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VITA DA RICERCATORE
VITA DA RICERCATORE Antonio Moschetta
Originario di Bitonto, medico e ricercatore, Antonio Moschetta ha viaggiato molto fi n dai suoi primi anni di studi. Oggi lavora a Bari e, grazie ad AIRC, studia le relazioni tra nutrizione, metabolismo e alcuni tumori
a cura di FABIO TURONE Vive a Bitonto, dove è nato, e lavora a dieci minuti di distanza da casa, a Bari, nell’Università in cui si è laureato in medicina nel 1997: malgrado ciò, Antonio Moschetta è quanto di più lontano si possa immaginare da un ragazzo timoroso di allontanarsi dal nido. Semmai è uno che non vede l’ora, appena si alza il vento, di mettersi in punta di piedi e allargare le braccia il più possibile per cercare di spiccare il volo, per inseguire il “priscio”, come nel dialetto di quello spicchio di Puglia si chiama la gioia profonda, che lui associa al piacere di assecondare la passione per la ricerca, vedendone sbocciare i frutti.
Gioia e ambizione
Il priscio lo ispira e lo guida già dagli anni del liceo, quando riesce a conciliare l’ottimo rendimento scolastico con i pomeriggi di svago, lo studio (“Mi alzavo prestissimo al mattino per studiare, così al pomeriggio potevo uscire con gli amici”) con l’attivismo in occasione degli scioperi degli studenti e delle lotte in assemblea, da cui non si tira mai indietro. La personalità non gli è mai mancata, ma, dopo la rissa che alle scuole medie gli vale la sospensione, impara a tenere a bada la “testa matta”, anche perché, per via del narcisismo di cui è molto con-
sapevole, non può accettare niente di co, analizzarlo e risolverlo, è per lui un meno che “ottimo” all’esame di terza invito a nozze, e il semestre olandese lamedia, e di 60 sessantesimi alla maturi- scia un segno “entusiasmante”. tà. “Ho frequentato il liceo classico Car- Passa poco tempo, giusto i mesi nemine Sylos di Bitonto, con professori ve- cessari per sostenere a Bari gli esami del ramente bravi ed esigenti, grazie ai qua- terzo anno, e di nuovo l’idea di salire su li ho acquisito un metodo di apprendi- un altro aereo lo affascina inesorabilmento che mi è stato poi utilissimo all’università Dai grassi mente. Se prima era andato – per esempio all’esame di anatomia, che per molti rappresenta un ostacoe dalla bile allo studio nel nord Europa a cimentarsi con l’inglese, la nuova sfida lo porta molto a lo paralizzante – e ancora oggi mi permette di afdel cancro sud, e molto a ovest: approfittando di un altro frontare testi difficili senza tentenna- programma europeo, nato per semplimenti e di assimilarli rapidamente.” ficare il riconoscimento degli esami so-
Dall’Olanda a Tenerife ropean Credit Transfer and Accumulation System), ha l’occasione di trascor-
Appassionato di storia e filosofia, do- rere un intero anno all’Università di La po la maturità valuta se proseguire gli Laguna a Tenerife, nelle isole Canarie, studi in quella direzione, ma è la mam- che fanno parte della Spagna ma sono ma Antonietta – che insegna lettere in nel mezzo dell’Oceano Atlantico, al laruna scuola media – a spingerlo verso un go della costa desertica del Marocco. corso di studi che offra più prospettive Nel piccolo ospedale universitario di un buon impiego. La scelta cade sul- ha l’occasione di fare molta pratica in la facoltà di medicina, e quindi sul me- tutti gli ambiti della medicina: “Ero al stiere del papà Raffaele, gastroenterolo- quarto anno, e ho davvero fatto di tutto, go ospedaliero. scoprendo di provare amore per la disci-
Lo scoglio degli esami di ammissione plina” racconta Moschetta. “Avevo tanviene superato al primo tentativo: ven- tissimi amici, e forse è lì che ho iniziato tisettesimo sui trecento nuovi immatri- a volermi affiancare alle persone che ricolati in medicina a Bari. Sono i primi tenevo più capaci, per provare a imitarle esami a farlo vacillare un po’: materie e imparare a essere come loro.” come fisica, chimica e statistica – fondastenuti all’estero (chiamato ECTS, Eumentali per chi vuole poi fare ricerca – sono per lui pesanti e indigeste: “Mi piaAringhe con cipolle ceva il lato umano del mestiere del me- Dopo il ritorno a Bari deve sostenedico, e odiavo l’idea di fare ricerca” ricor- re alcuni esami fondamentali che non da. Gli esami vengono comunque supe- erano nel piano di studi spagnolo: “Mi rati in corso, pur senza priscio. mancava semeiotica medica, la discipli-
È grazie all’incontro con il docente di na che studia i sintomi e i segni clinici, e anatomia che inizia invece a provarlo: mi ritrovai nel reparto di clinica medica, destino vuole che il professore sia anche da cui non sono mai più uscito. Fu un il responsabile per l’Università del pro- momento davvero importante per me”. getto Erasmus, che incoraggia gli stu- La laurea in medicina arriva con il denti a fare esperienze all’estero. Anto- massimo dei voti nel 1997, e Antonio nio è appena al secondo anno quando non ha ancora avuto il tempo per pendecide di passare sei mesi a Maastricht, sare al prossimo passo. Un ricercatore in Olanda, dove i corsi, focalizzati su im- maturo però rinuncia a partire per un munologia e microbiologia, sono in in- periodo di specializzazione all’estero glese e l’approccio è innovativo. La ri- presso un gruppo di ricerca con cui l’Uchiesta di partire da un problema clini- niversità di Bari collabora. Il gruppo è a
In questo articolo: metabolismo nutrizione stili di vita
Utrecht, in Olanda, e lui diventa il candidato naturale: “Mi chiesero: ‘Vuoi andare tu? È un progetto di sei mesi, poi vediamo’ e io accettai subito, seppure con un velo di tristezza. Ricordo ancora che partii per Amsterdam il giorno del mio compleanno, e all’arrivo il professore che era venuto a prendermi in aeroporto mi invitò a quello che chiamò il mio battesimo da olandese, per cui dovetti mangiare una tipica aringa con cipolla”.
La prelibatezza nordica non incontra i gusti del neolaureato abituato a ben altra cucina, e rimane indigesta, ma è di buon auspicio: la permanenza si prolunga di oltre due anni, in cui si specializza nello studio dei grassi, della bile e delle malattie a essi correlati, iniziando a gettare le basi per le sue ricerche future.
In volo oltreoceano
Dopo la prima pubblicazione importante sul Journal of Lipid Research, arriva il dottorato di ricerca. “Tra gli esperti riuniti per discutere le tesi di dottorato mi trovai di fronte Martin Carey, gastroenterologo della Harvard Me- Antonio dical School, che mi propose Moschetta di andare a lavorare nel suo laboratorio di Boston come post-doc” rievoca Moschetta. Per una volta, la risposta non è immediata: per quanto vive a Bitonto, in provincia di Bari affascinante sia l’idea di trasferirsi nella prestigiosa Università del New England, vuole prima esplorare un’opzione per lui ancora più ghiotta, per il tipo di ricerche che ha in mente, sul rapporto tra nutrienti, ormoni e DNA: “Mandai una e-mail a David Mangelsdorf, che lavorava all’Università del Texas nel Dipartimento del farmacologo e biochimico vincitore di un premio Nobel Alfred Gilman, e che non conoscevo. Gli inviai i risultati della mia tesi, senza sapere bene che cosa aspettarmi” ricorda sorridendo. “Tempo 12 ore mi rispose
VITA DA RICERCATORE Antonio Moschetta
Antonio Moschetta invitandomi ad andacol suo gruppo di ricerca re a Dallas per presensul lungomare di Bari tarli di persona.” La presentazione fa colpo, e all’alba del primo gennaio 2003 il ventinovenne bitontino festeggia l’anno nuovo prendendo un volo per Roma, e da lì per New York e poi per Dallas, dove acquisisce “non solo nuove tecniche, ma la libertà di osare nella scienza, esercitando la ricerca che si vuole fare e non solo quella che si può fare”. L’impegno si traduce nella pubblicazione di studi che hanno l’onore della copertina su riviste come Nature Medicine. Ma non solo. A Dallas Antonio trova anche nuovi esempi a cui ispirarsi, e a cui carpire insegnamenti che gli serviranno per il futuro ruolo da group leader.
Di nuovo a casa
Alla prospettiva di ottenere un contratto permanente (la cosiddetta “tenure”) a Dallas preferisce l’offerta del Politecnico di Losanna. È in cerca di possibilità che gli garantiscano l’autonomia finanziaria quando fa domanda per lo Start-Up grant di AIRC, che ottiene a fine 2005. Può così aprire, in collaborazione con l’Università di Bari, il suo laboratorio all’Istituto Mario Negri Sud, a Santa Maria Imbaro in Frentania, dove in quegli anni lavoravano alcuni tra i migliori ricercatori d’Italia. “Il grant AIRC ha significato la possibilità di acquistare i reagenti in prima persona. postdoc, grazie anche a finanziamenti Firmare l’ordine con i tuoi fondi è un’e- di altre istituzioni, tra cui quello riservasperienza forte. Al Negri Sud trascor- to dal Consiglio europeo per la ricerca ai revo la settimana dormendo nella fo- giovani ricercatori che presentano una resteria, e la sera si cucinava e si man- buona idea per uno studio. giava insieme. In quei momenti nasce- Nel 2019 ha avviato un nuovo provano spesso discussioni appassionanti getto di ricerca grazie all’Investigator e stimolanti, anche per via delle com- grant quinquennale di AIRC su metabopetenze trasversali di ciascuno di noi.” lismo e tumore del fegato, visto e studiaNei week-end torna a Bari, a due ore di to da una prospettiva innovativa: l’inmacchina. Con grande priscio, il labo- testino. Nel frattempo continua a inseratorio guidato da Antonio pubblica gnare medicina interna, la sua passione nel campo del metabolismo dei tumori da sempre, e si muove da un piano all’ali risultati di nuovi studi che meritano tro per passare dal laboratorio all’amle copertine di Cancer Research, Cell Me- Dal laboratorio bulatorio al reparto, e dall’infinitamentabolism, Gastroenterology, Gut ed Hepatology. È durante quel al reparto sempre a fianco te piccolo alla visione d’insieme: “C’è chi al microscopio osserperiodo di pendolarismo che nasce Raffa- dei pazienti va subito al massimo ingrandimento, e chi ele, che oggi ha 14 anni e frequenta an- invece parte dalla vista allargata. L’interche lui il liceo classico. nista ama interpretare entrambe le vi-
Quando il Negri Sud ha difficoltà fi- sioni ma non è mai pienamente soddinanziarie e chiude, Moschetta fa do- sfatto da nessuna delle due, e cerca semmanda per il posto di direttore scienti- pre di essere vicino al paziente” spiega. fico dell’Istituto oncologico di Bari, che “Il campo della relazione tra nutriziodirige per un anno, perché, quando ot- ne, stili di vita e cancro è pieno di fake tiene l’abilitazione a professore univer- news, e di errori in buona fede. Per esemsitario e poi vince la cattedra all’Univer- pio con il primo grant AIRC ho studiasità, è costretto a scegliere. Il secondo fi- to il recettore FXR che pensavamo fosse glio Adriano, che ora ha 8 anni, nasce pro-tumorale, scoprendo che in realtà è dopo il ritorno a Bari. anti-tumorale, cioè ha un effetto oppo-
Ora il suo laboratorio ha compiu- sto a quello che immaginavo. L’errore è to 15 anni, e lui ha già visto passare alla base della crescita, e io vivo con la quasi cento tra studenti di dottorato e cultura dell’errore.”