POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CN - ANNO XVI - N. 08•2018 - NOVEMBRE 2018 - CONTIENE I.P.
N. 08 • 2018
U N I O N E P R O V I N C I A L E
Mais, strade per il rilancio A G R I C O L T O R I
Latte, si guardi all'intesa lombarda
Più attenzione per la montagna
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Sommario
Innovazioni: analizzare sempre costi e benefici Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo
L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946 Direttore responsabile: Paolo Ragazzo Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171/601962 E-mail: upa@autorivari.com Società editrice: Tipolitografia Subalpina snc C.so Gramsci, 18/c - Cuneo
A
inizio mese si è svolta a Bologna la 43esima edizione di EIMA International, tra le più importanti e prestigiose rassegne mondiali di macchine agricole. Protagonista dell’evento anche la provincia di Cuneo con alcuni suoi gloriosi marchi di case costruttrici: il nostro territorio, infatti, può vantare tra la più alte concentrazioni di industrie costruttrici di macchinari per l’agricoltura di tutta Italia. Merito anche dell’agricoltura di alto livello che il Cuneese è in grado di esprimere, fungendo da stimolo per tutte le attività connesse. In molti casi, tuttavia, le aziende agricole si trovano ad operare in aree marginali (e non sono poche!) della Gran-
da dove, per oggettive motivazioni, non è sempre possibile stare al passo delle ultime novità proposte dal mercato. Proprio a loro, ma non solo, guardiamo tornando a commentare in questo numero del giornale l’obbligo di revisione delle macchine agricole, chiedendo una necessaria proroga oltre il 31 dicembre. La scelta del Legislatore, se condivisibile nella volontà di garantire maggiore sicurezza sul lavoro, ci lascia perplessi perché troppo complessa e onerosa per le imprese del settore. Così come l'ormai prossima entrata in vigore della fatturazione elettronica, di cui diamo ampia informazione nelle prossime pagine, rischia di trasformarsi nell'ennesimo
costo a carico delle imprese senza benefici tangibili per il settore. Non si tratta di essere contrari al progresso e alle innovazioni, anzi. Tecniche innovative e tecnologie digitali sono il presente e il futuro del comparto, ma un occhio di riguardo va prima di tutto ai territori e alle loro economie, analizzando bene costi e benefici di ogni intervento. Come nel caso del completamento dell'alta velocità Torino-Lione, opera talmente fondamentale per lo sviluppo economico della nostra regione da spingere Confagricoltura Piemonte ad unirsi alla manifestazione "Sì Tav" svoltasi davanti alla Prefettura di Torino per far sentire forte le ragioni di chi produce.
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IN QUESTO NUMERO IN PRIMO PIANO
VITIVINICOLTURA
Psr: "Lavoriamo per evitare esodati"
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Alba è terza per superfici vitate
C'è l'anticipo Pac, ma non per tutti
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OLTRE CONFINE
AGRICOLTURA E MONTAGNA
Ceta, primo anno positivo
Più attenzione alla montagna
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Lupi ancora in aumento
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ENERGIE RINNOVABILI "Si torni a credere nelle bioenergie"
8
CEREALICOLTURA Mais, strade per il rilancio
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Chiuso in redazione il
LATTE
09/11/2018
Latte, si guardi all'intesa lombarda
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In arrivo la “pace fiscale” per le multe
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Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN Iscrizione al Tribunale
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MACCHINE AGRICOLE E NORMATIVA Patentino trattori entro fine 2018
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Serve una proroga per la revisione
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Denuncia elettronica per gli infortuni agricoli 17 Vietato bruciare scarti vegetali fino al 31 marzo 17 CONFAGRICOLTURA NEWS Il 40 per cento dei terreni è in affitto
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È nata l'app di Confagricoltura
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ZOOTECNIA
Confagri alle fiere di Alba e Cuneo
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Ricetta elettronica con l'inizio del 2019
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LE NOSTRE AZIENDE
Il San Daniele sotto la lente
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A Bra i pionieri del riso in Granda
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IL TECNICO IN FRUTTETO
FRUTTICOLTURA Dicitura "Langhe" aggiunta alla IGP?
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Cimice, danni e misure di difesa
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Castagne, serve un piano di sviluppo
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Gruppo operativo per il tarlo asiatico
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La frutta tra embargo e regole diverse
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IL MERCATINO DELL'AGRICOLTORE
di Cuneo 17/12/1948 al n. 36
L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
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In primo piano
Psr: "Lavoriamo per evitare esodati" CONFAGRICOLTURA: SI SEGUA L'ESEMPIO DI ALTRE REGIONI ITALIANE AFFINCHÈ I FONDI CONVERGANO SUI GIOVANI AGRICOLTORI CHE NE HANNO I REQUISITI
"DOBBIAMO TUTELARE DAVVERO CHI SENZA DUBBIO RAPPRESENTA PIU' DI OGNI ALTRO IL FUTURO DEL SETTORE: I NOSTRI GIOVANI"
di Fabio Rubero
Enrico ALLASIA Presidente Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Piemonte
"LE NOSTRE AZIENDE PER ESSERE COMPETITIVE DEVONO DARE RISPOSTE IMMEDIATE AL MERCATO E UN SISTEMA COMPLESSO COME QUELLO DEL PSR NON VA SICURAMENTE IN QUELLA DIREZIONE, LASCIANDO LE AZIENDE IN UN PERENNE CLIMA DI INCERTEZZA"
Q
uando sono trascorsi quattro anni dalla sua pubblicazione e ormai più di due dall’apertura dei primi bandi, è giunto il momento di tracciare una sorta di bilancio “di metà mandato” sul PSR Piemonte 2014/2010. Premesso che a livello nazionale la situazione non è particolarmente rosea visto che ad oggi dei 20,8 miliardi di euro previsti dalla totalità dei PSR solamente 3,9 miliardi (meno del 20%) sono stati sino ad ora effettivamente erogati alle aziende agricole, dobbiamo constatare che la nostra regione, se raffrontata alle altre, non è nè tra le peggiori nè tra le più virtuose, anche per via di una serie di criticità che ne hanno reso e continuano a rendere particolarmente difficile e tortuoso il cammino. UN SISTEMA MACCHINOSO “Le nostre aziende per essere competitive devono dare risposte immediate al
mercato e un sistema complesso come quello del Psr non va sicuramente in quella direzione. Non è ammissibile che tra quando si presenta la domanda e quando arrivano effettivamente i fondi trascorrano più di due anni. Ciò lascia le aziende in un perenne clima di incertezza impedendo loro una seria programmazione che è alla base di un qualsiasi percorso di crescita”, sostiene Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte. IL RISCHIO DISIMPEGNO Intanto, su tutti i PSR, incombe sempre più minaccioso il pericolo del cosiddetto disimpegno automatico derivante dalla regola “N+3” stabilita quest’anno dalla Commissione Europea. Sostanzialmente, tutti gli stanziamenti di bilancio previsti per il 2015 verranno irrimediabilmente persi se non liquidati entro il 31 dicembre 2018 (2015+3). Un rischio che tuttavia, almeno per quest’anno, non dovrebbe toccare il Piemonte.
UNA SCELTA DI CAMPO “Le risorse a disposizione sono importanti, più di un miliardo di euro, ma vanno utilizzate attraverso strategie mirate alla crescita del settore. L’assessorato compie scelte politiche ma si devono evitare interventi a pioggia che vanno si ad accontentare molte aziende, ma di fatto non permettono di fare da volano per una drescita importante di una determinato settore”, aggiunge il presidente Allasia. RITORNO AL PASSATO Una questione che Confagricoltura Cuneo e Piemonte avevano messo in luce in tempi non sospetti visto che già a novembre 2016 scesero in piazza, insieme a centinaia di aziende loro associate, per manifestare e fare presente alla Regione Piemonte e all’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero le proprie perplessità sul'allocazione delle risorse che avrebbe dovuto maggiormente convergere su settori più strategici, come quello relativo ai giovani.
G I O VA N I A G R I C O LT O R I E P S R
Il "caso" della Calabria Le difficoltà incontrate dai giovani agricoltori piemontesi pare siano invece state brillantemente superate in altre regioni italiane come, ad esempio, la Calabria. Nella regione più a sud della penisola nel 2017 viene aperto un bando simile a quello del Piemonte con, anche qui, molte domande che risultano ammissibili ma non finanziabili. Per ovviare al problema viene così aperto un secondo bando nel quale vengono fornite alcune indicazioni grazie alle quali i giovani che non sono riusciti ad ottenere il finanziamento con il primo bando lo riescono a fare con il secondo. Precisamente, ad esempio, per chi ha già effettuato investimenti si farà riferimento al bando precedente e dunque saranno ammesse spese già sostenute e per chi ha già compiuto 41 anni si fa riferimento all’età di quando ha partecipato al primo bando. Il risultato è che viene di fatto concessa la priorità a chi aveva presentato la domanda con il primo bando senza però riuscire ad ottenere i fondi o la possibilità di finanziare spese già sostenute, consentendo inoltre di partecipare anche a chi ha deciso successivamente di insediarsi in agricoltura. Perchè ciò sia tecnicamente possibile occorre che il primo bando preveda questa possibilità, altrimenti è comunque possibile fare in modo che la prima richiesta rappresenti una sorta di pre-domanda della seconda e che dunque l’ente di controllo di riferimento consenta alla Regione di collegare le due istanze. Si può fare, in Calabria è accaduto.
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LA PROPOSTA DI CONFAGRICOLTURA La situazione attuale dice che nell’ambito delle misure 6.1.1 (insediamento giovani pianura) e 4.1.1 (miglioramenti aziendali montagna) sono oggi moltissime le domande considerate ammissibili, ma purtroppo non finanziabili per mancanza di fondi: “Stiamo cercando, anche attraverso un confronto aperto con la Regione Piemonte e con l'assessore all'agricoltura Giorgio Ferrero, una
soluzione affinchè i tanti giovani che sono rimasti fuori dai finanziamenti, nonostante fossero in possesso di tutti i requisiti richiesti, possano rientrarvi. La nostra proposta è quella di rifinanziare il bando relativo o, laddove la cosa non sia possibile, di seguire l'esempio dato da altre regioni italiane che hanno emesso un nuovo bando grazie al quale sono "rientrati" tanti giovani che altrimenti sarebbero rimasti esclusi. Vorremmo evitare che si crei una situazione simile
a quella dei cosiddetti "esodati" della Legge Fornero e cioè che tanti ragazzi si trovino in una sorta di limbo dal quale faticherebbero ad uscire. Per evitarlo, dobbiamo lavorare tutti in questa direzione ed il costante dialogo con la Regione e con l'assessore Ferrero non può che essere un ottimo auspicio affinchè si riesca a tutelare davvero chi senza dubbio rappresenta più di ogni altro il futuro del settore: i nostri giovani" conclude Allasia.
NUOVO BANDO DEL PSR
Tre milioni per la riduzione delle emissioni Su proposta dell’assessore all’agricoltura, Giorgio Ferrero, la Giunta regionale ha approvato i criteri per l’emanazione del terzo bando del PSR per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera. L’operazione del PSR 4.1.3 ha a disposizione contributi per 3 milioni di euro in favore delle aziende agricole affinchè vengano svolti interventi che riducano le emissioni nell’aria di ammoniaca e di gas serra. In particolar modo, saranno finanziati progetti sulle strutture per gli allevamenti animali e lo stoccaggio dei rifiuti da loro prodotti. Il bando prevede che vengano anche presi in considerazione l’acquisto di attrezzature, impianti e macchinari per la gestione in azienda dei rifiuti organici e la loro distribuzione nei campi come fertilizzanti. Sono infine anche previsti interventi per il risparmio dell’acqua in zootecnia. Per ulteriori informazioni contattare gli uffici di Confagricoltura Cuneo.
C'è l'anticipo Pac, ma non per tutti IN PIEMONTE LE AZIENDE VEDRANNO ACCREDITARSI IL PAGAMENTO SOLTANTO IN QUESTE SETTIMANE COMPLICE LE DIFFICOLTÀ NELL'ELABORAZIONE DELLE ISTRUTTORIE di Paolo Ragazzo
A
nticipo Pac… finalmente, ma non subito e non a tutti! Ma andiamo con ordine. A inizio ottobre la Commissione europea ha autorizzato gli Stati membri al versamento dell’anticipo fino al 70% dei pagamenti diretti per quanto riguarda le domande presentate nel 2018, a decorrere dal 16 ottobre. Senza dubbio una buona notizia, ma in Piemonte con ogni probabilità le aziende vedranno accreditarsi il pagamento soltanto in queste settimane, considerate le non poche difficoltà riscontrate nell’elaborare le istruttorie servendosi della modalità grafica. Inoltre, è bene ricordare che non tutte
riceveranno l’anticipo in questione. Resteranno a bocca asciutta, almeno per il momento: le aziende che sono sottoposte a controllo, quelle le cui domande registrano delle anomalie bloccanti, le imprese che non hanno presentato la certificazione antimafia (obbligatoria per le aziende con domande Pac e Psr superiori a 25mila euro, tale limite scenderà a 5mila euro a partire dal 2019) e coloro che non hanno dimostrato di possedere i necessari requisiti di “agricoltore attivo”. Il pagamento dell’anticipo inoltre deve essere utilizzato per compensare i crediti verso il beneficiario, per cui gli agricoltori che hanno debiti con organismi pagatori
o altri amministrazioni dello Stato non riceveranno l’anticipo ma le cifre loro spettanti saranno utilizzate per saldare i debiti in essere. Le stesse condizioni valgono in ambito regionale, per quanto riguarda le domande agroambientali del Psr piemontese che nella maggior parte dei casi sono state pagate nelle scorse settimane per l’85% del premio spettante ad azienda. Per verificare la propria posizione e valutarla al meglio è possibile rivolgersi ai Centri di Assistenza Agricola (CAA) di Confagricoltura Cuneo.
Tempo di anticipo Pac per le aziende
L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
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Agricoltura & montagna
Il gruppo dei partecipanti all'evento di Prazzo "Caluma el vache"
Più attenzione alla montagna DOPO L'EVENTO "CALUMA EL VACHE", CONFAGRICOLTURA HA SOTTOLINEATO LE CRITICITÀ DI CHI OPERA IN ALTA QUOTA di Paolo Ragazzo
N
uvole e pioggia non hanno fermato l’evento “Caluma el vache. Il ritorno della mandria a valle”, organizzato a Prazzo lo scorso 17 ottobre dalla Confagricoltura di Cuneo in collaborazione con il Comune, per festeggiare il ritorno dagli alpeggi dopo mesi di duro lavoro, ma anche e soprattutto per ribadire che fare agricoltura in montagna significa fare i conti con numerose difficoltà. L’iniziativa ha coinvolto decine di imprenditori agricoli che operano in zone montane o pedemontane della nostra provincia e una cinquantina di malgari giunti da ogni vallata per seguire la discesa dagli alpeggi dei capi bovini dell’azienda di Andrea Lando che dalla frazione Campiglione hanno raggiunto Prazzo Inferiore, punto di carico degli animali.
LETTERA A POLITICI E ISTITUZIONI “Da un confronto con i nostri associati sono emerse alcune criticità comuni confluite in una lettera che abbiamo trasmesso ai parlamentari cuneesi, al Prefetto di Cuneo, agli assessori regionali all’Agricoltura e alla Montagna, ai sindaci dei Comuni montani e all’Unione Montana – ha dichiarato Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura di Cuneo –. Ringraziamo, infatti, le autorità e le istituzioni per l’attenzione ai problemi che abbiamo voluto sottolineare con la nostra iniziativa e per la disponibilità al confronto, tuttavia molto resta da fare, nel concreto, per dare agli
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agricoltori che con competenza e passione operano in alta quota le giuste risposte per risolvere i molti temi sul tavolo”. LE PRINCIPALI CRITICITÀ EMERSE Diverse le macro criticità emerse e riassunte nella missiva, a partire dai danni di predazione da lupi sempre più gravi, considerata la massiccia consistenza del predatore in provincia di Cuneo (vedi articolo nella pagina a fianco), e sempre più preoccupanti se si ipotizza un ulteriore e probabile aumento per la prossima stagione di alpeggio. Collegato strettamente a questo aspetto c’è poi tutto il discorso, più generale, dei danni da fauna selvatica, in particolare degli ungulati, a cui si aggiunge la problematica del risarcimento danni, che vede uno stanziamento di fondi insufficiente per il numero di domande presentato. Le aziende di montagna lamentano, inoltre, un’eccessiva burocrazia che grava sulle loro spalle costringendole ad impiegare circa cinquanta giorni lavorativi per adempiere agli obblighi richiesti. A questo proposito bisognerebbe potenziare l’accesso alle reti internet, in particolar modo alla banda larga, nelle zone montane, così da agevolare l’adempimento di queste pratiche online. AnUna fase della discesa dei capi dagli alpeggi
che il sistema di aggiudicazione degli alpeggi, per come è impostato (aggiudicazione ad offerta migliore), crea talvolta situazioni paradossali, come la presenza in altura di strutture adibite alla trasformazione del latte in mano ad aziende che non ne producono. E ancora, è stata evidenziata la poca funzionalità dei sistemi di interpretazioni fotografiche dei pascoli (refresh triennale), che ad ogni controllo rischiano di generare delle fotointerpretazioni diverse, generando insicurezza al momento della redazione delle domande di contributo e di recupero sui premi già pagati. E, per concludere, sono state sottolineate le pessime condizioni in cui versano alcune strade in montagna, anche a causa della carenza di fondi destinati al loro rifacimento o recupero.
Decine di imprenditori associati hanno preso parte all'iniziativa
SEMPRE DISPONIBILI AL DIALOGO “Siamo convinti che sia necessaria una maggiore tutela di chi lavorando in montagna ricopre un ruolo fondamentale nella salvaguardia dei pascoli e dell’ambiente – ha concluso il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. Restiamo quindi a disposizione per approfondire tutte le tematiche evidenziate e trovare insieme delle soluzioni reali e percorribili”. La giornata si è conclusa con un aperitivo per i partecipanti a base di salumi, formaggi e vini cuneesi e con una polentata presso la Gentil Locanda di Marmora.
Lupi ancora in aumento NEL PERIODO 2017-18 SI CONTANO 8 CAPI IN PIÙ RISPETTO AL BIENNIO PRECEDENTE Sono 109 i lupi censiti nel Cuneese secondo il rapporto di Life WolfAlps
109
lupi censiti nel territorio della provincia di Cuneo nel periodo 2017 – 2018, con un incremento di otto unità rispetto al biennio precedente: è quanto emerge dal rapporto finale del progetto Life WolfAlps presentato nelle scorse settimane. Nello stesso documento si legge che, nell’area considerata, il lupo “occupa oramai tutto il territorio montano raggiungendo anche le zone collinari e pedemontane”. Cresce, così, anche la preoccupazione tra gli allevatori per i sempre più frequenti attacchi alle greggi. D’altronde, dal confronto del dato provinciale con quello regionale e, ancor più, con quello di tutta l’area
alpina si capisce bene come nel nostro territorio sia stata ampiamente superata la soglia di tollerabilità. L’intera popolazione dell’arco alpino è di 293 esemplari, dei quali 195 sono in Piemonte. I conti sono presto fatti: più della metà dei lupi presenti nella nostra regione e oltre un terzo del totale si concentra nella Granda. Visto il trend di crescita, è naturale domandarsi con quanti lupi avremo a che fare la prossima stagione. A questo interrogativo si aggiunge anche la sensazione, piuttosto diffusa tra i conduttori di azienda, che i dati pubblicati non rispecchino la situazione reale. In effetti, il rapporto parla di una presenza “minima” di 109 lupi, lascian-
di Silvia Agnello
do aperto il dubbio che ce ne potrebbero essere altri, sfuggiti al conteggio. URGONO PROVVEDIMENTI Confagricoltura Cuneo torna quindi a denunciare la gravità della situazione: “Le predazioni sono ormai continue in tutta la provincia; i lupi vengono avvistati in prossimità dei centri abitati, vicini alle case… Urgono interventi che siano veramente efficaci se non vogliamo che il livello di esasperazione induca qualcuno a difendersi come meglio crede. In altre regioni, dove il numero di predatori è decisamente inferiore, la politica si è mossa”. Il riferimento è alle leggi per il contenimento adottate dalle
Province di Trento e di Bolzano. Il Governo ha poi impugnato questi provvedimenti, in quanto la gestione del lupo non è di competenza locale. D’altro canto, l’approvazione del Piano lupo portata in Conferenza Stato-Regioni a dicembre 2017 è stata rinviata perché non è stato possibile trovare un accordo. Ed è proprio questo stallo a livello nazionale che alimenta sempre più le richiese affinché vengano adottati provvedimenti a livello locale. L’ultima conferma in questa direzione arriva dal Veneto, dove la competente Commissione regionale sta discutendo un provvedimento che indica come ultima istanza la possibilità di “prelevare” i capi in eccesso.
L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
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Energie rinnovabili
"Si torni a credere nelle bioenergie" MONITO DELLA CONFAGRICOLTURA: "IL VENIR MENO DEGLI INCENTIVI NON SPINGE A INVESTIRE NEL SETTORE" di Silvia Agnello
“Q
uella del biometano, e delle energie rinnovabili in generale, rappresenta un’importante opportunità di sviluppo multifunzionale dell’azienda agricola, ma l’attuale situazione di incertezza normativa e l’improvviso venir meno degli incentivi non forniscono la necessaria tranquillità per investire ulteriormente in questo settore”. È quanto esprime Confagricoltura Cuneo sulle prospettive di sviluppo del settore del biometano in ambito agricolo. Il problema è stato di recente discusso anche al tavolo della conferenza nazionale di Legambiente “L’era del biometano”, dove era presente il presidente della federazione Bioeconomia di Confagricoltura Ezio Veggia, anch’egli critico sui contenuti
della “Strategia energetica nazionale”. “Dopo una prima fase di incentivi piuttosto consistenti sugli impianti a biogas, è seguita un’interruzione brusca delle sovvenzioni - riprende Confagricoltura Cuneo -. È mancata, a livello centrale, una programmazione che, dopo l’investimento inziale, permettesse di apportare quegli aggiustamenti e miglioramenti tecnologici necessari affinché il settore potesse poi crescere in autonomia”. Ne consegue che le forti aspettative sullo sviluppo del biometano da matrici agricole rischiano di essere drasticamente ridimensionate, anche a causa delle rigide interpretazioni sul decreto biometano relative ad alcune limitazioni sulla riconversione degli impianti
8 L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
esistenti. Confagricoltura chiede dunque con forza che, anche attraverso il “piano energia-clima” che a breve dovrà essere emanato dai ministeri competenti, si torni a sostenere il settore bioenergie attraverso un’attuazione del decreto biometano che permetta anche di riconvertire gli impianti a biogas esistenti. BIOMETANO AMICO DELL’AMBIENTE La situazione suona paradossale in un periodo in cui l’allarme sui cambiamenti climatici è di stretta attualità. “I risvolti ambientali – conclude Confagricoltura – sarebbero molto interessanti, vista l’attuale possibilità di non bruciare più il biometano nel motore a scoppio, ma di immetterlo direttamente in rete. Certo, è una strada percorribile non da tutti, ma almeno quelle aziende con una produzione consistente o che si trovano vicine alla rete potrebbero ottimizzare il processo e renderlo ancora più sostenibile dal punto di vista ambientale. È però necessario rendere percorribile questa via sia dal punto di vista normativo sia da quello economico, perché il biometano deve costituire una fonte di reddito per le aziende”.
Cerealicoltura
Mais, strade per il rilancio IL RACCOLTO 2018 È BUONO, MA I PREZZI SONO POCO REMUNERATIVI. SERVE UN CAMBIO DI MENTALITÀ NELLA COLTIVAZIONE di Gilberto Manfrin
“I
l nostro prodotto va migliorato”. Era stato questo il monito lanciato da Marco Pasti, presidente nazionale della sezione Cereali da foraggio di Confagricoltura, in una recente intervista concessa su “L’Agricoltore cuneese” all’inizio dell’anno. Parole pronunciate nel fornire un commento al trend negativo che, nel 2017, aveva segnato la coltivazione di mais nel nostro Paese.
ANNATA 2018 POSITIVA Il 2018 invece, andrà in archivio come un anno sostanzialmente buono: “In linea di massima - afferma Pasti - l’annata sarà ricordata per la buona produzione, sia come quantità che per qualità. Le produzioni per ettaro hanno compensato una generale mancanza di coltivazioni in ettari a livello italiano. Non si sono verificati particolari allarmi di micotossine varie. La definirei una normale annata di raccolto”. C’era stata qualche particolare preoccupazione per la siccità verificatasi a metà giugno: “Ma non ha influito sulla produzione – prosegue il presidente nazionale -. Anche la cimice asiatica non ha provocato danni. Ciò che lascia perplessi, invece, sono i prezzi: stupisce questa forbice importante tra gli importi del frumento, anche foraggero, e quelli del mais. In genere uno tira l’altro, ma ciò non sta avvenendo". Anche nel Cuneese l’anno si sta per chiudere in modo positivo come commenta Andrea Ingaramo, presidente della sezione Cereali e Semi oleosi di Confagricoltura Cuneo: “Sicuramente meglio del 2017, quando il calo dei prezzi e in particolar modo la siccità avevano minato il raccolto e in generale il comparto. Anche quest’anno c’è stata qualche zona, come il Saviglianese, particolarmente colpita dalle calamità naturali, in primis la grandine, dove le produzioni sono state più basse, ma in altre il prodotto è stato preservato e ha garantito buone produzioni sia per quantità che per qualità”. Conferme giungono da Adriano Rosso, segretario della Confagricoltura zona di Cuneo: “Abbiamo registrato una buona qualità nei primi raccolti, mentre in alcuni casi risentono già delle piogge di fine estate e inizio autunno. Non si registrano, tuttavia, particolari problemi con le micotossine che possono comportare rischi alla salute degli animali”. Tira le fila anche Luisa Ferrero, amministratore delegato della cooperativa cerealicola di Riva presso Chieri, in provincia di Torino, aderente al consorzio cerealicolo Capac nonché socia dell’Unione agricoltori: “Possiamo stilare un bilancio medio-buono - dice -, ma è un quadro in divenire perché abbiamo ancora da raccogliere le semine di giugno. Non usiamo trionfalismi perché la pioggia caduta nella prima parte della primavera ha rovinato molti terreni, in particolare quelli che hanno drenato molto. Abbiamo tentato di recuperare in coda, ma in termini produttivi abbiamo pagato un po’ dazio. Detto questo la campagna non è male. La qualità, per fortuna, è sotto controllo: le analisi di ricevimento sono state molto positive, attendiamo la conferma sui lotti stoccati ma tutto sembra dire che il prodotto è buono”.
AGGREGAZIONE DI PRODOTTO, FILIERE TRACCIATE E BIOTECNOLOGIE Enrico Allasia presidente della Confagricoltura Cuneo, prova a fornire alcuni consigli su come migliorare qualitativamente il prodotto e aumentare la marginalità: “È noto come i guadagni su prodotti come il mais siano ormai risicati se non assenti – dice Allasia -. Per questo già oggi alcuni agricoltori portano avanti operazioni come l’essicazione del prodotto e lo stoccaggio aziendale, in modo da poter vendere quando il prezzo è al rialzo. Bisognerebbe, però, lavorare di più su concetti come aggregazione di prodotto e filiere tracciate per garantire un prodotto made in Italy, usare biotecnologie - per cogliere le opportunità che ci fornisce la scienza - e sfruttare di più le tecnologie in grado di analizzare i cosiddetti Big data -. Oggi infatti, l’utilizzo della cosiddetta precision farming (agricoltura di precisione) ci permette di ottimizzare l’uso dei concimi, dei prodotti chimici, distribuendoli solo in base alle reali necessita della pianta. Non dimentichiamo, anche, le potenzialità della microirrigazione, che oltre a favorire un risparmio idrico permette una distribuzione localizzata dell'acqua, in modo da evitare di mandare la pianta in stress e renderla più vigorosa e meno soggetta ad attacchi patogeni. Tutti questi strumenti e accorgimenti, se applicati correttamente, possono fare la differenza e valorizzare un prodotto oggi troppo in balia della speculazione finanziaria". TAVOLO TECNICO NAZIONALE SULLA FILIERA Intanto, proprio in tema mais, si è svolto a inizio ottobre il primo incontro tecnico del Tavolo di filiera durante il quale si sono analizzate le attività in corso a livello nazionale e le esigenze del settore riassumibili essenzialmente in 5 fasi: promozione e supporto di innovazioni agronomiche mirate ad aumentare rese e sanità del mais; sostegno della rete di sperimentazione pubblica; valorizzazione delle infrastrutture di stoccaggio; armonizzazione degli interventi normativi e di politica di settore e individuazione degli interventi a sostegno della filiera.
AGRIMARKETPLACE
Nuova opportunità digitale per commercializzare il mais Tra le diverse opportunità digitali per la commercializzazione delle commodities è da poco stata realizzata la piattaforma “Agrimarketplace”. La piattaforma, già online e visitabile al link: https://agrimp.com/ è perfettamente funzionante anche se non ancora disponibile in italiano. I prodotti commercializzabili online sono: riso, grano, mais, orzo e triticale; l’azienda, essendo in fase di start up, è disposta comunque ad implementare nuovi prodotti e nuovi mercati, ad esempio di prossima introduzione ci sarà la frutta a guscio, mandorle e nocciole nello specifico. La piattaforma è abbastanza semplice, intuitiva e di facile applicazione, segue il classico modello di B2B digitale in cui l’operatore agricolo entra in diretto contatto (virtuale) con l’operatore agroindustriale e conclude l’accordo commerciale. Nella pratica, un operatore agricolo dopo aver inserito i suoi dati anagrafici ed effettuato la registrazione e la validazione dei dati bancari, ha essenzialmente due possibilità: mettere in vendita le proprie produzioni e fissare un prezzo e rispondere ad un’offerta di acquisto già pubblicata da un operatore agroindustriale.
L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
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Latte
Latte, si guardi all'intesa lombarda ACCORDO TRA AGRICOLTORI E INDUSTRIALI FINO A FINE ANNO. CONFAGRICOLTURA: "SIAMO SEMPRE APERTI AL DIALOGO" di Paolo Ragazzo
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aggiunto l’accordo su prezzo del latte. Ma non in Piemonte, bensì nella vicina Lombardia. Gli allevatori lombardi e Italatte (principale azienda lattiero-casearia attiva sul mercato nazionale) hanno trovato l’intesa per l’ultimo trimestre del 2018: 37,5 centesimi al litro per il mese di ottobre, 38 a novembre e 38,5 a dicembre. Per i mesi successivi si sta studiando un'intesa sull'indicizzazione del prezzo. Il mese di novembre porta così novità fresche sul mercato del latte. Un accordo che rappresenta, storicamente, un punto di riferimento anche per le altre regioni italiane, Piemonte compreso, dove però l’intesa è ben lungi dall’essere raggiunta. TAVOLO LATTE: NULLA DI FATTO Lo dimostra quanto accaduto nelle scorse settimane: all’assessorato regionale all’Agricoltura si è tenuto un nuovo confronto tra gli agricoltori e gli industriali sul futuro del comparto in Piemonte. Il tavolo tecnico, che si è svolto lunedì 22 ottobre con la partecipazione di Confagricoltura rappresentata dall’allevatrice Cristina Donalisio, referente del comparto per la provincia di Torino, si è chiuso con il più classico “nulla di fatto” nonostante la presentazione di una tabella qualità, condivisa e preparata da tutte le organizzazioni agricole e avanzata con l’obiettivo di rendere più omogeneo il quadro. “La nostra tabella non è stata presa in considerazione, ma noi restiamo fermi sulla nostra posizione che accomuna tutta la parte agricola – sottolinea la Confagricoltura Cuneo –. Il latte c’è, ha un alto livello qualitativo e va per questo remunerato nel giusto modo, cosa che non avviene. Ciò che chiediamo sono regole comuni e omogenee per il comparto. Siccome l’interesse dei produttori è uguale in tutte le aree di produzione, abbiamo chiesto un’uniformità di trattamento, che però non viene presa nella giusta considerazione dagli industriali”.
Ancora nulla di fatto in Piemonte nelle trattative sul prezzo del latte
IL NODO DELLA TABELLA QUALITÀ Di latte si è discusso anche lunedì 5 novembre in un incontro convocato dall’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero proprio per affrontare il tema di una tabella unica per la qualità. “Crediamo che questo strumento possa costituire la base di partenza per ottenere una trasparenza utile per lo sviluppo di un comparto strategico per le produzioni di qualità” - sostiene Guido Oitana, presidente dei produttori lattiero caseari di Confagricoltura Piemon-
te. In Piemonte - ricorda Confagricoltura - operano circa 2mila aziende agricole di allevamento di vacche dalle quali si ottengono oltre 2 milioni e mezzo di litri di latte al giorno . La tabella proposta dagli allevatori è molto simile a quella utilizzata in Lombardia. Proprio in riferimento ad essa, negli scorsi giorni l’assessore regionale ha inviato una lettera ai vertici di Assolatte e della commissione agroindustria di Confindustria Piemonte in cui chiede di giungere a una tabella di riferimento sul prezzo del latte, da definire dopo un confronto su quella proposta dai rappresentanti degli allevatori. DIALOGO CON L’INDUSTRIA “Ciò che accade in Lombardia è sempre una cartina di tornasole per il comparto - sottolinea Confagricoltura Cuneo -. I rapporti tra le parti sono visti con molta attenzione anche dagli allevatori di altre regioni, Piemonte compreso. L’evolversi dei rapporti tra industriali e agricoltori nell’area lombarda ha la sua influenza in tutte le principali zone del Paese dove si produce il latte. Dobbiamo tener conto dell’intesa raggiunta in Lombardia dove, va detto, c’è però una situazione diversa rispetto alla nostra: lì le cooperative hanno un peso preponderante, svolgono una funzione calmierante e danno indicazioni importanti al mercato. Detto questo, per quel che ci riguarda, siamo sempre aperti al dialogo e confidiamo nell’ascolto della parte industriale, affinché torni a ragionare con noi anche e soprattutto dopo quanto accaduto vicino ai nostri confini”.
Q U O T E L AT T E
In arrivo la “pace fiscale” per le multe Martedì 23 ottobre la Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana ha pubblicato il decreto legge numero 119, recante “Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria”. Si tratta del cosiddetto "decreto fiscale" che dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, dunque entro la vigilia di Natale. In base all’articolo 6 del decreto, se non vi saranno modifiche, gli splafonatori delle quote latte potrebbero trovare sotto l'albero un "regalo" che consentirà loro di ottenere uno sconto importante sul debito relativo alle multe per il pagamento del prelievo supplementare, con una rateizzazione degli importi fino a un massimo di 20 rate trimestrali. In questo modo (forse) si metterebbe la parola fine a una vicenda che va avanti dalla campagna 1995-1996 e che ha prodotto 2,4 miliardi di multe, dei quali pagati (soltanto) 1 miliardo e che espone il nostro Paese a una procedura di infrazione pressoché certa da parte dell'Unione europea. Al momento, non appare ancora ben definito come si potrà mettere una pietra tombale sulla vicenda, ma dovrebbe essere sufficiente pagare poco meno della metà della multa, senza interessi e sanzioni. In questo modo una parte, molto esigua, di agricoltori otterrebbe la propria quota di “pace fiscale”, confermando il detto che a pagare e morire c'è sempre tempo, ma lasciando l’amaro in bocca a chi, ed è la stragrande maggioranza, ha sempre operato nel pieno rispetto delle regole”.
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Zootecnia
Il San Daniele sotto la lente ESAMINATE DALLA CONFAGRICOLTURA DI CUNEO LE MODIFICHE PROPOSTE AL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DOP
Un momento dell'incontro tenutosi a Fossano il 31 ottobre
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fine ottobre la sezione suinicola di Confagricoltura Cuneo si è riunita a Fossano per esaminare la proposta di modifica del disciplinare di produzione della Dop “Prosciutto San Daniele”. Alla presenza del direttore Roberto Abellonio e del presidente della sezione Roberto Barge, i rappresentanti degli allevamenti suinicoli di Confagricoltura hanno approfondito la questione ed esaminato la bozza di modifica, arrivando a formulare proposte in linea con la realtà e le esigenze del territorio cuneese. In provincia di Cuneo sono, infatti, circa 750 le aziende del comparto che allevano oltre 850mila capi destinati per l’80% proprio ai circuiti del San Daniele e del Crudo di Parma. Il disciplinare di Produzione della DOP Prosciutto San Daniele risale al 2007 e le modifiche avanzate dal Consorzio toccano tra i diversi aspetti, essenzial-
mente tre questioni contenute nell’articolo 5 del nuovo testo, proposto sotto forma di articolato: genetica, peso medio dei capi e peso riferito alla carcassa e alle cosce e l’alimentazione. Tali modifiche, ancora allo studio, sono per alcuni versi incisive e presentano anche alcune criticità, in particolare: la soppressione del riferimento al peso medio per partita; la modifica del peso morto delle carcasse; alcune limitazioni inerenti l’uso dei lipidi nelle razioni di alimentazione con l’inserimento della regola sull’origine degli alimenti che devono provenire per il 50% della sostanza secca dalla zona di allevamento. “Abbiamo voluto esaminare queste importanti variazioni direttamente con le nostre aziende suinicole per valutarne il possibile impatto e, soprattutto, raccogliere osservazioni e proposte da sottoporre alla nostra sede nazionale e alle istituzioni coinvolte”, ha dichiarato il presidente della sezione Roberto Barge. “Rimane da considerare l’effetto di una modifica al disciplinare del Prosciutto di San Daniele rispetto alle regole di produzione del Prosciutto di Parma, i cui areali di produzione dei capi si sovrappongono in larga parte - ha concluso il direttore Roberto Abellonio -. In tal senso la scelta di modificare solo un disciplinare, e non entrambi, potrebbe orientare la produzione verso l’una o l’altra denominazione”.
Ricetta elettronica con l'inizio del 2019 DAL 1° GENNAIO SARÀ OBBLIGATORIA PER PRESCRIVERE TUTTI I PRODOTTI VETERINARI E I MANGIMI MEDICATI di Silvia Agnello
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ntrerà in vigore il 1° gennaio 2019 l’obbligo di ricetta elettronica veterinaria per la prescrizione di prodotti veterinari e di mangimi medicati. Si tratta di un’ulteriore proroga dopo quella del decreto “Milleproroghe”, che aveva portato i termini da settembre a dicembre. Con la conversione del decreto in legge, lo scorso settembre, il termine è stato fatto slittare di un ulteriore mese e l’obbligo entrerà dunque definitivamente in vigore, dando attuazione alle direttive europee di settore, all’inizio del prossimo anno.
L’introduzione della ricetta veterinaria elettronica, attraverso l’alimentazione del Sistema Informativo Nazionale per la Farmacosorveglianza, si applica all’intero ciclo di gestione dei medicinali e dei mangimi medicati e prodotti intermedi destinati all’uso in veterinaria, dalla prescrizione-erogazione fino alla registrazione delle informazioni dei trattamenti effettuati. Lo scopo è di garantire la totale tracciabilità del farmaco, dalla produzione all’utilizzo negli allevamenti. Oreste Massimino, presidente della Federazione
Oreste MASSIMINO Presidente della FNP avicola di Confagricoltura
Nazionale Avicola di Confagricoltura, pur evidenziando alcune criticità, esprime sulla questione un parere in linea generale favorevole: “La tracciabilità totale del farmaco è garanzia di sicurezza alimentare e non può che essere vista positivamente. Dal punto di vista operativo, come ogni nuova procedura, potrà in un primo momento creare qualche disagio, soprattutto per chi non ha molta dimestichezza con le nuove tecnologie. Una volta superate le difficoltà iniziali, ci si renderà conto di come il processo venga decisamente velocizzato. Il vero problema da porsi e da risolvere è quello di come si potrà operare in quelle zone disagiate in cui non è presente la connessione internet. Si pensi, ad esempio, ai malgari in alpeggio”.
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Frutticoltura
Dicitura "Langhe" aggiunta alla IGP? LA "TONDA GENTILE DELLA LANGHE" TOLTA DAL REGISTRO NAZIONALE, ORA SI CERCANO NUOVE FORME DI TUTELA Un'ipotesi allo studio e dall'iter lungo
di Ilaria Blangetti
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n ulteriore passo avanti. Il ministero delle Politiche agricole, con decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 ottobre, ha aggiornato il “Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto”, cancellando ufficialmente la denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”, recependo così la sentenza del Tar del Lazio emessa il 14 marzo scorso. Per indicare la varietà di nocciola “Tonda Gentile” si potrà, d’ora in poi, utilizzare soltanto il sinonimo “Tonda Gentile Trilobata”. "Si tratta del recepimento della sentenza del Tar che mette fine ad una lunga discussione - commenta Aldo Gavuzzo, presidente sezione Frutta in guscio -. Un passo importante per la tutela dei
nostri prodotti, ma non basta”. “Si conclude così un percorso lungo due anni – commenta Nicoletta Ponchione, vicepresidente del Consorzio tutela e valorizzazione nocciola Piemonte Igp – per riuscire a eliminare il toponimo Langhe dal nome della varietà. Un passo fondamentale a tutela della cultivar e in ottemperanza ai regolamenti comunitari che richiedono di non dare indicazioni geografiche nel nome delle varietà, per evitare di far cadere il consumatore in inganno". Parallelamente è nata la necessità di tutelare il nome Langhe per evitare che venga poi erroneamente rivendicato e dare impulso ai nostri prodotti. Si sta pro-
cedendo, infatti, per l’aggiunta dell’inserimento della dicitura “delle Langhe” sulle etichette delle nocciole Piemonte IGP prodotte nell’area dei Comuni compresi in una specifica area geografica. Una zona che comprende i Comuni di parte della Langa Cebana, di quella Cuneese e di quella Astigiana. “Stiamo lavorando per la dicitura Nocciola Piemonte IGP delle Langhe: al momento la documentazione è al vaglio della Regione – continua Nicoletta Ponchione - Dopodiché passerà all’esame del Ministero e successivamente arriverà a Bruxelles per la sua trattazione a livello europeo. Un iter lungo ma fondamentale per la tutela delle nostre produzioni”.
Castagne, serve un piano di sviluppo PRODUZIONE BUONA NEL CUNEESE. CONFAGRICOLTURA: "BISOGNA SOSTENERE LE AZIENDE CON MISURE STRUTTURALI" La raccolta cuneese ha coinvolto mille aziende
Anche quest’anno la raccolta delle castagne in provincia di Cuneo ha coinvolto oltre 1.000 aziende su 20mila ettari di boschi o coltivazioni riservando riscontri che variano a seconda delle diverse zone della provincia. Al di là dell’andamento dell’annata, tuttavia, ciò che continua a mancare secondo la Confagricoltura è un reale piano di sviluppo del comparto che miri a sostenere il rinnovamento delle aziende, a partire proprio dalle piante che, in molti casi, sono ormai troppo vecchie per garantire un’adeguata produzione: “La castanicoltura cuneese ha bisogno di una progettualità maggiore che consideri la natura del comparto, composto quasi esclusivamente da aziende situate in zone marginali e, quindi, da
di Enzio Isaia
sostenere con adeguate misure strutturali”, dichiara Confagricoltura Cuneo. Ma veniamo alla raccolta, partendo da Cuneo e dintorni: “La produzione è stata buona, ma la pezzatura dei frutti nei castagneti di valle leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti a causa delle condizioni climatiche e le quotazioni purtroppo non sono sufficienti per remunerare i costi di produzione – dice Adriano Rosso, segretario della zona di Cuneo della Confagricoltura -. Per quanto riguarda gli ibridi e gli impianti coltivati a frutteto, pur in presenza di una qualità elevata di prodotto, la situazione è comunque incerta a causa di un’avversità fungina, individuata in centro Italia, che ha creato allarmismi tra gli acquirenti
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anche in Piemonte”. La situazione è risultata migliore nelle valli del Monregalese e del Saluzzese: “Nei castagneti più storici, situati nella fascia di alta montagna, la produzione, seppur in leggero ritardo nella caduta dei frutti a terra, ha avuto una buona pezzatura, ma in lieve diminuzione nelle quantità” – sottolinea Valter Roattino, segretario della zona di Mondovì della Confagricoltura. “Anche nelle vallate del Saluzzese la raccolta si è chiusa positivamente in termini di pezzatura, sia sulle varietà locali che su quelle ibride euro-giapponesi, anche se qualche problema legato al marciume ha influito sulle rese finali”, conclude Marco Bruna, segretario della zona di Saluzzo della Confagricoltura.
La frutta tra embargo e regole diverse di Ilaria Blangetti
“Q
uando si chiude un mercato di sbocco è sempre un danno”. Claudio Sacchetto, presidente sezione Ortofrutta di Confagricoltura Cuneo, parla delle difficoltà del comparto e delle conseguenze dell’embargo russo. Proprio quest’ultimo è uno dei tanti aspetti presi in esame dal documento predisposto dalla Confagricoltura a seguito dell’incontro convocato dal Mipaaft per discutere delle problematiche del settore ortofrutticolo, uno dei più importanti per l’agroalimentare italiano. Il documento dedica ampio spazio alla frutta fresca, traino fondamentale per l’agricoltura cuneese. Proprio sull’embargo, nel documento si sottolinea come la chiusura del mercato russo abbia creato notevoli difficoltà ai produttori di ortofrutta perché si è perso un mercato di sbocco che si stava sviluppando e perché tutte le produzioni dirette in Russia si sono riversate sul territorio dell’Unione Europea creando un surplus di prodotto e un crollo delle quotazioni. “Gli effetti negativi, infatti – aggiunge Sacchetto – non sono solo nell’immediato, ma rischiano di diventare strutturali perché il mercato russo si è ormai direzionato verso altri Paesi, mettendo a repentaglio anni e anni di rapporti commerciali, con difficoltà che si presenteranno anche una volta che si riapriranno le trattative”. Viste le conseguenze dell’embargo russo e le problematiche riscontrate nei Paesi del Nord Africa, che hanno azzerato o ridotto l’assorbimento dell’ortofrutta italiana, si rende necessario arrivare su nuovi mercati. Gli scambi internazionali, però, oggi sono ostacolati dalle barriere fitosanitarie “che in realtà – si legge nel documento – spesso mascherano vere e proprie misure di protezionismo. In pratica l’ortofrutta vive uno squilibrio nelle regole tra import (approccio permissivo dell’Unione Europea) ed export (approccio restrittivo dei Paesi terzi) e incontra notevoli difficoltà nei negoziati. Occorre quindi lavorare per cercare di rimuovere questi vincoli”, cercando di guardare a mercati potenzialmente strategici come Cina o Giappone. “Per l’importazione le regole sono dettate dall’Ue, mentre nelle esportazioni si tratta di accordi bilaterali tra i Paesi – aggiunge Sacchetto –: una difformità che non aiuta i rapporti commerciali. Inoltre, servirebbe maggior potere decisionale per non sottostare ad alcune logiche distorte della grande distribuzione”. Tra le linee prioritarie d’intervento per il miglioramento del comparto segnalate sul documento, si trova anche la premialità per i produttori che aderiscono alle diverse forme di aggregazione. Incentivi che potrebbero consistere nel riconoscimento di un maggior punteggio negli elenchi dei beneficiari di aumenti contributivi Pac o in riduzioni fiscali. “Questo è un aspetto importante – conclude Sacchetto –, ma dev’essere assolutamente supportato da una strategia di fondo. Potrebbe essere interessante, inoltre, chiedere di inserire il pagamento accoppiato anche per il comparto frutta fresca in vista della riforma della Pac”.
I N I Z I AT I VA R E G I O N A L E
Indagine sull'estirpo di kiwi L’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva relativamente alle operazioni di estirpo degli impianti di kiwi condotti nell’autunno/inverno 2018/2019. Per questo motivo è necessaria la collaborazione delle aziende agricole interessate per far pervenire alla segreteria della Direzione regionale le indicazioni utili relative a tali operazioni (superficie, particelle interessate, ecc.) per eventuali futuri provvedimenti. Le comunicazioni dovranno essere indirizzate via PEC all’indirizzo agricoltura@cert.regione.piemonte.it e recare come oggetto la dicitura: Segnalazione estirpo Kiwi. “Prendiamo atto dell’iniziativa della Regione, che si è attivata anche dopo le nostre numerose sollecitazioni – commenta Confagricoltura Cuneo -. Ci auguriamo che questo possa essere il primo passo verso la progettualità di futuri bandi per la realizzazione di nuovi impianti o per sostituzioni varietali, nell’ottica di un concreto risarcimento economico per i gravi danni subìti dalla frutticoltura piemontese e cuneese”. Gli operatori di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione degli associati per l’invio di tali informazioni. Per info contattare gli uffici tecnici nelle varie sedi sul territorio.
P R AT I C H E S L E A L I
Azione del Parlamento Ue Il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Confagricoltura CiaAgricoltori Italiani, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ha accolto con grande soddisfazione l’approvazione da parte dell’assemblea plenaria del Parlamento Europeo della proposta di direttiva che combatte le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. “Si tratta di un risultato estremamente positivo per gli agricoltori e le cooperative agroalimentari di tutta l’Unione Europea, che attendevano con ansia l’esito di questa votazione”, commenta Agrinsieme, che si è sempre espresso a favore di una normativa europea che possa stabilire regole e procedure in grado di garantire una catena di approvvigionamento alimentare più equa, più trasparente e più sostenibile in tutta Europa. Il Coordinamento aveva inviato una lettera agli europarlamentari italiani, per invitarli a sostenere il progetto di parere del primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro. "A questo punto l’on. De Castro, responsabile della relazione approvata dalla ComAgri con numerosi emendamenti alla proposta di direttiva - continua Agrinsieme - ha il pieno mandato del Parlamento UE per condurre i negoziati interistituzionali”. L’auspicio del coordinamento è che i molti miglioramenti rispetto al testo iniziale della direttiva, introdotti dalla ComAgri e fondamentali per tutelare le imprese agricole e le loro cooperative, siano ratificati nei triloghi e che il provvedimento sia approvato all’inizio del 2019.
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Vitivinicoltura
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li ettari di vigneto della città di Alba sono 907. Una cifra che colloca la capitale delle Langhe al terzo posto nella provincia di Cuneo per superficie vitata, dietro ai Comuni di Monforte (1.055 ettari) e Santo Stefano Belbo (1.050 ettari). Confrontando i dati rispetto a 10 anni fa, gli ettari dedicati alla vite sono aumentati del 5%, mentre le aziende sono diminuite del 16%. Tuttavia, quelle rimaste hanno visto crescere la loro superficie di oltre un quarto. Il Moscato d’Asti (24% della superficie) e il Barbera d’Alba (21%) sono le due denominazioni più presenti. Risultano in calo alcuni vigenti storici a partire dal Dolcetto d’Alba, che ha ceduto 47 ettari di area. L’aumento più significativo riguarda invece Il Nebbiolo d'Alba e il Langhe Doc Nebbiolo, cresciuti dal 2011 al 2017 di 62 ettari. Salgono anche l’Alta Langa che detiene quasi 3 ha di superficie. Cifre e numeri sono emersi nel corso del convegno di domenica 4 novembre ad Alba, nella Sala Riolfo del Cortile della Maddalena dal titolo “Vigneto Alba: storia, territorio, clima e superfici. Analisi delle superfici vitate del Comune di Alba”, organizzato dall’Associazione “Cantine di
Alba è terza per superfici vitate DOMENICA 4 NOVEMBRE SI È SVOLTO UN INTERESSANTE CONFRONTO SULLE DOC E SULLE PECULIARITÀ DEL COMUNE ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE "CANTINE DI ALBA" di Gilberto Manfrin
Alba”. L’appuntamento si è rivelato una bella occasione per confrontarsi sulle Doc del Comune e sulle particolarità del suo territorio. A illustrare i dati sulle superfici delle varie Doc nel territorio albese e alla loro evoluzione nel corso degli anni è stato Roberto Abellonio, presidente dell’Associazione “Cantine di Alba”. Proseguendo nell'analisi, trenta, in tutto, risultano essere le cantine sul territorio albese, dato che per numero di aziende vinicole colloca la Città ai piedi del podio, dopo Santo Stefano Belbo, Monforte e La Morra. Il convegno ha fornito una breve illustrazione, a cura di Edmondo Bonelli, sull’origine del territorio albese, attraverso un’analisi delle diffe-
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renze pedologiche e microclimatiche delle colline albesi. Nella seconda parte dell’incontro Parola ai Consorzi di Tutela, è stato dato spazio al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani (Presidente Matteo Ascheri), al Consorzio per la Tutela dell’Asti (Direttore Giorgio Bosticco), al Consorzio Alta Langa Docg (Presidente Giulio Bava) e al Consorzio di Tutela del Roero (Presidente Francesco Monchiero). Al termine dell’incontro il moderatore dell'evento Roberto Fiori, giornalista de La Stampa, ha stimolato un vivace dibattito tra i presenti sulle problematiche legate al territorio ed alle esigenze delle 260 aziende viticole del territorio.
INSERTO TECNICO
U N I O N E
P R O V I N C I A L E
A G R I C O L T O R I
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NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SU WWW.FACEBOOK.COM/CONFAGRICOLTURACUNEO
S P E C I A L E
FATTURAZIONE ELETTRONICA Dal gennaio 2019, diventerà obbligatoria l’emissione della fattura elettronica per tutti i rapporti commerciali tra soggetti residenti nel territorio dello Stato. Tale obbligo, introdotto dalla Legge di Bilancio 2018 e voluto dell’Unione europea, vale sia nei rapporti tra soggetti titolari di partita IVA (operazioni B2B, cioè Business to Business), che nei rapporti fra titolari di partita IVA e privati (operazioni B2C, cioè Business to Consumer). La fattura cartacea non avrà più valenza, dunque, nè ai fini fiscali, nè per vantare crediti o detrarre debiti e spese. Confagricoltura ha mostrato il suo disaccordo per quella che si preannuncia come una vera e propria rivoluzione a carico delle aziende e auspica che la politica sia sensibile alle richieste avanzate dall'organizzazione. Si riassumono qui schematicamente i punti principali della nuova normativa.
LA FATTURA 1 COS’È ELETTRONICA
La fattura elettronica si differenzia da una fattura cartacea, in generale, solo per due aspetti: • va necessariamente redatta utilizzando un pc, un tablet o uno smartphone; • deve essere trasmessa elettronicamente al cliente tramite il cosiddetto Sistema di Interscambio (SdI). Il SdI è una sorta di “postino” che: - verifica se la fattura contiene almeno i dati obbligatori ai fini fiscali nonché l’indirizzo telematico (“codice destinatario” o indirizzo Posta Elettronica Certificata - PEC) al quale il cliente desidera che venga recapitata la fattura; - controlla che la partita Iva del fornitore (cedente/prestatore) e la partita Iva o il Codice Fiscale del
cliente (cessionario/committente) siano esistenti. In caso di esito positivo dei controlli precedenti, il Sistema di Interscambio consegna in modo sicuro la fattura al destinatario comunicando, con una “ricevuta di recapito”, a chi ha trasmesso la fattura la data e l’ora di consegna del documento. In definitiva, quindi, i dati obbligatori da riportare nella fattura elettronica sono gli stessi che si riportavano nelle fatture cartacee, oltre all’indirizzo telematico dove il cliente vuole che venga consegnata la fattura e il codice destinatario.
ATTENZIONE!
La fattura si considera emessa, quindi VALIDA, nel momento in cui è trasmessa al SdI, quindi la fattura accompagnatoria deve OBBLIGATO-
RIAMENTE essere redatta e trasmessa PRIMA della partenza della merce. Restano valide le regole che consentono di predisporre la “fattura (elettronica) differita” entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, nel rispetto delle disposizioni vigenti. Dal punto di vista operativo, questa disposizione può consentire all’utente di avere più tempo per predisporre e trasmettere al SdI la fattura elettronica, fermo restando l’obbligo di rilasciare al cliente – al momento dell’operazione – un documento di trasporto o altro documento equipollente anche su carta. Dal 01/07/2019 sarà possibile trasmettere la fattura elettronica entro 10 giorni dalla data di emissione, ma Confagricoltura ha fatto richiesta che tale termine venga anticipato al 01/01/2019.
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SI EMETTE LA 2 COME FATTURA ELETTRONICA
SI RICEVE 3 COME UNA FATTURA
La fattura elettronica dovrà essere ELETTRONICA La fattura elettronica si può ricevere in emessa, tramite appositi due modi: 1) tramite PEC; 2) tramite software, in un particolare SdI indicando il codice destinataformato (XML) e trasmessa rio di sette cifre. direttamente dall'azienda o Per tutte le aziende in contabilità presso attraverso un intermediario Confagricoltura Cuneo, provvederanno autorizzato al Sistema di gli operatori dell'associazione a impoInterscambio (SdI) dell’Agenzia stare sul sito dell'Agenzia delle Entrate delle Entrate. Provvederà poi il codice destinatario. l’Agenzia delle Entrate a trasmettere Successivamente gli uffici trasmetteranla fattura (sempre in formato no velocemente le fatture passive alle elettronico) al cliente. aziende. Si invitano dunque le aziende Al fine di garantire il recapito della fattura al cliente dovrà essere indicato che ancora ne sono sprovviste, di munirsi di un indirizzo di posta elettronica in fattura il “codice destinatario” ordinaria (non Pec) e di idonei strumenti del cliente, entro la data di emissione della prima fattura le aziende agricole per poterla consultare. È fondamentale consultare quotidiadovranno quindi recuperare i codici namente tutte le fatture ricevute per dai propri clienti. pagare e per poter contestare tempestiSe non si conosce il codice destinatario è sufficiente inserire 7 zeri vamente eventuali errori al fornitore (0000000) e la fattura sarà comunque Per le aziende che non hanno un indirizzo e-mail verrà istituito un servizio di recapitata nel cassetto fiscale del notifica SMS, ma dovranno comunque destinatario in quanto collegato alla recarsi presso gli uffici di Confagricoltupartita IVA. 12-09-2018 DEF. Mezza pagina Agricoltore Cuneese_Layout 1 17/09/2018 11:49 Pagina 1
ra per ritirare le fatture. Per essere sicuri di ricevere correttamente una fattura, è indispensabile comunicare in modo chiaro e tempestivo al fornitore non solo la propria partita Iva e i propri dati anagrafici, ma anche l’indirizzo telematico (PEC o Codice Destinatario di 7 cifre) che il fornitore dovrà riportare nella fattura affinché il SdI sia in grado di consegnare la fattura stessa. Per rendere più sicuro questo delicato passaggio oltre che più rapido, agevolando il fornitore nella fase di acquisizione dei dati del cliente, tutti gli operatori titolari di partita Iva possono: 1) registrare preventivamente presso il SdI l’indirizzo telematico dove desiderano ricevere in automatico tutte le loro fatture, anche se il fornitore non ha inserito correttamente il codice destinatario; 2) farsi generare da Confagricoltura Cuneo e portare con sé un codice bidimensionale (QRCode) contenente il numero di partita IVA, tutti i dati anagrafici e l’indirizzo telematico di default comunicato preventivamente al SdI.
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INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
Generando il QRCode, poi, si avrà a disposizione, di fatto, una sorta di “biglietto da visita” che potrà essere portato con sé o sullo smartphone sotto forma di immagine oppure su carta: mostrandolo al fornitore (come oggi si fa con la tessera sanitaria quando si effettua una spesa medica), quest’ultimo potrà leggere e acquisire il numero di partita Iva del cliente, i suoi dati anagrafici e il suo indirizzo telematico (solo se il cliente ha prima utilizzato il servizio di registrazione). Qualora il fornitore utilizzi una delle procedure gratuite dell’Agenzia delle Entrate per predisporre la fattura o altra procedura di mercato in grado di leggere il QRCode, i dati in esso contenuti saranno automaticamente e senza errore precompilati in fattura.
4 INTERMEDIARI Come detto, le fatture elettroniche possono essere trasmesse o ricevute attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) avvalendosi della figura dell’intermediario (ed esempio Confagricoltura Cuneo),
comunicando al cedente/prestatore l’indirizzo telematico (codice destinatario o PEC) dello stesso intermediario.
modalità, ossia in formato cartaceo o attraverso formato elettronico non conforme allo standard previsto (es. fattura emessa e trasmessa in formato excel o PDF). Le fatture non emesse in formato elettronico XML saranno considerate nulle e, dunque, non emesse anche se venissero regolarmente registrate e venisse pagata l’IVA derivante da tali documenti.
È IL CODICE 5 QUAL DESTINATARIO DEL-
LE AZIENDE AGRICOLE CHE AFFIDANO LA CONTABILITÀ A CONFAGRICOLTURA CUNEO?
Il codice destinatario sarà comunicato alle aziende in contabilità con apposita comunicazione.
6 CONSERVAZIONE FATTURA EMESSA
La norma prevede che la fattura elettronica debba essere conservata digitalmente – attraverso soggetti appositamente autorizzati – per i 10 anni successivi all’emissione. A questo provvederà la Confagricoltura.
DELLA 7 EMISSIONE FATTURA CARTACEA
Dal 1° gennaio 2019 non sarà più possibile emettere le fatture con le vecchie
8 SOGGETTI ESONERATI
Sulla base della normativa vigente, sono esclusi dalla fatturazione elettronica unicamente: • gli agricoltori esonerati da adempimenti contabili (volume d’affari annuo inferiore a 7.000 €); • coloro che applicano il regime forfettario; • coloro che applicano il regime dei contribuenti minimi; • le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti di non residenti, comunitari ed extra comunitari.
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Impianto messo a dimora presso l’Azienda agricola Miretti a Saluzzo nel giugno 2017
Impianto messo a dimora nel Comune di Scarnafigi nel mese di maggio 2018
Impianto messo a dimora a Borgo D’Ale (provincia di Vercelli) nel mese di maggio 2018
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Impianto messo a dimora a Pescantina (provincia di Verona) nel mese di maggio 2018
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INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
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EDÌ
9 PREDISPOSIZIONE E INVIO FATTURE
IN FORMATI DIVERSI DAL SISTEMA DI INTERSCAMBIO
Se la fattura viene predisposta ed inviata al cliente in forma diversa da quella XML o con modalità diverse dal Sistema di Interscambio, così come previsto dal provvedimento del 30 aprile 2018, tale fattura si considera non emessa, con conseguenti sanzioni (di cui all’art. 6 del Dlgs n. 471/1997) a carico del fornitore e con la impossibilità di detrazione dell’Iva a carico del cliente.
PIÙ 10 NIENTE REGISTRAZIONE
DEL NUMERO DI PROTOCOLLO PER LE FATTURE RICEVUTE
Per quanto riguarda la registrazione delle fatture ricevute, l’art. 13 del D.L. 119/2018 stabilisce che non è più necessaria la numerazione in ordine progressivo delle fatture e delle bolle
Lo specialista italiano del fotovoltaico
IV
doganali relative agli acquisti, né l’indicazione nel registro del relativo numero di protocollo. Il sistema di gestione della fatturazione elettronica, infatti, attribuisce in maniera automatica un “protocollo” ad ogni fattura gestita all’interno del Sistema di Interscambio.
11 L’IMPORTANZA DELLE NOTE NELLA
FATTURAZIONE ELETTRONICA
La fattura elettronica può contenere campi contenenti eventuali ulteriori informazioni rese necessarie dalla tipologia di beni ceduti e da particolari esigenze informative. In agricoltura, tali campi potranno essere utilizzati per evidenziare particolari condizioni contrattuali. Quali, ad esempio: metodo e tempi di pagamento eventuali acconti da stornare, condizioni particolari, possibilità di resi o molto altro ancora.
Gruppo
INSERTO TECNICO L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
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31 EM DIC
BRE
AVVISI
ENTRO IL 31 DICEMBRE tutte le aziende saranno invitate a presentarsi presso gli uffici di Confagricoltura per firmare la delega a consultare, scaricare e inviare le fatture dal sito dell'Agenzia delle Entrate. Tutte le aziende riceveranno poi la convocazione per gli incontri presso le sedi di zona della Confagricoltura di Cuneo, oltre al codice destinatario da far avere ai propri fornitori. Inoltre, in occasione degli incontri in programma saranno presentati strumenti informatici per gestire in azienda parte del processo di fatturazione. Per informazioni rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo (vedi a pagina 18 tutti i contatti delle sedi di zona e dei recapiti).
Oltre confine
Ceta, primo anno positivo IL PRESIDENTE GIANSANTI: "NON È ESCLUSA LA POSSIBILITÀ DI AMPLIARE LA LISTA DI PRODOTTI D.O. COINVOLTI"
S
econdo i dati diffusi dalla Commissione europea, a un anno di distanza dall’entrata in vigore in via provvisoria dell’accordo CETA tra Unione europea e Canada, le esportazioni di prodotti agricoli italiani sul mercato canadese sono aumentate nel complesso del 7,4 per cento. In particolare, le vendite di prosciutto San Daniele sono salite in un anno del 35 per cento. Stando alle rilevazioni dell’Istat, poi, nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2017, l’export di formaggi italiani verso il Canada è aumentato del 19 per cento. Per il Parmigiano e Grana, l’incremento è stato del 7 per cento.
GIANSANTI: "RISULTATI INCORAGGIANTI" “Risultati incoraggianti – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti da Cremona Fiere, alla Fiera internazionale del bovino da latte - soprattutto in prospettiva, se si considera che per i prodotti agroalimentari l’Italia è già il primo Stato della Ue fornitore del mercato canadese”.
NESSUNA "INVASIONE" DI GRANO CANADESE Per quanto riguarda il rischio di “invasione” di grano canadese trattato con il glifosato paventato dai critici dell’accordo, “Per ora, l’invasione non c’è stata”, ha aggiunto Giansanti. Dai dati elaborati dall’amministrazione doganale canadese, riportate in una nota dell’ICE del 25 aprile 2018, risulta, infatti, che le esportazioni di grano duro canadese verso l’Italia si sono ridotte del 90 per cento nei primi cinque mesi di applicazione dell’Accordo CETA (ottobre 2017-febbraio 2018). Quelle di grano tenero del 47 per cento. E i dati diffusi nei giorni scorsi dall’Associazione nazionale cerealisti, che arrivano a coprire i primi sette mesi dell’anno, confermano una riduzione complessiva delle importazioni di grano duro nell’ordine di 150 mila tonnellate. Sulla questione delle indicazioni geografiche e denominazioni di qualità, Giansanti ha ricordato che le 41 tutelate dal Ceta coprono il 90 per cento del fatturato annuale delle esportazioni italiane di prodotti a denominazione d’origine. “L’accordo con il Canada non esclude la possibilità di ampliare la lista nei prossimi anni – ha commentato il presidente di Confagricoltura –. Ma una cosa è certa: se l’accordo con il Canada non fosse ratificato, la situazione delle denominazioni non comprese nella lista non sarebbe migliore di quella che è oggi. Di converso, sarebbe peggiore quella delle 41 denominazioni riconosciute”. Dopo il fallimento del “Doha Round” a livello di Organizzazione mondiale del commercio Confagricoltura ritiene che gli accordi di libero scambio negoziati dalla Commissione europea siano l’unico strumento a disposizione per affermare, progressivamente, il riconoscimento e la protezione delle indicazioni geografiche.
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L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
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Macchine agricole
Patentino trattori agricoli e forestali entro fine 2018 IL 31 DICEMBRE È IL TERMINE ULTIMO PER EFFETTUARE IL COSIDDETTO CORSO BREVE DI 4 ORE DI TEORIA
I
l c.d. Milleproroghe 2016, ossia il D.L. 244 del 30/12/16 convertito con modificazioni dalla L. 27 febbraio 2017 n. 19, ha spostato il termine di entrata in vigore dell’obbligo di abilitazione all’uso
Caso
delle macchine agricole al 31/12/2017, confermando poi la possibilità di effettuare i corsi di aggiornamento nei 12 mesi successivi a tale data: il 31 dicembre 2018 rappresenta quindi il termine ultimo per
Cosa fare
Entro quando
Nuovo operatore, assunto o incaricato dell’uso delle attrezzature a partire dal 01/01/2018, senza nessuna esperienza
CORSO COMPLETO per l’ottenimento dell’abilitazione con verifica finale
Prima dell’utilizzo delle attrezzature
Operatori che alla data del 31/12/2017 risultano già incaricati dell’uso delle attrezzature, ma non hanno almeno 2 anni di esperienza
CORSO COMPLETO per l’ottenimento dell’abilitazione con verifica finale
31/12/2019
Operatori che alla data del 31/12/2017 sono in possesso di esperienza documentata nell’utilizzo delle attrezzature (almeno 2 anni)
CORSO DI AGGIORNAMENTO con verifica finale (corso breve)
31/12/2018
Caso particolare: operatori che hanno seguito corsi di formazione non a norma (durata ridotta, mancanza della verifica finale,etc.)
CORSO DI AGGIORNAMENTO con verifica finale (corso breve)
31/12/2019
16 L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
effettuare il cosiddetto “corso breve” (4 ore di teoria) per i soggetti utilizzatori di trattori agricoli e forestali. Confagricoltura Cuneo ha in programma l’attivazione di due finestre del corso, nelle sedi di Alba e Cuneo, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre. Per informazioni rivolgersi agli uffici tecnici di zona telefonando ai numeri 0173/281929 (Alba), 0171/692143 e 0171/344494 (Cuneo). Chi deve avere il “Patentino”? Chiunque ne faccia utilizzo, anche occasionalmente e saltuariamente. Sono obbligati anche i pensionati, familiari, collaboratori esterni provenienti da altri settori lavorativi o disoccupati che guidano il trattore o collaborano con un’azienda agricola pur non facendone direttamente parte. Chi può accedere al “patentino” breve? Riassumiamo le possibili situazioni nella tabella riportata qui a lato. Come si documenta l’esperienza per i lavoratori del settore agricolo? L'esperienza si intende almeno pari a due anni. I lavoratori autonomi, il datore di lavoro utilizzatore, il lavoratore subordinato possono documentare l’esperienza attraverso una dichiarazione sostituiva di atto di notorietà. L’esperienza deve riferirsi ad un periodo di tempo non antecedente a dieci anni. Per “lavoratori del settore agricolo” si intendono tutti i lavoratori che effettuano attività comprese tra quelle elencate all’art. 2135 (è imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse).
Serve una proroga per la revisione CONFAGRICOLTURA CHIEDE UN NUOVO SLITTAMENTO DELLA SCADENZA DEL 31 DICEMBRE, MANCA ANCORA IL DECRETO
A
meno di due mesi dal termine ultimo (31 dicembre 2018) per la revisione delle macchine agricole immatricolate dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 1990 continua a mancare il decreto che doveva definire le modalità di effettuazione della revisione (punti da controllare, soggetti abilitati, etc.). A oggi, nonostante non ci siano state ulteriore proroghe dell’entrata in vigore, si è nell’impossibilità di avviare la revisione. Confagricoltura, da sempre attenta sull’argomento, ha portato nuovamente il problema all’attenzione delle istituzioni, ribadendo la necessità di prevedere una nuova proroga, o quantomeno un atto amministrativo che chiarisca che l’obbligo di revisione non è applicabile fino a che il quadro regolatorio non venga completato. “Questa situazione preoccupa notevolmente gli operatori agricoli con riferimento ai controlli su strada proprio in ragione delle superate scadenze per la verifica dell’avvenuta revisione delle
N O V I TÀ I N V I G O R E
Denuncia solo elettronica per gli infortuni agricoli A partire dallo scorso 9 ottobre, gli infortuni occorsi agli operai agricoli devono obbligatoriamente essere denunciati attraverso la nuova procedura telematica INAIL. L’accesso al portale INAIL per la comunicazione d’infortunio è consentito sia al titolare dell’azienda agricola - che la effettua autonomamente - e sia agli intermediari abilitati che agiscono per conto dei loro associati, utilizzando le credenziali in loro possesso. Gli uffici di Confagricoltura possono effettuare la denuncia di infortunio per le aziende associate, previo inserimento dei dati anagrafici della stessa (qualora non risulti censita sul portale INAIL) e previo rilascio di apposita delega ad operare. A seguito di un incontro con le competenti direzioni centrali dell’INAIL per esaminare le criticità riscontrate nel funzionamento della denuncia telematica di infortunio in queste prime settimane di avvio della procedura è stato precisato che l’obbligo riguarda anche i coltivatori diretti per gli infortuni occorsi agli stessi ed ai rispettivi coadiuvanti familiari. Inoltre, Confagricoltura ha la possibilità di attivare ulteriori subdelegati. Ciò consente di ampliare il numero di soggetti autorizzati a presentare la denuncia di infortunio telematica, venendo incontro ad un’esigenza manifestata dal territorio. In caso di malfunzionamento del sistema, tuttavia, è opportuno procedere comunque alla trasmissione della denuncia di infortunio entro i termini di legge secondo le precedenti modalità (invio di un messaggio di Posta Elettronica Certificata - PEC), al fine di scongiurare l’applicazione di eventuali sanzioni. Per info rivolgersi agli uffici di Confagricoltura Cuneo.
macchine agricole e del patentino – spiega Confagricoltura Cuneo –. Ciò in ragione del fatto che alla mancata revisione delle macchine agricole sono associate specifiche sanzioni”. Dall’emanando decreto che dovrebbe completare il quadro regolatorio dipende, infatti, l’impatto del provvedimento sul settore agricolo tenendo conto che occorre ancora stabilire la tipologia di verifiche da effettuare in sede di revisione e soprattutto l’impostazione organizzativa dei centri di revisione, nonché l’attivazione da subito della procedura semplificata per l’aggiornamento dei libretti di circolazione. TUTTE LE PERPLESSITÀ DI CONFAGRICOLTURA L’obbligo di revisione delle macchine agricole (in particolare trattori agricoli) è stato introdotto dal 19 dicembre 2012, per effetto della modifica apportata all’articolo 111 del Codice della Strada dal Legge 17/12/2012, n. 221. “Ferma restando la condivisione della necessità di aumentare i livelli di sicurezza in azienda, la scelta di rendere obbligatoria la revisione delle macchine agricole, ci ha lasciato fin da subito molto perplessi per la complessità e l’onerosità dell’applicazione dell’adempimento”, continua Confagricoltura Cuneo. Tali perplessità sono dovute principalmente a: il numero di veicoli che in poco tempo dovrà essere sottoposto a revisione (più di 2 due milioni di veicoli); le specificità di tali tipologie di macchine (caratteristiche costruttive completamente diverse dagli altri veicoli); le difficoltà economiche legate al rinnovo del parco macchine; la mancanza di incentivi specifici per la rottamazione, limite del “de minimis” a 15.000 euro; le difficoltà che si potrebbero riscontrare nel raggiungere le officine autorizzate, spesso ubicate nei centri urbani più grandi. Le proroghe stabilite dal Parlamento negli ultimi anni sono la conseguenza di queste difficoltà oggettive. Da ultimo, inoltre, il “Milleproroghe 2016” è intervenuto con un ulteriore differimento del termine di entrata in vigore della revisione dal 31 dicembre 2015 al 30 giugno 2016, fermo restando che l’effettivo calendario per effettuare la revisione, almeno per quanto riguarda i trattori agricoli, è stabilito dal D.M. 20 maggio 2015.
IN TUTTO IL PIEMONTE
Vietato bruciare scarti vegetali fino al 31 marzo A fine settembre il Consiglio regionale ha approvato, all’unanimità, la nuova Legge di prevenzione ed estinzione degli incendi boschivi (L.R. 15/2018). Un provvedimento reso necessario, soprattutto dopo i roghi avvenuti in Piemonte nell’autunno 2017. All’articolo 10 comma 2 la norma prevede “il divieto di abbruciamento di materiale vegetale sull’intero territorio regionale tra il 1º novembre e il 31 marzo dell’anno successivo”. In sostanza, non si possono più bruciare i componenti secchi della vegetazione come erba, foglie o rami degli alberi. Occorre inoltre tenere presente che provvedimenti locali (regolamenti provinciali, ordinanze comunali, etc.), possono prevedere periodi di divieto più lunghi e/o norme più stringenti. Occorre anche considerare che il divieto assoluto di bruciatura potrebbe entrare in vigore, ancorché in modo temporaneo, in caso di superamento dei valori soglia di concentrazione delle polveri sottili (allerta di livello arancione) in qualunque periodo dell’anno.
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I NOSTRI
UFFICI
Sede provinciale: Via Bruno Caccia, 4-6-8 - 12100 Cuneo Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 - provinciale@confagricoltura.it ORARIO: 8,00 / 12,30 - 14,30 / 17,30 (giovedì, venerdì e sabato pom. chiuso) PATRONATO ENAPA Il Patronato Enapa di Confagricoltura Cuneo è presente in tutti gli uffici di zona.
ZONA DI CUNEO
Cuneo
Via Caccia, 4-6-8 Tel. 0171.692143 - Fax 0171.698629 cuneo@confagricoltura.it
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8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30
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14,30-17,30 14,30-17,30 14,30-17,30
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Dronero
Via IV Novembre, 20 - (c/o Geom. Garbarino) Tel. 0171.918182
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Caraglio
Piazza Martiri della Libertà, 29
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Via Vittorio Veneto, 8
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Piazza R. Spada - (ex Scuola Media)
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Via Vittorio Veneto, 21 - (c/o sala Municipio)
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Via Cavour ,19 - (davanti al Municipio)
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Villafalletto Demonte Tarantasca Busca
ZONA DI ALBA
Alba Bra Cherasco Canale S. Stefano B. Cortemilia
Piazza Prunotto, 5 Tel. 0173.281929 - Fax 0173.280979 alba@confagricuneo.it
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8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,00-12,30
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Corso V. Emanuele II, 121 - (c/o Milano Assicurazioni) Tel. 0172.425477 - Fax 0172.44167
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Via Garibaldi, 25 (c/o Pratiche Auto) Tel. 0172.489764
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Piazza Trento e Trieste, 74 Tel. 0173.970180
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Via Roma, 38/F Tel. 0141.840782 Fax 0141.840174
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Via Dante Alighieri, 51
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ZONA DI MONDOVÌ
8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30 8,30-12,30
Viale Vittorio Veneto, 17/F Tel. e Fax 0174.42071 mondovi@confagricuneo.it
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Morozzo
Via Marconi, 66
MAT.
9,00-12,00
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Dogliani
Via XXXI Luglio, 22 (ang. p.za Carlo Alberto)
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Mondovì
Ceva Carrù
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Bagnolo P. Moretta
Racconigi
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Viale Vittorio Veneto, 8
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Via Torino, 40 Tel. 0175.217120 - Fax 0175.248784 saluzzo@confagricuneo.it
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8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30 8,00-12,30
POM.
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C.so C. Battisti, 8 (c/o Ass. Generali) Tel. 0175.392733
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Via San Giovanni, 8 - (c/o Centro Anziani)
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Via Togliatti, 16 Tel. 0172.712372 - Fax 0172.725796 savigliano@confagricuneo.it P.zza C. Alberto, 5 c/o SAI Ass.) Tel. 0172.85253
MAT.
Via Marconi, 112 - Tel. 0172.637242 mondovi@confagricuneo.it
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14,30-17,30 14,30-17,30
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UFFICIO DI FOSSANO
Fossano
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1° e 3° del mese
ZONA DI SAVIGLIANO
Savigliano
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P.zza Capuccini, 1 - 1° piano (sopra Consorzio Agr.)
ZONA DI SALUZZO
Saluzzo
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Confagricoltura news I N N O VA Z I O N E
È nata l'app di Confagricoltura Un momento dell'incontro presso la sede di Confagricoltura a Cuneo
Il 40 per cento dei terreni è in affitto IL SINDACATO DEI PROPRIETARI CON BENI RUSTICI IN AFFITTO GUIDATO DA ISABELLA MOSCHETTI SI È RIUNITO A CUNEO PER DISCUTERE IMPORTANTI QUESTIONI
M
artedì 6 novembre si è riunito nella sede provinciale di Confagricoltura Cuneo il Sindacato provinciale dei proprietari con beni rustici in affitto, con l'obiettivo di affrontare importanti questioni inerenti al settore. Il presidente Isabella Moschetti ha informato i presenti sulla situazione del mercato fondiario e degli affitti, confermando dati interessanti: sui 5,2 milioni di ettari di SAU sul suolo italiano, il 42% è in affitto, mentre in Piemonte esso supera il 50%, attestandosi attorno al 40% in provincia di Cuneo. Una percentuale che certifica una crescita dei contratti in affitto sul nostro territorio, in particolar modo misti, accompagnata dalla stabilità degli importi, utile per limitare i contenziosi e garantire continuità. Per quanto concerne gli aspetti normativi, invece, l'attenzione è stata rivolta ad alcuni dubbi inerenti la legge 203/1982 art. 41, che dà validità ai contratti agrari ultranovennali. Il Consiglio, nel merito, ha deliberato di informare le
parti chiamate in causa sull'opportunità di una trascrizione in atto pubblico del contratto, azione che tutela soprattutto l'affittuario. Si è discusso, poi, della mancata convocazione della Commissione Tecnica da parte della Regione Piemonte, verso la quale il Consiglio ha mostrato rammarico per via dell'impossibilità di adeguare i canoni d'affitto basati sui prezzi agrari. Pertanto, è stato deliberato a titolo cautelativo di inserire nei contratti d'affitto una clausola specifica in cui il coefficiente di adeguamento del canone verrà aggiornato secondo l'indice Istat dei prezzi al consumo. In ultimo, è stato preso in esame il delicato tema della moria dei kiwi in provincia, che potrebbe generare tensioni tra proprietari ed affittuari, nel caso di fondi compromessi da tale piaga. Pertanto, il Consiglio invita, nel caso in cui si verificassero casi tali da ridimensionare la produzione o addirittura da costringere all'estirpo, ad un confronto costruttivo, al fine di raggiungere soluzioni economiche sostenibili da entrambe le parti.
Confagricoltura lancia una sua app dedicata all’informazione sulle sue iniziative e attività sindacali. L’app, già disponibile su apple store e su google play store, consente di essere avvisati in tempo reale su tutte le iniziative di Confagricoltura e sulle principali novità del settore agroalimentare. Ogni nuovo comunicato stampa diramato da Confagricoltura e ogni nuova notizia viene infatti segnalata da una notifica sul proprio smartphone o device. Inoltre l’app permette di consultare tutte le news e i comunicati stampa in mobilità, in qualsiasi momento. Obiettivo principale è consentire agli associati, all’intero sistema confederale, ai principali stakholder, ma anche al pubblico più ampio di cittadini comuni, di essere raggiunti in real time da un’informazione precisa, puntuale, qual è quella che caratterizza la comunicazione di Confagricoltura. Perché nello scenario attuale essere raggiunti da un’informazione di settore che sia di qualità, autorevole e precisa, è un valore aggiunto. E tutto questo oggi è ancora più facile grazie a Confagricoltura app.
Geocap S.r.l. Via del Chiosso 27 Caramagna Piemonte (CN) Tel. 0172 810283 info@geocap.it • www.geoagri.com
L’Agricoltore cuneese N. 08 • NOVEMBRE 2018
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Confagricoltura news
I bambini della Primaria di Vignolo che hanno partecipato al laboratorio didattico e gli stand delle aziende in piazza Galimberti a Cuneo
Confagri alle fiere di Alba e Cuneo LE AZIENDE AGRICOLE HANNO PRESENTATO AI VISITATORI LE LORO ECCELLENZE DURANTE DUE DEGLI APPUNTAMENTI PIÙ IMPORTANTI DELL'AUTUNNO CUNEESE di Paolo Ragazzo
U
n trionfo di colori, sapori ed esperienze enogastronomiche diverse. È quanto hanno potuto conoscere e apprezzare i visitatori che si sono aggirati tra gli stand delle aziende di Confagricoltura Cuneo presenti alla Fiera Internazionale del Tartufo di Alba domenica 14 ottobre e alla Fiera del Marrone di Cuneo dal 19 al 21 ottobre. In entrambe le occasioni le eccellenze agricole del territorio cuneese sono state le protagoniste indiscusse, capaci di ammaliare il vasto pubblico, italiano e non solo, che ha preso d’assalto le due manifestazioni dell’autunno cuneese.
FIERA DEL TARTUTO DI ALBA Ad Alba, in piazza Falcone e Borsellino, proprio all’uscita del Cortile della Maddalena che ospitava la Fiera del Tartufo Bianco, per l’intera giornata il pubblico ha potuto passeggiare tra gli stand di aziende agricole selezionate che hanno presentato ad "Incontriamoci in Fiera" i loro prodotti enogastronomici accompagnando i visitatori in un viaggio alla scoperta dei sapori del territorio. Miele, nocciole, aglio, zafferano, birre artigianali, pere madernasse, vini, verdura, frutta e formaggi sono solo alcuni dei prodotti messi in vetrina.
FIERA DEL MARRONE DI CUNEO A Cuneo, invece, la presenza in piazza Galimberti delle aziende agricole associate a Confagricoltura si è arricchita di due eventi che hanno coinvolto grandi e piccini. Venerdì 19, le classi seconde della Scuola Primaria di Vignolo hanno partecipato a un laboratorio didattico con i tecnici di Confagricoltura dove i bambini hanno avuto modo di costruire un libro pop-up, per fissare le conoscenze acquisite sulla castagna, utilizzando fantasia e colore. Una seconda parte dell’esperienza didattica ha visto, poi, gli alunni diventare giardinieri per un giorno, vestiti con il grembiule offerto da Confagricoltura, e coltivare vasi di viole del pensiero e insalata, da portare a casa come ricordo. Sabato 20, invece, si è svolto un partecipato show dimostrazione a cura degli autori del blog Cooker Girl che al centro delle loro ricette, per l’occasione, hanno posto la castagna in tutti i suoi abbinamenti culinari. Ad Alba come a Cuneo è stato il pubblico a toccare con mano tutta la qualità dell’agricoltura che la provincia Granda è in grado di esprimere nelle sue diverse forme.
Gli stand delle aziende di Confagricoltura in piazza Falcone e Borsellino ad Alba per la seconda edizione di "Incontriamoci in Fiera"
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La Onlus Senior - L'Età della Saggezza dona oltre 20mila euro contro il cancro
La consegna dell'assegno alla presidente della Fondazione piemontese Donna Allegra Agnelli
L'ANPA PIEMONTE HA CONSEGNATO UN CONTRIBUTO ALLA FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO
È
di oltre 20.500 euro il contributo che la Onlus Senior – L’età della saggezza con Confagricoltura Piemonte ha donato alla Fondazione piemontese per la Ricerca sul Cancro, frutto dei proventi del 5 per mille delle deleghe dei 730 a Confagricoltura, a testimonianza di concreta vicinanza a chi è maggiormente bisognoso.
La cerimonia di consegna è avvenuta alla Tenuta Il Cerello di Chivasso, dove circa 400 agricoltori in pensione di tutto il Piemonte si sono dati appuntamento a inizio ottobre per il raduno annuale, quest’anno curato da Confagricoltura Torino. Erano presenti anche decine di pensionati del gruppo ANPA Cuneo guidati dal presidente Remo Tortone e dalla vice presidente Graziella Bechis. A ritirare l’assegno dalle mani di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, è stata la presidente della Fondazione per la Ricerca sul cancro, Donna Allegra Agnelli, che ha ringraziato Confagricoltura e la Onlus Senior per la generosità e ha ricordato come la Fondazione viva di queste donazioni,
provenienti per la quasi totalità dal territorio subalpino, a dimostrazione che i piemontesi sono molto legati all’istituto sin dalla sua nascita. Il segretario nazionale ANPA Angelo Santori ha raccontato l’impegno della Onlus Senior – L’Età della Saggezza a livello nazionale, che con il 5 per mille ha finanziato numerosi interventi di welfare in tutta Italia e continua a farlo ogni anno in più settori. CONVEGNO E PRANZO SOCIALE È stata quindi la volta del presidente dell’ANPA Piemonte Ernesto Balma, del componente della Giunta nazionale di Confagricoltura Luca Brondelli e del direttore di ConfagriTorino Ercole Zuccaro, che ha introdotto i relatori del convegno “I segreti per vivere a lungo in salute”: il diabetologo Claudio Amè, il preparatore atletico Marco Sant e lo psicologo Fabrizio Pace. La giornata è proseguita con il pranzo e l’intrattenimento musicale.
N A S C I TA
Auguri alla neo mamma
Il 5 novembre scorso è nato Andrea, figlio di Stefania Bongiovanni, dipendente Confagricoltura zona di Savigliano, e di Luca Giuseppe Chiabrero. Da tutta la grande famiglia di Confagricoltura Cuneo giungano i migliori auguri di "buona vita" al piccolo, ai genitori e alla sorellina Angelica.
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Le nostre aziende
L'imprenditore Sebastiano Donalisio e Marco Bruna (segretario Confagricoltura zona Savigliano e Saluzzo) davanti al riso stoccato
A Bra i pionieri del riso in Granda SEBASTIANO DONALISIO PRODUCE DAL 1994 RISO DA SEME E ALLEVA OGNI ANNO 1.200 BOVINI DA INGRASSO di Paolo Ragazzo
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el 1994 fu una sorpresa, ora è una piacevole conferma. Il riso in provincia di Cuneo, precisamente a Bra in frazione Falchetto, ieri come oggi continua ad essere il valore aggiunto dell’azienda agricola Donalisio. Attualmente al timone c’è Sebastiano, figlio di Piero, prematuramente scomparso nel 2001, pioniere di questa avventura, partita come un esperimento e diventata a tutti gli effetti una scommessa vinta. “Negli anni ‘90 affittavamo una cascina di proprietà del comune di Bra, un terreno paludoso e poco adatto alle colture più
tradizionali della zona, di qui l’intuizione di mio padre di farne una risaia, seguendo un suo vecchio pallino – spiega Sebastiano Donalisio -. Così nel 1993 siamo partiti con la preparazione delle ‘camere’, livellando i terreni e costruendo gli argini di contenimento dell’acqua proveniente dal canale Naviglio, poco lontano. A marzo la prima semina e nel settembre del 1994 il primo raccolto”. L’imprenditore, ora trentottenne, ricorda bene quegli inizi, anche perché sono coincisi con il suo ingresso in azienda una volta terminate le scuole medie. Con il passare degli anni, dopo
Da sinistra a destra: la risaia allagata a inizio ciclo di coltivazione; un mezzo in azione in risaia; le operazioni di monda a mano; il riso pronto per essere raccolto; la trebbiatura (foto di repertorio dell'azienda Donalisio)
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la naturale curiosità degli inizi, la coltura ha preso piede e oggi l’azienda Donalisio continua ad essere un riferimento nel mondo della moltiplicazione del riso da seme. L’ANNATA IN RISAIA E IL RUOLO DELL’ACQUA Ma come funziona il ciclo di vita di un’annata in risaia? “A marzo prepariamo i terreni e a fine aprile/inizio maggio seminiamo direttamente in acqua – spiega Irene Lamberto, la moglie di Sebastiano anche lei impegnata in azienda –. A fine agosto effettuiamo la monda manuale con l’estirpo dell’impurità varietale per garantire la qualità richiesta dalle diverse certificazioni, per arrivare alla trebbiatura di settembre e alla successiva essiccazione del riso, alla temperatura di 45°. Una volta stoccato, il riso è pronto ad essere ritirato dalle ditte sementiere come prodotto di seconda moltiplicazione”. In totale sono 65 gli ettari destinati a risaia (50% del terreno aziendale), dove fondamentale, manco a dirlo, è il ruolo dell’acqua
che funge da termoregolatore per la pianta di riso, che fino a metà agosto è semi-sommersa. Il livello di acqua varia a seconda del periodo e la temperatura è molto importante in quanto, specie nel primo mese di vita, la risaia va seguita quotidianamente perché il seme può addirittura marcire se la temperatura non è quella adatta. Anche qui si scontano purtroppo i problemi tipici del comparto risicolo nazionale (l’Italia è il principale Paese produttore di riso dell’Unione Europea) come ci conferma Sebastiano: “Da alcuni anni stiamo subendo le conseguenze di un massiccio aumento delle importazioni, in particolare quelle provenienti dall’area asiatica senza tariffe doganali; di conseguenza a lievitare sono i nostri costi di produzione, ma non le quotazioni”. ALLEVAMENTO DI VITELLONI: DALLA STALLA AL MACELLO Tuttavia l’azienda Donalisio non è solo riso. La restante metà dei terreni, infatti, viene coltivata a cereali da destinare all’alimentazione dei 1.200 vitelloni di razza Garonnese che ogni anno vengono allevati in azienda. “Abbiamo in tre stalle 600 capi bovini da ingrasso che facciamo ruotare una volta ogni sei mesi e mi garantiscono la necessaria continuità aziendale per costruire il presente e progettare il futuro – sottolinea Sebastiano –. Anche perché a 21 anni mi sono trovato da solo a pensare alla conduzione dell’azienda, dopo molti sacrifici, sono riuscito con l’aiuto di mia moglie a farla crescere e non voglio certo fermarmi qui”. A conferma della tempra, ma anche della lungimiranza dell’allevatore braidese, la decisione di dare vita nel 2013, insieme ad altri sette allevatori, al Macello Piemonte Nord, in seguito all’acquisizione di una struttura già presente a Carema, nel Torinese.
Sopra e sotto: i bovini di razza Garonnese allevati nell'azienda di frazione Falchetto a Bra
“Il macello era il desiderio più grande di mio papà – confessa in conclusione Sebastiano Donalisio –; anche se ai tempi era più ragionevole forse aprire un’agrimacelleria, oggi non mi pento della scelta di buttarmi in un’avventura più grande. Abbiamo rilevato un macello che era fermo da un pezzo e lo abbiamo raddoppiato in linee e strutture, arrivando oggi a macellare circa 300 capi a settimana”. Un gesto coraggioso e premiante al tempo stesso, un po’ come tutta la storia decennale di questa azienda, capace di trasformare brillanti idee in solide realtà.
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Il tecnico in frutteto tiche stagionali sfavorevoli nel periodo di fuoriuscita dai ricoveri invernali.
A sinistra una cimice asiatica, a destra una cimice tradizionale
Cimice, danni e misure di difesa DOPO UNA PRIMA DIMINUZIONE DELLA PRESENZA DELL'INSETTO, A OTTOBRE C'È STATO UN NUOVO AUMENTO
S
in dal 2013, anno della prima segnalazione della cimice asiatica (Halyomorpha halys) nell’areale piemontese, abbiamo dovuto nostro malgrado rassegnarci a condividere le nostre abitazioni, per tutto il periodo invernale, con un ospite non gradito. La minor presenza in campo registrata nel 2018, che ha determinato fortunatamente un conseguente minor danno alle colture, non si è tradotta in una ridotta presenza della popolazione nei ricoveri invernali: nella prima decade di ottobre, infatti, si è assistito ad una vera invasione dell’insetto che ha nuovamente occupato le zone più inattese delle abitazioni come mansarde e sottotetti, cassonetti delle tapparelle, ripostigli e così via. In primavera, al primo innalzamento termico, abbandona questi rifugi per portarsi sulla nuova vegetazione dove si alimenta e si riproduce, continuando così il suo ciclo biologico. I danni alle coltivazioni La cimice arreca ingenti danni a quasi tutte le colture arboree ed erbacee; infatti oltre alle vistose deformazioni che provoca sui frutti, l’immissione della sua saliva conferisce un sapore sgradevole alla parte colpita. In Piemonte i danni maggiori sono segnalati su alcune varietà di pero e sul nashi (pero giapponese), su nettarine e ciliege, diverse varietà di mele e anche su actinidia. In alcune aree corilicole gli attacchi determinano alti livelli di cimiciato nelle nocciole. In campo orticolo i danni interessano soprattutto le coltivazioni di peperone, mentre tra le colture estensive
i danni maggiori si registrano su soia e in minor misura su mais di secondo raccolto. Su giovani pioppi si registrano fessurazioni corticali. Allertando tempestivamente gli operatori di intervenire nei periodi di massimo rischio, i danni nel 2018 sono stati ridotti a livelli accettabili. La lotta diretta con insetticidi per la protezione delle colture, se non opportunamente mirata in base anche all’osservazione diretta o con l’ausilio di trappole di monitoraggio, non risulta infatti agevole né risolutiva. È inoltre possibile che un certo ruolo per il suo contenimento lo possano giocare sia il graduale adattamento di limitatori naturali presenti nel nostro territorio, sia le condizioni clima-
Cosa fare? Considerato che si tratta di un insetto particolarmente dannoso, oltre che per le colture agrarie, anche per orti e frutteti familiari, è utile eliminare gli adulti che cercano riparo negli edifici proprio in questo periodo. Ogni femmina che sopravvive all’inverno può, nell’anno successivo, deporre qualche centinaio di uova da cui si svilupperanno gli stadi della nuova generazione. Per tale ragione tutte le azioni svolte anche dal singolo individuo e finalizzate al controllo di questo insetto possono, sommate fra loro, condurre ad una riduzione della popolazione, arrecando un beneficio per la stagione successiva. A tale scopo, prima che la cimice entri nelle abitazioni, risulta efficace collocare dei pannelli di legno o cartone sui quali spalmare della colla in modo che l’insetto resti intrappolato, o semplicemente, per prevenire l’invasione delle abitazioni, allestendo dei ricoveri artificiali all’esterno degli edifici utilizzando scatole di cartone con stracci oppure coperte, sacchi di juta o cartone ondulato. Nel caso invece le cimici si trovassero già all’interno dell’abitazione, si potrà procedere alla loro cattura tramite un’aspirapolvere, provvedendo poi a un corretto smaltimento del sacchetto con gli esemplari raccolti. Nel caso invece si trovassero in edifici non adibiti ad abitazione, come magazzini e garage, è possibile utilizzare insetticidi autorizzati per disinfestazioni in ambito domestico e civile.
Danni causati su melo (1), pesco (2), nocciolo (3) e lampone (4)
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Gruppo operativo per il tarlo asiatico Un esemplare adulto (sopra) e danni provocati (sotto)
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a Giunta regionale ha deciso di istituire un gruppo operativo per la lotta alla Anoplophora Glabripennis, un insetto nocivo per molte specie di piante che ha fatto recentemente la sua comparsa in Piemonte prima nel territorio di Vaie, poi nel Comune di Cuneo (Madonna dell’Olmo). Come riconoscerlo: gli adulti di Anoplophora glabripennis (Coleottero Cerambicide) hanno elitre (ali anteriori) di colore nero lucente con macchie bianche o giallastre di numero e dimensioni variabili. Le antenne sono composte da 11 segmen-
L'INSETTO CHE ATTACCA PIANTE E ARBUSTI È STATO RILEVATO ANCHE A CUNEO. IMPORTANTE SEGNALARE CASI SOSPETTI ti di colore nero ma con la parte basale bianco-azzurrognola. Le femmine sono lunghe circa 3,5 cm e presentano antenne poco più lunghe del corpo. I maschi hanno una lunghezza di circa 2 cm, con antenne lunghe circa 1,5 volte il corpo. Le larve sono apode (prive di zampe), di colore bianco crema, il capo è appiattito e la lunghezza varia a maturità dai 3 ai 6 cm. Specie colpite: acero, betulla, ippocastano, pioppo, salice, ontano, faggio, frassino, olmo, platano, tiglio ma potrebbe attaccare anche altre latifoglie. Danni provocati: gli adulti si nutrono a spese di foglie, piccioli e della corteccia di giovani getti. Le femmine ovidepongono in genere nella parte alta dei tronchi e nei rami principali di specie arboree, scavando una fossetta conica nella corteccia e inserendovi singole uova, simili a un chicco di
riso. Possono essere attaccate anche piante arbustive. Le larve scavano estese gallerie nei tronchi e nei rami, con forte deperimento delle piante che possono andare incontro a schianti o morire nell’arco di alcuni anni. Come comportarsi: è importante che i cittadini segnalino la presenza dell’insetto, sia nel caso di avvistamento di esemplari adulti sia nel caso di riscontro di piante con fori sospetti, al Settore Fitosanitario Regionale per telefono 011.4321473 o via mail piemonte.fitosanitario@regione.piemonte.it, allegando possibilmente delle fotografie.
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Il mercatino dell'agricoltore
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