Magazine1 2016

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1 / 2016 AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - MILANO - Piazza Bertarelli, 13 - Tel. 02 617 55 79 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Aprile 2016 • N.ro 1 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info

IL DESTINO DELL'EUROPA IN UNA PROSPETTIVA BIBLICA?

Non passa giorno che i media europei non dedichino un articolo sullo sconforto che regna nei Paesi EU a causa dei conflitti tra chi vuole erigere «barriere» e chi non le vuole. Si avvicina la fine di un sogno? Disegno ripreso dal lezionario La fe de Jesús della Unione Peruviana del Nord.


IN QUESTO NUMERO UN NUOVO STATUS DI ATEISMO NON PIÙ POLITICO, MA «BIOLOGICO» pag. 2 UNIONE EUROPEA: LE ATTUALI TENSIONI E LA PROSPETTIVA BIBLICA pag. 3/4/5 L'EUROPA A RISCHIO. COME SALVARE UN SOGNO pag. 5 IN COSA CREDONO ANCORA I CRISTIANI pag. 6/7 ANGELA MERKEL / SABATINA JAMES pag. 8 I PREMI NOBEL PER LA CHIMICA 2015 pag. 9 OGGETTI NON IDENTIFICATI: 216 AVVISTAMENTI pag. 10/11 GLI UFO SONO REALI? pag. 11 IL BUON CUORE DEI VULCANI pag. 12 DIO CREÒ I DINOSAURI? pag. 13 L'EVOLUZIONISMO E IL SUO TALLONE DI ACHILLE! pag. 14 C'È UN LIBRO PER TUTTI pag. 15 ANIMALIA CORPO UMANO

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CAMMINARE!

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DI TUTTO UN PO'

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UN NUOVO STATUS DI ATEISMO NON PIÙ POLITICO, MA «BIOLOGICO» V

iviamo nei nostri giorni un nuovo tipo di ateismo. Nei confronti di quello vecchio non è politico, ma è rappresentato piuttosto da persone singole e si nutre di idee di una visione del mondo puramente biologica. I sostenitori di questa direzione sospettano i cristiani non solo di essere dei fanatici della religione, ma li accusano anche di essere degli ignoranti, perché pensano che i credenti siano contrari alla scienza e collegati ancora al Medioevo attraverso il loro modo di pensare. Decenni fa Max Planck, fondatore della fisica quantistica e vincitore del premio Nobel 1918, ebbe a definire il rapporto tra religione e scienza in questi termini: «Dio sta all’inizio della religione e alla fine della scienza». In questa maniera fece eco a famosi predecessori come Keplero, Leibniz, Newton, tutti cristiani e credenti. Anche ai giorni nostri ci sono molti scienziati che credono in qualche maniera in Dio, come l’astrofisico britannico Paul Davies. Il fatto che fra gli scienziati possiamo trovare anche dei cristiani «positivi», lo dimostra la vita e l’agire di Walter Thirring, venuto a mancare nel 2014. Un fisico teorico, che ha lavorato anche con Albert Einstein. Thirring era un protestante molto cosciente dei limiti della scienza. Da un punto di vista esclusivamente scientifico, così diceva, non si può spiegare tutto. Chiunque però sarà in grado di 2

vedere nel cosmo l’ordine e non il caos, trovare indizi di Colui che la Bibbia chiama Creatore, non potrà non ammettere l'esistenza di Dio. Il cristiano accorcia la lunga strada del suo essere con Colui che lo ha pianificato e creato, affidandosi al messaggio biblico. «Tu hai creato tutto», è l’ammissione originaria proveniente dalla fede e dalla ragione della creatura. Questa conoscenza deve insegnarci quanto è grande il nostro Dio e ad essere umili con tutto il nostro cuore. Se questo grande Dio che ha creato anche la nostra piccola vita, così come lo riconosce la ragionevolezza, se tende la sua mano verso noi, così come lo afferma la Bibbia, allora possiamo essere pieni di fiducia. Quella fiducia che non si basa sugli uomini! Renato Colmano

In questi ultimi mesi siamo inondati di notizie prevalentemente negative sull’Unione Europea, tali da farci sembrare imminente un suo «sfaldamento». Dobbiamo prepararci ad un minaccioso scenario di divisioni o ad un'Europa ancora più unita? A guardare bene la vignetta, apparsa recentemente sulla rivista tedesca Stern, sembra proprio di no!


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UNIONE EUROPEA: LE ATTUALI TENSIONI E LA PROSPETTIVA BIBLICA LA BANDIERA SIMBOLO DELL’EUROPA

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n questi ultimi mesi siamo inondati di notizie prevalentemente negative sull’Unione Europea, tali da farci sembrare imminente un suo «sfaldamento». In effetti ci sono pericoli di tutto ciò alimentati da alcuni partiti che evocano la fuoriuscita da essa, solo per poter acquisire voti alle prossime elezioni approfittando del fatto che nessun altro argomento porta, in generale, più voti quanto lo scetticismo nei confronti dell’avversario (in questo caso l'UE). Gli altri partiti, non potendo ignorare certe obiettive difficoltà, soffiano sul vento delle promesse economiche, ed altro. Dobbiamo prepararci ad un minaccioso scenario di divisioni o ad una Europa ancora più unita? Cosa ci riserverà il futuro prossimo? Attualmente la struttura politica ed economica dell’UE è complessa e difficilmente smantellabile. Infatti le innumerevoli convenzioni hanno creato molte facilitazioni come il viaggiare senza «frontiere» e senza cambi di moneta, le semplificazio-

La bandiera europea non è solo il simbolo dell’Unione Europea ma ne rappresenta l’unità e l’identità, in un senso più vasto. Ogni elemento che la compone è stato scelto per la propria simbologia: il cerchio di 12 stelle dorate rappresenta la solidarietà e l’armonia tra i popoli europei. Il numero 12 corrisponde ai dodici mesi dell’anno e al numero di ore presenti sul quadrante di un orologio. Il cerchio, a sua volta, rappresenta l’unità. Il 26 maggio 1986 diventa ufficialmente la bandiera dell'Unione Europea.

STORIA DELLA BANDIERA EUROPEA La storia di questa bandiera risale al 1955. In quel periodo, l’Unione Europea esisteva esclusivamente come Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio ed era costituita da 6 paesi membri. Nel frattempo, era stata creata un’altra organizzazione che raggruppava un numero maggiore di paesi: il Consiglio d’Europa, il cui scopo era la tutela dei diritti dell’uomo e la promozione dell’identità culturale europea. Il Consiglio d’Europa, alla ricerca di un simbolo che potesse rappresentarlo optò per il disegno attuale. Su invito del Consiglio d’Europa, le altre istituzioni europee hanno adottato la stessa bandiera e, nel 1983, il Parlamento europeo approva questo emblema, che diventa nel 1986 la bandiera dell’Europa.

ni burocratiche per le quali il lavoratore può spostarsi facilmente da un Paese all'altro... E queste ed altre facilitazioni coinvolgono una moltitudine di opinioni e persone. Volerle abolire sarebbe molto complicato. Tuttavia «non è tutto oro quello che luccica»! Infatti a premere per un distacco di diversi Paesi dall'UE sono i nazionalismi che, sopiti per decenni, si sono risvegliati in questi ultimi mesi a causa delle migrazioni provenienti dai Paesi in guerra nel Vicino Medio Oriente. Saranno i nazionalismi a incide3

re maggiormente nel dissolvimento dell’UE? Il nazionalismo che si atteggia ostile verso altri non trova alcuna fondatezza. Tutto ciò che si interpone tra gli esseri umani e che agevola distinzioni di classi dovrebbe appartenere al passato. Purtroppo tutto ciò sta però diventando sempre più popolare per paura, ignoranza o per minacce concrete. Non possiamo «prevedere cosa succederà»; sappiamo solo che una inattesa fine dell'UE era stata già prevista circa 2.500 anni fa! Per i lettori della Bibbia non è difficle intuire che ci riferiamo al sogno che ebbe Nabucodosor relativo alla «statua plurimetallica» descritta in Daniele 2. Non siamo noi a dirlo, ma alla fine si avvererà ciò che è stato mostrato al re Nabucodonosor nel suo sogno: una pietra gigantesca provieniente dal cielo rovinerà sui piedi della statua frantumandola. La prospettiva biblica Ecco quello che Daniele poté rivelare a Nabucodonosor: «Questo è il sogno. Tu, o re, sei il re dei re, a cui il Dio del cielo ha dato il regno, la potenza, la for-


LA STATUA DI DANIELE NEL CAPITOLO 2 BABILONIA (612 - 539 a.C.) La statua vista in sogno era «immensa e d'uno splendore straordinario» (Dn 2:31). Questa statua è il simbolo della monarchia mondiale attraverso le sue fasi successive. «La testa d'oro sei tu» (v. 38), ovvero Nabucodonosor, re dell'impero di Babilonia, sotto il cui regno la capitale si abbellì di splendidi edifici, la cui fama si è trasmessa nel tempo fino a noi.

PERSIA (539 - 331 a.C.) Il petto d'argento rappresenta l'Impero dei Medi e dei Persiani. Dopo la morte di Nabucodonosor, Babilonia conobbe un declino molto rapido. Con la vittoria di Ciro l'antico regno dei Medi passò sotto il controllo dei Persiani, loro vecchi vassalli. Nel 539 a.C., Ciro s'impadronì di Babilonia. L'impero persiano si estese su un territorio molto più vasto di Babilonia, ma non conobbe lo splendore del primo. Nel 331 fu conquistato da Alessandro Magno con la battaglia di Gaugamela presso Arbela.

GRECIA (331 - 168 a.C.) Il ventre e le cosce di rame rappresentano l'Impero greco che, con Alessandro Magno, realizza il progetto della monarchia universale, ma la sua prematura morte, a soli 33 anni, fece crollare il sogno nonostante le dinastie greche continuassero a governare i diversi regni orientali che soccomberanno a Roma imperiale.

ROMA IMPERIALE (168 a.C. - 476 d.C.) Di questo regno, rappresentato dalle gambe, Daniele aveva dichiarato che sarebbe stato «forte come il ferro» e aveva aggiunto «come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa» (v. 40). In effetti nel periodo di conquiste basti ricordare, a proposito della conquista della Gallia, le stragi mostruose compiute da Giulio Cesare: un milione di morti e un milione di prigionieri venduti come schiavi. Un impero veramente di ferro e... fuoco!

EUROPA (dal 476 d.C. al secondo avvento) Al dissolvimento dell'Impero romano si instaurano sul suo vasto territorio diversi popoli (Ostrogoti, Visigoti, Franchi, Burgundi, Vandali, Alemanni, Anglosassoni, Longobardi, Eruli e Svevi) che in sostanza formeranno i nuclei degli attuali Stati europei.

za e la gloria: la testa d'oro sei tu. Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, di bronzo, che dominerà sulla terra; poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. Come i piedi e le dita, in parte d'argilla da vasaio e in parte di ferro, che tu hai visto, così sarà diviso quel regno; ma vi sarà in esso qualcosa della consistenza del ferro, poiché tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. Come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d'argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fra-

gile. Hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si mescoleranno mediante matrimonio, ma non si uniranno l'uno all'altro, così come il ferro non si amalgama con l'argilla. Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto e che non cadrà sotto il dominio d'un altro popolo. Spezzerà e annienterà tutti quei regni, ma esso durerà per sempre, proprio come la pietra che hai visto staccarsi dal monte, senza intervento umano, e spezzare il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il gran Dio ha fatto conoscere al re quello che deve avvenire d'ora in poi. Il sogno è vero e sicura è la sua interpretazione» 4

(Daniele 2:36-45). In questa straordinaria comunicazione Nabucodonosor fu dapprima informato su quello che gli sarebbe accaduto, ma anche sugli avvenimenti dopo il suo dominio. In effetti uno sguardo sui libri di storia ci fa sapere che a Babilonia (la testa) sarebbero seguiti altri imperi. Prima il Medo-persiano (il petto), poi quello Greco (il ventre e le cosce), ed infine l'Impero romano (le gambe) del quale l'Italia è ancora ricca di preziose testimonianze. Ma anche per questo regno arrivò il tramonto a causa delle innumerevoli tribù germaniche che inflissero all’Impero romano il colpo mortale. E dalle conseguenti migrazioni dei popoli sorsero, seppure lentamente, gli attuali Stati europei (i piedi). Grandi sforzi per ricostruire un'Europa più unita I secoli successivi al 476 d.C. furono segnati da numerosi tentativi di «rianimare» l’Impero romano. Ci provò Carlo Magno con l’aiuto della Chiesa; poi Carlo V attraverso matrimoni dinastici che alla lunga non ebbero successo. Anche Napoleone sognava un’Europa «unita»: «Abbiamo bisogno di una legge europea, di un tribunale europeo, di una moneta unica, degli stessi pesi e delle stesse misure, abbiamo bisogno delle medesime leggi in tutta Europa. Di tutti i popoli voglio fare un popolo». Come sappiamo anche lui fallì, per non parlare di Hitler. Se fino a pochi anni fa l'UE sembrava una realtà consolidata, oggi si avvertono i primi forti segnali di un «disincanto», nonostante ci si adoperi alla creazione di una «superpotenza europea». Molte delle cose che re ed imperatori del passato hanno sognato, si sono realizzate con l'UE: Paesi senza confini, moneta unica, leggi comunitarie e molto altro sono oggi una realtà nella maggior parte degli Stati europei. La lista degli obiettivi raggiunti è notevole, anche se lungi dall’essere completa. L'unione non fa la forza Le conquiste tuttavia non ci possono distrarre dall’attuale discrepanza tra le visioni politiche ed economiche tra i vari Paesi dell’UE. I conflitti tra gli interessi nazionali e quelli comunitari causano continuamente dissapori. Il proces-


so di unificazione ristagna nonostante i numerosi compromessi, e non si escludono - anzi, vengono evocati - scenari di fuoriuscita di alcuni Stati dove l’entusiasmo della popolazione si è tramutato in un netto rifiuto. Ed ora che l'UE non riesce ad arginare l'invasione migratoria di coloro che fuggono dalla guerra nel Vicino Medio Oriente aumentano i dissapori alimentati anche dai nazionalisimi di alcuni Paesi come l'Ungheria, la Gran Bretagna, la Polonia... Non meraviglierebbe che la stessa UE sia messa in discussione. La profezia di Daniele 2 è di fatto riconoscibile. Considerazioni! Non si vuole «smitizzare» l’UE e nemmeno discutere la questione se sia utile o inutile, ma l'affermazione che i vari Stati «non si uniranno l’uno all’altro» è un'affermazione di Dio! L'UE non è nata per una esigenza religiosa come nacquero gli Stati Uniti d’America, ma è nata «cattolica» (De Gasperi, Adenauer e Schumann) per arginare il comunismo degli anni '50 che voleva conquistare l'Europa, amalgamando entità diverse che sinora hanno retto perché ognuna ha cercato e cerca i propri interessi, ma che non hanno una «base etica» comune. Basti pensare al Nord Europa che ha conosciuto Martin Lutero, mentre il Sud dell'Europa è ancora «cattolico». Anche se molto è stato raggiunto nei vari settori dell'UE, tuttavia a questa è stato posto un limite. Questo limite sta nell'annuncio che «il Dio del cielo farà sorgere un regno!» In questa situazione di crisi europea al cristiano non rimane che porre la sua fiducia non certo sugli uomini di governo ma su quell'«Uomo», «Gesù Cristo», che sa offrire una salvezza reale che altri non sanno offrire.

Una pietra gigantesca proveniente dal cielo rovinerà sui piedi della statua frantumandola. (Daniele 2:34)

L'EUROPA A RISCHIO. COME SALVARE UN SOGNO La ripresa dei controlli alle frontiere con la sospensione di Schengen, il rischio concreto di Brexit e ora l'approvazione della finanziaria da parte del Portogallo senza il parere preventivo di Bruxelles. Non sono tutti segnali di un lento ma progressivo sgretolamento dell'Europa? gabriele.salini@gmail.com Caro Salini, esistono crisi in cui brancoliamo nel buio alla ricerca di un rimedio. La crisi del progetto europeo, invece, appartiene alla categoria di quelle in cui i rimedi sono ben conosciuti. Sappiamo che il bilancio della Commissione europea è drammaticamente insufficiente alle esigenze dell'Ue. Sappiamo che l'Unione bancaria non sarà compiutamente realizzata sino a quando saremo privi, come ha ricordato Federico Fubini sul Corriere del 7 febbraio, di una garanzia comune sui depositi, «in modo da evitare il panico e la corsa agli sportelli nel caso di una crisi locale», come è accaduto nel caso della Grecia. Sappiamo che non è possibile avere una moneta unica senza un ministro europeo della Economia. Sappiamo che il compromesso con la Gran Bretagna per evitare la sua uscita dall'UE avrà l'effetto, come ha ricordato Francesco Giavazzi sul Corriere del 7 febbraio, di spalancare la porta ad altri negoziati con tutti i malcontenti dell'Unione. Sappiamo che la mancanza di una politica europea della Difesa ci costringe a finanziare l'industria bellica degli Stati Uniti, soprattutto nel settore aeronautico. Sappiamo che la libera circolazione delle persone all'interno di un'area europea presuppone l'esistenza di una frontiera comune, di una politica europea dell'immigrazione e di un diritto d'asilo europeo. Ma la consapevolezza dei rimedi non ci impedisce di continuare a rinviare o diluire le riforme di cui il progetto europeo ha urgente bisogno. Anche le cause del fenomeno sono note. La costruzione di una Unione sempre più integrata ha favorito in ciascuno dei suoi membri, come era prevedibile, la nasci-

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ta di una opposizione nazionalista e populista. La crisi finanziaria del 2008 ha provocato una recessione che ha considerevolmente allargato la massa dei malcontenti. Le elezioni hanno costretto molti governi a corteggiare i partiti populisti e questi, a loro volta, ne hanno approfittato per boicottare o snaturare le riforme più coerentemente europee. La crisi, quindi, è anche una crisi delle democrazie, sempre meno capaci di concepire progetti che non siano dettati dalla rabbiosa miopia dei gruppi sociali più nazionalisti e retrivi. Non tutti i Paesi fortunatamente sono altrettanto indifferenti al progetto europeo. Esiste ancora un nucleo originale - i 6 della Ceca e del Mercato Comune - che non intende rinunciare all'integrazione e a cui potrebbero associarsi altri Paesi dell'eurozona fra cui certamente la Spagna. La riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi fondatori a Roma il 9 febbraio 2016 potrebbe essere il primo passo di un ritorno alle origini che avrebbe il vantaggio, tra l'altro, di favorire un più razionale negoziato con la Gran Bretagna. Le concessioni fatte a Londra potrebbero essere estese ad altri Paesi dell'Unione meno favorevoli alla integrazione e contribuire così alla nascita di una Europa in cui vivrebbero insieme due gruppi di Paesi con diverse ambizioni e diversi progetti. È l'Europa a due velocità, una soluzione ripetutamente prospettata da un uomo politico tedesco, Wolfgang Schäuble, e da coloro a cui preme non rinunciare al sogno di Ventotene. Corriere della Sera, 8 febbraio 2016


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IN COSA CREDONO ANCORA I CRISTIANI?

Sebbene quello che rappresenta la fede cristiana è scritto in maniera relativamente chiara nella Bibbia, nel mondo occidentale che vede sempre più avanzare lo scetticismo e l'ateismo in cosa credono ancora i «cristiani»? Da una ricerca compiuta in ambito evangelico possiamo dire che la «fede cristiana», vista ovviamente in diverse maniere, nonostante tutto è ancora viva ed attuale. In sintesi i principali punti delle risposte alle varie domande.

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a fede cristiana oggi viene vissuta in diverse maniere. Qui di seguito abbiamo voluto trascrivere alcune delle risposte che ci sembrano più significative. Sono risposte spontanee dalle quali ognuno può trarre le proprie considerazioni. Probabilmente una prima impressione è quella di avvertire una mancanza di approfondimenti dei contenuti della Bibbia. Dalle risposte abbiamo avvertito quindi un deficit per quanto riguardo l'Antico Testamento, mentre per il Nuovo le cose vanno meglio, ma in questo ci sono grandi differenze nell'interpretare diversi versetti. Forse questo può essere un incoraggiamento ad una lettura più profi-

cua tenendo conto che ogni qual un cristiano si mette seriamente alla ricerca di Dio, il Dio della Bibbia si fa trovare da lui. «Avvicinatevi a Dio, ed Egli si avvicinerà a voi» (Giacomo 4:8). La Bibbia è per ogni cristiano la fonte della sua fede. Solo attraverso di essa possiamo apprendere ciò che

«La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero» Salmo 119:105

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possiamo e cosa dobbiamo sapere di Dio. La Bibbia non è soltanto un libro, ma è come una biblioteca che contiene diversi libri, scritti in diverse epoche e in condizioni differenti. Nonostante ciò questi libri ci conducono nelle verità su Dio e ad ingrandire la nostra fede in Lui. Quello che troviamo, soprattutto nei Vangeli, è scritto in maniera molto univoca, chiara e comprensibile, mentre altri libri della Bibbia possono essere compresi solo in un contesto più ampio. Questo significa soltanto che la Bibbia cerca di essere all’altezza della varietà della vita. Contemporaneamente però ci parla in maniera molto diretta e inequivocabile.


Dobbiamo leggere la Bibbia all’interno di questo «campo di curiosità» ricorrendo anche all'aiuto di una persona qualificata che ci aiuti a comprendere meglio il tutto. In questo modo sarà possibile gustare meglio le bellezze spirituali che leggiamo. Quando leggiamo la Bibbia dobbiamo ricordare che questa parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo, è stata scritta per tutte le persone in tutte le epoche e culture, affinché possano trovare la verità e vivere la salvezza delle loro anime attraverso Gesù Cristo. 1) Credere in Gesù Cristo cosa significa? «Credere nel Gesù Cristo della Bibbia significa affermare con cuore e intelletto l’esistenza di Dio». «Un cristiano crede con tutto quello che lo rappresenta, che Dio determina la sua vita». «Vuol dire condividere la nostra volontà, i nostri sentimenti e i nostri pensieri con i Suoi pensieri». «Sicuramente più di quello che è la semplice accettazione di una verità o di credere per probabile, che Gesù e Dio esistano». 2) Dio è il Creatore dei cieli e della Terra? «Bisogna considerare che Dio nella sua onnipotenza, grandezza, perfezione e amore non commette mai un errore». «È protettore e amorevole accompagnatore lungo tutta la vita di chi crede in Dio, nel Padre, e in Gesù Cristo». «Non c'è dubbio che aldilà di semplici o complesse ipotesi scientifiche non può non esistere un Dio». «Dio avendoci amato ha voluto con la Creazione darci il meglio».

eterna con Dio nei cieli, ma non è da tutti!». «Dovrebbe essere così, ma la maggioranza delle persone non ci crede. Preferiscono non pensarci». 4) Lo Spirito Santo è «ancora» valido? «Sì. Attraverso lo Spirito Santo viviamo la presenza di Dio già ora». «Vive in noi dal momento in cui ci decidiamo per Gesù Cristo». «Lo Spirito Santo ci regala la certezza di essere figli di Dio e che possiamo esseri certi, che tutto ciò in cui crediamo, nel nome di Gesù, sia vero e attendibile». «Lo Spirito Santo ci aiuta in tutte le situazioni di vita, ci aiuta a pregare, ci ricorda e ammonisce di leggere la Bibbia e di fare del bene». «Lo Spirito Santo sta al nostro fianco con dei consigli, quando glielo chiediamo e quando diamo spazio al suo agire nella nostra vita». 5) Cos'è la comunità o la Chiesa cristiana? «La chiesa cristiana o comunità è l’idea di Dio di come i suoi figli su questo mondo possano aiutarsi l’un l’altro, lodarlo e onorarlo». «Dal punto di vista spirituale è una connessione tra il cielo e la terra.

3) Gesù Cristo, liberatore dell'uomo? «I cristiani dovrebbero credere che Dio è sceso in terra come Gesù Cristo, diventando uomo, per salvarci dal peccato e dalla morte». «Penso che solo attraverso la fede in Cristo, si può vincere la morte e risorgere dopo la nostra morte, alla vita

Nella Bibbia viene paragonata più volte a una famiglia, a un gregge o a un corpo umano». «La chiesa o comunità cristiana dovrebbe essere in grado di cambiare il mondo». «Dovrebbe essere costruita secondo la volontà di Dio, ma purtroppo non è così!» «La speranza e la fiducia dovrebbero far parte di ogni comunità o chiesa; senza queste Gesù Cristo non può essere presente». «La Chiesa è una comunità dove tutti si impegnano per le persone svantaggiate e consolano e aiutano ovunque possono». 6) Gesù ritornerà? «Secondo le Scritture sì, ma mi sembra svanire il Suo ritorno». «Non sappiamo quando questo accadrà, solo Dio conosce il giorno». «Credo che Gesù ritornerà su questa terra una seconda volta, per porre fine a tutte le sofferenze e violenze. Non ne possiamo più di questo oggi». «Secondo me Gesù ritornerà, ma nel cuore di ogni persona poco prima di morire». 7) Ci sarà una risurrezione e una nuova vita? «Sì. Questo mondo non esisterà per sempre». «Dio creerà un nuovo cielo e un nuovo mondo. Allora vivremo con Cristo in questo nuovo mondo e regneremo con lui». «Qualche volta ne dubito». «Lo credono anche le religioni orientali, perché non dovrebbe essere così nel Cristianesimo?»

Sebbene cammino nelle tenebre, privo di luce, confido nel Signore. Isaia 50:10

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D O N N E C O R A G G I O S E

ANGELA MERKEL

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«Gli europei devono avere il coraggio d'essere cristiani, di ritornare in Chiesa, e di immergersi nella Bibbia»

a rivista tedesca Pro (2 ottobre 2015) ha postato sul suo blog alcune annotazioni circa la partecipazione della cancelliera Angela Merkel ad un dibattito pubblico tenuto nell'Università di Berna, Svizzera, durante il quale ha risposto a molte domande. Una di questa domande esprimeva la paura di un rischio di islamizzazione dell'Europa a causa degli enormi movimenti migratori di questi ultimi anni. Frau Merkel ha ricordato che la migliore risposta è quella di «avere il coraggio d'essere cristiani, di saper suscitare il dialogo (con i musulmani), di ritornare in chiesa, e di immergersi nella Bibbia», ricordando che se si chiedesse agli studenti cos'è la Pentecoste, ben pochi sapreb-

bero spiegarla». Inoltre ha ricordato che la paura dell'islam non contribuisce a migliorare la situazione. «Conoscere se stessi - ha aggiunto - dovreb-

be migliorare il dialogo. Piuttosto che discutere sulla loro identità, invita gli europei a ritrovare i tesori del cristianesimo e della fede. Si tratta dell'agire che ci porta più vicini a Gesù Cristo, morto e risuscitato per la nostra salvezza, e di una fede che può fare di noi dei reali testimoni dell'amore di Dio». La Cancelliera, non tutti sanno, è figlia di un pastore protestante, nata e cresciuta nella ex DDR, Repubblica Democratica Tedesca. È quindi conscia di un passato non molto «limpido». In questi ultimi mesi è stata molto criticata per la sua benevolenza verso il problema dei migranti, tanto che nelle ultime recenti elezioni regionali ha subito una sconfitta, pur rimanendo in carica.

SABATINA JAMES

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«Ho imparato che l'amore non è un sentimento, ma una decisione cosciente della volontà, che necessita di grande sacrificio, altruismo e a volte anche della vita»

abatina James un nome sconosciuto agli italiani, ma noto negli USA dove ha trovato rifugio in quanto «combattente per la libertà religiosa». Sabatina, nata a Dhedar (Pakistan), sin da bambina ricusa i metodi coercitivi di educazione dei genitori. Ma Sabatina non si sottomette a questa costrizione e così viene obbligata a frequentare una scuola coranica. Nel contempo conosce (2003) il cristianesimo prodigandosi ben presto nel diffondere le vere libertà, sotto costanti pericoli di morte. Poi la famiglia, in cerca di lavoro, si trasferì a Linz, in Austria costringendo dapprima Sabatina a sposare un suo cugino per poter emigrare più facilmente. Arrivata in Austria, ricusa il matrimonio subendo così le minacce di morte

da parte dalla famiglia. Ma Sabatina, aiutata dai centri di assistenza, «scompare» accettando una nuova identità: Sabatina James. Di Sabatina non sappiamo dove esattamente abiti, ma sappiamo che si de-

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dica come scrittrice a scrivere libri in cui illustra la sua esperienza alla luce dell'evangelo. Nel 2006 fonda l’associazione «Sabatina per l’equiparazione dei diritti delle donne musulmane». Nel 2009 conosce la regina della Giordania, presidente del «Women’s World Awards». Il 26 luglio 2015 riceve il premio «Ambasciatrice della speranza». È ambasciatrice dell'organizzazione cattolica femminile «Terre des Femmes». Sabatina James sostiene fondamentalmente che l’Islam non sia riformabile: «Oggi nessuno si chiede più cosa sia la verità, ma soltanto quale sia l’opinione più accettata dagli altri. Nessuno chiede quale sia la volontà di Dio, ma cerca come soddisfare la propria volontà. E si pensa che Dio deve adattarsi alla nostra volontà».


I PREMI NOBEL PER LA CHIMICA 2015

Nel 2015 i premi Nobel per la chimica sono andati a tre biologi che hanno studiato i meccanismi di riparazione del DNA. Questi biologi sono: Tomas Lindhal, Paul Modrich, e Aziz Sancar. Costoro hanno scoperto che il DNA è una molecola molto instabile e subisce ogni giorno migliaia di cambiamenti delle basi nucleotidiche. Se queste mutazioni perdurassero renderebbero in pochissimo tempo la vita impossibile. Il DNA ed anche l'RNA si deteriorano col riscaldamento, inoltre subiscono mutazioni dai raggi X, dai raggi ultravioletti, dai radicali liberi, e da altre sostanze chimiche che si formano continuamente. Inoltre subiscono anche degenerazioni spontanee, sono molto instabili. Questi biologi hanno allora intuito che ci dovevano essere dei meccanismi molecolari che correggessero questi errori, pena la scomparsa della vita in pochissimo tempo. Infatti li hanno scoperti. La loro ricerca li ha portati a evidenziare delle «macchine molecolari enzimatiche», che appena trovano un errore nel DNA, lo correggono immediatamente; questo significa che durante la duplicazione del DNA si verificano errori anche durante la moltiplicazione cellulare. Ogni giorno nell'organismo uma-

Tomas Lindhal Paul Modrich Aziz Sancar no ci sono milioni di moltiplicazioni cellulari: se passassero tutti gli errori di copiatura in pochi giorni la vita umana sarebbe impossibile. È assodato che le informazioni presenti nel DNA sono digitali, cioè sono come le informazioni di un componimento, di un romanzo ecc... se si mescolano a caso tutte le lettere di una frase la frase diventa incomprensibile. E in modo analogo se si mescolassero a caso tutti i nucleotidi allineati che codificano una proteina si avrebbe un guazzabuglio proteico

assolutamente non funzionale. Il problema è l'origine della informazione del DNA, ma il problema è anche il mantenimento dell'informazione. Tutto parla di un progetto anche se coloro che hanno ricevuto i premi Nobel non ne parlano e molto probabilmente saranno evoluzionisti, certamente si sono accorti che vi è un qualcosa di specifico e di ordinato. Senza i meccanismi di riparazione del DNA, la vita non sarebbe nemmeno potuta sorgere. Il darwinismo è ancora una volta «smascherato» dal lavoro di questi premi Nobel che hanno dimostrato, direttamente o indirettamente, l’esistenza di un disegno. Una bella immagine (Wikipedia) della celebre struttura del DNA. La sua sigla deriva dalle iniziali del nome inglese dell'acido desossiribonucleico. È un polimero organico ad alto peso molecolare costituito da nucleotidi e presente nei cromosomi, responsabile di basilari processi biochimici e della trasmissione dei caratteri ereditari. Proprio per questa sua caratteristica oggi è diventato ancora più «famoso» in quanto le autorità giudiziarie se ne servono per scoprire casi in cui è difficile scoprire il malvivente attraverso le normali indagine perchè, come risaputo, ogni individuo umano (ed anche ogni animale) possiede un DNA personalissimo che nessun altro ha. Per questa caratteristica è assurdo pensare che anche il DNA sia il frutto di una lenta evoluzione!

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In 78 anni diversi i fenomeni segnalati al Centro ufologico. Roberto Tomasella: «Il 10% degli episodi è inspiegabile»

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OGGETTI NON IDENTIFICATI: 216 avvistamenti.

uel «grosso oggetto volante sferico e luminosissimo dal diametro di 15 metri» nel cielo sopra il Renon (BZ), nella notte fra il 24 e il 25 aprile 1988, lo videro un autista e un gruppo di turisti francesi mentre scaricavano i loro bagagli davanti a un hotel nell'Alpe di Siusi. Ma anche due abitanti di Castelrotto, e un impiegato che lo fissò per due minuti fino alla sua dissoluzione. Alle 2.15 del primo giorno del 1979, invece, sulla strada fra Nago e Arco (TN), un agricoltore e una casalinga erano soli a bordo della loro Fiat 128 quando, raccontarono, «una sfera abbagliante rossastra di circa 4 metri, con una luce cangiante arancione», sostò un attimo davanti al veicolo e poi lo sorvolò. Dal 1937 al 2015 sono stati 216 i presunti avvistamenti di oggetti volanti non identificati (ufo) in TrentinoAlto Adige, compresi alcuni supposti incontri ravvicinati: gli anni di maggior picco, che coincidono con quelli delle altre regioni italiane, il 1954, il 1978/79, 1983 e infine il 2009, con 13 segnalazioni. A fornire i dati è Renzo Tomasella, membro del consiglio direttivo del Centro ufologico nazionale (Cun), una delle cinque associazioni ufologiche civili più antiche al mondo, che studia il fenomeno dal 1965: «Il nostro database conta quasi 12.500 avvistamenti in tutta Italia dal 1900 a oggi nel 90% dei casi eventi assolutamente spiegabili». Ovvero, come si legge nel sito del Cun, «fenomeni ottici di rifrazione o dovuti alla particolare ionizzazione dell'atmosfera, a palloni sonda meteorologici, a satelliti artificiali, a corpi celesti, a fulmini globulari, ad allucinazioni singole e collettive, a fenomeni di isterismo di massa e volgari ma-

MISTERI Un oggetto volante: spesso sono fenomeni di rifrazione

nifestazioni variamente motivate». Tuttavia, ammette Tomasella, «rimane un 10% di casi inspiegati, che ancora oggi non riusciamo a stabilire cosa siano». Negli ultimi settantotto anni, nell'archivio del Cun, sono confluite 130 segnalazioni dalla provincia di Trento, 86 da quella di Bolzano, «per la maggior parte avvistamenti ad alta quota, ovvero osservazioni di oggetti volanti non identificati al di sopra dei 150-200 metri di altezza». La classificazione è rigidissima, praticamente tassonomica. Ci sono le categorie di avvistamenti a bassa quota (12), ufo a terra (8), con la presenza di entità biologiche (10) e postufo (6), «fotografie con oggetti volanti non identificati della cui presenza il soggetto non si era accorto al momento dello scatto». Non mancano nemmeno le lanterne volanti (6) e 19 fenomeni straordinari (ma spiegabili, come meteoriti). Il caso più eclatante, in regione, è collegato al nome di Walter Rizzi, rappresentante di commercio, che nel 1978 a Radio Nord di Bolzano, raccontò il suo incontro del terzo tipo avvenuta nel luglio di dieci anni prima al passo Gardena. Sosteneva di aver visto un «disco argenteo di 80 metri» e di aver comunicato per via telepatica con un «essere con una tuta aderente e un casco di 10

vetro alto circa un metro e sessanta». «Non eravamo presenti, dunque manteniamo sempre un margine di dubbio davanti a queste testimonianze» ammette Tomasella. Insomma, la prova regina manca. E di certo nessuno la troverà mai. Ma a parlare, secondo l'esponente del Cun, sono «le conseguenze fisiche»: «Rizzi è stato male per un paio di mesi a causa dell'esposizione a una fonte energetica sconosciuta». Insomma, il centinaio di iscritti al Centro ufologico nazionale ci crede. «Considerando le testimonianze delle persone, i documenti ufficiali governativi messi in rete negli ultimi vent'anni, foto e filmati, con il 99,9% di probabilità siamo in presenza di qualcun altro che chissà da quanto tempo visita il nostro pianeta – conclude Tomasella – l'universo è talmente vasto, non è possibile che sia abitato solo dalla specie umana». Erica Ferro Corriere dell'Alto Adige, 28.2.2016

Il presidente dell'Agenzia spaziale italiana

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BATTISTON SCETTICO: «NON SONO FATTI CON UNA VALENZA

a scienza manda i satelliti sui pianeti del sistema solare, cerca la vita su Marte. «Troppo facile prendere abbagli quando il dato informativo è limitato, non ripetibile e casuale». Roberto Battiston è categorico: «È inutile spendere tempo per spiegare le origini o l'effetto spurio che possono essere causa di una particola-


re osservazione – afferma il presidente dell'Agenzia spaziale italiana – nel settore scientifico non si parla di questi temi». Niente presunti avvistamenti, né tantomeno incontri ravvicinati o rapimenti alieni. «Si tratta di argomenti che non possiamo considerare scientifici – commenta – nella misura in cui non esistono dati scientificamente analizzabili e tutto ciò che era possibile studiare non ha portato a risultati di alcun tipo». Un esempio fra tanti: «In occasione dei lanci di missili sono in funzione tante telecamere, che osservano tutto ciò che accade intorno in quei momenti – spiega Battiston – registrano spesso dei brillamenti o delle cose che si muovono: sono frammenti rilasciati dal missile stesso che si liberano nell'aria». Ancora, «la stazione spaziale internazionale scarica gas di ogni tipo – prosegue – che a volte si possono anche congelare in cristalli, così come le attività umane extra-veicolari magari permettono a frazioni di metallo di staccarsi». Insomma, è tutto spiegabile. Anche abbastanza facilmente. Una cosa è dire che nel cielo si vede un oggetto sconosciuto, un'altra chiamare in causa specie che ci circondano e ci osservano: «È completamente senza senso». «Adesso, con tutte le telecamere che ci sono, è molto più facile osservare fenomeni spuri di cui non si comprende l'origine, ma con pazienza si riescono facilmente a catalogare come tali – osserva il presidente dell'Asi – di fatto l'enorme crescita tecnologica non ha consentito di consolidare, migliorare o sviluppare tesi e ipotesi che cinquant'anni fa hanno riempito un certo tipo di letteratura». Nemmeno gridare al complotto è plausibile secondo il fisico, «perché oggi le opportunità di analisi scientifica e verifica sono troppe».

Gli ufo sono reali? La Bibbia cosa dice di questi oggetti volanti non identificati? Niente affatto! Naturalmente alcuni sostengono che sono menzionati nella Bibbia (2 Re 2:11), ma non c'è nulla di paragonabile a quello che alcuni sostengono di aver visto. Tuttavia, alcuni credenti, emotivamente e spiritualmente equilibrati, mi hanno informato di aver visto tali oggetti e che vorrebbero sapere come metterli in relazione con la Bibbia in quanto si crede comunemente che gli oggetti volanti provengono da altri mondi o pianeti. Per questo si presuppone che vi sia vita intelligente su altri pianeti. Ecco alcune considerazioni. 1) La vita intelligente su altri pianeti La Bibbia afferma l'esistenza di vita extraterrestre intelligente. Infatti il ministero degli angeli di Dio tra gli esseri umani (Matteo 18:10, Salmo 91:11) e l'affermazione che i «figli di Dio» si rallegravano quando il Signore «organizzava» il nostro pianeta, indicano che c'erano (e ci sono) già degli esseri intelligenti (Giobbe 38:7). Poi il Figlio di Dio, una «Entità extraterrestre» disceso sul nostro pianeta, è sicuramente l'emblema più prestigioso di tutti questi «esseri» (Giovanni 1:1-3, 14; Atti 1:9; Colossesi 2:15). Inoltre è opportuno ricordare che le forze del male non sono terrestri! Sono venute qui sulla Terra (dallo spazio) per opporsi a Dio e ingannare gli esseri umani (Apocalisse 12:7-9).

2) IN CHE COSA SONO REALI? Cosa possiamo dire a coloro che credono che gli oggetti volanti non identificati sono reali e che provengono da altri pianeti? a) La Bibbia rende chiaro che la comunicazione tra gli esseri umani e le forme di vita extraterrestri è possibile solo attraverso la mediazione di Cristo, che ha inviato lo Spirito Santo e i Suoi angeli per ministrare a nostro favore (1 Timoteo 2:5; Giovanni 14:16,17, 26); b) Dio per mezzo di Cristo ha rivelato come la condizione umana in tutte le sue diversità è da «chiarire»; c) Cristo, stabilendo chiaramente le modalità del suo ritorno personale (Matteo 16:27; 24:30,31; 1Tessalonicesi 4:1417), non userà evidentemente «oggetti volanti non meglio identificati» che alcune persone affermano di aver visto; d) i poteri del male essendo coinvolti nel conflitto cosmico, cercano di ingannare gli esseri umani, offrendo un piano

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alternativo per la soluzione della condizione umana. Essi diventeranno particolarmente operante nei miracoli e nelle manifestazioni soprannaturali, mentre ci avviciniamo alla fine del «Gran conflitto» (Apocalisse 13:13,14; 16:14). Ricordiamo che saranno in grado di imitare il ritorno di Gesù Cristo (2 Tessalonicesi 2:8,9). Questi fondamentali insegnamenti biblici dovrebbero essere utilizzati per valutare qualsiasi presunta manifestazione di vita extraterrestre sul nostro pianeta negli oggetti volanti non meglio identificati, o in qualsiasi altra forma. 3) Ulteriori elementi di prova? Alcuni avventisti hanno utilizzato una dichiarazione di E.G.White per sostenere che lei ha anticipato il fenomeno di questi oggetti volanti che li identifica come di origine demoniaca: «Fenomeni sovrannaturali appariranno in cielo a riprova del potere miracolistico dei demoni. Gli spiriti satanici andranno dai re di tutta la terra e dagli abitanti di tutto il mondo per sedurli e indurli a unirsi a Satana nella sua lotta finale contro il governo celeste» (Il Gran Conflitto, pag. 453, Edizione ADV). Lascio al lettore decidere come interpretare questa interessante dichiarazione. Sulla base delle prove bibliche, senza ambiguità, possiamo affermare che le manifestazioni demoniache aumenteranno di intensità e di natura. Il tempo ci dirà cosa sono o saranno gli oggetti volanti non identificati e, se fossero veri, quali sarebbero state le loro intenzioni. Ma la nostra «sicurezza» deve basarsi nella Scrittura. Non dovremmo essere distratti da questi fenomeni. È più importante per il cristiano impegnarsi nel compimento della missione che Dio ci ha affidato. Il credente che sia avventista o di altra fede non dev'essere ossessionato da questi fatti, anche se possiamo affermare che li abbiamo visti. Il piano divino e il nostro coinvolgimento in esso, sono molto più importanti. Angel Manuel Rodríguez è l'autore di questo intervento apparso su Adventist World, marzo 2013. Ha servito la Chiesa avventista come pastore e insegnante di teologia. Ora è in pensione, ma continua a collaborare nella Rubrica «Domande sulla Bibbia» della rivista citata.


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IL BUON CUORE DEI VULCANI

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Un'esposizione al Museo di Storia naturale di Milano vuole ristabilire la reputazione dell'aspetto primordiale della Natura, temuto per le eruzioni e i terremoti. Oggi più che mai utile anche per l'energia geotermica.

utti conoscono i pericoli dei vulcani. Tuttavia sono indispensabili alla vita sulla Terra. Senza vulcani ci sarebbe poca anidride carbonica (CO2) nell'atmosfera, quindi l'effetto serra sarebbe minore e il nostro pianeta diventerebbe una palla di ghiaccio. André Maeder dell'Osservatorio di Ginevra nel suo libro L'unique Terre Habitée pone l'attività eruttiva tra le condizioni più importanti e necessarie per la nostra apparizione sul globo azzurro. Questo basterebbe, se non per accettare, almeno per vedere sotto una luce diversa, alcune vicende estreme della storia naturale: dalla distruzione di Pompei ed Ercolano all'«anno senza estate», il 1816, causato dalla dispersioni di polveri del vulcano Tambora, in Indonesia, che bloccarono la luce del Sole. Ma i vulcani, i cui segreti sono ben raccontati nella mostra al Museo di Storia naturale di Milano, oltre ad aver aiutato la scintilla della vita ad accendersi, la scintilla della vita, ora continuano a offrire le condizioni ideali perché si mantenga. «L'atmosfera primordiale si è formata grazie alla CO2 eruttata dalla viscere della Terra. Senza l'intensa attività di quelle prime epoche e tenendo conto che le imponenti nubi generate erano ricche anche di vapore acqueo, non avremmo la ricchezza d'acqua che ci circonda, a cominciare dagli oceani. Poi le piogge hanno dilavato l'aria e continuano a farlo ma il giusto equilibrio è sempre garantito dai 400 milioni di tonnellate di carbonio immesse ogni anno. Così la temperatura dell'ambiente mantiene il giusto livello» (Guido Visconti, Università de L'Aquila). Oggi sono cinquecento i vulcani attivi nel mondo, dieci nella nostra Penisola. Ma il nostro territorio è situato in una zona di scontro tra le placche e ciò crea le condizioni ideali per terremoti e vulcanismo. Non a caso abbiamo l'Etna, in Sicilia, il più esteso in Europa e il cui pennacchio racconta la sua vivacità.

La mostra «VULCANI» è aperta fino all'11 settemre 2016 presso il Museo di Storia naturale di Milano Info e prenotazioni: comune.milano.it www.silvanaeditoriale.it

Il 75% delle eruzioni e il 90% dei terremoti avvengono però nella famosa «cintura di fuoco» lunga 40 mila chilometri e che circonda l'Oceano Pacifico proprio perché, anche lì, le placche premono. Non a caso il record di longevità eruttiva lo mantiene il Kilauea nelle Hawaii che lancia ininterrottamente da 33 anni verso il cielo ceneri e lapilli. Però sono proprio le ceneri che ricadono dai vulcani e scendono nelle profondità dei fondali oceanici a consentirne la fertilizzazione, grazie soprattutto alla presenza del ferro. Questo rigenera gli ecosistemi marini favorendo lo sviluppo del fitoplancton. «L'attività vulcanica crea inoltre le condizioni per la generazione dei fulmini – aggiunge Visconti – i quali sono essenziali nei cicli dell'azoto, il maggior costituente dell'atmosfera. Infatti ne spezzano le molecole in tal modo garantendo le sostanze indispensabili al nutrimento delle piante». L'attività tettonica legata ai vulca-

ni si mantiene grazie al calore generato dai numerosi elementi radioattivi presenti nelle strutture geologiche. Senza di essi il pianeta, e con esso la vita, scomparirebbero come è accaduto su Marte. Nelle prime epoche della sua esistenza anche sul Pianeta rosso i vulcani eruttavano in quantità, l'acqua scorreva abbondante consentendo secondo alcuni esobiologi almeno la presenza di organismi unicellulari. Purtroppo, però, essendo la sua massa ridotta (un quindicesimo rispetto a quella terrestre) e quindi povero dei preziosi elementi, lentamente si è spento, gli oceani sono evaporati e assieme anche l'equilibrato ciclo vitale lasciando la sottile e inerte fascia di anidride carbonica. Tornando sulla Terra però, proprio la presenza dei territori vulcanici offre varie altre opportunità. A cominciare dallo sfruttamento delle acque calde e solforose a fini terapeutici delle zone termali (e in Europa il bacino più grande è in Italia nella zona di Abano Terme, nel padovano). Il calore che muove le eruzioni rappresenta anche una preziosissima risorsa energetica. Il suo prelievo attraverso sonde adeguate può alimentare le nostre abitazioni e gli ambienti di lavoro. Ed è una fonte pulita ed inesauribile che aiuta

POZZA DI FANGO Campo geotermico di Krafla, in Islanda. Pozze di fango ribollente causate dalla risalita di gas e vapori di origine vulcanica. La pozza di fango, in parte essiccata, come si vede nella foto, è solcata da numerose fratture cosiddette «di prosciugamento» (foto Marco Stoppato)

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D O M A N D E S U L L A B I B B I A

DIO CREÒ I DINOSAURI? Alcuni settori dell’industria dello spettacolo hanno creato un lucroso mercato di tutto ciò che riguarda i dinosauri. Questi esseri giganteschi, che sarebbero capaci di spazzare via interi centri residenziali con un solo movimento della coda o della zampa, incatenano la nostra fantasia. Dio creò degli esseri così impressionanti? Perché non vengono nominati nella Bibbia?

DA DOVE PROVENGONO? Le prove dell’esistenza dei dinosauri è evidente: abbiamo ossa, denti, uova, impronte e addirittura pelle fossilizzata. Tuttavia la visione della scienza per quanto riguarda i dinosauri è diversa da quella dell’industria dello spettacolo. Analizzando i contenuti di stomaco ed escrementi fossilizzati, i paleontologi hanno scoperto che molti dinosauri erano erbivori. Studi sulle ossa e impronte hanno dimostrato che alcuni di loro erano piccoli, come pecore o cani. Lo Struthiomimus ad esempio, era grande quanto uno struzzo, mentre il Compsognathus non superava le dimensioni di una gallina. In Genesi 1 leggiamo che Dio creò gli animali terrestri il sesto giorno della Creazione, dando loro «ogni erba verde per nutrimento». Per logica conseguenza anche i dinosauri in quanto erano animali terrestri. Pertanto non dovrebbe sorprenderci il fatto che non vengano nominati esplicitamente nella Bibbia. Ricordiamo che il termine «dinosauro» non esisteva ai tempi di Mosè; inoltre anche molti altri gruppi di animali non vengono nominati nella Bibbia come, ad esempio, coleotteri, squali o stelle marine per nominarne alcuni. Alla fine del sesto giorno della settimana creativa Dio vide che il

Suo creato era buono, addirittura «molto buono». Questo pone una problematica. Nonostante molti dinosauri fossero erbivori, ce ne furono anche altri, grandi e terrificanti carnivori, che rappresentavano un pericolo per la vita delle persone. Possiamo considerare questi giganteschi, selvaggi, potenziali mangiatori di uomini, come «buoni»? Questi carnivori furono adatti al nuovo mondo che si nutre di piante? L’ENTRATA DEL PECCATO E I DINOSAURI Il racconto della Creazione biblica fa capire che la maledizione, originatasi dal peccato di Adamo ed Eva (Genesi 3:14-19), provocò cambiamenti biologici che portarono ad un mutamento nell’alimentazione e ad un comportamento aggressivo in molti animali. Anche se la Bibbia non si sofferma su questi cambiamenti, tuttavia vengono oggi interpretati come mutamenti genetici. Dalla scienza sappiamo che per un cambiamento così drastico è necessario un mutamento a livello genetico. Non sappiamo se questi cambiamenti ebbero luogo subito o si verificarono lungo diverse generazioni; finché i dinosauri non furono sotterrati dal Diluvio, questi mutamenti si svilupparono completamente. Non esiste un referto storico per dinosauri viventi, anche se molti sostengono il contrario. Ci sono speculazioni che le indicazioni bibliche per quanto 13

riguarda esseri mistici, si basino su una memoria culturale di dinosauri prima del Diluvio, ma questo non può essere confermato. Nella Bibbia vengono nominati il Behemot (Giobbe 40:15-18) e Leviatano (v. 25), che da alcuni furono interpretati come possibili esempi di dinosauri sopravvissuti al Diluvio. Molti scienziati però suppongono che Behemot sia un ippopotamo e il Leviatano un coccodrillo. Entrambe le specie vivono nel Nilo, cosicché gli antichi ebrei avrebbero potuto conoscerli. L’incertezza sull’identità di questi esseri però non giustifica l’affermazione che i dinosauri siano stati nominati nella Bibbia. La maggior parte degli scienziati creazionisti è convinta che i dinosauri sparirono durante o poco dopo il Diluvio, ma per conoscere meglio questi esseri sono necessari ulteriori studi. Riuscire a seguire le tracce dei dinosauri necessita ricerche estremamente precise e lunghe. Sarebbe interessante che nascessero delle iniziative in tal senso perché, sicuramente, le ricerche sui dinosauri porterebbero a importanti successi che si renderebbero utili nella comprensione delle relazioni bibliche tra la Creazione e il Diluvio.

L. James Gibson redattore di questo intervento apparso su Adventist World, settembre 2015. Direttore dell'Istituto di ricerche geofisiche della Conferenza Generale degli Avventisti del settimo giorno. Autore di numeros libri tra cui Originis ed editore della rivista omonima.


E V O L U Z I O N I S M O

Il film documentario sui difetti dell'evoluzionismo, tanto temuto dagli scettici, in edizione speciale italiana!

L'EVOLUZIONISMO ED IL SUO TALLONE D'ACHILLE

Titolo: I talloni di Achille dell'evoluzionismo Editore: AISO Prezzo: € 14,00 Formato: DVD Lingue: Italiano / Inglese

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Il film documentario della Creation Ministries International intitolato «Evolution’s Achilles’ Heels», tanto temuto dagli evoluzionisti scettici, ora sta per essere rilasciato nell’edizione AISO doppiato in italiano: «I talloni di Achille dell’evoluzionismo». Ci sarà pure un motivo perché gli evoluzionisti hanno cercato in ogni modo di ostacolare il successo di questo film. Quando 15 importanti scienziati con i dottorati di ricerca, come il rinomato genetista John Sanford ex-evoluzionista, con una lunga carriera alla Cornell University, dichiarano che la teoria dell’evoluzione ha delle falle fatali, è ora di rizzare le orecchie e preoccuparsi. Come un’animale con le spalle al muro gli evoluzionisti hanno reagito mettendosi sull’offensiva con una tattica sleale e diversiva. Ma non ha funzionato e il film è stato lanciato con diverse anteprime in tutto il mondo. Il documentario lungo 96 minuti intervista 15 scienziati con un dottorato di ricerca sulle debolezze più importanti della teoria dell’evoluzione moderna. Questi scienziati in campi diversi di specializzazione hanno ricevuto i loro dottorati dalle stesse università secolari dei loro corrispettivi colleghi evoluzionisti, con storie e tempi diversi si sono accorti che la teoria dell’evoluzione semplicemente non regge all’indagine scientifica. Il grande pubblico vede tipicamente solo una faccia del dibattito sulle origini, ma con stupende animazioni ed un filmato drammatico, «I talloni di Achille dell’evoluzionismo» presenta una potente critica all’evoluzione ortodossa da manuale. La teoria dell’evoluzione presenta errori madornali ed è ora che questi vengano smascherati. Questi talloni di Achille dell’evoluzione spesso si trovano nelle aree considerate fortezze inespugnabili di questo sistema di pensiero, come: - La selezione naturale - La colonna geologica - La genetica - La datazione radiometrica - L’origine della vita - La cosmologia - La storia dei fossili - Le implicazioni etiche Scoprirai quanto questo dibattito impatterà il modo in cui vedi te stesso ed il mondo che ti circonda. Non possiamo rimanere indifferenti una volta sentite queste importanti verità che ci sono state nascoste da tanto tempo. Tra poco anche tu potrai vedere il film che gli evoluzionisti non volevano che tu vedessi. Stefano Bertolini, Presidente AISO 14


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C'è un libro per tutti!

Titolo: Editore: Pagine: Prezzo: Formato: ISBN-10: ISBN-13:

Paranoia: tra leadership e fallimento CreateSpace Independent Publishing Plattform 76 € 10,43 (ricevibile anche nel formato Kindle € 6,37) 14,8 x 21cm 1503185869 978-1503185869

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I PARANOIA: TRA LEADERSHIP E FALLIMENTO La rivincita della psicopatia sulla psichiatra. In questa agilissima opera, Paolo Cioni, muovendo dalla sua vasta esperienza clinica, dai suoi studi neuroscientifici, dal suo lavoro nelle strutture di pubblica assistenza, introduce concetti e prospettive originali sulla paranoia. Come, per esempio, la tesi che la paranoia può essere anche considerata come il contrario dell’empatia e che il modo migliore su come affrontare un paranoico (che potreste anche trovarvi come un vostro abituale vicino di condominio) sia la fuga. Ma l’apertura dello psichiatra è molto più vasta e si estende alla sfera sociologica e politica, come accenna il titolo. Il personaggio paranoico può infatti diventare spesso un leader di successo che nella sua mania di grandezza, e con convincimenti deliranti, contagia, attrae e aggrega veri e propri movimenti ideologici, politici, religiosi o para-religiosi. Il libro quindi risponde ai principali quesiti: qual è l’essenza della paranoia e qual è l’effettiva rilevanza che tale problema riveste per la società. Sgombrando il campo da equivoci e controversie riservate a dispute da salotto, Paolo Cioni ritiene che la paranoia sia, almeno oggi, un fenomeno molto diffuso, estremamente variabile su un gradiente di gravità dal basso all’elevato, costituente a tutti gli effetti uno «spettro»; che tale fenomeno sia, inoltre, attualmente molto sottovalutato anche per gli importanti effetti sociali che può produrre.


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Cantori con le ali Un cane per fare Solitari, gli usignoli regalano la «ferma» emozioni vere con i loro

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na cara amica mi ha portato in dono da Barcellona il libro sulla razza canina Gos d'atura català. Non la conoscevo e, incuriosito, ho subito sfogliato il libretto rimanendone totalmente affascinato. È un cane da pastore, una razza antica dalle origini incerte che, secondo alcuni, potrebbe discendere dal pastore bergamasco, giunto nei Pirenei al seguito delle legioni romane. È un bellissimo cane, di quella bellezza vera plasmata dalla selezione fatta nei secoli dai pastori catalani che hanno saputo mantenere attitudini e abilità di quei cani loro compagni di lavoro e di vita. Anche il nome della razza racconta di una sua specificità. D'atura pare essere un termine antico che significa «blocco» o «ferma». È probabile dunque che sappia fare bene «la ferma» e la metta a frutto nel guidare il bestiame. Il Gos d'atura català è rimasto sempre confinato ai monti della Catalogna. Pochi lo conoscevano e nel 1950 era chiamato «pastore dei Pirenei catalani». Si è rischiato di perderne le tracce, un po' per l'isolamento geografico e poi per il grande successo del border collie, il cane da pastore più diffuso e globalizzato. Fortunatamente, però, appassionati cinofili hanno saputo recuperarlo. Ne è stato codificato lo standard nel 1982 e oggi è una razza ufficiale. Ma nel passaggio dalle mani dei pastori a quelle degli allevatori qualcosa forse cambierà. Il Gos d'atura català per esempio è già più comunemente chiamato «Perro de pastor catalan», nome che sottrae un po' di significato e fascino alla razza. Potrà forse anche accadere che con l'allevamento vengano favoriti caratteri che lo rendono un po' più cane di casa e da compagnia. Del resto nell'addomesticamento l'uomo da sempre seleziona non solo i geni, ma anche i memi, guidando un percorso di evoluzione nel contempo genetica e culturale.

anima di una radura è «l'usignolo», scrive Karen Blixen, ne La mia Africa, regalandoci un'immagine carica di poesia di quel meraviglioso cantore. Anni fa gli amici del Wwf organizzarono, una sera di maggio, un concerto di usignoli. Nel bosco di Palo, lungo la costa a nord di Roma, si radunò così un pubblico ristretto, rispettoso ed emozionato. Luna piena, tiepida brezza, e quei magici silvani non delusero gorgheggiando con argentini trilli. Che godimento il canto cristallino di Luscinia megarhynchos! Ma quanti conoscono gli usignoli? Non sono belli a vedersi, non sono gente da birdwatching. La loro è una bellezza tutta acustica che semmai meriterebbe, come appunto ha fatto il Wwf, sedute d'ascolto. Nella Guida degli uccelli d'Europa di Peterson, Mountfort e Hollom (Franco Muzio Editore), dell'usignolo si legge: «16 centimetri, piuttosto senza caratteristiche, se si escludono la coda castano-bruna e il notevole canto. [...] Comportamento ritirato e solitario». Insomma lui è, com'era Sinatra, «la voce», descritta nella stessa guida così: «Il canto è ricco, forte e musicale, ciascuna nota rapidamente ripetuta parecchie volte; le note più caratteristiche sono un profondo gorgogliante ciuck-ciuckciuck e un piu-piu-piu che si alza in un brillante crescendo. Canta di giorno e di notte, nella vegetazione folta o da un ramo basso e esposto». Un canto soave, un'emozione rara e improvvisa che, ancora le parole della Blixen, sanno trasmettere: «Al principio delle grandi piogge, nei boschi dell'Africa, ho sentito l'usignolo. Non il canto pieno: solo poche note, le prime battute di un concerto. Una prova, interrotta di colpo e poi ripresa. Era come se, nella solitudine dei boschi stillanti di pioggia, qualcuno, su un albero, stesse accordando un violoncello. Ma era la stessa melodia rigogliosa e dolce che di lì a poco avrebbe riempito anche i boschi dell'Europa, dalla Sicilia ad Elsinore».

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Danilo Mainardi Sette n.ro 30 /25.07.2014

Il pastore catalano ora diventa domestico.

crescendo di trilli soavi.


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I FATTORI CHE DETERMINANO L'ARRESTO CARDIACO Abbiamo un'irriducibile complessità dei fattori che determinano l'arresto del cuore, che non possiamo pensare che tutto avvenga «per caso».

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arresto cardiaco detto anche asistolia è la diminuzione estrema o la cessazione completa della funzione sistolica del cuore e la cessazione della sua funzione elettrica. Così il cuore non è più in grado di pompare sangue in tutto il corpo e nei polmoni. I sintomi sono: lo stato di incoscienza, l'assenza del polso e del battito cardiaco, l'assenza di respiro e l'assenza di stimolazione tattile. Ci sono essenzialmente tre cause immediate di arresto cardiaco: una è l'asistolia con assenza di attività elettrica e di funzione meccanica di pompa; un'altra è l'asistolia con assenza di polso, ma con attività elettrica ancora conservata; l'ultima causa è dovuta alle aritmie ventricolari maligne che sono: la tachicardia ventricolare con frequenza cardiaca di 150-250 battiti al minuto. Sono frequenze molto alte che possono limitare gravemente il flusso di sangue in tutto il corpo perchè i ventricoli non si contraggono efficacemente. La tachicardia ventricolare degenera rapidamente in fibrillazione ventricolare con battiti di 400-600 al minuto, in pratica in questa condizione l'attività elettrica e meccanica del cuore è del tutto scoordinata e disorganizzata e il cuore non riesce più a pompare sangue in modo efficace:

è il preludio della morte clinica. Queste aritmie ventricolari sono causate da una irritabilità elettrica del muscolo cardiaco e sono spesso associate a malattie coronariche o a scompenso cardiaco. Se una persona muore inaspettatamente di arresto cardiaco, questo evento è chiamato morte cardiaca improvvisa ed è spesso causata da queste aritmie. Il 25% delle morti cardiache improvvise è causata dalla malattia delle coronarie, in genere un infarto di una grossa arteria coronarica. Ci sono altre due cause che possono portare alla morte cardiaca improvvisa: la malattia del nodo del seno; il pacemaker atriale non funziona più bene e il comando degli impulsi cardiaci viene preso o dal nodo atrio-ventricolare che manda però degli impulsi bassi (circa 40 al minuto) o da altri centri più bassi che danno ancora impulsi più bassi (circa 20 battiti al minuto), non sufficienti a fornire una gittata utile con danno grave anche delle stesse cellule muscolari del cuore. Oltre alla malattia coronarica, ci sono tanti altri fattori che possono portare all'arresto cardiaco. A causa di trombosi venose profonde degli arti inferiori o del bacino si staccano emboli che possono arrivare ai polmoni, occludere le arterie polmonari e provocare un arresto cardiaco per deficit di ossigeno o di sangue che dai polmoni va al cuore. Una bassa pressione sanguigna causata da una volemia bassa per eccessiva perdita di sangue o per 17

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grave disidratazione può portare ugualmente a scarso afflusso di sangue al cuore con sofferenza miocardica e morte per fibrillazione ventricolare. Inoltre livelli molto bassi di ossigeno ematico possono portare a grave sofferenza cardiaca, ed anche bassi livelli di glucosio ematico per ipoglicemia possono portare in sofferenza delle cellule muscolari cardiache per carenza delle funzioni energetiche della cellula. Alti livelli di ioni idrogeno nel sangue (acidosi metabolica) possono portare a sofferenza le cellule cardiache con conseguente asistolia. Bassi livelli di potassio o alti livelli dello stesso possono portare ad arresto cardiaco improvviso per malfunzionamento nervoso e muscolare delle cellule cardiache. Inoltre una ipotermia dell'organismo per freddo intenso può determinare il malfunzionamento degli enzimi che catalizzano le reazioni chimiche muscolari con successivo arresto cardiaco. Per capire come la vita umana è entrata in essere, i biologi evoluzionisti devono affrontare tutti questi immensi problemi dell' attività coordinata di tutti i fattori descritti. Mancando o essendo deficiente uno solo di questi fattori il cuore entra facilmente in sofferenza ed in asistolia; viceversa, se non funziona il cuore, anche tutte le altre cellule del corpo possono morire. Abbiamo quindi un'irriducibile complessità a livello di organismo con reciproche influenze cuoreorganismo e viceversa. Nunzio Nobile Migliore

Prossimamente vedremo come funziona la pressione arteriosa ematica per il buon funzionamento cardiaco.


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IL CERVELLO È UN MUSCOLO, BASTA ALLENARLO Bilinguismo, letture, utilizzo della tecnologia: tutte attività che aiutano. E a far bene sono anche frutta e verdura. Il cervello in fondo è molto simile a un muscolo: bisogna allenarlo costantemente perché altrimenti si indebolisce, con un buon esercizio resta scattante e giovane a lungo e scegliendo un'attività «tonificante» al punto giusto può migliorare le sue prestazioni. Avere più memoria, riuscire a concentrarsi maggiormente, sfruttare a fondo la creatività, imparare a usare meglio il ragionamento, rafforzare la logica: tutti obiettivi a portata di mano da giovanissimi, quando le capacità cerebrali si stanno sviluppando grazie alla creazione di nuove connessioni fra i neuroni, ma realistici pure per chi è già adulto grazie alla buona dose di plasticità che le cellule del cervello continuano ad avere ben oltre i 18 anni. Almeno in teoria in ogni momento dell'esistenza si può dare una marcia in più alle performance cerebrali, prima di tutto proprio con l'esercizio fisico: soprattutto quello aerobico stimolerebbe un incremento nella concentrazione di numerosi neurotrasmettitori e fattori di crescita neuronali. Lo ha confermato di recente uno studio svizzero, secondo cui correre incrementerebbe la formazione di nuovi neuroni con effetti positivi sulla memoria, peraltro è noto che nel cervello degli anziani attivi si trova una quantità di sostanza grigia e bianca paragonabile a

quella di persone più giovani, ma soprattutto molto maggiore rispetto ai coetanei sedentari. Non serve puntare alla maratona, in chi non è (fisicamente) allenato possono bastare trenta minuti quotidiani di camminata a passo svelto per «ossigenare» anche il cervello. A cui poi serve soprattutto tenersi sempre impegnato: chi ha una vita sociale intensa e un lavoro intellettualmente impegnativo ha prestazioni cerebrali migliori perché la rete delle connessioni è più salda e si crea una «riserva cognitiva» consistente, assai utile con l'andare degli anni perché quando qualche funzione viene meno per il deteriorarsi delle cellule nervose può essere rimpiazzata da altri neuroni del network. • LEGGERE è un ottimo mezzo per mantenere il cervello attivo, a patto però che non resti un mero scorrere di pagine: perché diventi un buon esercizio mentale ci si può fermare ogni tanto per ripensare ad avvenimenti e personaggi, allenando così memoria e attenzione. • Imparare a suonare uno strumento sembra addirittura aumentare il quoziente intellettivo se si comincia da piccoli, grazie forse alle risorse motorie, sensoriali ed emotive che lo studio delle note richiede. Anche ascoltare buona musica aiuta, perché il benessere indotto dall'ascolto pare aiuti la mente a funzionare al massimo. 18

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• Studiare una nuova lingua è utile per rinforzare il cervello, a ogni età: un buon effetto si può ottenere anche studiando inglese, francese o cinese da adulti. • Usare uno strumento tecnologico nuovo è uno stimolo molto utile anche per chi è avanti negli anni, perché per imparare a utilizzare un tablet o uno smartphone occorre «ristrutturare» gli schemi cognitivi ed essere capaci di pensare in modo diverso, allenando perciò la mente a essere flessibile. • Chi preferisce attività contemplative può affidarsi alla meditazione: ritagliarsi ogni giorno qualche minuto per meditare, indipendentemente dai metodi scelti e dalle implicazioni religiose o filosofiche, favorisce attenzione e concentrazione aiutando il cervello a ottimizzare le prestazioni. • A tavola si può fare molto per mantenere in forma il cervello. Gli antiossidanti di frutta e verdura proteggono i neuroni dai radicali liberi, così come gli acidi grassi polinsaturi dell'olio, della frutta secca e del pesce; i grassi idrogenati dei cibi spazzatura invece sono molto dannosi così come lo zucchero aggiunto, secondo molti neurologi un vero e proprio «veleno» per i neuroni. • Attenzione a non esagerare: il superlavoro cerebrale può essere deleterio perché «intasare» il cervello con troppe informazioni non consente di creare i collegamenti neurali indispensabili per trattenerle. Inoltre lo stress, attraverso ormoni come il cortisolo, impedisce la sedimentazione della memoria e compromette l'apprendimento. • Per una mente che lavori al massimo bisogna perciò garantirsi anche un buon sonno, perché proprio di notte le connessioni cerebrali si «riorganizzano» e si decide quali circuiti devono essere rafforzati e quali invece vanno sfoltiti. Elena Meli Sette n.ro 51 /18.12.2015


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CAMMINARE UNO STIMOLO PER IL CERVELLO

Mentre si cammina si producono risposte più creative e migliora la memoria associativa. E i benefici perdurano per circa un'ora.

Adesso lo sappiamo: cammi-

nare non è solo un movimento necessario, ma anche uno stimolo per il nostro cervello. Contribuisce alla creatività e alla lucidità dei nostri pensieri ed è di aiuto in tutte le attività cerebrali. Secondo un recente studio di ricercatori dell'università di Stanford, pubblicato sul Journal 0f Experimental Psychology, mentre si cammina si producono risposte più creative e migliora la nostra memoria associativa. E i benefici continuano per un certo tempo, un'ora circa. Camminando si rigenera la mente e si elimina la stanchezza data dal lavoro frenetico. Davvero una bella conferma per un movimento che facciamo tutti i giorni e troppo spesso riteniamo soltanto funzionale alla nostra inevitabile quotidianità. Un'importante integrazione di quanto già pubblicato sulla rivista Lancet (dicembre 2013), l'articolo 2000 passi al giorno, che sottolineava come il cammino fosse utile per ridurre i rischi cardiovascolari, di diabete e di artrosi. Ma bisogna che l'impegno quotidiano sia di almeno 20 minuti, il "minimo sindacale" per accendere il cervello e stimolare il motore del benessere. In Israele hanno inventato quel-

cammino autonomo al più presto. Da lì inizia tutto il resto. Dopo un trauma neurologico, se possibile e appena possibile si ripristina il camminare, anche per il valore psicologico: capire che ci si può ancora muovere, oltre ai vantaggi fisiologici, produce un ottimismo fondamentale ai fini di un buon recupero neuromotorio.

lo che chiamano "lo schema di Tel Aviv". Il giorno dello Shabbat tutti vanno a piedi sul lungomare: quasi un rito obbligatorio (gli ebrei osservanti di Sabato non possono usare auto né mezzi pubblici) da cui trarre benefici a costo zero. Mentre a Bolzano hanno creato il Festival del Camminare, per scoprire il valore di una passeggiata a piedi e per educare il nostro rapporto con l'ambiente. Infatti, per osservare la natura e godersi i panorami, niente è più indicato del camminare a ritmi naturali, fisiologici, senza obblighi di corse né soste. Se non quelle che desideriamo. Nel post-intervento chirurgico ortopedico, in particolare nell'atleta professionista, il fisioterapista utizza protocolli di riabilitazione che ridiano capacità di 19

Il destino in un passo Honoré de Balzac, nel suo testo Teoria del cammino, sostiene che i passi rispecchiano l'anima e i pensieri più segreti. E le emozioni più nascoste si rivelano a un occhio attento osservando il modo di camminare delle persone. «Le donne», scrive con un'intuizione magistrale, «mentre camminano possono mostrare tutto senza far intravedere niente». Stimoli cerebrali, pensieri creativi, salute muscoloscheletrica e meno dolori nel tempo. Abbiamo bisogno di altri motivi per schiodarci dalla poltrona o dall'eccessiva pigrizia e camminare serenamente? La vita ci costringe a parecchie salite. Bisogna andare avanti e restare in equilibrio. Se siamo allenati al cammino, tutto questo può risultare più facile e meno faticoso. Dario Oscar Archetti - Sette n. 30, 2014


DA TUTTO IL MONDO!

Inni nazionali «LA MARSEILLAISE»

Nei mesi passati abbiamo assistito a numerose commemorazioni in ricordo dei vili attentati compiuti a Parigi (Charlie Hebdo e Bataclan), durante le quali si è suonato l'inno nazionale francese: «La Marseillaise». Non entriamo nel merito delle commemorazioni dovute o non dovute, ma vorremmo sottolineare che molti inni nazionali, nati nel periodo delle «rivoluzioni», da quella americana a quella «d'Ottobre», hanno contenuti linguistici non proprio «amorevoli». La «Marseillaise» come l'inno di Mameli (forse meno) non ne sono esenti. Allons enfants de la Patrie, Le jour de gloire est arrivé! Contre nous de la tyrannie, L’étendard sanglant est levé! L’étendard sanglant est levé! Entendez-vous dans les campagnes Mugir ces féroces soldats? Ils viennent jusque dans nos bras Egorger nos fils et nos compagnes! Aux armes, citoyens! Formez vos bataillons! Marchons! Marchons! Qu’un sang impur Abreuve nos sillons! Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì!

Tradizioni

BENEDETTA

BIRRA!

La notizia che in un paese del Burgenland (Austria) si sia presa l'abitudine di benedire la birra l'abbiamo saputa pochi mesi fa e ve la riportiamo perché lascia veramente perplessi. «Luppolo e malto, che Dio li preservi!» Sotto questo motto il 30 settembre 2013 ad Eisenstadt è stata per la prima volta benedetta la birra da parte del vescovo Ägidius Zsifkovics. Alla conclusione del suo mandato pontificale nel Duomo di S. Martino sono state benedette delle bottiglie; dopodiché è avvenuta la spillatura nella vicina locanda. Siccome nel Burgenland le benedizioni del vino hanno una grande tradizione, il vescovo Zsifkovics vede di buon occhio la benedizione della birra: «Sia nella pigiatura del vino che nella fabbricazione della birra, la Chiesa vanta un’attività che è delle più lunghe». È una cultura da rispettare anche perché la birra viene ricavata da doni divini della natura».

Citazioni citabili «La vita è un sogno leggero che svanisce» Napoleone Bonaparte (1769-1821). Politico e militare francese. Fondatore del I Impero francese. «Il mondo è una fattoria in cui ci si è dimenticati di separare i lupi dagli agnelli» Principessa Karadja «Dolce è il sonno del lavoratore, abbia egli poco o molto da mangiare» Ecclesiaste 5:11 - Salomone, terzo re di Israele (990-931 a.C.). «Amicus certus in re incerta cernitur. Il vero amico si riconosce nei pericoli» Marco Tullio Cicerone (107-43 a.C.). Avvocato, politico, scrittore, filosofo e oratore romano. «I pensieri di certe persone sono così piatti da non arrivargli neppure alla testa» Stanislaw Jerzy Lec (1909-1966). Scrittore e poeta polacco.

Alzheimer

Eventi

NEL VILLAGGIO CHE HA LA NUOVA SEDE DI SCIENTOLOGY IL RECORD MONDIALE

La cittadina di Yarumal, 30.000 abitanti sulle Ande colombiane, potrebbe offrire all'umanità la chiave per combattere l'Alzheimer. Qui infatti esiste la maggior incidenza della malattia nel mondo, metà degli abitanti hanno la probabilità di ammalarsi in vecchiaia e un solo clan familiare allargato (circa 5.000 persone imparentate tra loro) è stato testato geneticamente per arrivare ad una scoperta clamorosa: metà di loro può sviluppare l'Alzheimer precocemente, attorno ai 45 anni. Le caratteristiche uniche di Yarumal hanno attratto l'interesse di ricercatori e genetisti di varie parti del mondo. Si spera vivamente che gli studi genetici su questa popolazione possano essere utile a comprendere meglio la dinamica dell'evolversi della malattia per poter arrivare a realizzare efficaci rimedi. Malattia che sta colpendo sempre più persone.

Alimenti

L'ALBUME PIÙ STABILE Tradizione vuole che gli albumi d'uovo montati a neve all'interno di recipienti di rame siano più stabili. In effetti quando l'albume ingloba l'aria durante la montatura, gli ioni rame costituiscono, con le molecole della proteina «conalbumina» in esso contenute, dei complessi che creano un reticolo e rendono la superficie delle bolle più rigida e, di conseguenza, la schiuma più stabile.

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Nel mese di dicembre 2015 è stata inauguraata a Milano, davanti a tremila fedeli, la nuova sede di Scientology, un edificio da 25 milioni di euro, cinque piani e 268 finestre su Viale Fulvio Testi. Sir David Misavige, presidente del Consiglio di amministrazione nonché allievo e amico di Robbin Hubbard, lo scrittore di fantascienza che negli anni Cinquanta fondò il movimento «religioso». «Oggi è l'inizio dell'Eterno... la scintilla da cui parte la fiamma che divamperà nella nazione... dalle montagne di Torino ai colli di Roma... verso un Rinascimento senza precedenti in Italia».

Minerali

MAXI COMMERCIO (ILLEGALE) DI METEORITI

Trecento chili di frammenti di meteoriti impacchettati e pronti per la vendita sono stati sequestrati dalla polizia nella provincia di Santiago del Estero, nel nord dell'Argentina. Quasi tutte le pietre pesavano tra i 20 e i 25 chili, con una oltre i 60. Secondo le indagini i frammenti sarebbero andati a collezionisti pronti a spendere anche 500 dollari per ciascuno. Ma una legge provinciale prevede che tutti gli oggetti naturali in arrivo dal cielo appartengono al governo e quindi il loro commercio è da considerare illegale.


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