POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIV - N. 03•2016 - APRILE 2016 - CONTIENE I.P.
N. 03 • 2016 U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A G R I C O L T O R I
C O N V E G N O
PROPOSTE PER FRONTEGGIARE L’EMERGENZA
Ogm, "Basta caccia alla streghe"
Agriturismi, nuova legge regionale
Pac 2015, finalmente arrivano i fondi?
35a Fiera Nazionale della
MECCANIZZAZIONE AGRICOLA
Grazie!!! A tutti gli espositori, agli sponsor e ai migliaia di visitatori che credendo nella manifestazione hanno permesso a questa edizione di ottenere un grandissimo successo!!! Arrivederci al prossimo anno...
anifestazioni
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S A V I G L I A N O
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35a Fiera Nazionale della
MECCANIZZAZIONE AGRICOLA
CONFAGRICOLTURA CUNEO
Sommario
"Non di solo latte..."
VENE
L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e realizzazione grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 Fax 0171/436301 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 Fax 0172/695898 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 12/04/2016 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
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RDÌ
Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo
e sfide che un’agricoltura così variegata come quella cuneese è chiamata ad affrontare sono in parte differenti tra loro, a seconda del comparto, ma tutte allo stesso modo importanti per mantenere in equilibrio e in salute un settore economico nevralgico. Così anche la nostra azione sindacale si sviluppa a 360 gradi, andando a considerare le esigenze di ogni settore. Lo testimoniano i tanti eventi che abbiamo organizzato e organizziamo in tutta la provincia per approfondire e discutere temi più 'caldi' e trasversali a molti, se non a tutti, gli impreditori agricoli (si pensi alla tre giorni di 'A qualcuno piace carne' dello scorso luglio a Genola). Anche in futuro la nostra intenzione è di procedere sullo stesso binario. Al convegno in programma venerdì 29 aprile a Cavallermaggiore, ad esempio, riuniremo gli attori della filiera del latte per discutere della grave crisi che attanaglia il comparto. Presenteremo in quella sede lo studio da noi appositamente commissionato all'economista Ermanno Comegna sui costi che gravano sugli allevamenti; il documento, nello specifico, non riguarda solo i produttori di latte, ma anche gli imprenditori suinicoli. Per loro, come per quelli degli altri comparti agricoli cuneesi, abbiamo già allo studio prossime iniziative".
APRI
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PSR 2014/2020 Giovani e agro-ambientali, tutti i dettagli nell'inserto tecnico Nell'inserto tecnico sono riportati tutti i dettagli delle misure del Psr 2014/2020 per l'insedimento giovani e i pagamenti agro-ambientali.
IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO
IN PARLAMENTO
Convegno sul latte: la filiera è invitata a fare
Via libera al "Testo Unico" sul vino
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4 Collegato agricolo, buona la partenza ZOOTECNIA Per ogni litro di latte un allevatore perde in media 5,34 centesimi di euro 4 Successo alla Fiera di Quaresima
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5 "Serve più rispetto per gli allevatori" Assemblea parziale Cosman a Fossano 6 SELVICOLTURA
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proposte per uscire dalla crisi
Il rilancio del comparto in 10 mosse "La crisi nasce nel Sud del pianeta" A TUTTO CAMPO Pac 2015 e assicurazioni: fondi in arrivo?
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Assicurazioni: deroga al Pai
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VITIVINICOLTURA Moscato, serve più coesione SCIENZA & AGRICOLTURA Ogm, "Basta con la caccia alle streghe" Glifosate, è importante non escluderlo in Italia AGRITURISMI Nuova legge regionale Una realtà in crescita INSERTO TECNICO
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Pioppi e fiumi, ora nuovi studi
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Allasia: "Ora si passi ai fatti"
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CONFAGRICOLTURA NEWS Ridurre i costi per essere competitivi
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Da Cuneo a Verona per il 50° di Vinitaly
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Aziende in vetrina alle fiere di aprile 17 9 Pensionati cuneesi di ritorno dalla costiera amalfitana 17 9 Un successo l'11ª giornata bianca 18 Convenzione con Unieuro 10 LE NOSTRE AZIENDE 10 La Piemontese punta tutto sulla qualità
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IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE
L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
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C O N V E G N O
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l 31 marzo 2015 si chiudeva l’era delle quote latte in Europa. Tanta era, allora, l’incertezza sul futuro del comparto, lasciato in completa balia delle dinamiche del mercato. Oggi, a distanza di un solo anno, le debolezze del settore latte nazionale ed europeo si sono manifestate in tutta la loro oggettiva realtà e il comparto è alla disperata ricerca di un equilibrio che permetta alle tante aziende produttrici di continuare ad avere un futuro. In Piemonte e in provincia di Cuneo la situazione non è differente rispetto ad altre zone di Italia, anzi è proprio nella Granda che si sono
La filiera è invitata a fare proposte per uscire dalla crisi VENERDÌ 29 APRILE CONFAGRICOLTURA CUNEO E TORINO RIUNISCONO A CAVALLERMAGGIORE GLI ATTORI DEL LATTE di Paolo Ragazzo
avute manifestazioni anche eclatanti dell’esasperazione che regna tra gli allevatori. La Confagricoltura di Cuneo è da mesi in prima linea nell’affrontare in maniera concreta le problematiche del settore, ma la sensazione è che la via d’uscita da questa situazione non si possa ricercare da soli. La complessità del momento ha varcato in rapida successione i confini regionali e nazionali e, come prevedibile, chiama a serie riflessioni le istituzioni europee.
STUDIO DI ERMANNO COMEGNA
Per ogni litro di latte un allevatore perde in media 5,34 centesimi di euro La crisi di mercato del comparto lattiero caseario, acuita dalla fine del regime delle quote latte che ha determinato un sensibile aumento delle produzioni a livello comunitario e anche locale, è confermata da una serie di dati economici inequivocabili che Confagricoltura Cuneo ha messo nero su bianco, affidando all’economista agrario Ermanno Comegna la realizzazione di una ricerca sul sistema dei costi di produzione condotta dai più autorevoli istituti a livello nazionale. L’indagine dimostra che il reddito lordo per gli allevamenti bovini da latte in Italia si è ridotto del 116% nel 2015 e del 139% nel primo bimestre di quest’anno, mentre per il corrente mese di aprile si stima una riduzione del 252%. In questa situazione le imprese, si legge nello studio, vivono una fase di profonda prostrazione perché i ricavi non coprono i costi di produzione e non si intravedono possibili segnali che facciano prefigurare una imminente fuoriuscita dallo stato di crisi. Nonostante le misure attivate a livello comunitario e nazionale, la situazione continua a peggiorare e il livello di preoccupazione al quale sono assoggettati gli allevatori è crescente, non solo per le perdite economiche che si registrano, ma anche perché le aspettative sono per un ulteriore peggioramento dello stato di disequilibrio in atto. La situazione ha raggiunto un livello critico anche per effetto di due elementi che i dati della contabilità non evidenziano: la prospettiva di dover fare i conti con un’ulteriore riduzione dei ricavi per l’intera primavera 2016 e anche per le mensilità successive e la lievitazione dei costi per gli interessi pagati alle banche, che determina la necessità di poter contare su regolari e consistenti flussi di cassa positivi per poter restituire le rate dei prestiti e dei mutui in scadenza. Lo studio - con l’indicizzazione dei dati Ismea e al netto di premi qualità e sovvenzioni pubbliche - evidenzia che il confronto tra costi e ricavi per la produzione del latte bovino nel 2011 comportava un reddito lordo per l’allevatore di 1,87 euro ogni 100 kg di latte. All’inizio di quest’anno il margine era negativo per 2,85 euro, mentre la stima di aprile evidenzia un disavanzo di 5,34 euro ogni 100 chilogrammi di latte prodotto. In pratica per ogni litro di latte che produce, l’allevatore perde 5,34 centesimi di euro. Il prezzo della latte alla stalla, senza premio qualità, era di 38,45 centesimi al litro nel 2011 e di 34,37 centesimi al litro a gennaio di quest’anno, mentre per il mese di aprile si stima un prezzo di 32 centesimi al litro.
4 L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
Enrico ALLASIA Presidente di Confagricoltura Cuneo
CONFRONTO CON TUTTA LA FILIERA È opportuno, quindi, richiamare l’attenzione di tutti gli attori della filiera del latte riportando al centro il confronto partecipato tra le parti. Ecco perché Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Torino hanno deciso di organizzare un grande convegno dal titolo “Latte: i conti non tornano. Proposte per fronteggiare l’emergenza” che si terrà venerdì 29 aprile, a partire dalle 14,30, presso la discoteca Evita di Cavallermaggiore. L’evento sarà inoltre occasione per presentare pubblicamente uno studio, commissionato dalla Confagricoltura di Cuneo all’economista agrario Ermanno Comegna, sui costi di produzione che sono chiamati a sostenere le aziende del latte. Un’analisi unica nel suo genere a livello nazionale. Il convegno è rivolto a tutti gli operatori della filiera del latte piemontese, dagli allevatori al mondo cooperativo, dai rappresentanti della politica locale (parlamentari e sindaci) alle aziende trasformatrici. LA PAROLA AI PRESIDENTI “Analizzare quanto pesano i costi di produzione sugli allevatori del comparto latte, capire quali sono le principali dinamiche che riguardano il settore a livello internazionale e, soprattutto, formulare delle proposte concrete; sono questi i principali obiettivi che ci poniamo con questa iniziativa – dice Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Lo studio affidato a Comegna su dati forniti da Confagricoltura Cuneo evidenzia, in maniera inequivocabile,
Paolo DENTIS Presidente di Confagricoltura Torino
quanto alta sia l’incidenza dei costi sugli imprenditori agricoli del latte, andando così a dare un seguito tangibile alla richiesta di sgravi contributivi e previdenziali per le aziende zootecniche in crisi, che abbiamo avanzato qualche tempo fa al viceministro Andrea Olivero. Non abbiamo, ovviamente, la pretesa di risolvere da soli una situazione così complessa, ma anzi riteniamo che sia necessaria proprio una stretta collaborazione tra parte agricola, industriale e politica, a tutti i livelli, per giungere alla definizione di un Piano nazionale di sviluppo del settore che vada oltre le contingenti misure, pur necessarie, per superare questa fase di emergenza”. “La situazione è delicata e complessa. Le stalle da latte sono un patrimonio del territorio e non soltanto degli allevatori: per costituire una mandria e renderla produttiva occorrono sacrifici, competenza e passione – dichiara Paolo Dentis, presidente di Confagricoltura Torino -. Dobbiamo evitare che disinteresse e speculazioni di basso profilo distruggano una grande ricchezza: per cambiare un orientamento colturale in campagna bastano poche stagioni, ma quando una stalla chiude ben difficilmente potrà riaprire. Confagricoltura lavora per offrire una prospettiva agli allevatori e per aiutarli a uscire da questa emergenza, consapevole che il percorso sarà lungo e tutt’altro che semplice, ma che se ognuno farà la propria parte con serietà e impegno anche questa volta si riuscirà a trovare una via d’uscita”. IL PROGRAMMA Ma veniamo al ricco programma del convegno che si aprirà proprio con i saluti dei presidenti Enrico Allasia e Paolo Dentis. A seguire Ermano Comegna, esperto di politica agraria e di mercati agricoli, passerà in esame il suo studio relativo all’analisi dei costi di produzione a carico delle aziende del latte. Dopo di lui prenderà la parola Angelo Rossi, fondatore del sito Clal. it, che illustrerà quali sono le prospettive produttive e commerciali del comparto latte a livello europeo e mondiale (vedi intervista
a pag. 6), mentre successivamente toccherà al mondo cooperativo analizzare l’attuale momento del settore con Roberto Morello, presidente di Piemonte Latte, e Tommaso Visca, presidente di Lait Service. Ci sarà modo di sentire anche il punto di vista degli industriali con l’intervento di Franco Biraghi, presidente di Confindustria Cuneo e del caseificio Valgrana di Scarnafigi, e di altri che desiderano dire la loro. I lavori proseguiranno, poi, con Luigi Barbieri, presidente della Federazione nazionale lattiero
casearia di Confagricoltura, che presenterà le proposte dell’associazione per il rilancio del latte italiano. Conclusioni affidate a Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura. Sono stati invitati anche Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura; Alberto Cirio, europarlamentare; Andrea Olivero, viceministro delle Politiche Agricole. Invito esteso anche ai parlamentari cuneesi, al Prefetto di Cuneo Giovanni Russo, ai politici regionali di ogni livello e ai sindaci della provincia di Cuneo.
P R O P O S T E D I C O N F A G R I C O LT U R A
Il rilancio del comparto in 10 mosse All’interno di un recente documento di posizione, la FNP Lattiero Casearia di Confagricoltura indica le seguenti dieci proposte utili per il superamento della crisi e il rilancio del settore in Italia.
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Stipulare un’intesa tra Governo e Istituti Bancari per la sospensione da 12 a 36 mesi dei debiti delle aziende (conto interesse e conto capitale). Rendere obbligatorio a livello comunitario l’indicazione di origine della materia prima per i prodotti lattiero caseari, per valorizzare i prodotti trasformati identificando quelli che utilizzano latte nazionale.
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Promuovere campagne promozionali e di corretta informazione a favore del prodotto nazionale e del consumo di latte e derivati per contrastare le continue campagne denigratorie nei confronti degli allevamenti e dei prodotti di origine animale.
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Ridurre i costi di produzione attraverso: diminuzione burocrazia amministrativa e fiscale, semplificazione dei controlli, superamento delle direttive penalizzanti (es. nitrati), agire politicamente per evitare nuove normative europee penalizzanti per il settore (es. direttiva sulle emissioni, sul benessere animale, sull’utilizzo degli antibiotici, ecc.), eliminare le situazioni di monopolio di strutture costose ed inefficienti che erogano servizi agli allevatori liberalizzando il mercato e creando utili alternative, prevedere convenzioni con fornitori di mezzi tecnici e di utilities per avere tariffe più competitive, promozione di iniziative che facciano risparmiare le aziende (es. in campo assicurativo, bancario, ecc.).
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Sollecitare una maggiore semplificazione della PAC, ad esempio in ambito di applicazione del greening. Prevedere piani di conversione delle stalle verso la produzione biologica.
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Contingentare le produzioni a livello europeo prevedendo un sistema temporaneo e volontario per gli allevatori, ma applicato in tutti gli Stati membri. Tale sistema deve prevedere una % di riduzione annua con un incentivo di aiuti. La misura deve avere un tetto minimo di produzione aziendale per potervi accedere e un massimo di % di produzione da poter ridurre per evitare di incentivare la totale dismissione delle aziende.
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Promuovere l’aggregazione tra produttori. Ad oggi non esiste una normativa sulle AOP (associazioni di OP) e si è in attesa di un decreto del Mipaaf per il riconoscimento di simili strutture. L’aggregazione del prodotto va promossa con una politica di incentivi anche agli investimenti delle forme aggregate.
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Prevedere misure di promozione e azioni per abbattere le barriere non tariffarie per l’apertura ed il rafforzamento delle esportazioni, soprattutto dei formaggi DOP.
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Salvaguardare la qualità dei prodotti lattiero caseari nazionali mettendo in atto le azioni necessarie al mantenimento della legge 138/1974 che garantisce l’utilizzo del latte fresco per i formaggi e lo yogurt, auspicandone in futuro l’inserimento anche nella normativa europea.
L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
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C O N V E G N O
106,9%
PAESI BALTICI E SCANDINAVI
128,4%
CENTRO EUROPA
112,7%
di Paolo Ragazzo
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l fondatore di Clal.it Angelo Rossi, interverrà al convegno di venerdì 29 aprile per fornire alla platea un quadro delle dinamiche internazionali che stanno interessando il settore lattiero caseario. In questa intervista a “L’Agricoltore cuneese” ha anticipato alcuni dei temi che approfondirà a Cavallermaggiore. Signor Rossi, dove nasce l’attuale situazione di crisi del comparto? “Dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda. Potrebbe sembrare strano, ma nell’emisfero Sud del pianeta hanno prodotto nel 2014-2015 molto più latte rispetto alla domanda, soprattutto, a fronte di un rallentamento delle importazioni globali che oggi si attestano su un + 2%, contro i + 6/7 di qualche tempo fa. Le cause del rallentamento sono da imputare: a una riduzione del PIL mondiale; all’embargo russo dei prodotti lattiero caseari provenienti da UE, USA, Australia e Canada; alla Cina che nel 2013 e nel primo semestre 2014 ha fatto scorta di latte in polvere di latte intero (WMP) riducendo poi bruscamente le importazioni. Per fortuna, i Paesi del Medio Oriente, o comunque quelli a forte vocazione petrolifera, nonostante il recente crollo del greggio, hanno continuato a importare prodotti lattiero caseari perché è diminuito
Angelo Rossi, fondatore di Clal.it
EUROPA EST
73,1%
EUROPA SUD
Le percentuali di autoapprovigionamento di latte variano da zona a zona in Europa (Fonte: Clal.it)
"La crisi nasce nel Sud del pianeta" ANGELO ROSSI SPIEGA COME DINAMICHE INTERNAZIONALI STIANO AVENDO RIPERCUSSIONI SUL COMPARTO LATTE il prezzo mondiale delle commodities, come la polvere di latte e gli altri derivati”. E l’Italia quale ruolo gioca in questo speciale scacchiere internazionale? “Dobbiamo essere assolutamente più attivi, riprogrammando completamente la politica di sviluppo del settore con un piano nazionale ad hoc che favorisca le nostre produzioni di eccellenza”. In che senso? “La faccio breve. Oggi il 51% del latte italiano lavorato è destinato a produzioni DOP, mentre il restante 49% è destinato alla produzione di latte alimentare e formaggi che, seppur eccellenti, subiscono fortemente la concorrenza dei prezzi europei e mondiali. Dobbiamo, dunque, orientarci sempre di più verso produzioni di Denominazione di Origine e favorirne l’esportazione, puntando su una fascia medio-alta di consumatori benestanti che si possono permettere la qualità dei nostri formaggi”. Cosa può fare invece l’Europa? “Non ha senso continuare con i contributi ‘a pioggia’, come i 500 milioni stanziati a sostegno degli allevatori europei dal Consiglio Ue (28 quelli per l’Italia, peraltro
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in netto ritardo). Si è visto infatti che un intervento di questo tipo non ha prodotto risultati significativi, anzi. Questo perché ci sono aree come il Nord e il Centro Europa che sono già pienamente autosufficienti ed hanno beneficiato dei fondi al pari dell’area Sud Europa, che raggiunge una percentuale di autoapprovigionamento del 73% circa”. Nei mesi scorsi Clal ha lanciato, sempre sul web, il servizio www.teseo. clal.it, verso una Agricoltura sostenibile. Quali sono gli obiettivi? “Creare un servizio di informazione per i produttori di latte e offrire, in particolare, gli strumenti per gestire da protagonisti la svolta culturale verso modelli produttivi sostenibili. Fra i servizi utili agli allevatori per pianificare la propria attività aziendale abbiamo contemplato il trade di bovini vivi a livello mondiale, le quotazioni settimanali degli alimenti zootecnici sia in Italia che all’estero, strumenti di analisi delle risorse idriche ed energetiche, perché la sfida è quella di poter contare in futuro su allevamenti ed imprese sempre più sostenibili. La chiave, però, è quella che indicavo all’inizio: fare cultura”.
A tutto campo
Saldi Pac 2015 e assicurazioni: fondi in arrivo? LO SCORSO 18 APRILE DOVREBBERO ESSERE STATI EROGATI I PAGAMENTI ALLE AZIENDE di Gilberto Manfrin
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e imprese agricole del Piemonte stanno ancora aspettando i contributi per la domanda unica, la cosiddetta Pac, relativi al 2015. Come anticipato dalla Regione in un comunicato, Arpea (l’organismo pagatore del Piemonte) dovrebbe aver erogato i fondi il 18 aprile, soldi che a questo punto giungeranno alle aziende nei prossimi giorni. "Al di là delle tempistiche - fa presente Confagricoltura Cuneo - sottolineiamo che ogni giorno Arpea e Csi (il consorzio che gestisce l'impianto informatico per l'erogazione dei contributi) ci costano molto (secondo alcune stime 30mila euro al giorno, ndr) e con uno
stanziamento di questa entità si potrebbero ottenere risultati decisamente più soddisfacenti nella lotta alla burocrazia, sia in termini di efficienza degli applicativi informatici che di efficacia e velocità nell’erogazione dei contributi pubblici". TITOLI DEFINITIVI… MA NON TROPPO Arpea, di fronte alle preoccupazioni emerse nel mondo agricolo sul ritardo dei pagamenti Pac, nelle scorse settimane aveva confermato di fare il possibile per garantire l’erogazione dei saldi. "Se la scadenza è stata mantenuta occorrerà attendere qualche giorno perchè le aziende ricevano i soldi - dice
Assicurazioni: deroga al Pai PER LE COLTURE PERMANENTI È POSSIBILE ATTIVARE LE COPERTURE E PROCEDERE IN SEGUITO ALLA COMPILAZIONE DEI PIANI
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a burocrazia continua ad impedire alle aziende di potersi assicurare e quindi di poter contare sui contributi spettanti. Permangono infatti notevoli difficoltà informatiche nella compilazione del Pai (Piano assicurativi individuali) aziendale, documento necessario alla sottoscrizione delle polizze. Una situazione che ha spinto il Ministero a modificare la normativa, prevedendo la possibilità di attivare comunque le coperture assicurative per gli agricoltori e procedere successivamente alla compilazione dei Piani previa presentazione della manifestazione di interesse. La deroga varrà fino al 31 maggio per le colture permanenti, quelle a ciclo primaverile. Sono escluse (per ora) quelle a ciclo estivo (come il riso) e quelle di secondo raccolto
Gualtiero Dalmasso responsabile del Caa di Confagricoltura Cuneo -. Tuttavia ci si chiede come possano essere pagati i soldi su titoli attualmente anomali, anche dopo l’assegnazione definitiva avvenuta il 1° aprile. Risulta infatti che Agea (l’ente nazionale per le erogazioni in agricoltura), con propria circolare antecedente l’assegnazione dei titoli, ha specificato che questi potrebbero non essere definitivi in quanto ancora suscettibili di correttivi. Una situazione che lascia nell’incertezza noi funzionari, ma soprattutto le imprese agricole, che ancora oggi non possono essere certe del valore dei titoli loro assegnati”. PRIMI PAGAMENTI ALLE AZIENDE CHE NON HANNO RICEVUTO ANTICIPI Il 18 aprile dovrebbero essere stati erogati, dunque, i saldi a quelle aziende che non avevano ricevuto anticipi. Dovrebbe seguire il pagamento dei piccoli agricoltori, del greening e della componente di premi accoppiati: tutte azioni, lo ricordiamo, che necessitano anche di input da parte di Agea Coordinamento. "Ma bisogna segnalare - fa pre-
sente Dalmasso - che comunque molte aziende, soprattutto in zona montana, non saranno pagate; il blocco pagamenti è stato deciso per tutte le imprese agricole che hanno aderito alla Riserva Nazionale per le zone svantaggiate". FORTE AZIONE DELLA CONFAGRICOLTURA PER SBLOCCARE PAGAMENTI E ASSICURAZIONI Lo sblocco e il successivo arrivo di questi fondi fa seguito alla forte azione intrapresa dalla Confagricoltura che nelle scorse settimane si era attivata nei confronti dell’organismo pagatore, il quale aveva confermato il ritardo nei pagamenti a causa di problemi con il ‘refresh’ 2015, la pratica con cui si monitorano tramite fotosegnalazioni aeree le superfici coltivate, utili ai fini dell’aggiornamento del Gis, la banca dati grafica di Agea. Inizialmente si era ipotizzato il pagamento per la fine di marzo, ma il protrarsi delle pratiche di aggiornamento dati ha poi fatto slittare la data oltre la metà di aprile. Senza dimenticare le assicurazioni, con la richiesta di pagamento dei premi 2015 relativi a vite, frutta e cereali già anticipati dagli agricoltori.
trapiantate con una scadenza di copertura al 15 luglio, le colture a ciclo autunno invernale e quelle vivaistiche con scadenza al 31 ottobre 2016. La deroga alla compilazione è stata fortemente sollecitata dalla Confagricoltura che ha chiesto però al Ministero di estenderla anche per le colture estive e a quelle di secondo raccolto, essendo in scadenza, nel mese di maggio, le domande Pac e quelle del Psr. Il rilascio del Pai, che sarà comunque da compilare, potrà essere effettuato, dunque, dopo la stipula della polizza/certificato, ma entro il termine perentorio del 31 luglio 2016. “Bene la deroga concessa dal Ministero che posticipa la compilazione del Pai - sottolinea il responsabile del Caa di Confagricoltura Cuneo, Gualtiero Dalmasso -, però prima di compilare la polizza gli agricoltori sono sempre tenuti a procedere alla manifestazione d’interesse, che non serve a nulla e aumenta solo la burocrazia. Resta il fatto che oggi i Pai non li possiamo redigere perché Agea non ci mette in condizione di compilarli. Chiediamo ci sia data la possibilità di allestirli in quanto sono ormai due anni che esistono certe anomalie. Purtroppo le aziende non prenderanno i soldi finché non avranno il Pai e di conseguenza una domanda di richiesta di premio. A pagare inefficienze altrui sono sempre loro, che ancora oggi attendono di vedersi restituire il 65% del costo della polizza anticipato”. L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
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Vitivinicoltura
Il comparto è vitale per l'economia provinciale
Moscato, serve più coesione PER CONFAGRICOLTURA CUNEO OCCORRE METTERE DA PARTE I PERSONALISMI DI FRONTE ALLE DIFFICOLTÀ DEL COMPARTO di Paolo Ragazzo
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e aziende agricole del nostro territorio hanno sempre riposto fiducia nel mondo industriale, consapevoli che per il buon funzionamento di ogni filiera serva il coinvolgimento attivo di tutti i suoi attori. Tutti, a partire da Confagricoltura Cuneo, dobbiamo forse mettere da parte i troppi personalismi, andando verso una condivisione di idee e di progetti, cercando di fare fronte comune e avendo come obiettivo unico il rilancio dell’Asti”. La riunione della commissione paritetica del Moscato era in programma lo scorso 4 aprile (la stessa è stata rifissata poi per il 15 aprile, con questo numero de L’Agricoltore cuneese già in stampa): “In passato, quando si sono verificate situazioni di crisi, produttori e industriali hanno saputo ricercare insieme, con il sostegno della buona politica, soluzioni intelligenti; ci attendiamo che ciò avvenga anche questa volta - continua l’associazione
agricola -. Bisogna riuscire a mettere il bene dell’intero comparto davanti a quello di ogni singolo attore, perché è proprio adesso che servono competenze, disponibilità e buona volontà, tenendo ben presente che in ballo ci sono 9.700 ettari di vigneti e 4.000 famiglie di vignaioli che vivono di questo lavoro. A un osservatore esterno sembrerebbe, invece, che alcune grandi e blasonate case spumantiere abbiano poco interesse per il settore Asti, dopo aver negli anni passati incentivato aumenti delle produzioni di uva e garantito investimenti e aumenti delle rese del prodotto”. Se le trattative proseguiranno a rilento si rischia, in un settore fino a qualche tempo fa in salute, di avere inevitabili ripercussioni già sulla prossima vendemmia. Secondo dati ufficiosi, infatti, le giacenze sfiorerebbero i 500mila ettolitri, a fronte di una produzione annua che è all’incirca il doppio e distanti dai 200/250mila ettolitri considerati ottimali per una giusta gestione del settore. “In questo quadro i produttori viticoli si attendono forti posizioni sul rilancio del settore, invece che prospettive di un calo della resa a ettaro - conclude Confagricoltura Cuneo -; auspichiamo, quindi, che il Consorzio per la tutela dell’Asti, che per legge gestisce la denominazione, riesca a riavvicinare nuovamente tutte le parti per superare insieme le difficoltà. In un momento tra l’altro molto positivo per altri vini frizzanti italiani, crediamo sia necessaria anche una maggiore apertura del Consorzio nei confronti dei produttori di uve, affinché siano più rappresentati al suo interno”.
N A S C I TA
Fiocco rosa
La Confagricoltura di Cuneo e la redazione de "L'Agricoltore cuneese" si congratulano con Francesca Dalmasso, collaboratrice dell’Unione Agricoltori di Cuneo dell’area comunicazione e con il compagno Fabrizio Mello Rella per la nascita, il 12 aprile, della piccola Viola. Ai genitori i migliori auguri di una vita ricca di soddisfazioni.
di Chiabrando Daniele
trincia
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Scienza & Agricoltura
PER CONFAGRICOLTURA SPERIMENTAZIONE E RICERCA PRODUCONO INNOVAZIONE SOSTENIBILE E UTILE di Monica Arnaudo
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a ricerca è il motore di sviluppo dell’agricoltura. In un mondo che vede svilupparsi nuove malattie sempre più difficili da contrastare, si pensi a titolo di esempio alla diabrotica del mais, alla flavescenza dorata della vite, alla batteriosi dell’actinidia e così via, è necessario potenziare la ricerca e la sperimentazione nel settore delle biotecnologie verdi. Questo il principio di base sostenuto da Confagricoltura e sottolineato durante un convegno organizzato dall’Istituto agrario “Don Bosco” di Lombriasco a cui ha partecipato il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio. “Dovrebbe essere evidente come la ricerca rappresenti il motore dello sviluppo dell’agricoltura – ha sottolineato Abellonio –, ma l’Italia ha bandito la ricerca in campo aperto su innovazioni adottate in tutto il mondo; abbiamo eccellenze, ricercatori e accademie che sono ampiamente in grado di lavorare su questi temi producendo innovazioni di cui la nostra agricoltura può ben beneficiare. Per non parlare poi del paradosso che vede l’Italia consumare prodotti ottenuti da piante geneticamente modificate ma non può coltivarle. La scienza può rendere l'agricoltura sostenibile”. La ricerca, come più volte sottolineato all’associazione cuneese, può favorire lo sviluppo di varietà più adatte a climi e ambienti difficili, ridurre l’impiego di fattori chimici, di energia e di acqua, migliorare la qualità delle produzioni e la lotta a fitopatie per le quali l’uso di fitofarmaci è sconveniente o inefficace. Risultati importanti, soprattutto in un momento storico in cui nel mondo crescono gli ettari di coltivazioni Ogm, specie in Paesi come Stati Uniti, Brasile, Argentina, India e Cina. “Si è visto come in questi Stati, in concomitanza con l’incremento delle superfici coltivate a Ogm, sia diminuito l’utilizzo di agrofarmaci del 37%, mentre le rese delle coltivazioni sono aumentate del 22% e il profitto per le aziende agricole legato a colture Ogm è maggiore del 66% - continua Abellonio -.
In Europa si è deciso perlopiù di non coltivarli, ma una parte molto importante dei mangimi utilizzati negli allevamenti italiani è prodotta partendo da soia e mais Ogm importati da Usa, Canada e America Latina e con i mangimi ottenuti da Ogm si ottengono prodotti a Denominazione d’origine protetta”. Il Centro Studi di Confagricoltura ha stimato che il valore della soia e del mais importati in Italia assomma ad oltre 8
milioni di tonnellate, oltre 20.000 tonnellate ogni giorno, festivi inclusi, per un controvalore di oltre 2 miliardi di euro. È dimostrato, infine, come gli Ogm siano sostenibili anche dal punto di vista ambientale. “Dati scientifici dicono che gli attacchi di Piralide sul mais coltivato nella Pianura Padana causano perdite medie annuali che, se si fossero coltivate varietà resistenti, non solo si sarebbero potute evitare, ma avrebbero generato risparmi in acqua per l’irrigazione, trattamenti fitosanitari ed energia – conclude Abellonio -. Occorre quindi, nel solco della tradizione, sviluppare la ricerca per favorire una maggior innovazione con un piano di ricerca serio e sganciato da chiusure tipiche della caccia alle streghe. Abbiamo la possibilità di sviluppare tecniche nuove, per l’agricoltura italiana come il genome editing e la cisgenesi, migliorando le piante con geni di piante dello stesso genere”.
In Italia si producevano circa 10.000.000 ton di mais l'anno Se avessimo coltivato varietà Ogm resistenti alla Piralide avremmo potuto risparmiare:
500 90 450 80 MILIONI di m3
MILA TEP di
TONNELLATE di
MILA TON di
ACQUA ENERGIA FARMACI CONCIMI
[Fonte: dati raccolti dall'Universigà Cattolica di Piacenza, dal Cra di Bergamo e dall'Università di Milano ed elaborati da Confagricoltura]
Ogm, "Basta con la caccia alle streghe"
U S O D E L G L I F O S AT E I N I TA L I A
Il tuo parere è importante per non escluderlo "Il glifosate permette di tenere sotto controllo gli infestanti; farne a meno per le nostre aziende significherebbe aumentare i costi di gestione e quindi diventare ancora meno competitive sul mercato - sostiene Confagricoltura -. Prima di prendere decisioni, sarebbe indispensabile fare ulteriori approfondimenti". Per raccogliere il parere degli agricoltori, Agronotizie ha lanciato un sondaggio: http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-ediserbo/2016/03/30/glifosate-si-o-no-il-tuo-parere-e-prezioso/48041. "Il parere degli agricoltori - aggiunge Confagricoltura - è importante affinché l'uso del glifosate non sia escluso in Italia". La Commissione Ue ha recentemente rinviato la decisione sull'impiego del glifosate (la cui autorizzazione scade a giugno), motivando la scelta con la crescente opposizione all'utilizzo portata avanti da parte di alcuni membri, tra cui anche l'Italia, convinti che il prodotto fitosanitario costituisca un probabile pericolo di cancerogenicità per l'uomo e che di conseguenza vada ridotto. Valutazioni dubbie perchè basate esclusivamente sul parere dell'International Agency for Research on Cancer (IARC) che ha analizzato il glifosate e i forlumati che lo contengono raggruppandoli, senza tener conto della composizione e senza considerare gli studi di altre istituzioni scientifiche che sono pervenute a conclusioni diverse. L'Efsa, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma, dopo aver revisionato oltre 800 studi e di dati sul glifosate, incluso la ricerca dello Iarc, ha concluso che è improbabile che la sostanza presenti una minaccia di cancro per l'uomo. Oltre alle rigide regole circa l'utilizzo dei fitofarmaci già in vigore, l'Efsa, per un'ulteriore tutela e sicurezza dei cosumatori, ha proposto nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di glisofate negli alimenti.
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Agriturismi
Nuova legge regionale LA NORMATIVA DEFINISCE COME REQUISITO NECESSARIO PER L'AGRITURISMO LA PREVALENZA DELL'ATTIVITÀ AGRICOLA di Ilaria Blangetti
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l primo marzo scorso è stato approvato il regolamento di attuazione della legge regionale che disciplina gli agriturismi, attività molto diffusa in Piemonte, sesta regione in Italia per numero di aziende. La legge regionale prevede disposizioni in materia molto più stringenti rispetto alle precedenti. Requisito fondamentale per un agriturismo è la prevalenza dell’attività agricola rispetto a quella agrituristica. La prevalenza si calcola in termini di tempo dedicato all’attività agricola e a quella agrituristica o in termini di reddito ottenuto nello svolgimento delle due attività, ed è il discrimine sostanziale che distingue l’attività di agriturismo da altre attività di tipo turistico ricettive. In mancanza di questo requisito, in caso di accertamento da parte degli organi di controllo, l’attività agrituristica potrebbe essere trasformata in attività commerciale con pesantissime conseguenze fiscali e civilistiche. Quali ad esempio il diverso inquadramento dipendenti (passaggio da gestione Inps agricoltura e gestione commercio, con perdita agevolazioni zone svantaggiate) e variazione di destinazione d’uso dei fabbricati. La nuova legge regionale ha variato anche le percentuali di incidenza dei prodotti propri nella preparazione di cibi e bevande: negli agriturismi devono essere utilizzati prodotti provenienti dall’azienda in misura non inferiore al 25 per cento, inoltre almeno il 60 per cento del valore totale della materia prima utilizzata deve essere acquistato da aziende agricole operanti in Piemonte.
Altra novità è rappresentata dal fatto che l’attività agrituristica deve risultare dal fascicolo aziendale presente nel Sistema Informativo Agricolo Piemontese e da un’apposita relazione da compilare in via telematica sul sito Sistemapiemonte. La legge regionale prevede anche la classificazione delle aziende agrituristiche sulla base del livello di comfort, della varietà dei servizi offerti e della qualità del contesto ambientale. Questa classificazione viene identificata con un numero variabile (da 1 a 5) di simboli rappresentanti il sole. La norma inoltre indica, in conformità con quanto avviene per altre attività turistico ricettive, di esporre all’esterno e all’interno dell’azienda il segno distintivo della classe assegnata. Il regolamento stabilisce anche delle norme igienico-sanitarie per le piscine e le palestre a disposizione degli ospiti e le modalità di apertura. La Confagricoltura Cuneo, per agevolare gli associati nella comprensione e nell’attuazione della normativa, ha in programma due incontri, uno a Cuneo e uno sul territorio albese, per illustrare alle aziende le principali novità. Inoltre l’associazione organizzerà dei colloqui individuali per valutare, caso per caso, le modalità operative, le criticità e le eventuali necessità di assistenza.
TURISMO RURALE
Una realtà in crescita In Italia sono 21.744 le aziende agrituristiche censite dall’Istat (2014): nel 2010 non arrivavano a 20.000. La Toscana detiene il primato per numero di strutture, mentre il Piemonte è la sesta regione: 1.271 le realtà subalpine, pari al 5,8% della quota nazionale. Rispetto al 2010 sono aumentate del 26,5%. Nell’ultimo anno, in particolare, sono state autorizzate 79 strutture (4,7%) e ne sono cessate 28 (3,4%). Quasi 900 aziende forniscono alloggio, 818 ristorazione. In tutto i posti letto in agriturismo in Piemonte sono 9.884, pari al 4,2% del totale nazionale. Dei 1271 agriturismi il 36,6% è condotto da donne, una percentuale in aumento rispetto agli anni passati, decisamente superiore alla media del Nord Italia. Le strutture in collina sono 834, seguite da quelle in montagna (248) e in pianura (189).
EDILIZIA PER L’AGRICOLTURA E LA ZOOTECNIA, COSTRUZIONE E MANUTENZIONE IMPIANTI BIOGAS, COPERTURA VASCHE
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INSERTO TECNICO
U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A G R I C O L T O R I
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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO
APERTO IL BANDO GIOVANI MISURA 6.1.1 La Regione Piemonte ha emanato il bando della Misura 6.1.1 del Psr relativa all’insediamento dei giovani in agricoltura. Le risorse assegnate sono pari a 30 milioni di euro. Per la preparazione e presentazione delle domande è necessario rivolgersi agli uffici della Confagricoltura Cuneo. La scadenza è fissata al 30 giugno 2016. BENEFICIARI Giovani agricoltori che al momento della presentazione della domanda hanno un’età compresa tra 18 anni (compiuti) e 40 anni (non compiuti) e sono già titolari di una azienda agricola, da non più di 12 mesi. Il giovane richiedente deve avere costituito l’azienda prima della presentazione della domanda di insediamento, con apertura della partita Iva (o l’estensione dell’attività all’agricoltura in riferimento ad una partita Iva già attiva, ma relativa ad attività non agricola) non oltre 12 mesi prima della presentazione della domanda medesima; in caso di insediamento in forma societaria, la stipulazione/modifica degli atti societari dovrà essere avvenuta non oltre 12 mesi prima della presentazione della domanda di premio medesima. Il giovane dovrà risultare agricoltore in attività non oltre 18 mesi dopo la data di insediamento (intesa come data di apertura della partita Iva oppure in caso di insediamento in forma societaria, la data di stipulazione/ modifica degli atti societari). Entro la data di conclusione della realizzazione del Piano Aziendale (vedi il punto “Condizioni di ammissibilità”) l’attività agricola dovrà diventare l’attività principale del giovane, sia in termini di reddito da lavoro che di tempo di lavoro (cioè, indipendentemente dalla zona altimetrica, il reddito ricavato dalla attività nella azienda agricola dovrà rappresentare almeno il 50% del reddito da lavoro complessivo del giovane ed il tempo dedicato alla attività nella azienda agricola dovrà rappresentare almeno il 50% del tempo di lavoro complessivo del giovane). FORMAZIONE DELLE GRADUATORIE DELLE DOMANDE PRESENTATE Le domande saranno inserite nella graduatoria delle domande potenzialmente ammissibili in base al punteggio assegnato dall’applicativo del sistema informativo agricolo piemontese (SIAP), applicando i crite-
ri di priorità, nella fase di compilazione e presentazione della domanda, facendo riferimento ai dati indicati nelle domande medesime e/o nel fascicolo aziendale nonchè ai punteggi ed al metodo di calcolo indicati al paragrafo ‘Criteri di selezione delle domande’ del bando. Entro 140 giorni successivi alla approvazione della graduatoria, gli uffici istruttori provvederanno a istruire e definire (positivamente o negativamente) le domande in base alle risultanza dell’istruttoria. CUMULABILITA’ CON ALTRE AGEVOLAZIONI Il premio di insediamento di cui alla Operazione 6.1.1 non è cumulabile con altre iniziative di incentivazione alla creazione di nuove imprese. TIPO DI SOSTEGNO - DISPOSIZIONI RELATIVE ALL’EROGAZIONE Il premio di insediamento viene erogato in conto capitale ai giovani che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo dell’azienda. La realizzazione del Piano Aziendale dovrà essere completata entro un arco di tempo massimo di 36 mesi. Successivamente alla conclusione della realizzazione, il beneficiario (o i beneficiari) entro 60 giorni dovrà richiedere l’erogazione della rata finale, pari al rimanente 34% del premio. La liquidazione avverrà previa effettuazione degli opportuni controlli e verifica della corretta realizzazione del Piano Aziendale. CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ Utilizzazione del premio Il sostegno è subordinato alla presentazione e alla corretta realizzazione di un Piano Aziendale, la cui attuazione deve iniziare non oltre nove mesi dopo la data della decisione con cui l’ufficio istruttore concede il premio e la cui realizzazione si deve concludere non oltre i successivi 36 mesi. Il giovane beneficiario (pena la decadenza del Premio concesso e la resti-
tuzione della prima rata già percepita, maggiorata dagli interessi legali) dovrà utilizzare il premio per la realizzazione del Piano Aziendale, documentando spese effettivamente sostenute per la realizzazione di investimenti materiali di tipo agricolo finalizzati allo sviluppo aziendale (compresi anche investimenti non ammissibili ai sensi della Misura 4.1.2., quali ad esempio acquisti di bestiame, impianto di frutteti di qualsiasi specie, acquisti di terreno per qualsiasi importo, ecc.) per un importo almeno pari al 50% dell’importo del premio. Tra gli investimenti materiali ammissibili ai fini della documentazione della spesa sostenuta è incluso anche l’acquisto di trattrici e/o attrezzature agricole usate nella percentuale massima del 25% dell’ammontare del premio purchè il beneficiario sia in possesso della “Attestazione di conformità per la rivendita di macchine usate non marcate CE” (rilasciate dal venditore). In ogni caso le spese dovranno essere state fatturate ed i pagamenti dovranno essere stati eseguiti dal beneficiario con modalità tracciabili. Sono esclusi i pagamenti in contanti. Potranno essere fatte valere ai fini della Operazione 6.1.1 spese effettuate a partire dalla data di insediamento (apertura della partita IVA) anche prima della presentazione della domanda. In caso di contestuale presentazione della domanda di Misura 4.1.2, potranno essere prese in considerazione, per documentare l’utilizzazione del premio di insediamento, anche le spese che beneficiano del contributo della Misura 4.1.2, ma limitatamente alla parte rimasta a carico del beneficiario (cioè per le spese effettivamente sostenute per gli investimenti ammessi a finanziamento ai sensi della Misura 4.1.2, al netto del contributo percepito sulla Misura 4.1.2. medesima). Le domande che hanno un Piano Aziendale che documenta l’utilizzo del 70% o più del premio di insediamento per spese effettivamente sostenute finalizzate allo sviluppo aziendale beneficiano di uno specifico punteggio di priorità, come indicato al punto “Criteri di selezione”. Ricambio generazionale Obiettivo esplicitamente indicato dal PSR per la Misura 6.1 è il ricambio generazionale. Occorre quindi verificare che l’insediamento di un giovane al posto di un precedente titolare di azienda realizzi un effettivo ricambio generazionale ed evitare che l’attuazione della Misura 6.1 diventi un ulteriore spinta alla frammentazione aziendale. Di conseguenza, occorre prevedere quanto segue: l’insediamento potrà avvenire in una delle seguenti tre modalità:
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1.1) Il giovane (o i giovani) rileva una azienda agricola per intero; in tal caso (sulla base della dimensione aziendale originaria desumibile da una validazione del fascicolo anteriore al 1° febbraio 2016) il cedente potrà conservare quote minime di superficie, dell’ordine del 10%, oppure parte dei fabbricati. In tale caso: a) il cedente dovrà avere una età superiore a 40 anni al momento della presentazione della domanda di Misura 6.1 (il cedente non deve essere esso stesso in possesso dei requisiti di età per poter essere considerato giovane). Vale l’età media dei soci per le società di persone (considerando solo i soci accomandatari per le società in accomandita) e l’età media dei soci amministratori per le società di capitale; b) la differenza di età tra il cedente ed il giovane insediante deve essere di almeno 18 anni. I vincoli di età minima del cedente e di differenza di età tra cedente e insediante sopra riportati non si applicano quando l’azienda rilevata non era condotta da soggetti aventi la qualifica di Imprenditore agricolo professionale o Coltivatore diretto e quando il cedente è riconosciuto ufficialmente come portatore di una invalidità superiore al 66%, tale da impedire la proficua conduzione dell’azienda agricola. 1.2) Il giovane (o i giovani) costituisce una nuova azienda acquisendo terreni e/o fabbricati da una o più aziende; in tale caso ogni azienda cedente (sulla base della dimensione aziendale originaria desumibile da una validazione del fascicolo anteriore al 1° febbraio 2016) deve mantenere almeno il 70% della dimensione originaria (in Produzione Standard). Ogni azienda cedente deve essere oggetto di una sola domanda di insediamento nel corso della programmazione 2014-2020. 1.3) Il giovane (o i giovani) si insedia in qualità di “capo della azienda” in una azienda esistente condotta in forma societaria. Da tali vincoli sono escluse le suddivisioni aziendali dovute a successione “mortis causa”. 2) Non è ammissibile al premio l’insediamento di giovani nell’ambito di società in cui vi sia almeno un socio che abbia beneficiato della Misura 112 del PSR 2007-2013. 3) Non possono essere ammessi agli aiuti previsti dalla presente misura (qualora il cedente sia in possesso della qualifica di Imprenditore agricolo professionale o Coltivatore diretto) il passaggio di titolarità dell’azienda, anche per quota, tra coniugi, per atto “tra vivi”, e la creazione di nuove aziende costituite con l’acquisizione di terreni del coniuge. 4) Sono escluse dagli aiuti le costituzioni ex novo di società tra coniugi uno dei quali (in possesso della qualifica di Imprenditore agricolo professionale o Coltivatore diretto) sia già titolare di azienda agricola individuale ovvero sia socio di una società agricola che confluisca nella costituenda società o che conferisca, alla costituenda società, la totalità o parte dei terreni; è inoltre esclusa dagli aiuti l’ipotesi in cui in una società preesistente, di cui sia socio un coniuge, si insedi in qualità di “capo dell’azienda” (come descritto al punto “Beneficiari”) l’altro coniuge. Periodo di impegno I giovani beneficiari devono mantenere la posizione di “capo dell’azienda” fino alla scadenza del periodo di impegno alla permanenza in agricol-
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tura (5 anni dalla data di erogazione a saldo del premio di insediamento). Per lo stesso periodo, l’attività agricola aziendale deve rappresentare per i giovani l’attività principale, sia in termini di tempo lavorativo dedicato che di reddito lavorativo ottenuto, pena la decadenza dal sostegno. Per inizio del primo insediamento s’intende la data di attivazione di una partita IVA in campo agricolo (nel caso di insediamento in forma di titolare unico) oppure (nel caso di insediamento in forma societaria) nella stipulazione/modifica degli atti societari con l’inserimento del giovane. Per conclusione del primo insediamento s’intende la data di completamento del Piano Aziendale da parte del giovane agricoltore. Competenza professionale La competenza professionale è dimostrata mediante: a) titolo di studio (di scuola superiore o universitario) attinente le materie agrarie, oppure, b) esperienza (documentata con iscrizione previdenziale) almeno triennale quale coadiuvante o subordinato in agricoltura, oppure ancora, c) con superamento di un esame presso l’apposita “Commissione capacità professionale” istituita dalla Regione Piemonte (analogamente a quando previsto in riferimento alla Misura 112 del PSR 2007-2013). Termine per il soddisfacimento dei requisiti I previsti requisiti devono essere soddisfatti al momento della presentazione della domanda devono essere verificati durante l’istruttoria e devono permanere fino alla data di conclusione del vincolo di destinazione degli interventi. Tuttavia, per l’acquisizione delle conoscenze e competenze professionali, è concesso un periodo di tolleranza non superiore ai 36 mesi dalla data della decisione con cui l’ufficio istruttore concede il sostegno, cioè entro la scadenza per il completamento della realizzazione del Piano Aziendale, a condizione che tale necessità sia indicata nel Piano Aziendale medesimo. Condizioni di ammissibilità in caso di insediamento effettuato da più giovani congiuntamente L’insediamento congiunto di più giovani può avvenire esclusivamente in forma societaria (costituzione di una nuova società o ingresso in una società esistente – Per maggiori elementi si rimanda al punto “Condizioni specifiche per il sostegno ai giovani agricoltori nel caso in cui non si insedino come unico capo dell’azienda”). In caso di insediamento effettuato da più giovani congiuntamente in una stessa azienda le condizioni di ammissibilità sono riferite a ciascun giovane. Il sostegno all’insediamento sarà concesso, per ogni giovane, a condizioni equivalenti a quelle richieste per l’insediamento del giovane agricoltore come unico capo dell’azienda. Punteggio di priorità minimo Il punteggio minimo da raggiungere per poter beneficiare del sostegno è pari a dieci punti CRITERI DI SELEZIONE I criteri di selezione saranno applicati attraverso un sistema di punteggi di priorità. I criteri che verranno applicati per la formazione delle graduatorie delle domande e l’attribuzione dei punteggi di priorità ai fini dell’inserimento in graduatoria sono quelli di seguito riportati. Verranno predisposte graduatorie separate per le domande pre-
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sentate da giovani che si insediano nelle tipologie areali D e C2 e per le domande presentate da giovani che si insediano in altre aree. La priorità prevista dalla Misura 6.1 per le domande presentate da giovani che si insediano nelle tipologie areali D e C2 verrà applicata assegnando alle domande presentate da giovani che si insediano nelle tipologie areali D e C2 una quota del budget complessivo del bando pari al 20%, superiore al peso percentuale (12,53 %) rappresentato (in termini di Produzione Standard) dalle aziende agricole site in aree Aree D e Aree C2 rispetto al totale regionale delle aziende agricole. Per ogni azienda oggetto di insediamento verrà preliminarmente calcolata la OTE (Orientamento Tecnico Economico) e la Produzione Standard (PS), sulla base dei dati contenuti nel fascicolo aziendale costituito ai sensi del D.lgs 173/1998 e del DPR 503/1999 (fascicolo aziendale che risulta validato al momento dell’insediamento). Criteri di selezione (Principio di selezione descritto nel Psr) Primo criterio Giovani che si insediano nelle zone Natura 2000 e in altre aree ad alto valore naturalistico (aree protette ai sensi della l.r. 19/ 2009 “Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità”) Secondo criterio Domande che hanno un piano aziendale orientato:al miglioramento dell’impatto ambientale dell’azienda (miglioramento del rendimento energetico, riduzioni dei consumi idrici e miglioramento della qualità delle acque e simili, incluso il benessere animale); Terzo criterio domande di insediamento che creano nuova occupazione (punteggio di priorità correlato all’entità della nuova occupazione creata) Quarto criterio Giovani che aderiscono a progetti integrati Quinto criterio Domande che hanno un piano aziendale orientato allo sviluppo aziendale indirizzato a produzioni rientranti in regimi di qualità o inserite in sistemi di tracciabilità volontaria sovra-aziendale. Sesto criterio Valorizzazione della qualità del Piano aziendale IMPORTI E ALIQUOTE DI SOSTEGNO Il premio di insediamento verrà erogato per i seguenti importi: A) Domanda per insediamento di un solo giovane: 35.000 euro, con la maggiorazione di 10.000 euro se l’insediamento avviene in zona di montagna. B) Domanda per insediamento congiunto di due giovani: 30.000 euro per ciascun giovane, con la maggiorazione di 7.000 euro per ciascun giovane se l’insediamento avviene in zona di montagna. C) Domanda per insediamento congiunto di più di due giovani, fino a un massimo di cinque: 25.000 euro per ciascun giovane, con la maggiorazione di 5.000 euro per ciascun giovane se l’insediamento avviene in zona di montagna. Il saldo del sostegno verrà versato successivamente alla verifica (con visita in azienda) della corretta attuazione del Piano Aziendale medesimo.
PROGETTI INTEGRATI Ai fini del presente bando si intende come Progetto integrato la presentazione della domanda ai sensi della operazione 4.1.2 e della domanda ai sensi della operazione 6.1.1 sul primo bando di ciascuna domanda. Le due domande relative alla operazione 4.1.2 ed alla operazione 6.1.1 che costituiscono il Progetto integrato dovranno essere presentate successivamente alla data di primo insediamento, utilizzando il medesimo CUAA. DEFINIZIONE DELLE SOGLIE L’azienda agricola in cui il giovane si insedia deve avere una dimensione economica aziendale minima (indicata nel fascicolo aziendale che risulta validato al momento dell’insediamento) pari a 15.000 euro di Produzione Standard. In zona montana la dimensione economica aziendale minima deve essere pari a 10.000 euro di Produzione Standard. La dimensione economica aziendale massima per poter beneficiare del premio è pari a 150.000 euro di Produzione Standard. In caso di insediamento effettuato da più giovani congiuntamente in una stessa azienda le condizioni di ammissibilità sono riferite a ciascun giovane (pertanto gli importi minimi e massimi sopra indicati devono essere moltiplicati per il numero di giovani che si insediano congiuntamente). CONDIZIONI SPECIFICHE PER IL SOSTEGNO AI GIOVANI AGRICOLTORI NEL CASO IN CUI NON SI INSEDINO COME UNICO CAPO DELL’AZIENDA Nel caso un giovane non si insedi in qualità di unico capo dell’azienda, sono previste le seguenti condizioni: A) in caso di insediamento in società di persone, la rappresentanza legale verso i terzi e la responsabilità per la gestione ordinaria e per quella straordinaria, quali risultanti dagli atti societari, dovranno essere in capo al/ai soci giovani agricoltori beneficiari del sostegno, in modo tale per cui le decisioni del/dei giovani agricoltori beneficiari del sostegno non possano essere inficiate dalla rimanente componente societaria; B) in caso di insediamento in società di capitali, aventi come unico oggetto la gestione di un’azienda agricola, incluse le società cooperative, il/i giovani beneficiari del sostegno dovranno rivestire la qualifica di socio e un ruolo di responsabilità nella conduzione della stessa tale per cui le decisioni del/dei giovani agricoltori beneficiari del sostegno non possano essere inficiate dalla rimanente componente societaria. Nelle società di capitale non cooperative il/i giovani soci beneficiari del sostegno devono essere in possesso di quote di capitale sufficienti ad assicurare la maggioranza sia in assemblea ordinaria che straordinaria. La durata del contratto societario dovrà essere almeno pari a quella del periodo di impegno alla conduzione aziendale (5 anni successivi alla erogazione del saldo del premio). L’insediamento può avvenire sia con la costituzione di una nuova società sia con ingresso di uno i più giovani in una società esistente (senza necessità di uscita di altri soci); non è valida ai fini dell’insediamento la semplice assunzione di maggiori responsabilità da parte del giovane (o dei giovani) in società di cui faceva già parte in precedenza.
MISURE AGRO CLIMATICO-AMBIENTALI Sono 116,6 i milioni di euro per il 2016 messi a disposizione degli agricoltori dalla Misura 10 del Programma di sviluppo rurale relativa ai pagamenti agro-climatico-ambientali. In particolare sarà possibile sostenere la produzione integrata, la biodiversità nelle risaie, l’agricoltura conservativa, i sistemi colturali ecocompatibili, la riduzione delle emissioni in atmosfera di ammoniaca e gas serra, la difesa del bestiame dai predatori sui pascoli montani e collinari, la gestione di elementi naturaliformi dell’agroecosistema, l’allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono, la conduzione ecosostenibile dei pascoli. La domanda di sostegno deve essere presentata esclusivamente per via informatica entro lunedì 16 maggio 2016. Si ricorda che per la predisposizione e presentazione delle domande è necessario rivolgersi agli uffici della Confagricoltura Cuneo. La misura 10, sottomisura 10.1, si articola in più operazioni, che, a loro volta, possono essere distinte in più azioni. La durata di tutti gli impegni è quinquennale. OPERAZIONE 10.1.1 PRODUZIONE INTEGRATA L’operazione sostiene l’applicazione del metodo di produzione agricola integrata, che prevede un impiego razionale dei fattori produttivi e, ove possibile, l’integrazione o la sostituzione degli interventi chimici con tecniche a minore impatto ambientale. I beneficiari sono le imprese agricole singole o associate. Condizioni di ammissibilità/esclusione Non vengono concessi pagamenti se l’importo richiesto o da concedere in un dato anno è inferiore a 250 euro. Gli operatori biologici devono aderire alla Misura 11, tuttavia possono aderire all’operazione 10.1.1 solo in riferimento a corpi aziendali separati. Impegni L’operazione prevede l’adesione a impegni di base, richiesti a tutti gli agricoltori aderenti e l’adesione facoltativa ad impegni aggiuntivi; entrambi gli impegni vanno oltre quelli obbligatori. Impegni di base L’operazione prevede il rispetto di questi impegni base: • applicare sull’Intera SAU aziendale, a eccezione delle colture non disciplinate e dei corpi separati non oggetto di impegno, le prescrizioni tecniche di seguito specificate, conformi ai disciplinari di produzione integrata approvati dall’Organismo Tecnico Scientifico nazionale (0TS); • disporre della certificazione di regolazione volontaria delle attrezzature utilizzate per l’irrorazione dei prodotti fitosanitari, a completamento del controllo funzionale previsto dal Piano di AZIONE Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN); • registrare e sottoscrivere, secondo la modulistica predisposta dalla Regione, i dati riguardanti le fertilizzazioni, inclusi gli apporti organici, e i trattamenti fitoiatrici; • registrare le giacenze di concimi e fitofarmaci presenti in azienda all’inizio del periodo di impegno e i successivi acquisti; • conservare la documentazione di acquisto di concimi e fitofarmaci; • avvalersi, per il rispetto degli impegni relativi ai disciplinari di produzione integrata, dell’assistenza di tecnici in possesso di idonei requisiti. Descrizione dei principali impegni IMPEGNO 1.2 Gestione del suolo: vigneti e frutteti a) Lavorazioni. In caso di pendenza media tra il 10% e il 30%, nel periodo primaverile-estivo sono consentite soltanto l’erpicatura fino a 10 cm di profondità o la scarificatura; in caso di pendenza media >30% sono ammesse soltanto le lavorazioni puntuali all’impianto
e quelle finalizzate all’asportazione dei residui dell’impianto precedente. b) Inerbimento. In caso di pendenza media >30% è richiesto l’inerbimento naturale o artificiale, gestito mediante sfalci, anche nel periodo primaverile-estivo. IMPEGNO 2. Scelta del materiale di moltiplicazione Per le colture ortive si deve ricorrere a materiale di categoria “Qualità CE”. Nei nuovi impianti di fruttiferi materiale certificato come “virus esente” o “virus controllato”. IMPEGNO 3. Avvicendamento colturale L’impegno richiede una rotazione quinquennale comprendente almeno tre colture e al massimo un ristoppio per coltura. IMPEGNO 4. Fertilizzazione Occorre disporre di un’analisi fisico-chimica del terreno per la stima delle disponibilità dei macroelementi e degli altri principali parametri della fertilità, al fine di redigere il piano di fertilizzazione. Le analisi hanno una validità di 5 anni e di un piano di fertilizzazione annuale “a preventivo”. IMPEGNO 5. Difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti La difesa fitosanitaria deve essere attuata impiegando nella minore quantità possibile (quindi solo se necessario e alle dosi minori) i prodotti a minor impatto verso l’uomo e l’ambiente. L’impegno richiede il rispetto di tabelle che specificano per ciascuna coltura le avversità riconosciute come pericolose, i criteri di intervento in base ai quali valutarne la presenza e il livello di pericolosità, le sostanze attive e gli ausiliari ammessi per il loro controllo e ulteriori limitazioni d’uso dettate dai principi generali sopra citati. IMPEGNO 6. Irrigazione Redazione di un piano di irrigazione (basato sul bilancio idrico della coltura) IMPEGNO 7. Regolazione volontaria delle irroratrici Sottoporre a regolazione volontaria le macchine irroratrici di prodotti fitosanitari IMPEGNO 7A. Tenuta del Registro aziendale delle operazioni colturali e di magazzino • registrare e sottoscrivere, secondo la modulistica predisposta dalla Regione, i dati riguardanti le fertilizzazioni, inclusi gli apporti organici, e i trattamenti fitoiatrici; • registrare le giacenze di concimi e fitofarmaci presenti in azienda all’inizio del periodo di impegno e i successivi acquisti; • conservare per l’intero periodo di impegno la documentazione di acquisto di concimi e fitofarmaci.
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Impegni aggiuntivi/facoltativi IMPEGNO 8. Metodo della confusione sessuale IMPEGNO 9. Inerbimento controllato di fruttiferi e vite IMPEGNO 10. Manutenzione di nidi artificiali IMPEGNO 11. Erbai autunno vernini da sovescio IMPEGNO 12. Sommersione invernale delle risaie Entità del premio annuale (Impegni di base) Vite e fruttiferi minori: 350 €/ha per mantenimento - 500 €/ha per introduzione. Fruttiferi principali: 400 €/ha per mantenimento - 585 €/ha per introduzione. Noce e castagno: 155 €/ha per mantenimento - 190 €/ha per introduzione. Altri seminativi 115 €/ha per mantenimento - 140 €/ha per introduzione. Riso 170 €/ha per mantenimento - 210 €/ha per introduzione. Ortive estensive: 230 €/ha per mantenimento - 280 €/ha per introduzione. Ortive intensive: 400 €/ha per mantenimento - 475 €/ha per introduzione. Foraggere: 75 €/ha per mantenimento - 90 €/ha per introduzione. Entità del premio annuale (Impegni facoltativi) a) Metodo della confusione sessuale Melo 150 €/ha – Pesco 200 €/ha – Vite 250 €/ha b) Inerbimento controllato di fruttiferi e vite Vigneti e frutteti di collina e montagna (gestione del sottofila a): 110 €/ha Vigneti e frutteti di collina e montagna (gestione del sottofila b: 300 €/ha Frutteti di pianura: 200 €/ha c) Manutenzione di nidi artificiali: 55 €/ha d) Erbai autunno-vernini da sovescio: 180 €/ha e) Sommersione invernale delle risaie: 190 €/ha OPERAZIONE 10.1.2 INTERVENTI A FAVORE DELLA BIODIVERSITÀ NELLE RISAIE L’operazione tende a mitigare le conseguenze negative della pratica dell’asciutta sulla biodiversità della risaia. A tale scopo essa sostiene il mantenimento, durante il ciclo colturale del riso, di una riserva d’acqua tale da consentire agli organismi acquatici di sopravvivere anche durante le asciutte e di ripopolare le camere di risaia nelle successive fasi di allagamento. L’operazione, inoltre, richiede l’inerbimento a fini naturalistici di un argine della camera di risaia e sostiene, quali impegni accessori da attuarsi fra un ciclo colturale e l’altro del riso, il mantenimento delle stoppie in campo, la sommersione invernale e la coltivazione di erbai intercalari da sovescio. Descrizione dei principali impegni IMPEGNO 1. Realizzare in ogni anno del periodo di impegno, lungo uno o più lati della camera di risaia, un fosso a sezione trapezoidale largo almeno 60 cm e profondo almeno 40 cm, per una lunghezza di almeno 100 metri per ettaro (lunghezza totale dei fossi/superficie totale oggetto di impegno). Al fine di rispettare di tale rapporto, necessario per la giustificazione dell’aiuto, il sostegno può essere richiesto per una superficie inferiore alla superficie catastale delle camere di risaia interessate. Affinché il sostegno previsto dall’operazione sia giustificato, il fosso deve essere realizzato appositamente allo scopo di favorire la biodiversità e deve quindi essere distinto da solchi adacquatori e scoline. IMPEGNO 2. Mantenere un argine di risaia inerbito per l’intero ciclo colturale del riso L’argine da mantenere inerbito deve interessare almeno un lato della camera di risaia, non necessariamente
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coincidente con un lato lungo il quale è stato realizzato il fosso che beneficia del sostegno dell’operazione. Impegni aggiuntivi/facoltativi IMPEGNO aggiuntivo 1: Mantenere le stoppie in campo nel periodo invernale; IMPEGNO aggiuntivo 2: Sommersione invernale delle risaie; IMPEGNO aggiuntivo 3: Coltivazione di un erbaio da sovescio autunno-vernino; IMPEGNO aggiuntivo 4: Mantenimento di un fosso di sezione maggiore rispetto all’impegno di base Entità del premio annuale (impegno di base): importo annuale di 125 €/ha Entità del premio annuale (Impegni facoltativi): Mantenimento delle stoppie nel periodo invernale: 40 €/ ha; Sommersione invernale della risaia: 190 €/ha; Erbaio da sovescio autunno-vernino 180 €/ha; Realizzazione di un fosso di sezione maggiore 250 €/ha OPERAZIONE 10.1.3 TECNICHE DI AGRICOLTURA CONSERVATIVA L’intervento contribuisce a soddisfare in via prioritaria le necessità del territorio regionale che richiedono di migliorare la conservazione del suolo; limitare la contaminazione delle risorse non rinnovabili da parte delle attività agricole e diffondere le pratiche agricole e forestali idonee ad incrementare il sequestro di Carbonio, concorrendo alla conservazione della sostanza organica del terreno. L’operazione 10.1.3 si articola in tre azioni, che costituiscono gli impegni di base. AZIONE 10.1.3.1: Introduzione delle tecniche di minima lavorazione; AZIONE 10.1.3.2: Introduzione delle tecniche di semina su sodo; AZIONE 10.1.3.3: Apporto di matrici organiche in sostituzione della concimazione minerale Condizioni di ammissibilità/esclusione AZIONI 1 E 2 (minima lavorazione e semina su sodo) Sono ammissibili all’aiuto le sole superfici coltivate a seminativo. Il prato avvicendato è ammissibile all’aiuto soltanto nell’anno di semina. Rientrano nel caso del possesso in proprio le macchine di proprietà della cooperativa di cui l’azienda agricola beneficiaria è socia. Il possesso in proprio prevede che la macchina sia dichiarata nella sezione “Macchine” del fascicolo dell’impresa agricola o della cooperativa. In caso di ricorso a contoterzisti è fatto obbligo di allegare il pre-contratto alla domanda di sostegno (e di pagamento). AZIONE 3 (apporto di matrici organiche) Sono ammissibili all’aiuto le superfici coltivate a seminativo diverse dalle leguminose e le superfici con colture arboree da frutto (macrouso “Fruttiferi”, “Vigneti”, “Frutteti per frutta a guscio”). Non sono ammissibili le superfici a pioppo o altre colture arboree da legno. Non sono ammissibili terreni concessi in asservimento a terzi per lo spandimento di matrici organiche. Possono usufruire dell’aiuto le sole aziende che non risultino titolari di allevamenti zootecnici e/o di impianti di digestione anaerobica per la produzione di biogas. (in questa definizione sono comprese le aziende agricole non zootecniche socie di impianto cooperativo per la produzione di biogas). Descrizione dei principali impegni AZIONE 10.1.3.1: Introduzione delle tecniche di minima lavorazione IMPEGNO 1. Non effettuare arature o vangature; sono ammesse le sole operazioni eseguite con attrezzi
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portati, semi-portati o trainati dotati di organi lavoranti non mossi idraulicamente o dalla presa di forza (es. erpici a denti, erpici a dischi). IMPEGNO 2. Non effettuare lavorazioni del terreno oltre i 15 cm IMPEGNO 3. Rispettare un periodo massimo di 40 giorni tra la fine del ciclo di una coltura e la semina della successiva. IMPEGNO 4. Non utilizzare fanghi di depurazione. IMPEGNO 5. Comunicare all’ente istruttore con almeno 5 giorni di anticipo l’avvio delle operazioni in campo e i terreni interessati. IMPEGNO 6. Annotare in un Registro delle Operazioni colturali l’intervento svolto e i relativi terreni; conservare il registro per l’intero periodo di impegno. Annotare in un Registro delle Operazioni colturali l’intervento svolto e i relativi terreni; conservare il registro per l’intero periodo di impegno. IMPEGNO 7. In caso di ricorso a contoterzisti, conservare in azienda per l’intero periodo di impegno la relativa documentazione AZIONE 10.1.3.2: Introduzione delle tecniche di semina su sodo IMPEGNO 1. Effettuare la semina diretta su sodo o la lavorazione in bande, che consiste nel deporre il seme nel terreno senza alterarne la struttura, se non nelle fasce corrispondenti alle file di semina lavorate per una larghezza massima di 20 cm e ad una profondità massima di 15 cm IMPEGNO 2. Non rimescolare gli strati del profilo attivo del suolo, né effettuare ripuntature o rippature IMPEGNO 3. Mantenere sul terreno i residui colturali della coltura principale (stoppie dei cereali), in modo da formare uno strato protettivo di materiale vegetale (mulching). In risaia non è consentita la bruciatura delle paglie. IMPEGNO 4. Non utilizzare fanghi di depurazione. IMPEGNO 5. Rispettare un periodo massimo di 40 giorni tra la fine del ciclo di una coltura e la semina della successiva. IMPEGNO 6. Comunicare all’ente istruttore con almeno 5 giorni di anticipo l’avvio delle operazioni in campo e i terreni interessati. IMPEGNO 7. Annotare in un Registro delle Operazioni colturali l’intervento svolto e i relativi terreni; conservare il registro per l’intero periodo di impegno. IMPEGNO 8. In caso di ricorso a contoterzisti, conservare in azienda per l’intero periodo di impegno la relativa documentazione AZIONE 10.1.3.3: Apporto di matrici organiche in sostituzione della concimazione minerale IMPEGNO 1. Sostituire parte dei concimi azotati di sintesi per la fertilizzazione delle colture arboree da frutto ed erbacee di pieno campo (seminativi diversi dalle leguminose) con materiali organici di origine extra-aziendale in forma palabile IMPEGNO 2. Quantificare gli apporti azotati alla coltura, nel rispetto dei massimali previsti per le ZVN, qualora applicabili, tramite la redazione di un Piano di concimazione annuale basato su un bilancio semplificato apporti-asporti. Per la redazione del Piano di concimazione annuale è possibile utilizzare l’applicativo informatico PUA/PUAS IMPEGNO 3. In risaia, rispettare un intervallo minimo di 20 giorni tra la distribuzione della matrice organica e la sommersione. IMPEGNO 4. Non utilizzare fanghi di depurazione IMPEGNO 5. Conservare in azienda per l’intera durata dell’impegno il Registro delle Fertilizzazioni e l’eventuale documentazione relativa al ricorso a pre-
statori esterni di servizi (c.d. contoterzisti). Impegni aggiuntivi/facoltativi In almeno due anni del periodo di attuazione dell’impegno di base seminare un erbaio da sovescio autunno-vernino con prevalenza di graminacee, mantenerlo in campo fino all’epoca usuale di preparazione del terreno nella primavera successiva e quindi effettuare il sovescio. In risaia è ammesso l’erbaio di leguminose, anche consociate; non sottoporre l’erbaio a fertilizzazioni o trattamenti con prodotti fitosanitari. Entità del premio annuale (Impegni di base) AZIONE 10.1.3.1: 180 € per ettaro per anno; AZIONE 10.1.3.2: 280 € per ettaro per anno; AZIONE 10.1.3.3: Ammendanti compostati: per le colture erbacee di pieno campo 260 €/ha/anno e per le Colture arboree da frutto 180€/ha/anno. Altre matrici diverse dagli ammendanti compostati: per le colture erbacee di pieno campo 300 €/ha/anno e per le Colture arboree da frutto 180 €/ha/anno. Entità del premio annuale (Impegni facoltativi) Per l’impegno aggiuntivo “Colture da sovescio autunno-vernine”: 230 €/ha/anno OPERAZIONE 10.1.4 SISTEMI COLTURALI ECOCOMPATIBILI L’operazione, attraverso le azioni in cui è articolata, sostiene la conversione di seminativi in prati e pascoli permanenti e il conseguimento, in aziende in cui il mais è ampiamente prevalente, di un livello di diversificazione colturale più elevato rispetto alla pertinente pratica di “inverdimento”. L’operazione si articola nelle azioni: 10.1.4.1 Conversione di seminativi in foraggere permanenti; 10.1.4.2 Diversificazione colturale in aziende maidicole Condizioni di ammissibilità/esclusione AZIONE 10.1.4.1 (Conversione di seminativi in foraggere permanenti) L’intervento è applicabile a superfici che nei 5 anni precedenti l’anno di assunzione dell’impegno siano state investite a seminativi. In particolare, l’intervento può essere applicato anche a superfici che nella scorsa programmazione siano state oggetto dell’analogo intervento 214.4. AZIONE 10.1.4.2 (Diversificazione colturale in aziende maidicole) L’azione è applicabile ad aziende in cui l’incidenza media del mais, attestata dall’anagrafe agricola regionale, sia risultata maggiore o uguale al 75% della superficie complessiva dei seminativi. Sono ammissibili al sostegno le seguenti colture: cereali autunno-vernini (anche in caso di semina primave-
rile), colza, ravizzone, leguminose annuali, girasole, sorgo, canapa, erbaio annuale (non intercalare), prato avvicendato, ritiro dalla produzione con copertura vegetale continuativa Descrizione dei principali impegni AZIONE 10.1.4.1 (Conversione di seminativi in foraggere permanenti) IMPEGNO 1. Coltivare per un quinquennio foraggere permanenti su terreni che nei 5 anni precedenti erano stati investiti a seminativi. IMPEGNO 2. Eseguire gli sfalci previsti dalla pratica ordinaria e non effettuare trattamenti fitoiatrici sulle foraggere permanenti oggetto di aiuto IMPEGNO 3. Conservare fino alla scadenza dell’impegno la documentazione di acquisto della semente utilizzata, da cui deve risultare l’impiego di una quantità di seme commisurata alla superficie oggetto di impegno AZIONE 10.1.4.2 Diversificazione colturale in aziende maidicole IMPEGNO 1. Conformità alla diversificazione “greening”. In aziende nelle quali prima dell’assunzione dell’impegno, nel quinquennio 2010-2014, l’incidenza media del mais sui seminativi era uguale o superiore al 75%, garantire in ogni anno del periodo di impegno la presenza sulla superficie a seminativi di almeno 3 colture IMPEGNO 2. Adottare un criterio di avvicendamento secondo cui nessuna coltura annuale può ricorrere su una determinata particella per più di tre volte nel quinquennio e/o per due anni consecutivi Entità del premio annuale AZIONE 10.1.4.1 (Conversione di seminativi in foraggere permanenti): pagamento annuale di 450 €/ha; AZIONE 10.1.4.2 (Diversificazione colturale in aziende maidicole): pagamento annuale di 435 €/ha. OPERAZIONE 10.1.5 TECNICHE PER LA RIDUZIONE DI EMISSIONI DI AMMONIACA E GAS SERRA IN ATMOSFERA L’operazione promuove l’adozione di tecniche agronomiche a bassa emissività per la distribuzione in campo di materiali organici non palabili (effluenti zootecnici, frazioni non palabili da separazione meccanica solido/ liquido di effluenti zootecnici e di altre matrici organiche, anche digerite), purchè di origine aziendale. L’operazione si articola nelle seguenti azioni: AZIONE 10.1.5.1: Distribuzione di effluenti con interramento immediato; AZIONE 10.1.5.2: Distribuzione di effluenti sottocotico o rasoterra in bande.
Condizioni di ammissibilità/esclusione Possono beneficiare del sostegno imprese zootecniche oppure titolari di impianto di digestione anaerobica per la produzione di biogas. Possono essere oggetto dell’impegno i soli terreni in conduzione al beneficiario, per una superficie minima di un ettaro. Non sono ammissibili i terreni presi in asservimento da terzi, o concessi a terzi, per lo spandimento di matrici organiche. Il beneficiario deve avere nella propria disponibilità le macchine necessarie per il rispetto dell’impegno, sulla base del possesso in proprio o di un pre-contratto con prestatori esterni di servizi (cosiddetti contoterzisti). Il possesso in proprio prevede che la macchina sia dichiarata nella sezione “Macchine” del fascicolo aziendale. AZIONE 10.1.5/1. Sono ammissibili all’aiuto le superfici non inerbite. AZIONE 10.1.5/2. Sono ammissibili all’aiuto le superfici inerbite e le superfici non inerbite. Descrizione dei principali impegni AZIONE 10.1.5/1: Distribuzione di effluenti con interramento immediato IMPEGNO 1. Effettuare tutte le distribuzioni di effluenti non palabili di produzione aziendale sui terreni oggetto dell’impegno utilizzando un’attrezzatura in grado di interrare direttamente il materiale distribuito nello strato di terreno interessato dalle lavorazioni, provvedendo alla chiusura del solco in cui il materiale stesso è stato depositato. IMPEGNO 2. Non utilizzare fanghi di depurazione. Ciò al fine di evitare rischi di contaminazione dei terreni agricoli IMPEGNO 3. Comunicare all’Ente istruttore con almeno 5 giorni di anticipo l’avvio delle operazioni in campo, nonché i terreni interessati. IMPEGNO 4. Annotare in un apposito registro le fertilizzazioni effettuate, nonché i terreni interessati; conservare il registro per l’intero periodo di impegno. IMPEGNO 5. In caso di ricorso a contoterzisti, conservare in azienda per l’intero periodo di impegno la relativa documentazione. AZIONE 10.1.5/2: Distribuzione di effluenti sottocotico o rasoterra in bande IMPEGNO 1. Effettuare tutte le distribuzioni di effluente non palabile sui terreni oggetto dell’impegno utilizzando una macchina per l’interramento del materiale sottocotico quando il terreno sia inerbito, ovvero una macchina dotata di serbatoio a pressione atmosferica attrezzato per la distribuzione rasoterra in bande quando il terreno sia inerbito IMPEGNO 2. Non utilizzare fanghi di depurazione. Ciò al fine di evitare rischi di contaminazione dei
Geocap S.r.l. Via del Chiosso 27 Caramagna Piemonte (CN) Tel. 0172 810283 info@geocap.it • www.geoagri.com
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terreni agricoli. IMPEGNO 3. Comunicare all’Ente istruttore con almeno 5 giorni di anticipo l’avvio delle operazioni in campo, nonché i terreni interessati. IMPEGNO 4. Annotare in un apposito registro le fertilizzazioni effettuate, nonché i terreni interessati; conservare il registro per l’intero periodo di impegno. IMPEGNO 5. In caso di ricorso a contoterzisti, conservare in azienda per l’intero periodo di impegno la relativa documentazione. Entità del premio annuale AZIONE 10.1.5.1 (Distribuzione tramite interramento immediato): 300 €/ha. AZIONE 10.1.5.2 (Distribuzione sottocotico o rasoterra in bande): 70 €/ha. OPERAZIONE 10.1.6 DIFESA DEL BESTIAME DALLA PREDAZIONE DA CANIDI SUI PASCOLI COLLINARI E MONTANI L’operazione, utilizzando gli strumenti di prevenzione degli attacchi di canidi, quali la custodia continua, l’uso di specifiche recinzioni elettrificate per il ricovero notturno e l’impiego di cani da difesa del bestiame, aiuta gli agricoltori a convivere con la presenza dei predatori, evitando comportamenti lesivi nei confronti di questi ultimi ed il progressivo abbandono dei pascoli. Beneficiari Allevatori singoli e associati di bestiame bovino, ovino, caprino, equino che aderiscono per cinque anni agli impegni ed alle prescrizioni previsti dalla presente operazione ed all’operazione 10.1.9 “Gestione ecosostenibile dei pascoli”. Condizioni di ammissibilità/esclusione Essenzialmente una la condizione di accessibilità: i cani devono essere iscritti all’anagrafe canina ed appartenere alle razze Maremmano-Abruzzese, Cane da montagna dei Pirenei, Cane da pastore del Caucaso. Descrizione dei principali impegni IMPEGNO 1. Aderire all’operazione 10.1.9 “Gestione eco-sostenibile dei pascoli” IMPEGNO 2. Montaggio reti elettrificate: Trasporto e montaggio di pali e specifiche reti elettrificate, alimentate da batterie ricaricate con pannelli fotovoltaici, dimensionate in relazione al numero di capi per il ricovero notturno del bestiame IMPEGNO 3. Impiego di cani da guardiania: presenza di cani da guardiania appartenenti alle razze da difesa del bestiame dal lupo, in rapporto di 1 ogni 100 capi, con un minimo di 2 cani per mandria o gregge IMPEGNO 4. Custodia continuativa: presenza continua in alpe dell’allevatore, della famiglia o di suo personale dipendente per la custodia del gregge/ mandria Entità del premio annuale Zona altimetrica e premio ad ettaro/anno Collina: 50 euro; Montagna: 50 euro OPERAZIONE 10.1.7 GESTIONE DI ELEMENTI NATURALIFORMI DELL’AGROECOSISTEMA L’operazione sostiene la manutenzione di formazioni vegetali e aree umide, la realizzazione di colture a perdere per l’alimentazione della fauna selvatica e di fasce inerbite ai margini delle coltivazioni. L’operazione si articola nelle azioni: 10.1.7.1 Gestione di formazioni vegetali e aree umide; 10.1.7.2 Coltivazioni a perdere per la fauna selvatica; 10.1.7.3 Gestione di fasce inerbite ai margini dei campi.
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Descrizione dei principali impegni AZIONE 10.1.7.1 Gestione di formazioni vegetali e aree umide IMPEGNO 1. Manutenzione di formazioni arbustive e arboree ed aree umide, realizzate quali investimenti non produttivi nell’ambito dell’operazione 4.4.1 del PSR 2014-20 o della misura 216 del PSR 2007-13 IMPEGNO 2. Gestire le fasce di rispetto inerbite intorno agli elementi naturaliformi. Gli elementi ambientali e paesaggistici devono essere circondati da una fascia di rispetto inerbita gestita mediante sfalci e trinciature, evitando il periodo fra il 1° marzo e il 31 luglio di ogni anno al fine di non compromettere la riproduzione della fauna selvatica. AZIONE 10.1.7.2 Coltivazioni a perdere per la fauna selvatica Effettuare coltivazioni a perdere e lasciarle in campo non raccolte, a disposizione della fauna selvatica, almeno fino al 30 settembre dell’anno successivo in caso di semina autunnale e almeno fino al 1° marzo dell’anno successivo in caso di semina primaverile; non sottoporre tali colture a fertilizzazioni con concimi di sintesi o a trattamenti con fitofarmaci. AZIONE 10.1.7.3 Gestione di fasce inerbite ai margini dei campi Ai margini di appezzamenti coltivati destinare strisce di 5-10 metri di larghezza a fasce inerbite ottenute mediante semina annuale di un miscuglio comprendente leguminose quali trifogli, medica, lupinella, ginestrino, sulla; non sottoporre le fasce inerbite a trattamenti con prodotti fitosanitari e a fertilizzazioni e mantenerle libere da rifiuti di qualsiasi genere Entità del premio annuale AZIONE 10.1.7.1. Gestione di formazioni vegetali e aree umide: 1.000 €/ha (150 €/ha per le fasce di rispetto inerbite utilizzate come EFA); AZIONE 10.1.7.2. Coltivazioni a perdere per la fauna selvatica: 1.000 €/ ha (250 €/ha per le colture a perdere utilizzate come EFA); AZIONE 10.1.7.3. Gestione di fasce inerbite ai margini dei campi:1.000 €/ha (250 €/ha se utilizzate come EFA o soggette al vincolo di condizionalità BCAA1). OPERAZIONE 10.1.8 ALLEVAMENTO DI RAZZE AUTOCTONE MINACCIATE DI ABBANDONO L’obiettivo primario è costituito dalla salvaguardia del patrimonio genetico e la valorizzazione dei sistemi agro-zootecnici delle aree, per lo più marginali, in cui sono attualmente allevate le razze locali. Beneficiari Allevatori singoli o associati di bovini, ovini, caprini iscritti all’anagrafe agricola regionale come persone fisiche o giuridiche, che aderiscono per cinque anni agli impegni previsti dall’operazione. Condizioni di ammissibilità/esclusione Gli animali appartenenti alle razze autoctone minacciate di abbandono indicate nell’elenco seguente per beneficiare dell’aiuto, devono essere iscritti al Libro Genealogico o al Registro Anagrafico. Specie bovina: Pezzata rossa d’Oropa, Varzese o Tortonese; Valdostana Pezzata nera; Barà – Pustertaler. Specie ovina: Sambucana, Garessina, Frabosana, Saltasassi, Tacola, Delle Langhe, Savoiarda. Specie caprina: Sempione, Vallesana, Roccaverano, Grigia delle Valli di Lanzo. Descrizione dei principali impegni Allevare capi delle razze minacciate di abbandono mantenendo la razza in purezza secondo i disciplinari dei rispettivi libri genealogici o registri anagrafici ufficial-
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mente riconosciuti dal Mipaaf; mantenere in allevamento nel corso del quinquennio un numero di capi pari o superiore a quello indicato nella domanda iniziale. Entità del premio annuale In deroga all’importo massimo concedibile (importa massimo annuale di 200 euro per Uba come da Regolamento Ue 1305/2013), il premio annuale consiste in 400 euro per ogni UBA di tutte le razze autoctone minacciate di abbandono. OPERAZIONE 10.1.9 GESTIONE ECO-SOSTENIBILE DEI PASCOLI L’intervento si pone l’obiettivo del miglioramento della gestione dei pascoli alpini in quanto costituiscono ecosistemi ad alto valore ecologico ed elevato grado di biodiversità. La conduzione del bestiame sui pascoli oggetto del pagamento deve essere garantita dal titolare ovvero da personale dell’azienda. Nel caso di richiedenti che dispongano anche di capi in affido, occorre monticare almeno il 70% dei capi in proprietà. Nel caso di pascoli ricadenti in zona montana il richiedente deve impegnarsi per almeno 5 anni ad eseguire gli impegni dell’operazione senza legami a particelle fisse. Descrizione dei principali impegni IMPEGNO 1. Pascolamento turnato: applicare il pascolamento turnato con spostamento della mandria fra superfici suddivise con recinzioni fisse o mobili in sezioni omogenee in funzione dello stato vegetativo e di utilizzazione della cotica. IMPEGNO 2. Carico di bestiame in funzione della zona altimetrica: effettuare il pascolamento con un carico di bestiame contenuto all’interno dei seguenti intervalli di valori per fascia altimetrica, rispetto ai carichi della baseline: in pianura: 1 - 2 UBA/ ha/anno, in collina: 0,5 - 1 UBA/ha/anno, in montagna : 0,2 - 0,5 UBA/ha/anno IMPEGNO 3. Periodo del pascolamento superiore ad un determinato valore minimo: compiere un periodo di pascolamento pari ad almeno 180 giorni/anno. Se il pascolamento è effettuato solo in zona montana è ammessa una durata del periodo di pascolamento di almeno 80 giorni. IMPEGNO 4. Eliminazione meccanica di infestanti con divieto di uso di prodotti chimici IMPEGNO 5. Provvedere a costituire o mantenere in efficienza punti acqua e sale (o punti di abbeverata): predisporre punti acqua e sale su ogni sezione di pascolo, ovvero mantenere in efficienza eventuali punti d’abbeverata esistenti, al fine di garantire l’utilizzo ottimale delle superfici a maggiore distanza dai ricoveri IMPEGNO 6. Divieto di fertilizzazione minerale: divieto di utilizzare fertilizzanti di origine minerale IMPEGNO 7. Mantenimento della superficie a pascolo permanente: divieto di riduzione della superficie aziendale a pascolo permanente IMPEGNO 8. Divieto di sfalci di affienamento: divieto di esecuzione di sfalci per ottenere foraggio affienato (ad eccezione dello sfalcio di pulitura a fine turno) IMPEGNO 9. (eventuale) Trasformazione di seminativi e prati in pascoli (in pianura) Entità del premio annuale I premi annuali per ettaro, riferiti alle diverse zone altimetriche, sono i seguenti: Pianura: 450 euro (limitato ai pascoli derivanti dalla trasformazione di seminativi e prati in pascoli). Collina: 120 euro. Montagna: 110 euro
riguarda gli oneri, deve essere esibita la documentazione idonea a consentire la verifica del diritto al riconoscimento degli stessi nei limiti e alle condizioni previsti dalla normativa vigente.
MODELLO 730/2016
DOCUMENTAZIONE NECESSARIA
I
n vista della scadenza per la denuncia dei redditi 2015 la Confagricoltura di Cuneo invita i contribuenti a presentarsi presso gli uffici dell’organizzazione agricola entro il 15 maggio 2016 per la stesura e la preparazione della dichiarazione.
NOVITÀ 2016 - MODELLO 730 DICHIARAZIONE PRECOMPILATA L'Agenzia delle Entrate mette a disposizione la dichiarazione precompilata comprensiva di alcuni dati che andranno verificati ed eventualmente integrati (spese mediche, spese di istruzione e altri oneri detraibili o deducibili). "Gli uffici - dichiara Tommaso Bossi del Caf di Confagricoltura Cuneo - saranno a disposizione per acquisire i dati della dichiarazione precompilata al fine di effettuare i dovuti controlli per fruire di tutte le agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente. È sufficiente compilare il modello di delega e consegnarlo unitamente al documento di identità".
CHI PUÒ UTILIZZARLO Possono utilizzare il Mod. 730 i contribuenti che nel 2015 sono stati: • lavoratori dipendenti o pensionati; • soggetti che percepiscono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (quali il trattamento di integrazione salariale, l'indennità di mobilità, ecc.); • soci di cooperative di produzione e lavoro, di servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e di piccola pesca; • soggetti impegnati in lavori socialmente utili; • soggetti con contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo inferiore all'anno; • soggetti con redditi definiti redditi di collaborazione coordinata e continuativa. Anche i soggetti che devono presentare la dichiarazione per conto delle persone incapaci, compresi i minori, possono utilizare il Mod. 730, se per questi contribuenti ricorrono le condizioni sopra indicate.
I REDDITI CHE POSSONO ESSERE DICHIARATI CON IL 730 Il Mod. 730 può essere utilizzato per dichiarare le seguenti tipologie di reddito, possedute nel 2015: • redditi di lavoro dipendente • redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente • redditi dei terreni e dei fabbricati • redditi di capitale • redditi di lavoro autonomo per i cui non è richiesta partita IVA • alcuni redditi diversi e redditi assoggettabili a tassazione separata
COME SI PRESENTA Chi si rivolge al CAF Confagricoltura Pensionati srl può consegnare il modello già compilato oppure chiedere assistenza per la compilazione. Nel caso in cui la dichiarazione viene presentata al CAF debitamente compilata con allegate fotocopie della relativa documentazione, sarà dovuto un compenso minore. In ogni caso il contribuente deve esibire al CAF la documentazione necessaria per permettere la verifica della conformità dei dati esposti nella dichiarazione. Per quanto
• atto di acquisto e di stipula del mutuo, parcelle notarili per acquisto dell’abitazione principale anche se relativi ad anni antecedenti il 2015; • codice fiscale di: contribuente, coniuge e famigliari a carico; • CUD 2015 di lavoro o pensione anno 2015; • assegni periodici corrisposti al coniuge; • copia Mod. 730 o UNICO anno precedente; • atti notarili relativi a vendite e/o acquisti di terreni o fabbricati anno 2015; • contratti di affitto per fabbricati locati e relativi estremi di registrazione; • spese mediche datate anno 2015; • scontrini fiscali farmacie solo con codice fiscale del contribuente natura e quantità del farmaco acquistato datati 2015; • rate mutui su fabbricati pagati nel 2015; • ricevute di pagamento interessi passivi per mutui agrari anno 2015; • ricevute di versamento premi assicurazione sulla vita o contro infortuni anno 2015; • ricevute di pagamento contributi previdenziali ed assistenziali, e i versamenti dei contributi per previdenza complementare; • mod. RAD per coloro che possiedono azioni (dividendi), e che non hanno optato per la ritenuta alla fonte; • certificazioni relative a collaborazioni o gettoni di presenze anno 2015; • eventuale certificazione Inail per indennità temporanea (infortunio) o Cassa Edile anno 2015; • fatture o ricevute per spese funebri, veterinarie, istruzione, attività sportive praticate dai ragazzi e contributi volontari a favore di Istituzioni Religiose o Paesi in via di sviluppo, ONLUS, ONG sostenute nell’anno 2015; • ricevuta versamento Polizza RC auto anno 2015 (quota SSN), • attestati di versamento contributi previdenziali ed assistenziali versati per gli addetti ai servizi domestici ed all’assistenza personale o familiare anno 2015 (badanti, colf); • attestati di versamento degli acconti d'imposta (Md. F24) eseguiti direttamente dal contribuente anno 2015; • per le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio: ricevute dei bonifici bancari, quietanze di pagamento degli oneri di urbanizzazione, attestati di versamento delle ritenute operate dal condominio sui compensi dei professionisti, nonché le quietanze rilasciate dal condominio attestante il pagamento delle spese imputate al singolo condomino; • ricevuta postale della raccomandata con la quale è stata trasmessa al Centro Servizio delle Imposte Dirette e Indirette competente la comunicazione della data di inizio lavori limitatamente ai lavori iniziati prima del 14 maggio 2011; • calcolo IMU dovuta per il 2013, se non effettuato presso gli uffici Confagricoltura. Alla dichiarazione deve essere allegata copia della documentazione, che dovrà essere conservata in originale dal contribuente per tutto il periodo entro il quale l'amministrazione ha facoltà di richiederla e cioè, per la dichiarazione di quest'anno, fino al 31 dicembre 2021. Il contribuente deve, inoltre, presentare al CAF la scheda per la scelta dell'8 per mille e del 5 per mille (Mod. 730-1), anche se non espressa la scelta.
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VII
C
on l’attuazione del Jobs Act sono stati depenalizzati alcuni reati relativi al lavoro in somministrazione, i cosiddetti “appalti di lavoro”. Particolare attenzione va però prestata al rispetto delle regole e delle procedure perché alcune condotte, ritenute prima reato, adesso saranno punibili con pesanti sanzioni pecuniarie che possono raggiungere importi anche elevati. LE SANZIONI La vecchia sanzione prevedeva un’ammenda fino a 50 euro al giorno per lavoratore oggetto di appalto “illecito” (che si concretizzava in una sanzione pecuniaria di 12,5 euro per lavoratore e per ogni giorno di lavoro accertato), in seguito alla depenalizzazione la nuova sanzione amministrativa applicata sarà compresa tra i 5.000 e i 50.000 euro. IL CONTRATTO L’appalto è uno strumento molto utilizzato dalle aziende agricole per esternalizzare in tutto o in parte il ciclo produttivo, ma le aziende utilizzatrici devono tenere presente che è sottoposto ad una rigida normativa. Il contratto deve essere formalizzato in forma scritta per permettere il controllo della “genuinità” della somministrazione e nel quale vanno indicati l’oggetto del contratto, il corrispettivo pattuito e la durata. IL PERSONALE Fondamentale sarà controllare il rispetto delle regole relative alla prestazione di lavoro che deve mantenere il riparto delle competenze e la totale autonomia tra i lavoratori del committente e quelli dell’appaltatore. I dipendenti della ditta fornitrice dei servizi devono essere muniti di apposita tessera di riconoscimento e non possono affiancare i dipendenti dell’azienda agricola nello svolgimento delle loro mansioni, ma devono ricevere ordini ed incarichi esclusivamente dal titolare della ditta appaltatrice. Per ricevere maggiori informazioni e approfondire l’argomento vi invitiamo a contattare i nostri uffici (tel. 0171/692143 – cuneo@confagricoltura.it).
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VIII
DIMISSIONI: ATTIVA LA NUOVA PROCEDURA TELEMATICA
Il Jobs Act ha introdotto una nuova procedura telematica obbligatoria per la comunicazione delle dimissioni del lavoratore e la risoluzione consensuale. In particolare è previsto che i lavoratori intenzionati a rassegnare le dimissioni si avvalgano esclusivamente di appositi moduli telematici resi disonibili da Ministero del Lavoro attraverso il sito web istituzionale che saranno inviati telematicamente anche al datore di lavoro e alla Direzione Territoriale del lavoro competente. La nuova procedura è operativa dal 12 marzo2016. Il patronato Enapa, soggetto abilitato ad operare per conto del lavoratore dimissionario, è a disposizione degli associati per affiancarli nella compilazione.
NITRATI, CONFERMATA LA DEROGA AL PIEMONTE FINO A TUTTO IL 2019 La Direzione Generale dell’Ambiente della Commissione UE ha confermato la deroga alle Regioni Lombardia e Piemonte sull’applicazione della Direttiva Nitrati. Nello specifico, la deroga consente alle due Regioni di innalzare il tetto di azoto per ettaro, sino a tutto il 2019, nell’utilizzo degli effluenti di allevamento come fertilizzanti, da 170 kg/ha a 250 kg/ha nelle zone vulnerabili ai nitrati, in quanto hanno potuto dimostrare con dati scientifici che tale incremento quantitativo di azoto non peggiora la qualità delle acque sotterranee. Per informazioni rivolgersi alla Confagricoltura di Cuneo.
CATASTO, POSSIBILE LA REVISIONE DELLA RENDITA PER IMMOBILI D/10
Come previsto dalla Legge di Stabilità 2016 è stata introdotta la possibilità di revisione della rendita catastale per gli immobili produttivi (D/10) dove è possibile escludere dalla stima che origina la rendita catastale, i macchinari insediati all’interno dell’attività, come per esempio gli essiccatoi o gli impianti fotovoltaici sul tetto. In molti casi questa “esclusione”, con la relativa revisione della stima dei fabbricati, consente una notevole riduzione della base imponibile per il calcolo delle imposte. Per poter beneficiare di tale riduzione è necessario produrre al catasto una pratica di variazione e aggiornamento rendite, entro il termine del 15 giugno 2016.
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APPALTI DI LAVORO IN AGRICOLTURA: CAMBIANO LE REGOLE E LE SANZIONI
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In Parlamento
Via libera al "Testo Unico" sul vino APPROVATO IN COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA. SODDISFATTA LA CONFAGRICOLTURA: "LAVORO IMPORTANTE ORA PROCEDERE ALL'OK DEFINITIVO"
"I
l Testo Unico è uno strumento fondamentale della nostra strategia di rafforzamento del vino italiano e del percorso di lotta alla burocrazia. È stato fatto un lavoro importante di sintesi e di innovazione. Ora è importante andare avanti nell'iter parlamentare sperando si arrivi presto alla sua approvazione definitiva”. Così Mario Viazzi, direttore della Confagricoltura zona di Alba, commenta l’avvenuta approvazione del Testo Unico del vino che ha ottenuto lo scorso 6 aprile il via libera in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Il documento, che contiene elementi di innovazione importanti per sostenere la competitività del settore vitivinicolo, la cui bilancia commerciale sull’export è in attivo di oltre 5 miliardi, si profila come uno strumen-
to necessario per poter avere una sola norma di riferimento per il settore. Il Testo Unico, infatti, fa sintesi e aggiorna tutta la normativa esistente, diventando uno strumento fondamentale per la strategia di rafforzamento del vino italiano e del percorso di semplificazione burocratica che da anni si sta portando avanti. Molto soddisfatta anche la filiera vitivinicola rappresentata, tra gli altri, anche dalla Confagricoltura: “Ottimo lavoro di squadra - dice l’Organizzazione agricola -. Ora è importante procedere in tempi rapidi all’approvazione definitiva, così che il settore possa contare su questo importante strumento di semplificazione per le imprese”. I dettagli del Testo Unico sono stati presentati lunedì 11 aprile a Verona nel corso del Vinitaly.
N O V I TÀ
Collegato agricolo buona la partenza "Il Collegato agricolo alla legge di Stabilità è un provvedimento importante e atteso. Accolte dalla Camera buona parte delle richieste che avevamo formulato, contiamo ora che anche il Senato prosegua rapidamente all’approvazione definitiva del provvedimento”. Confagricoltura esprime soddisfazione per il testo, approvato dalla Camera dei Deputati, e in discussione al Senato. Alla base del provvedimento, la volontà di semplificare, razionalizzare e dare competitività al comparto. Positive le misure per favorire il ricambio generazionale e l’innovazione, così come di particolare importanza sono la delega al Governo per l’adozione di uno o più decreti legislativi di riordino degli strumenti di gestione del rischio, crisi in agricoltura, regolazione dei mercati e la creazione di “Testi Unici” per il riassetto generale delle normative. Sono stati ridotti da 180 a 60 giorni i termini entro i quali la Pa deve adottare il provvedimento finale dal ricevimento della richiesta presentata dal CAA. Riorganizzati anche gli enti Ismea, che opererà in sostituzione all’Istituto per lo sviluppo agroalimentare, Agea, Sian e Agencontrol.
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Zootecnia di Ilaria Blangetti
I
l presidente della Federazione Avicola nazionale di Confagricoltura Oreste Massimino, ed ex presidente della Confagricoltura di Cuneo, ha scritto una lettera al viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero a seguito della puntata del programma televisivo Ballarò del 29 marzo scorso. Massimino si riferisce al collegamento con un’azienda agricola durante il quale la giornalista
Oreste MASSIMINO Presidente della Federazione Avicola nazionale di Confagricoltura
"Serve più rispetto per gli allevatori" IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE AVICOLA NAZIONALE DI CONFAGRICOLTURA, ORESTE MASSIMINO, SCRIVE AL VICEMINISTRO OLIVERO DOPO UN SERVIZIO A "BALLARÒ" e la produttrice hanno illustrato le differenze tra il pollo di agricoltura biologica e il pollo convenzionale. Contemporaneamente Agrinsieme (coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari) e Unaitalia (Unione nazionale delle filiere della carni
e delle uova) hanno inviato una lettera di protesta alla redazione di Ballarò. “Ho sollecitato – aggiunge Oreste Massimino – la Confagricoltura di Roma perché indirizzi una lettera di protesta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin in quanto queste affermazioni diffamano i Servizi Veterinari che, invece, fanno egregiamente il loro lavoro”.
Egr. Viceministro, caro Andrea Ti scrivo in riferimento al servizio dedicato al mercato biologico trasmesso da Ballarò nella puntata di martedi 29 marzo a cui Tu hai partecipato. Mi riferisco in particolare al collegamento dall’azienda agricola San Bartolomeo di Viterbo nel corso del quale la giornalista Francesca Fagnani e la produttrice hanno illustrato le differenze tra il pollo di agricoltura biologica ed il cosiddetto pollo convenzionale. Sono rimasto molto sorpreso dal tono e dai contenuti delle dichiarazioni espresse dalla giornalista. Dimostrando completa ignoranza in materia, la giornalista ha affermato che gli uni vengono macellati a120 giorni e gli altri, quelli convenzionali, a 28-50 giorni. La causa è dovuta al fatto che quelli biologici mangiano “sassolini, vermetti e mangimi naturali” mentre quelli convenzionali ”ormoni ed antibiotici”. Sono affermazioni false ed estremamente gravi che non rispondono a verità. Nessuno in sala è intervenuto e l’informazione è passata, per gli ignari ascoltatori, come vera. Sai benissimo che ormoni ed estrogeni non vengono mai utilizzati negli allevamenti italiani di polli e tacchini e non c’è dunque alcun rischio di trovare residui di queste sostanze nei polli che portiamo a tavola. L’utilizzo di queste sostanze negli allevamenti è illegale e vietato da norme italiane ed europee. Inoltre il ciclo di vita dei polli di allevamento è breve per cui, l’eventuale utilizzo di queste sostanze, non avrebbe alcun effetto sulla crescita, anzi risulterebbe antieconomico per l’allevatore. I controlli che ogni anno sono effettuati dalle autorità sanitarie italiane nell’ambito del piano residui coordinato dal Ministero della Salute confermano che nei polli italiani non ci sono ormoni ed estrogeni. Per quanto concerne invece il riferimento all’uso di antibiotici, va precisato che l’uso di antibiotici è sempre curativo e mai preventivo. I farmaci vengono somministrati in presenza di patologie e sotto la responsabilità ed il controllo veterinario e non vengono mai usati per favorire la crescita degli animali. La pratica è vietata in Europa dal 2006. Inoltre è sempre rispettato il cosiddetto periodo di sospensione, cioè il tempo necessario affinchè il farmaco sia smaltito prima che il pollo venga avviato al consumo. Il motivo per cui i polli sono più pesanti e crescono più velocemente che in passato, è dovuto alla selezione genetica, alle buone pratiche di allevamento e ad una corretta alimentazione. Date queste premesse, ritengo che l’Istituzione Pubblica, da Te rappresentata durante la trasmissione, avrebbe dovuto difendere il nostro settore. Un settore che è uno dei fiori all’occhiello del made in Italy alimentare e dà lavoro a 100 mila persone. Si tratta di una filiera completamente autosufficiente (il 99% del pollo che mangiamo in Italia è nato, allevato, macellato e confezionato nel nostro Paese), che fornisce al consumatore un prodotto di alta qualità, ricco di proteine nobili, poco grasso e ad un prezzo accessibile a tutte le tasche. Questo ci tenevo a precisare a difesa della competenza e della serietà del nostro lavoro. Cordialmente Oreste Massimino
Unione Provinciale Agricoltori Cuneo Presidente Federazione Nazionale Avicola di Confagricoltura
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COSMAN
Il 20 aprile assemblea parziale a Fossano Cosman (Consorzio Smaltimento Rifiuti di Origine Animale) convoca le assemblee parziali dei consorziati. All’ordine del giorno: discussione materie oggetto dell’assemblea generale e nomina dei delegati partecipanti all’assemblea generale. Ai sensi dell’art. 10 dello Statuto ogni consorziato ha diritto ad un voto e può farsi rappresentare con delega scritta da altro consorziato o da un famigliare convivente. Ogni consorziato può rappresentare al massimo altri due consorziati. La delega deve essere accompagnata da fotocopia della carta d’identità
CUNEO
Successo alla Fiera di Quaresima
alle 10, presso la sede del consorzio in Corso Stati Uniti, 21 - Palazzo della Regione - Torino. Per
Anche quest’anno alla mostra regionale zootecnica Fiera di Quaresima al Miac di Cuneo sono stati premiati alcuni esemplari di bovini e ovicaprini, giudicati da un team di professionisti. Tra i vincitori anche aziende agricole associate alla Confagricoltura di Cuneo come il capo che ha ricevuto il primo premio nella categoria “manze” presentato da Dario Bono di Passatore. Terzo premio nella categoria “vacche grasse” a un capo dell’azienda Tortone F.lli di Villafalletto. Mentre il quinto priemio per la categoria “vitelloni maschi” è andato a un esemplare dell’azienda di Lorenzo Clerico
informazioni: 011/4326084, e-mail info@cosmanpiemonte.it.
di Dogliani.
del delegante e riportare chiaramente i dati identificativi del delegato. Per i consorziati della provincia di Cuneo l’assemblea parziale avrà luogo mercoledì 20 aprile, (alle 14 in prima convocazione) e alle 15 in seconda convocazione a Fossano, presso il Salone “Brut e Bon”, area Foro Boario. L’assemblea generale ordinaria dei delegati eletti nelle Assemblee Parziali avrà i seguenti punti all’ordine del giorno: approvazione Bilancio Consuntivo 2015, della Relazione del CdA e del Collegio Sindacale; approvazione del Bilancio Preventivo 2016 e della Relazione Previsionale 2016; approvazione modifiche del Regolamento Consortile; determinazione contributi consortili dell’anno 2016; determinazione iniziative per la difesa delle produzioni zootecniche e vegetali di cui all’art. 2 dello Statuto; determinazione delle procedure per l’assicurazione delle produzioni zootecniche e vegetali dell’anno 2016; varie ed eventuali. L’Assemblea Generale Ordinaria è convocata in prima convocazione per giovedì 28 aprile alle 9 presso la sede del Consorzio ed occorrendo in seconda convocazione venerdì 29 aprile 2016,
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Selvicoltura
Pioppi e fiumi, ora nuovi studi DOPO LA LETTERA DI CONFAGRICOLTURA, LA REGIONE HA CONVOCATO IL TAVOLO DI LAVORO CHE HA DECISO PER NUOVE ANALISI di Erica Giraudo
L
a Regione ha risposto alla richiesta di Confagricoltura Piemonte sulla questione dei pioppi che, secondo il PAI (Piano di stralcio per l’assetto idrogeologico) non si potrebbero piantare lungo i fiumi. L’assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia, ha infatti riunito il tavolo di lavoro interprofessionale dedicato alla pioppicoltura e, nel corso della riunione, sono emerse le difficoltà con le quali convive il settore dovute al vincolo secondo l’ultima interpretazione dell’Aipo, Agenzia interregionale per il fiume Po, dopo gli eventi alluvionali del 1994 e 2000. Nell’incontro promosso dalla Regione, si è deciso di produrre nuovi studi dettagliati per proporre l’eliminazione del vincolo. Al punto 6 del PAI, si legge: “Nei tratti dei corsi d’acqua rischio di asportazione della vegetazione arborea in occasione di eventi alluvionali, è vietato, limitatamente alla fiasca A, l’impianto e il reimpianto delle coltivazioni a pioppeto”. Soddisfazione, da
parte di Confagricoltura Cuneo, per l’avvio della ricerca di una soluzione a un problema che colpisce, in modo particolare, la provincia Granda. Nella lettera di risposta al presidente regionale Gian Paolo Coscia, Valmaggia precisa: “Il divieto d’impianto è una delle norme generali del PAI, adottata con deliberazione del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po nel 2001. Una situazione diversificata, come emerge dalla vostra nota: più critica per gli affluenti del Po nella pianura cuneese settentrionale, rispetto che per il Piemonte orientale. Per avere nuovi elementi da sottoporre all’Aipo per eventuali modifiche, sarebbero necessari nuovi studi dettagliati”. Al centro della richiesta dei pioppicoltori c’è quella di distinguere tra le aree effettivamente a rischio idrogeologico e tutte le altre. Secondo l’ultima interpretazione, invece, sarebbe vietata la coltivazione dei pioppi su quasi tutti gli affluenti del fiume Po. “Siamo consapevoli del fatto che ci siano
ACCORDO LEGNO
Allasia: "Ora si passi ai fatti" Soddisfazione, da parte di Confagricoltura Cuneo, per l’accordo tra Regioni del Nord e operatori del settore sul prelievo di legno. “Ma è necessario – afferma il presidente dell’organizzazione cuneese e numero uno della sezione regionale Risorse boschive di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia – passare dalla politica all’operatività”. L’intesa impegna tutti i soggetti a lavorare per migliorare i risultati economici e l’impatto ambientale del prelievo legnoso. È stata firmata da 6 Regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria. L’accordo, siglato a Verona a fine febbraio, è stato sottoscritto anche dalle organizzazioni nazionali di rappresentanza della filiera bosco-legno, da quelle dei proprietari forestali e dei selvicoltori, oltre che dall’industria dei semilavorati e dei mobili (dalle imprese di prima lavorazione a quelle delle biomasse per usi energetici). Il legno è una risorsa che riveste interessi trasversali: economici, ambientali, sociali, paesaggistici e culturali. Per questo motivo, le amministrazioni regionali dell’arco alpino hanno aperto, dallo scorso anno, un tavolo di confronto per progettare azioni comuni con l’obiettivo di promuovere l’utilizzo razionale delle risorse boschive del Nord Italia e favorire l’incremento del prelievo legnoso nel rispetto dei criteri stabilito dall’Unione Europea. Il patrimonio forestale delle Regioni firmatarie dell’accordo è di 26.800 kmq (circa il 26% della loro superficie totale). La risorsa legnosa ammonta, in quest’area, a circa 450 milioni di metri cubi. Ogni anno cresce del 2%, cioè 9 milioni di metri cubi, mentre il prelievo medio annuo è di poco superiore allo 0,5%, cioè 2,5 milioni di metri cubi. “Il bosco cresce e si rigenera ogni anno – conclude Allasia - per questo va curato e occorre partire per una reale valorizzazione del patrimonio forestale italiano e piemontese, considerandolo una risorsa ambientale ed economica”.
tratti di fiume che vanno tutelati per evitare disastri idrogeologici, ma sono aree ben distinte da tutte le altre – sottolineano da Confagricoltura -. Non si può considerare tutta l’asta degli affluenti del Po, dalla sorgente alla confluenza, allo stesso modo. È una situazione che riguarda soprattutto la provincia di Cuneo, dove sono molte le aziende
e le persone che lavorano in questo settore e dove, per la sua conformazione geografica, sono presenti molti fiumi”. Ora si attende l’esito di studi professionali per capire dove si possono piantare i pioppi evitando problemi idrogeologici e tutelando il lavoro di aziende dedite alla pioppicoltura e ai comparti.
Molto diffusa in Piemonte e in provincia di Cuneo la coltivazione di pioppi
14 L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
Confagricoltura news
L'intervento del presidente Enrico Allasia con il direttore Roberto Abellonio
Ridurre i costi per essere competitivi ALLA FIERA DI SAVIGLIANO CONFAGRICOLTURA HA ILLUSTRATO ALLE AZIENDE COME CONTENERE LE SPESE
“L
’agricoltura italiana sta attraversando una crisi strutturale da cui si può uscire anche attraverso una riduzione dei costi a carico delle aziende; serve un intervento da parte dello Stato, mentre a livello aziendale bisogna agire per razionalizzare le spese di gestione, cogliendo diverse opportunità offerte dalla legge. La Confagricoltura recentemente ha richiesto proprio sgravi contributivi per i settori più in crisi e maggiore attenzione dalle istituzioni nel favorire l’erogazione di contributi statali ed europei. Solo così il settore riuscirà a puntare con decisione su internazionalizzazione, innovazione e organizzazione”. Con questa riflessione il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, ha aperto i lavori del convegno “Agricoltura: facciamo i conti”, che si è svolto giovedì 17 marzo nel padiglione Agrimedia alla 35a Fiera della Meccanizzazione agricola di Savigliano. Con l’obiettivo di fornire alle tante aziende presenti alcuni utili consigli per contenere i costi di produzione, il pomeriggio ha visto alternarsi quattro relatori che hanno illustrato in modo pratico alcune interessanti possibilità e novità in ambito fiscale.
attrezzature e la manodopera; ed è proprio su questi due versanti, ad esempio, che il contratto di rete si mostra particolarmente interessante in quanto consente una condivisione sia di macchinari sia di forza lavoro – ha detto –. La durata della rete è libera e, inoltre, è previsto un credito di imposta del 40% per incentivare la creazione di nuove reti di imprese in agricoltura o per promuovere lo svolgimento di nuove attività da parte di reti già esistenti”. A seguire Adriano Rosso, direttore di Confagricoltura zona di Cuneo, ha fatto un excursus storico sull’imposta sugli immobili, precisando che “la Legge di Stabilità 2016 prevede l’esenzione dall’IMU per i terreni agricoli posseduti e condotti da CD o IAP, indipendentemente dalla loro ubicazione. Inoltre, viene modificato il presupposto del-
la TASI, che è dato dal possesso, a qualsiasi titolo, di fabbricati e di aree edificabili, ad eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli e dell’abitazione principale”. Marco Bruna, direttore di Confagricoltura zona di Savigliano, ha sottolineato invece la stabilizzazione definitiva della Piccola Proprietà Contadina (PPC), uno dei principali incentivi in materia di fiscalità rurale che prevede sgravi sulle imposte dirette che gravano sull’acquisto di immobili e terreni agricoli. “La Legge di Stabilità ha esteso la PPC ai parenti conviventi del CD o IAP – ha spiegato -. Si tratta di un allargamento dei beneficiari che possono accedere all’agevolazione fiscale (1% dell’imposta catastale e imposte fisse di registro e ipotecaria), solo se iscritti nelle relative gestioni previdenziali. Occorre tuttavia effettuare una sempre maggior attenzione nella formulazione degli atti”. Maurizio Lombardi, direttore commerciale di Tecno srl, ha spiegato inoltre in che modo è possibile ottenere rimborsi delle accise sul gasolio, nel settore autotrasporto e macchine operatrici. TROPPI FRENI ALLO SVILUPPO “Nel 2015 il reddito medio agricolo in Italia è ulteriormente sceso, mentre in altri Paesi d’Europa è tornato a crescere - ha concluso Roberto Abellonio, direttore provinciale di Confagricoltura -. Sono troppi i fattori che oggi frenano la competitività del nostro settore: si va da un sistema di pagamenti Pac troppo complesso, passando dalla crociata contro la ricerca scientifica sugli Ogm, fino alla burocrazia e al costo eccessivo dello ‘stato agricolo’. Serve urgentemente un cambio di rotta in grado di liberare risorse per l’agricoltura. Come fare? Puntando di più sui servizi alle imprese e limitando il ruolo del ‘pubblico’ a funzioni ‘pubblicistiche’”.
Numerose aziende agricole hanno seguito con attenzione il convegno
I TEMI DEI QUATTRO INTERVENTI Nel dettaglio, Jessica Cerrato, responsabile Ufficio Paghe Confagricoltura Cuneo, ha spiegato quali sono i vantaggi e le opportunità dei contratti di rete: “I costi principali per un’azienda agricola sono le L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
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Confagricoltura news
Da Cuneo a Verona per il 50° di Vinitaly DIVERSE DECINE LE IMPRESE DI CONFAGRICOLTURA CUNEO CHE ANCHE QUEST'ANNO HANNO PARTECIPATO ALL'EVENTO di Gilberto Manfrin
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iverse decine di imprese associate a Confagricoltura Cuneo hanno preso parte anche quest’anno al Vinitaly di Verona, il salone internazionale dedicato ai vini e ai distillati svoltosi per la cinquantesima volta dal 10 al 13 aprile. L’edizione è stata inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha visto la presenza del Premier Matteo Renzi e del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina. L’evento è coinciso anche con il cinquantesimo di due denominazioni di origine piemontesi: Barolo e Barbaresco. Degni di nota anche i numeri di questa edizione: circa 4.300 espositori
su oltre 100mila mq di superfici, con 55mila operatori stranieri provenienti da 141 nazioni presenti, pari al 37% del totale. Quest’anno sono stati un migliaio i buyers selezionati in più dall’estero, grazie al potenziamento dell’incoming, in particolare da Paesi target quali Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Paesi Scandinavi, Polonia, Usa e Canada, Russia, Giappone e Cina. Fattiva, come ogni anno, la partecipazione di Confagricoltura alla manifestazione. In particolare, la Federazione nazionale Vitivinicoltura di Confagricoltura ha approfittato dell’evento per riunirsi e fare il punto su alcune iniziative portate avanti a livello europeo. La prima riguarda il 'Gruppo di Dialogo Civile per il Vino' - di cui è presidente la rappresentante di Confagricoltura Palma
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Esposito - costituito a Bruxelles e consultato dalla Commissione Europea in merito alla definizione ed implementazione della OCM Vino. Tra le proposte a cui sta lavorando quella sul regolamento dei vitigni, superando la problematica di liberalizzare l’uso nell’etichettatura dei vini delle varietà che oggi sono riservate a talune denominazioni in virtù delle norme comunitarie vigenti. In evidenza anche la partnership di Confagricoltura e l’Associazione viticoltori tedeschi (DWV) per la prossima edizione della Fiera Intervitis Interfructa, che si terrà a novembre a Stoccarda. La cooperazione italo-tedesca dovrebbe incoraggiare le imprese attive nel settore dei macchinari per la viticoltura ed enologia a presentare, in fiera, le loro innovazioni tecnologiche.
Confagricoltura Cuneo a "Fruttinfiore"
Aziende in vetrina alle fiere di aprile
Alcune aziende associate hanno invece preso parte, il 9 e 10 aprile, alla Fiera di Primavera di Mondovì: giunta alla 57esima edizione, la manifestazione continua un'antica tradizione che intendeva segnare la fine dell'inverno e l'inizio della primavera con una grande occasione di ritrovo, commercio e scambio. All'appuntamento monregalese hanno preso parte aziende associate che si occupano di vino, formaggi e salumi, ma anche della produzione di farine, ortaggi, marmellate e succhi di frutti. Presente anche un'azienda ligure con il suo olio. Un gran mercato di primavera che ha animato le strade e le piazze di Mondovì per l'intero weeekend e un'ottima occasione per far conoscere ed assaporare i prodotti delle aziende agricole.
STAND A "FRUTTINFIORE" E PRODOTTI TIPICI PROTAGONISTI ALL'APPUNTAMENTO DI PRIMAVERA DI MONDOVÌ di Ilaria Blangetti
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a Confagricoltura Cuneo protagonista nelle fiere primaverili. L'associazione ha partecipato con uno stand istituzionale a "Fruttinfiore", il tradizionale appuntamento di Lagnasco che celebra la frutta a tavola. La fiera si è svolta il weekend dall'8 al 10 aprile con numerose iniziative volte ad esaltare l'importanza e la varietà della frutta sulle nostre tavole, tra piatti tradizionali e gustose ricette innovative, laboratori, attività didattiche, convegni ma anche il coinvolgimento di numerose aziende. La presenza dell’associazione a una
manifestazione di richiamo come quella che è andata in scena nel Saluzzese vuol significare la forte attenzione da sempre riservata dall’associazione a un comparto fondamentale per la Granda come la frutticoltura. "Per noi è stata un’occasione importante per incontrare i produttori, discutere con loro delle problematiche più sentite, raccogliere esigenze e promuovere a tutti i presenti gli innumerevoli e utili servizi forniti dall’associazione a chi opera nel settore primario", ha commentato Marco Bruna, direttore di Confagricoltura, zona di Saluzzo e Savigliano.
Confagricoltura Cuneo presente alla Fiera di Primavera
S O G G I O R N O C O N F A G R I C O LT U R A
Pensionati cuneesi di ritorno dalla costiera amalfitana La 37a edizione del soggiorno pensionati, organizzato dal sindacato nazionale di Confagricoltura, si è svolta a Sorrento, rinomata località che si affaccia sul golfo di Napoli. Dal 2 al 10 marzo ha partecipato al viaggio una delegazione cuneese, composta da una trentina di partecipanti, accompagnati dal presidente dei pensionati Confagricoltura Cuneo, Remo Tortone, e dalla vice presidente, Graziella Bechis. Durante il soggiorno il gruppo ha visitato Napoli, la Certosa di Padula, le Grotte di Pertosa, la Reggia di Capodimonte, gli scavi di Pompei e le rinomate località della Costiera amalfitana (Amalfi, Ravello e Positano). Anche Gragnano e Castellamare di Stabia sono state mete dei partecipanti, con le visite al pastificio Liguori, alle Ville di Stabia e al castello medievale di Lettere. “Anche quest’anno il soggiorno è stato un momento di incontro, approfondimento e dialogo in compagnia di centinaia di agricoltori provenienti da tutta Italia,
ma ha rappresentato anche un modo per affrontare temi importanti per i più anziani come le pensioni e la previdenza, la sanità, la sicurezza – spiegano Remo Tortone e Graziella Bechis –; Durante la permanenza a Sorrento non sono mancati momenti conviviali e di festa, come partite di briscola, serate danzanti e canore, che hanno permesso ai partecipanti cuneesi di stringere amicizia anche con agricoltori di altre regioni. A nome di tutti i partecipanti cuneesi un doveroso ringraziamento va dunque a tutti coloro che si sono adoperati per organizzarlo nel migliore dei modi”. Ad ‘aprire’ il soggiorno è stata la relazione del presidente degli Over 65 di Confagricoltura, Bruno Allegretti, e l’intervento del Segretario Nazionale, Angelo Santori. È seguito l’intervento dell presidente nazionale dell’Anga, Raffaele Maiorano, che ha sottolineato l’importanza dell’incontro tra generazioni per garantire il progresso dell’agricoltura.
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Confagricoltura news
Soci di Confagricoltura sulle piste di Limone Piemonte
Un successo l'11ª giornata bianca UNA QUARANTINA DI SOCI SI SONO DIVERTITI SULLE PISTE DELLA RISERVA BIANCA DI LIMONE PIEMONTE di Monica Arnaudo
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i è svolta giovedì 10 marzo sulle piste del comprensorio Riserva Bianca di Limone Piemonte la giornata bianca organizzata da Confagricoltura Cuneo. Una quarantina i soci e i collaboratori che non hanno voluto mancare al tradizionale appuntamento invernale proposto dall'associazione, che quest'anno ha festeggiato l'undicesima edizione. Dopo una giornata passata a sciare o fare snowboard sulle piste coperte di neve fresca, la comitiva si è trasferita al ristorante
“L’Ange Blanc” a Limonetto per la cena a base di polenta e salsiccia. "Siamo felici che anche quest'anno l'iniziativa sia stata accolta con entusiasmo dai nostri soci commenta Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Ben vengano giornate come questa che, oltre a farci trascorrere qualche ora in amicizia e sport, rafforzano lo spirito associativo. Un doveroso ringraziamento va anche agli sponsor privati che hanno dato il loro contributo sostenendoci nell'organizzazione".
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PER I SOCI
Convenzione con Unieuro Confagricoltura ha siglato una convenzione con il gruppo Unieuro, la più grande catena italiana di vendita di prodotti di elettronica di consumo ed elettrodomestici. Le aziende associate potranno usufruire di condizioni vantaggiose per l’acquisto dei prodotti, dalla telefonia agli accessori per la casa, con sconti speciali dal 3% al 12%. L’offerta è valida in tutti gli oltre quattrocento punti vendita Unieuro sul territorio nazionale. Per usufruire della convenzione occorre sottoscrivere il modulo di adesione alla Fidelity Card “Unieuro Club” presso i punti vendita Unieuro, muniti di lettera che attesti di essere associati a Confagricoltura e del “Codice Convenzione” rilasciato appositamente da Unieuro: CAG.
I NOSTRI
UFFICI
Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - cuneo@confagricoltura.it ORARIO: 8,00 / 12,30 - 14,30 / 17,30 (giovedì, venerdì e sabato pom. chiuso) PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona.
ZONA DI CUNEO
Cuneo
Via Caccia, 4-6-8 Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 cuneo@confagricoltura.it
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Villafalletto Demonte Tarantasca Busca
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Alba Bra Cherasco Canale S. Stefano B. Cortemilia
Via dell’Acquedotto, 2 Tel. 0173.281929 - Fax 0173.280979 alba@confagricuneo.it
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Corso V. Emanuele II, 121 - (c/o Milano Assicurazioni) Tel. 0172.425477 - Fax 0172.44167
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Via Garibaldi, 25 (c/o Pratiche Auto) Tel. 0172.489764
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Morozzo Dogliani Ceva Carrù
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Corso Statuto, 28 Tel. e Fax 0174.42071 mondovi@confagricuneo.it
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Via Torino, 40 Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 saluzzo@confagricuneo.it
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Via Togliatti, 16 Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 savigliano@confagricuneo.it P.zza C. Alberto, 5 c/o SAI Ass.) Tel. 0172.85253
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Via Marconi, 112 - Tel. 0172.637242 fossano@confagricuneo.it
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www.confagricolturacuneo.it L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
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Le nostre aziende
Oltre 250 i capi di Piemontese allevati nell'azienda di Valter Dogliani
La Piemontese punta tutto sulla qualità NELL'AZIENDA DI VALTER DOGLIANI E DELLA MOGLIE DANIELA A ROCCA DE' BALDI di Paolo Ragazzo
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e il comune di Carrù è assunto a patria della razza Piemontese, grazie alla storica Fiera del Bue Grasso e alla presenza dell’associazione nazionale Anaborapi, i tanti allevamenti bovini sparsi nella pianura circostante ne costituiscono,
invece, l’essenza più vera e fondante. Il viaggio de “L’Agricoltore cuneese” questo mese ha fatto tappa in uno di questi, a Rocca de’ Baldi, nell’azienda di Valter Dogliani e della moglie Daniela Cismondi. L’ampio e ordinato cortile su
cui si apre l’intera cascina sembra avvertire chiaramente che “qui con la qualità non si scherza”. In effetti, la cura con cui la coppia di allevatori si dedica a questa attività si percepisce fin da subito. Determinati e senza tanti giri di parole vanno subito al sodo, facendomi visitare la stalla principale: “Questa è una delle due strutture che compongono la nostra azienda – spiegano Valter e Daniela –, è la più recente dove trovano collocazione circa 120 fattrici e maschi castrati che alleviamo a ciclo chiuso”. Tutta l’azienda è impostata sulla linea vaccavitello e nell’allevamento si contano circa 250 capi, se si sommano anche le femmine
presenti in una seconda stalla, che si scorge senza fatica poco lontano. LA QUALITÀ È ALLA BASE DI TUTTO Condizionato, forse, dalle tante difficoltà che attraversa in questo momento la zootecnia italiana, mi stupisco della tranquillità con cui i due allevatori onestamente affermano che “sì, il mercato non è dei più semplici, ma noi riusciamo a vendere con una certa soddisfazione i nostri animali”. All’origine di questo stato c’è, in primo luogo, una scelta aziendale: da quasi tre anni l’allevamento Dogliani, infatti, ha deciso di conferire la propria carne alla cooperativa La Granda
Fin dalla nascita, ogni vitello è seguito al meglio nella sua alimentazione e cura
20 L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
passione che fin da bambini ci ha portato a vivere in cascina con i nostri genitori non ci fa sentire più di tanto i sacrifici. E poi, comunque, siamo ben organizzati, ognuno ha i suoi compiti: lui si dedica perlopiù alla gestione dei vitelli più piccoli e delle femmine, mentre io seguo i maschi castrati. Poi ovviamente si fa un po’ di tutto”, dice sorridendo mentre pensa che d’estate c’è da badare anche alle 135 giornate di terreni coltivati, di cui 20 di proprietà. Presente e futuro: il toro Rospo (in alto) e il figlio (in basso)
che, grazie al canale diretto con Eataly e alla ricerca della massima qualità, rappresenta uno sbocco commerciale in grado di remunerare meglio anche gli allevatori. “Produciamo seguendo rigorosi disciplinari che prevedono anzitutto un ciclo di allevamento breve – sottolineano i titolari dell’azienda di Rocca de’ Baldi –: a 16 mesi, al massimo, le femmine vanno vendute, mentre per i castrati si arriva a 18 mesi. Questo incide sulla salubrità della carne, più giovane e tenera”. DISCIPLINARI RIGOROSI MA NE VALE LA PENA Ma ogni fase aziendale è regolata con scrupolo, soprattutto l’alimentazione: “Ai nostri animali diamo principalmente fieno dei nostri campi e seguiamo le indicazioni forniteci da La Granda che è molta attenta allo sviluppo di piante e foraggi rispettosi del ‘benessere ambientale’, alla base di quello animale e umano”, spiega Valter Dogliani. Il disciplinare, infatti, mira a riprodurre in campo condizioni essenziali per la biodiversità, la fertilità del suolo e la qualità dei foraggi.
Questo anche grazie alle micorrize, un’associazione simbiotica tra la pianta e un fungo buono, che arricchisce e naturalizza il terreno, migliorando via via la struttura del suolo e rendendolo così molto più adatto alla coltivazione di vegetali per l’alimentazione animale ed umana. La pianta grazie ai batteri buoni è così più forte verso le malattie e i parassiti. “Abbiamo cambiato in meglio e il passaggio ad un allevamento tutto improntato ai canoni della qualità, anche se leggermente più costoso, non è stato traumatico, anzi ci ha permesso di rivalutare in maniera consapevole anche il nostro ruolo di allevatori” dice Daniela. QUELLA PASSIONE CHE ANIMA OGNI GIORNATA Ma come si fa in due a gestire un allevamento di questa consistenza? “La nostra giornata tipo si apre all’alba, intorno alle 5,30 e si chiude, in inverno, non prima delle 21,30. Si capisce quindi come io e mio marito non riusciamo ad avere molto tempo libero da dedicare allo svago – continua l’allevatrice –, la nostra vita è qui. Ma la
ORGOGLIO PIEMONTESE La passione per il lavoro ‘fatto bene’ è, quindi, il tratto distintivo di questa coppia di
allevatori che con orgoglio non disdegna di esporre in pubblico i suoi capi migliori, come avvenuto nell’ultima Fiera del vitello grasso di Fossano lo scorso 16 marzo: qui l’azienda ha ottenuto due primi premi nei vitelli castrati e un sesto nella categoria ‘femmine della coscia’. Ad ambire a prossimi riconoscimenti sono anche due buoi, uno di quattro anni e l’altro di due, che vengono allevati con cura per poter un giorno dire la loro nella vicina Carrù. Una ‘piazza’ da dove il nome della Piemontese parte per varcare ogni confine, portando con sé tutta la tenacia, il coraggio e il vissuto degli imprenditori agricoli di questa terra.
La famiglia Dogliani tra Valter Roattino e Cristiano Gallio (Confagricoltura)
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L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
21
Il mercatino dell'agricoltore
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Le’ na brava fumna, bela piemunteisa, 41enne, travaia per so cunt, cerca brav’omu, per mariese.
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Divertente, cavalleresco, 50enne, medico, facoltoso, vedovo, conoscerebbe donna , beneducata, per unione duratura.
A le’ na brava madamin, a cusina bin, sula, sinquant’ani, a vuria cunose n’omu per mariese, e per fese buna cumpagnia.
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Dottore commercialista, abbiente, brillante, 60enne, sentimentalmente solo, conoscerebbe donna semplice, per matrimonio.
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22 L’Agricoltore cuneese N. 03 • APRILE 2016
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I messaggi in piemontese Dirsi “Ti amo”, oppure “sto cercando proprio te” suona meraviglioso, in tutte le lingue del mondo. Ma dirlo in piemontese è addirittura fantastico e curioso. Sì, perché aggiunge un sapore originale al messaggio e lo personalizza. Forse è questo il motivo per cui in questi giorni impazza sui social la moda di scrivere messaggi di cuore in piemontese per la ricerca dell’anima gemella, una moda che, lanciata dall’agenzia “Anna & Anna” di Carmagnola, è nata dal desiderio espresso dai soci. E adesso i messaggi in piemontese sono diventati una mania che rimbalza nel web, fino ad approdare in alcune delle pagine Facebook specializzate in detti e adagi piemontesi. A proposito di messaggi e di proverbi, “L’om sensa la fomna a l’è ‘n caval sensa brila, e la fomna sensa l’om a l’è ‘na barca sensa timon”. A buon intenditor.