L'Agricoltore Cuneese - N. 09/2014

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB/CN - ANNO X - N. 09•2014 - DICEMBRE 2014 - CONTIENE I.P.

N. 09 • 2014 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

A G R I C O L T O R I

Foto Anaborapi

Agricoltura, economia del futuro

Imu sui terreni collinari al 26 gennaio

Inaugurata a Cuneo la nuova sede


Sommario

Agricoltura bistrattata

È in distribuzione presso gli uffici di Confagricoltura Cuneo il calendario di campagna 2015. Vieni a ritirarne una copia!

Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile dell’Unione Provinciale Agricoltori di Cuneo Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e realizzazione grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 Fax 0171/436301 E-mail: upa@autorivari.com Direzione e amministrazione: Unione Provinciale Agricoltori Via Caccia, 4 12100 - Cuneo Tel. 0171/692143 Fax 0171/698629 cuneo@confagricoltura.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 Fax 0172/695898 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Chiuso in redazione il 12/12/2014 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 6/3/1975 al n. 36

N

el porgere a voi associati e ai vostri cari i più sinceri auguri di buon Natale e felice anno nuovo, desidero ringraziare tutti coloro che venerdì 28 novembre erano presenti all'inaugurazione della nostra nuova sede provinciale. È stato un momento straordinario che ci ha riempiti di orgoglio e che non sarebbe stato possibile senza le nostre aziende, collaboratori e le tante istituzioni del territorio che hanno contribuito a far sì che la nostra nuova 'casa' diventasse realtà. Questa nostra soddisfazione, tuttavia, è compiuta solo a metà. Volgendo lo sguardo agli ultimi 12 mesi non è difficile annotare come sia ulteriormente aumentato il distacco della politica e di sempre più numerosi burocrati (anche a livello provinciale) nei confronti dell'agricoltura. Nonostante gli immancabili proclami, infatti, il nostro settore ha continuato ad essere bistrattato: il pastrocchio dell’Imu sui terreni svantaggiati e montani è solo l'ultimo esempio. Eppure lo studio Nomisma illustrato a Roma un mesetto fa e presentato anche in questo numero racconta di un settore, l'agricoltura, che seppur con difficoltà rappresenta un motore per il rilancio del nostro Paese. Perchè la politica fatica così tanto ad accorgersene?

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In occasione delle festività natalizie, gli uffici della Confagricoltura di Cuneo rimarranno chiusi al pubblico mercoledì 24 (pomeriggio), sabato 27 e mercoledì 31 (pomeriggio) dicembre e lunedì 5 gennaio. Nei restanti giorni lavorativi gli orari di apertura resteranno invariati.

IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO Bagno di folla per la nuova "casa" 4 "L'agricoltura è l'economia del futuro" 6 Bagnara: "Servono filiere specializzate" 6 Ghisolfi: "Banche, agricoltori affidabili" 7 Malfi: "La carne è fondamentale" 7 STUDIO NOMISMA Food: è necessario un cambio di rotta 8 ANNATA AGRARIA 2014 Clima anomalo, prezzi bassi e burocrazia 10 POLITICA AGRICOLA COMUNE Riduzioni di premi con la nuova Pac 12 Agrinsieme spinge per il rinvio del Greening 13 L'INTERVISTA Olivero: "Governo attento al settore agricolo" 14 INSERTO TECNICO Bando ristrutturazione vigneti I Regole per la pulizia degli alvei fluviali II Assunzioni di giovani tra 18 e 35 anni III Accesso pensioni sesta salvaguardia IV

A TUTTO CAMPO Imu terreni collinari rinviata al 26 gennaio Etichettatura, regolamento più restrittivo ZOOTECNIA A Carrù la "Casa della Piemontese" Digestato, no al limite del 30% LATTE Avviato confronto con la filiera VITIVINICOLTURA Vino: cala la produzione sale l'export Lutto, ci ha lasciati Marco Cerutti CONFAGRICOLTURA NEWS Giovani viticoltori e le sfide del futuro Soggiorno pensionati in Sicilia a marzo Reti, un nuovo strumento LE NOSTRE AZIENDE Una rete di stalle per garantire carne qualità GOCCE DI MEMORIA In collegio nessuno ti asciugava le lacrime IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE

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In primo piano

Da sinistra: Federico Borgna, Oreste Massimino e Ferruccio Dardanello per il taglio del nastro; i discorsi ufficiali; la benedizione dei locali

Bagno di folla per la nuova 'casa' di Confagricoltura TAGLIO DEL NASTRO A CUNEO PER LA SEDE PROVINCIALE DELL'ASSOCIAZIONE CON AUTORITÀ E NUMEROSI ASSOCIATI di Paolo Ragazzo

C’

era il pubblico delle grande occasioni a Cuneo venerdì 28 novembre per l’inaugurazione ufficiale della nuova sede provinciale della Confagricoltura, in via Bruno Caccia 4. La pioggia battente che per tutto il giorno ha insistito sulla città non ha fermato i tanti associati, oltre 500, che da tutte le zone della Granda sono accorsi al momento di festa. A fare gli onori di casa sono stati il presidente Oreste Massimino, i funzionari e i dipendenti dell’organizzazione agricola, mentre tra gli ospiti erano presenti praticamente tutte le istituzioni del territorio. A partire da Federico Borgna, sindaco del capoluogo e presidente della Provincia di Cuneo, e da Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere e della Camera di Commercio di Cuneo. Sono stati loro nei discorsi a dichiararsi “onorati ad avere

una nuova sede provinciale dell’organizzazione in città” e a dire che “questa sede è l’emblema della laboriosità tipica dei cuneesi e un messaggio di ottimismo e fiducia nel futuro”. È toccato, invece, al presidente Oreste

Massimino aprire ufficialmente la giornata con un intervento che ha ripercorso le tappe principali della vita dell’associazione e che qui pubblichiamo in un estratto. “Per noi, soci dell’Unione Agricoltori di Cuneo, è un giorno di festa che vogliamo condividere con più persone possibile. Oggi inauguriamo ufficialmente i locali che già da fine marzo sono aperti al pubblico e che hanno sostituito quelli della vecchia sede di Corso IV Novembre. La sede storica fu progettata dall’architetto Carlo Mollino nel 1933, come sede della Federazione Provinciale Fascista Agricoltori di Cuneo. Il Mollino, allora ventottenne, diventerà uno dei maggiori architetti italiani ed europei del Novecento. In quel palazzo il 12 dicembre 1946, si tenne l’assemblea costituente dell’Associazione Provinciale Agricoltori (APA).

Presidente venne eletto l’avvocato Eustachio Ferreri e la notizia fu data sul primo numero del foglio ciclostinato “L’Agricoltore” che dopo diventerà “L’Agricoltore cuneese”. L’associazione faceva capo alla CONFIDA (Confederazione Italiana degli Agricoltori) fondata a Roma nel 1945, e che poi diventerà nel 1948 Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana ossia Confagricoltura. Anche l’APA nel 1951 diventerà UPA, Unione Provinciale Agricoltori. L’assemblea generale e unitaria del consorzio agrario provinciale convocata per il 24 maggio del 1949 sancì la nascita delle varie sezioni del sindacato e tutta una serie di avvenimenti. Il dover cambiare sede è stato per noi una decisione molto sofferta, non fosse altro che per motivi affettivi. Il mutare dei tempi, la nuova viabilità, lo sviluppo cittadino e le esigenze di parcheggio hanno avuto il sopravvento. Ed eccoci ora qui nei locali della nuova sede che io mi auguro possa avere una storia altrettanto grande quanto quella di Corso IV Novembre. Un legame con il passato però è stato mantenuto ed è quel pannello posto all’ingresso dietro al desk

che è copia di un quadro di Italo Cremona, commissionato dal Mollino. Il quadro s’intitola “Allegoria della Città di Cuneo” dove la donna, che simboleggia la città, tiene in mano la planimetria del progetto della costruzione ed i frutti della terra simboleggiano l’attività agricola”. A seguire, don Gianni Falco parroco di San Paolo, ha benedetto i locali, dopo di che si è proceduto al taglio del nastro che ha dato il via ai festeggiamenti proseguiti a Borgo San Dalmazzo con il convegno e il pranzo sociale. La nuova sede di Via Bruno Caccia a Cuneo 'sold out', dentro e fuori

i frutti migliori fruttano di più! • maggiore produttività • minori costi • qualità della frutta al top • meno fatica

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La nuova sala conferenze gremita di rappresentanti del mondo economico regionale e associati

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In primo piano

"L'agricoltura è l'economia del futuro"

tura deve riorientare su questi la propria produzione. Per questo, però, lo ‘stato agricolo’ va ripensato e partire dalle organizzazioni di rappresentanza, che non devono essere viste come un costo per le aziende. Perché è in atto un processo inevitabile di costruzione di un futuro agricolo”.

GIUSEPPE MALFI Primario Dietologia ASO Cuneo

È IL MESSAGGIO EMERSO DAL CONVEGNO DI CONFAGRICOLTURA COL PRESIDENTE GUIDI

"La carne non va demonizzata"

di Paolo Ragazzo

Sul palco del Navizè-te si sono alternati ospiti illustri, tra cui il presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi, e il viceministro all'Agricoltura, Andrea Olivero

"Servono filiere specializzate" "Nel mondo accade una cosa che non succedeva da tanti anni: l’agricoltura è al centro dei processi economici. Fino a pochi anni fa l’attenzione era focalizzata sul controllo del territorio per le materie prime e i flussi di capitale. Ora è l’agroalimentare che permette di avere il controllo del territorio. In secondo luogo la popolazione è aumentata così come è cambiata la dieta (da proteine vegetali a animali). I Paesi in via di sviluppo, inoltre, hanno un 20% di popolazione ricca che vuole prodotti di lusso. Come si colloca l’agricoltura italiana in questo scenario? Non si colloca, aspettiamo che qualcuno compri i nostri prodotti, ma la partita è essere presenti in questi mercati. La competizione sarà sempre più competizione di filiere specializzate di dimensioni europee e mondiali. Se non hai filiere, ma solo un marchio di prodotto, inevitabilmente ci copiano. Inoltre il mercato non è solo quello europeo: i Paesi in crescita che chiedono i nostri prodotti chiedono anche la nostra filiera agricola per far crescere anche la loro agricoltura. Poi dobbiamo anche utilizzare gli strumenti istituzionali per creare opportunità di mercato. Occorre un approccio culturale diverso per essere vincenti sul mercato internazionale. Ultima cosa: il vero risultato del marketing è costruire un concetto di valore attorno a un marchio. Noi non l’abbiamo fatto perché i nostri italiani all’estero non hanno fatto filiere economiche.

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"Credito: agricoltori affidabili" “Il problema della crisi viene riflesso sulle banche così i politici si tolgono il problema mentre per i giornalisti attaccare le banche fa comodo, fa audience. Ma un sistema senza banche al mondo non esiste. Il professor Tancredi Bianchi, uno degli esperti maggiori di questo settore, dice: 'Bisogna dare i soldi a chi li restituisce'. Ma per poter dare i soldi anzitutto bisogna averli (mancava la liquidità perché con la crisi ci sono meno soldi; il problema è stato risolto da Draghi che ha immesso centinaia di milioni di euro alle banche). Il settore agricolo nel rapporto con le banche è tra i meno problematici. Le persone che lavorano nell’agricoltura sono affidabili perché mantengono la parola data e perché sono meritevoli di credito. Tuttavia oggi la domanda di credito è calata paurosamente: le aziende che vanno bene non chiedono denaro perché avendo diminuito la produzione necessitano di meno denaro. Mi preme ricordare, infine, che anche le banche sono aziende e nonostante il periodo non facile, il sistema bancario italiano resta tra i più sani al mondo”.

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Economista esperto di agribusiness

14): “Il governo mira a utilizzare leve differenti a favore dell'agricoltura - ha detto -: le iniziative per il ricambio generazionale, la migliore organizzazione di filiera, il sostegno all’export, la semplificazione e la concessione di mutui agevolati per i giovani; anche la nuova Pac offre imperdibili opportunità e si muove in favore di un’agricoltura sostenibile e innovativa, capace di rafforzare la competitività e lo sviluppo territoriale”. A tirare le fila della giornata, infine, è stato un applauditissimo Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura: “L’agricoltura inizia a essere intesa dal mondo come business del futuro e il fenomeno di accaparramento dei terreni in molte zone della terra (land grabbing) lo dimostra – ha sottolineato - ; in Italia tuttavia abbiamo per anni combattuto la globalizzazione continuando ad autoincensarci, ma non siamo riusciti ad intercettare le dinamiche mondiali così le nostre aziende sono in crisi. La qualità è un prerequisito, ma poi serve una miglior strategia sui mercati internazionali e strumenti in grado di gestire la competitività. Gli stili di vita della popolazione mondiale sono in continua mutazione e l’agricol-

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L’

inaugurazione della nuova sede di Confagricoltura Cuneo è stata l’occasione giusta per fare il punto sul presente del settore agricolo e, soprattutto, per lanciare lo sguardo alle sfide future, nelle quali l’agricoltura giocherà un ruolo sempre più decisivo a livello globale. Per farlo ci si è spostati a Borgo San Dalmazzo all’hotel Navizé-te dove si è svolto il convegno “Agricoltura: protagonista dell’economia e dell’alimentazione di domani”, che ha messo a confronto esperti e ha visto la partecipazione del viceministro all’Agricoltura, Andrea Olivero, e del presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi. Anche qua ad aprire i lavori è stato il presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino, che dopo i saluti di rito è entrato nel merito del tema oggetto del dibattito: “Lo studio Nomisma presentato alla prima conferenza economica di Agrinsieme a Roma ha sfatato alcuni miti – ha detto Oreste Massimino -. Ad esempio, siamo i primi in Europa per produzione di valore aggiunto e per occupati in agricoltura, ma il reddito medio degli agricoltori italiani è più basso di quello francese e tedesco. Siamo il primo paese per numero di agricoltori biologici, 43.800, ma il prodotto biologico rappresenta l’1,6% del totale delle vendite alimentari. Il ‘Km 0’ solo in Italia è un grande tema economico e culturale, ma vale solo il 3% delle vendite nazionali” . A seguire, si è svolta la tavola rotonda (vedi box in pagina) moderata da Mario Benedetto, direttore nazionale della Comunicazione di Confagricoltura, con Gianluca Bagnara, economista specializzato in agribusiness ed economia del territorio, Beppe Ghisolfi, presidente della Cassa di Risparmio di Fossano e vicepresidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Giuseppe Malfi, direttore SC Dietologia Aso Santa Croce e Carle di Cuneo. Anche il vice ministro all’Agricoltura, Andrea Olivero, non ha voluto mancare all’appuntamento (vedi intervista esclusiva a pag.

“La minore quantità di denaro ha spinto le famiglie a consumare prodotti di qualità inferiore con possibili problematiche legate al livello di sicurezza e agli ingredienti. Tutto questo nei Paesi occidentali si è sposato con l’aumento del peso della popolazione, perché i prodotti di minore qualità vengono arricchiti con maggiori quantità di grassi. Se consideriamo che la popolazione italiana ha già un 30-40% di soggetti in sovrapeso e, di questi, il 10% sono obesi, capiamo come ci stiamo allineando su numeri che fino a qualche anno fa erano degli Usa. Aumentano quindi anche le malattie associate, come quelle cardiovascolari, e la conseguente spesa sanitaria. Sulla carne, inoltre, è in atto un conflitto abbastanza violento tra chi propone di continuare a mangiarla e chi propende per diete vegetariane. Si porta avanti il discorso in maniera abbastanza rigida, ma la carne rimane un alimento fondamentale perché contiene una quota proteica importante, vitamine e minerali fondamentali. La carne non va demonizzata, ma occorre vedere quali siano le quantità più opportune, da alternare con alimenti diversi ma con valori nutrizionali analoghi”.

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Scenario e prospettive

53,6 Mld€

42,7 Mld€

23,7 Mld€

27,4 Mld€

34%

27%

23%

21%

FRANCIA

SPAGNA

GERMANIA

ITALIA

Valore e propensione all'export dell'industria alimentare. L'Italia non è leader nel food come si pensa. Fonte: Indagine Nomisma

Food: è necessario un cambio di rotta L'AGROALIMENTARE È UN SETTORE FONDAMENTALE PER L'ECONOMIA ITALIANA, TRA LUCI E OMBRE di Ilaria Blangetti

I

l recente studio effetuato da Nomisma e presentato durante la prima conferenza economica di Agrinsieme a Roma, lo scorso 18 novembre, fotografa in maniera

esemplare e precisa lo scenario agricolo italiano allo stato attuale e la sua competitività. Stiamo parlando anzituyto di un settore composto da 2 milioni di imprese capaci di

produrre, nel 2013, l’8,7% del PIL italiano (14% con l’indotto) e di dare occupazione a 3,2 milioni di addetti (14% dell’occupazione nazionale). L’agricoltura ricopre, dunque, un ruolo di primissimo piano nello scacchiere economico anche in un periodo non certo facile per il sistema Italia e non solo. Prova delle difficoltà diffuse è il crollo dei consumi interni di beni alimentari (-14%), a cui fa da contraltare per fortuna una crescita della domanda da parte del resto del mondo. Nei prossimi anni il comparto sarà chiamato a dare risposte, infatti, a una domanda alimentare in continua crescita soprattutto fuori dai confini nazionali: basti pensare che dal 2000 al 2013 la popolazione globale è cresciuta del 16%, arrivando a superare i 7 miliardi di persone. Di pari passo, in futuro, anche i consumi alimentari aumenteranno soprattutto nei Paesi emergenti. Lo studio Nomisma mette in luce questo andamento, per cui di qua al 2023 ha previsto balzi considerevoli dei consumi alimentari soprattutto in Brasile (+28%), Cina (+94%) e India (+85%). Mentre per l’Italia la crescita sarà del +10 e per l’UE-5 (Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna) del

+22%. È chiaro dunque che l’orizzonte delle imprese agricole deve adeguarsi a questi scenari, ampliandosi per guardare con sempre maggior incisività alle opportunità che l’export può riservare. Contestualmente, il brand “Made in Italy” può essere sfruttato molto meglio di quanto lo si stia facendo attualmente. Negli ultimi 10 anni la quota percentuale del valore dell’export mondiale di prodotti agroalimentari dell’Italia è passata dal 3,3% al 2,6%, quando invece nazioni come Cina e Brasile l’hanno rispettivamente vista lievitare dal 3,2% al 4% e dal 3,5% al 5,2%. Queste dinamiche sono accompagnate dai dati relativi all’export agroalimentare che minano la convinzione diffusa dell’Italia quale leader europeo del ‘food’. Se si considera, infatti, il valore e la propensione all’export dell’industria alimentare il Belpaese è superato di gran lunga da Germania e Francia, mentre è tallonato dalla Spagna. E se la fliera italiana perde valore, c’è un problema di reddito che grava soprattutto sulle aziende agricole, dove il reddito medio agricolo italiano annuo è fermo a 25 anni fa, pari a circa 23 mila euro. Non solo. Gli imprenditori agricoli tedeschi

e francesi, anche in questo caso, superano di gran lunga i colleghi italiani con redditi medi pari a 36 mila euro e 47 mila euro. Gli spagnoli sono dietro agli italiani, ma distanziati di appena mille euro rispetto al reddito percepito da un nostro agricoltore. A rendere poco efficiente il sistema ci sono anche problemi logistici, infrastrutturali, scelte sbagliate e burocrazia. Un esempio: in Italia il costo dell’autotrasporto è in media di 1,59 euro a km, in Germania 1,35 euro e in Francia 1,32. Il costo dell’energia

2.000.000 Il numero di imprese 3,2 MILIONI

elettrica per uso industriale in Italia è superiore del 30% rispetto alla media europea. Notevoli anche i costi e i ritardi dovuti alla burocrazia: emblematico il numero dei giorni necessari per esportare via nave, che vanno dagli 8 del Regno Unito ai 19 per l’Italia. "Siamo fermamente convinti - ha detto Mario Guidi, coordinatore di Agrinsieme -, che è proprio facendo leva sui suoi veri punti di forza che l'agroalimentare, in questa fase delicata, può essere determinante per l'economia italiana".

9% La percentuale del PIL italiano

i lavoratori impiegati nella filiera

25

MILIARDI DI EURO il contributo della filiera all'erario

Il peso dell'agroalimentare nel comparto. Fonte: Indagine Nomisma

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8 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2014

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Annata agraria 2014

Innovazione a portata di mano I L B I L A N C I O D I 1 2 M E S I S E C O N D O C O N F A G R I C O LT U R A C U N E O

Il clima anomalo, prezzi poco remunerativi salvo rare eccezioni e sempre più burocrati ciechi alle esigenze del mondo produttivo

QUALITA’ INSUPERABILE

COMPARTO ASPETTI POSITIVI

ASPETTI NEGATIVI

Nonostante l'andamento climatico, per quanto riguarda orzo e frumento, si sono registrate quantità di prodotto nella media, così come la qualità del prodotto è stato soddisfacente.

Il mais non ha rispettato le rosee prospettive di inizio stagione: è stata un'annata critica, con quotazioni che rendono impossibile pareggiare i costi di produzione. In generale, i prezzi continuano a non premiare i cerealicoltori.

Il comparto carne tiene, grazie soprattutto alla qualità della razza Piemontese, all'apertura di nuovi spazi di mercato e i crescenti segnali di apprezzamento da parte dei consumatori.

I problemi maggiori riguardano i costi di gestione, dall'energia alla burocrazia, sempre in aumento. Le quotazioni dei capi, inoltre, sono ferme a vent'anni fa.

La prima parte dell'anno è stata positiva per il mercato della carne avicola, con prezzi soddisfacenti.

Da agosto, il calo dei consumi e una leggera sovraproduzione, hanno messo a dura prova l'andamento delle quotazioni. Anno da dimenticare per le uova, con prezzi di mercato inferiori a quelli di realizzo.

SUINI

Andamento positivo dei prezzi fino ad agosto.

Con la crisi tra Russia e Ucraina e l'embargo russo, il prezzo è sceso provocando danni alle aziende suinicole che temono che il problema persisterà a lungo.

NOCCIOLE

Buone notizie dai noccioleti con una produzione leggermente inferiore a quella dello scorso anno e una buona qualità. Un altro aspetto positivo riguarda le quotazioni che hanno raggiunto livelli interessanti.

L'unica incognita è stata rappresentata dall'umidità che ha creato qualche problema nelle fasi di essicazione e stoccaggio.

UVA E VINO

La capacità di adattamento dei vitigni ha permesso che le cose andassero meglio di quanto previsto. Le produzioni, per chi ha saputo lavorare bene in vigneto, sono nella media sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.

Il tempo anomalo ha condizionato l'annata con rese non eccelse, dovute principalmente al clima e ai diradamenti.

FRUTTA

Per le mele è stata una stagione positiva, sia per qualità che per quantità prodotta, con pezzature molto buone.

Annata decisamente difficile per le pesche. A un andamento climatico non favorevole e all'ormai annosa crisi del mercato, si è aggiunta la delicata situazione creata dall'embargo in Russia. Situazione analoga per le susine.

CASTAGNE

Le novità più positive per la castinicoltura della Granda arrivano dal fronte della lotta al Cinipide galligeno: si segnala, infatti, una diminuzione considerevole dei danni alle piante, segno che le azioni di contrasto stanno dando risultati.

Difficile tracciare un bilancio uniforme, nel bene e nel male. Un aspetto negativo che accomuna tutte le aree è l'invecchiamento degli impianti con la difficoltà di sostituire le vecchie piante con nuovi innesti di varietà autoctone.

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IL 'GUADAGNO INSPERATO'

In caso di vendita o cessione o scadenza di un affitto (parziale o totale), tra il 16 maggio 2014 a il 15 maggio 2015, uno Stato membro può stabilire che l’aumento del valore di titoli sia riversato alla riserva nazionale. L’Italia ha deciso di utilizzare questa norma: quindi, in caso di vendita, cessione o scadenza parziale o totale di un contratto di affitto di superfici agricole tra il 16 maggio 2014 e il 15 maggio 2015, l’aumento del valore dei titoli assegnati all’agricoltore interessato è riversato nella misura del 50% nella riserva nazionale. In altre parole, la diminuzione di superficie ammissibile nella domanda Pac 2015 rispetto alla domanda Pac 2014 genera un “guadagno insperato” che viene penalizzato con una decurtazione a favore della riserva nazionale, nei seguenti casi: • vendita di terreno • cessione di terreno in affitto • scadenza di un contratto di affitto Questa penalizzazione è dovuta al fatto che la riduzione della superficie

Esempio: L’azienda che percepirà 200mila euro di premio base, superando quindi di 50mila euro la soglia dei 150mila euro, si vedrà ridotti quei 50mila euro del 50% (diventano 25mila euro). L’azienda percepirà dunque 175mila euro. Invece l’azienda che supererà i 500mila euro di premio base una volta già applicata la riduzione del 50% sopra i 150mila euro, ma che nonostante la riduzione supererà ancora i 500mila euro, si vedrà ridotta la parte eccedente del 100%.

ammissibile genera un aumento del valore dei titoli, che viene chiamato, appunto, ‘guadagno insperato’. “Se è indubbio che tale norma sarà utile per ridurre le speculazioni, - commenta Gualtiero Dalmasso, responsabile del Caa di Confagricoltura Cuneo - è anche vero che inciderà su situazioni che si verificano usualmente (es. proprietario che affitta a canone più elevato). In questo caso l’azienda si troverà a subire gli effetti negativi del 'guadagno insperato', senza, però, aver avuto nessun intento speculatorio”. Due deroghe - Non si applica la clausola del ‘guadagno insperato’ per importi inferiori ai 1.000 euro e se i contratti scaduti avevano durata inferiore all’anno.

Slitta l'entrata in vigore del greening? Slitta l’entrata in vigore del greening? Agrinsieme ha chiesto più tempo per l’applicazione del norme sul greening previste dalla Pac. Il rischio per i produttori - afferma in una nota Agrinsieme - vista l’oggettiva impossibilità di posticipare troppo le fasi della programmazione produttiva, è di contravvenire alle disposizioni regolamentari che vanno ancora disciplinate in molti essenziali dettagli. Per questo Agrinsieme, in linea con quanto richiesto dal parlamento europeo e con quanto sostenuto attraverso il Comitato delle organizzazioni agricole e cooperative europee (Copa-Cogeca) che è già intervenuto sulla Direzione Generale

che verranno assegnati 20 titoli invece dei 100 se non fosse stata applicata la riduzione. Solo dopo verrà calcolato il valore degli stessi come per tutti gli altri diritti all’aiuto, ma concentrati su 20 titoli anziché su 100. "Questa condizione potrebbe rientrare nella clausola del ‘guadagno insperato’ - fa notare

Agricoltura della Commissione europea, chiede più tempo per l’applicazione di norme che ancora non sono chiare e definite. L’ipotesi proposta da Agrinsieme è un blocco di un anno, come prefigurato dal Parlamento europeo, almeno per quanto riguarda le conseguenze sanzionatorie di eventuali inadempienze. Un rinvio limitato alla sola applicabilità delle sanzioni, peraltro non farebbe venir meno il carattere innovativo in termini di sostenibilità che caratterizza questa riforma, ma che al tempo stesso metterebbe al riparo le imprese agricole da possibili ripercussioni negative. Tuttavia, è molto improbabile che il rinvio si concretizzi.

Gualtiero Dalmasso - ma è stato chiarito che tale condizione non si presenta fermo restando la detenzione dei 100 ettari da parte del richiedente per il 2015, visto che non è avvenuto nessun trasferimento di terre, in vendita o in affitto, nel periodo intercorso tra la domanda unica 2014 e quella del 2015".

“ Geoagri? A na parlu bin, tüti! ” Le importanti novità della Pac 2014-2020 sono state tutte affrontate negli incontri tenuti dalla Confagricoltura Cuneo

Esempio: Azienda avente diritto nel 2015 a un pagamento base complessivo di 5.000 euro. Nel 2014 ha dichiarato 10 ettari, nel 2015 dichiarerà 5 ettari. Il valore del titolo sarebbe pari a 500 euro con 10 ettari, e 1000 euro con 5 ettari. Con 5 ettari dichiarati si realizza così un maggior guadagno in quanto il titolo avrà un valore più alto. Il 50% di questo maggior valore pari a 250 euro a titolo, sarà riversato alla riserva nazionale

12 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2014

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Riduzione del pagamento di base: -50% per le somme superiori a 150.000 € -100% per la parte eccedente i 500.000 € una volta applicata la riduzione del 50%

Verrà applicato un coefficiente di riduzione dell’80% agli ettari ammissibili a prato permanente sopra i 600 metri e a tutti i pascoli magri se l’agricoltore detentore della domanda non è anche proprietario di animali (Si applica sul netto, via le tare!). Il coefficiente di riduzione si applica solo alla prima assegnazione, nel 2015, dei diritti all'aiuto al pagamento di base, quindi, quando sarà presentata la domanda di assegnazione. Come per tutti gli altri diritti all'aiuto, il calcolo del valore unitario avverrà dividendo il pagamento spettante per l'anno 2014 per il numero di ettari ammissibili detenuti dal richiedente. In pratica, considerando 100 ettari ammissibili di pascoli permanenti situati ad altitudini superiori a 600 metri o di pascoli magri detenuti nel 2014, facendo la richiesta nel 2015 dell'assegnazione dei diritti all'aiuto, con la stessa superficie di ettari ammissibili (100 ettari), se non si rispetta quanto predisposto si avrà una riduzione dell'80%. Ciò significa

S U P R O P O S TA D I A G R I N S I E M E

TA

Con la nuova Pac si è deciso di applicare una riduzione del pagamento di base pari a -50% per le somme eccedenti 150.000 euro e -100% per la parte eccedente i 500.000 euro una volta applicata la riduzione del 50%. Prima di procedere all’applicazione di queste percentuali di riduzione, ai pagamenti di base eccedenti gli importi sopra detti sono sottratti i costi relativi ai salari e agli stipendi legati all’esercizio di un’attività agricola e forestale effettivamente pagati e dichiarati dall’agricoltore nell’anno civile precedente, compresi le imposte e gli oneri sociali sul lavoro, i contributi previdenziali e assistenziali pagati dall’imprenditore per la propria posizione e per quella dei suoi familiari.

SONO PREVISTI TAGLI NEI CAPITOLI DEL 'PAGAMENTO BASE' E NELLA GESTIONE DEI 'PASCOLI PERMANENTI'. ATTENZIONE ALLA CLAUSOLA DEL GUADAGNO INSPERATO

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GESTIONE DEI PASCOLI PERMANENTI

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RIDUZIONE DEL PAGAMENTO BASE

Riduzioni di premi con la nuova Pac

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econda puntata sulla riforma della nuova Pac 2014-20. Analizziamo in questo numero del giornale le importanti novità riguardanti il pagamento di base, la clausola del ‘guadagno insperato’ e la gestione dei pascoli permanenti.

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di Gilberto Manfrin

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Politica Agricola Comune

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L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2014

13


L'intervista

"Governo attento al settore agricolo" ANDREA OLIVERO, VICEMINISTRO ALL'AGRICOLTURA, INTERVIENE SU ALCUNI TEMI CHE INTERESSANO IL SETTORE di Paolo Ragazzo

A

bbiamo approfittato della partecipazione al convegno di Borgo San Dalmazzo del viceministro all’Agricoltura, Andrea Olivero, per porre a lui qualche domanda su alcune questioni che interessano il settore. Gentile viceministro, nel vostro piano di semplificazione per il settore avete introdotto lo strumento della diffida, una misura senza dubbio lodevole. Ma come funziona e quali sono i comparti interessati? "Considero la diffida uno degli strumenti in grado di semplificare concretamente l’attività degli imprenditori agricoli ed agroalimentari. L’utilizzo della diffida, infatti, viene esteso a tutte le violazioni della normativa agroalimentare che prevedono la sola sanzione pecuniaria. Il funzionamento è molto semplice: l'organo di controllo diffida il soggetto interessato ad adempiere alle prescrizioni violate entro un preciso termine temporale dalla data di ricezione dell'atto di diffida e ad elidere le conseguenze dannose o pericolose dell'illecito amministrativo. In caso di mancata ottemperanza alle prescrizioni contenute nella diffida, entro il termine indicato, l’organo di controllo procede ad effettuare la contestazione. La diffida è applicata non soltanto alle imprese agricole ma a tutte quelle che si occupano di agroalimentare e di commercializzazione di derrate. Occorre precisare che questo strumento è applicabile soltanto in presenza di violazioni

di lieve entità e sanabili mentre è esclusa la sua adozione nei casi di violazioni delle norme in materia di sicurezza alimentare. L’estensione del dispositivo della diffida rientra in un più ampio percorso intrapreso dal Ministero per garantire una maggiore semplificazione ed un più efficace coordinamento del sistema dei controlli ispettivi nei confronti delle imprese. In questa direzione si inquadra anche il lavoro svolto per istituire un registro unico dei controlli ispettivi che ha il duplice obiettivo di evitare duplicazioni e sovrapposizioni nei procedimenti di controllo e di recare un minore intralcio alle attività d’impresa". Durante il convegno ha detto che si sta lavorando per arrivare a una domanda Pac precompilata. Come immagina, quindi, il futuro e il ruolo dei CAA (Centro di Assistenza Agricola)? "Come Ministero vogliamo dare vita ad un complesso intervento, denominato “Agricoltura 2.0”, per semplificare il settore eliminando la burocrazia inutile e mettendo, le Amministrazioni al servizio degli agricoltori. Rientra in questo percorso la possibilità di avere a disposizione sul portale SIAN – a partire dal 2015 – la domanda PAC pre-compilata. Il produttore, in maniera autonoma o assistito dai CAA presenti sul territorio, potrà dare una dare semplice conferma dei dati oppure procedere con l’aggiornamento e l’integrazione degli stessi. Il percorso che stiamo affrontando si pone altri ambiziosi obiettivi, come dare la possibilità ai produttori, a partire dal 2016, di poter compilare un’unica domanda per i diversi regimi di aiuto e i contributi richiesti. Questo processo di innovazione richiede un gioco di squadra tra i soggetti coinvolti. I CAA, in qualità di punti qualificati di riferimento sul territorio, saranno chiamati a fornire il loro importante contributo a questa evoluzione. Prevedo che i CAA, valorizzando le competenze specifiche che posseggono, rafforzeranno il loro ruolo di accompagnamento, assistenza e consulenza

14 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2014

alle imprese per la gestione e lo sviluppo delle attività agricole e per la diffusione e la conoscenza da parte degli imprenditori delle opportunità di finanziamento messe a disposizione a livello europeo, nazionale e regionale". Da cuneese, lei ha in questi mesi la possibilità di conoscere tante realtà agricole diverse. Nel contesto nazionale come si colloca secondo lei il settore primario della Granda? "Nel tessuto economico del cuneese, il settore agroalimentare, che trova le sue radici nell’elevata qualità e nella riconoscibilità delle produzioni locali, ha un indubbio peso specifico. Il nostro territorio, infatti, può vantare un importante patrimonio di prodotti agricoli di qualità, basti pensare alle 8 DOP e alle 4 IGP riconosciute a livello europeo. Ma Cuneo e la sua provincia si caratterizzano anche per un tessuto agroindustriale ancorato al territorio e capace di creare valore aggiunto in termini di occupazione e valorizzazione del contesto locale. Tutto il Piemonte può essere considerato come un valido esempio di territorio che, a partire dal patrimonio enogastronomico, sta innescando un più ampio processo di rilancio. Ritengo che occorra coniugare tradizione e qualità delle produzioni all’innovazione per sostenere la competitività e difendere la specificità del nostro modello produttivo. Le opportunità per fare questo ci sono: la nuova Pac offre importanti opportunità per il sistema agroalimentare, basti pensare alle risorse messe a disposizione dal Psr della Regione Piemonte che andranno utilizzate non nell’ottica di un singolo progetto bensì in scala più ampia, di sistema. Penso, anche, alle iniziative promosse dal Governo per rafforzare l’export che, se opportunamente sfruttate, potranno rafforzare la presenza dei prodotti cuneesi sui mercati internazionali. Da cuneese, non posso non avere attenzione al tema dell’agricoltura di montagna e, più in generale, alle condizioni delle aree interne. È soprattutto in questi contesti che le politiche devono agire in una logica integrata, coniugando modernizzazione infrastrutturale, tutela idrogeologica e redditività, attraverso un efficace ed efficiente utilizzo del sostegno alle aree interne. Tutto questo nella convinzione che il settore primario e agroalimentare della Provincia di Cuneo, necessiti di puntare verso un’agricoltura sostenibile, innovativa, capace di rafforzare la competitività e lo sviluppo del territorio. È in questa direzione che dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme.


INSERTO TECNICO

N. 11 • 2014

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali

RISTRUTTURAZIONE VIGNETI: APERTO IL BANDO REGIONALE

ASSEGNAZIONE DIRITTI DI REIMPIANTO: C'È IL VIA LIBERA DELLA REGIONE

L’

assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte comunica che, con l’emanazione del Bando di cui al DD n. 930 del 07/11/2014, si possono presentare le domande di contributo per la ‘campagna 2014/2015: misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti per il periodo di programmazione 2015 -2018’. BENEFICIARI - Imprenditori agricoli singoli, cooperative agricole, società di persone e di capitali. INIZIATIVE AMMISSIBILI - Realizzazione di interventi su superfici vitate destinate alla produzione di vini a denominazione di origine quali riconversione varietale, ristrutturazione di vigneti, modifiche delle forme di allevamento, sostituzione di pali e fili. AGEVOLAZIONE - Il contributo ai costi di ristrutturazione e riconversione vigneti viene erogato in modo forfetario, sulla base del prezzario regionale, secondo la tipologia di investimento e dell’altimetria in cui viene effettuato l’intervento. Il termine di presentazione delle domande è fissato per il 31 gennaio 2015. Gli uffici della Confagricoltura Cuneo sono a disposizione degli interessati per informazioni relative alle azioni ammissibili e ai contributi.

C'È TEMPO FINO AL 31 DICEMBRE PER DENUNCIARE GLI ALVEARI

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111.1 sottoazione B Informazione nel settore agricolo

Fino al 31 dicembre 2014 tutti gli apicoltori amatoriali e professionisti hanno l’obbligo (in virtù della Legge Regionale n. 20/98, capo V, articolo 12) di ripresentare la denuncia di possesso alveari presso l'Assessorati provinciale all’Agricoltura nel cui territorio si trova l’apiario, utilizzando il modello fornito dagli stessi uffici e reperibile sul sito internet della Regione e della Provincia. Si ricorda che l’omissione della denuncia comporta il pagamento di una sanzione da 155 a 465 euro. Gli uffici della Provincia rilasceranno il codice identificativo all’apicoltore sul retro del modello utilizzato per la denuncia. Ogni apicoltore dovrà esporre, ben visibile, in ogni apiario un cartello (di 10 cm di altezza per 20 cm di lunghezza), riportante il codice identificativo assegnato.

C

on la determina della Regione Piemonte del 5/11/2014, si è arrivati ad una conclusione sull'allineamento delle superfici vitate. Questo permette di avere una certezza delle superfici vitate a disposizione delle aziende, utilizzabili per tutti i procedimenti tecnico amministrativi (sempre che la Provincia non continui a fare osservazioni e ricalcoli, tra l'altro solo per alcuni tipi di diritto). Nel piano operativo si era previsto che nel caso in cui, a seguito dei calcoli e delle tolleranze alle aziende, fossero state tolte delle superfici, queste sarebbero state assegnate a fine del piano. In questi giorni le aziende che hanno subito delle variazioni, a seguito dell'allineamento, stanno ricevendo una comunicazione via PEC dalla Regione con dettagliate le superfici assegnate e disponibili nel portafoglio aziendale. Al fine di verificare la corretta assegnazione dei diritti, che possono essere utilizzati sia per i nuovi impianti sia per trasferimento a terzi, le aziende sono invitate a presentarsi al più presto presso gli Uffici Tecnici della Confagricoltura Cuneo. Ricordiamo inoltre che eventuali osservazioni vanno presentate sempre agli uffici competenti entro e non oltre i 60 giorni dalla pubblicazione della determina sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.

ADEGUAMENTO TRATTORI: BANDO INAIL PROROGATO AL 15 GENNAIO

L'INAIL ha prorogato il termine del bando per l'adeguamento dei trattori agricoli al 15 gennaio 2015. La proroga è stata richiesta da Confagricoltura sia per le disfunzioni registrate nei giorni scorsi sulla piattaforma telematica INAIL e sia per il completamento delle procedure di sostegno ai progetti da parte degli enti bilaterali. Si tratta di un'importante occasione per ottenere dall'INAIL il finanziamento dell'acquisto di dispositivi di sicurezza per le trattrici (quali cinture o dispositivi di protezione in caso di capovolgimento, etc.), in modo semplice e veloce. L'iniziativa - voluta e promossa da Confagricoltura - mira ad intervenire concretamente su uno dei maggiori fattori di rischio per gli addetti del settore agricolo, anche in vista dell'avvio della revisione delle macchine agricole posto al 30 giugno 2015.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N.09 • DICEMBRE 2014

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on il DGR n. 38-8849 del maggio 2008 la Regione Piemonte ha pubblicato gli “Indirizzi tecnici in materia di manutenzioni e sistemazioni idrogeologiche e idraulico forestali”, intendendo la gestione ambientale dei canali e dei corsi d’acqua come un sistema di interventi che integrano l’aspetto ambientale e la sicurezza per gli insediamenti e le popolazioni contro il rischio di alluvioni. Sovente, infatti, i corsi d’acqua sono sede di una fitta vegetazione fino a diventare un vero e proprio popolamento d’alto fusto. In caso di piena questi popolamenti tendono a creare sbarramenti temporanei il cui cedimento improvviso porta alla formazione di pericolose ondate. Ma gli interventi della manutenzione in alveo devono prevedere una serie di operazioni che mirano a mantenere o ripristinare l’originaria funzionalità, qualità ed efficienza di una pendice o di un corso d’acqua. Stando a quanto riportato dall’amministrazione regionale è importante osservare che i tagli di gestione devono essere condotti secondo precise regole selvicolturali, che non sono riconducibili ad un semplice taglio raso. Sono due i tipi di interventi ammessi: 1) lungo le sponde: il taglio raso comporta l’eliminazione della funzione trofica svolta dalla vegetazione, la scomparsa di vita per una ricca fauna e la mancata funzionalità della vegetazione nel frenare l’azione erosiva dell’acqua e nel controllo dei regimi idrici. La vegetazione concorre, infatti, alla stabilizzazione dei terreni sciolti attraverso l’azione delle radici e rallenta la velocità di scorrimento a condizione che la sezione d’alveo sia sufficiente a smaltire la portata di piena. Il taglio raso, quindi, è da evitare a favore di una evoluzione verso popolamenti specializzati. 2) entro l’alveo inciso: è necessario garantire la sezione minima di deflusso attraverso il taglio e l’allontanamento di alberi ed

TAGLIO DI PIANTE NEI BOSCHI: ECCO ALCUNI UTILI CHIARIMENTI

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icordiamo in questo spazio quali sono le date per il taglio di piante in boschi governati a ceduo, considerati i precisi periodi entro i quali risulta possibile effettuare i tagli sulla base del regolamento forestale regionale. Le epoche di taglio del bosco ceduo sono pertanto le seguenti: • dal 1° ottobre al 15 aprile per boschi posti a quota inferiore a 600 metri sul livello del mare; • dal 15 settembre al 30 aprile per boschi posti a quota compresa tra 600 metri e 1.000 metri sul livello del mare; • dal 1° settembre al 31 maggio per boschi posti a quota superiore a 1.000 metri sul livello del mare. La Regione ha inoltre provveduto a trasmettere una nota in cui si precisa che, in caso di trasformazioni boschive (quando cioè l'intervento comporti l'eliminazione della vegetazione esistente finalizzata ad un’utilizzazione del terreno diversa da quella forestale) è necessario provvedere a compensare l'eliminazione del bosco con il rimboschimento o miglioramento di una pari superficie.

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INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N.09 • DICEMBRE 2014

ASSUNZIONI DI GIOVANI DAI 18 AI 35 ANNI, ISTRUZIONI OPERATIVE

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a legge 11/08/2014, n.116 che ha convertito, con modificazioni, il d.l. n. 91/2014 (decreto #Campolibero) ha previsto, tra l'altro, uno specifico incentivo per l'assunzione di giovani lavoratori agricoli (dai 18 ai 35 anni) con contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata triennale e con garanzia occupazionale minima di 102 giornate lavorative annue. L'accesso all'incentivo - pari ad un terzo della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali per un periodo complessivo di 18 mesi, è subordinato alla presentare di apposita domanda all'Inps. Ora, con una circolare, l'Istituto previdenziale fornisce istruzioni in merito alle modalità e ai tempi di presentazione della istanza di ammissione al beneficio. MODALITÀ DI PRESENTAZIONE La domanda di ammissione al beneficio può essere inviata esclusivamente in via telematica accedendo al modello di comunicazione “GIOV/AGR (D.L. 91/2014)” disponibile all’interno del “Cassetto previdenziale aziende agricole” nella sezione “Comunicazioni bidirezionale – Invio Comunicazione”. Alle aziende ammesse al beneficio sarà attribuito il codice di autorizzazione "A3" (consultabile nella sezione “Dati Azienda” del

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Cassetto previdenziale Aziende agricole). Vale la pena di ricordare in proposito che l'ammissione al beneficio avviene sulla base dell'ordine cronologico di presentazione delle domande, nei limiti del plafond di risorse stanziate dal Governo. Gli incentivi infatti sono finanziati da un apposito fondo del Ministero delle politiche agricole, con una dotazione pari a 5,5 milioni di euro per l'anno 2015 e a 9 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. CONDIZIONI PER IL RICONOSCIMENTO DEL BENEFICIO Nella circolare sono specificate alcune delle condizioni per accedere al beneficio, tra le quali: - deve considerarsi soggetto “privo di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi” anche l'operaio agricolo a tempo determinato (OTD) che, pur avendo prestato attività lavorativa nel semestre precedente l’assunzione, ha lavorato per un numero di giornate inferiore a 100 nei 12 mesi antecedenti l’assunzione; - il beneficio spetta anche in caso di proroga e trasformazione a tempo indeterminato di un rapporto a tempo determinato (instaurato prima del primo luglio 2014) purché sia soddisfatto il requisito dell’incremento occupazionale netto. La circolare INPS non si sofferma sui requisiti per il riconoscimento del beneficio in caso di assunzione di un giovane a tempo determinato. Si ricorda, al riguardo, che il relativo contratto di lavoro - redatto in forma scritta - deve avere durata almeno triennale e deve garantire al lavoratore un periodo di occupazione minima di 102 giornate all'anno. Per ulteriori informazioni contattare gli uffici della Confagricoltura Cuneo.

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LE REGOLE REGIONALI PER LA PULIZIA DEGLI ARGINI E DEGLI ALVEI FLUVIALI

arbusti presenti nella fascia di alveo di magra, taglio selettivo delle alberature con eliminazione delle piante eccedenti un diametro prefissato, periodiche operazioni di ceduazione. In generale è possibile tagliare la vegetazione ostacolante il libero deflusso delle acque con fasce di discontinuità di almeno 1000m. La vegetazione deve essere flessibile, poichè durante il deflusso delle acque si piega e riduce la sua altezza contribuendo al diminuire alla velocità della corrente, senza creare sbarramenti. La pulizia degli alvei e la corretta gestione si attua attraverso un attenta manutenzione, seguita da tecnici specializzati che sappiano valutare gli interventi più idonei.

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ACCESSO PENSIONI SESTA SALVAGUARDIA, TEMPO FINO AL 5 GENNAIO

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ella legge 10 ottobre 2014, n.247, contenente Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l’accesso al trattamento pensionistico, viene varata la sesta salvaguardia a favore di 32.100 lavoratori, ai quali sarà assicurata la possibilità di poter andare in pensione con i requisiti e le decorrenze vigenti a fine 2011. La sesta salvaguardia si rivolge a cinque tipologie di categorie di soggetti che hanno tempo fino al 5 gennaio 2015 per presentare specifica istanza alla DTL o alla sede Inps competente. In tutte le cinque categorie il periodo utile per il perfezionamento del requisito/decorrenza pensionistico è fissato in 48 mesi (in precedenza 36 mesi) dall’entrata in vigore del D.L. 201/2011. In buona sostanza la maturazione dei requisiti pre-Fornero possono essere realizzati entro il 6 gennaio 2016 (e non più entro il 6 gennaio 2015). Il Ministero del Lavoro fornisce per alcune categorie di lavoratori le modalità e la relativa modulistica (modello di Istanze e modelli di Dichiarazione sostitutiva di certificazione) per la presentazione dell’istanza alle competenti DTL, la cui trasmissione da parte dei lavoratori interessati o dai soggetti abilitati può avvenire con mailPEC o mail-Salvaguardati o tramite posta Raccomandata A/R. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici Enapa di Confagricoltura Cuneo.

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TREDICESIMA PESANTE SULLE PENSIONI DI DICEMBRE

L’

Inps riepiloga in un apposito messaggio le modalità per accedere all’importo aggiuntivo di euro 154,94 (lire 300.000) annue da erogare nella tredicesima mensilità o nell’ultima mensilità corrisposta nell’anno; Primo requisito richiesto è che il titolare di una o più pensioni non superi l’importo del T.M. previsto per il 2014 (euro 6.517,84) • Importo pensione/i ≤ di 6.517,94 : si ha diritto all’importo pieno; • Importo pensione/i tra 6.517,94 e 6.672,88 : si ha diritto ad un importo parziale; • Importo pensione/i è > di 6.672,88 : non si ha diritto ad alcun importo. Secondo requisito richiesto è che il reddito del pensionato (reddito complessivo assoggettabile all’Irpef) e del coniuge (se presente) non deve superare: • l’importo di una volta e mezza il T.M. (euro 9.776,91) in caso di pensionato non coniugato; • l’importo di tre volte il T.M. (euro 19.553,82). La comunicazione ai pensionati interessati a percepire l’importo aggiuntivo (euro 154,94) sarà visualizzabile attraverso il Mod. ObisM 2015 Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici Enapa di Confagricoltura Cuneo.

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A tutto campo

Imu terreni collinari rinvio al 26 gennaio CONFAGRICOLTURA CUNEO NON CI STA: “SI ANDRANNO A COLPIRE REALTÀ CHE OPERANO IN ZONE MARGINALI” di Gilberto Manfrin TERRENI AGRICOLI COLLINARI in Comuni con altitudine (*)

in Comuni con altitudine (*)

≤ 280 m s.l.m.

≤ 600 m s.l.m.

se Coltivatori Diretti o IAP IMPONIBILI IMU

Versamento IMU 2014 entro il 16.12.2014

Versamento IMU 2014 entro il 26.01.2015

Possibile revisione dei criteri di applicazione dell'IMU

(*) Come risultante dalla colonna "Altitudine del centro (metri)" nell'elenco Comuni disponibile sul sito dell'ISTAT.

I

l solito pasticcio all’italiana. Il decreto di revisione dell’elenco dei Comuni soggetti al pagamento dell’Imu con cui il Governo ha di recente rivisto l’applicazione della tassa nelle zone montane sotto i 600 metri ha rischiato di avere effetti devastanti per l’agricoltura

della provincia. E non solo. A pochi giorni dalla scadenza del pagamento fissata per il 16 dicembre, è arrivata la proroga della tassa sui terreni agricoli montani, ma solo di un mese e non, come si ipotizzava, a giugno 2015. Si pagherà, infatti, il 26 gennaio 2015. Questi gli ultimi

E T I C H E T TAT U R A

In vigore un regolamento più restrittivo Da sabato 13 dicembre è cambiato il sistema di etichettatura degli alimenti come previsto dal regolamento CE 1169/2011 che introduce una serie di nuove indicazioni obbligatorie, come gli allergeni, la tipologia di grassi, i metodi di lavorazione e la data di congelamento. Il provvedimento è particolaremnte importante perché interessa tutti i produttori di sostanze alimentari, compresi gli agriturismi. "L’enogastronomia rappresenta un settore di punta per l’Italia - dice l’eurodeputato Alberto Cirio - Un’eccellenza fondata sulla qualità che, già in molti casi, vede alta l’attenzione sul tema delle allergie e delle intolleranze alimentari. L’entrata in vigore di questo regolamento europeo contribuirà da una parte ad aumentare questa sensibilità, codificandola, e dall’altra a far crescere in generale la qualità della nostra offerta".

aggiornamenti sul tema che ha tenuto banco negli ultimi giorni prossimi alla scadenza Imu regolare che, per tutti gli altri (per intenderci coloro che avevano già versato l’acconto lo scorso 16 giugno), è rimasta il 16 dicembre. Nonostante si sia evitato un prevedibile assalto ai Caf e agli uffici deputati a svolgere le pratiche, la Confagricoltura di Cuneo, non ci sta: “In base al recente decreto di revisione dell’elenco dei Comuni soggetti al pagamento dell’Imu, i terreni di 158 comuni cuneesi su 250 saranno assoggettabili a Imu e l’esenzione risulterebbe valida solo per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali che operano nei comuni fra i 281 e i 600 metri sul livello del mare. Stiamo parlando di una percentuale che supera il 60% dei territori della provincia di Cuneo, andando a colpire una fascia di aziende operanti in zone già marginali”. La proroga dell’ultima ora dovrebbe consentire anche di “procedere ad una revisione dell’attuale sistema di tassazione in materia”, considerato che il nuovo criterio per l’identificazione dei Comuni montani/di collina, rappresentato dalla collocazione altimetrica della casa comunale, determina “evidenti distorsioni in tutti quei comuni in cui la medesima casa comunale è collocata ad una quota più bassa della maggior parte del territorio comunale”. Di fatto, quindi, in vista della “nuova” scadenza del 26 gennaio 2015, i criteri per l’applicazione dell’imposta potrebbero essere rivisti. L’impegno, in questo mese di tempo, è quello di modificare i criteri di applicazione che sono stati oggetto di forti polemiche nelle ultime settimane (altitudine divisa in tre fasce e misurata dal centro storico con aliquota fissa al 7,6 per mille). Ora il tempo stringe e occorrono risposte. In poco più di quattro settimane infatti non solo il Governo deve rivedere i criteri di applicazione ma i Comuni montani che non avevano già provveduto (perché magari erano stati finora esentati dal pagamento), devono deliberare l’aliquota. Questi dunque i nodi da risolvere in tempo record. Al Ministro dell’Economia e delle Finanze, il coordinamento Agrinsieme aveva chiesto con forza di sospendere la pubblicazione del decreto in modo da valutare con equilibrio i parametri assunti per determinare le nuove fasce di esenzione e i termini di pagamento dell’Imu.

L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2014

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Zootecnia

L'intervento del presidente di Confagricoltura Cuneo all'inaugurazione della struttura

A Carrù la "Casa della Piemontese" INAUGURATA ALLA PRESENZA DEL MINISTRO. AL CENTRO DEL DIBATTITO L'ETICHETTATURA OBBLIGATORIA DELLE CARNI

«U

n esempio unico in Italia, destinato a fare scuola. Rappresenta il cuore pulsante di 4.200 imprese e famiglie che allevano la prima razza bovina autoctona italiana». Lo ha detto il ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina, inaugurando la “Casa

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della Piemontese” nella sede dell’Anaborapi a Carrù. La nuova struttura completa la filiera, coniugando innovazione e tradizione. Racconterà la storia, i collegamenti con il territorio, presenterà i moderni sistemi di produzione e di certificazione, oltre a evidenziare la compatibilità ambientale

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della produzione. Sarà un punto di riferimento e un esempio anche per altre realtà allevatoriali. La zootecnia, come ha affermato il ministro, è uno dei pilastri della programmazione agricola che arriva fino al 2020. “Vogliamo sviluppare – ha detto Martina a Carrù - la zootecnia di montagna, in cui l’allevatore-agricoltore rappresenta un insostituibile presidio sul territorio a difesa dell’ ambiente e contro il dissesto idrogeologico”. Presenti, al taglio del nastro, oltre 400 persone, tra le quali i massimi esponenti dell’agricoltura provinciale. “Interessante il dibattito (organizzato a margine della cerimonia, ndr.) con le organizzazioni agricole e il ministro – ha spiegato Oreste Massimino, presidente Confagricoltura della provincia di Cuneo –. Nel mio intervento ho posto l’accento sull’importanza dell’etichettatura obbligatoria per dare al consumatore tutte le informazioni necessarie a fare una scelta consapevole. La Casa della Piemontese celebra un’eccellenza del nostro territorio che merita di essere valorizzata e promossa anche fuori dai confini regionali”.

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Digestato: no a limite 30% CONFAGRICOLTURA SI E' BATTUTTA A ROMA PER I CONTROSENSI DI UNA PROPOSTA A SVANTAGGIO DEGLI ALLEVATORI di Erica Giraudo

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e proposte di fissare un limite allo spandimento del digestato in zone vulnerabili da nitrati e una percentuale massima, del 30%, delle colture dedicate negli impianti di biogas sono state al centro della Conferenza Stato-Regioni a Roma. Era stata convocata per discutere lo schema del decreto sull’utilizzazione agronomica degli effluenti d’allevamento, delle acque reflue e del digestato. Ma sono emerse diverse perplessità sollevate da Confagricoltura. "L’inserimento del limite del 30% alle coltivazioni dedicate che possono essere presenti nel digestato, anche se solo per gli impianti autorizzati, dopo l’entrata in vigore del decreto effluenti - dicono dall'associazione agricola - è un controsenso. In primo luogo si rischierebbe di trattare diversamente materiali vegetali, senza nessun riferimento scientifico. Inoltre il digestato con coltivazioni superiori al 30% verrebbe trattato come un rifiuto, andan-

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16 L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2014

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Proroga spandimento inutile La proroga di 15 giorni del divieto di spandimento liquami, concessa dalla Regione Piemonte, non è servita, perché il maltempo ha bloccato le operazioni di smaltimento. Confagricoltura Cuneo chiederà al Governo regionale un ulteriore slittamento, anche se gli obblighi comunitari impongono un numero minimo di giornate di stop allo spandimento nel periodo invernale. “Nei campi impregnati di acqua i trattori rischiavano di sprofondare - spiega Gualtiero Dalmasso dagli uffici provinciali di Confagricoltura Cuneo - e, in ogni caso, la legge vieta di versare i reflui in terreni in cui affiorano falde acquifere. E qualche giorno fa erano più che affiorate”. La Regione Piemonte aveva concesso agli allevatori 15 giorni in più, dal 15 novembre al 1° dicembre, per svuotare il liquame nelle zone vulnerabili, cioè suoli coperti da colture o con residui colturali, in previsione delle semine primaverili anticipate. Attualmente il divieto sarà in vigore fino al 28 febbraio 2015.

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do contro la legge, si limiterebbe l’uso nei terreni che sono carenti di sostanza organica. Gli impianti regolari sarebbero costretti a chiudere e si bloccherebbe lo sviluppo del biometano, una possibilità imperdibile in aree marginali". Nell’ultima riunione della Conferenza Stato-Regioni è stato approvato, dopo una lunga istruttoria di associazioni di categoria, Regioni e Ministero, lo schema di decreto sulla revisione delle norme. Prevede: la bipartizione del digestato in agrozootecnico e agroindustriale; parificazione ai concimi di origine chimica, attraverso analisi che comprendono il calcolo dell’azoto tramite l’effettivo fabbisogno delle colture; divieto di utilizzare il digestato in impianti di colture che provengano da siti di bonifica; flessibilità della collocazione temporale del periodo di 60 giorni di divieto di spandimento degli effluenti. Una questione annosa, quella del digestato, che ora sarà presentata, in questi termini, alla Commissione europea per la revisione della Direttiva nitrati.

1/11/2014 1/11/2014

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A "La Bottega della Carne" uno dei capi migliori dell'asta Nel corso della nona asta mondiale del "Bue Grasso di Carrù" che si è svolta domenica 9 dicembre scorso, la macelleria "La Bottega della Carne" di Magliano Alpi, condotta da Nadia Vizio, è riuscita ad aggiudicarsi "Rodano", uno dei 10 migliori capi battuti. All'asta sono stati venduti nove dei dieci capi messi all'incanto lo scorso 19 novembre (un bue è stato ritirato), la maggior parte dei quali sono finiti fuori provincia e fuori regione.

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L’Agricoltore cuneese N. 09 • DICEMBRE 2014

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Latte

Vitivinicoltura

CONFAGRICOLTURA PIEMONTE: "IL PREZZO ALLA STALLA È TROPPO BASSO, OCCORRE INTERVENIRE CON FORZA" di Gilberto Manfrin

“L

a situazione è delicata: il prezzo del latte alla stalla è troppo basso e occorre intervenire con forza per evitare che le imprese di allevamento siano le sole della filiera a pagare i danni della crisi”. Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte, interviene sull’andamento delle quotazioni del latte, che nelle ultime settimane stanno facendo registrare prezzi inadeguati. I tecnici di Confagricoltura rilevano che il valore medio del latte “spot” alla Camera di Commercio di Lodi nella seconda quindicina dello scorso mese di novembre è stato di 37,89 centesimi al litro; a giugno era fissato a 42,40 centesimi al litro, mentre nel mese di novembre 2013 gli allevatori ricavavano

mediamente 52,97 centesimi al litro. “In un anno i produttori hanno perso oltre 15 centesimi al litro, vale a dire oltre il 28% delle loro entrate: la capacità di sopravvivenza è al limite - dichiara il presidente regionale di Confagricoltura - e in molte realtà non si riescono più a coprire i costi di produzione”. La crisi è aggravata da nuovi timori: nelle ultime cinque annate, a partire dal periodo 2009-2010, l’Italia non ha mai superato il quantitativo di riferimento nazionale. Anche per questo motivo alcuni produttori, in particolare nei Paesi del Nord Europa, in vista della fine del regime delle quote latte (la data di cessazione del sistema vigente è fissata al 31 marzo 2015), hanno

aumentato, seppur moderatamente, la consistenza delle mandrie, allevando un maggior numero di vacche rispetto all’anno precedente. Complice un’estate fresca che ha agevolato le rese, anche nel nostro Paese si sta andando ora verso un incremento della produzione che fa rischiare all’Italia il superamento della quota di produzione nazionale, con la conseguente applicazione delle multe a carico degli splafonatori. Per il presidente regionale di Confagricoltura è necessario avviare un confronto con gli allevatori e le espressioni organizzate della filiera per ragionare insieme sul futuro del comparto. “Da parte nostra - afferma Gian Paolo Coscia lavoreremo per rafforzare la capacità produttiva delle imprese, intervenendo sul versante della competitività, facendo crescere la cooperazione e cercando di aggregare meglio il prodotto per la vendita, con l’intento di contrastare un andamento di mercato che è fortemente insoddisfacente”. La Confagricoltura di Cuneo, nell’avvallare le affermazioni del presidente Coscia, si dissocia da altri commenti e posizioni emersi negli ultimi giorni circa il prezzo del latte.

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Vino: cala la produzione, sale l'export PRESENTATI A TORINO I DATI DI 'ANTEPRIMA VENDEMMIA 2014'. L'ESPORTAZIONE CRESCE E VALE UN MILIARDO DI EURO

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on +4,1% nel primo semestre 2014 e un valore superiore al miliardo di euro (a fronte di un +1,5% a livello nazionale), si può legittimamente affermare che l'esportazione dei vini del Piemonte non sembra conoscere ostacoli, ma anzi, continua a crescere. Sono alcuni dei dati presentati a Torino nel corso di ‘Anteprima vendemmia 2014’, l’annuale incontro promosso il 24 novembre da Vignaioli Piemontesi, Regione Piemonte e Piemonte Land of Perferction per presentare dati e valutazioni sulla vendemmia e tracciare una previsione sull’andamento dell’annata. A causa del clima sfavorevole, secondo i dati diffusi dalla Regione Piemonte, la produzione ha avuto un calo del 6,9%. I numeri non sono ancora definitivi né tantomeno allineati; secondo le stime di Assoenologi la flessione è stata del 18%, per l'associazione Vignaioli Piemontesi del 16,5%. La

Vini piemontesi, un exporte da record

L'esportazione dei vini del Piemonte non sembra conoscere ostacoli e continua a crescere: +4,1% nel primo semestre 2014, per un valore superiore al miliardo di euro

qualità è comunque buona per i Vignaioli, con Barolo Barbaresco e la piccola Docg Ruché sopra la media. “In Piemonte - ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura, Giorgio Ferrero - è calato il numero delle aziende agricole (-19mila unità, operano su 43 mila ettari), ma abbiamo imprese più grandi e molto più ben strutturate, grazie a riaccorpamenti, nuovi investimenti e un forte ricambio generazionale nella guida aziendale, ovvero l'insediamento di giovani agricoltori e la crescita della componente femminile: le aziende condotte da donne sono 22mila su 67mila”. In Piemonte gli ettari sono 44.754, il 7% del cosiddetto Vigneto Italia, la produzione stimata del 2014 è stata (dati della Regione) pari a 2 milioni e 402mila ettolitri (contro i 2,57 milioni del 2013). I vini Doc sono 42, i Docg 18. "L’aumento della quota export dei vini fatta registrare dal Piemonte è

+1,5%

+4,1%

frutto di una serie di situazioni - commenta Mario Viazzi, direttore della Confagricoltura zona di Alba -. Mi riferisco a maggiori sinergie messe in atto dai produttori, un generale aumento della qualità dei vini prodotti, un attento utilizzo dei fondi Europei Ocm vino che ha consentito alle aziende di partecipare a progetti di sviluppo commerciale dei vini prodotti, una capacità imprenditoriale cresciuta rispetto al passato anche grazie all’ingresso nelle aziende di validi giovani, con un grado di istruzione mediamente più elevato, un’adeguata conoscenza dei mezzi informatici e di comunicazione ed infine una maggior padronanza della lingua inglese, che ha consentito di non delegare più la presenza sui mercati esteri agli intermediari. Credo, inoltre, che il riconoscimento Unesco concesso ai territori vitati di Langa, possa generare ulteriori aspetti positivi per il settore".

LUTTO

Ci ha lasciato Marco Cerutti, tecnico di Enocontrol Tutta la Confagricoltura Cuneo si stringe attorno alla famiglia di Marco Cerutti, tecnico del laboratorio Enocontrol di Alba (centro d'analisi e ricerca che svolge un ruolo di primo piano nella diffusione dell’innovazione tecnologica al mondo enologico e agroalimentare), venuto a mancare nei giorni scorsi. In molti, all'interno della Confagricoltura Cuneo, aveano imparato a conoscere Cerutti per la sua professionalità. Cerutti sarà ricordato durante la santa Messa di domenica 21 dicembre alle ore 11,15 presso la Chiesa Parrocchiale di San Marzano Oliveto (AT).

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Confagricoltura news

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e sale dell’Enoteca regionale del Moscato a Mango hanno fatto da cornice al convegno promosso venerdì 14 novembre dall’Anga di Cuneo, il gruppo giovani di Confagricoltura. Tematiche oggetto del dibattito: le potenzialità dei grandi vini del territorio secondo i giovani imprenditori agricoli alla luce anche della nuova Pac 2014/2020. Proprio per illustrare le nuove opportunità che giungono dall’Europa è intervenuto l’europarlamentare Alberto Cirio, che ha colloquiato con Alberto Giordano e Simone Cerruti, presidente e vicepresidente Anga Cuneo, Davide Cravero, presidente Anga Piemonte, Raffaele Maiorano e Fran-

cesca Picasso, presidente e vicepresidente nazionali dell’Anga. All’incontro hanno preso parte anche Alice Cerutti, delegata dell’Anga al Ceja (Conseil Européen des Jeunes Agriculteurs) e una delegazione dell’Anga Liguria. “È stato un momento di confronto molto positivo che ci ha permesso di chiarire meglio il ruolo dell’Europa nella programmazione delle politiche di sviluppo dell’agricoltura del nostro territorio - ha sottolineato Alberto Giordano, presidente dell’Anga di Cuneo -. Abbiamo intenzione di proseguire nell’approfondire i discorsi affrontati e grazie alla diponibilità dell’europarlamentare Cirio abbiamo allo studio un viaggio a Bruxelles per

S O G G I O R N O P E N S I O N AT I

Viaggio in Sicilia dal 3 all'11 marzo Torna il soggiorno pensionati di Confagricoltura. La meta scelta per il 2015 è la Sicilia: dal 3 all’11 marzo il “Caesar Palace Hotel” di Giardini Naxos, ad appena 11 km da Taormina, ospiterà i pensionati dell’associazione. Durante il soggiorno saranno visitate, tra le altre, Messina e il Santuario della Madonna Nera di Tindari, Taormina, Piazza Armerina, Savoca e Forza D’Agrò, Caltagirone, Grammichele e Siracusa, oltre a un’azienda agricola a indirizzo agrumicolo. L’importo per l’albergo è di 650 euro per i pensionati associati (750 per tutti coloro che non sono pensionati o non associati). La quota comprende la prima colazione a buffet, il pranzo e la cena, sistemazione in camera doppia, cinque escursioni di mezza giornata e due di un’intera giornata con pranzo in aziende agrituristiche associate a Confagricoltura (le escursioni saranno effettuate con bus Granturismo e con la presenza di guide autorizzate), ingresso musei, medico in hotel 24 ore su 24, animazione in hotel. Per il viaggio, che sarà in aereo, la Confagricoltura si sta muovendo per avere prezzi agevolati. Le adesioni si raccolgono entro il 27 gennaio 2015, con il pagamento di un acconto pari a 230 euro a persona.

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ROAD SHOW AD ALESSANDRIA Giovani agricoltori protagonisti anche al Road Show di Alessandria. “Una bella occasione d’incontro e confronto tra giovani e senior - ha commenta Alberto Giordano, presidente Anga Cuneo -. Il direttivo ha potuto illustrare ai giovani aspiranti agricoltori le opportunità rappresentate dal diventare soci dell’associazione". La tappa piemontese ha coinvolto numerosi giovani, intervenuti da ogni parte della regione, che hanno assistito alla presentazione dell’associazione da parte del presidente Raffaele Maiorano, e ad alcune interessanti testimonianze di giovani in agricoltura. L’occasione ha poi permesso a tanti giovani di conoscere meglio l’associazione. Il Road Show è la prima azione di un progetto di ricambio generazionale, lo “Yeah! Project”, attraverso il quale i giovani di Confagricoltura si propongono di ridisegnare l’associazione e identificare strumenti innovativi per attrarre nuovi associati. Il presidente Anga Piemonte, Davide Cravero, ha presentato le opportunità per il futuro: “La mission dei giovani di Confagricoltura – Anga è formare e sostenere i giovani imprenditori, incentivando un'agricoltura che guarda al futuro, rispettando le tradizioni. Noi speriamo che con iniziative di questo tipo si possa allargare la base associativa.

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l contratto di rete è un’importante novità per l’organizzazione delle imprese agricole e la Confagricoltura, tra i principali sostenitori, ha organizzato un convegno per presentare nei dettagli opportunità e peculiarità. Tecnici e imprenditori agricoli hanno partecipato numerosi, lo scorso 6 novembre, al pomeriggio dal titolo “Le reti d’impresa in agricoltura: nuove opportunità e vantaggi per lo sviluppo delle imprese agricole”, organizzato con il contributo della CCIAA di Cuneo, nella nuova sede cuneese dell’associazione agricola. Dopo i saluti del presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino, e l’intervento di Antonella Cometto, responsabile ufficio Registro imprese della Camera di commercio di Cuneo, a illustrare i vantaggi e le opportunità del contratto di rete e le principali normative in materia introdotte dal DL Competitività, erano presenti gli esperti nazionali dell’associazione agricola Maria Cristina D’Arienzo, responsabile Reti di Impresa di Confagricoltura, Nicola Caputo, responsabile nazionale servizi fiscali di Confagricoltura, e Roberto Caponi, responsabile nazionale delle Politiche Sindacali di Confagricoltura. ”Siamo a disposizione per raccogliere le richieste dei nostri associati e costruire insieme la loro idea di rete - ha commentato a chiusura dell’incontro Jessica Cerrato, responsabile contratti di rete di Confagricoltura Cuneo -. È uno strumento nuovo e ancora in evoluzione: per questo invitiamo le aziende a rivolgersi a noi per qualsiasi dubbio, faremo da inter-

Un momento del partecipato convegno nella nuova sede di Confagricoltura Cuneo

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A MANGO SI È SVOLTO UN CONVEGNO PER PARLARE DELLE POTENZIALITÀ DEI GRANDI VINI DEL TERRITORIO

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Giovani viticoltori e le sfide del futuro

conoscere da vicino le istituzioni europee. È sempre più chiaro, infatti, che sono loro a determinare le linee del nostro futuro ed è bene imparare come a gestire meglio le risorse che arrivano dall’Unione europea”. Alberto Cirio, dal canto suo, ha ribadito il suo impegno in Europa per attivare finanziamenti e promuovere l’agricoltura italiana, con un occhio di riguardo al Piemonte.

CONVEGNO SUI CONTRATTI DI RETE: "A DISPOSIZIONE DEGLI ASSOCIATI PER VALUTARE OGNI SINGOLA SITUAZIONE"

faccia con gli esperti nazionali per cercare la soluzione migliore e valutarla insieme”. Il contratto di rete, come abbiamo già illustrato nelle precedenti puntate su "L'Agricoltore Cuneese", rappresenta una libera aggregazione tra imprese che permette di perseguire obiettivi strategici di innovazione e competitività, senza dover procedere a fusioni o incorporazioni. La rete può essere costituita da due o più imprese, di differente natura giuridica o operanti in settori merceologici diversi. Tra i principali vantaggi delle reti, c’è la possibilità di effettuare assunzioni collettive che permettono di razionalizzare le spese, ridurre i costi legati alla burocrazia e consentire alle aziende di poter contare in modo continuativo su una professionalità già formata. Inoltre, grazie all’impegno di Confagricoltura, per la stipula del contratto è sufficiente la sola firma digitale che permette un risparmio economico oltra ad una riduzione dei tempi di formalizzazione della rete. Durante l’incontro sono stati illustrati anche gli aspetti normativi e fiscali connessi a questa tipologia di contratto, alcuni di essi ancora in evoluzione, alla ricerca, grazie anche all’impegno di Confagricoltura, della miglior soluzione per alleggerire il peso della burocrazia per le imprese agricole.

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Un momento dell'incontro nelle splendide sale dell'Enoteca regionale del Moscato a Mango

La Confagricoltura di Cuneo e la redazione de "L'Agricoltore cuneese" si congratulano con Marco Bruna, direttore di zona Savigliano e Saluzzo, e sua moglie Chiara per la nascita della piccola Marta. Ai genitori e alla sorellina Cecilia, i migliori auguri di una vita ricca di soddisfazioni.

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Le nostre aziende

Una 'rete' di stalle per garantire carne di qualità I FRATELLI ROCCA ALLEVANO PIEMONTESI E GARONNESI CHE FINISCONO SUL BANCO DELLA LORO MACELLERIA A MONTICELLO di Paolo Ragazzo

Il giovane allevatore Simone Del Giacco con il tecnico di Confagricoltura Cuneo, Fabio Fogliati

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el cuore del Roero c’è un’azienda agricola impegnata da tre generazioni nell’allevamento di bovini da carne. Una realtà che anche in un momento non semplice per la zootecnia, come l’attuale, riesce a progettare un futuro di sviluppo grazie al giusto equilibrio tra l’esperienza di chi fa questo mestiere da decenni e l’entusiasmo di chi invece ha deciso da poco di investire in agricoltura. È la storia dell’azienda Rocca, allevatori di vitelli Piemontesi e Garonnesi. Ai fratelli Lorenzo (62 anni) e Sergio (48 anni), infatti, si è aggiunto il nipote Simone (35 anni), fino a due anni fa impegnato in tutt’altra attività professionale, ma convinto nel seguire e coltivare quella passione tramandatagli dal nonno da quando era bambino. Il sistema che meglio rappresenta la struttura aziendale dei Fratelli Rocca

è quello della rete, che ha il suo fulcro a Monticello d’Alba, sede della ‘Bottega del Buongustaio’ macelleria di famiglia, mentre tutto intorno ‘gravitano’ ben cinque stalle: tre tra Corneliano, Guarene, Diano d’Alba e due a Bra. Qui vengono allevati in tutto oltre 200 capi bovini. Noi abbiamo visitato due di questi allevamenti, uno di Piemontesi e uno di Garonnesi. “Le differenze tra le due razze sono molte – spiega Simone –, ma stiamo parlando di due tipologie di animali ugualmente molto valide dal punto di vista produttivo. Si differenziano tra loro principalmente per la qualità della loro carne (entrambe comunque ottime) e per alcune peculiarità dell’allevamento. A livello di mercato, tuttavia, la razza Piemontese qui da noi è quotata meglio della Garonnese”. Numericamente i capi allevati sono divisi a metà tra le due razze. Nella stalla di Corneliano, oltre a numerosi vitelli di Piemontese, trovano sistemazione anche alcuni buoi. “Quest’anno ne abbiamo avviati al macello tre – continua Simone – uno dei quali prima è stato presentato all’ultima Fiera del Bue Grasso di Carrù”. Ma cosa c’è dietro all’allevamento di un bue, una volta così diffuso in pro-

vincia di Cuneo e ora dai numeri via via sempre meno significativi? “È senz’altro una pratica allevatoriale molto impegnativa, perché non dura meno di 4 anni e mezzo – riprende il giovane allevatore -, un periodo molto lungo da sostenere e durante il quale l’animale viene trattato con la miglior cura possibile, specie in termini di alimentazione. La castrazione av-

viene a circa 3/6 mesi, ma fino a quando non ha una dentatura completa (8 denti) non è pronto per essere macellato”. In questo lasso di tempo il capo cresce fino a raggiungere un peso che si aggira sulla tonnellata e in molti casi la supera di gran lunga; la carne, nel frattempo, guadagna un elevato valore alimentare e proprietà organolettiche uniche. Con i suoi capi l’azienda Fratelli Rocca ha fatto parlare di sé alla fiera di Carrù già negli anni passati dove ha ottenuto piazzamenti di tutto rispetto, ma anche all’ultima fiera zootecnica di Alba, a cui partecipa regolarmente, dove si è messa in mostra vincendo il secondo premio nella categoria meticci. La gualdrappa di questo riconoscimento è in bella mostra nella macelleria nel centro di Monticello, dove da oltre 30 anni Lorenzo e Sergio Rocca propongono ai consumatori della zona, e non solo, la carne dei capi da loro allevati. È proprio in questo che risiede il

Sergio Rocca mostra fiero la mezzena di un bue allevato nella sua azienda e ora pronto per essere acquistato alla "Bottega del Buongustaio"

valore aggiunto dell’azienda: riuscire ad occuparsi direttamente di tutte le fasi che caratterizzano l’allevamento, dalla cura degli animali, alla loro macellazione fino alla vendita. “Purtroppo i consumi di carne sono in calo, mentre dall’altro lato i costi di produzione restano elevati – riprende Simone –; in un contesto del genere poter vendere direttamente è uno sbocco di mercato che

Nelle stalle dei fratelli Rocca vengono allevati capi di Garonnese e di Piemontese, ma solo i migliori diventeranno buoi

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permette di ‘spuntare’ prezzi migliori”. Sergio, coadiuvato in macelleria dal figlio Edoardo, aggiunge con orgoglio che tutti gli animali da loro allevati sono alimentati con la “formula Rocca”, uno speciale mangime prodotto con materie prime naturali ‘come una volta’ privo di additivi chimici: “Macellando la carne da anni, e grazie ai preziosi insegnamenti di mio fratello Lorenzo, ormai mi accorgo subito se un capo è stato alimentato come si deve e al banco la qualità della carne si vede eccome”, spiega lui mentre ‘posa’ a fianco dell’imponente mezzena del bue appena messa a frollare in frigo, cioè a riposare per 7/10 giorni a una temperatura compresa tra 0 e 1 grado. Lasciando Monticello, la visita all’azienda Rocca si conclude a Bra. Qui in frazione Madonna dei Fiori si trova una delle stalle di vitelli Garonnese. La culla di origine di questi bovini è la zona francese del Massiccio Centrale, ma questa razza ha una discreta presenza anche in Italia: “Sono capi forse meno delicati rispetto alla Piemontese – confessa Simone – quindi, se vogliamo, il loro allevamento è più agevole per certi aspetti, ma qua da noi la Piemontese resta un’istituzione”. E a ragion veduta.

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li anni ’50 erano anni di profondi cambiamenti. Dai campi si sradicavano maestosi filari di gelsi, la luce elettrica arrivava anche nelle cascine. Per i giovani, il sogno della motocicletta, per alcuni anche quello della macchina, diventava realtà. Nelle famiglie, poi, andava prendendo piede una vera rivoluzione. Dopo millenni di impossibilità di scalata sociale, il figlio del contadino poteva intraprendere la via degli studi. Anche in casa di Pierino spirava il vento di questa straordinaria primavera. Pierino era un ragazzo abbastanza sveglio e di buon carattere, tanto che il parroco gli aveva messo gli occhi addosso e insisteva presso la famiglia per mandarlo in seminario. Il pomeriggio del 30 settembre 1956, sul sedile posteriore della 600 di Zio Stefano veniva stipato il materasso e lo spazio che rimaneva era occupato da Pierino che, schiacciato contro il vetro, sembrava un topo in una scatola. Accanto al guidatore la madre, con una valigia marrone, nuova fiammante, di fibra. Pierino non aveva mai fatto un viaggio così lungo in macchina e non era mai andato così lontano, e, soprattutto, non aveva mai dormito fuori casa. La novità, di per sé, non lo impauriva, ma lo proiettava in una atmosfera di ansia e di imponderabilità: lasciati i confini del suo mondo, si sentiva perso in uno spazio incontrollabile. Se quello era il suo destino, lo avrebbe affrontato con coraggio, poi sapeva che, nel suo mondo, c’era una sola legge: l’obbedienza. La maestosità dei corridoi, la vastità delle camerate, a confronto delle quali il suo granaio era un buco, lo distrassero alquanto dalla tristezza dell’addio alla mamma, che, per la prima volta, vide in una luce diversa e per la prima volta ne percepì concretamente l’affetto. Per tre giorni filò tutto liscio. Si adattò senza problemi alla disciplina gesuitica che governava l’esistenza in quella caserma di 150 reclusi e, quasi, quasi, gli piacque quell’ordinato e rigido alternarsi di impegni, dal mattino alla sera. Per pensare restava solo la notte, se il sonno tardava. Pierino aveva ormai, pensava lui, la situazione in mano: aveva già stabilito rapporti con molti compagni e familiarizzato con la vita di comunità. Illuso. La sera del terzo giorno, tornato in studio dopo il noiosissimo rosario, il mon-

do gli franò addosso. Alzando gli occhi verso i finestroni dell’aula, saldamente difesi da una pesante griglia a prova di pallone, come San Paolo sulla via di Damasco, fu stordito da una folgorante visione: là, in fondo, all’orizzonte c’era la sua casa. Un dolore fortissimo e penetrante improvvisamente lo opprimeva: sì, la sua casa era proprio là, proprio dove il sole tramontava. Le immagini del mondo che aveva lasciato gli scorrevano veloci nella mente: gli mancavano i suoi fratelli, il papà, così grande e così forte e la mamma. Gli mancava la mamma. Frenò per qualche tempo la disperazione montante, finché scoppio in un pianto sfrenato, a singulti, a singhiozzi. L’assistente, con la grazia di un cammello, lo richiamò al silenzio. Fortunatamente suonò la campanella della ricreazione. Il compagno più buono della classe gli si avvicinò e fraternamente gli disse “non ti preoccupare: è la nostalgia, vedrai che ti passa”. La vergogna, con la sua smisurata potenza, dopo questo primo violento sfogo, pose fine al pianto e ai singhiozzi. Ma quella bestia lì, la nostalgia, fino ad allora sconosciuta, come una febbre maligna non dava segno di svanire. Con ferocia belluina tormentò il povero Pierino tutta la notte, il giorno dopo e solo l’indomani iniziò a diminuire, per cessare del tutto nella sera, quando il piccolo studente si sentì improvvisamente libero e leggero, ma anche più adulto: aveva la sensazione,di non essere più, quasi di non essere mai stato il Pierino di prima, libero e selvaggio e amò quegli strani pensieri che ora gli fiorivano in mente. La sua sorte era uguale a quella delle creature con le quali era cresciuto ed era stato felice: aveva capito che tutti i piccoli nascono per soffrire, ma che anche le loro madri soffrono. Infatti soffrivano i maialini quando li sbattevano sul motocarro per portarli da un'altra parte, soffriva il vitellino quando lo caricavano sul furgone e soffriva la madre nel non vederlo più. Soffriva anche quello legato per la prima volta alla greppia per poi adattarsi a non tirare più indietro per liberarsi, come lui, adesso. Ormai, dopo una settimana, non soffriva più. Amava le cose che aveva lasciato, ancora più di prima. Forse non era felice, ma non soffriva più. Gigi Fulcheri

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