POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XIV - N. 05•2016 - LUGLIO 2016 - CONTIENE I.P.
N. 05 • 2016 U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A Cherasco il punto sulla frutta in guscio
A G R I C O L T O R I
Pac, il sistema non regge più
Mario Guidi: "Si guardi alla trasformazione"
Schnico Schnico red red su portainnesto su portainnesto M9M9 T337, T337, EMLA, EMLA, 速 速 Pajam Pajam 2, PI80, 2, PI80, Geneva Geneva 11 11
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Sommario
Senza confronto lo 'stop' è dietro l'angolo Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo
L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo
"V
iviamo tempi strani. La globalizzazione ha portato cambiamenti che pensavamo di poter in parte controllare, ma poi tutto si è capovolto. Non potevano fallire le banche. Invece è accaduto e potrebbe ancora accadere. Nessuno fino a qualche settimana fa avrebbe immaginato l’uscita del Regno Unito dall’Europa. È successo anche quello. Di fronte a uno scenario così incerto, quindi, occorre recuperare il senso di un reale confronto tra le parti per remare uniti tutti nella stessa direzione. Anche l’esito delle elezioni amministrative dello scorso 5 giugno ha dimostrato, infatti, che se non si riescono a cogliere le reali necessità di chi ci circonda e pensiamo di conoscere già da soli tutto il necessario si rischia di far poca strada o, addirittura, di fermarsi improvvisamente. In agricoltura purtroppo stiamo correndo lo stesso rischio. Manca, infatti, un proficuo dialogo tra le organizzazioni sindacali e quei corpi istituzionali a cui spetta il compito di pianificare il futuro agricolo in Italia. Confagricoltura Cuneo è sempre pronta a fare la sua parte ma, come detto in assemblea ad Entracque, l'agricoltura pretende più rispetto e attenzione".
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Orari estivi degli uffici Fino al 30 settembre 2016
Il lunedì e giovedì orario continuato 8-14. A pagina 24 sono riportati tutti gli orari che gli uffici di Confagricoltura Cuneo osserveranno per il periodo estivo.
IN QUESTO NUMERO ASSEMBLEA 2016 L'agricoltura chiede risposte concrete
4 L'Ue studia aiuti per chi munge meno
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Fru-Italy: l'OP si presenta
5 Latte ovino: il progetto della Biraghi Spa
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Riconoscimenti per la passione agricola
6 FRUTTA IN GUSCIO
L'INTERVISTA Guidi: "La trasformazione il prossimo passo" A TUTTO CAMPO
Stampa: Tipolitografia Subalpina snc
LATTE
Il punto su nocciolo, noce e castagno
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8 VITIVINICOLTURA Moscato: il fronte agricolo è compatto
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Pac, il sistema non regge più
10 CONFAGRICOLTURA NEWS
Pagamenti posticipati
10 L'Anga di scena a S. Stefano Belbo
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Chiuso in redazione il 06/07/2016
Finalmente i primi fondi alla montagna
11 Nuova sede Confagricoltura a Dogliani
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Pensionati cuneesi al raduno regionale
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Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
Esteso al 2017 l'uso del glifosato
12 LE NOSTRE AZIENDE
Suolo, tutela sì ma senza eccessi
13 Frutta 'bio', in campo una filosofia di vita
AGRICOLTURA & AMBIENTE
ZOOTECNIA Suini, serve l'etichettatura INSERTO TECNICO
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IL TECNICO IN FRUTTETO 14 Agroambientali, i principali impegni I-IV IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE
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L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2016
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Assemblea 2016
“L
a mancanza di programmazione e pianificazione del settore primario da parte della politica è purtroppo una realtà a livello regionale, nazionale ed europeo; a testimoniarlo è il modo in cui sono state affrontate le crisi dei comparti latte e suinicolo, oltre a tutti i disagi e carenze riscontrate con le Domande Uniche e i Psr”. È il concetto rimarcato da Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura di Cuneo, in apertura dell’assemblea annuale dei soci dell’organizzazione agricola che si è svolta venerdì 1° luglio al Real Park di Entracque. “Dentro e fuori dalle nostre aziende dobbiamo confrontarci con una realtà che è in rapidissima evoluzione – ha proseguito Allasia -. Nessuno di noi, quindi, sa come evolverà la nostra agricoltura, ma una cosa è certa: la remunerazione si avrà solo investendo in produttività, differenziazione, trasformazione e ricerca di nuovi mercati. È necessario continuare a investire, inoltre, nel rafforzamento strutturale e dimensionale delle imprese agricole, attraverso associazioni o OP, e nell’ampliamento della gamma commerciale dei prodotti. Processi che vedono la nostra associazione a fianco delle aziende in ogni momento”. Il presidente ha poi proseguito: "È importante che gli imprenditori si avvicinino di più all’associazionismo e facciano sentire il peso della nostra categoria nelle OP o nelle società di trasformazione. È un passaggio fondamentale per far sì che ai produttori venga riconosciuta anche una quota dell’attività di trasformazione".
Al tavolo dell'assemblea il direttore, Roberto Abellonio, e il presidente, Enrico Allasia
L'agricoltura chiede risposte concrete NEL CORSO DELL'ASSEMBLEA CHE SI È SVOLTA AD ENTRACQUE CONFAGRICOLTURA CUNEO HA SOTTOLINEATO LA MANCANZA DI PROGRAMMAZIONE POLITICA NUMERI POSITIVI PER CONFAGRICOLTURA CUNEO A seguire ha preso la parola il direttore, Roberto Abellonio, che ha rimarcato l’importante attività svolta durante l’anno e il trend di crescita che ha accompagnato l’associazione anche quest’anno: “In un quadro non semplice per le aziende agricole della provincia di Cuneo, il numero di imprese aderenti alla nostra associazione nell’ultimo anno è cresciuto dell’8% e la superficie media aziendale
delle nostre imprese associate è passata dai 15,2 ettari del 2010 ai circa 20 ettari attuali – ha ribadito -. Nei prossimi mesi, inoltre, abbiamo in programma l’apertura di nuove sedi sul territorio che si andranno ad aggiungere ai 25 uffici già presenti in tutta la provincia”. Abellonio ha poi sottolineato con forza i tanti, troppi problemi che ancora affliggono il settore: primo su tutti la mancanza di un’adeguata attenzione da parte della politica. “Numerosi sono stati
Il pubblico che ha partecipato all'annuale incontro riservato ai soci di Confagricoltura Cuneo
4 L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2016
Oreste MASSIMINO Presidente Sezione avicola Confagricoltura Cuneo
anche in questi 12 mesi gli incontri con politici, assessori e funzionari, abbiamo protestato manifestando il nostro disagio in varie parti d’Italia, ma dopo molte parole e rassicurazioni ben poco è cambiato – ha attaccato Abellonio -. Forse siamo noi a non capire le strategie che i corpi istituzionali hanno in mente, ma a volte si ha la sensazione che preferiscano non affrontare concretamente i problemi, sperando che si risolvano da soli. Ma così non può continuare, l’agricoltura italiana merita di più. Serve qualcuno che sappia programmare il futuro delle produzioni e che sappia cosa vuol dire preservare l’ambiente, senza lasciarlo in mano a chi non accetta il confronto di idee e si augura una decrescita più o meno felice”. Guardando al futuro dell'associazione, il direttore ha infine accennato ad alcune interessanti iniziative che si stanno portando avanti in collaborazione con università e istituti di ricerca. Successivamente è intervenuto Oreste Massimino, presidente nazionale e provinciale della sezione avicola di Confagricoltura che ha illustrato ai presenti quanto sta avvenendo a livello nazionale con le proposte per normare in maniera più vincolante le emissioni in atmosfera prodotte dal settore agricolo. La prima bozza, ancora parziale, dello studio del CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali) sulla fattibilità tecnica ed economica delle misure di contenimento delle emissioni di azoto di cui si parla nelle ‘Linee guida’, per le diverse tipologie di allevamento del Bacino Padano, presentate dal Mipaaf, conferma i timori di costi potenzialmente esosi per gli agricoltori. “Per il momento sono stati analizzati solo i comparti delle vacche da latte e dei suini da ingrasso - ha spiegato Massimino -. Entro il 22 luglio il documento sarà completato, ma già ora evidenzia come le azioni proposte pesino parecchio sull’economia aziendale. Quando sarà ultimato – conclude Massimino – ci presenteremo, dati alla mano, agli assessori all’Ambiente e all’Agricoltura di tutte le Regioni italiane per fare sentire la voce degli allevatori
Centinaia di agricoltori hanno trascorso una giornata all'insegna del confronto e della convivialità
prima che vengano emanate leggi basate su decisioni prese a tavolino che non tengono conto delle reali problematiche del settore, in particolare di quello zootecnico”. Infine Gualtiero Dalmasso, responsabile provinciale del Centro di assistenza agricola (Caa) di Confagricoltura Cuneo ha fatto il punto sulle criticità emerse in merito alla Pac 2015, in particolare sui grossi scompensi creati alle aziende agricole per la sua difficoltosa applicazione, che ha portato
ritardi nei pagamenti alle imprese stesse. Dopo la consegna delle onorificenze “Aratro d’Oro” e “Orgoglio Agricolo” a imprenditori associati, l’assemblea è proseguita con il pranzo e la lotteria con premi messi a disposizione da sponsor.
Gualtiero DALMASSO Responsabile Caa Confagricoltura Cuneo
F R U - I TA LY
L'Organizzazione di Produttori si presenta A margine dell'assemblea è intervenuto Bruno Sacchi, direttore di Fru-Italy, per illustrare ai presenti l'Organizzazione di Produttori del settore frutticolo: "Fru-Italy è nata grazie al contributo di Confagricoltura Cuneo che ci ha accompagnati in un percorso non semplice. La società consortile è stata riconosciuta ufficialmente dalla Regione Piemonte con la determina n. 843 del 14 dicembre 2015 e prevede per il 2016 un volume di affari che si aggira intorno ai 40 milioni di euro, oltre a una produzione di circa 60mila tonnellate di frutta in buona parte destinate all’export e 1200 ettari gestiti da soci attuali. Il nostro obiettivo è di creare sinergie, mettendo da parte individualismi per nulla utili al settore. Cercheremo di capire le esigenze delle aziende per fornire qualcosa di diverso, non solo una percentuale su piani operativi, ma anche un'attività di consulenza e assistenza in collaborazione con Confagricoltura Cuneo.
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Assemblea 2016
Riconoscimenti per A la passione agricola CONSEGNATI A ENTRACQUE QUATTRO 'ARATRI D'ORO' IL PRIMO 'ORGOGLIO AGRICOLO' A MAURO GALLO DI ALBA
l termine dell'assemblea sono stati consegnati gli 'Aratri d'Oro': tre ad aziende per la fedeltà associativa e uno all'emittente Telecupole per l'attenzione riservata all'agricoltura. Novità di quest'anno è il riconoscimento 'Orgoglio Agricolo' per la particolare attività intrapresa e la caparbietà a servizio del settore.
G I O VA N N I P I G N AT TA Giovanni Pignatta nasce a Villafalletto il 24 luglio 1937. Il papà Giovanni e la mamma Caterina conducono una piccola azienda agricola in località Pignolo a Villafalletto: alcune vacche piemontesi e una decina di giornate di terreno garantiscono il sostentamento alla famiglia in un momento difficile. Sono, infatti, gli anni del secondo Conflitto mondiale. Il padre chiamato alle armi, come migliaia di suoi coetanei, tornerà dalla guerra gravemente mutilato e, proprio a causa di questo, morirà nel 1946. La situazione si fa particolarmente critica, ma a mamma Caterina non mancano la tenacia e la grinta; con i tre figli Giovanni, Lorenzo e Teresa prosegue l’attività agricola, integrando il reddito familiare con il trasporto del latte dalle cascine al caseificio. Giovanni conosce Anna che sposa nel dicembre del 1958. Dalla loro unione nascono Ines, Alfio e Alessandra. Anche l’azienda cresce: le giornate tra affitto e proprietà sono quasi 100, nelle stalle vengono allevati 300 bovini da latte e nei campi si coltivano cereali e foraggere. A fine anni ‘90 Giovanni decide di dare una svolta alla propria azienda: i bovini vengono sostituiti dai suini. Nel 1995 l’originario cascinale è ormai divenuto una moderna e grande azienda suinicola a ciclo chiuso: i capi sono oltre 4mila e la superficie aziendale rasenta le 200 giornate piemontesi. Negli stessi anni Giovanni passa il timone dell’azienda al figlio Alfio. Impegnato nell’attività sindacale agricola a tutto campo, promotore e divulgatore delle idee della Confagricoltura, Giovanni Pignatta rimane un punto fermo per la propria impresa familiare e un sicuro riferimento per l’associazione.
Aratro d’Oro
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Aratro d’Oro
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SECONDINO GALLESIO Secondino Gallesio nasce a San Rocco Cherasca, frazione di Alba, nel 1940. La sua è una famiglia numerosa, composta da otto fratelli e due sorelle. I genitori svolgono attività di mezzadria nell’azienda Molino di La Morra, coltivando vigneti e seminativi e allevando bestiame. Dopo aver conseguito la licenza elementare Secondino frequenta per 3 anni il seminario di Alba, ma interrompe gli studi per impegnarsi nell’azienda agricola. Insieme ai suoi due fratelli Giovanni e Carlo, ingrandisce sia l’azienda che l’allevamento di bovini piemontesi. Nel 1960 si trasferisce con i genitori a Benevello nella Cascina della Curia, dove conduce a mezzadria le circa 40 giornate di terreno ed alleva bestiame. Nel 1964 si sposa con Luciana dalla quale ha 4 figli. Nel 1974 i tre fratelli cessano la mezzadria, acquistano Cascina Langa a Benevello oltre ad alcuni fondi circostanti, diventando in tal modo titolari di azienda. Insieme iniziano a estirpare i vigneti e impiantare noccioleti, modificando l’indirizzo produttivo dell’azienda di 46 giornate, alle quali si unisce l’allevamento linea vacca-vitello di capi piemontesi con una nuova stalla e la casa, costruite con grandi sacrifici. Nel 1989 i tre fratelli dividono i terreni e Secondino, con l’aiuto dei figli, prosegue l’attività agricola con l’allevamento di capi piemontesi, seminativi e impianti di nuovi noccioleti. Secondino, da sempre associato all’Unione Provinciale Agricoltori, che rappresenta per tanti anni nella commissione agricola del suo Comune, continua ad aiutare e consigliare i figli nei lavori agricoli. È da sempre sostenitore e promotore delle idee di Confagricoltura.
GIACOMO VIZIO Giacomo Vizio nasce a Rocca De’ Baldi l’8 agosto 1948. La famiglia Vizio è socia storica dell’Unione Agricoltori, da quando il padre Domenico era il titolare dell’azienda. Nel 1973 Giacomo perde la madre e successivamente è lui a prendere il timone dell’azienda con il fratello Adriano e con il padre, che aiuta nella conduzione dei fondi nella cascina Canova, già di proprietà della famiglia, acquistata dal nonno di Giacomo nel 1926. La cascina è inizialmente composta da circa 8 giornate di terreno più il rustico e conta 20 capi bovini di razza piemontese. Papà Domenico con i figli Giacomo e Adriano, con notevoli sacrifici acquisiscono nuovi terreni. Nel 1999 muore Domenico, allora rappresentante legale della società e i figli costituiscono così la ‘Vizio fratelli’ che oggi conta 100 giornate di terreno di cui 50 in proprietà e 50 in affitto, ed allevano 220 capi bovini di razza piemontese linea vacca - vitello ad indirizzo carne con capi da ingrasso. Nel frattempo in azienda entra Marina, cognata di Giacomo e anche lei coltivatrice diretta. Giacomo rimane in azienda fino a pochi anni fa, quando decide di trasferirsi a Morozzo, dove oggi vive con la compagna Silvana. Proprio in questi giorni ha passato il testimone al nipote Massimo, che si è insediato nella società prendendone il posto. Ma Giacomo continua tutt’ora a dare una mano in azienda.
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TELECUPOLE Telecupole nasce nella primavera del 1977 a Cavallermaggiore, a metà strada fra Torino e Cuneo, non distante dalla mitica discoteca, per volontà della famiglia Toselli. È una televisione libera, da sempre attenta a mantenere le proprie radici nel territorio. Ha un bacino di spettatori che comprende l’intero Piemonte e che si estende ad ampie zone della Lombardia, alla Liguria e alla Costa Azzurra, fino a Nizza. Dà voce alla cultura popolare intesa come una finestra da cui guardare il mondo, valorizzando le iniziative e le manifestazioni che dal territorio stesso scaturiscono. Il suo telegiornale, identificato con la sigla TG4, è un appuntamento quotidiano in sette edizioni: tratta soprattutto l’informazione del Nord-Ovest, in particolare Piemonte e Liguria. Propone un ampio panorama che va dalla cronaca all’attualità, dalla cultura alla politica, dallo sport alle manifestazioni. Non manca, ovviamente, l’agricoltura a cui Telecupole dedica ampio spazio con programmi e approfondimenti che sono ormai un punto di riferimento per gli operatori del settore, filtrando gli interlocutori con il setaccio della genuinità, della competenza e della vera appartenenza alla cultura agricola.
Aratro d’Oro
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MAURO GALLO Mauro Gallo nasce il 12 ottobre 1979 ad Alba, primogenito di mamma Elide e papà Franco. Nel 1984 nascono i fratelli gemelli Elisa e Daniele. Nel 1996 viene a mancare improvvisamente il papà Franco, infermiere molto stimato. Mauro si dedica alla piccola azienda di famiglia a Santo Stefano Belbo, coltivata a Moscato e nel 1998, ancora studente, si prende in carico l’azienda con l’aiuto dei giovani fratelli e del nonno Eugenio. Periodo difficile e ricco solo di sacrifici che si rispecchiano nel nome che Mauro decide di dare all’azienda: “La Tribuleira”. Dopo aver terminato gli studi e diplomatosi enotecnico, Mauro lavora presso la Cantina Vallebelbo e nel 1999 nell’azienda di famiglia si compie la prima vera vendemmia. Nel 2000, tra le mille difficoltà del comparto Moscato, vengono acquisiti altri terreni. Nel 2003 Mauro pianta nuovi vigneti e, con audacia, anche i vitigni Albarossa e Nascetta, che nel tempo diventano il marchio dell’azienda. Con mille difficoltà e senza alcun sostegno pubblico, Mauro e la famiglia costruiscono una cantina modello per la vinificazione delle uve di produzione, dove gli spazi sono adeguati per
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conseguire l’obiettivo della qualità. Nel 2002 il fratello Daniele inizia un’importante attività di imbottigliamento conto/terzi.“La Tribuleira” oggi conta sulla produzione di circa 20.000 bottiglie suddivise tra le varie tipologie quali Moscato docg, Langhe Nascetta, Piemonte Albarossa Carià, Langhe Chardonnay, Barbera d’Alba docg, e il metodo classico Extra Brut. Con tanta buona volontà e voglia di fare vengono intrapresi i lavori per costruire un agriturismo, ma nel 2012 il tutto si ferma perché Mauro viene messo a dura prova da una malattia che lo prova fisicamente, ma non nello spirito. Con gran forza e supportato dall’amore dei famigliari e degli amici, Mauro reagisce e tiene duro, come da insegnamenti del papà Franco, di cui ricorda la frase indelebile “Triste a chi tocca, ma non può sempre succedere agli altri”. Nel 2014, dopo una lunga convalescenza, riprende non senza difficoltà i lavori dell’agriturismo e locali degustazione dove presentare l’eccellenza della produzione aziendale accompagnato da qualche piatto della tradizionale cucina piemontese.
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L'intervista
"La trasformazione è il prossimo passo" MARIO GUIDI, PRESIDENTE NAZIONALE DI CONFAGRICOLTURA RIFLETTE SUL FUTURO DEL SETTORE, INVITANDO LE AZIENDE E L'ASSOCIAZIONE AD ACCOGLIERE RINNOVATE SFIDE di Paolo Ragazzo
I
n questa intervista a "L'Agricoltore cuneese" il presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi, fa il punto su alcune questioni di interesse per gli agricoltori italiani e riflette sul futuro della rappresentanza sindacale.
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Presidente Guidi, siamo nel pieno dell’annata agricola e i problemi irrisolti del settore sono molti. A partire dalle criticità riscontrate con la Pac. Qual è il suo pensiero in proposito? Si sta pensando alla riforma di metà percorso del 2018 ma, a mio avviso, occorre non tanto una mid term review della politica agricola comune, quanto una revisione radicale e continua e stiamo provando a gettare le basi di questo lavoro con il think tank “Farm Europe”. Siamo attivamente impegnati a cercare di cambiare le attuali regole che non sono più né efficaci, né efficienti ed a promuovere quella crescita smart, sostenibile ed inclusiva che si prefiggeva il piano di Europa 2020. Serve una politica che aiuti le imprese a orientarsi al mercato ed a gestire le crisi e i rischi connessi con la volatilità ed i fattori esterni come i cambiamenti climatici o gli squilibri sempre più frequenti tra domanda ed offerta. Ritengo poi che vada cambiato radicalmente il sistema dei pagamenti disaccoppiati e trovati strumenti nuovi e aggiornati ai tempi. Abbiamo ceduto a logiche allocative che guardavano più ai flussi dei pagamenti che all’efficacia delle misure; con il rischio concreto di riassegnare agli stessi produttori quelle somme prelevate dai “titoli” disaccoppiati, per finanziare i pagamenti legati alle produzioni e senza alcuna efficacia in termini di mantenimento di alcune filiere per noi essenziali. Per questo abbiamo affrontato la possibile revisione (entro l’1 agosto prossimo) dei pagamenti accoppiati, in una chiave di maggiore efficienza. Valutando caso per caso dove
effettivamente il pagamento è efficace e per quale produzione invece si rischia solo di ridistribuire (ma con quale costo burocratico e gestionale!) le stesse somme ai soggetti contribuenti. Invece dovremmo concentrare le somme disponibili solo dove sono davvero necessarie a garantire il futuro delle produzioni.
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In molti comparti, poi, c’è la sensazione che nemmeno la pur necessaria aggregazione possa bastare per superare difficili situazioni di crisi. Allora cosa serve per il reale rilancio del settore? Sono d’accordo: non serve più nemmeno l’aggregazione tra le imprese agricole. Serve qualcosa in più; occor-
8 L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2016
re incorporare quel valore aggiunto che oggi non si può lasciare fuori dai cancelli delle aziende agricole. È necessaria una vera integrazione di filiera: dobbiamo accompagnare gli imprenditori agricoli a condizionare e poi a trasformare i loro prodotti; come avvenuto per il vino, oppure per tutte quelle filiere dove la trasformazione si è ormai fatta dalle stesse imprese agricole. Come è avvenuto per l’ortofrutta, dove gli imprenditori ortofrutticoli ora hanno a che fare con la quarta gamma. Oppure, se vogliamo, come è avvenuto per le energie rinnovabili, dove si ricava un prodotto non food che si riesce a rivendere alle reti ricavando un reddito che spesso fa la differenza nelle aziende zootecniche. Certo per far questo è servito orientarsi su strade nuove, cambiare linee di produzione e spesso mentalità imprenditoriale. Ma quanto è stato fatto ha consentito poi di ripagare quegli sforzi. Infatti, a dispetto della “crisi” generalizzata, nel 2015 c’è stato un balzo positivo del valore aggiunto agricolo, che è cresciuto del 3,8% rispetto al 2014, quasi sei volte la crescita globale del PIL nazionale (+0,6% rispetto al 2014). Questo non vuol dire naturalmente che possiamo abbassare la guardia.
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La Confagricoltura negli ultimi sei mesi si è battuta su molti fronti. Quali sono le battaglie vinte che vuole ricordare ai lettori de ‘L’Agricoltore cuneese’? A guardare i sei mesi trascorsi di quest’anno dovremmo parlare di una serie di successi sindacali rilevanti: Imu e Tasi cancellate (anche per i coadiuvanti coltivatori diretti e per le società agricole), Irap cancellata, gasolio recuperato per quote, fondi per la promozione agroalimentare e campagne conseguenti, compensazioni Iva per il latte, e poi ora l’intervento per la filiera lattiero-casearia e il provvedimento sull’etichettatura, la definitiva stabilizzazione della fiscalità per l’energia che produciamo, le norme del collegato agricoltura. Tutte misure tese a liberare risorse finanziarie nelle aziende agricole,da dedicare al loro ammodernamento; a favorire l’innovazione e la crescita delle imprese agricole; a sviluppare le reti di impresa,in grado di innescare percorsi di sviluppo collettivo,per superare il nanismo delle aziende, che nel nuovo scenario geopolitico della globalizzazione, costituisce un forte ostacolo all’internazionalizzazione.
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Tutte azioni molto incisive, ma le aziende si aspettano sempre di più. Come immagina la Confagricoltura del futuro? Diciamo di più che molte aziende restano insoddisfatte e posso capirlo. Perché le risposte avute danno la sensazione di condizioni ristabilite, non di conquiste raggiunte. Certo aver evitato disastri maggiori è stato un risultato non da poco. L’obiettivo ora è di far comprendere alla politica che l’agricoltura è il cuore nevralgico dell’economia, che va sostenuto nei suoi sforzi di rinnovamento in chiave sostenibile, di acquisizione di valore aggiunto con attività a valle della produzione, di conquista dei mercati esteri e traino del made in Italy, di salvaguardia dell’occupazione (pensiamo che si possano prevedere, con accorte politiche a favore delle imprese datoriali, 100 mila nuovi posti di lavoro). In quest’ottica la Confagricoltura del futuro che è già presente, deve allargare il campo dei servizi per l’associato (consapevole che lui ne usufruirà quando ne ha necessità) e che deve investire in competenze e strumenti; dobbiamo introdurre tecniche gestionali e tecnologie d’uso più avanzate e raffinate.
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Come valuta l’operato di Agrinsieme, a 3 anni e mezzo dalla sua costituzione? E cosa risponde a chi sostiene che la Confagricoltura con questo coordinamento rischia di perdere un po’ della sua storica identità? Agrinsieme è stata la risposta concreta alle frasi fatte della politica, per dare alibi all’inerzia ed al lassismo. “Non si è fatto nulla per colpa di un mondo agricolo diviso, frammentato nella rappresentanza”, questo il ritornello che si sentiva. Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza delle Cooperative agroalimentari (che a sua volta rappresenta altre tre sigle importanti, AGCI, Confcooperative, Legacoop) hanno dimostrato che ci possono essere percorsi univoci, strategia d’assieme. Certo la ricerca di una sintonia richiede spirito di servizio, mediazione e pazienza per trovare il punto di incontro. Non credo che si indebolisca la nostra identità, al contrario penso che la si rafforzi, come hanno dimostrato le manifestazioni in piazza del 5 maggio sui problemi di Agea.
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A tutto campo
Pac, il sistema non regge più LA MESSA IN MORA DI AGEA È L'ULTIMO EPISODIO DI UN QUADRO INSOSTENIBILE. OCCORRE RIVEDERE LA POLITICA COMUNE di Gilberto Manfrin
Roberto ABELLONIO direttore Confagricoltura Cuneo
SE LE ATTESE DELLA PAC ERANO, TRA LE ALTRE, QUELLE DI ACCRESCERE LA COMPETITIVITÀ E FAVORIRE L’INNOVAZIONE DELLE AZIENDE, POSSIAMO ALLORA DIRE CHE L’OBIETTIVO NON È STATO RAGGIUNTO
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l Caa (Centro di assistenza agricola nazionale) di Confagricoltura denunciando “inerzie, carenze, omissioni e ritardi nell’assolvimento dei suoi obblighi di legge e contrattuali e comunque la mancata attivazione di procedure idonee ad evitare danni a carico dei produttori” nelle scorse settimane ha deciso per la messa in mora di Agea, l’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura. Un’azione (di forza) che ha trovato l’appoggio pieno anche della Confagricoltura Cuneo: “Ritardi nell’assegnazione definitiva dei titoli, complice una burocrazia crescente, una normativa poco chiara e in continuo aggiornamento che ha portato a slittamenti dei termini di presentazione delle domande, la mancata ricezione nei Caa, in tempo utile e in maniera esaustiva, di tutti i necessari strumenti per dare corretta esecuzione alle attività delegate. In presenza di queste criticità, la messa in mora di Agea è un atto che abbiamo sostenuto con decisione”. GRAVI DANNI PER GLI AGRICOLTORI Confagricoltura ha così richiamato l’organismo pagatore nazionale alle proprie responsabilità nella gestione delle domande per l'ottenimento dei fondi europei e ha contestato “ripetuti fenomeni di gravi rallentamenti nel funzionamento del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN)”, che a tutt'oggi permangono e che sono di conseguenza state trasmesse anche agli organismi pagatori regionali, nella fattispecie Arpea. “Il rischio vero è che gli imprenditori agricoli finiscano per subire danni gravissimi, senza averne alcune responsabilità, in un quadro che si è deteriorato oltre ogni limite”. L’azione è arrivata dopo la chiusura della presentazione delle domande Pac e Psr, caratterizzata da una stagione a dir poco complicata, con difficoltà inenarrabili dal punto di vista tecnico e informatico. UN SISTEMA CHE NON FUNZIONA PIÙ Facendo un’analisi dello strumento Pac, di come si è sviluppato e di come lo si è applicato nel corso degli anni è di tutta eviden-
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za come il sistema ormai non funzioni più: “Siamo da tempo al cospetto di complicazioni burocratiche estreme che costringono un’organizzazione agricola come la nostra e le imprese a spendere troppo tempo e soldi per riuscire a presentare le domande di contributo - afferma Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. I ritardi nei pagamenti della Pac e del Psr sono la naturale conseguenza di un sistema che non è più in grado di rispondere alle esigenze delle imprese e che non consente una corretta applicazione dei principi ispiratori della Politica agricola comune. Andrebbero anche rivisti i criteri di concessione degli appalti di affidamento di questi servizi. Se le attese della Pac erano, tra le altre, quelle di accrescere la competitività e favorire l’innovazione delle aziende, possiamo allora dire che l’obiettivo non è stato raggiunto. E' indispensabile una riforma di questa politica comune, che affronti e risponda agli snodi cruciali emersi: accrescere i pagamenti ai settori in crisi, ripensare il greening, semplificare gli strumenti di gestione del rischio”. DIMISSIONI VERTICI AGEA E ARPEA Una situazione che ha portato, nelle scorse settimane, alle dimissioni del direttore generale di Agea. Agrinsieme, il Coordinamento tra Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, commenta: “Le preoccupazioni per le imprese agricole restano e i problemi vanno risolti con urgenza. Primo fra tutti quello del danno che stanno subendo un gran numero di agricoltori con le decurtazioni dell’1% al giorno per il ritardo non per loro colpa, a partire dalla scadenza dello scorso 15 giugno e fino all’11 luglio, nella presentazione delle domande di contributo Pac, Unico e Psr. Per tutelare le imprese agricole, dalle proteste in piazza - ha concluso Agrinsieme - siamo dovuti passare alla messa in mora di Agea”. Alle dimissioni del vertice Agea hanno fatto seguito venerdì 1° luglio anche quelle del direttore di Arpea; l’agenzia regionale per i pagamenti in agricoltura è così nuovamente in difficoltà e la situazione dei pagamenti tutt’altro che fluida, così come continuano a registrarsi criticità per la definizione di tante anomalie, imputabili al sistema informatico e alle complicazioni derivanti dalla gestione di procedure sempre più macchinose.
PA G A M E N T I P O S T I C I PAT I
Per saldare le aziende ci sarà tempo fino al 15 ottobre Ci sarà tempo fino al 15 ottobre per pagare la Pac 2015 alle aziende agricole. Un posticipo concesso dalla Ue per venire incontro alle difficoltà che gli organismi pagatori stanno riscontrando nel versare le somme alle imprese. Una proroga che eviterà all’Italia di dover restituire i fondi alla Ue (ogni Stato membro deve infatti pagare almeno il 94% dei contributi entro scadenza), dall’altra c’è però la preoccupazione che gli organismi pagatori se la prendano troppo comoda nel pagare. Confagricoltura nel prendere atto dell’annuncio ha infatti ricordato che questa flessibilità dev’essere utilizzata solo in caso di effettive impasse e difficoltà amministrative e non devono in alcun modo ricadere negativamente sugli agricoltori. Confagricoltura auspica che questa, come altre misure di semplificazione e flessibilità, siano sempre progettate e implementate nel prioritario interesse dell’impresa agricola, per garantire una sempre maggiore competitività e una redditività adeguata del proprio lavoro.
A subire i ritardi di pagamento sono state in particolare le aziende di montagna
Finalmente i primi fondi alla montagna DOPO LA FORTE AZIONE SINDACALE INTRAPRESA DALLA CONFAGRICOLTURA, NEI GIORNI SCORSI SONO STATI PAGATI DA ARPEA I CONTRIBUTI 2015 ALLE AZIENDE
D
opo le innumerevoli segnalazioni e richieste di pagamento avanzate a più riprese anche dalla Confagricoltura Cuneo, finalmente l’Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura (Arpea) alla fine dello scorso mese di giugno ha iniziato a liquidare i premi accoppiati zootecnia domanda Unica 2015, i titoli relativi alla Domanda di accesso alla Riserva Nazionale, il saldo del pagamento di base e la parte afferente i titoli di greening. I maggiori problemi riguardavano, in particolare, la zona montana colpita da un refresh sconsiderato che ha ritardato l’accertamento delle superfici: “La stagione degli alpeggi - afferma Gualtiero Dalmasso, responsabile provinciale del Caa di Confagricoltura Cuneo -, si era aperta con le aziende in attesa dei pagamenti a causa della mancata assegnazione dei titoli definitivi per inefficienza di tutto il sistema
Agea”. Una situazione che vedeva tagliata fuori dall’assegnazione dei contributi l'intera area montana: “Con tre decreti in data 28, 29 e 30 giugno, Arpea, con tanto coraggio viste le forti discrepanze sui pagamenti, ha versato 330 milioni di euro sui 350 attesi dagli agricoltori - precisa Dalmasso -. Proprio in questi giorni i soldi dovrebbero essere arrivati nelle casse degli imprenditori agricoli”. Ma le problematiche non sono certo finite: “Tutt’altro - chiosa Dalmasso -. Ci dovranno essere degli aggiustamenti e restano ancora delle imprese che non sono state pagate. Sono rimaste fuori in tutto 500 aziende in Piemonte a causa dei controlli Agea non rientrati, di cui un’ottantina associate alla Confagricoltura di Cuneo. La mancanza di Agea, che non ha ritornato i controlli in tempo utile ad Arpea, ha impedito così a quest’ultima di procedere con i pagamenti. Alle 500 vanno
aggiunte anche alcune aziende della fascia montana che avevano fatto domanda di accesso alla Riserva nazionale che risultano tuttora non pagabili a causa di errate fotointerpretazioni, proprio per via della ritardata comunicazione da parte di Agea della superficie accertata” e poi ancora molte aziende con anomalie 'zootecnia'. Questa situazione di emergenza, andata parzialmente a risolversi solo negli ultimi giorni, ha però avuto inevitabili ripercussioni anche sulle domande Pac 2016, perché le aziende non hanno saputo con chiarezza ed in tempo utile su quanta superficie presentare domanda di contributo.
TRASFERIMENTI
Proroga all'11 luglio, ma c'è il rischio blocco I problemi che sta manifestando la Pubblica amministrazione con l’assegnazione definitiva dei titoli causa seri problemi anche nel trasferimento dei titoli tra aziende. Spiega Dalmasso: “Le aziende, come è logico, non si sono ovviamente fermate solo perché l’amministrazione pubblica non funziona: sono andate avanti anche nel trasferimento dei titoli tra di loro, vendendo e affittando. Agea ha prorogato inoltre dal 15 giugno all’11 luglio la scadenza dei trasferimenti titoli. Ci sono quindi ancora trasferimenti in corso d’opera e quelli che già sono stati effettuati sono fermi in Arpea e non sono ancora andati al registro titoli. Il rischio è che questi titoli vengano trasmessi con un valore diverso rispetto a quello dichiarato, o che non vadano a buon fine”.
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Agricoltura & ambiente
Esteso al 2017 1 3 l'uso del glifosato 2017 BRE
DICEM
CONFAGRICOLTURA CUNEO COMMENTA CON MODERATA SODDISFAZIONE LA PROROGA UE: "DISPONIBILI AD UN SUO UTILIZZO NEL SEGNO DI UNA MAGGIORE SOSTENIBILITÀ" di Gilberto Manfrin
A
lla fine è arrivata la proroga che estende l’utilizzo di glifosato entro i confini europei fino al 31 dicembre 2017. Ad autorizzarla è stata la Commissione Europea, dopo che nelle scorse settimane i precedenti tentativi si erano conclusi con un nulla di fatto. Il via libera della Commissione UE è giunto a fine giugno. Nell’accogliere con moderata soddisfazione l’attesa proroga, Confagricoltura Cuneo commenta: “Se non fosse stata confermata l’autorizzazione sul glifosato, le aziende agricole sarebbero state private di uno strumento indispensabile per il loro lavoro, che le avrebbe rese meno competitive rispetto alle aziende di Paesi extra UE.
Entro la fine del 2017 è atteso un ulteriore parere sulle proprietà della sostanza attiva da parte dell’Agenzia chimica europea (Echa), che sarà tenuto nel debito conto per decidere i passi successivi. Al momento non è stato possibile trovare una soluzione a lungo termine, in quanto gli Stati membri non sono riusciti a raggiungere la maggioranza qualificata né nella riunione del Comitato permanente del 6 giugno, né in quella di appello del 24 giugno, sebbene diverse istituzioni scientifiche, da ultimo l’Organizzazione mondiale della Sanità e la Fao, abbiano ribadito che è improbabile che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogeno. Per verificare
P I A N O U T I L I Z Z O A N T I PA R A S S I TA R I ( PA N )
La Delibera con gli indirizzi per l'uso dei fitofarmaci non soddisfa Confagricoltura Non è soddisfatta Confagricoltura Cuneo dopo la pubblicazione della Deliberazione della giunta regionale inerente il Piano d'Azione Nazionale (PAN) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, contenente le linee di indirizzo per la riduzione dell'uso dei prodotti fitosanitari in aree specifiche. I contenuti delle linee di indirizzo hanno come obiettivo la definizione più puntuale delle modalità di attuazione delle misure previste dalla normativa europea, proprio per ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari o i rischi connessi al loro utilizzo ai fini della tutela della salute e della sicurezza pubblica, relativamente alle aree specifiche, nonché le aree agricole adiacenti o prossime a quelle frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili. Nel prendere atto della deliberazione, l’organizzazione agricola segnala come, ancora una volta, sia mancato il confronto e la discussione su una tematica che riguarda molto da vicino gli agricoltori: “Siamo al cospetto di una Deliberazione che auspichiamo possa far chiarezza commenta Confagricoltura -, ma entrando nel merito abbiamo subito notato come vi siano troppi passaggi da migliorare. In molti punti si entra troppo nello specifico, come nel caso delle distanze dalle alberate e sui ‘percorsi salute’. Nelle vigne di Langa per esempio, attraversate da molti 'percorsi salute', il rischio è quello che si debbano usare i fitofarmaci rispettando distanze di sicurezza troppo elevate. Il rischio, insomma, è quello che gli agricoltori siano chiamati ad ulteriori aggravi e impegni da rispettare, complicando loro le cose più di quanto già non faccia una burocrazia arrivata ormai alle stelle”. “Un’ulteriore appunto che rileviamo - aggiunge l’organizzazione agricola provinciale è che anche questa volta la Regione decide, norma e noi possiamo solo prenderne atto e avanzare richieste di modifica dove riteniamo che le cose non funzionino. Non diciamo che sia obbligatorio consultare le organizzazioni agricole, però il buon senso vorrebbe che un seppur minimo confronto con chi poi deve mettere in pratica la normativa, ci sia”. La Deliberazione regionale è consultabile al link http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/ abbonati/2016/25/attach/dgr_03509_930_20062016.pdf .
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Il glifosato è molto usato in agricoltura
questa decisione si ha ora a disposizione un periodo di tempo ritenuto congruo da Confagricoltura, che ha dichiarato la propria disponibilità per un utilizzo del glifosato nel segno di una sempre maggiore sostenibilità, limitandone l’impiego esclusivamente in presenza di colture”. Alla base del mancato rinnovo sull’utilizzo c’era l’opposizione portata avanti da parte di alcuni stati membri dell’Ue, tra cui anche l’Italia, convinti che il prodotto fitosanitario avrebbe costituito un probabile pericolo per l’uomo e che di conseguenza andasse ridotto. Valutazioni dubbie perché basate solo sul parere dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) che ha analizzato il glifosato e i formulati che lo contengono raggruppandoli, senza tener conto della composizione e senza considerare gli studi di altre istituzioni scientifiche che sono pervenute a conclusioni diverse. L’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma, infatti, dopo aver revisionato oltre 800 studi e dati sul glifosato, incluso la ricerca dello Iarc, ha concluso che è improbabile che la sostanza presenti una minaccia per l’uomo. Oltre alle rigide regole circa l’utilizzo dei fitofarmaci già in vigore, l’Efsa ha proposto nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui negli alimenti. Anche un successivo studio congiunto di Fao e Oms ha concluso che il glifosato non ha effetti genotossici; l’analisi si è concentrata sull’assunzione attraverso l’alimentazione (in particolare, frutta e verdura). La precedente autorizzazione all’uso del glifosato nell’Unione europea scadeva lo scorso 30 giugno.
Suolo: tutela senza eccessi IL DDL SUL CONSUMO DEL SUOLO È GIUNTO AL SENATO: PER CONFAGRICOLTURA È UN PIANO UTILE, MA OCCORRE BUON SENSO
A
lcune settimane fa la Camera ha dato il primo via libera al disegno di legge sul “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”, che punta a valorizzare e proteggere il territorio, con particolare attenzione alle superfici agricole e alle aree sottoposte a tutela per promuovere e salvaguardare l’attività agricola. Il provvedimento è ora all’esame del Senato. Il ministero delle Politiche agricole precisa che dagli Anni '70 la superficie coltivata in Italia si è ridotta di 5 milioni di ettari, pari al 28% delle terre agricole. Di pari passo, in Piemonte fra il 2008 e il 2013, il consumo di suolo urbanizzato è aumentato dello 0,3%, passando da 139.294 a 147.316 ettari (fonte “Monitoraggio del consumo di suolo in Piemonte - 2015”): un incremento contenuto rispetto al trend dei quinquenni precedenti (dal 1991 al 2008 è stato infatti del 6%). Un provvedimento complesso e al centro di discussioni: “Sicuramente è necessario contenere il consumo di suolo fertile - precisa Confagricoltura Cuneo -. Su questo argomento non solo gli agricoltori, ma tutti i cittadini, sono d’accordo. Ciò che occorre evitare è un’applicazione ferrea del principio, che potrebbe bloccare qualsiasi possibilità di nuova edificazione. Si è
fatto poco per decenni, creando scempi disastrosi: adesso serve intervenire con buon senso”. Secondo l’organizzazione agricola occorre tener presente che esistono zone pressoché completamente compromesse, dove si trovano i cosiddetti “reliquati” che non consentono un conveniente utilizzo a fini agricoli del territorio: “In questi casi si dovrà valutare se sarà possibile insediarvi nuove aree produttive, abitative, oppure destinarle a servizi di interesse pubblico, quali aree verdi o parcheggi. Così si potrà rispettare lo spirito della legge e tutelare in modo adeguato le superfici agricole, senza danneggiare, in ogni caso, gli interessi degli imprenditori agricoli”. La quantità di consumo di suolo irreversibile e complessivo in provincia di Cuneo a confronto negli anni 2008 e 2013 [Fonte: Monitoraggio del consumo di suolo in Piemonte - anno 2015]
2008 Suolo irreversibile in Ha Suolo complessivo in Ha
2013 37.143
37.533
36.092
35.723
5,18% 5,39% 5,23% 5,44% Superficie totale provincia di Cuneo: 689.490 ha
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Zootecnia
Allevamenti suinicoli in grave difficoltà
Suini: serve l'etichettatura CONFAGRICOLTURA APPROVA LE MISURE DEL MINISTERO, MA CHIEDE DI PIÙ di Ilaria Blangetti
U
na delegazione di Confagricoltura, guidata dal vicepresidente Ezio Veggia e dalla presidente della Federazione nazionale suinicola Giovanna Parmigiani, ha partecipato a Brescia al tavolo di filiera suini, presenziato dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Per fermare la contrazione di aziende e capi allevati il ministro Martina ha delineato una strategia che passa per la creazione di un marchio unico nazionale per i regimi di qualità al sostegno all’export. Le proposte del ministro Martina, sono a parere di Confagricoltura, una buona base per superare la crisi del comparto, ma vanno ancora eliminati, per quanto riguarda il credito, alcuni ostacoli che hanno sinora caratterizzato la "moratoria del latte". Confagricoltura chiede, inoltre, la proroga della misura agevolativa dell'Iva che scade a fine anno (su cui ha concordato anche il ministro) e una misura per l'etichettatura di origine delle materie prime sui trasformati a base di carni suine, come già previsto dal governo francese e in analogia a quanto l’Italia fa per i lattiero caseari e che, possibilmente, sia valida a livello europeo. Sul fronte della promozione, infine, vanno incentivati schemi di qualità dove gli allevatori siano protagonisti. A tale riguardo Confagricoltura si è detta disponibile a costituire consorzi e reti di produttori per favorire l’aggregazione.
Allevamenti suinicoli in Italia 2007
2016
50.000 36.000 da settembre 2015 ad aprile 2016 PREZZI MEDI SUINI
COSTI PRODUZIONE
-15% +8% 14 L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2016
I NUMERI DELLA CRISI Il settore suinicolo, che rappresenta uno dei più importanti asset dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano, negli ultimi tre anni ha subito una contrazione del valore della produzione di quasi il 9%, passando dagli oltre tre miliardi di euro del 2013 ai 2,8 del 2015. Contestualmente si è contratto il numero degli allevamenti, passando da oltre 50 mila nel 2007 a 36 mila nel 2016, e dei capi, che nello stesso periodo ha registrato un calo del 5%. A questo fenomeno si è accompagnato un aumento delle importazioni di suini vivi del 26% in valore e del 58% in volume. Per quanto riguarda la redditività, da settembre 2015 ad aprile 2016, i prezzi medi dei suini sono diminuiti di oltre il 15%, mentre i costi di produzione sono aumentati di quasi l’8%. “È evidente dunque – hanno sottolineato i rappresentanti di Confagricoltura - la crisi strutturale ed economica-finanziaria delle aziende di allevamento, che necessita di un’attenta strategia di rilancio della filiera. A cominciare da interventi che contribuiscano a migliorare la situazione di liquidità degli allevamenti, a politiche di settore da inserire nei PSR. Con particolare attenzione al sistema di etichettatura di origine obbligatoria e ad azioni di informazione e promozione sul consumatore”.
D I B AT T I T O A P E R T O
Carne e un'immagine distorta Di fronte a un “parterre” d’eccezione, con rappresentati politici nazionali ed esperti del settore, si è svolta, lo scorso 7 giugno a Roma, l’assemblea annuale di UnaItalia a cui ha partecipato Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo. Al centro l’attuale problema dell’immagine distorta che molte volte i mass media comunicano su allevamenti e consumo di carne. “Ho chiesto, provocatoriamente, al rappresentate del Ministero se i 4.500 veterinari pubblici siano utili o meno – ha spiegato Oreste Massimino –, perché continuiamo a essere bombardati di notizie in base alle quali sulle nostre tavole arriverebbero solo antibiotici e ormoni contenuti nella carne. Sappiamo che fanno un lavoro egregio, ma allora perché il Ministero non si sente diffamato e non si difende?”. A dispetto di chi denigra il settore sono stati compiuti notevoli progressi, ma stanno calando gli allevamenti avicoli, mentre aumentano gli stabilimenti di trasformazione. Si è parlato anche della soccida, la filiera integrata del settore: oggi l’85% dei boiler e il 40% delle ovaiole vengono allevati in soccida. Di questo e di altro si è discusso anche il 22 giugno si è invece riunita a Bologna la Federazione nazionale avicola. In aggiunta si è trattato anche della crisi delle uova. “È dovuta – ha spiegato Massimino presidente nazionale della Federazione avicola Confagricoltura – all’eccesso di offerta che fa precipitare i prezzi. Abbiamo chiesto al Ministero più controlli sui prodotti che arrivano dall’estero e che in Italia diventano “italiani”. Servono tracciabilità ed etichettatura per tutelare consumatori e produttori”. [E.G.]
INSERTO TECNICO
U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A G R I C O L T O R I
N. 07 • 2016
NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO
BANDO 4.1.3 SUGLI INVESTIMENTI PER RIDURRE LE EMISSIONI
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È
stato pubblicato il nuovo bando del Psr realtivo alla misura 4.1.3 "“Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera” volta a migliorare la sostenibilità ambientale delle attività agricole e di allevamento, comparto da cui si libera in atmosfera una quota significativa dell’ammoniaca di origine agricola. SCADENZA DOMANDE La scadenza per la presentazione delle domande è il 17 luglio. DOTAZIONE FINANZIARIA La dotazione finanziaria del bando è di 4 milioni di euro.
BENEFICIARI • imprenditori agricoli professionali singoli o associati; • giovani agricoltori, singoli o associati, che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capi dell’azienda usufruendo della misura 6.1.1 del PSR 2014-2020; • giovani agricoltori, singoli o associati, che si sono già insediati durante i 5 anni precedenti la domanda di sostegno usufruendo della misura 112 del PSR 2007-2013. REQUISITI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA • essere imprenditore agricolo professionale (ad eccezione di chi si insedia usufruendo della misura 6.1.1); • possesso di partita IVA ed iscrizione al registro delle imprese; • iscrizione all’anagrafe agricola del Piemonte e possesso di fascicolo aziendale; • osservanza della normativa regionale in applicazione della Direttiva Nitrati; • osservanza delle prescrizioni in materia di emissioni in atmosfera (parte V D.lgs 152/2006). CONTRIBUTO 40% del costo dell’investimento ammissibile, aumentabile di: •
10% per investimenti collettivi per uso comune (effettuati da un soggetto giuridico che definisce tra almeno 3 imprese agricole un legame stabile valido fino alla scadenza del vinco-
lo di destinazione dell’investimento); 10% per investimenti effettuati da giovani agricoltori; 10% per investimenti in zone di montagna; 5% per gli investimenti effettuati da chi aderisce anche all’operazione 10.1.5 “tecniche per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera”.
SPESE AMMESSE • investimenti per migliorare l’efficienza gestionale degli effluenti zootecnici; • investimenti per ridurre l’emissione ammoniacale dalle strutture di allevamento esistenti; • investimenti per ridurre il consumo di acqua nelle strutture di allevamento esistenti; • investimenti di tipo edilizio; • acquisti/acquisizioni di macchine ed attrezzature (compreso costi di installazione e programmi informatici); • spese tecniche e generali, di progettazione, consulenze, studi di fattibilità, acquisto brevetti e licenze per massimo il 12% della spesa. LIMITI DI SPESA • investimenti collettivi ad uso comune: minimo 30.000 euro massimo 100.000 euro; • altri investimenti: minimo 10.000 euro massimo 50.000 euro. Possibilità di realizzare investimenti di importo maggiore di quello ammesso al sostegno in autofinanziamento per l’importo eccedente. Si può consultare il bando al link http://www.regione.piemonte.it/ cgi-bin/agri/leggi/pub/bando.cgi?id=312&montagna Per informazioni e per presentare le domande rivolgersi agli uffici della Confagricoltura di Cuneo.
INSEDIAMENTO GIOVANI E MIGLIORAMENTI AZIENDALI COLLEGATI, NUOVA SCADENZA AL 31 LUGLIO
Con una determinazione dirigenziale del 22 giugno scorso, la Regione Piemonte ha prorogato al prossimo 31 luglio i termini di presentazione delle domande relative alle operazioni 4.1.2 e 6.1.1 "Miglioramenti aziendali" e "Insediamento giovani" del Psr in scadenza il 30 giugno 2016. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2016
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LATTE: ENTRO IL 30 LUGLIO ADEMPIMENTI PER VENDITE DIRETTE
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l Decreto Ministeriale 7 aprile 2015 definisce le modalità di applicazione degli adempimenti previsti dall’art.151 del Reg. UE 1308/2013 relativo alle dichiarazioni obbligatorie nel setore del latte e dei prodotti lattiero caseari a partire dalla campagna di commercializzazione 2015/16. In particolare, l’art. 151 del Reg. UE n°1308/13 impone ai primi acquirenti di dichiarare alla competente autorità nazionale il quantitativo di latte crudo che è stato loro consegnato ogni mese, a partire dal 1° aprile 2015, compresa l’indicazione del relativo tenore di materia grassa. La normativa, integrata dalla circolare AGEA n.4388 del 6 luglio 2015 prevede, oltre all’invio delle dichiarazioni mensili del latte raccolto dai primi acquirenti attraverso la periodica registrazione nel SIAN, adempimenti dichiarativi a cadenza annuale (fine campagna) a carico degli stesse ditte acquirenti e dei produttori che effettuano vendite dirette. Con la conclusione della campagna 2015/16 (30 giugno 2016) e delle relative scadenze, si ricordano gli obblighi dichiarativi a carico di acquirenti e produttori del settore: tempi e modalità degli stessi saranno definiti e resi noti da AGEA. ADEMPIMENTI DEGLI ACQUIRENTI 1.Registro fornitori. L’articolo 6, comma 5 del D.M. 7.4.15, prescrive che entro 30 giorni dal termine di ogni campagna lattiera e quindi entro il 30 luglio 2016, i primi acquirenti devono dichiarare/registrare nel SIAN i quantitativi di latte bovino acquistati nel medesimo periodo da altre imprese (soggetti non produttori di latte), provenienti da altri Paesi comunitari, specificandone il Paese. 2. Dichiarazione annuale. La circolare AGEA n.4388/15 prevede che
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dopo la scadenza del termine per la rettifica della dichiarazione mensile relativa al mese di giugno (15 agosto), all’interno del SIAN sarà resa disponibile agli acquirenti la stampa della dichiarazione annuale (di campagna lattiera) in cui sono riportati i quantitativi dichiarati mensilmente per ciascun conferente. Entro il 30 settembre 2016 tale dichiarazione deve essere stampata, controfirmata dai singoli produttori conferenti, nonché conservata dall’acquirente stesso a disposizione per i controlli. ADEMPIMENTI VENDITE DIRETTE L’articolo 6, comma 6 del D.M. 7.4.2015, prescrive che entro 30 giorni dal termine di ogni campagna lattiera e quindi entro il 30 luglio 2016, i produttori che effettuano vendite dirette registrino nel Sian i quantitativi di latte bovino venduti direttamente ed i volumi utilizzati per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari venduti direttamente nel periodo in causa. Per i prodotti lattiero caseari diversi dal latte, si rimanda ai coefficienti di trasformazione ed alle indicazioni comprese nel DM 31.7.2003 di attuazione della L.119/03, salva diversa successiva decisione assunta.
CONTROLLI REDDITI 2012: AVVISI SOLO VIA POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA
L’Agenzia delle Entrate sta inviando una comunicazione contenente le anomalie riscontrate nel mod. UNICO/730 del 2013 relativo ai redditi 2012. Confagricoltura ricorda che la comunicazione viene inviata esclusivamente tramite la PEC (solo in via residuale è utilizzato il canale postale ordinario) e quindi di controllarla. Come “suggerito” dalla stessa Agenzia, nel caso in cui la comunicazione risulti corretta, il contribuente può regolarizzare la violazione tramite il ravvedimento operoso. Confagricoltura Cuneo è a disposizione degli interessati per verificare la correttezza delle posizioni reddituali.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2016
VOUCHER: RESTA IL 'TETTO' DEI 7MILA EURO ANNUI IN AGRICOLTURA
I
l Consiglio dei Ministri ha dato l’ok per l’approvazione del decreto legislativo che assicura una maggiore trasparenza e tracciabilità dei voucher per il lavoro accessorio. Per utilizzare legittimamente il voucher, gli imprenditori e i professionisti dovranno effettuare una notifica dell’avvio della prestazione giornaliera con i dati anagrafici del lavoratore, nonché il luogo e la durata della prestazione, entro 60 minuti dall’inizio dell’attività, via sms o mail, alla sede territoriale dell’Ispettorato del lavoro. Ai soli imprenditori del settore agricolo, tuttavia, viene invece riconosciuta una maggiore elasticità nella comunicazione (potrà essere fatta entro sette giorni e qualora si avesse necessità di una prestazione che vada oltre i 7 giorni, sarà necessario effettuare una seconda comunicazione) e la possibilità di ricorrere al voucher con un tetto di 7.000 euro annui per singolo prestatore, rispetto al limite imposto agli altri imprenditori, che possono avvalersi di prestazioni di lavoro accessorio per compensi non superiori a 2.000 euro per ciascun committente. Tale esclusione è motivata dal fatto che l’utilizzo del lavoro accessorio in agricoltura è già soggetto a vincoli: l’uso dei voucher nel settore, infatti, è possibile nell’ambito delle attività agricole di carattere stagionale effettuate da pensionati e da giovani con meno di venticinque anni se regolarmente iscritti a un ciclo di studi. Soddisfatta Confagricoltura secondo cui i voucher hanno dimostrato di essere fin qui un notevole supporto alla lotta contro il lavoro nero in agricoltura, dando modo di utilizzare, con ogni garanzia di trasparenza, manodopera occasionale in momenti di maggiore necessità. Maggiori informazioni negli uffici diconfagricoltura Cuneo.
ATTENZIONE - SCADENZE CONTRIBUTI AGRICOLI, RIVOLGERSI A CONFAGRICOLTURA CUNEO PER LA STAMPA DEGLI F24 Da quest'anno l'Inps non invierà più a casa la busta blu con i dati per la compilazione dei modelli F24 per il pagamento dei contributi Inps degli agricoltori. Il titolare del nucleo coltivatore diretto e l’imprenditore agricolo professionale che risulti essere in possesso di Pin dell’Inps, dovrà stampare la delega di pagamento F24 accedendo dai servizi online del sito dell’Inps all'indirizzo www. inps.it. Una volta connessi con il Pin bisogna cercare nella sezione servizi per il cittadino e selezionando successivamente la voce Modelli F24 – Lavoratori Autonomi Agricoli. Chi lo desidera può rivolgersi, in tempo utile, agli uffici della Confagricoltura Cuneo, per la stampa dei modelli F24 e, eventualmente, le pratiche relative al loro pagamento. I termini di scadenza per il pagamento, presso qualsiasi banca o ufficio postale sono il 18 luglio, il 16 settembre, il 16 novembre 2016 e il 16 gennaio 2017.
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III
CONTRATTO DI LAVORO A TEMPO PARZIALE
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on la circolare n. 90 del 26 maggio 2016 l’Inps ha fornito le istruzioni operative relative alle specifiche del contratto di lavoro a tempo parziale agevolato. La Legge di Stabilità ha infatti introdotto la possibilità di trasformare il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale anche per i dipendenti agricoli a tempo pieno ed indeterminato e per i dipendenti di datori di lavoro privati. BENEFICIARI Possono beneficiare della possibilità i lavoratori dipendenti privati con rapporto a tempo pieno e indeterminato che maturano entro il 31 dicembre 2018 i requisiti di età e contributivi per la pensione di vecchiaia. Per attestarlo l’Inps rilascerà, su richiesta del lavoratore, una certificazione sull’avvenuta maturazione dei requisiti pensionistici. REQUISITI • Sussistenza di rapporto di lavoro subordinato del settore privato, con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Con datori di lavoro privati si intendono coloro svolgono attività di produzione di beni e servizi (associazioni sindacali-culturali-politiche-sindacali o di volontariato, studi professionali, enti pubblici economici, ecc...). Possono richiederlo anche i dipendenti di enti pubblici economici, mentre sono esclusi i dipendenti di amministrazioni pubbliche, i rapporti di co.co.pro., lavoro domestico, lavoro intermittente e lavoro a domicilio. • Maturazione entro il 31 dicembre 2018 del diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia. Al momento della presentazione della domanda il lavoratore deve avere il requisito contributivo per la pensione di vecchiaia e perfezionare entro il 31 dicembre 2018 il requisito anagrafico più speranza di vita per accedere alla pensione di vecchiaia. • Iscrizione all’Ago o alle forme sostitutive o esclusive della medesima. Il lavoratore privato deve risultare iscritto presso l’Ago o a forme sostitutive o inclusive (ex Enpals, F.p.l.s., F.p.s.p., ex Inpdap). VANTAGGI PER IL LAVORATORE • Ridurre l’orario del rapporto di lavoro in misura compresa tra il 40 e il 60%; • Beneficiare di un incremento della retribuzione di una somma pari alla contribuzione previdenziale ai fini pensionistici commisurata alla prestazione lavorativa non effettuata (onere a carico del datore di lavoro); • Beneficiare del riconoscimento della contribuzione figurativa previdenziale commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata (onere a carico della finanza pubblica). MODALITÀ OPERATIVE Il datore e il lavoratore dovranno stipulare un contratto con il quale il rapporto di lavoro a tempo pieno si trasforma in part-time con riduzione dell’orario di lavoro. L’accordo andrà trasmesso dal datore di lavoro alla Direzione Territoriale del Lavoro che dovrà autorizzarlo (è previsto il silenzio assenso dopo cinque giorni) e successivamente all’Inps per verificare la disponibilità di fondi stanziati. Entro 5 giorni (non vale il silenzio-assenso), l’Inps dovrà accogliere o rigettare la domanda. CESSAZIONE E REVOCA La fruizione del beneficio cessa al momento della maturazione da parte del lavoratore del requisito anagrafico per la pensione. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici del patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo.
IV
FLAVESCENZA DORATA: AGGIORNAMENTI PER LA LOTTA ALLA MALATTIA
S
ul sito della Regione Piemonte sono state aggiornate le pagine della flavescenza dorata della vite. Nella sezione “Download” è possibile scaricare: elenco insetticidi ammessi e consigliati nel 2016 (misure agroambientali e aziende biologiche), attenzione alle api e agli insetti pronubi, nota sugli incolti, lotta integrata alla flavescenza dorata della vite, sintesi disposizioni 2016 e scheda registrazione trattamenti, piano operativo per il 2016 e procedure per la segnalazione di situazioni a rischio per la diffusione della malattia. Segnalazione delle situazioni a rischio di diffusione della flavescenza Il Settore Fitosanitario riceve le segnalazioni relative a: • appezzamenti che rappresentano un elevato rischio fitosanitario causa l’impossibilità di un efficace controllo del vettore (vigneti abbandonati, trascurati, incolti con presenza di numerose viti selvatiche) in zona focolaio e in zona insediamento; • vigneti con percentuale di infezione superiore al 30% in zona focolaio e in zona insediamento. Le segnalazioni vanno inviate al Settore Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici all’indirizzo mail virologia@regione.piemonte.it, via fax allo 011/4323710 o via posta (via Livorno 60, 10144 Torino) entro il 15 luglio 2016. Le segnalazioni, anche se corredate di foto di campo, saranno oggetto di sopralluogo da parte del Settore Fitosanitario e servizi tecnicoscientifici per poter inviare un’ingiunzione.
SCORRIMENTO GRADUATORIA RISTRUTTURAZIONE VIGNETI
Con la DGR 41-3441 del 6 giugno la Regione Piemonte ha previsto l’utilizzo delle risorse 2017 per finanziare tutte le domande di ristrutturazione e riconversione vigneti che sono state presentate a marzo 2016 e che attualmente nella graduatoria sono in posizione non finanziabile; anche per tali domande, l’eleggibilità delle spese decorre sempre della data di presentazione domanda; gli uffici istruttori potranno procedere con l’istruttoria di tali domande a febbraio 2017 secondo le tempistiche previste dalla circolare Agea n. 13 per la campagna 2016/2017, pertanto la presentazione delle polizze per le domande con pagamento anticipato dovrà avvenire successivamente al 15 ottobre 2016. Gli uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per eventuali chiarimenti.
REGISTRI DI CANTINA ELETTRONICI, INVITO A NON TEMPOREGGIARE
Come già segnalato sul precedente numero de "L'Agricoltore cuneese", l’attivazione obbligatoria del registro unico di cantina dematerializzato è stata prorogata al 1° gennaio 2017. Le modalità di inserimento dei dati sono due e possono essere usate contemporaneamente (per esempio è possibile usare la trasmissione via Web Service per le attività più consuete che già siamo abituati a registrare con software gestionale ed utilizzare la modalità on-line per le registrazioni episodiche quali arricchimento, spumantizzazione, disacidificazione ect.). È bene non temporeggiare inutilmente utilizzando il tempo per esercitarsi in ambiente di prova. Sarà a breve organizzato un incontro tecnico sull’argomento, nel frattempo i tecnici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per chiarimenti e per consigli sull’utilizzo o l’eventuale acquisto di software gestionali.
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 05 • LUGLIO 2016
Latte
L'Ue studia aiuti per chi munge meno CONFAGRICOLTURA FAVOREVOLE, MA ATTENDE MISURE CONCRETE DA BRUXELLES
L
e discussioni del Consiglio Agricoltura dell’Ue, a parere di Confagricoltura, sembrano andare nella giusta direzione per prevedere misure utili ad attenuare la grave crisi di mercato del settore lattiero-caseario. Anche la Commissione europea si sta rendendo conto che le misure finora messe in atto, affidate ai singoli Stati membri, non sono state sufficienti a riequilibrare il mercato e che l’eccesso di produzione, con le esportazioni che continuano a non crescere sufficientemente, sta creando un grave disequilibrio nel mercato interno del settore lattiero-caseario europeo a discapito dei territori meno competitivi. In occasione del Consiglio Agricoltura di lunedì 27 giugno, infatti, il Commissario Phil Hogan, intervenendo nel dibattito sulla crisi dei mercati, ha lasciato intendere senza mezze misure che in vista delle proposte da presentare al Consiglio del 18 luglio la Commissione intende trovare le risorse finanziarie necessarie per aiuti ai produttori "limitati a coloro che bloccheranno gli aumenti produttivi con l'obiettivo di bilanciare il mercato". Il Commissario Hogan ha confermato l’aumento del 5,6% delle consegne di latte nei primi 4 mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2015 e ha aggiunto anche che "la crescita delle esportazioni dell'UE è ancora lontana dall'essere in grado di bilanciare l'aumento di produzione di latte, che è sette volte più alta. Un miglioramento dell'equazione offerta/ domanda è necessario". Hogan ha concluso con un approccio europeista: "Dobbiamo prenderci collettivamente la responsabilità del continuo aumento di produzione, che è semplicemente non sostenibile alle attuali condizioni di mercato". È positiva quindi l’apertura del commissario Hogan per il controllo della produzione con finanziamenti europei al fine di migliorare l’equilibrio domanda-offerta. Questa è anche la po-
sizione discussa e condivisa con il think tank Farm Europe, che Confagricoltura ha difeso in sede Copa, contro gli orientamenti dei Paesi membri che continuano a preferire finanziamenti e misure diversificate per le diverse realtà produttive. Applicare la misura dell’articolo 222, che prevede la possibilità di accordi volontari per pianificare la produzione, in maniera disomogenea sul territorio comunitario rischia di favorire le produzioni delle aree maggiormente vocate, a discapito di quelle che devono affrontare costi di produzione più elevati, ma che risultano fondamentali per il mantenimento del tessuto socio-economico. Confagricoltura attende ora il Consiglio Agricoltura del 18 luglio per poter valutare in concreto le misure che verranno decise dalla Commissione europea.
L AT T E O V I N O
Confagricoltura Cuneo alla presentazione del progetto di Biraghi Spa Favorevoli, ma cauti. È la posizione di Confagricoltura Cuneo sul progetto della “Biraghi Spa” di Cavallermaggiore che vorrebbe creare una filiera di latte ovino per produrre pecorino. L’idea nasce dalle richieste del mercato: la domanda di formaggio grattuggiato di pecorino, secondo i dati dell’azienda, è in costante aumento e la “Biraghi Spa” vorrebbe utilizzare materia prima 100% piemontese. Di qui il progetto di creare una filiera locale per produrre un pecorino da latte raccolto totalmente nel territorio regionale. “L’iniziativa è lodevole – spiega il presidente Enrico Allasia, presente con il direttore Roberto Abellonio al lancio dell'iniziativa – : data la crisi del settore latte qualsiasi alternativa è ben accetta. Ma, in questo momento, non si conoscono i volumi del progetto che, arrivano da una realtà industriale, non potranno che essere grandi numeri. In provincia di Cuneo, quella del latte ovino è una filiera giovane, di nicchia e con risultati economici più che positivi. Il rischio è di comprometterla. A oggi manca l’esperienza necessaria per crescere in fretta come il mondo industriale richiede. Senza considerare il fatto che l’azienda sarebbe l’unico interlocutore e sono necessarie garanzie a lungo termine. Chiediamo alla ‘Biraghi’ di sedersi a un tavolo e programmare un piano per capire se il progetto è sostenibile a lungo termine, prima di riconvertire le aziende. E anche su questo aspetto è necessario che la Regione eroghi degli incentivi per la riconversione di un settore in crisi a maggior ragione se si tratta di una filiera giovane che va stimolata“.
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Frutta In primo in guscio piano
Il punto su nocciolo noce e castagno A CHERASCO SI È DISCUSSO DI PIANIFICAZIONE, GESTIONE E RICERCA NEL CONVEGNO PROMOSSO DA CONFAGRICOLTURA di Monica Arnaudo
"N
egli ultimi anni il trend di crescita del settore corilicolo è stato importante, sia in Italia che all’estero; per la sola provincia di Cuneo parliamo di quasi 13 mila ettari. I numeri ci dicono che ci sono ulteriori margini di sviluppo, sia a livello di volumi che a livello di produttività, ma in futuro dobbiamo tenere in considerazione alcuni aspetti. Primo fra tutti la necessità di elaborare un Piano nazionale di sviluppo che sia adeguato ad un mercato in continua evoluzione, ma anche la resa colturale, gli aspetti fitosanitari, senza dimenticare gli interventi volti alla tutela e alla valorizzazione del prodotto”. Così il presidente Enrico Allasia ha introdotto, sabato 11 giugno al Palaexpo di Cherasco, il convegno “Nocciolo, noce e castagno” organizzato da Confagricoltura Cuneo. Ad aprire i lavori sono stati Pierpaolo Bertone, presidente Ascopiemonte e Ludovico Cogno (Piemonte Asprocor) che hanno sottolineato l’esigenza di valorizzare la qualità del prodotto e puntare sulla ricerca e sugli accordi di filiera. Temi su cui si è soffermato anche il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, che ha sottolineato l’importanza di operare per difendere non solo il prodotto, ma l’intera filiera.“Dobbiamo impegnarci a preservare l’equilibrio di filiera del nocciolo – ha spiegato -, ma dobbiamo difendere anche il territorio. Per farlo è necessario ragionare sui cambiamenti e non farsi prendere dall’entusiasmo; i produttori devono pianificare al meglio i nuovi investimenti e noi associazioni siamo a disposizione per affiancarli, ma devono anche iniziare a gestire la produzione pensando ad esperienze di trasformazione. Dal canto nostro, ci stiamo occupando della ricerca e stiamo investendo per cercare di migliorare le caratteristiche non ottimali delle varietà autoctone”. Dopo gli interventi di saluto della politica, con gli interventi di Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte e di Alberto Cirio, europarlamentare. I relatori sono poi entrati nel merito analizzando i molti aspetti riguardanti le coltivazioni in Piemonte e non solo.
I L ' C A S O ' S PA G N A
"Il 55% della produzione va in cooperativa" A portare la testimonianza della situazione in cui operano i produttori di altri paesi, è stata Mary Palau, tecnico spagnolo che opera nel settore corilicolo. “Nel 1970 la Spagna aveva circa 32 mila ettari di noccioleti, in 45 anni si sono persa circa 18 mila ettari, di cui circa 12mila sono stati riconvertiti in vigneti di prestigio – ha raccontato -. Adesso la produzione avviene quasi esclusivamente in Catalogna. Il 60% degli impianti ha una superficie inferiore ai 2 ettari. Ci sono tre tipi di coltivazioni: una più marginale, senza irrigazione, e con produzioni molto basse; medie con irrigazione e grandi coltivazioni, tra i 5 e i 10 ettari. Il 55% della produzione passa attraverso tre cooperative. Tutta la filiera è tracciata; le condizioni di vendita sono molto stabili e si esporta in diversi paesi del mondo”.
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Nocciolo: puntare su ricerca e certificazioni In base ai dati dell’Istat la superficie coltivata a nocciolo in Piemonte è di 18.127 ettari; la produzione si aggira sui 18 quintali ad ettaro, per un fatturato alla produzione di circa 160 milioni di euro. Questi i numeri di un settore in costante crescita, ma che offre margini per nuovi sviluppi. “Quello a cui dobbiamo puntare è un ulteriore salto di qualità - ha sottolineato Alberto Manzo, agronomo e coordinatore del Tavolo di Filiera Frutta in guscio del Mipaaf che riunisce tutti gli esperti del settore -. Perché abbiamo bisogno di creare una certificazione obbligatoria della piante, già prevista per il vivaista, ma necessaria anche per l’agricoltore. Solo così di può riuscire a creare una certificazione dell’intera filiera produttiva”. A entrare nel merito dell’argomento è stato il presidente della Federazione nazionale di prodotto della Frutta in Guscio di Confagricoltura, Giuseppe Russo. “Nel 2015 il mercato era dominato dall’euforia, quest’anno invece abbiamo avuto un ridimensionamento dei prezzi e un ritorno alla normalità – ha illustrato -. Dal 2012 al 2014 c’è stato un incremento costante della superfice coltivata, mentre lo sviluppo delle produzioni e i prezzi sono stati più altalenanti, però dove funziona il mondo della cooperazione, i prezzi risultano più alti (vedi grafico a fianco). Altro punto da tenere sotto osservazione è il forte incremento dell’importazione.; negli ultimi dieci anni il consumo di frutta in guscio è aumentato del 53%. Per incidere sul mercato serve un aiuto appropriato, magari attraverso un mancato reddito a coprire le spese dei primi anni di impianto, ma sono necessari anche un maggiore coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti nella filiera e, soprattutto, una strategia di settore”. Gianluca Griseri, responsabile tecnico di Ascopimeonte ha invece posto l'attenzione sulla scelta del materiale vivaistico nella realizzazione di nuovi impianti. Ma al centro della discussione ci sono state anche ricerca e sperimentazione, grazie al contributo di Andrea Allavena, ricercatore del Crea: “Abbiamo proposto alla Fondazione Crc un progetto di ricerca che propone di utilizzare le tecnologie innovative di miglioramento genetico sul nocciolo. La proposta nasce da una collaborazione portata avanti da Confagricoltura Cuneo, Ascopiemonte e Crea. I progetti di ricerca richiedono tempi molto lunghi, vanno avviati quando le cose vanno bene. Questo è il momento giusto. Bisogna
recuperare informazioni genetiche e genomiche della specie così da studiare metodi di miglioramento”. A portare la testimonianza della situazione nel Lazio è stato Eddo Rugini dell'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. “Più o meno la produzione nel Lazio ricalca l’andamento nazionale con un notevole incremento, ma con un’alternanza di produzione annuale - ha spiegato -. Rispetto alla media italiana, le superfici coltivate in Lazio sono in aumento del 3% e in provincia di Viterbo toccano quota +5%”.
Noce: una riscoperta con buone prospettive Nel pomeriggio il convegno si è focalizzato su noce e castagno. Alberto Valier, agronomo di Rovigo ed esperto di coltivazioni di noci, ha illustrato le possibilità connesse alla coltivazione di noce da frutto in Italia. “Fino agli anni 2000 la produzione nel mondo si attestava poco sopra il milione di tonnellate, ma in questi ultimi anni è ulteriormente aumentata raggiungendo i 3 milioni e mezzo – ha spiegato -. La produzione maggiore viene dall’Asia, in particolare dalla Cina. Negli anni ’60 l’Italia
Oltre 400 agricoltori e operatori del settore hanno affollato il Palaexpo
era il secondo produttore al mondo, dopo la California, con circa 100 mila tonnellate l’anno, oggi è 30ª con 12 mila tonnellate. I consumi sono in aumento, così come i prezzi. Per questo, negli ultimi anni, in tanti hanno ripreso questa coltura”. Una riscoperta che potrebbe offrire buone opportunità di reddito, come ha sottolineato l’agronomo Eugenio Cozzolino, analizzando costi e tecniche di coltivazione in Italia. “Negli ultimi decenni si è assistito a una grande crescita della nocicoltura nel mondo, dal ’94 al 2012 l’aumento è stato del 16%, con un conseguente aumento dei prezzi. A livello europeo la situazione è diversa, con
Prezzi medi mensili delle nocciole all'origine per piazza
4,00 €/kg 3,50 €/kg 3,00 €/kg 2,50 €/kg Avellino mix
Viterbo t.r.
Salerno t.G.
Cuneo t.g.t.
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una riduzione del 5%. In Italia la coltura storica, ad esempio quella della Campania, è un declino, ma si sono affiancate negli anni nuove produzioni in Veneto e in Emilia Romagna che sono in fase di sviluppo. Nel discorso filiera ci sono alcuni aspetti che rendono la coltura molto vantaggiosa, ad esempio i valori dell’importazione (30 mila tonnellate l’anno) e in più abbiamo una grande ricchezza di soggetti commerciali che lavorano sul mercato. Non penso che siano necessarie grandi superfici per fare nocicoltura e neanche grandi costi di gestione. Il reddito è più sicuro di altre coltivazioni, infatti, se noi rapportiamo i costi di produzione – che si assestano sui 7.000 euro per ettaro –, ai costi di impianto, notiamo che è la specie che ha i numeri più bassi. Inoltre, ha costi di manodopera bassissimi e autonomia di gestione. Dal punto di vista economico, il margine lordo si assesta sui 6-7 mila euro ad ettaro, senza calcolare la vendita diretta che potrebbe portare a percentuali di guadagno maggiore. Abbiamo molto da imparare, è necessario cominciare a valutare con attenzione quello che è stato fatto fino ad ora negli altri paesi, fare ricerca, in particolar modo nel campo del miglioramento genetico, per studiare piani operativi e nuove tecniche”.
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Castagno da frutto: da sussistenza a risorsa
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In centinaia al 'porte aperte' da Chianchia Tra le due sessioni del convegno "Nocciolo, noce e castagno. Tecniche e opportunità", i partecipanti alla giornata hanno preso parte al "porte aperte" con aperitivo presso la ditta Chianchia, azienda specializzata in macchinari la raccolta, la pulizia, l'essiccazione, lo stoccaggio e la lavorazione finale della frutta in guscio.
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Un interessante approfondimento è stato dedicato al castagno, coltura che negli ultimi decenni ha subito un forte declino, aggravato pesantemente dal Cinipide Galligeno, patologia che ha decimato decine di ettari, in particolare nel cuneese. Dal 2015 è in atto una lieve ripresa. Oggi la superficie totale a castagno è di 170 mila ettari, di cui 5-6 mila ettari come castagneto da frutto, con una produzione stimata di 6-8 mila tonnellate. “Ci sono segnali di ripresa - ha spiegato Roberto Botta, dell’Università degli studi di Torino -, la castagna è passata da elemento di sussistenza a risorsa economica. Il recupero degli impianti abbandonati non richiede tecnologie particolari, la richiesta è forte e i prezzi al consumo sono abbastanza elevati, quindi il momento è propizio per pensare allo sviluppo dell’intera filiera”. Importante, anche per il castagno, sarà puntare sulla ricerca per combattere le malattie. Lo ho sottolineato anche Andrea Vannini dell'Università degli Studi della Tuscia che ha illustrato la situazione nel Lazio. "Negli ultimi anni la nostra Università ha collaborato con il territorio e i produttori per risolvere il problema del cinipide, utilizzando i contributi del Psr - ha detto -. Questa la strada da percorrere”. Tutti concordi quindi nel ritenere ricerca e innovazione i punti su cui bisognerà insistere per uno sviluppo futuro, che dovrà però essere mirato . Lo ha sottolineato anche Gabriele Beccaro, esperto del Centro regionale di Castanicoltura, che ha chiuso i lavori. "È necessario un rinnovo dei castagneti – ha commentato –, ma attenzione, non tutte le superfici sono meritevoli”.
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Moscato: il fronte agricolo è compatto SI CONTINUA A DISCUTERE SULLE RESE. CONFAGRICOLTURA CUNEO: "SIAMO NELLA FASE INIZIALE DELLA TRATTATIVA" di Gilberto Manfrin
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ronte agricolo compatto nel valutare le proposte. Sta entrando nel vivo la discussione sulle rese del Moscato d’Asti. A due mesi dalla vendemmia 2016 non ci sono ancora certezze, ma si sta lavorando per giungere quanto prima a un'intesa. Confagricoltura Cuneo fa sapere che si è in una fase iniziale della trattativa.
ALLA RICERCA DI UN ACCORDO Nelle settimane scorse è tornata a riunirsi la Commissione paritetica, tavolo a cui siede la parte agricola e quella industriale, ma al momento non è stato raggiunto un accordo. Alla proposta avanzata dai produttori che chiedono, per la prossima vendemmia, una resa di 90 quintali per ettaro (80 quintali per la Docg, più altri 10 pagati come aromatico), l’industria ha risposto con una contro-offerta di 70 quintali, più una riserva di ulteriori 10 ettari da sbloccare in caso di richiesta da parte del mercato. A rendere difficile la situazione è soprattutto l’elevata giacenza di prodotto invenduto fermo nelle cantine che sarebbe quantificabile in circa 500 mila ettolitri. L’incerta situazione rende dunque impossibile, almeno per il momento, parlare di rese e valori. Nessuna novità, quindi, se non la richiesta, avanzata a gran voce dai produttori, di istituire un fondo dedicato alla promozione, che potrebbe in parte aiutare il mercato. Sul Moscato la 'partita' è aperta
CONFAGRICOLTURA CUNEO AL LAVORO “Tutti gli attori della parte agricola coinvolti nella filiera - affermano Roberto Abellonio e Mario Viazzi di Confagricoltura Cuneo - stanno valutando attentamente le proposte da portare avanti nella trattativa. Proposte condivise da tutta la rappresentanza agricola, che si possono dividere sostanzialmente in azioni da mettere in atto subito per affrontare la contingenza ed azioni che possono portare risultati più sul lungo periodo, che valuteremo ancora in futuri incontri tra tutti i rappresentanti della filiera”.
AUTORIZZAZIONI ALL'IMPIANTO DEI VIGNETI
"In Piemonte accolto il 100% delle richieste, ma il sistema va rivisto" Nei giorni scorsi l’Agea ha comunicato alle regioni il numero di nuove licenze per l’impianto di vigneti che saranno riconosciute per il 2016. In base al decreto ministeriale n. 12272 del 15 dicembre 2015, che ha istituito il nuovo regime, le autorizzazioni vengono rilasciate nel limite massimo annuo dell’1% della superficie vitata nazionale. Quest’anno, a fronte di una disponibilità nazionale di 6.376 ettari, sono state presentate domande per 67 mila ettari. In questo contesto il Piemonte, insieme a Lazio e Umbria, è l’unica regione che non è arrivata al tetto massimo degli ettari concessi, tutte le altre subiranno tagli, in alcuni casi anche drastici, rispetto alle richieste. Pensiamo ad esempio al Veneto, in cui sono state presentate richieste per il 4306% in più
rispetto a quanto disponibile o al FriuliVenezia Giulia che vedrà autorizzato solo il 2,2% di quanto richiesto. Sul Piemonte erano disponibili circa 420 ettari, ne sono stati concessi 391, quindi tutti quelli che hanno fatto domanda hanno avuto l’assegnazione. “La situazione da noi è diversa rispetto alle altre, quasi anomala, ma per il semplice fatto che, a differenza di altre zone, sono stati acquistati i diritti di reimpianto entro la scadenza del 31 dicembre - commenta Alessandro Bottallo, tecnico di Confagricoltura Cuneo zona Alba –. Le aziende che volevano piantare hanno cercato di anticipare i tempi, per avere una programmazione di almeno due o tre anni. Quindi è probabile che in Piemonte,
per come è stata impostata la richiesta di autorizzazione, la situazione dovrebbe ancora essere sotto controllo almeno per i prossimi due anni. E’ ovvio, però che, per il futuro, l’assegnazione va rivista a livello nazionale perché è evidente che così come è stata concepita non funziona bene”. “Ad oggi non ci sono priorità - continua -, le aziende possono richiedere una superficie di qualunque dimensione e in questo si finisce per agevolare le grandi imprese a discapito dei piccoli produttori. A questo dobbiamo poi aggiungere che per le autorizzazioni sono vincolate all’azienda, non alla zona; non sono isolati i casi di migrazioni di aziende verso zone più in difficoltà, per poter richiedere l’autorizzazione per gli anni successivi”.
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Confagricoltura news
L'Anga di scena a S. Stefano Belbo PARTECIPAZIONE, DEGUSTAZIONI E INTRATTENIMENTO ALLA FESTA DEI GIOVANI DI CONFAGRICOLTURA CUNEO di Enzio Isaia
Il centro storico invaso da produttori
L
a tradizionale festa estiva dei giovani agricoltori dell’Anga di Cuneo ha conquistato Santo Stefano Belbo con enogastronomia ‘street food’, musica e bellezza. Numerosi sono stati infatti i partecipanti all’evento dal titolo “Di Gola & Di Moda” che si è svolto sabato 4 giugno nel centro storico del paese dell’Alta Langa. “Nonostante il meteo abbia minacciato per l’intero pomeriggio lo svolgersi della manifestazione, la serata è stata un successo sotto tutti i punti di vista – dice Alberto Giordano, presidente di Anga Cuneo –. Il format scelto per questa edizione della nostra festa ha funzionato molto bene: l’idea di abbinare le eccellenze della nostra agricoltura all’intrattenimento è piaciuto ai partecipanti, andando a coinvolgere l’intera comunità di Santo Stefano”. La serata, infatti, ha visto stand e banchetti con prodotti enogastronomici abbinati a un’originale sfilata di moda presso la Fon-
dazione Cesare Pavese, curata dalla Devil Entertainment, allo spettacolo comico di Marco Guarena e alla musica itinerante e coinvolgente dei Timbales Percussion. La serata è proseguita, poi, con dj set degli Hi Life Connection e l’Asti Hour offerto dal Consorzio per la tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti, mentre all’Anga shop è stato possibile acquistare i prodotti degustati durante la serata. Dalla Devil Entertainment fanno sapere che: “Il format dell’evento, ideato e realizzato ‘ad hoc’ da Paolo Roseo, ha coniugato l’agroalimentare con la moda, presentando 12 meravigliosi abiti creati per rappresentare altrettanti prodotti tipici regionali, esaltandone proprietà nutritive, impieghi, zone d’origine e la loro presenza anche nell’arte, nella musica e nel cinema”. “Per noi è stata un’enorme soddisfazione vedere tanta gente partecipare a un evento creato esclusivamente da giovani; questo ci ripaga dei mesi di lavoro che sono serviti per realizzarlo - spiega Simone Cerruti, vicepresidente Anga Piemonte e Anga Cuneo -. L’unione tra vino, cibo, musica e moda è stata la mossa vincente, anche perché proposta in una chiave particolare e originale. Ringraziamo ancora Confagricoltura Cuneo, tutti gli sponsor e le persone che si sono adoperate per il buon esito della manifestazione. Questo risultato è la dimostrazione che con l’unione si possono raggiungere importanti traguardi e noi confidiamo che questo sia il primo di una lunga serie”.
Un momento della sfilata alla Fondazione Cesare Pavese
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DOGLIANI
Nuova sede L’ufficio recapito di Confagricoltura Cuneo a Dogliani ha cambiato sede ed in è via XXXI Luglio 22, angolo Piazza Carlo Alberto (vicino alla banca Intesa San Paolo), in una zona centrale del paese. È aperto il martedì e il venerdì mattina, dalle 9 alle 12. “Lo spostamento in locali più consoni alle esigenze delle aziende afferma il direttore della Confagricoltura zona di Mondovì, Walter Roattino - si è reso necessario per fornire un servizio sempre migliore ai soci, viste e considerate anche le crescenti richieste provenienti dal territorio. Nei prossimi mesi continueremo nel lavoro di potenziamento dei servizi rivolti, in particolar modo, alle aziende del settore vitivinicolo che stanno contribuendo alla crescita della Confagricoltura in zona”. Rivolgendosi all’ufficio è possibile usufruire del servizio del patronato Enapa, che assicura assistenza sociale e previdenziale; grazie alla presenza del Caaf si potrà avere assistenza per quanto riguarda i rapporti di lavoro e per consulenze di natura fiscale e tributaria: sarà possibile effettuare la compilazione del 730, del Modello Unico, del Modello Ici, dell’Isee e del Red. Infine, ci si potrà rivolgere all’ufficio per consulenze in ambito economico-sindacale e per assistenza di natura tecnica.
CORDOGLIO
Addio a un amico Ha destato profonda commozione la scomparsa di Marco Borsa, 56 anni imprenditore vitivinicolo di Alba deceduto il 18 giugno scorso a causa di un incidente con il suo trattore mentre stava lavorando nella vigna. Gli amici di Confagricoltura lo ricordano con affetto per la simpatia e il sorriso con cui si presentava negli uffici dell'associazione, con l'immancabile 'toni' e quel vocione che tutti riconoscevano subito anche da lontano. Dall'associazione giungano ai familiari le più sentite condoglianze e sincera vicinanza.
Foto di gruppo per la folta delegazione di pensionati cuneesi
Pensionati cuneesi al raduno regionale A FINE MAGGIO OLTRE 50 ADERENTI A CONFAGRICOLTURA CUNEO SONO STATI AL CONVEGNO CHE SI È SVOLTO A PORTOCOMARO STAZIONE IN PROVINCIA DI ASTI di Ilaria Blangetti
O
ltre 50 pensionati della Confagricoltura di Cuneo, guidati da Remo Tortone e Graziella Bechis, rispettivamente presidente e vicepresidente della sezione cuneese del Sindacato Pensionati, hanno partecipato al convegno annuale organizzato in provincia di Asti. Una folta rappresentanza cuneese ha preso parte all’appuntamento del Sindacato Pensionati di Confagricoltura, organizzato in collaborazione con la sezione provinciale di Asti, che si è svolto a fine maggio a Portacomaro Stazione, nei locali dell'azienda agricola Castello del Poggio della Famiglia Zonin. Nella terra di Papa Francesco i pensionati hanno avuto modo di approfondire i temi del convegno "Abitare e vivere in sicurezza: sapere per migliorare la propria qualità della vita" dedicato all'invecchiamento attivo, ossia ottimizzare le opportunità relative alla salute, partecipazione e sicurezza, con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone anziane. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate ad Angelo Santori, vicepresidente vicario del Sindacato nazionale Pensionati. Santori ha rimarcato l'importanza dell'anziano non solo come patrimonio di “saperi” ma anche come ammortizzatore sociale per i soggetti esclusi dal mondo del lavoro. In-
teresse del Sindacato è lavorare anche sul rafforzamento delle sinergie con i Giovani di Confagricoltura dell’Anga: un esempio è la norma delle “società di affiancamento”, fortemente voluta dai Giovani di Confagricoltura e prevista nel collegato agricolo, che ha avuto il placet del Senato e sta proseguendo il suo iter normativo. Permette l’incontro tra anziani che hanno la terra ma non nipoti, a cui trasmettere il loro sapere, e giovani che non hanno famiglie con tradizioni agricole e hanno bisogno di imparare sul campo.
N O V I TÀ
Il sindacato cambia nome Bruno Allegretti, presidente del Sindacato pensionati di Confagricoltura, aprendo i lavori dell’assemblea generale dell’Organizzazione ha annunciato la decisione di dotarsi di uno Statuto al passo con i tempi, nell’ottica del cambiamento avviato negli ultimi anni. Sono stati corretti alcuni articoli per rafforzare il legame con gli associati, essere maggiormente attrattivi ed ampliare la rappresentanza. Nuovo anche il nome: Anpa - Associazione nazionale pensionati agricoltori. Sostituisce quello vecchio Sindacato Nazionale Pensionati di Confagricoltura. “Quello approvato è un passaggio importante, che dimostra la vitalità della nostra associazione – dichiarano i vertici -, capace di recepire i cambiamenti in atto nel mondo economico, sociale, istituzionale, aprendo la rappresentanza a tutto il mondo produttivo ed ai cittadini".
C O N S O R Z I O A LTA L A N G A
Giulio Bava rieletto presidente Giulio Bava è stato rieletto presidente del Consorzio Alta Langa. Secondo mandato per l’enologo astigiano, classe 1962, già presidente dell’Assoenologi Piemonte e Val d’Aosta e titolare con la famiglia della centenaria casa vinicola Cocchi, tra i fondatori del Consorzio Alta Langa. “L’obiettivo del Consorzio – ha spiegato Giulio Bava – è quello di completare il raddoppio della superficie vitata nel prossimo biennio per passare dagli attuali 110 ettari a 200. Di conseguenza si punta a raggiungere la produzione di un milione di bottiglie a fronte delle attuali 650mila. Stiamo lavorando molto anche sul fronte della promozione della denominazione: in questi anni infatti la nostra presenza a eventi sul territorio nazionale è stata assidua e molto qualificata. Come già nel 2015, a luglio saremo parte attiva del Progetto Vino di Collisioni a Barolo, con incontri dedicati insieme a giornalisti e sommelier. Il 2016 ci sta portando grandi e belle novità: dall’ingresso nella compagine sociale di altre case spumantiere come Brandini di La Morra, Contratto e Coppo di Canelli e Rizzi di Treiso alla proficua collaborazione con BIM (Banca Intermomiliare) e Vetreria Etrusca”.
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Le nostre aziende l’infanzia – ricorda Graziano Giacosa -; viste le buone soddisfazioni che garantiva questo sbocco di mercato abbiamo deciso di approfondire sempre più questa strada e il passaggio al biologico è stato quasi naturale”.
Un meleto biologico dell'azienda di Graziano Giacosa
Frutta 'bio', in campo una filosofia di vita L'AZIENDA DI GRAZIANO GIACOSA A SAVIGLIANO PRODUCE MELE E PERE IN MODO NON CONVENZIONALE E GUARDA AL BIODINAMICO di Paolo Ragazzo
I
n Piemonte nel 2014 sono stati coltivati a biologico 31.656 ettari di Superficie agricola utilizzata (Sau), in aumento del 9,6% rispetto all’anno precedente. Un dato che colloca la nostra regione al decimo posto in Italia per terreni investiti in questo tipo di produzione. La provincia di Cuneo traina la risalita e il settore frutticolo è uno di quelli maggiormente interessati dal fenomeno. Siamo andati a capire meglio cosa vuol dire, visitando l’azienda di Graziano Giacosa a Savigliano: sette ettari di pereti e cinque di meleti rigorosamente bio. La storia di questa impresa parte però da lontano: “Fino ai primi anni ‘80 allevavamo bovini da carne e da latte – spiega Giuseppe Giacosa, papà di Graziano, indicando la vecchia stalla – e conducevamo alcuni ettari di frutteti. Ma le bestie, si sa, non consentono molte pau-
se e momenti liberi e allora abbiamo deciso di dedicarci solo più alla frutta, ampliando la nostra proprietà e coltivandola in modo convenzionale”. In quel periodo Graziano era ancora un ragazzino e solo nei primi anni ’90, terminati gli studi superiori, decide di entrare in azienda,
dividendo le sue giornate tra i frutteti e l’attività professionale di geometra. “Già 20 anni fa, pur non essendo ancora biologici, lavoravamo con l’azienda Allione di Tarantasca a cui fornivamo la nostra frutta per la realizzazione di prodotti a residuo zero per
IL PERCORSO 'BIO' NON È IN DISCESA Detto così può sembrare un percorso in discesa, ma non lo è stato. “Eravamo in una fase cruciale per la nostra azienda perché le piante iniziavano ad essere vecchie e le varietà non incontravano più i gusti del mercato. Dovevamo scegliere in che direzione andare. E abbiamo deciso di investire nel biologico”, precisa Graziano. Intorno a metà anni 2000 parte così il percorso di conversione con la presentazione della prima domanda per ottenere la certificazione. “I tre anni richiesti per la conversione sono stati molto duri perché, pur producendo con tutti i crismi del bio, non lo eravamo ancora e quindi sul mercato il nostro prodotto veniva venduto come convenzionale – dice ancora l’imprenditore saviglianese -. Un’altra difficoltà, insita nel biologico in sé, è quella di produrre per il mercato fresco. Le nostre mele e pere finiscono infatti per oltre il 60% alle aziende di trasformazione”.
Graziano e Giuseppe Giacosa, vicini al centro della foto, con Marco Bruna e personale di Confagricoltura Cuneo
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UN OCCHIO ALLE PIANTE L'ALTRO AL METEO Anche tutte le operazioni di diserbo nei frutteti non contemplano l’utilizzo della chimica, sono ammessi solo interventi meccanici. “Se sei uno che come vede un po’ di erba nel frutteto si mette le mani nei capelli, allora il bio non è la strada che fa per te”, dice scherzando Graziano Giacosa che tornando alla lotta contro i patogeni puntualizza: “Il fatto di non
utilizzare prodotti aggressivi contro le malattie obbliga l’imprenditore biologico a conoscere molto bene le sue piante e ad osservare il loro ciclo vitale per cercare di giocare d’anticipo con i pochi mezzi che ha a disposizione”. Praticamente l’agricoltore biologico deve avere buone conoscenze tecniche e prestare sempre un occhio alle previsioni meteo. “Le indicazioni in tempo reale con internet sono molto utili, considerato che nelle coltivazioni biologiche bisogna essere tempestivi e, se possibile, preventivi con i pochissimi trattamenti concessi”, aggiunge. Se si decide di intraprendere questo percorso, inoltre, si abbraccia una vera e propria filosofia di vita che per durare nel tempo non può fare affidamento solo su una motivazione meramente economica, ma deve spingersi oltre. “Io sono
Gli ultimi nati: il 'cumulo' e la cassa dei preparati biodinamici
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certificato dal 2009, il biologico ha garantito fino ad oggi prezzi soddisfacenti, ma se qualcuno pensa che dia meno lavoro si sbaglia di grosso, perché anzi
La vecchia stalla degli anni '80, ora un magazzino, e uno dei pereti dell'azienda
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richiede più attenzione delle pratiche convenzionali - spiega Graziano -. È la consapevolezza di rispettare quanto più possibile l’ambiente e la terra che ci è stata data a farmi proseguire su questa strada; tanto che ho deciso di provare a richiedere anche la certificazione Demeter, rilasciata per le aziende biodinamiche”. Ecco quindi spiegati la presenza del ‘cumulo’ in un campo e la cassa per la conservazione dei preparati biodinamici in cantina. Ma questo è l’inizio di un’altra storia. Un passaggio a cui Graziano Giacosa guarda con molto interesse per garantire alla sua azienda e alla sua famiglia un futuro sereno, in totale rispetto della natura.
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Questo è dovuto ai sistemi richiesti da questo tipo di lavorazione. Potendo infatti ricorrere a trattamenti fitosanitari molto ‘blandi’ delle piante e solo in caso di emergenza, c’è da mettere in conto che una certa percentuale di produzione non sia pronta per essere venduta al mercato del fresco, per via di piccole imperfezioni, interne o d’aspetto.
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I NOSTRI
Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - cuneo@confagricoltura.it
UFFICI
PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona.
Orari estivi degli uffici
Dal 1° luglio al 30 settembre 2016 ZONA DI CUNEO
Cuneo
Via Caccia, 4-6-8 Tel. 0171.692143 - 0171.634891 Fax 0171.698629
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Dronero
Via IV Novembre, 20 - (c/o Geom. Garbarino) Tel. 0171.918182
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Caraglio
Piazza Martiri della Libertà, 29
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Via Vittorio Veneto, 8
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9,00-12,00
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Piazza R. Spada - (ex Scuola Media)
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Via Vittorio Veneto, 21 - (c/o sala Municipio)
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Via Cavour ,19 - (davanti al Municipio)
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Villafalletto Demonte Tarantasca Busca
ZONA DI ALBA
Alba Bra Cherasco Canale S. Stefano B. Cortemilia
Via dell’Acquedotto, 2 Tel. 0173.281929 - Fax 0173.280979 segreteria.alba@confagricolturacuneo.it
MAT.
8,00-14,00 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-14,00 8,00-12,30 8,00-12,30
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Corso V. Emanuele II, 121 - (c/o Milano Assicurazioni) Tel. 0172.425477 - Fax 0172.44167
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Via Garibaldi, 25 (c/o Pratiche Auto) Tel. 0172.489764
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Piazza Trento e Trieste, 74 Tel. 0173.970180
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Via Roma, 38/F Tel. 0141.840782 Fax 0141.840174
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Corso Statuto, 28 Tel. e Fax 0174.42071 mon.direzione@confagricolturacuneo.it
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Morozzo
Via Marconi, 66
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Dogliani
Via XXXI Luglio, 22 (ang. p.za Carlo Alberto)
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P.zza Capuccini, 1 - 1° piano (sopra Consorzio Agr.) Tel. 0174.282038
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Via Mazzini, 28
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Ceva Carrù
ZONA DI SALUZZO
Saluzzo Bagnolo P. Moretta
Via Torino, 40 Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 salu.direzione@confagricolturacuneo.it
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Via San Giovanni, 8 - (c/o Centro Anziani)
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9,30-12,00
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Via Togliatti, 16 Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 savi.direzione@confagricolturacuneo.it P.zza C. Alberto, 5 (c/o SAI Ass.) Tel. 0172.85253
Via Marconi, 112 - Tel. 0172.637242 fossano@confagricolturacuneo.it
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UFFICIO DI FOSSANO
Fossano
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C.so C. Battisti, 8 (c/o Ass. Generali) Tel. 0175.392733
ZONA DI SAVIGLIANO
Savigliano
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Il tecnico in frutteto
Agroambientali: i principali impegni I TECNICI DI CONFAGRICOLTURA CUNEO SONO A DISPOSIZIONE DELLE AZIENDE PER OGNI CHIARIMENTO
R
icordiamo alle aziende che hanno aderito alle misure agroambientali del PSR 2014/2020 i principali impegni e le misure da rispettare nella conduzione aziendale. I tecnici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione delle aziende per ogni necessità e chiarimento (vedi i contatti degli uffici nella pagina a fianco). OPERAZIONE 10.1.1
OPERAZIONE 10.1.6
PRODUZIONE INTEGRATA IMPEGNO
2
DESCRIZIONE
Scelta del materiale di moltiplicazione
Per le colture ortive si deve ricorrere a materiale di categoria “Qualità CE”. Nei nuovi impianti di fruttiferi materiale certificato come “virus esente” o “virus controllato”.
3
Avvicendamento colturale
L’impegno richiede una rotazione quinquennale comprendente almeno tre colture.
4
Fertilizzazione
Occorre disporre di un’analisi fisico-chimica del terreno per la stima delle disponibilità dei macroelementi e degli altri principali parametri della fertilità.
5
Irrigazione
Redazione di un piano di irrigazione
7 7A
Regolazione volontaria delle irroratrici Tenuta del Registro aziendale delle operazioni colturali e di magazzino (Quaderno di Campagna) OPERAZIONE 10.1.3
TECNICHE DI AGRICOLTURA CONSERVATIVA IMPEGNO
1-2
DESCRIZIONE
Minima lavorazione e semina su sodo
Sono ammissibili all’aiuto le sole superfici coltivate a seminativo. Il prato avvicendato è ammissibile all’aiuto soltanto nell’anno di semina.
3
IMPEGNO
1
Apporto di matrici organiche
Sono ammissibili all’aiuto le superfici coltivate a seminativo diverse dalle leguminose e le superfici con colture arboree da frutto. Rivolgersi ai tecnici per le quantità di prodotto da utilizzare
AZIONI
2 3
Conversione di seminativi in foraggere permanenti
2
Diversificazione colturale in aziende maidicole
OPERAZIONE 10.1.5 TECNICHE
PER LA RIDUZIONE DI EMISSIONI DI AMMONIACA E GAS SERRA IN ATMOSFERA IMPEGNO
Aderire all’operazione 10.1.9
Distribuzione di effluenti con interramento immediato
1
Effettuare tutte le distribuzioni di effluenti non palabili di produzione aziendale sui terreni oggetto dell’impegno utilizzando un’attrezzatura in grado di interrare direttamente il materiale distribuito nello strato di terreno interessato dalle lavorazioni, provvedendo alla chiusura del solco in cui il materiale stesso è stato depositato.
2
Non utilizzare fanghi di depurazione. Ciò al fine di evitare rischi di contaminazione dei terreni agricoli
3
Comunicare all’ente istruttore con almeno 5 giorni di anticipo l’avvio delle operazioni in campo, nonché i terreni interessati. Rivolgersi ai tecnici di Confagricoltura Cuneo che provvederanno a trasmettere la comunicazione attraverso il Sistema informativo agricolo piemontese (SIAP).
4
Annotare in un apposito registro le fertilizzazioni effettuate, nonché i terreni interessati; conservare il registro per l’intero periodo di impegno.
5
In caso di ricorso a contoterzisti, conservare in azienda per l’intero periodo di impegno la relativa documentazione.
Montaggio reti elettrificate Impiego di cani da guardiania Custodia continuativa
presenza continua in alpe dell’allevatore, della famiglia o di suo personale dipendente.
OPERAZIONE 10.1.9
GESTIONE ECO-SOSTENIBILE DEI PASCOLI IMPEGNO
DESCRIZIONE
1
Pascolamento turnato
2
Carico di bestiame in funzione della zona altimetrica
3
Periodo del pascolamento superiore ad un determinato valore minimo
compiere un periodo di pascolamento pari ad almeno 180 giorni/anno. Se il pascolamento è effettuato solo in zona montana è ammessa una durata del periodo di pascolamento di almeno 80 giorni.
4
DESCRIZIONE
AZIONE 10.1.5/1
DESCRIZIONE
Appartenenti alle razze da difesa del bestiame dal lupo
4
DESCRIZIONE
1
Gestione eco-sostenibile dei pascoli
Difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti
La difesa fitosanitaria deve essere attuata impiegando nella minore quantità possibile i prodotti a minor impatto verso l’uomo e l’ambiente. Rivolgersi ai tecnici per il rispetto dei disciplinari.
6
DIFESA DEL BESTIAME DALLA PREDAZIONE DA CANIDI SUI PASCOLI COLLINARI E MONTANI
OPERAZIONE 10.1.4
SISTEMI COLTURALI ECOCOMPATIBILI
Eliminazione meccanica di infestanti
AZIONE 10.1.5/2 Distribuzione di effluenti con interramento immediato
con divieto di uso di prodotti chimici
5
Provvedere a costituire o mantenere in efficienza punti acqua e sale (o punti di abbeverata).
6
Divieto di fertilizzazione minerale
7
Mantenimento della superficie a pascolo permanente
1
Effettuare tutte le distribuzioni di effluente non palabile sui terreni oggetto dell’impegno utilizzando una macchina per l’interramento del materiale sottocotico quando il terreno sia inerbito. NOTA BENE: anche per questa azione occorre rispettare gli impegni 2, 3, 4, 5 di cui sopra
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Il mercatino dell'agricoltore
Richiesta di pubblicazione annuncio GRATUITO
Tagliando da ritagliare e inviare via fax allo 0171.698629, spedire in busta chiusa a: Autorivari, c.so IV Novembre, 8 - 12100 - CN o inviare una e-mail a: upa@autorivari.com Il sottoscritto ....................................................................................... residente a ................................................................................................................................. in via ............................................................................ Tel. / Cell. ................................................. Tessera Confagricoltura Cuneo n° ................................................. Chiede che venga pubblicata gratuitamente la seguente inserzione: ...................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................ ................................................. Il sottoscritto si impegna altresì ad informare la redazione del giornale qualora l’inserzione sia stata soddisfatta. Il sottoscritto autorizza infine il trattamento dei propri dati personali secondo quanto disposto dalla legge 196/2003.
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MATRIMONIALI & AMICIZIE
a cura di Anna & Anna - Carmagnola - tel. 011 9626940
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Trattore Same CV85 D.T., più fresa mt. 3, più botte diserbo cereali adattabile a frutteto Tel. 388/4467234 Busca, frazione San Vitale, ad 1 km dalla nuova zona artigianale di Tarantasca, azienda agricola composta da casa di abitazione, due capannoni, mulino, rustico, 3 giornate piemontesi di terreno. Tel. 0171/945796, 339/7560885, 340/1488352. Cascina di 52 giornate circa (seminativi incolti) Tel. 340/7764636. Giornate 8 circa, terreno irriguo comune di Castelletto Stura Tel. 338/3774782 A modico prezzo cuccioli meticci taglia piccola Tel. 333/8567459 Vendo 6 giornate piemontesi di terreno in frazione Mellea di Fossano. Libero, pianeggiante, irriguo, facile accesso da strada provinciale Tel. 338/4759113 4 gomme estive 205/55/R16 Pirelli, ancore e tiranti per frutta, 3 pozzetti da 50 Tel. 333/9566514 Casa colonica diroccata più porticato in buono stato con tetto nuovo più stalla stesse condizioni – capannone mt. 30x7. Loc. Vià Pintura – Busca Tel. 348/9239045
Terreno fabbricabile metri cubi 1475, fabbricabile 725mq, altezza metri 7. Sulla statale Peveragno-Cuneo. Euro 70.000,00 Tel. 339-6656706 Due sponde carro agricolo metri 3,50 x 50 Tel. 339/5917366 Spandiletame laterale marca Annovi. Tel. 331/2694051 Potatore due tempi marca Echo, lunghezza massima 400 cm, come nuovo. Astenersi perditempo Tel. 338/5953084 Vino Dolcetto zona Farigliano Tel. 335/8136618 Terreno agricolo irriguo, circa 2 giornate piemontesi. Zona Madonna delle Grazie Tel. 349/3831370 Rotomix ML 13 “3.000 Special”, buono stato Tel. 0175/230970 Cucina usata pochissimo, due armadi, camera per bimbi Tel. 346/8134144 3,45 giornate di terreno in un unico corpo, a Margarita (zona cimitero) Tel. 333/1606280
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Frandent Fruit Day a Savigliano Al Frandent Fruit Day tenutosi venerdì 10 giugno 2016 a Savigliano (CN) molti frutticultori sono intervenuti per vedere l’erpice rotante Frandent Eternum R.15, (speciale per le lavorazioni nei frutteti), al lavoro nei filari unito alla nuova ed innovativa seminatrice Polysem per semi a granulometria mista. L’erpice rotante Eternum R.15 è disponibile in due versioni: modello F con attacco a tre punti fisso centrale e modello FSI con attacco a tre punti spostabile idraulicamente. Il lavoro dell’erpice rotante nel frutteto è volto allo sminuzzamento del terreno grazie alla rotazione dei coltelli lunghi ben 33 cm ed al controllo delle erbe infestanti (in modo particolare per la frutticoltura biologica). Il successivo passaggio del rullo posteriore, personalizzabile a seconda delle esigenze personali e del terreno che si lavora, livella ed uniforma perfettamente il terreno precedentemente compattato dai passaggi dei mezzi agricoli per le lavorazioni interfilari. Unendo all’erpice la seminatrice, con un solo passaggio, contenendo quindi i costi d’esercizio ed evitando numerosi passaggi della trattrice, si possono inerbire uniformemente i filari della piantagione, aumentando la fertilità del suolo, grazie alla cessione della materia organica da parte della pianta seminata, e quindi limitare e/o evitare l’uso di concime chimico. Da sottolineare tra le caratteristiche della macchina volte al miglioramento dell’ergonomia dell’utilizzatore, le nuove protezioni laterali autolivellanti che, a seconda dell’andamento del terreno, variano la loro posizione di lavoro senza l’intervento da parte dell’operatore; la regolazione del rullo idraulica manovrabile dal frutticultore direttamente dalla postazione di comando in cabina. A conferire una straordinaria robustezza a questa macchina contribuiscono poi: • La meccanica Eternum tipo R caratterizzata da vasche da 8+8 mm con rotori montati su cuscinetti conici maggiorati e tenute antiintrusione. • La possibilità di scegliere tra denti imbullonati o l’opzione Rapident per una rapida e sicura sostituzione dei denti dal centro del rotore.
• Il notevole peso della macchina, che unito alla possibilità di zavorrare il rullo pieno (riempiendolo con del liquido), aiuta la macchina nel suo compito di compattamento del terreno. • Il raschiaterra a molla che, senza interventi da parte dell’operatore, mantiene continuativamente pulita la superficie del rullo nella sua fase di lavoro. • La presenza, nella parte superiore dell’attacco a tre punti monoblocco, di una livella sferica indicante la corretta posizione della trasmissione cardanica in fase di lavoro. • Di serie la macchina R.15 monta un albero cardanico con limitatore a camme. Per avere ulteriori informazioni in merito al modello speciale per la frutticoltura e sulla gamma completa di erpici Frandent potete visitare il sito web www. frandent.it che si presenta con una nuova veste grafica, più dinamica ed accattivante.
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IRRIGAZIONE
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