Barriere architettoniche: l’impietoso reportage realizzato dai ragazzi del Centro Armonia testimonia la mancanza di rispetto della città verso la disabilità
The
Wall
Strade piene di buche, marciapiedi senza scivoli adeguati, diseducazione ambientale: l’impossibile autonomia di chi vive in carrozzina per attraversare le vie del capoluogo di ALESSIA FRATINI
In centro e alle autolinee I raggi del pallido sole autunnale illuminano l’asfalto e lo riscaldano. Se non fosse per qualche spericolato sullo scooter, le strisce pedonali quasi trasparenti, le buche sulla strada che costeggia una vasta pozzanghera residuale, la giornata prometterebbe bene. Silvana e il Gruppo di Armonia sono pronti per fare insieme una passeggiata-reportage per le vie del centro cittadino. Questa era l’idea che ha dato il via al progetto di gruppo: un reportage per imparare i rudimenti della fotografia. Come dei veri repor-
ter, fotocamera in mano, scendono per strada a testimoniare quanto è vivibile la città in cui abitano. Iniziamo il nostro giro scegliendo le vie del centro. Ci mettiamo poco a comprendere che gli ostacoli che incontriamo per strada sono troppo difficili, se non impossibili, da superare. In parte è colpa della manutenzione stradale (i ragazzi fotografano buche e crepe su strade e marciapiedi, pozze d’acqua che non defluisce nei tombini, strisce pedonali sbiadite, etc.) ma, anche dove sono stati realizzati interventi recenti, le difficoltà non sono meno. Sullo stretto marciapiede zigzaghiamo faticosamente tra fioriere, alberi,
lampioni, segnali stradali, pensiline per autobus, insegne pubblicitarie, secchi della spazzatura, tavoli, sedie e macchine parcheggiate male, tutto è immortalato. La pavimentazione è stata rifatta poco tempo fa, ma gli scivoli per l’accesso ai marciapiedi, non costruiti a regola d’arte, creano un po’ di problemi. Ci fermiamo a controllare il dislivello di ogni attraversamento, per evitare che Marcello, il nostro apripista, corra qualche rischio scendendo con la sua sedia a rotelle. Nonostante la carrozzina sia motorizzata e dotata di due grandi ruote posteriori, rischia di rimanere bloccato o cadere. E pensare che basterebbero piccolissimi in-
terventi (un pochino di cemento o di asfalto) per rendere praticabili molti degli scivoli! Proseguiamo a rilento su Corso della Repubblica, la via dello shopping latinense, fotografie alle entrate di cinema, negozi e bar (per lo più strette e senza discesa) e svoltiamo poi in viale XXI aprile. A due metri dalla curva finisce il lastricato bianco e inizia il marciapiede asfaltato. Qui gli scivoli agli attraversamenti sono rari e quando ci sono difficilmente praticabili. Mentre ci dirigiamo all’entrata dell’oratorio ci dilunghiamo ad attraversare via Sisto V: qui la carrozzina non passa. Così, dopo aver ricevuto l’incoraggiamento di un passante, il gruppo si divide sui due lati della via per ricongiungersi a piazza San Marco. La camminata continua fotografando innumerevoli attraversamenti privi di scivolo tanto che Walter con la sua carrozzina molte volte è costretto a spostarsi in strada e a muoversi in mezzo al traffico, con evidente pericolo. Percorriamo viale IV novembre fino all’incrocio con viale Italia, la bella passeggiata all’ombra dei pini, che collega piazza del Quadrato a piazzale dei Bonificatori. Bella ma impraticabile: radici che fuoriescono dal pavimento dissestato, buche insi-
diose, mattonelle divelte e lastricato scivoloso… addio passeggio! Altre foto e torniamo verso la piazza, intorno all’edificio delle Poste pensavamo di non trovare alcuna barriera architettonica, perché ristrutturato di recente e frequentato abitualmente da anziani e disabili; invece, incredibilmente, diversi degli attraversamenti sono privi di scivolo. Arrivati in piazza del Popolo proviamo ad avvicinarci alla grande palla ma finiamo per rinunciare, su tutto il perimetro della piazza non c’è un accesso con lo scivolo che permetta a tutti di salire! Siepi e aiuole sono ben curate, ma non c’è altrettanta cura per la rimozione delle barriere architettoniche. I ragazzi sono amareggiati, pensavano che in centro le strade fossero più accessibili, ma ci confessano che la situazione è comunque migliore di quella riscontrata nell’ultima uscita del gruppo. «Quella volta è stata un’Odissea vera e propria- racconta Moira. – con infiniti ostacoli da superare». In quell’occasione hanno deciso andare dal centro di terapia in via Piave alla stazione delle autolinee, documentando il tutto con le loro fotocamere. Il tragitto è lungo solo un chilometro ma hanno impiegato molto tempo prima di raggiungere le autolinee.
L’inizio del percorso è completamente privo di marciapiede e il gruppo è obbligato a procedere sul lato della strada. Poi timidamente appare il primo marciapiede, con tanto di scivoli, ma è un tratto breve. Arrivati all’incrocio con viale Kennedy i problemi aumentano: da lì in poi le discese sono poche, spesso mal fatte, e a volte si rimane bloccati. Sembra di essere in un labirinto, bisogna prevedere in anticipo la prossima mossa: non si può salire su un marciapiede se non hai poi modo di scenderne! Anche qui ci sono pali, pensiline, pubblicità, cabine elettriche e perfino i secchioni dell’immondizia a intralciare il passaggio sul marciapiede, come se non fossero già abbastanza buche e mattonelle sconnesse! Neanche in prossimità delle fermate dell’autobus, ci sono accessi dotati di scivolo, ma questa è solo una delle carenze del trasporto pubblico in città. È quasi impossibile trovare una discesa agibile tutt’intorno alla stazione delle autolinee, per salire sui mezzi
Da Corso della Repubblica a Via Italia con tappa in Piazza del Popolo Un percorso con rare discese e rampe dove radici e mattonelle sono un ostacolo
(raramente dotati di rampe) bisogna prima informarsi e c’è comunque bisogno dell’aiuto di qualcuno, come conferma anche Mauro: «mi piacerebbe muovermi in autonomia, invece devo sempre essere accompagnato oppure non posso far altro che ‘approfittare’ dell’aiuto di qualcuno». In effetti, le difficoltà incontrate per salire su un autobus sono state enormi, tanto da far desistere il gruppo che non ha potuto far altro che immortalare la tragica situazione con altre foto. Con
buona pace di chi è convinto che l’accesso ai trasporti pubblici è un diritto di tutti, compresi i disabili. Il reportage del gruppo è nato dal loro bisogno di autonomia, vorrebbero muoversi in città da soli, e dalla voglia di socialità, che al momento è preclusa. «Le mie giornate si dividono tra casa e centro di terapia, – dice con rammarico Moira – di solito quando esco sono in compagnia di mia madre, come potrei andare sola?! Per strada è rischioso e dei mezzi pubblici è meglio
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non parlare: basta guardare le nostre foto!». Barriere architettoniche, buche, ostacoli di ogni genere, parcheggi selvaggi e automobilisti indisciplinati sono come una gabbia per lei, ma finiscono per limitare la libertà di movimento di ognuno noi: si usa la macchina o lo scooter anche per brevi tragitti (Latina è tra le città italiane col tasso di motorizzazione più alto, 7 auto ogni 10 abitanti) e si rischiano più facilmente incidenti (nel 2012 sul territorio provinciale sono stati 114 gli incidenti tra veicoli e pedoni, 7 quelli mortali). Accompagnando i nuovi amici in giro per Latina, si conosce la città da un altro punto di vista. Si sperimenta direttamente, insieme a chi vive quotidianamente queste difficoltà, quanto sono pericolose le nostre strade. Per tutti. Per bambini, anziani, genitori con passeggini, disabili, ma anche per un pedone qualsiasi, senza particolari difficoltà motorie! Una città vivibile, curata e senza barriere architettoniche è un vantaggio chiunque. Saranno anche belle le rotondegiardino, ma non sarebbe meglio utilizzare i soldi per abbattere le barriere e fare manutenzione?
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Barriere intorno all’ospedale e mare inaccessibile Da questa esperienza la città appare in un’altra angolazione: facendo attenzione a quelli che sono trascurabili dettagli per chi cammina con le proprie gambe, ma che diventano muri insormontabili per chi si serve di una carrozzella. Forse la situazione peggiore a Latina, per quanto riguarda le barriere architettoniche, è nei dintorni del Goretti, strade che dovrebbero essere invece ancor più curate, visto che si tratta di
un ospedale. E invece i problemi riscontrati sono molti, per primo però non una vera e propria barriera architettonica, ma quello che si potrebbe definire una “barriera mentale”: il parcheggio selvaggio! Non c’è rispetto per strisce pedonali e discese, le macchine sono parcheggiate anche in curva e dal lato di Parco San Marco, tra pozze d’acqua giganti in inverno o buche polverose d’estate, occupano
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l’intero marciapiede. I marciapiedi a volte sono curati, ma per la maggior parte difettano di manutenzione: ci sono crepe, buche e dislivelli, oltre ai soliti pali (illuminazione, segnaletica stradale, etc.) che ostacolano il percorso e spesso rigogliose siepi invadono quasi completamente il cammino. Le discese a volte ci sono, a volte no. A dimostrarlo alcuni casi evidenti di attraversamenti pedonali nei quali solo una delle estremità è munita di scivolo mentre dall’altra si trova un alto scalino. Il problema resta sempre lo stesso però: se non si elimina il dislivello tra la discesa e l’asfalto della strada, rimangono impraticabili per una carrozzina. Così va a finire che, anche se in effetti le discese ci sono, quelle ben fatte non
sono poi molte. Decidiamo di andare al mare per vedere quanto influisce la ‘vocazione turistica del territorio’ sull’eliminazione delle barriere architettoniche. La Marina di Latina, una città che punta molto sul turismo, sarà alla portata di tutti, priva di ostacoli, pensavo… e invece, no! Il tratto di lungomare verso Rio Martino, compreso tra lago di Fogliano e dune, è difficilmente agibile per chiunque abbia una qualsiasi difficoltà motoria. Qui non ci sono ne’ discese ne’ marciapiedi e le passerelle sono in gran parte messe male, comprese quelle poche a scivolo. Ci dirigiamo quindi verso Foceverde, il lato mare è provvisto del marciapiede solo in parte e ha pochissime discese per gli attraversamenti pedonali; sull’altro lato, che inizialmente è sia percorso pedonale sia pista ciclabile, c’è n’è qualcuna, ma solo in alcuni tratti. Percorrendo tutto il la strada Lungomare, sul piccolo marciapiede si trovano i soliti ostacoli d’intralcio (alberi e pali per la segnaletica stradale, fermate dell’autobus) e il fondo è troppo sconnesso. Bisogna arrivare in prossimità dell’incrocio tra le strade Valmontorio e Foce Verde, per vedere qualche cambiamento: qui, sono stati fatti di recente interventi di manutenzione. Il vero problema, però, è che l’accesso al mare non è garantito a tutti. La scorsa estate, più di qualche famiglia si è lamentata dello stato delle passerelle (peggiorato dall’erosione della costa), che non rendevano facile l’accesso a mare, figuratevi quale immenso problema può essere per un disabile! Da ricordare il caso di una ragazza disabile, in vacanza a Latina con la mamma, che è rimasta bloccata tra le dune senza poter rag-
Attorno a Parco San Marco passaggi e strisce pedonali sono ostruiti dalle auto Il parcheggio selvaggio attorno al Goretti è un’abitudine che limita la vivibilità
giungere il mare, proprio perché non c’era la passerella. La legge, sottolineando l’importanza di rimuovere ostacoli nelle attività sportive, turistiche e ricreative, prevede che le concessioni demaniali e i rinnovi per gli impianti di balneazione siano subordinati all’effettiva possibilità di accesso al mare delle persone disabili (art.23 legge 104/92). Ci sono 6 mesi di tempo prima che arrivi la stagione estiva, sono abbastanza per rendere il mare accessibile a tutti? Le barriere architettoniche sono ora più evidenti per me. A Latina manca una progettazione complessiva che tenga conto di tutti gli aspetti che incidono sulla mobilità delle categorie più deboli della strada: i pedoni, a maggior ragione quelli disabili. Si trovano ostacoli sul percorso e le discese non sono perfettamente livellate, anche quando i marciapiedi sono stati costruiti, o hanno subito interventi di manutenzione, di recente. Tanti sono i difetti di Latina dal punto di vista urbanistico, tante le barriere architettoniche e l’augurio che possiamo farci è che la pubblica amministrazione se ne occupi al più presto… ma c’è qualcosa che ognuno di noi può – e dovrebbe – fare per contribuire a migliorare la vivibilità della nostra città: comportarsi correttamente alla guida di automobili e scooter. Un beneficio per tutti, non solo per i disabili.
Giulia va a scuola in carrozzella? A un anno dalla video-denuncia sulle barriere architettoniche ecco cosa è cambiato
Giulia è una studentessa del Liceo Classico e che vorrebbe andare da sola a scuola. Non può farlo perché il tragitto, lungo solo qualche centinaia di metri, è pieno zeppo di ostacoli: impossibile superarli da sola con la sua sedia a rotelle. Proprio un anno fa è stata la protagonista di “A spasso con Giulia”, un video-denuncia realizzato per dare una dimostrazione di quali incredibili difficoltà incontra in un così breve percorso, considerando anche che si trova in una zona centrale della città (Tribunale, viale Mazzini). Di risposta, il Sindaco ha invitato in Comune Giulia, insieme a Irina e Alessandra, le amiche che l’hanno aiutata a fare il video. Anche in quest’occasione, il tutto è stato ripreso e i video sono stati pubblicati sul sito di youtube dalla Consigliera comunale Zuliani.
Proprio causa di una barriera architettonica (porte troppo strette per le carrozzelle delle ragazze) l’incontro è stato spostato dall’ufficio del Sindaco alla sala del Consiglio comunale, qui hanno spiegato i loro problemi e richiesto interventi per migliorare la situazione delle strade in città. Il Sindaco si era impegnato a mettere a norma, entro giugno 2013, almeno il 60% degli scivoli sui marciapiedi all’interno della circonvallazione. A oggi, risulta commissionato solo uno studio di fattibilità, al costo di 50mila euro, e degli stanziamenti in bilancio destinati a interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche e al progetto per la pavimentazione e la pedonalizzazione del centro cittadino (1, 4 milioni di euro).
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