fondazione giorgio cini IdentitĂ visiva e progetto di coordinamento dei supporti ďŹ sici della comunicazione alessia longo
IUAV Facoltà di Design e Arti Corso di Laurea in design aa 2012/2013 progetto di tesi Fondazione Giorgio Cini Identità visiva e progetto di coordinamento dei supporti fisici della comunicazione Alessia Longo relatore Gianluigi Pescolderung titoli Fedra Serif testi e note Fedra Sans Ove non esplicitamente scritto, le foto sono personali.
“A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri.” A. Baricco
Introduzione 1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini la storia e lo sviluppo architettonico
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I primi insediamenti Gli interventi architettonici e l’attività del monasero fino al 1797 Il restauro dell’isola
la struttura e l’organizzazione della Fondazione Cini
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Gli istituti e il patrimonio artistico-culturale L’organigramma attuale La fruizione degli spazi Le attività La tipologia dei fruitori
2. Le basi progettuali l’identità visiva attuale
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Il manuale d’identità L’editoria Il web Il confronto con il passato I punti critici
la segnaletica
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Il sistema di orientamento esterno e interno I punti critici
gli intenti della fondazione
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Intervista a Emilio Quintè
il brief progettuale
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casi studio
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3. Il progetto la nuova identità
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L’emblema Il marchio La costruzione e le dimensioni Le varianti I colori La tipografia Le declinazioni La cancelleria personalizzata I manifesti La brochure degli eventi La cartolina per le visite guidate La brochure istituzionale Lettera da San Giorgio
la segnaletica
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La tipografia La freccia La tecnologia Il totem informativo La directory I segnali identificativi esterni I totem interni
sviluppi futuri
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4. Bibliografia bibliografia sitografia Ringraziamenti
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Introduzione Questa tesi nasce con l’intento di migliorare il sistema visivo e l’architettura delle informazioni di un’istituzione reale e complessa come quella della Fondazione Giorgio Cini. L’idea è nata durante una visita guidata svolta all’interno del complesso monumentale dove è risultata subito evidente la mancanza di una segnaletica coerente che facesse sentire la presenza e l’importanza che la Fondazione Cini ha avuto sull’isola di San Giorgio e sulla sua architettura. Dopo alcune ricerche svolte sulla Fondazione sono emerse anche delle problematiche relative alla gestione della loro immagine visiva in relazione alle loro attività perciò lo sviluppo progettuale poteva essere ampio e ben strutturato, che comprendesse sia l’identità che la segnaletica. Nel primo capitolo è esposta la ricerca storica sull’isola di San Giorgio Maggiore, su quelle che sono state le sue attività nel corso del tempo e su come Vittorio Cini abbia riqualificato questo territorio in stato d’abbandono. Il secondo capitolo è invece interamente dedicato alla Fondazione Giorgio Cini, tramite un’accurata analisi delle sue attività, degli utenti e della gestione degli spazi. Per una definizione del brief che potesse rispondere maggiormente alle esigenze reali della Fondazione, è stata anche svolta un’intervista con il responsabile dell’Ufficio Comunicazione e Marketing, Emilio Quintè, sempre riportata nel secondo capitolo, seguita da casi studio che mi hanno permesso di avere una panoramica di come vengono affrontate e risolte le identità visive di istituzioni culturali in Italia e Europa. Nel terzo e ultimo capitolo è presentato l’intero progetto diviso tra la parte di segnaletica e d’identità visiva, a cui è stata data non solo una nuova veste grafica ma anche una nuova architettura dei contenuti.
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
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la storia e lo sviluppo architettonico
I primi insediamenti La storia sui primi insediamenti nel territorio lagunare spesso non si esaurisce con lo studio delle dinamiche di quei tempi lontani e, nel momento in cui non è possibile ricostruire le vere vicende della nascita di un luogo, intervengono la leggenda e i racconti popolari. Il tempo della narrazione è sempre incerto, di sicuro lontanissimo, probabilmente risalente all’epoca dei primi insediamenti umani in quello che era l’Agro Patavino, in parte allagato dalla laguna e dalle esondazioni dei fiumi, in cui alcuni uomini cercavano di rendere ospitale quel territorio impervio ed altri solcavano le acque alla ricerca dello sbocco verso il mare aperto. Fu così che, incagliato in una confluenza tra due canali, un vascello si arenò su un bassofondo e lì fu abbandonato. Il mare fece il resto con la sua risacca, posando a poco a poco la sabbia sul relitto che diventerà poi l’isola di San Giorgio Maggiore. A questo punto le informazioni tornano ad essere più attendibili e si ha ragione di pensare che inizialmente l’isola fosse sfruttata per la pesca, attività principale di queste zone e poi, con l’impero romano, fu trasformata in salina che ne accrebbe l’importanza. I commercianti giunti sull’isola potevano rifornire le loro navi di sale, indispensabile per conservare il pescato, e trovare un po’ di ristoro. A confermare queste attività furono i ritrovamenti fatti durante gli scavi del 1811, in cui vennero alla luce la struttura della salina e i resti di antiche abitazioni distrutte con la caduta dell’impero e poi sommerse dalle acque. Nello stesso periodo c’era, inoltre, la gente Memmia, residente nei pressi di Padova e Aquileia, che aveva la proprietà terriera dell’isola e da cui proviene il nome primitivo Insula Memmia. In un periodo in cui la popolazione andava via via aumentando e, con essa, anche il numero di chiese costruite, quella dedicata a San Giorgio sull’isola detta anche dei Cipressi, Foto precedente: il chiostro palladiano, 1952, Courtesy of Fondazione Giorgio Cini
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fu messa subito in stretta relazione con la Basilica di San Marco e con il Governo della Repubblica di Venezia, essendo stato trasferito da Malamocco alle zone realtine.
1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore, Carta storica, 1470, cartoteca CIRCE, Università IUAV di Venezia
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
La città era ormai diventata un centro ricco e indipendente e le famiglie benestanti erano costantemente in guerra tra loro per ricoprire cariche importanti all’interno della Chiesa o del Governo. Quando, perciò, venne nominato Doge Tribuno Memmo, cognato del sommo gerarca della Chiesa veneta, il potere religioso e civile era concentrato tutto nelle mani di una sola famiglia e, per sanare i rapporti con l’altra direttamente rivale, nel 982 Memmo cedette l’isola a frate Giovanni, membro della famiglia Morosini ritiratosi in Spagna in un monastero benedettino. La concessione dell’isola comprendeva la chiesa, la vigna e il terreno su cui fondare lui stesso un monastero. La denominazione San Giorgio Maggiore probabilmente entrò nell’uso comune quasi subito per distinguerla da San Giorgio in Alga ma apparve per la prima volta in un documento ufficiale solo una cinquantina d’anni dopo. Il monastero e tutta l’isola aumentarono così di importanza sia per la continua attività commerciale, sia per quella spirituale, che permetteva di accogliere persone di alto spessore religioso proprio di fronte alla Basilica di San Marco e di conservare in una nuova chiesa importanti reliquie portate dall’Oriente.
Gli interventi architettonici e l’attività del monastero fino al 1797 Nel 1223 la chiesa ricostruita dopo la donazione crollò in seguito ad un forte terremoto e si persero quindi le tracce del suo aspetto prima della sua terza ricostruzione. Si immagina avesse una forte influenza bizantina, tipica di quel periodo e, nel ricostruirla, si seguirono i canoni del tempo che conferirono alla chiesa e a tutta l’isola uno stile gotico, rafforzato poi con un quarto intervento tra il 1410 e il 1420. Il monastero possedeva una discreta quantità di libri preziosi, in parte già presenti al momento della cessione
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
da parte di Memmo ma fu dalla metà del XV secolo in poi che cominciarono ad arrivare una serie di importanti donazioni su libri riguardanti la politica, la filosofia, la teologia e la storia naturale. Fu chiesto a Michelozzo Michelozzi, importante architetto italiano rinascimentale, di costruire una biblioteca che contenesse degnamente quell’importante patrimonio culturale ma purtroppo subì gravi danni nel 1600 in seguito a un disastroso incendio che coinvolse anche il Dormitorio. Sul finire del ‘400 si pensò di costruire un nuovo dormitorio, più grande di quello attuale, e l’incarico venne affidato a Giovanni Buora il quale progettò un grande corridoio con volta a botte che, dai giardini dell’isola, finiva direttamente sul bacino di San Marco quindi con la facciata proprio a ridosso del canale. La parte orientale, invece, si affacciava all’interno del chiostro dei Cipressi che verrà completato dal figlio Andrea. Non molto dopo fu Andrea Palladio ad occuparsi del refettorio e della foresteria che comprendeva le cantine, la cucina, i depositi, le dispense e il forno. Alla fine dei lavori, il refettorio si presentava con un alto soffitto a botte terminante su un cornicione in pietra ed era completamente ricoperto in legno per facilitarne il riscaldamento durante l’inverno mentre la parete di fondo era destinata a “Le nozze di Cana”, tela commissionata al Veronese nel 1562. Questi spazi vennero conclusi tra il 1560 e il 1562 e a Palladio fu chiesto di pensare anche ad un nuovo chiostro e una nuova Chiesa senza che però venisse demolita quella esistente prima della fine dei lavori. La nuova chiesa fu quindi costruita più avanzata e sopraelevata rispetto alla strada, con una pianta a croce latina e tre navate di cui la centrale conduce all’Altare Maggiore e poi al coro, separata dalle altre tramite un colonnato. Un fianco costeggia il chiostro dei Buora e i bracci della crociera portano invece a due cappelle. La costruzione del secondo chiostro cominciò solo nel 1579 e venne posizionato all’angolo del piazzale, allineato al pri-
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
mo con un unico blocco di loggiati e colonnati e collegato ad esso tramite uno spazio centrale e due laterali che crea, nel complesso, una grande armonia nelle forme e nel ritmo. La facciata della Chiesa venne terminata solo nel 1610, stesso anno della sua consacrazione e nel 1614 terminarono i lavori anche al chiostro e ai piani soprastanti. Sempre nel 1614 fu definitivamente demolita la libreria del Michelozzi per fare spazio a quella progettata da Baldassarre Longhena che porterà avanti i lavori dal 1641 al 1671. La biblioteca venne posizionata su tutta la lunghezza dell’intersezione tra i due chiostri e fu pensata per ricevere il massimo della luce, grazie ai grandi finestroni e mezzelune posizionate su ogni lato. Sugli scaffali era stata posizionata la statua di un personaggio rappresentativo della materia dei libri riposti in quei ripiani in modo che i monaci sapessero immediatamente dove andare a cercare. Al Longhena si deve anche la costruzione dello scalone monumentale che presentava due rampe illuminate sia dal basso tramite il portico, che dall’alto con le aperture e che venne portato a termine in un solo biennio (1643-1645) anche se le statue allegoriche furono posizionate nei posti prestabiliti quasi trent’anni dopo. Nonostante i continui lavori dovuti ai vari interventi architettonici, il monastero fu sempre molto frequentato e attivo culturalmente, proponendo dibattiti spirituali e ospitando religiosi provenienti sia dall’Europa che dall’Oriente Bizantino. I monaci, inoltre, avevano il privilegio di dirsi indipendenti rispetto alla gestione delle concessioni della franchigia dei commerci ed erano esenti da giurisdizioni religiose finché questi benefici non intaccavano il potere del Pontefice, dell’Imperatore o dei Vescovi. D’altra parte anche questi ultimi erano interessati a rimanere in buoni rapporti con i monaci in quanto l’isola veniva spesso utilizzata per ospitare ospiti illustri e per le occasioni di rappresentanza. Importante fu anche l’intervento dei benedettini durante le carestie e le pesti che più di una volta decimarono la popo-
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
lazione veneziana come quando cedettero un’isola in loro possesso per farne un lazzaretto, da cui prese poi il nome Lazzaretto Nuovo.
Il restauro dell’isola La storia dell’isola cambiò radicalmente con l’arrivo dei francesi nel 1797 i quali saccheggiarono i libri antichi e altri tesori, portando via anche la tela del Veronese presente nel refettorio. In seguito la dominazione austriaca trasformò radicalmente l’uso di San Giorgio Maggiore grazie ai decreti emanati nei primissimi anni del 1800 che prevedevano la chiusura del monastero, costringendo i monaci a spostarsi a Padova e Praglia, e l’inventario di tutte le opere presenti affinché venissero poi trasferite. “Se quasi nudi rimanevano gli altari della chiesa e delle cappelle, e nude le pareti del convento di San Giorgio, destino non certo migliore toccava alla gloriosa Biblioteca Benedettina”1. A nulla valsero i tentativi di negoziazione da parte dei monaci e San Giorgio Maggiore divenne presto un prigione politica e una caserma. Nel 1807, un altro decreto stabilì che l’isola diventasse il
1. Gino Damerini, L’isola e il Cenobio di San Giorgio Maggiore, Fondazione Giorgio Cini, Venezia 1956 (I ed.), 1969 (II ed. riveduta e ampliata), p. 186
Porto Franco di Venezia e solo la facciata della Chiesa venne preservata mentre l’interno diventava un cantiere per aerostati e il resto degli edifici si andava distruggendo. Quando, nel 1851, divenne demanio militare, vi si stabilì il Comando dell’Artiglieria e la biblioteca del Longhena diventò il deposito delle rastrelliere per le armi di riserva che, con il loro peso, provocarono grossi danni alla staticità dei due chiostri. Al refettorio venne tolto il pavimento e ricostruito tre metri più in alto in modo da ottenere, nel piano sottostante, un altro cantiere mentre le stanze del dormitorio furono trasformate in piccoli appartamenti per gli amministratori militari e le loro famiglie. Tutti questi cambiamenti, uniti ad una profonda trascuratezza degli spazi, rendevano la struttura degli edifici più
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
De Barbari, carta storica, 1500, particolare, cartoteca CIRCE, Università IUAV di Venezia In questa famosa carta storica è possibile vedere la configurazione dell’isola prima dell’intervento di Andrea Palladio.
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
F.lli Combatti, carta storica, 1856, particolare, cartoteca CIRCE, Università IUAV di Venezia. Dalla pianta dell’isola è possibile riconoscere tutti gli interventi architettonici portati a termine.
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
fragile e così vennero innalzati degli archi di sostegno con tiranti in ferro che, nonostante tutto, non andarono a toccare nel profondo l’architettura originaria che fu quindi possibile recuperare. Nel 1951, con l’atto del Notaio Capo di Roma, Vittorio Cini si fa carico del restauro del complesso di edifici dell’isola di San Giorgio Maggiore per promuovere il ritorno dell’isola nella vita culturale e spirituale veneziana. Questa idea nasce con la scomparsa del figlio Giorgio in un incidente aereo e spinge Vittorio Cini a impegnarsi nella riqualificazione dell’isola dopo la distruzione
portata
dalla
guerra
in
modo
da
riportare
l’isola ad essere il centro culturale attivo di un tempo attraverso tre diverse realtà: il Centro di Cultura e Civiltà, il Centro Marinaro e il Centro di Arti e Mestieri. Il primo si proponeva come luogo di incontro e sviluppo di studiosi da tutto il mondo attraverso convegni e seminari, corsi di alta formazione e l’attività degli istituti interni. Gli altri due erano invece rivolti a ragazzi orfani a causa della guerra o provenienti da famiglie povere che, sull’isola di San Giorgio, avevano la possibilità di ricevere un’istruzione ed essere avviati verso un mestiere grazie ai laboratori costruiti appositamente per mettere in pratica i propri studi. Molti ragazzi venivano anche accolti nel convitto andando a creare una vera e propria comunità residente che, nell’anno scolastico 1969/1970, contava 365 studenti per il Centro Marina2. Attività scolastiche. In “Notiziario di San Giorgio”, 37, luglio-gennaio, 1969-1970, p. 44 3. Ibid. p. 46
ro2 e 132 per il Centro di Arti e Mestieri3. Con le nuove leggi sull’istruzione questi centri sono stati poi accorpati ad altre scuole veneziane e trasferiti sulla terraferma. Contemporaneamente, i lavori di ristrutturazione riportarono alla luce l’architettura storica cominciando dalla biblioteca del Longhena, in cui sono stati riportati gli scaffali originali, e dai chiostri del Buora e di Palladio attraverso cui, grazie al materiale accumulato dai lavori, è stato possibile costruire nel 1952 il Teatro Verde, ispirato ai teatri di verzura delle ville venete tra il Rinascimento e il ‘700.
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Costruzione del Teatro Verde, 1952, Courtesy of Fondazione Giorgio Cini
Cantiere del Chiostro dei Cipressi, 1951, Courtesy of Fondazione Giorgio Cini
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Nel refettorio, il pavimento fu portato alla sua altezza originale e, nel 2007, una riproduzione della tela del Veronese è stata riposizionata all’interno tramite scannerizzazioni dell’originale ad altissima risoluzione e stampa a più passaggi. De Lucchi, cinque anni dopo, ha completato il progetto di restauro rialzando leggermene il pavimento e rivestendo le pareti in legno in modo analogo a ciò che aveva fatto Palladio. Lo stesso De Lucchi, nel 2005, si era già occupato della trasformazione del dormitorio del Buora in una grande biblioteca, la Manica Lunga, aperta al pubblico e in cui sono disponibili una grandissima quantità di materiale riguardante la storia dell’arte e la storia di Venezia che la Fondazione ha raccolto nel corso del tempo. Tra gli ultimi interventi ricordiamo il recupero dei magazzini costruiti durante il periodo in cui l’isola era porto franco e dove ora vengono organizzate le grandi esposizioni tra cui il progetto Le stanze del vetro e il Labirinto Borges, omaggio al grande scrittore che più volte aveva soggiornato sull’isola. Il disegno del labirinto è stato eseguito da Randoll Coate e poi donato alla moglie di Borges, Maria Kodama, che insieme alla Fondazione Borges ha realizzato il labirinto all’interno della Fondazione Cini, inaugurato nel 2011.
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Il Cenacolo Palladiano prima e dopo il rientro de Le nozze di Cana, Courtesy of Fondazione Giorgio Cini
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Cantiere della Manica Lunga, Courtesy of Fondazione Giorgio Cini
La Nuova Manica Lunga, foto di Alessandra Chemollo, Courtesy of Fondazione Giorgio Cini
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
vittorio cini Vittorio Cini nasce negli anni ottanta dell’ottocento e nel corso della sua vita svolse un importante ruolo di industriale e finanziere con particolare attenzione alla provincia di Venezia. Entrato a far parte del “gruppo veneziano”, infatti, si impegna nella realizzazione di progetti quali lo sviluppo della zona industriale di Marghera, il controllo delle acque e dei trasporti, di siderurgia, meccanica e turismo. Non mancarono gli incarichi a livello nazionale come quello di commissario straordinario dell’Ilva, dello studio della bonifica integrale della provincia di Ferrara o la carica di commissario generale per i lavori dell’Esposizione universale di Roma del 1942 che portarono allo sviluppo di Roma EUR. In quegli anni era anche membro del parlamento ma, quando manifestò il suo dissenso nei confronti della linea politica di Mussolini, questi lo fece arrestare e portare nel lager di Dachau. Da lì fu liberato grazie al figlio Giorgio e solo dopo la fine della guerra Vittorio poté riprendere la sua attività in Italia. La scomparsa del figlio durante un incidente aereo lo spinse a creare un’istituzione culturale in sua memoria che potesse essere promotrice di ricerca e di educazione intellettuale. Nasce nel 1951 la Fondazione Giorgio Cini, costruita sull’isola di San Giorgio Maggiore, a riflettere il pensiero del suo fondatore secondo cui Venezia doveva rimanere centro culturale e dirigenziale mentre Mestre e Marghera si sarebbero dovute occupare della produzione e dei servizi. Continuarono i suoi impegni nell’industria elettrica come presidente della SADE, potenziando le centrali termo e idroelettriche nel Veneto e Friuli e morì, nel 1977, a Venezia.
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la struttura e l’organizzazione della fondazione cini
Gli Istituti e il patrimonio artistico-culturale I primi interventi miravano ad aiutare da una parte i giovani veneziani del dopoguerra, formandoli professionalmente tramite il Centro Marinaro e il Centro Arti e Mestieri mentre, dall’altra, venivano promosse attività culturali come convegni e congressi internazionali organizzati dal Centro di Cultura e Civiltà. Gli istituti erano in origine solo quattro: il primo è stato l’Istituto di storia dell’arte (1954) e poi a seguire si sono aggiunti quello di storia della società e dello stato veneziano (1955), lettere, musica e teatro (1957) e venezia e l’oriente (1958). Il loro scopo era di analizzare tutti gli aspetti della cultura veneziana attraverso la ricerca e la collaborazione con altre istituzioni internazionali. Ad oggi si possono notare diversi cambiamenti rispetto agli anni cinquanta sia nell’assetto con cui gli spazi vengono utilizzati, sia nei nuovi istituti che sono entrati a far parte della Fondazione. A non aver subito variazioni è stato l’Istituto di storia dell’arte che continua nel suo intento di diffusione e sostegno della storia dell’arte, con particolare attenzione a quella veneta, grazie alle continue acquisizioni di disegni, stampe, libri antichi e fondi storici e alla presenza di una vastissima fototeca che raccoglie 730.000 immagini dedicate per la maggior parte a Venezia e al veneto. All’interno di questo istituto troviamo il Centro studi del vetro che si concentra sulla tradizione dell’arte veneziana vetraria del ‘900 e ha come obiettivo la realizzazione di una biblioteca specializzata con disegni, progetti, carteggi e riproduzioni fotografiche e borse di studio per chi vorrà approfondire il tema. Il Centro rientra nel progetto de Le stanze del Vetro, avviato con la fondazione Pentagram Stiftung, per promuovere l’arte e la cultura vetraria antica, in particolar modo veneziana. Anche l’Istituto per la storia della società e dello Stato veneziano ha mantenuto la sua struttura originale con lo scopo di promuovere lo studio della società veneziana dai suoi commerci con Bisanzio fino alla caduta del 1797 e poi allargando la ricerca all’influenza che Venezia ha avuto sulle città circostanti come Istria, Quarnero e Dalmazia.
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Nel 1985 nasce l’Istituto per la musica i cui studi sono rivolti alla cultura musicale occidentale del XX secolo attraverso la ricostruzione della nascita di alcune opere o lo studio della biografia di persone e organizzazioni musicali in modo da combinare ricerca storica, elaborazione teorica e pratica. Questo istituto si impegna anche nello studio e tutela degli archivi di importanti personaggi del panorama musicale del XX e XXI secolo come Respighi, Malipiero, Rota ed è coadiuvato dalla collaborazione con enti privati e stranieri. Al teatro e melodramma è dedicato il Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo che ha anche il compito di gestire l’archivio inconografico teatrale composto da scenografie, costumi e illustrazioni del ‘600, il fondo Eleonora Duse, a cui oggi è dedicata un’intera stanza con le sue lettere e copioni teatrali con note d’interpretazione, e il Fondo Aurel Millos con riviste, libri e bozzetti relativi alla danza. A questo va aggiunta la raccolta di libretti teatrali dal XVI secolo ad oggi di Ulderico Rolandi, importante studioso di melodramma che ha collezionato oltre 32.000 pezzi acquisiti da Cini nel 1956. L’Istituto di Venezia e l’oriente è diventato il centro studi di civiltà e spiritualità comparate e propone uno scambio e confronto di esperienze politiche, teoriche ed estetiche con particolare enfasi sulla dimensione religiosa e le tradizioni sapienziali ovvero le risposte dell’uomo sul senso della propria esistenza, sulla perfezione del sé e su come raggiungerla. Il Centro dispone di una sua biblioteca con testi specifici circa le tradizioni religiose tanto orientali quanto occidentali e del fondo Daniélou con manoscritti di musicologia sacra indiana e libri sullo studio del pensiero tradizionale. Lo stesso Daniélou fonda nel 1970 l’istituto interculturale di studi musicali comparati che nel 1999 entra a far parte degli istituti della Fondazione Cini per promuovere la conoscenza di forme d’espressione musicale di diverse culture da tutto il mondo, organizzando concerti e attività con l’università Ca’ Foscari di Venezia, il conservatorio di musica di
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Vicenza e altre istituzioni. Infine è presente l’Istituto italiano Antonio Vivaldi, entrato a far parte della Fondazione nel 1978, che custodisce musiche, manoscritti e stampe d’epoca per la produzione di saggi monografici e letture in chiave moderna delle opere del celebre compositore. Per quanto riguarda gli spazi, invece, dal 1984 entra a far parte del patrimonio della Fondazione il Palazzo Cini a San Vio, edificio del 1500 in cui Vittorio Cini ha risieduto gran parte della sua vita e poi donato dalla figlia Yana. Oltre al palazzo, Yana ha ceduto una serie di dipinti toscani, sculture di pregio e oggetti d’arte decorativa a cui si aggiungeranno poi diverse tele ferraresi lasciate dalla sorella Ylda. La collezione di San Vio si aggiunge a quella che è possibile ammirare nei corridoi del complesso monumentale dove si trovano i dipinti antichi lasciati dal fondatore o acquisiti successivamente. Anche artisti contemporanei legati alla famiglia Cini o alla Fondazione hanno donato importanti opere d’arte del ‘900 come Il vaso Blu di Severini o la testa di Ezra Pound scolpita da Henri Gaudier-Brzeska mentre più antiche sono le statue allegoriche posizionate sullo scalone del Longhena o il San Giorgio in pietra d’Istria, simbolo della Fondazione, posto sulla facciata esterna della Manica Lunga che guarda verso il bacino di San Marco. Oltre ai dipinti, vi sono più di 6000 esemplari tra disegni e stampe nella raccolta cominciata negli anni sessanta con la prima acquisizione di immagini rappresentative del disegno veneto del ‘700 di Giuseppe Fiocco e a cui seguirono quelle di artisti bolognesi del sei-settecento e poi disegni e bozzetti di architetti e scenografi. Nella biblioteca è presente una sezione dedicata ai libri antichi illustrati del Rinascimento con relative legature originali e più di 250 sono le pagine miniate acquistate dalla Libreria Antiquaria di Hoepli che offrono un’ampia panoramica delle principali scuole regionali italiane tra il Duecento e il Cinquecento.
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Palazzo Cini a San Vio
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Anche il mobilio delle sale ha un importante valore antiquario grazie ad armadi, tavoli, sedie e librerie realizzati nelle botteghe venete che si trovavano al castello di Monselice e sono stati portati sull’isola di San Giorgio, così come le maioliche, le ceramiche e l’importante servizio da tavola della seconda metà del ‘700 di manifattura veneziana Cozzi esposto presso la Galleria di Palazzo Cini. L’Istituto interculturale di studi musicali comparati contribuisce con i suoi strumenti ad accrescere la collezione di strumenti antichi posseduti dalla Fondazione tra cui ricordiamo due pianoforti di Ottorino Respighi, diversi clavicembali e un organo napoletano del XVIII secolo. Infine, una sala a parte immersa nel giardino è dedicata agli arazzi che Vittorio Cini ha selezionato dalla sua collezione al castello di Monselice più tre donati dal conte Vitetti di cui la maggior parte sono manufatti fiamminghi di alta qualità esecutiva possono essere datati dal 1470-80 alla fine del seicento.
Statuto e organigramma Lo Statuto della Fondazione Giorgio Cini descrive in modo chiaro e rigoroso gli intenti della Fondazione e i compiti che ogni organo svolge. In questo documento, infatti, si dichiara lo stato di Onlus della Fondazione e l’impegno nel recupero degli spazi del complesso monumentale dell’isola di San Giorgio Maggiore e nell’organizzazione di istituzioni attive per sviluppo educativo, culturale, sociale e artistico del territorio in collaborazione con le istituzioni cittadine. Questo impegno è anche rivolto alla valorizzazione e diffusione della storia e delle tradizioni veneziane tramite la cooperazione di amministrazioni pubbliche e private, altre fondazioni o qualsiasi organizzazione italiana o straniera che possa aiutare a questo scopo. Il vertice della Fondazione Cini è costituito dal consiglio
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1. L’isola di San Giorgio Maggiore e la Fondazione Giorgio Cini
Consiglio Generale
Comitato direttivo
Presidente Giovanni Bazoli
Segretario Generale Pasquale Gagliardi uffici
istituti e centri
Istituto di Storia di Venezia Gino Benzoni
Servizi comunicazione e marketing Emilio Quintè
Servizi tecnici Massimo Altieri
Etnomusicologia
Servizi amministrazione e personale Andrea Erri
Sistemi informativi Andrea Barbon
Teatro e Melodramma
Servizi programmazione e gestione degli spazi Maria Novella Benzoni
Contabilità
Istituto per Istituto di la Musica Storia dell’Arte Luca Massimo Barbero Gian Mario Borio
Coordinamento Biblioteche
Giovanni Giuriati
Maria Ida Biggi
Centro Studi del Vetro
Istituto italiano Antonio Vivaldi Francesco Fanna
Seminario Egida Sartori e Laura Alvini Pedro Memelsdorf
Centro Branca
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generale e dal comitato direttivo. Il primo è composto da: - il patriarca di Venezia o un suo delegato; - il presidente della Giunta Regionale Veneta; - il prefetto di Venezia; - il primo presidente della corte d’appello di Venezia; - il sindaco di Venezia; - il presidente della amministrazione provinciale di Venezia; - il presidente della Fondazione la Biennale di Venezia; - un rappresentante del ministero degli affari esteri; - il direttore della filiale del Veneto dell’agenzia del demanio, in rappresentanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze; - il presidente del magistrato alle acque; - il soprintendente per il polo museale veneziano; - il soprintendente per i beni architettonici, per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Venezia e Laguna; - il rettore dell’Università degli studi di Venezia Ca’ Foscari; - il rettore dell’Università Iuav di Venezia; - un rappresentante della comunità monastica benedettina di San Giorgio Maggiore; - un rappresentante per ciascuna delle istituzioni previste dall’art. 2, primo comma, nominato dal consiglio generale; - dieci persone nominate dall’Ufficio del Fondatore; - fino a otto persone nominate dai Sostenitori in conformità a quanto previsto dal regolamento approvato dal consiglio generale previsto dall’art. 3 bis.; - eventuali altri 5 membri su proposta del Presidente. Quest’organo ha la funzione di eleggere come presidente la persona che ha ottenuto il gradimento dall’Ufficio del Fondatore il quale, a sua volta, nomina un vice tra i membri del consiglio generale e, lo stesso Consiglio, nomina un secondo vice presidente tra le persone nominate dai Sostenitori. Il Presidente e i Vice mantengono la nomina per tre esercizi. Altre funzioni svolte sono ad esempio l’elezione del comi-
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tato direttivo, l’elezione dei revisori dei conti, la delibera del bilancio preventivo a novembre e consuntivo ad aprile riunendosi almeno due volte l’anno, quando il Presidente lo ritiene opportuno o quando viene richiesto da almeno 5 membri. I componenti del consiglio generale che abbiano la nomina in ragione del loro ufficio rimangono membri finché ricoprono l’ufficio stesso, gli altri per tre esercizi al termine dei quali possono essere rieletti. Del comitato direttivo fanno quindi parte il Presidente e i due Vice, due membri del consiglio generale scelti dal Presidente e due eletti dal Consiglio scelti tra le persone nominate dai sostenitori. Il comitato elegge il segretario generale, decidendone la durata dell’incarico, e ha il compito di gestire l’amministrazione ordinaria e straordinaria eccetto quella specifica del Consiglio. Dal 1999 è Giovanni Bazoli il Presidente della Fondazione affiancato dal 2002 dal segretario generale Pasquale Gagliardi che si occupa dei vari uffici della Fondazione ovvero i Servizi tecnici, i Servizi amministrazione e personale, il Servizio comunicazione e marketing, i Servizi di programmazione e gestione degli spazi e i Sistemi Informativi. Anche gli istituti comunicano direttamente con il segretario generale tramite i loro direttori che gestiscono le attività programmate durante l’anno e, nello specifico, l’istituto di storia dell’arte si occupa del coordinamento delle biblioteche, delle Stanze del Vetro e del centro studi sul vetro, l’istituto di musica dei seminari di Egida Sartori e Laura Alvini e tutti seguono l’avanzamento delle ricerche dei propri studiosi del centro Vittore Branca.
La fruizione degli spazi La Fondazione si trova a svolgere le sue attività quotidiane in ambienti per lo più storici, progettati per altri scopi e l’uso che è stato stabilito per questi spazi può
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essere classificato in cinque categorie: libero accesso; aperture al pubblico; occasionali aperture al pubblico o su prenotazione; privato; non gestito dalla Fondazione. Gli spazi a libero accesso sono il piazzale antistante la Chiesa e la banchina laterale al porticciolo a cui chiunque, a qualsiasi ora del giorno, può accedere. Gli ambienti aperti al pubblico, invece, sono quelli gestiti dalla Fondazione e a cui tutti possono accedere ma che seguono orari prestabiliti o particolari modalità di accesso. In questa categoria rientrano ad esempio Le Stanze del Vetro, le Sale del Convitto, gli spazi in cui vengono organizzate mostre temporanee con accesso gratuito e la biblioteca Manica Lunga, aperta sempre ma che necessita della registrazione in portineria. Un altro tipo di fruizione riguarda gli spazi aperti al pubblico per uno o pochi giorni, come in occasione di convegni, concerti o spettacoli: la sala Barbantini o il Teatro Verde ne sono un esempio. Altre sale sono visitabili su prenotazione come la Stanza Eleonora Duse o la fototeca e altre ancora durante le visite guidate. La presidenza, gli uffici, le sedi dei vari istituti e il centro Branca rientrano negli spazi privati, in cui non è possibile accedere se non come studioso o lavoratore e, infine, ci sono gli spazi non gestiti dalla Fondazione Cini come la Chiesa e le stanze dei benedettini, il bar, il circolo velico e l’International Centre for Climate Governance.
Le attività La Fondazione Cini si occupa di portare avanti anche iniziative indipendenti dalle attività dei singoli istituti come ad esempio le visite guidate all’interno del complesso monumentale per ammirare i chiostri, il refettorio, la biblioteca Manica Lunga e quella del Longhena e il labirinto Borges. Prende accordi per l’uso delle sale o del Teatro Verde per
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Accesso libero Aperture al pubblico Occasionali aperture Non aperti al pubblico Non gestiti dalla Fondazione
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manifestazioni esterne, si occupa della pubblicazione del periodico “Lettera da San Giorgio” in cui è possibile leggere il programma delle iniziative dei successivi 6 mesi e promuove tramite “Libri a San Giorgio” e “Libri a San Vio” le nuove uscite editoriali dei vari istituti. Altro importante appuntamento è “Dialoghi a San Giorgio” attraverso cui un ristretto numero di studiosi ed esperti internazionali espongono le proprie idee e si confrontano sui temi principali della società contemporanea. Ogni istituto è poi impegnato in attività di ricerca e organizzazione di eventi che possano aumentare i momenti di confronto e diffondere i risultati di questi studi. Nello specifico, l’Istituto di storia dell’arte porta avanti la ricerca sulla figura di Vittorio Cini come collezionista, partendo dalle opere lasciate alla Fondazione come le miniature o gli arazzi e i dipinti a Palazzo Cini per tracciare il filo conduttore di tutta la collezione. Un ramo a parte è dedicato alle collezioni artistiche presenti sull’isola di San Giorgio e nel suo monastero prima dell’invasione napoleonica che provocò la dispersione delle opere. In ambito veneziano la ricerca è rivolta da un lato verso i palazzi del XVI e XVII secolo tramite i documenti presenti nell’Archivio di Stato per chiarirne i committenti, gli architetti e lo sviluppo stilistico, dall’altro si guarda alla corrispondenza di artisti del Settecento tramite il quale è possibile risalire alla loro produzione artistica e conoscere l’ambiente in cui questi operavano. In collaborazione con l’Istituto regionale per le ville venete si portano avanti due progetti che riguardano gli affreschi e la statuaria da giardino. Per gli affreschi l’obiettivo è la produzione di cataloghi dal Quattrocento all’Ottocento che riportino commenti critici e notizie sullo stato di conservazione, unitamente ad una bibliografia e, per rendere la ricerca più completa, si guarda anche agli affreschi che sono stati tolti dalle ville ed esposti nei musei italiani ed esteri. Nel caso della statuaria, si procede con la cataloga-
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zione e informatizzazione delle fotogafie, della bibliografia e dei dati relativi all’epoca in cui sono state scolpite e allo sviluppo dello stile che le caratterizza in modo da avere un’ampia documentazione online. Come già accennato, all’interno di questo istituto si trova il Centro studi del vetro ha il compito di creare l’Archivio generale del vetro veneziano tramite disegni, progetti e carteggi provenienti dagli archivi storici muranesi a cui si aggiungono incontri, seminari e laboratori per trasmettere la storia e gli sviluppi dell’arte vetraria unitamente alle mostre organizzate alle Stanze del Vetro e corredate di catalogo. L’Istituto per la storia della società e dello Stato veneziano indirizza le sue ricerche verso l’influenza che la cultura veneta ha avuto sulle regioni circostanti come Istria, Quarnero e Dalmazia in diversi ambiti come quello linguistico, gastronomico o letterario. D’altra parte si occupa di studiare come gli importanti eventi climatici descritti nella letteratura abbiano influenzato la vita e la cultura veneziana. Lo stesso istituto si occupa della pubblicazione del periodico “Studi Veneziani” che riporta gli avanzamenti dei loro studi più generali sullo sviluppo della città di Venezia dagli albori alla caduta. L’Istituto per la musica si occupa della conservazione degli archivi di grandi personalità in ambito musicale presenti all’interno della Fondazione da cui partono le loro ricerche e pubblicano avanzamenti periodici. C’è un ramo che guarda ai processi compositivi da cui si possono evincere la biografia di grandi autori o le loro teorie musicali e un altro che si occupa della teoria e pratica dell’interpretazione musicale che unisce la ricerca storica con l’esecuzione musicale che riguardano epoche diverse o l’improvvisazione, anche attraverso convegni e seminari. Un terzo ramo si occupa del rapporto tra suono e immagine e del suo sviluppo in relazione alle nuove tecnologie, guardando tanto ai sistemi produttivi quanto alle figure professionali coinvolte per arrivare all’elaborazione di un modello teorico relativo al testo audiovisivo.
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Ogni anno vengono poi organizzati importanti seminari di musica antica, nati nel 1976 grazie ad Egida Sartori, il cui scopo era quello di perfezionare la tecnica di giovani musicisti, prevalentemente clavicembralisti, tramite l’incontro con importanti maestri. Attualmente i corsi hanno ampliato l’arco temporale di cui si occupano che va dal Medioevo all’Ottocento e i seminari vengono accompagnati da studi musicologici. Al Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma spetta il compito di gestire e ampliare i fondi e gli archivi già menzionati e procedere con la loro informatizzazione e diffusione tramite mostre o la pubblicazione di cataloghi. Nel programma di ricerche dell’Istituto interculturale di studi musicali comparati possiamo trovare incontri e seminari sui temi internazionalmente trattati nella ricerca etnomusicologica e la realizzazione di un archivio partendo dal fondo Daniélou per poi ampliarlo e informatizzarlo mentre un appuntamento importante è quello dedicato alle polifonie in viva voce, organizzato in incontri e concerti per ragionare su come viene utilizzato il canto di gruppo nelle tradizioni odierne italiane ed europee. L’Istituto italiano Antonio Vivaldi si concentra sulla pubblicazione delle opere in chiave moderna del celebre compositore e si occupa delle edizioni Quaderni vivaldiani e l’annuale pubblicazione “Studi Vivaldiani”. La ricerca è rivolta verso la preparazione di edizioni critiche di tutte le opere organizzate in antologie e monografie. Attraverso le sue iniziative, la Fondazione Cini traccia una linea di continuità che per tanto tempo ha distinto l’isola di San Giorgio con il suo monastero benedettino. Dopo la distruzione della guerra, l’isola è tornata ad essere un importante centro culturale in cui è possibile partecipare ad incontri di crescita intellettuale, ospitando importanti studiosi e aprendo dibattiti di natura tanto scientifica quanto religiosa. Contemporaneamente continua ad arricchire il suo patrimonio artistico tramite acquisizioni o donazioni e tenendo sempre accessibili i loro preziosi materiali.
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Gli utenti Guardando all’analisi delle attività e dell’uso degli spazi della Fondazione risulta chiara la grande diversità di persone che frequentano l’isola giornalmente. Così come sono state individuate delle categorie di fruizione degli spazi, è possibile creare dei macro-gruppi di utenti connessi al tipo di spazio a cui possono accedere. Gli spazi ad accesso libero sono caratterizzati dal passaggio dei turisti, molti dei quali non conoscono la Fondazione e le sue attività e arrivano sull’isola principalmente per la chiesa di Palladio, godere della splendida vista sul bacino di San Marco e tornare indietro. Negli ambienti aperti al pubblico rientrano sia gli studiosi esterni che usufruiscono delle risorse delle biblioteche presenti, che i partecipanti agli eventi i quali frequentano anche quegli spazi aperti al pubblico in modo occasionale. I vincitori di borse del Centro Branca, invece, si muovono in spazi non accessibili al pubblico ma non accedono agli uffici, dove troviamo i lavoratori interni della Fondazione. Infine rientrano in un’unica categoria coloro che frequentano gli ambienti dell’isola esterni alla Fondazione ovvero la comunità benedettina residente, i dipendenti dell’ICCG e i soci della “Compagnia della Vela”.
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Turisti
Studiosi
Partecipanti
Partecipanti
esterni
ad eventi
ad eventi
Lavoratori
Studiosi
Utenti degli
interni
centro Branca
altri enti
Accesso libero Aperture al pubblico Occasionali aperture Utenti secondo
Non aperti al pubblico
l’accessibilità degli spazi della Fondazione
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Non gestiti dalla Fondazione
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Visite Concerti guidate e spettacoli
Convegni e seminari
Mostre
Ricerca
Pubblicazioni Corsi
Fondazione Giorgio Cini
Istituto di Storia dell’arte
Istituto per la storia della Società e dello Stato veneziano
Istituto per la Musica
Istituto Italiano Antonio Vivaldi
Istituto Interculturale di studi musicali Comparati
Istituto di Civiltà e Spiritualità Comparate
Centro Studi per la ricerca documentale sul Teatro e il Melodramma
Attività organizzate Attività ospitate
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2. Le basi progettuali
l’identità visiva attuale
Il manuale d’identità Nel 2001 il compito di definire l’identità visiva della Fondazione viene affidato allo studio milanese Olivier Maupas Graphic design che si occupa dello sviluppo della comunicazione sotto diversi aspetti che vanno dall’editoria classica, al packaging, all’allestimento di mostre e spazi espositivi. Per la Fondazione Cini, lo studio Maupas progetta un manuale d’uso che comprende gli elementi base di un’identità: definizione del marchio e logotipo con relativa costruzione e definizione di colori, della tipografia e la cancelleria personalizzata. Da sempre, il simbolo scelto dalla Fondazione Cini per identificarsi è San Giorgio a cavallo che sconfigge il drago, e lo studio Maupas definisce l’uso del marchio in outline nero o bianco, a seconda dello sfondo, e imposta la dimensione minima a 24,6 x 18,8 mm. Il logotipo riporta la dicitura completa fondazione Giorgio Cini onlus inscritta in un rettangolo nero o pantone verde 3155 CVC e viene scelto come carattere tipografico l’Adobe Garamond nelle versioni regular e italic per i suoi forti caratteri umanistici e legati a Venezia. Quando il marchio e il logotipo vengono utilizzati insieme, a quest’ultimo viene tolto il rettangolo e diventa nero 100% mentre il marchio pantone grigio 425 CVC o nero al 77%. Anche la combinazione dei due elementi può essere utilizzata in negativo e la dimensione minima che possono raggiungere è di 24,5x23,7 mm. Oltre a questi, è stato creato un altro elemento di riconoscimento usato solo come segui lettera ovvero la “f” della Fondazione in Adobe Garamond italic inserita in un quadrato pantone verde 3155 CVC o, per la quadricromia, C: 100% M: 0% Y: 24% K: 38%. Come carattere tipografico principale per la composizione dei testi è stata scelta la famiglia dell’Adobe Garamond accompagnata nelle pubblicazioni dal Copperplate e, negli gli inviti, dal Künstler. I biglietti da visita sono composti in Adobe Garamond nelle
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2. Le basi progettuali
versioni regular e italic, e risultano divisi in due parti distinte: la parte superiore scritta con il carattere tutto alto, riporta il nominativo nel colore pantone 3155 CVC, la carica ricoperta e, eventualmente, l’istituto, entrambi nel pantone 435 CVC così come le informazioni sui recapiti posizionati invece nella parte inferiore. Sul lato destro c’è il marchio di nuovo dello stesso colore mentre il lato sinistro è caratterizzato da un filetto lungo tutta l’altezza del biglietto dello stesso pantone con cui è scritto il nominativo. La carta intestata riporta per la prima pagina, il logotipo a colori in alto a destra a filo con il bordo superiore e destro mentre, più spostato verso il centro, il nome dell’istituto e il direttore e, ai piedi del foglio, il marchio diviso da un filetto dalle informazioni della Fondazione. La seconda pagina contiene solo il segui lettera in alto e il marchio in basso. Oltre a questi elementi base, sono state disegnate le buste da lettera in formato 230 x 110 mm e 360 x 260 mm in cui troviamo il marchio e logotipo in alto e le informazioni allineate in basso e il blocknotes con il logotipo riportato in copertina e i fogli bianchi all’interno con il marchio con il logotipo in alto a sinistra.
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2. Le basi progettuali
L’editoria Lo strumento cartaceo attraverso cui la Fondazione Cini si presenta è una brochure informativa in doppia lingua, italiano e inglese, in cui si parte dalla storia della Fondazione e dell’isola di San Giorgio Maggiore, passando per la presentazione del patrimonio artistico e culturale presente, fornendo una buona panoramica delle attività pur senza entrare nello specifico di ogni istituto e, infine, presentando il centro Branca e la biblioteca Manica Lunga. Le varie sezioni vengono intervallate da immagini a filo, altrimenti si trovano più piccole quando affiancano il testo. Prendendo in mano la brochure si avverte subito la leggera texture del cartoncino bianco su cui è stampato in rilievo il marchio e la dicitura “Fondazione Giorgio Cini Onlus” è lasciata al fondo della pagina, del colore pantone 3155 CVC scelto nel manuale d’uso. Il formato in cui si presenta è A5 ma al suo interno le sezioni sono fisicamente divise da una piega a fisarmonica in cui all’esterno si ritrova una panoramica sintetica solo sfogliando le pagine mentre si può leggere una descrizione più approfondita aprendo la fisarmonica in modo da triplicare lo spazio a disposizione. Il lato dell’apertura della brochure è indicato con una striscia colorata di quello che dovrebbe essere lo stesso pantone della copertina ma che probabilmente risente della diversa tipologia di carta, risultando molto più tendente al blu così come tutti i titoli. Il testo in italiano è composto in Garamond Regular sia per il testo corrente che per i titoli mentre, per la parte in inglese, si utilizza un carattere bastone, più stretto rispetto al Garamond, usato sia regular che italic solo per alcuni titoli. Nelle ultime pagine si trova una piccola mappa della posizione dell’isola di San Giorgio rispetto a Venezia e alcune informazioni pratiche seguite, nella pagina successiva, dai contatti. Questa brochure viene distribuita a borsisti, ospiti, durante riunioni, eventi o sopralluoghi da parte di esterni.
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2. Le basi progettuali
Brochure istituzionale: copertina, interno e aperta.
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La Fondazione Cini edita semestralmente “Lettera da San Giorgio” una rivisita utile per presentare il programma previsto per i sei mesi successivi e il cui progetto grafico è stato curato sempre dallo studio Maupas. In questa pubblicazione viene dedicato un piccolo paragrafo descrittivo per ogni attività, un approfondimento su una parte delle collezioni presenti e un focus sui temi di ricerca dei vari istituti. In ultimo si elencano le nuove pubblicazioni tra cataloghi, saggi e opere musicali, anche queste corredate da un breve testo. La dimensione della rivista si avvicina al formato A4, rimanendo leggermente più stretto e basso, 198 x 265 mm, così da avere ampio spazio per testo e immagini, la stampa viene effettuata su carta bianca patinata opaca intorno ai 100/120 gr dalla Tipografia Nuova Jolly di Rubano (PD) e il tutto viene rilegato tramite punto metallico visto che difficilmente si superano le 32 pagine. La copertina riporta a tutta pagina una foto collegata ad un articolo interno, che sia una mostra o si parli di una parte della collezione, e il titolo è posizionato verticalmente al margine del lato sinistro, seguito dal logotipo a colori mentre la quarta può avere una seconda foto dello stesso argomento o essere riempita con il colore pantone istituzionale. La copertina presenta, inoltre, due grandi bandelle in cui viene inserito il calendario degli eventi e, al fondo, il colophon e i contatti necessari corredati da una mappa. Per il testo corrente e i titoli viene utilizzato il Garamond nelle versioni Regular, Bold e Bold Italic mentre, per la data, il luogo e i titoli delle varie sezioni il Copperplate nel colore istituzionale pantone verde 3155 CVC. “Lettera da San Giorgio” viene inviato per posta a circa tremila indirizzi e altre copie vengono distribuite insieme alla brochure bianca. In alternativa, è possibile leggere e scaricare il pdf dal sito o dall’applicazione.
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2. Le basi progettuali
Per quanto riguarda le altre pubblicazioni, la Fondazione si affida a case editrici come Skira, Marsilio ed altre che curano in modo indipendente l’aspetto grafico di ogni volume quindi non sono oggetto di studio in questa analisi.
Lettera da San Giorgio copertine e aperta.
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2. Le basi progettuali
Il web Il mezzo più veloce attraverso cui tenersi aggiornati è sicuramente il sito internet che si presenta con una homepage molto ricca. La nostra attenzione viene subito attirata dalla gallery che occupa i tre quarti della pagina e presenta le informazioni che vogliono essere messe in evidenza mentre, lateralmente, ci si può iscrivere alla newsletter o leggere le news. L’accesso all’interno del sito è regolato da un doppio menù che divide la presentazione della Fondazione e delle sue attività dalle informazioni di carattere pratico come l’area per la stampa o le indicazioni per raggiungere l’isola. In homepage, sotto la gallery principale, gli eventi vengono segnalati in ordine cronologico sotto forma di agenda e, ancora sotto, ci sono i link diretti ai diversi eventi in programma mentre, al fondo della pagina, vengono indicate le informazioni commerciali. Cliccando su una delle voci del menù principale, si accede ad una pagina di descrizione generale e compare un sottomenù per poter approfondire i vari argomenti. Ad ognuna di queste pagine è anche associato un colore mostrato sotto la voce del menù in modo da sapere in che punto del sito ci si trova. Queste sezioni interne mantengono la stessa struttura della homepage: l’immagine occupa i tre quarti della pagina, le informazioni specifiche sul lato destro e descrizione sotto. Alcune voci del sottomenù risultano ancora troppo vaste, è il caso della voce “Istituti e Centri”, e aprono un secondo sottomenù sulla destra che permette di navigare tra le altre voci. Le newsletter vengono inviate come promemoria degli eventi quindi non hanno una cadenza fissa; la loro struttura richiama quella del sito, la colonna di destra occupa quasi i due terzi dello spazio e descrive brevemente l’evento mentre la colonna di sinistra è dedicata alle informazioni generali come ad esempio orari delle biblioteche o visite guidate.
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2. Le basi progettuali
La Fondazione Cini è presente anche sui social network tramite una pagina facebook che informa delle iniziative in corso tramite un post ogni due/tre giorni e un profilo Twitter con lo stesso scopo. Sul canale Youtube vengono caricati video di interviste, presentazioni delle attività o estratti dai vari spettacoli o conferenze che permettono a chiunque di avere una panoramica dell’evento passato. In ultimo, dall’account su Instagram è possibile vedere le foto degli ambienti della Fondazione e dettagli delle mostre. Per i dispositivi Android e Apple è anche possibile scaricare dai rispettivi store l’applicazione Fondazione Giorgio Cini, utile per leggere “Lettera da San Giorgio” senza dove scaricare il pdf sul proprio computer. La schermata si presenta divisa in due parti: in quella superiore si alternano le foto degli ambienti della Fondazione mentre, in basso, si possono scorrere i numeri passati della pubblicazione. Cliccando su una copertina, questa prende il posto delle foto in alto ed è possibile passare da un numero all’altro anche sfogliando la gallery. Un secondo click sull’immagine fa partire il caricamento della rivista ed è possibile leggerlo a tutto schermo con la possibilità di far comparire le icone di navigazione in basso, in modo da poter saltare da una pagina all’altra. Ritornando in homepage, in basso si può accedere ad una schermata di informazioni riguardanti la Fondazione o l’agenda su cui sono segnati gli eventi del mese.
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2. Le basi progettuali
Homepage del sito
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Schermate principali dell’app da un ipad mini
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2. Le basi progettuali
Il confronto con il passato Il manuale d’uso è stato progettato solo nel 2001 e le modalità attraverso cui venivano comunicate le attività non avevano linee guida grafiche da seguire. Le brochure, ad esempio, avevano trattamenti fotografici e tipografici simili solo per alcuni periodi di tempo ed era facile trovare casi in cui una era completamente diversa dalle altre. La pubblicazione più strutturata sotto questo punto di vista è “Notiziario da San Giorgio” ed è interessante svolgere un’analisi su come venivano gestite le informazioni sia a livello di contenuti che della forma con cui erano presentate. “Notiziario di San Giorgio” è la versione antecedente a “Lettera da San Giorgio”, sempre semestrale ma con lo scopo di divulgare gli esiti delle attività dell’isola di San Giorgio Maggiore successivamente al loro svolgimento. Questa pubblicazione raccoglieva gli atti dei convegni, corsi e dei seminari organizzati nel Centro di cultura e civiltà e riepilogava le attività scolastiche e sportive sia del Centro marinaro che del Centro di arti e mestieri. I contenuti erano fortemente divisi in categorie e questo è ben visibile già dal sommario in cui anche visivamente si può notare la gerarchia delle informazioni: le sezioni composte da “attività generali”, “Centro di cultura e civiltà”, “Centro marinaro” e “Centro di arti e mestieri”; alcune di queste sono ulteriormente divise in capitoli come quella del Centro di cultura e civiltà che al suo interno contiene “corsi internazionali di perfezionamento” e “congressi, convegni di studio e manifestazioni varie” e infine i paragrafi specifici per ogni argomento. All’interno della pubblicazione, al centro, venivano inserite una serie di fotografie degli eventi più importanti stampate su carta fotografica, diversa dalla carta uso mano con cui è composto il resto del notiziario.
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2. Le basi progettuali
Il formato con cui si presentava era più piccolo dell’attuale, 170 x 240 mm, e veniva utilizzato il colore rosso solo per la prima e la seconda di copertina mentre l’interno era interamente stampato in nero. La tassonomia delle informazioni veniva creata interamente dalla tipografia che si basava su due caratteri: il Garamond e l’Ultra Bodoni. Nell’indice l’Ultra Bodoni veniva utilizzato solo per la scritta “Sommario”, in Garamond tutto maiuscolo venivano scritte le varie sezioni, in maiuscoletto i capitoli e in corsivo i paragrafi. All’interno, invece, l’Ultra Bodoni caratterizzava le diverse sezioni, il capitolo era scritto in garamond tutto alto e bold così come il titolo del paragrafo, ma alto/basso, e il testo corrente in Garamond regular. La struttura e la forma di “Notiziario da San Giorgio” lo avvicinavano ad un libro mentre quella attuale ricorda più una rivista grazie al suo formato più grande, alla stampa a colori e la carta patinata su cui è stampato. Nel 1998 sono stati fatti diversi cambiamenti alla veste grafica ma la cosa più rilevante è il cambiamento del titolo in Lettera da San Giorgio e per la prima volta veniva inserita una sezione dedicata alle attività future quando in passato ogni attività dedicava poche righe a fine del paragrafo. Con il tempo la funzione di questa pubblicazione si è modificata fino a diventare quella che noi oggi conosciamo.
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2. Le basi progettuali
Dimensione: 170 x 240 mm Colori: rosso (copertina); b/n (testo e immagini) Caratteri: Ultra Bodoni; Garamond Copertina
Seconda di copertina
Numerazione Titolo Descrizione Logotipo
Intestazione Periodo
Sommario
Interno Titolo
Sezione
Sezione
Capitolo Titolo paragrafo
Capitolo Titolo paragrafo
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Testo corrente
2. Le basi progettuali
Dimensione: 198 x 265 mm Colori: quadricromia Caratteri: Adobe Garamond; Copperplate Copertina
Ala interna e seconda di copertina
Lettera da San Giorgio
Logotipo
Anno XV, numero 29. Semestrale. Settembre 2013 – febbraio 2014
Calendario eventi Titolo Argomento principale
Numerazione e note legali
Spedizione in A.P. Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96 DCB VE. Tassa pagata
Indice
Interno Titolo Sezione
Sezione Paragrafo
Paragrafo Testo corrente
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2. Le basi progettuali
I punti critici Nei precedenti paragrafi sono stati analizzati gli elementi della comunicazione che seguono una linea visiva coerente e non sono stati presi invece in considerazione molti altri artefatti in quanto progettati di volta in volta, privi quindi di una linea guida o indicazione riguardo alla gestione dei contenuti e della veste grafica. Una prima criticità viene sicuramente percepita nel momento in cui si aggiunge l’intestazione di un istituto all’interno del disegno del logo, possibilità non contemplata all’interno del manuale. Vengono perciò adottate soluzioni sempre diverse a seconda della lunghezza del nome dell’istituto ed ecco che questo a volte viene posizionato lateralmente e a volte invece sulla destra, andando anche a rompere la composizione originale. Queste diverse declinazioni vengono utilizzate per lo più durante la promozione di un evento quindi su locandine, brochure o semplici fogli esplicativi distribuiti durante l’evento e in cui è evidente la mancanza di coerenza visiva. Le locandine sono progettate in formati che possono variare tra 261 x 392 mm, 335 x 478 mm o 350 x 500 mm e in ogni occasione viene utilizzato un carattere diverso, tutto alto o alto/basso, a volte colorato. Anche la palette dei colori utilizzati non risulta né vicina all’immagine della Fondazione, né omogenea tra le varie locandine così come l’uso delle fotografie che in alcune occasioni occupano la parte centrale della locandina mentre in altre ne diventano lo sfondo, tagliate al vivo. Per le brochure viene prevalentemente usato uno sfondo bianco e, a seconda della quantità di informazioni, presenta quattro o sei facciate di cui la prima riporta una foto relativa all’evento con le informazioni di cosa, dove e quando si svolgerà, sull’ultima troviamo sia la mappa per raggiungere l’isola con il vaporetto, sia i contatti per avere maggiori informazioni mentre l’interno è dedicato al programma dell’evento.
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2. Le basi progettuali
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2. Le basi progettuali
MUSICHE DI COMPOSITORI ARMENI NELLA TRADIZIONE OTTOMANA
Ustad Shahid Parvez(sitar) Khan & Nihar Metha (tabla)
CONVEGNO DI STUDI NAPOLEONE MARTINUZZI: DALLA SCULTURA AL VETRO MERCOLEDÌ 05.06.2013 FONDAZIONE GIORGIO CINI VENEZIA
KUDSI ERGUNER DIREZIONE ARTISTICA
ENSEMBLE BÎRÛN 2013 CANER CAN
CETRA SU TAVOLA KANÛN
MICHALIS CHOLEVAS
VIELLA YAYLI TANBÛR
ore 9.30
MIGUEL HIROSHI GARCIA GIOVANNI DE ZORZI
ore 15.00 Rosa Barovier Mentasti Fonti visive per i vetri di Martinuzzi
Valerio Terraroli Napoleone Martinuzzi e Gabriele d’Annunzio
FLAUTO NEY
Maria Sole Cardulli
TRISTAN DRIESSENS
Napoleone Martinuzzi scultore nelle collezioni della GNAM
ISSA NESSIM GOLITZEN FARAJAJE
Massimo De Sabbata
Matteo Gardonio
Martinuzzi e le Biennali
Martinuzzi a Palazzo Berlendis
LIUTO A MANICO CORTO ‘ÛD
CONCERTO SABATO 20 APRILE, 2013 ORE 18.00 FONDAZIONE GIORGIO CINI ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIORE VENEZIA
Veronique Ayroles Des «salissures» aux «malfin», la vie du verre à chaud en France d’Émile Gallé à Jean Sala avant les «bouillonés» de Venini
PERCUSSIONI
LIUTO A MANICO LUNGO TANBÛR
MICHALIS KOULOUMIS
VIOLINO KEMAN
PANAGIOTIS POULOS
Alessandra Tiddia
CONCERTO DI MUSICA INDIANA 19.06.2013 — ore 19
Lucia Mannini
L’opera di Martinuzzi nelle architetture di Mazzoni
NEVIN ŞAHIN-MALKOÇ
PERCUSSIONI
Chiara Squarcina
Vetri ducali: le residenze ducali di Bolzano e Trieste e le opere in vetro di Napoleone Martinuzzi
Milva Giacomelli
LIUTO A MANICO CORTO ‘ÛD
Martinuzzi direttore del Museo del Vetro
Silvia Silvestri L’opera di Napoleone Martinuzzi nelle riviste d’arte fra le due guerre
Vetri succulenti: le piante grasse di Martinuzzi
Fondazione Giorgio Cini Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Massimo De Grassi
ˇ DENIZ SELTUG
Tra quattrocentismo e modernità: fonti per la scultura di Napoleone Martinuzzi
VOCE
PER INFORMAZIONI
Iniziativa regionale realizzata in attuazione della L.R. 5.9.1984, n. 51 - art. 11
Info www.cini.it musica.comparata@cini.it T 041 2710357
Centro Studi del Vetro / Istituto di Storia dell’Arte Fondazione Giorgio Cini onlus Isola di San Giorgio Maggiore Tel. +39 041 2710306 centrostudivetro@cini.it / www.cini.it
Iniziativa regionale realizzata in attuazione della L.R. 5.9.1984, n. 51 - art. 11
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IL BUONO E IL CATTIVO
GIUSEPPE
SANTOMASO
E L’OPZIONE ASTRATTA
GOVERNO
THE SOUL OF WEST JAVA
RAPPRESENTAZIONI NELLE ARTI DAL MEDIOEVO AL NOVECENTO
Accademia Nazionale delle Arti di Bandung 23 maggio 2010, ore 20.30 FONDAZIONE GIORGIO CINI, ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIORE, VENEZIA
12 aprile – 13 luglio 2008
MARTEDÌ
› DOMENICA • 10 › 18.30
Teatro Goldoni, Venezia
con il sostegno della Regione
sponsor
FONDAZIONE GIORGIO CINI VENEZIA, ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIORE 15 settembre – 7 novembre 2004
Ingresso libero
• ORARIO CONTINUATO • INFO www.cini.it • BIGLIETTI
Domenico Tintoretto, Ritratto del doge Andrea Dandolo e iscrizione in ricordo dell’esecuzione capitale del doge Marin Faliero, (particolare) Venezia, Palazzo Ducale.
© Giuseppe Santomaso by SIAE 2008
Indonesian classical and contemporary dance and music
www.cini.it
Tutti i giorni, dalle 10.00 alle 18.30 Per informazioni: www.cini.it
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Prevendita presso agenzie e biglietterie HelloVenezia
Con il contributo e la collaborazione di: CONSORZIO VENEZIA NUOVA
F ONDAZIONE G IORGIO C INI onlus I STITUTO PER LE L ETTERE , IL T EATRO
E IL
M ELODRAMMA
tra
O GI G A OM
S S O L L MI
Mos
A
ROSALBA
VENEZIA, PALAZZO CINI A SAN VIO 1 SETTEMBRE – 28 OTTOBRE 2007 MARTEDÌ – DOMENICA 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.30
PRIMA PITTRICE DE L’EUROPA’’
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Iniziativa realizzata in collaborazione con
L’ingresso alla mostra Omaggio a Milloss è gratuito. L’ingresso alla Galleria di Palazzo Cini a San Vio è a pagamento. Biglietto intero Euro 6,50; ridotto Euro 5,50
Tutti i giorni dalle 10,30 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30 (chiuso il lunedì) Fondazione La Biennale di Venezia
Fondazione Gran Teatro la Fenice
Per informazioni: Fondazione Giorgio Cini Tel. 041 2710402 E-mail: marketing@cini.it Internet: www.cini.it
0XVLFD H FXOWXUD DUPHQD QHO PRQGR RWWRPDQR *LRUQDWD GL VWXGL D FXUD GL *LRYDQQL 'H =RU]L Interventi Giampiero Bellingeri, Benedetta Contin, Giovanni De Zorzi, Kudsi Erguner, Giovanni Giuriati, Aram Kerovpyan, Minas Lourian, Paola Mildonian, Jacob Olley, Luigi Perissinotto, Boghos Levon Zekiyan Venezia, 8 aprile 2013 - ore 9.30 Aula Baratto, Ca’ Foscari sede centrale
2. Le basi progettuali
Fronte
Retro
LUNEDÌ 6 MAGGIO ORE 15.00
G. Benzoni, Un cenno d’avviamento
ORE 15.15
Tavola rotonda su L’area altoadriatica coordinata da Giuseppe Trebbi (università di Trieste), cui partecipano:
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Piazza S. Marco
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Isola della Giudecca
Come arrivare alla Fondazione Giorgio Cini
A. Bettinzoli, Branca e Poliziano L. Leonardi, Le carte di Vittore Branca alla Fondazione Franceschini G. Pizzamiglio, Branca, la Fondazione Giorgio Cini e l’italianistica nel mondo
M. Cecere, Sorgo e miglio nell’alto Medioevo friulano
G. Auzzas, Vittore Branca e ‘Studi sul Boccaccio’ G. A. Ferrari, L’edizione delle opere di Giovanni Boccaccio
C. Lorenzini, Dura polenta. Alimentazione dei boscaioli in Carnia fra Sei e Settecento
ORE 15.00
MARTEDÌ 7 MAGGIO ORE 9.30
Seminario Il Pane e il companatico Isola di San Giorgio Maggiore 6 – 9 maggio 2013
M. C. Spadaro, ‘Osservanza salutare’ del voto quaresimale nella Regola dei Minimi di Paola G. Stanco, ‘Le sagre del grano’ in Irpinia e Sannio M. Pignata, Riti ‘gustosi’ in Terra di Lavoro A. Cernigliaro, L’‘abbondanza’ dalla frugale quotidianità alla lettura in chiave politica
D. Bellettati, Per Misericordiam salvi sumus. La carità alimentare dei luoghi pii milanesi R. P. Corritore, E pur si muove! Innovazioni e cambiamenti nella produzione, nella distribuzione e nel consumo di pane e prodotti derivati dalla farina fra tardo Medioevo e Settecento
GIOVEDÌ 9 MAGGIO ORE 9.30
D. Gasparini, Il pane come polenta, la polenta come pane Tavola rotonda su La Toscana coordinata da Franco Angiolini (università di Pisa) e Marcello Verga (università di Firenze), cui partecipano:
D. Perocco, Mangiare in viaggio C. Boccato, Il pane nelle festività ebraiche
A. Addobbati, G. Lo Castro, Il pane e il companatico dell’arcivescovo
Fondazione Giorgio Cini onlus Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano Tel. 041 2710227 – storia@cini.it www.cini.it
A. Menzione, Mangiare di festa e di magro
Con la mente e con le mani
Con la mente e con le mani. Improvisation from ‘Cantare super Librum’ to Partimenti
Improvisation from ‘Cantare super Librum’ to Partimenti
SATURDAY 9 NOVEMBER 2013
Massimiliano Guido & Peter Schubert
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Isola di San Giorgio Maggiore
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Isola della Giudecca
HOW TO REACH THE FONDAZIONE GIORGIO CINI
From San Zaccaria Monumento, Ferrovia, Piazzale Roma: vaporetto number 2 every 10 minutes to San Giorgio.
(Uppsala University)
Modulatory Segments in Partimenti by Nicola Sala and Fedele Fenaroli
(McGill University, Montréal)
Partimento di Leonardo Leo. © Napoli, Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella.
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Improvising a Fifteenth-century Keyboard Prelude Peter van Tour
OPENING ADDRESS
Con la mente e con le mani. Improvisation from ‘cantare super librum’ to partimenti is the title of the second in a series of meetings organized by Institute for Music on improvised music in various historical periods. This event, dedicated to improvisation in the Renaissance and Baroque and organized in collaboration with McGill University thanks to the generous support of the Social Science and Humanities Research Council of Canada, continues the line of thought begun at the conference Improvised Music in Europe: 1966-1976 in November 2012.
Jacques Meegens (Centre Études Supérieures Musique Danse, Poitou-Charentes)
1 p.m.
6 p.m. MUSICAL DEMONSTRATIONS: KEYBOARD & VOCAL IMPROVISED MUSIC
REGISTRATION
2 – 2.45 p.m.
The event is a real laboratory for improvisation and teaching, with lectures, panel discussions, lecture-recitals and musical demonstrations. The central theme will be how one can use improvisation today in theory teaching, and how it can be integrated into the different curricula around the world.
G. Vertecchi, Grani e farine a Venezia nel Settecento: lo stoccaggio
A. M. Pult, Pane bianco, pane nero, pane di veccia... Qualità e forme di pane nella Toscana moderna
Per informazioni rivolgersi a
Canale
Tavola rotonda su Il Veneto coordinata da Giuseppe Gullino (università di Padova), cui partecipano: A. Caracciolo Aricò, E in campagna l’erba: tra Sanudo e Ruzzante
I. Manfredini, La ‘gola punita’ nella pittura toscana tra Medioevo e Rinascimento
In recent years, scholars and musicians have focused on the revival of improvisation as it was known in the Renaissance and Baroque. This historically informed practice is replacing the late Romantic concept of improvisation as a rhapsody, blossoming out the capricious genius of the player. In the Renaissance and Baroque, composing in the mind (alla mente) had an important didactic function, and it induced a better assimilation of the contrapuntal vocabulary by repetition and memorization of patterns and models. For several categories of musicians, the teaching of counterpoint happened almost entirely through practice on their own instrument: singers learned to improvise canons on a cantus firmus and make diminutions on a motet; organists seeking important positions had to be able to play with fantasia, answering the choir with versets, ricercari, and intonations.
Tavola rotonda su Il Meridione coordinata da Aurelio Cernigliaro (università di Napoli Federico II), cui partecipano: B. Boccazzi Mazza, Le api e il miele
Tavola rotonda su La Lombardia coordinata da Giorgio Chittolini (università di Milano), cui partecipano: F. Del Tredici, Il pane dei poveri. Elemosine post mortem nella Lombardia visconteo-sforzesca
ORE 15.00
Vittore Branca e il lavoro culturale Saluti del Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini G. Benzoni, Venezia da San Giorgio
F. Cavalli, Il cibo e la pietra. Medicina e alimentazione nel libro di famiglia di Nicolò Deportis, nobile cividalese
Fondazione Giorgio Cini Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano
Da San Zaccaria, Ferrovia, Piazzale Roma, Tronchetto: vaporetto linea 2 ogni 10 minuti.
MERCOLEDÌ 8 MAGGIO ORE 10.00
D. Degrassi, La salute vien mangiando. L’alimentazione nel Friuli del Medioevo
Annibale Carracci, Il mangiatore di fagiuoli, Roma, Galleria Colonna
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Gianmario Borio
INSTRUMENTS:
Edoardo Bellotti & William Porter, harpsichords Presentation of the Fondazione Accademia Internazionale di Smarano: Giacomo Corrà
10 a.m. – 1.15 p.m.
(Istituto per la Musica, Fondazione Giorgio Cini, Venezia)
SECOND SESSION: INSTRUMENTAL COUNTERPOINT AND IMPROVISATION
2.45 – 3.45 p.m.
CHAIR:
Massimiliano Guido
KEYNOTE LECTURE: THEORY IN THE MIDST OF NOTES
VOICES:
Benjamin Duinker, Edmund Milly, Ellen Wieser, and Meagan Zantingh, singers from VivaVoce – Peter Schubert, conductor
Thomas Christensen
Edoardo Bellotti
(University of Chicago)
(Eastman School of Music, Rochester University)
Keeping Score while Improvising
Composing at the Keyboard: Banchieri and Spiridion, Two Complementary Methods DISCUSSANT: Felix Marangoni
FOURTH SESSION: PEDAGOGY
(Università Ca’ Foscari, Venezia)
CHAIR:
3.45 – 4 p.m. / Coffee break
MONDAY 11 NOVEMBER 2013 9 – 11.45 a.m. Thomas Christensen
4 – 6 p.m. FIRST SESSION: THE ART OF MEMORY CHAIR:
11 – 11.15 a.m. / Coffee break
Gianmario Borio
Stefano Lorenzetti
(Eastman School of Music, Rochester University)
Cantare super Librum: Strategies and Techniques. Lecture and Workshop with Professional Singers
(Conservatorio di Musica di Vicenza)
Improvising a North German Preambulum DISCUSSANT: Jacques Meegens
10.30 – 10.45 a.m. / Coffee break
Musical Inventio, Loci Communes, and the Art of Memory DISCUSSANT: Roberto Perata
(Centre Études Supérieures Musique Danse, Poitou-Charentes)
Peter Schubert
(Università Statale di Milano)
Fondazione Giorgio Cini Venice, Island of San Giorgio Maggiore 9 –11 November 2013
Jean-Yves Haymoz (Haute École de Musique de Genève)
William Porter
Giorgio Sanguinetti
(McGill University, Montréal)
Massimiliano Guido
(Università di Roma Due ‘Tor Vergata’)
Teaching Theory through Vocal Improvisation
(McGill University)
Cheating the Work-of-Art Paradigm: Partimento Implication for Classical Performers DISCUSSANT: Marco Pollaci
(Michigan State University)
Climbing the Stairs of the Memory Palace: Gestures at the Keyboard for a Flexible Mind DISCUSSANT: Arnaldo Morelli
(Nottingham University)
(Università de L’Aquila)
3 – 5 p.m. 6.30 p.m. LECTURE-RECITAL
Michael Callahan Play It: Some Challenges of, and Solutions to, Teaching and Learning Undergraduate Music Theory at the Keyboard
THIRD SESSION: VOCAL COUNTERPOINT AND IMPROVISATION CHAIR:
Peter Schubert
11.45 a.m. – 12 p.m. / Coffee break
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ORGANIZED BY
(Haute École de Musique de Genève)
Philippe Canguilhem
‘Ricercar una Fantasia’: the Techniques for Improvising a Fantasia on Lute in the Sixteenth Century
(University of Toulouse)
Towards a Stylistic History of ‘Cantare super Librum’ Peter van Tour
12 – 1.30 p.m. PANEL DISCUSSION: IMPROVISATION AS A TEACHING AND ANALYTICAL TOOL
DISCUSSANT:
SUNDAY 10 NOVEMBER 2013 9.30 – 10 a.m. FOR FURTHER INFORMATION
Fondazione Giorgio Cini onlus Island of San Giorgio Maggiore – 30124 Venice Institute for Music Tel. +39 041 2710220 – musica@cini.it www.cini.it
IN COLLABORATION WITH
POSTER SESSION: ONGOING RESEARCHES IN HISTORICAL IMPROVISATION
(Uppsala University)
Giuseppe Fiorentino (University of Cantabria)
Niels Berentsen
Singing ‘by Reason’ and Singing ‘by Use’: Extempore Polyphonies in Renaissance Spain DISCUSSANT: Niels Berentsen
(Royal Conservatoire of The Hague)
(Royal Conservatoire of The Hague)
Strategies for Improvisation in Early Fifteenthand Late Fourteenth-century Music
5 – 5.15 p.m. / Coffee break
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2. Le basi progettuali
Nonostante la struttura simile, di nuovo la scelta di caratteri, colori ed elementi grafici sempre diversi fanno sì che la comunicazione perda di coerenza visiva e diminuisca la sua efficacia. Altro aspetto da rilevare è l’introduzione di un nuovo logo, specifico per la biblioteca, che non ha nessun legame visivo con l’immagine della Fondazione e che di fatto la rende come una realtà separata quando invece ne è strettamen1. vedi paragrafo 1.1.3
te connessa1.In questo caso è stato solo creato il logo senza nessuna specifica di utilizzo e lo si ritrova unicamente sulla brochure di presentazione della biblioteca, sulla tessera affiancato al logo della Fondazione, e su alcuni fogli di richiesta libri. Per quanto riguarda la parte web, i problemi si presentano più sotto forma di gestione dei contenuti: la gallery iniziale riporta degli highlight sulle notizie ritenute più importanti da comunicare ma poi il menù principale presenta su un’unica riga diversi tipi di informazione riguardanti la Fondazione, ogni voce porta poi ad un sottomenù e, a volte, le voci del sottomenù aprono un secondo sottomenù. Il resto della homepage è dedicato all’agenda delle iniziative organizzate e notizie su altri eventi o orari delle biblioteche, che però non fanno altro che aggiungere una piccola descrizione a quanto già presentato prima. In questo tipo di gestione delle informazioni, tutto viene messo sullo stesso piano e per chi non conosce l’attività della Fondazione Cini, risulta difficile comprendere le attività principali, specialmente quelle degli istituti, nascosti sotto tre gradi di menù. Nelle applicazioni sul web del marchio e del logotipo si riscontrano dei problemi di riconoscibilità del San Giorgio in quanto i tratti così dettagliati, su un normale monitor a 72 dpi, tendono a confondersi e a creare un’immagine confusa. Nel manuale, inoltre, non sono previste diverse configurazioni tra i due elementi che sul sito si ritrovano affianca-
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2. Le basi progettuali
ti, probabilmente per permettere rendere visibile il logotipo che altrimenti risulterebbe illeggibile in quella dimensione. Nel menù principale viene assegnato un colore ad ogni voce, che poi caratterizza anche la pagina in cui ci si trova, per identificare le diverse sezioni ma che nell’insieme risultano tra loro scollegati, con la sola funzione di riconoscimento e che non sono legati all’immaginario della Fondazione. La seconda problematica che si riscontra per la parte web riguarda l’applicazione sviluppata per leggere Lettera da San Giorgio: questa, infatti, permette di scorrere tutti i numeri della rivista ma, nel momento in cui se ne apre uno, compare la stessa impostazione del cartaceo, come se le pagine fossero semplicemente state trasportate sull’applicazione senza pensare alle potenzialità dello strumento e al diverso modo di fruire le informazioni. C’è quindi bisogno di progettare un’impaginazione dedicata, adatta alla visualizzazione su smartphone e tablet. Nell’insieme, quindi, tra parte cartacea e web, la comunicazione risulta poco strutturata rispetto alla complessità di informazioni che la Fondazione Giorgio Cini veicola ad utenti diversi e con mezzi diversi perché manca una forte linea grafica che possa tenere unito il tutto.
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2. Le basi progettuali
Menù secondario Menù principale
Informazioni miste
News
Agenda con tutti gli eventi
Eventi nel dettaglio
Sotto menù
Secondo sotto menù
Descrizione In alto si può vedere come le informazioni del sito web non siano fortemente strutturate e riconoscibili mentre, di lato, le schermate dell’applicazione mettono in evidenza un layout identico al cartaceo.
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Foto
2. Le basi progettuali
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la segnaletica
Il sistema di orientamento esterno e interno La Fondazione Cini si occupa anche della segnaletica presente sull’isola soprattutto per le categorie di turisti, di studiosi del Centro Branca che per la prima volta arrivano sull’isola e per chi arriva a San Giorgio Maggiore per gli altri enti presenti. Per rispondere a questa necessità sono stati progettati tre totem informativi alti circa due metri e posizionati negli spazi ad accesso libero, due nel piazzale e uno sulla banchina laterale, in cui sono indicati non solo gli spazi della Fondazione ma anche quelli che non ne fanno parte come ad esempio il bar e l’ICCG. Il totem è visivamente diviso in due parti: in alto la mappa che riproduce una parte di isola in cui ad ogni è associato un numero e in basso la corrispondenza tra il numero e il nome. I numeri sono posizionati all’interno di cerchi di colore diverso: blu se gli spazi sono della Fondazione, grigio se si tratta degli spazi esterni. Si può anche notare come i due pannelli posizionati sul piazzale riproducano tutti i numeri dell’isola mentre quello che si trova sulla banchina, riporta solo gli edifici che si possono raggiungere continuando ad andare avanti e non indietro. I totem, inoltre, sono autoportanti in quanto non è possibile intaccare la pietra erratica con cui è fatta la pavimentazione del piazzale antistante la chiesa. All’interno del complesso monumentale si riscontra la stessa problematica con le mura storiche su cui non si può affigere alcun tipo di indicazione. Per questo motivo i segnali che si trovano sono composti da dei pannelli rettangolari in plexiglass al cui interno è possibile inserire ogni volta un foglio diverso, incastrati alla sommità di piccoli pali con una base autoportante così da evitare di intaccare l’architettura. La possibilità di cambiare contenuto e posizionamento del segnale è un pregio in occasione di eventi temporanei che facilita la produzione di nuove indicazioni riducendo i costi.
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2. Le basi progettuali
I punti critici Le soluzioni adottate attualmente rispondono all’esigenza di comunicare i diversi luoghi presenti sull’isola ma vengono tralasciate alcune informazioni che rischiano di mandare in confusione l’utente. Il problema maggiore dei totem esterni riguarda il tipo di informazioni che questi presentano: la mappa, infatti, comprende quasi tutta l’isola e mostra anche gli spazi con accesso occasionale ma senza indicare se sono spazi a cui si può accedere liberamente o no. Capita quindi che il visitatore si muova verso il Teatro Verde ma si ritrovi davanti ad un cancello chiuso, senza sapere che l’accesso è possibile solo durante gli eventi. La stessa cosa capita con le Stanze del Vetro, le Sale del Convitto e così via. La carenza di informazione si riscontra quindi anche quando, di fronte al cancello chiuso, non viene comunicato il perché e al visitatore non rimane che tornare indietro. Per quanto riguarda la segnaletica all’interno del complesso monumentale e per gli eventi, il sistema adottato attualmente viene utilizzato sia come segnale direzionale che identificativo e non hanno alcun rimando né ai totem esterni né alle generali linee guida grafiche della Fondazione. L’interno del complesso monumentale è frequentato per lo più da studiosi e personale della Fondazione ma quando ci sono convegni e seminari, gli spazi vengono attraversati anche dai partecipanti che hanno bisogno non solo di trovare la strada verso la sala ma anche di riconoscere gli ambienti che visitano tramite dei segnali identificativi meno invasivi di quelli attuali.
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2. Le basi progettuali
Totem con directory posizionato all’esterno con un lato contro una pietra quindi non visibile.
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2. Le basi progettuali
Indicazioni interne al complesso monumentale
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gli intenti della fondazione
Intervista a Emilio Quintè Emilio Quintè è il direttore dell’ufficio Comunicazione e Marketing all’interno della Fondazione Giorgio Cini, in cui si occupa di coordinare l’immagine visiva e i rapporti con altre isituzioni e con i media, la comunicazione e i rapporti con la stampa degli istituti di ricerca interni, l’organizzazione e promozione di mostre, convegni, seminari e corsi ed è responsabile delle iniziative di fund raising per la Fondazione e i suoi istituti. In passato è stato professore di “Gestione degli eventi per lo sviluppo del turismo” (dal 2009 al 2013) e “Turismo Congressuale e Mobilità” (A.A. 2011-2012) all’università IULM di Milano, ha svolto attività di ricerca sul turismo e risorse ambientali come Ricercatore Senior al il Centro studi del Touring Club italiano ed è stato project leader del progetto ISOLE finanziato dall’Unione Europea per il monitoraggio dell’impatto turistico sulle piccole isole. Grazie alla sua intervista è stato possibile avere un punto di vista reale attraverso cui guardare al progetto, che ha poi influenzato tutte le scelte che sono state prese in seguito.
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2. Le basi progettuali
Da quanto tempo è all’interno la Fondazione e in cosa consiste il suo lavoro? Sono quasi 12 anni che lavoro alla Fondazione Cini e il mio ruolo è quello di responsabile della comunicazione e marketing della Fondazione, coordinando la comunicazione delle iniziative organizzate e si lavora alla promozione di questi eventi cercando, laddove possibile, di trovare delle risorse aggiuntive rispetto a quelle che la Fondazione Cini normalmente stanzia. Quindi ad esempio, quali altre persone o organizzazioni vengono coinvolte? La Fondazione ha un finanziamento pubblico e una parte di privati, molto più consistente, che di fatto contribuiscono a sostenere sia i singoli progetti che le attività che consentono alla Fondazione Cini di operare e perseguire il principale obiettivo. Ovvero? Dal primo articolo dello statuto si definisce che la missione della Fondazione Cini consiste nella valorizzazione, conservazione e promozione dell’isola di San Giorgio e il compito è quello di conservare l’isola e i monumenti che vi sono custoditi. Forse è la parte meno evidente ma certamente la più onerosa e pochissimi si chiedono, quando entrano in Fondazione, che cosa significa prendersi cura di un territorio come l’isola di San Giorgio che è molto grande e che ha tutte le necessità di un territorio al cui interno ci sono beni artistici e monumentali così rilevanti come il chiostro e il cenacolo di Palladio e le architetture del Longhena. Sono tante le risorse che vengono ogni anno convogliate per questo scopo. Oltre a questa c’è un’altra realtà, nata come centro di cultura e civiltà, cultura di stampo umanistico di tradizione veneziana in senso ampio, della Repubblica di Venezia e l’obiettivo rimane perciò di promuovere oltre l’isola, quella che si chiama la cultura e la civiltà veneziana, declinato secondo le attività dei vari istituti e le integrazioni inaspettate che non erano state progettate. Non è che la Fondazione Cini sia esattamente quello che era 60 anni fa, quando è stata costituita. Cos’è oggi la Fondazione Cini? Ad oggi è uno dei principali poli di ricerca avanzata nel settore della storia dell’arte veneta, in particolare, della musica italiana del ‘900; è un luogo in cui si studia la civiltà del teatro e del melodramma; si promuove la conoscenza di un musicista importante come Antonio Vivaldi; è un luogo in cui si entra in contatto con le espressioni artistico-culturali delle civiltà occidentali attraverso l’istituto di musica comparata e c’è un importante istituto di storia e società dello stato veneziano. Questi sono i nuclei di ricerca specializzati che ancora rappresentano l’eccellenza in Italia e nel settore e che rendono la Fondazione Cini quel luogo così attraente e frequentato dai principali studiosi del mondo. Non c’è uno studioso di storia dell’arte al mondo che non abbia trascorso almeno un periodo di ricerca e di studio o si sia confrontato con la Fondazione Cini e questo vale per tutti gli altri settori di cui la Fondazione si occupa. Che tipo di attività vengono organizzate? Le iniziative sono diverse: ogni tanto ci sono convegni, seminari specialistici a cui partecipano importanti studiosi delle discipline studiate a San Giorgio che sono naturalmente eventi che interessano un pubblico specialistico, di nicchia, per i quali la Fondazione Cini è nota e grazie al quale si riscontra un certo prestigio rispetto ad un pubblico però molto ristretto. Poi ci sono degli eventi che hanno una portata più ampia in termini di comunicazione e di fruizione che sono, ad esempio, le mostre o progetti di studio che hanno nella mostra un momento conclusivo, un compimento, e sono importanti perché è il momento in cui è più facile far conoscere la Fondazione Cini ad un pubblico più ampio.
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2. Le basi progettuali
Esistono altre realtà simili alla vostra? Ci sono, a Venezia soprattutto, però la Fondazione Cini rappresenta il modello per tutte. Non mi risulta che ci siano fondazioni private come questa o comunque credo che sia una delle primissime istituzioni culturali private che si è data questo tipo di forma e questo modello operativo e gestionale. A Venezia ci sono altre fondazioni che non si occupano in modo altrettanto estensivo di iniziative di carattere culturale: la fondazione Bevilacqua La Masa si occupa di arte contemporanea; la fondazione Levi si occupa di musica, con una mission molto specifica; la fondazione Querini Stampalia è anche legata a un’idea di promozione culturale, una grande biblioteca, un supporto per gli studi, organizza eventi di natura culturale, molto spesso mostre, ha una collezione quindi da un certo punto di vista ricorda la Fondazione Cini però non ne ha la rilevanza internazionale, non ne ha la dimensione e anche se è un’istituzione meritoria e molto prestigiosa. Questo per rimanere a Venezia ma in Italia e nel mondo ci sono molte istituzioni con i quali noi collaboriamo e a quali in un modo o nell’altro noi ci sentiamo molto simili: penso al Warburg Institute di Londra, penso alla Getty Foundation, ad altre istituzioni prestigiose, a cui ci sentiamo abbastanza vicini non tanto come missione o realtà organizzativa quanto per il ruolo che ciascuna di queste ha avuto nel promuovere un certo tipo di cultura in determinati momenti della storia, contribuendo a formare generazioni di studiosi di alto livello. Esiste invece una realtà da prendere come modello da seguire e raggiungere? Il nostro continuo benchmark è la Fondazione Cini dell’inizio, riuscire a mantenere il livello che questa fondazione ha sempre avuto. La sfida è verso il passato, c’è un’età dell’oro che noi consideriamo quella del fondatore, che per tanti motivi è l’età in cui la Fondazione Cini si è costituita, ha costruito il suo prestigio, e il nostro obiettivo è continuare ad essere all’altezza di quel modello. Oggi ci sono modalità organizzative diverse, impulsi che arrivano un po’ da tutti gli ambiti, dal punto di vista della gestione, le cose non sono le stesse perché i tempi cambiano però non a caso nella firma dell’e-mail c’è la citazione di Gustav Mahler “la tradizione non è l’adorazione delle ceneri ma la conservazione del fuoco” e quello a cui noi aspiriamo è avere quell’intensità, l’intensità del fondatore. Se noi avessimo risorse infinite e forse non sarebbe neanche auspicabile, penseremmo di essere non tanto come qualcuno ma di fare in modo che questo modello che secondo me è un modello attualissimo, possa essere più conosciuto. La Fondazione Cini da un certo punto di vista è un unicum e quindi deve cercare di mantenere la sua vocazione particolare legata al suo territorio, alla sua tradizione, naturalmente attraverso modalità nuove, innovative, che le consentano di continuare ad operare anche in futuro con lo stesso successo. Iniziative come ad esempio le stanze del vetro che vengono prodotte con altre realtà sono importanti perché ci consentono di continuare a guardare in una certa direzione e di essere sempre un punto di riferimento. Questo è il nostro obiettivo: continuare ad essere quello che siamo sempre stati, forse un po’ più aperti, forse più conosciuti, meno intimorenti ma è anche vero che la monumentalità e anche l’insularità ci rendono volenti o nolenti un certo tipo di istituzione. Come pensa influisca il fatto che vi troviate su un’isola? Influisce il contesto, influisce su ciascuno di noi in un modo molto potente, senza che ne siamo consapevoli. Il fatto che siamo su un’isola e che siamo un’isola, ci connota in un modo così potente che se anche noi volessimo contrastare la nostra insularità, non credo ci riusciremmo e non sono convinto che sarebbe opportuno farlo. Nel momento in cui scendi dal vaporetto sull’isola di San Giorgio, non è la stessa cosa che scendere nel resto della città: ti trovi sull’isola di San Giorgio e sai che per 10 minuti almeno devi stare lì, sei prigioniero. Passi in un ambiente che è molto diverso rispetto a quello che si trova abitualmente a
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2. Le basi progettuali
Venezia: spazi molto più ampi, silenzio, poca gente. Entri in un’altra dimensione, è evidente e questa esperienza ti cambia. Non è possibile contrastare il genius loci, lo spirito di un luogo, di un’isola abitata da oltre mille anni, che ha difeso gelosamente la propria identità e autonomia, un centro culturale in cui si sono sviluppate idee, un luogo di asilo in cui qui si sono potuti pensare idee e concetti che altrove non si potevano pensare. Ti trovi a doverti confrontare anche con gli elementi del contesto che sono molteplici, come l’architettura, che fa parte del fascino della Fondazione. Molto spesso la gente arriva e si sente prigioniero del piazzale, si ha la percezione che qui ci sia un mondo dietro al cancello, e se non ci fosse, si darebbe un’occhiata veloce e se ne andrebbe. Ora, invece, le persone hanno paura di inoltrarsi e non si avvicinano troppo perché guardano che arrivi il vaporetto per scappare. Con l’acqua alta, poi, noi siamo tagliati fuori dalla città, lo stesso con uno sciopero dei mezzi; è così tenue il legame che abbiamo che basta poco per scombinare la programmazione: noi possiamo organizzare i nostri eventi ma se c’è acqua alta le persone non arrivano ed è comprensibile. È una porta che si può chiudere da un momento all’altro e queste certamente sono suggestioni che noi cogliamo e con le quali dobbiamo fare i conti anche se sembra un discorso poco consistente. Un legame molto forte, quindi. La Fondazione Giorgio Cini e l’isola sono la stessa cosa e questo è un concetto che forse è difficile da veicolare all’esterno. L’isola è in concessione e se non viene rinnovata la Fondazione Cini scompare e tutti i beni dovranno essere devoluti perciò non esiste la Fondazione senza isola di San Giorgio e l’isola è totalmente affidata a Fondazione quindi c’è questa simbiosi. Chiaramente se domani la Fondazione sparisse, l’isola rimarrebbe però come in seguito alla cacciata della comunità benedettina si chiuderebbe tutto, l’isola scomparirebbe come quando era un territorio militare su cui nessuno poteva andare e quindi è come se non ci fosse. Qui sta la grande intuizione del fondatore: ricreare una comunità, creare il centro di cultura e civiltà ma anche altri mestieri, sull’isola crea una scuola, una comunità, il momento più importante dell’isola all’apice del suo rinnovato splendore che teneva fino a mille studenti. Era un’isola restituita grazie all’intervento di Cini. Se non ci fosse più la Fondazione Cini non escludo che quest’isola tornerebbe ad essere chiusa, un luogo inesistente, limitata al piazzale, la chiesa, la darsena che in realtà è una parte del club della vela. Per questo motivo è importante segnalare la presenza della Fondazione sul territorio, come quando si oltrepassa un confine in cui si vedono segnali che sono in una grafica diversa, una forma diversa, una lingua diversa, l’architettura, le aiuole, elementi che danno l’idea di entrare in un territorio piuttosto che un altro. Ci sono luoghi che sono restituiti e cominciano ad avere una funzione molto precisa quindi è importante segnalarlo quando le persone arrivano sull’isola. Come ad esempio gli studiosi del Centro Branca. Il Centro Branca è il tentativo di creare una comunità residente sull’isola di San Giorgio, che faccia vivere l’isola, che abbiano un’esperienza di studio e che possano poi trasmettere quello che hanno acquisito in giro per il mondo e promuovere con continuità quest’idea di fruizione dell’isola. L’isola è viva non con mille turisti ma se ci sono le persone che hanno un certo tipo di idea di fruizione e gestione del territorio, specialistica, dedicata alla conoscenza come quando c’era il monastero in cui c’erano persone che si occupavano del territorio. La Fondazione Cini è importante perché si occupa del territorio, la comunità residente è importante perché lo rende più vivo e i progetti come le stanze del vetro sono importanti, a parte per il prestigio, perché sono sull’isola e non altrove quindi aiutano a promuovere il territorio. Gli ultimi progetti sono il recupero dello squero entro il 2014/15 e poi l’ultimo grande sforzo, di recuperare quello che era l’edificio dove c’era la scuola e l’istituto nautico. Una volta com-
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2. Le basi progettuali
pletato questo percorso di fatto l’isola è totalmente recuperata come lo fu subito dopo il grande restauro fatto dal fondatore e dunque è questa la nuova eredità che l’attuale managment della Fondazione si prefigge di lasciare a chi seguirà. Sull’isola non ci sarà più un edificio o uno spazio abbandonato ma spazi restaurati, rinnovati, ognuno con una propria funzione specifica che dovrà essere sviluppata nel corso degli anni che speriamo seguiranno. Progetti per il futuro? Le stanze del vetro sono un grande progetto appena cominciato che andrà avanti fino al 2021, e poi la riapertura di palazzo Cini a San Vio e che per tanti motivi la Fondazione non è mai riuscita con continuità a tenere aperto. Quest’anno per celebrare i 60 anni della costituzione dell’Istituto di storia dell’arte, abbiamo deciso di aprire in modo stabile in determinati periodi dell’anno, almeno 6 mesi, per sempre in modo da restituire un importante bene alla città e rendere fruibile un patrimonio con dei pezzi eccezionali. Parallelamente stiamo lavorando ad una mostra importante sulle nostre collezioni di miniature di Cini, di cui è già stato avviato lo studio e la schedatura e l’idea è di trovare una forma innovativa che coniughi le possibilità di fruizione della tecnologia a queste opere d’arte meno note e meno facilmente fruibile da un non specialista. Quest’anno ci sono i Dialoghi di San Giorgio, ovvero le riflessioni che ogni due anni la Fondazione Cini organizza su temi di importanza sociale e culturale; avremo il convegno sulla scienza, sulla cooperazione culturale e sociale con particolare riferimento alla Cambogia e questo evento sarà in qualche modo collegato ad un’importante acquisizione che faremo. Tra l’altro nel 2014 si celebrano i 10 anni della morte di Terzani e in questa ricorrenza dovremmo riuscire a pubblicare un libro che dovrebbe presentare il materiale che abbiamo già, la biblioteca acquisita nel 2012, il materiale che andremo ad acquisire quest’anno più una serie di interventi al convegno che nel 2012 è stato organizzato sulla sua figura quindi un libro importante che dovrebbe uscire a settembre. Alla fine dell’anno ci sarà poi un convegno sull’arte figurativa e l’arte astratta che è la replica del primo convegno dell’Istituto di storia dell’arte che nasceva con questa riflessione. Quel convegno ha influenzato moltissimo e la riflessione sulle due forme d’arte degli anni successivi e l’intenzione è di fare questa replica sessant’anni dopo che sia altrettanto influente su questo tema ancora attuale. Inoltre abbiamo ricevuto una donazione da parte della figlia di Geiger, Elisabetta Geiger, per la costituzione di un premio per la traduzione letteraria poetica e di borse di studio di giovani specialisti nella traduzione poetica letteraria o nella critica letteraria che confluiranno nell’attività del Centro Branca a vantaggio della comunità di studio residenti che noi cerchiamo di promuovere sull’isola.
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il brief
A fronte di questa analisi sulla gestione della comunicazione della Fondazione Cini, emerge la necessità di creare un sistema visivo forte e attuale che continui a trasmettere i valori di storicità e eccellenza che sono parte della Fondazione e che la rendono unica nel suo genere. L’obiettivo è quello di rinnovare la fiducia di chi conosce ed è legato alle attività proposte dalla Fondazione Cini ma anche aprirsi ad un nuovo pubblico con un’immagine rinnovata e attraverso delle linee guida che permettano un uso sempre coerente degli elementi distintivi anche su diversi supporti. Queste scelte dovranno poi riflettersi anche sulla segnaletica dell’isola, parte integrante dell’immagine che la Fondazione trasmette ai visitatori, rispettando i vincoli che questo territorio storico porta con sé.
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casi studio
Prima di iniziare la fase di progettazione, è stata svolta una ricerca su come altre istituzioni culturali italiane ed estere gestiscono la propria comunicazione e quali sono i loro elementi caratteristici. Le istituzioni sono state scelte in base alla compresenza di diversi centri o istituti, alla loro originalità e coerenza con il contesto nello sviluppo del progetto grafico e allo sviluppo di una segnaletica legata all’identità. Da questa panoramica è evidente come la scelta di pochi ma forti elementi caratteristici portino alla creazione di un’immagine visiva sempre coerente e riconoscibile.
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2. Le basi progettuali
arts santa monica Tipologia: Centro d’arte contemporanea Luogo: Barcellona Agenzia: Clase BCN Anno: 2013 Categoria: Identità Sito: www.artssantamonica.cat
Il centro Arts Santa Monica non parla solo di arte contemporanea ma anche di scienza, pensiero e comunicazione, ognuna rappresentata da una “A” all’interno del marchio e tolta dal lettering. Questo semplice simbolo risulta distintivo e inconfondibile e viene applicato su tutta la comunicazione di cui il centro ha bisogno.
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2. Le basi progettuali
fh mainz Tipologia: Università di scienze applicate Luogo: Magonza Agenzia: Magma Brand Design Anno: 2008 Categoria: Identità Sito: www.fh-mainz.de
Questa università è composta da tre realtà che vengono sintetizzate nel marchio come tre distinte sezioni che si accostano e vanno a formare una “M”. Ogni facoltà ha la propria declinazione del logo che mantiene intatta la struttura ma cambia colore e intestazione continuando ad essere sempre coerente.
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2. Le basi progettuali
de appel arts center Tipologia: Istituto d’arte contemporanea Luogo: Amsterdam Agenzia: Thonik Antino: 2012 Categoria: Identità Sito: www.deappel.nl
Nell’operazione di restyling sviluppata dallo studio Thonik è stato deciso di far diventare il rosso della mela, originale simbolo del centro, e le sue due foglioline, i segni distintivi di tutta la comunicazione. Sono quindi stati creati degli elementi geometrici che possono essere sostituiti alla forma della mela senza mai alterarne la riconoscibilità.
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2. Le basi progettuali
musée de la civilisation Tipologia: Rete Museale Luogo: Québec Agenzia: Lg2 Boutique Anno: 2013 Categoria: Identità Sito: www.mcq.org
Per i 25 d’apertura è stata ripensata l’immagine di questa rete museale composta da quattro diversi musei e un centro studi. Il logo originale è stato sintetizzato in un simbolo che richiama la “M” di “musée” e la tipografia è stata fortemente caratterizzata così da poter mantenere la stessa struttura per ognuno, cambiando solo il colore del marchio e l’intestazione.
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2. Le basi progettuali
inBrera Tipologia: molteplici attività culturali nel palazzo di Brera
Luogo: Milano Agenzia: Studio Priori & Associates Anno: 2003 Categoria: Identità e segnaletica Sito: www.brera.beniculturali.it
All’interno del palazzo di Brera si trovano realtà come la Pinacoteca, l’Accademia o l’Orto Botanico che hanno come punto comune l’essere “in” Brera. Da qui nasce il progetto dello Studio Priori che lega tra loro diverse realtà tramite questa intuizione tipografica, ripresa in ogni parte della comunicazione, compresa la segnaletica.
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2. Le basi progettuali
la cinémathèque française Tipologia: Associazione Luogo: Parigi Agenzia: Intégral Ruedi Baur Anno: 2004 Categoria: Identità e segnaletica Sito: www.cinematheque.fr
L’identità di questa associazione trova le sue origine nello spirito costruttivista dell’edificio in cui è situata, disegnato da Frank O’ Gehry e si presenta come una serie di proiezioni da diversi punti di vista. Ciò che rende unico questo progetto è l’incredibile varietà con cui si è applicata l’idea della luce e del movimento in ogni ambito: la segnaletica interna, ad esempio, è proiettata sulle pareti e i fotogrammi di un uomo che cammina accompagnano i visitatori verso l’entrata.
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2. Le basi progettuali
musée rodin Tipologia: Museo Luogo: Parigi Agenzia: Intégral Ruedi Baur Anno: 2010 Categoria: Identità e segnaletica Sito: www.musee-rodin.fr
L’identità del museo è affidata completamente alla tipografia in cui ogni lettera è disegnata come se lo scultore l’avesse estratta da un blocco di pietra. Il carattere è stato appositamente disegnato per il museo partendo da “Irma” di Peter Bil’ak ed è applicato per il nome degli spettacoli, i titoli principali e la segnaletica.
83
3. Il progetto
la nuova identità
L’emblema L’immagine rappresentativa della Fondazione Giorgio Cini è da sempre San Giorgio a cavallo uccide il drago, altorilievo posto sulla facciata esterna della Manica Lunga che guarda verso il bacino di San Marco. Oltre ad essere connotativo dell’isola di San Giorgio Maggiore, questo simbolo porta con sé il significato storico della figura di San Giorgio che assunse, nel medioevo, il significato della lotta tra il bene e il male. La Fondazione Cini ha adottato questo simbolo fin dagli albori e tanti studiosi e letterati riconoscono in questa figura una realtà ricca di storia e cultura, per questo motivo è stato deciso di tenerla come marchio. La sua trasposizione grafica doveva portare con sé la storicità e la solidità della Fondazione Cini, in modo chiaro e distintivo.
San Giorgio a cavallo uccide il drago, altorilievo
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3. Il progetto
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3. Il progetto
Il marchio Il carattere tipografico scelto per rappresentare la Fondazione Giorgio Cini è l’Adobe Jenson Pro per il suo legame con Venezia sia storico che formale e utilizzato in versione bold per sostenere con forza il tratto scuro dell’emblema. Il lettering non doveva sbilanciare la forma già molto compatta del marchio quindi è stato posizionato centralmente rispetto ad esso in una composizione a pacchetto per aumentarne la forza e la stabilità.
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3. Il progetto
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3. Il progetto
La costruzione e le dimensioni La regolarità nel disegno del logo è visibile dalla sua gabbia di costruzione in cui si vede come il marchio sia perfettamente inscritto in un quadrato il cui lato è la metà della lunghezza del logotipo. Lo spazio di rispetto viene invece determinato da un multiplo dell’interlinea. Vista la complessità della figura da cui prende ispirazione il marchio, è stata creata una versione semplificata per poter essere utilizzata in piccole dimensioni e mantenere la riconoscibiltà.
x/2 2y
x/2 2y
y
y y 2y
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x
2y
3. Il progetto
Versione standard del marchio
dimensione minima 41 x 35 mm
Versione sempliďŹ cata del marchio
dimensione minima 30 x 26 mm
al di sotto di 30 x 26 mm si utilizza solo il marchio in versione ridotta ďŹ no ad un massimo di 7 x 7 mm
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3. Il progetto
Le varianti Le diverse realtà della Fondazione Cini impongono la creazione di un sistema che permetta di integrare le diverse denominazioni degli istituti con il logo originale. In questo modo non si perde la coerenza visiva e in caso di modifiche è sempre possibile aggiornare le varie versioni. Per questo motivo si utilizza ancora l’Adobe Jenson in bold e l’altezza del carattere dell’intestazione deve essere pari all’interlinea del lettering. Quando è impossibile per ragioni di spazio utilizzare la versione istituzionale del logo, si ricorre alla versione estesa.
2x
x
2x 2x
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2y
x
2x
y
3. Il progetto
A A
Larghezza minima 30mm
ISTITUTO DI STORIA DELL’ARTE
ISTITUTO ITALIANO ANTONIO VIVALDI
CENTRO VITTORE BRANCA
ISTITUTO DI STORIA DELLA SOCIETÀ E DELLO STATO VENEZIANO
ISTITUTO INTERCULTURALE DI STUDI MUSICALI COMPARATI
ISTITUTO PER LA MUSICA
CENTRO STUDI DI CIVILTÀ E SPIRITUALITÀ COMPARATE
CENTRO STUDI PER LA RICERCA DOCUMENTALE SUL TEATRO E IL MELODRAMMA
93
3. Il progetto
I colori Il colore istituzionale è stato scelto guardando agli ambienti della Fondazione per trasmettere le sensazioni che si provano quando si cammina all’interno del complesso monumentale. Al colore istituzionale ne è stato aggiunto un altro di supporto, applicato alle intestazioni dei vari istituti, della stessa tonalità ma più meno luminoso. Grazie a questo colore scuro è possibile utilizzare il logo anche su sfondi colorati chiari purché il contrasto risulti almeno del 60%. Se lo sfondo non garantisce il contrasto, si passa alla versione bianca.
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3. Il progetto
Colore istituzionale
Colore di supporto
C 30
R 114
C 50
R 46
M 100
G 15
M 80
G 11
Y 100
B 17
Y 70
B 12
K 45
K 80
logo su sfondo colorato
prova di contrasto
applicazione del bianco
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3. Il progetto
La tipografia Il carattere scelto per i documenti e le pubblicazioni ufficiali è l’ITC Legacy Serif disegnato da Ronald Arnholm nel 1982 e ispirato al lavoro di Jenson. Ad affiancare il Legacy Serif, è stato scelto il suo corrispettivo l’ITC Legacy Sans che parte dalla stessa premessa e mantiene quindi lo stesso stile. Il legacy Serif va utilizzato per gli stampati solo in minima parte mentre è definito come carattere principale per la segnaletica. In alternativa all’ITC Legacy Serif, solo in casi in cui è impossibile recuperare il carattere, è previsto l’uso dell’Adobe Garamond.
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aa
3. Il progetto
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 La Fondazione Giorgio Cini fu istituita da Vittorio Cini, in ricordo del figlio Giorgio, con lo scopo di restaurare l’Isola di San Giorgio Maggiore, gravemente degradata da quasi centocinquant’anni di occupazione militare, di reinserirla nella vita di Venezia e di farne un centro internazionale di attività culturali.
ITC Legacy Serif Book alto/basso 12/14 pt
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890
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3. Il progetto
La cancelleria personalizzata Carta intestata Dimensioni reali 21 x 29,7 mm Qui riprodotti al 50%
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37
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37
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20
CENTRO STUDI PER LA RICERCA DOCUMENTALE SUL TEATRO E IL MELODRAMMA
Dott. Mario Rossi via Roma, 52 10100 Torino (TO)
IIL DIRETTORE Maria Ida Biggi M
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Venezia, 3 Aprile 2014 V
Met M et quo d dite te vo volorio. o o. Illuptatas uptatas a nonserci o se c odi od beatur beatu solupta so upta t voluptae vo uptae praerionsed p ae o sed
106
quos eu q eum nus us a su suntur tu aut u untur tu remquate e quate vo volorectur, o ectu , qu quii ium u fuga. uga. Et qui qu rat at et ut qui rem qu q e quam qua facia ac a cum cu niminus m us ent e t ratemquis ate qu s dolorem do o e poremqui po p e qu dust moloribus. o o bus. Epratur, Ep E atu , nihitia t a cus quat quati quatet u auda audam aalitt litatem tate que ve velis e s vo volesed esed qu qui ut que ea que ea vo q volupta upta ss ssimaion a o nonsentur? onse tu ? Lupta est, qu qui tet vo volut ut u facerum ace u eaque nonsequ o sequ aessum qu aaessu qui vo voluptaest, uptaest, ssitem tem vo volest est laborror abo o aalisintibus s t bus eexercid e c d itintior t t o rem e ssimus. us. IInctur? ctu ? Aquod Aquodi co cor ap apicien ce d dioreperum o epe u ve verum u et pe pernam a fa facculliam aaccu a vo voluptur, uptu , ut as asi cumentia ccu e t a do dolor o ree p pro od ditiorro t or o eexplis p s repturem eptu e niae ae nee minventus. nve tus. Sit, S t, que vo volorerum o e u imus. us. Obitt molorrunt Ob O o o u t es magnissi ag ss do dollibus, bus, o omniaa que co comnitatur tatu aut o ommodi od nee p pro o od odi
ITC Legacy Serif Book e bold 9/14 pt
dolorpo do d o po resequo esequo sse sserchit c t abo abore o e ve venisti st busc busciet et aaliquat quat iumque u q que eeruptatiate uptat ate cu cum quat quatias as iiminus us rehendi e e d ccitatisqui tat squ te tem m do dolupti upt be berum u aalisin s ea earupta uptaa do dolorem o e eaquas que ipidit pdt occupta quasp o quaspicc atu aturendit e dtq qui sum qu su harum a u sim s harcita a c ta vo voluptate uptate u nee vvita ta do dolent, e t, co comnienimus n e us rerorionetus e o o etus ess essin n et magnati ag at o orerspe e spe roreperae o epe ae vvo voluptias upt as ve ventt qu qui quos et aarciend c e d eelibus bus d diss do dolores o es aspe aspellitt eostem eoste ree non o consecatur? co secatu u ? Qui Qu num u rendanti e da t quae ssitione t o e ipsunt psu t qu qui quia qu a porem po em vo voluptum uptu hitatiatem tat ate fuga. uga. A At et ve vel et do dolenimus, e us, ut aas ipienis p e s se sendi d o omniss ipsam psam do doloreped o eped esseque cup cupiss abo aboreium re u incium c u qu qui co conecta ecta ttectus, cu cum ut et eenee vo voluptat uptat a laut aut quos et inihite te do dolorion o on co corehent. e e t. Ga. Porum o u et a doluptias do d upt as eex esequo to elit e tp plitiis t s culliquo cu quo es aut acest, o ommodis mod s eu eum ssiti t ipsanditapsa d ta ttus d di do doluptatur uptatu aarci c te tem eexere xe e co consequam sequa restem este iur? u ? Torehen o e e derest de est untis u t s ration at o parum pa p u aut restis est s accaeptatett harciur, a c u , ut eost qu qui co coree nulpa u paa auta pe perenis e s sequ sequiam, a , Lo Lorrum u fugiae ug ae ssitt do doles es moloreped o o eped p est do dolorer o e fernam e a ad mos os ea po pores es esed esedios os ree pa ve veles es eaqui eeaqu q te tem fuga. uga. g Cu Cum auta autam m aut ree p po porem e nus us q que sust et eeicc tet ipsam p psa ve ventius t us eenditib dtb
Isola d di San Giorgio Maggiore, 30234 Venezia e t. 041 27 10 229 - f. 041 52 38 540 www.cini.it - fondacini@cini.it CF 80009330277 - ONLUS
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263 277
3. Il progetto
IL PRESIDENTE Giovanni Bazoli Venezia, 3 Aprile 2014
Met quo dite volorio. Illuptatas no quos eum nus a suntur aut untur
CENTRO STUDI PER LA RICERCA DOCUMENTALE SUL TEATRO E IL MELODRAMMA
qui rem quam facia cum niminus Epratur, nihitia cus quati quatet a que ea volupta ssimaion nonsentu aessum qui voluptaest, sitem voles
IL DIRETTORE
Inctur? Aquodi cor apicien diorep
Giovanni Bazoli
Dott. Mario Rossi via Roma, 52 10100 Torino (TO)
cumentia dolor re pro ditiorro exp Sit, que volorerum imus.
Venezia, 3 Aprile 2014
Obit molorrunt es magnissi dollib dolorpo resequo sserchit abore ven iminus rehendi citatisqui tem dolu occupta quaspic aturendit qui sum
Met quo dite volorio. Illuptatas nonserci odi beatur solupta voluptae praerionsed
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quos eum nus a suntur aut untur remquate volorectur, qui ium fuga. Et qui rat et ut
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qui rem quam facia cum niminus ent ratemquis dolorem poremqui dust moloribus.
sitione ipsunt qui quia porem volu
Epratur, nihitia cus quati quatet audam alit litatem que velis volesed qui ut que ea
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que ea volupta ssimaion nonsentur? Lupta est, qui tet volut facerum eaque nonsequ
tectus, cum ut et ene voluptat laut
aessum qui voluptaest, sitem volest laborror alisintibus exercid itintior rem simus.
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Inctur? Aquodi cor apicien dioreperum verum et pernam facculliam voluptur, ut asi
tus di doluptatur arci tem exere co
cumentia dolor re pro ditiorro explis repturem niae ne minventus.
parum aut restis accaeptatet harci
Sit, que volorerum imus. Obit molorrunt es magnissi dollibus, omnia que comnitatur aut ommodi ne pro odi dolorpo resequo sserchit abore venisti busciet aliquat iumque eruptatiate cum quatias iminus rehendi citatisqui tem dolupti berum alisin earupta dolorem eaquas que ipidit occupta quaspic aturendit qui sum harum sim harcita voluptate ne vita dolent, comnienimus rerorionetus essin et magnati orerspe roreperae voluptias vent qui quos et arciend elibus dis dolores aspellit eostem re non consecatur? Qui num rendanti quae sitione ipsunt qui quia porem voluptum hitatiatem fuga. At et vel et dolenimus, ut as ipienis sendi omnis ipsam doloreped esseque cupis aboreium incium qui conecta tectus, cum ut et ene voluptat laut quos et inihite dolorion corehent. Ga. Porum et a doluptias ex esequo to elit plitiis culliquo es aut acest, ommodis eum siti ipsanditatus di doluptatur arci tem exere consequam restem iur? Torehen derest untis ration
Isola di San Giorgio Maggiore, 30234 Venezia t. 041 27 10 229 - f. 041 52 38 540 www.cini.it - fondacini@cini.it CF 80009330277 - ONLUS
parum aut restis accaeptatet harciur, ut eost qui core nulpa auta perenis sequiam,
Isola di San Giorgio Maggiore, 30234 Venezia t. 041 27 10 229 - f. 041 52 38 540 www.cini.it - fondacini@cini.it CF 80009330277 - ONLUS
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3. Il progetto
Biglietti da visita Dimensioni reali 85 x 55 mm
larghezza logo 32 mm
MARIA IDA BIGGI Direttore Isola di San Giorgio Maggiore 30234 Venezia tel. 041 27 10 236 - fax 041 27 10 215 www.cini.it - teatromelodramma@cini.it
100
ITC Legacy Serif Bold, tutto alto 10/10 pt colore istituzionale ITC Legacy Serif Book, alto basso 8/10 pt nero e colore istituzionale
3. Il progetto
GIOVANNI BAZOLI Presidente Isola di San Giorgio Maggiore 30234 Venezia tel. 041 27 10 229 - fax 041 52 38 540 www.cini.it - fondacini@cini.it
MARIA IDA BIGGI Direttore Isola di San Giorgio Maggiore 30234 Venezia tel. 041 27 10 236 - fax 041 27 10 215 www.cini.it - teatromelodramma@cini.it
101
3. Il progetto
Busta da lettera Dimensioni reali 220x 110 mm Qui riprodotta al 50%
ITC Legacy Serif Bold 9/9 pt
Isola di San Giorgio Maggiore 30242 VENEZIA www.cini.it
15 15
36
Isola di San Giorgio Maggiore 30242 VENEZIA www.cini.it
102
3. Il progetto
Busta per spedizioni Dimensioni reali 330x 230 mm Qui riprodotta al 33%
50 Isola di San Giorgio Maggiore 30242 VENEZIA www.cini.it
20 20
40
Isola di San Giorgio Maggiore 30242 VENEZIA www.cini.it
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3. Il progetto
I manifesti Dimensione reale 700 x 1000 mm
CENTRO STUDI P PER LA RICERCA DOCUMENTALE L SUL TEATRO E IL MELODRAMMA O
ITC Legacy Serif Bold tutto alto 92/90 pt
ITC Legacy Serif Book alto/basso 50/50 pt
ITC Legacy Serif Book alto/basso 65/60 pt ITC Legacy Serif Book alto/basso 50/60 pt
TITOLO O O TITOLO Sottotitolo
Date a Dove si svolge l’evento
g Fotografia
ITC Legacy Serif Bold alto/basso 18/16 pt
104
INFORMAZIONI M
www.cini.it c centrostudivetro@cini.it v T. +39 39 041 27 10 306
ISTITUTO DI STORIA DELLA SOCIETÀ E DELLO STATO VENEZIANO
IL PANE E IL COMPANATICO SEMINARIO
6-9 Maggio Isola di San Giorgio Maggiore
INFORMAZIONI
www.cini.it storia@cini.it T. +39 041 27 10 306
105
EGIDA SARTORI AND LAURA ALVINI EARLY MUSIC SEMINARS
ALESSANDRO STRADELLA 1639 - 1632 Seven new cantadas
17-21 May 2014 Isola di San Giorgio Maggiore Full grants for singers, deadline for application 1 February 2014 master-class by RenĂŠ Jacobs lectures by Gino Bengonzoni and Giulia Giovani
INFORMAZIONI
www.cini.it musica.antica@cini.it T. +39 041 27 10 306
106
CENTRO STUDI PER LA RICERCA DOCUMENTALE SUL TEATRO E IL MELODRAMMA
MARTINUZZI VENINI Dalla scultura al vetro CONVEGNO DI STUDI
6 Giugno 2013 Isola di San Giorgio Maggiore
INFORMAZIONI
www.cini.it centrostudivetro@cini.it T. +39 041 27 10 306
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3. Il progetto
La brochure degli eventi Dimensioni reali 105 x 210 mm Qui riprodotta al 33%
ISTITUTO DI STORIA DELLA SOCIETÀ E DELLO STATO VENEZIANO
mappa
TITOLO TITOLO SOTTOTITOLO Date Luogo dove si svolge
Fotografia
INFORMAZIONI
ITC Legacy serif Book e bold 9/12 pt
108
Lunedì 6 maggio 15.00 G. Benzoni, Un cenno d’avviamento 15.15 Tavola rotonda su L’area altoadriatica coordinata da Giuseppe Trebbi (università di Trieste), cui partecipano: D. Degrassi, La salute vien mangiando. L’alimentazione nel Friuli del Medioevo F. Cavalli, Il cibo e la pietra. Medicina e alimentazione nel libro di famiglia di Nicolò Deportis, nobile cividalese M. Cecere, Sorgo e miglio nell’alto Medioevo friulano C. Lorenzini, Dura polenta. Alimentazione dei boscaioli in Carnia fra Sei e Settecento
ITC Legacy serif Bold tutto alto 14/16 pt ITC Legacy serif Bold tutto alto 14/18 pt
Da San Zaccaria, Ferrovia, Piazzale Roma, Tronchetto: vaporetto linea 2 ogni 10 minuti. FERMATA San Giorgio
ITC Legacy serif Book 10/11 pt
ITC Legacy serif Bold tutto alto 29/27 pt
3. Il progetto
FERMATA
San Zaccaria
linea
2
Piazza San Marco
ISTITUTO DI STORIA DELLA SOCIETÀ E DELLO STATO VENEZIANO
Canal Grande
FERMATA
San Giorgio 2 ea
lin
Canale della Giudecca
linea 2
Isola di San Giorgio Maggiore
IL PANE E IL COMPANATICO SEMINARIO
FERMATA
Zitelle FERMATA
Redentore
6-9 Maggio 2013 Isola di San Giorgio Maggiore
Isola della Giudecca
Da San Zaccaria, Ferrovia, Piazzale Roma, Tronchetto: vaporetto linea 2 ogni 10 minuti. FERMATA San Giorgio
INFORMAZIONI
www.cini.it storia@cini.it T. +39 041 27 10 227
Lunedì 6 maggio 15.00 G. Benzoni, Un cenno d’avviamento 15.15 Tavola rotonda su L’area altoadriatica coordinata da Giuseppe Trebbi (università di Trieste), cui partecipano: D. Degrassi, La salute vien mangiando. L’alimentazione nel Friuli del Medioevo F. Cavalli, Il cibo e la pietra. Medicina e alimentazione nel libro di famiglia di Nicolò Deportis, nobile cividalese M. Cecere, Sorgo e miglio nell’alto Medioevo friulano C. Lorenzini, Dura polenta. Alimentazione dei boscaioli in Carnia fra Sei e Settecento Martedì 7 maggio 9.30 Tavola rotonda su La Lombardia coordinata da Giorgio Chittolini (università di Milano), cui partecipano: F. Del Tredici, Il pane dei poveri. Elemosine post mortem nella Lombardia visconteo-sforzesca D. Bellettati, Per Misericordiam salvi sumus. La carità alimentare dei luoghi pii milanesi R. P. Corritore, E pur si muove! Innovazioni e cambiamenti nella produzione, nella distribuzione e nel consumo di pane e prodotti derivati dalla farina fra tardo Medioevo e Settecento D. Gasparini, Il pane come polenta, la polenta come pane 15.00 Tavola rotonda su La Toscana coordinata da Franco Angiolini (università di Pisa) e Marcello Verga (università di Firenze), cui partecipano: I. Manfredini, La ‘gola punita’ nella pittura toscana tra Medioevo e Rinascimento A. M. Pult, Pane bianco, pane nero, pane di veccia... Qualità e forme di pane nella Toscana moderna A. Addobbati, G. Lo Castro, Il pane e il companatico dell’arcivescovo A. Menzione, Mangiare di festa e di magro
Mercoledì 8 maggio 10.00 Vittore Branca e il lavoro culturale Saluti del Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini G. Benzoni, Venezia da San Giorgio A. Bettinzoli, Branca e Poliziano L. Leonardi, Le carte di Vittore Branca alla Fondazione Franceschini G. Pizzamiglio, Branca, la Fondazione Giorgio Cini e l’italianistica nel mondo G. Auzzas, Vittore Branca e ‘Studi sul Boccaccio’ G. A. Ferrari, L’edizione delle opere di Giovanni Boccaccio 15.00 Tavola rotonda su Il Meridione coordinata da Aurelio Cernigliaro (università di Napoli Federico II), cui partecipano: B. Boccazzi Mazza, Le api e il miele M. C. Spadaro, ‘Osservanza salutare’ del voto quaresimale nella Regola dei Minimi di Paola G. Stanco, ‘Le sagre del grano’ in Irpinia e Sannio M. Pignata, Riti ‘gustosi’ in Terra di Lavoro A. Cernigliaro, L’‘abbondanza’ dalla frugale quotidianità alla lettura in chiave politica Giovedì 9 maggio 9.30 Tavola rotonda su Il Veneto coordinata da Giuseppe Gullino (università di Padova), cui partecipano: A. Caracciolo Aricò, E in campagna l’erba: tra Sanudo e Ruzzante D. Perocco, Mangiare in viaggio C. Boccato, Il pane nelle festività ebraiche G. Vertecchi, Grani e farine a Venezia nel Settecento: lo stoccaggio
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3. Il progetto
La cartolina per le visite guidate Per i turisti in visita a Venezia un’unica volta e che hanno deciso di fare una visita guidata all’interno della Fondazione Cini, è stata pensata una piccola cartolina tascabile, che permette di avere una visione completa dell’isola e su cui sono segnati i luoghi visitati durante la guida, potendo così portare a casa un ricordo della Fondazione e di tutta l’isola di San Giorgio.
Labirinto Borges Nuova Manica Lunga
Biblioteca Longhena Chiostro dei Cipressi
www.cini.it
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Cenacolo Palladiano
Chiostro Palladiano
Scalone Longhena
3. Il progetto
Labirinto Borges Nuova Manica Lunga
Biblioteca Longhena Chiostro dei Cipressi
Cenacolo Palladiano
Chiostro Palladiano
Scalone Longhena
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Cartolina con i luoghi della visita guidata, dimensione reale
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3. Il progetto
La brochure istituzionale Per prensentare le attività della Fondazione Cini è stata progettata una brochure con lo scopo di avere una panoramica sulla storia e sugli intenti della fondazione. Il formato chiuso in cui si presenta è 105 x 210 mm in modo da risultare quadrato mentre si legge e da rientrare nelle misure standard di un foglio macchina 70 x 100 cm cosÏ da evitare sprechi di carta. Per non appesantire la struttura una parte contiene esclusivamente la descrizione in italiano e, girandola al contrario, si possono leggere i testi in inglese considerato che questa brochure viene distribuita a convegni e conferenze di carattere internazionale.
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3. Il progetto
La Fondazione Giorgio Cini
ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIORE E IL COMPLESSO MONUMENTALE
La Fondazione Giorgio Cini, costituita il 20 aprile 1951 da Vittorio Cini in memoria del figlio Giorgio, ottenne nel luglio dello stesso anno dallo Stato italiano la concessione demaniale dell’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. I primi progetti della Fondazione furono rivolti alla soluzione di alcuni dei presenti problemi che affliggevano l’Italia e Venezia nell’immediato dopoguerra: da un lato l’esigenza di formazione professionale dei giovani e, dall’altro, la mancanza di mezzi e strutture dedicate alla ricerca scientifica e culturale. A questo scopo vennero creati il Centro Marinaro e il Centro Arti e Mestieri - istituzioni che per molti anni garantirono a centinaia di ragazzi una formazione professionale, in particolare per alcune attività peculiari legate alla natura della città - insieme con il Centro di Cultura e Civiltà, dedicato alla promozione di manifestazioni scientifiche di altissimo livello come congressi e convegni internazionali per lo studio di temi di natura culturale, artistica, sociale, scientifica ed economica, esposizioni, spettacoli musicali e di arte drammatica, concerti. Oggi, la Fondazione Giorgio Cini è una istituzione culturale conosciuta internazionalmente che continua a trarre ispirazione dalla vocazione originaria e si distingue per essere, allo stesso tempo, un centro di studi e un luogo di incontri politici e di dibattito su questioni attuali. Uno spazio nel quale si sovrappongono costantemente l’attività scientifica - con progetti di ricerca ed eventi che mirano a migliorare la “conoscenza del mondo” - e la riflesione sull’attualità politica e sciale che promuove l’indagine multidisciplinare e sperimenta il confronto tra saperi e culture scientifiche e professionali diverse, allo scopo di fornire nuovi strumenti di analisi e di comprensione, oltre che occasioni propizie, per “costruire un mondo nuovo”.
L’Isola di San Giorgio Maggiore, già abitata nel periodo romano, era in antico chiamata Insula Memmia, dalla gens eponima che qui aveva proprietà, e assunse l’attuale denominazione successivamente alla erezione, nella prima metà del IX secolo, di una chiesa dedicata a San Giorio. Nel 982, l’abate Giovanni Morosini ottenne l’Isola in dono dal doge Tribuno Memmo, allo scopo di fondarvi un monastero benedettino. A partire da quella data Isola e monastero crebbero e prosperarono, divenendo un centro spirituale ed economico di primo ordine, anche grazie al protettorato dogale esercitato e rinnovato senza soluzioni di continuità, sino alla caduta della Serenissima. Il complesso iniziò ad assumere la fisionomia attuale intorno alla fine del XV secolo, con l’intervento dell’architetto luganese Giovanni Buora, responsabile della costruzione del luminoso spazio della Manica Lunga, l’antico dormitorio dell’abbazia. Al figlio Andrea spetta invece la realizzazione del Chiostro dei Cipressi, notevole esempio di architettura rinascimentale. Il secondo grande intervento architettonico che investì le fabbriche benedettine fu opera di Andrea Palladio ceh, assunto il ruolo di primo architetto, rinnovò radicalmente la precedente chiesa gotica, costruì il nuovo refettorio (in cui Paolo Veronese dipinse la mirabile tela con Le Nozze di Cana, recentemente “tornata” nella sede originaria attraverso la collocazione di un facsimile realizzato con tecnologie avanzate) e il secondo Chiostro, una delle creazioni palladiane più belle con un’armonia tra vuoti e pieni che ne fa un perfetto luogo di meditazione Baldassare Longhena completò gli spazi del complesso monumentale con due interventi che segnano l’avvio della stagione barocca a San Giorgio Maggiore: lo Scalone monumentale, che dà accesso agli appartamenti dell’abate, del 1645, e la Biblioteca, del 1653, completata con il ciclo di tele dei pittori lucchesi Giovanni Coli e Filippo Gherardi e cn la collocazione delle librerie in legno di noce su disegno dello stesso Longhena. In seguito alla caduta della Serenissima nel 1797 l’Isola divenne sede militare, destinazione mantenuta successivamen-
Giovanni Bazoli
te dal governo austriaco e da quello italiano, inaugurando una lunga stagione di spoliazioni e manomissioni che modificarono profondamente il volto del monastero. Con gli edifici monumentali frazionati senza criterio e spesso destinati a scopi irrispettosi del valore storico e artistico, l’Isola conobbe un periodo di penoso decadimento. Solo grazie all’intervento di Vittorio Cini e ai restauri diretti da Ferdinando Forlati il complesso abbaziale fu restituito all’antico splendore.
PALAZZO CINI A SAN VIO Altra sede storica della Fondazione Giorgio Cini è Palazzo Cini a San Vio, edificio cinquecentesco, già dei Grimani di Santa Maria Formosa, che fu per anni la residenza principale di Vittorio Cini. La Galleria di Palazzo Cini, concepita come una casa-museo, fu inaugurata nel 1984 in seguito alla donazione da parte della principessa Yana Cini Alliata di Montereale, figlia di Vittorio Cini, che nel 1981 lasciò alla Fondazione un cospicuo gruppo di dipinti toscani, alcune sculture di pregio e diversi oggetti di arte decorativa, insieme ai piani del palazzo che oggi li ospitano; nel 1989 si aggiunse il nucleo di tavole ferraresi in deposito per gentile concessione dell’altra figlia di Vittorio Cini, Ylda Cini Guglielmi di Vulci. Oltre alla collezione permanente, la Galleria accoglie presentazioni di libri e riviste, esposizioni temporanee e proposte d’ascolto di musica rara.
LE ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE Nota in Italia e nel mondo soprattutto come una fucina di studi umanistici, nel corso degli anni la Fondazione si è caratterizzata, allo stesso tempo, come un centro di studi e un luogo di incontri politici e didibattito sui temi dell’attualià politica e sociale. Una distinzione rilevante dal punto di vista dell’organizzazione delle attività culturali è quella tra attività disciplinari e multidisciplinari. In generale, nelle prime, che sono le attività proprie degli Istituti e dei Centri, prevale l’aspetto di ricerca e il lavoro volto alla produzione di conoscenza, nelle seconde che sono trasversali alle attività di Istituti e Centri e sono coordinate dalla Segreteria Generale, la riflessione è finalizzata ad affrontare questioni di attualità, politicamente o culturalmente rilevanti. Una vasta rete di qualificati collaboratori esterni è spesso coinvolta in entrambi i casi. Alcuni studiosi di fama internazionale che fanno parte di questa rete costituiscono l’International Advisory Board della Fondazione e il loro compito è quello di contribuire alla definizione delle strategie culturali attraverso l’analisi critica dei programmi e la formulazione di proposte originali. La Fondazione trova un punto di distinzione e di forza nella capacità di intrecciare le due modalitù organizzative sopra indicate, mirando allo stesso tempo ad accrescere la conoscenza dei problemi e a delinearne le possibili soluzioni, favorendo il confronto tra intellettuali e personalità d’azione e di impresa.
Attività di ricerca Le attività di ricerca disciplinari della Fondazione sono concepite e realizzate in piena autonomia dagli Istituti e dai Centri di ricerca: l’Istituto di Storia dell’Arte, l’Istituto per la Storida della Società e dello Stato Veneziano, l’Istituto per la Musica, l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi, il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma, l’Istituto interculturale di Studi Musicali Comparati. La diversificazione e la ricchezza del patrimonio, insieme
all’ambizione di essere presente con diverse modalità in tutti i settori degli studi umanistici, sono all’origine della eterogeneità delle attività. I risultati delle ricerche vengono valorizzati e divulgati, quindi, attraversi convegni e seminari, corsi, concerti, mostre e pubblicazioni. Convegni e Seminari Vengono promossi incontri che mettono gli studiosi in condizione di determinare lo stato dell’arte della loro disciplina e di progredire nella ricerca attraverso il confronto con altri specialisti; vengono offerte al pubblico opportunità di avvicinarsi a tali argomenti attraverso conferenze di carattere divulgativo; vengono ospitate iniziative di rilievo per la formazione dell’opinione pubblica. Corsi Le attività formative hanno svolto un ruolo di primo piano nella storia della Fondazione e attualmente affrontano discipline quali la musica, antica e contemporanea, l’etnomusicologia, e la letteratura. Spesso nel programma di questi incontri vengono inseriti concerti e spettacoli aperti al pubblico con lo scopo di offrire occasioni di incontro con tali matere ad un insieme di fruitori non specialistico. Pubblicazioni La produzione editoriale della Fondazione è organizzata principalmente per collane di saggi e di cataloghi d’arte e, in campo musicale, di edizioni critiche.
IL CENTRO INTERNAZIONALE DI STUDI DELLA CIVILTÀ ITALIANA “VITTORE BRANCA”
LE BIBLIOTECHE E LA NUOVA MANICA LUNGA
IL PATRIMONIO DOCUMENTALE E ARTISTICO
Il ruolo culturale e istituzionale della Fondazione Giorgio Cini trova una declnazione indedita nel Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana “Vittore Branca”, destinato a valorizzare il patrimonio artistico e documentale presente sull’Isola, creando legami nuovi tra Istituti e Centri della Fondazione, giovani studiosi e personalità della cultura internazionale. Il Centro intitolato a Vittore Branca, italianista di fama mondaiale e storico Segretario generale della Fondazione Giorgio Cini, rappresenta un polo internazionale di studi umanistici ed è lo strumento principlae di attuazione della strategia di apertura e valorizzazione del grande scrigno di tesori dell’arte e del pensiero custoditi sull’Isola di San Giorgio Maggiore.
Le biblioteche della Fondazione dispongono di oltre 300.000 volumi e rappresentano uno straordinrio strumento di studio e di ricerca nei campi della storia, storia dell’arte, lettere, musica, teatro. Le raccolte custodite nell’Isola di San Giorgio Maggiore sono altamente specializzate e tradizionalmente legate alle attività degli Istituti e dei Centri in cui si articola l’attività scientifica della Fondazione. Gli spazi dedicati alla fruizione del patrimonio delle biblioteche sono organizzati intorno alla Nuova Manica Lunga, che, insieme acon la Biblioteca seicentesca progettata da Baldassare Longhena e destinata a sala di lettura, rappresenta il luogo più favorevole alla concentrazione e allo studio.
Nel corso degli anni la Fondazione ha acquisito un cospicuo patrimonio documentale nei diversi ambiti disciplinari di cui si occupa. Grazie al proprio prestigio la Fondazione, ha ricevuto per lasciti e donazioni, i fondi, gli archivi e le biblioteche personali di esponenti della cultura internazionali. Tali materiali, dopo un accurato lavoro di riordino e di catalogazione, entrano a far parte del patrimonio offerto agli studiosi, incrementato attraverso le attività di ricerca e le acquisizioni da parte degli Istituti e dei Centri della Fondazione.
Per frequentare il Centro è necessario presentare un progetto di ricerca che abbia per oggetto la civiltà italiana in una delle sue manifestazioni peculiari: le arti, in particalre l’arte veneta, la storia, in particolare la storia della società e dello Stato veneziani, la letteratura, il pensiero, la musica e il teatro.
La riqualificazione degli spazi, realizzata secondo il progetto dell’architetto Michele De Lucchi, favorisce un percorso di fruizione aperto e multidisciplinare, creando un luogo ideale per accogliere gli studiosi in una struttura che mette a disposizione servizi e materiali funzionali alla ricerca
Residenza Situata nel parco dell’Isola, la residenza del Centro Vittore Branca può ospitare fino a 90 studiosi in camere singole e doppie, attrezzate anche per la preparazione di pasti, dotate di collegamento a Internet e con servizi collettivi di lavanderia. Per favore la vita sociale e la circolazione delle idee, la residenza offre spazi comuni a tutti gli ospiti come la sala soggiorno, la sala per la musica e l’area fitness.
Il nucleo delle collezioni della Fondazione è merito di acquisti e donazioni del fndatore, Vittorio Cini, entusiasta e avveduto collezionista a cui si sono aggiunti via via lasciti di personalità della cultura, collezionisti e artisti. Fondi Sibilla Aleramo, Arrigo Boito, Alberto Bruni Tedeschi, Alfredo Casella, Alain Daniélou, Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse, Benno Geiger, Gian Francesco Malipiero, Aurel M. Milloss, Ottorino Respighi, Ulderico Rolandi, Nino Rota, Camillo Togni, Diego Valeri, Gustavo Botta, Oscar Chilesotti, Vittorio Cian, Sito Cisilino, Luigi Cortese, Gino Gorini, Olga Resnevic e Angelo Signorelli, Olga Rudge, Giovanni Pascoli, Egida Sartori, Gastone Vio. Archivi Antonio Vivaldi; Fototeca di Storia dell’Arte con fondi fotografici appartenuti a Giuseppe Fiocco, Rodolfo Pallucchini, Nicola Ivanoff e Franc Zava; Storia dello Stato veneziano; Iconografia teatrale e musicale. Arazzi Venticinque esemplari prodotti tra il Quattrocento e il Settecento da manifatture di Bruxelles, fiamminghe e francesi.
VISITE GUIDATE Il complesso monumentale di San Giorgio Maggiore è aperto a singoli e a gruppi grazie a un servizio di visite guidate organizzate in collaborazione con Codess Cultura. Per maggiori informazioni: www.cini.it
COME ARRIVARE ALLA FONDAZIONE GIORGIO CINI Vaporetto linea 2 ogni 10 minuti
Arte contemporanea Renzo Biason, Felice Carena, Carlo Dalla Zorza, Filippo De Pisis, Henri Gaudier-Brzeska, Corrado Gianquinto, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Giorgio Morandi, Armando Pizzinato, Gino Rossi, Gino Severini, Emilio Vedova. Dipinti antichi Oltre alla collezione a Palazzo Cini, vanno ricordati i dipinti che ornano le sale della Fondazione tra cui un polittico tardogotico di Lorenzo veneziano e due ritratti di Marco Benefial. Libri antichi Libri veneziani illustrati provenienti dalle collezioni Essling, d’Adda, Fairfax Murray e altri importanti bibliofili. Miniature e manoscritti Oltre 250 pagine e iniziali miniate desunte da libri di coro medievali e rinascimentali e alcuni pregevoli manoscritti miniati. Mobili Arredi d’epoca provenienti dal castello di Monselice molti dei quali realizzati in botteghe venete. Sculture Numerose sculture tra cui il nucleo di statue di Francesco Cavrioli, Giambattista Paliari e Domenico Negri. Strumenti Musicali Tra i numerosi strumenti: due fortepiano del 1787 e 1823, il clavicordo e la spinetta inglese di Egida Sartori e l’armonium di Nino Rota. Disegni e stampe Oltre 6000 esemplari di disegni di artisti veneti con opere di Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Canaletto e disegni di scuola emiliana.
CONTATTI Isola di San Giorgio Maggiore 30124 Venezia
Istituto di Storia dell’Arte +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it
Centralino +39 041 5289900
Istituto per la Stora della Società e dello Stato veneziano +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it
Segreteria Generale +39 041 2710229 segr.gen@cini.it Ufficio Stampa +39 041 2710280 stampa@cini.it Ufficio comunicazione e marketing +39 041 2710402 Ufficio editoriale +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it Ufficio coordinamento e gestioni degli spazi +39 041 2710 202 congressi@cini.it Biblioteche della Fondazione Giorgio Cini +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana “Vittore Branca” +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it
Istituto per la musica +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it Istituto Italiano Antonio Vivaldi +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it Seminari di Musica Antica “Egida Sartori e Laura Alvini” +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it Centro Studi per la ricerca documentale sul Teatro e il Melodramma +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it Palazzo Cini a San Vio +39 041 2710 202 ufficio.editoriale@cini.it
Qui è presentata solo la struttura della parte in italiano, identica a quella in inglese in cui cambieranno solo le fotografie. In totale la brochure sarà composta da 48 facciate compresa la copertina.
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3. Il progetto
Lettera da San Giorgio La rivista “Lettera da San Giorgio” ha subito un cambiamento non solo visuale ma anche a livello di architettura dei contenuti: se attualmente l’indice presenta una lunga lista di voci da raggiungere, ora ci sono poche specifiche sezioni in cui sono raggruppati argomenti simili. Il formato chiuso è diventato quadrato, 210 x 210 mm, che conferisce alla pubblicazione un carattere di catalogo d’arte, aumentandone il prestigio. La copertina sarà composta dall’intestazione in un quadrato rosso e l’immagine del tema principale scontornata e ingrandita su un particolare, presentando poi l’intera immagine in seconda di copertina. In questo modo viene messa in risalto la relazione tra la Fondazione e l’argomento trattato, senza altri elementi di disturbo.
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3. Il progetto
Copertina
Seconda di copertina
LETTERA DA SAN GIORGIO 29
LETTERA DA SAN GIORGIO 27
LETTERA DA SAN GIORGIO 28
LETTERA DA SAN GIORGIO 28
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indice
3. Il progetto
LETTERA DA SAN GIORGIO 27
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Editoriale
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Agenda
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Principali attività future
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Collezioni
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Progetti e ricerche
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Presenze a San Giorgio
25
Pubblicazioni
30
Contatti
Venini & C., Variegati. Vaso in vetro trasparente con decoro a fili policromi, con la superficie fortemente iridata. Disegno 1942
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Il tema principale di questa edizione della «lettera da San Giorgio» è il vetro veneziano, a cui abbiamo dedicato la copertina e una serie di articoli all’interno della rivista. Vogliamo celebrare l’avvio di un progetto pluriennale, Le Stanze del Vetro, realizzato in collaborazione con Pentagram Stiftung, fondazione privata di diritto dvetico che ha per scopo la promozione e il sostegno dell’ arte e della cultura vettaria contemporanea e storica. Grazie a Le Stanze del Vetro si recupera un edificio storico dell’Isola (il piano terra dell’ex convitto) e lo si destina alla fruizione pubblica, trasformandolo in un centro espositivo moderno e funzionale, appositamente dedicato a quella straordinaria forma d’arte che è il vetro veneziano, in particolare quello del Novecento. Il primo significativo evento de Le Stanze del Vetro sarà la mostra dedicata all’architetto Carlo Scarpa e alle creazioni frutto della sua collaborazione con Venini. Il progetto Le Stanze del Vetro prevede anche la creazione, in seno al nostro Istituto di Storia dell’Arte, di un Centro Studi dedicato all’arte vetraria che avrà, tra gli altri, il compito di costituire un archivio generale del vetro veneziano e una biblioteca specializzata, da mettere a disposizione di studiosi, artisti, appassionati e connaisseurs. I; avvio de Le Stanze del Vetro costituisce la manifestazione di spicco di un semestre nel quale sono programmati altri eventi di notevole rilievo, dai ‘classici’ Dialoghi di San Giorgio, quest’anno dedicati alle Vtsioni del mondo, all’ottava edizione del Futuro della Scienza che avrà per tema la Nanosodety. Tuttavia, desidero in particolare ricordare, due eventi della nostra programmazione autunnale. n primo è un convegno dedicato al Teatro musicale di Lucimw Berio. Si tratta della prima iniziativa pubblica dell’Istituto per la Musica dall’insediamento del nuovo direttore, Gianmario Borio; un’iniziativa realizzata all’insegna della continuità progettuale con il suo predecessore, Giovanni Mordli. Il secondo è il convegno Luigi Squarzina. Studioso, drammaturgo e regista teatrale organizzato insieme all’Accademia dei Lincei e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica per studiare approfonditamente e a tutto tondo la figura di un grande protagonista della cultura italiana del Novecento, che ha voluto donare la sua biblioteca personale alla nostra Fondazione affinché fosse destinata alla pubblica e libera fruizione.
editoriale
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Il Presidente Giovanni Bazoli
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The Eight world conference on the Future of the Science Nanoscience Society 16 - 18 Settembre 2012 Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
The World Conference on the Future ofScience è un ciclo di conferenze annuali internazionali, organizzate congiuntamente dalla Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Giorgio Cini. eottava edizione affronta uno dei temi che sta suscitando sempre maggiore interesse scientifico, economico e politico su scala globale: le nanotecnologie. Insieme ad alcuni tra i maggiori protagonisti della ricerca mondiale verrà presentato un ritratto della società nanotecnologica: i vantaggi, i rischi, le prospettive, il cambiamento culturale. Si parlerà del ruolo strategico delle nanotecnologie nd migliorare la qualità ddla vita e l’organizzazione dd quotidiano, grazie ai progressi in settori come i nuovi materiali, le tecnologie dell’informazione, la medicina e la biotecnologia. E insieme alla necessità di affrontare problemi con implicazioni sociali, come la sostenibilità e i rischi per la salute, verranno presentati i potenziali benefici per la società e l’ambiente: di questo e molto altro ancora si discuterà a Venezia dal 16 al 18 settembre 2012 sull’Isola di San Giorgio Maggiore. Per partecipare e conoscere i dettagli del programma è possibile accedere al sito web: thefutureofscience.org.
Le arti di Piranesi Dopo il grande successo di critica (il premio Nobd Mario Yargas Llosa l’ha definita ‘straordinaria’) e di pubblico (150.000 visitatori), l’esposizione Le Arti di Piranesi. Architnt6. incirow:. antiqutlrio, vedutista. designer, sbarca a Barcellona dove riaprirà presso il Caixa Forum della città catalana, sede deli’Obra Social La Caixa, che ha prodotto il tour spagnolo. La mostra, ideata da Michele De Lucchi e realizzata dalla Fondazione Giorgio Cini insieme a Factum Arte rappresenta un’esploauione a tutto tondo della prote.iforme attività di Giambattista Piranesi (Venezia 1720 ~Roma 1778), offrendo un suggestivo percorso espositivo che affianca le stampe, selezionate dal corpUt integrale posseduto dalla Fondazione Giorgio Cini. a una serie di creazioni che restituiscono in chiave contemporanea il linguaggio e lo stile di Piranesi: tra queste un video in 3D delle Carceri J1nvmzione e otto oggetti. originali (due tripodi, un vaso, una sedia, un candelabro, un altare, una caffettiera e un c::amino c::on alari e braciere) elaborati da Factum Arte sulla base delle stampe di Piranesi, cui si aggiungono le vedute di Roma, Tivoli e Paesrum di Gabriele Basilico.
5 Ottobre 2012 20 Gennaio 2013 Barcellona, Caixa Forum
attività future
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Convegni e seminari Luigi Squarzina. Studioso, drammaturgo e regista teatrale
Mostre Carlo Scarpa Venini 1932-1947 29 Settembre 29 Novembre 2012 Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore Ingresso libero dalle 10 alle 19 chiuso il mercoledì
I.:esposizione Carlo Scarpa. V mini 1!)32- 1!)47 a cura di Marino Barovier, costituisce la prima iniziativa pubblica delle Stanze del Vetro, un progetto culturale pluriennale della Fondazione Giorgio Ci n i in. collaborazione con Pentagram Stiftung che avrà come scopo di approfondire lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana dd Novecento. Questa prima mostra ricostruisce attraverso la presentazione di oltre trecento opere il percorso creativo di Carlo Scarpa negli anni in cui opero come direttore artistico per la vetreria Venini (dal 1932 al1947). I pezzi esposti saranno suddivisi in circa trenta tipologie che si diffèrenziano per tecnica di esecuzione e per tessuto vitreo (dai vetri s01’1’11’M’fSi alle murrine romane, dai corro# ai vetri a pennellate).
Il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Mdodramma Europeo, in collaborazione con l’ Accademia dei Lincei e con l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, organizza un convegno internazionale dedicato alla figura artistica e all’opera del regista e drammaturgo Luigi Squarzina. Il convegno, a cura di Maria Ida Biggi, è articolato in più sessioni nel’arco di tre giornate, e vede la partecipazioni di docenti universitari e giovani studiosi; completano il programma due tavole rotonde che raccolgono le testimonianze dei collaboratori di Squarzina e alcune letture di suoi autori. L’appuntamento nasce dalla volontà di rendere omaggio al maestro, che ha voluto donare la sua biblioteca personale al Centro Studi Teatro della Fondazione Giorgio Cini. Il convegno ha il sostegno del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali del’Università Ca’ Foscari, della Fondazione Teatro La Fenice, della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca dd Monte di Lugo e della Regione del Veneto. Inoltre potrà avvalersi della Media Partnership di RAI RADIO 3. Il programma del convegno verrà pubblicato sul sito web: cini.it.
4-6 Ottobre 2012 Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
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13. Mostra Internazionale di Architettura Common Ground - Beyond Entropy Angola. Padiglione Angola 29 agosto - 25 novembre, isola di San Giorgio Maggiore
Convegno internazionale di studi Luigi Squarzina. Studioso, drammaturgo e regista teatrale. 04 - 06 ottobre, isola di San Giorgio Maggiore
Mostra Le Stanze del Vetro - Carlo Scarpa. Venini 1932 -1947 29 agosto - 29 novembre, isola di San Giorgio Maggiore
Mostra Las Artes de Piranesi. Arquitecto, grabatlor, anticuario, veelutista y disefiador 5 ottobre - 20 Gennaio 2013, Caixa Forum, Barcellona
Rassegna di concerti “Li. Ve in Venice” Settembre, Teatro Verde
Concerto del violinista Enzo Porta in duo con Silvia Tarozzi -In collaborazione con 56. Festival Internazionale di Musica Contemporanea 7 ottobre, isola di San Giorgio Maggiore
Mostra fotografica Pesci fuor d’acqua di Carlo Rocchi Bilancini 01 settembre - 10 Ottobre, isola di San Giorgio Maggiore
Libri a San Giorgio 9 - 17 - 25 ottobre, Isola di San Giorgio Maggiore
Evento inaugurale dell’edizione 2012 I Dialoghi di San Giorgio 10 settembre, isola di San Giorgio Maggiore
Venice-Delhi Seminars La sfida globale delle differenze culturali in un’epoca di turbolenze economiche. Un confronto tra Est e Ovest 18 - 20 ottobre, isola di San Giorgio Maggiore
I Dialoghi di San Giorgio - Visioni del mondo. Il mito della conoscenza universale e l’estetica dell’immaginazione globale 11 - 13 settembre, isola di San Giorgio Maggiore
Spettacolo musicale di marionette per adulti Santa Cecilia dei macelli (una voce che poco “fa”) 18 ottobre - 29 novembre, isola di San Giorgio Maggiore
The Eighth World Conference on the Future of Science Nanoscience Society 16 - 18 settembre, isola di San Giorgio Maggiore
Laboratorio di aggiornamento didattico Canti italiani di tradizione orale per una didattica interculturale 24 - 25 ottobre, isola di San Giorgio Maggiore
Concerto del Kammerorchester Arcata Stuttgart - Associazione Culturale Italo-Tedesca, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini 23 settembre, isola di San Giorgio Maggiore
Seminario e concerto Polifonie “in viva voce” 16 - Polifonie maschili eli Ceriana (Ponente ligure) 7 Novembre, isola di San Giorgio Maggiore
Giornate studio Il teatro musicale di Luciano Berio 28 - 29 settembre, Isola di San Giorgio Maggiore
Convegno internazionale Improvised Music in Europe: 1966-1976 20 - 21 Novembre, isola di San Giorgio Maggiore
agenda
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Vittorio Cini, la Fondazione e il vetro di Murano
di Matteo Gardonio cio riconosco che questo amore per I’ane è stato sempre presente in meÂť. Con tali parole Vittorio Ci n i ammetteva a potere ammaliante che l’arte esercitava sul suo animo. Che si trattasse di quadri. scult:ure. araW. o .maioliche. venivano sempre considerate opere da vivere essenzialmente nella sfera ddla quotidiani lĂ C interesse nei confronti del vetro, in p articolar modo muranese. da parte di Vittorio Cini, si inserisce in quest’ottica. ampliandosi dalla semplice concezione di collezionista per proprio diletto ad autentico regista. graĂše alle numerose iniziative intraprese nel tempo. Partendo dal suo stlltUS di coU~onista, va segnalato l’acquisto di alcuni vasi in vetro alla Biennale del1934 presieduta dall’amico Giu.seppe Volpi, che con Vittorio Cini faceva parte del cosiddetto “gruppo venezianoâ€?, un sodalizio nato all’inizio del Novecento con lo scopo di promuovere lo sviluppo economico e industriale di Venezia. Cinvenwio manoscritto conservato in Fondazione annovera tra le opere provenienti da Casa Cini: un ‘â€?vaso in vetto bianco a boccia stretta con piedistalloâ€?, un “vaso in vetro paglierino a forma di tulipanoâ€? a dimostrazione di un interesse nei confronti ddle forme moderne che all’epoca cercavano di afďŹ ancarsi da un gusto ottocentesco, ancora pt:edominante nel mercato. Discorso a pane merita la FDgUa, anch’essa registrata nell’inventario come “foglia soprammobile in vetto di Muranoâ€? e pagata all’epoca quindicimila lire, e.segui-
ta nel1938 dalla Venini & C. N disegno di Tyra Lundgren, artista svedese con una spi<:eata predll~one per la natura. Si tratta di una splendida coppa alta diciotto centimetri a forma di foglia, in vetto tessuto lattimo. A questi pregevoli manufutti si uniscono altre opere di grande fĂ scino: oltre alla Foglia della LWldgren, il Vaso Vtrontse di color verdognolo, esemplare eseguito dalla ditta Vetri SofďŹ ati Muranesi Cappellin Venini & C. tra il1921 e il1925, su disegno di Vitrorio Zecchin, allora direttore artistico, qui reinterpretato in un pezzo Wlico dalla Compagnia Venezia Mur.ano e il V4r0 So1â&#x20AC;&#x2122;1111U!â&#x20AC;&#x2122;f10 blu, la aĂš primigenia intuizione spetta a Flavio Poli e alla mano di Archimede Seguso. Un posto dâ&#x20AC;&#x2122;onore ricopre il cosiddetto VasD int:iso, realizzato nel 1956 dalla Venini & C. su disegno di Paolo Venini, presente anche tra i capolavori che furono esposti alla mostra Gli anitti di Vmini. Per una storia del tlmâ&#x20AC;&#x2122;f) dâ&#x20AC;&#x2122;arte vtni!ZĂ&#x152;II.no, otganinata alla Fondazione Giorgio Cini nel 1996. La dew:izione di questâ&#x20AC;&#x2122;ultimo, riportata nellâ&#x20AC;&#x2122;inventario della Fondazione, lo presenta come Wl. â&#x20AC;&#x153;vaso di color rosso bordeaux. a forma di pera allWlg<U.aâ&#x20AC;?. Inoltre sono per tradizione riferite alla produzione Venini le app!UJues che si possono ammirare nella sala Carnelutti dellâ&#x20AC;&#x2122;Isola di San Giorgio Maggiore. Unâ&#x20AC;&#x2122;ennesima testimonianza del legame &a Vittorio Cini e lâ&#x20AC;&#x2122;arte vetraria muranese è il lampadario che egli volle donare a Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli. I.:omaggio fu molto apprezzato dal PonteďŹ ce che prima di salire al soglio di Pietro era stato Patriarca di Venezia e che nellâ&#x20AC;&#x2122;occasione inviò alla fabbrica dove era statorealizzato un biglietto in cui si rallegrava ÂŤnellâ&#x20AC;&#x2122;apprendere con quale ďŹ liale ossequio i dirigenti e le maestranze degli Stabilimenti Seguso si siano impegnati nel delicato e pregevole lavoro& (13 maggio 1960). Venendo a tempi recenti. la Fondazione Giorgio Cini ha inteso ridare slancio allâ&#x20AC;&#x2122;arte vetraria murane.se, anche attraverso lâ&#x20AC;&#x2122;ac.quisizione dello straordinario archivio dcl. MB 4FHVTP 7FUSJ Et "SUF EB QBSUF EE $FOUSP 4NEJ EE 7FUSP DSFBUPTJ BMM JOUFSOP dellâ&#x20AC;&#x2122;Istituto di Storia dellâ&#x20AC;&#x2122;Arte nellâ&#x20AC;&#x2122;ambito del progetto plwiennale Le Sttlnze del Vetro, nato dalla collaborazione tra la Pentagrarn Stift:ung e la stessa Fondazione Giorgio Cini. Disegni. acquerelli. progetti e S<::hizzi ce ne descrivono la produzione dallâ&#x20AC;&#x2122;esordio, avvenuto nel 1933 con il nome di Artistica SoďŹ&#x201A;ieria e Vetreria Barovier Seguso e Ferro, alle repentine evoluzioni che portarono alla nascita della Seguso Vetri Dâ&#x20AC;&#x2122;Arte. illustri artisti e rafďŹ nati designer si afďŹ ancarono nel tempo a valenti artigiani dando vita a Wla delle fĂ bbriche piĂš gloriose del mondo vetrario veneziano dd Now:<:ento. Flavio Poli, per esempio, direttore artistico dal 1937 al 1963, caratterizzò la produzione della Seguso con una ricerca unica tra materiali e cromie e cosl fece il suo successore, Mario Pinzoni, la cui attivitĂ . tra il 1963 c ill968, oggi cttonea.m.ctl!e sottovalutata, emerge fulgida dallâ&#x20AC;&#x2122;archivio custodito alla Fondazione. Proprio alla mano di
Foglia. Venini &: C. disegno Tyn Lundgren, 1938 Fondazione Giorgio Cini Venezia
collezioni
3. Il progetto
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Dialoghi di San Giorgio Visioni del mondo. Il mito della conoscenza universale e lâ&#x20AC;&#x2122;estetica dellâ&#x20AC;&#x2122; immaginazione globale
10 - 13 Settembre 2012 Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
Questo Dialogo nasce dalla consapevolezza dellâ&#x20AC;&#x2122;urgenza di una riďŹ&#x201A;essione sulla telazione tra conoscenza e potere. Le nuove tecnologie dellâ&#x20AC;&#x2122;informazione sembrano offrire rinnovate opportunitĂ di connessione e di conoscenza globale. Queste tecnologie sono di solito accompagnate da nuove â&#x20AC;&#x2DC;grandi narrazioniâ&#x20AC;&#x2122; che esaltano i miti della conoscenza Wl.iversale e della uasparenz essere risolti se solo tutto, a proposito di tutto c in ogni luogo, fosse, o potes.se were, saputo. Le virtĂš della responsabilitĂ , dellâ&#x20AC;&#x2122;accessibilitĂ e dd controllo moralizzano cosl il mondo delle banche dati globali. Tuttavia, è impossibile sottacerc i gravi rischi che accompagnano questo nuovo ordine della conoscenza: in particolare lâ&#x20AC;&#x2122;espropriazione o la soppressione di altre virtĂš - il tacito, il sottointeso, il nascosto - e di forme plâ&#x20AC;&#x2122;Ă&#x152;vllte di conoscenza e di abilitĂŹL Unâ&#x20AC;&#x2122;ulteriore minaccia è rappresentata dalle grandi aziende dd settore, che controllano in misura aescerue i sistemi di conoscenza globale e possono, in nome del sapere universale e della responsabilitt trasparente, &fruttarli a proprio vantaggio. La criticitĂ del rapporto tra conoscenza e potere non è cenamentc una novitĂ . ma le caratteristiche della situ.a:z.ione attuale rendono unâ&#x20AC;&#x2122;analisi approfondita di tale relazione particolarmente urgente. Da tempo si sente ripetere che è importante pensare globalmente e agire localmente, ma è difďŹ cile capire quanto â&#x20AC;&#x2DC;contanoâ&#x20AC;&#x2122; le azioni locali ed è altrettanto difďŹ cile pensare simultaneamente su scala globale. Il Dialogo si intettoga sullâ&#x20AC;&#x2122;estetica della conoscenza globale in tempi di c.risi, in particolare su pregi c difetti, vizi c virtĂš di differenti visioni del mondo, opponendo il singolare allâ&#x20AC;&#x2122;universale, il tangibile allâ&#x20AC;&#x2122;astratto, le desc. riuoni intellettuali alle rappresentazioni estetiche del mondo. Esistono molte lunghe storie di progetti che hanno tentato di ricondurre il globo a Wta scala che ne rendesse evidenti i contenuti e le connessioni: cartograďŹ e di cittĂ , paesaggi, mappamondi, collezioni, musei, enciclopedie; il tema dellâ&#x20AC;&#x2122;Arca inteso sia come sc.rigno dellâ&#x20AC;&#x2122;universo sia come meccanismo di sop.ravv:iveru;; i progetti modernisti per la creazione di linguaggi universali, esposizioni e sistemi di dati capaci di .racchiudere il mondo intero. Spesso cruciale, in tutti questi tentativi, è la pretesa che una migliore rappresentazione del mondo lo renda migliore: come in uno specchio correttivo, il mondo verrebbe riftesso e, contemporaneamente, migliorato. Pertanto, tali progetti appartengono alla storia delle utopie. Unâ&#x20AC;&#x2122;isola appartata consente a ~ma comuw di costruire un mondo
ideale in miniatura. Legami propizi tra lâ&#x20AC;&#x2122;isola e la terra &rma aiutano lâ&#x20AC;&#x2122;ideale a diventare una risorsa altrove. Il nostro Dialogo riuni5ce su unâ&#x20AC;&#x2122;isola alcuni tra coloro c::he banno a c::uore gli enigmi e le prospettive di queste â&#x20AC;&#x2DC;arti politicheâ&#x20AC;&#x2122;.Il Dialogo si pone la questione della scala alla quale le arti politiche della rappresentaUone possono funzionare. I pa.tâ&#x20AC;&#x2122;tl:cipanti esploreranno le combinazioni possib.ili di micro e macro-cosmiche immagini del mondo, il modo in cui salti di scala relativi allâ&#x20AC;&#x2122;immediato, allocale e al miniaturizzato possono rivelarsi risorse per il globale o il mondiale. Queste â&#x20AC;&#x2DC;re-visioniâ&#x20AC;&#x2122; saranno realistiche e non pretenderanno di dare risposte deďŹ nitive o spiegauoni esaurienti a una questione di fondo: in alternativa a forme di astrazione riduttiva, che funUonano rimuovendo tratti caratteristici del mondo, è possibile impegnarsi in un lavoro di â&#x20AC;&#x2DC;condensazioneâ&#x20AC;&#x2122;, che raggiunge i propri scopi componendo, aggiungendo e trasformando, allo stesso modo in cui la condensazione ďŹ sica trasforma lâ&#x20AC;&#x2122;atmosfera in corsi dâ&#x20AC;&#x2122;acqua e correnti? eisola di San Giorgio Maggiore è un luogo ideale per il dialogo in virtĂš di ciò che la distingue da altre utopie. Invece di presupporre, dogmaticamente, che esista giĂ una risposta, la Fondazione Giorgio Cini offre lâ&#x20AC;&#x2122;opportunitĂ di uno sforzo collettivo alla ricerca di domande migliori. Partecipanti: Simon Schaffer, Adam Lowe, Bruno Latour, Deirdre McCloskey, Steve Crossan, Anke te Heesen, David T urnbull, Cheryce von Xylander, John Tresch, Richard Powers, Pierre Chabard, Elizabeth Pisani. Il Dialogo di San Giorgio sarĂ inaugurato da un evento speciale, lunedllO settembre alle ore 18, che proporrĂ unâ&#x20AC;&#x2122;esplorazione in chiave geograďŹ ca di mondi musicali e letterari per mezzo ddlâ&#x20AC;&#x2122;esecuzione di musiche di Mauricio Kagd tratti da Die Stilcke der Windrose e di letture di brani di J orge Luis Borges, I tal o Calvino e Lewis Carroll.
attivitĂ future
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questâ&#x20AC;&#x2122;ultimo potrebbe essere .riferita, infatti, come ha notato Mare Hciremans, la serie degli splendidi acquerelli contenuti negli albwn detti ShfnVfâ&#x20AC;&#x2122;()()m catakJgue: importantissimi repertori nei quali Pinzoni riproponeva, in formato ridotto, la produzione Seguso dagli esordi alla metĂ degli anni sessanta. Stesso fascino emanano i virtuosi acquerelli di Vittorio Rigattieri, il designer che tentò di rinvcrdirc: la produzione piĂš tarda della Seguso tra il 1968 e il1973, spesso con idee utopisciche ma non per questo meno interessanti. Dal punto di vista storico-documenta¡ ristico, lâ&#x20AC;&#x2122;archivio possiede un fondo di circa quindici.m.ila riproduzioni fotograďŹ che che hanno il prezioso compito di fomi.re unâ&#x20AC;&#x2122;esatta idea della fabbrica non solo nei singoli pezzi prodotti ma anche negli aspetti meno noti come la partecipazione a esposizioni intcmazionali, le commissioni di grande ponata (ad esempio il progetto dâ&#x20AC;&#x2122;illwninazione dellâ&#x20AC;&#x2122;Hotel Bauer) e le istantanee scattate allâ&#x20AC;&#x2122;interno della fabbrica. La Fondazione Giorgio Cini, inoltre, possiede il fondamentale carteggio tra Gabriele Dâ&#x20AC;&#x2122;Annunuo e Napoleone MartinuzU, uno dei massimi designer del vetro muranese del XX secolo, dal 1925 direttore artistico della Venini, che documenta lâ&#x20AC;&#x2122;episodio non marginaledei vetri destinati al Vittoriale e il rapporto fra i due di sincera amicizia. BasterĂ leggere un ďŹ ammento della lettera d.awa 21 gennaio 1927 per comprenderne il tono: ÂŤCarissimo NapĂŠ, i tuoi frutti ďŹ nalmente tni hanno deliziato ma non saziato. Li ho divorati tutti nella sera stessa. CosicchĂŠ ho bisogno dâ&#x20AC;&#x2122;una nuoWB DBOFTUSBUx " 3PTTJ $PMBWJOJ t.BSUJOV[[J BMMB rFPOF EJ % "OO8=6Pw JO Napolttme Martinuzzi Vmaw del Noveçmti:J, a cura di R. Barovier Mentasci, Venezia 1992, pp. 2-23). Sebbene non appartenga. alla sua f.lSe â&#x20AC;&#x2DC;vetrariĂ , 1â&#x20AC;&#x2122; album di Tomaso Buzz.i - il quale ricoprlla carica di direttore artistico alla Venini tra il1932 e il 1934 - conservato anchâ&#x20AC;&#x2122;esso presso la Fondazione Giorgio Cini, mette in rilievo come lâ&#x20AC;&#x2122;architetto, e oosl molti artisti gtavitanti nel mondo del vetto, pensassero che la produzione artistica potesse trarre giovamento da diverse sollecitazioni visive e creative (TďŹ&#x201A;miiJâ&#x20AC;&#x2122;() Bu:t.zi, Fondazione Gioq;io Cini, Venezia 1983). Diverso, eppure in continuiĂš con questâ&#x20AC;&#x2122;ideale ďŹ l rouge di valor. izzazione del vetro muranese, il fĂ tto che il macstto Pino Castagna abbia~ per la Fond.aUone Giorgio Cini uno dei suoi Ce.spi veneziani. Artista celebre per le eccentriche archisculture, Castagna consegna un canneto in vetro con anima in ferro, unâ&#x20AC;&#x2122;installazione che lo vede
collezioni
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Ovale. Disegno Vittorio Rigattieri. Acquerello su carta. Archivio Seguso Fondazione Giorgio Cini Venezia
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Segreteria generale
tel. +39 041 2710229 - fax +39 041 5223563 segr.gen@cini.it
UfďŹ cio stampa
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UfďŹ cio comunicazione e marketing
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Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
Giovanni Giuriati, direttore Segreteria: tel +39 041 2710357 - fax +39 041 2710221 musica.comparata@cini.it
Seminari di Musica Antica Egida Sartori e Laura Alvini
Pedro Memdsdorff. direttore Segreteria: td. +39 041 2710258-fax +39 041 2710221 musica.antica@cini.it Maria Ida Biggi, direttore Segreteria: tel. +39 041 2710236-fax +39 041 2710215 teattomelodramma@cini.it
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Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma
UfďŹ cio coordinamento e gestione degli spazi
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Centro Studi di CiviltĂ e SpiritualitĂ Comparate
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Le Stanze del Vetro
Segreteria: tel. +39 041 5230869 info@lestanzedelvetro.it
Centro Studi del Vetro
Segreteria: tel. +39 041 2710306 centrostudivetro@cini.it
Centro Internazionale di Studi della CivitĂ Italiana â&#x20AC;&#x153;Vittore Brancaâ&#x20AC;? Biblioteche della Fondazione Giorgio Cini
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Lucia Sardo, coordinatore tel. +39 041 2710407 coordinamento.biblioteche@cini.it
Istituto di Storia dellâ&#x20AC;&#x2122;Arte
Giuseppe Pavanello, direttore Segreteria: tel +39 041 2710230- +39 041 2710239 fax +39 041 5205842 - arte@cini.it
Istituto per la Storia della SocietĂ e dello Stato Veneziano
Gino Benzoni, direttore Segreteria: td. +39 041 2710226- +39 041 2710227 fax +39 041 5223563 - storia@cini.it
Istituto per la Musica
Istituto Italiano Antonio Vivaldi
Gianmario Borio, direttore Segreteria: tel. +39 041 2710220 - fax +39 041 2710221 musica@cini.it Francesco Fanna, direttore Segreteria: tel. +39 041 2710220- +39 041 2710259 fax +39 041 2710221 - vivaldi@cini.it
contatti
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Come arrivare alla Fondazione Giorgio Cini Con il vaporetto linea 2 da San Zaccaria Monumento, dalla Fettoria, da Pizzale Roma, ogni 10 minuti. Con il Vaporetto dellâ&#x20AC;&#x2122;Arte, il sigluJeeing tour ufticiale lungo il Canal Grande a Venezia fermata San Giorgio Visite guidate Ă&#x2C6; possibile visitare il complesso monumentale di San Giorgio Maggiore grazie ad un servizio di visite guidate. Per prenotazioni o ulteriori informazioni: Civita Tre Venezie. tel. 041.2201215 segreteria@civitattevenezie.it Per maggiori informazioni, visita www.cini.it 17
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la segnaletica
Per la creazione della segnaletica per la Fondazione Giorgio Cini si è tenuto conto dei vincoli che il territorio porta con sé: sulla pavimentazione dell’isola e all’interno del complesso monumentale, infatti, non è possibile praticare fori sulla pavimentazione e sui muri quindi qualsiasi elemento sarà autoportante e non invasivo per l’ambiente che lo circonda. Il sistema prevede anche l’utilizzo di moduli intercambiabili, adatti per gli eventi temporanei che caratterizzano l’attività della Fondazione. Gli elementi progettati comprendono un totem informativo per i turisti che hanno bisogno di conoscere l’isola e avere le informazioni base sulle attività della Fondazione; due directory che aiutano l’orientamento sull’isola; segnali identificativi per gli edifici esterni e totem direzionali e identificativi da utilizzare sia all’interno del complesso monumentale che all’esterno dell’isola.
200
150
100
50
118
3. Il progetto
La tipografia Per tutto il sistema di segnaletica è stato utilizzato l’ITC Legacy sans, un carattere leggibile, legato a Venezia e che si accorda con l’identità progettata. I corpi e i colori sono stati stabiliti di volta in volta a seconda delle tipologie di segnali e sono riportati all’interno della descrizione dei paragrafi dedicati.
ITC Legacy Sans 60/60 pt
119
3. Il progetto
La freccia Il disegno della freccia, parte integrante di un progetto di segnaletica, è stato guidato dal carattere scelto, con tratti netti e terminazioni piĂš ďŹ ne verso il basso. La freccia va sempre utilizzata con lo spazio minimo determinato dalla gabbia.
120
3. Il progetto
La tecnologia Per rispondere alle esigenze di un’istituzione in continuo movimento, con una necessità sempre diversa di comunicare i suoi ambienti, è stato pensato un sistema che utilizza stampe su pvc adesivo e panneli modulari. Attraverso questo sistema è possibile agire in due modi sulla struttura: il primo consiste nel cambiare l’adesivo e lasciare il modulo al suo posto, il secondo è quello di cambiare l’ordine dei moduli. La base, resistente e pesante, è saldata alla struttura interna su cui sono presenti dei fori a cui agganciare i diversi pannelli di cui il primo è sempre una striscia rossa per permetterne la visibilità a distanza.
121
3. Il progetto
Il totem informativo utente: turista per la prima volta a San Giorgio
proporzione
122
posizione:
3. Il progetto
L’ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIORE E LA FONDAZIONE GIORGIO CINI
Informazioni storiche
La Fondazione Giorgio Cini fu istituita da Vittorio Cini, in ricordo del figlio Giorgio, con lo scopo di restaurare l’Isola di San Giorgio Maggiore, gravemente degradata da quasi centocinquant’anni di occupazione militare, di reinserirla nella vita di Venezia e di farne un centro internazionale di attività culturali. “La Fondazione ha per scopo di promuovere il ripristino del complesso monumentale dell’isola di San Giorgio Maggiore e di favorire la costituzione e lo sviluppo nel territorio di essa di istituzioni educative, sociali, culturali ed artistiche, occorrendo in collaborazione con quelle cittadine già esistenti”. La rilevanza dell’impresa, una delle maggiori – come iniziativa privata – del XX secolo, è testimoniata, oltre che dall’investimento iniziale per il restauro, dalle manifestazioni promosse e ospitate e dal patrimonio, soprattutto artistico, che è conservato alla Fondazione sull’Isola e dal 1984 anche presso la Galleria di Palazzo Cini a San Vio. La Fondazione oltre alle proprie attività di ricerca, mostre e convegni,spettacoli e concerti, accoglie congressi e convegni di qualificate organizzazioni scientifiche e culturali e ospita iniziative di assoluta importanza nel campo dei rapporti internazionali (in primis i due incontri dei G7 svoltisi nel 1980 e nel 1987). La presenza dei maggiori intellettuali ed artisti, nonché di personalità della politica e dell’economia e il ricordo che ne serbano gli studiosi e gli ospiti che l’hanno frequentata sono un’ulteriore testimonianza del ruolo della Fondazione Giorgio Cini.
VISITE GUIDATE
GUIDED TOUR
BIGLIETTI INDIVIDUALI
ORARIO
INDIVIDUAL TICKETS
TIMETABLE
Intero € 10
Estivo (aprile – settembre) Sabato e Domenica dalle ore 10.00 alle ore 17.00, ogni ora: Italiano ore 10, 12, 14, 16 Inglese o francese ore 11, 13, 15, 17
Full price 10 €
Summer (April – September) Saturdays and Sundays from 10.00 to 17.00, every hour: Italian guide at 10, 12, 14, 16 English or French guide at 11, 13, 15, 17
Ridotto € 8 Over 65 / Studenti Under 18 / Residenti nel comune di Venezia / Possessori Venice Card / Studenti universitari / Militari / Partecipanti servizio civile / Possessori di apposite convenzioni / Titolari e famigliari del titolare di IKEA CARD / Possessori del biglietto del Vaporetto dell’Arte. Gratuito Bambini fino ai 14 accompagnati dai genitori / Residenti del Comune di Venezia la domenica pomeriggio. GRUPPI DI ALMENO 12 PERSONE Guida in italiano € 120 Guida in lingua €140 Scolaresche €50 Nel prezzo della guida per i gruppi superiori a 12 persone è compreso l’ingresso.
Reduced 8 € Over 65 / Students Under 18 / Venice Card holders / Undergraduate / Military / Civilian duties participants / IKEA CARD holders
Nei giorni feriali l’accesso è consentito solo a gruppi di almeno 12 persone previa prenotazione.
Free entrance kids under 14 accompanying by adults
Invernale (ottobre – marzo) Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 16.00, ogni ora Italiano ore 10, 12, 14, 16 Inglese o francese ore 11, 13, 15
Guide in italian 120€ Other languages 140€ School groups 50€
Nei giorni feriali l’accesso è consentito previa prenotazione.
In the guide price the ticket is included.
Per prenotazioni o ulteriori informazioni: Civita Tre Venezie Tel. 041 2414022 segreteria@civitatrevenezie.it
GROUPS OF AT LEAST 12 PEOPLE
During weekdays, guided tours are for groups of at least 12 people, upon reservation.
Informazioni visite guidate
Winter (October – March) Saturdays and Sundays from 10.00 to 16.00, every hour: Italian guide at 10, 12, 14, 16 English or French guide at 11, 13, 15 During weekdays, guided tours are for groups of at least 12 people, upon reservation. Further info or reservation at: Civita Tre Venezie T. 041 2414022 segreteria@civitatrevenezie.it
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3. Il progetto
dimensioni in cm
10
40
194
30
30
60
4
80
5
100 130
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3. Il progetto
La directory utente: studiosi esterni, partecipanti agli eventi
proporzione
126
posizione:
3. Il progetto
Compagnia della Vela
Compagnia della Vela
Teatro Verde
Teatro Verde
Sale del Convitto
Sale del Convitto
La Piscina
Le stanze del Vetro Tu sei qui You are here
La Piscina
FEEM ICCG CPI
Le stanze del Vetro
Bar
Campus Centro Vittore Branca
Directory
Campanile Bell Tower
Sala Carnelutti/ Teatro piccolo
Tu sei qui You are here
FEEM ICCG CPI
Bar
Campus Centro Vittore Branca
Campanile Bell Tower
Sala Carnelutti/ Teatro piccolo
Basilica di San Giorgio Maggiore
Biglietteria* Tickets*
Basilica di San Giorgio Maggiore
Biglietteria* Tickets*
FONDAZIONE GIORGIO CINI
CAMPUS CENTRO VITTORE BRANCA NAPOLEONE MARTINUZZI VENINI 1925-1931
FONDAZIONE GIORGIO CINI
Indicazioni
CAMPUS CENTRO VITTORE BRANCA NAPOLEONE MARTINUZZI VENINI 1925-1931
LE STANZE DEL VETRO
LE STANZE DEL VETRO
FEEM /ICCG/CPI Compagnia della Vela
FEEM /ICCG/CPI Compagnia della Vela
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3. Il progetto
dimensioni in cm
10
40
10 10 194
10 10
40
60
4
55
5
60 90
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3. Il progetto
griglia in mm
280
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403
177
528
280
177
528
280
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NAPOLEONE MARTINUZZI VENINI 1925-1931 LE STANZE DEL VETRO
520 55 86 105
ITC Legacy Sans Bold, tutto alto 90/81 pt
280
528
ITC Legacy Sans Bold, tutto alto 38/42 pt
177
403
235
Basilica di San Giorgio Maggiore Campanile (Bell Tower)
520
240
ITC Legacy Sans Bold, alto/basso 65/81 pt
esempi
FONDAZIONE GIORGIO CINI
MARC QUINN CENTRO ESPOSITIVO “SALE DEL CONVITTO”
CAMPUS CENTRO VITTORE BRANCA NAPOLEONE MARTINUZZI VENINI 1925-1931 LE STANZE DEL VETRO
129
130
131
3. Il progetto
Il segnali identiďŹ cativi esterni utente: partecipanti agli eventi
proporzione
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posizione:
3. Il progetto
Napoleone Martinuzzi Venini 1925-1932
Centro Studi Vittore Branca
Le stanze del Vetro
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3. Il progetto
dimensioni in cm
10
40
10 10
174
40
60
4
43
5
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3. Il progetto
griglia in mm 500
500
500
Napoleone Martinuzzi Venini 1925-1932
ITC Legacy Sans Bold, alto/basso 300/300 pt
500
250 190 600 220
250
Centro Espositivo “Sale del Convitto”
ITC Legacy Sans Bold, alto/basso 93/100 pt
Napoleone Martinuzzi Venini 1925-1932 Centro Espositivo “Sale del Convitto”
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136
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3. Il progetto
I totem interni utente: partecipanti ad eventi occasionali
proporzione
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posizionamento: Il posizionamento di questi segnali seguirĂ le esigenze della Fondazione Cini di volta in volta quindi non è possibile deďŹ nirlo a priori.
3. Il progetto
biblioteche NUOVA MANICA LUNGA
seminario SCUOLA PER LIBRAI UMBERTO E ELISA MAURI
seminario SCUOLA PER LIBRAI UMBERTO E ELISA MAURI
Istituto di Storia dell’Arte
SALA BARBANTINI
Sala Barbantini
139
3. Il progetto
dimensioni in cm
10
40
10 10
172
40
60
2
43
5
40 70
140
3. Il progetto
griglia in mm
192
391
172
238 123 78
239
172
391
192
172
391
192
seminario SCUOLA PER LIBRAI UMBERTO E ELISA MAURI
312 85 57 165
SALA BARBANTINI
ITC Legacy Sans Bold, tutto alto 24/26 pt
192
391
172
ITC Legacy Sans Bold, tutto basso e tutto alto 50/55 pt
239
238 123 149 118 118
biblioteche NUOVA MANICA LUNGA
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ITC Legacy Sans ITC Legacy Sans Bold, tutto basso Bold, tutto alto 50 pt 50 pt
biblioteche NUOVA MANICA LUNGA
seminario SCUOLA PER LIBRAI UMBERTO E ELISA MAURI SALA BARBANTINI
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3. Il progetto
Sviluppi futuri Questo progetto di tesi ha affrontato lo sviluppo della comunicazione visiva di un’istituzione culturale complessa come la Fondazione Giorgio Cini. I problemi di cui tenere conto sono stati molteplici, vista la grande quantità di iniziative e utenti che giornalmente interagiscono con la Fondazione e con l’isola di San Giorgio Maggiore ed è per questo motivo che è stata presa la decisione di concentrarsi unicamente sui supporti fisici e non sul web o dispositivi mobili. La necessità, infatti, era innanzitutto ripensare a quale tipo di informazioni andavano veicolate e quali, invece, potevano rimanere in secondo piano in modo da rendere tutto più efficace e chiaro. Queste poche e semplici linee guida possono così aiutare in futuro a creare altre informazioni in modo coerente, secondo la necessità del momento. Il prossimo passo sarebbe verso la comunicazione multimediale su web, smartphone e tablet in modo dedicato e completo per sfruttare al massimo le potenzialità di questi nuovi mezzi di comunicazione.
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4. BibliograямБa
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Bibliografia AAVV, Data Flow: Visualizing information in Graphic Design, Gestalten, Berlin 2008 AAVV, Data Flow 2: Visualizing information in Graphic Design, Gestalten, Berlin 2010 AAVV, Introducing: Culture Identities. Design for Museums, Theathers and Cultural Institution, Gestalten, Berlin 2013 Ulrico Agnati (a cura di), La fondazione Giorgio Cini: cinquant’anni di storia, Electa, Milano 2001 Giovanni Anceschi e Cristina Chiappini, Hard, soft e smart: gli stili registici dell’identity design, in “Progetto Grafico”, 9 dicembre 2006 Craig M. Berger, Wayfinding. Designing and implementing graphic navigational system, RotoVision, CH 2009 Emanuela Bonini Lessing, Interfacce metropolitane: frammenti di corporate identity, et. al. edizioni, Milano 2010 Robert Bringhurst, The Elements of Typographic Style, Hartley & Marks Publishers, 1992 (I ed.), 2012 (VIII ed.) Stefano Caprioli e Pietro Corraini, Manuale di immagine non coordinata, Edizioni Corraini, Mantova 2006 Gino Damerini, L’isola e il Cenobio di San Giorgio Maggiore, Fondazione Giorgio Cini, Venezia 1959 (I ed.), 1969 (II ed. rivista e aggiornata)
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Cinzia Ferrara, La comunicazione dei beni culturali. Il progetto dell’identità visiva di musei, siti archeologici, luoghi della cultura, Lupetti, Milano 2007 Adrian Frutiger, Segni & Simboli, Ed. Stampa Alternativa/Graffiti, Roma 1998 Erica Hall, Just enough research, A book apart, 2014 Steve Krug, Don’t make me think. A common sense approach to web usability, New Riders Publishing, Berkeley Californa 2000 (I ed.), 2006 (II ed. rivista e aggiornata) Jason Lankow, Josh Ritchie e Ross Crooks, Infographic: The power of visual storytelling, John Wiley & Sons Inc., Hoboken New Jersey 2012 Per Mollerup, Wayfinding > Wayshowing, BIS, Amsterdam 2013 Andrea Rauch e Gianni Sinni (a cura di), Disegnare le città. Grafica per le pubbliche istituzioni in Italia, LcdEdizioni, Firenze 2009 Christopher Secolo, Identità dinamiche: nuove metodologie progettuali dell’immagine coordinata, Tesi di laurea, Università IUAV di Venezia 2010 Edward R Tufte, Envisioning Information, Graphic Press, Cheshire Connecticut 1990 Irene Van Nes, Dynamic Identities. How to create a living brand, BIS Publisher, Amsterdam 2012
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Sitografia fondazione giorgio cini Fondazione Giorgio Cini Onlus http://www.cini.it Vittorio Cini (biografia) http://vittoriocini.it http://www.treccani.it/enciclopedia/vittorio-cini_ (Dizionario-Biografico) Centro Marinaro Giorgio Cini http://www2.comune.venezia.it/tuttoscuola/scuole_ venezia/giorgio_cini/giorgio_cini.htm San Giorgio (storia) http://it.cathopedia.org/wiki/San_Giorgio Olivier Maupas Graphic Design http://www.gdom.it
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casi studio Clase BCN http://www.clasebcn.com IntĂŠgral Ruedi Baur http://www.irb-paris.eu Lg2 Boutique http://lg2boutique.com Magma Brand Design http://www.magmabranddesign.de Studio Priori http://www.studiopriori.com Thonik http://www.thonik.nl
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Ringraziamenti I ringraziamenti sono l’ultima cosa che mi sono lasciata da fare e, essere arrivata a scriverli, è per me un traguardo importante. Primi fra tutti voglio ringraziare il dott. Emilio Quintè e Serena Concone per la loro infinita gentilezza e disponibilità nel reperire il materiale necessario e nel rispondere prontamente alle mie e-mail piene di domande. Ringrazio la prof.ssa Bulegato per avermi aperto le porte di questo progetto tanto interessante quanto complesso e il prof. Pescolderung per avermi messo di fronte a tanti problemi a cui spero di trovare risposta in futuro. Katerina Dolejsova è stata per me un punto di riferimento fondamentale e vorrei ringraziarla per il suo supporto costante e disinteressato, per il caffè a Praga e per le lunghe mail piene di buoni consigli. Quindi i miei colleghi di corso con i quali ho condiviso questo percorso, Maria e Ruggero per l’ospitalità e il sorriso, Gabriella e Marina per essermi state vicine e per aver postato messaggi su facebook a orari improponibili e pieni di ansie, a Dario per i consigli dell’ultimo minuto e ad Anna per i suggerimenti e per le nostre conversazioni piene di nonsense eppure così serie. Grazie a Riccardo per le parole di incoraggiamento quando ne ho avuto bisogno e grazie anche a Federica e Claudia che hanno capito il mio mutismo delle ultime settimane ma so che mi capiscono nonostante la distanza. Grazie a Gianpaolo, Mary e Luca per aver deciso di condividere con me questo giorno di festa e grazie anche a Pietro perché so che con la mente sarà qui. Mai smetterò di ringraziare i miei genitori che con tanta fatica e sacrificio mi hanno permesso di vivere questi due anni così intensi così come grazie alla mia sorellina, la piccola ma la grande di casa, per le telefonate di sfogo a qualsiasi ora, in qualsiasi momento. E infine, niente sarebbe stato lo stesso senza Matteo che mi ha reso una persona migliore e con cui spero di continuare a crescere ancora e poter un giorno raccontare insieme questa fine e questo nuovo inizio.
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