Cascina Cuccagna Marco Dezzi Bardeschi Progetto di riuso e conservazione Via Cuccagna 2/4 - 20135 Milano
Politecnico di Milano FacoltĂ di Architettura Civile - A.A. 2014/2015 Laboratorio di Restauro Prof. F. Augelli Rigamonti Alberto (819469)
Indice 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
Introduzione I progettisti Marco Dezzi Bardeschi Il metodo di progetto Il progetto di restauro secondo il progettista Storia della cascina Fasi storiche del manufatto La Cascina Cuccagna ai giorni nostri Rilievo del fabbricato Analisi del degrado Intervento di conservazione Rilievo del degrado ModalitĂ di intervento Il progetto di riuso di Marco Dezzi Bardeschi Il nuovo intervento Critica Conclusioni Biblografia e sitografia
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Veduta aerea della Cascina Cuccagna; 3
Introduzione La Cascina Cuccagna è un’ antica cascina milanese la cui costruzione risale alla fine del XVII secolo. È sita in prossimità di Porta Romana, in via Cuccagna, una traversa di via Muratori vicino all’incrocio con il viale Umbria. L’obiettivo principale del progetto di conservazione, come dichiarato anche dallo stesso progettista, è stato quello di recuperare la funzionalità dell’edificio, creando spazi nei quali le molteplici attività culturali, ricreative e commerciali, possano svolgersi nel miglior modo possibile e consentendone una possibile fruibilità continua nell’arco dell’intera giornata.
In alto: Estratto ortofoto satellitare della città di Milano; A sinistra: Estratto stradario della città di Milano - via Muratori;
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I progettisti La Cascina Cuccagna è sottoposta alla tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano, vincolo previsto dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 - "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" - articolo 136. Perciò si è deciso di intervenire con criteri di restauro conservativo, per mantenere quanto più possibile intatta l’identità di cascina agricola e il suo valore storico, affrontando le sfide poste dai criteri di adeguamento funzionale e normativo. Il progetto architettonico è stato curato dall’ Arch. Marco Dezzi Bardeschi, ordinario della Facoltà di Architettura Civile al Politecnico di Milano. I progettisti: Capogruppo: Marco Dezzi Bardeschi Progettista: Ferdinando Zaccheo (sicurezza e contabilità) Progettista: Cristina Pucci Progettista: Francesca Sarti Collaborazioni: Gruppo di progettazione: Paolo Barbuto
Schizzo progettuale della Cascina dell’Architetto Marco Dezzi Bardeschi;
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Marco Dezzi Bardeschi
Marco Dezzi Bardeschi Firenze, 30 settembre 1934.
Nasce a Firenze nel 1934. Diventa ingeniere Edile nel 1957 a Bologna; insieme a Giovanni Michelucci con la tesi di laurea: Una scuola materna a Sorgane, Si laurea invece come Architetto con Piero Sanpaolesi a Firenze nel 1962, con la tesi in restauro: Il complesso di San Pancrazio a Firenze e l'opera dell'Alberti. Ha alle spalle un'esperienza più che quarantennale nel settore della conservazione e dell'intervento di recupero del patrimonio costruito, maturata, prima, presso l'Istituto di Restauro dei Monumenti di Firenze, fin dalla sua fondazione (Sanpaolesi, 1960). Successivamente, dal '76 presso la Facoltà di Architettura di Milano come ordinario di Restauro Architettonico.
Dal 2000 insegna anche all’Università di Architettura di Parma come docente del Laboratorio di Restauro per la laurea specialistica in Architettura. Dal 2005 fa parte del Colleggio docente del Dottorato in Tecnologie e Management dei Beni Culturali di Lucca. Al Politecnico di Milano ha fondato il Dipartimento per la Conservazione delle Risorse architettoniche e ambientali, che ha diretto dal 1980 al 1985, e il Dottorato di Ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici con sede sempre presso il Politecnico di Milano di cui è stato a lungo coordinatore, dal 1983 al 1985. Dal 1998 al 2002 ha fatto parte del Senato del Politecnico di Milano a rappresentarvi le aree disciplinari della Progettazione architettonica e della Conservazione. È autore di numerose pubblicazioni sulla storia dell’architettura e sulla cultura del progetto. Ha fondato e diretto le riviste Necropoli e Psicon. Dal 1993 dirige con continuità la rivista trimestrale ‘ANANKE, cultura, storia e tecniche della conservazione per il progetto, mentre dal 2000 al 2005 fa parte del Comitato di redazione della rivista mensile L’Architettura, cronache e storia, fondata da Bruno Zevi. Sempre dal 2005 fa parte del comitato di redazione della rivista L'ingegnere, edilizia, ambiente, territorio e dal 2006 collabora con il trimestrale dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze Progettando. Vicepresidente del Comitato del MBC per lo studio e la ricerca i giardini storici, al Politecnico di Milano ha coordinato anche il Master di secondo livello su: “Conservazione del costruito-tecniche specialistiche dal progetto di conoscenza alla gestione del cantiere” (2004-2006). 6
Accademico delle Arti e del Disegno a Firenze, e dal 2002 al 2007 Presidente della sezione italiana dell'ICOMOS (International Council of Monuments and Sites) con il quale propone varie mostre della “Terza Mostra Internazionale itinerante del Restauro Monumentale”.
Disegno di Marco Dezzi Bardeschi;
Metodo di progetto Dezzi Bardeschi ha sempre fatto particolare attenzione al restauro inteso come esclusiva pratica di conservazione del contesto fisico-materico sul quale si applica. Dunque restauro come scienza della conservazione, che studia, analizza ed interviene per arrestare e limitare, combattendone quindi le cause, gli insorgenti fenomeni di degrado strutturale e materico dovuti ad un cattivo uso o a un sottoutilizzo del patrimonio architettonico. Dunque in sintesi, l’Architetto da maggior attenzione al rispetto e alla cura dell’edificio o del monumento come è giunto fino a noi. “Non sottrarre materia alla fabbrica, piuttosto aggiungerne, con discrezione, facendo crescere la stratificazione storica e il conseguente dialogo a tutto campo tra le cose”. Al progetto di conservazione dell'esistente si associa poi un progetto del nuovo, come aggiunta compatibile e di possibilmente di qualità. Continuando così la stratificazione storica, una nuova microstoria, e un ulteriore racconto dei nostri giorni nel grande palinsesto progressivo dell'opera d'architettura. “la visione dei restauratori da una parte e dei compositori dall’altra, sono due visioni a mio avviso radicali, che costituiscono un errore. Io invoco solo una maggiore consapolvolezza del progetto, richiamando una maggiore attenzione sia all’esistente, cioè alla stratificazione storica, sia alla cultura del progetto nuovo.” “Non alterare l’antico per me vuol dire rispettarlo e curarlo proprio nella materia, cioè nella sua fisica corporeità....ma bisogna adeguare anche il costruito esistente alle nostre mutate esigenze di uso quotidiano, cioè un livello di comfort, dato da un sempre più invasivo apporto di tecnologie ed elementi di connessione, come scale, ascensori, ecc, di normative da rispettare. Queste devono essere compatibili, per quanto possibile con l’esistente.”
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Il progetto di restauo per il progettista “La conservazione, il restauro, il riuso e i nuovi interventi sono inscindibili, tanto che ritengo il restauro consista appunto nel coniugare la conservazione, volta a massimizzare la trasmissione dell’integrità materiale del documento, con la testimonianza della qualità del nuovo che trova presenza ed espressione nell’aggiunta”. Marco Dezzi Bardeschi
Storia della Cascina Cuccagna
Mappa del Catasto Teresiano del 1722 dei Corpi Santi di Porta Romana; Le prime fonti bibliografiche in cui si hanno notizie della Cascina Cuccagna, all’origine chiamata Cascina del Torchio, risalgono alla fine del 1600, periodo al quale si fa riferire la sua costruzione, anche se non confermato da alcuna fonte. Compare per la prima volta nel Catasto Teresiano del 1722. Nel catasto risultava censita come cascina con torchio, appartenente alla confraternita dei “Fatebenefratelli”. La cascina si trovava nei Corpi Santi di Porta Romana, terreni appartenenti ai vescovi Ambrosiani. 8
Questa cascina fu donata all’ordine dei Fatebenefratelli, che ne mantenne la proprietà fino alla fine del 1800, molto probabilmente dall’ Ingenere e Architetto Giulio Cesare Osio. Nel Catasto Teresiano era ubicata in aperta campagna, in adiacenza al tracciato dell’ attuale via Muratori e alla roggia denominata “Ticinello”. L’area era chiamata “Corpi Santi di Porta Romana”. La cascina all’epoca presentava una forma aperta, a differenza dell’impianto planimetrico chiuso, tipico delle cascine milanesi del tempo; questo fa pensare che la stessa avesse una destinazione mista: sia produttiva che abitativa. Successivamente, nel successivo catasto, la cascina venne censita come “ Casa d’affito con bottega e torchio, e dalla mappa è ben visibile la forma ad L, che successivamente nel 1800 diventera ad E. L’aggiunta della bottega dimostra che ci furono degli interventi di miglioria della cascina e che l’edificio era a destinazione mista: abitativa e produttiva.
La Cascina del Torchio nel Catasto Teresiano del 1722; Dal catasto Teresiano del 1854, si evince l’impianto tipologico ad E, che rimarrà pressochè invariato fino ai giorni nostri. Nel 1854 la cascina viene descritta dall’ingenier Giovanni Porro: 10 camere al piano terra 13 camere al primo piano 1 stalla 1 fienile 1 cantina 1 stanza del torchio. 9
Nel 1887, a seguito della legge Cavouriana del 1870 per la confisca dei beni ecclesiastici, la proprietà passò al signor Galli Felice. In questo periodo la cascina subì ulteriori modifiche, tra cui l’aggiunta del ballatoio; modifica che fa pensare al fatto che potesse essere stata affittata a più famiglie. La bottega era ancora presente e veniva usata come drogheria. Nel catasto Lombardo Veneto del 1866, è ancora chiaramente visibile la forma caratteristica ad “E” dell’edificio.
Mappa del Catasto Lombardo Veneto del 1866;
La Cascina del Torchio nel Catasto Lombardo Veneto del 1866; Con l’annessione dei Corpi Santi di Porta Romana al comune di Milano, l’assetto urbanistico della città cambia. Grazie al Piano Berruto infatti, la città si amplia oltre ai bastioni seguendo delle arterie radiali collegate tra loro con una serie di strade che formano degli anelli radiali. Quindi la città ingloba la parte periferica, di cui fa parte anche la Cascina Cuccagna, i vecchi Corpi Santi. 10
L’asse di Porta Romana viene prolungato con la creazione di corso Lodi, in questo periodo viene progettato l’ampliamento della via muratori, che rischiò di far abbattere la Cascina Cuccagna. Fortunatamente, il progetto fu realizzato solo in parte e la cascina non demolita; ancora oggi infatti la via Muratori in prossimità della cascina presenta una “strozzatura”, un restringimento.
Mappa del piano Berruto per la città di Milano (evidenziata la zona di Porta Romana); 11
La cascina poi, nel 1925, subisce ulteriori modifiche volute dal signor Galli Domenico: un locale ad uso magazzino e un locale ad uso sala da ballo. Il prgetto fu realizzato dall’Ingeniere Luciano Rossetti. Il magazzino venne realizzato con un portico tra l’ala nord e quella centrale dell’edificio, mentre la sala da ballo nella zona centrale, raggiungendo così la conformazione odierna. E’ in questo periodo che la Cascina del Torchio prende il nome di Cascina Cuccagna, probabilmente perché il sig. Galli fece installare al centro del cortile un palo della cuccagna. Nel 1914 viene chiusa la roggia, torrente di irrigazione, chiamato Ticinello, visibile nella mappa del Catasto Teresiano del 1866, adiacente alla cascina, in quanto ormai non più utilizzata. La cascina rimase poi abitata per tutto l’arco dell’900, fino all’abbandono, residenziale, totale nel 1990. l’attività commerciale invece rimase fino all’intervento di conservazione, ed è tuttora ubicata all’interno dell’edificio.
Fasi storiche del manufatto 1722: Prima rappresentazione nelle mappe del Catasto Teresiano. Cascina non ancora completa. 1854: Cascina Completa visibile nelle mappe del Catasto Teresiano. Forma planimetrica caratteristica ad “E”. 1866: Piccola aggiunta al braccio centrale. 1893: Ampliamento generale della cascina. Il lato lungo ingloba il più piccolo della pianta a E. Successivamente, costeggiante la via Muratori viene costruito il terzo braccio, formando così nuovamente l’impianto planimetrico ad “E”. 1929: Costruzione di un magazzino di forma quadrata costituito in un solo piano d’avanti al corpo centrale.
Bozzetti raffiguranti l’evoluzione dell’edificio; 12
La Cascina Cuccagna ai giorni nostri L’edificio è situato a Milano, in via Cuccagna, n. 3 e 4, una traversa privata senza uscita di via Muratori. La cascina è formata da 4 corpi che insieme formano la particolare pianta a forma di lettera E. L’edificio principalmente si sviluppa su due piani fuori terra, e presenta una copertura a padiglione con tegole in laterizio. Fanno eccezione due parti del fabbricato, visibili nella vista aerea sottostante, che si sviluppano in un unico piano fuoriterra. Queste porzioni del fabbricato si addossano al corpo centrale dell’edificio, ovvero la porzione centrale della pianta ad “E”, e presentano una copertura a falda leggermente inclinata. La facciata principale dell’edificio, definita anche facciata monumentale, insieme a quella su via Muratori, da su via Cuccagna, ed è caratterizzata da due grandi portoni, ora murati, che davano accesso ai due cortili interni della cascina. Gli elementi di pregio che caratterizzano l’edificio sono molteplici: ad esempio troviamo diverse modanature a finto bugnato sula facciata principale, che mettono in evidenza alcuni elemente della stessa come gli spigoli, le finestre e i portoni. Le facciate inoltre presentano un cornicione in malta di calce e una zoccolatura in granito. I 3 bracci perpendicolari al corpo principale invece presentano caratteristiche differenti e di minor pregio, in quanto realizzati successivamente. La forma planimetrica caratteristica ad E crea due cortili interni di differenti dimensioni. Il primo cortile, cortile Nord, presenta un ballatoio su due lati di tre, mentre il terzo presenta un porticato con tre archi a sesto ribassato.
Vista dall’alto della cascina prima dell’intervento di restauro; 13
Rilievo del fabbricato Il rilievo dell‘edificio è stato svolto in 3 fasi: 1° fase: rilievo di tipo indiretto, tramite l’utilizzo un teodolite; 2° fase: rilievo di tipo diretto, tramite trilaterazione, e conseguente realizzazione di piante, prospetti e sezioni. 3° fase: rilievo dei prospetti, consistente nel rilievo materico, con relative schede, e rilievo del degrado, con conseguente realizzazione delle schede indicanti gli specifici interventi di conservazione da realizzare.
Estratto ortofoto risalente al 2001 (Google Earth);
Analisi del degrado Furono rilevate diverse patologie che hanno attaccato i principali materiali della cascina, cioè i laterizzi (manto di copertura, murature, e pavimentazioni) il legno (orditura del tetto ed infissi) i materiali lapidei (zoccolatura e ballatoio in granito,) e gli intonaci. L’azione di pioggia e vento, in assenza di di manutenzione adeguata dopo l’abbandono del 1990, hanno indebolito considerevolmente alcune parti dell’intonaco, provocandone la caduta di grosse porzioni, sopratutto sulla facciata principale, perché più esposta. L’unica parte che rimane pressoché in buone condizioni è la parte dell’attività commerciale ancora attiva, grazie ad una continua e costante manutenzione. Nel resto dell’edificio è stato riscontrato in generale un diffuso degrado degli strati superficiali dei materiali più esposti agli agenti atmosferici. 14
Fotografia della facciata del corpo nord (cortile interno) prima dellĂŹintervento;
Fotografia della facciata principale (via Cuccagna) prima dell’intervento; 15
In alto: fotografia della facciata monumentale su via Muratori; A sinistra: fotografia dello stato di degrado di un infisso;
A destra: fotografia raffigurante il cortile Nord, munito di ballatoio al piano primo.
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Nei locali interni invece il degrado risultò essere più lieve e limitato ad alterazioni cromatiche dell’intonaco o alla formazione di macchie dovute all’umidità, in particolare vicino agli infissi più danneggiati. Nel sottotetto l’orditura principale e secondaria non presentavano gravi danni o marciscienze.
In alto: fotografia del degrado del soffitto in legno; A destra: fotografia raffigurante la stratificazione storica delle pereti interne;
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Fotografia raffigurante l’intonaco interno in una stanza al primo piano del corpo principale;
Fotografia di una sala interna dell’edificio con un infisso originale; 18
Fotografia del grande camino ubicato al piano terra, nel corpo sud, ortogonale a quello principale, che da su via Muratori;
Fotografia di una sala interna al piano terra, raffigurante il soffitto in legno e la scala munita la ringhiera in ferro battuto; 19
In alto: fotografia di dettaglio del degrado dell’intonaco interno; A destra: abbaino originale (foto durante l’intervento di restauro); In Basso: fotografia di uno dei cortili;
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Intervento di conservazione Le fasi del Restauro Conservativo della Cascina Cuccagna hanno avuto lo scopo di mantenere il più possibile le strutture originali e i materiali costitutivi della Cascina nel suo aspetto, risultato di diverse trasformazioni dalla sua nascita. Durante la sua storia, la cascina ha perso man mano la natura agricola per trasformarsi in residenza con attività artigianali. La funzione dell’edificio ora sarà pubblica, e questo permette un intervento che non ne snaturi gli spazi così giunti a noi. L’attenta opera di restauro dei materiali ha permesso e permette tutt’ora la loro conservazione senza dover aggiungere eccessive strutture e senza dover per forza avere spazi nuovi e moderni. La prima fase ha riguardato le coperture; 40.000 tegole sono state accuratamente smontate, e per la maggior parte recuperate. Solamente una trave portante su un totale di circa 50 è stata sostituita; le più ammalorate sono state restaurate, grazie ad un intervento di rinforzo strutturale, realizzato tramite inserimento di barre in vetroresina. Terminato il restauro delle parti lignee, è stato inserito un pacchetto isolante con uno spessore di soli 5 cm, ma dotato di ottime capacità di contenimento delle dispersioni termiche. Successivamente, sono state riposizionate le tegole recuperate. Nella seconda fase ci si è occupati del restauro della facciata principale della Cascina e della facciata che da su via Muratori. Entambre considerate “monumentali”, per via della presenza di diverse decorazioni. In particolare, quest’area era stata adibita a residenza borghese nella seconda metà del 19° secolo, e di conseguenza fu abbellita esternamente con cornici a portoni e finestre in pietra arenaria, e con un finto-bugnato negli angoli e cornicione in malta di calce (stucco) nel sottogronda. Internamente, in questa parte di Cascina, troviamo pavimenti in cotto lombardo, pareti con decorazionie al piano terra, un camino e decori floreali nei soffitti a cannette ancora rimasti.
Fotografia del sottotetto con l’orditura in legno dopo l’intervento;
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La terza fase ha visto il restauro degli interni della Cascina. Purtroppo i soffitti originali in cannicciata del piano primo sono andati perduti, ma è stata mantenuta la struttura lignea a vista composta da travetti e tavole di legno. Le parti ammalorate ed irrecuperabili sono state sostituite con pannelli di compensato di spessore 5 cm, così come alcuni travetti. Il resto è stato accuratamente pulito con una leggera sabbiatura a base di una miscela di inerti vegetali a bassa pressione, in modo tale da non danneggiare il legno antico. La finitura è stata eseguita con una stesura di cera microcristallina di colore neutro. Le pareti sono state pulite da residui di vernici organiche e sono state eseguite stuccature di completamento nelle lacune, con una miscela di calce idraulica e sabbia e lasciate a neutro, in modo da ben distinguersi dalle parti originali. Anche la maggior parte degli infissi sono stati restaurati e riposizionati. I serramenti hanno subito una leggera sabbiatura per le parti in legno e la sostituzione del vetro singolo con un vetro doppio, separato da un film di polietilene per aumentarne le capacità isolante, senza dover eliminare le parti di legno originali. Gli infissi sono stati poi protetti con cera naturale. Infine, per la quarta fase, si è passati al restauro delle facciate interne della cascina. Anche questi presentano diverse caratteristiche interessanti, come il ballatoio con ringhiera del cortile più interno, oppure le molteplici aperture che vi si affacciano. L’obiettivo, anche per queste facciate, è stato quello di conservare il più possibile, agendo con consolidamenti piuttosto che demolizioni, reintegrando il meno possibile ed in maniera ben riconoscibile. L’intervento di restauro è stato eseguito dall’impresa Usellini Restauri.
Fotografia del soffito dopo l’intervento di restauro;
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La facciata principale su via Cuccagna dopo l’intervento;
La facciata interna sul cortile nord dopo l’intervento 23
Vista aerea della cascina dopo l’intervento;
Fotografia di una sala interna al piano terra dopo l’intervento di conservazione; 24
Rilievo del degrado
Tavole di rilievo del degrado realizzate dall’Arch. Marco dezzi Bardeschi In ordine dall’alto al basso: Facciata principale; Facciata interna del corpo principale, con sezionati i 3 corpi ortogonali; Legenda del degrado;
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Modalità di intervento 1 - Laterizzi; Il degrado è stato causato sopratutto da fattori esterni, ovvero chimici (Atmosfera/inquinamento e acqua piovana) e biologici (piante, muschi e licheni). PULITURA - Effettuata tramite getti d’acqua deionizzata e nebulizzata a bassa pressione. In questo modo si è eliminato l’anidride carbonica e solforosa e sali. lo smog aveva intaccato sopratutto le facciate su via Cuccagna e su via Muratori, le più esposte al traffico. Tramite sabbiatura sono stati puliti i pavimenti interni. CONSOLIDAMENTO - L’intervento di consolidamente effettuato è stato quello della ristilatura della malta di calce, della stessa natura di quella precedente. PROTEZIONE - Per la protezione degli elementi in laterizio è stata applicata una resina acrilica-siliconica e l’applicazione di una menbrana in PVC anti risalita capillare dell’umidità. 2 - Lapidei; Il degrado dei materiali lapidei, tutti in granito, si differenzia in base all’ubicazione di quest’ultimi. All’interno presentano un leggero degrado di atrito, mentre all’esterno presentano la formazione di croste nere, dovute al dilavamento o per condensa dell’umidità insieme all’azione dell’anidride carbonica. Alcuni elementi presentano anche la formazione di muschi e licheni. PULITURA - Effettuata cercando di non creare danni al materiale, per le croste è stata effettuata tramite l’utilizzo di un impasto AB57 (Sale bisodico e bicarbonato di sodio), mentre per i muschi è stato utilizzato un biocida ed effettuato un risciacquo. CONSOLIDAMENTO - Non sono stati necessari interventi di consolidamento. PROTEZIONE - Applicazione di un film protettivo con resina acrilico-siliconica nebulizzata sulla superficie
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3 - Materiali lignei; Il degrado principale rilevato è stato quello biologico, dovuto a piante, funghi, batteri, animali, umidità e invecchiamento del legno. PULITURA - Prima con stracci, poi con l’utilizzo di un bidone aspiratutto e spazzole apposite. CONSOLIDAMENTO - Effettuato tramite resine acriliche applicate in superficie e iniettate all’interno del materiale nelle fessurazioni, o semplicemente come rinforzo tramite dei tubicini di rame, poi sigillati PROTEZIONE - Applicazione di sostanze anti-tarlo, anti-muffa e anti-fungo a base di pentaclorofenolo o esaclorofenolo, e applicazione di una sostanza ignifuga a base di silicato di sodio o potassio 4 - Intonaci; L’intanaco della cascina è in malta di calce. Il degrado rilevato è stato di 5 tipi: - Alterazione cromatica; - Patine scure; - Rigonfiamenti, bollature e distacco; - Macchie di ruggine; - Decomposizione, dovuta ai muschi, e fessurazioni; La prima causata principalmente da acqua e sostanze inquininati come l’ossido di azoto e smog, la seconda invece dovuta principalmente all’umidità, ma anche in questo caso da sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera. La terza è causata dalla presenza di acqua nella muratura o nel rivestimento, dovuto a fenomeni di dilavamento, di risalita capillare di umidità dal terreno, e dalla condessa dell’umidità. La quarta dovuta alla presenza di materiali ferrosi, ed infine la quinta dovuta ai muschi e licheni, che contengono umidità, e alle loro radici. PULITURA - Sonio state utilizzate spazzole di saggina, insieme a spazzole morbide nei punti più delicati. Successivamente, in particolare per le patine scure, sono stati utilizzati aria compressa a bassa pressione e impasto di AB57. Per i muschi è stato utilizzato un biocida e successivamente del AB57. CONSOLIDAMENTO - Per il consolidamento è stato utilizzato il un Airless di estere acrilico come primo strato, successivamente è stata effettuata una tamponatura con malta idraulica con resina acrilica. PROTEZIONE - Applicazione di un film protettivo a base di resina acrilico-siliconica nebulizzata con un solvente sulla parete. 27
5 - Materiali ferrei; Il degrado principale rilevato è stato un forte fenomeno di ossidazione, causato da umidità, azione delle pioggie, inquinamento e assenza di manutenzione. UR molto alta (65% circa) e anidride carbonica dovuta all’inquinamento, hanno causato una diminuzione della sezione utile del materiale. PULITURA - Effettuata in primis tramite l’utilizzo di spazzole di ferro e carta vetrata, poi successivamente con una sabbiatura. Infine è stata effettuata una sgrassatura con cotone idrofilo ed acetone. CONSOLIDAMENTO - Non è stato necessario un intervento di consolidamento. PROTEZIONE - Applicazione di un film protettivo, prima con l’applicazione di una vernice antiruggine, poi con due mani di vernice oleosintetica di colore opportuno.
In alto: sabbiatura del pavimento di una sala; A destra: restauro degli infissi;
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Il progetto di riuso di Marco Dezzi Bardeschi Il progetto di riuso prevede che la cascina si stata dotata di un ampio spazio di incontro per l'organizzazione di eventi e di attività ricreative, ottenuto coprendo la corte Nord; data la particolare struttura dell’edificio, costituita da locali di medio-piccola metratura, si è preferito realizzare un ambiente esterno ex-novo per ospitare questa funzione. La struttura sarà realizzata in acciaio e vetro, con una copertura metallica a due falde curve, che andranno a formare un compluvio interno. La falda principale coprirà il cortile Nord, mentre la falda secondaria, più piccola di dimensioni, coprirà l’elemento a ridosso del corpo centrale, costituito da un solo piano fuoriterra. All'esterno il giardino e la serra didattica completeranno l'idea della fusione ed interazione degli spazi interni ed esterni. A destra: Planimetria aerea del nuovo progetto inserita in immagine satellitare; In basso: pianta piano terra di progetto;
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Nuovo intervento Il progetto di recupero della Cascina Cuccagna può essere suddiviso in due fasi: la prima di tipo sociale e socio-urbana, la seconda di tipo architettonico. Il progetto di riuso si prefigge l’obiettivo di recuperare gli spazi della cascina, di renderli vitali e funzionali, adeguarli agli standard normativi richiesti dalle leggi e dalle esigenze moderne, ma senza modificarne la particolare struttura costruttiva. Recuperare la cascina non vuol dire “museificarla”, ma riadeguarla alle particolari esigenze moderne e renderla partecipe e in continuo dialogo con la contemporaneità, ovvero renderla utile alla collettività. All’interno dei suoi spazi, sono stati progettati delle funzioni di carattere fortemente collettivi e sociali, nel rispetto delle strutture e dei setti interni: 1 - Abbattimento delle barriere architettoniche con adeguate rampe, servoscala e ascensore; 2 - Adeguamento dei locali igienici in corrispondenza al numero degli utenti e in conformità della normativa (legge sui portatori di handicap); 3 - Rifacimento dei solai del piano terra, con adeguato vespaio e con portanza di 300 kg/mq, come richiesto dalla normativa sugli spazi pubblici; 4 - Consolidamento dei solai del primo piano, anch’essi adeguati per raggiungere la portanza di 300 kg/mq; 5 - Dotazione degli impianti elettrici e termici a norma e in sovratraccia, per non intaccare le murature interne, nascosti da adeguati arredi e canaline; 6 - Realizzazione di un nuovo impianto idro-geotermico e installazione di pannellatura fotovoltaica sulla copertura della corte Nord; 7 - Posa di cappotto interno, finalizzato alla riduzione delle dispersioni termiche dell’edificio; 8 - Recupero e restauro degli infissi esterni con inserimento di doppio vetro, finalizzato alla riduzione della dispersione termica; 9 - Inserimento di un adeguata impermeabilizzazione e coibentazione nella struttura di copertura e recupero del manto di copertura; 10 - Rifacimento e adeguamento dell’impianto di raccolta delle acque piovane; 11 - Consolidamento conservativo degli intonaci interni e esterni; Marco Dezzi Bardeschi e i suoi collaboratori si sono concentrati sulla possibilità di creare all’interno del complesso uno spazio collettivo polifunzionale. L’architetto ha anche deciso di realizzare una copertura per coprire uno dei cortili interni con una struttura autoportante, in questo modo si è riusciti: 1 - A non snaturare la struttura del complesso con aggiunta di manufatti o volumetria estranei; 2 - Recuperare uno spazio di connotazione fortemente collettiva e renderlo fruibile tutto l’anno; 3 - Usare la naturale scenogarfia del sistema a ballatoio come balconata interna a uno spazio di rappresentazione. 30
In altro: Sezioni di progetto dell’edificio e del cortile; A sinistra: Espoloso assonometrico con le piante del piano terra, primo piano e copertura, visibile bene la struttura metallica a copetrura del cortile nord;
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Pianta copertura e planimetria generale;
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Elenco delle attivitĂ e funzioni previste e poi incluse dal progettista nel suo progetto. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
Agenzia per il turismo agricolo ambientale; Bottega agricola della filiera corta; Spazio incontri ed esposizioni; Aula informatica, aule corsi e sale riunioni; Sala di lettura; Terrazza con area relax e sala incontri; Area ristorazione; Auditorium; Laboratori artigianali, orto e serra didattici; Sportelli informativi e spazzi di ascolto; OspitalitĂ temporanea; Incubatori di progetto; Spazio danza e attivitĂ motorie; Laboratori di cinema, teatro e musica;
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Critica “Dopo 15 anni (e più) vogliono trasformarla in un centro socio ricreativo. A luglio 2004 l' Ats ha vinto il bando di Palazzo Marino per l' affidamento della cascina. Tutto è pronto. Nel giro di qualche settimana ( salvo contrattempi) sarà firmata la convenzione con il Comune che dà in gestione la cascina per 20 anni, poi il via al restauro. Dicono di essersi ispirati a Victor Hugo e alla sua intuizione in Notre Dame de Paris : « Gli edifici sono un libro di pietra da restaurare in modo da conservarli integralmente. A testimonianza del passato - spiega Cristina Pucci, tra gli architetti del progetto. La Cuccagna è da considerare, dunque, un documento della storia di Milano. Per questo il piano di restauro prevede di renderla fruibile senza snaturarla. Per ospitarvi attività culturali, socioassistenziali e commerciali » . Due anni di lavori, e la Cuccagna sarà in grado di ricevere 450 persone. Con sportelli di assistenza di fianco a palestre, librerie, sale lettura e locali per mostre. Il progetto vincitore del bando prevede di utilizzare il 40 per cento dello spazio per botteghe artigianali e un bar/ ristorante. Le altre parti saranno usate sia per iniziative rivolte ad adolescenti, anziani e disabili, sia per manifestazioni ludiche. In uno dei due cortili interni sarà creata una piazza coperta per spettacoli teatrali, concerti e eventi culturali.” Coriere della sera; gennaio 2005 “Oggi apre al pubblico la Cascina Cuccagna....Appoggiare la cascina Cuccagna, un progetto molto importante per il quartiere Romana. Una vecchia cascina del 1700 che, ultimata la ristrutturazione, diventerà un centro vitale, creativo per la zona. E che è sostenuto grazie alla volontà degli abitanti del quartiere e a varie associazioni....La Cuccagna è un antico insediamento agricolo di proprietà del Comune. Un bando vinto nel 2004 ne ha assegnata la gestione al Consorzio Cantiere Cuccagna, no profit, che, con il progetto dell'architetto Marco Dezzi Bardeschi, ne sta curando un rispettoso progetto di conservazione per il suo riuso pubblico. I lavori sono già in fase avanzata. Per ristrutturarla sono necessari tre milioni di euro: all appello ne mancano un milione e 300mila.” Il Giornale, sezione della città di Milano, 21-04-2010 “Consorzio Cantiere Cuccagna recupera, con un pregevole intervento di restauro conservativo, l'antica Cascina Cuccagna sopravvissuta nel cuore della città per farla diventare un nuovo, moderno e sostenibile spazio pubblico. Un Progetto bello e importante”. - dichiara Sergio Bonriposi, Presidente del Consiglio Direttivo di Consorzio Cantiere Cuccagna.- “Ma i soldi per portare a termine il Progetto Cuccagna? Le amministrazioni locali non hanno fondi, le aziende soffrono, il mecenatismo è scomparso, i cittadini sono distratti.” Il Giorno, sezione di Milano, 28-03-2011
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Conclusioni Il progetto è stato accolto in modo molto positivo dalla critica; purtroppo, pricipalmente per motivi economici, i lavori sono in ritardo e ancora oggi in fase di realizzazione. Tuttavia, la cascina è già operativa per molte delle funzioni previste dal progetto; in particolare per quanto riguarda l’area ristorazione. Personalmente, credo che il progetto sia molto valido e condivido a pieno l’obiettivo del progettista di cercare di mantenere il più possibile l’edificio nello suo stato originale. Credo anche che si sia operato in modo corretto, cencando di limitare il più possibie interventi invasivi e, dove non possibile, cercando di rendere le nuove applicazioni visibili e ben riconoscibili. Anche le nuove installazioni, necessarie per rispettare le normative vigenti, sono state pensate e realizzate per non intaccare l’immagine, la struttura e la morfologia della cascina. Infine, condivido molto anche l’idea di riuso funzionale di questa cascina, come centro per la collettività e l’intervento di conservazione.
Fotografia di dettaglio della facciata monumentale su via Muratori
Logo della Cascina Cuccagna; 35
Bibliografia e sitografa - Progetto di rifunzionalizzazione e riqualificazione della cascina Cuccagna in Milano / Marta Franzelli ; rel. Giuseppe Turchini ; correl. Laura Malighetti Franzelli, Marta Lucia (1980-) Tesi datt. Milano : Politecnico, 2005/06 - Tesi di laurea - La Cascina Cuccagna a Milano : conservazione e riuso nella strategia di rilancio del ruolo dei Centri sociali comunali / Alessio Crepaldi, Cristina Pucci, Francesca Sarti ; rel. Marco Dezzi Bardeschi ; correl. Elena Romoli Crepaldi, Alessio (1971-); Pucci, Cristina Maria Rita (1971-); Sarti, Francesca (1971-); Romoli, Elena; Dezzi Bardeschi, Marco Milano : Politecnico, 1998/99 - Saper credere in architettura : cinquanta domande a Marco Dezzi Bardeschi / a cura di Andrea Iacomoni Dezzi Bardeschi, Marco; Iacomoni, Andrea Napoli : Clean, 2013 - www.marcodezzibardeschi.com - www.cuccagna.org - www.habitat2020.it - www.stopalconsumoditerritorio.it - www.europaconcorsi.it - www.ilgiornale.it - www.corieredellasera.it - www.archilovers.it - archiviodimilano.cineteca.it - www2.milanoneicantieridellarte.it - www.tedoc.polimi.it - www.flickr.it -www.panoramio.it
Fotografia della facciata monumentale su via Cuccagna 36