificatamente le imprese agricole attivare soluzioni di Confagricoltura Piemonte, Riccardo Ferrero per il settore agricolo, fornendo supporto e adeguate alle proprie necessità sul fronte presidente della Sezione Bioeconomia di Concompetenze integrate per soluzioni in materia dell’energia, con particolare attenzione alle di energia, sostenibilità, efficienrinnovabili, e sul versante dell’efficientamento za e transizione energetica. della propria azienda. Anche l’agricoltura è inSi tratta, in estrema sintesi, della fatti chiamata a dare il proprio contributo possibilità di avvalersi sui temi legati alla sostenibilità ambiendi una struttura comtale, come l’abbattimento delle emissiomerciale dedicata, Fotovoltaico su tetto e comunità energetiche ni e l’assorbimento di CO2, ma pure a un’interfaccia unica variare progressivamente i propri consumi • Nuove costruzioni e messa a dispoenergetici andando verso le energie “verdi” • Ottimizzazione impianti esistenti sizione da Enel e compiendo un percorso • Sviluppo di Comunità energetiche Italia, a conoscenza di innovazione delle delle necessità e delle aziende. Non è un caproblematiche degli Efficientamento energetico e sostenibilità so che le rinnovabili, imprenditori agricoli, per e il fotovoltaico in • Impianti di cogenerazione facilitare lo sviluppo di progetti di riqualiparticolare, abbia• Efficientamento energetico per impianti di condizionamento, ficazione, sostenibilità e innovazione nella no fatto segnare riscaldamento, ventilazione e l’illuminazione direzione della competitività crescite notevoli nel • Circular Economy Report e piano di soluzioni innovative dell’azienda agricola, settore agricolo negli ma in grado anche di ultimi quindici anni. Mobilità elettrica contribuire alla tranGrazie ad accordi • Ricarica domestica per veicoli privati sizione energetica sottoscritti tra • Stazioni di ricarica aziendali a uso privato o pubblico del nostro Paese. Confagricoltura ed Enel, • Recharge Partner per aziende che vogliano “Da tempo Confapresentati nella sede di diventare partner commerciali gricoltura si impegna Confagricoltura Piecon convinzione sul monte a Torino a difronte delle rinnovabili, Altri prodotti cembre, sono ora a è un tema che è entrato a far disposizione degli • Fotovoltaico a terra parte del nostro DNA - spiega Enrico Aladerenti soluzioni • Fornitura di energia elettrica e gas lasia - e non soltanto perché ce lo chiede che semplificano la nuova strategia europea in materia di e razionalizzano

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sostenibilità ambientale. Lo facciamo con convinzione perché è un modo per coniugare la tutela del territorio e il bilancio delle aziende, che attraverso l’installazione di soluzioni per le energie verdi possono integrare il proprio reddito. Siamo convinti che la collaborazione con un attore di spicco come Enel porterà buoni frutti in questa direzione”. Attraverso “Il Sistema Agricolo”, Enel si propone di valutare in modo organico e completo la convenienza economica e di fattibilità delle proposte di miglioramento energetico aziendale, scegliendo un percorso di migliorie che prima avrebbero dovuto essere trattate con interlocutori diversi, facendo perdere tempo agli agricoltori e, di fatto, rendendo l’operazione

meno efficace perché lunga in termini di tempi attuativi e dunque meno attuabile in una forma coordinata. Tutto questo senza dimenticare il rispetto delle aree rurali nel loro complesso, compresi gli aspetti paesaggistici, perché l’innovazione tecnologica, e quindi anche il fotovoltaico, non può essere messa in atto senza considerarne gli impatti sul territorio.

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Biogas e biometano servono norme lungimiranti

a accelerato il percorso di crescita sostenibile del Paese, dando un ruolo centrale alle aziende agricole. Lo sottolinea Confagricoltura che ricorda l’obiettivo - specificato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – di incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas di 2,3-2,5 miliardi metri cubi; quindi di ridurre le emissioni di gas serra per 13,5 milioni di tonnellate di CO2; tenendo conto poi che tutto ciò permetterà di creare circa 90 mila nuovi posti di lavoro. “I nostri imprenditori sono pronti - dichiara Confagricoltura -. Occorrono però norme che con decisione e lungimiranza possano stimolare adeguatamente lo sviluppo del biogas e del biometano agricolo, valorizzando le infrastrutture già presenti nel territorio italiano”. In quest’ottica, è importante la recente approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del FIRMA L’APPELLO

Inquadrando il QR-Code puoi sottoscrivere l’appello lanciato dal Consorzio Monviso Agroenergia

Come approcciarsi a questo nuovo servizio? Confagricoltura ha collaborato con Enel alla definizione di apposite schede di raccolta dati, che saranno inviate agli aderenti invitandoli ad indicare le caratteristiche agronomiche della propria azienda ed esprimere eventuali

necessità di approfondimento sui prodotti di Enel. A seguito della compilazione, volontaria e del tutto personale, le singole aziende agricole interessate saranno contattate da Enel per i successivi sviluppi commerciali. Nei prossimi mesi verranno organizzate ulteriori iniziative di approfondimento dedicate a specifici settori di attività e lavorazioni del settore agricolo. Per ulteriori informazioni contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo. PER SAPERNE DI PIÙ Inquadrando con lo smartphone il QR-Code puoi scoprire tutti i dettagli delle proposte di Enel

CONFAGRICOLTURA SOTTOLINEA L’IMPORTANZA DI GUARDARE ALLE NUOVE INIZIATIVE SENZA DIMENTICARE GLI IMPIANTI ESISTENTI Decreto Legislativo di recepimento della Direttiva Energie Rinnovabili (RED II) di Bruxelles. Ma vanno varati al più presto i decreti attuativi sui nuovi sistemi di incentivazione, per la cui definizione Confagricoltura auspica che “possa esserci un ampio coinvolgimento delle parti interessate, indispensabile per garantire la realizzazione degli investimenti previsti dal PNRR”. Confagricoltura, in particolare, chiede attenzione specifica sul biogas che - alla luce degli obiettivi fissati dalla COP 26, di diminuzione del 30% delle emissioni di metano al 2030 - “assume una rilevanza sempre più forte per il nostro Paese se si vuole garantire la competitività della zootecnia nazionale”. Importanza riveste pure il DM su condizioni, criteri e modi di attuazione del sistema di promozione della produzione e

per il consumo di biometano nei settori industriale, terziario e residenziale; fondamentali quindi i correttivi al DM 2 marzo 2018 sui trasporti che dovranno essere in sintonia con le esigenze degli operatori di poter dare tempestivamente avvio agli investimenti, dal momento che - in relazione ai fondi previsti dal PNRR dovranno essere effettuati entro il 2026. Confagricoltura infine chiede che i nuovi meccanismi di incentivazione della generazione elettrica da biogas, “guardino con attenzione alle nuove iniziative senza trascurare gli impianti esistenti che non riusciranno ad operare una riconversione al biometano”. Confagricoltura Cuneo su questo tema sostiene l’appello del Consorzio Monviso Agroenergia per il futuro del biogas e biometano agricolo. L’Agricoltore cuneese N.09 • DICEMBRE 2021

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RISORSA IRRIGUA

Il nuovo Piano di Tutela delle Acque non convince CONFAGRICOLTURA CUNEO PERPLESSA SULL’INTRODUZIONE DEL DEFLUSSO ECOLOGICO POCO RISPONDENTE AL TERRITORIO Un torrente in provincia di Cuneo

di Francesca Braghero

È

stata pubblicata sul illimitato come l’acqua, confermato il limite di Bollettino Ufficiariguardano: trecentoquaranta chilole l’approvazione grammi di azoto totale • la designazione delle dell’aggiornamento del Piaper ettaro e per anno, aree vulnerabili da nitrati no di Tutela delle Acque da inteso come quantitadi origine agricola e proparte della Giunta regionativo medio aziendale, dotti fitosanitari; le. Nella sezione dedicata da distribuire in base ai • la tutela delle aree di alle norme di piano sono fabbisogni delle colture, pertinenza dei corpi contenuti gli articoli che al loro ritmo di assorbiidrici: ripresi gli interventi riguardano più da vicino il mento ed ai precedenti di trasformazione e di settore agricolo, che in parcolturali; gestione del suolo e del te riprendono ed in parte soprassuolo già previsti • le disposizioni per la integrano gli elaborati della dal piano precedente per riduzione dell’erosione precedente versione risale fasce di rispetto dei e per l’uso sostenibile di lente al 2018. corpi idrici superficiali concimi contenenti foI temi trattati, mirati a tutenaturali; sforo: vengano adottate lare, sia in termini utilizapposite1 disposizioni per • la disciplina delle utiliz-16:59 Pagina tmcdi bozza1:Layout 1 24-11-2008 zo che di qualità, la riserva un uso sostenibile dei zazioni agronomiche per colture e allevamenti: di un bene prezioso e non fertilizzanti contenenti

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fosforo e per ridurre i fenomeni di erosione e ruscellamento causato dalle acque meteoriche; • l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari; • la tutela degli acquiferi profondi e gli interventi di ricondizionamento dei pozzi: il termine viene formalmente posticipato alla fine del 2024, dopo tale data, per i soggetti inadempienti, è previsto un adeguamento del canone di concessione in applicazione al principio del recupero dei costi ambientali, in

conseguenza degli effetti negativi sulla qualità delle acque determinati dal mancato ricondizionamento o chiusura del pozzo; • il deflusso ecologico e il deflusso minimo vitale: entro il 22 dicembre 2024 tutte le derivazioni d’acqua devono essere adeguate in modo da garantire l’applicazione del deflusso ecologico con le modalità stabilite dalle disposizioni, fermi restando eventuali obblighi di maggior rilascio già previsti nei disciplinari di


concessione. Le nuove modalità sostituiranno automaticamente le disposizioni degli attuali disciplinari di concessione che risultassero incompatibili.

Il deflusso ecologico non va bene per il Piemonte Una delle principali novità del nuovo Piano di Tutela, che suscita non poche perplessità, è il deflusso ecologico, termine che ha rimpiazzato il cosiddetto

Minimo Deflusso Vitale (DMV), ovvero la quantità di acqua da lasciar scorrere all’interno dei fiumi per preservarne l’ecosistema naturale. Di questo tema si è parlato anche a Venaria Reale in occasione del convegno organizzato da ANBI Piemonte sul tema dei consorzi irrigui e del futuro dell’acqua piemontese. “Le nuove modalità penalizzano molto l’agricoltura piemontese, in quanto la maggior parte dei corsi

d’acqua, anche nella nostra provincia, ha carattere torrentizio, con tutto ciò che ne consegue a livello di discontinuità e alternanza di periodi rigogliosi e altri di secca - spiega Isabella Moschetti, consigliere di Confagricoltura Cuneo -. Ogni situazione andrebbe analizzata in base alle caratteristiche del territorio di applicazione. Solleciteremo il governo affinché il Ministero della Transizione Ecologica e l’Ispra (Istituto superiore di protezione

ambientale) avviino al più presto le procedure di deroga previste dalla direttiva comunitaria, per far sì che si possa definire il deflusso ecologico dei fiumi sulla base delle peculiarità della nostra realtà. Il tema che ci sta molto a cuore è infatti quello relativo alle irrigazioni, essenziali per la produzione e la qualità del cibo che consumiamo - continua Moschetti -. È fondamentale che le aziende agricole utilizzino tecniche di irrigazione mo-

derne, in grado di usufruire solo del minimo indispensabile di acqua, ma sarebbe ancora più importante, come più volte abbiamo ribadito, poter disporre di un buon sistema di invasi, che sarebbe la soluzione a tutti i problemi. olo il 2% dell’acqua presente sul pianeta è utilizzabile dall’uomo per scopi alimentari, la sua riserva è limitata e proprio per questo va tutelata con tutti gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia odierna”.

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VITIVINICOLTURA

Vino: produzione in calo, ma mercato in ripresa GIANLUCA

DEMARIA Presidente della sezione vitivinicola regionale di Confagricoltura

S

econdo l’Organizzazione internazionale del vino (OIV) le gelate primaverili e altri fenomeni meteorologici hanno influito in modo significativo sulla produzione dei tre principali Paesi produttori: Italia, Francia e Spagna. I volumi previsti per il 2021 saranno, infatti, sotto la media per il terzo anno consecutivo. La produzione dovrebbe essere allo stesso livello, basso, del 2017, intorno ai 250 milioni di ettolitri. Si tratta del 4% in meno rispetto al 2020 e del 7% in meno rispetto alla media registrata in vent’anni.

VINO

-9% % di calo della produzione di vino rispetto al 2020

PRODUZIONE 14

CONFAGRICOLTURA: LE GELATE PRIMAVERILI E ALTRI FENOMENI METEOROLOGICI HANNO INFLUITO IN MODO SIGNIFICATIVO di Gilberto Manfrin

Complessivamente Italia, Spagna e Francia, che totalizzano quasi metà dei volumi mondiali, rispetto al 2020 hanno perso 22 milioni di ettolitri. Gli unici grandi Paesi vitivinicoli europei che hanno fatto meglio dell’anno scorso sono Germania, Portogallo, Ungheria e Romania dove le vendemmie sono state abbondanti (+ 37%). Nonostante i venti contrari e un calo della produzione di vino del 9%, l’Italia mantiene la leadership mondiale in termini di volume. Seconda la Spagna, mentre al terzo posto è retrocessa la Francia che dopo le gelate primaverili, ha sofferto piogge estive, grandinate e un’offensiva molto marcata di peronospera. Sono in calo anche Austria, Grecia ed ex Jugoslavia. Con tendenza opposta le previsioni per il primo raccolto negli Stati Uniti che suggeriscono volumi superiori al 2020 nono-

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stante gli incendi boschivi che hanno devastato la California e per l’emisfero australe che sembra poter vantare livelli di produzione record in sud America (Cile, Argentina, Brasile) ed in Australia (+ 30%), ma non in Nuova Zelanda (-19%).

La situazione a livello piemontese Dai dati provvisori delle denunce uve 2021, per le Dop sono dichiarate 3

DALLA REGIONE

milioni di quintali di uva, 2 milioni di ettolitri di vino, con 35 mila ettari rivendicati. A queste si aggiungono 330 mila quintali di uva generica, 230 mila ettolitri di vino generico per 4 mila ettari rivendicati. Secondo indicazioni elaborate dai tecnici di Confagricoltura Cuneo, la produzione in ettolitri rispetto al 2020 è inferiore di circa il 9% “I numeri del Piemonte sono in linea con quel-

li nazionali - dichiara Gianluca Demaria, presidente della sezione vitivinicola regionale di Confagricoltura e della sezione Vini Rossi di Confagricoltura Cuneo -. Abbiamo una diminuzione della produzione che è figlia di gelate primaverili e lunghi periodi di siccità, senza dimenticare la grandine che ha colpito i vitigni in particolare nel mese di luglio. Detto ciò il mercato sta tenendo bene, a livello nazionale la ripartenza del comparto è evidente, anche grazie alla ripresa dell’Ho.Re.Ca. Bene anche l’export e i prezzi dei vini all’ingrosso. L’andamento generale, in questa fine 2021, è positivo”.

Asti e Moscato: approvato lo sblocco della riserva vendemmiale 2021

Con una Determinazione dirigenziale del 3 dicembre 2021, la Regione Piemonte ha dato il via libera allo sblocco della riserva vendemmiale per l’Asti Docg in merito alla campagna 2021, in seguito alla richiesta del Consorzio dell’Asti pervenuta lo scorso 10 novembre. I quantitativi oggetto di sblocco del prodotto accantonato a riserva vendemmiale saranno quindi i seguenti: Asti o Asti Spumante 1,5 t/ha di riserva vendemmiale (equivalenti a 11,25 hl/ha); Asti o Asti Spumante metodo classico (metodo tradizionale) 1,5 t/ha di riserva vendemmiale (equivalenti a 11,25 hl/ha); Moscato d’Asti 1,5 t/ha di riserva vendemmiale (equivalenti a 11,25 hl/ha). La filiera produttiva che comprende le Organizzazioni professionali agricole è stata sentita dalla Regione Piemonte mediante consultazione telematica conclusasi il 30 novembre e ha unanimemente espresso parere favorevole alle richieste del Consorzio di tutela dell’Asti.


SILVICOLTURA

Meno burocrazia per gestire i boschi NUOVO APPELLO DELLA FNP RISORSE BOSCHIVE PER VALORIZZARE IL PATRIMONIO ITALIANO ENRICO

ALLASIA Presidente FNP Risorse Boschive di Confagricoltura

“N

onostante l’estensione nazionale dei boschi abbia raggiunto gli 11 milioni di ettari con un incremento in dieci anni di 587 mila ettari, sfruttiamo solo il 30% dell’intero patrimonio boschivo, con la conseguenza che l’Italia importa il 70% del suo fabbisogno interno. Siamo i primi per import di legna da ardere e per semilavorati, quarti per la produzione di scarti destinati a produzione di energia da biomasse”, così il presidente della FNP Risorse boschive e coltivazioni legnose, Enrico Allasia, a margine dell’incontro in cui è stata ospite in Confagricoltura la Confederazione

LEGNO

70% % di risorsa legno importata dall’Italia

IMPORTATO

Europea dei Proprietari Forestali (Cepf) con Hubert de Schorlemer, responsabile dei rapporti tra gli aderenti al network della confederazione europea e il segretario generale del Cepf, Fanny Pomme Langue. L’obiettivo di Confagricoltura e Cepf è condiviso: avere un’Europa all’altezza del patrimonio boschivo che la natura le ha affidato. Per fare questo occorre sburocratizzare il sistema e potenziare la programmazione. “Ottenere le autorizzazioni al taglio è difficile e i piani di assestamento e di gestione sono pochi. L’incontro con de Schorlemer e Pomme Langue è stata l’occasione per approfondire il loro lavoro anche in questa direzione - continuato Allasia -. Insieme al Cepf potremo portare le problematiche del nostro settore sul tavolo della politica con maggiore efficacia”. Cepf è un’associazione di cui Confagricoltura è socia dal 2019 e comprende piccoli e medi proprietari di aree boschive, venti confederazioni nazionali e vari enti nazionali e internazionali. Complessivamente rappresenta 14 milioni di persone, titolari del 60% delle aree forestali europee. Il Cepf ha un approccio critico, ma costruttivo alle politiche comunitarie, giudicate green ma poco vicine alla quoti-

LIMITARE LE IMPORTAZIONI

Tracciabilità dei prodotti contro la deforestazione

“Il provvedimento adottato dalla Commissione europea per limitare le importazioni di materie prime legate alla deforestazione è un primo passo importante al quale dovranno seguirne altri a tutela dei consumatori e dell’ambiente”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla pubblicazione del documento della Commissione Ue che prevede alcune iniziative nell’ambito del Green Deal in relazione a deforestazione, gestione dei rifiuti e strategia del suolo. L’obiettivo annunciato è molteplice: passare a un’economia circolare, proteggere la natura e innalzare gli standard ambientali nell’Unione europea e nel mondo. Le nuove regole prevedono che l’importazione in Europa di una serie di materie prime e prodotti - tra i quali, soia, carni bovine, caffè, cacao e olio di palma - sia accompagnata dalla

dianità degli operatori del settore. Lo dimostra la disomogeneità tra le diverse politiche che si ritrovano nel Green New Deal europeo. Un esempio è il contenuto del nuovo Regolamento sulla Deforestazione basato su una definizione di “degrado forestale”, strettamente collegata a una classificazione che stabilisce quali siano le pratiche sostenibili in bosco e quali non. Poco o nulla viene detto, però, sulle modalità con cui gestire il patrimonio boschivo e forestale. “Per noi, invece, la gestione attiva dei boschi

certificazione di non aver contribuito alla distruzione di foreste. Il tutto si basa su un sistema di tracciabilità rafforzata e controlli affidati agli Stati membri che potranno sospendere l’immissione sul mercato Ue di prodotti ritenuti causa di deforestazione. “L’annuncio della Commissione è in linea con gli impegni assunti dal G20 e dalla Cop 26 e conferma il ruolo di rilievo del settore primario nel raggiungimento dei traguardi di sostenibilità – aggiunge Giansanti -. A queste iniziative dovranno ora seguire altri provvedimenti in grado di condizionare le regole di importazione nella Ue in fatto di sicurezza alimentare, tutela ambientale e garanzie sociali. In questo modo, con il principio della reciprocità, riusciremo a tutelare il pianeta a beneficio anche dei consumatori”.

INCONTRO CON LA CONFEDERAZIONE EUROPEA DEI PROPRIETARI FORESTALI A ROMA è un elemento fondamentale – ha commentato de Schorlemer –. L’impressione che abbiamo è che la Commissione Europea sia orientata verso una crescita naturale dei boschi con un intervento umano molto limitato”.

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FRUTTICOLTURA

Frutta, chiesta la proroga di mutui e finanziamenti LO PREVEDE IL D. LGS N. 102/2004 PER LE IMPRESE AGRICOLE COLPITE DA CALAMITÀ NATURALI, COME LE GELATE DI APRILE

“C

ome prevede il Decreto legislativo n. 102/2004 in materia di interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole colpite da calamità naturali siamo a rivolgere un appello agli istituti di credito affinché proroghino i mutui e finanziamenti agrari in corso. Stante la

PONSO

MICHELE Presidente FNP Frutticola di Confagricoltura

MIGLIAIA DI AZIENDE SONO IN SERIA DIFFICOLTÀ A RIPARTIRE CON L’ANNATA 2022 16

L’AVVERSITÀ DEVE AVER COMPORTATO PERDITE SUPERIORI AL 30% DELLA PLV difficile situazione che nel comparto frutticolo si è venuta a creare dopo le terribili gelate della scorsa primavera, che hanno compromesso, quando non azzerato in molti casi, i raccolti in provincia di Cuneo, migliaia di aziende sono in seria difficoltà a ripartire in vista della prossima annata”. Così Michele Ponso, presidente della Federazione nazionale di prodotto della frutticoltura di Confagricoltura e membro della Sezione frutticola di Confagricoltura Cuneo, si rivolge alle banche del territorio e non solo per sensibilizzarle al rispetto di quanto è previsto per legge. La norma in questione, infatti, riguarda tutte le

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aziende agricole, ma a soffrire in particolare le conseguenze delle gelate di aprile sono state soprattutto le imprese del comparto frutticolo che in Piemonte sono circa 8.000 (oltre il 60% di queste è in provincia di Cuneo) per una superficie coltivata di circa 18.500 ettari. Sono state proprio molte di loro a segnalare difficoltà di accesso agli interventi compensativi previsti dal decreto legislativo n° 102 del 2004.

Cosa prevede il decreto legislativo Tale decreto ha come obiettivo quello di favorire la ripresa delle attività produttive da parte delle aziende agricole ricadenti nei territori delimitati dalle amministrazioni regionali e colpiti da avversità climatiche o fitopatologiche di carattere eccezionale che abbiamo comportato perdite superiori al 30% della Produzione Lorda Vendibile (PLV) aziendale. Nello specifico, l’articolo

Un impianto antibrina in funzione lo scorso aprile

5 comma 2 di questo decreto legislativo prevede la possibile attivazione diversi interventi compensativi tra cui la “proroga delle operazioni di credito agrario”. “Circa l’attivazione di questo strumento, purtroppo - conclude Michele Ponso - dobbiamo evidenziare come a fronte di richieste di proroga avanzate da molte aziende colpite dalle avversità e ricadenti nelle aree delimitate dalle Regioni, gli istituti di credito tendenzialmente neghino la proroga, adducendo svariate motivazioni. I nostri uffici confederali si

stanno confrontando con le istituzioni coinvolte al fine di risolvere velocemente il problema”. Confagricoltura Cuneo ha attivato una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei vari istituti di credito che operano sul territorio affinché vengano concessi al più presto gli interventi compensativi.

FRUTTETI

8mila

ettari coltivati a frutta in Piemonte

IN PIEMONTE


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IN VIGORE DAL 15 DICEMBRE 2021 LE NUOVE REGOLE CONTRO LE “PRATICHE COMMERCIALI SLEALI” È entrato in vigore il 15 dicembre il provvedimento che vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare. Le nuove regole, introdotte dal d.lgs. 198/2021, si applicano alle cessioni di prodotti agricoli ed alimentari, effettuate da fornitori che siano stabiliti nel territorio nazionale, indipendentemente dal fatturato dei fornitori e degli acquirenti.

Applicazione Le regole si applicano ai contratti di cessione, di prodotti agricoli ed alimentari, conclusi a decorrere dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto, mentre i contratti già in corso di esecuzione alla stessa data dovranno essere adeguati entro sei mesi. Sono sclusi dal provvedimento i contratti di cessione direttamente conclusi tra fornitori e consumatori finali.

L’obiettivo L’obiettivo del provvedimento è quello di riequilibrare i rapporti di forza tra le parti contrastando le pratiche sleali che si discostano dalla buona condotta commerciale, subite dagli agricoltori e dalle piccole e medie imprese, in violazione dei principi di buona fede e correttezza.

Alcune regole La nuova normativa intende quindi garantire un livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea attraverso l’introduzione di alcune regole imperative: 1) i contratti di cessione devono essere conclusi in forma scritta prima della consegna dei beni; 2) le pratiche commerciali sleali elencate negli art. 4 e 5 del succitato decreto legislativo sono considerate sempre vietate (lista nera) oppure presunte vietate salvo che siano state

precedentemente concordate tra le parti (lista grigia). Per brevità espositiva si segnalano ad esempio il ritardato versamento del corrispettivo, l’acquisto di prodotti agricoli e alimentari attraverso il ricorso a gare e aste elettroniche a doppio ribasso, la restituzione di prodotti rimasti invenduti; 3) la vendita sottocosto dei prodotti agricoli e alimentari freschi e deperibiliè consentita solo nel caso di prodotto invenduto a rischio di deperibilità oppure nel caso di operazioni commerciali programmate e concordate con il fornitore in forma scritta Si segnala infine che sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è presente una sezione contenente le istruzioni e la modulistica da utilizzare per denunciare le pratiche sleali all’ICQRF, autorità nazionale incaricata di vigilare sul rispetto delle nuove disposizioni.

Definizioni Il Decreto definisce: - “acquirente”: qualsiasi persona fisica o giuridica, indipendentemente dal luogo di stabilimento di tale persona, o qualsiasi autorità pubblica ricompresa nell’Unione europea che acquista prodotti agricoli e alimentari; il termine «acquirente» può includere un gruppo di tali persone fisiche e giuridiche; - “fornitore”: qualsiasi produttore agricolo o persona fisica

o giuridica che vende prodotti agricoli e alimentari, ivi incluso un gruppo di tali produttori agricoli o un gruppo di tali persone fisiche e giuridiche, come le organizzazioni di produttori, le società cooperative, le organizzazioni di fornitori e le associazioni di tali organizzazioni. La nuova normativa, come appare evidente, è decisamente innovativa e richiede approfondimenti puntuali. Torneremo pertanto sul tema con specifici chiarimenti.

DAL 1° GENNAIO 2022 OBBLIGO DI FATTURA ELETTRONICA PER L’ESTERO La legge di bilancio 2021 ha ridefinito la disciplina dell’esterometro, comunicazione telematica delle operazioni effettuate con i soggetti esteri, infatti a decorrere dal 1° gennaio 2022 sarà obbligatorio l’utilizzo del formato XML (già utilizzato per le fatture elettroniche) anche per la trasmissione dei dati relativi alle operazioni effettuati con i soggetti esteri, eliminando così l’obbligo di invio dell’esterometro. Per le fatture emesse (cessione di beni e di prestazione di servizi) effettuate, da gennaio 2022, verso i soggetti esteri, non sarà più possibile emettere queste ultime in formato cartaceo, ma occorrerà obbligatoriamente emettere la fattura elettronica. Per le fatture di acquisto, ricevute con modalità cartacea, da soggetti esteri, occorrerà emettere un documento che integra la fattura estera con l’iva italiana corrispondente al prodotto acquistato e trasmettere il file entro il quindicesimo giorno del mese successivo a quello di ricevimento del documento comprovante l’operazione.

INSERTO TECNICO

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CONTRIBUTI PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA E AMMONIACA IN ATMOSFERA C’è tempo fino al 15 febbraio 2022 per presentare domanda alla Regione sul bando 4.1.3 del PSR per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera. Nello specifico, sono finanziabili: la realizzazione di coperture, anche antipioggia, sopra le strutture di stoccaggio; l’acquisto di macchine ed attrezzature per la distribuzione con tecniche a bassa emissività (interratori, rasoterra,

AGEA TRATTIENE DAGLI AIUTI COMUNITARI DESTINATI ALLE IMPRESE AGRICOLE I CONTRIBUTI INPS NON VERSATI Con una comunicazione del 16 novembre scorso Agea ha informato che, sulla base delle disposizioni di legge vigenti, verrà effettuata la compensazione tra aiuti comunitari e nazionali e crediti previdenziali. In questo modo l’organismo pagatore interverrà direttamente sul debitore dell’ente previdenziale, “incrementando le possibilità di recupero mediante il pagamento senza gravare ulteriormente sull’impresa agricola”. I recuperi sono limitati alla sola compensazione degli aiuti con i contributi previdenziali dovuti dall’impresa agricola beneficiaria, già scaduti alla data del pagamento degli aiuti medesimi, compresi gli interessi di legge a qualsiasi titolo maturati e le somme dovute a titolo di sanzione. La compensazione opera con riguardo agli importi risultanti nel Registro nazionale debitori comunicati dall’INPS sulla base degli interscambi dati informatici in uso. Per informazioni contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo.

sottocotico); la realizzazione di necessari al rispetto di norme vasche di stoccaggio aggiuntive obbligatorie. rispetto alle capacità minime Il contributo è del 40%, elevaprescritte dalla normativa vibile al 50% per i soggetti colletgente; la copertura dei paddock; tivi e le aziende di montagna e l’acquisto di separatori solido/ al 60% per i giovani agricoltori. liquido; l’acquisto di attrezzature Il massimale di spesa è di 60.000 per movimentazione e gestione euro (100.000 se investimenti dei reflui, compresi gli spandilecollettivi) quando l’investimento tame; la riduzione del consumo riguarda un solo intervento, d’acqua nelle stalle; per i soli 90.000 per la copertura delle giovani agricoltori insediati da vasche con strutture fisse. Info: non più di 24 mesi, gli interventi Agricoltore dicembre uffici CAACuneese di Confagricoltura.

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giore, pari a 18,75 metri. Il nuovo dispositivo del Codice della Strada – introdotto al comma 1 dell’articolo 105 – prevede inol-

CAMBIA IL CODICE DELLA STRADA ECCO LE NUOVE NORME PER LE MACCHINE AGRICOLE Con due modifiche rispettivamente agli articoli 110 e 105, il Codice della Strada italiano introduce novità importanti per quanto riguarda la circolazione delle macchine agricole. La prima modifica è volta a consentire l’immatricolazione di trattrici e di altre tipologie di macchine agricole a coloro che svolgono l’attività agricola a livello solo amatoriale (hobby farmer), e che in forza della

nuova norma potranno targare le proprie macchine e circolare su strada nei normali trasferimenti dal campo alla rimessa. La norma, contenuta nel comma 2 dell’articolo 110, prevede che le macchine agricole e i rimorchi immatricolati dall’hobby farmer non possano superare il peso di 6 tonnellate; e prevede anche la possibilità che l’immatricolazione avvenga a nome del commerciante di macchine, con-

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tre che i convogli più lunghi di 18,75 metri possano comunque circolare come “trasporti eccezionali”.

CREDITO, SI ALLUNGANO I PIANI DI RIMBORSO PER L’EMERGENZA COVID

figurando l’opportunità di avere sul mercato macchine agricole a “chilometri zero”. La seconda modifica riguarda la lunghezza dei convogli agricoli, intendendo come tali l’insieme della macchina traente e del rimorchio o macchina operatrice trainata. La vecchia norma prevedeva una lunghezza massima del convoglio pari a 16,50 metri, mentre la nuova consente una lunghezza mag-

Per le operazioni finanziarie di cui all’articolo 13, comma 1, lett. c) del Decreto c.d. “liquidità”, aventi durata non superiore a 72 mesi e già garantite dall’ISMEA con copertura al 90%, nel caso di prolungamento della durata della operazione, accordato dal soggetto finanziatore, è consentito di richiedere la pari estensione della garanzia. Resta fermo il periodo massimo di 120 mesi di durata complessiva dell’operazione finanziaria, che deve tener conto del periodo di preammortamento / ammortamento già trascorso. Questa nuova opportunità che riconosce la possibilità alle imprese agricole di allungare i piani di rimborso da 72 mesi (6 anni) a 120 mesi (10 anni) per le sole operazioni già perfezionate ( ex lett. c) e c bis), art. 13), comma 1) D. L. “liquidità”) è in linea con le richieste di Confagricoltura.

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ZOOTECNIA

Aviaria, nessun allarmismo ma una prevenzione attenta SI È SVOLTO IN CONFAGRICOLTURA CUNEO UN WEBINAR SUL TEMA ORGANIZZATO IN COLLABORAZIONE CON LA CAMERA DI COMMERCIO di Francesca Braghero

Gli interventi

M

Il primo relatore a prendere la parola è stato Alessandro Scolari, veterinario specialista del settore Patologie Aviare, che ha fatto un quadro molto esaustivo della situazione a livello non solo nazionale, ma europeo, prendendo in esame le epidemie passate come modello di prevenzione: “La situazione in Europa sembra attualmente tranquilla rispetto all’Italia. Nei primi anni 2000 ci furono due grandi epidemie simili, durante le quali il Piemonte rimase ai margini, e nel 2017-2018 un altro virus arrivato dalla Siberia causò diversi focolai in Italia. Attualmente ad essere più colpiti sono soprattutto i tacchini, ma anche polli da carne, quaglie, anatre, oche, polli ovaioli. Nonostante il Piemonte sia fortunamente lasciato fuori, è comunque considerato a rischio, soprattutto la provincia di Cuneo, che è una zona ad alta densità di allevamenti all’aperto”. Dopo un piccolo intervento di Emilio Bosio, presidente dell’Ordine dei Veterinari della Provincia di Cuneo, che ha messo in luce come il fatto di essere un’isola felice non debba portare ad abbassare la guardia sul rispetto delle normative, è seguito l’intervento di Valentina Vottero, referente degli Avicoli della Regione Piemonte. “I focolai in Lombardia e Veneto aumentano di giorno in giorno e anche il Friuli inizia ad essere colpito. Occorre che allevatori, tecnici, veterinari, ognuno per le proprie funzioni, applichino le misure di prevenzione stabilite a livello ministeriale, compresa la disinfezione degli automezzi e la presenza di una zona filtro posta all’ingresso di ogni azienda per cambiar-

ercoledì 1° dicembre si è tenuto online un incontro dal titolo “L’influenza aviaria”, organizzato da Confagricoltura Piemonte in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo e moderato da Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, nonché vice presidente nazionale della FNP allevamenti avicoli, per approfondire la situazione epidemiologica in considerazione dei diversi focolai di aviaria registratisi in Veneto. Durante il webinar, introdotto dal direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio, è emersa l’importanza di sensibilizzare gli allevatori piemontesi sul tema, sebbene fortunamente la nostra regione non sia attualmente toccata dall’epidemia: “Non dobbiamo fare allarmismo, ma prevenzione oculata, per imparare ad affrontare problemi epidemiologici come quello in atto in Veneto”, ha commentato. La situazione è piuttosto grave nel Nord Est del Paese, dove il virus si è diffuso velocemente, con mortalità pressoché totale. “Lo scopo di questo incontro, esteso ad allevatori e veterinari del settore, è quello di informare e rendere tutti consapevoli della gravità del momento, di cui in Piemonte non abbiamo la giusta percezione – ha spiegato Oreste Massimino in apertura di convegno – è fondamentale rispettare in maniera rigorosa tutte le misure di bio-sicurezza previste dalle normative, affinché la soglia di attenzione resti massima”.

si”. Il discorso è proseguito con la descrizione delle misure restrittive in atto, dalle zone di sorveglianza e di protezione alla distruzione delle uova da cova, dal divieto di accasamento senza previa autorizzazione da parte dei servizi veterinari alla chiusura di alcuni allevamenti all’aperto, con l’intento di creare una zona di vuoto biologico nella speranza di fermare la diffusione dell’epidemia. Il seminario si è concluso con l’intervento di Luca Picco, medico veterinario che ha evidenziato come il virus si sia ormai stazializzato anche nella fauna selvatica, che è la fonte di rischio più preoccupante: “È opportuno valutare, data la gravità dell’ondata epidemica, se sia il caso di applicare restrizioni al settore delle fiere e dei mercati, se chiudere totalmente o chiudere almeno alla partecipazione di commercianti che arrivano da fuori regione. Un altro ambito soggetto ad autorizzazione condizionata è il ripopolamento di selvaggina da penne a scopo venatorio, su cui occorrerebbero maggiori verifiche, così come sugli allevamenti rurali e amatoriali non registrati nella banca dati nazionale, che rappresentano unità epimediologiche importanti”. Il focus si è infine spostato sul tema delle vaccinazioni, a proposito del quale il Dottor Picco ha commentato: “A fronte di epidemie così gravi sta crescendo un’opinione favorevole alla vaccinazione che, pur non essendo efficace al 100%, riduce molto i casi di malattia, aumentando la resistenza degli animali. Tuttavia, bisogna trovare un accordo internazionale, soprattutto dal punto di vista commerciale, per non subire blocchi; inoltre, la vaccinazione non è una procedura semplice da eseguire in quanto vanno effettuate iniezioni ripetute ed eseguiti controlli sierologici periodici”. A conclusione del webinar, i ringraziamenti a tutti gli intervenuti da parte di Confagricoltura Cuneo, che si fa portavoce degli allevatori per aiutare il settore a prevenire ed affrontare il problema. L’Agricoltore cuneese N.09 • DICEMBRE 2021

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ZOOTECNIA

RACCOGLIERÀ DATI PER RIDURRE RISCHI SANITARI NELLA PRODUZIONE DI ALIMENTI

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ono state presentate a inizio dicembre, sia in presenza, sia online, le modalità di utilizzo della piattaforma telematica dei Sistemi Informativi Veterinari www.vetinfo.it,

Vetinfo.it, presentata la piattaforma per allevatori VOLUTA DAL MINISTERO DELLA SALUTE. DAL 28 GENNAIO 2022 REGISTRO TRATTAMENTI ELETTRONICO OBBLIGATORIO di Francesca Braghero

all’interno di un incontro formativo dedicato agli allevatori, organizzato da Confagricoltura Cuneo in collaborazione con la Regione Piemonte e con il patrocinio dell’Ordine dei

Veterinari della Provincia di Cuneo. La piattaforma è nata per volere del Ministero della Salute allo scopo di raccogliere dati, sanitari e non, utili al governo del sistema nazionale della Sanità Animale e Sicurezza Ali-

mentare, con particolare attenzione alla definizione dei rischi sanitari lungo l’intera catena produttiva degli alimenti. Nel corso dell’incontro - al quale sono intervenuti Bartolomeo Griglio, responsabile Prevenzione e Veterina-

BUONE

FESTE

ria Regione Piemonte, Emilio Bosio, presidente dell’Ordine dei Veterinari di Cuneo, Piero Barettini, direttore SC Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche (ASL TO3), Andrea Bonansea, veterinario convenzionato Area C (ASL T03) e Marco Vernè, veterinario borsista del servizio regionale Area C (ASL TO3) - è stata illustrata la guida all’utilizzo dei servizi forniti dalla piattaforma, a cura della Regione Piemonte,

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incentrata sulla richiesta di account, sulla gestione dei numeri aziendali dei bovini e sul nuovo trattamento da prescizione, indicazione terapeutica o da scorta. “La piattaforma Ventinfo è uno strumento prezioso per veterinari ed allevatori”, commenta Marco Verné. Questi ultimi, a partire dal 28 gennaio 2022, saranno chiamati alla compilazione obbligatoria del registro elettronico dei trattamenti effettuati sui loro capi,

al fine di ottenere una maggiore tracciabilità dei farmaci utilizzati. “Il sistema rientra nell’ottica del cosiddetto ‘One Health’, un approccio che abbraccia, oltre alla salute umana, anche quella animale e l’ambiente, cercando di integrare le varie competenze per raggiungere un benessere a 360° - continua Verné -. La sfida è quella di far fronte ad un problema ormai diffuso che è quello dell’Antimicrobico-resistenza”.

APPELLO ALLA REGIONE

Il Psr penalizza le soccide

Confagricoltura Piemonte ha sollecitato l’assessorato regionale all’Agricoltura a rivedere le norme del Psr in materia di sostegno agli allevamenti condotti in soccida. Oggi, infatti, le disposizioni sono molto limitanti e rendono assai difficoltoso, e in non pochi casi impossibile, l’accesso alle provvidenze pubbliche da parte degli allevatori che hanno in essere contratti di questo tipo. In Piemonte gli allevamenti avicoli condotti in soccida sono quasi il 30%, ma rappresentano il 40% del patrimonio zootecnico dello specifico comparto; le stalle di bovini da carne condotte con questa tipologia contrattuale, pur rappresentando poco meno del 5% del numero complessivo costituiscono quasi il 18% dei capi allevati e gli allevamenti di suini in soccida incidono per il 26% in termini numerici, ma per oltre il 47% del patrimonio zootecnico specifico. “Gli allevamenti piemontesi in soccida, nell’attuale programmazione, hanno subito forti penalizzazioni a causa del fatto che, ai fini del calcolo della loro produzione standard, viene conteggiato esclusivamente il bestiame in proprietà del soccidario e non il numero complessivo dei capi che l’allevatore ha in detenzione”, spiega Confagricoltura. Questa visione produce una serie di conseguenze negative per tutte quelle aziende che vorrebbero potenziare la loro competitività.

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LATTE

Latte, la produzione in salita favorisce il ristagno dei prezzi SECONDO UNO STUDIO ISMEA DIFFUSO DURANTE IL DAIRY SUMMIT IN ITALIA SI RAGGIUNGERÀ L’AUTOAPPROVVIGIONAMENTO NEL 2025 di Gilberto Manfrin

P

ermangono alcuni timori per gli allevatori del comparto lattiero caseario. Nonostante prezzi su buoni livelli per formaggi e materie grasse in generale, i margini aziendali restano ai minimi per via dell’aumento dei costi dei mangimi (cereali, semi oleosi e panelli) saliti alle stelle in questo fine 2021, con impennate a dir poco folli per altre commodities, in particolare per energia elettrica, gas e carburanti, anche nell’ordine del 300%. “La remunerazione - dice Giampiero Degio-

14.000.000

vanni, presidente sezione Lattiero casearia di Confagricoltura Cuneo - resta il vero tallone d’Achille delle aziende, sempre costrette, tra l’altro, a fare i conti con un mercato instabile. In questo scenario, il prezzo del latte alla stalla a livello nazionale si è in media assestato a 37,3 centesimi/litro nei primi 8 mesi del 2021, registrando sì un lieve recupero rispetto allo stesso periodo del 2020 (anno da considerare nefasto per via della pandemia), ma ben al di sotto rispetto per esempio al 2019, quando il

PRODUZIONE DI LATTE: TREND 2020-2024

+9%

13.750.000 13.500.000 13.250.000 13.000.000 12.750.000 12.500.000 12.250.000 12.000.000 11.750.000

2020

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2023

2024

Il trend, in tonnellate, della produzione di latte in Italia nel periodo 2020-2024 (Fonte: Ismea)

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prezzo si è aggirato per tutto l’anno tra i 40 e i 41 centesimi/litro. Ma ciò che in questo periodo storico contraddistingue il comparto e le operazioni alla stalla è la sempre più crescente produzione”. In effetti, le consegne, secondo dati Agea riferiti ai primi sette mesi del 2021, in Italia sono infatti cresciute di un +3% e con una quota di oltre 12 milioni di tonnellate di latte prodotto, il Belpaese corre verso l’autosufficienza, che di questo passo potrebbe essere raggiunta nel prossimo lustro.

Aumento della produzione: i motivi L’interessante studio “Scenari di produzione del latte bovino in Italia – Previsioni di medio periodo” elaborato da Ismea, commissionato da Alleanza Cooperative e diffuso in occasione del Dairy Summit (evento di riferimento per il settore lattiero caseario andato in scena a Verona lo scorso 10 novembre) conferma dati e previsioni sull’incremento della produzione di materia prima indicando come il trend di crescita annua di latte in Italia sarà dell’1,6% (+9% nel periodo 2020), allineandosi a quello mondiale (negli ultimi 5 anni la maggior parte dell’incremento produttivo si è realizzato nelle regioni del Nord Italia: Lombardia +19%, Emilia Romagna +15%, Veneto + 6%, Piemonte +15%, ma anche in alcune regioni del Mezzogiorno quali Puglia +12%, Sicilia e Basilicata +11%, Calabria +17%). La produzione stimata al 2024 è di 13,6 milioni di tonnellate. Ma perché la produzione aumenterà? Secondo lo studio il motivo è da rintracciarsi nella sempre più alta ricerca di competitività da parte degli allevatori che provano così a spalmare i costi fissi producendo quantità di latte maggiori, facendo leva su economie di scala. Una produzione destinata nel medio breve periodo a placarsi per via di alcuni fattori come la riduzione degli aiuti pubblici, problemi di ricambio generazionale, un trend al ribasso del prezzo


DEGIOVANNI: “LA REMUNERAZIONE RESTA IL VERO TALLONE D’ACHILLE DELLE AZIENDE COSTRETTE, A FARE I CONTI CON UN MERCATO INSTABILE” per via proprio della più elevata disponibilità di prodotto sui mercati, ma anche a causa di una sempre minor disponibilità di terreno a disposizione dei capi. Provando a ricercare anche nei mercati il motivo dell’aumento di produzione, lo studio di Ismea evidenzia come in assenza ormai da oltre 5 anni di un mercato regolato dalle quote latte, il sistema produttivo italiano sia influenzato dagli scostamenti di mercato a livello internazionale, con particolare riferimento anche all’andamento delle commodities di comparto, su tutte mais e soia. All’elevata produzione, corrisponde però una parallela vendita al rialzo di latte e di latticini sul mercato? La risposta sembra scontata: purtroppo no. “Si manifestano, infatti, segnali di difficoltà per il latte alimentare – aggiunge Degiovanni - mentre i derivati pagano una trasformata variazione dei consumi, orientati sempre più, in generale in tutto l’Occidente, verso cibi di origine vegetale”.

La qualità italiana Ma quantità non vuol dire avere garanzie di vendita. I produttori lattiero caseari nostrani, in particolare del settore Dop, questo lo sanno bene. Ecco perché dallo studio Ismea emerge comunque che saranno chiamati, nel futuro prossimo, a dover produrre puntando sulla qualità per differenziare e confermare la bontà del made in Italy e trovare così spazi di

posizionamento sui mercati. Per tutti gli altri produttori, tra questi quelli che non realizzano Dop, l’obiettivo è quello di essere più competitivi a livello di costi, dirigendosi su nuovi sbocchi di mercato. Se la Lombardia continuerà ad essere epicentro produttivo per via dell’elevato numero di caseifici, nel resto d’Italia gli allevamenti sono destinati inevitabilmente a ridursi con le piccole stalle che rischiano di chiudere definitivamente. Tra i piccoli, a “salvarsi” in prospettiva potrebbero essere quelle realtà più legate ai territori e capaci di realizzare particolari prodotti di nicchia.

Autoapprovvigionamento: si va verso il 100 per cento Il rapporto Ismea parla del tasso di autoapprovvigionamento del settore evidenziando come il latte prodotto in Italia copra oltre l’80% del fabbisogno interno, percentuale destinata a salire fino al 100% per il 2025. Un dato che - commenta Ismea - porterebbe alla richiesta di adeguati spazi commerciali per la vendita del prodotto. Come conseguenza di ciò le importazioni di latte dall’estero dovrebbero subire una contrazione dell’8% entro il 2025 mentre le esportazioni, proprio per via del surplus di prodotto, attestarsi su un +25% in volume sempre nei prossimi cinque anni.

LE IMPORTAZIONI DI LATTE DALL’ESTERO DOVREBBERO SUBIRE UNA CONTRAZIONE DELL’8% ENTRO IL 2025, MENTRE LE ESPORTAZIONI SALIRANNO DEL 25%

PREZZO, ACCORDO A TEMPO

“Occorre un piano di sostegno della filiera” “È positivo il fatto che si sia ripreso il dialogo a livello nazionale e che il confronto sia stato reso permanente, perché siamo tutti per promuovere le nostre produzioni. Ma bisogna individuare meccanismi che nel pieno rispetto delle regole sulla concorrenza e in totale trasparenza consentano di aiutare il comparto che in questo periodo è penalizzato da una situazione contingente particolare, stante gli elevati costi di produzione sia delle materie prime da alimentazione (foraggi, mangimi, cereali), sia per l’incremento dei costi energetici, in particolare gas e energia elettrica, fattori che si ripercuotono sia sugli allevamenti, sia sulla produzioni di foraggi e cereali. Senza dimenticare le manovre speculative sui prezzi, purtroppo sempre attuali complici i contratti a termine e previsioni di produzione al rialzo. Se il ministero intende venire incontro agli allevatori attivi un piano straordinario per il sostegno della filiera lattiero-casearia”. È il commento di Confagricoltura Piemonte in merito all’accordo di filiera sul prezzo del latte, valido fino al 31 marzo 2022, sottoscritto a inizio novembre da Confagricoltura insieme alle organizzazioni agricole e alle rappresentanze della trasformazione e della distribuzione alimentare. Quando verranno attivati gli effetti dell’intesa gli allevatori potranno raggiungere il prezzo di 41 centesimi al litro, iva esclusa. Il “premio emergenza stalle”, introdotto dall’intesa, è di 3 centesimi al litro. “In base all’accordo - sottolinea Confagricoltura Piemonte - il quantitativo di latte piemontese interessato dal premio emergenza stalle per i prossimi cinque mesi è di circa 590.000 tonnellate (590 milioni di litri): con l’attivazione del contributo gli allevatori piemontesi potrebbero recuperare un valore di circa 17,7 milioni di euro”.

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PROPRIETÀ FONDIARIA

Si conferma la tendenza all’affitto dei terreni agricoli ISABELLA MOSCHETTI CONFERMATA PRESIDENTE DELLA PROPRIETÀ FONDIARIA DI CUNEO, ENRICO SANDRA IL SUO VICE di Davide Rossi

ISABELLA

MOSCHETTI Presidente della Proprieta Fondiaria di Cuneo

L

a pandemia ha toccato in modo tangibile l’agricoltura, ma il valore dei terreni non sembra averne risentito più di tanto: a fronte di un calo consistente delle compravendite fondiarie nel corso del 2020, secondo l’analisi annuale sul mercato fondiario del Crea - Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria il valore medio del terreno a livello nazionale ha avuto soltanto un quasi impercettibile calo dello 0,1%. Questo dato, sostanzialmente invariato rispetto al 2019, è addirittura più positivo per Piemonte e Nord-Ovest in generale, dove la variazione è stata invece in crescita, dello 0,4%. Numeri di entità contenuta, ma significativi ad intercettare un trend di graduale ripresa degli investimenti nel settore fondiario, che torna ad interessare una quota crescente di attori, sia giovani agricoltori che si avviano alla professione sia operatori economici che guardano alla terra per la diversificazione del proprio patrimonio. Le prospettive a medio termine sembrano essere di ulteriore, seppur ancora cauto, ottimismo anche in relazione alle misure previste per il comparto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si diceva del calo delle compravendite: il dato

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nazionale esprime un calo del 30% circa nel primo semestre del 2020 e ciò è ampiamente ascrivibile alle limitate possibilità di incontro di quel periodo, nel quale abbiamo vissuto diversi mesi di “lockdown” totale. Vero è che l’incertezza derivante dalla situazione generale non ha favorito la propensione all’acquisto e ha invece fatto crescere il numero di operatori agricoli che si rivolgono verso l’affitto di terreni.

A Cuneo il rinnovo cariche della Proprietà Fondiaria Si è parlato anche di questo in occasione della nomina, avvenuta nelle scorse settimane, del nuovo Consiglio direttivo della Proprietà Fondiaria della provincia di Cuneo, l’organo in rappresentanza dei proprietari con beni rustici in affitto, che aderisce a Confagricoltura. Il nuovo Consiglio ricalca quasi per intero la compagine eletta nel 2017: Isabella Moschetti è stata confermata nell’incarico di presidente, Enrico Sandra mantiene il ruolo di vice presidente e rimangono consiglieri Enrico Marchetti San Martino di Muraglio, Alessandro Roccavilla, Paolo Brondelli di Brondello, Valter Roattino, Roberto Abellonio e Pietro Cordero di Montezemolo, cui è stato nuovamente attribuito il ruolo di presidente onorario da parte dell’assemblea. Fa il suo ingresso nel consiglio Giulia Guidobono Cavalchini Garofoli. Il consiglio, che ha il compito di tutelare gli interessi dei proprietari dei fondi rustici, studiare i problemi che riguardano più da vicino la proprietà nella provincia, trattare e stipulare contratti e accordi di carattere sindacale e desi-

gnare i propri rappresentanti nelle commissioni locali previste per legge, rimarrà in carica fino al 2023. L’avvio del nuovo triennio del consiglio arriva in un momento particolarmente delicato, sia a causa delle ricadute dell’emergenza sanitaria sia anche in relazione alle nuove politiche imposte dall’Unione Europea, che vedono la proprietà agricola coinvolta nella tutela dell’ambiente e del territorio. “In provincia di Cuneo il dato nazionale relativo al crollo delle compravendite fondiarie si conferma appieno, così come l’aumento della tendenza all’affitto. Questo strumento rappresenta per gli imprenditori agricoli una forma strategica per lo sviluppo sostenibile della propria azienda, ampliandone le superfici senza gravarsi dei più elevati costi derivanti dall’acquisto dei terreni, che prevedono ammortamenti di più lunga durata temporale” ha dichiarato la presidente Isabella Moschetti. Giova ricordare che in Piemonte l’affitto dei terreni supera la quota della proprietà diretto-coltivatrice e rappresenta il 55% della superficie agricola del Piemonte. Durante la riunione di nomina del nuovo Consiglio, è stato inoltre osservato come negli ultimi anni tra affittuari e proprietari vi sia stata un’elevata preferenza verso il mantenimento dei contratti in essere, rinnovandoli quasi sempre senza modificare il canone e senza ricorrere, se non in numeri del tutto esigui, a nuove contrattazioni.

VALORE TERRENI

+0,4% % di aumento del valore fondiario medio nel Nord-Ovest d’Italia

NORD OVEST


IMPRESA FAMILIARE

Incarico nazionale per Graziano Giacosa ELETTO NEL CONSIGLIO DELLA FEDERAZIONE IMPRESA AGRICOLA FAMILIARE A ROMA

G

raziano Giacosa, imprenditore agricolo di Savigliano, titolare di un’azienda frutticola a indirizzo biologico, è stato eletto nel Consiglio nazionale della FIIAF - Federazione Italiana Impresa Agricola Familiare di Confagricoltura. Giacosa, 51 anni, è presidente della Federazione dell’impresa

agricola familiare di Confagricoltura Piemonte, consigliere di Confagricoltura Cuneo e vice presidente del Consorzio di difesa dalle avversità atmosferiche della provincia di Cuneo. Oltre che da lui, il Piemonte sarà rappresentato a livello nazionale anche da Renato Delsignore (Vercelli). L’elezione è avvenuta nel

GRAZIANO

GIACOSA Consigliere nazionale FIIAF

corso dell’assemblea che ha riconfermato alla presidenza Carlo Lasagna, della provincia di Mantova. La Federazione riunisce 150.000 imprese agricole familiari associate a Confagricoltura e in Piemonte rappresenta oltre 9.000 aziende del settore primario. “Le imprese familiari in agricoltura rappresentano l’80% delle aziende attive, ricoprendo un ruolo impor-

tante non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto l’aspetto sociale - ha ricordato Graziano Giacosa -. Sono imprese attive, dalle quali la famiglia trae il reddito principale e devono quindi essere tra le prime destinatarie delle risorse della Pac - ha sottolineato Giacosa, riprendendo quanto emerso durante l’assemblea nazionale -. Inoltre, mai come in questo momento serve la nostra voce di sindacato per difendere e tutelare, attraverso un confronto costante sui tavoli istituzionali, le necessità, ma anche le proposte della nostra base associativa”.

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CONFAGRICOLTURA NEWS

Convenzioni e nuove regole per sport invernali DAL 1° GENNAIO 2022 ENTRANO IN VIGORE LE NUOVE NORME SULLA SICUREZZA PER PRATICARE SPORT SULLA NEVE di Francesca Braghero

C

onfagricoltura Cuneo anche quest’anno ha stipulato o rinnovato convenzioni rivolte a tutti gli associati dedicate al mondo dello sci. Vediamole in sintesi:

• Equipe Scuola Sci: sconto del 10% sul listino prezzi per tutta la stagione sul comprensorio sciistico della Riserva Bianca di Limone - Contatti: Limone Piemonte, Via Roma 5B – Tel. 0171.928167

– info@equipescuolasci.it • Scuola Sci Limone: sconto del 10% sulle lezioni di gruppo e del 5% sulle lezioni individuali, escluso il periodo delle festività natalizie - Contatti Limone Piemonte,

Via San Giovanni 24/a – Tel. 0171 92319 – info@scuolascilimone.it • Scuola Sci Marguareis: tariffe agevolate sulle lezioni e sui corsi per tutta la stagione sciistica 2020/2021 nel comprensorio del Mondolè - Contatti: Frabosa Sottana, Via Artesina 18 – Tel. 0174 242112 – info@scuolascimarguareis.it • Lurisia Monte Pigna: giornaliero a 21 euro anziché 23 euro

– Pomeridiano a 16 euro anziché 18 euro - Contatti: Patrizia Stralla 333 1120791 – pignaski. lurisia@gmail.com • Limone Riserva Bianca: sconti sugli skipass giornalieri e plurigiornalieri acquistati online. Per usufruire delle agevolazioni è necessaria la registrazione iniziale dell’utente come socio Confagricoltura sul portale www.riservabianca. it - Contatti: Limone Piemonte, Via Roma 38

I nostri migliori auguri di un sereno Natale a quanti quotidianamente vivono l’Agricoltura in prima persona, attraverso la proverbiale operosità che contraddistingue un territorio d’eccellenza,

qual è il nostro,

affinchè rinasca... sotto una

buona stella.

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– Tel. 0171 926254 – info@riservabianca.it Tutti i dettagli e gli aggiornamenti sono reperibili sul sito di Confagricoltura Cuneo nella pagina dedicata alle convenzioni.

Per aumentare la sicurezza Dal 1° gennaio 2022 entrano in vigore le nuove norme sulla sicurezza previste dal decreto legislativo n.40 del 28 febbraio 2021, alle quali devono adeguarsi tutti i praticanti degli sport sulla neve, comprese le attività fuori pista, con o senza sci. L’obbligo del casco è esteso fino ai 18 anni e viene introdotto il vincolo di avere un’assicurazione per danni o infortuni causati a terzi. È vietato percorrere le piste con le racchette da neve, così come ne è vie-

NASCITA

tata la risalita. Per poter accedere alle piste ad alto livello di difficoltà e con pendenza superiore al 40%, lo sciatore deve essere in possesso di elevate capacità fisiche e tecniche. Un’ulteriore novità è rappresentata dal divieto di sciare in stato di ebbrezza in conseguenza di uso di bevande alcoliche e di sostanze tossicologiche, con la possibilità di essere sottoposti all’etilometro. Chi pratica attività fuori pista, compresi i ciaspolatori, deve attenersi alla disposizione sul pericolo di valanghe al di fuori delle aree sciabili attrezzate, ovvero munirsi di appositi sistemi elettronici di segnalazione e ricerca, pala e sonda da neve, per garantire un idoneo intervento di soccorso.

Congratulazioni alla neo mamma

Ha visto la luce lo scorso 23 novembre la piccola Camilla, figlia di Jessica Rinero, dipendente degli uffici di zona di Cuneo, e del marito Alessandro Ghio. Alla neo mamma e al papà giungano le felicitazioni di tutta Confagricoltura Cuneo.

La formazione per le aziende prosegue nel 2022 BILANCIO POSITIVO PER I CORSI, TORNATI IN PRESENZA NELLA SECONDA PARTE DEL 2021: OLTRE 40 GLI APPUNTAMENTI

È

un bilancio positivo quello relativo ai corsi di formazione e aggiornamento organizzati da Confagricoltura Cuneo. Il 2021 si è concluso, infatti, con oltre 40 corsi organizzati in presenza presso le varie sedi di zona, nel pieno rispetto delle procedure anti Covid-19. “Siamo molto soddisfatti, sia per quanto riguarda i corsi in presenza, sia per il crescente numero di richieste di attivazione dei corsi e-learning in materia di salute, sicurezza nei luoghi di lavoro e aspetti igienico-sanitari (HACCP) per operatori della produzione primaria, da seguire in autonomia sulla piattaforma attivata con la collaborazione di Enapra – commenta Stefano Ramero, responsabile della formazione di Confagricoltura Cuneo per le sedi di Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Savigliano – e stiamo programmando il nuovo calendario dei corsi di formazione e aggiornamento da svolgersi in

presenza nei primi mesi del 2022, incentrati sulla sicurezza per i datori di lavoro con funzione di RSPP, addetti di primo soccorso e antincendio, abilitazione all’utilizzo del trattore”. Ricominciati a fine 2021 anche i corsi in presenza per il rinnovo e rilascio dei certificati di abilitazione per prodotti fitosanitari, obbligatori per tutti coloro che acquistano ed utilizzano prodotti fitosanitari ad uso professionale, da esibire in caso di controllo da parte degli organi competenti. La novità su questo fronte è che, per agevolare l’accertamento del possesso del certificato, la Regione Piemonte ha attivato da alcuni mesi un servizio di consultazione on line che permette in qualsiasi momento di verificarne la validità e titolarità, anche mediante l’utilizzo di uno smartphone collegato ad

internet. Grazie a questa procedura, destinata a diventare l’unica modalità di verifica dell’abilitazione, inserendo il codice fiscale del titolare è possibile visualizzare nome e cognome del possessore, tipologia e numero del certificato, data di rilascio e di scadenza. Per questa ragione, a decorrere già da ora, non è più previsto il rilascio dei “patentini fitosanitari” in formato cartaceo. Per maggiori informazioni sul calendario corsi, sui costi e sulle modalità di iscrizione: • per le sedi di Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Savigliano: Stefano Ramero (ramero@confagricuneo.it – 0171/692143 – 366/5989772) • per le sedi di Alba e Bra: Giulia Porello (porello@ confagricuneo.it – 0173/281929).

CONTROLLA IL “PATENTINO”

Inquadra il QR-Code con lo smartphone e accedi al servizio di consultazione online per verificare la validità di un certificato di abilitazione

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LE NOSTRE AZIENDE

Investimenti continui per suini degni di DOP ALLEVAMENTO A CICLO CHIUSO (3.500 CAPI) DELLA FAMIGLIA PRATO A LEVALDIGI DI SAVIGLIANO di Paolo Ragazzo

L

a pianura di Savigliano è tra le aree della provincia di Cuneo dove la tradizione allevatoriale è da sempre più radicata. In particolare, il comune conta una sessantina di aziende suinicole per oltre 60mila capi, il 7% di tutta la provincia. Tra queste spicca, per capacità e competenze acquisite, quella condotta dalla famiglia Prato a Levaldigi fin dalla fine degli anni ‘60. Due le sedi produttive, poste a poca distanza l’una dall’altra, a costituire un’azienda dove le parole d’ordine sono: qualità e investimenti. La prima si ritrova nella cura e dedizione di ogni fase che accompagna la crescita degli

animali, la seconda invece è nei costanti e continui sviluppi che caratterizzano la storia di questa consolidata realtà agricola della Granda. A fondarla i fratelli Severino e Giuseppe Prato che, continuando nell’attività di famiglia, decisero però di cambiarne indirizzo, da bovino a suinicolo, partendo con una sola scrofa per avviare il cambio aziendale. “A distanza di oltre mezzo secolo possiamo tranquillamente affermare che quella scelta si è rivelata vincente”, spiega Claudio (39 anni), figlio di Severino, che insieme al fratello Gianluca (41), alla sorella Anna (34) e alla cognata Irina (34) stanno dando

La grande famiglia dell’azienda Prato con i rappresentanti di Confagricoltura

continuità all’allevamento. Papà Severino e mamma Romana sono ancora un supporto fondamentale, a cui rivolgersi specie per un consiglio, ma ormai l’azienda dipende dalle scelte delle nuove leve. Parliamo di un allevamento a ciclo chiuso che conta, tra verri, scrofe, suinetti e suini da ingrasso, all’incirca 3.500 capi che riforniscono di qualità garantita i due più importanti circuiti italiani di prosciutti a

Da sinistra: i box per l’ingrasso dei suini e Claudio Prato al computer da cui gestisce l’alimentazione e nel laboratorio aziendale

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Denominazione di Origine Protetta: il Parma e il San Daniele. “Scrofaie, box per lo svezzamento e aree destinate all’ingrasso: sono queste le componenti in cui si svolge tutto il ciclo di allevamento - sintetizza Claudio Prato -. A queste va aggiunto il laboratorio dotato di tutta l’attrezzatura necessaria per lavorare il seme prelevato dai verri e renderlo performante per l’inseminazione artificiale intrauterina delle nostre 280 scrofe e scrofette. Un lavoro meticoloso e delicato che va eseguito con estrema attenzione perché da qui ne consegue tutta la produttività aziendale”. I suinetti vengono dapprima svezzati in strutture a loro destinate e poi allevati fino a raggiungere i 170 chilogrammi di peso previsti dai disciplinari, pronti per essere venduti, ma non prima dei nove mesi di vita. Gli animali vengono alimentati con materie prime nobili che, in massima parte, provengono dagli oltre 70 ettari di terreni con-


dotti direttamente dalla famiglia Prato, da Gianluca in particolare, a cui spetta il compito della gestione agronomica dei campi. Tutti gli alimenti sono miscelati all’interno del mangimificio aziendale e, a seconda delle diverse formule, vengono fatti arrivare nelle varie stalle in modo del tutto automatizzato. A governare tutto ci pensa un computer da cui si impostano ricette e dosaggi e che, in tempo reale, informa l’allevatore su come sta andando l’allevamento. “Quando io e mio fratello siamo entrati in azienda, abbiamo da subito cercato di impararne i segreti

e col tempo abbiamo analizzato dove si poteva intervenire per migliorarla - spiega Gianluca Prato -. Sono nati così gli uffici, la sala controllo, il mangimificio, le nuove stalle, l’ultima, in grado di accogliere 700 suini, è nata nel 2018, con vasca di stoccaggio liquami, gli alloggi per i nostri due dipendenti, macchinari sempre più prestanti e molto altro”. A guidarli, sempre e comunque, l’oculatezza tipica dell’imprenditore cuneese, che predilige piccoli ma significativi miglioramenti costanti, senza mai fare “il passo più lungo della gamba”. Specie poi

di questi tempi incerti. “In futuro continueremo a seguire questa nostra filosofia - spiega ancora Claudio -: preferiamo perfezionare ancora il flusso produttivo raggiunto, piuttosto che aumentare i numeri. Solo così siamo certi di riuscire a garantire i livelli di eccellenza delle nostre carni destinate agli importanti circuiti DOP. Senza considerare che tutto il comparto sta attraversando un momento molto delicato, specie a causa dei costi di produzione, con le materie prime (cereali, energia, ma non solo) che hanno raggiunto livelli mai visti prima e che non sono

Suinetti nel box per lo svezzamento

compensati da uguali aumenti dei prezzi di vendita degli animali. È importante tenere duro e superare questo momento”. In fondo è proprio “durante la tempesta, che conosciamo il navigatore”, diceva Seneca.

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SPECIALE SCUOLE

Formazione di qualità al “Virginio-Donadio“ L’ISTITUTO TECNICO DI CUNEO FORMA DIPLOMATI IN SINERGIA CON REALTÀ DEL TERRITORIO

L’

Istituto di Istruzione Superiore “Virginio-Donadio” di Cuneo, è un istituto tecnico statale con indirizzo “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria”. Il percorso di studi si prefigge l’obiettivo di formare un tecnico capace di scelte produttive efficaci e consapevoli rispetto alle problematiche ambientali ed alle caratteristiche del territorio, attento agli standard di sicurezza e qualità dei prodotti. La formazione degli studenti avviene attraverso una continua e dinamica sinergia tra scuola e strutture che operano nel settore e sul territorio.

L’offerta formativa Presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Virginio-Donadio” sono attive due articolazioni, cui si accede dopo il superamento del primo biennio, comune nella struttura a tutti gli istituti tecnici statali. Nella prima, produzioni e trasformazioni, vengono approfondite le problematiche collegate all’organizzazione delle produzioni agricole, le trasformazioni, la commercializzazione dei relativi prodotti e l’utilizzo razionale e sicuro delle biotecnologie. Nell’articolazione Gestione dell’ambiente e del territorio vengono

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INFORMAZIONE REDAZIONALE

approfondite le problematiche della conservazione e tutela del patrimonio ambientale, l’estimo e il genio rurale. La scuola è dotata di moderni ed attrezzati laboratori (trasformazione dei prodotti, chimica, informatica, biologia e microbiologia) e di un’azienda didattica sperimentale, situata a Madonna dell’Olmo. Durante il percorso quinquennale gli studenti, oltre alle lezioni e alle esercitazioni in laboratorio, affrontano stages e periodi di alternanza scuola-lavoro (PCTO) presso aziende del settore ed hanno la possibilità di affrontare praticamente quanto appreso ed ottenere maggiori e specifiche competenze professionali. L’Istituto ha, inoltre, attivato un percorso serale triennale rivolto agli adulti e finalizzato al conseguimento del diploma di Perito Agrario.

L’azienda didattica sperimentale Una parte importante della formazione viene svolta nell’azienda agraria didattica sperimentale, situata a Madonna dell’Olmo e suddivisa in due aree: una a settore prettamente frutticolo-cerealicolo e l’altra costituita da una vasta collezione di piante arboree e arbustive ornamentali tipiche

italiane. In azienda gli allievi hanno modo di acquisire, tramite periodiche esercitazioni, le abilità e gli strumenti specifici della loro futura professione, dalla semina dei cereali alla potatura degli alberi da frutto. Recentemente si sono avviati nuovi progetti e collaborazioni. Un’attenzione crescente viene assegnata all’uso delle nuove tecnologie (agricoltura 4.0): il Virginio-Donadio è scuola pilota a livello nazionale nell’introduzione della piattaforma xFarm per monitoraggio e analisi di alcuni dati pedoclimatici in tempo reale e consultabili tramite app su smartphone e tablet.

Sbocchi professionali Il diplomato in “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria” è un tecnico polivalente. Le prospettive occupazionali sono molteplici: imprenditore agricolo in grado di competere con i colleghi europei, tecnico presso la Pubblica Amministrazione, presso organismi di collegamento e controllo, tecnico nel settore agroalimentare, nel settore commerciale (emporio enologico, consulenza vendita di prodotti dell’agricoltura e del giardinaggio), esercizio della libera professione di perito agrario, accesso a qualunque facoltà universitaria.


Al “Giolitti Bellisario” competenze garantite L’ISTITUTO TECNICO AGRARIO DI MONDOVÌ VANTA COLLABORAZIONI CON ENTI E ASSOCIAZIONI

L’

Istituto Tecnico Agrario di Mondovì è situato in via Nino Manera 13, nel complesso dei Passionisti e fa parte dell’istituto “Giolitti Bellisario Paire” che comprende anche l’Alberghiero e l’Istituto Professionale per il Commercio.

I punti di forza Tra i punti di forza dell’Istituto c’è la presenza dell’Azienda Agraria multifunzionale (2 ha di terreno occupati da meleto, noccioleto e una serra didattica); questo consente un approccio pratico alle varie discipline affrontate in classe in maniera scientifica e teorica. L’ambiente scolastico è accogliente, attento ai bisogni educativi speciali e alla valorizzazione delle eccellenze. Il corpo docente è motivato, in continua formazione e attento alle richieste e necessità delle nuove generazioni. La collaborazione tra gli insegnanti è la chiave che ha permesso negli anni di costruire un percorso interdisciplinare. La scuola vive in stretto rapporto con il territorio e collabora con vari enti che si occupano di agricoltura (Comizio Agrario, ANaBoRaPi, ARAP, Regione Piemonte, Agenform). L’Istituto è attento alla modernità,

alla tradizione e all’ambiente (temi cardine sono il benessere animale, la gestione informatizzata dei dati, l’agricoltura sostenibile, i cambiamenti climatici). Arricchiscono l’offerta formativa la partecipazione a convegni, mostre e gare, anche a livello nazionale. L’Istituto cura, inoltre, visite e viaggi di istruzione, sia sul territorio monregalese che in altre regioni. Tra i diversi progetti dell’Istituto vi sono l’apicoltura e la bachicoltura, che permettono agli studenti di riscoprire tradizioni del nostro territorio e di comprendere come i cambiamenti culturali e climatici stiano compromettendo queste attività. Il valore aggiunto nel percorso affrontato presso l’Istituto Tecnico Agrario è l’attenzione alla persona e alla crescita personale dell’allievo, anche mediante l’educazione alla legalità, alla cittadinanza e alla solidarietà.

valorizzare le risorse del territorio e le sue tradizioni, senza rinunciare alle opportunità offerte dalla tecnologia, nel rispetto della sostenibilità ambientale.

Alternanza ScuolaLavoro dal terzo anno A partire dal terzo anno di frequenza, gli allievi seguono un periodo di Alternanza Scuola-Lavoro, che permette loro di affrontare praticamente quanto appreso teoricamente. Gli stage possono essere effettuati in aziende agricole primarie, di trasformazione o presso i vari enti che collaborano con gli agricoltori

nel gestire le pratiche burocratiche o effettuano consulenza tecnica. In questo modo gli studenti possono comprendere quale potrebbe essere il loro impiego e fare scelte future consapevoli, quali proseguire gli studi in corsi professionalizzanti o universitari. Il diploma conseguito dà infatti accesso a tutte le Facoltà Universitarie, del settore agrario, economico e non solo. Permette di esercitare l’attività di tecnico nei settori economico, catastale e ambientale, come pure nel campo delle industrie agrarie, nel settore mangimistico e zootecnico.

Obiettivo: educare cittadini consapevoli L’obiettivo è, inoltre, quello di educare gli studenti affinché diventino cittadini consapevoli dell’importanza del rispetto dell’ambiente in cui vivono, che sappiano riconoscere e INFORMAZIONE REDAZIONALE

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