L'Agricoltore Cuneese - N. 01/2017

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XV - N. 01•2017 - FEBBRAIO 2017 - CONTIENE I.P.

N. 01 • 2017 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

Psr, "La politica abbia più coraggio"

A G R I C O L T O R I

Latte, gli allevatori chiedono rispetto

Carni, basta menzogne!


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Sommario

Attenti al lupo! Ma a scappare è la politica Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice:

“N

elle scorse settimane si è discusso molto del cosiddetto “Piano Lupo” e lo facciamo anche noi su questo numero de L’Agricoltore cuneese, presentando testimonianze di allevatori esasperati dalla presenza del predatore. Il risultato di tanto clamore è stato, purtroppo, lo stralcio di una misura che finalmente prevedeva un contenimento della specie. È l’ennesima testimonianza chiara di come la politica di fronte ai problemi reali e ur-

genti del nostro settore preferisca spesso “girarsi dall’altra parte”. Quando invece decide con coraggio di affrontare le situazioni scottanti cosa fa? Una legge. Spera così di risolvere tutti i mali. Ma in Italia non abbiamo bisogno di altre norme, spesso molto ben reclamizzate sui giornali, ma con effetti di dubbia utilità. È così per il pacchetto di misure Agricoltura 2.0, che non ha ridotto la burocrazia a carico delle aziende agricole, anzi l’ha esasperata ulteriormente. Vale allo stesso modo per la

legge sul Caporalato che ha inasprito le sanzioni a carico degli imprenditori agricoli, addossando al settore le cause di un un fenomeno molto più complesso. E un terzo esempio rischia di diventarlo il cosiddetto “Collegato agricolo”, che dopo oltre due anni di lavori parlamentari ha ancora bisogno di numerosi decreti legislativi per diventare operativo. Insomma, gli agricoltori saranno pure quelli che gridano “al lupo, al lupo!”, ma a scappare sono i politici.

Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 10/02/2017 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO

FAUNA SELVATICA

La crisi nei campi si fa ancora sentire

4 Salvo il lupo, ma i malgari?

14

Redditi agricoli in calo di oltre il 7%

4 DANNI DA MALTEMPO 5 Tante urgenze post alluvione

15

Psr: "La politica deve avere più coraggio"

Le iniziative delle banche e della Regione

A TUTTO CAMPO Dop e Igp, non basta essere i primi Piemontese, l'Igp è una nuova sfida

6 LATTE 7 Gli allevatori chiedono rispetto Etichettatura al via il 19 aprile

ASSICURAZIONI Vige la più totale incertezza

8

POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA Ci mancava solo la modalità grafica La Pac guarda al futuro

9 10

ZOOTECNIA Carni, basta menzogne

11

15 17 17

VITIVINICOLTURA Registri elettronici partenza 'stentata'

18

CORILICOLTURA Cresce la voglia di frutta in guscio

19

Confagricoltura nel Comitato scientifico

19

CONFAGRICOLTURA NEWS

Allasia nel Tavolo tartufo 11 Nasce "Made in rete", sostegno alle aziende Parmigiani (suini): "Un'azione comune e coesa" 11 Convenzioni per i soci Confagricoltura Cuneo

20

Barbieri (latte): "Un pilastro dell'economia"

21

Massimino (avicoli): "Siamo all'avanguardia"

Stancari (bovini): "È importante comunicare"

12 La Fiera del Bue tornerà di giovedì dal 2018 12 Il Piemonte è con Giansanti

(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)

SELVICOLTURA

art. 1, comma 1, NO-CN

Valmaggia: "Meno burocrazia per i boschi"

12 Suini allevati al 'top' per prosciutti Dop

Iscrizione al Tribunale

È foresta il 35 per cento della Granda

13 IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE

20 20 23

LE NOSTRE AZIENDE 24

di Cuneo 17/12/1948 al n. 36

L’Agricoltore cuneese N. 01 • FEBBRAIO 2017

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In primo piano

La crisi nei campi si fa ancora sentire DA UN SONDAGGIO DE L’INFORMATORE AGRARIO EMERGE IL MALCONTENTO. REDDITI IN CALO E CRESCITA BASSA di Ilaria Blangetti

L'

agricoltura, purtroppo, non è come la si dipinge. Altro che atmosfere bucoliche, dichiarazioni ottimistiche e stime di crescita. Nel settore primario c'è molto malcontento tra chi ci lavora. Il perché è legato soprattutto ai redditi in calo che non concedono certezze e limitano le opportunità di crescita. Insomma, si arranca, sembra questa l’amara verità. Questo è, in estrema sintesi, quanto emerge da un sondaggio condotto dal settimanale L’Informatore Agrario che ha raccolto i pareri di 500 agricoltori.

91% La percentuale degli agricoltori intervistati che si ritengono insoddisfatti

PEGGIORAMENTO DEL REDDITO Il giudizio non lascia scampo: il malcontento raggiunge il 91,2% degli intervistati che non concordano con chi dice che l’agricoltura va bene, offre opportunità di reddito, crea occupazione e detiene il primato nelle esportazioni. Il coro negativo è praticamente unanime nei diversi indirizzi produttivi, dall’ortofrutticolo allo zootecnico, e varia tra l’88 e il 92%, con un picco dei cerealicoltori che arrivano al 98%. Oltre l’85% degli agricoltori ha denunciato un peggioramento del proprio reddito negli ultimi anni, a fronte di un indicatore dei redditi agricoli italiani in aumento del 14% dal 2005 al 2014, su una media europea del +40%. Nel campione intervistato solo i viticoltori danno segnali positivi con il 30% che afferma di aver migliorato il reddito.

"SPECIALIZZARSI ED EVOLVERSI" “Prendiamo atto di questi dati - commenta Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura di Cuneo -. La perdita di potere d’acquisto da parte dell’agricoltura è sotto gli occhi di tutti: arriviamo da un periodo in cui le commodities agricole hanno perso il 30% e se è vero che i prodotti caseari vivono un momento di mercato favorevole, purtroppo il prezzo del latte continua a restare su livelli di non remuneratività (vedi anche servizio a pagina 19). Insomma, è evidente che tutto ciò non possa assolutamente favorire il reddito degli operatori agricoli”. “Ci sono dei settori trainanti che beneficiano dell’export come quello del vino, ma

85% La percentuale di agricoltori interpellati che denunciano redditi in calo

sono rarità - continua -. Oggi molte aziende agricole hanno già integrato e diversificato il loro reddito per rimanere competitive attraverso attività connesse quali la produzione di energia da fonti rinnovabili o l’agriturismo ma se non riusciamo a dare un valore aggiunto ai nostri prodotti è davvero difficile rimanere competitivi e ‘combattere’ con Paesi che hanno costi di produzione molto inferiori. Il concetto standard dell’agricoltura è ormai passato, bisogna specializzarsi ed evolversi, guardando oltre e iniziando a trasformare noi per primi i nostri prodotti”. Secondo gli intervistati solo l’aggregazione tra produttori è vista come un sostegno per la redditività dei singoli agricoltori.

Redditi agricoli in calo di oltre il 7% IN ITALIA LA NEGATIVITÀ DEGLI AGRICOLTORI È DOVUTA SOPRATTUTTO AL CONTINUO CALO DEI PREZZI

A

confermare questo trend ci pensa anche l’inchiesta pubblicata dal Copa e dalla Cogeca che mette a confronto gli agricoltori europei e le loro cooperative. Le nuove cifre Eurostat, prevedono un ulteriore calo del 2% nel reddito agricolo europeo rispetto al 2015, riconosciuto già come un anno difficile. Queste cifre nascondono grandi differenze tra gli Stati membri dell’UE con cali che hanno raggiunto il 25,5% in Estonia e il 25% in Danimarca rispetto al 2015. In Francia il calo è stato del 15,8%, in Belgio del 12,4%, in Lettonia del 12,3%, in Slovenia del 10,7%, in Italia del 7,7%, in Germania del 4,7%, nel Regno Unito del 4,0%, in Lussemburgo dell'1,6%, in Grecia dell'1,2% e in Svezia dello 0,1%. Nello specifico nel nostro Paese la negatività degli agricoltori è dovuta soprattutto al continuo calo dei prezzi, con una limitata redditività delle aziende agricole. Anche secondo questa analisi gli unici soddisfatti sono gli operatori del comparto vino. Nonostante questo i produttori italiani (fatta eccezione per quelli di seminativi) sono ancora fiduciosi che la situazione possa cambiare nei prossimi due/tre anni. “Non è facile essere ottimisti in contesti di questo genere - commenta Confagricoltura Cuneo -, certamente però vanno messe in atto delle politiche che portino al centro il mercato e siano attente all’innovazione. L’unico modo per affrontare una situazione difficile è avere il coraggio di cambiare”. L'inchiesta sulla fiducia degli agricoltori europea viene effettuata due volte l'anno in Belgio (Fiandre), Danimarca, Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Svezia e Regno Unito (Inghilterra e Galles), su un totale di 8 mila intervistati.

4 L’Agricoltore cuneese N. 01 • FEBBRAIO 2017


"La politica deve avere più coraggio" SUL PSR POCHE RISPOSTE. ABELLONIO: "SPERO NON SI DEBBA ARRIVARE A UN PIANO UNICO A LIVELLO EUROPEO" di Gilberto Manfrin

MEDIAZIONE POLITICA ASSENTE In attesa di tempi certi sui bandi, pare che la Regione sia orientata a dare parere negativo alla richiesta di riconoscere le spese finora sostenute per gli investimenti dalle aziende condotte da giovani, finanziate sul premio di insediamento, ma non sulla 4.2.1. Confagricoltura non ci sta: "Questa cosa non trova logica perché parliamo di aziende giovani, con l’intento di ammodernare le strutture e che in moltissimi casi hanno già iniziato e terminato i lavori. Questo per dire che non si può penalizzare quelle realtà che magari hanno presentato un progetto congiunto tra le due misure. Anche perché, con l’eventuale apertura del nuovo bando, non potrebbero più ripresentare la domanda. Motivo per cui anche su questo bando è importante finanziare le pratiche assegnando i contributi e scorrendo le graduatorie per favorire proprio

queste realtà. Non solo: teniamo anche presente - prosegue Confagricoltura - che i punteggi non danno la certezza del finanziamento in quanto proprio a seguito del punteggio ottenuto parte un’istruttoria in cui i funzionari entrano nel merito della pratica. Solo dopo l’azienda sa se può essere finanziata. Ecco perché è importante tenere aperti i bandi con i relativi scorrimenti". E proprio per restare in tema di scorrimenti, per la Regione non sarebbe possibile, come richiesto da tutte le organizzazioni agricole, procedere a un ulteriore scorrimento della graduatoria relativa al bando 4.1.1., a causa della netta contrarietà manifestata al riguardo dall’Unione europea. “Continuano a dirci che va tutto bene, ma non è così e i fatti lo dimostrano - sottolinea il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia -. Manca un intervento politico che ci aiuti a risolvere le problematiche. Se la politica non esercita il suo ruolo di mediazione non otterremo mai nulla. Siamo vincolati a ciò che dice la Ue. È lo strumento del Psr che non funziona o chi ha il compito di farlo applicare? La politica dovrebbe ascoltare le esigenze del territorio”. Il direttore Roberto Abellonio, aggiunge: “A questo punto stante le non risposte ricevute spero non si debba arrivare ad avere un Psr unico a livello europeo, così da sapere con chi parlare”.

PIEMONTE AGLI ULTIMI POSTI Servirebbe, insomma, un po’ più di coraggio da parte chi è ai posti di comando… Per ora ne è stato messo in campo poco, come si evince da un’analisi pubblicata sul settimanale Agrisole dello scorso 27 gennaio e in cui emerge come il Piemonte si posiziona in quint’ultima posizione nella classifica delle regioni più sviluppate per capacità di spesa delle risorse, con solo il 4,92% dei fondi spesi. In testa alla classifica c'è la Provincia autonoma di Bolzano, che ha speso il 19,82%, seguita dal Veneto con il 15,55% e dalla Provincia autonoma di Trento con l'11%. Fanno meglio del Piemonte: Umbria, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, ma anche regioni meno sviluppate come Sardegna, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia.

SPESA FONDI 2014-2020 PER LO SVILUPPO RURALE

(Valori espressi in euro e aggiornati al 31/12/2016. A rischio disimpegno i fondi da spendere entro il 31/12/2018)

Regione

Emilia Romagna Veneto Lombardia Piemonte Toscana Umbria Pa Bolzano Pa Trento

Budget totale 2014-2020

1.189.679.963 1.184.320.500 1.157.646.104 1.093.054.267 961.841.373 876.651.206 366.405.380 301.470.451

Spesa al 31/12/2016

100.864.025 184.132.245 89.313.131 53.806.110 61.497.501 87.229.774 72.620.220 3.161.047

% sul totale

A rischio disimpegno

8,48 15,55 7,72 4,92 6,39 9,95 19,82 11,00

102.037.144 17.343.897 107.814.486 132.099.333 102.128.406 62.109.413 0,00 18.196.865

Fonte: Agrisole

“È

vero che la Regione ha confermato di voler aprire nuovi bandi sulle misure 4 (miglioramenti aziendali) e 6 (insediamento giovani) del Psr entro fine febbraio anche in mancanza dell’approvazione da parte dell’Unione europea delle modifiche richieste, ma pare, stando a ‘voci di corridoio’, che questi bandi slitteranno ancora. Detto che sarebbe un danno gravissimo, per noi resta fondamentale far scorrere le graduatorie piuttosto che aprire nuovi bandi”. Non usa mezzi termini la Confagricoltura di Cuneo per descrivere come, sul fronte Psr, la situazione sia ancora molto lacunosa e incerta. "Se proprio è necessario aprire i nuovi bandi sulla misura 6 - prosegue l'organizzazione agricola - occorre allora farlo allora con estrema urgenza, fermo restando che ci sono giovani che avevano aperto le partite iva i primi giorni del 2016 e che quindi già ora sarebbero tagliati fuori, a meno che non venga modificata la retroattività e si prenda come riferimento non la data della partita iva, ma quella di presentazione delle domande, avvenuta da aprile in avanti.

PER I GIOVANI DANNO E BEFFA Ma quali sarebbero i danni di un ulteriore slittamento dei bandi? Saranno soprattutto i giovani, purtroppo, a pagarne le conseguenze: le disposizioni regionali prevedono, infatti, che il giovane richiedente il contributo per il primo insediamento debba avere costituito l’azienda prima della presentazione della domanda di premio di insediamento, con apertura della partita Iva non oltre 12 mesi prima della presentazione della domanda di premio medesima. “Ciò significa - chiarisce Confagricoltura - che coloro che hanno aperto la partita Iva nel 2016 e presentato la domanda di premio, non finanziata per carenza di fondi, avranno tempo soltanto 12 mesi dalla data di inizio attività per ripresentare la domanda di contributo e se, per qualsiasi motivo, i bandi dovessero ritardare, i giovani non potrebbero più beneficare della misura, aggiungendo la beffa al danno”.

Il Piemonte, per spesa dei fondi, è molto indietro rispetto a tante altre Regioni

L’Agricoltore cuneese N. 01 • FEBBRAIO 2017

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A tutto campo La situazione dei Dop e Igp nel 2016 in Europa

289 Fonte: Centro Studi Confagricoltura

237

204

190 136

Italia

Francia

Spagna

Portogallo

104 Grecia

89 Germania

Dop e Igp, non basta essere i primi CONFAGRICOLTURA: IN ITALIA, DAL 2003, DODICI NUOVE DENOMINAZIONI ALL'ANNO. 10 QUELLE CHE 'CONTANO' di Erica Giraudo

CONFAGRICOLTURA CUNEO: "PURTROPPO NON È SCONTATO CHE IL NOSTRO LAVORO E LA QUALITÀ BASTINO DA SOLI A SALVAGUARDARE CHI PRODUCE E CHI CONSUMA

S

ono 289 i prodotti italiani che hanno ottenuto, nel 2016, i marchi Dop (Denominazione d’origine protetta, prodotti ottenuti in una determinata zona con materie prime provenienti dalla medesima zona) e Igp (Indicazione geografica protetta, prodotti di consolidata tradizione ottenuti in una determinata zona da materie prime non esclusivamente provenienti dalla stessa zona). L’Italia, in poco più di 10 anni, ha fatto un balzo in avanti e oggi è il primo Paese dell’Unione Europea per il numero di prodotti agroalimentari che hanno ottenuto uno dei due riconoscimenti. Nel 2003 erano 130 (uno in meno rispetto alla Francia che si attestava a quota 131). In 13 anni il Belpaese conta 52 registrazioni in più rispetto a quelle dei cugini d’Oltralpe (289 quelle italiane e 237 francesi). Seguono, in base ai dati elaborati dal Centro Studi di Con-

fagricoltura, la Spagna (190), il Portogallo (136), la Grecia (104), la Germania (89), il Regno Unito (58) e 2014 negli altri Paesi Europei per un totale di 1.307 in Europa (erano 622 nel 2003). Tra i Paesi extra Ue, è la Cina a farla da padrone con 10 prodotti su 23 totali. Il ritmo medio di crescita delle registrazioni di prodotti Dop e Igp in Italia è stato di circa 12 all’anno, con un picco nel 2010 quando sono state addirittura 20. IN PIEMONTE 23 TRA DOP E IGP La categoria produttiva che si fregia di più marchi è quella ortofrutticola-cereali (110), seguita da formaggi (52), oli extravergini di oliva (45) e preparazioni a base di carne (41). Le regioni con maggiori prodotti sono:

58 Regno Unito

altri Paesi EU

Emilia Romagna (44), Veneto (36) e Lombardia (34). In Piemonte sono 23 (13 Dop e 10 Igp). Le aziende agricole italiane che li producono sono 75.500. Sono aumentate soprattutto le aziende delle carni fresche e ortaggi-cereali, mentre sono diminuite quelle della filiera dei formaggi e delle preparazioni a base di carne. La superficie agricola nazionale destinata a produzioni a denominazione d’origine protetta e d’indicazione geografica protetta è di quasi 170.000 ettari, in costante crescita negli ultimi anni. Nei dati Istat si legge che, nel 2015, la superficie è stata utilizzata per: ortofrutticoli e cereali (53.958), oli extravergine di oliva (114.996), prodotti di panetteria (351), aceti (252), spezie (169) e oli essenziali (150). Gli allevamenti sono 39.307, circa il 21% del totale. UN 'TESORO' IMPORTANTE A CUI CONCORRONO IN POCHI Il valore economico totale delle produzioni Dop e Igp italiane, nel 2014, ammontava a quasi 6.400 milioni di euro. Al valore complessivo contribuiscono, prevalentemente, 10 prodotti che sono: Grana Padano Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di

IGP 10 13 DOP in Piemonte

5

in provincia di Cuneo

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in Piemonte

8

in provincia di Cuneo


Parma Dop, Aceto balsamico di Modena Igp, Mozzarella di bufala campana Dop, Prosciutto di San Daniele Dop, Mortadella Bologna Igp Gorgonzola Dop, Bresaola della Valtellina Igp e Mela Alto Adige Igp. Il valore delle esportazioni italiane, rispetto al 2002, è più che raddoppiato (116%). Al primo posto ci sono gli aceti balsamici, seguiti dai formaggi e dai prodotti ortofrutticoli.

Piemontese, l'Igp è una nuova sfida CONFAGRICOLTURA CUNEO PLAUDE ALL'IMPORTANTE RICONOSCIMENTO MA SI AUGURA CHE SALGANO PREZZI E VOLUMI DI PRODOTTO, NON SOLO COSTI E BUROCRAZIA di Erica Giraudo

LA 'GRANDA' È REGINA Delle 23 produzioni piemontesi, in base ai dati del Rapporto economico della Camera di Commercio di Cuneo, 13 sono cuneesi: 5 Igp e 8 Dop. Il marchio d’indicazione geografica protetta è stato ottenuto da: Nocciola Piemonte, Castagna Cuneo, Fagiolo Cuneo, Mela Rossa Cuneo e Vitellone piemontese della coscia. Il marchio denominazione d’origine protetta da: Formaggio Murazzano, Formaggio Castelmagno, Formaggio Bra, Formaggio Raschera, Formaggio Toma piemontese, Formaggio Gorgonzola, Formaggio Grama Padano e Prosciutto crudo di Cuneo. LA QUALITÀ NON BASTA Un primato importante che, però, da solo non basta, servono adeguate politiche di commercializzazione e promozione sul mercato nazionale e internazionale. “Il 'made in Piemonte' è apprezzato in tutto il mondo – spiega Confagricoltura Cuneo –, ma è necessario difendere le nostre eccellenze dalla concorrenza sleale, da chi spaccia prodotti di altri Paesi per Igp o Dop italiane. Purtroppo non è scontato che il nostro lavoro e la qualità di ciò che facciamo bastino da soli a salvaguardare chi produce e chi consuma. È necessario vigilare anche, e soprattutto, all’estero. Queste tutele identificano il territorio e valorizzano tutta la filiera, anche dal punto di vista del marketing, ma si deve fare in modo che il cliente sappia distinguere i prodotti che hanno ottenuto il marchio d’Indicazione geografica protetta e di Denominazione origine protetta in Italia da quelli che non hanno il riconoscimento (che vuol dire anche che non sono stati sottoposti a controlli puntuali e non hanno dovuto rispettare un disciplinare rigido) o che sono stati realizzati all’estero, scegliendo in modo consapevole cosa portare in tavola”.

Una delle molte stalle in cui si allevano bovini di razza Piemontese

"U

n punto di partenza importante dal quale continuare a lavorare sperando in un aumento di volumi e utili." Così da Confagricoltura Cuneo commentano l’ottenimento del riconoscimento Igp (Indicazione geografica protetta) del "Vitellone Piemontese della coscia". Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea del 23 dicembre 2016 è stata pubblicata la domanda di registrazione. Ora manca solo più l’ultimo passaggio formale: se entro tre mesi nessuno si opporrà al provvedimento, l’iscrizione tra gli alimenti Igp sarà definitiva. Il logo dell’Indicazione geografica protetta e il simbolo della Ue compariranno sulle etichette dei tagli di carne piemontese. “Per noi è un punto d’arrivo, ma anche di partenza, una sfida nuova – commenta Alberto Brugiafreddo, presidente della sezione Bovini da carne di Confagricoltura Cuneo -. Bisognerà vedere se l’Igp porterà un aumento dei volumi e dei prezzi. Nella fase iniziale, ci saranno aumenti di costi, burocrazia e controlli su tutta la filiera. La speranza è che alla fine ci siano anche più utili per chi alleva, macella e vende”. “Dopo 10 anni di battaglie è una vittoria

importante - spiega Gualtiero Dalmasso, responsabile del Centro di assistenza agricola di Confagricoltura Cuneo -. Questa carne piemontese, da più parti decantata, si meritava questo riconoscimento, perché va valorizzata. L’auspicio è di riuscire ad avere una forte adesione, nel breve e medio periodo, da parte delle aziende che allevano questa razza. Ora verrà presentato il protocollo dei controlli che il Ministero dovrà valutare. I prossimi mesi, invece, saranno dedicati alle adesioni di allevatori e macelli, oltreche alla ricerca delle filiere di vendita. Ci auguriamo che la risposta abbia lo stesso entusiasmo con il quale la nostra organizzazione agricola, insieme ad Anaborapi e Coalvi che sono stati i fautori di questa vittoria, ha portato avanti la battaglia”. “Finalmente siamo arrivati all’importante riconoscimento che è l’Igp - aggiunge Andrea Quaglino, direttore dell’Anaborapi (associazione nazionale bovini di razza piemontese) -. È un’opportunità, ma non vuol dire che il marchio sia già funzionante. Ora dobbiamo lavorare per farlo partire e l’Igp è un tassello che si aggiunge ai tanti della valorizzazione della Piemontese”.

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A tutto campo

Assicurazioni, vige la totale incertezza SONO ANCORA MOLTI I PAI 2015 DA ISTRUIRE; IMPOSSIBILE PRESENTARE LE DOMANDE DI PAGAMENTO PER IL 2016 di Gilberto Manfrin

Gualtiero DALMASSO Responsabile provinciale Caa Confagricoltura Cuneo

R

esta drammatica la situazione sul fronte delle assicurazioni. Nonostante Agea abbia annunciato il pagamento delle domande del Piano assicurativo individuale (Pai) del 2015 (la prima tranche entro il 20 febbraio, la seconda entro il 28 dello stesso mese e le successive ogni 15 giorni), restano in realtà numerosi i piani assicurativi individuali da istruire. Come stanno le

cose lo spiega Gualtiero Dalmasso, responsabile del Caa provinciale di Confagricoltura Cuneo: “Non dimentichiamo che stiamo parlando del 2015, ma soprattutto che se può valere qualcosa in termini di soldi a livello nazionale, a livello di singolo CAA questi pagamenti valgono molto poco. Le domande che possono essere pagate nelle date indicate riguardano quelle che abbiamo potuto istruire e cioè, per quanto concerne Confagricoltura Cuneo, solo un terzo delle domande dei richiedenti saranno soddisfatte. Il tutto, è bene sottolinearlo, a due anni di distanza dalla sottoscrizione delle polizze. Per i restanti due terzi abbiamo mandato elenchi a

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Roma e in Regione, abbiamo cercato ogni tipo di soluzione per redigere PAI e domande di sostegno con il minor numero di anomalie possibili ma ancora adesso le domande non di pagamento si riescono a preparare”. Per non parlare delle assicurazioni 2016: “Le domande di sostegno sono state preparate, ma delle domande di pagamento non se ne parla. Restiamo in attesa del bando Psrn per il 2017 che forse ricomprenderà anche le modalità di istruzione domande di pagamento per il 2016. Ma resta un dato di fatto: è da due anni che le aziende sono senza un contributo sulle assicurazioni e questo vale parzialmente per le colture ‘uva da vino’ e totalmente per altre ‘vegetali’ in generale. Per la zootecnia non esiste nemmeno la modalità di come richiedere i soldi; nessuno all’interno della Pubblica amministrazione sa chi ha il compito di allestirle, se i Consorzi di difesa, se i Caa, o chi altro. Viviamo nella più totale incertezza. Non possiamo che sperare in uno snellimento delle procedure per superare quelle lungaggini burocratiche che provocano ritardi ingiustificabili”.


REG.OMNIBUS

La Pac guarda al futuro Con la nuova modalità grafica gli operatori dei Caa dovranno tracciare 'a mano' i limiti delle colture

Pac, mancava solo la modalità grafica IN ARRIVO UN NUOVO FARDELLO BUROCRATICO PER LE AZIENDE, CHE DOVRANNO PRESENTARSI PIÙ VOLTE NEI CAA

D

a questa campagna sarà attivo il sistema per la presentazione delle domande Pac in modalità grafica per consentire di raggiungere l’obiettivo del 75% della superficie richiesta a premio compilata con questa modalità, fissato per il 2017 dal regolamento comunitario. Una nuova grande novità per gli agricoltori, ma che rischia di trasformarsi in un boomerang dagli effetti dannosi. “Eravamo a conoscenza della cosa - afferma il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -, ma le strutture nazionali e regionali non sono pronte e temiamo che ribalteranno le inefficienze che potrebbero riguardare i software, piuttosto che le problematiche conseguenti al cambiamento delle regole, sui Caa e di conseguenza sugli agricoltori. Oggi i Caa riescono solo con gravissime difficoltà a istruire le domande in formato alfa-numerico, per via dei ben noti problemi informatici a livello nazionale, come potranno allestire le domande secondo la nuova modalità?”. “Un’altra mannaia burocratica pende sulle aziende agricole - sottolineano

dal Caa di Confagricoltura Cuneo -, che non possono essere 'incastrate' in un disegno. Queste decisioni sono troppo distanti dalla realtà e dalle effettive necessità di chi lavora nei campi. Per i Caa in particolare, chiamati a redigere le domande di contributo, sarà un disastro: come è noto un’azienda è composta da fogli, particelle, superfici catastali e coltivabili diverse tra loro. Queste particelle vengono assemblate in diverse 'isole'. Per ognuna saremo tenuti a disegnare i limiti di ogni coltura, cosa che prima avveniva sulla base di dichiarazioni di stima fornite dall’azienda di fronte a fotografie. Il fatto, ora, di dover tracciare ‘a mano’ i limiti di ogni cultura, comporterà il fatto che saremo costretti a convocare le aziende più e più volte per evitare errori. A nostro modo di vedere c’è il rischio di causare ulteriori complicazioni e di rubare tempo prezioso al lavoro dei nostri imprenditori agricoli. Temiamo che questa nuova modalità, senza istruzioni certe da parte della Pubblica amministrazione, complicherà notevolmente la fase di presentazione

Si chiama Regolamento Omnibus ed è una sorta di revisione in corso d’opera della Pac nel suo complesso, al fine di apportare rettifiche utili a migliorare il rendimento delle risorse finanziarie destinate al comparto agricolo. Il regolamento in questione dovrebbe essere approvato nel corso del 2017, per entrare in vigore nel 2018. Lo scopo non è quello di stravolgere l’attuale assetto della Pac ma di correggerne il tiro migliorandone alcuni aspetti. Le migliorie attese dovrebbero riguardare, secondo le prime informazioni, la situazione dei giovani agricoltori, che potrebbero avere meno vincoli in tema di pagamenti diretti, di insediamento e di sviluppo rurale. Inoltre, potrebbe essere rivista la definizione di ‘agricoltore attivo’ per lasciare maggiore libertà di decisione sul perimetro di applicazione a favore di ciascuno Stato membro. Novità in vista anche per il sostegno accoppiato: in caso di crisi dovuti ad eccessi di produzione gli Stati membri potranno concedere gli aiuti accoppiati garantendo lo stesso ammontare percepito in un anno precedente anche in caso di riduzione delle produzioni. “Nei prossimi mesi saranno attesi aggiornamenti in merito. Per ora i cambiamenti sono prevalentemente di natura tecnica e non modificano né il livello di sostegno agli agricoltori né gli strumenti della Pac - commenta Confagricoltura Cuneo -. L’impressione è che il Regolamento Omnibus non apporterà comunque modifiche significative: sarà una revisione soft, solo con qualche piccolo aggiustamento all’attuale Pac”.

domanda; per questo saranno necessari molti incontri con le aziende per cercare di evitare errori”. La domanda che sorge spontanea è scontata: a cosa serve questo ulteriore fardello?

Geocap S.r.l. • Via del Chiosso 27 • Caramagna Piemonte (CN) • Tel. 0172 810283 • info@geocap.it • www.geoagri.com

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Zootecnia

Oreste MASSIMINO FNP ALLEVAMENTI AVICOLI, presidente

"Siamo all'avanguardia" “Bisogna cercare di contrastare notizie false e tendenziose – commenta Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo e nazionale -, spesso create e diffuse con uno scopo ben preciso, quello di mettere in cattiva luce un intero settore, che, non dimentichiamocelo, rappresenta però una grossa fetta dell’economia agricola italiana e che quindi va difeso in tutti i modi. Noi siamo i primi a dire che chi sbaglia deve pagare, anche perchè chi non si comporta correttamente fa una concorrenza sleale nei confronti di tutti quelli che lavorano bene. I casi isolati e rari di comportamenti scorretti, però, non possono essere presi ad esempio come rappresentanti di tutto un settore. Oggi il comparto avicolo occupa negli allevamenti 25 mila persone, che diventano 100.000 se si considera tutto l'indotto, per un Pil che raggiunge i 10 miliardi di euro. È un fiore all'occhiello della zootecnia italiana, i nostri allevamenti sono all'avanguardia in tutto il mondo quindi noi siamo orgogliosi di essere allevatori di polli, non dobbiamo venire additati come delinquenti che tengono gli animali in lager. Lo abbiamo sottolineato recentemente anche a Roma durante il convegno "Formazione ed etica per il benessere animale" a cui ho partecipato come relatore: la filosofia che guida il mondo zootecnico italiano è quella di dire 'Se vuoi avere buoni risultati nell'allevamento devi tenere bene gli animali', perchè sono loro la nostra priorità".

Giovanna PARMIGIANI FNP ALLEVAMENTI SUINI, presidente

"Un'azione comune e coesa" "In Italia abbiamo 5.200 veterinari delle Asl che vengono a controllare il rispetto delle leggi sul benessere negli allevamenti, ben più che in qualunque altro Paese europeo - sottolinea Giovanni Parmigiani -. Troppo facile fare notizia e scalpore con immagini shock, senza permettere contradditorio. Come ho detto alla stessa Innocenzi, incontrata Roma nei giorni scorsi, queste immagini sono inaccettabili, sopratutto per noi allevatori corretti. Purtroppo le scorrettezze singole e isolate ci sono in tutti i settori, ma non per questo si puo fare del populismo dichiarando tutti scorretti". E continua: "In Italia un terzo della produzione agricola nazionale è costituito da prodotti animali, per un fatturato di circa 10 miliardi di sola produzione di carni. È un asset fondamentale della nostra agricoltura se si considera che anche il fatturato dell’industria alimentare direttamente legato alla zootecnia, compresa la mangimistica, assomma a circa 45 miliardi di euro, un terzo del fatturato dell’industria alimentare italiana". Fondamentale quindi mettere in campo azioni per tutelare il settore. "Per questo abbiamo deciso di creare una task force e di fare azione comune per mostrare come tutta la filiera sia coesa nel voler contrastare questa mala informazione. Deve esser chiaro che non vogliamo assolutamente bloccare l'informazione, ma vogliamo essere sicuri che questa sia veritiera e non distorta".

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Carni, basta menzogne CONFAGRICOLTURA PROMUOVE UNA TASK FORCE PER SVILUPPARE UN CORRETTO PIANO DI COMUNICAZIONE di Monica Arnaudo

C

i risiamo, carne e comparto zootecnico di nuovo sotto il mirino della cattiva informazione. A dare un ulteriore scossone al settore, già pesantemente colpito nell’ultimo anno, potrebbe essere la messa in onda, prevista per febbraio su Rai 2, di una nuova trasmissione condotta dalla giornalista Giulia Innocenzi dal titolo “Animali come noi”. Prodotta dalla ZeroStudio’s di Michele Santoro, il programma viene pubblicizzato come il risultato di “blitz notturni negli allevamenti” realizzati grazie all’aiuto di “infiltrati che hanno filmato di nascosto”, cioè lasciando intendere di presunti maltrattamenti all’interno degli allevamenti intensivi. Confagricoltura, insieme alle altre associazioni ed organizzazioni di categoria, si sta battendo per riportare l’informazione sul piano della correttezza e della veridicità, portando avanti azioni concrete che puntano a sfatare i “falsi miti”.

AL LAVORO ANCHE UNA TASK FORCE A fine anno è stata creata una Task Force a livello nazionale che si occuperà di sviluppare e promuovere un corretto piano di comunicazione per il comparto carni. Il gruppo, al cui tavolo siedono i presidenti nazionali delle diverse sezioni zootecniche, Oreste Massimino (avicola), Giovanni Parmigiani (suini), Elide Stancari (bovini) e Luigi Barbieri (lattierocaseraria), si è già incontrato una prima volta a inizio anno con le altre organizzazioni della filiera (Aci, Assalzoo, Assica, Assocarni, Cia, Copagri, Fiesa, Unaitalia e Uniceb) per predisporre una strategia comune. Primo passo è stato inviare alla presidente della Rai Monica Maggioni una lettera congiunta in cui si chiedono delucidazioni in merito alla messa in onda della trasmissione e l’aLa provincia di Cuneo è patria degli allevamenti di qualità


pertura di un vero confronto sul tema. “Stante la delicatezza dei temi che saranno presumibilmente trattati nel corso del servizio e vista l’importanza di un comparto economico come quello da noi rappresentato e delle filiere zootecniche in generale, considerata la situazione di grave crisi dovuta anche alle differenti condizioni produttive nei confronti dei Paesi del Nord Europa che sta comportando la chiusura di decine di aziende e la perdita di posti di lavoro, con la presente stiamo a chiederle un incontro”, si legge nella comunicazione. “Vorremmo avere la possibilità di esporre la nostra posizione che vuole essere di confronto e di collaborazione – continua – e valutare l’opportunità di poter usufruire, nel rispetto del principio della pluralità e delle pari condizioni di tutte le parti interessate, di adeguati spazi televisivi nell’ambito dei quali consentire di fornire agli spettatori una versione dei fatti e delle comuni condizioni in cui vengono allevati gli animali nel nostro Paese che rispecchi anche gli interessi della categoria da noi tutelata”. Un primo risultato è già stato raggiunto. Mercoledì 8 febbraio la delegazione di presidenti del comparto carne è stata ricevuta in Viale Mazzini. Argomento dell’incontro: la comunicazione riguardante il comparto. IL COMITATO SCIENTIFICO Accanto alla Task Force è stato costituito anche un Comitato scientifico a cui spetta il compito di fornire una risposta scientificamente corretta, ineccepibile e coordinata agli attacchi sulle carni, ma anche di dare le giuste informazioni al consumatore in relazione alla corretta alimentazione, sicurezza alimentare, sistemi di allevamento, benessere animale e tutte le tematiche legate al consumo della carne rossa e dei prodotti a base di carne. Il gruppo è composto da Mario Calabrese (medico dietologo), Maria Caramelli (direttrice dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino), Carlo Del Gaudio (cardiologo), Agostino Macrì (già Direttore dell’Istituto Superiori di Sanità ed esperto in sicurezza alimentare) e Giuseppe Murino (pediatra dell’ospedale Bambin Gesù). Il lavoro del Comitato si concentrerà sulla diffusione della corretta informazione tramite internet e social network, campo dove quotidianamente la disinformazione genera bufale di grande impatto in particolare sui giovani, sulla partecipazione a dibattiti sui vari media tv e radio e sulla realizzazione di servizi da diffondere nelle trasmissioni Rai e da tenere a disposizione del Ministero.

Luigi BARBIERI FNP LATTIERO-CASEARIA, presidente

"Un pilastro dell'economia" "La carne, al pari di altri alimenti, è oggetto di una caccia alle streghe da parte di una certa (dis)informazione propagandistica che mette al centro lo scoop e non si concentra viceversa sul racconto, sulla spiegazione e sulla realtà - commenta Luigi Barbieri -. Molte aziende sono disponibili ad aprire i loro cancelli per far vedere il modo in cui si alleva e si producono gli alimenti, perché si va di notte e di nascosto a filmare? Perché se presentiamo uno delle migliaia di allevamenti ben gestiti che rispettano tutte le normative previste sul benessere animale diventa difficile creare lo scandalo. Confagricoltura, con altre sigle della filiera, ha deciso di reagire ad una situazione in cui una piccola minoranza ideologizzata getta fango su una categoria di allevatori che con fatica, impegno e sudore cerca di portare avanti un’attività. Non credo che sia un caso che quando le società evolvono, le nazioni si arricchiscono, il consumo di proteine animali aumenti, la salute migliori e la vita media delle popolazioni si allunghi. Una dieta equilibrata prevede infatti anche l’utilizzo di proteine animali. Per questo stiamo cercando di convincere i media a valutare ciò che manda in onda considerando i danni che trasmissioni faziose possono recare all’economia sana del paese, non dimentichiamoci infatti che l'allevamento che sia da latte piuttosto che da carne rappresenta un pilastro della nostra economia".

Elide STANCARI

FNP ALLEVAMENTI BOVINI, presidente

"È importante comunicare" "Purtroppo non vegnono mai fatte notare e vedere al consumatore le cose belle che si fanno, si tende invece sempre a cercare lo scoop - commenta Elide Stancari -. Come imprenditori agricoli fino ad oggi ci siamo concentrati sui metodi di allevamento (su cui siamo diventati bravissimi), ma nel frattempo abbiamo trascurato tutta la comunicazione, adesso dobbiamo fare molta più attenzione a questo aspetto. In un mondo in cui i social network e i media dominano, anche noi come mondo agricolo dobbiamo cominciare ad approcciarci a queste nuove tecnologie, per questo motivo come Confagricoltura abbiamo voluto creare questo gruppo di lavoro. Abbiamo già sollecitato i vari organi di Governo per chiedere che venga perseguita una corretta informazione che non distorga la realtà. Per essere maggiormente efficaci è necessario insistere non solo sui social, ma sensibilizzare anche il ministero della Sanità e dell'Agricoltura sull'importanza di insegnare le basi della nutrizione e della corretta alimentazione già ai bambini, tutti temi su cui Confagricoltura si sta confrontando anche con altre organizazioni sindacali. I fondi per portare avanti questi progetti educativi potrebbero anche essere finanziati dal Ministero dell'Agricoltura o da fondi europei. È fondamentale e di vitale importanza per il settore continaure in questa direzione".

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Selvicoltura

"Meno burocrazia per gestire i boschi" L'ASSESSORE REGIONALE ALBERTO VALMAGGIA INDICA LE NOVITÀ DEL NUOVO PIANO FORESTALE 2017/2027 E ILLUSTRA LE INIZIATIVE PER VALORIZZARE LA FILIERA di Paolo Ragazzo

A

bbiamo rivolto alcune domande ad Alberto Valmaggia, assessore regionale all’Ambiente, allo Sviluppo della Montagna e alle Foreste, per fare il punto su alcune tematiche di particolare interesse per gli agricoltori che operano nelle cosiddette Terre Alte ma non solo.

Assesore Valmaggia, quali sono i principali elementi di novità del Piano Forestale regionale 2017-2027 varato di recente? “Tutelare le risorse dei boschi piemontesi attraverso un sistema di gestione attiva e sostenibile, coniugando lo sviluppo economico con la conservazione della biodiversità e salvaguardando l’identità dei territori. Sono stati individuati quattro ambiti per gli interventi e i finanziamenti: produzione-economia-mercato; ambiente e funzioni pubbliche; aspetti sociali e governance. Mettendo in campo, nell’arco di dieci anni di durata del Piano, oltre 200 milioni di euro riconducibili, soprattutto, ai fondi strutturali europei”.

In che modo si semplifica la normativa? Ci faccia qualche esempio… “Attraverso la diminuzione dei casi che necessitano di iter autorizzativi per le azioni selvicolturali, il coordinamento con le procedure di taglio previste dal Regolamento forestale regionale, l’armonizzazione dei diversi permessi necessari per gli interventi di trasformazione dell’uso del suolo e la semplificazione dell’albo delle imprese forestali e delle norme tecniche per l’elaborazione dei Piani Forestali aziendali. Così da dare al provvedimento una maggiore operatività e incisività”. Il Piemonte, come riportano i dati nell'articolo a fianco, è una regione con elevata estensione forestale. La filiera legno ha quindi una valenza economica importante e da valorizzare. In che modo? “Lo sviluppo della filiera deve essere finalizzata all’utilizzo del legno come materiale da costruzione edile e per l’arredamento e come fonte energetica rinnovabile, di cui adesso si usa appena il 25% della quantità che può essere tagliata nel rispetto dell’ambiente. In questa direzione, perciò, ci sono delle rilevanti opportunità da sfruttare e delle occasioni di crescita anche dal punto di vista dell’occupazione. In sostanza, il Piano costruisce una cornice generale per la valorizzazione, la gestione e

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COMMENTO

Allasia: "Ora si passi dalla teoria alla pratica" Il 23 gennaio scorso la Giunta regionale ha approvato il Piano forestale regionale 2017-2027 che, oltre agli elementi di novità ricordati nell’intervista dall’assessore regionale Valmaggia, dà seguito anche agli intenti fissati dall’accordo interregionale sul prelievo legnoso in ambito boschivo e sulla filiera del legno, firmato a Verona l’anno scorso insieme a Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Liguria. Nel Piano, inoltre, c’è la volontà di applicare uno strumento per la valorizzazione economica delle funzioni ambientali del bosco: lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio da selvicoltura. "Ci auguriamo che le disposizioni previste dal Piano diventino presto operative, passando così dalla teoria alla pratica, commenta Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura di Cuneo -. La nostra regione attendeva da tempo questo piano per rendere più snello l'iter burocratico di molti interventi e rilanciando, così, un settore importante".

anche la salvaguardia idro-geologica dei nostri territori più fragili di montagna. In provincia di Cuneo ci sono alcune realtà significative di valorizzazione della filiera del legno, pur se ancora limitate all’uso delle biomasse. Tra queste abbiamo la Cooperativa Gestalp di Frassino, la centrale di teleriscaldamento della città di Busca e il recente impianto di produzione di energia in rete a Vernante”. Oltre il 40% di superficie agricola piemontese è in montagna. Come si sta muovendo la Regione per sostenere e incentivare le aziende che operano in quei territori? “Le azioni in corso sono tante. Come la Legge nazionale sull’agricoltura sociale: una grande occasione per le aziende che, oltre a svolgere le tipiche attività di produzione, possono fornire servizi utili alla comunità, dove questi non ci sono. Il Programma di Sviluppo Rurale è un’altra straordinaria opportunità, ma le Unioni Montane e i Comuni, per ottenere le


risorse, devono lavorare insieme e fare squadra. Poi, abbiamo approvato la Legge sull’Associazionismo Fondiario per favorire la ricucitura e il recupero dei tanti terreni frazionati e incolti che sono presenti nelle terre alte e nelle zone collinari, con lo scopo di renderli nuovamente produttivi e, di conseguenza, appetibili al riuso. L’obiettivo è di creare le condizioni migliori possibili affinché le persone e le famiglie già residenti in montagna continuino a rimanerci, ma anche quello di portarne delle nuove. Come? Facendo in modo che lì possano avere delle opportunità di vivere e lavorare sfruttando le ricchezze esistenti del territorio”. Da tempo Confagricoltura chiede alla Regione una maggior collaborazione con i privati per la pulizia degli alvei fluviali dalla vegetazione spontanea. Dopo l’alluvione di fine novembre una determina regionale consente la rimozione della legna depositata lungo i corsi d’acqua o gli alberi divelti. Perché non estendere questa misura regolamentandola in modo definitivo? “Già oggi, attraverso la richiesta di autorizzazione, ma con procedura semplificata, è possibile asportare il materiale legnoso dai fiumi. Inoltre, dal 2014, con esercitazioni mirate della protezione civile, si sono svolti numerosi interventi puntuali di pulizia preventiva dei corsi d’acqua”. Dopo l’approvazione, un anno fa, dell’accordo interregionale per l’incremento del prelievo legnoso in ambito boschivo, ogni regione del Nord ha proceduto in ordine sparso, definendo Psr con criteri differenti da zona a zona. La tanto proclamata unità di azione, per ora non si è vista. Tutto questo non fa che penalizzare oltremodo l’intero settore nazionale. Come intervenire? “L’approvazione del Piano Forestale era il primo degli impegni che, come Piemonte, ci eravamo presi nell’accordo interregionale: obiettivo che abbiamo raggiunto. Lo stesso accordo è uno strumento dinamico di collaborazione il quale, a breve, sarà monitorato sotto l’aspetto operativo e che, comunque, tende progressivamente proprio all’unità di azione”.

È foresta il 35 per cento della Granda LA REGIONE HA DIVISO LA PROVINCIA DI CUNEO IN 11 AREE OMOGENEE. IN PIEMONTE IL 70% DEI BOSCHI È PRIVATO, QUATTRO LE CATEGORIE DI PIANTE PRINCIPALI

L

a provincia di Cuneo ha una superficie complessiva di 689.090 ettari. I boschi si estendono su 242.286 ettari (il 35% di quelli totali). Gli uffici regionali hanno suddiviso il territorio forestale in 47 aree omogenee, di cui 11 in provincia di Cuneo (vedi cartina): Valli Po, Bronda e Infernotto (numero 6); Valle Varaita (7); Valle Maira (8); Valle Grana (9); Valle Stura (10); Valli Gesso, Vermenegna e Pesio (11); Valli Monregalesi (12); Alta Val Tanaro, Mongia e Cevetta (13); Langa Cuneese (14); Roero (55) e Pianura Cuneese (56). PIÙ 25% DI FORESTE IN PIEMONTE DAGLI ANNI '80 Le percentuali della provincia di Cuneo riflettono la situazione regionale. Il Piemonte, dopo la Sardegna e la Toscana, è infatti la regione dell’Italia con la maggior estensione forestale. Su una superficie di 2.538.297 ettari, i boschi ne occupano 874.660 (34%) e la coltivazione di legname di pregio 48.206 (2%). Del totale dei due numeri precedenti di 922.866 ettari (il 36% di quelli regionali), la superficie boschiva pubblica è di 262.398 ettari (30%) e quella privata di 612.262 (70%). La proprietà pubblica è per il 40% in montagna, il 3% in collina e il 16% in pianura.

collina montagna pianura Le aree forestali in Piemonte

La quota privata è pari al 60% in montagna, al 97% in collina e all’84% in pianura. Rispetto agli 874.660 ettari di boschi, ben il 60% è costituito da quattro sole categorie di piante tra le 21 individuate: castagneti (23%); faggete (16%); robinieti (12%) e larici-cembrete (9%). La massima diffusione dei boschi è in montagna (627.259 ettari-72% del totale), seguono la collina (157.02518%) e la pianura (90.376-10%). A partire dagli anni Ottanta del 1900, la superficie forestale è aumentata del 25%. Due i fattori della trasformazione: l’occupazione spontanea del terreno da parte degli alberi e, in misura minore, il rimboschimento artificiale, soprattutto nelle aree collinari e montane, delle zone agricole-pastorali marginali che sono state progressivamente abbandonate.

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Fauna selvatica

Salvo il lupo, ma i malgari? LA CONFERENZA STATO-REGIONI HA RINVIATO LA DECISIONE SUGLI ABBATTIMENTI. CONFAGRICOLTURA: "LA SPECIE VA GESTITA" di Gilberto Manfrin e Paolo Ragazzo

I

lupi sono salvi. Le greggi restano a rischio. Ha smosso l’opinione pubblica quanto deciso negli scorsi giorni dalla conferenza Stato-Regioni, che ha rinviato la discussione sul “Piano Lupo”, la misura che prevedeva l’abbattimento del 5% dei lupi italiani. In Italia gli esemplari viventi, secondo alcune stime, sarebbero circa 1600, in buona parte proprio in Piemonte, dove vivrebbero 21 branchi. E proprio il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, venuto a conoscenza dello stralcio della misura 22 del Piano, quella che prevedeva appunto il ‘prelievo’ della specie, è intervenuto a favore dei lupi: “Personalmente - ha affermato Chiamparino ritengo che, compatibilmente con le esigenze di sicurezza delle nostre comunità, i lupi siano un patrimonio naturale e anche culturale di tutto il Paese, e come tali vadano protetti e salvaguardati”. Parole che Confagricoltura Cuneo commenta così: “Siamo in presenza di una specie che va gestita e controllata. La

Loris MARTINI allevatore di Castelmagno

CHI AMA TANTO IL LUPO HA SOLO DA PRENDERLO NEL GIARDINO DI CASA SUA

lungimiranza di chi ci governa è anche quella di prendere in considerazione le posizioni di tutti. Facciamo attenzione alle affermazioni di sentimento che alla lunga rischiano di non portare a soluzioni. Noi alla politica chiediamo che, così come si tutela la specie, non si dimentichi di chi vive di alpeggio”. E proprio chi lavora in montagna ha commentato così il ‘no’ agli abbattimenti: “Il numero di lupi va ridotto drasticamente,

Giovanni BONARDO allevatore di Scarnafigi

IN PASSATO I MIEI CAPI HANNO AVUTO ATTACCHI. NON VIVIAMO TRANQUILLI altrimenti è inutile che lavoriamo giorno e notte e con qualsiasi condizione climatica - confessa Loris Martini, allevatore di Castelmagno -. Chi ama tanto il lupo ha solo da prenderselo nel giardino di casa sua, perché si tratta di gente che non sa cosa vuol dire fare il nostro mestiere. Il danno che provoca un attacco non è solo economico, ma ti costringe a vivere con il timore di futuri episodi. Le attuali misure non bastano per lavorare sicuri”. Giovanni Bonardo allevatore di pecore a Scarnafigi, ma d’estate in alpeggio a Oncino, chiede un

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Renato CARAMELLO allevatore di Rocca de’ Baldi

GLI STRUMENTI DI DIFESA A DISPOSIZIONE ORMAI NON CI BASTANO PIÙ monitoraggio più preciso: “In passato i miei capi hanno avuto ripetuti attacchi - dice -. Le reti e i cani maremmani mi aiutano, ma è complicato sorvegliare 24 ore su 24 greggi di 800 pecore. Non viviamo tranquilli perché il problema c’è, eccome, e va gestito diversamente rispetto ad adesso. Non sono per un’autodifesa da parte dei pastori - come accade in Francia-, bensì per un monitoraggio più preciso e un conseguente intervento contenitivo laddove ce n’è più bisogno”. “Io sono per una gestione diversa della presenza del lupo rispetto a quanto fatto fino ad oggi, con gli strumenti attuali ci si può difendere, ma ormai non basta più - dichiara Renato Caramello di Rocca de’ Baldi che d’estate conduce le mandrie in alpeggio al Biecai (Roccaforte Mondovì) –. Il problema è molto sentito e negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale specie

nei confronti di giovani vitelli, più facili da colpire”. Favorevole alla limitazione della presenza incontrollata dei lupi, che si moltiplicano a dismisura è Paolo Bracco, titolare della Mommiga a Vicoforte, con oltre 300 pecore: “Anni fa ho fotografato un esemplare che si aggirava vicino al mio allevamento, ma ogni anno è peggio, purtroppo. Se un tempo gli avvistamenti erano comunque limitati a qualche valle, ora non c’è zona montana o pedemontana che non abbia i suoi branchi, fino alle Langhe. Se non si interviene subito, con l’inizio della bella stagione i problemi potrebbero

Paolo BRACCO allevatore di Vicoforte

NON C'È ZONA MONTANA O PEDEMONTANA CHE NON ABBIA I SUOI BRANCHI aumentare. Un ulteriore paradosso è che per proteggerci dalla presenza del predatore ci sono prescrizioni così piene di burocrazia che rendono meno efficaci anche i tentativi di difesa oggi permessi”.

I branchi di lupi in Piemonte e in provincia di Cuneo

66% CUNEO

14 PIEMONTE 21


INSERTO TECNICO

U N I O N E

P R O V I N C I A L E

A G R I C O L T O R I

N. 02 • 2017

NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO

ORARI E GIORNI DIVIETO CIRCOLAZIONE TUTTE LE DOMENICHE dalle 9,00 alle 22,00 gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, ottobre, novembre e dicembre dalle 7,00 alle 22,00 giugno, luglio, agosto e settembre DALLE

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DIVIETI DI CIRCOLAZIONE 2017: COME E QUANDO SI PUÒ CIRCOLARE

S

ulla Gazzetta Ufficiale n. 304 del 30 dicembre 2016 è stato pubblicato il decreto 13 dicembre 2016 recante “direttive e calendario per le limitazioni alla circolazione stradale fuori dai centri abitati per l’anno 2017”. APPLICAZIONE DEL DIVIETO Il divieto di circolazione, fuori dai centri abitati, si applica a veicoli e complessi di veicoli, per il trasporto di cose, di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 t, nei giorni festivi e in altri particolari (VEDI TABELLA). NON APPLICAZIONE DEL DIVIETO Sono previste e confermate le deroghe al divieto relative alla circolazione di veicoli: 1) classificati come macchine agricole che circolano su strade non comprese nelle rete stradale nazionale (in provincia di Cuneo le strade statali sono 4: SS20 del Colle di Tenda e di Valle Roja, SS21 della Maddalena, SS28 del Colle di Nava e SS231 di Santa Vittoria d'Alba); 2) adibiti al trasporto esclusivo di animali destinati a gareggiare, di latte o liquidi alimentari; 3) costituiti da autocisterne adibite al trasporto di acqua per uso domestico e autocisterne adibite al trasporto di alimenti per animali da allevamento; 4) per il trasporto esclusivo di derrate alimentari deperibili in regime; 5) per il trasporto esclusivo di prodotti alimentari deperibili: frutta e ortaggi freschi, carni e pesci freschi, latticini freschi, derivati del latte freschi, fiori recisi, semi vitali non ancora germogliati, pulcini destinati all’allevamento, uova da cova con specifica attestazione all’interno del do-

cumento di trasporto o equipollente, animali vivi destinati alla macellazione o provenienti dall’estero, nonché i sottoprodotti derivanti dalla macellazione degli stessi; Per i veicoli costituiti da un trattore ed un semirimorchio, nel caso in cui circoli su strada il solo trattore, il limite di massa di 7,5 t è riferito unicamente al trattore; la massa del trattore, nel caso in cui questo non sia destinato al carico, coincide con la tara dello stesso, come risulta dalla carta di circolazione. Sono confermate le esclusioni dal divieto di circolazione purché muniti di autorizzazione prefettizia. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

PERMESSO PER I MEZZI 'ECCEZIONALI'

Tutti i mezzi che circolano sulle strade devono rientrare nelle seguenti dimensioni fino a 2,55m di larghezza, 4m di altezza e 12m di lunghezza per mezzo isolato. Inoltre anche in base al peso ci sono limitazioni che devono tenere conto della massa ammissibile determinata in base al mezzo. Oltre le 14 tonnellate si paga un indennizzo per l’usura strada. Nel caso in cui si superano queste dimensioni, il mezzo diventa ‘eccezionale’ e bisogna richiedere il permesso di circolazione all’ente proprietario della rete strada (Provincia o ANAS). In tal caso gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per inoltrare le pratiche agli enti competenti.

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LEGGE DI STABILITÀ, MISURE IMPORTANTI PER L'AGRICOLTURA

“U

n provvedimento che mette in campo misure importanti a supporto del sistema agricolo”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura Mario Guidi, sulla Legge di Bilancio 2017. Ma vediamo in dettaglio le principali agevolazioni introdotte. NO IRPEF PER 3 ANNI Con la nuova Legge di Bilancio, a decorrere dal 1° gennaio 2017 e con riferimento al triennio 2017-2019, per alleggerire il carico fiscale dei coltivatori diretti e IAP, iscritti alla previdenza agricola, è stata eliminata l'Irpef dei redditi dominicali e agrari per gli anni 2017, 2018 e 2019. Questa novità si aggiunge al taglio dell'lrap e dell'lmu sui terreni agricoli previsti dalla Legge di stabilità 2016. L'esenzione non è estesa alle società di capitali e alle cooperative, ma par di poter ritenere che vi rientrino anche i soci di società di persone qualora siano in possesso della qualifica di IAP o CD. NUOVA SABATINI, TRATTORI E TECNOLOGIE Prorogato di due anni, fino al 31 dicembre 2018, il termine per la concessione dei finanziamenti agevolati per l'acquisto di macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e nuove attrezzature per uso produttivo, nonché per investimenti in tecnologie. La misura è infatti estesa agli investimenti in tecnologie per favorire la manifattura digitale e i sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti. Gli importi verranno così ripartiti negli anni, stanziandoli fino al 2023: 28 milioni di euro per il 2017, 84 milioni di euro per il 2018, 112 milioni per ciascuno degli anni dal 2019 al 2021, 84 milioni di euro per il 2022, 28 milioni di euro per il 2013. COMPENSAZIONI IVA ZOOTECNIA Sono state innalzate per il 2017 le percentuali di compensazione IVA applicabili agli animali vivi della specie bovina e suina, entro i limiti massimi rispettivamente del 7,7% e dell'8%. Queste misure sono valide solo per il periodo d'imposta riferibile al 2017 e saranno definite, di fatto, da un apposito provvedimento del ministero dell'Economia di concerto con quello dell'Agricoltura. Resta invariata la percentuale del 10% per il comparto lattiero-caseario GIOVANI: ESONERO CONTRIBUTI PER NUOVI AGRICOLTORI Ai coltivatori diretti e agli IAP con età inferiore a 40 anni iscritti alla previdenza agricola tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2017 è riconosciuto l'esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali per i primi tre anni di attività (per il quarto e quinto anno è previsto un taglio del 50 e 60%). L'esonero spetta anche ai coltivatori diretti e IAP di età inferiore a 40 anni che hanno effettuato l'iscrizione nella previdenza agricola già nel 2016 se le loro aziende sono situate in zone montane o svantaggiate. CREDITO D'IMPOSTA PER GLI AGRITURISMI Viene riconosciuto per gli anni 2017 e 2018 il credito d'imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive turistico-alberghiere. L'agevolazione è estesa anche alle strutture che svolgono attività agrituristica. Il credito è riconosciuto fino al 65% (entro il limite di 200mila euro) per una riqualificazione che incentivi la multifunzionalità come strumento di integrazione al reddito e condizione che gli interventi abbiano anche finalità di ristrutturazione edilizia, riqualificazione antisismica o energetica e acquisto mobili. Il credito andrà ripartito in due quote annuali di pari importo e potrà essere utilizzato a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in cui gli interventi sono stati realizzati.

II

FABBRICATI RURALI VIA LIBERA ALLA REGOLARIZZAZIONE

A

gennaio l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una ricognizione dei fabbricati rurali che risultano ancora censiti nel Catasto terreni. Scaduti i termini dell’ultimo appello a fine 2012, la nota dell’Agenzia dà di fatto il via libera al ravvedimento operoso (strumento con cui il contribuente può spontaneamente regolarizzare eventuali irregolarità) per mettersi in regola. Gli “irregolari” riceveranno una comunicazione ufficiale da parte dell’Agenzia con un invito a procedere alla regolarizzazione con il vantaggio di poter beneficiare di sanzioni ridotte. ECCO COME FARE Per espletare la pratica è necessario rivolgersi a un professionista abilitato e presentare all’Agenzia l’atto di aggiornamento cartografico e la dichiarazione di aggiornamento del Catasto fabbricati. Verificata l’irregolarità del proprio edificio e completate le pratiche burocratiche sarà possibile procedere con la sanatoria; in caso contrario verrà eseguito l’accertamento con gli oneri e le sanzioni previste dalla legge. CHI È ESONERATO DALL'OBBLIGO I proprietari di: manufatti con superficie coperta inferiore a 8 metri quadrati; serre adibite alla coltivazione e alla protezione delle piante sul suolo naturale; vasche per l’acquacoltura o di accumulo per l’irrigazione dei terreni; manufatti isolati privi di copertura; tettoie, porcili, pollai, casotti, concimaie, pozzi e simili di altezza inferiore a 1,80 metri e di volumetria inferiore a 150 metri cubi; manufatti precari, privi di fondazione e non fissi al suolo; fabbricati in corso di costruzione e definizione e di fabbricati in stato di degrado. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

LE AREE EDIFICABILI VANNO DICHIARATE IN DENUNCIA DEI REDDITI

I

n ambito Imu gli agricoltori sono soggetti ad agevolazioni, secondo cui i terreni edificabili, posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli, si considerano agricoli, ai fini della determinazione della base imponibile. Tuttavia, secondo quanto riportato in due recenti ordinanze (n.17652 e 17653 del 02 /09/2016) della Corte di Cassazione, l’agevolazione è subordinata alla presentazione della Dichiarazione IMU è quindi fondamentale che tutti coloro, Cd e Iap, che possiedono aree edificabili lo segnalino in sede di denuncia dei redditi, al fine di verificare che siano stati correttamente eseguiti tutti gli adempimenti. La Corte ritiene, altresì, che la denuncia omessa non possa essere sostituita rilevando i requisiti per la sussistenza dell’agevolazione dalle “forme di pubblicità previste relativamente all’attività di imprenditore agricolo professionale, per la quale è prevista, con la tenuta di appositi elenchi, un’anagrafe regionale a comparto amministrativo diverso”. In assenza il Comune è autorizzato a pretendere l’imposta secondo le regole ordinarie senza dovere attingere da altri enti le informazioni sul diritto all’agevolazioni, pertanto l’onere della prova spetta all’agricoltore perché non può essere sostituita con altra dichiarazione, in tal modo il Comune è messo nelle condizioni di attestare prima la veridicità della dichiarazione. Ulteriori informazioni negli uffici di Confagricoltura Cuneo.

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FITOFARMACI, NUOVI CORSI PER RILASCIO E RINNOVO DEI PATENTINI

FRUTTA: CERTIFICAZIONI DEL MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

L

a Confagricoltura Cuneo organizza anche per il 2017 corsi per il rilascio e rinnovo del patentino per l’acquisto e l’uso dei prodotti fitosanitari in diversi momenti dell’anno e in diversi suoi uffici (Cuneo, Saluzzo, Mondovì, Santo Stefano Belbo e Alba). Dal 26 novembre 2015, infatti, è obbligatorio il possesso del patentino per chiunque intenda acquistare e/o utilizzare i prodotti fitosanitari destinati agli utilizzatori professionali. Un obbligo stabilito dal PAN, il Piano di Azione Nazionale, che comprende una serie di azioni ed adempimenti che hanno come finalità comune la riduzione dei rischi connessi all’impiego dei prodotti fitosanitari. Riportiamo di seguito le norme che la Regione Piemonte ha previsto per i patentini fitofarmaci in scadenza, sia per utilizzatori sia per venditori: Chi ha un patentino scaduto nel 2016 (dopo la data del 31/7/2016) può usufruire ancora della proroga di sei mesi. In questo arco di tempo l’interessato deve frequentare un corso di aggiornamento, o accumulare i 12 crediti previsti, e deve chiedere il rinnovo del patentino entro un mese dalla scadenza. Per esempio: chi ha il patentino scaduto il 22/12/2016 usufruisce della proroga automatica fino al 21/5/2017, ma in questo arco di tempo deve frequentare il corso di 12 ore e deve chiedere il patentino entro il 22/6/2017; Chi ha un patentino che scadrà nel 2017 deve seguire un corso di aggiornamento, o conseguire i 12 crediti previsti, entro la scadenza del vecchio patentino. In caso contrario deve partecipare ad un corso di rilascio, frequentando almeno per il 75% delle 20 ore previste. La richiesta di rinnovo deve essere inoltrata da un massimo di sei mesi prima della scadenza e fino ad un anno dalla medesima (det. 224 del 13/4/2015 allegato 1 punto 4.3, allegata). Chi ha un patentino scaduto prima del 2016 deve chiedere un nuovo rilascio. Nel caso dei venditori, il rilascio è subordinato al possesso del titolo di studio (diplomi o lauree in discipline agrarie, forestali, biologiche, ambientali, chimiche). Per maggiori informazioni contattare gli uffici Confagricoltura della propria zona di riferimento.

Nella Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio è stato pubblicato il decreto 6 dicembre 2016 che recepisce le direttive europee relative alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante da frutto. Con il nuovo decreto vengono disciplinati: registro nazionale delle varietà delle piante da frutto e le condizioni per la registrazione di una nuova varietà, registro dei fornitori di materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e delle piante da frutto destinate alla produzione di frutti, certificazione dei materiali di pre-base, base, certificati e le fasi di commercializzazione, etichettatura ed imballaggio. CERTIFICAZIONI DI GARANZIA In vigore dal 1° gennaio 2017, la nuova normativa permette di scegliere tra diversi livelli di certificazione che forniscono diversi livelli di garanzia: - Certificazione comunitaria (CAC): livello minimo obbligatorio con il rispetto dei requisiti fitosanitari richiesti dalla Direttiva 2000/29/CE; - Certificazione volontaria UE: livello volontario europeo che si basa sugli standard EPPO. In aggiunta c’è anche la possibilità di aderire alla Certificazione nazionale volontaria, il cosiddetto certificato “Virus esente”, attualmente prodotta in Italia e in altri paese dell’Unione Europea come Francia ed Olanda. Il Ministero infatti ritiene che il livello introdotto dalle normative europee sia inferiore rispetto al sistema di certificazione nazionale volontaria e intende nel prossimo futuro promuovere questo sistema spingendolo sempre di più, allo scopo di fornire un sempre maggiore livello di distinguibilità e sicurezza delle produzioni vivaistiche nazionali.

OLTRE 2 MILIONI PER NUOVI POZZI

La Regione ha definito i criteri per i bandi che finanzieranno la costruzione di nuovi pozzi irrigui. Le risorse a disposizione ammontano a 2,256 milioni di euro. Saranno utilizzate – spiega una nota della Regione - per la realizzazione di nuovi pozzi in sostituzione dei pozzi aziendali ormai obsoleti, che potenzialmente miscelano le falde superficiali con quelle profonde, con possibile accorpamento di più utenze singole in forme di utilizzo consortile. L’utilizzo consortile dovrebbe inoltre ridurre il numero dei pozzi e aumentare l’efficienza dell’uso delle acque. Maggiori informazioni negli uffici di Confagricoltura Cuneo.

NOVITA’ 2017

di Chiabrando Daniele

Trincia

taratura e controllo funzionale atomizzatori e revisione periodica carri raccoglifrutta elevabili

Trincia interfilare per frutteti

Rastrella rami

Spandicompost

Via Senaude Bastie, 1 - 12036 Revello (Cn) • Tel. ufficio 345 2158628 • Cell. 339 8017198 • tecnofruit@libero.it • www.tecnofruit.it

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PATRONATO CHI PUÒ ANDARE IN PENSIONE CON LE VECCHIE REGOLE

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a nuova Legge di Bilancio 2017 disciplina l’Ottava Salvaguardia per 30.700 soggetti a favore dei quali è riconosciuta la possibilità di accedere alla pensione con i requisiti e le decorrenze vigenti al 31 dicembre 2011, cioè quelle prima della riforma Fornero. In pratica la normativa consentirà di mantenere in vigore, in via eccezionale, le vecchie regole di pensionamento nei confronti di determinati soggetti che il legislatore ha ritenuto meritevoli di una particolare tutela previdenziale e che nel 2011 risultavano senza lavoro. CATEGORIE DI TUTELA AMMESSE 1) Mobilità; 2) Lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione; 3) Cessati dal servizio con accordi o senza con il datore di lavoro; 4) Lavoratori in congedo per assistere figli con disabilità grave; 5) Lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato; 6) Lavoratori in somministrazione con contratto a tempo determinato (esclusi settore agricolo e stagionali). TERMINI E SCADENZE I primi tre soggetti devono presentare le istanze di accesso al riconoscimento del beneficio all’Inps con procedura online; i secondi tre all’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente tramite posta elettronica certificata o raccomandata A/R.

ASSEGNI FAMILIARI: IMPORTI E LIMITI DI REDDITO PER IL 2017

L’

assegno familiare (da non confondere con l’assegno per il nucleo familiare), è una prestazione a sostegno del reddito, spettante ad alcune categorie di lavoratori escluse dalla normativa dell’assegno per il nucleo familiare (L. 153/88) e per le quali continua ad applicarsi la vecchia normativa T.U. 797/55. A CHI SPETTA 1) coltivatori diretti, mezzadri e coloni e piccoli coltivatori diretti; 2) pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori) per i quali rimane il diritto alle quote di maggiorazione salariale. Il pagamento degli assegni familiari (o quota di maggiorazione) è subordinato alla condizione che gli interessati vivano a carico del richiedente e che il nucleo familiare non superi determinati limiti di reddito. IMPORTI DELLE PRESTAZIONI - 8,18 euro mensili spettanti ai coltivatori diretti, coloni, mezzadri e

IV

In tutti i casi le istanze vanno presentate entro il termine di decadenza di 60 giorni dalla data di entrata in vigore (1° gennaio 2017), quindi obbligatoriamente entro il 2 marzo 2017. In caso di non accoglimento dell’istanza, il soggetto ha 30 giorni dalla data di ricevimento per ricorrere in via amministrativa, proponendo istanza di riesame all’Ispettorato Territoriale del Lavoro presso la quale è stata presentata la domanda. ACCETTAZIONE DELLE DOMANDE L’accoglimento dell’istanza da parte dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro non significa ammissione ad essere salvaguardato e ad accedere al pensionamento con i requisiti ante-Fornero. A stabilire e ufficializzare l’ammissione è l’Inps che svolge attività di monitoraggio e di comunicazione circa l’ammissione a beneficiare della salvaguardia. La dichiarazione attestante il diritto non avverrà prima del 2 marzo 2017. Per maggiori informazioni rivolgersi al patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo.

PROROGA PER "L'OPZIONE DONNA"

Con la Legge di Bilancio 2017 viene prorogata la cosiddetta “Opzione donna” che permette alle lavoratrici l’accesso al trattamento pensionistico anticipato con il sistema contributivo a favore delle: 1) lavoratrici dipendenti nate nei mesi di ottobre, novembre edicembre del 1958; 2) lavoratrici autonome nate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 1957; 3) che risultano essere in possesso dei 35 anni di anzianità entro il 31 dicembre del 2015. Per tali figure sarà possibile esercitare “Opzione donna” anche nel 2016 a condizione che abbiano il requisito anagrafico di: 1) 57 anni e 7 mesi se lavoratrici dipendenti, 2) 58 anni e 7 mesi se lavoratrici autonome. Rivolgersi al patronato Enapa di Confagricoltura.

piccoli coltivatori diretti i figli; - 10,21 euro mensili spettanti ai pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi per il coniuge ed i figli. In considerazione dell’aggiornamento del tasso di inflazione programmato che nel 2016 è stato pari al 1,5% nella circolare Inps n. 229 del 29 dicembre 2016 sono riportati: - le tabelle aggiornate dei limiti di reddito familiare annuale da applicare ai fini della corresponsione degli assegni familiari ovvero delle quote di maggiorazione di pensione, secondo le diverse tipologie di nucleo familiare; - i limiti di reddito mensile personale ai fini dell’accertamento del carico per il riconoscimento degli assegni familiari. LIMITI DI REDDITO PERSONALI 2017 I limiti di reddito mensili personali validi per il 2017 al fine di accertare se il familiare è a carico, cioè economicamente non autosufficiente sono: - 706,82 euro per il coniuge, un genitore, ciascun figlio equiparato (T.M. + 30%) - 1.236,94 euro per due genitori (T.M. + 75%) I nuovi limiti di reddito sono valevoli in caso di richiesta di assegni familiari per fratelli, sorelle e nipoti. Il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti è fissato per il 2017 all’importo mensile di 501,89 euro. Per maggiori informazioni rivolgersi al patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo.

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Danni da maltempo

Tante urgenze post alluvione ENTRO IL 25 FEBBRAIO LA REGIONE DEFINIRÀ L'ENTITÀ DEI DANNI, SOLO DOPO I PAGAMENTI Una foto di danni provocati dall'alluvione di novembre

di Ilaria Blangetti

L’

alluvione del 23, 24 e 25 novembre scorsi è ancora presente negli occhi di molti. Un evento che poteva essere anche più devastante, ma che ha comunque creato ingenti danni a molte aziende agricole. Tra le zone più colpite l’Albese, il Monregalese e il Saluzzese, in particolari i Comuni di Alba, Castagnito, Guarene, Magliano, Govone, ma anche quelli sulle zone di fondovalle del Tanaro come Niella Tanaro, Bastia Mondovì, Clavesana, Farigliano, Piozzo e Monchiero, oltre alla valle Po. Ad oggi, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza dello scorso 16 dicembre, l’assessorato all’Agricoltura ha avviato le procedure per far fronte ai danni agricoli provocati dall’alluvione. L’iter, infatti, prevede che solo dopo la denuncia dei danni ai Comuni, che le girano in Regione, e i necessari sopralluoghi, si possano avviare le procedure di risarcimento. “La Giunta regionale – fanno sapere dall’ente – definirà entro il 25 febbraio le strutture colpite e l'entità dei danni, per dare avvio dalle procedure di pagamento”. DIFFICILE RIPARTENZA Intanto non è facile ripartire per molte aziende che hanno subito danni a strutture, terreni e coltivazioni quando ormai la primavera è alle porte. Nel Saluzzese danneggiati soprattutto seminativi, colture orticole, ma anche frutticole come nel caso dell’azienda di mirtilli di Ercole Berardo a Martiniana Po. “Subito dopo l’alluvione abbiamo effettuato i sopralluoghi necessari e le aziende hanno segnalato in Comune i danni per fare le richieste di risarcimento – commenta Marco Bruna, direttore di zona di Confagricoltura Saluzzo e Savigliano –. Le aziende agricole si aspettano uno snellimento delle procedure per velocizzare i tempi: il problema è infatti avere le autorizzazioni dall’Aipo il prima

possibile per procedere con la pulizia dei campi che hanno subito la furia dei fiumi durante quelle giornate. Serve operare in fretta perché la primavera è alle porte”. RIPRISTINARE I TERRENI Dello stesso parere anche Valter Roattino, direttore di zona Mondovì, dove sono state messe a dura prova le campagne e le coltivazioni di noccioleti con piante sradicate e fango dappertutto, oltre a terreni sommersi da rami e detriti. “L’urgenza è ripristinare i terreni anche se alcune aziende agricole l’hanno già fatto a loro spese non potendo attendere oltre: la primavera è ormai vicina e si deve ripartire. Sarebbe necessario, a nostro parere, superare almeno in questo caso la Legge 102 che prevede risarcimenti alle aziende solo se hanno subito danni superiori al 30% della Produzione Lorda Vendibile ordinaria – commenta – : in questo caso si tratta di ripulire i terreni, ripristinarli e renderli nuovamente produttivi. Se si applicherà questo criterio sarà difficile ottenere risarcimenti. Anche per questo c’è un po’ di sfiducia tra gli operatori visto che l’agricoltura stenta sempre a ricevere ciò di cui ha diritto”. Ci sono poi danni “collaterali” come nel caso dell’azienda agricola Quaglia di Ceva che deve convivere con lo smottamento di un tratto di strada provinciale. Le normali forniture di mangimi per gli animali, infatti, non possono più avvenire con il solito mezzo visto il divieto di transito sulla strada, ma con un veicolo più piccolo, con un aumento esagerato di costi che l’azienda sarebbe costretta ad affrontare. Inoltre lo smottamento ha divelto alcuni tralicci, lasciando pericolosamente scoperti alcuni fili. “Nonostante le segnalazioni – conclude Roattino –, al momento dall’azienda non abbiamo notizie di interventi”.

MISURE DI SOSTEGNO

Le iniziative delle banche del territorio e della Regione Alcuni istituti di credito hanno comunicato l’avvio di specifiche attività destinate in favore di coloro che hanno subito danni dall’alluvione del novembre scorso. Si tratta soprattutto di iniziative rivolte alla sospensione del rimborso della quota capitale delle rate in scadenza di prestito o mutui, e di finanziamenti per il ripristino dei danni e la ripresa delle attività. Gli istituti di credito al momento coinvolti sono Banca Alpi Marittime, Banco Azzoaglio, Gruppo Unicredit, Banca d’Alba, Ubibanca, Intesa Sanpaolo, Bcc di Casalgrasso

e Sant’Albano Stura, Banca Sella, Bnl Gruppo Bnpp, Cassa di Risparmio di Asti, Banco Bpm e Banca Popolare di Milano. L’elenco completo e aggiornato con le specifiche iniziative, si può consultare sul sito web della Regione Piemonte al seguente indirizzo http:// www.regione.piemonte.it/agri/politiche_agricole/ calamita_naturali/dwd/Riepilogo_iniziative_ banche.pdf. Intanto la Giunta regionale ha varato un contributo al pagamento degli interessi sui prestiti delle aziende agricole alluvionate

a novembre 2016. Potranno beneficiarne, sulla base di un bando che verrà prossimamente pubblicato, le piccole e medie imprese agricole per cui non sia stato disposto alcun pagamento del premio per la Domanda unica 2016. Il contributo, sui prestiti di conduzione annuale, è pari al 2% dell’importo del prestito, incrementato dello 0,5% qualora almeno la metà del prestito sia garantito da confidi. Si stima che le risorse straordinarie messe a disposizione dalla Regione potranno aiutare ad abbassare gli interessi di prestiti per un totale di circa 2 milioni di euro.

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I NOSTRI

UFFICI

Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - provinciale@confagricoltura.it ORARIO: 8,00 / 12,30 - 14,30 / 17,30 (giovedì, venerdì e sabato pom. chiuso) PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona.

ZONA DI CUNEO

Cuneo

Via Caccia, 4-6-8 Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 cuneo@confagricoltura.it

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8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30

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Dronero

Via IV Novembre, 20 - (c/o Geom. Garbarino) Tel. 0171.918182

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Caraglio

Piazza Martiri della Libertà, 29

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Via Vittorio Veneto, 8

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Piazza R. Spada - (ex Scuola Media)

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Via Vittorio Veneto, 21 - (c/o sala Municipio)

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Via Cavour ,19 - (davanti al Municipio)

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Villafalletto Demonte Tarantasca Busca

ZONA DI ALBA

Alba Bra Cherasco Canale S. Stefano B. Cortemilia

Via dell’Acquedotto, 2 Tel. 0173.281929 - Fax 0173.280979 alba@confagricuneo.it

MAT.

8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,00-12,30

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Corso V. Emanuele II, 121 - (c/o Milano Assicurazioni) Tel. 0172.425477 - Fax 0172.44167

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Via Garibaldi, 25 (c/o Pratiche Auto) Tel. 0172.489764

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Piazza Trento e Trieste, 74 Tel. 0173.970180

MAT.

Via Roma, 38/F Tel. 0141.840782 Fax 0141.840174

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Via Dante Alighieri, 51

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ZONA DI MONDOVÌ

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8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30

Corso Statuto, 28 Tel. e Fax 0174.42071 mondovi@confagricuneo.it

POM.

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Morozzo

Via Marconi, 66

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Dogliani

Via XXXI Luglio, 22 (ang. p.za Carlo Alberto)

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P.zza Capuccini, 1 - 1° piano (sopra Consorzio Agr.)

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Viale Vittorio Veneto, 8

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Mondovì

Ceva Carrù

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ZONA DI SALUZZO

Saluzzo Bagnolo P. Moretta

Via Torino, 40 Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 saluzzo@confagricuneo.it

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Racconigi

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1° e 3° del mese

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Via San Giovanni, 8 - (c/o Centro Anziani)

MAT.

9,30-12,00

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Via Togliatti, 16 Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 savigliano@confagricuneo.it P.zza C. Alberto, 5 c/o SAI Ass.) Tel. 0172.85253

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Latte

Latte, gli allevatori chiedono rispetto I PREZZI ALLA STALLA SONO FERMI. CONFAGRICOLTURA: "IL MERCATO È FAVOREVOLE, MA MANCA L'INTERESSE DEI CASEIFICI A RICONOSCERE GLI SFORZI DEI PRODUTTORI"

“I

n un momento in cui il mercato del latte è favorevole, i produttori continuano a vedersi applicare da parte dei caseifici quotazioni ben lontane dalla soglia minima di remuneratività. Comportandosi in questo modo, si manca di rispetto al lavoro di tante aziende agricole che quotidianamente producono qualità pur in mezzo a molte difficoltà. Vedendo la situazione attuale e facendo esercizio di autocritica, possiamo dire che probabilmente le aziende hanno sbagliato a non disdire i contratti a tempo debito. Non se la sono sentita di farlo per timore di restare senza acquirenti, è comprensibile, ma questo ci deve far riflettere e spingere verso una contrattazione collettiva che comporterà qualche rischio in più, ma che nel medio periodo garantirà migliori e più stabili condizioni al comparto”. Con queste parole il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, analizza l’attuale momento attraversato dai produttori di latte in provincia di Cuneo e in Piemonte, alle prese con ataviche difficoltà e speranze disilluse.

situazioni di prezzo così diverse? – domanda Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Latte di Confagricoltura Cuneo -. Ci sentiamo di ‘serie B’ rispetto ai nostri colleghi lombardi. Assistiamo molto di rado a qualche iniziativa sporadica, frutto della libera iniziativa di qualche caseificio, ma non di un’organica volontà di venire incontro al mondo allevatoriale, anzi. In questo momento il latte alla stalla potrebbe essere tranquillamente pagato 2-3 centesimi di più, ma purtroppo la parte industriale non è disposta a riconoscerci alcun ritocco, non mostrandosi interessata ad ammettere gli sforzi e le difficoltà dei produttori”.

IL 'TAVOLO' COSÌ È INUTILE In questo clima, anche il lavoro del Tavolo tecnico del latte che si riunisce in Regione appare decisamente sterile e non sta portando i risultati attesi. “Se l'industria non arriva con proposte serie e la disponibilità a pagare di più il latte possiamo anche evitare di trovarci”, riprende netto Abellonio che sul marchio Piemunto dichiara: “Ai produttori non sta fruttando alcun minimo beneNESSUN 'EFFETO LOMBARDIA' ficio economico. Serve una differenziazione Gli allevatori che si attendevano benefici ‘a monte’ del latte che finisce in Piemunto; anche in Piemonte dopo l’accordo raggiun- la Regione trovi il modo di riconoscere to in Lombardia sul prezzo del latte alla parte dei vantaggi anche agli allevatori, stalla lo scorso 14 dicembre sono rimasti altrimenti resta un’iniziativa interessante, molto delusi. "Ma il latte piemontese è così ma di cui non vediamo l’utilità per la parte tmc bozza1:Layout 24-11-2008 16:59 Pagina 1 conclude Abellonio. diverso da quelle1lombardo da giustificare agricola”,

ETICHETTATURA

Il via il 19 aprile È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che introduce in etichetta l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia. L’obbligo scatterà dal 19 aprile 2017 su tutte le confezioni e si applicherà al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. Questo nuovo sistema consente di indicare con chiarezza la provenienza delle materie prime di molti prodotti come il latte UHT, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini. Il decreto prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile. Le diciture saranno: a) “Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato munto il latte”; b) “Paese di condizionamento o trasformazione: nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte”. Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo di una sola dicitura: ad esempio “ORIGINE DEL LATTE: ITALIA”. Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: - latte di Paesi UE: se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei; - latte condizionato o trasformato in Paesi UE: se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei. Se le operazioni avvengono al di fuori dell’Unione europea, verrà usata la dicitura “Paesi non UE”. Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp.

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Vitivinicoltura

Registri elettronici partenza 'stentata' ANCORA TROPPI I PROBLEMI DI TIPO PROCEDURALE E INFORMATICO. GIANLUCA DEMARIA: "BISOGNA INSISTERE NELLA SPERIMENTAZIONE E NELLA SEMPLIFICAZIONE" di Paolo Ragazzo

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al 1° gennaio 2017 sono diventati obbligatori i registri telematici per tutti coloro che detengono i prodotti vitivinicoli per l’attività imprenditoriale o commerciale. Ma non tutto sta filando per il verso giusto a partire dall’iscrizione al portale SIAN, ad esempio. “A metà gennaio le aziende vitivinicole iscritte a livello nazionale erano circa 12mila, ma ne mancavano ancora oltre 20mila all’appello – spiega Alessandro Bottallo, tecnico vitivinicolo di Confagricoltura zona di Alba -. Vale la pena ricordare, inoltre, che non è sufficiente ottenere un’utenza e una password, ma bisogna associare il codice ICQRF al proprio stabilimento o deposito. E delle 12mila aziende, solo 9mila ad oggi hanno associa-

to il codice. Inoltre, diversamente da quanto affermato nelle precedenti comunicazioni, i dirigenti ICQRF ritengono che la mancata iscrizione al SIAN sia 'diffidabile', quindi è importante che le aziende si iscrivano al portale”. Dal punto di vista informatico a breve dovrebbe essere disponibile una nuova revisione del programma SIAN, che dovrebbe risolvere le criticità ancora presenti. Anche per la modalità del gestionale web-service c’è del ritardo riguardo all’ottenimento delle credenziali. “Sono giunte, per ora, circa 2.800 richieste da tutte le regioni, ma circa la metà devono ancora essere ‘lavorate’ e sui ticket di assistenza si registrano notevoli ritardi”, continua il tecnico dell’organizzazione agricola. Ma non

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è ancora tutto. “Sono state diffuse notizie errate sul carico delle giacenze iniziali entro il 31/01 con riferimento 01/01 – continua Bottallo -, come previsto dal DM non è obbligatoria l’annotazione sul registro dematerializzato entro il 31 gennaio né tanto meno sono previste sanzioni in merito”. È ancora da chiarire, però, quanto richiesto da Confagricoltura, ovvero la possibilità di poter caricare le giacenze al momento in cui l’azienda decide di trasmettere la prima volta i dati (entro il 30/04) oppure caricare i dati e i movimenti dalla data del 1° gennaio 2017 alla data della prima trasmissione, come invece sostengono i funzionari dell’ICQRF. “Di fronte a un quadro così pasticciato e incerto, siamo sempre più convinti che valesse la pena insistere nella sperimentazione prima di partire con le nuove modalità di tenuta dei registri dematerializzati, come da noi richiesto – commenta Gianluca Demaria, presidente della sezione Vini rossi e vicepresidente di Confagricoltura Cuneo -, inoltre le ultime linee guida del Ministero sono eccessivamente articolate. Occorre quindi una maggior semplificazione per poter rendere il sistema realmente fruibile da parte delle aziende”.


Corilicoltura

Cresce la voglia di frutta in guscio ALDO GAVUZZO COMMENTA I DATI DEL CENTRO STUDI DI CONFAGRICOLTURA CHE INDICANO UN TREND FAVOREVOLE IN ITALIA IL CONSUMO PRO CAPITE È DI 1 CHILO E MEZZO di Erica Giraudo

Aldo GAVUZZO Presidente sezione Frutta in Guscio di Confagricoltura Cuneo

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resce la richiesta di frutta in guscio, sia in Italia che all’estero, ma le variazioni di mercato sono continue. “È vero che negli ultimi anni registriamo un aumento della richiesta di frutta secca, ma mentre due anni fa c’era stata una grande domanda, in generale, di frutta in guscio, e in modo particolare di nocciole, nel 2016 la richiesta è diminuita - spiega Aldo Gavuzzo, presidente sezione Frutta in Guscio di Confagricoltura –. Il motivo? Nel 2015 c’era stata carenza di prodotto e tutti avevano fatto scorta nei magazzini, ma, nel 2016, la produzione è stata altissima (+20 + 30%), quindi c’è subito stato un esubero”.

C'È INTERESSE PER IL NOCE Secondo i dati del Centro studi di Confagricoltura, l’aumento della spesa destinata al consumo domestico della frutta in guscio raggiunge quasi l'8%, in controtendenza con il –1% della spesa alimentare. Il consumo pro capite medio degli italiani è di circa 1,5 kg all’anno. Meno rispetto a Paesi come Regno Unito, Germania, Francia e Usa, ma, secondo le previsioni, è destinato ad aumentare ancora. “In questi anni sono stati fatti molti impiantamenti nuovi, di alcuni i lavori sono ancora in corso - aggiunge Gavuzzo -, ma in prospettiva potrebbe esserci un esubero sia sul mercato italiano che su quello estero. La noce è in crescita perché ci sono pochi impianti e poca produzione, la richiesta fino a qualche anno fa non c’era, mentre oggi si usano molto nell’industria alimentare e in pasticceria, di conseguenza la richiesta è

aumentata. Una volte i noci impiegavano 10 anni a produrre, oggi, con le nuove varietà bastano 4-5 anni. Tanti agricoltori stanno facendo nuovi impiantamenti, ma rispetto alla nocciola il consumo è circa il 20%. Oggi la produzione, nel mondo, è di 800.000 quintali. Si potrebbe arrivare fino a 1,5 milioni di quintali, ma il mercato non ne assorbirebbe di più. Per quanto riguarda i pistacchi, i numeri sono stabili perché è un prodotto che si usa esclusivamente in determinati prodotti, come i gelati, ad esempio. La nocciola, invece, è l’unica che, negli ultimi anni, ha avuto delle variazioni positive importanti.

In Piemonte sono nati 4.000 ettari di noccioleti in più che inizieranno a produrre tra 7-8 anni. Nel mondo i nuovi campi adibiti alla coltivazione di nocciole sono 700/800 mila ettari”. NUOVI UTILIZZI E LOTTA AL FALSO 'MADE IN ITALY' La maggior parte del prodotto è destinata all’industria dolciaria, ma si stanno affermando anche nuove modalità di consumo, ad iniziare dagli aperitivi per arrivare alle diete salutistiche (la frutta secca ha comprovate proprietà benefiche per il sistema cardiovascolare). Per quanto riguarda le nocciole, l’Italia è il secondo Paese produttore al mondo, dopo la Turchia. Buone notizie anche per le mandorle, evidenzia lo studio di Confagricoltura, arrivano dal Sud Italia (Sicilia e Puglia in particolare), dove la domanda supera l’offerta. A margine dei numeri, lo studio di Confagricoltura mette in luce riflessi positivi sul mondo del lavoro, soprattutto per i giovani, e la necessità di una seria lotta al falso “made in Italy” che danneggia chi sta lavorando onestamente per portare il mercato a crescere in modo costante.

'CASO' NOCCIOLA DELLE LANGHE

Confagricoltura nel Comitato scientifico Confagricoltura Cuneo protagonista del neo nato Comitato scientifico sulla nocciola costituito a Santo Stefano Belbo. L’organizzazione agricola sarà rappresentata da Antonio Marino che collaborerà con avvocati e membri di associazioni di categoria. Il Comitato è stato creato all’interno dell’Osservatorio sulla Proprietà industriale e intellettuale nel settore vitivinicolo e delle tecnologie eno-alimentari, in un incontro, voluto anche dall’Unione Montana Alta Langa, per analizzare le problematiche emerse dopo l’introduzione della denominazione “Tonda Gentile delle Langhe” da parte del Ministero delle Politiche Agricole nel Registro nazionale piante da frutto. Su questo fronte, il 21 febbraio si terrà l’udienza al Tar del Lazio durante la quale verrà discusso il ricorso presentato anche da Confagricoltura proprio contro la decisione del ministero. Ricordiamo che anni fa, i produttori langaroli dovettero rinunciare alla denominazione “Langhe” per uniformarsi ai regolamenti europei a favore dell’Igp “nocciola Piemonte”. Con l’introduzione della dicitura “delle Langhe” nel registro nazionale, per definire la piantina da frutto, si è creata una situazione paradossale: il termine “Langhe” può contraddistinguere, in modo ingannevole, le produzioni di qualunque regione italiana, tranne che in Piemonte dove il termine “Langhe” è escluso dal disciplinare Igp. Il Comitato scientifico sulla nocciola ha già iniziato il lavoro di studio per trovare soluzioni al problema e per tutelare e valorizzare una delle eccellenze gastronomiche fondamentali per l’economia del territorio langarolo.

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Confagricoltura news

Allasia nel Tavolo tartufo IMPORTANTE NOMINA NAZIONALE PER IL PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA CUNEO

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l presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, è stato nominato rappresentante di Confagricoltura all’interno del Tavolo nazionale di filiera tartufo. Il gruppo di lavoro che mette insieme cercatori, agricoltori, commercianti, trasformatori, organismi di ricerca scientifica, amministrazioni centrali e Regioni, opera per concordare degli strumenti a favore del settore, sia per la parte di tutela e miglioramento ambientale sia per la parte di garanzia del prodotto alimen-

tare. “Sono particolarmente soddisfatto che, come rappresentante di una provincia dalla forte tradizione tartuficola, sia stato nominato all’interno del Tavolo di filiera del tartufo che si prefigge, tra i suoi obiettivi, di valorizzare tutta la filiera italiana – spiega Enrico Allasia - Proprio il nostro territorio, in particolare l’Albese, il Roero e il Monregalese, rappresenta infatti una delle aree in Italia maggiormente vocate alla produzione del tartufo, capace di garantire sostentamento a numerose famiglie e di caratterizzarsi anche come eccellenza enogastronomica dalla forte valenza turistica”. Nomina particolarmente importante perchè arriva in

un momento in cui è stato recentemente modificata la normativa che regola il settore (Legge numero 122 del 7 luglio 2016). “Sulla legge, come è ovvio, ci sono ancora punti di vista molto articolati e anche diversi – commenta Allasia -. In questa fase si sta discutendo di temi fondamentali per la crescita e la valorizzazione di tutto il settore, il tutto nell’ottica di tutelare chi coltiva, chi commercia e chi consuma. Come prima cosa è necessario garantire la tracciabilità del tartufo, requisito fondamentale per il consumatore, ma anche strumento di tutela del prodotto nazionale, bianco o nero che sia, rispetto ai tartufi che provengono da oltre confine”.

Nasce "Made in rete", sostegno alle aziende L'ASSOCIAZIONE SI PROPONE DI PROMUOVERE E COORDINARE LA COLLABORAZIONE E LA COOPERAZIONE TRA LE IMPRESE

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stata costituita ufficialmente a fine anno "Made in rete, associazione di categoria che riunisce le imprese agricole, alimentari, agroalimentari e agroindustriali che hanno già formato una "rete" o che indendono formarla. Promossa da Confagricoltura, l'associazione si propone di favorire, promuovere e coordinare la collaborazione e la cooperazione tra le imprese, per diffondere la cultura dell'aggregazione e creare nuove reti d'impresa. A poco più di due anni dalla nascita, il contratto di rete ha riscosso un grande successo: in Italia sono già stati stipulati 3.056 contratti che hanno visto il coinvolgimento di 15.443. "Siamo convinti – ha detto il presidente della neo nata associazione Marco Caprai – che per

crescere e aumentare la propria competitività l’agroalimentare debba fare network, superando i confini tra i vari comparti, al fine di realizzare un sistema più moderno e innovativo. Il contratto di rete è lo strumento ideale per fare questo, perché consente di fare massa critica, avere più potere contrattuale, razionalizzare i costi, ottimizzare le risorse, accorciare la filiera, garantire lavoro trasparente, condividere idee e know-how: raggiungere insomma obiettivi che difficilmente potrebbero essere conseguiti da soli”. La nuova associazione non si limiterà a fornire consulenza, ma accompagnerà operativamente le aziende nello sviluppo dei loro progetti.

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CONVENZIONE/01

Sciare a Limone costa meno Confagricoltura Cuneo ha stipulato con la Riserva Bianca di Limone Piemonte una convenzione che permette a tutti i soci, famigliari e dipendenti di Confagricoltura e delle imprese associate, di acquistare skipass a prezzi agevolati . Per usufruirne è necessario registrarsi sul sito come socio Confagricoltura. Per effettuare il primo accesso l’utente interessato dovrà recarsi presso gli uffici della sede provinciale dell’associazione portando con sé la My Limone Card (se già in possesso), oppure acquistabile presso gli uffici (2 euro). Dopo che l’operatore avrà caricato sul sito della Riserva Bianca il profilo dell’utente e degli eventuali famigliari identificandoli come soci di Confagricoltura, grazie alla carta sarà possibile acquistare direttamente online gli skypass scontati. Per le informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

CONVENZIONE/02

Baby parking Confagricoltura Cuneo ha rinnovato anche per il 2017 la convenzione con il baby parking-mini club L’Isola dei Tesori, sito in piazza Biancani 23 a Cuneo. L’asilo nido offre un servizio educativo dedicato ai bambini dai tre mesi ai tre anni d’età. I soci e i dipendenti Confagricoltura potranno usufruire di sconti sui pacchetti orari mensili proposti: 160 ore: 445,50 euro; 130 ore: 423 euro; 120 ore: 378 euro; 100 ore: 360 euro; 80 ore: 326 euro; 50 ore: 243 euro; 40 ore: 202,50 euro; 20 ore: 108 euro. I pacchetti prepagati hanno scadenza mensile (esclusi i giorni festivi).


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La Fiera del Bue tornerà di giovedì

Agenzia di viaggi Confagricoltura Cuneo ha siglato un accordo con Labtravel, agenzia di viaggi con sede a Cuneo. La convenzione prevede l’applicazione di sconti sui cataloghi dei maggiori tour operator e sulle offerte vacanza riservati ai soci e dipendenti delle aziende associate a Confagricoltura Cuneo. Per il 2017 i soci potranno usufruire delle seguenti agevolazioni: sconti dal 6 al 10% sui cataloghi dei maggiori tour operator; sconto del 10% sulle offerte di pacchetti viaggio proposte dai tour operator visionabili sul sito www.al-volo. it (per ottenere le credenziali di accesso contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo allo 0171/692143 – rif. Francesca); sconti sulla programmazione di viaggi di gruppo Labtravel con accompagnatore e partenza da Cuneo e dintorni ì (per info ufficio gruppi: 0171/451428-22-19 – gruppi@labtravel.it). Per informazioni e per effettuare le prenotazioni contattare lo 0171/451473 ANNI o inviare un’e-mail a prenotazioni@al-volo. it

DAL 2018, QUEST'ANNO INVECE SARÀ ANCORA ALL'IMMACOLATA. ACCOLTE DAL COMUNE DI CARRÙ LE PERPLESSITÀ SOTTOLINEATE DA CONFAGRICOLTURA

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a Fiera del Bue Grasso di Carrù, dal 2018 tornerà ad essere organizzata di giovedì. Parzialmente soddisfatta Confagricoltura Cuneo che aveva inviato al sindaco Stefania Ieriti e all'amministrazione comunale, una lettera per sottolineare la propria contrarietà alla decisione, ipotizzata, di calendarizzare ogni anno la tradizionale Fiera per la festività dell'Immacolata, l'8 di dicembre. "Siamo felici che siano state accolte in parte le nostre richieste, peccato non già dal 2017 tuttavia - commenta Valter Roattino, direttore direttore Confagricoltura zona di Mondovì -. Riteniamo che la fiera vada mantenuta il giovedì, come da tradizione, per rispettare il significato originario di un appuntamento

CONVENZIONE/03

tradizionale ormai consolidato nel tempo e importante per il settore primario; inoltre, avendo avuto modo di sentire alcuni operatori di settori legati a questo evento, ci siamo permessi di fare alcune considerazioni all’amministrazione comunale riguardo alla palesata volontà di riorganizzare la fiera in un giorno festivo”. Secondo quanto raccolto da Confagricoltura Cuneo, infatti, numerose perplessità sono diffuse anche tra gli operatori del settore macchine agricole, tra i macellai (costretti a macellare in giorno festivo, chiedendo la disponibilità dei veterinari nei rispettivi mattatoi), tra gli ANNI esercizi commerciali in genere, che temono una riduzione dell’attività rispetto ad avere due giorni distinti di festa e tra i Comuni limitrofi.

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Confagricoltura news

Giangiacomo GALLARATI SCOTTI BONALDI

Presidente di Confagri Veneto Nato a Roma, 55 anni, conduce un’azienda agricola ad indirizzo seminativo (grano, mais e soia) e vitivinicolo (prosecco e pinot grigio) in provincia di Treviso. È stato presidente di Confagricoltura Treviso ed è presidente di Confagricoltura Veneto. È anche presidente dell'Associazione Nazionale Bieticoltori. Componente della Giunta nazionale di Confagricoltura nel secondo mandato di Mario Guidi.

Massimiliano GIANSANTI

È il 'vice' di Mario Guidi Nato a Roma, 42 anni, conduce, assieme alla famiglia, sei aziende agricole, in provincia di Roma, Viterbo e Parma ad indirizzo cerealicolo e zootecnico, con produzione diretta di Parmigiano Reggiano Dop. È presidente di Confagricoltura Roma e consigliere della Banca della Nuova Terra. Vicepresidente nazionale di Confagricoltura nel secondo mandato di Mario Guidi.

Onofrio GIULIANO

Guida l'Unione di Foggia Nato a Foggia, 65 anni, conduce un'impresa agricola a Cerignola a prevalente indirizzo olivicolo, cerealicolo e viticolo. Produce anche pomodoro ed è uno dei maggiori produttori di olive 'Bella di Cerignola'. È presidente di Confagricoltura Foggia ed è stato vicepresidente nazionale. Componente della Giunta nazionale di Confagricoltura nel secondo mandato di Mario Guidi.

Il Piemonte è con Giansanti LA FEDERAZIONE REGIONALE E LE UNIONI PROVINCIALI COMPATTE NELLA SCELTA DEL NUOVO PRESIDENTE NAZIONALE di Paolo Ragazzo

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presidenti della Federazione Regionale e delle Unioni Provinciali del Piemonte dichiarano di voler sostenere la candidatura di Massimiliano Giansanti alla presidenza di Confagricoltura, valutando le linee programmatiche che egli ha proposto pienamente rispondenti alle attese di una Confederazione rafforzata nella sua identità e nelle sue strutture, centrale e periferiche, per poter dare adeguata risposta alle esigenze delle imprese associate. Esprimono nondimeno apprezzamento per gli intendimenti singolarmente manifestati da Gian Giacomo Gallarati Scotti Bonaldi e da Onofrio Giuliano, auspicando che Confagricoltura possa continuare a giovarsi del loro apporto di idee e di fattivo impegno”. È affidata a questa nota ufficiale, firmata da tutti i presidenti di Confagricoltura delle province del Piemonte, la decisione di procedere compatti verso l’appuntamento del 30 marzo, giorno in cui a Roma si deciderà il nome del nuovo presidente nazionale di Confagricoltura che succederà a Mario Guidi, giunto al termine del suo secondo mandato. “Sentite le presentazioni e conosciuti i programmi politici di tutti e tre i candidati alla presidenza, ci siamo espressi uniti per il sostegno a Massimiliano Giansanti, che abbiamo tra l’altro avuto modo di conoscere già all’assemblea pensionati lo scorso autunno a Staffarda – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. Ha un’anima riformatrice, idee chiare e una visione precisa di come deve essere la Confagricoltura del futuro, ben conscio delle difficoltà, dei punti di forza della nostra organizzazione e dei miglioramenti ancora da fare. Gli abbiamo altresì indicato Luca Brondelli di Brondello, presidente di Alessandria, come membro di giunta per il Piemonte in caso di vittoria. Detto questo auspichiamo che i tre candidati possano continuare ad essere, pur con le loro differenze, una risorsa per la Confagricoltura, ammirando chiunque in un periodo non semplice come l’attuale decide di mettersi al servizio dell’associazione”.

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Le nostre aziende

I suini nei box dell'azienda di Saluzzo in una delle prime fasi dell'allevamento

Suini allevati al 'top' per prosciutti Dop A SALUZZO GIOVANNI ABELLONIO E IL GENERO ALBERTO ABRATE GUIDANO L'AZIENDA SAN FILIPPO: 3.800 CAPI E TANTI INVESTIMENTI di Paolo Ragazzo

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o sempre creduto nella forza della qualità, ma purtroppo oggi non è adeguatamente remunerata. La carne dei nostri suini finisce nelle filiere delle Dop, ma gli sforzi economici che sosteniamo ogni giorno non sono riconosciuti dal mercato. Questo sovente ci spinge a pensare che non ne valga la pena”. A parlare è Giovanni Abellonio, meglio conosciuto con il suo secondo nome, Francesco, fondatore a Cervignasco, frazione di Saluzzo, dell’azienda agricola San Filippo. Le sue parole testimoniano come un riconoscimento, pur molto importante, come la Denominazione di Origine Protetta non basti da solo a far ‘quadrare i conti’ in azienda. Anche quando la passione per il mestiere che fai è talmente tanta da rendere quasi naturali migliorie e investimenti continui.

DAI PRIMI PASSI ALLA ‘SVOLTA’ La storia di quest’azienda comincia nel 1996 quando Giovanni, suinicoltore già a Cavallerleone col fratello, decide di fondare un nuovo allevamento nelle campagne vicine alla Capitale del Marchesato. Realizza, vicino ai fabbricati già esistenti, due capannoni per l’ingrasso dei suini, un nuovo portico per ospitare il mangimificio aziendale e due silos per stoccare il mais umido. Installa poi un impianto di alimentazione che consente la completa automazione di tutto il ciclo di vita dell’animale. Inizialmente i suini sono 2.300, con 48 ettari di terreno, ma nel 2004 l’allevamento viene ampliato per arrivare a ingrassare 3.800 capi, mentre gli ettari diventano 79. “Ho sempre tirato avanti l’azienda da solo, aiutato da mia moglie Isabella, che ha provveduto ad accudire la no-

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stra famiglia (tre figlie) e i miei anziani genitori e zii – continua l’allevatore -. Fino al 2011 è stato con noi un dipendente,

poi la svolta con l'ingresso in azienda di mio genero Alberto. Adesso è lui il futuro e la forza trainante dell’azienda. Dal 2014 siamo aiutati anche da Costel, un ragazzo di origini romene”. Proprio Alberto ci guida nella visita. Si parte dal ‘centro di comando’, un computer, che tiene sotto controllo tutto ciò che accade nelle tre stalle dell’azienda e in tempo reale fornisce informazioni su alimentazione (ricette e quantità di ogni singolo ingrediente), peso e numero di animali per ciascun box. Praticamente una mappa costantemente aggiornata sulla vita nell’allevamento. IL VERO SEGRETO È IN ‘CUCINA’ “L’alimentazione è uno dei nostri punti di forza – spiega orgoglioso Alberto Abrate -: oltre ad essere completamente automatizzata, infatti, è per buona parte autoprodotta da noi. Stocchiamo i cereali (principalmente mais, orzo e soia) nei nostri silos e, miscelandoli poi con sali e integratori, otteniamo i nuclei migliori a secon-

Sopra: la veduta panoramica dell'azienda San Filippo. Sotto: Alberto e Giovanni, al centro, tra Marco Bruna e Davide Risso (Confagricoltura Saluzzo)


da delle fasi di vita dell’animale. Grazie al mulino aziendale produciamo farine che con il computer decidiamo noi in che percentuale utilizzare. L’elemento più importante resta il mais ‘molle’ che otteniamo dai nostri campi”. Essendo i maiali dell’azienda San Filippo tutti destinati a diventare prosciutto San Daniele o di Parma, si predilige infatti un’alimentazione ‘umida’ che consente un accrescimento adeguato dell’animale, come prevedono i rigorosi disciplinari di produzione: “Stocchiamo senza seccare i 12/13 mila quintali di mais che produciamo, abbiamo così un prodotto sempre umido che i maiali mangiano più volentieri – precisa ancora Alberto -. Sappiamo con precisione ciò che mangiano i nostri animali e ne verifichiamo la qualità ogni giorno”. Riuscire ad autoprodursi il mangime, inoltre, è un utile paracadute nei periodi in cui i cereali schizzano alle stelle. OGNI MESE SI RIPARTE DA CAPO Ma come avviene un ciclo di allevamento? Ogni mese arrivano in azienda 475 suinetti tra i 28/30 chilogrammi ciascuno e, dopo 195 giorni in stalla, raggiunto il giusto grado di ingrasso e un peso che si aggira sui 175 chili. I maiali sono pronti per essere venduti. Anche Alberto è stato contagiato dall’amore per la qualità, ma come il suocero sottolinea: “Ogni tanto il dubbio che la filiera Dop sia davvero quella giusta ci viene, perché dei nostri capi soltanto le cosce sono riconosciute commercialmente, mentre tutte le altre parti, purtroppo, non sono valorizzate a dovere e sul mercato finiscono insieme a carne che non è stata allevata con le nostre attenzioni. Anche la scelta dei suinetti, tutti italiani, è importantissima per partire col piede giusto”.

INVESTIMENTI NELLE STALLE E NON SOLO Nell’azienda San Filippo, come detto, gli investimenti sono costanti. Non solo nelle stalle, dove la temperatura è mantenuta uniforme a seconda delle fasi di vita degli animali grazie anche a un sistema automatizzato di apertura delle finestre che consente il ricircolo naturale dell’aria, ma anche nelle strutture per così dire ‘accessorie’. Su tutte è fondamentale il lavoro continuo svolto dal separatore del liquame. Da una prima fossa, dove si trovano sia la parte solida che quella liquida prodotte dall’allevamento, una pompa sommersa spinge il liquame al separatore che divide le due parti e riduce così il contenuto di azoto. La componente solida finisce, quasi tutta, a un impianto di biogas, mentre quella liquida torna in altre due fosse e viene utilizzata dall’azienda come fertilizzante nei campi, come prevede la direttiva nitrati. Prima di lasciarci andare Giovanni fa un riferimento anche ai danni provocati dalla cattiva comunicazione sul tema degli allevamenti: “Molte volte gli organi di informazione tendono ad enfatizzare casi isolati di comportamenti scorretti, senza sapere che si colpisce l’opinione pubblica e si creano danni enormi all’intero comparto, composto da gente onesta. Si guarda al puntino nero in mezzo al foglio senza guardare realmente tutto il contenuto del foglio”. Un altro modo per ricordare come sia poco costruttivo “fare di tutta l’erba un fascio”.

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Sopra: i suini vengono allevati fino a raggiungere i 175 chili Sotto: Alberto Abrate al computer aziendale e il separatore del liquame

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Il mercatino dell'agricoltore

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marzo 2017

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