Casos de estudio san gaetano 1

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Comunicazione istituzionale Inserzione periodica a pagamento del

SAN GAETANO PUNTO D’INCONTRO PER IL MONDO DEI GIOVANI

Parte il nuovo Centro in via Altinate, sarà l’anima della cultura urbana Il San Gaetano alla vigilia del taglio del nastro. Ecco come si presenta il nuovo centro culturale. Trasformazioni urbane: il complesso di San Gaetano nel corso del tempo assume aspetti e funzioni diverse. Da convento dei teatini a tribunale, a centro culturale della città. Per una lettura complessiva di questa macchina per esposizioni, spettacoli, mostre che si infilano come perle in un filo e sprigionano riflessi sempre nuovi, cangianti, perché nulla di permanente vi è ammesso se non la torre libraria, occorre disegnare una sinopia, una visione d’insieme che stabilisca un punto di osservazione attorno al quale disporre il puzzle di funzioni e obiettivi. Nella relazione che accompagna il progetto definitivo del 2001, l’architetto Antonio Draghi scrive: “Il San Gaetano dovrebbe connotarsi fortemente come sede di attività poliedriche, orientate verso la conquista di un pubblico attento all’arte contemporanea, alla fotografia, al cinema, interessato a frequentare una biblioteca modernamente attrezzata, ma anche dotata di un patrimonio librario di valore, un pubblico che senta questo centro come parte della vita quotidiana, dove andare per studiare, vedere una mostra, sentire un concerto, assistere ad una performance, acquistare libri o dischi, accompagnare i figli, pranzare o prendere un caffè”. Ci si propone in sostanza non solo di soddisfare esigenze già espresse, ma di creare abitudini nuove. Il centro culturale di via Altinate mira a diventare luogo di ritrovo, punto di riferimento per il mondo giovanile. L’obiettivo sarà colto in pieno quando i ragazzi si diranno: “Stasera ci troviamo al San Gaetano”, invece di, metti, “Stasera in discoteca”. E’ importante, allora, che Informagiovani trovi qui la nuova dislocazione, è un centro, infatti, in cui si muovono centinaia di studenti e, nel nuovo contesto, i ragazzi possono raccogliere stimoli culturali importanti, dalla lettura alla musica, all’arte. Fin dal 1994, quando, con l’apertura del nuovo Palazzo di Giustizia progettato da Gino Valle, si apre il dibattito sulla destinazione del complesso che per 140 anni aveva ospitato il Tribunale di Padova, l’idea di partenza è il trasferimento della Biblioteca Civica, confinata in un’ala del convento del Santo: ma il progetto si arricchisce. Si decise di destinare parte del piano terra a galleria, listòn indoor da via Altinate a via Lucatello, con attività commerciali, book shop, caffetteria, ristorante e, sempre al piano terra e ad occupare l’intero primo piano, mostre con un orientamento preciso verso l’arte moderna e contemporanea. E’ stata ricavata anche una bella sala per convegni, cinema o teatro: 250 posti, ma ce ne starebbero 500. Più spazio per far respirare lo spettacolo, un’acustica formidabile, un’insonorizzazione perfetta. Zanonato riferisce che dentro sono stati fatti esplodere i fiati e i tamburi di una fanfara e fuori non si è sentita una nota. Lo spazio del chiostro è stato recuperato con l’abbattimento dell’Aula delle Assise che lo invadeva totalmente, creando una grande piazza urbana coperta, un’agorà. E’ lo spazio

più significativo e ampio destinato ai grandi eventi. E’ stata riesumata e ricostruita la quinta dello Scamozzi. La facciata rimasta integra sul lato nord del chiostro, una volta demolita la sopraelevazione del terzo piano, è diventata la struttura protagonista del chiostro ritrovato. Nel 1582 l’architetto vicentino Vincenzo Scamozzi inizia i lavori alle fondamenta della chiesa di San Gaetano e trova subito uno strato di terreno franoso, ricco di rovine. Per trovare terreno “buono” che regga il peso deve andare in profondità e fa appoggiare la fabbrica su 16 pilastroni che scendono per circa 9 metri. Le murature poggiano su archi costruiti su questi pilastri. Negli anni che vanno dal 1693 al 1730 padre Raffaello Savonarola realizza una serie di opere di completamento del convento. Il 2 febbraio del 1874 il Comune di Padova acquista dal demanio lo stabile dell’ex convento adibendolo a Tribunale Civile e Correzionale. Il 12 febbraio 1929, anno terribilis,il disastro: scoppia un incendio. I pompieri intervengono ma fa talmente freddo (una tormenta di neve a 16 gradi sotto zero) che l’acqua non esce dalle pompe. Il fuoco cova per alcuni giorni. Questa nota storica è importante perché è l’antefatto di una nuova svolta architettonica: l’ingegner Tullio Paoletti provvede alla ricostruzione del Palazzo di Giustizia. Ne esce un’architettura classicista con un pizzico di decorativismo geometrico, il nucleo più ispirato che conserva la sua funzione di nodo distributivo è la rotonda a logge multipiano, colonna spaziale in verticale che si incrocia con quella orizzontale della galleria da via Altinate a via Lucatello. Nell’imminenza del varo (grande festa inaugurale il 18 dicembre) e delle celebrazioni galileiane di cui sarà teatro il San Gaetano nel 2009, il sindaco Zanonato ha fatto da guida in un minuzioso sopralluogo. Ne sono emerse curiosità e precisazioni. Secondo Zanonato la prima cosa è mettere la macchina in movimento, effettuarne il rodaggio, vedere come funziona. Lo spazio assegnato alla biblioteca è ben più ampio di quello del Santo, da 1920 a 2600 metri quadrati, in pratica l’intero edificio è imbottito di libri, le pareti ne sono foderate. I 600 mila volumi sono ordinati in scaffali compattatori con meccanismi automatici di reperimento, c’è anche un sistema di scaffali aperti per la consultazione e il prestito che può arrivare a 8 pezzi: 3 dvd, 2 libri, 3 cd. Cinquecentine, codici miniati e altri libri preziosi sono consultabili solo dagli studiosi con apposita autorizzazione. Dappertutto telecamere per la sorveglianza (l’orario di apertura si protrarrà fino a mezzanotte), un sistema antincendio

PADOVA PRODUCE SPETTACOLI Aida e La Traviata al Verdi La grande lirica torna a Padova nel suo bel teatro. Due opere verdiane della tradizione italiana: Aida (28-30 ottobre ore 20.45 e 2 novembre ore 16) con la firma prestigiosa di Hugo De Ana e La Traviata (21 dicembre ore 18 e 23-27 dicembre ore 20.45) con la regìa di Denis Krief. Il programma segna una svolta: dalla messa in scena di spettacoli importati ad una produzione propria che vede Padova coagulare risorse di spettacolo organizzazione e professionalità anche da altre realtà come Bassano, Rovigo e Treviso, un lavoro di raccordo che evita dispersioni e permette una maggiore competitività. Monica Balbinot, assessore alle Politiche Culturali, che ha dato forza a questa linea afferma che l’apertura della stagione 2008, affidata alla competenza e all’entusiasmo del direttore artistico Federico Faggion, vede alla ribalta Aida. Diretto da Hugo De Ana, il capolavoro verdiano viene proposto in un nuovo allestimento realizzato in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona e con Città di Bassano Opera Festival. Si tratta di creare degli accorpamenti tra centri in grado di produrre opera lirica, rompendo la tradizionale sudditanza da Venezia e da Verona da cui Padova importava eventi teatrali. Le due produzioni del Teatro lirico sono in piena sintonia con la tradizione che vuole la città protagonista per quanto riguarda la ribalta dell’opera.

capillare, apparato illuminotecnico innovativo, kinderheim per la custodia dei bambini. Insomma un complesso realizzato con cura anche nei dettagli. “Da Galileo al futuro” è il titolo del pacchetto di manifestazioni galileiane che durerà 4 mesi, da febbraio a giugno. Costo 2 milioni di euro, metà della cifra è già stata recuperata dagli sponsor. In occasione della manifestazione la cattedra di Galileo sarà trasferita dal Bo al San Gaetano; sarà in mostra anche una copia originale del Dialogo sui massimi sistemi e la ricostruzione del telescopio con cui il grande scienziato compì le sue prime incursioni nei cieli. Cieli mai visti dall’ultimo piano del palazzo della cultura: il bar si apre su una grande terrazza. Da lì l’occhio spazia su un mare di coppi, frontoni, guglie, abbaini, altane. Una città mai vista, Padova a volo d’uccello.

IL COMUNE AUMENTA I CONTRIBUTI PER L’AFFITTO In una svolta congiunturale soffocante, in una situazione finanziaria difficile, in un’economia che rischia di disgregarsi sotto i colpi della recessione, diventa ancora più importante dare aiuto a chi fatica a pagare l’affitto. Il fondo Regionale per la locazione si è irrobustito nel tempo: da 1 milione e 103 mila euro nel 2002/2004 a 1 milione e 748 mila nel 2006/008. Ma lo stanziamento comunale ha avuto una progressione ben più saliente: nel 2002/2004 appena 72 mila euro, ma 585 mila nel 2006/2008. Secondo quanto afferma l’assessore Daniela Ruffini, il Comune ha anche provveduto a ritoccare in maniera imponente il limite imposto dall’indice della situazione economica equivalente (Isee). E’ stato così innalzato il limite per l’accesso al contributo dei nuclei composti da una sola persona, passando da 13 mila a 14.950 euro. Grazie a queste modifiche è stata data risposta a 969 domande in più rispetto ai soli criteri regionali. In particolare,

l’aver innalzato il tetto del reddito per avere accesso al bando nei confronti degli anziani soli e delle famiglie con anziani ha permesso il pagamento a 398 nuclei famigliari in più. Il reddito di accesso, che era di 13 mila euro Isee, è stato elevato a 14 mila 950 per i single e a 17.550 per gli anziani oltre i 65 anni. Più in generale dal 3 marzo al 16 aprile del 2008 sono state raccolte 2293 domande delle quali sono risultate idonee 1154, 571 sono state considerate casi socialmente significativi e pagate al 50% dalla Regione e al 50 dal Comune di Padova; 98 sono state riammesse per l’ampliamento dei criteri fatto dal Comune alle persone che vivono sole; 317 persone che sarebbero state escluse dai criteri regionali hanno beneficiato di un contributo forfettario di 300 euro; 170 sono state escluse per Isee troppo alto. Complessivamente il contributo sarà erogato a 2123 famiglie con un importo da 300 a 1938 euro.


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