E book le leggende

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Le nostre leggende e-Book realizzato dagli alunni della classe 3^ B Istituto Comprensivo “XX Settembre� di Catania Anno scolastico 2015-2016


INTRODUZIONE Nel corso dell’anno scolastico 2015/2016 , gli alunni hanno approfondito le diverse tipologie testuali già presentate in seconda classe. Per realizzare questo primo e- book, ho trovato utile, presentare loro diverse leggende che sono state analizzate sia nella loro struttura che nel contenuto. Partendo dalla lettura della famosa “ Leggenda del girasole”, ho chiesto agli alunni di rispondere ad alcune domande come: “ Che cos’è una leggenda?” “ Che cosa vuole spiegare?” “ Qual è la struttura di una leggenda?” Per i bambini non è stato difficile rispondere a questa domanda perché conoscevano già la struttura del testo narrativo. Infatti, sapevano che come tutti i testi narrativi la leggenda si compone di tre parti: INIZIO: dove si presenta la pianta, l’animale o il luogo com’era un tempo, cioè l’elemento che subirà la trasformazione; SVOLGIMENTO: nel quale vengono narrati i fatti immaginari che spiegano il perché di un certo fenomeno; CONCLUSIONE: in cui si presenta l’ELEMENTO ( pianta, animale, luogo…..) com’è oggi. Inoltre ho chiesto loro: “ Qual è lo SCOPO della leggenda?” Naturalmente, dopo aver discusso, sono giunti alla conclusione che lo scopo della leggenda è spiegare in modo FANTASTICO il perché di certe caratteristiche di PIANTE, ANIMALI, LUOGHI, OGGETTI, FENOMENI ATMOSFERICI (cioè fatti reali). Alla fine del percorso, ho chiesto loro di scrivere delle leggende seguendo alcune mie indicazione. Dovevano prima di tutto ricordarsi che per costruire una leggenda occorre rispettare il seguente schema: INIZIO:  pensa alla CARATTERISTICA PIÙ EVIDENTE che un animale, una pianta ha attualmente e IMMAGINA come poteva essere tanto tempo fa;  inizia il racconto con un TEMPO IMPRECISATO: TANTO TEMPO FA oppure IN UN TEMPO LONTANO; SVOLGIMENTO:  inventa i PERSONAGGI e le CIRCOSTANZE che modificheranno la situazione iniziale;  CHI o CHE COSA ha provocato la trasformazione;  perché è avvenuta la trasformazione che ha fatto diventare il protagonista così com’è ora nella realtà. CONCLUSIONE:  Scrivi com’è oggi il protagonista della leggenda;  Concludi il racconto con DA ALLORA, ECCO PERCHÉ Questo e-book contiene alcune delle migliori leggende inventate dagli alunni e scelte da me per secondo i criteri dell’originalità e della correttezza ortografica e linguistica.

BUONA LETTURA

Ins. Alessandra Coco


INDICE

1. IL PAPAVERO TIMIDO. 2. PERCHÉ GLI ELEFANTI HANNO LA PROBOSCIDE? 3. PERCHÉ IL LEOPARDO HA LE MACCHIE. 4. PERCHÉ IL LEOPARDO È COSì VELOCE. 5. COME NACQUE IL PAPAVERO. 6. PERCHÉ I PAPAVERI SONO ROSSI. 7. PERCHÉ I GUFI ESCONO SOLO DI NOTTE. 8. IL GUFO COPIONE.


Il papavero timido

In un campo fiorito, c’erano dei papaveri e delle viole. Un giorno una della viole si avvicinò ad un papavero e gli disse:”Ciao bel papavero, che bei petali che hai!”. Ma il papavero si limitò a sorriderle, si girò dall’altra parte e cominciò a parlare con i suoi amici papaveri. Per diversi giorni, il papavero ignorò la viola che stava sempre con i petali chiusi. Un giorno, però, il papavero decise di andare dalla viola che sentendolo arrivare aprì i suoi petali e lo salutò. Il papavero ricambiò il saluto e le disse: “Scusa per l’altro giorno. Sai, io non sono abituato a ricevere complimenti”. “Perchè?” - chiese curiosa la viola. Il papaverp continuò: “ Non vedi la mia corolla? E’ tutta marrone!!!”. Così la viola gli diede un bacio e il papavero arrossì di vergogna Ecco perchè i papaveri sono tutti rossi.

Egle La Rocca


Perchè gli elefanti hanno la proboscide?

Tanto tempo fa, gli elefanti avevano il naso corto come tutti gli altri animali della savana. Un giorno una tigre affamata cominciò a cacciare gli elefanti. Gli elefanti cominciarono a scappare e per la fretta e la paura uno di loro rimase impigliato con il naso in un cespuglio. Un sua amica per aiutarlo iniziò a tirarlo per la coda. Ma la tigre era sempre più vicina. L’amica elefante tirava, tirava, tirava, finchè l’elefante si liberò. Il suo naso si era così allungato da sembrare un bastone e la tigre scappò impaurita. Da allora tutti gli elefanti hanno la proboscide. Samuele Fichera


Perchè il leopardo ha le macchie

Un leopardo che si chiamava Pippo, incontrò il leone Pino che lo portò in una foresta in cui c’erano dei funghi magici. I funghi erano protetti da un guardiano di pietra. Pippo, incuriosito, cercò di toccare i funghi anche se l’amico leone gli aveva detto che sarebbe caduta su di lui una maledizione. Il leopardo toccò i funghi e il guardiano gli urlò: “ Ora che hai toccato i funghi, ti maledico: le macchie dei funghi si trasferiranno sul di te e ti ricopriranno il manto!!!”. Da quel giorno, tutti i leopardi hanno il manto a macchie. Federico Valentino


Perchè il leopardo è così veloce

Tanto tempo fa nella savana viveva il leopardo più forte di tutti. Si chiamava Gigi e aveva i canini lunghi 10 centimetri. Era tanto forte ma c’era una cosa che non sapeva fare: correre veloce. Un giorno Gigi incontrò un leopardo femmina di nome Flivia. Flivia propose a Gigi di fare una gara di velocità. Gigi rifiutò perchè non sapeva correre veloce ma non voleva dire a Flivia il motivo perchè temeva di fare una brutta figura. Flivia se ne andò sconsolata. Gigi non voleva perdere l’amicizia di Flivia e così accettò di gareggiare con lei. Naturalmente la gara fu vinta da Flivia che esultava di gioia. Gigi era molto demoralizzato e finalmente decise di raccontare tutto a Flivia e cioè che lui non sapeva correre veloce. Flivia, sentendo il suo racconto, decise di aiutarlo. Tutti i giorni si incontravano vicino ad un fiume e insieme si allenavano a raggiungere nel più breve tempo possibile l’altra sponda del fiume, finchè un giorno Gigi arrivò per primo. I due amici esultarono e si abbracciarono felici. Da quel giono Gigi era diventato velocissimo. Ecco perchè i leopardi sanno correre veloci. Sofia Valenti


Come nacque il papavero

Molto tempo fa, nei campi di grano, c’erano degli steli sparsi tra le spighe. Le farfalle usavano gli steli per appoggiarsi e per riscaldarsi alla luce del sole. Madre Natura, osservando la terra dal cielo, si accorse che le farfalle sugli steli sembravano dei fiori colorati e il campo di grano appariva più bello e vivace. Madre Natura decise di trasformare le farfalle in fiori con petali leggeri e colorati di un rosso acceso. Il contadino, padrone del campo, andò la mattina seguente con la sua famiglia a mietere il grano. Appena videro i fiori rossi, comparsi da un giorno all’altro, rimasero abbagliati da quello splendore. La figlia minore del contadino si avvicinò e toccò i petali dei fiori, che erano leggeri e delicati come le ali della farfalle, ed esclamò: “ Papà, è vero!”. Da quel giorno quel fiore rosso, delicato e con lo stelo lungo, prese il nome di PAPAVERO! Giulia Migliaccio


Perchè i papaveri sono rossi

Tanto tempo fa esisteva un fiore tutto bianco e senza nome. Gli altri fiori del prato si vantavano perchè loro erano belli e pieni di colori mentre lui era bianco e brutto. Un giorno d’autunno, dal cielo scese Dio e gli disse: “ Piccolo fiore bianco, che cosa hai?”. Il fiore rispose: “ Sono brutto e senza colore!”. Dio gli chiese: “ Vorresti essere colorato?” Il piccolo fiore rispose: “ Certo che sì!”. Allora Dio, prese l’arcobaleno e scelse il colore rosso e lucente e disse al piccolo fiore: “ Tieni, mangialo e diventerai tutto rosso!”. Il piccolo fiore lo mangiò e per magia diventò tutto rosso. Da allora quel piccolo fiore diventato rosso fu chiamato PAPAVERO. Patrizia Sorbello


Perchè i gufi escono solo di notte

Tanto tempo fa i gufi erano come tutti gli altri animali: volavano di giorno e dormivano la notte. Un giorno il leone, re della foresta, chiese ai gufi di vegliare la notte su tutti i cuccioli degli animali. I gufi obbedirono al leone e nel corso di quelle notti rimasero affascinati dalle stelle. Da allora i gufi escono solo di notte per ammirare le stelle. Damiano Marra


IL GUFO COPIONE

Un giorno gli uccelli della foresta organizzarono una riunione. Alcuni erano molto preoccupati perchè i loro piccoli avevano difficoltà ad imparare a volare. Dovevano andare a lavorare e non potevano trascorrere tutta la giornata con loro per farli esercitare! Un cardellino così propose: “ Potremmo fare una scuola! Me ne occuperò io. D’ora in poi chiamatemi maestra Lucy! L’idea apparve strana, ma l’aquila Leopoldo continuò: “ Io credo sia proprio una buona soluzione.” “ Lo credo anche io” aggiunse il gufo Nino. Sapeva bene di avere un figlio molto svogliato! L’indomani tutti gli uccelli della foresta portarono i loro piccoli a scuola dalla maestra Lucy. Le lezioni ebbero inizio. Il pappagallo, seduto in prima fila, era il più attento. Anche l’aquilotto ascoltava con attenzione. E con loro il canarino. Ma il gufetto Tony non faceva che distrarsi e addormentarsi. La maestra continuava a rimproverarlo, dicendogli: ”Voglio proprio vedere come sarai bravo tu, che non mi ascolti mai!”. Passarono i giorni e l’esame stava per avvicinarsi. La maestra decise così di metterli alla prova con degli esercizi. Tutti erano molto bravi, tranne Tony, che aveva dormito per tutte le lezioni. Pensò bene così di copiare dai compagni e iniziò a girarsi a destra e a sinistra. Ma non riusciva a vedere nulla. Provò a copiare da Aldo l’aquilotto, seduto dietro di lui. “ Smettila Tony, non girarti!, gli urlò la maestra. Allora Tony, per non farsi scoprire, iniziò pian piano a girare la testa sempre di più, cercando di rimanere immobile. Gira, gira la testa, riuscì a metterla dalla parte opposta al suo corpo. Certo che il collo gli faceva male, ma così riusciva a copiare benissimo, senza essere scoperto dalla maestra. Tony come tutti gli altri uccellini della foresta, superò così anche l’esame, senza avere mai studiato. Ecco spiegato perchè tutti i gufi hanno la capacità di girare il collo quasi all’opposto del proprio corpo. Sofia Valenti



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