PROPOSTE TECNICHE PER LA COLTIVAZIONE DEL MELOGRANO
VITO VITELLI
MELOGRANO ORIGINE E DIFFUSIONE
BACINO DEL MEDITERRANEO FENICI e GRECI
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ASIA Iran, Pakistan, Afganistan India settentrionale
MELOGRANO IN ITALIA UNA STORIA MILLENARIA Antichi Romani contribuirono alla diffusione nell’area del Mediterraneo IL MELOGRANO ERA CONOSCIUTO CON IL NOME DI
«MALUM PUNICUM» Mela di Cartagine «MALUM GRANATUM» Mela con semi
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IL FASCINO della MELOGRANA La bellezza del frutto ha sempre colpito l’immaginazione umana, degli artisti in particolare. Simbolo di abbondanza, fertilità e buona fortuna.
«Madonna della Melagrana» Sandro Botticelli, (intorno al 1500) (Galleria degli Uffizi, Firenze). Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
CENNI DI BOTANICA FAMIGLIA PUNICACEAE GENERE PUNICA SPECIE GRANATUM
FRUTTO speciale bacca «BALAUSTA»
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FRUTTO 50% POLPA – 50% BUCCIA E MEMBRANE Buccia «esocarpo» coriaceo
Arilli, di forma prismatica, presentano semi avvolti da una polpa gelatinosa
Endocarpo suddiviso in loculi da membrane spugnose
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PIANTA Portamento arbustivo di altezza variabile Arbusto-Cespuglioso 1,0- 3,0 m altezza
5-10 m altezza
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PIANTA
Tronco nodoso, squamoso
Radici molto sviluppate ďŹ ttonanti, ramiďŹ cate, e di colore rossiccio.
PIANTA Foglia piccola e coriacea. Nel suo habitat di origine è una pianta sempreverde ma nel nostro clima temperato tende ad essere una pianta caducifoglia.
Ripresa vegetativa metĂ marzo. Le foglie durante le prime settimane di sviluppo sono rossastre poi virano al verde Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
PIANTA Molte ramificazioni Molti polloni
Pianta con un solo tronco
Pianta con numerosi tronchi
PIANTA
I fiori presentano una corolla di 5-8 petali L’impollinazione avviene per opera degli insetti (entomofila) e del vento (anemofila).
Fiori Molto vistosi, singoli o in gruppo ermafroditi o staminiferi. Di colore variabile, principalmente rossi. La fioritura è scalare e tra Maggio e Luglio e dura circa 70 giorni. Solo l’intermedia è quella che porta i frutti alla maturazione commerciale. Pianta con un solo tronco
Fiori sono posizionati all’estremità dei rami a frutto
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MELOGRANO Esigenze climatiche • • • • • •
Spiccata attitudine di adattamenti al clima. Predilige i climi temperati. Le produzioni sono più abbondanti. In tutta Italia è possibile coltivare melograno. Sopporta temperature fino a 10°C sotto lo zero. La pianta muore intorno a 20°C sotto lo zero. Le escursioni termiche di oltre 10°C, tra giorno e notte, favoriscono un migliore colorazione dei frutti.
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MELOGRANO Esigenze di terreno • Tutti i terreni potrebbero ospitare il melograno purché ben drenati. • Non si adatta nei terreni molto pesanti, con alto contenuto in argilla, e asfittici. • Tollera anche terreni salini, (oltre 2000 µS), e alcalini (pH > 8,5)
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PROGETTAZIONE DI UN IMPIANTO DI MELOGRANO • Valutare le condizioni pedoclimatiche adatte (vocazione ambientale) • Disponibilità idrica. Almeno 4000-5000 m3 di acqua/anno/ettaro • L’orientamento dei filari preferibilmente Nord-Sud • Considerare la pendenza del terreno, per favorire il deflusso delle acque in eccesso
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SCELTA DELLA FORMA DI ALLEVAMETO
Forma di allevamento ad alberello. Sistema spagnolo (Elche)
Forma di allevamento a Y. Sistema israeliano
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LIMITI DELLA FORMA AD ALBERELLO
Frutti scottati dal sole Forma di allevamento ad alberello. Sistema spagnolo (Elche)
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LIMITI DELLA FORMA AD ALBERELLO
Forma di allevamento ad alberello. Sistema spagnolo (Elche)
Frutti scottati dal sole
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LIMITI DELLA FORMA AD ALBERELLO
Forma di allevamento ad alberello. Sistema spagnolo (Elche)
Frutti scottati dal sole
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LIMITI DELLA FORMA AD ALBERELLO
Forma di allevamento ad alberello. Sistema spagnolo (Elche)
Frutti scottati dal sole
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FORMA DI ALLEVAMETO A Y SISTEMA ISRAELIANO
I frutti sono protetti dalle scottature dall’ombra della chioma Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
PREPARAZIONE DEL LETTO DI COLTIVAZIONE «la ripuntatura»
rispetto allo scasso con aratro ha i seguenti vantaggi: • A parità di profondità richiede una forza di trazione inferiore. • Non altera il profilo, pertanto è utile quando si vuole evitare di portare terreno indesiderato verso la superficie. • Non lascia la suola di lavorazione, anzi la rimuove perché non presenta superfici di appoggio
OK!!
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NO!!
PREPARAZIONE DEL LETTO DI COLTIVAZIONE «la ripuntatura»
La ripuntatura è un’operazione preliminare al trapianto. Il dissodamento del terreno è necessario per agevolare lo sviluppo delle radici, nelle prime fasi delicate, e superare le resistenze generate dalla compattezza del suolo. PROFONDITA’ MINIMA DI LAVORAZIONE 70-90 cm
si esegue in due passaggi in direzioni di avanzamento perpendicolari
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PREPARAZIONE DEL LETTO DI COLTIVAZIONE «raffinazione del terreno dopo la ripuntatura»
Questa operazione consente di raffinare gli aggregati di terreno, zolle , e sminuzzare i residui di infestanti e materiale della coltivazione precedente. Si eseguono uno o due passaggi con tiller, frese o erpici a disco.
Tiller
Fresa Erpice a disco o frangizolle Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
PREPARAZIONE DEL LETTO DI COLTIVAZIONE «squadratura del terreno» Dopo aver raffinato il terreno, procediamo alla squadratura. Con la squadratura del terreno definiamo la posizione e l’orientamento dei filari con un picchetto di inizio e un picchetto di fine fila. A seconda del sistema di gestione la distanza tra le file potrebbe variare da 4,5 a 6,0 m (vedere in seguito). L’orientamento delle file deve essere preferibilmente NORD-SUD
5,5-6,0 m
N S
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SISTEMAZIONI IDRAULICO-AGRARIE Preparazione dei “letti rialzati di coltivazione” o “baule”
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SISTEMAZIONI IDRAULICO-AGRARIE Preparazione dei “letti rialzati di coltivazione” o “baule”
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SISTEMAZIONI IDRAULICO-AGRARIE
Preparazione dei “letti rialzati di coltivazione” o “baule”
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SISTEMAZIONI IDRAULICO-AGRARIE
Preparazione dei “letti rialzati di coltivazione” o “baule”
SISTEMAZIONI IDRAULICO-AGRARIE Preparazione dei “letti rialzati di coltivazione” o “baule”
Perché preferiamo il terreno baulato e «non lavorato» al terreno in piano e lavorato? • Miglior sviluppo dei capillari radicali. • Ottimizzazione degli apporti idrici e nutrizionali. • Riduzione del cracking. • Ossigenazione e riscaldamento (migliora lo scambio gassoso e termico) • Controllo della salinità in eccesso. • Riduzione dell’asfissia.
Tendenza delle radici a svilupparsi negli strati più profondi, in ambiente più povero di ossigeno, poiché «disturbate» dalle lavorazioni superficiali
Spinta delle radici verso la superficie in ambiente ricco di ossigeno
Terreno in piano e lavorato
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Terreno baulato e non lavorato
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PerchĂŠ preferiamo il terreno baulato e ÂŤnon lavoratoÂť al terreno in piano e lavorato?
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Capillari radicali in superďŹ cie
TIPOLOGIA DI BAULA PER IL MELOGRANO «FORMA TRAPEZOIDALE» TRADIZIONALE
• Altezza 40-60 cm • Larghezza superiore fino a 150-170 cm • Larghezza inferiore fino a 180-200 cm
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TIPOLOGIA DI BAULA PER IL MELOGRANO «DOPPIO PIANO INCLINATO» NUOVA TENDENZA
altezza 40-50 cm
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PACCIAMATURA
50 cm
RIVESTIMENTO TELO-RETATO PACCIAMANTE La larghezza consigliata intorno a 1,0 m Il telo piacciamante traspirante tipologia «antialghe» Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
PACCIAMATURA
RIVESTIMENTO TELO-RETATO PACCIAMANTE La larghezza consigliata intorno a 1,0 m. Assicura un livello costante di temperatura del suolo. Il telo di colore bianco è consigliabile essendo riflettente. Aumenta la fertilità delle gemme, migliora la pigmentazione rossa dei frutti.
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EFFETTO PACCIAMATURA Contiene lo sviluppo delle erbe infestanti e riduce le perdite per evaporazione dell’acqua di irrigazione (fino al 50-70%)
Infestanti si sviluppano su terreno non pacciamato
Sotto al telo pacciamante si assicura un livello di umidità costante e uniforme
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IMPIANTO DI MICROIRRIGAZIONE SISTEMA TRADIZIONALE • • • • •
Una sola ala gocciolante da 20 mm lungo la fila. Ala gocciolante posizionata sotto il telo pacciamante Passo (distanza tra gocciolatori) 40 cm Gocciolatori autocompensanti Portata di 1-2 litri ad ora (1,3 litri/h consigliati). Ottima capacità di infiltrazione.
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EFFETTO PACCIAMATURA E MONOALA Evitare teli impermeabili e monoala di irrigazione, vicino al tronco, perchĂŠ causano fenomeni di marciume al colletto
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EFFETTO PACCIAMATURA E MONOALA Evitare teli impermeabili e monoala di irrigazione, vicino al tronco, perchĂŠ causano fenomeni di marciume al colletto
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EFFETTO PACCIAMATURA E MONOALA Evitare teli impermeabili e monoala di irrigazione, vicino al tronco, perchĂŠ causano fenomeni di marciume al colletto
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SISTEMA DI DISTRIBUZIONE LOCALIZZATA A GOCCIA Doppia ala gocciolante autocompensante antisifonante (AS) leggermente interrata NUOVA TENDENZA
Telo pacciamante
70-80 cm
25-30 cm
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ala gocciolante interrata
I TENSIOMETRI Sono misuratori del potenziale idrico del suolo. Mantenere costante il livello di umidità , attraverso un continuo monitoraggio, del volume di terreno esplorato dalle radici, serve ad incrementare l’efficienza degli apporti idrici e ridurre il fenomeno del cracking dei frutti. Di solito sono considerati i valori del potenziale idrico a 30 cm, 40 cm e 60 cm di profondità .
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SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO
Le piante vengono propagate solitamente per talea. Il materiale per la propagazione deve essere prelevato da piante madri controllate sotto l’aspetto varietale e ďŹ tosanitario Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO Piante in vaso per trapianti durante tutti i mesi dell’anno
Piante a radice nuda per trapianti durante il periodo autunno-vernino. Nei climi freddi si sconsigliano i trapianti nei mesi con basse temperature.
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PIANTE DI MELOGRANO PRODOTTE DAI VIVAI DEL CO.VI.L.
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TRAPIANTO
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DENSITA’ E SESTI DI IMPIANTO Densità di impianto di (500-600 piante/ha) 3,0 - 3,50 metri sulla fila
5,00- 6,00 metri tra le le
OPERAZIONE DI TRAPIANTO Tutore (12-14mm)
Piccolo astone
Shelter protezione Pane di terra pianta da vivaio
Dopo il trapianto l’astoncino viene tagliato 80-90 cm dal coletto.
Terreno baulato e pacciamato Primo sviluppo delle radici nel terreno
• La buca deve avere dimensioni tali da contenere la radice nuda o il pane di terra. • Il colletto della pianta, punto di inserzione tra fusto e radici, deve mantenere la stessa altezza che aveva in vivaio. • Al trapianto far seguire abbondante irrigazione (anche localizzata) per favorire l’assestamento del terreno alle radici.
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PRIME FASI DI SVILUPPO Tutore (12-14mm)
Prime fasi di sviluppo
Terreno baulato e pacciamato
• La buca deve avere dimensioni tali da contenere la radice nuda o il pane di terra. • Il colletto della pianta, punto di inserzione tra fusto e radici, deve mantenere la stessa altezza che aveva in vivaio. • Al trapianto far seguire abbondante irrigazione, anche localizzata, per favorire l’assestamento del terreno alle radici.
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PRIME FASI DI SVILUPPO Si provvede alla legatura della ramiďŹ cazione lungo il tutore ed eventulmente al ďŹ lo di corda centrale Tutore (12-14mm)
Prime fasi di sviluppo
pacciamatua
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PRIME FASI DI SVILUPPO Per favorire le ramiďŹ cazioni delle branche occorre praticare delle cimature/capitozzature
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PRIME FASI DI SVILUPPO Legatura delle ramiďŹ cazioni lungo il tutore ed eventualmente al ďŹ lo di corda centrale Tutore (12-14mm) Prime fasi di sviluppo
pacciamatua
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PRIME FASI DI SVILUPPO Legatura delle rami cazioni lungo il tutore ed eventualmente al ďŹ lo di corda centrale
Fasi successive di sviluppo al trapianto
pacciamatua
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PRIME FASI DI SVILUPPO
realizzazione delle strutture portanti dopo un anno dal trapianto
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PRIME FASI DI SVILUPPO Legatura delle ramiďŹ cazioni, nelle prime fasi, lungo il tutore ed eventualmente al ďŹ lo di corda centrale. Le legature alle strutture di sostegno saranno effettuate in pieno inverno alla ďŹ ne del primo ciclo di vegetazione
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PRIME FASI DI SVILUPPO Legatura delle rami cazioni alla struttura di sostegno, in pieno inverno, dopo il primo ciclo di vegetazione
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PRIME FASI DI SVILUPPO Legatura delle ramiďŹ cazioni alla struttura di sostegno, in pieno inverno, dopo il primo ciclo di vegetazione
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PRIME FASI DI SVILUPPO Legatura delle ramiďŹ cazioni alla struttura di sostegno, in pieno inverno, dopo il primo ciclo di vegetazione
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MELOGRANO SISTEMA DI ALLEVAMENTO A Realizzazione della struttura portante alcune informazioni
Dappie ali inclinate 1 pollice (160 cm) Con 2 occhielli per cavetto
Palo di sostegno 2 pollici (alto 2,20 m) sporgente 140 cm interrato 80 cm
Y
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MELOGRANO SISTEMA DI ALLEVAMENTO A
Y
realizzazione della struttura portante alcune informazioni Le due ali sono sorrette da un tramezzo di 1/2 pollice di circa 2 metri
Due linee di cavetti di acciaio (3 mm) per reggere le branche principali e i frutti.
I pali sono posti tra due piante, lungo la ďŹ la, ogni due piante. (9-10 m circa)
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MELOGRANO SISTEMA DI ALLEVAMENTO A
Y
Realizzazione della struttura portante alcune informazioni
Due corde di ontenimento,una anteriore e l’altra posteriore alla pianta,collegano le due coppie di corde di acciaio
VANTAGGI DEL SISTEMA DI ALLEVAMENTO A
Y
• Sostegno solido per le branche delle piante appesantite dai frutti. • Migliore disposizione dei frutti sulla pianta. • Operazioni di raccolta e potatura facilitati. • Protezione dei frutti dalle scottature solari. • Incremento della qualità della produzione.
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GESTIONE DELLA CHIOMA
GESTIONE DELLA CHIOMA Fase post-potatura invernale - inizio ripresa vegetativa
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GESTIONE DELLA CHIOMA inizio ripresa vegetativa
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GESTIONE DELLA CHIOMA inizio ripresa vegetativa
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GESTIONE DELLA CHIOMA inizio ripresa vegetativa
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GESTIONE DELLA CHIOMA sviluppo vegetativo primaverile-estivo ÂŤsperonaturaÂť (10-15 cm) di alcuni germogli vigorosi (succhioni)
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GESTIONE DELLA CHIOMA sviluppo vegetativo primaverile-estivo
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GESTIONE DELLA CHIOMA Gli interventi di potatura estiva hanno lo scopo di ridurre la competizione dei germogli vigorosi e favorire una maggiore luminosità all’interno della pianta a vantaggio dell’ingrossamento dei frutti (freccia verde). Dalle «monconature», nel corso della stagione vegetativa, si sviluppano ramificazioni deboli (freccia rossa), che entreranno in produzione la stagione successiva, entrando in un meccanismo perpetuo di fruttificazione e rinnovo.
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GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE Nel corso degli interventi al bruno, sarà eseguita una selezione delle ramificazione a frutto, avendo cura di eliminare rami deboli e/o troppo vigorosi (croce rossa), le ramificazioni a frutto già sfruttate (croce gialla), e quelle in sovrannumero.
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GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE Vanno evitati i tagli rasi. Le speronature favoriscono il rinnovo (ÂŤrigermogliamentoÂť) del ramo
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GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE Vanno evitati i tagli rasi. Le speronature favoriscono il rinnovo (ÂŤrigermogliamentoÂť) del ramo
GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE Al termine della potatura invernale la pianta apparirà con le branche principali, (4-5 SX + 4-5 DX) legate alle strutture portanti, dalle quali si dipartiranno una serie di rami cazioni a frutto (frecce nere) selezionate nel corso della potatura invernale. Le formazioni fruttifere terminano con una punta su cui sono posizionate le gemme a ore. Importante lasciare libera da rami cazioni la base dell’impalcaturaper favorire arieggiamento e penetrazione della luce nel corso della stagione vegetativa successiva (frecce celesti). Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE Al termine della potatura invernale la pianta apparirà con le branche principali,(4-5 SX + 4-5 DX) legate alle strutture portanti, dalle quali si dipartiranno una serie di ramificazioni a frutto (frecce nere) selezionate nel corso della potatura invernale. Le formazioni fruttifere terminano con una punta su cui sono posizionate le gemme a fiore. Importante lasciare libera da ramificazioni la base dell’impalcatura per favorire arieggiamento e penetrazione della luce nel corso della stagione vegetativa successiva (frecce celesti). Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE Al termine della potatura invernale la pianta apparirà con le branche principali,(4-5 SX + 4-5 DX) legate alle strutture portanti, dalle quali si dipartiranno una serie di ramificazioni a frutto (frecce nere) selezionate nel corso della potatura invernale. Le formazioni fruttifere terminano con una punta su cui sono posizionate le gemme a fiore. Importante lasciare libera da ramificazioni la base dell’impalcatura per favorire arieggiamento e penetrazione della luce nel corso della stagione vegetativa successiva (frecce celesti). Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE Durante la potatura invernale alcuni rami vigorosi (succhione), lasciati a sviluppare di proposito nel corso della stagione vegetativa, vengono utilizzati per sostituire alcune branche principali ormai sfruttate da diversi cicli di fruttiďŹ cazione. La sostituzione consiste nel sopprimere la vecchia branca e legare alla struttura portante il giovane ramo vigoroso. Questa operazione viene eseguita ad intervalli di 2-3 anni.
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GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE Durante la potatura invernale alcuni rami vigorosi (succhione), lasciati sviluppare di proposito nel corso della stagione vegetativa, vengono utilizzati per sostituire alcune branche principali ormai sfruttate da diversi cicli di fruttiďŹ cazione. La sostituzione consiste nel sopprimere la vecchia branca e legare alla struttura portante il giovane ramo vigoroso. Questa operazione viene eseguita ad intervalli di 2-3 anni.
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GESTIONE DELLA CHIOMA PERIODO INVERNALE legatura rami con BANDOFIX
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INERBIMENTO TRA LE FILE
gestione delle infestanti con trincia a catena
PIANO DI CONCIMAZIONE Impianto in pieno regime produttivo 25-30 t/ha Azoto 120 Unita N Potassio 160 Unità K2O Fosforo 70 Unità P2O5 Calcio 50 Unità CaO (20 % per via fogliare) Acidi Fulvici Ferro sotto forma di chelato EDDHA forma O-O Fogliari
a base di estratti di alga bruna (Ascophyllum nodosum) + microelementi
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PIANO DI CONCIMAZIONE ORIENTATIVO Inzio invaiatura – Raccolta
Fioritura - Allegagione
Ingrossamento frutto
15% azoto
65% azoto
20% azoto
25% potassio
45% potassio
30% potassio
30% fosforo
40% fosforo
30% fosforo
30% calcio
50% calcio (di cui 20% fogliare)
20% calcio
30% magnesio
50% magnesio
20% magnesio
30% Ferro + Micro
40% Ferro + Micro
30% Ferro + Micro
Acidi Fulvici
Acidi Fulvici
Acidi Fulvici
Fogliari
Fogliari
Fogliari
a base di estratti di alga bruna (Ascophyllum nodosum)
a base di estratti di alga bruna (Ascophyllum nodosum)
a base di estratti di alga bruna (Ascophyllum nodosum)
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CONTROLLO DEI POLLONI Sistema Chimico e Meccanico
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RACCOLTA
• A partire dal secondo anno, piccolissime produzioni. • Dal terzo anno la produzione può arrivare al 50% della produzione potenziale, equivalente a 15,0 ton/ha. • Dal quinto, sesto anno in poi può essere raggiunta la piena produzione che è intorno a 25,0-30,0 ton/ ha.
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SITUAZIONE A LIVELLO MONDIALE Grandi consumi per i riscoperti beneďŹ ci della melograna sulla salute umana
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MELOGRANO Dati sulla Produzione Mondiale
Fonte: Yael Kachel, Dipartimento delle Ricerche di Mercato del Ministero dell’Agricoltura Israeliano.
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MELOGRANO In Italia ďŹ no a qualche anno fa era considerata una specie minore o solo ornamentale
P. granatum
P. granatum nana
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COLTIVAZIONE DEL MELOGRANO Anche in Italia grandi opportunitĂ economiche e di sviluppo
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MELOGRANO Classificazione varietale
Fonte: SEMINARIO: Il Melograno, non più un “frutto minore” 13 Aprile 2015 Università di Agraria, Perugia Corso di laurea: Scienze Agrarie e Ambientali e Tecnologie e Biotecnologie degli alimenti Prof.Franco Famiani . A cura del Dr. Giacomo Linoci
MELOGRANO «ACCO» • Varietà di origine Israeliana. • Pianta con vigoria media. • Produttività medio-alta fino a 20-25 ton/ha. • Periodo di maturazione I-II decade di settembre • Bassa attitudine alla frigoconservazione (30 gg) • Frutti di calibro medio-grosso di colore rosso intenso • Elevata resistenza al Cracking. I •
grani di color rosso rubino sono dolci e di sapore gradevole.
• Varietà a duplice attitudine per consumo fresco ed estrazioni di succo
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MELOGRANO «HICAZ» • Varietà di origine turca. • Pianta con vigoria media. • Produttività medio-alta fino a 20-25 ton/ha. • Periodo di maturazione seconda decade di settembre • Frutti di calibro medio di colore rosso intenso. Seme di consistenza semi-duro. • Elevata resistenza al Cracking. •
I grani di color rosso rubino, sono dolci (17°Brix) e di sapore gradevole.
• Varietà ottimale per la estrazione in succo. Buone le rese di estrazione. Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
MELOGRANO «MOLLAR DE ELCHE» • Varietà di origine spagnola. • Pianta con vigoria media. • Produttività media fino a 15-20 ton/ha. • Periodo di maturazione prima decade di ottobre. • Bassa attitudine alla frigoconservazione (30 gg) • Frutti di calibro medio-grosso di colore rosso non uniforme. • Media resistenza al Cracking. Sensibile a «Alternaria», «Botrite», «Penicilium». • I grani di color rosso sono dolci e di sapore gradevole. • Varietà a duplice attitudine per consumo fresco ed estrazioni di succo. Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
MELOGRANO «PARFIANKA» • Varietà di origine russa (Turkmenistan). • Pianta con vigoria medio-elevata. • Produttività medio-alta fino a 20-25 ton/ha. • Periodo di maturazione prima decade di ottobre. • Attitudine alla frigoconservazione 3-4 mesi. • Frutti di calibro medio di colore rosso brillante. • Elevata resistenza al Cracking. • I grani di color rosso rubino, sono dolci. Presenza di seme di consistenza soft. • Varietà a duplice attitudine per la estrazione in succo e per il consumo fresco.
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MELOGRANO «WONDERFULL» (Esistono diverse selezioni clonali)
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• Scoperta intorno al 1850 in California. • Varietà a duplice attitudine per consumo fresco ed estrazioni di succo • Produce calibri elevati con frutti colore rosso intenso e uniforme. • Arilli di consistenza semi morbida. • Grado Brix elevato (18-21°Brix) sapore leggermente acidulo. • Elevata resa in succo
Proposte tecniche per la coltivazione del melograno - Vito Vitelli Agronomo libero professionista
MELOGRANO «WONDERFULL» (Esistono diverse selezioni clonali)
.
• Pianta con vigoria elevata. • Varietà molto produttiva (fino a 40 ton/ha). • Matura a partire dalla terza decade di ottobre. • Elevata resistenza al Cracking. • Attitudine alla frigoconservazione 4-5 mesi. • Manifesta sensibilità all’Alternaria alternata Fruit Root
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PACKAGING
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COSTI DI IMPIANTO
VOCE
Q.TA’
COSTO UNITARIO in euro
COSTO/HA
Preparazione terreno (dissodamento baulatura, pacciamatura)
1 ha
3.000,00
3.000,00
Struttura zincata di sostegno a Y materiale e messa a dimora
1 ha
5.500,00
5.500,00
Piante compreso di messa a dimora
500 piante
6,00
3.000,00
Impianto di irrigazione doppia ala gocciolante sistema di filtraggio
1 ha
3.500,00
3.500,00
TOTALE
15.000,00
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CONTO ECONOMICO VOCE
Q.TA’
VALORE UNITARIO in euro
valore
FRUTTI DI MELOGRANO
250 ql/ha*
80,00 euro/ql
20.000,00
COSTI DI GESTIONE (fertiirrigazione, difesa, potatura) COSTI DI AMMORTAMENTO
1 ha
6.000,00 euro/ha
6.000,00
RICAVO NETTO
1 ha
* A partire dal quinto anno dall’impianto
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14.000,00
VITO DOMENICO VITELLI agronomo
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