Aiso 3 2017

3 / 2017 AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - MILANO - Piazza Bertarelli, 13 - Tel. 02 617 55 79 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Novembre 2017 • N.ro 3 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info

500 ANNI DELLA RIFORMA Un traguardo o la sua fine?

Il 31 ottobre 2017 si sono concluse le celebrazioni del cinquecentenario dalla Riforma iniziatasi con Martin Lutero il 31 ottobre 1517.

Siamo arrivati alla sua fine o la «protesta» continua ancora?

FORTE ROCCA È IL NOSTRO DIO!

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IN QUESTO NUMERO FORTE ROCCA È IL NOSTRO DIO

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500 ANNI DOPO. L'IMPORTANZA DI MARTIN LUTERO PER LA CHIESA E LA SOCIETÀ ODIERNA pag. 3/4 CHI ERA LUTERO pag. 5/6/7/8 L'ATTIMO CHE CAMBIÒ LA STORIA DEL MONDO pag. 8 DONNE DELLA RIFORMA Katharina von Bora Katharina Schutz Zell Argula von Grumbach Olympia Morata pag. 9/10 QUELLA FRATTURA CHE OGGI PESA MENO pag. 11 IL MONACO RIBELLE pag. 12 LA RIFORMA E GUTENBERG pag. 15 LA BIBBIA CHE HA PLASMATO UN POPOLO pag. 16

io è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà.

Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, 3 se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti.

4 C'è un fiume, i cui ruscelli rallegrano la città di Dio, il luogo santo della dimora dell'Altissimo.

5 Dio si trova in essa: non potrà vacillare. Dio la soccorrerà al primo chiarore del mattino.

6 Le nazioni rumoreggiano, i regni vacillano; egli fa udire la sua voce, la terra si scioglie.

7 Il Signore degli eserciti è con noi, il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio.

8 Venite, guardate le opere del Signore, egli fa sulla terra cose stupende.

9 Fa cessare le guerre fino all'estremità della terra; rompe gli archi, spezza le lance, brucia i carri da guerra.

10 Fermatevi, dice, e riconoscete che io sono Dio. Io sarò glorificato fra le nazioni, sarò glorificato sulla terra.

11 Il Signore degli eserciti è con noi» (Salmo 46).

Anche se Lutero nei paesi cattolici non è mai stato considerato benevolmente, tuttavia dobbiamo constatare ultimamente (in occasione del Cinquecentenario della «Riforma») una certa rivalutazione morale nei suoi confronti per quanto egli ha fatto per il popolo tedesco e di conseguenza per tutti quei popoli che hanno accettato la Riforma scaturita in quel lontano 31 ottobre 1517 con l'affissione delle 95 tesi dottrinali «anti papali».

Anche AISO magazine ha ritenuto 2

opportuno dedicargli queste poche pagine, incomplete ma pur tuttavia necessarie nel quadro delle citate manifestazioni. È un piccolo omaggio al Riformatore soprattutto al coraggio con il quale Lutero ha affrontato le varie dispute teologiche e non, per diffondere almeno due princìpi fondamentali nella vita di un cristiano: la Bibbia come unica regola di una fede che comunica direttamente con Dio. Un concetto che ha stravolto secoli di conduzione a senso unico!

E quello cui vorremmo soprattutto sottolineare è la forza interiore e spirituale che ha spinto Lutero ad operare per una «riforma».

Forza che a ben esaminare proveniva da Dio e che egli ha percepito in molti passi della Bibbia, in particolare nel Salmo 46, in cui ha trovato la forza per esprimersi non solo davanti alle autorità del tempo, ma anche quella di scrivere e musicare un canto: Forte Rocca è il nostro Dio, che dovrebbe essere l'inno-vessillo dei cristiani di tutte le fedi religiose.

Renato Colmano

500 ANNI DOPO

L'importanza di Martin Lutero per la Chiesa e la società odierna La ricorrenza dei 500 anni dalla nascita (31 ottobre 1517) della Riforma protestante ha visto, in particolare nel mondo anglosassone, numerose attività rievocative dell'evento.

In tutte queste manifestazioni (dibattiti, incontri, mostre, conferenze... ) ci è sembrato che la Riforma sia stata rivalutata nella sua portata sociale e religiosa.

Rimane tuttavia l'interrogativo della sua attuale validità là dove è maggiormente diffusa considerando il generale decadimento morale e una scarsa adesioni di fedeli che si dicono legati a una Chiesa.

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Il cinquecentenario della Riforma è stato l'occasione per attuare diverse attività, come sermoni, programmi televisivi, mostre, pubblicazione di moltissimi libri... In molti si sono interessati a Martin Lutero forse anche per la prima volta.

Ma l'aspetto più positivo di questo interesse è quello che anche la Chiesa cattolica lo ha ricordato benevolmente. Il cambiamento di pensiero è notevole; infatti, se Lutero era visto come un uomo eretico, ribelle, impulsivo e seduttore di suore, oggi lo si riconosce come innovatore della Chiesa e della società tanto da essere rispettosamente annoverato come un «Padre della fede».

In verità la sua rivalutazione ebbe inizio nel 1939 quando Joseph Lortz pubblicò il libro La Riforma in

Germania apprezzando la sua figura.

Poi nel 1983 nella Germania dell'Est, in occasione dei festeggiamenti dei 500 anni dalla sua nascita (1483), nonostante Lutero per anni fosse presentato come un «socialista reazionario, traditore della rivoluzione», venne riabilitato come «precursore della rivoluzione popolare» per la sua opposizione alla Chiesa cattolica, interpretata come un «insorgere contro le relazioni sociali feudali».

Praticamente nell’arco di una notte Lutero diventò uno «dei grandi figli del popolo tedesco dell'Est»!

Da traditore diventava «figlio della Patria», da pazzo diventava un «padre esemplare».

Sicuramente oggi Lutero direbbe alcune cose in maniera diversa come nel caso delle affermazioni sugli Ebrei.

E in questa occasione vorremmo ricordare di Lutero alcuni pensieri che possono contribuire a definire meglio la sua personalità, ma soprattutto il suo animo cristiano, volto a scoprire nella Parola di Dio le più belle verità.

In primis, sarebbe opportuno ricordarsi della richiesta principale della Riforma, quella cioè di un ritorno alla Parola, per farla «primeggiare» nei nostri giorni.

Poi riteniamo che cinque dei suoi «desideri» siano ancora incredibilmente attuli: la libertà di coscienza, l'autorità della Parola, la pace in Dio, la speranza del ritorno di Gesù e il

rinnovo dello spirito ecclesiastico.

LIBERTÀ DI COSCIENZA Proabilmente il più imporrtante di questi punti anche perché Lutero ci ha lasciato una grandissima e splendida testimonianza: le dichiarazioni contenute nelle «95 tesi» (1517) e la coraggiosa dichiarazione alla Dieta di Worms (1521), dove, di fronte alle autorità più influenti dei suoi tempi, l’imperatore Carlo V e il papa, Lutero si è appellato alla Bibbia e alla ragione storica.

In questo modo è diventato il fondatore-promotore della libertà di coscienza dei tempi moderni.

Il coraggio che ebbe nel proclamare la propria libertà di coscienza diede vita ad un rinnovamento delle menti che più tardi avrebbe coinvolto milioni di persone.

Una libertà che non rappresentava alcun modello di libertà individuale, nessun umanesimo razionale, ma piuttosto il collegamento alla Parola e al volere di un’autorità più alta, alla più alta tra le autorità, quella di Dio. E chi si appella alla libertà di coscienza, deve essere consapevole della sua responsabilità di fronte a Dio. Lutero non conosceva una coscienza autonoma, se non la sua connessione alla Parola.

LA «PAROLA» La vocazione di Lutero verso la Bibbia si sviluppò nel contesto dell’Umanesimo e cioè del richiamo

È questo il momento di attivare una fede totale e completa nella Parola di Dio. Martin Lutero

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alle «fonti». Per Lutero era necessario un ritorno al documento originario della fede cristiana, cioè al Vangelo.

La testimonianza degli Apostoli aveva la precedenza sui dogmi dei papi e dei concilii, e su tutte le autorità, incluse le tradizioni e la ragione.

Purtroppo oggi solo pochi cristiani - sia evangelici che cattolici, leggono la Bibbia e la «vivono» in maniera coerente.

E come osservava, in occasione dei 500 anni dalla nascita di Martin Lutero (1983) Karl Carstens, allora presidente della Repubblica federale tedesca: «Noi cristiani evangelici condividiamo ancora la fede nella forza della Parola?»

Una domanda attualissima!

MISERICORDIA E PACE Per Lutero la principale preoccupazione era come riconoscere un Dio misericordioso.

La risposta, che scoprì nella Bibbia, fu il messaggio dell’accettazione del peccatore da parte di Dio: solo per grazia, solo attraverso la fede.

Per Lutero la Chiesa esisteva unicamente se questo messaggio (Sola grazia, sola fede) veniva annunciato, creduto e vissuto.

Secondo Lutero ogni altra via verso la pace e la giustizia fallisce nell’incapacità umana di autosalvarsi.

Questo messaggio ha ancora priorità nelle chiese cristiane?

Il riconoscimento di Lutero della giustificazione per fede del peccatore è vivo nella cristianità?

Viene trasmessa come «buona novella» in maniera convinta e vissuta in maniera percettibile?

I cristiani credono ancora nel messaggio della salvezza e della pace in un mondo pieno di violenza e corruzione?

LA SPERANZA Strettamente connessa è la questione del futuro del nostro pianeta. Se da un lato la Bibbia parla di un’inevitabile fine del mondo, nel contempo parla anche di un regno di Dio eterno.

Anche in questo caso Lutero ci può insegnare una cosa importante.

Lutero sperava fermamente nell’avvento di Cristo: «Non conosco altro consiglio di aiuto, tranne che il giorno verrà», scriveva e pregava: «Vieni, caro giorno di giudizio!»

Un’aspettativa viva del ritorno di Cristo è più «luterana» che l’utopia di un nuovo ordine terreno che creiamo da soli.

IL RINNOVO Per Lutero c'era anche la visione del rinnovamento della Chiesa oltre che della società da perseguire attraverso l’evangelizzazione.

Purtroppo la soluzione temporale delle «chiese locali» rallentò, a suo tempo, la missione evangelizzatrice.

Il luteranesimo si chiuse nei suoi edifici di culto senza così espandersi e senza rinnovarsi.

Lutero, se fosse ancora in vita, riconoscerebbe ancora la «sua» Chiesa, lui che «protestava» contro una Chiesa luterana?

E vedrebbe nelle «libere Chiese» la realizzazione del suo sogno?

IL DOPO Una risposta a simili domande non la possiamo dare noi.

La sensazione però è quella che una riforma della Chiesa o delle Chiese oggi sembra essere necessaria che ai suoi tempi.

Heiko Oberman, storico della Chiesa luterana olandese, già agli inizi del nostro secolo, si chiedeva «se il tempo di Lutero non sia ancora di fronte a noi».

Non lasciamo che Martin Lutero diventi altro che un «monumento»!

Il rinnovo della Chiesa, da lui tanto sperato, dev'esere una continua costante anche per i nostri tempi.

CHI ERA LUTERO? Il 31 ottobre di quest'anno, esattamente cinquecento anni dopo che Lutero affisse al portale della chiesa di Wittenberg le sue 95 tesi, in Germania sarà festa nazionale.

Lo sarà per tutti: protestanti, cattolici, ebrei, musulmani e atei, nel ricordo d'uno degli eventi più determinanti della Storia dell'Occidente.

E Papa Francesco, l'ottobre scorso, con un gesto che avrebbe sbalordito Lutero, si recò a Lund (Svezia), sede dell'Unione mondiale luterana, per assistere all'apertura dell'anno omonimo.

Nell'occasione disse Francesco: «La Chiesa per sopravvivere ha bisogno d'una continua riforma» . Benedetto XVI, sibillino, aveva definito Lutero «uomo onesto, con buone intenzioni».

Ma chi parla oggi di coraggio civile e di libertà di coscienza, parla di Lutero. E senza Lutero nemmeno papa Francesco parlerebbe come parla.

Portale della chiesa del Castello di Wittenberg, su cui Lutero, si dice, abbia affisso, le famose «95 tesi».

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Chi era dunque questo Martin Luther, difensore della sua fede a costo della vita e di cui Lucas Cranach, suo intimo amico, dipinse centinaia di ritratti?

Era figlio di contadini (nato nel 1483), educato in un severo ambiente cattolico.

All'età di 22 veste il saio dei monaci agostiniani.

A trent'anni è già un noto dottore in teologia.

Però a catapultarlo sulla scena europea non fu la scienza. Fu la politica. Più precisamente, il comportamento scandaloso della Chiesa di Roma.

Infatti papa Leone X (alias Giovanni de' Medici), per risanare l'erario vaticano dissanguato da campagne militari, lusso di corte e nepotismo, e per terminare il gigantesco cantiere della basilica di S. Pietro, era ricorso all'espediente già collaudato, di concedere il perdono dei peccati e un posto in paradiso - ai vivi e perfino ai loro cari defunti - contro pagamento in contanti.

Sopra - Martin Lutero nell'atto di affiggere le sue 95 tesi (dipinto di Ferdinand Pauwels).

Sotto - Particolare della porta sulla quale sono state riprodotte le 95 tesi di Lutero In realtà l'attuale porta in bronzo è del 1858 che ha sostituita la vecchia in legno

L'inverno è stato lungo, ora sta per arrivare la bella stagione, un'estate che non avrà mai fine.

Martin Lutero

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Le tariffe corrispondevano ai peccati e al rango dei peccatori.

Raccoglitore era uno spregiudicato frate domenicano, certo Johannes Tetzel, il quale, per gli incassi, si appoggiava anche alle banche dei miliardari di Augsburg, i Fugger: si poteva cioè acquistare la remissionem peccatorum agli sportelli delle banche. Nessuno doveva più pentirsi dei propri peccati, per gravi che fossero. Bastava allargare la borsa.

La reazione del brillante teologo di Wittenberg fu veemente.

Egli compilò la sua protesta in 95 tesi. Che le abbia inchiodate al portale di Wittenberg non è certo. Ma che le abbia inviate alle maggiori autorità ecclesiastiche e ai principi dell'Impero lo è.

Tesi 21: «Sbagliano quei predicatori i quali dicono che per le indulgenze papali l'uomo è sciolto e salvato da ogni pena».

Tesi 43: «Meglio dare a un povero o prestare a un bisognoso che acquistare indulgenze».

Scorcio della piazza principale di Wittenberg, città dell'attuale Land del Branderburg cui occorrebbe aggiungere «Lutherstadt», Città di Lutero.

A destra - Monumento in ricordo del Riformatore.

Tesi 45: «Chi trascura un bisognoso e dà per le indulgenze, si merita non l'indulgenza del Papa, ma l'indignazione di Dio».

Sono 95 martellate contro la morale di Leone X. Vennero lette avidamente e si diffusero come un incendio in tutta la Germania. I tempi erano cambiati e la gente cominciò a rifiutarsi di versare gli oboli.

Quali erano i punti essenziali del pensiero luterano?

Per cominciare: fonte della fede è la Bibbia e «solo la Bibbia». La salvezza non ci viene dalle buone azioni, ma dalla fede in Dio e Dio ce la concede per i meriti di Gesù Cristo.

Poi: chiunque, illuminato da Dio, può leggere e comprendere le Sacre Scritture.

Niente mediazioni di Papi o preti. La grazia divina è sufficiente. Tra l'uomo e Dio c'è un

rapporto diretto.

Queste idee minavano i capisaldi della Chiesa.

Leone X diede 60 giorni al teologo ribelle per venire a Roma e chiedere perdono. Ma Lutero non obbediva.

Da Roma gli arrivava allora la Bolla pontificia Exurge Domine che gli intimava di ritrattare.

Minaccia: la scomunica.

E Lutero? Bruciava simbolicamente in pubblico la perga7

mena. Intanto non cessavano le dispute teologiche in tutte le Università tedesche e il professore, eloquente e ferratissimo, ne esciva sempre trionfante.

La sua fama continuava a crescere. Ma con la fama, nel gennaio 1521, gli arrivava la scomunica. Ora, nel tentativo di domare il riformatore, l'Imperatore Carlo V lo invitava - nonostante la scomunica - alla Dieta di Worms. Siamo nell'aprile 1521. La cronaca di quelle giornate si legge come un giallo. Finalmente il 16 aprile, alle quattro del pomeriggio, presenti l'Imperatore, suo fratello Ferdinando, sei grandi elettori, duchi, ambasciatori, cardinali, principi, conti, baroni e cavalieri, Lutero esponeva le sue ragioni. Parlava dieci minuti. A braccio.

Con voce sicura e forte. Prima in tedesco. Poi in latino. Senza ritrattare!

Concludeva invece con le famose parole: «Qui sto e non posso fare altrimenti. Dio mi aiuti. Amen».

E Carlo V lo dichiarava «nemico della cristianità ed eretico».

Da questo momento chiunque può uccidere Lutero impunemente.

Grazie a Dio il principe Federico il Saggio lo ospitava nel suo castello di Wartburg e lì, in una stanza disadorna, tutt'oggi meta di visite, e nel tempo record di meno di due mesi, Lutero traduceva dal greco in tedesco il Nuovo Testamento.

Seguiva poi la traduzione dell'intera Bibbia, una gigantesca impresa letteraria, il suo capolavoro linguistico, redatto in un tedesco gagliardo ed attraente, «come la gente parla in cucina». È l'opera fondamentale della lingua tedesca. Ciò che la Commedia di Dante è per l'italiano.

Un best seller. Lutero diviene l'autore più letto del XVI secolo.

Le sue idee e i suoi scritti, diffusi grazie alla nuova tecnica di stampa di Gutenberg, segnavano la fine del pensiero dogmatico del Medio Evo, contribuendo alla nascita dell'individualismo moderno e forgiavano l'anima d'un nuovo popolo; il suo poema «Forte rocca è il nostro Dio» diviene l'inno della nazione protestante. L'inno di cittadini fiduciosi, liberi e responsabili.

Nel nostro Paese ahimè la Riforma non arrivava, bloccata dal Concilio di Trento.

Gli italiani crebbero da sudditi e si dovettero arrangiare sotto il manto della Controriforma.

Sicché ancora oggi, alle prese con la realtà giornaliera della penisola, tendono a credere che tutto si possa comprare.

Non solo le indulgenze.

L'ATTIMO

che cambiò la storia del mondo!

Quando Lutero volle recarsi a Worms per la Dieta voluta dall'imperatore Carlo V per discolparsi davanti al nunzio apostolico Aleander, gli amici, memori della sorte toccata a Huss, lo sconsigliarono dall'accettare. Ma lui aveva già deciso: «Anche se a Worms ci fossero più diavoli che tegole sui tetti, ci andrò».

Il 17 aprile del 1521 comparve davanti alla Dieta, solo, rivestito del solo saio.

Apparve piuttosto intimorito nella prima udienza, in quanto l'accusatore lo esortò a riconoscersi reo d'eresia e ad abiurare, concedendogli ventiquattr'ore di tempo per riflettere.

L'indomani la Dieta si trovò dinnanzi un altro uomo, appassionato e pugnace.

La lungimirante provvidenza di Dio aveva permesso che Lutero si rendesse conto del rischio e non confidasse nelle proprie forze; come Giacobbe lottò contro l'angelo, così Lutero, conscio della propria impotenza, si aggrappò a Cristo, suo potente liberatore, e si sentì fortificato dalla certezza che l'indomani non sarebbe stato solo dinanzi alla Dieta.

Dopo che gli fu rinnovata, in latino, l'intimazione ad arrendersi, disse in tedesco con voce ferma che per quanto

Giorgio Jellici Quotidiano Alto Adige, 31 ottobre 2017 8

riguardava l'accusa sugli abusi e la corruzione della Chiesa non aveva nulla da rimproverarsi, in quanto la sua denuncia era condivisa da tutti. Carlo V intervenne con un secco «Non è vero», ma Lutero non si lasciò sconcertare.

«Se ritrattassi questo punto - dichiarò - mi arrenderei alla tirannia e all'empietà.

E la cosa sarebbe ancora più grave se risultasse che vi sono stato costretto dal sacro romano imperatore».

I presenti ammutolirono con uno sgomento che era anche ammirazione per tanto coraggio.

Lutero allora si dichiarò pronto ad abiurare alle sue tesi se qualcuno gli avesse dimostrato il contrario sulla base delle Scritture. Aleander rispose, in latino, che questo era stato l'argomento di tutti gli eretici, compresi Wycliff e Huss, e incalzò: «Ti chiedo, Martino: ripudi o non ripudi i tuoi libri con tutti gli errori ch'essi contengono?»

Ci fu un attimo di silenzio, un attimo interminabile che cambiò la storia del mondo occidentale!

Poi, sempre in tedesco, Lutero disse rivolto all'Imperatore: «Poiché Vostra Maestà e le Vostre signorie pretendono

DONNE DELLA RIFORMA Katharina von Bora Il Duomo (luterano) di Worms dove Martin Lutero comparve dinanzi alla Dieta

una risposta univoca, eccola: a meno che io non sia convinto con la Scrittura e con chiari ragionamenti poiché l'autorità di papi e concilii che si sono contraddetti l'un l'altro, la mia coscienza è vincolata alla Parola di Dio. Non posso, non voglio ritrattare nulla perché non è giusto né salutare andare contro coscienza. Iddio, mi aiuti. Amen».

Carlo V interruppe a questo punto il contradditorio: «Basta. Visto che l'imputato nega perfino i concilii, non c'è bisogno di fargli ulteriori domande».

Nella notte l'Imperatore sottoscrisse una dichiarazione confermando la sua fedeltà alla Chiesa, dovesse costargli «le sue terre, le sue amicizie, il suo corpo, la sua vita, la sua anima».

Provvidenzialmente onorò il salvacondotto di cui Lutero era munito, ma quando sarebbe arrivato a casa si sarebbe proceduto contro di lui «come è uso con gli eretici confessi».

Ma la mano del Signore proteggeva Lutero perché era nei suoi «piani» che la Verità delle Scritture fosse ristabilita dopo secoli di buio quasi assoluto.

E così Dio diede a Federico di Sassonia la saggezza di escogitare un piano per la protezione di Lutero che fu rapito e portato alla Wartburg dove ebbe modo, nascosto e dato per scomparso, di iniziare la traduzione della Bibbia in lingua volgare, che diverrà luce per l'intera nazione germanica e inizio di una riforma per la storia del mondo.

Il ruolo delle donne nella Riforma protestante è stato spesso ignorato o trattato come poco più di una nota a piè di pagina nella Storia.

Tuttavia molte donne, incoraggiate dal concetto del «sacerdozio universale», si sono impegnate per sostenere la Riforma con grandi rischi per la propria incolumità fisica considerati i tempi in cui sono vissute.

Molte si sono dedicate allo studio della Scrittura e degli scritti dei riformatori, mentre altre hanno usato la loro autorità per sostenere la Riforma.

Ma la maggior parte di loro erano donne «normali» che avevano afferrato i princìpi della Riforma per diffonderli in particolare nei loro ambienti sociali, ma anche mantenerli vivi nel loro ambiente familiare.

«Katharina von Bora» ritratta da Lucas Cranach il Vecchio all'epoca del matrimonio con Martin Lutero (1526)

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Tra queste è doveroso ricordare la moglie di Lutero, Katharina von Bora anch'essa ex monaca, fuggita dal convento di Mimbschen nel 1523 assieme ad altre otto compagne.

Fatto è che il 27 giugno Lutero e Katherina (26 anni) si sposano.

Avranno ben 6 figli, di cui due purtroppo deceduti in tenerissima età.

Katherina sarà compagna fedele di Lutero, ma soprattutto una valida collaboratrice che spronerà il marito Martin ad organizzare l'ex convento in cui abiteranno in un centro di accoglienza per studenti di teologia, ma anche un centro «culturale» (vedi foto pagina seguente). Morirà nel 1552.

Katharina Schutz Zell Un'altra donna degna di menzione è Katharina Schutz Zell (14981562), tedesca, che ha svolto un ruolo pastorale presso il marito.

Ha ritenuto che Dio l'aveva chiamata ad essere un «pescatore di persone» accanto al clero. Attratto dal luteranismo, sposò Matteo Zell, ex sacerdote, che era il primo riformatore a Strasburgo. Katharina e Matteo hanno servito insieme fino alla morte di Matteo 24 anni dopo. Durante questo periodo Katharina era attiva sia nella predicazione che nell'insegnamento.

Essa riteneva importante servire gli altri e servire volontariamente chiunque fosse in difficoltà, non importa quanto fosse importante.

Katharina ha anche iniziato un ministero di scrittura , che includeva lettere di incoraggiamento spirituale a coloro che ne avevano bisogno e pubblicavano materiali che includevano prediche, discor-

si pubblici e trattati teologici.

I suoi scritti contengono le difese articolate del vangelo e il suo significato per la vita quotidiana, riflessioni sul ruolo del matrimonio clericale, rifiuti contro specifici attacchi alla fede, esplorazioni del valore della sofferenza cristiana, materiale devozionale e persino un eminente.

Argula von Grumbach Argula von Grumbach (c.1490c.1564), tedesca, nata in una nobile famiglia, viene ricordata per il suo contributo alla Riforma tra gli anni 1523 e 1524 avendo avuto il coraggio di prendere le difese di un giovanne studente che per le sue tesi sul nascente prostetantesimo venne condannato al carcere. Argula allora scrisse una lettera all'Università di Ingolstadt non ricevendo risposta; fu allora che ebbe il coraggio, si pensi ai tempi di allora, di ripubblicare la lettera e di diffonderla in 29.000 copie che ebbe l'effetto di far scarcerare il giovane studente.

In seguito Argula pubblicò numerosi opuscoli affrontando una serie di vari argomenti ecclesiastici in cui si riflette il suo carattere veemente, ma anche la sua schiettezza nel denunciare le mancanze del clero conscia dei pericoli che correva con le sue denunce.

In alto - Facciata interna del palazzo, ex convento agostiniano, dove Martin Lutero ha vissuto dal 1523 sino a pochi attimi dalla sua morte, avvenuta ad Eisleben nel 1546.

Sopra - Dettaglio delle finestre relative al vasto «salone» di rappresentanza. Il cuore dell'edificio dove si svolgevano conferenze, dialoghi (celebri i «Tischreden») dibattiti... e dove si sono rinsaldate amicizie come quella tra Lutero e Melantone. Sotto - Il «salone» del palazzo. Si noti in fondo lo stupendo pulpito.

Olympia Morata Olympia Morata (1526-1555), italiana, un vero prodigio naturale d'intelligenza sia nei classici che nella fede protestante.

Già a 13 anni insegnava insegnare «religione cristiana» negli istituti di Calvino.

Per queste sue straordinarie doti intellettuali fu poi precettrice della figlia del duca Ercole II d'Este alla corte di Ferrara.

Dopo aver lasciato la corte per prendersi cura del padre, Olympia scelse di dedicarsi agli studi biblici ritornando in Germania dove subì disagi morendo di peste.

Wendy Jackson Record Adventista, ottobre 2017

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QUELLA FRATTURA R

che oggi pesa meno

icorrono domani (31 ottobre 2017) i 500 anni da quando il monaco agostiniano Martin Lutero, lanciando da Wittenberg la sua sfida contro la prassi papale delle indulgenze, avviò una protesta che, al di là delle intenzioni del teologo e di quelle di papa Leone X che infine lo scomunicò, portò alla spaccatura della Chiesa in Occidente: quella della Riforma, che dilagò in gran parte del Nord Europa, e quella della Controriforma, rilanciata dal Concilio di Trento (1545-63) che si mantenne soprattutto nell'Europa del Sud, e si sviluppò nell'America latina appena scoperta.

Solo con il passar del tempo ci si rese conto delle conseguenze, ecclesiali, sociali e geopolitiche, delle 95 tesi anti-papali lanciate da Lutero in quel 31 ottobre 1517: protestanti (a Lutero si aggiunsero poi Giovanni Calvino ed altri) e cattolici si contrapposero in guerre di religione che devastarono l'Europa.

La pace della Westfalia del 1648 dando vigore al cuius regio eius et religio (la gente deve seguire la religione del sovrano) - cercò di por fine a queste contese, ponendo, pur tra

contraddizioni, le basi del diritto alla libertà religiosa che sarebbe fiorito più tardi.

Cattolici e protestanti si considerarono nemici, ed alimentarono questa reciproca insopportabilità attraverso, caricature polemiche.

Ci furono, all'inizio del secolo XX, tentativi di superare questo antagonismo; e minoranze cattoliche e minoranze luterane si opposero al nazismo.

Ma, in sostanza, fu il Concilio Vaticano II (1962-65) a indurre una svolta sostanziale, che inaugurò il dialogo tra la Federazione luterana mondiale e la Chiesa cattolica romana.

L'impegnativo dialogo tra teologi delle due Parti ha portato infine, il 31 ottobre 1999, alla firma, ad Augsburg, della «Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione», cioè ad un consenso su (alcuni) punti decisivi di una questione biblica e teologica cruciale: «come» Dio attraverso Cristo salva, per grazia, la creatura umana.

Per quattro secoli la comprensione della «giustificazione» era stata un muro tra cattolici (che insistevano sulla necessità delle opere) e luterani;

Scorcio della piazza principlae di Wittenberg.

Sullo sfondo la chiesa luterana.

A destra - Il pulpito, visibile nel dettaglio a destra, dove Lutero teneva le sue prediche domenicali.

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ora non più. Inaugurando il giubileo del quinto centenario dell'evento del 1517, un anno fa papa Francesco, a Lund (Svezia), aveva ringraziato Dio «per i doni che la Riforma ha portato alla Chiesa». Affermazione papale un tempo inconcepibile.

Tuttavia, tanto la dichiarazione di Augsburg che il viaggio di Bergoglio in Svezia non hanno avuto, finora, reali conseguenze ecclesiologiche: Roma continua a rifiutare la «ospitalità eucaristica», cioè la possibilità per un cattolico di fare la comunione durate la Santa Cena luterana, e per un luterano di comunicarsi durante la Messa cattolica.

Tuttavia, tenendo conto di Augsburg e di Lund, cresce nei settori più aperti del mondo cattolico, non solo in Germania, la consapevolezza che tale divieto non regge più: e, dunque, proprio in questi giorni, gruppi di cattolici partecipano alla Santa Cena.

Difficile dar loro torto.

Luigi Sandri Quotidiano Alto Adige, 30 ottobre 2017

Martin Lutero: IL MONACO RIBELLE! S

e mai nella storia ci fu un uomo che sconvolse la civiltà occidentale in maniera così drammatica da far nascere una nuova concezione del cattolicesimo, questo è senz'altro Martin Lutero (Luther).

Nato a Eisleben, Turingia, nel 1483 (10.XI) diventa prete agostiniano nel 1507 per andare poi a insegnare a Wittenberg.

Nel 1510 è in missione a Roma dopodiché si addottora in teologia (1512).

Lo sdegno provato davanti allo spettacolo della corte mondana di Leone X, contribuisce ad aumentare il turbamento interiore che già si era manifestato in età giovanile.

Turbamento dovuto al suo temperamento appassionato, incline alla malinconia, all'ansia e anche ad un'educazione molto severa, com'era d'altronde in quei tempi, in cui la minaccia del castigo divino era a portata di mano in un mondo pieno di diavoli, streghe, folletti... È negli anni che vanno sino al 1515 che il monaco Lutero prende maggiore coscienza del problema della predestinazione e con esso nasce il timore di perdere ogni possibilità di salvezza, angosciato com'era di dover presentarsi davanti al Giudice supremo.

A poco a poco si stacca dalle osservanze conventuali per assaporare sempre di più le lettere di Paolo, soprattutto quella ai Romani, e per «scoprire» che il messaggio essenziale del Vangelo consiste nel fatto che l'uomo è giustificato soltanto dalla fede e non dalle opere. «Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore» (Rm 5:1).

«Ma siamo giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù» (Rm 3:24).

Siccome la natura umana, a causa del peccato, è malvagia, all'uomo resta soltanto, secondo Lutero, la certezza soggettiva della propria salvezza, fondata sulla fede assoluta in Dio, il quale non guarisce il Male, ma lo copre come con un mantello, coi meri-

ti di Cristo.

Per Lutero le opere sono soltanto l'effusione di questa fede-fiducia in Dio. Questo concetto base più tardi si accompagnerà al disprezzo dell'aiuto che la Chiesa visibile può dare: soltanto la fede salva, non l'obbedienza all'autorità ecclesiastica, non i sacramenti e ancor meno il culto dei santi e le pratiche di devozione.

Così nel 1516, a Wittenberg, Lutero incomincia a diffondere le sue posizioni personali che hanno immediato successo, perché rispondono anche a un'attesa storica in un'epoca in cui la Chiesa si era sclerotizzata e contaminata da un modus vivendi scandaloso che aveva allontanato la Germania da Roma già da un secolo.

La campagna delle indulgenze del 1517 con il famoso domenicano Tetzel, fornisce l'occasione a Lutero di affiggere alla porta della chiesa del castello di Wittenberg le famose 95 tesi, che sono come un fiammifero nel pagliaio. ll traffico delle indulgenze nel Brandenburgo aveva origine da un'intesa commerciale fra il principe Alberto, il papa Leone X e il banchiere Fugger di Augusta.

Proprio a causa di questo lucroso contratto, poco spirituale, Lutero si muove: in effetti quelle lettere pro-

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mettevano la remissione dei peccati non appena pronunciatane la confessione; quanto all'indispensabile rimorso, non ne facevano neppure cenno.

Non che le tesi fossero così antiromane, ma la stanchezza della gente «costretta a salvarsi» donando soldi a Roma, diventa la molla di quella rivolta che avrebbe diviso in due il mondo cattolico e le cui conseguenze religiose, politiche e sociali nemmeno Lutero immaginava in quella vigilia di Ognissanti del 1517.

Lutero sulle prime si mostra cauto nei riguardi di Leone X e accetta di andare a giustificarsi alla Dieta di Augusta (ottobre 1518), ma spinto da una forza irresistibile, rifiuta di ritrattare e lascia clandestinamente la città per rifugiarsi a Wittenberg, sotto la protezione dell'elettore Federico III. L'anno seguente a Lipsia, di fronte all'inviato papale, Lutero rimane saldo nei suoi princìpi e così nel 1520 con la pubblicazione dei tre grandi scritti riformatori, Lutero si ribella apertamente contro Roma.

Nel primo libro Alla nobiltà cristiana tedesca (giugno 1520) vi è un appello affinché il potere temporale riveda il proprio atteggiamento nei confronti di Roma.

Con il libro La cattività babilonese della Chiesa (agosto 1520) Lutero si oppone all'idea romana del potere spirituale, ribadendo il principio del sacerdozio universale dei cristiani; nega al papa il potere di convocare il concilio generale per trasferirlo ai prìncipi; respinge il privilegio riservato al magistero ecclesiastico d'interpretare la Bibbia; attacca i sacramenti, di cui non lascia sussistere che il Battesimo e l'Eucaristia; nello stesso tempo reclama la riforma dei diversi organi della Chiesa, l'abolizione del celibato dei preti, dei voti monastici...

Nel libro sulla Libertà cristiana (settembre 1520) si ritrovano le parole che sono l'essenza della dottrina luterana: «Le buone opere non fanno l'uomo pio, ma l'uomo pio compie le buone opere». Lutero viene così con-

Sopra - Lutero nell'atto, pare simbolico, di bruciare la bolla papale Exurge Domine. È il 10 dicembre 1520. La rottura con Roma è ormai definitiva.

A destra - In ricordo dell'atto di cui sopra nei pressi della chiesa del Castello di Wittenberg è stato eretto questo piccolo monumento.

dannato dalla bolla Exurge Domine di Leone X (15.VI.1520), che egli brucia sulla piazza di Wittenberg. La rottura con Roma è ormai definitiva.

Viene allora scomunicato dal papa (3.I.1521); tuttavia Carlo V, che stava per cominciare la guerra contro Francesco I, teme un'insurrezione, arrestando Lutero; si limita quindi a citarlo davanti alla Dieta di Worms (1718.IV.1521).

Lutero si presenta con molto coraggio e rifiuta di ritrattare; provvidenzialmente il protettore Federico di Sassonia lo fa rapire, nascondendolo per quasi un anno alla Wartburg.

In questa sosta forzata ha modo di iniziare la traduzione in lingua volgare della Bibbia, che si concluderà solo nel 1534, per diventare un classico della lingua tedesca moderna.

Nel frattempo le idee luterane sconvolgono la Germania: i preti si sposano, i monaci e le suore gettano la tonaca e un'interpretazione illuministica e anarchica della teologia di Lutero dà origine al movimento degli anabattisti, per cui Lutero, vedendo il pericolo, decide di lasciare la Wartburg per ritornare a Wittenberg.

Per Lutero inizia così il grande pe-

riodo di organizzazione della nascente Chiesa luterana dalla quale deriverà quella calvinista e quella anglicana, premesse di quel vasto risveglio spirituale che con la Rivoluzione francese permetterà per tutto il 1800 il sorgere delle chiese evangeliche.

Numerosi prìncipi tedeschi aderiscono alla Riforma, ma quasi sempre per motivi essenzialmente temporali, perché essa permette la secolarizzazione dei beni del clero.

Solo nel 1524 abbandona l'abito monastico e sposa la cistercense Katharina von Bora, appena uscita dall'ordine, dalla quale avrà sei figli.

Nel 1523 Lutero si schiera con i prìncipi e vedendo gli eccessi cui la nuova libertà trascina il popolo durante la «guerra dei contadini» del 1525 si orienta verso la Chiesa di Stato, lanciando contemporaneamente appelli per lo sterminio degli stessi contadini.

Questo fatto gli inimica gli amici illuministi tra cui Erasmo, e avvelena anche l'amicizia con Zwingli che,

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più razionale e radicale di Lutero, riduce l'Eucaristia ad un simbolo, mentre Lutero sostiene la presenza simultanea di Gesù col pane e col vino, cioè per consustanziazione e non per transustanziazione.

Ma ormai la Riforma aveva conquistato quasi interamente la Germania - ai cattolici rimangono i Länder del meridione (Baviera) - e si avvia a conquistare tutto il nord dell'Europa e persino buona parte della cattolicissima Francia.

Messo al bando dall'impero, Lutero non può presentarsi alla Dieta di Augusta (1530), ma incarica l'amico Melantone, che presenta la nota Confessione di Augusta, rifiutando ancora una volta gli ulteriori tentativi di riconciliazione con la Chiesa cattolica.

Gli ultimi sedici anni di Lutero, dalla Confessione di Augusta fino alla sua morte (1546), sono trattati dalla maggior parte dei biografi in maniera molto più sommaria degli altri periodi della sua vita. Sarebbe errato paragonare questi ultimi anni agli sprazzi di un fuoco che si spegne.

In realtà cresce costantemente in maturità e in capacità artistica. Sino all'ultimo migliora la traduzione della Bibbia; le prediche e i commentari biblici raggiungono altezze eccelse come l'esposizione del sacrificio di Isacco (1545).

Purtroppo sono anche offuscati dai dissensi fra i suoi amici tra cui Melantone, dall'avere approvato la legittimità della bigamia del margravio Filippo d'Assia (1539) e dall'acuirsi dei suoi malanni, assistito sempre mirabilmente dalla moglie Katharina; anni durante i quali s'interroga sulle proprie responsabilità rispetto alle conseguenze del moto che aveva avviato.

Le sue idee sono ormai mature e la sua Chiesa, ben organizzata, è portata avanti dai suoi collaboratori perché, per il rimanente dei suoi giorni, egli continuerà ad essere fuori legge sia per la Chiesa (cattolica) sia per lo Stato.

Fortunatamente la vita familiare assorbe sempre più l'interesse di Lutero che comunque non rinuncia a scrivere (il suo ultimo scritto importante è un attacco di estrema violenza contro il papato), predicare e insegnare all'università di Wittenberg; soprattutto continua a discutere in compagnia di amici anche cattolici, che riporta-

no le Tischreden (Discorsi conviviali).

Lutero vive fino a età inoltrata, patriarcale capo di una casa affollata di bambini, studenti pensionanti e visitatori stranieri, decano di una Chiesa ancor giovane, ma che segnerà il destino della civiltà europea.

Una crisi cardiaca lo coglie nella sua Eisleben il 18 febbraio 1546 sulla strada del ritorno, dopo essersi incontrato con Melantone per riconciliare i «conti». Il 22 febbario verrà sepolto nella Chiesa del Castello di Wittenberg, proprio dove aveva affisso le sue «95 tesi».

Lui, che segnò per sempre la coscienza moderna.

La grandezza di Lutero sta nel fatto di aver provocato non solo un terremoto religioso, ma anche culturale e politico, soprattutto perchè amò così tanto la sua patria da toglierla dal dominio papale, per dargli con la traduzione in tedesco della Bibbia un idioma unificante da scuotere i connazionali dalla loro indifferenza verso la politica e verso la musica.

Ma la sua influenza fu particolarmente forte nel campo della famiglia, tale da assumere quell'affettuoso e pio carattere patriarcale che Lutero stesso aveva stabilito come esempio nella sua casa.

Oltre a ciò lasciò una traccia profonda nella religione del suo popolo: i suoi sermoni, la sua liturgia, i suoi canti, il suo catechismo, la «sua Bibbia» incoraggiarono tutti, conquistando anche le terre del Nord Europa.

Lutero aveva sperimentato, nonostante tutto, la vita in Cristo, pronto a dire: «Forte rocca è il nostro Dio» (Eine Feste Burg) e a ridere del tuono e di tutti i fulmini della tempesta.

Ecco perché potè pronunziare quelle memorabili parole: «La mia coscienza è vincolata dalla Parola di Dio. Qui sto saldo. Non posso fare altrimenti.

Dio mi aiuti. Amen».

In alto - Una delle casse originali con le quali Johann Tetzel raccoglieva offerte dai fedeli tedeschi quale contributo per la costruzione della Basilica di San Pietro in Roma. Si trova esposta al museo «Lutherhaus» di Wittenberg.

Sopra - Xilografia del 1617 quale caricatura nei confronti di Johann Tetzel, titolare incaricato im primis da papa Leone X per l'attività di cui sopra. In pratica Tetzel, monaco domenicano, era un predicatore di indulgenze. Secondo l'uso ancora attuale, ogni qual volta viene effettuata l'offerta in denaro l'anima della persona, indicata dall'offerente, dal Purgatorio «vola in Paradiso». L'assurdo della consuetudine è che si poteva versare l'offerta anche per persone (o per se stessi) ancora in vita; come dire che si dava un «acconto»... per il futuro. Poi al momento del decesso... in Paradiso se ne teneva conto... Contro tale assurda pratica si era ribellato Lutero, molto esplicitamente, già nelle prime delle sue «95 tesi».

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Martin Lutero: LA RIFORMA E GUTENBERG! La grandezza di Lutero non è dovuta al solo fatto di aver scardinato buona parte della teologia cattolica, ma è legata anche alla traduzione della Bibbia in lingua volgare, ovviamente tedesca, soprattutto alla sua diffusione grazie all'invenzione della stampa a caratteri mobili risalente a Johann Gutenberg (ca. 1400-1468), tedesco di Magonza.

Ed è veramente sintomatico che il Vangelo «monopolizzato» dalla Chiesa cattolica sia passato nelle mani di un tedesco!

Evidentemente non era nei piani divini che il Cristianesimmo rimanesse «bloccato» nei Paesi latini sotto l'egida di una Controriforma crudele e spietata.

Con Gutenberg si ha il primo grande impulso alla diffuzione della Bibbia; in effetti se è vero che i primi stampati sono «commerciali», il vero e grande punto di partenza, incontestabile, è la stampa della Bibbia in latino, in due volumi di complessive 1.282 pagine su due colonne di 42 righe.

Sembrerà increbidile, ma la maggior parte degli umanisti e degli eruditi accoglie l'invenzione con disdegno, ostentando una preferenza per i tradizionali codici manoscritti. Nulla possono però di fronte al dilagare della nuova invenzione.

Ben si comprende la sete di conoscenza della Parola di Dio, tenuta nascosta per centinaia di anni, se già agli inizi del 1500 ne esistono 30 edizioni nelle varie lingue europee.

Le traduzioni in lingua volgare sortono l'effetto di interrompere il monopolio della Chiesa nell'istruzione religiosa e di assurgere a modello letterario ed unificante del territorio, come nel caso della traduzione in lingua tedesca di Lutero, volendo, come egli stesso dichiarava, «esser capito tanto dagli abitanti dell'Alta Germania quanto della Bassa».

Contemporaneamente le Bibbie tradotte nelle varie lingue costituiscono un incentivo straordinario all'istruzione elementare in un'epoca di grandi

Riproduzione della prima pagina del Vangelo di Giovanni, della Bibbia a 42 righe di Johann Gutenberg, Magonza (1452-55), impressa con il torchio del «Gutenberg Museum» di Magonza, durante la mostra Charta, Milano, Palazzo Reale, marzo-aprile 1988.

«discussioni religiose»: gli uomini imparano a leggere solo per poter leggere la Bibbia!

E la Riforma non sarebbe stata possibile senza l'invenzione della stampa.

L'affermazione potrebbe apparire esagerata. Ma se pensiamo all'essenza della Riforma, racchiusa nel famoso concetto Sola Scriptura, possiamo comprendere meglio la forza dirompente che ebbe.

Nel concetto luterano il fedele è l'interprete di quello che la Sacra Scrittura riporta. Lutero facendo del credente «il sacerdote di se stesso», senza l'intermediazione del prete, lo obbli-

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ga ad assumersi le proprie responsabilità che si basano sugli insegnamenti scritturali.

In questa ottica la lettura dei Sacri testi diventa «obbligatoria». Di conseguenza ogni credente avverte la necessità di disporre di una copia della Bibbia.

Di qui la considerazione che la Riforma, senza la carta stampata non avrebbe avuto quel notevole impatto sulle popolazioni del Nord Europa.

Oggi, nonostante la crescente disaffezione morale, la Bibbia rimane ancora il libro più tradotto.

Martin Lutero LA BIBBIA CHE HA PLASMATO UN POPOLO

L Sopra - Acquaforte del XVIII sec. che stigmatizza l'impegno di Lutero nella traduzione della Bibbia.

A fianco - Come si presenta oggi la stanza dove Lutero lavorò alla traduzione.

In alto a destra - La residenza della Wartburg in cui Lutero fu tenuto nascosto al riparo dalle eventuali ritorsioni dell'imperatore Carlo V. Sotto - Monumento a Lutero davanti la cattedrale di Desda.

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a traduzione della Bibbia da parte di Lutero non solo fu «un suo regalo ai tedeschi» e al protestantesimo, ma fu anche un contributo alla storia della lingua e della letteratura germanica.

La traduzione fu fatta sui testi greci e ebraici allora disponibili fatti pervenire a Junker Jörg (alias Lutero) in modo segreto che per renderla più comprensibile al popolo si basò molto sul linguaggio, meglio dire sul dialetto, in uso nella Sassonia. In questo modo molti dei termini, pur non rispecchiando il vero contesto degli originali, sortirono l'effetto di creare un nuovo popolare linguaggio per il popolo tedesco che accomunato da una fede unica, lo innalzò a vessillo della nascente «nazione luterana».