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gigi rigamonti

◀ BRAIN HORIZON NO.3 Gigi Rigamonti 100x100 cm., acrilico su tela, 2021 Fotografia di Irina Sivakova ◀ BRAIN HORIZON NO.1 Gigi Rigamonti 100x100 cm., acrilico su tela, 2021 Fotografia di Irina Sivakova ◀ CHRONOS Gigi Rigamonti 100x100 cm., acrilico su tela, 2018 Fotografia di Irina Sivakova ◀ RITRATTO DI GIGI RIGAMONTI Foro Boario Arte Contemporanea Mostra Star Makers, Oristano Fotografia di Stefano Orrù, 2021

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GIGI RIGAMONTI . millions years

Ardisco affermare che tutta l’opera di Gigi Rigamonti può essere concepita come un perpetuo e sperimentale inseguimento di esperienze esistenziali e urgenze espressive che si fanno pratica artistica: limpida, cristallina, arcaica, primitiva. Ardisco affermare, per abusata che sia l’espressione, che la sua arte sia vita.

L’artista percorre una strada, le cui novecentesche stazioni si chiamano espressionismo, primitivismo, informale... in esse si riposa, s’abbevera e poi prosegue. Affronta ogni sfida artistica con una forza creativa (intellettuale e passionale) divenuta, con il tempo, quasi aggressione furiosa alla tela. Pennellate decise e potenti spatolate risaltano sulla superficie e anticipano allo spettatore quella materialità del quadro che si percepisce nei colori puri talvolta addensati al punto da perdere la specifica funzione di pigmento per esaltarne la materialità di pasta cromatica. Un confronto con la materia che nella più recente produzione egli esplora in modo più deciso e spregiudicato con il ricorso ad elementi non tradizionalmente artistici: cartoni, stoffe di iuta (serie Black), fili di lana (Web), appendini. Non stupisce. Rigamonti è scultore: usa le mani, costruisce modelli, plasma la materia. E qui l’artista supera un’altra soglia: espone sassi e pietre che ha colorato. Mi chiedo se sarà mai abbastanza coraggioso da presentare, un giorno, solo cose del mondo, senza alcun intervento.

È, comunque, il confronto con la vita, materiale e sociale, ciò che domina il suo lavoro, che nella figurazione (in nuce con Chronos e Giorno e notte, 2021) può assumere toni violenti ed eccessivi perché il talento di Gigi è intimamente connesso al suo modo pieno di vivere la vita,

di riflettere alle situazioni e alle storture del mondo, di entrare in contatto con gli elementi che la compongono, siano essi sassi, tramonti o un uccellino morto da seppellire ma anche politica e avvenimenti. Vorrei quasi dire che Rigamonti lavora come un bambino posto davanti, per la prima volta, a oggetti o situazioni, che disegna o scolpisce con la concitazione esaltante della scoperta del “mettere in forma”; giustificherebbe certi eccessi rappresentativi e li renderebbe più accettabili. Invece non è così. Rigamonti è un adulto ancora innamorato con sobria ubriachezza della vita. In Gigi una sapienza primordiale tiene agganciati pensiero concettuale e pratica artigiana, figurazione e informale, foga e disciplina. Significativi sono i quadri Mashed Brain, 2021 in cui la lotta, silenziosa e crudele, di un nero tenebroso e vivo con un colore fluttuante ed ectoplasmatico è bilanciata da un bianco compatto e solido: si aprono allo spirituale e al sensibile. L’artista si immerge nel mondo e ne estrae il grido d’angoscia: “Anche l’arte urla nelle tenebre, chiama soccorso, invoca lo spirito”, almeno quello di un artista che non cessa di vivere.

Stefano Mazzatorta

PENELOPE DETAIL Gigi Rigamonti 100x120 cm., acrilico su tela e juta, lana, cartone, 2018 Fotografia di Irina Sivakova

MILLIONS YEARS . INSTALLATION Gigi Rigamonti Allestimento Foro Boario Arte Contemporanea Mostra Star Makers, Oristano Fotografia di Stefano Orrù, 2021

TREM, DAS SÉRIES CARAVELAS DE HOJE / REPROVADOS (DETAIL) . Maxwell Alexandre 192x426 cm., graxa, carvão, grafite, betume e acrílica sobre tela, 2018 Crédito: Cortesia A Gentil Carioca

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