Casa del contadino

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L’abbattimento dello storico edificio dei lavoratori agricoli, il caso più drammatico della speculazione edilizia che deturpò l’originale volto di Latina a partire dagli anni Sessanta

CASA DEL CONTADINO


ferita ancora Una

aperta Il giallo di una demolizione seguita ad una recente ristrutturazione con una domanda irrisolta: perché il grattacielo Pennacchi sorse proprio li? di ALESSIA FRATINI

Latina, primi anni ‘60. In pieno boom economico, la città cambia forma sotto la spinta della speculazione edilizia. I rapporti tra imprenditori e politica sono stretti - forse troppo - ci vogliono quasi dieci anni per l’approvazione del Piano Regolatore Piccinato e nel frattempo la città cresce.

Sono gli anni delle giunte guidate dai sindaci Salvezza e Onorati, quelli in cui si decide per la demolizione del complesso architettonico noto come Casa del Contadino (e anche della scalinata del Palazzo delle Poste). A quasi vent’anni dalla fine della guerra, dopo che l’edificio era stato ristrutturato e utilizzato in vari modi (uffici, palestra di boxe, rifugio per gli sfollati) e con un progetto di riadattamento per istituire lì il nascente liceo scientifico, col pretesto di cancellare la scomoda eredità del passato regime si compie uno dei delitti urbanistici più gravi della nostra città. L’originale edificio progettato da Di Fausto era uno splendido esempio di architettura razionalista degli anni ‘30, una struttura polifunzionale, innovativa e, al tempo stesso, un palazzo di rappresentanza arricchito da opere d’arte, come gli affreschi realizzati da noti pittori dell’epoca (Ortona, Cascella e Roveroni), che arredavano gli interni. Dal 1970, il travertino e il rosso pompeiano della Casa del Contadino sono stati sostituiti dal cemento armato della galleria Pennacchi con la sua torre di 22 piani. L’ultima testimonianza rimasta, oltre alle immagini delle cartoline, sono le statue realizzate dallo scultore Conti che dominavano il porticato frontale dell’edificio. Solo tre sculture sono state salvate – gra-


Casa del Contadino in breve

zie all’interesse di alcuni privati cittadini – le due figure femminili sono nel cortile di Palazzo M e Il Seminatore, è finito nella piazza davanti al Tribunale.

La Casa del contadino di Littoria Florestano Di Fausto progettò un edificio polifunzionale con numerosi locali distribuiti con la massima razionalità. Il complesso - rosso pompeiano e travertino - progettato come Sede dell’Unione Provinciale dei Lavoratori dell’Agricoltura era composto da due nuclei: il principale costituito da un torrione centrale di forma esagonale con due ali laterali e un porticato sul fronte principale che permetteva di accedere alle due piccole corti; uno secondario sul retro, collegato al primo con un colonnato e un cortile interno. Il nucleo principale ospitava al pian terreno: un grande salone, alto due piani, che poteva contenere tremila persone; l’ufficio di collocamento;

uffici e ambulatori della mutua di malattia; l’attrezzatura per gli esperimenti parte del “Centro nazionale di medicina del lavoro. Al primo piano erano collocati gli uffici dell’Unione provinciale e nei due piani superiori gli uffici delle cooperative e di altri servizi. Nella parte retrostante dell’edificio erano alloggiati i servizi sanitari e assistenziali: la sezione sperimentale distaccata del Centro Nazionale di medicina del lavoro agricolo (fornita di apparati trasportabili per indagini mediche); il poliambulatorio specialistico delle mutua malattia; la sede del dopolavoro rurale, con sale di ricreazione e lettura, il posto di ricovero e ristoro per i contadini, con dormitorio per uomini e donne, e i servizi igienici, con camere di refezione, docce e gabinetti. Lungo il porticato del fronte principale della Casa del Contadino erano posizionate le quattro statue realizzate dallo scultore Ulderico Conti, allegorie delle attività umane dedicate alla terra. Nell’atrio dell’edificio principale, insieme a vanghe e moschetti affissi, si trovava l’affresco di Walter Roveroni, mentre nel grande

Posizione: Littoria, V.le Luigi Razza – C.so Principe Umberto (oggi V.le Don Morosini – C.so G. Matteotti) Committente: Ministero delle Corporazioni – Federazione Fascista dei Lavoratori dell’Agricoltura, Delibera costruzione: 1935 (acquisto area e costruzione edificio) Durata lavori: Novembre 1937Novembre 1938 Inaugurazione: 4 dicembre 1938 Costo: 1.235.325 di lire Progetto: Arch. Florestano di Fausto Impresa: Arcieri Nicola & Figli Uso: Sede Unione dei Lavoratori dell’Agricoltura di Littoria, Centro Nazionale Medicina del Lavoro, Poliambulatorio Mutua Malattie, Ufficio di Collocamento Opere d’Arte: Affreschi di Walter Roveroni, Michele Cascella, Ugo Ortona; Quattro statue di Ulderico Conti Demolizione: 1963

salone per celebrare la “redenzione della palude” le pareti erano state affescate dai pittori Michele Cascella e Ugo Ortona.

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L’architetto Florestano Di Fausto È grazie al lavoro di ricerca della Casa dell’Architettura che è stato possibile attribuire la giusta paternità dell’edificio, prima creduto di Oriolo Frezzotti. A firmare il progetto, datato 1937 e ritrovato all’Archivio di Stato, è Florestano Di Fausto, figura nota soprattutto per i progetti nelle colonie in Libia durante gli anni ‘30. L’architetto, uno dei favoriti di Mussolini tanto che lo volle progettista della nuova Predappio e del Cimitero Monumentale del suo paese natale, fu anche un deputato della Democrazia Cristiana e poi del Partito Nazionale Monarchico, membro dell’Assemblea Costituente e parlamentare fino al 1953.

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In Italia altri edifici progettati da Di Fausto, all’epoca ingegnere del Ministero degli Esteri fascista, sono stati demoliti, non senza polemiche. È difficile da credere ma l’ultimo caso risale solo a pochi anni fa: nel 2010 è stata abbattuta l’ex-Centrale del latte di Pescara. Nonostante l’edificio fosse stato costruito nel 1932, non era sottoposto ad alcun tipo di vincolo, una svista, dicono, lo ha portato via.

Video dell’inaugurazione al Giornale Luce La casa del Contadino fu inaugurata il 4 dicembre 1938 con una grande cerimonia a cui parteciparono il vicesegretario del partito fascista Gardini e il sottosegretario alle corporazioni

Ricci. L’istituto LUCE realizzò un servizio del cinegiornale per l’occasione. Nel filmato, che dura meno di un minuto si vedono diverse sequenze: alcune persone che lavorano con le zappe di fronte all’ingresso; le imponenti sculture, alcuni particolari della Madre Prolifica e del Rurale al Lavoro; diverse immagini dell’esterno del nuovo edificio; poi gli interni, il grande salone con pareti decorate e l’affresco di Cascella; un laboratorio medico, una folla accalcata davanti alla nuova Casa del Contadino e donne in abiti folkloristici davanti al gruppo delle autorità. È possibile visionare su internet il video: Giornale Luce B1421 del 7 dicembre 1938 (www.archivioluce. com/archivio/jsp/schede/videoPlayer.jsp?tipologia=&id=&physDoc=16 859&db=cinematograficoCINEGIOR NALI&findIt=false&section=/).


Le quattro sculture di Conti Sono invece scampate alla distruzione quasi tutte le statue che erano poste sul fronte principale della Casa del Contadino. Le quattro sculture opera di Ulderico Conti, conosciute come Madre Prolifica, Portatrice di Pane, Seminatore e Rurale al Lavoro, si trovavano allineate all’entrata dell’edificio fino alla sua demolizione, avvenuta nel 1963. Pare che fu un operaio del comune, un certo Mattioli, a ritrovarle in un campo vicino al cantiere del futuro grattacielo, abbandonate con buona probabilità dalla stessa impresa costruttrice, ma solo tre delle statue sono state recuperate. Le due figure femminili, acquisite dal Comune in seguito a una sottoscrizione popolare, oggi si possono ammirare nel cortile di Palazzo M: la Madre Prolifica, o anche detta Rurale, che ha perso parte del braccio ma non i cinque bambini avvinghiati a lei, ferma con i piedi in grandi scarponi, e la Portatrice di Pane che, invece, cammina scalza trasportando delle pagnotte e un solo figlio. Il Seminatore si trova oggi in piazzale B. Buozzi, davanti al tribunale, dopo aver passato circa un anno al Palazzo dell’Agricoltura, una posizione probabilmente più adatta visto il tema rappresentato. Prima ancora, per quasi cinquant’anni, questa scultura è stata posizionata nel piazzale dei magazzini Galanti su via Piave. Fu proprio l’imprenditore Imo Galanti ad acquistarla (costò all’epoca un mi-

lione di lire), come un buon auspicio per l’avvio della sua nuova attività, e a donarla poi alla città di Latina nel 2005. La quarta statua, l’altra figura maschile, è andata persa. Nessuno sa per certo che fine abbia fatto, ma c’è chi sostiene di averla vista nei pressi dei Castelli Romani e chi, invece, pensa che si trovi, ormai spezzata, in una cava dismessa vicino a Velletri. Purtroppo del Rurale al Lavoro ci sono pochissime immagini, dai fotogrammi del documentario dell’Istituto LUCE si vede però che ha un cappello sul capo e forse un attrezzo da lavoro tra le mani.

Affreschi perduti Con la distruzione dell’edificio nel 1936 si perdono irrimediabilmente anche gli affreschi che decoravano

le pareti interne. I pannelli distrutti erano opera di alcuni tra i più noti artisti della prima metà del ‘900: Tommaso Cascella, Ugo Ortona e Walter Roveroni. Roveroni affrescò le pareti all’entrata con scene “idilliache” della bonifica, dal resoconto giornalistico dell’inaugurazione: “popolano le pitture una folla animata di contadini, d’operai, di massaie, di bimbi che si muovono su uno sfondo di campi, di acque e di alberi”. Illuminati da grandi finestroni, nel salone delle riunioni si trovavano: sulle pareti laterali gli affreschi di Ortona (una raffigurazione allegorica della redenzione del suolo dall’acquitrino) e sulla parete di fondo l’affresco di Cascella (una grande figura di Mussolini – in versione rurale per l’occasione – nell’atto di seminare).

1944, ecco quel che restava dell’affresco di Tommaso Cascella, con Mussolini nella veste del seminatore.

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Nel quadro del pittore Saltarin Tra le poche immagini rimaste dell’edificio demolito nel 1963, è da annoverare il dipinto del pittore Rinaldo Saltarin (1893-1969). Sulla tela è raffigurata la Casa del Contadino vista da viale Don Morosini: è l’edificio rosso alle spalle dei banchi del mercato lungo il viale.

Cd-rom con i documenti originali Per molto tempo si è creduto che la Casa del Contadino fosse stata progettata da Oriolo Frezzotti, benché lui stesso non avesse incluso questo edificio nell’elenco delle opere da lui realizzate a Latina (lettera pubblicata su un quotidiano dell’epoca). È solo dal 2003, grazie al lavoro di inventariazione del fondo del Genio Civile di Latina, avviato dall’Archivio di Stato in collaborazione con la Casa dell’architettura, che possiamo finalmente attribuire la progettazione dell’edificio all’architetto Florestano di Fausto. La Casa del contadino di Littoria è il titolo del cd-rom che contiene i più importanti documenti reperiti, disegni, foto, ricostruzioni, articoli di giornale e il filmato dell’inaugurazione.

Esempio di architettura razionalista progettato negli Anni 30 era una una struttura polifunzionale e di rappresentanza arricchita da opere d’arte con affreschi realizzati da pittori dell’epoca

Una istantanea del filmato dell’inaugurazione della Casa del Contadino, a destra l’articolo de “Il Messaggero” del 5 Dicembre 1938

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Il grattacielo Pennacchi ultimato nel 1970 Passati cinque anni dalla demolizione, al posto dell’armonioso edificio noto come Casa del Contadino e dei suoi cortili, l’Impresa di Costruzioni “Cesare Pennacchi” inizia a costruire uno dei primi grattacieli di Latina (in-

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sieme al KEY). L’edificio, che sorgerà su un completo isolato a pochi metri da Piazza del Popolo, dovrebbe essere di otto piani, ma su spinta dell’ingegnere Ferruccio Scalzi, che lo progettò, si decide si realizzare una torre di 22 piani. I lavori iniziati nel 1967 terminano nel 1970, appena un anno prima della difficile approvazione del piano regolatore Piccinato. L’edificio in cemento armato, formato da un piano terra con galleria

destinato ad attività commerciali, una torre centrale alta 90 metri e altri edifici più bassi, ancora oggi stona nel centro di una città pensata per uno sviluppo orizzontale. Tralasciando il contrasto architettonico, la questione più rilevante è perché decidere di costruire proprio su quel terreno e abbattere la Casa del Contadino se all’epoca diversi terreni nella zona erano ancora liberi, per di più l’edificio di fondazione era stato


CRONISTORIA

dalla Casa del Contadino al Grattacielo Pennacchi

1935

La Confederazione Fascista degli Agricoltori delibera la costruzione di un fabbricato per la sede dell’Unione provinciale degli Agricoltori. Importo dei lavori è pari a L 621.314, da sommare alla spesa per l’acquisto dell’area, circa L 30.000

1937

Data del progetto firmato dall’architetto Florestano di Fausto, ingegnere dal Ministero delle Corporazioni.

1937-1938

In circa 12 mesi l’edificio viene costruito.

1938, 4 dicembre

Inaugurazione della Casa del Contadino, grande manifestazione ripresa anche in un Cine Giornale Luce

1944

Stanziata la somma di L. 410.000, messa a disposizione a mezzo della Banca d’Italia (Tesoreria provinciale di Littoria), per le riparazioni urgenti dell’edificio danneggiato durante la guerra. Richiesta delle Forze Alleate.

1951

Ultimati i lavori di riparazione dell’ex Casa del contadino da adibirsi a sede dell’ufficio Provinciale del lavoro (L 3.294.000)

1953

Dopo diversi anni si scopre che l’edificio è stato costruito dall’ex Ministero delle corporazioni e si procede alla liquidazione.

1952-1956

I locali dell’ex Casa del Contadino ospitano la palestra dove si allenano i giovani pugili di Latina.

1961

L’area su cui sorge la Casa del Contadino viene acquistata da Cesare Pennacchi. ristrutturato dopo la guerra ed era utilizzato prima dell’abbattimento. Oggi lo stesso Studio Scalzi sembra aver cambiato un po’ idea: “probabilmente si poteva salvarla e costruire ugualmente il grattacielo Pennacchi, studiando però altra soluzione planimetrica. Con questa realizzazione si voleva però dimostrare la novità, la forza delle idee, la presenza a Latina di un edificio di grandi “dimensioni e rappresentatività”.

Lo storico edificio è demolito.

1963 1967

Iniziano i lavori per la costruzione del nuovo edificio di 22 piani, costruito dall’impresa di costruzioni “Cesare Pennacchi”.

1970

È ultimato il nuovo Grattacielo Pennacchi, la torre alta 90 metri, con la galleria che attraversa il piano terra commerciale, sorge dov’era prima la Casa del Contadino.

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