L'Agricoltore Cuneese - N. 04/2014

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB/CN - ANNO XII - N. 04•2014 - GIUGNO 2014 - CONTIENE I.P.

N. 04 • 2014 U N I O N E

P R O V I N C I A L E

La scure di Renzi sulle 'rinnovabili'

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Sommario

Elezioni: agricoltura N.P. (non pervenuta) Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo

L’Agricoltore cuneese Testata mensile dell’Unione Provinciale Agricoltori di Cuneo Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e realizzazione grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 Fax 0171/436301 E-mail: upa@autorivari.com Direzione e amministrazione: Unione Provinciale Agricoltori Via Caccia, 4 12100 - Cuneo Tel. 0171/692143 Fax 0171/698629 cuneo@confagricoltura.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 Fax 0172/695898 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Chiuso in redazione il 27/05/2014 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 6/3/1975 al n. 36

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entre questo numero del giornale va in stampa, ci troviamo a commentare i freschi risultati dell’ultima tornata elettorale. Al di là dell’esito delle urne, che come sempre lascia sul campo vincitori e vinti, ciò che lascia esterrefatti è la continua mancanza di attenzione della politica verso il settore primario. In un momento decisivo per la nuova Pac 2014/2020, che sta prendendo forma in maniera più che mai concreta, ci si aspettava che proprio dai candidati al parlamento di Bruxelles questo “assist” potesse essere sfruttato al meglio. Invece no. Anche questa volta tanta approssimazione e mancanza di risposte nei programmi dei molti

che ora andranno ad occupare lo scranno europeo. Di fronte a questa mancanza di risposte, l’agricoltura è stanca, sfiduciata e senza parole. Al settore serve, infatti, un’Europa che rafforzi il sistema delle imprese, il ricambio generazionale, l’aggregazione e le filiere agroalimentari, incentivando produzione e produttività, facendo leva sulla ricerca e sull’innovazione. Tutto ciò non sarà facilmente raggiungibile, se non si capisce al più presto che l’agroalimentare italiano non ha bisogno solo di fondi adeguati per una sua tutela, ma soprattutto di qualcuno che sia pronto a prendersene cura con attenzione e fatti concreti.

URGENTE: ABBIAMO BISOGNO DI VOI Per la campagna associativa 2014/2015 la Confagricoltura sta cercando agricoltori interessati a posare per un servizio fotografico insieme ai propri figli. Chi fosse interessato può telefonare allo 0171/692143 o rivolgersi agli uffici di zona.

IN QUESTO NUMERO CORILICOLTURA Convegno: "Nocciolo, coltura per l'ambiente" Programma e commenti Produzione ed ettari in provincia di Cuneo A TUTTO CAMPO La scure di Renzi sulle "rinnovabili" Aziende agricole escluse dal Sistri POLITICA AGRICOLA COMUNE Nuova Pac: anche l'Italia inizia a muoversi PIANO DI SVILUPPO RURALE Approvate le linee guida del nuovo Psr ASSEMBLEA NAZIONALE Mario Guidi riconfermato presidente L'INTERVISTA Barbieri: "Latte, un futuro pieno di incognite" INTERNAZIONALIZZAZIONE Confagricoltura verso l'Expo 2015 L'evento in cifre AGRITURIST "Cresce la voglia di vacanze in agriturismo" Agriturist si rinnova ZOOTECNIA Chialva guida il nuovo Consiglio del Cosman La Piemontese trionfa a Cuneo Polli: nel 2013 su i consumi e la produzione Piemontese: richiesta di aiuto al ministro

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INSERTO TECNICO Sanzioni lavoro irregolare Abbassamento resa per il Roero Arneis Regione a sostegno della difesa in alpeggio Scadenziario paghe e fiscale VITIVINICOLTURA Il "Testo Unico del vino" è realtà Intesa con lo stato di Santa Catarina In buone mani il futuro del Moscato FRUTTICOLTURA Un progetto per lavorare la frutta CONFAGRICOLTURA NEWS Il viceministro Olivero ad Alba Appello agli associati LE NOSTRE AZIENDE Organizzazione e passione: 'assi' per il latte GOCCE DI MEMORIA Quel monumento che non c'è SICUREZZA IN AZIENDA Le principali misure per ridurre i rischi IL TECNICO IN FRUTTETO Riconoscere la 'batteriosi' del nocciolo IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Olio Carli ha aperto a Cuneo La punta di "Diamant" delle testate Capello

I II III IV 16 16 17 18 19 19 20 22 23 24

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Corilicoltura

'Nocciolo: coltura per l'ambiente', se ne parla a Cherasco

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di Paolo Ragazzo

ciolo, coltura per l’ambiente. Analisi opportunità e criticità”. L’evento rientra nell’ambito del Psr 2007/2013 - Misura 111.1 B Informazione nel settore agricolo. “In questi anni la coltivazione del nocciolo in Piemonte e soprattutto nella provincia di Cuneo ha visto un’interessante crescita; fino a qualche anno fa, infatti, la coltura era prerogativa dell’Alta Langa e delle zone più marginali, mentre ora rappresenta un’opportunità economica in grado di garantire reddito anche in areali diversi - dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Le potenzialità di questa coltura hanno catturato l’attenzione anche degli imprenditori delle aree più pianeg-

Un esempio di coltivazione di nocciolo in un'area pianeggiante della Granda

gianti, tanto che in molte zone della nostra provincia non solitamente destinate a nocciolo sono stati impiantati corileti, anche di una certa rilevanza. Questo forte sviluppo è stato trainato non solo dalla tenacia degli agricoltori, delle associazioni di produttori e dei tecnici, ma soprattutto dalla crescente domanda mondiale di nocciole, impiegate per la produzione industriale di alta qualità. Molto importante, poi, è la positiva valenza ambientale di questa coltura, che preserva il territorio da frane e dilavamento superficiale e non è impattante, considerato il basso impiego di trattamenti fitosanitari”. PROGRAMMA Dopo i saluti di Claudio Bogetti (sindaco di Cherasco), toccherà a Oreste Massimino (presidente di Confagricoltura Cuneo), Pier Paolo Bertone (presidente di Ascopiemonte) e Lodovico Cogno (presidente di Piemonte Asprocor) aprire i lavori del convegno. Si entrerà quindi nel vivo dell’argomento grazie agli interventi di: Giuseppe Russo (presidente della Federazione Nazionale Frutta in Guscio di Confagricoltura), Ambrogio De Ponti (presidente Unaproa), Maria Corte (tecnico del Creso), Enrico Allasia (Allasia Plant), Stefano Gagliasso (Ferrero Trading Spollonatore meccanico adattabile a qualsiasi decespugliatore

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l successo delle nocciole piemontesi nel mondo è accompagnato, in generale, da un aumento della domanda di tutta la frutta in guscio. E se la richiesta di prodotto è cresciuta costantemente negli ultimi anni, di pari passo sembra andare anche l’interesse degli imprenditori agricoli della Granda, che guardano a questa coltura con sempre maggior attenzione. Anche in zone non tradizionalmente vocate alla corilicoltura. È per fare il punto sugli ultimi sviluppi di questa coltivazione che la Confagricoltura di Cuneo, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor, organizza sabato 14 giugno, alle 9,30, presso il teatro Salomone di Cherasco il convegno “Noc-

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Lux – Procurement Division) ed Ettore Fontana (Ferrero Trading Lux – Hazelnut Business Development). Le conclusioni, invece, saranno affidate a Andrea Olivero (Vice Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali). Modererà il dibattito il giornalista Ercole Zuccaro. A seguire, infine, ci si sposterà per un aperitivo presso la ditta Chianchia che dalle 14 aprirà le porte a visitatori e addetti ai lavori. COMMENTI Pier Paolo Bertone, presidente Ascopiemonte, dice: “Questo convegno vuole essere un momento di incontro e confronto

15%

Oltre 1/7 degli ettari coltivati a noccioleto in Italia, si trova in provincia di CUNEO

Produzione ed ettari coltivati a nocciolo in provincia di Cuneo (Fonte: Camera di Commercio di Cuneo)

PRODUZIONE

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2011

144.000 q

9.981 ha

2012

147.000 q

10.471 ha

dell’intera filiera corilicola. Avremo modo di analizzare le opportunità e le criticità di un comparto che così fortemente ha caratterizzato e siamo certi caratterizzerà in futuro il nostro territorio”. Gli fa eco il responsabile tecnico di Ascopiemonte, Gianluca Griseri: “Oggi il nocciolo può rappresentare una valida alternativa alle ‘classiche’ produzioni cerealicole, frutticole e viticole. Alternativa di carattere produttivo, economico e occupazionale. Le nostre aziende però hanno bisogno di crescere in qualità, quantità prodotte, organizzazione, innovazione e nuove tecnologie”.

Anche Asprocor Piemonte tiene a rimarcare la valenza dell’appuntamento: “Il convegno di Cherasco sarà occasione per analizzare con addetti del settore e rappresentanti delle istituzioni quali possibilità esistono per lo sviluppo della coltivazione del nocciolo anche al di fuori delle aree 'storiche' di questa coltura - spiega Lodovico Cogno, presidente di Asprocor -. Dalle Langhe il nocciolo si sta espandendo anche in zone di pianura, in risposta anche all’elevata richiesta di prodotto da parte delle aziende di trasformazione. Questo però implica attente valutazioni”.

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A tutto campo

La scure di Renzi sulle "rinnovabili" EFFETTI RETROATTIVI E AGROENERGIE DANNEGGIATE. CONFAGRICOLTURA: "IL GOVERNO RIVEDA QUESTE MISURE" di Gilberto Manfrin

A

ltro che aiuti. Le nuove misure fiscali introdotte dal Governo con il decreto legge n. 66/2014 portano novità importanti (riassunte nei box in pagina), ma estremamente onerose per gli imprenditori agricoli, tra l’altro con un provvedimento estemporaneo e con alcuni effetti retroattivi. Sono diventate operative le norme approvate dal Governo, che prevedevano, in un primo momento, diverse disposizioni in materia di fiscalità agricola, come l’aumento generalizzato degli estimi catastali (fino al 30% di rivalutazione), la revisione del regime speciale IVA e l’abrogazione dell’esonero IVA per gli agricoltori fino a 7.000 euro di volume d’affari. Dopo un iter che ha visto la Confagricoltura impegnata a contenere e a contrastarne gli effetti, restano comunque le misure sulla revisione delle zone esenti dall’Imu e sulla modifica del regime di tassazione

del reddito derivante dalla produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali. Proprio su questi due capitoli è duro il commento della Confagricoltura di Cuneo: “Ancora una volta si pesca nell'agricoltura - afferma Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Sono molti i punti che non vanno, a partire dall'esenzione Imu sui terreni agricoli montani e di collina basata sul criterio dell'altitudine. Il metodo non ci convince per nulla in quanto se la soglia dovesse essere troppo elevata, per esempio mille metri, rischiano di dover pagare quasi tutti. Ci aspettiamo che il Governo valuti attentamente questo punto per non creare quello che sarebbe un vero e proprio caos". L'attenzione di Abellonio si sposta poi sul tema delle 'rinnovabili': "Si rischia di compromettere definitivamente l’equilibrio economicofinanziario delle imprese agricole che han-

R I N N O VA B I L I Il reddito derivante dalla produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali (biogas, biomasse, fotovoltaico, ecc) non è più determinabile sulla base del reddito agrario, ma con l’applicazione, all'ammontare dei corrispettivi soggetti ad Iva, del coefficiente di redditività nella misura del 25%. Anche questa misura trova applicazione dal periodo d’imposta 2014. È previsto lo strumento dell'acconto sulla base del fatturato 2013.

ESENZIONE IMU L'esenzione Imu prevista per i terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina sarà riconosciuta a seconda dell’altitudine (la Confagricoltura è vigile e critica su questo punto) e differenziata a seconda che siano posseduti da coltivatori diretti e IAP o da altri soggetti. La misura trova applicazione dal corrente anno e comporterà i primi effetti già dal versamento della prima rata dell'Imu da effettuarsi entro il prossimo 16 giugno.

F 2 4 T E L E M AT I C O

RIDUZIONE IRAP SI riduce il peso fiscale dell'Irap agli esercenti attività d'impresa, arti o professioni a partire dal 2014, con un taglio delle aliquote. Per le imprese agricole l’aliquota fino al saldo 2013 resta dell’1,9% per scendere all’1,7% dal 2014. Ai fini del versamento dell’acconto 2014, in caso di utilizzo del metodo previsionale va applicata l’aliquota dell’1,8%.

Addio alla presentazione cartacea degli F24 di importo superiore a 1.000 euro e per quelli in compensazione a saldo zero, che dovranno essere inviati tramite i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Dal 1° ottobre 2014 i privati potranno fare versamenti allo sportello solo per i pagamenti fino a mille euro senza compensazione.

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BONUS 80 EURO Per il 2014 è previsto un credito di 80 euro a favore dei lavoratori dipendenti. L’ a g e v o l a z i o n e s p e t t a a n c h e a i collaboratori coordinati e continuativi, ai collaboratori a progetto e ai lavoratori socialmente utili. Il credito andrà a coloro che dopo aver scontato la detrazione di lavoro dipendente hanno un'Irpef residua. Ciò significa che tutti coloro che hanno redditi totali fino a 8.000 euro non riceveranno il bonus. Ma attenzione: per gli operai agricoli a tempo determinato il bonus va proporzionato alle effettive giornate di lavoro e pertanto è impossibile raggiungere la somma di 80 euro. Il beneficio è riconosciuto in forma automatica: non è pertanto necessaria una specifica richiesta per ottenere il bonus.

no investito nel settore delle rinnovabili La determinazione del reddito con l’aliquota del 25% sull’ammontare dei corrispettivi, con il cambio delle regole d’imposizione ‘in corso d’opera’, produce, infatti, effetti dirompenti sui piani d’investimento e sulle fonti di finanziamento bancario". Gli agricoltori che operano nel settore delle rinnovabili criticano il livello di tassazione introdotta dal DL perché viene sottostimato il gettito derivante da questa misura. “Il mondo agricolo, investendo nelle rinnovabili a completamento della propria attività, si è scontrato con opinione pubblica, burocrazia, piani di bilancio per riuscire a portare avanti progetti in grado di garantire un futuro al comparto - protesta Enrico Allasia, presidente della sezione Pioppicoltura di Confagricoltura Cuneo -. Molte volte le ‘vere’ aziende agricole hanno subito, soprattutto sulle biomasse solide, l'investimento di operatori ‘non agricoli’, drogando un sistema consolidato e creando parecchie difficoltà gestionali e di programmazione ai veri attori agricoli. Oltre il danno anche la beffa! Sarebbe importante tutelare le società agricole che direttamente hanno raccolto tale sfida. Ritengo siano queste ultime, nelle loro diverse forme (filiera corta, approvvigionamento da autoproduzione) il vero traino del comparto agricolo e vadano quindi tutelate per garantire loro continuità produttiva ed economica”. Confagricoltura è impegnata in tutte le sedi, locali e nazionali, affinché vengano riviste in modo netto le misure previste.


Rifiuti pericolosi, aziende agricole escluse dal Sistri SONO STATE COSÌ ACCOLTE LE RICHIESTE FORMULATE A PIÙ RIPRESE DA CONFAGRICOLTURA

È

stato pubblicato (G.U. n. 99 del 30 aprile 2014) il DM 24 aprile 2014 recante “Disciplina delle modalità di applicazione a regime del SISTRI del trasporto intermodale nonché specificazione delle categorie di soggetti obbligati ad aderire, ex articolo 188-ter, comma 1 e 3 del decreto legislativo n. 152 del 2006”, entrato in vigore il 1° maggio 2014. LE NOVITÀ La novità più importante che concerne il settore agricolo, riguarda l’esclusione dall’obbligatorietà ad aderire al SISTRI (art 1 comma 1 lettera a) di: 1) enti e imprese produttori iniziali

di rifiuti speciali pericolosi derivanti da attività agricole e agroindustriali con meno di 10 dipendenti. 2) enti e imprese che conferiscono i propri rifiuti nell’ambito di un circuito organizzato di raccolta, indipendentemente dal numero di dipendenti. Pertanto rimangono soggette al Sistri le imprese agricole con più di 10 dipendenti che non conferiscono i loro rifiuti pericolosi a circuiti organizzati di raccolta. Sono state così accolte le richieste formulate da Confagricoltura congiuntamente al coordinamento di Agrinsieme che evidenziavano la necessità di escludere

le imprese di piccole dimensioni, valorizzando contemporaneamente i circuiti organizzati di raccolta. “È un risultato di grande importanza - ha commentato l’associazione agricola - che mette in evidenza l’attenzione del ministro, il cui lavoro ha consentito il raggiungimento di questo risultato. Si permette così di proseguire, da una parte nel percorso di semplificazione nella gestione dei rifiuti e, dall’altra, di valorizzare i sistemi virtuosi esistenti, legati al concetto dei circuiti organizzati di raccolta. Il settore agricolo, infatti, non si esime dalla tracciabilità dei rifiuti, ma ha necessità che la stessa sia adattata alle esigenze operative dell’attività”. ADEMPIMENTI CARTACEI Per i soggetti esclusi vengono confermati gli adempimenti "cartacei" (articoli 190 e 193 del D.Lgs 152/2006 nella versione antecedente l'entrata in vigore delle modifiche introdotte dal D.Lgs 205/2010) sino al 31 dicembre 2014. Fino a quella data vige l’obbligo di mantenere la tracciabilità dei rifiuti tramite il registro di carico e scarico e il formulario.

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Politica Agricola Comune

Riforma della Pac, anche l'Italia inizia a muoversi PRESENTATO IL DOCUMENTO CON LA BOZZA DELLE DECISIONI CHE DOVRANNO ESSERE ADOTTATE ENTRO IL 1° AGOSTO di Gilberto Manfrin

P

roseguono gli incontri tra il Ministero e le Regioni relativi all’attuazione della riforma Pac verso il 2020. Ci sono orientamenti in via di definizione, oltre a scelte già operate. Il tutto è stato raccolto in un documento organico dal titolo “La nuova Pac: le scelte nazionali”, una sorta di piattaforma delle decisioni che l’Italia dovrà assumere entro il 1° agosto 2014, data entro la quale dovranno essere adottate tutte le numerose scelte di attuazione della Pac a livello nazionale. Il documento identifica cinque obiettivi alla base delle scelte nazionali che determinano conseguenti scelte strategiche: la nuova Pac dovrà sostenere la transizione e mantenere adeguati livelli di reddito; sostenere i settori in difficoltà; favorire il ricambio generazionale; incentivare pratiche sostenibili; governare il sistema, con una verifica di medio termine nel 2016 sull’impatto delle scelte compiute e semplificando i meccanismi di accesso. Alcune scelte sono già ben delineate: Italia regione unica e “modello irlandese”.

LE SCELTE OPERATE… L’obiettivo della nuova Pac è raggiungere un pagamento uniforme per ha, ma questo obiettivo non sarà realizzato entro il 2019, per evitare di penalizzare i beneficiari storici dei pagamenti diretti. Tra le scelte già “operate” e “da operare” oltre al riconoscimento dell’Italia “regione unica” e della convergenza interna basata sul modello “irlandese” (con soglie 30/60), vi è anche il valore del greening calcolato come percentuale di ciascun titolo; la non applicazione del pagamento redistributivo e il mancato riconoscimento di risorse per le“aree svantaggiate”; l’ammissibilità di tutte le superfici agricole; il limite minimo dei pagamenti: 250 euro nel primo anno, 300 euro a regime a partire dal 2017; sugli aiuti accoppiati è prevista la destinazione del 10% del plafond previsto per gli aiuti diretti; mentre per i giovani è prevista la destinazione della riserva dell’1% del plafond previsto per gli aiuti diretti ed eventuale integrazione attraverso la riserva nazionale per un ulteriore 1%.

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…E QUELLE DA OPERARE Sono invece in corso di definizione e di valutazione i seguenti aspetti: il calcolo del valore iniziale dei titoli sul “pagato” per il 2014; dimensione minima aziendale “nuovi entranti”; attività agricola “minima”; applicazione di possibili coefficienti di riduzione per superfici a pascolo; limite massimo dei valori unitari dei titoli per ettaro; schema “piccoli agricoltori” (scelta opzione da attuare, con preferenza sullo storico); scelte relative all’applicazione del greening; limiti chilometrici all’utilizzi dei titoli, per evitare speculazioni fondiarie. In particolare, nella definizione di agricoltore attivo, uno dei criteri di selettività riguarda la soglia di pagamento al di sopra della quale effettuare la verifica sui soggetti beneficiari, fissata a un doppio livello: 5.000 euro per zone svantaggiate e di montagna, 1.250 euro per zone non svantaggiate. La parte preponderante del documento e sul quale si sta concentrando il dibattito tra Mipaaf e Regioni riguarda i pagamenti accoppiati: “Ci sono due linee - chiarisce Gualtiero Dalmasso, responsabile Caa di Confagricoltura Cuneo -: una che vorrebbe utilizzare il 10% del massimale nazionale, l’altra il 15%. Come Confagricoltura ribadiamo la necessità di usare tutto il plafond (13% + 2% per incentivare le colture proteiche) previsto per gli aiuti diretti accoppiati. Applicando il budget, a fronte di una limitata riduzione del valore dei titoli disaccoppiati, si possono compiere infatti scelte di politica agraria a vantaggio di settori strategici in difficoltà e per accrescere la loro competitività nei confronti dei nostri partner europei”.


Piano di Sviluppo Rurale

Approvate le linee guida del nuovo Psr TRA LE TANTE NOVITÀ SONO PREVISTI OLTRE 119 MILIONI IN PIÙ RISPETTO ALLA PRECEDENTE PROGRAMMAZIONE PREMI BASE COLTURA

PREMIO AD ETTARO PSR 2007/2013

PREMIO AD ETTARO PSR 2014/2020

BASE

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BASE

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CEREALI ANNUALI

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FORAGGERE (prato stabile)

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250

900

ORTICOLE

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600 (ANNUALI) 900 (PLURIENNUALI)

PICCOLI FRUTTI

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900

COLTURE ARBOREE (frutta, vite, frutta a guscio)

S

ono state approvate dalla Giunta regionale, su proposta dell’ex assessore all’Agricoltura, Claudio Sacchetto “Le linee di indirizzo per le principali misure del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020”. La Regione Piemonte, ha così provveduto ad una prima impostazione del nuovo PSR, forgiando la struttura della futura programmazione. Obiettivi del Psr 2014/2020 saranno: bandi chiari e semplici, a cadenza programmata (prevalentemente annuale), risposte puntuali alle domande presentate da parte delle aziende, tempistiche dei pagamenti ridimensionate e, ove possibile, un incremento dei premi laddove si riconosca un effettivo impegno da parte delle aziende, obiettivo possibile anche grazie all’ottenimento di 119 milioni di euro in più rispetto alla precedente programmazione, nonostante il periodo economicamente delicato. MODIFICHE E NOVITÀ Misura 4.1, Sostegno agli investimenti nelle aziende agricole (ex 121) Prevista una dotazione finanziaria di 205 milioni di euro (65 milioni in più di quanto contemplato dal vecchio Psr), opzioni di finanziamento triplicate, rispetto all’unica opzione precedentemente disponibile: l’azienda potrà scegliere ora tra conto capitale, conto interessi o, ancora, ulteriori

strumenti finanziari (fondi rotativi, fondi di riassicurazione). Nel periodo dei 7 anni potranno essere presentate fino a 3 domande per azienda: rispetto al passato, quando vi era un solo bando a inizio programmazione e la possibilità di effettuare una sola domanda, adesso le aziende possono meglio pianificare i propri investimenti; il massimale per domanda sale a euro 100 mila, moltiplicabile per le 3 domande concesse per un totale di 300 mila euro (precedentemente il contributo si attestava indicativamente sui 70-80 mila euro). Misura 6.1, aiuti all’avviamento di imprese per giovani agricoltori (ex 112) L’obiettivo è quello di mettere in relazione sempre più stretta la misura investimenti con l’iniziativa imprenditoriale dei giovani agricoltori: incrementata la dotazione finanziaria a 53 milioni di euro, è stato aumentato il premio (massimale) da 40 a 70 mila euro. Per scongiurare la speculazione con l’erogazione di risorse a beneficio di realtà imprenditoriali fittizie, il premio sarà successivo alla presentazione di business plan dell’azienda richiedente. Misura 4.2, Sostegno agli investimenti riguardanti la trasformazione, la commercializzazione e lo sviluppo di prodotti agricoli (ex 123)

La misura, in linea con l’impostazione del nuovo Psr, si presenta con modalità di istruttoria più snelle, di più facile accesso per le aziende e con un incremento del contributo per azienda. La dotazione della misura raggiunge i 74 milioni di euro, il finanziamento delle risorse migliora nell’offerta delle opzioni: conto capitale, conto interesse o ingegneria finanziaria. Il massimale per domanda ammonta 1.500.000 euro, i bandi saranno annuali e ogni azienda potrà presentare fino a 3 domande nei 7 anni. Misura 10, pagamenti agro-climaticoambientali (ex 214) L’attenzione nella stesura della misura è stata incentrata sulla necessità di compensare adeguatamente l’impegno dell’azienda in termini ambientali calcolandone in modo preciso la riduzione del ricavo o l’aumento dei costi. La dotazione finanziaria passa da 282 a 305 milioni di euro, i premi base per l’agricoltore quasi tutti raddoppiati (in alcuni casi più che duplicati), e gli impegni aggiuntivi impostati in modo da poter essere agevolmente applicati. Misura 14, Benessere animale (ex 215) La misura 14 deve essere concepita quale possibile volano per il rilancio generale della zootecnia regionale. Incremento della dotazione finanziaria fino a 26 milioni di euro, anche in questo caso deve valere il principio secondo il quale l’azienda deve ricevere un compenso adeguato agli impegni attuati: in questo senso vi è un incremento al premio dai precedenti 350 €/UBA ai 500 €/UBA contemplati dalla nuova programmazione. Anche in questo ambito si prevedono bandi a cadenza annuale e una maggiore certezza nella tempistica di saldo dei pagamenti. Misura 2.1, Sostegno allo scopo di avvalersi di consulenza (ex 114) Mentre nella vecchia programmazione l’agricoltore anticipava il pagamento per la consulenza e nel corso dell’annata successiva la Regione rimborsava l’80% della somma, con la nuova programmazione l’azienda non anticipa alcuna risorsa: l’ente incaricato della consulenza sarà pagato subito dalla Regione, la quale coprirà per il 100% il costo del servizio. Nella programmazione 2014/2020, in merito alle misure sopra riportate, sono investiti complessivamente 100 milioni di euro in più rispetto al precedente Psr.

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Assemblea nazionale

Mario Guidi riconfermato presidente ELETTO CON 497 VOTI SU 509, IN GIUNTA L'ASTIGIANO EZIO VEGGIA. MASSIMINO: "RICONOSCIUTO IL RUOLO DEL PIEMONTE"

MARIO GUIDI

Presidente nazionale Confagricoltura

“A

nome mio e del Consiglio di Confagricoltura Cuneo mi congratulo con Mario Guidi per la sua rielezione a presidente nazionale. Il Piemonte si è presentato compatto al voto e per i prossimi tre anni potrà contare nuovamente su un suo rappresentante all’interno della Giunta nazionale: la rielezione di Ezio Veggia, infatti, è un riconoscimento al lavoro condotto dalle ‘territoriali’ piemontesi in questi anni e al ruolo nevralgico che l’agricoltura della nostra regione riveste da sempre nel panorama nazionale”. Con queste parole Oreste Massimino, presidente di Confagricoltura Cuneo esprime soddisfazione per la rielezione di Mario Guidi alla presidenza nazionale di Confagricoltura. Con lui sono stati eletti i 9 componenti della Giunta che lo affiancheranno per i prossimi tre anni; tra loro anche Ezio Veggia, ex presidente di Confagricoltura Asti e Piemonte. L’assemblea ha eletto Guidi con 497 voti su 509. Il segno della continuità al vertice del sindacato per i prossimi tre anni è però accompagnato dalla consapevolezza che il settore primario, e non solo quello, è profondamente cambiato. Mario Guidi, 53 anni, di Codigoro (Ferrara) dal marzo 2014 è coordinatore di Agrinsieme, la sigla che riunisce Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative agroalimentari. “Dal 2011 ad oggi – ha affermato Mario Guidi - sono avvenuti cambiamenti profondi e irreversibili, a livello nazionale ed internazionale, ed è ormai chiaro che niente sarà come prima”.

Volti nuovi e riconferme nella squadra di Mario Guidi

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ORESTE MASSIMINO Presidente Confagricoltura Cuneo

UNA CONFAGRICOLTURA NUOVA È una Confagricoltura profondamente rinnovata quella che il presidente Mario Guidi ha presentato all’assemblea dopo i tre anni del suo mandato. Un’organizzazione che ha rivoluzionato il suo modo di intendere il sindacato e il suo operato e che oggi è pronta a cogliere la sfida che i tempi e il nuovo governo del Paese lanciano al sistema dei corpi intermedi nel suo complesso. “La direzione è segnata - ha proseguito Guidi -: uno Stato più 'magro', un welfare più efficiente, mercati meno ingessati, regole meno asfissianti; attraverso riforme strutturali, la riduzione della spesa pubblica e delle partecipazioni dirette. In questo contesto anche le organizzazioni intermedie dello Stato, da quelle di rappresentanza alle istituzioni, sono in discussione”. Confagricoltura ha colto questi segnali da tempo e ha avviato un processo di riorganizzazione basato sull’innovazione. LE PROSSIME SFIDE “Ora - ha concluso il presidente di Confagricoltura - siamo pronti per una fase nuova, quella di un sindacato che ritrova le proprie ragioni non solo nella tradizione e nella continuità, ma anche in una profonda rivisitazione del proprio modo di funzionare a favore delle imprese associate. Su questa base si costruiscono le linee portanti dell’azione di rappresentanza, a partire dai prossimi appuntamenti, dalle decisioni sulla Pac e la stesura dei PSR, dalla legislazione fiscale e del lavoro alla proposta economica o giovanile, fino a Expo 2015, che sarà la vera occasione di confronto sull’idea di agricoltura che vogliamo sostenere e affermare”.

I NOVE COMPONENTI DELLA GIUNTA DI CONFAGRICOLTURA NAZIONALE Nome Cognome

Età

Provenienza

Antonio Boselli

56 anni

Lodi

Nicola Cilento

51 anni

Cosenza

Giandomenico Consalvo

48 anni

Salerno

Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi

53 anni

Treviso

Massimiliano Giansanti

40 anni

Roma

Onofrio Giuliano

62 anni

Foggia

Antonio Piva

61 anni

Cremona

Diana Theodoli Pallini

62 anni

Grosseto

Ezio Veggia

59 anni

Asti


L'intervista

Latte: “Un futuro pieno di incognite” LUIGI BARBIERI PARLA DEI POSSIBILI SCENARI DEL POST QUOTE, TRA INCERTEZZE E DUBBI DEGLI ALLEVATORI di Ilaria Blangetti

L

uigi Barbieri è il presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Lattiero-Casearia di Confagricoltura e vicepresidente Confagricoltura Brescia. Conduce un'azienda zootecnica a vocazione lattiero-casearia a Seniga, nel Bresciano. Dal 31 marzo 2015 sarà eliminato il sistema delle quote latte. Gli allevatori cosa si devono aspettare? “Per il nostro Paese, più che per altri, tale data rappresenta un traguardo pieno di incognite e motivo di grandi preoccupazioni. In Italia il sistema delle quote latte è stato sin dall’inizio mal gestito ed è stato motivo di forti scontri fra gli stessi allevatori. Il nostro Paese ha sinora goduto di prezzi maggiori rispetto ai produttori di altri Paesi (prezzi che tuttavia sono risultati spesso insufficienti a coprire i costi di produzione) per due ragioni principali: la presenza di prodotti tipici quali Grana Padano, Parmigiano ecc e la non autosufficienza nella produzione di latte. È evidente che l’eliminazione di vincoli produttivi potrebbe portare, e in realtà sta già portando, i Paesi più competitivi ad aumentare le produzioni di latte e di conseguenza le esportazioni. In mancanza di una crescita delle richieste di prodotto da parte di Paesi extra europei tale tendenza porterebbe a una riduzione del prezzo del latte”. La liberalizzazione del mercato è temuta da molti allevatori. È una possibilità reale? “A livello europeo è stato emanato il cosiddetto ‘pacchetto latte’ che, se si esclude la parte relativa alle produzioni dop, è una misura che ritengo assolutamente inadeguata per dare una qualsiasi tipo di sicurezza al settore lattiero. Attualmente a livello europeo sono in fase di studio e di preparazione alcuni dossier per prevedere forme di intervento più efficaci per un settore che rappresenta una parte fondamentale dell’agricoltura. È innegabile che appare difficile individuare misu-

re che sostituiscano le quote latte senza prevedere limiti alla produzione. Occorre anche tener conto che le misure non devono essere sostenibili solo a livello teorico, ma devono poi essere applicate nei singoli Stati. Un tentativo per dare risposte alle legittime preoccupazioni per gli allevatori è in atto, l’esito non è scontato. Dobbiamo anche tener conto delle differenze tra i costi di produzioni nei singoli Stati europei. L’Italia è caratterizzata dall’avere una produzione di latte di altissima qualità e salubrità, ma anche dall’avere costi di produzione molti alti. Occorre lavorare come sindacati di categoria e come Paese Italia affinché le nuove misure tengano conto anche delle nostre peculiarità”. In Piemonte la trattativa sul prezzo regionale del latte è ferma da tempo, così non è in Lombardia dove un accordo è stato raggiunto. Qual è la situazione a livello italiano? “La situazione è variegata. In alcune regioni vengono siglati contratti tra cooperative di raccolta e singoli trasformatori e, eccezione fatta per la Lombardia e il Piemonte, in pochi casi abbiamo visto contratti ‘regionali’ che siano stati da riferimento per il mercato. Quest’anno per la prima volta abbiamo avuto addirittura un prezzo del latte in meridione a livelli inferiori rispetto a quelli del nord. La cosa è assurda se si pensa a quanto poco latte si produce nelle regioni meridionali ed alle condizione di estrema difficoltà e di alti costi di produzioni di tali aree. Possiamo dire che a livello nazionale, se si esclude la parentesi del Piemonte, negli ultimi anni il riferimento viene dal prezzo definito in regione Lombardia. Prima l’accordo regionale lombardo era tra Assolatte (associazione degli industriali) e sigle sindacali Confagricoltura, Coldiretti e Cia. Negli ultimi due anni tale accordo è stato siglato con il gruppo Lactalis, in quanto Assolatte si è detto indisponibile a siglare accordi”.

Il sistema degli accordi regionali è, secondo lei, il più efficace per garantire stabilità al settore? “Un prezzo di riferimento è utile. Non necessariamente un prezzo regionale. Il livello nazionale è molto variegato e riuscire a finalizzare un accordo è molto complesso. A volte ci siamo riusciti, tuttavia l’impresa appare sempre più ardua a causa di una ‘debolezza’ di intermediazione della parte politica e anche per l’atteggiamento della rappresentanza industriale che non pare più disposta a farsi carico di tale contrattazione. Oggi, d’altra parte, la componente agricola è ancora troppo debole in fase di trattativa ed occorrerebbe un’aggregazione maggiore tra i produttori in modo da permettere a chi tratta il prezzo del latte di disporre direttamente del prodotto. A questo riguardo è in atto un lavoro di aggregazione importante che vede da una parte l’ampliamento dimesionale di cooperative storiche di raccolta e dall’altra l’inizio di un percorso comune per poter disporre di una massa tale di latte che possa essere determinante in fase di trattativa". Come vede il futuro del latte italiano, soprattutto nel contesto europeo? “Difficile fare previsioni, ma credo che abbia ragione chi sostiene che assisteremo ad una volatilità sempre più esasperata del prezzo. Penso, in estrema sintesi, che il futuro del nostro latte sia legato indissolubilmente alla trasformazione dello stesso e al successo che il prodotto trasformato troverà soprattutto sui mercati esteri”.

Luigi Barbieri, presidente della Federazione nazionale Lattiero-Caseario di Confagricoltura

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Internazionalizzazione professionisti della finanza e del mondo istituzionale per un’analisi personalizzata per dare l’avvio a delle attività di internazionalizzazione e si rivolge sia ad aziende che operano già nei mercati esteri, sia a quelle che non hanno ancora iniziato un percorso in questa direzione. Le aziende interessate possono rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

L'Expo di Milano durerà sei mesi

Come esportare agricoltura sui mercati stranieri

EXPO 2015

L'evento in cifre

L'11 GIUGNO A MANTOVA LE AZIENDE CONFAGRICOLTURA POTRANNO INCONTRARE ICE, SIMEST, SACE E ALTRI ENTI

L

corso della giornata le aziende entreranno in contatto con i principali organismi italiani deputati all’internazionalizzazione che illustreranno le potenzialità dei vari Paesi, oltre alle modalità per riuscire ad entrare sui mercati stranieri”. Interessante a questo proposito è il programma dell’evento organizzato dall’ICE e da Confagricoltura (partner esclusivo di quella tappa), che prevede un’illustrazione dei servizi offerti alle aziende che intendono operare nei Paesi esteri e una sezione strutturata in modo che le imprese possano prendere contatti diretti con i diversi enti operativi (ICE Agenzia, SIMEST, SACE e altri). L’appuntamento prevede anche un momento di confronto tra imprenditori e

184 giorni L'Expo si svolgerà dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, per un totale di 184 giorni di evento.

20 milioni Si tratta del numero di visitatori previsti durante i mesi dell'Expo.

1Eccomilione la superficie in metri quadri del sito espositivo che ospiterà l'evento.

144 Sono i Paesi partecipanti che rappresentano il 94% della popolazione mondiale.

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e aziende di Confagricoltura Cuneo parteciperanno alla tappa del “Road show” per l’internazionalizzazione, in programma l’11 giugno a Mantova. La manifestazione prevede la realizzazione di eventi di un giorno, rivolti a tutti i settori produttivi, in circa venti città italiane nell’arco di due anni. Quello di giugno a Mantova sarà, però, il primo interamente dedicato al mondo dell’agricoltura e dei suoi prodotti trasformati. “Saremo presenti con i nostri associati all’evento – commenta Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –, in un’ottica di attenzione crescente verso l’internazionalizzazione, preparandoci a sfruttare le opportunità che ci potrà fornire l’Expo Milano 2015. Nel

Ormai manca davvero poco. L’Italia ha scelto il tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" per l'esposizone universale 2015. Expo Milano 2015 si confronterà, così, con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra, ponendosi come momento di dialogo sulle principali sfide dell’umanità. Sei mesi di eventi che possono trasformarsi in un'opportunità unica per le aziende. L'area Expo sorge a pochi chilometri dal centro di Milano. Informazioni: www. expo2015.org.

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Agriturist

"Cresce la voglia di vacanze in agriturismo" VALTER ROATTINO, PRESIDENTE DI AGRITURIST CUNEO, PARLA DI UN NUOVO APPROCCIO AL MONDO RURALE. E I DATI PROMUOVONO IL TURISMO IN CAMPAGNA di Ilaria Blangetti

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e vacanze in agriturismo crescono e non sono più solo “mordi e fuggi”. Un sondaggio Agriturist sull’andamento delle prenotazioni per i recenti ponti di Pasqua, uniti a quelli del 25 aprile e del Primo maggio, sottolinea come le vacanze in agriturismo siano sempre più apprezzate e tra le regioni trainanti ci sia proprio il Piemonte. Valter Roattino, presidente di Agriturist Cuneo, che peso hanno gli agriturismi sull’economia delle aziende agricole? “In Italia ci sono 785 mila aziende agricole, di queste oltre 20 mila sono aziende agrituristiche. Dagli anni ‘90 ad oggi abbiamo assistito ad un aumento del 150 per cento delle aziende agrituristiche, mentre si può notare una diminuzione dele aziende agricole (in Italia 90 al giorno chiudono). È evidente come le aziende agricole, per sopravvivere, cerchino di strutturarsi in maniera diversa, diversificando la propria attività. La Regione con più aziende agrituristiche è la Toscana con 4 mila aziende, il Piemonte occupa comunque i primi posti con 1.200 aziende agrituristiche e, dato interessante, un terzo dei titolari sono donne”.

Cosa cercano i clienti che arrivano in agriturismo? “Abbiamo due tipologie di turisti, da una parte quelli più esigenti vale a dire gli stranieri, e dall’altra la famiglia media italiana alla quale interessa principalmente la buona ristorazione. Gestire un’azienda agrituristica è come avere una fidanzata, è necessario giorno per giorno, coccolare la clientela e riservarle attenzione, per non correre il rischio che arrivi qualcun altro a portartela via”. Quanto è importante essere visibili sul web? “Avere un sito internet, per un’azienda agrituristica, è di estrema importanza. Il turista deve poter trovare tutte quelle informazioni che gli facciano capire in che struttura andrà a trascorrere le vacanze. È fondamentale con la clientela straniera”. Com’è cambiato negli anni l’approccio del turista all’agriturismo? “Fino a 15 anni fa la vacanza in campagna era considerata secondaria, ma negli ultimi anni tutto è cambiato, c’è un ritorno alle cose semplici e l’approccio al mondo rurale è diverso: è cambiata l’attenzione verso l’agricoltura, si è sempre più alla ricerca della

tradizione, del mangiar bene e in modo sano, dello stare a contatto con la natura e con gli animali. Certo bisogna fare i conti con un turismo più esigente, più moderno e per questo la figura dell’operatore agrituristico ha bisogno di grande professionalità e dovrebbe conoscere almeno due lingue. Buona parte delle aziende agrituristiche fanno anche vendita diretta dei loro prodotti e questo vuol dire vendere il territorio, e se cresce il territorio cresce anche l’azienda agricola”. Proposte? “Il nostro Paese avrà l’opportunità di avere una grande vetrina come l’Expo 2015: dobbiamo sfruttarla al massimo, dimostrando quanto valiamo, per portare in un prossimo futuro milioni di visitatori in Italia e quindi nelle nostre aziende. Il turismo rurale che noi oggi rappresentiamo, è quello che tiene insieme l’aspetto sociale e quello qualitativo: dobbiamo tornare ai valori di una volta, alla qualità dei prodotti, alla comunicazione, accoglienza e socializzazione”.

Valter Roattino

N U O VA V E S T E G R A F I C A P E R S I T O E L O G O

Agriturist si rinnova Agriturist, l’Associazione Nazionale per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio, è stata costituita dalla Confagricoltura nel 1965, ed oggi raggruppa oltre 1400 strutture in Italia ed è presente anche in provincia di Cuneo. Tante le novità proposte da Agriturist, dal logo al web: è infatti on-line il nuovo sito internet dell’associazione, rinnovato nella grafica e ristrutturato nei contenuti (www.agriturist.it). Il sito, disponibile in quattro lingue, è gestito con una moderna piattaforma, versatile e più facile da aggiornare, ed è ritagliato su misura per rispondere alle rinnovate esigenze della categoria professionale e con contenuti facili da reperire.

Anche Agriturist, insieme a Confagricoltura, sarà presente all’Expo 2015 con una serie di eventi e iniziative, ma soprattutto con le sue aziende. Nella sezione dedicata del sito di Confagricoltura ("Expo… anch’io") si possono trovare indicazioni sulle diverse modalità di partecipazione e aggiornamenti su iniziative e opportunità.

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Zootecnia

Chialva guida il nuovo consiglio del Cosman L'IMPRENDITORE ZOOTECNICO DI TARANTASCA NOMINATO PRESIDENTE DEL CONSORZIO. SUCCEDE A CEIRANO

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oberto Chialva, 66 anni allevatore di Tarantasca, è stato nominato dal neo eletto Consiglio di amministrazione riunitosi a Torino il 30 aprile scorso - Presidente del Consorzio per lo Smaltimento dei Rifiuti di Origine Animale. Succede a Chiaffredo Ceirano, presidente del Consorzio Co.Sm.An. fin dalla sua costituzione. Il neo presidente, sarà affiancato nell’amministrazione del Consorzio da dieci Consiglieri, rappresentanti del territorio regionale per le principali categorie zootecniche: Renato Agù di Pontechianle, Luisa Piera Bo di Solero (Al), Roberto Borgogno di Alba, Da-

vide Fiandino di Monterosso Grana, Lorenzo Libra di Pancalieri (To), Guido Monge di Villafalletto, Paolo Odetti di Caselle Torinese (To), Andrea Rabino di Villafranca d’Asti (At), Davide Razzano di Villa San Secondo (At), Tommaso Visca di Carmagnola (To). Una lunga esperienza quella di Chialva, maturata in campo zootecnico a livello provinciale, regionale e nazionale. Ricopre infatti le cariche di presidente dell’Associazione Provinciale Allevatori di Cuneo, presidente dell’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte e fa parte del Comitato Direttivo dell’Associazione Italiana Allevatori.

Il neo presidente Cosman, Roberto Chialva

Nato a Tarantasca, alleva con i fratelli bovini di razza Frisona italiana e Piemontese. Dopo la nomina, Chialva ha ringraziato il Consiglio di amministrazione per la fiducia accordata, auspicando una proficua e armoniosa collaborazione finalizzata ad affrontare al meglio le problematiche attuali e future del Consorzio. Chialva ha inoltre ringraziato il presidente uscente Ceirano Chiaffredo giunto alla scadenza del suo terzo mandato e con lui tutti i Consiglieri e Sindaci uscenti per l’impegno profuso nella amministrazione del Consorzio CO.SM.AN. in questi anni di difficoltà per tutto il settore zootecnico.

La Piemontese trionfa a Cuneo L'AZIENDA ROSSO DI CARAGLIO VINCE IL PRIMO PREMIO NELLA CATEGORIA "TORI" CON UN CAPO DA 994 CHILI di Enzio Isaia

Le foto di due capi premiati a Cuneo

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li allevatori di bovini di razza Piemontese associati a Confagricoltura Cuneo tornano dalla 34a edizione della Mostra di Quaresima di Cuneo con un bottino di riconoscimenti più che positivo. Da incorniciare soprattutto il prestigioso primo posto nella categoria “Tori” con 4 denti incisivi permanenti, ottenuto dall’azienda Francesco Rosso di Caraglio con “Ochetto” un capo di 6 anni e mezzo e 994 kg. Sempre l’allevamento caragliese si è aggiudicato il quarto posto nella categoria “Vacche grasse”, dove ha preceduto l’azienda dei fratelli Tortone di Villafalletto, giunti terzi. Anche quest’anno a premio Lorenzo Clerico di Dogliani, che ha ottenuto un 3° posto nella categoria “Vitelloni Maschi”.

14 L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014

Grande soddisfazione per i risultati ottenuti è stata espressa da Alberto Brugiafreddo, presidente della sezione Bovini da carne di Confagricoltura Cuneo: “Questi prestigiosi riconoscimenti, oltre a ripagare la cura e l’attenzione con cui da generazioni gli allevatori della Granda si dedicano a questo impegnativo mestiere, rappresentano segnali positivi che fanno ben sperare per la ripresa di un settore da troppo tempo costretto a fare i conti con la crisi”. Alla mostra regionale erano iscritti quest’anno 86 bovini e 20 ovini provenienti da allevamenti del Piemonte, molti dei quali condotti da giovani imprenditori. “Quest’ultimo aspetto non può che essere di buon auspicio per il futuro dell’intero comparto”, ha concluso Brugiafreddo.


INSERTO TECNICO

N. 06 • 2014

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali

SANZIONI PER LAVORO IRREGOLARE: NOVITÀ DAL MINISTERO

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Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111.1 sottoazione B Informazione nel settore agricolo

TASI: CONTATTARE GLI UFFICI PER SAPERE CHI DEVE PAGARLA ENTRO IL 16 GIUGNO

on la Circolare n.5 del 4 marzo 2014, il Ministero del Lavoro ha fornito i necessari chiarimenti sulle sanzioni per l’impiego di lavoratori in nero, violazione della normativa sui riposi giornalieri e settimanali e relative sanzioni. Le nuove misure erano entrate in vigore il 24 dicembre con il DL 145/2013, ma la legge di conversione 9/2014 ha introdotto ulteriori modifiche, operative dal 22 febbraio. In particolare da quella data, per quanto riguarda le sanzioni amministrative, non è più applicabile l’istituto della diffida. La sanzione applicata al datore di lavoro, in caso di presenza di lavoratori irregolari, sarà il doppio del minimo, quindi pari a 3.900 euro per ogni lavoratore in nero. Riassumendo, in caso di illecito pieno o parziale, il calcolo della multa sarà 3.900 euro per lavoratore + 65 euro di maggiorazione nel primo caso; 2.600 euro per lavoratore + 13 euro di maggiorazione nel secondo caso. Inoltre, in base alla legge di conversione, risultano duplicate - e non più decuplicate – le sanzioni amministrative previste per la violazione dell’art. 4, c. 2 (durata media dell’orario di lavoro), dell’art. 7, c 1 (riposo giornaliero) e dell’art. 9, c 1 (riposi settimanali). La durata media dell’orario di lavoro si calcola su un periodo non superiore a 4 mesi; il riposo settimanale a 14 giorni e quello giornaliero ogni 24 ore.

Il Governo ha deciso che nei Comuni che al 23 maggio scorso non hanno deliberato e inviato per la pubblicazione sul sito informatico ministeriale le aliquote relative al nuovo tributo sulla TASI (tributo per i servizi indivisibili), la scadenza per il pagamento della prima rata 2014 è prorogata al prossimo autunno. Per chi ha deliberato e comunicato le aliquote per la pubblicazione sul sito del ministero, resta valida la scadenza del 16 giugno. Si invitano i soci a contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo per capire chi è tenuto al pagamento della prima rata entro il 16 giugno.

QUOTE LATTE: NIENTE SPLAFONAMENTO

Con una circolare l’Agea ha comunicato che il quantitativo di latte consegnato, rettificato in base al tenore di materia grassa, è inferiore alla quota consegne nazionale. Quindi, anche per questa campagna, non è stato superato il quantitativo nazionale di riferimento. Pertanto, come sollecitato da Confagricoltura assieme ad Agrinsieme, venendo meno il presupposto previsto dalla norma comunitaria per il pagamento del prelievo, l’Agenzia ha richiesto agli acquirenti di non trattenere e non versare il prelievo mensile in scadenza al 30 maggio 2014. L’Agea inoltre precisa che non procederà alla segnalazione di omesso versamento degli acquirenti per il prelievo del mese di marzo 2014.

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014

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VENDEMMIA 2014: ABBASSAMENTO RESA PER IL ROERO ARNEIS

I

l Consorzio di Tutela Roero con una comunicazione corredata dei dati di produzione e giacenza, aggiornati al 31 dicembre 2013, del prodotto "Roero Arneis" della Docg Roero ha evidenziato un aumento del 33% delle giacenze contro un aumento della produzione pari al 13% negli anni 2011/2013. Nella comunicazione, il Consorzio Tutela Roero ha fatto richiesta di diminuzione della quantità certificabile a Roero Arneis, per la vendemmia 2014, a 9 t/ha e di destinare i superi risultanti di 3 t/ha a vino bianco, per conseguire un miglior equilibrio di mercato. Il DL n. 61, recante la tutela delle D.O. dei vini, all'art. 14, comma 10, stabilisce che le Regioni possano annualmente consentire per i vini a D.O., su richiesta dei Consorzi e sentite le Organizzazioni Professionali di categoria, la riduzione della resa ad ettaro di uva e/o di vino classificabile come vino a D.O. per conseguire l'equilibrio di mercato. Pertanto, stante il parere favorevole delle organizzazioni professionali, per la campagna vendemmiale 2014 - 2015 (vendemmia 2014) la resa massima ad ettaro di vino classificabile come vino a Docg Roero Arneis, viene ridotta come di seguito riportato: - Docg Roero Arneis fino ad un massimo di 9 t/ha di uva pari a 63 hl/ha di vino; - Superi 3 t/ha con destinazione vino bianco.

DEFINITO IL MODELLO UNICO PF 2014: NOVITÀ PER LE SECONDE CASE

È

stato definito il modello Unico Pf 2014 che dovrà essere utilizzato da persone fisiche, imprese individuali e professionisti per tassare il reddito 2013 (presentazione entro il 30 settembre 2014). Tra le novità del modello Unico PF 2014 ci sono il nuovo quadro RW, relativo alle attività finanziarie patrimoniale detenute all’estero dalle persone fisiche e il nuovo quadro TR necessario per sospendere o rateizzare l’exit tax nei casi di trasferimento di residenza all’estero. Inoltre sono state aggiornate le istruzioni relative ad alcune novità introdotte re-

LE INDICAZIONI PER IL TRATTAMENTO DELLA FLAVESCENZA

S

i forniscono di seguito indicazioni relative alla lotta obbligatoria contro Scaphoideus titanus, vettore della Flavescenza dorata. Procedere ora coi trattamenti è inutile perché lo scafoideo è solo all'inizio del ciclo e non è ancora infettivo. Occorrerà attendere la fine del periodo di fioritura della vite e l'avvenuta allegagione. Per le aziende biologiche il primo trattamento va effettuato con piretro subito dopo la fine della fioritura e ripetuto ogni 7-10 giorni. Per le aziende convenzionali che intendono utilizzare il Buprofezin il trattamento dovrà essere effettuato subito dopo la fine della fioritura, entro un settimana dalla fine delle stessa. Per le aziende convenzionali che non usano il Buprofezin non devono ancora trattare e verrà inviato apposito comunicato successivamente. Occorre sempre rispettare le seguenti prescrizioni: divieto trattamenti insetticidi in fioritura; sfalcio ed appassimento/asportazione della vegetazione sottostante nel caso di presenza di fioriture spontanee prima di eseguire i trattamenti insetticidi; evitare fenomeni di deriva (non trattare in presenza di vento); controllare il pH della soluzione in modo che sia inferiore a 7; impiegare volumi di acqua e pressioni di distribuzione in grado di bagnare bene tutta la vegetazione; trattare i filari da ambo i lati; fare arrivare la soluzione sulla pagina inferiore delle foglie, comprese quelle dei polloni; evitare presenza di polloni o erbe infestanti troppo sviluppate alla base dei ceppi. troattivamente dal 2013 della legge di Stabilità 2014: deduzioni Imu e tassazione al 50% delle seconde case, non locate nello stesso Comune dell’abitazione principale. CASE NELLO STESSO COMUNE Già dal 2013, il reddito degli immobili ad uso abitativo non locati e “situati nello stesso Comune nel quale si trova l’immobile adibito ad abitazione principale” sono soggetti a Irpef e addizionali nella misura del 50%, anche se sono assoggettati all’Imu. In questi casi, nella colonna 12 (casi particolari Imu) del quadro RB va indicato il codice 3. Le istruzioni dei quadri relativi al reddito d’impresa ( codice 38 del rigo RF55 o colonna 6 del rigo RG22) o professionali (colonna 4 del rigo RE19), poi, sono state aggiornate con la nuova deduzione dal reddito d’impresa o dei professionisti del 30% dell’Imu degli “immobili strumentali”. RICOSTRUZIONE VENDITA ASSISTENZA

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LA REGIONE A SOSTEGNO DEI COSTI PER LA DIFESA DEL BESTIAME IN ALPE

L

FOTOVOLTAICO: NORME PER L'ACCATASTAMENTO

L'

accatastamento degli impianti fotovoltaici dovrebbe aver trovato la soluzione definitiva con la circolare 36/E delle Entrate del 19 dicembre 2013. Per gli impianti fotovoltaici a terra, considerati beni immobili, è previsto l’accatastamento nella categoria D/1 “opifici”. Se invece si tratta di strutture poste su edifici, lastrici solari o su aree di pertinenza di altri immobili, non si dovrà effettuare un autonomo accatastamento ma procedere alla rideterminazione della rendita dell’immobile a cui i pannelli sono connessi. Se questa aumenta di più del 15% rispetto al valore originario, il proprietario è tenuto a comunicare la variazione all’agenzia del Territorio. Se l’impianto è costruito in forza di diritto di superficie, va accatastato automaticamente e quindi dovrebbe assumere la categoria di opificio. La circolare, inoltre, considera in ogni caso come beni mobili, e dunque non meritevoli di accatastamento, gli impianti di “modesta entità”. In esame anche gli impianti fotovoltaici “rurali”: la circolare prevede il loro accatastamento nella categoria D/10 a condizione che siano asserviti ad un’azienda agricola “esistente” con un terreno di estensione non inferiore ai 10 mila metri quadri e che la potenza dell’impianto non risulti superiore ai 200 Kw. In questi casi l’impianto potrà essere censito come D/10 anziché D1, purché alla dichiarazione di accatastamento si alleghi l’autocertificazione dei requisiti di ruralità sul modello conforme.

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a Giunta Regionale ha approvato il “Piano regionale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame dalle predazioni da canidi sui pascoli collinari e montani piemontesi”. INTERVENTI OGGETTO DEL CONTRIBUTO Il programma licenziato prevede uno stanziamento di 287 mila euro: tra gli interventi oggetto di contributo vi è il montaggio di recinzioni elettrificate per il ricovero notturno, la presenza di cani da guardiania, la presenza continua in alpe a custodia del gregge, la dimensione del gregge\mandria. ENTITÀ DEGLI ATTACCHI IN PIEMONTE L’avvio del piano nel 2012, e il suo rinnovo negli anni a seguire, si è reso necessario a causa di un continuo disagio riscontrato dagli allevatori d’alta quota operanti sul territorio piemontese: nel corso dell’ultima stagione di alpeggio, il 2013, sono stati accertati in Piemonte 167 casi di attacchi al bestiame domestico, come risulta dalla rendicontazione annuale curata dalla Direzione agricoltura e dalle azioni di accertamento e monitoraggio effettuate che indicano un aumento della presenza di lupi in Regione ed un’espansione dell’areale di azione. I contributi saranno erogati dal settore agricoltura della Provincia o dalla Comunità montana competente entro il 31 dicembre. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.

il nuovo concessionario INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014

III


SCADENZIARIO FISCALE E PAGHE GIUGNO 2014

ESODATI DI QUINTA SALVAGUARDIA: ISTRUZIONI DALL'INPS

P

er 23mila esodati sono pronte le istruzioni per la domanda di accesso alla quinta salvaguardia prevista dalla Legge di Stabilità 2014 e per gli esclusi dalla terza salvaguardia. Gli interessati sono in primis i 17mila lavoratori che, con le vecchie regole, avrebbero maturato i requisiti pensionistici entro il 36esimo mese successivo all’entrata in vigore della riforma delle pensioni 2011, quindi entro il 6 gennaio 2015; ad essi si aggiungono i 6mila rimasti fuori dalla terza salvaguardia. La domanda si presenta, con differenti modalità a seconda del tipo di lavoratore, ad Inps o Dtl entro il prossimo 16 giugno. SALVAGUARDATI Per gli esodati della quinta salvaguardia, il vincolo è la maturazione dei requisiti per la pensione, secondo la “vecchia” disciplina, entro il 6 gennaio 2015. La decorrenza del trattamento non può essere anteriore al 1° gennaio 2014. L’Inps esaminerà le domande sulla base della cessazione del rapporto di: 1) autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 (lettera a, comma 194); 2) lavoratori con rapporto di lavoro risolto entro il 30 giugno 2012 per accordi collettivi o individuali (lettera b); 3) lavoratori con rapporto di lavoro risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012, per accordi collettivi o individuali (lettera c); 4) licenziati fra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011 (lettera d). 5) in mobilità ordinaria alla data del 4 dicembre 2011 e autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione successivamente alla predetta data (lettera e); 6) autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, anche se al 6 dicembre 2011 non hanno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data (lettera f); 7) autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi entro il 4 dicembre 2011. Per informazioni contattare gli uffici Enapa di Confagricoltura Cuneo.

GIOVEDÌ 5 GIUGNO TERMINE ULTIMO per la comunicazione delle ore lavorate dai dipendenti nel mese di maggio all’Ufficio Paghe. TERMINE ULTIMO per la consegna delle fatture per aziende in contabilità mensile.

LUNEDÌ 16 GIUGNO CONTRIBUENTI IVA MENSILI - Liquidazione e versamento IVA relativa al mese precedente. SOSTITUTI D’IMPOSTA RITENUTE ALLA FONTE - Versamento ritenute alla fonte su redditi di lavoro autonomo e compensi per l'esercizio di arti e professioni , versamento ritenute alla fonte su reddito da lavoro dipendente e versamento contributi INPS Dm10. VERSAMENTO 1° RATA ACCONTO IMU Terreni e fabbricati. VERSAMENTO 1° RATA TASI – per i Comuni con delibera pubblicata entro 23/05/14.

MERCOLEDÌ 25 GIUGNO TERMINE ULTIMO per la firma e ritiro del modello 730 compilato AZIENDE CHE OPERANO CON PAESI COMUNITARI - Trasmissione modelli INTRASTAT mensili.

SABATO 5 LUGLIO TERMINE ULTIMO per la consegna delle fatture e corrispettivi – per i soggetti che ne sono obbligati – per la registrazione in contabilità del 1° trimestre 2012. TERMINE ULTIMO per la comunicazione delle ore lavorate dai dipendenti nel mese di giugno all’Ufficio Paghe. TERMINE ULTIMO per la consegna delle fatture per aziende in contabilità mensile.

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IV

INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014


Zootecnia

tacchino

pollo

uova

+2,6% +13% -19,2% IMPORT

-1,9%

EXPORT

-0,4%

I prezzi di tacchini e polli sono in aumento rispetto al 2012

Polli: nel 2013 su i consumi e la produzione LO DICONO I DATI SULL'ANDAMENTO DEL COMPARTO DIFFUSI DA UNAITALIA di Erica Giraudo

C

ome evidenziano i primissimi dati dell’annata avicola 2013 resi noti da Unaitalia, la produzione di carni bianche in Italia lo scorso anno ha subito una leggera flessione. In particolare il calo è dovuto ai prodotti derivati da tacchino e da altre specie avicole. I numeri del consumo riflettono quelli della produzione. In controtendenza la carne di pollo che sembra piacere sempre di più agli italiani; in leggera ascesa anche la produzione. L’adeguamento degli allevamenti alle diposizioni dell’Unione Europea, ha invece influenzato la produzione di uova che ha subito un calo del 2,14%. “In provincia di Cuneo l'andamento del 2013 è stato in linea con i dati nazionali - dichiara Oreste Massimino, presidente di Con-

RAZZA PIEMONTESE

fagricoltura Cuneo e della sezione Avicola piemontese e nazionale dell’associazione agricola -, per cui la definirei un'annata sostanzialmente positiva. Eccezion fatta per le aziende produttrici di uova che hanno pagato una concorrenza selvaggia dall'estero, in particolare dai Paesi dell'Est Europa. Un duro colpo che si somma ai già considerevoli investimenti che le imprese hanno dovuto sostenere per adeguarsi alle norme previste dall'Unione Europea. Tornando invece al mercato delle carni, in questi primi mesi del 2014 alcuni soccidanti hanno manifestato l'intenzione di volgere lo sguardo fuori dal Piemonte, ma nessun soccidario al momento ha risentito di questo, trovando altre collocazioni“. Per concludere l'analisi, nel 2013 si è riscontrato un leggero calo anche per quanto riguarda le carni avicole importate dall’estero e per le esportazioni del prodotto italiano. Per il 2014 le previsioni ipotizzano un leggero aumento delle produzioni totali e, per le uova in particolare, un ritorno ai volumi del 2012. Restando in ambito avicolo, nellle scorse settimane a Roma si è svolto un incontro sul sistema informatizzato dell’anagrafe avicola e sulle prime criticità riscontrate, a cui ha partecipato il presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino. In Piemonte la novità non è ancora attiva ma le registrazioni delle movimentazioni, a partire dall’agosto 2015, sostituiranno la dichiarazione di provenienza e destinazione, oltre al documento di accompagnamento al macello. Tra i problemi emersi nella riunione nazionale, le difficoltà legate alle informazioni a carico dell’allevatore e lo scarso grado d’informatizzazione in alcune realtà. Leggera flessione per tacchini e uova, bene il pollo

Produzione carni nel 2013

1.258.800t 12.168.000.000

-0,2% +0,4%

Produzione uova nel 2013

-2,14%

O LT R E L A C R I S I

Richiesta di aiuto al ministro

Riunito il tavolo suinicolo

Le associazioni nazionali della Razza Piemontese chiedono al ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, di “mantenere e rafforzare gli aiuti accoppiati previsti per i vitelli nati da bovine di razze da carne”. L’appello è in una mozione approvata all’unanimità dall'assemblea dell’Anaborapi di Carrù. Al centro delle preoccupazioni i tagli “indiscriminati” ai finanziamenti per l’attività delle associazioni nazionali. Nella mozione si evidenzia che: “L’allevamento delle razze bovine da carne rappresenta un’importante fonte di reddito per 10.000 aziende italiane, l’aumento dei costi di produzione dev’essere controbilanciato da misure che ne scongiurino la chiusura. La scorsa gestione degli aiuti accoppiati ha permesso il rafforzamento delle vacche da carne nutrici, contribuendo alla produzione di carne tutta italiana”. Viene chiesto: “Il mantenimento dei contributi previsti e degli aiuti per le produzioni italiane e quelle di diversa origine”.

Si é riunito a Roma il tavolo suinicolo di Agrinsieme. Alla presenza del coordinatore Mario Guidi e dei dirigenti di settore di Confagricoltura, CIA e Alleanza Cooperative Italiane, sono state poste le basi per un lavoro che porterà a breve a proposte per rilanciare un comparto essenziale della zootecnia. "Vanno affrontate alcune questioni strategiche dichiara il coordinamento - che devono essere risolte tenendo conto delle giuste esigenze degli allevatori suinicoli. Crediamo che occorra andare verso un riassetto ed una giusta valorizzazione sul mercato della filiera di qualità dei prodotti nazionali. Affronteremo tutte le questioni aperte - hanno concluso da Agrinsieme - e ci siamo impegnati a lavorare assieme su questo fronte per un nuovo progetto economico strategico di rilancio di un comparto che conta circa il 6% della produzione agricola e del fatturato industriale del settore con un giro di affari di 10 miliardi tra fase allevatoriale, macellazione e trasformazione delle carni".

L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014

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Vitvinicoltura

Il "Testo Unico del vino" è realtà PRESENTATO DURANTE IL VINITALY IL DOCUMENTO CHE UNIFICA TUTTE LE DISPOSIZIONI CHE DISCIPLINANO LA MATERIA DEL COMPARTO VITIVINICOLO di Gilberto Manfrin

A

ggregazione, semplificazione, promozione, strategie unitarie: sono le parole chiave e condivise per la crescita e la valorizzazione del settore vitivinicolo, che ora può contare anche su un suo “Testo Unico della vite e del vino”. Il documento è stato presentato dalle organizzazioni di Agrinsieme, il coordinamento tra Confagricoltura, CIA e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare, con l’Unione Italiana Vini, la Federvini, l’Assoenologi e la Federdoc. Le organizzazioni hanno elaborato la proposta, innovativa nella sua struttura, per rispondere alle esigenze, fortemente rappresentate dalla base produttiva, di una maggiore chiarezza normativa e di una semplificazione dei procedimenti.
 Nel testo sono unificate tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo, attualmente contenute in svariati scritti normativi. Documento che è frutto di un lavoro congiunto che ha coinvolto le diverse sigle che rappresentano le realtà economiche del settore vitivinicolo. Anche il premier Matteo Renzi, intervenendo alla 48ª edizione del Vinitaly, ha riconosciuto la validità delle proposte della filiera, sia nel merito che nel metodo scelti, per introdurre adeguate e diverse

disposizioni per un’efficace semplificazione nel settore vitivinicolo che ormai non sono più rinviabili. Il Capo del Governo ha così annunciato un possibile decreto-legge in materia di semplificazione e competitività nel settore agricolo, nonché di sicurezza agroalimentare. GLI 8 CAPITOLI DEL TESTO UNICO

Il Testo unico è disposto in 8 capitoli e disciplina l’attività dell’intero ciclo economico, dalla vigna alla commercializzazione e le relative implicazioni normative di interesse settoriale e generale. Il primo capitolo analizza le principali definizioni di “settore”, ponendo particolare attenzione alla specifica dell’utilizzo delle DOC e delle DOCG; il secondo capitolo si riferisce alla gestione del potenziale viticolo e al novero degli adempimenti amministrativi connessi; l’aggiornamento delle norme sulla produzione dei mosti e dei

IL COMMENTO

"Un traino per tutto il comparto" "La proposta di un Testo unico delle norme sul vino è un'ottima base di partenza, che può dare slancio ad un comparto che con i suoi numeri traina davvero il Made in Italy agroalimentare”. Così Mario Viazzi, direttore della Confagricoltura zona di Alba commenta la nascita del Testo. “Il fatto che sia la filiera a proporre questo intervento è un'ulteriore notizia positiva - prosegue Viazzi - perché è il segno di un dialogo aperto tra Istituzioni e imprese, che va reso concreto ed efficace. Alcuni punti del testo vanno proprio nella direzione suggerita dalle imprese agricole. Ci lavoreremo sopra come Agrinsieme per porre alcuni correttivi al testo, continuando a dialogare con la parte politica affinchè i nostri suggerimenti siano accolti".

vini è la base del capitolo terzo. Il capitolo quarto sulla “produzione dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica” unifica tutta la disciplina normativa concernente i vini DOP e IGP; una specifica riflessione è stata dedicata alla produzione degli aceti la cui disciplina è stata descritta nel capitolo quinto; il sesto capitolo è relativo alla commercializzazione ed etichettatura dei vini mentre nel capitolo settimo è stata riportata la normativa relativa ai controlli. Infine l’ultimo capitolo è dedicato al sistema sanzionatorio la cui proposta di modifica ha perseguito lo scopo di modulare l’entità delle sanzioni in ordine alla gravità della violazione e alla tipologia di prodotto oggetto di irregolarità.

O P P O R T U N I TÀ I N B R A S I L E

Intesa tra Confagricoltura e lo stato di Santa Catarina Confagricoltura e lo stato brasiliano di Santa Catarina hanno siglato una lettera d’intenti con l’obiettivo di avviare progetti di benchmarking, apprendimento delle migliori pratiche nel settore della produzione vitivinicola e frutticola, favorendo lo scambio di tecnologie. “Si tratta di un importante accordo che va nella direzione di incrementare i flussi commerciali tra i due Paesi, andando in modo particolare a favorire le nostre produzioni vinicole e frutticole di eccellenza - hanno sottolineato da Confagricoltura Cuneo -. Di sicuro un importante passo nei rapporti con una delle nazioni più in via di sviluppo che potrà incentivare anche l’esportazione di prodotti ‘Made in Cuneo’. Fondamentale poi è l’avvio di azioni di formazione, con particolare attenzione ai giovani agricoltori,

16 L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014

e di promozione congiunta, workshop e interscambi commerciali, nell’ambito dei grandi eventi internazionali e dell’Expo 2015”. La firma è avvenuta a Roma in occasione di un seminario promosso dall’associazione agricola. Per lo stato di Santa Catarina hanno firmato: Valdir Cobalchini, dell’assemblea legislativa di Santa Catarina, Celso Panceri presidente del Sindacato delle aziende produttrici di vino, Humberto Brighenti sindaco di São Joaquim, principale città produttrice di Vino e Luiz Palladini, direttore Scienza e Tecnologia e Innovazione di EPAGRI (l’Associazione della Ricerca Agricola, Allevamento ed Estensione rurale del Governo di SC). Santa Catarina è uno stato nel sud del Brasile, esteso come l'Italia, con 6 milioni di abitanti. La situazione della produzione vitivinicola è in grande fermento. Al momento le cantine in produzione nello stato sono poco più di 60, ma il dato più interessante è che, di queste, 14 sono nate negli ultimi cinque anni.


I relatori che hanno animato il convegno “Vigne di moscato, vigne di successo?”

In buone mani il futuro del Moscato OLTRE 500 PERSONE HANNO PARTECIPATO ALL’EVENTO DI NIZZA MONFERRATO “VIGNE DI MOSCATO, VIGNE DI SUCCESSO?” ORGANIZZATO DA AGRINSIEME MOSCATO

S

ala gremita da oltre 500 persone, un viceministro, un assessore regionale, tre presidenti nazionali di associazioni di categoria, un noto giornalista televisivo e, sullo sfondo, le colline del moscato da cui nascono Asti e Moscato d’Asti docg. Questi gli ingredienti che hanno determinato il successo dell’evento, “Vigne di moscato, vigne di successo?” svoltosi lunedì 12 maggio al Foro Boario di Nizza Monferrato. L’iniziativa è stata organizzata da Agrinsieme Moscato, il nuovo soggetto di rappresentanza vitivinicola che raggruppa Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative, con oltre 1000 iscritti per circa 3000 ettari dei 10 mila che rappresentano in Piemonte il vigneto moscato docg. Sul palco, a condurre il dibattito, il giornalista e scrittore Bruno Vespa. Seduti il viceministro all’Agricoltura, Andrea Olivero; l’assessore alle Politiche agricole della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto; Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura e coordinatore di Agrinsieme, ispiratrice di Agrinsieme Moscato ed espressione nazionale del patto tra Confagricoltura, Cia e Cooperative; Giorgio Mercuri, di Federagri-Confcooperative e Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia. A fare gli onori di casa il sindaco di Nizza Monferrato, Flavio Pesce e Pietro Cirio, vignaiolo e presidente di Agrinsieme Moscato. “Noi siamo per

l’unità della filiera, a tutti i livelli. Lontano dalle polemiche e vicini a sinergie virtuose e costruttive. Perché il nostro moscato è un’uva rara che dà vini unici come Asti e Moscato docg” ha detto Cirio. È toccato a Gianni Marzagalli e Giorgio Bosticco, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio dell’Asti fornire qualche dato su vendite e rappresentanza del comparto. Ne è venuta fuori la fotografia di un comparto in crescita, soprattutto all’estero, ma che in Italia, come molti altri, segna il passo per colpa della crisi. I numeri sono di tutto rispetto: 100 milioni di bottiglie, tra Asti (75) e Moscato docg (25), di cui circa l’80% va in export. Sollecitati dalle domande di Bruno Vespa i relatori hanno detto la loro su quali potranno essere le prospettive per la crescita della filiera dell’uva moscato. Scanavino ha dichiarato di non essere contrario a priori ad un aumento della produzione, “purché fatta in base alle richieste del mercato” ha puntualizzato. Per Mercuri il ruolo delle cooperative è fondamentale anche nella filiera vinicola del moscato. Guidi ha posto l’accento sulla necessità di difendere il made in Italy in campo agroalimentare come voce importante dell’economia, ma anche come inimitabile e prezioso patrimonio culturale e sociale del Belpaese. E, in qualità di coordinatore nazionale di Agrinsieme, ha precisato: “La

nostra associazione non è un esercizio muscolare. Abbiamo scoperto di essere meno divisi e meno distanti di quanto pensassimo. Sono certo che Agrinsieme stia percorrendo la strada giustaa verso una rappresentanza agricola nuova, condivisa e produttiva, collaborativa e moderna che guarda al mondo e pensa in grande. Quello che l’Italia deve ricominciare a fare”. Sacchetto ha ricordato gli impegni della Regione Piemonte in materia di promozione e l’attività portata avanti con i fondi europei, mentre il viceministro Olivero ha parlato di semplificazione e promesso che a breve il Governo Renzi varerà dispositivi in grado di limitare la burocrazia “cattiva” che rallenta le imprese, comprese quelle del moscato.

L’im­bot­tigliato nel 2013 è risalito a 75 milioni di bottiglie di Asti Docg con un in­cremento del 10% sul 2012 e a 25 milioni per il Mo­scato d’Asti Docg (+6%). In to­tale sono stati sfiorati i 100 mi­lioni di bottiglie

75

milioni di bottiglie

80 % export

ASTI

25

milioni di bottiglie MOSCATO DOCG

Da sinistra a destra Mario Viazzi, Oreste Massimino, Mario Guidi e Roberto Abellonio

L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014

17


Frutticoltura

Produzione frutta all'anno

Costo del trasporto in Emilia

26.000.000 kg

4/6 cent/€ al kg

CON LA NUOVA AZIENDA

15.000.000 € il risparmio che si otterrebbe

55

nuovi posti di lavoro

15.000.000 € l'investimento iniziale (senza risorse pubbliche)

Un progetto per lavorare la frutta

È ALLO STUDIO SULLA STRADA TRA SALUZZO E SAVIGLIANO PER RIUSCIRE A FAVORIRE LA FILIERA LOCALE di Erica Giraudo

"I

l Cuneese produce 26 milioni di kg di frutta da industria all’anno. Trasferirla in Emilia e Trentino per la lavorazione costa tra i 4 e i 6 centesimi al chilogrammo. Lavorarla qui significherebbe, come punto di partenza, risparmiare subito 15 milioni di euro all’anno a favore della filiera”. È una delle premesse di “FruttinNova”, la grande industria di lavorazione della frutta, che si sta progettando sulla strada tra Savigliano e Saluzzo. Lo spiega Floriano Luciano, presidente di SIA (Sviluppo Investimenti Agroindustriali, società di riferimento che ha, tra i suoi soci, Fingranda). La nuova realtà, dopo l’avviamento, potrebbe

rendere almeno 50 milioni di euro all’anno e creare 55 nuovi posti di lavoro. “Gli obiettivi sono due - prosegue Luciano -: lavorare la frutta matura producendo inizialmente purea e, nella seconda fase, succhi 100 % frutta “vitaminizzati”, vendendo il prodotto finito con un marchio nostro”. Il progetto è stato elaborato in collaborazione con l’Agm Project Consulting di Milano, con “Officina Alimentare” di Padova e l’Università di Torino. “Entro giugno presenteremo in Regione il documento finale di uno studio di fattibilità che stiamo realizzando - conclude il presidente di SIA - grazie all’intervento fattivo dell’Assessorato all'A-

18 L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014

gricoltura regionale. Non stiamo cercando contributi pubblici, ma capitali privati. Le risposte ci sono: abbiamo già presentato il progetto a potenziali investitori che sembrano interessati. Lo spazio c’è e le potenzialità anche”. Oltre agli investitori, nella fase attuale, i promotori del progetto stanno cercando d’individuare i mercati di riferimento e i canali di distribuzione. “FruttinNova” si occuperà di trasformare la frutta indirizzata soprattutto al mercato al dettaglio, settore in cui la percentuale di guadagno è superiore rispetto agli altri. I produttori riusciranno, così, ad ottenere un prezzo migliore e il prodotto, oggi spesso svilito, riuscirà a trovare un nuovo canale per essere valorizzato. I tempi? Un anno per trovare i finanziamenti (occorrono 15 milioni di euro per partire), il 2015 per realizzare gli impianti e cinque/ sei per lavorare a pieno regime. L’impresa lavorerà a pieno ritmo nel momento in cui potranno esserci delle ripercussioni sull’indotto. In cantiere ci sono proposte di contratti di filiera con i fornitori, con lo scopo di indirizzare al meglio le scelte imprenditoriali delle aziende agricole locali.

Simulazione dell'area dove dovrebbe sorgere lo stabilimento


Confagricoltura news

I VERTICI DI CONFAGRICOLTURA CUNEO HANNO OSPITATO IL RAPPRESENTANTE DEL DICASTERO DELL'AGRICOLTURA

Il viceministro Olivero ad Alba

EVENTI

L'associazione alle fiere di primavera Le aziende di Confagricoltura Cuneo hanno partecipato con successo a due degli appuntamenti di maggior richiamo della provincia di Cuneo: la “Fiera di Primavera” a Mondovì (foto) e “Fruttinfiore” a Lagnasco. Di particolare rilievo la partecipazione all’evento che ha animato per due giorni il capoluogo monregalese, dove sono giunte diverse aziende agricole non solo dalla provincia di Cuneo (vino, aglio e formaggi), ma anche dalla vicina Liguria (fiori, prodotti olivicoli, farro e cereali). Molto visitato anche lo stand istituzionale dell’associazione agricola dove il personale ha fornito indicazioni sui servizi offerti alle aziende agricole. Un successo che si rinnova anche per “Fruttinfiore” a Lagnasco. La manifestazione, giunta alla sua dodicesima edizione, ha visto tra gli enti organizzatori anche la Confagricoltura Cuneo, che oltre ad essere in fiera con un suo stand istituzionale, era presente all’appuntamento anche con alcune aziende produttrici di vino, salumi e formaggi nello spazio “Fruttintavola”. “Siamo orgogliosi di aver contribuito al buon esito delle due manifestazioni - ha dichiarato il presidente della Confagricoltura di Cuneo, Oreste Massimino -; le nostre aziende sono rimaste molto soddisfatte

Il viceministro all'Agricoltura, Andrea Olivero, è stato ospite della Confagricoltura ad Alba

L

a sede della Confagricoltura di Alba venerdì 9 maggio scorso ha ospitato il viceministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Andrea Olivero, accompagnato dal sindaco di Alba, Maurizio Marello, e dall’assessore comunale all’agricoltura, Massimo Scavino. Ad accoglierlo il presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino, il direttore provinciale, Roberto Abellonio, il direttore zona di Alba, Mario Viazzi, e alcuni membri del Consiglio dell’associazione agricola. Obiettivo dell’incontro è stato quello di illustrare al rappresentante del governo le principali criticità che interessano l’agricoltura cuneese e presentare al vice

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ministro alcune richieste urgenti. “È stato un incontro senz’altro costruttivo, in quanto il vice-ministro Olivero è persona molto preparata che ha condiviso le nostre richieste per una maggior semplificazione delle pratiche burocratiche e per uno snellimento dei controlli a carico delle aziende di tutti i comparti - ha dichiarato il presidente Oreste Massimino -. Come associazione, inoltre, abbiamo ribadito che non siamo per una concertazione fine a sé stessa, ma crediamo tuttavia che i provvedimenti che riguardano l’agricoltura vadano presi consultando gli addetti del settore”. “Ci ha fatto molto piacere incontrare di persona il viceministro ed esporre direttamente a lui alcune delle difficoltà che gli agricoltori lamentano nella conduzione delle loro aziende - ha sottolineato il direttore della Confagricoltura zona di Alba, Mario Viazzi -. Tra i temi portati all’attenzione, in particolare, la burocrazia eccessiva che regola il settore agricolo, la mancanza di chiarezza sull’imposizione fiscale, i provvedimenti che riguardano le agroenergie e le problematiche connesse alla fauna selvatica. Ci auguriamo che, da cuneese qual è, Olivero sappia portare a Roma le nostre istanze e favorire così quell’impulso di cui necessita il settore”.

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Le nostre aziende

Capi di Frisona in una delle strutture che compongono l'azienda Albasse a Scarnafigi

Organizzazione e passione: due 'assi' per il latte cuneese INVESTIMENTI CONTINUI A SCARNAFIGI NELL'AZIENDA DI GIAMPIERO DEGIOVANNI, CHE ALLEVA 250 FRISONE di Paolo Ragazzo

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l viaggio de "L'Agricoltore cuneese" tra le aziende agricole della provincia di Cuneo approda questo mese a Scarnafigi, in via Strade Basse, dove Giampiero Degiovanni conduce insieme alla moglie un allevamento ad indirizzo lattiero caseario, con 120 giornate di terreno, di cui 90 a mais e 30 a prato stabile per fienagione. Qui i tempi di lavoro sono scanditi dai ritmi degli animali, ma una buona organizzazione permette di alternare fasi e lavorazioni con una precisione svizzera. “Alle 5 del mattino e alle 5 di sera si munge - spiega Degiovanni -, non possiamo sgarrare perché le vacche sono abitudinarie e basterebbe anticipare o tardare di un’ora per avere una produzione di latte non equilibrata. Abbiamo in tutto 250 capi: 120 in lattazione, 110 manze e manzette e una ventina di gravide ‘asciutte’, che lasciamo tranquille per circa 60 giorni fino al prossimo parto”. Ciascuna vacca produce circa 40 litri di latte al giorno, per un totale di 48 quintali

che quotidianamente escono dall’azienda per andare a produrre grana e nostrale nel caseificio Quaglia, dove da oltre 15 anni la cascina Albasse conferisce il prodotto. L’allevamento di Degiovanni dal 1994, inoltre, ha optato per la rimonta interna, fecondando artificialmente in azienda le manze e occupandosi poi dei relativi parti e svezzamenti dei vitelli: “È stata

una scelta strategica per lo sviluppo aziendale, un investimento importante – prosegue Giampiero -. Ci riforniamo del seme all’Apa di Cuneo: ogni 2/3 mesi elaboriamo a computer con un tecnico esperto un piano di accoppiamento in base agli indici degli animali e poi scegliamo. Di lì in avanti, però, nulla è scontato; per avere una femmina in stalla occorrono in media circa 6 fecondazioni”. Appena nate le piccole vengono messe nelle gabbiette per circa 50 giorni, per poi passare nella vitellaia dove restano due o tre mesi, fino a quando non sono pronte per essere trasferite nella stalla. Qui prosegue il loro percorso di crescita: “In una sorta di area ‘collegio’ insegniamo loro a coricarsi nelle cuccette - racconta il titolare -, le seguiamo passo passo, per arrivare a spostarle nella stalla più grande”. La vacche vengono munte in una sala completamente rinnovata appena un anno fa e in grado di ospitare 14 vacche

La nuova vitellaia da poco in funzione nell'allevamento di Giampiero Degiovanni

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per volta. Sono invece due le stalle che compongono la struttura aziendale: una con paddock esterni e lettiere permanenti, l’altra attrezzata con cuccette. In entrambe risuona da una radio la musica che serve per abituare gli animali ai rumori e alla voce delle persone e, inoltre, tiene compagnia anche ai due operai indiani che da anni ormai collaborano alla conduzione dell’allevamento. “Non mi posso lamentare di loro: il primo è con me da 11 anni l’altro da 6 - precisa Giampiero - e inizialmente vivevano insieme qua in azienda, poi si sono sposati e continuano a restare con le loro famiglie qui in via strada Basse, in due alloggi che ho ristrutturato per loro. Oltre ad essere dei grandi lavoratori, si sono integrati molto bene nella comunità”. Volgendo lo sguardo al domani, infine, Giampiero parla dei suoi tre figli (Giulia, Francesca e Mattia): naturale è la speranza che possano continuare a portare avanti l’attività a cui lui, sua moglie Caterina (contabile e amministrativa dell'azienda) e suo papà Franco, hanno dedicato tempo e passione; nelle sue parole però non c’è ostinazione: “Come prima cosa devono

Sopra a sinistra: Giampiero Degiovanni con Marco Bruna, direttore di Confagricoltura Saluzzo. Sopra a destra: la nuova sala mungitura e un sistema di attenzione al benessere degli animali

volerlo; è un mestiere capace di dare grandi soddisfazioni, ma non nego che richiede tanto impegno e sacrificio”. Il ricambio generazionale in agricoltura, d’altronde, è forse il processo più difficile da indirizzare e gestire, ma allo stesso tempo è una delle questioni più urgenti che politica e operatori devono affrontare. In ballo c’è il futuro del settore.

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Gocce di memoria

Quel monumento che non c’è Q

Il professore Luigi Fulcheri

uando in veste di turisti vaghiamo liberamente negli opulenti paesi della pianura, o ci godiamo gli spettacolari panorami dei borghi delle nostre valli, o i dolci profili delle colline popolate di castelli, scopriamo con stupore che ogni borgo, ogni villaggio, ogni paese, ha il monumento che non c’è. In questa terra, dove siamo quasi tutti contadini, o di mestiere, o di nascita, o di cuore, non c’è un monumento, una strada, una piazza dedicati agli “eroi” che, con il loro genio e la loro passione, hanno segnato il progresso e determinato le conquiste più rivoluzionarie del mondo agricolo. Magari c’è il monumento a qualche baffuto generale che ha sulla coscienza qualche decina di migliaia di soldati, quasi sempre contadini, condotti al massacro, ma non c’è nulla per chi, nel passato, ha reso meno dura e più redditizia la fatica della gente dei campi. Sarebbe bello vedere anche solo una strada dedicata a Patrick Bell che, nel 1822, con l’invenzione della barra falciante, ha liberato le braccia di milioni di contadini dalla fatica della falce, aprendo la via alla falciatrice prima, alla mietitrice poi. Non abbiamo nemmeno una piazza dedicata a Cyrus Mc Cormick che, nel 1836, brevetta la mietilegatrice, mettendo insieme la sua mietitrice con la cucitrice di Isaac Singer, o una stradina dedicata ad Hiram Moore che, nel 1841, presenta una mietitrebbiatrice trainata da 16 cavalli, che in un giorno miete ben 10 ettari. Quando ci sono le feste patronali nella Langa, o nella piana, corriamo tutti ad assistere alla trebbiattura di un tempo, con locomobile, trebbia e imballatrice, ma da nessuna parte c’è un cippo o una

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targa che ricordino James Watt per la macchina a vapore, o lo scozzese Andrew Meikle che, nel 1758 inventa il battitore a spranghe, cuore della trebbiatrice. John Deer, Cyrus Mc Cormick, Henry Ford, Harry Ferguson ci sono più familiari perché questi nomi, ormai marchi internazionali, scorrazzano per i nostri campi su lucidi trattori, ma non sempre ricordiamo che l’aratro metallico, con versoio in acciaio satinato, prodotto da John Deere dal 1837, è stato l’artefice della conquista del West e il padre dell’aratro che usiamo ancora oggi. Henry Ford, dopo aver dato l’automobile a tutti gli americani, nel 1916 pensa “ad un trattore forte ma leggero e soprattutto così semplice che chiunque possa guidarlo e così economico che chiunque possa comprarlo”. Oggi tutti i trattori hanno il sollevamento idraulico con attacco a tre punti, ma Harry Ferguson impiega ben 15 anni per perfezionarlo e metterlo in produzione nel 1939. Nell’elenco dei dimenticati bisogna anche aggiungere il tedesco Anton Liebig che, a metà dell’800, “inventa” l’estratto di carne, il nostro dado in sostanza, ma sintetizza anche l’urea e apre l’orizzonte della concimazione chimica, contribuendo, con i signori prima nominati, a rivoluzionare l’agricoltura e a liberare, almeno il mondo occidentale, dall’incubo della fame. Abbiamo già fatto il monumento al bue e al vignaiolo, facciamone ancora uno a questi benefattori dell’umanità e a tutti coloro che non ricordiamo più. Coltivare la memoria non è tempo perso, è civiltà. Gigi Fulcheri


Sicurezza in azienda

Le principali misure per ridurre i rischi SI RICORDA DI PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE AI MEZZI E ALLE AREE DI LAVORO. FONDAMENTALE LA FORMAZIONE

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fronte del percorso di adeguamento in materia di sicurezza sul lavoro affrontato in azienda lo scorso anno mediante la redazione dei documenti di valutazione dei rischi, si coglie l’occasione per sottolineare quanto sia importante l’applicazione del “piano di miglioramento”, tanto più in corrispondenza dell’avanzamento di stagione. In particolare, proprio per il fatto che nei prossimi mesi il numero medio dei lavoratori dipendenti in azienda è destinato a crescere per via delle operazioni agronomiche da compiersi (diradamento manuale, potatura verde, manutenzioni, sistemazione impianti e filari, raccolta, …) si raccomanda ai datori di lavoro di attuare tutte le misure necessarie affinché si possa operare agevolmente e in sicurezza, rivolgendo l’attenzione soprattutto a: • MEZZI AZIENDALI, nei numeri precedenti si è già discusso sui requisiti di sicurezza che devono essere presenti e sostituiti in caso di rottura sulle principali macchine agricole (protezioni degli alberi cardanici e presa di potenza, rollbar omologato, protezioni delle parti calde e degli organi in movimento, cinture di sicurezza, teli di protezione carri raccogli frutta, …);

• CIRCOSCRIZIONE DELL’AREA DI LAVORO/LOCALI AZIENDALI, indicando mediante cartellonistica i pericoli presenti (quadri elettrici), le aree pericolose (area di carico e scarico merci, di movimento continuo mezzi, di miscelazione fitofarmaci), aree vietate e non accessibili (deposito fitofarmaci), ecc…

• FORMAZIONE E INFORMAZIONE DEI LAVORATORI, l’entità e il tipo di formazione varia a seconda dell’inquadramento dei dipendenti nelle varie categorie lavorative, che è legato esclusivamente alle operazioni che essi dovranno svolgere (i raccoglitori sono destinati solamente alla raccolta e operazioni strettamente connesse: non potranno di conseguenza pilotare mezzi, azione destinata a personale più qualificato e dotato di esperienza); • VISITE MEDICHE DEI LAVORATORI, in affiancamento al medico competente specializzato in medicina del lavoro, il cui nominativo è indicato sulla valutazione dei rischi, è obbligatorio provvedere ad accertare lo stato di salute dei lavoratori mediante l’effettuazione della visita medica al momento dell’assunzione. Il protocollo sanitario varia in funzione delle mansioni svolte dai lavoratori. SI RICORDA inoltre che il servizio tecnico di Confagricoltura Cuneo, al fine di migliorare la sicurezza in azienda e garantire maggior tutela a carico dei datori di lavoro, dispone di attrezzatura idonea ed omologata per effettuare prove fonometriche sui mezzi aziendali. Nel caso in cui non si fosse provveduto ad analizzare nello specifico l’esposizione dei lavoratori (indiretta) al rischio rumore prodotto da mezzi ed attrezzature presenti nelle circostanze, i valori registrati potranno essere così impiegati come implemento alla Valutazione dei Rischi.

Per informazioni contattare il servizio tecnico al seguente recapito: sicurezza@confagricolturacuneo.it

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Il tecnico in frutteto

Come riconoscere la "batteriosi" del nocciolo NON C'È ALLARME, MA È IMPORTANTE SEGNALARE CASI SOSPETTI AL SERVIZIO TECNICO DI CONFAGRICOLTURA

I

l settore fitosanitario della Regione Piemonte sta analizzando in laboratorio sporadici casi di presunta comparsa di Necrosi batterica del nocciolo (Xanthomonas arboricola pv. corylina). Forniamo qui di seguito alcune indicazioni per conoscere bene di cosa si tratta e quali sono le strategie di difesa più indicate. I tecnici della Confagricoltura di Cuneo raccomandano alle aziende la massima collaborazione e, in caso di avvistamenti sospetti, la segnalazione al personale addetto dell’associazione.

FONTE DI INOCULO La principale fonte di inoculo è rappresentata dalle piante infette, dove il patogeno è in grado di sopravvivere all’interno delle gemme, nei cancri e, come epifita, sulla superficie delle foglie cadute a terra (fino a 4 mesi in foglie cadute a terra). In primavera, veicolato dalla pioggia, dall’acqua di irrigazione e dal vento, l’inoculo batterico colonizza le gemme sane, all’interno delle quali si moltiplica intensamente (marzo-maggio) fino a provocarne il disseccamento. LA SITUAZIONE IN PIEMONTE

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Sintomi su foglie e cupola (Fonte: www. Atlansplantpathogenicbacteria.it)

SINTOMI I sintomi della necrosi batterica interessano tutte le parti aeree della pianta. Le prime manifestazioni compaiono in primavera, con sintomi a carico delle gemme, che muoiono assumendo colore bruno. Sulle foglie, sulla cupola del frutto e sul guscio della nucola compaiono macchie di forma irregolare e colore brunastro. Sulle foglie le macchie, di 3-4 mm di diametro, sono spesso circondate da un alone clorotico. Sul frutto in via di maturazione le maculature sono leggermente depresse, nerastre con centro più chiaro. In caso di forte pressione del batterio sui rami e sul tronco possono formarsi cancri corticali, normalmente allungati in senso longitudinale, di colore bruno o bruno rossastro in corrispondenza dei germogli più giovani.

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Sintomi su rametti e apice germoglio (Fonte: www. Atlansplantpathogenicbacteria.it)

STRATEGIE DI DIFESA La difesa è di carattere preventivo e alla comparsa dei primi sintomi occorre: • tagliare e bruciare i rametti colpiti; • In primavera, durante la fase di germogliamento, effettuare 2-3 trattamenti preventivi con prodotti a base di rame (solfato di rame, idrossido di rame, ossido rameico) a dosaggi di 250 g/hl di rame metallo; • In autunno, dopo la caduta foglie, completare la difesa con 2 applicazioni di prodotti a base di rame.

A giugno del 2013, un po’ in tutto l’areale corilicolo piemontese (alta e media collina, pianura), a causa di un decorso stagionale particolarmente piovoso, si è verificato un preoccupante fenomeno di filloptosi anticipata. Per escludere la natura patogenetica del fenomeno, campioni fogliari prelevati negli appezzamenti colpiti sono stati analizzati dal Settore Fitosanitario della Regione Piemonte e dal CRA di Roma. Le analisi di laboratorio hanno

escluso la presenza di batteri in tutto il materiale consegnato: la filloptosi era dovuta, in generale, a cause climatico/ ambientali; solo per due campioni la sintomatologia diversa ha richiesto ulteriori approfondimenti. Il settore Fitosanitario della Regione Piemonte ha ripetuto le analisi di laboratorio su questi due campioni a partire dalla ripresa vegetativa. In effetti in entrambi i casi si sono ripresentati i sintomi presuntivamente attribuibili a Xanthomonas arboricola pv corylina, ma i test di laboratorio sono tuttora in corso di svolgimento. In collaborazione con

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arrivato a Cuneo, nella centralissima piazza Galimberti, un negozio che porterà tutti i sapori liguri accompagnati dalla secolare tradizione della migliore cultura gastronomica: Fratelli Carli, la storica azienda olearia di Imperia, nel ponente ligure, ha inaugurato un suo Emporio nel capolouogo della Granda. Quinto della catena retail, secondo in Piemonte, dopo quello di Torino, l’Emporio Fratelli Carli, rappresenta un luogo in cui è possibile trovare e degustare non solo il celebre Olio Carli, ma anche le conserve alimentari della tradizione ligure e mediterranea, insieme a tutti quei prodotti di gastronomia freschi che hanno nell’olio di oliva l’elemento alla base della loro bontà. Sugli scaffali trovano posto tonno, verdure sott’olio, olive, peperon-

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L'interno del nuovo punto vendita Carli di Cuneo

continuità per lo sviluppo del canale retail della nostra azienda che sta dando buoni frutti, rappresentando oggi il 4% del nostro fatturato globale - commenta Claudia Carli, direttrice comunicazione Fratelli Carli -. Dopo oltre un secolo di vendite per corrispondenza che strategicamente hanno rappresentato il nostro asset distributivo, abbiamo deciso di aprire propri Empori per soddisfare una crescente domanda di prodotti di qualità”. L’Emporio di Cuneo rispetta i seguenti orari: lunedì dalle 15.30 alle 19.30, martedì e sabato dalle 8.00 alle 19.30, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 8.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30.

La punta di "Diamant" delle testate Capello

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di polvere prodotto dai rotori stessi. E’ ovviamente anche disponibile in versione senza triciastocchi che si può acquistare e facilmente montare in un secondo tempo. Per evitare l’usura degli pneumatici anteriori, dovuta all’abrasione con gli stocchi tagliati, può essere fornita di un kit schiacciastocchi che preserva l’usura e garantisce lunga vita allo pneumatico. Diamant inoltre, esalta visibilmente la pulizia e la precisione del raccolto, grazie al movimento simultaneo e sincronizzato dei piatti spannocchiatori la pianta è sempre posizionata al centro dei rulli mungitori, in questo modo viene guidata in modo perfettamente perpendicolare al terreno e si eliminano completamente le perdite di granella tipiche delle altre testate concorrenti con sistemi “a molle” o “tradizionali” dovute alla difformità delle piante e pannocchie nei diversi campi. È sempre l’operatore e non un sistema meccanico, a regolare il processo di raccolta determinando la corretta apertura delle piastre spannocchiatrici direttamente dal posto di guida. Diamant ha tutte le scatole di trasmissione in lega di alluminio, sottoposto ad uno speciale trattamento che ne esalta al massimo la resistenza e la durata. Inoltre Diamant è estremamente compatta su strada in modo da rendere la visuale dal posto guida un vero piacere! L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2014

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