INDICE
01 02 03
Progettazione 1 Progetto per casa a schiera sul lago
W.A.Ve 2013 Industrial Area Authority Archive: Grandi Molini
Progettazione 2 intervento alla ex colonia Scarcilia a Santa Maria di Leuca
W.A.Ve 2014
Il nuovo centro di Marghera
Progettazione 3 Living war through materials/Museo grande guerra
W.A.Ve 2015 Albergo diffuso. Discovering Lido
Progettazione 1 Progetto per casa a schiera fornte lago professori: arch. Maura Manzelle collocazione ignota, fronte lago.
01
prospetto lato strada
Il Corso Il corso di progettazione del primo anno si è concentrato sulla progettazione di una abitazione monofamiliare collocata fronte lago. Il progetto non ha collocazione precisa ma dove,ad ogni modo, rispettare alcuni vincoli, come ad esempio la distanza dalla strada retrostante o dalla passeggiata frapposta tra la zona edificabile e il mare.
La casa sarebbe stata una di tante case a schiera, affiancate l’una all’altra, l’unico vero vincolo costruttivo è che ogni abitazione deve concludersi con una fascia di cemento di 1,5 m, che può essere posta alla quota desiderata e alla quale si può dare la funzione che si preferisce.
vista prospetto lato strada
pianta piano terra
prospetto fronte lago
pianta primo piano
Importante, oltre per il fatto fosse il mio primissimo approccio con l’architettura, il fatto che, visto che l’abitazione doveva essere affiancata da altre due, sin da subito mi sono dovuto confrontare non solo con me stesso ma anche con ciò che mi sta intorno, in questo caso con un “vicinato” molto stretto.
pianta piano interrato
W.A.Ve. 2013
Industrial Area Authority Archive: Grandi Molini
STUDIO MAS professori: arch. Sean Mahoney, arch. Pierre Swanepoel, arch. Damiana Paternò collocazione Marghera
02 vista entrata nella grande piazza
Il Workshop Il workshop di Studio MAS si è occupato dell’area dei Grandi Molini lungo il canale industriale Ovest. Il primo silos venne costruito in quest’area nel 1926 ed è ancora in funzione. Negli anni l’edificio é stato affiancato da altre imponenti costruzioni che rivaleggiano per imponenza con le ciminiere industriali. Alle foto originali risalenti agli anni ’40 abbiamo aggiunto altre immagini relative ad edifici simili costruiti nell’area Pagnan a Fusina ed oggi dismessi.
planimetria intervento e nuove funzioni banchina ovest
vista sulla grande piazza sull’acqua
Il Progetto Il progetto vuole porsi in netto contrasto con il passato industriale dell’area. Se industriale, unfatti, può essere sinonimo di veloce, rumoroso, antropomorfo, quest’area si vuole porre come area naturalee silenziosa, dove i ritmi rallentano per riappropriarsi di un legame più stretto con la natura.
La banchina
OVEST L’area a noi affidata era la banchina ovest, qui trovaimo ora solo ambienti abbandonati, del quali lentamente la natura si sta tornando ad impossessare. L’unico elemento ancora funzionante è una rotaia di ferrovia che fa comunicare la vicina stazione ferroviaria con un impianto ancora in funzione. La parola chiave del nostro progetto è sicuramente PERMEABILTA’; lavorando sempre per contrasti infatti, dove ora la suddivisione acqua/terra e tra le diverse attività è molto marcata si cerca, al contrario, spazi in continuità tra
vista sulla rotaia rialzata -pergolaprospetto riva banchina ovest
di loro.
Progettazione 2 Intervento alla ex colonia Scarcilia
professori: arch. Roberta Albiero collocazione Santa Maria di Leuca
03
Il laboratorio del secondo anno si è totalmente concentrato sul recupero della colonia Scarciglia a Santa Maria di Leuca in Puglia.
Il Progetto Questo edificio, abbandonato e con un unica facciata di novanta metri in mattoni di tufo, sarebbe dovuto diventare il simbolo per le attività turistiche del luogo. Il muro diventa quindi la chiave del progetto, con il quale vi si deve instaurare un dialogo dinamico e interamente rappresentativo. Il nostro progetto si caratterizza per un forte dialogo tra la vecchia struttura del muro, tagliato all altezza del piano terra, e la nuova facciata in cemento armato e vetro, che ha il compito di rendere la struttura moderna e semplice. I due volumi definiscono quelle che sono le funzioni dell’edificio. Quello a sinistra, pubblico, con zone aperte, un ristorante e area adibita a congressi e museo, e quello a destra che rappresenta l’hotel vero e proprio, con tutte le funzioni che vi si trovano, come la hall, il bar, la spa e le camere. Le camere sono l’elemento centrale del progetto in quanto ciò da cui l’edificio trae la sua forza. E’ la spettacolare vista sul mar mediterraneo, dove mar Adriatico e Ionio si incontrano. Anche l’esterno stesso è pensato ad un corretto e agevole uso dell’area, con un enorme terrazzo che termina in una piscina a sbalzo sul mare, quasi a volerne accentuare il contatto con il mare.
pianta piano terra
vista interna della hall pianta primo (e secondo) piano
prospetto frontale
W.A.Ve. 2014 Il nuovo centro di Marghera STUDIO LABICS professori: arch. Maria Claudia Clemente, arch. Francesco Isidori, arch. Gaia Maria Lombardo.
collocazione Marghera
04
Progetto di riqualificazione volto ad introdurre in una preesistente attività industriale un nuovo polo attrattivo con tema: � Lavorazione artigianale e vita notturna�.
pianta piano terra
A seguito di un’accurata analisi dello stabile preesistente sono state identificate le diverse strutture ed aree componenti l’edificio nel suo complesso,si è deciso di mantenere la parte più antica dello stesso e di demolire invece quella più recente poiché non coerente con la struttura precedente.
Il Progetto
pianta primo piano
pianta secondo piano
In seguito è stata organizzata l’introduzione delle nuove strutture in modo da creare una nuova contesto coerente a livello strutturale e compositivo con quello preesistente ed in grado di portare il pubblico a conoscere l’affascinante realtà della produzione artigianale in tutti i suoi aspetti.
planimetria generale
E’ stato pensato un’ambiente in grado di offire percorsi caratterizzati da affascinanti viste panoramiche sia sull’interno del complesso che sul paesaggio circostante, inoltre l’organizzazione degli spazi dedicati alla produzione permette di osservare come varie attività artigianali possano cooperare in modo creativo ed innovativo. Sull’area demolita è stata realizzata un’imponente struttura che si sviluppa verticalmente in grado di offrire luoghi per assaporare la realtà notturna del “nuovo centro di Marghera” in diversi modi ma sempre con una suggestiva vista panoramica che fa da sceno
Progettazione 3
Living war through materials/Museo grande guerra
professori: arch. Alberto Ferlenga. collocazione Asiago
05
Il laboratorio integrato sviluppa due progetti: un progetto commemorativo-espositivo sul Monte Verena e un museo per l’area antistante il Sacrario di Asiago.
LIVING WAR THROUGH MATERIALS Nel primo, i principali spazi di progetto sono: l’accesso, l’area espositiva interna, l’area espositiva esterna, la foresteria e una sala ristoro. Ci troviamo sul monte Verena, precisamente sul versante EST. La scelta progettuale, vista la destinazione d’uso ma anche la pendenza della montagna è stata quella di utilizzare piccoli ambienti indipendenti tra loro. Dunque per la foresteria abbiamo 5 piccoli bivacchi collegati tra loro da una passerella ma, ad ogni modo, totalmente indipendenti uno dall’altro. Per quanto riguarda la sala ristoro abbiamo deciso di riproporre lo stesso tema compositivo dei bivacchi, cambiandone ovviamente dimensioni e orientamento. A causa della forte pendenza della montagna non è stato possibile ricostruire un’area di esposizione esterne vera e propria in quanto l’unico sentiero percorribile per salire la montagna, senza andare ad intaccarne fortemente la forma, è la strada giò esistente, e la nostra volontà era quella di avere uno spazio espositivo che fosse silenzioso e in qulche modo appartato.
La Foresteria
Abbiamo ovviato a questo problema ponendo la zona espositiva sulla cima della montagna, componendo una serie di spazi aperti e chiusi che si confrontano in maniera sempre differente col paesaggio.
I bivacchi sono concepiti ragionando in termini di orientamento rispetto alla montagna. Dunque riprendono in qualche maniera il tema della montagna di frontiera: il versante interno molto aperto, il versante rivolto al nemico al contrario si presenta chiuso, con solo poche feritoie.; così dunque si presenta il nostro bivacco, grande apertura a sud, e piccole feritoie a nord. Il progetto distributivo mira all’essenziale, si ha una zona notte verso nord, che presenta spazi e altezze minime, un bagno al centro e, rivolto a sud, un piccolo salottino per un paio di persone, con mobili bassi che fungono da sedute, uno spazio che da un po’ di respiro e si contrappone alla zona notte che invece si presenta più angusta.
prospetto sud foresteria
pianta foresteria
Il Ristoro pianta ristoro
prospetto est ristoro
viste della zona espositiva
Area espositiva
sez AA’ foresteria
Planimetria area espositiva
MUSEO GRANDE GUERRA
Il Corso La richeista del corso era ben precisa, progettare un museo della Grande Guerra ai piedi del Sacrario di Asiago. Questo grande edificio doveva avese destinazioni d’uso di museo e di auditorium, con spazi comuni ma avendo la possibilità di tenere indipendenti le due funzioni. Anche la grandezza degli spazi è stata chiara sin da subito: hall 220mq, area espositiva permanente 1000mq, area per esposizioni temporanee 200/300mq, depositi 200/300mq, ristorante da 40 posti con bar da 30mq e 30mq di spazi di servizio. 150 mq erano da dividersi equamente in 3 laboratori con destinazione di laboratorio restauro, laboratorio didattico e nursery. L’auditoruim doveva avere 300 posti, ed infine 70mq per uno locale tecnico (manutenzione, caldaie ...). La questione più importante ad ogni modo rimane la relazione con il sacrario in quanto sarebbe stato inutile e controproduttivo ingaggiare una gara di gerarchia, infatti sin da subito l’idea è stata quella di confronto, ma sempre con grande rispetto, tenendo bene a mente che il protagonista era e sarebbe rimasto il sacrario.
Il Progetto Il percorso interno del museo è stato pensato per rispettare il tema proposto di “entrare” nella montagna e nella storia di essa. Per questo motivo l’ingresso viene interrato quasi in maniera forzata, si vuole dare proprio l’impressione di entrare nella montagna. Da qui dopo la grande hall che smista le diverse funzioni, salendo la scala si arriva all’inizio del percorso museale. Questo percorso, come già introdotto, segue una logica ben precisa che sviluppa il suo pensiero man mano che si avanza al suo interno. Questo percorso si divide in tre zone che dialogano in maniera differente con il territorio: abbiamo una prima zona, quella della LUCE più aperta, poi la PENOMBRA dove ad emergere sono i contrasti e le forme, ed infine il BUIO, dove ciò che si vuole osservare non è più esterno a noi ma ci appartiene.
pianta piano terra
vista 3
L’idea di questo spazio si basa su un rapporto interno/esterno, luce / ombra che richiama sia l’impianto semi interrato della struttura stessa, sia la particolarità delle trincee, caratterizzate da un dialogo con il territorio di luce/ ombre ,interno/esterno
Luce
Buio
La zona espositiva inziale dialoga con il territorio. In questa zona troviamo installazioni che ci raccontano il territorio, come primo protagonista della Grande Guerra. I punti cardinali, tramite le installazioni sono richiamati spiegando come la guerra abbia caratterizzato e transformato tutto il territorio dell’altopiano di Asiago. I segni sono riportati nella muratura della zona espositiva stessa, spiegano come il territorio sia stato segnato dalla guerra cambiandone la sua conformazione originaria.
L’ultima zona dell’ala di esposizione permanente è caratterizzata da luoghi completamente bui ed evocativi, spazi che cercano in qualche modo di dare un’interpretazione sia, più concretamente, ad alcuni scenari di guerra, sia ad alcune emozioni e sensazioni rivolte al dolore e al profondo cambiamento che lascia un guerra al suo passaggio.
Penombra Proseguendo , la struttura si interra nella montagna, tramite i dovuti accorgimenti, passando così in una zona di penombra dove il distacco luce/ombra diventa evidente portandoci alla visita di installazioni multimediali e spazi evocativi.
Questo viene realizzato tramite installazioni di cilindri d’efte che illuminano gli spazi completamente bui, incentrando l’attenzione su singoli elementi collocati al loro interno. tentando di ricreare uno spazio volto alla riflessione.
percorso zone aspositiva permanente
W.A.Ve. 2015 Albergo diffuso Discovering Lido
professori: arch. Bettina Gotz, arch. Richard Manahl assistenti: arch. Andrea Ambroso, arch. Alberto Franchini. collocazione Lido di Venezia
06
Il Lido, da lussuosa stazione balneare qual’era nel XIX secolo, è diventato oggi un quartiere della città di Venezia parzialmente dimenticato e leggermente decadente, che riveste un’importanza piuttosto relativa per il turismo veneziano.
Il Corso Programma L’intera isola è un “hotel”, non nel senso di un convenzionale edificio adibito a tale scopo, ma nel senso di ”albergo diffuso” che affiora in quelle parti dell’isola dove le caratteristiche del Lido sono tangibili e comunicabili.
Metodo L’isola sarà divisa in diversi settori, corrispondenti al numero di gruppi progettuali che parteciperanno al workshop. In una prima fase, ciascun gruppo dovrà indagare le qualità specifiche che si trovano nei settori assegnati e documentarne i risultati attraverso mappe, foto e modelli.I modelli realizzati da ciascun gruppo formeranno, tutti assieme, un modello completo di tutta l’sola in scala 1:1000.
Di quest’epoca d’oro rimane solamente la vuota cubatura di alcuni eccezionali edifici come il grand hotel “Des Bains”. L’alta qualità del Lido – una lingua di terra lunga 11 km dotata di strutture gastronomiche e una ininterrotta spiaggia di sabbia – è attualmente sottoutilizzata. Questo workshop vuo- le esplorare le specifiche qualità, parzialmente nascoste, dell’isola e si propone di farle rivivere nel successi- vo processo progettuale rivolto sia ai veneziani sia ad altri visitatori.
Tenendo conto delle scoperte fatte, sarà decisa, attraverso un dibattito collettivo con tutti i gruppi e i do- centi, uno specifico intervento architettonico per ciascun settore. In seguito a tale decisione ciascun gruppo elaborerà il proprio progetto. Sono previste delle unità abitative di circa 100 mq ciascuna, indirizzate sia a cittadini veneziani sia a turisti, profughi,ecc.. In base alla loro specifica localizzazione, queste unità potran- no essere pensate come edifici nuovi, ampliamenti o superstrutture, sia permanenti sia temporanee. Sarà creata una varietà di differenti qualità spaziali e paesaggistiche, rispettivamente sviluppate a partire da ciascuna delle sezioni di isola esaminate dai partecipanti, con lo scopo di promuovere una nuova consape- volezza sulla bellezza del Lido. Non è importante la grandezza dell’intervento, quanto piuttosto la sensibilità dimostrata nel rapportarsi alle strutture esistenti.
planimetria
pianta piano terreno
Approccio Dopo aver osservato durante i sopralluoghi la presenza massiccia di barriere di ogni tipo, si è optato per un progetto che vada nella direzione opposta. Il progetto vuole infatti fare da ponte, visivo e fisico, aiutando a superare barriere come l’argine o i murazzi. L’ispirazione nasce dalle tipiche capanne che si trovano su questo lato di lido, si vuole dunque dare uno spazio facilmente accessibile e usufruibile da tutti. Un intervento leggero, che non intacchi la bellezza del luogo e che non vuole forzare i ritmi di vita che qui scorrono lenti. Stesso concetto è stato ripreso per la piccola abitazione adiacente alla passerella.
pianta abitazione
sezione longitudinale passerella
assonometria