Anno LIII - semestrale - n. 1 - maggio 2009
Sped. A. P. - art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Fil. Bergamo
Notiziario per gli Ex allievi del Collegio Vescovile Sant’Alessandro in Bergamo e per le loro famiglie Direttore Responsabile: mons. Achille Sana; autorizzazione n. 8 del 17/05/1948 del Tribunale di Bergamo. Con l’approvazione dell’autorità ecclesiastica
Assemblea annuale degli Ex Allievi
Fu docente di lettere dal 1973 al 2002
«Vi aspetto il 6 giugno»
Per don Giuseppe Arnoldi
Gli Ex allievi mi sono cari e mi sono sempre presenti nel pensiero. Ogni giorno accompagno con la preghiera sia coloro che sono ancora negli studi sia coloro che sono già entrati nel mondo del lavoro. Per questo voglio condividere con voi un problema che mi sta a cuore. La scuola paritaria non statale (quindi anche la scuola paritaria cattolica) fa parte del sistema scolastico nazionale, ma non viene riconosciuta come servizio pubblico. Il problema non trova il clima politico e sociale per affermarsi nell’opinione pubblica e nella classe di governo. La nostra scuola è un’orfanella, ammirata, ma non adottata dallo stato. Torno su questo argomento perché le attuali difficoltà economiche della famiglia italiana impediscono una più larga adesione dei genitori alla nostra scuola.Le rette annuali sono impegnative. Quando sarà maturata maggiormente la coscienza sociale del bene comune ottenuto con la partecipazione di tutte le forze presenti nel Paese, allora sarà riconosciuta l’opera didattica ed educativa offerta ai cittadini dalla scuola paritaria cattolica. Termino ringraziando tutti gli Ex allievi, i più maturi e i più giovani, per la stima che nutrono per l’antico Collegio Vescovile Sant’Alessandro. Spero infine di incontrarvi sabato 6 giugno alle 17 per l’assemblea annuale degli Ex allievi. Saranno premiate le professoresse Paola Aymon e Maria Cristina Sonzogni per i primi venticinque anni di insegnamento al Sant’Alessandro. I neolaureati riceveranno un simpatico omaggio con la “griffe” del Collegio. Sarà anche l’occasione per festeggiare la ricorrenza degli esami di maturità per chi ha conseguito la maturità negli anni 1999, 1989, 1979 e 1969. Prima dell’incontro, alle 16.30, sarà celebrata una Santa Messa in suffragio del prof. don Giuseppe Arnoldi.
L’attenzione di questa scheda è rivolta all’immagine di don Giuseppe nell’esperienza dell’età matura. Alcune qualità personali fanno da tessuto sul quale brillano come ricamo le punte emergenti della sua vita come sacerdote, come docente, come educatore, come amico. Anzitutto nel tessuto è da mettere il suo temperamento emotivo timido che veniva compensato da una severa disciplina sulla sua persona: puntuale, serio per lo più, qualche volta con il sorriso aperto con i docenti colleghi ma con un piglio fermo con gli alunni; chiaro e preciso nelle proposte e esigente nelle risposte. Nel tessuto poi è da mettere il suo metodo di vita scandito dal lavoro quotidiano, silenzioso, proficuo; il rigore scientifico si traduceva nelle scelte educative coraggiose, alte e impegnative presentate sia negli interventi privati con i genitori degli alunni sia nelle assemblee pubbliche dei docenti nelle quali il suo pensiero faceva andare oltre l’illusione di una pratica educativa senza fatica. Questi due aspetti della sua figura erano così congegnati nell’attività ordinaria che tutto diventava generosità, originalità e concretezza. Come sacerdote univa il suo impegno scolastico al ministero nelle parrocchie dell’alto piano di Clusone e nei paesi della sua amata Valle Oltre la Goggia dove il fratello don Giglio era parroco di Valtorta. Ogni sabato finita la scuola partiva con il suo Vespino (50) per venire a Bergamo da Clusone e per risalire la Valle Brembana fino a Valtorta, Ornica, Peghera e più tardi a Santa Brigida e Cusio. La predicazione e la confessione dei fedeli erano le attività maggiormente svolte. Ma il confronto con il fratello e con gli altri sacerdoti della zona lo allenava a guardare i problemi concreti delle famiglie, della povertà contadina, del lavoro incerto sul luogo, del disagio dei pendolari settimanali a Milano o degli immigrati all’estero e a comprendere le difficoltà della famiglie. Amava
don Achille Sana
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