GALLARATESE PROGETTO DI NUOVA COSTRUZIONE NEL COMPLESSO DEL GALLARATESE
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE 2C A.A 2016/2017 PROF. CARMELO BAGLIVO BSEINI BAHAST - PARACCHINO ALESSANDRO
CONTENUTI DEL BOOK 01 - Introduzione 02 - Riferimenti 03 - Concept 04 - Progetto 05 - Viste
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Introduzione L’insediamento residenziale del “Monte Amiata” al Gallaratese si inserisce in una vicenda confusa che contraddistingue i progetti del settore Nord-Ovest della periferia milanese. Nel 1944 la
società “Monte Amiata” acquista un lotto di terreno
agricolo in località Trenno, dell’estensione di 12 ettari. Nel dopoguerra il PRG conferma la destinazione residenziale del lotto acquistato dalla “Monte Amiata” e nel 1963 il Comune di Milano adotta il Piano di Zona per l’edilizia economica popolare prefigurando un accordo con la società. La “Monte Amiata” cedette al Comune di Milano una superficie di 25000 mq destinata ad opere di urbanizzazione
e si rivolse allo
studio romano AYDE per il progetto. Nel primo progetto Aymonino propone una struttura lineare, sulla quale si innesta la piazza anfiteatrale, come cerniera visiva dell’intero complesso.
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La logica compositiva risponde ad un impianto geometrico, nel quale sono presenti due triangoli equilateri slittati lungo un comune lato obliquo determinanti la planimetria definitiva del complesso. Tra il settembre e l’ottobre del 1967 viene messo a punto il primo planivolumetrico, due ali individuate dal tipo A, incernierate dall’anfiteatro. Tale schema allude alla città che cresce per parti e si pone come un unicum formale che si impone come segmento operante della nuova area ma che in realtà una volta delimitata, dai corpi A, sembra vacillare e si sbriciola in un’aggregazione a scacchiera irregolare.
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Nel 1968 viene presentato al Comune il secondo planivolumetrico del complesso. Scompare la scacchiera centrale, sostituita da tre edifici in linea, i corpi B e C, fusi in una sezione unitaria, spaccata longitudinalmente dalla galleria semicoperta, e dal corpo D che si attesta all’A1, al B e al C. Dai corpi A1 e A2 dipartono le passerelle aeree di collegamento tra i parcheggi posti verso via Cilea e i percorsi pedonali interni. Il 1 ottobre 1968 il progetto venne respinto a causa di numerose irregolarità di carattere igienico –regolamentare, infine il 13 novembre 1968 venne presentato un terzo e definitivo planivolumetrico. Il nuovo progetto recupera l’idea primitiva, mantenendo sia forme geometriche elementari sia una frammentazione volumetrica. Il complesso si articola in 5 corpi di fabbrica, 4 dei quali A1, A2, B e D si aprono a ventaglio e convergono verso l’anfiteatro.
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Il quinto, il corpo C, è configurato su una struttura a ponte, con 13 alloggi disposti su due piani e racchiude una piazza-corte. Nel 1967 Aymonino propone ad Aldo Rossi la progettazione di uno dei corpi di fabbrica entro le coordinate planimetriche prestabilite. Si tratta dell’edificio D che delimita la piazza triangolare ad
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ovest prolungandosi fino al limite estremo della proprietà. Il corpo di fabbrica ha uno sviluppo longitudinale di 182 metri, una profondità di 12 metri ed una cubatura di 14.524 mc e comprende 2 negozi e 45 appartamenti distribuiti su tre livelli. L’edificio di Aldo Rossi individua tre tipologie di appartamenti, 70 mq, 105 mq e 125 mq delimitati dall’interazione del modulo strutturale di 3.60 m. Il primo taglio corrisponde a due moduli, il secondo a tre moduli ed il terzo a tre moduli e mezzo, inglobando il modulo dimezzato del corpo scala. Le superfici bianche sono scandite dalle bucature quadrangolari delle logge e delle finestre, intervallate sul fronte orientale, da verdi griglie metalliche. Il ballatoio caratterizza la struttura richiamandosi alla tradizionale casa popolare milanese a ballatoio.
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L’edificio B alto 23.50 metri si prolunga per 155 metri lungo l’asse di tangenza delle due piazze triangolari. I prospetti sono caratterizzati dalla giustapposizione degli elementi di contenimento, parapetti di cemento prefabbricato,
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traforati secondo un modulo quadrato. Gli edifici A1 e A2, composti dalla stratificazione continuamente slittata di 8 piani di alloggi, per un’altezza di 27.90 metri, hanno uno sviluppo lineare di 154 metri. I relativi prospetti sono caratterizzati da una frammentazione figurativa, rappresentativa delle diverse tipologie residenziali: maisonnettes a patio al primo piano, duplex ai piani intermedi e alloggi a mansarda all’ultimo piano. Nelle piazze confluiscono e si irradiano le trame fitte dei percorsi pedonali, in modo che ci siano livelli differenziati per la mobilità veicolare e per quella pedonale.
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INDICE FOTOGRAFICO 01 - Planimetria del complesso nord
Nel 1973 per immettere nel mercato i 444 appartamenti del complesso si profila tra le parti (Comune e società Monte Amiata) l’ipotesi di cessione dei singoli alloggi a quegli inquilini di case popolari con un certo reddito, ma la crisi politica dell’Amministrazione comunale provoca il totale arresto delle trattative. Tuttavia già dal 1973 l’intero quartiere G2, soffre di una desolante carenza di sevizi; mancano scuole superiori, poliambulatori, biblioteche, cinema e attrezzature commerciali. Per tali motivi, carenza di opere di urbanizzazione e di integrazione al tessuto cittadino preesistente, il Gallaratese si pone come esempio di sviluppo negativo della città, trasformandosi in un insediamento che assolve una sola funzione, quella residenziale.
02 - Primo progetto Aymonino 03 - Studio assonometrico del complesso 04 - Complesso Monte Amiata 1967/1970, pianta piano tipo 05 - Facciata est Aldo Rossi 06 - Galleria interna Aldo Rossi 07 - Facciata ovest Aldo Rossi 08 - Anfiteatro, Aymonino 09 - Spazio interno edificio B, Aymonino 10 - Facciata edificio B, Aymonino
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Riferimenti L’idea progettuale prende spunto da diversi progetti esistenti cogliendo da ognuno le caratteristiche ritenute da noi più interessanti. La conformazione della pianta riprende le linee spezzate usate nelle architetture di Libeskind, come il Museo Ebraico a Berlino, sempre da Libeskind nasce l’idea di un innesto quasi forzato dato da un nuovo volume che si distacca dalla preesistenza pur mantenendone alcuni caratteri. Il volume rappresenta una combinazione tra elementi di diverse architetture, le facciate richiamano quelle del Nobel Center a Stoccolma di Chipperfield, i corpi aggettanti il Maxxi a Roma di Zaha Hadid e la fitta rete di pilastri l’Alluminium Forest in Germania di Micha de Hass.
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INDICE FOTOGRAFICO 01 - Pianta Museo Ebraico Berlino, Studio Libeskind 02 - Esterno Museo Ebraico Berlino, Studio Libeskind 03 - Vista aerea Museo Maxxi Roma, Zaha Hadid 11
04 - Esterno Museo Maxxi Roma, Zaha Hadid 05 - Pianta Regional and International Office Norvegia, A-Lab 06 - Esterno Regional and Iternational Office Norvegia, A-Lab 07 - Dettaglio Alluminium Forest Olanda, Micha de Haas 08 - Esterno Alluminum Forest Olanda, Micha de Haas 09 - Military History Museum Germania, Studio Libeskind 10 - Royal Ontario Museum Toronto, Studio Libeskind 11 - Dettaglio Nobel Center Stoccolma, Chipperfiel 12 - Esterno Nobel Center Stoccolma, Chipperfield
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Concept
Il progetto si è sviluppato in quattro fasi, la prima presentava due corpi aggettanti che si innestavano sull’edificio di Rossi ed uno che lo ricopriva parzialmente. La seconda fase prevedeva la rimozione di uno dei due corpi aggettanti, quest’ultimo risultava infatti eccessivamente grande e voluminoso. Nella terza fase si incomincia a percepire quella che sarà la conformazione finale, in cui un unico corpo dalle geometrie spezzate si avvinghia al tetto della preesistenza. La quarta ed ultima fase porta all’abbassamento del nuovo corpo modificandone per alcuni tratti la forma. Il nuovo edificio partendo dal parco antistante attraversa, parallelamente alla piazza, l’edificio B fuoriuscendone ed appoggiandosi al corpo A2 di Aymonino.
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INDICE FOTOGRAFICO 01 - Vista aerea Prima Fase 02 - Vista dal parco Prima Fase
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03 - Vista assonometrica Seconda Fase 04 - Schizzo planimetria Seconda Fase 05 - Vista assonometrica Terza Fase 06 - Planimetria generale Terza Fase 07 - Pianta piano tipo Quarta Fase 08 - Vista rampa Quarta Fase 09 - Vista parco Quarta Fase 10 - Vista volumetrico Fase Finale 11 - Vista aerea Fase Finale
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Progetto Il nuovo edificio si innesta nella parte centrale dell’edificio di Aldo Rossi riprogettandola. E’ largo 12 mt. e presenta una forma a zig-zag ricavata dalle direttrici che delineano l’intero complesso Rossi-Aymonino. Nell’ala ovest sono presenti attività destinate allo svago, in quella centrale atelier e laboratori per artigiani, un bar ed una libreria ed infine in quella est spazi destinati al co-working. All’edificio e alle residenze si più accedere attraverso una rampa collocata nell’intersezione tra l’ala ovest e quella centrale o mediante una scalinata centrale già presente nell’edificio di Aldo Rossi. L’intera opera mette in stretto legame tre importanti aspetti della vita di una persona, il lavoro, l’abitazione e lo svago.
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Atelier e Laboratorio tipo Il nuovo edificio metterà a disposizione, ai residenti e non, 14 laboratori per attività legate all’artigianato e 14 atelier per la vendita dei propri prodotti.
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Questi spazi sono stati concepiti in modo da poter ospitare diverse tipologie di artigiani, come ad esempio pittori, scultori, orafi ecc.. L’artigiano avrà la possibilità di affittare appartamenti nel complesso di Aldo Rossi - Aymonino. In questo modo lavoro e residenza saranno in stretto legame fra loro, inoltre i processi di produzione e vendita saranno gestiti dallo stesso produttore.
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Co-Working e Sala Conferenze 5
Nell’ala est dell’edificio saranno presenti al secondo e al terzo piano 18 ambienti, ciascuno con due postazioni, destinati al Co-Working. I lavoratori potranno prenotare online la loro postazione, per il tempo necessario, senza dover incombere in elevati costi di affitto. Questa soluzione favorirà gli abitanti del complesso Rossi-Aymonino, consentendo una connessione diretta tra residenza e lavoro. Inoltre, in questa zona, a disposizione delle utenze
saranno
presenti due sale conferenze ed un’area relax.
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Centro Estetico e Palestra Verranno messi a disposizione, nell’ala ovest, ai residenti e ai lavoratori, una palestra e un centro estetico, rispettivamente al primo e al secondo piano. Questi due ambienti saranno collegati internamente mediante una scala mentre sarà possibile accedervi dal resto dell’edificio attraverso una rampa.
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Al secondo piano saranno presenti un bar e due sale per la ginnastica di gruppo. In questo modo il soggetto tipo, potrĂ lavorare, vivere e svagarsi nello stesso edificio, senza dover utilizzare mezzi di trasporto.
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INDICE FOTOGRAFICO 01 - Masterplan, Scala 1.1000 02 - Pianta quota + 11.50, Scala 1.500 03 - Pianta Laboratorio, Scala 1.50 04 - Pianta Atelier, Scala 1.50 05 - Pianta Co-Working, Scala 1.50 06 - Pianta Sala Conferenze, Scala 1.50 9
07 - Pianta Centro Estetico, Scala 1.50 08 - Pianta Palestra, Scala 1.50
Prospetto Nord | Scala 1.500
09 - Prospetto Nord, Scala 1.500 10 - Prospetto Est, Scala 1.500
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Viste
Bseini Bahast, Paracchino Alessandro
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Esploso Assonometrico
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Vista Aymonino
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Labor
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Esploso Assonometrico
Vista Piazza
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INDICE FOTOGRAFICO 01 - Vista Corte 02 - Vista Aymonino 03 - Esploso Assonometrico 04 - Vista Piazza