POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIV - N. 04•2016 - GIUGNO 2016 - CONTIENE I.P.
N. 04 • 2016 U N I O N E
P R O V I N C I A L E
Pac e Psr: gravi ritardi e disagi
A G R I C O L T O R I
Emissioni in atmosfera, misure costose
Latte, le proposte di Confagricoltura
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Sommario
Assemblea: l'importante è partecipare Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo
L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e realizzazione grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 Fax 0171/436301 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo Tel. e Fax 0171/692077 Info@tipografiasubalpina.it Pubblicità: Tec Pubblicità e Grafica Via dei Fontanili, 1 - Fossano Tel. 0172/695897 Fax 0172/695898 adv@tec-artigrafiche.it Stampa: Tipolitografia Subalpina snc Chiuso in redazione il 26/05/2016 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
"V
enerdì 1° luglio, alle 10, al Real Park di Entracque si rinnova l’appuntamento più importante dell’anno per i soci della Confagricoltura di Cuneo. Di attività e iniziative l’associazione ne organizza numerose ogni mese (ultima in ordine di tempo il convegno dell’11 giugno a Cherasco di cui diamo ampia presentazione nelle pagine che seguono), ma nessuna ha il significato e lo spirito associativo dell’assemblea annuale. Da sempre, infatti, proprio mentre l’attività agricola entra nella sua fase più intensa e impegnativa, richiamiamo i soci per trascorrere una giornata insieme. Rappresenta un’occasione importante per fare il punto sulle attività svolte dall’associazione nel corso dell’anno e sui problemi di forte attualità che il mondo agricolo sta attraversando. Ma è anche un momento importante vissuto con gli imprenditori associati e le loro famiglie, che si incontrano per rinsaldare storici rapporti di amicizia e confrontarsi sui problemi e sulle necessità sulla loro attività. Rinnovo quindi ai soci e alle loro famiglie l’invito a partecipare".
CONVOCAZIONE
Assemblea annuale dei soci Confagricoltura Cuneo VENERDÌ 1° LUGLIO 2016 In prima convocazione alle ore 6.30 presso il "Real Park" di Entracque (CN) e
in seconda convocazione alle ore 10 presso il ristorante "Real Park" di Entracque (CN). ORDINE DEL GIORNO Ore 10,00 • Approvazione Conto economico anno 2015 • Approvazione relazione Collegio sindacale • Determinazione quote e contributi associativi 2016
Ore 11,00
• Relazione del Presidente Confagricoltura Cuneo • Relazione del Direttore Confagricoltura Cuneo • Interventi degli ospiti Ore 12,30 - Aperitivo Ore 13,00 - Pranzo Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici di zona della Confagricoltura di Cuneo.
IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO
LATTE
Frutta in guscio protagonista a Cherasco
4 Dieci proposte per il settore
18
Noce: "Vale la pena investire"
5 Costi troppo alti e aiuti insufficienti
19
Nocciolo: "In Piemonte la filiera è ok"
5 Confagricoltura alla Biraghi Spa
20
Castagno: "Si deve lavorare sull'intera filiera"
6 È nato Piemunto
20
Noce da frutto, gli aspetti principali
9 VITIVINICOLTURA
A TUTTO CAMPO
La burocrazia 'secca' le viti
21
Insostenibili i ritardi della Pac
11 I registri telematici obbligatori dal 2017
21
Le nostre scuse alle aziende
11 Aperto il bando 2016/2017
21
Psr, intoppi continui e poca chiarezza
12 CONFAGRICOLTURA NEWS
MANIFESTAZIONE A Bologna per dire basta alla burocrazia ZOOTECNIA
Tutti alla festa Anga 13 L'Agraria di Verzuolo fa 50 Nuovi corsi in arrivo per i soci
Emissioni in atmosfera, misure troppo costose
14 "Qualità Plus!"ha il suo marchio
Le Linee Guida del Mipaaf
14 LE NOSTRE AZIENDE
FRONTE APERTO Ttip: prove di accordo tra Ue e Usa
Nocciole in Langa, un 'passo' ben ponderato
22 22 23 23 24
16 IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE
L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
3
Frutta in guscio protagonista O SABAT
11 GIUGN
O
L'11 GIUGNO A CHERASCO IL CONVEGNO "NOCCIOLO, NOCE E CASTAGNO. TECNICA E OPPORTUNITÀ" di Paolo Ragazzo
S
abato 11 giugno al Palaexpo di Cherasco, in piazza degli Alpini, torna l’appuntamento organizzato da Confagricoltura Cuneo, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor, dedicato all’approfondimento del comparto della frutta in guscio. Lo si farà all’interno del convegno “Nocciolo, noce e castagno. Tecnica e opportunità” che, dalle 9,45 e per tutta la giornata, vedrà alternarsi relatori di primo piano per ciascuna delle tre colture. “Riteniamo utile analizzare insieme a operatori, tecnici e rappresentanti del settore quali possano essere le possibilità di sviluppo per il nostro territorio – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. In particolare, poi, oltre a concentrarci sullo stato di salute e sulle prospettive del nocciolo, che sta conoscendo un momento di particolare vivacità anche in provincia di
4 L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
Uva da vino 15.447 Melo 4.396
2015
Pesco 1.600 Nettarine 2.441 Susino 1.288 Nocciole 12.291 Actinidia 3.201
Principali coltivazioni arboree e fruttifere in ettari in provincia di Cuneo
Cuneo, approfondiremo due altre coltivazioni: il noce e il castagno. Entrambe, spinte da un incremento della domanda da parte del mercato e da quotazioni attualmente soddisfacenti, possono rappresentare valide alternative produttive sia nelle zone pianeggianti, la prima, sia nelle vallate alpine, la seconda. Tuttavia, trattandosi di investimenti i cui frutti si avranno solo dopo diversi anni, occorre pianificare bene gli interventi ed è nostra intenzione fornire proprio utili indicazioni ai produttori”. “Siamo molto orgogliosi della crescita di un settore, quello corilicolo, nel quale abbiamo sempre creduto – dichiara Pierpaolo Bertone, presidente di Ascopiemonte -. Ciò sta permettendo a giovani imprenditori di rimanere sul territorio e di recuperare terreni abbandonati. Siamo soddisfatti, inoltre, del lavoro di ricerca e sperimentazione svolto dai tecnici Agrion, in collaborazione con le organizzazioni sindacali, ma varrebbe la pena, a mio avviso, ricre-
Fonte: Elaborazione CCIAA di Cuneo su dati Regione Piemonte
In primo piano
2012
2014
Fonte: Elaborazione CCIAA di Cuneo su dati Regione Piemonte
12.291
11.498
48.600
2013
Nocciole
44.150
Granella di mais
10.961
“Forse non tutti sanno la differenza tra la noce spontanea e quella da frutto – spiega Alberto Valier, che 26 anni fa ha piantato nella propria azienda il primo frutteto di noci in Italia con varietà a fruttificazione laterale -. Sono completamente diverse da un punto di vista botanico, perché le piante da frutto fruttificano su gemme laterali e non apicali, come le varietà spontanee. Il noce richiede un’attenta programmazione, perché si inizia a raccogliere solo dal 4° anno e c’è bisogno di una massa critica significativa, 15/20 ettari, affinché la coltivazione sia sostenibile economicamente. Le operazioni, tuttavia, sono interamente meccanizzate (appena 35 le ore annuali di lavoro richieste da un ettaro di noceto) e, dal punto di vista ambientale, la difesa è meno impattante rispetto ad altre varietà frutticole. Nonostante questi aspetti, la coltivazione del noce è ancora poco diffusa perché non la si conosce a sufficienza: attualmente in Italia vi sono appena 1.000 ettari di noceti specializzati da frutto, localizzati per la grande maggioranza nel Nord Est. Negli ultimi 10 anni la produzione è raddoppiata, idem il prezzo – conclude Valier -, ma mentre alcuni Paesi (California e Cile, ad esempio) stanno cogliendo questa opportunità, l’Europa rischia invece di perdere terreno. I consumi sono in aumento e ci sono spazi importanti per crescere, non ci sono eccedenze e il settore non soffre la concorrenza di Paesi emergenti. Vale la pena investire”.
“Il sistema corilicolo piemontese deve vedere con ottimismo questo momento di crescita della coltivazione, perché i ‘fondamentali’ della filiera sono molto buoni: Op e servizi di ricerca che funzionano bene, oltre a una varietà tra le migliori del mondo. Anzi, la provincia di Cuneo, da questo punto di vista è un modello organizzativo per tutto il sistema italiano”. A parlare è Giuseppe Russo, presidente FNP Frutta in Guscio di Confagricoltura. “C’è tuttavia la necessità di potenziare il rapporto tra trasformazione e mondo agricolo per renderlo ancora più trasparente – continua -. Vanno rafforzate sempre di più le Op nelle mani dei produttori e bisogna rendere il prodotto italiano maggiormente riconoscibile, con i Consorzi di tutela chiamati a sfruttare meglio i fondi europei sulla promozione dell’intera filiera”. L’attuale ‘corsa’ al nocciolo non riguarda solo l’Italia, ma tanti altri Paesi: “A livello internazionale stanno investendo in molti perché c’è richiesta di prodotto – continua Russo -, ma i cambiamenti climatici che stanno coinvolgendo tutti non assicurano comunque una stabilità di produzione. Per questo servono modelli organizzativi sempre più efficienti, in grado di reggere anche in situazioni di crisi”. Una battuta sulla Spagna, nazione corilicola rappresentata al convegno di Cherasco: “È il secondo produttore europeo dopo l’Italia, ma con superfici più modeste - conclude il rappresentante di Confagricoltura -. Anche lì la produzione sta crescendo, con difficoltà ad aggregare l’offerta”.
52.000
"Vale la pena investire"
"In Piemonte la filiera è ok"
10.471
A L B E R T O VA L I E R
GIUSEPPE RUSSO
55.970
are e potenziare una stazione permanente in grado di garantire ancora maggior supporto alle aziende cuneesi e piemontesi”. “In questa fase di espansione dei noccioleti sul nostro territorio è fondamentale prestare molta attenzione al materiale vivaistico – aggiunge Ludovico Cogno, presidente di Piemonte Asprocor -, perché se è vero che si raccoglie tra 7-8 anni, è altrettanto vero che la qualità si definisce al momento di realizzazione del nuovo impianto. Dico questo soprattutto per chi si avvicina a questo settore per la prima volta: deve sapere, ad esempio, che la Tonda Gentile delle Langhe è la varietà più idonea al nostro territorio”. IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA La giornata di Cherasco prevede due sessioni, entrambe moderate da Ercole Zuccaro. Al mattino, dopo i saluti delle autorità e dei rappresentanti delle associazioni, si parlerà di nocciolo con gli interventi di: Alberto Manzo, coordinatore del Tavolo di Filiera del Mipaaf, Giuseppe Russo (vedi box a pag. 5), presidente FNP Frutta in Guscio di Confagricoltura, lo spagnolo Roger Palau, responsabile tecnico ADV Avellana Reus, Eddo
2015
Ettari coltivati a mais da granella e nocciole in provincia di Cuneo
L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
5
In primo piano Rugini, dell’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo) e Andrea Allavena, ricercatore del Crea. “Il nocciolo è una coltura di facile realizzazione con costi di impianto e di conduzione contenuti, complementare alla vite, ma con lunghi tempi di attesa per l’entrata in produzione degli impianti aggiunge Gianluca Griseri, responsabile tecnico Ascopiemonte -. Oggi, in Piemonte, la coltivazione del nocciolo può davvero rappresentare un’alternativa produttiva alle coltivazioni classiche quali ad esempio i cereali. Occorre però prestare particolare attenzione alla scelta del materiale vivaistico, al tipo di lavorazione e preparazione del terreno e alla messa a dimora delle piantine”. Terminata la prima parte della giornata, alle 12,30, ci si trasferirà per il ‘porte aperte’ con aperitivo alla ditta Chianchia, per poi tornare al Palaexpo intorno alle 14,45 e continuare con i lavori. Il programma pomeridiano prevede, infatti, un doppio approfondimento su noce e castagno. Il primo si avvarrà dei contributi di Alberto Valier (vedi box a pag. 5), agronomo e agricoltore nell’omonima azienda in provincia di Rovigo, e di Eugenio Cozzolino, agronomo e libero professionista. Ad illustrare invece le opportunità che può riservare il castagno saranno: Andrea Vannini (vedi box a lato), dell’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo), Roberto Botta, dell’Università degli Studi di Torino, e Gabriele Beccaro, del Centro regionale di Castanicoltura e Università degli Studi di Torino.
Per informazioni rivolgersi alla segreteria organizzativa telefonando al numero 0173/281929 (interno 4) o scrivendo un’e-mail a cerrato@confagricuneo.it
6 L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
A N D R E A VA N N I N I
"Si deve lavorare di più sull'intera filiera" “In Italia si sta aprendo una nuova era per la castanicoltura – dice Andrea Vannini, dell’Università degli Studi della Tuscia -; dopo i molti problemi creati dalla vespa Galligena nelle zone più vocate, e in parte superati come in Piemonte, ora occorre andare verso un nuovo concetto di castanicoltura che tuteli maggiormente i produttori. Pur continuando a prediligere varietà autoctone, laddove possibile, servono impianti più gestibili dal punto di vista agronomico, andando ad intervenire, ad esempio, sulla nutrizione del suolo. È indispensabile, inoltre, introdurre nuovi metodi di impianto, come ad esempio gli impianti intensivi per garantire una base produttiva meno suscettibile alle variabili climatiche. Bisogna intervenire sull’ecosistema castanicolo attraverso l’attuazione di un’oculata strategia di coltivazione e cura dell’impianto”. Secondo Vannini occorre lavorare sull’intera filiera: “Anche la fase conclusiva – sostiene -, spesso uno degli anelli deboli, va incentivata attraverso la realizzazione di impianti locali di conservazione e trasformazione. Solo così è possibile garantire, da un lato, la creazione di un valore aggiunto che rimanga al territorio e, dall’altro, dare la possibilità di stoccaggio di quantità di frutto fresco o trasformato nelle annate produttive, per sostenere il mercato anche nei periodi di bassa produzione. Per fare questo bisogna investire nelle tecnologie e metodi di trattamento, cernita, conservazione e trasformazione”.
ATTREZZATURE PER NOCCIOLE E FRUTTA IN GUSCIO
PORTE APERTE
11GIUGNO
SABATO
IN OCCASIONE DEL CONVEGNO:
“NOCCIOLO, NOCE E CASTAGNO” TECNICA E OPPORTUNITÀ PRESSO IL PALAEXPO NEL PIAZZALE DEGLI ALPINI DI CHERASCO - DALLE ORE 09,45 SIAMO LIETI DI INVITARVI PRESSO LA NOSTRA SEDE AL
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Il tecnico in frutteto
Noce da frutto, gli aspetti principali IN ITALIA LA COLTIVAZIONE È ANCORA POCO SVILUPPATA MA CI SONO IMPORTANTI MARGINI DI CRESCITA di Eugenio Cozzolino
N
el convegno di Cherasco si approfondiranno le opportunità legate ai nuovi impianti di noce che potrebbero trovare spazio anche in provincia di Cuneo, riservando agli agricoltori una nuova alternativa colturale. Abbiamo chiesto all'agronomo Eugenio Cozzolino (eugeniocozzolino6@ gmail.com) di anticiparci i tratti più salienti di questa coltivazione. (circa 0,140 kg/pro-capite); si osserva un allargamento continuo delle esportazioni a nuovi mercati. VARIETÀ: molta parte del merito della grande crescita della nocicoltura è dovuto allo sviluppo di piante di genetica USA (Chandler, Howard, Tulare) e simili (Lara), da 2 a 4 volte più produttive delle varietà dell’attuale nocicoltura tradizionale italiana (che ancora rappresenta oltre 2/3 del totale Italia), destinata al declino (sono presenti circa 3500 ettari di nocicoltura, tipo Sorrento, che ha un futuro limitato a quello di presidio di tradizione e di nicchia), o 2 volte quella francese tradizionale (Franquette). PIANTE/ETTARO: nei moderni impianti gli investimenti più diffusi sono compresi nella fascia 238 – 408 pt/ha, con sesti variabili da 7m x 6m a 7m x 3,5m (è attuabile una intensificazione, di grande interesse, per sviluppo di una nuova nocicoltura a più Foto Cozzolino - Fomacian - CRPV
Noce Chandler: diametri (sopra) e ramo di un anno ad alto potenziale di fertilità (sotto).
Foto Cozzolino
CONTESTO: la nocicoltura moderna è una filiera con un continuo trend di crescita, europeo e soprattutto mondiale; la nocicoltura tradizionale italiana è in declino da alcuni decenni; mentre la nocicoltura specializzata italiana (Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte) sta suscitando molto interesse ma è ancora poco sviluppata. Quest’ultima nocicoltura, o modelli simili, può reggere la sfida dei principali paesi competitori con sistemi agricoli simili ai nostri (USA, Francia, Spagna) sul versante dei costi e della qualità; con altri paesi (Cile, Australia) può reggere per il periodo di produzione (competizione sostenibile). Negli USA, al ritmo 2.000-3.000 Ha/anno sono stati superati i 100.000 ha di nocicoltura; inoltre assistiamo a crescite esponenziali di nuovi paesi produttori (Cile, Australia) che in poco più di due decenni sono diventati delle realtà rilevanti a livello internazionale. La Cina, che è il primo produttore mondiale, è anche il primo consumatore e importatore. La produzione italiana è molto al di sotto del fabbisogno di noci, sia in guscio che sgusciate. Inoltre la produzione "storica" di noci con i vecchi impianti, oltre a non dare adeguata redditività ai nocicoltori, produce sempre di più una qualità non adeguata agli standard commerciali, e pertanto il ricorso al prodotto estero è consistente e crescente negli anni. MERCATO: vi sono ottime prospettive di sviluppo interno in relazione alla forte dipendenza dai mercati esteri (25-30.000 t/anno); presenza di una forte tradizione di filiera commerciale (almeno 20 aziende commerciali con respiro internazionale); la nocicoltura specializzata biologica è ai suoi primi passi, con pochi competitori; abbiamo un aumento costante dei consumi; abbiamo dei consumi pro-capite ancora molto bassi
precoce entrata in produzione e conseguente anticipo del punto di pareggio, grazie ad una genetica idonea, a materiali vivaistici a costo più ridotto ed a una gestione opportuna delle piante nel sistema noceto). COSTO DI IMPIANTO: in un moderno impianto sono indicativamente 10.000/12.000 €/ha, ulteriormente aggredibile con lo sviluppo del settore vivaistico locale e con nuove tipologie di materiali. Tale costo è composto di tutto ciò che è necessario implementare per un impianto moderno e produttivo nel tempo (livellamento, sistemazione idraulica dei suoli (drenaggio), lavorazioni, fertilizzazione e ammendamento, strutture di sostegno dell’impianto di irrigazione e l’impianto stesso, le piante e i relativi tutori, costi di progettazione e di assistenza tecnica, nonché tutta la manodopera necessaria a realizzare l'impianto). In ogni caso i costi di impianto sono quasi sempre minori della gran parte dei frutteti specializzati tradizionali (actinidieti, pescheti, albicoccheti) e molto al disotto dei moderni frutteti intensivi e ad alta densità (meleti, pereti, ciliegieti, ecc. ). LIVELLO DI MECCANIZZAZIONE: il noceto ha un potenziale di meccanizzazione elevato, che raggiunge le migliori economie di scala con dimensionamenti di 20-30 Ha, con meccanizzazione integrale e attualmente con macchine sviluppate in Italia. E’ possibile, anche una meccanizzazione meno intensiva e specializzata per esigenze più modeste FABBISOGNO DI MANODOPERA: in presenza di meccanizzazione dedicata è indicativamente pari a 1/4-1/5 di quella necessaria rispetto alle altre raccolte frutticole (pescheti, albicoccheti, meleti, actinidieti). RAPIDITÀ DI AMMORTAMENTO: molto importante è l’abbattimento di costi all’impianto (in particolare il costo piante) visto il periodo relativamente lento di entrata in piena produzione. Con i nuovi materiali vivaistici e una opportuna gestione
L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
9
della pianta è possibile anticipare il punto di pareggio tra il 6° e 7° anno (prendendo tutti i capitali in banca e in assenza di contributi). RISCHI LEGATI ALLA TECNICA: bassi, grazie allo sviluppo di una tecnica italiana e alla attuale maggiore conoscenza del potenziale vegeto-produttivo delle piante. GESTIONE DEL SUOLO: inerbimento totale o parziale per favorire la meccanizzazione della raccolta senza alterare il piano di raccolta e la tempestività degli interventi fitosanitari in condizioni di bagnato, con una corretta gestione del regime idrico avendo cura di evitare sia i ristagni che i deficit idrici. DIFESA DALLE AVVERSITÀ: meno problematica ed impattante rispetto ad altre coltivazioni frutticole. Non si intravedono fattori limitanti allo sviluppo anche per produzioni ad impatti ridotti (Produzioni Integrate e Biologiche). Vanno comunque approfondite a livello locale le numerose esperienze fatte altrove, per consolidare una tecnica adatta al territorio. ALLEVAMENTO E POTATURA: formazione di una parete produttiva alta 8-9 m, a mezzo forme di allevamento ad “asse
strutturato”; gestione meccanizzata della potatura della parete e topping, per la potatura di mantenimento nel noceto adulto. CONCIMAZIONE: coltura mediamente esigente; apporti ridotti rispetto agli USA, preferibilmente a mezzo fertirrigazione, dopo aver investito adeguatamente sulla fertilità complessiva del suolo all'impianto. IRRIGAZIONE: con medi volumi, attraverso un attento bilancio idrico e valutazione dei fabbisogni in particolare nelle fasi critiche dello sviluppo (carenze idriche in questi periodi si rivelano molto penalizzanti). Non è possibile, nei nostri ambienti, questo modello di nocicoltura in asciutto. Va gestita per l’intero sistema frutteto (noceto + prato). ANNOTAZIONI ECONOMICHE: le noci Chandler italiane sono un prodotto di qualità alta in un contesto di noci tradizionali italiane (Sorrento) di qualità medio bassa e in declino; i prezzi al consumo del prodotto confezionato (300-500 g) di qualità sono compresi nella fascia 6,5 – 9,5 €/ kg, presso la GDO; nei mercati all’ingrosso il prezzo del calibro medio (per Chandler) 32-34, in sacchi da 10 kg, è normalmente sopra i 4 €/kg.
10 L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
PROSPETTIVE REDDITUALI: nel noceto in piena produzione si possono considerare spese annuali di mezzi tecnici di 2.000 / 2.500 €/ha; altri costi espliciti e costi calcolati (fissi) dipendono molto dal pacchetto di meccanizzazione scelto e dalla struttura organizzativa dell’azienda; nell’insieme possono oscillare tra 6.000 e 7.000 €/ha (comprensivi di spese di lavorazione post raccolta ed essiccazione). Per i ricavi, si possono avere produzioni collocabili nella fascia di 3.700 / 4.800 kg/ ha di noci secche, che agli attuali prezzi di mercato (medie cautelative), ne consegue una PLV di 12.000 /15.000 €/ha. ELEMENTI DI CRITICITÀ DELLA FILIERA: l’aspetto che maggiormente crea elementi di criticità lungo la filiera di produzione è la carenza di una produzione adeguata di materiale vivaistico per le varie opzioni di noceto possibili (è necessaria una programmazione). Altro elemento, è la necessità di valutare nei nostri ambienti di coltivazione, con maggiore approfondimento, assetti varietali e tecniche colturali, sviluppati in altri contesti.
A tutto campo
Insostenibili i ritardi della Pac TROPPE LE AZIENDE CHE NON HANNO RICEVUTO NULLA. LA CONFAGRICOLTURA CHIEDE INTERVENTI URGENTI di Gilberto Manfrin
EDI
GIOV
30 GIUG
NO
Il 30 giugno è il termine entro cui potranno essere effettuati gli ultimi pagamenti, poi le risorse non saranno più disponibili e i soldi torneranno alla Ue
C’
è viva preoccupazione in Confagricoltura Cuneo per i continui ritardi dei contributi Pac, ma soprattutto per quanto sta accadendo all’interno di Agea (Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) proprio mentre l’attribuzione dei titoli continua a presentare numerose anomalie, le domande 2016 sono difficili da presentare e il pagamento dei premi dello scorso anno, da completare entro il prossimo 30 giugno, è sempre più a rischio. È giunta, infatti, la notizia di quanto sta avvenendo attorno all’Ente per il prossimo, improvviso, cambio ai vertici. A monte di tutto c’è quanto sta succedendo alla società Sin, controllata da Agea al 51%, e incaricata di gestire e sviluppare il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian), il portale creato per ottenere informative, per consultare e aggiornare i dati di competenza delle aziende, per scaricare software e modulistica specifica. Tale società sarebbe prossima alla liquidazione perché non avrebbe ancora ricevuto alcun atto formale che faccia prevedere la continuazione del rapporto stabilito con il contratto in vigore. “La situazione che si sta profilando in Agea non fa che generare un danno già di per sé enorme per le nostre imprese - spiega l’organizzazione agricola - soprattutto in una situazione congiunturale difficile, che vede tutto il sistema economico alle prese con una crisi di liquidità importante.
I SOLDI DEVONO ARRIVARE ENTRO IL 30 GIUGNO Una situazione che rischia di inficiare notevolmente l’erogazione dei premi, dopo che pochi giorni fa Arpea (l’organismo pagatore regionale) ha assicurato che il pagamento della Domanda Unica 2015 avverrà entro il prossimo 30 giugno. A metà maggio sono stati sbloccati parte dei saldi e liquidati quasi 71 milioni di euro, raggiungendo così una distribuzione complessiva di quasi 193 milioni di euro di Domanda unica 2015. A fine maggio è stato fatto un nuovo pagamento che ha interessato quelle aziende sottoposte a controllo oggettivo o di condizionalità per le quali è risultato esito positivo e alcune domande precedentemente oggetto di ano-
malie amministrative poi risolte. Un secondo pagamento a metà giugno liquiderà il greening e i piccoli agricoltori. Il pagamento finale del 30 giugno riguarderà il regime accoppiato ed eventuali posizioni residuali non ancora liquidate. Le risorse sarebbero dovute arrivare alle imprese entro la fine dell’anno scorso, come peraltro è avvenuto in diversi Paesi europei. Invece, per motivi più o meno giustificati (più corretto sarebbe dire “ingiustificabili”), sono rimaste per troppo tempo nelle casse pubbliche. Tutto ciò genera un danno pesante, soprattutto in una situazione congiunturale difficile, che vede tutto il sistema economico alle prese con una crisi di liquidità importante. L’AZIONE DELLA CONFAGRICOLTURA È di pochi giorni fa l’azione sindacale intrapresa dalla Confagricoltura che ha chiesto proprio interventi urgenti per colmare i ritardi nelle erogazioni: “Tantissimi nostri imprenditori non hanno ancora ricevuto i fondi comunitari per il pagamento della Pac 2015. Ritardi, disfunzioni, inefficienze, procedure complesse della macchina burocratica hanno danneggiato fin troppo le aziende agricole cuneesi”. Questo l’allarme lanciato dall’organizzazione agricola provinciale che ha chiesto interventi urgenti da parte delle Istituzioni per colmare i (continui) ritardi nelle erogazioni dei sostegni Pac da parte dell’organismo pagatore, in particolare per le aziende dei territori montani, le più penalizzate da questa situazione. I contributi, lo ricordiamo, annunciati lo scorso 18 aprile e attesi per i giorni successivi, non erano infatti arrivati nonostante fossero stati annunciati dalla Regione. INCERTEZZE SUL CALCOLO DELLE SUPERFICI Ma quale la causa dei ritardi? “Al di là di quanto emerso su Agea, il calcolo dei valori definitivi dei titoli Pac, necessario per procedere con i versamenti, doveva avvenire entro il 1° aprile ma, anche se i titoli erano stati
"Ci scusiamo per i disagi" Ci scusiamo con le nostre aziende per i disagi che le procedure per le domande Pac e Psr hanno creato e stanno continuando a creare. Malgrado il massimo impegno da parte di tutti gli uffici della struttura non riusciamo più a dare risposte puntuali e a garantire l'adeguata celerità nell'esecuzione delle domande. Questo, vi assicuro, non è causato da mancanze da parte dei nostri addetti, ma da un sistema normativo e legislativo ormai fuori controllo, gestito da funzionari e burocrati che a volte poco conoscono le esigenze del settore e non riescono a conciliare la norma con le necessità delle nostre aziende. Un po' di buon senso e l'assunzione di qualche responsabilità in più da parte della macchina amministrativa potrebbe veramente sbloccare situazioni rese difficili da norme poco chiare e sempre in divenire o in aggiornamento. Di sicuro, questa situazione non può andare avanti per molto. Siamo consapevoli che la pazienza delle aziende è al limite. Noi, nonostante tutto, continueremo a fornire la massima assistenza nella redazione delle domande Pac, Psr, Ocm, ecc..sostenendo che il contributo è un diritto dell'agricoltore che sottoscrive i vari impegni, mentre troppo spesso invece è aleatorio e lasciato alla volontà dei funzionari.
Roberto Abellonio - Direttore di Confagricoltura Cuneo
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pubblicati, non erano stati resi definitivi per colpa di molte incertezze sul calcolo delle superfici ammissibili - spiegano dall’organizzazione agricola -. Ecco perché ci sono aziende che non hanno neppure ricevuto acconti o sono state costrette ad anticipare di tasca propria le spese per il 2016, in quanto Agea è rimasta ‘impantanata’ nel calcolo dei titoli definitivi. E pensare che la riforma della nuova Pac è stata approvata nel 2013”. In particolare, sono risultati errori nel calcolo della Riserva Nazionale zona montana: “Chi ha la propria azienda ubicata in pianura ha ricevuto il pagamento relativo ai soli titoli di
base, ma non la quota relativa al greening, che ammonta al 50,12% del percepibile, se è interessato dall’obbligo - aggiunge Confagricoltura Cuneo -. Le uniche aziende ad aver percepito già il 100% sono le aziende esenti da greening, se non sono in montagna. Da quanto ne sappiamo, stante la mancanza di dati definitivi sui titoli da parte di Agea, i saldi della Pac 2015 non sono stati pagati in modo solerte dai funzionari di Arpea anche per paura di incorrere in errori nell’erogare le somme agli agricoltori”. ISTITUZIONI POCO EFFICIENTI In tutta questa situazione, e al di là della
Psr, intoppi continui e poca chiarezza TECNICI E AZIENDE CONTINUANO AD AVERE PROBLEMI CON I BANDI. INTANTO SONO STATE PROGATE AL 15 GIUGNO LE DOMANDE PER AGROAMBIENTALI, AGRICOLTURA BIOLOGICA E INDENNITÀ COMPENSATIVA
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he il Psr piemontese fosse nato lo scorso fine dicembre sotto una cattiva stella è ormai provato. Una serie di criticità hanno creato - o forse sarebbe meglio dire, continuano a creare - difficoltà alle imprese agricole piemontesi, vuoi per un lungo elenco di complicazioni burocratiche, vuoi perché le misure attivate hanno rischiato (rischiano) di limitare fortemente lo sviluppo di queste, molte delle quali continuano a manifestare serie difficoltà nell’aver accesso ai contributi. PROROGA DOPO LA SCADENZA Ultimo episodio di una lunga serie di incertezze si è verificato nei giorni scorsi con la proroga alla presentazione delle domande per agroambientali, l’agricoltura biologica e per l’indennità compensativa dal 15 maggio al 15 giugno. Fa infatti pensare il fatto che la Regione abbia ufficializzato solo all’ultimo la proroga, (che consentirà agli agricoltori di avere più tempo a disposizione per la presentazione della domanda evitando di incorrere in errori) bensì il 16 maggio, un giorno dopo la scadenza. Uno slittamento che, seppure nell’aria - visto che era stata la stessa Commissione europea ad inizio maggio, a dare il via libera al prolungamento dei termini per presentare le domande - ha comunque spinto i tecnici dei Caa a lavorare per rispettare i termini.
Marco BRUNA Direttore Confagricoltura Cuneo - zona di Saluzzo e Savigliano
CIRCOLARI IN CORSO D'OPERA E TEMPISTICHE ERRATE “Stiamo vivendo una situazione fortemente critica - spiega Marco Bruna, direttore della Confagricoltura Cuneo zona di Saluzzo e Savigliano - che si protrae da mesi e che comporta un’attività a rilento nei Caa di Confagricoltura, dove i tecnici devono fare di necessità virtù per presentare le domande, chiamando più volte le aziende stante le continue modifiche alle norme, spesso poco chiare o emanate in ritardo se non in prossimità di scadenze. Nel complesso, a tutt'oggi sono stati affrontati solo alcuni problemi, ma si rischia di tagliare fuori dai finanziamenti la maggior parte delle imprese agricole, sia per l'impostazione del programma, sia, soprattutto, per i continui intoppi agli applicativi informatici. I bandi inoltre vengono aperti senza che ci sia dato il tempo di confrontarci: ecco perché poi vengono emanate circolari di modifica con correzioni in corso d’opera che non fanno altro che recare danno alle aziende. Noi facciamo di tutto per aiutarle, ma spesso non siamo messi nelle condizioni di poterlo
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data esatta in cui arriveranno i soldi, Confagricoltura Cuneo si interroga: “Pensiamo alle promesse di ‘rilancio dell’agroalimentare italiano’ che hanno accompagnato la presentazione dei programmi Campolibero, Agricoltura 2.0, e alla tanto sbandierata semplificazione della Pac precompilata (“basterà un click per inviarla ad Agea”, fu annunciato dal Governo) rivelatasi un’ulteriore illusione per il mondo agricolo. Non possiamo chiedere agli agricoltori efficienza e competitività senza avere un pari riscontro dalle Istituzioni”, conclude la Confagricoltura provinciale. fare". Non solo: "Errate risultano anche le tempistiche di apertura bandi: quello sull'insediamento giovani, per esempio, che doveva aprirsi a fine 2015, è stato reso noto ad aprile e chiuderà a fine giugno, un periodo sbagliato. Le aziende sono a cavallo di scadenze importanti tra cui la Pac e andare a impostare un ricambio generazionale a metà anno, mentre hanno ancora le produzioni da raccogliere, è un momento inopportuno. Per un ricambio generazionale, solitamente, si procede a fine anno. Bisognava tenerne conto". "NON POSSIAMO PROGETTARE" Fin qui il punto di vista dei tecnici. Ma cosa vogliono dire questi intoppi per le aziende? Lo abbiamo chiesto ad Alberto Giordano, presidente Anga Cuneo e frutticoltore. “Per un giovane agricoltore questi continui intoppi e ritardi nel poter contare sui finanziamenti Psr significano mettere in crisi l’azienda. Non riusciamo a progettare gli interventi essenziali e spesso ci rendiamo conto che si perde troppo tempo e denaro nell’allestire tutta la documentazione. E magari finisce che, per cavilli burocratici, la domanda non va nemmeno a buon fine. Viviamo in un momento in cui progettare è difficilissimo". La mancanza di liquidità è un altro fattore determinante: "Si devono spesso anticipare i soldi senza sapere quando si potrà contare poi sui contributi pubblici - conclude Giordano - che arrivano sempre più in ritardo rispetto agli annunci. E se non possiamo investire non riusciamo a stare sul mercato e ad assicurarci un futuro".
Alberto GIORDANO Presidente Anga Cuneo
Manifestazione
A Bologna per dire basta alla burocrazia UNA DELEGAZIONE CUNEESE HA PARTECIPATO ALLA MOBILITAZIONALE NAZIONALE INDETTA DA CONFAGRICOLTURA, CIA E COPAGRI CONTRO RITARDI E INEFFICIENZE di Ilaria Blangetti
Roberto Abellonio tra Adriano Rosso e Mario Viazzi a Bologna
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li agricoltori cuneesi sono scesi in piazza a Bologna per manifestare contro burocrazia e ritardi Pac, per chiedere risposte precise e immediate a una situazione di grave rischio per la sopravvivenza delle aziende e manifestare contro le lungaggini, i ritardi e le inefficienze della macchina amministrativa. Giovedì 5 maggio una delegazione di aziende della Confagricoltura provinciale ha preso parte alla mobilitazione nazionale indetta da Cia, Confagricoltura e Copagri nel capoluogo emiliano, davanti all’ingresso della Fiera, insieme a numerosissimi agricoltori provenienti dal Piemonte e dalle altre regioni del Nord Italia uniti dallo slogan “Ei fu…siccome immobile”. Analoghe manifestazioni si sono svolte in contemporanea a Roma e a Catanzaro. “In Italia gli imprenditori agricoli sono costretti a fare impresa con un carico di ostacoli che non ha eguali altrove – dichiara Roberto Abellonio, direttore della Confagricoltura di Cuneo che ha partecipato al presidio -. Tutti parlano di impresa, ma nessuno vuole gli imprenditori, che tuttavia sono obbligati a passare la maggior parte del loro tempo dietro la burocrazia anche a causa di funzionari spesso distanti dalle esigenze del nostro settore. Il sistema si regge, infatti, su leggi assurde, oltre che inapplicabili, ed è anche colpa della politica se la macchina amministrativa ha accresciuto così tanto il suo potere sul privato, con uno scollamento ormai totale dalle
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esigenze delle realtà produttive. È giunta l’ora, poi, di ripensare il sistema di funzionamento dei Caa per la presentazione delle Domande Uniche, Pac e Psr, andando incontro a reali forme di semplificazione degne di un Paese civile”. Il peso della burocrazia sulle aziende del settore primario italiano, infatti è sempre più gravoso; questo si traduce in costi altissimi che vanno a sommarsi a quelli produttivi per l’attività ordinaria (i più alti d’Europa), mettendo continuamente a rischio default le aziende agricole italiane. La situazione è aggravata anche dai ritardi nei pagamenti relativi alla Pac 2015: le aziende italiane stanno attendendo ancora circa 600 milioni di euro. Alla manifestazione di Bologna hanno preso parte anche il direttore di Confagricoltura Cuneo zona di Alba, Mario Viazzi, e il direttore della zona di Cuneo, Adriano Rosso. “Perché se l’agricoltore tarda di un giorno a presentare una domanda o a pagare un tributo viene punito, mentre le istituzioni possono impiegare anni per fare un Psr, senza dover rendere conto a nessuno? – si domanda il primo -. Noi siamo ormai sudditi delle istituzioni, quando dovrebbero essere loro al servizio di cittadini e aziende”. E sulla Politica agricola comune in secondo aggiunge: “Oltre ai ritardi inaccettabili con si sta procedendo a pagare il saldo della Pac 2015, la nuova Politica europea del settore, così come è stata formulata, non serve. Il greening, ad esempio, è troppo restrittivo e non consente di fare agricoltura in modo competitivo. Servirebbe una Pac più semplice e con misure più efficaci”. Tutti questi argomenti, già trattati dal presidente Mario Guidi a Cavallermaggiore durante il convegno “Latte, i conti non tornano", sono stati al centro della manifestazione di Bologna.
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Zootecnia
Emissioni in atmosfera misure troppo costose CONFAGRICOLTURA IN PRIMA LINEA, AFFIDATO UNO STUDIO PER VALUTARE LA FATTIBILITÀ DI QUANTO PRESENTATO DAL MINISTERO di Erica Giraudo
Sarebbero interessate numerose aziende agricole
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isogna evitare che indicazioni prese a tavolino vadano a gravare sulle aziende. Siamo di fronte a misure che non tengono conto della sostenibilità economica degli interventi. Così Confagricoltura Cuneo sulle "Linee guida per la riduzione delle emissioni in atmosfera prevenienti dalle attività agricole e zootecniche nell'ambito del Bacino Padano" presentate dal ministero delle Politiche agricole e forestali come previsto dall'accordo di programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell'aria nelle zone del Bacino Padano del 19 dicembre 2013. Ora, per Confagricoltura l'obiettivo è di incontrare gli assessori regionali all’Ambiente e all’Agricoltura per fare sentire la voce degli agricoltori. Prima però si resta in attesa dello studio del CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali), commissionato dall'associazione, sulla fattibilità tecnica ed economica delle misure di con-
tenimento delle emissioni di cui si parla nelle ‘Linee guida’. Il tema è stato al centro di un incontro organizzato dall’associazione a Bologna, lo scorso 3 maggio, al quale ha preso parte il presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino: “Serve un’attenta valutazione degli impatti economici che si avranno sulle aziende zootecniche con quanto previsto dal ministero – dice –; per questo, oltre a costituire un gruppo di lavoro che monitorerà l’evolversi della questione, si è deciso di commissionare lo studio per valutare la fattibilità tecnica ed economica delle misure di contenimento delle escrezioni e delle emissioni di azoto contenute nelle ‘Linee guida’. A livello regionale, inoltre, sarà importante mantenere alto il livello di attenzione fin da subito, dato che saranno proprio le Regioni a dover tradurre in misure concrete i principi generali definiti dalle Linee guida”. Confagricoltura, quindi, pur assicurando la
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disponibilità ad adottare misure per il risanamento della qualità dell’aria, come chiesto dall’Ue per ridurre le emissioni in atmosfera, ritiene necessaria un’attenta analisi della “sostenibilità economica di quanto si andrà a proporre”, cioè norme che imporrebbero agli agricoltori e allevatori nuove tecniche per l’utilizzo sia dei concimi chimici che degli effluenti zootecnici, nonché l’applicazione obbligatoria di costosi “miglioramenti strutturali” da realizzare negli allevamenti. “Non è pensabile, ancor più in questo momento, chiedere alle imprese agricole ulteriori sforzi economici e investimenti strutturali dal costo difficilmente sostenibile - dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Come ha detto bene il nostro presidente nazionale Mario Guidi qualche settimana fa a Caval-
lermaggiore proprio facendo riferimento alle emissioni in atmosfera, è inutile richiamare gli agricoltori italiani ad una maggior competizione con gli altri prodotti europei se poi si trovano a lavorare in un contesto di norme e leggi assurde, impossibili da applicare, se non con costi che porterebbero alla chiusura delle aziende con conseguenze drammatiche su tutte le filiere e gli indotti”. “Dopo le Direttive sui nitrati e tutti i problemi che hanno comportato agli allevatori - afferma Alberto Brugiafreddo, presidente sezione bovini da carne di Confagricoltura Cuneo- , ora sono le emissioni a pregiudicare le attività zootecniche. Probabilmente siamo un ‘bersaglio facile’, come se gli animali inquinassero più dei gas serra o di alcune attività produttive”. “L’attuazione di queste disposizioni sarebbe l’ennesima stangata per le aziende - afferma Giovanna Parmigiani, presidente delle Federazione nazionale carni suine di Confagricoltura -. Abbiamo gia portato i numeri all’attenzione della Regione Emilia-Romagna affinché si comprenda l’insostenibilità gestionale e finanziaria di queste norme”.
IN SINTESI
Le Linee Guida del Mipaaf Le Linee Guida si applicano alle zone del bacino padano (quelle più ricche di attività zootecniche) e individuano misure funzionali alla riduzione delle emissioni in atmosfera prodotte sia in ambito zootecnico che in quello delle coltivazioni agricole. Le indicazioni potranno essere periodicamente aggiornate in base alle norme e alle evoluzioni tecnologiche che spesso avvengono rapidamente. Nel documento vengono individuate azioni a monte, come la gestione zootecnica e l’alimentazione, e interventi a valle, cioè sui ricoveri, nello stoccaggio e nella distribuzione dei reflui. “Le linee guida – si legge nel testo – non hanno un valore vincolante, ma soprattutto analitico per valutare le soluzioni più efficaci utili alla riduzione delle emissioni. Sarà compito delle Regioni specificare l’ambito di applicazione e provvedere, se e quando necessario, alla distinzione tra vecchi e nuovi allevamenti”.
INSERTO TECNICO
U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A G R I C O L T O R I
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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO
BANDO DOCG ALTA LANGA, DOMANDE ENTRO IL 10 GIUGNO
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on D.D. 315 del 9 maggio è stato approvato il Bando per la presentazione delle domande di assegnazione dell'idoneità alle superfici vitate ai fini della rivendicazione della DOCG Alta Langa. I beneficiari sono viticoltori e imbottigliatori. SCADENZA DOMANDE La scadenza per la presentazione delle domande è il 10 giugno. INTERVENTI AMMISSIBILI Per l’annata 2016 saranno messi a disposizione 57,89 ha, con una superficie minima iscrivibile di 0,30 ha e massima di 4,00 ha per azienda. Per le aziende che già conducono superfici con idoneità Alta Langa la superficie minima iscrivibile è 0,10 ha. Gli interventi ammessi sono il reimpianto e la variazione di idoneità; tali interventi, sommati, dovranno dare al massimo una superficie pari a 4,00 ha.
REQUISITI Per essere ammissibili le domande dovranno essere presentate da aziende con almeno uno dei seguenti requisiti: • essere conduttori dei terreni oggetto di intervento e imbottigliatori (in possesso del codice ICQRF); • essere conduttori dei terreni oggetto di intervento ed essere in possesso di un contratto di acquisto almeno quinquennale, stipulato nel 2016, con un soggetto imbottigliatore (in possesso del codice ICQRF) che garantisce il ritiro totale delle uve; l'imbottigliatore non potrà stipulare contratti per una superficie totale superiore ai 4,00 ha; • essere conduttori di terreni oggetto di intervento e soci conferitori di cantina sociale, in possesso della dichiarazione del Presidente con cui la stessa cantina sociale si impegna al ritiro totale delle uve per il periodo minimo di 5 anni; la somma delle superfici oggetto di impegno al ritiro non potrà superare i 4,00 ha. Non potranno partecipare al Bando le aziende che hanno già ricevuto un'assegnazione di superficie nel 2015. L'unico requisito di priorità per la formazione della graduatoria è l'età del legale rappresentante. La graduatoria regionale sarà approvata entro l'11 di luglio 2016 e publicata entro il 14 dello stesso mese.
ITER DI ISCRIZIONE SUPERFICIE Entro i 30 giorni successivi alla pubblicazione della graduatoria, le aziende dovranno avviare l'iter di iscrizione della superficie con l'idoneità alla rivendicazione; per le domande che prevedono il reimpianto dovrà essere convertito il diritto in autorizzazione tramite il portale SIAP; per le domande che prevedono la variazione di idoneità dovrà essere presentata la domanda di variazione su SIAP. Entro il 31/07/2017 le aziende dovranno avviare l'iter di iscrizione della superficie con l'idoneità alla rivendicazione mediante la dichiarazione di estirpazione, nel caso in cui la rivendicazione derivi da un vigneto esistente; entro il 31/07/2018 dovrà esser effettuato il reimpianto delle superficie oggetto di assegnazione. Per informazioni e per presentare le domande rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo.
AVVISO AI GIOVANI CHE SI INSEDIANO: ATTENZIONE ALLE TRUFFE
La Confagricoltura di Cuneo consiglia ai giovani che presentano domanda per l’insediamento di prestare attenzione ai documenti che gli vengono recapitati e alle telefonate che ricevono. Sono soventi, infatti, i casi in cui chi apre una nuova partita IVA riceve dei bollettini da pagare che sembrano arrivare dalla Camera di Commercio, mentre in realtà sono truffe. Inoltre, spesso coloro che intraprendono una nuova attività ricevono telefonate di sedicenti consulenti della sicurezza sul lavoro che propongono con modi insistenti di effettuare un versamento da 150€ per ricevere il documento di valutazione dei rischi. Anche in questo caso si tratta di un raggiro. Segnalare i casi sospetti agli uffici di Confagricoltura Cuneo.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
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CANONE RAI: ECCO COME PAGARLO E CHI NE È ESENTE
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partire da quest’anno il canone Rai - 100 euro la quota annuale - si pagherà in 10 rate attraverso la bolletta elettrica. Il primo versamento è richiesto a luglio 2016 e sarà pari 70 euro (addebito che comprende le rate già scadute). Le ultime due bollette dell’anno conterranno gli ultimi 30 euro da versare. Da febbraio 2017 l’addebito del canone sarà spalmato lungo tutto l’anno nelle bollette elettriche, generalmente bimestrali. Il titolare del contratto della luce, in caso sia residente e il contratto sia di uso domestico, diventerà anche titolare dell’abbonamento tv. ESENTI DAL PAGAMENTO Sono esonerati gli over75 con un reddito annuo non superiore a 6.713 euro e tutti coloro che non possiedono la televisione. Chi fruisce dell’esenzione per la prima volta doveva presentare la richiesta entro il 30 aprile; per coloro che intendono invece beneficiarne a partire dal secondo semestre, la scadenza è fissata al 31 luglio. La dichiarazione sostitutiva presentata dal 1° luglio 2016 al 31 gennaio 2017 esonera dall’obbligo di pagare il canone per tutto il 2017. Negli anni successivi, se le condizioni di esenzione permangono, non è necessario presentare ulteriori dichiarazioni per avvalersi dell’agevolazione. Se invece dopo la presentazione della dichiarazione si perde il possesso dei requisiti per beneficiare dell'esenzione, è necessario versare il canone. Stesso discorso per chi attiva per la prima volta un abbonamento al servizio radiotelevisivo: deve inviare segnalazione entro 60 giorni dalla data in cui sorge l’obbligo di pagare. CHI PUÒ CHIEDERE IL RIMBORSO E COME OTTENERLO Coloro che hanno già pagato il canone per gli anni 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015 possono chiederne il rimborso tramite
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l’invio di un apposito modello accompagnato dalla dichiarazione sostitutiva che attesta il possesso dei seguenti requisiti: • aver compiuto 75 anni di età entro il termine per il pagamento del canone di abbonamento (attualmente il 31 gennaio e 31 luglio di ciascun anno); • non convivere con altri soggetti, diversi dal coniuge, titolari di un reddito proprio; • possedere un reddito che, unitamente a quello del proprio coniuge, non sia superiore complessivamente a euro 516,46 per tredici mensilità. Si ricorda che la dichiarazione sostitutiva di esonero e l’istanza di rimborso dal pagamento del canone TV possono:essere spedite per raccomandata, senza busta, al seguente indirizzo "Agenzia delle Entrate - Ufficio Torino 1 Sat - Sportello abbonamenti tv - Casella Postale 22, 10121 - Torino. I modelli di richiesta di esonero e rimborso sono disponibili sulla pagina di Agenzia delle Entrate. Per ogni altra informazione visitare il sito www.canone.rai.it
C'È TEMPO FINO AL 30 GIUGNO PER LE VERIFICHE ANNUALI UMA
Il 30 giugno scade il termine per la presentazione delle verifiche annuali del carburante agricolo 2015/2016 – UMA (d.m. 454 14/12/2001). Come ormai da anni, è indispensabile aver costituito e validato il fascicolo aziendale contenente tutte le informazioni riguardanti la consistenza aziendale della ditta. Tutte le aziende iscritte all’UMA entro il 30 giugno devono presentare la verifica con le rimanenze di carburante anche nel caso in cui non effettuano nessun prelievo. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione delle aziende per rilascio del buono carburante e per ulteriori informazioni.
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BANDO ISMEA PER L'INSEDIAMENTO DEI GIOVANI
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stato pubblicato il nuovo bando dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea) per l'insediamento di giovani in agricoltura. A disposizione un fondo di 60 milioni di euro. IN COSA CONSISTONO LE AGEVOLAZIONI Nell’ambito delle operazioni previste dal bando, è concesso un contributo in conto interessi nella misura massima attualizzata di 70mila euro erogabile per il 60% all’avvio dell’ammortamento dell’operazione e per il 40% all’esito della corretta attuazione del piano aziendale allegato alla domanda di partecipazione. L’attuazione del piano deve essere avviata entro 9 mesi dalla data di stipula dell’atto di concessione delle agevolazioni e completata in un periodo massimo di 5 anni dalla stipula stessa, pena la decadenza dal contributo. L’importo richiesto per l’operazione deve essere compreso tra un minimo di 250mila euro e un massimo di 2 milioni di euro; nel caso in cui il valore sia superiore a tale soglia, l’operazione si realizza attraverso la concessione di un mutuo ipotecario di 2 milioni di euro a garanzia del quale Ismea acquisisce ipoteca di primo grado sul terreno oggetto dell’operazione per un valore pari al 120% del mutuo. La differenza tra il prezzo di vendita del terreno ed il mutuo erogato da Ismea deve essere coperta dal richiedente con il ricorso a mezzi propri o ad indebitamento, ai fini della stipula dell’atto di concessione delle agevolazioni. Solo nel caso in cui si inseriscano in un contesto di arrotondamento fondiario, è possibile anche presentare domande di ammissione alle agevolazioni per operazioni fondiarie il cui im-
porto richiesto è compreso tra 100mila euro e 250mila euro. In questi casi, l’operazione è realizzata attraverso la concessione di un mutuo ipotecario a garanzia del quale Ismea acquisisce ipoteca di primo grado sul terreno oggetto dell’operazione ovvero su altri beni e comunque fino alla concorrenza di valore del 120% del mutuo. L’arrotondamento fondiario deve essere dimostrato con terreni da condurre con contratti di affitto registrati di durata pari almeno a 15 anni e relativa assunzione del fascicolo aziendale. CHI PUÒ PARTECIPARE AL BANDO Il bando è riservato ai giovani che intendono insediarsi per la prima volta in un'azienda agricola in qualità di capo azienda e che, alla data di presentazione della domanda, risultano in possesso di precisi requisiti: 1) età compresa tra i 18 anni compiuti e i 40 anni non ancora compiuti; 2) cittadinanza di uno degli Stati membri dell’Unione europea; 3) residenza nel territorio della Repubblica Italiana; 4) possesso di adeguate conoscenze e competenze professionali, attestate da almeno uno dei requisiti indicati: titolo di studio di livello universitario di indirizzo agrario; titolo di studio di scuola media superiore in campo agrario; 5) esperienza lavorativa, dopo aver assolto l’obbligo scolastico, di almeno due anni in qualità di coadiuvante familiare ovvero di lavoratore agricolo, documentata dall’iscrizione al relativo regime previdenziale; 6) attestato di frequenza con profitto ad idonei corsi di formazione professionale. Inoltre, il giovane dovrà insediarsi quale capo azienda in un'impresa individuale che, entro 3 mesi dalla data di comunicazione dell'ammissione alle agevolazioni, risulti titolare di partita Iva in campo agricolo; iscritta al registro delle imprese della Camera di Commercio; iscritta al regime previdenziale agricolo. PRESENTAZIONE DOMANDA La domanda di partecipazione al bando deve essere presentata in forma telematica, sul portale http://strumenti.ismea.it entro le 12 del 10 giugno 2016. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura di Cuneo.
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CONGEDO MATERNITÀ E PATERNITÀ: DUE LE NOVITÀ
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l Decreto legge n. 80, del 15 giugno 2015, “Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”, ha introdotto alcune modifiche alla normativa in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, in particolar per quanto riguarda i parti considerati fortemente prematuri e il rinvio o sospensione del congedo di maternità. Le nuove disposizioni, in vigore dal 25 giugno 2005, sono state estese anche agli anni successivi. L’Inps, con la Circolare n. 69 del 28 aprile 2016, ha chiarito alcuni aspetti della nuova legislazione. 1 - PARTO FORTEMENTE PREMATURO A favore delle lavoratrici dipendenti e di quelle iscritte alla gestione separata viene riconosciuto in caso di parti fortemente prematuri, un ulteriore allungamento del periodo di congedo, superiore ai normali 5 mesi obbligatori. CHI NE HA DIRITTO Per parto fortemente prematuro si intende quando la nascita avviene prima dei 2 mesi antecedenti la data presunta del parto; se il parto prematuro si verifica nei due mesi antecedenti alla data presunta, il congedo di maternità rimane confermato per il periodo di cinque mesi. Esempio: data presunta parto 20/9/2015; inizio congedo ante partum: 20/7/2015; data effettiva parto/nascita: 30/6/2015. In questo caso spetterà un congedo superiore ai 5 mesi, che va dal 30 giugno 2015 al 19 dicembre 2015 comsì composto: 3 mesi di congedo post partum (da luglio a settembre), 2 mesi di congedo ante (da ottobre a novembre), 19 giorni, che sono quelli intercorsi tra la data effettiva del parto (30 giugno 2015) e la data in cui sarebbe dovuto inziare il congedo ante partum (20 luglio 2015). MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA Per le domande online presentate prima della circolare Inps, l’istanza per l’eventuale ricalcolo dell’indennità va presentata alla sede competente o inviata a mezzo Pec o raccomandata A/R; per le domande dopo la pubblicazione della circolare e fino al rilascio degli aggiornamenti della procedura telematica: domanda cartacea (mod. SR01) con certificato medico di gravidanza, da presentare alla sede competente o inviare tramite raccomandata A/R; dopo il rilascio della procedura telematica: solo online. 2 - RINVIO O SOSPENSIONE DEL CONGEDO In caso di ricovero del neonato in una struttura pubblica o privata, la madre, ha diritto di chiedere la sospensione del congedo, per poi godere del congedo dalla data di dimissione del bambino o da data antecedente comunicata dalla lavoratrice. Il diritto può essere esercitato una sola volta per ogni figlio ed è subordinato alla presentazione di un’attestazione medica che dichiari la compatibilità con la ripresa dell’attività lavorativa. CHI NE HA DIRITTO La novità si applica alla madre lavoratrice dipendente o iscritta alla gestione separata. E’ valida anche in caso di adozione o affidamento, a solo in caso di lavoratrici dipendenti (escluse quelle iscritte alla gestione separata). La sospensione è esercitabile anche dal padre, in caso di congedo di paternità, se dipendente o iscritto alla gestione separata (solo nei casi di parto). MODALITA' DI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA Per richiedere la sospensione del congedo la lavoratrice deve: comprovare al datore di lavoro l’avvenuto ricovero del bambino; produrre attestazione medica nella quale si dichiara l’idoneità a riprendere il lavoro. La domanda va compilata su apposito modulo dell’Inps e trasmessa con Pec o raccomandata con ricevuta di ritorno.
IV
RISCATTO CONTRIBUTI: CUMULABILI IL CONGEDO PARENTALE E LA LAUREA
Con la Legge di Stabilità 2016 sono state introdotte alcune novità in materia di facoltà di riscatto dei contributi, in particolare per quanto riguarda il congedo parentale e la laurea. L’Inps, con la circolare n. 44 del 29 febbraio 2016 ha chiarito che, dal 1° gennaio 2016, a differenza di quanto successo sino ad ora, le facoltà di riscatto dei periodi corrispondenti al congedo parentale e quello corso di laurea, saranno cumulabili ed esercitabili per uno stesso periodo. Il regime di alternatività/incumulabilità rimane valido per le domande presentate dal 1° gennaio 2016.
NUOVE PERCENTUALI DI COMPENSAZIONE PER L'AGRICOLTURA
L
a percentuale di compensazione del 10% si applica anche alle cessioni di yogurt, kephir, latte cagliato, siero di latte, latticello e altri tipi di latte fermentati o acidificati. Lo ha precisato l’Agenzia delle Entrate con la circolare 19/E del 7 maggio 2016, facendo chiarezza su un’anomalia contenuta nel D.M. 26 gennaio 2016. Tale decreto ha introdotto le nuove percentuali di compensazione, aumentandole così come previsto dall’art. 1 comma 908 della Legge di Stabilità 2016 (L. 208/2015): dal 7% al 7,65% per gli animali vivi della specie bovina (compresi i bufali); dal 7,3% al 7,95% per gli animali vivi della specie suina; dall’8,8% al 10% per “latte fresco non concentrato né zuccherato e non condizionato per la vendita al minuto”. L’Agenzia ha però precisato che anche i prodotti come yogurt e assimilati godono della nuova percentuale di compensazione. Questo, perché, come sottolinea l’Agenzia, la normativa richiama la generalità dei prodotti del settore lattierocaseario. Questo, peraltro, ripristina l’omogeneità dell’imposizione tra il latte fresco ed i suoi derivati, così come avveniva nel periodo precedente a tali modifiche. Le percentuali di compensazione sui prodotti lattiero-caseari sono entrate a regime nel gennaio 2016 e fino a nuova modificazione resteranno tali; diversa è la situazione relativa agli animali vivi, la cui più elevata percentuale compensativa avrà solamente durata annuale, fino al 31/12/2016. Le nuove percentuali di compensazione si applicano sulle fatture emesse a partire dall’1/1/2016. Per maggiori informazioni contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo.
RIDETERMINAZIONE VALORE TERRENI E TITOLI SOCIETARI, PERIZIA AL 30 GIUGNO
È riproposta una riapertura dei termini per rivalutare il costo dei terreni edificabili e con destinazione agricola o di titoli, quote o diritti, non negoziati in mercati regolamentati, di cui agli artt. 5 e 7 della legge 28 dicembre 2001, n. 448. La misura consente di rideterminare il costo di acquisto dei predetti terreni e titoli, in base al valore risultante da un’apposita perizia redatta da professionisti abilitati, con contestuale pagamento dell’imposta sostitutiva, al fine di ridurre il carico del prelievo fiscale sulle plusvalenze rientranti tra i redditi diversi, a norma dell’art. 67, c. 1, lett. a), b), c) e c-bis), del TUIR. È fissata al 1° gennaio 2016 la data in cui deve essere verificato il possesso dei predetti beni e al 30 giugno 2016 il termine per la redazione della perizia giurata e per il versamento dell’imposta sostitutiva dovuta nella misura dell’8 per cento del valore risultante dalla stessa.
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Fronte aperto
Scambio di beni tra Usa e Ue pari a
1.000 miliardi €
8% 13% import
export
Le percentuali si riferiscono al comparto agroalimentare e indicano le importazioni e le esportazioni dell'Ue nei confronti degli Usa
Ttip: prove di accordo tra Ue e Usa TRA DUBBI E PERPLESSITÀ SI LAVORA AL TRATTATO TRANSATLANTICO PER FACILITARE I RAPPORTI COMMERCIALI TRA LE DUE POTENZE ECONOMICHE
di Ilaria Blangetti
S
e ne discute spesso, con movimenti pro o contro, ma in pochi sanno realmente di cosa si tratta. Stiamo parlando del “Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti”, indicato dalla sigla Ttip, acronimo del nome inglese “Transatlantic Trade and Investment Partnership”.
Cos’è? Il Ttip è un accordo commerciale di libero scambio tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America, al momento ancora in
fase di negoziazione. L’accordo riguarda tutti i settori produttivi e dei servizi, oltre alle normative sugli investimenti.
Obiettivi La volontà del Ttip è quella di facilitare i rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti portando un aumento delle esportazioni, sviluppo, investimenti e nuove opportunità, anche in termini lavorativi, in un contesto di reciprocità e trasparenza, perseguendo un accesso ai mercati più snello.
16 L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
Perché è importante? In palio c’è una posta molto alta perché il trattato coinvolge i 50 stati che compongono gli Stati Uniti d’America e i 28 Paesi membri dell’Unione Europea: la somma del Pil delle due super potenze economiche corrisponde a circa il 45 per cento di quello mondiale. Usa e Ue si scambiano tra loro beni per circa mille miliardi di euro ogni anno e sono, reciprocamente, i primi clienti e fornitori dell’altro. È quindi evidente che si tratta di un trattato storico per importanza, aree interessate e volumi d’affari.
Perché coinvolge l’agricoltura? Intanto il Ttip riguarda tutti i settori produttivi, quindi anche quello agroalimentare. Proprio l’agroalimentare rappresenta una delle fette più importanti del commercio tra le due super potenze economiche anche se, pur essendo uno dei punti più importanti del trattato e mediaticamente più discussa, rappresenta meno del 10% dell'accordo. Usa e Ue, infatti, importano ed esportano
congiuntamente circa un quinto del commercio agroalimentare al mondo. Nel corso dell’ultimo decennio, inoltre, i flussi commerciali dei prodotti di base agricoli sono aumentati del 20%. Nel comparto agroalimentare circa l’8% delle importazioni dell’Ue provengono dagli Stati Uniti e circa il 13% delle esportazioni dall’Ue sono destinate agli Usa. Da uno studio del Parlamento Europeo emerge come in generale la protezione tariffaria (ossia le tariffe applicate sulle importazioni) garantita dall’Unione Europea è mediamente maggiore di quella applicata dagli Usa e che le barriere tariffarie applicate sia dagli Usa che dall’Ue riguardano per la gran parte proprio il comparto agricolo e agroalimentare, come le carni, i prodotti lattiero-caseari, ma anche ortaggi e cereali. "Le questioni che pesano di più nel raggiungere gli accordi non sono però le barriere doganali - commenta Confagricoltura -, quindi tariffarie, ma quelle extratariffarie come le problematiche sanitarie".
Il fronte del no si dice contrario al negoziato perché teme rischi per l’ambiente, la sicurezza alimentare, l’economia delle piccole e medie industrie e la sovranità nazionale.
Confagricoltura La Confagricoltura, a tal proposito, mantiene una posizione di cauta apertura accompagnata da un’altissima attenzione per far sì che gli interessi delle imprese agricole di tutta Europa, e ovviamente quelle italiane, siano salvaguardati e l’accordo possa offrire nuove opportunità di crescita economica. “L’associazione ha da sempre espresso una posizione non contraria perché il libero scambio delle merci a livello internazionale è attualmente una condizione fondamentale per la sussistenza delle imprese, anche agricole – commenta Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura Cuneo -. Siamo comunque convinti che le intese bilaterali devono essere basate su principi di reciprocità ed equilibrio tra le parti, perché l'agricoltura non può essere trattata come merce di scambio. L’associazione ha individuato le tematiche che necessitano di essere risolte, abbracciando tutti i comparti che compongono il settore primario”. L'Agricoltore Cuneese seguirà gli sviluppi del Trattato con aggiornamenti sui prossimi numeri.
Le tappe Le trattative si sono aperte ufficialmente nel 2013. Washington e Bruxelles si sono incontrate già 13 volte (vengono chiamati round), l’ultimo colloquio si è tenuto ad aprile. Più volte si è ribadita la volontà di concludere i lavori entro l’autunno del 2016 ossia entro la fine della presidenza Obama, con un documento condiviso entro l’estate. "Le posizione però non sono ancora così vicine - aggiungono da Confagricoltura -, fermo restando che alcune tamtiche non dovrebbero essere oggetto del trattato (come gli Ogm) restano una serie di questioni da chiarire sulla difesa dei marchi tradizionali e delle denominazione d'origine. La necessità non è quella di trovare un accordo a tutti i costi ma un accordo che soddisfi entrambe le parti".
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17
Latte
L’
obiettivo è cercare soluzioni per fronteggiare l’emergenza del settore lattiero-caseario. Attorno a questo tema si è sviluppato il convegno “Latte, i conti non tornano”, organizzato da Confagricoltura Cuneo e Torino, venerdì 29 aprile a Cavallermaggiore. Centinaia gli imprenditori agricoli presenti in sala, a dimostrare la forte preoccupazione per il futuro del settore. Per fronteggiare la crisi Confagricoltura ha elaborato, in accordo con i produttori, un decalogo di proposte. Efficientamento delle imprese agricole, integrazione di filiera, semplificazione della Pac, etichettatura, promozione, ampliamento del paniere delle Dop, rafforzamento dell’export, miglioramento delle qualità, sgravio contributivo e contingentamento temporaneo delle produzioni a livello europeo sono i punti cardine su cui si deve intervenire. “Credo che la strada maestra per uscire da questo momento sia quella dell’aggregazione tra produttori, oltre alla promozione della qualità a 360° – ha detto il presidente provinciale Enrico Allasia –, non dobbiamo fermarci a considerare solo il prodotto che portiamo sul mercato, ma dobbiamo riuscire a dare maggiore valore a tutto il processo produttivo”. L’importanza di affrontare il discorso allargandolo a tutta la filiera è stato sottolineata anche dal presidente di Confagricoltura Torino, Paolo Dentis. La situazione del comparto latte richiede soluzioni complesse – ha rimarcato –. Per ottenere un cambiamento di rotta dobbiamo confrontarci con tutta la filiera, se vogliamo individuare soluzioni durature, sostenibili e non temporanee. Per trovarle ognuno deve fare la propria parte”.
L'intervento del presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia
Latte, 10 proposte per il settore CONFAGRICOLTURA HA RACCOLTO TUTTA LA FILIERA NEL CONVEGNO ORGANIZZATO A CAVALLERMAGGIORE di Monica Arnaudo
Ermanno COMEGNA Economista agrario
COSTI CHE PESANO
Proprio per analizzare meglio la situazione e cercare possibili soluzioni Confagricoltura ha realizzato uno studio, basato su dati Ismea, che mettendo a confronto costi e ricavi del comparto, ha evidenziato la situazione critica in cui si trova l’intero comparto. Nel 2015, ha evidenziato l’indagine, il reddito lordo degli allevamenti bovini da latte in Italia si è ridotto del 116% rispetto alla media dei 5 anni precedenti, per poi peggiorare
Elaborazioni Confagricoltura Cuneo su dati dell’Osservatorio del Mercato dei Prodotti Zootecnici (OMPZ), Il mercato del latte, Rapporto 2014; Commissione Ue, ISMEA
Costi e ricavi per la produzione di latte bovino (€/100 kg) 2016
2016
2014
2105
(gennaio/febbraio)
(stima aprile)
Alimenti acquistati
13,29
11,84
11,96
12,08
Costo alimenti prodotti
5,31
5,31
5,31
5,31
Spese varie di allevamento
3,11
3,11
3,11
3,11
Spese generali
3,19
3,19
3,19
3,19
Costo del lavoro
12,12
12,48
12,57
12,57
Imposte (IVA, IRAP)
1,09
1,09
1,09
1,09
Totale costi
38,10
37,02
37,22
37,34
Prezzo latte con premio qualità
41,64
36,67
36,37
34,00
3,54
-0,35
-0,85
-3,34
Reddito lordo
18 L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
ulteriormente nel primo bimestre del 2016, arrivando a toccare la soglia del 139%. Il confronto tra costi e ricavi per la produzione del latte bovino nel 2011 comportava per l’allevatore un reddito lordo di 3,87 euro ogni 100 kg di latte; a inizio 2016 il margine si è ridotto a 0,85 euro e le stime per il mese di aprile prevedono una perdita di 3,34 euro ogni 100 kg. “Stiamo parlando della sopravvivenza del settore e, dopo 28 mesi di ribassi consecutivi del prezzo del latte alla stalla, le Istituzioni europee non hanno ancora trovato misure idonee per ristabilire l’equilibrio del mercato dando solo risposte deboli e inefficaci – ha sottolineato l’economista agrario Ermanno Comegna –. Dal novembre 2013 a marzo 2016 il prezzo del latte crudo alla stalla è passato da un massimo storico di 40,21 centesimi per quintale a un minimo (marzo 2016) di 28,58 euro per quintale. Quindi c’è stato un calo di 11,63 euro, circa il 30%. A questo dobbiamo aggiungere che sono 15 mesi che a livello europeo il prezzo del latte è al di sotto del valore medio di lungo periodo, cioè degli ultimi dieci anni, che si assesta sui 32,65 euro”.
Angelo ROSSI Direttore del Clal
NEL RESTO DELL'EUROPA
A influire sul momento critico hanno contribuito anche le dinamiche internazionali che interessano l’intero settore. “Si sta producendo più latte di quello che assorbe il mercato – ha spiegato il direttore del Clal, Angelo Rossi -. Il centro Europa produce il 128,4% in più, i Paesi scandinavi il 106%, l’Europa dell’Est il 112%. In Europa ci sono 2 milioni di tonnellate in più (dati al 31 dicembre 2015), le esportazioni si sono ridotte a causa della riduzione del Pil mondiale, adesso iniziano i problemi. Un primo segnale c’era già stato nel 2012. Per rimanere competitivi sul mercato, non servono contributi a pioggia, poco incisivi e utili, è necessario migliorare e portare avanti progetti di sostenibilità, elaborare un piano interregionalenazionale forte da un gruppo composto da diverse professionalità che analizzi costantemente il settore, anticipi i tempi e creda fortemente nel Made in Italy”. Il dibattito è proseguito con gli interventi di rappresentati di cooperative, industria e politica (vedi box), prima dell’illustrazione dettagliata delle proposte da parte del direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio e delle conclusioni da parte del presidente nazionale Mario Guidi.
Mario GUIDI Presidente nazionale Confagricoltura
GUIDI: "SIAMO SOLI"
“Noi agricoltori siamo soli, è bene che cominciamo a prenderne atto – ha commentato Guidi -. Forse abbiamo sbagliato a far fare ad altri le proposte; è ora che diciamo noi quali sono le proposte e cosa
LA VOCE DEI PRODUTTORI
Costi troppo alti e aiuti insufficienti A portare la testimonianza del mondo cooperativo sono stati Roberto Morello, presidente Piemonte Latte e Tommaso Visca, presidente di Lait Service. “E’ un momento molto delicato, la mia speranza è che il futuro ci garantisca una volatilità dei prezzi molto più ridotta, perché questa è la preoccupazione più grande per noi produttori – ha detto Roberto Morello –. Il problema è garantire la redditività dei nostri allevamenti. Abbiamo una forte necessità di aggregazione, in alcuni Paesi la produzione passa al 100% attraverso associazioni e cooperazioni, in Italia solo intorno al 60%. Servono organizzazioni che sappiano comprendere bene gli obiettivi sul lungo periodo, ma è fondamentale anche un aiuto concreto da parte del mondo della politica”. Forti anche le difficoltà a competere sul mercato. “In Italia c’è poca terra a disposizione, produrre latte è veramente difficile – ha spiegato Tommaso Visca –. I fondi distribuiti dal Ministero sono solo briciole, mezzo centesimo per litro, quando la perdita è stata di 10 centesimi. Nessun contributo pubblico potrà mai coprire le enormi perdite che stanno subendo le nostre aziende, non possiamo continuare a produrre latte se poi non sappiamo cosa farne. Stiamo cercando di abbassare i costi di produzione per essere più competitivi con gli altri paesi, ma mi auspico che qualcuno adotti interventi drastici per limitare le produzioni in Europa”.
L A R I S P O S TA D E L L A P O L I T I C A
Le misure varate da Stato, Regione e Ue Tre gli interventi della politica, oltre al videomessaggio da Roma del viceministro all'Agricoltura, Andrea Olivero. “Trovare delle somme da mettere a disposizione non è semplice, ma un quadro di sostegno c’è. È chiaro che non basta e per questo stiamo lavorando per cercare di fare uno sforzo maggiore – ha spiegato Felice Assenza, direttore del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali –. A settembre è stato varato un pacchetto di misure straordinarie da parte dell’Unione Europea, 420 milioni di euro, di cui 25 assegnati all’Italia; a livello nazionale abbiamo approvato il Fondo latte, la rateizzazione a tre anni del prelievo e l’accordo per l’acquisto straordinario di circa 12 milioni di euro di latte da destinare agli indigenti. A marzo è stato anche elaborato un secondo pacchetto di misure per dare la possibilità di ridurre la produzione, ma è una decisione che va affrontata a livello europeo”. A parlare per la Regione Piemonte è stato invece l’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero: “Ultimamente abbiamo avviato la campagna promozionale Piemunto. In questi ultimi anni ci siamo concentrati troppo sulle quote e poco sul lavoro in prospettiva, è un ragionamento che bisogna fare per il futuro. E dobbiamo anche ripensare il modello di produzione-trasformazione, magari rendendo possibile un ulteriore avvicinamento alle richieste di mercato”. “Il problema della riduzione del latte che tanti invocano, ci sarà in automatico, perché se continuiamo così le aziende chiuderanno – ha sottolineato l’europarlamentare Alberto Cirio –. L’unico modo è aiutarle, in fretta e concretamente. Si può parlare anche di riduzioni sovvenzionate, ma non possiamo pensare di ridurre solo in Italia per permettere ad altri di continuare a lavorare. Altro punto importante sarà puntare sulla qualità. Da parte nostra, per dare una risposta concreta, a giugno proporremo di eliminare le sanzioni alla Russia”.
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L’Agricoltore cuneese N. 04 • GIUGNO 2016
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dobbiamo mettere in gioco, non la politica, perché tutto quello che ci succederà sarà in buona parte frutto delle nostre scelte. Cosa ci serve per il futuro? Innanzitutto alla politica chiedo di smettere di fare delle norme, non fate più niente, dateci solo la possibilità di lavorare. Mi piacerebbe che i funzionari venissero in campagna per capire come funziona, certe leggi sono assurde oltre che inapplicabili. Siamo sudditi delle istituzioni, ma dovrebbe essere il contrario; la colpa è anche nostra, non siamo in grado di fare sistema, ma mettendoci insieme sapremo competere. Dobbiamo svegliarci, avere il coraggio di dire 'no' e di chiedere ciò che ci serve, strumenti semplici ma più efficaci. Il futuro dell’associazione è a fianco degli agricoltori, a fare difesa e promozione delle proprie produzioni per conquistare i mercati”.
Centinaia gli allevatori e gli operatori del settore presenti a Cavallermaggiore
I L P U N T O D I V I S TA D E L L ' I N D U S T R I A
"Privilegiare la qualità, non la quantità" Non è mancato il punto di vista dell’industria. “è inutile a mio avviso fare delle analisi su quello che è stato - ha detto Franco Biraghi presidente del Caseificio Valgrana di Scarnafigi -. Dopo circa 35 anni di quote latte il mondo è cambiato e noi dobbiamo cominciare a ragionare con un’altra ottica. La realtà è che c’è più latte, di quanto se ne consumi. Si potrebbe pensare a diminuire momentaneamente la produzione, ma deve essere limitato a un periodo brevissimo, non più di 3-4 mesi, ci vuole il libero mercato. Bisogna, secondo me, privilegiare la qualità e non la quantità".
Confagricoltura alla Biraghi Spa UNA DELEGAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE HA INCONTRATO I VERTICI DELL'AZIENDA PER PARLARE DEL COMPARTO
U
na delegazione di Confagricoltura Cuneo e Torino, guidata dai presidenti Enrico Allasia e Paolo Dentis, dal presidente della sezione cuneese Latte, Giampiero Degiovanni e dai direttori Roberto Abellonio ed Ercole Zuccaro ha incontrato mercoledì 11 maggio i vertici della Biraghi SpA di Cavallermaggiore, rappresentata dai fratelli Bruno e Anna Biraghi, rispettivamente presidente - amministratore delegato e consigliere di amministrazione. L’incontro è avvenuto nello stabilimento di Cavallermaggiore, presenti i dirigenti dell’azienda che lavora oltre 4.000 quintali di latte al giorno, proveniente esclusivamente da più di 220 allevamenti delle province di
Cuneo e Torino (pari a circa al 16% dell’intera produzione regionale). “Abbiamo condiviso l’analisi del comparto – hanno dichiarato i dirigenti di Confagricoltura – e la necessità di sostenere la tracciabilità delle produzioni e l’etichettatura trasparente di tutti i prodotti lattiero caseari”. Per i vertici di Confagricoltura e di Biraghi “è importante informare correttamente i consumatori affinché possano scegliere in modo consapevole i prodotti derivanti da latte italiano al 100%, per valorizzare il nostro territorio e l’intera filiera produttiva”. Una questione complessa, come già stato sottolienato più volte dai vertici di Confagricoltura, poiché non bastano interventi spot, ma occorre
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intervenire su tutta la filiera, insieme alle istituzioni. Confagricoltura, che ha illustrato ai dirigenti della Biraghi il punto di vista degli allevatori, si è detta pronta ad agire con rapidità per individuare uno strumento condiviso dalla filiera per la promozione di un maggior utilizzo del latte italiano, in particolare per alcuni segmenti in cui attualmente la produzione casearia si affida al latte straniero. Le proposte saranno portate ufficialmente al Tavolo nazionale e al ministro delle Politiche Agricole.
REGIONE
È nato Piemunto è nato "Piemunto", il marchio che contraddistingue i prodotti lattierocaseari realizzati esclusivamente con il latte piemotese. Il logo “Piemunto”, primo esempio in Italia, nato lo scorso 14 marzo su iniziativa della Regione Piemonte, è distribuito in più di 100 punti vendita Carrefour in Piemonte. Gli oltre 150 prodotti spaziano dal latte, allo yogurt, ai formaggi, e sono sottoposti a stringenti controlli di qualità da parte degli enti certificatori e dalla Regione Piemonte. “Sarà uno strumento di promozione e di valorizzazione del latte piemontese e dei suoi trasformati - ha spiegato Giorgio Ferrero, assessore dell’Agricoltura per dare più conoscenza e garanzia al consumatore e insieme rilievo alla qualità del nostro latte e dei nostri formaggi"
Vitivinicoltura
La burocrazia 'secca' le viti NONOSTANTE GLI IMPEGNI DELLA REGIONE PERMANGONO PROBLEMI CON LA GESTIONE DEL POTENZIALE VITICOLO di Gilberto Manfrin
L’
allarme era stato lanciato proprio dalla Confagricoltura Cuneo, che sul numero di febbraio de “L’Agricoltore cuneese” aveva messo in evidenza come gli applicativi per la corretta gestione del potenziale viticolo non funzionassero a dovere danneggiando così gli agricoltori. A distanza di tre mesi, gli stessi applicativi continuano ad operare a singhiozzo. UN PASSO INDIETRO A partire dal 1° gennaio 2016 è iniziato il nuovo sistema della autorizzazioni per gli impianti viticoli che ha posto fine al vecchio sistema che prevedeva i diritti di impianto, ma la Regione continua a tentennare sul rilascio definitivo degli applicativi. Con una determina dei primi di agosto 2015 la Regione aveva provveduto poi, nel mese di dicembre dello stesso anno, a bloccare il sistema informatico per la gestione del potenziale viticolo in attesa dell’entrata in vigore del nuovo sistema dell’autorizzazioni; pertanto, non è stato più possibile presentare istanze di estirpo e reimpianto vigneti per le aziende interessate ad eseguire i lavori nella primavera 2016. Dopo una serie di richieste da parte delle Organizzazioni agricole, con Confagricoltura in prima fila, la Regione ad inizio anno aveva rassicurato che entro il mese di gennaio sarebbero state approvate le
RISTRUTTURAZIONE VIGNETI
Aperto il bando 2016/2017 Chiesta a gran voce da Confagricoltura Cuneo, la Regione ha deciso di aprire il nuovo bando "Ristrutturazione e riconversione vigneti" per la campagna 2016/2017. La dotazione della misura (fondi 2017) verrà utilizzata per pagare le domande 2015/2016 che non saranno finanziate nel corso di quest’anno. Una scelta rivelatasi opportuna e necessaria alla luce della numerose domande non finanziabili per questa campagna e dei tempi eccessivamente ristretti del bando 2016 che, uniti alle difficoltà di aggiornamento dei fascicoli piemontesi su Sian, rischiava di compromettere la presentazione delle future domande.
disposizioni regionali e nel frattempo avrebbero riaperto gli applicativi utili ai fini della presentazione domande per i primi di febbraio. SITUAZIONE CRITICA “Purtroppo finora è stato un continuo rimbalzo di responsabilità dice Alessandro Bottallo, tecnico di Confagricoltura zona di Alba -. Rilasci parziali degli applicativi (possibile presentazione delle sole dichiarazione di estirpazione) e le tanto attese disposizioni regionali che sono arrivate solamente dopo la metà di aprile mentre le relative procedure amministrative ed informatiche di compendio, sono state approvate con Determina regionale a fine aprile. Ad oggi la situazione resta critica in quanto i sistemi informatici presentano ancora numerose lacune; i funzionari regionali e il Csi prevedono un rilascio definitivo non prima di fine maggio: questo comporterà notevoli problematiche ai fini del corretto aggiornamento dei fascicoli aziendali e di conseguenza alla presentazione delle domande Pac e Psr”.
C O M E R I C H I E S T O D A C O N F A G R I C O LT U R A
I registri telematici sono obbligatori dal 1° gennaio 2017 La richiesta di Confagricoltura è stata accolta. Il Ministero delle Politiche agricole ha posticipato al 1° gennaio 2017 l’introduzione del registro telematico per il settore vitivinicolo previsto per il prossimo 30 giugno. Fino alla fine dell’anno, dunque, gli operatori del settore avranno il tempo di prendere confidenza nell’utilizzo dei nuovi registri telematici disponibili sul portale mipaaf.sian.it La decisione è giunta per consentire un più agevole passaggio dal sistema cartaceo di tenuta dei registri a quello telematico, nel rispetto dei principi di semplificazione e modernizzazione degli oneri a carico delle imprese, ma anche tenendo conto che durante il periodo della vendemmia l’introduzione di un nuovo sistema di registrazione sarebbe stato problematico per le imprese del settore. Una proroga fortemente sollecitata dalla Confagricoltura, che era stata chiesta a gran voce anche tramite una lettera al ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Maurizio Martina, firmata da tutti gli attori della filiera
del vino (Alleanza Cooperative Agroalimentari, Assoenologi, Cia, Federdoc, Federvini e Unione italiana vini). Le organizzazioni che rappresentano la filiera vitivinicola hanno accolto con grande soddisfazione la proroga concessa dal ministero: “Avevamo fortemente sollecitato a intervenire in tal senso - hanno fatto presente in una nota congiunta Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Assoenologi, Cia-Agricoltori Italiani, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini – essendoci la necessità di un congruo periodo di sperimentazione per consentire alle aziende di adeguare le attuali modalità di compilazione dei registri ai nuovi sistemi dematerializzati previsti nelle due forme individuate (on-line/ web service). Ringraziamo il ministro Martina e l’Ispettorato centrale repressione frodi (Icqrf) per l’attenzione dimostrata”. Ad avviso delle sette Organizzazioni del settore vino “la semplificazione degli adempimenti e la telematizzazione delle procedure - da sempre
auspicata dalla filiera vitivinicola - segna un passaggio epocale. Il maggior periodo di sperimentazione dovrà consentire alle imprese e alla Pubblica Amministrazione di verificare che i meccanismi informatici assicurino il perfetto funzionamento e piena rispondenza con le attività aziendali, per evitare così di incorrere in errori e disfunzionalità potenzialmente sanzionabili dalle autorità di controllo”. “Dal 1° aprile scorso tutti gli operatori vitivinicoli possono volontariamente esercitare la fase iniziale sperimentale della tenuta in forma dematerializzata dei registri di cantina nelle due modalità previste dal ministero - spiega Mario Viazzi, direttore di Confagricoltura zona di Alba -. Dall’esito delle prime settimane di sperimentazione era proprio emersa, nella maggioranza dei soggetti di ogni dimensione, l’esigenza di estendere il periodo sperimentale per consolidare le nuove modalità di gestione della cantina per i produttori e consentire all’amministrazione di collaudare la piattaforma di ricezione dei dati”.
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Confagricoltura news
Tutti alla festa Anga IL 4 GIUGNO A SANTO STEFANO BELBO IL RITROVO DEI GIOVANI CONFAGRICOLTURA di Gilberto Manfrin
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i svolgerà sabato 4 giugno a Santo Stefano Belbo, la tradizionale festa d’estate dall’Anga di Cuneo. L’appuntamento si inserisce all’interno del grande evento “Di Gola & Di Moda”, organizzato dall’Anga, che prevede una serata tutta dedicata alla promozione dei prodotti delle aziende del territorio tra le vie del centro storico, abbinati ad una originale sfilata di moda presso la Fondazione Cesare Pavese. Oltre a tanta musica, ci sarà spazio per l’intrattenimento con il comico Marco Guarena, famoso per la sua partecipazione a noti programmi sulle tv nazionali. Per informazioni visitare la pagina Facebook dell’Anga
Cuneo dedicata all’evento. “Quest’anno abbiamo deciso di cambiare il collaudato programma della nostra festa estiva per inglobarla all’interno di un evento molto più ampio, in grado di richiamare partecipanti da tutto il Piemonte - spiega Alberto Giordano, presidente dell'Anga Cuneo -. Sarà l’occasione per valorizzare i prodotti d’eccellenza dell’agricoltura cuneese e piemontese. Sentiamo molto questo appuntamento e l’idea di viverlo insieme a tutti i giovani dell'Anga Piemonte ci darà modo di creare ancora più unione”. Il programma prevede, dalle 18.30, una degustazione di Moscato d’Asti abbinato a
La sede delle scuola agraria di Verzuolo circondata da 10 ettari di terreno
L'Agraria di Verzuolo fa 50 IN MEZZO SECOLO HA FORMATO OLTRE 1.000 ALLIEVI PREPARATI AL MONDO DEL LAVORO E SPECIALIZZATI di Erica Giraudo
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ompie il suo primo mezzo secolo di vita la scuola agraria di Verzuolo. L’edificio venne costruito dall’allora amministrazione provinciale e inaugurato con l’anno scolastico del 1966 (dal 1962 la scuola era ospitata a Palazzo Drago). Il primo anno i ragazzi iscritti erano 46. Oltre alle aule e ai laboratori venne aperto anche
il convitto per fare un punto di appoggio ai ragazzi più distanti. Il primo anno scolastico ospitò 40 studenti. In questi 50 anni, sui banchi di scuola sono passare intere generazioni (oltre 1.000 gli allievi formati in questi cinque decenni) cresciute con il valore dell’amore per la natura e specializzati nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
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stuzzichini salati, mentre alle 19.30 apriranno i banchi di degustazione: nel centro storico verranno serviti i prodotti in modalità ‘street food’. La serata sarà animata, oltre che dallo spettacolo comico e dalla sfilata, anche dallo spettacolo itinerante dei Timbales Percussion. A seguire dj set e percussioni con gli Hi Life Connection, Asti Hour offerto dal Consorzio per la tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti. Sarà presente anche l’Anga shop: un punto dove le persone potranno comprare i prodotti degustati durante la serata. “Con questa manifestazione - afferma Simone Cerruti, vicepresidente Anga Piemonte e Anga Cuneo - vogliamo promuovere i nostri prodotti facendoli degustare sul posto, proponendo quindi un terroir e non solamente un vino piuttosto che un altro prodotto. Crediamo fermamente che il nostro territorio, tutelato dall’Unesco, debba essere sempre più valorizzato nel suo insieme e che si debba guardare al futuro in un’ottica di collaborazione. Ringrazio Confagricoltura Cuneo e gli sponsor che hanno creduto in noi”. “Ci congratuliamo con una scuola che, negli anni, ha saputo innovarsi - commenta Marco Bruna, direttore di Confagricoltura zona Saluzzo-Savigliano- preparando, in modo completo, gli studenti ad affrontare il mondo del lavoro. Quello svolto dalla scuola è, inoltre, un servizio importante a favore dell’intero settore. Personalmente, come ex alunno, ho solo ricordo positivi”. La scuola agraria di Verzuolo oggi ha indirizzo frutticolo-olivicolo. È attivo un laboratorio succhi al servizio anche del territorio per la produzione di succhi limpidi di mela, aceto di miele e mele. È presente inoltre un laboratorio di analisi sensoriale, una serra didattica utilizzata anche da enti ed associazioni di categoria del sistema agroalimentare per l’organizzazione di corsi di formazione destinati ai tecnici del settore. Per celebrare il traguardo è stata organizzata una festa alla quale sono stati invitati alunni ed ex con le loro famiglie. È in programma il 19 giugno a partire dalle 16,30 con la visita libera alla scuola. Il programma prevede poi la messa in ricordo dei defunti, l’aperitivo di benvenuto e la cena sotto le sette. Alle 22 sarà proiettato il video che ripercorre la storia della scuola con immagini d’epoca (contenuto nel dvd “50 anni Scuola Agraria) e la serata si concluderà con la distribuzione del libretto ex allievio. Info: 0175/86226.
Nuovi corsi in arrivo per i soci L'OFFERTA FORMATIVA DI CONFAGRICOLTURA CUNEO RIPARTIRÀ A OTTOBRE IN TUTTE LE SEDI DI ZONA di Monica Arnaudo
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offerta formativa di Confagricoltura Cuneo si arricchirà presto di nuove iniziative. I corsi, sospesi come ogni anno nel periodo estivo, ripartiranno dal 1° ottobre 2016 e verteranno sulle seguenti tematiche: - Abilitazione all’utilizzo delle macchine agricole (“patentino”): corsi completi per trattrici gommate e cingolate, sia per chi non ha esperienza, sia per i soggetti che hanno già autocertificato l’esperienza alla guida con il corso di aggiornamento della durata di 4 ore. - Sicurezza: RSPP, Addetto Pronto Soccorso aziendale, Addetto antincendio - Formazione obbligatoria dei dipendenti: Modulo Rischio Specifico (8 ore in aula).
Il programma completo dei corsi verrà comunicato sui prossimi numeri de "L'Agricoltore cuneese", ma per informazioni o preiscrizioni è già possibile contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo. IL NUOVO CATALOGO ENAPRA Sempre in materia di aggiornamento professionale, è stato pubblicato il nuovo "Catalogo dei corsi di formazione 2016/2017"dell'Enapra, ente di formazione di Confagricoltura. Vasta la gamma di opportunità, con proposte dedicate alle aziende e alle strutture che svolgono servizi nel settore agricolo e agroalimentare e pensati per offrire una gamma di opportunità formative con la certezza del raggiungimento del risultato.
"Qualità Plus!" ha il suo marchio LO HA DEFINITO IL CONSIGLIO DEL NUOVO CONSORZIO DI FILIERA AVICOLA RIUNITO IN CONFAGRICOLTURA A CUNEO di Enzio Isaia
Riunione nella sede di Confagricoltura a Cuneo per il Consorzio
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i è riunito nelle settimane scorse presso la sede di Confagricoltura a Cuneo il Consiglio di amministrazione del “Consorzio della Filiera avicola piemontese Qualità Plus!” per la valorizzazione e la tipicizzazione delle produzioni avicole pie-
montesi. A portare i saluti dell’associazione, rappresentata nel Consorzio da Oreste Massimino, sono stati il presidente Enrico Allasia e il direttore Roberto Abellonio. Durante la riunione presieduta da Giancarlo Simoni, presidente del Consorzio, è stato anche de-
OTTO LE AREE TEMATICHE Otto i macrotemi attorno a cui si sviluppa l'attività formativa: agricoltura sociale, agriturismo, export e internazionalizzazione, gestione aziendale e marketing, normativa igiene qualità, produzioni, sicurezza, competenze trasversali. È stata aggiornata e diversificata non solo la quantità dei corsi per arrivare a offrire un ventaglio di soluzioni migliori per le aziende, ma anche la qualità. Innanzitutto è assicurata la competenza con lezioni direttamente curate da Confagricoltura e in più sono state attivate collaborazioni prestigiose, come quella con Gambero Rosso Academy. Tra le novità c'è anche la possibilità di usufruire dell'Enapra Learning, formazione erogata a distanza tramite una piattaforma web. Una parte dei corsi potrà essere erogata attraverso la richiesta di finanziamenti con voucher formativo presso il For.Agri. Il catalogo Enapra è disponibile sul sito www.enapra.it. finito il nuovo marchio di “Qualità Plus!”. Il nuovo organismo ha sede a Cherasco e si pone come obiettivi, tra gli altri: l’attività di ricerca e sviluppo per migliorare la qualità e le tecniche di conservazione, allevamento, macellazione e commercializzazione delle carni avicole; il miglioramento delle condizioni qualitative della produzione e della distribuzione delle carni avicole, il controllo e la vigilanza sulla produzione degli associati al fine di garantire ai consumatori un alto livello di qualità e il rispetto dei regolamenti di produzione. Il nuovo Consorzio raccoglie l’eredità del Cons.Al.Pi (Consorzio Allevatori Piemontesi), nato nel 2001 per tutelare e valorizzare i tratti distintivi dell’allevamento piemontese. Antesignano dei numerosi consorzi di tutela presenti oggi in numerosi comparti, già 15 anni fa prevedeva che ogni pollo venisse venduto con la sua carta di identità che riportava i dati relativi all’allevamento dei riproduttori, all’incubatoio dov’era nato il pulcino, all’allevamento in cui era cresciuto e al macello a cui era diretto. Il tutto sotto l’egida della Confagricoltura di Cuneo e nel nome della sicurezza alimentare e della tracciabilità.
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Le nostre aziende
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alla contaminazione di esperienze diverse nascono quasi sempre progetti interessanti. Sovente l’intreccio di vissuti in qualche modo lontani tra loro favorisce lo sviluppo di percorsi fuori dai canoni a cui siamo abituati. Anche in agricoltura. E l’azienda “La Corylicola” ad Arguello ne è un fulvido esempio. Siamo in Alta Langa, patria della Nocciola Piemonte Igp; qui Aldo Gavuzzo dopo una vita spesa a svolgere con successo l’attività di imprenditore metalmeccanico ad Alba, ha deciso, ormai più di dieci anni fa, di intraprendere una nuova avventura. Questa volta nel settore agricolo, corilicolo per la precisione. TANTE IDEE FINO ALLE NOCCIOLE Ma l’approdo a questa scelta è stato molto meditato e non scontato come spiega lui stesso: “Ho pensato di staccarmi dall’azienda di cui sono stato tra i fondatori per lasciare spazio a un normale ricambio generazionale e volgere lo sguardo altrove. Cercavo qualcosa che mi piacesse e allo
Nocciole in Langa, un 'passo' ben ponderato AD ARGUELLO L'IMPRENDITORE ALDO GAVUZZO HA INVESTITO NEL SETTORE DOPO ATTENTE VALUTAZIONI. È NATA COSÌ "LA CORYLICOLA" di Paolo Ragazzo
stesso tempo mi potesse garantire una certa redditività, così sono partito mosso soprattutto da quei principi che mi hanno guidato per una vita in ambito industriale: ossia la conoscenza dei pro e contro di ogni investimento e la programmazione nel medio-lungo periodo”. Gavuzzo inizia allora a sondare diverse alternative (allevamento di polli, azienda biologica e molto altro ancora), ma le varie opzioni prese in esame richiedevano, tuttavia, grande impegno e non avrebbero garantito un reddito adeguato rispetto all’investimento da sostenere. “Dopo molte valutazioni, è stato determinante l’incontro con Roberto Abellonio della Confagricoltura di Cuneo che
mi suggerì di orientarmi sulle nocciole e così ho fatto - riprende Gavuzzo -. Per mettere in pratica questa iniziativa occorreva trovare i terreni necessari e, soprattutto, un unico grande appezzamento che mi permettesse di coltivare con bassi costi di personale”. Questa si concretizza dopo attente ricerche con l’acquisto di una vecchia cascina con 17 ettari di terreno in località Tre Cunei ad Arguello. UNA COLLINA RIMESSA A NUOVO In partenza lo scenario non è dei più incoraggianti: il fabbricato è un rudere, tutto intorno è boscaglia, c’è un piccolo lago da bonificare e in alcune parti
del terreno era presente del tufo. “Sono sincero, era da mettere sottosopra, ma io già mi immaginavo il risultato finale e cosi ci ho creduto - confessa l’imprenditore -. C’era appena una strada di campagna, io vi ho fatto entrare le ruspe per sistemare l’area; è stata eliminata la parte superficiale del tufo e sostituita con terra fertile, ho eliminato il lago convogliando l’acqua a valle ed eseguito circa 3.000 metri di drenaggi profondi anche 10 metri per eliminare le sorgenti irrigue. Ho risolto il problema dell’acqua piovana realizzando 3 grandi canali in lamiera lunghi 700 mt per il deflusso. Ora durante le forti piogge non ho più il problema di frane e smottamenti”.
La Corylicola si estende su oltre 50 giornate in loalità Tre Cunei
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dell’ambiente”, rimarca Aldo Gavuzzo che in merito al recente ‘boom’ delle nocciole sottolinea: “Positivo e naturale oggi, ma attenzione al rischio di trovarsi tra qualche anno con un esubero di produzione e prezzi in calo. Occorre valorizzare la nocciola di Langa, che nasce in un territorio comunque
unico e per molti versi difficile. Giusto sarebbe valutarla di più anche da un punto di vista economico, ma serve un progetto in prospettiva”. Proprio in questo appello alla lungimiranza c’è il tratto distintivo di questa azienda agricola dallo spirito imprenditoriale nel senso più autentico del termine.
Da sinistra: Antonio Marino (Confagricoltura Cuneo) con Aldo Gavuzzo Ogni fase di lavoro è meccanizzata. Sotto la struttura recuperata
L’ECCELLENZA DELLA LANGA VA VALORIZZATA Un’apertura anche mentale che ha giovato a questa avventura: “L’agricoltura deve aprirsi di più alle innovazioni, il mondo è cambiato in modo radicale e l’agricoltore deve adeguarsi, non può coltivare come 50 anni fa. Occorrono nuovi modi di gestire i noccioleti: dalla preparazione dei terreni alla gestione degli sfalci delle potature, la concimazione, fino a pratiche di diserbo rispettose
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Solo dopo avere sistemato così accuratamente il terreno, Aldo Gavuzzo è passato alla coltivazione: “Ho messo a frutto le informazioni avute dagli esperti e in incontri dedicati al nocciolo – dice -; nel 2009 ho messo a dimora le piante. Questo percorso non è stato privo di difficoltà, ma le ho superate grazie anche al contributo campi sperimentali dell’Università di Torino e di società produttrici di fertilizzanti e ammendanti organici, che io stesso sto testando sulle mie piante con buoni risultati”.
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