Events Magazine N.03 2014

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corri roma

,Numero 2, marzo 2014 - Registrato presso il tribunale di Roma in attesa di autorizzazione



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1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Elena Sipatova Fatuma Roba Jane Salumae Franca Fiacconi Maura Viceconte Tegla Loroupe Maria Guida Maria Cocchetti Gloria Marconi Ornella Ferrara Silviya Skvortsova Tetyana Hladyr Souad Ait Salem Galina Bogomolova Firehiwot Dado Firehiwot Dado Firehiwot Dado Hellen Kimutai Helena Kirop

RUS ETH EST ITA ITA KEN ITA ITA ITA ITA RUS UKR ALG RUS ETH ETH ETH KEN KEN

2:37.46 2:29.05 2:31.41 2:28.12 2:29.36 2:32.03 2:30.42 2:33.06 2:29.35 2:27.49 2:28.01 2:25.44 2:25.08 2:22.53 record 2:27.08 2:25.28 2:24.13 2:31.11 2:24.40

Numero 3 ANNo ii, 23 marzo 2014 Registrato presso il Tribunale di Roma (in attesa di autorizzazione)

donne

Data atleta paese tempo 1995 Belayneh Tadesse ETH 2:10.13 1996 Moges Taye ETH 2:12.03 1997 Dube Jillo ETH 2:13.03 1998 Stefano Baldini ITA 2:09.33 1999 Philip Tanui KEN 2:09.56 2000 Josephat Kiprono KEN 2:08.27 2001 Henry Cherono KEN 2:11.27 2002 Vincent Kipsos KEN 2:09.30 2003 Frederick Cherono KEN 2:08.47 2004 Ruggero Pertile ITA 2:10.12 2005 Alberico Di Cecco ITA 2:08.02 2006 David Mandago KEN 2:08.38 2007 Elias Kemboi KEN 2:09.36 2008 Jonathan Yego KEN 2:09.58 2009 Benjamin Kiptoo KEN 2:07.17 record 2010 Siraj Gena ETH 2:08.39 2011 Dickson Chumba KEN 2:08.45 2012 Luka Kanda KEN 2:08.04 2013 Getachew Terfa Negari ETH 2:07.56

uomini

albo d’oro maratona di roma

Direttore responsabile: Fabio Argentini Coordinamento progetto: Federico Pasquali Edito da: Alfacomunicazione s.r.l. Contatti: Tel. 06 71280459 (ra) - www.eventsmagazine.it commerciale@alfacomunicazione.com Art Director: Alberto Brunella Coordinamento editoriale: Paolo Valente Progetto grafico: Andrea Crescenzi HANNO COLLABORATO: Michele Vania Martinetti, Carlo Franciosa, Giorgio Maria Franceschi, Emanuela Valente, Claudio Di Renzo Finito di stampare a MARZO 2014 presso: Stab. Tipolit. U. Quintily Spa ROMA


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antica e vittoriosa affonda

le

sue

radici

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a maratona nasce in occasione delle prime Olimpiadi moderne del 1896 ad Atene, con l’intento di rievocare l’epica impresa di Filippide, il soldato greco che corse dalla città di Maratona dall’Acropoli di Atene per annunciare la vittoria sui persiani nel 490 a.C. La leggenda racconta che il militare non si fermò mai per tutti i 40 km che separano le due città e che, una volta arrivato ad Atene, ebbe la forza solo di urlare “Abbiamo vinto!” prima di crollare a terra senza vita.

nell ’ antica

grecia

trionfatrice

L’odierna distanza di 42,195 km venne però adottata solo dalle Olimpiadi di Londra del 1908: gli organizzatori avevano infatti studiato un percorso di 26 miglia esatte (41,843 km) dal Castello di Windsor al White City Stadium, a cui all’ultimo aggiunsero 385 iarde (circa 352 metri) per far coincidere l’arrivo con il palco reale: si arriva così ai 42,195 metri che vennero poi ufficialmente adottati a partire dal 1921 dalla federazione mondiale di atletica.

timeline 10 aprile 1896 Sono solo 18 i partecipanti alla prima maratona della storia che si corre durante le Olimpiadi di Atene: il vincitore è il greco Spiridon Louis in 2.58:50. 14 luglio 1914 Durante la maratona olimpica di Stoccolma, l’atleta giapponese Shizo Kanakuri esausto si addormenta a casa di una signora che gli offre da bere. Dopo 10 ore si sveglia e torna di nascosto in patria per la vergogna.

4 novembre 1979 La grande sorpresa della Maratona di New York è Rosie Ruiz che stupisce tutti vincendo la gara in 2.31:56. Poco dopo però la vittoria le viene revocata perché si scopre che l’atleta americana ha addirittura preso la metropolitana durante la gara. 1 gennaio 2000 Per la prima volta un Pontefice saluta i partecipanti ad una maratona prima del via: si tratta di Giovanni Paolo II in occasione della Maratona di Roma dell’anno del Giubileo, quando la 42 km capitolina eccezionalmente parte da piazza San Pietro.

2 novembre 2012 L’Uragano Sandy che si abbatte sulla costa est degli Stati Uniti costringe il sindaco Michael Bloomberg ad annullare la quarantaduesima maratona di New York, che per la prima volta dal 1970 non si corre. 15 aprile 2013 Alle 14.50, circa due ore dopo l’arrivo dei primi arrivati, esplodono due bombe nei pressi della linea del traguardo della maratona di Boston. Il bilancio è di 3 morti e 170 feriti.

21 aprile 2013 La campionessa olimpica

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in carica Tiki Gelana viene investita dopo un rifornimento al 15° km da un atleta disabile in handbike. L’etiope, che al momento della caduta era in testa, arriva al traguardo dolorante e staccata dalle prime.

ma e n i c na& o t a Mar

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ono tanti i film che negli anni hanno attinto all’incredibile serbatoio di storie che sono i 42 km di una maratona; basti pensare ad esempio all’impresa di Abebe Bikila, che alle Olimpiadi di Roma 1960 vinse a piedi scalzi, raccontata nel film del 2009 The Athlete, o alla leggenda di Dorando Pietri, che crollò a pochi metri dal traguardo della maratona di Londra del 1908 venendo poi squalificato, raccontata invece dalla mini serie televisiva del 2012 prodotta dalla RAI Il sogno del maratoneta, con protagonista Luigi Lo Cascio. Del 1976 è invece il film Marathon Man, thriller tratto dal romanzo di William Goldman in cui il protagonista interpretato da Dustin Hoffman è uno studente di storia che si allena per partecipare alla maratona ispirandosi ad Abebe Bikila, la cui impresa di Roma si intravede in uno schermo tv sullo

sfondo di un dialogo. Sempre la maratona olimpica del 1960 è lo spunto per il film Un ragazzo di Calabria (1976) di Luigi Comencini, in cui il protagonista è un giovane ragazzo che si allena per i Giochi della Gioventù all’insaputa del padre. Più recenti sono i lavori di John Dunham Spirit of the Marathon (2008) e Spirit of the Marathon II (2 0 1 3 ), due docu-film che raccontano le storie di alcuni partecipanti alle maratone di Chicago e Roma.

sui

persiani



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maratone del mondo new york

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a più bella e affascinante maratona al mondo: si svolge dal 1970 ogni prima domenica di novembre e accoglie decine di migliaia di partecipanti provenienti da tutto il mondo (43.545 arrivati nel 2009). Attraversa i cinque grandi distretti della Grande Mela: partenza da Staten Island, poi Brooklyn attraverso il Ponte di Verrazzano, il Queens, breve passaggio nel Bronx e finalmente Manhattan con arrivo a Central Park.

boston

è

la maratona più antica del mondo e si corre con cadenza annuale fin dal 1897, anno successivo alla prima maratona olimpica del 1896 ad Atene. Si svolge ogni terzo lunedì di aprile in occasione del Patriot’s Day, ricorrenza riconosciuta negli stati del Maine e del Massachusetts che celebra l’inizio della Guerra di Indipendenza Americana. Il percorso è di fatto un lungo rettilineo con partenza da Hopkinton e arrivo in Copley Square a Boston.

parigi

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a Maratona di Parigi si corre ad aprile fin dal 1976 e offre agli appassionati uno dei tracciati più spettacolari al mondo: partenza dagli Champs-Elysées, passaggio in Place de la Concorde, poi ancora il Louvre e Place de la Bastille, ovviamente la cartolina con la Tour Eiffel sullo sfondo e arrivo nel rettilineo di Avenue Foch. Caratteristico è il rifornimento offerto dalla Paris Marathon, addirittura con ottimo vino, ostriche e sidro.

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londra

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metà aprile ogni anno Londra ospita una delle maratone più suggestive al mondo: un percorso che tocca tutti i luoghi simbolo della capitale inglese, con partenza dal parco di Greenwich, passaggi sulle sponde del Tamigi fino alla modernissima City e poi al Big Ben, con arrivo ai piedi dell’imponente Buckingham Palace. La London Marathon è anche il più grande evento di beneficienza che si svolge al mondo, con oltre 40 milioni di dollari raccolti ogni anno.

berlino

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na delle maratone più partecipate in Europa si svolge ogni fine settembre a Berlino, dove circa 40.000 podisti si danno appuntamento per correre una 42 km nel cuore della capitale tedesca. Il percorso si snoda attraverso i quartieri e i luoghi più caratteristici della città, da Alexandre Platz al Mitte fino alla Porta di Brandeburgo, e risulta essere particolarmente gradevole per l’assenza di saliscendi.

everest

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verest, a novembre, per la maratona più “alta” del mondo. La corsa si snoda lungo un percorso fatto di salite e discese. La partenza è a 5184 m, a Gorak Shep, vicino all’Everest Base Camp in Nepal. L’arrivo è allo Sherpa town of Namche Bazaar (3446m). Si tratta di una delle corse più spettacolari al mondo, raggiunge Gokyo Ri, Kala Pattar e i ghiacciai, si snoda lungo affascinanti sentieri, dove ammirare i più bei panorami della regione, prima di raggiungere il traguardo.

honolulu

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a maratona delle Hawaii è il culmine di un’intera settimana che l’isola tropicale dedica al fitness e allo sport. Dal 1973, anno della prima edizione, questa maratona è cresciuta di anno in anno, fino a toccare i 25.000 partecipanti del 2013, di cui circa il 60% proveniente dal Giappone. Il percorso è molto suggestivo e segue la costa del Pacifico, attraverso Waikiki Beach e Kapiolani Park, fino al passaggio nei pressi del cratere vulcanico di Diamond Head.

dubai

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ur avendo solo 4 anni di vita, la Dubai Marathon si è velocemente imposta nel panorama delle 42km. È certamente la maratona più ricca al mondo, con i premi più alti, sia per la vittoria finale che per l’eventuale record del mondo. Nel 2008 ad esempio l’etiope Haile Gebrselassie come vincitore ricevette un assegno da 250.000$. Il percorso è essenzialmente un lungo rettilineo da percorrere due volte, senza alcuna curva o cambio di direzione ad eccezione dell’inversione di 180 gradi a metà tracciato.

grande muraglia

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n’esperienza unica nel proprio genere, indimenticabile per qualsiasi podista: 42 chilometri lungo i 5164 passi della Grande Muraglia Cinese. Si corre dal 1999 e nel 2013 gli iscritti sono stati circa 2.500 provenienti da 50 nazioni. Un percorso immerso nel panorama mozzafiato della provincia di Tianjin, tra villaggi e risaie, fino alla linea del traguardo di Yin and Yang Square.


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marathonwear i pantaloncini

LA maglia

L’indicazione è quella di scegliere un paio di pantaloncini che siano traspiranti e non troppo attillati, se si opta per i pantaloncini da ciclista o per i cosiddetti “corsari”. Particolarmente comodi sono i pantaloncini da ultra-maratoneta, dotati di cinque utili tasche dove infilare integratori, guanti, chiavi, ecc.

Il consiglio è quello di non coprirsi eccessivamente, nemmeno d’inverno. È meglio soffrire un po’ il freddo prima della partenza che ritrovarsi con un maglia in più durante la gara. Può essere utile portarsi una vecchia felpa da buttare via prima del via e correre semplicemente con una maglia tecnica.

LA SCARPA i calzini Da evitare i calzini completamente di cotone, che non sono traspiranti e rischiano di accumulare il sudore o l’acqua. Consigliati calzini in tessuto misto, più leggeri d’estate o più spessi per le gare invernali.

Forse l’elemento più importante per un maratoneta: la regola è che la scarpa non debba assolutamente essere nuova, ma già stata provata almeno in uno o due lunghi di preparazione. Altro consiglio apparentemente banale ma in realtà fondamentale è il doppio nodo ai lacci, per evitare il rischio cadute o la perdita di ritmo per fermarsi per allacciarle.

se piove… In caso di pioggia bisogna distinguere che tipo di gara si intende fare: per chi correrà senza soste è sufficiente la maglia in tessuto tecnico, mentre per chi alternerà tratti di corsa a tratti al passo è utile una giacca a vento traspirante. Sempre sconsigliato il k-way che fa sudare copiosamente.

corse romane LA CORSA DI MIGUEL

LA ROMA OSTIA

LA CORSA DEI SANTI

Nata nel 2000 da un’idea del giornalista de La Gazzetta dello Sport Valerio Piccioni, La Corsa di Miguel è una gara dedicata alla memoria di Miguel Benancio Sanchez, un poeta e maratoneta argentino vittima del regime militare. Negli anni è diventata la 10km più partecipata in Italia, con oltre 5100 iscritti. Il percorso si sviluppa lungo il tradizionale giro dei ponti, ma nell’ultima edizione del gennaio 2014 per la prima volta la corsa ha abbandonato il traguardo dell’Acquacetosa per scegliere lo Stadio dei Marmi.

Nata nel 1974, la Roma-Ostia inizialmente era una gara di circa 28 chilometri che vide il primo anno solo 313 arrivati. Dopo quaranta edizioni e dopo la scelta della distanza di 21,097 km, la Roma Ostia è diventata la mezza maratona più partecipata in Italia e la gara con la maggiore partecipazione di atleti italiani. La corsa è molto amata dai podisti anche per un percorso pianeggiante e veloce, con partenza da via Cristoforo Colombo all’EUR e arrivo sul lungomare di Ostia.

Dal 2008 ogni 1 novembre piazza San Pietro ospita la partenza e l’arrivo della Corsa dei Santi, 10 km organizzata dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo. Un percorso spettacolare nel cuore di Roma, uno scenario unico e il tradizionale saluto del Pontefice durante l’Angelus al termine della gara sono i punti forti di una manifestazione che ogni anno richiama quasi 4000 partecipanti da tutta Italia.

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parola di

presidente intervista a enrico castrucci il patron della maratona di roma

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residente Castrucci, siamo alla vigilia della 20^ Acea Maratona di Roma. Lei è alla guida di una macchina organizzativa complessa che coinvolge l’intera capitale. Come vive l’attesa? «Nei primi anni l’attesa stremava tutti, perché l’obiettivo era quello di rodare la macchina per arrivare quanto prima agli standard organizzativi delle più importanti maratone internazionali. Dopo l’edizione del 2000, quando la Maratona di Roma che partì da Piazza San Pietro con la benedizione di Giovanni Paolo II, e venne trasmessa in mondovisione, ci accreditammo come un’organizzazione in grado ai affrontare al meglio un impegno importante come la maratona della Città Eterna. Oggi l’attesa è sempre frenetica, ma è utile perché ci aiuta ad arrivare alla domenica della gara al meglio delle nostre capacità organizzative».

Numeri da primato per la 20^ edizione. È soddisfatto? «Mi piace dire che i numeri record che ogni anno riusciamo a superare sono il segnale che riusciamo a fare qualcosa di meglio che si trasmette e gira nel mondo del podismo e che attira un sempre crescente numero di runners. Non solo. Basta pensare alla Stracittadina, la gara non competitiva che quest’anno vedrà la partecipazione circa 80 mila persone, cioè il numero di abitanti di una piccola-media città italiana. Ecco, questo mi rende soddisfatto perché tutto contribuisce a fare della Maratona di Roma una grande festa a disposizione di tutti e della città». Per Runner’s World UK la Maratona capitolina batte quella di New York e sale sul podio della corsa più bella del mondo. Una grande affermazione non solo per la gara, ma per tutta la città di Roma. «È chiaro che la nostra città in questo particolare tipo di competizione stravince il confronto con tutte le altre città del mondo. La Maratona non è che un riflesso della bel-

lezza della città che noi cerchiamo di rendere sempre più adeguato all’estetica che lo circonda, lavorando sul percorso, smussandone angoli e curve, prova ne sia il progressivo abbassamento dei tempi di percorrenza della nostra maratona dei migliori atleti in gara ed il loro costante e crescente gradimento tecnico».

La Stracittadina si conferma ancora una volta come un grande successo visto l’alto numero di iscritti. C’è una grande partecipazione da parte dei romani e non solo, e anche un grande abbraccio in termini di accoglienza da parte dall’intera città. Qual è il rapporto tra la gara, la capitale e i suoi abitanti? «Un rapporto fantastico perché la Stracittdaina Fun Run è diventata patrimonio della città e dei suoi abitanti che, come dicevamo prima, accorrono in massa per la giornata di festa».

titemi un ringraziamento speciale al management che ha individuato nel gesto atletico della corsa un modo positivo per comunicare con la città».

Non si può parlare di Maratona di Roma senza citare Acea, che da anni affianca il proprio nome a quello della manifestazione. E che quest’anno proprio in occasione della gara presenta il nuovo marchio. Quanto è importante questa sinergia? «Non si può parlare di Maratona senza Acea, perché Acea da anni rappresenta per i romani quanto di meglio in fatto di qualità dei servizi offerti, così come la nostra gara rappresenta il massimo per i podisti romani. Ecco, credo che intorno alla parola qualità si debba leggere l’importanza della sinergia tra la Maratona e l’Acea: entrambi puntiamo ad andare avanti senza dimenticare la nostra storia e le nostre radici. Anzi, da quelle traiamo spunto ogni giorno per fare un chilometro in più. Dunque, consen-

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una medaglia vincente

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a Maratona di Roma lanciò la scorsa primavera un concorso rivolto agli studenti degli istituti d’arte per disegnare la medaglia celebrativa della 20esima edizione. Tra i circa 100 elaborati pervenuti agli organizzatori, 10 sono stati selezionati da una giuria composta da artisti, professori degli istituti d’arte e organizzatori della Maratona di Roma. Infine sono state selezionate 4 opere, e una giuria composta da Alfiero Nena, Presidente Onorario dell’Associazione Nazionale Scultori d’Italia, Augusto Frasca, storico dello sport; Stefano Baldini, olimpionico di maratona e direttore tecnico settore giovanile Fidal, Enrico Castrucci, Presidente Maratona di Roma e Roberto Dottorini, ceramista e scultore, ha decretato la vincitrice. La scelta è ricaduta sull’opera realizzata da Igor Spadoni, romano, 22 anni, diplomato al Liceo Artistico Ripetta di Roma, che attualmente vive a Berlino dove sta sviluppando un progetto artistico. La medaglia, prodotta in 18.000 esemplari, sarà consegnata ai podisti che taglieranno il traguardo. L’opera presenta sinteticamente tre elementi principali che simboleggiano la Corsa. Il Colosseo, oltre a specificare che la maratona si svolge a Roma, ha l’obiettivo di marcare un preciso spazio temporale appartenente al passato che viene superato dall’atleta. La figura umana centrale, che presenta caratteristiche fisiche femminili e maschili, duplice sessualità intenta ad avvicinare l’uomo e la donna mostrando

la loro sublime energia nella diversità e complicità dei loro corpi (e menti) per rendere finalmente giustizia a tutti gli atleti donna che si sono viste premiare con medaglie quasi sempre di stampo maschile, realizzate attorno all’immagine dell’uomo, con la giustificazione della forza e della capacità fisica. Lo sfondo arioso, come fosse una bolla di vento che l’atleta lascia dietro sé durante la corsa. Inoltre la posizione della testa inclinata all’indietro e rivolta verso l’alto a prendere un grande respiro per poter continuare la corsa. Lo sfondo si modifica nella metà sinistra della medaglia e va a prendere forma grazie allo spostamento d’aria che la figura centrale provoca correndo, andando poi a creare nella parte superiore uno spigolo acuto, vettore del verso della corsa.

la struttura

Tre gli elementi principali che simboleggiano la Corsa: • Il Colosseo che ha anche l’obiettivo di marcare un preciso spazio temporale appartenente al passato che viene superato dall’atleta. • La figura umana centrale, che presenta caratteristiche fisiche femminili e maschili, duplice sessualità intenta ad avvicinare l’uomo e la donna. • Lo sfondo arioso, come fosse una bolla di vento che l’atleta lascia dietro sé durante la corsa.

Da sinistra: Enrico Castrucci, Alfio Giomi, Igor Spadoni e Stefano Baldini

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maratona che numeri

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ono 19.061 i podisti che hanno fatto richiesta di iscrizione alla 20ª Acea Maratona di Roma che si svolgerà domenica 23 marzo. Gli italiani sono 10.824, gli iscritti di altre nazioni 8.237 (123 paesi rappresentati in tutto, inclusa l’Italia). Gli uomini sono 15.344, le donne 3.717. I disabili sono 86. Analizzando i dati degli italiani, risultano rappresentate le 20 regioni e un totale di 1.715 comuni. Tra le regioni il Lazio mantiene il primato degli iscritti, 3258, dei quali 2805 da Roma e provincia (2258 da Roma città). Al secondo posto la Lombardia con 1287 iscritti (481 da Milano e provincia), al terzo si conferma la Puglia con 886 iscritti, seguono Emilia Romagna con 789 e risale di due posizioni la Toscana (scavalcando Campania e Veneto) Campania con 688. Uno sguardo all’estero: la Francia si conferma al primo posto con 1534 iscritti, seguita da Gran Bretagna che con 846, al terzo la Germania con 715, che torna così a crescere. Un incremento lo fanno registrare anche gli statunitensi, che sono 624, e gli spagnoli, 610 al cospetto dei 503 del 2013. Il boom lo ha fatto la Polonia: 516 iscritti, il 150% in più rispetto allo scorso anno (furono 195). La Norvegia, con 192 iscritti, entra per la prima volta nella “top ten”. Quasi del 300%, infine, l’incremento degli argentini, che sono 94 (32 lo scorso anno). Tra gli iscritti, 42 hanno portato a termine sinora le precedenti 19 edizioni e risultano iscritti alla 20ª, mentre 3326 iscritti sono alla prima partecipazione a Roma. La categoria professionale più rappresentata rimane quella degli impiegati con 2916 iscritti. Per la prima volta la più giovane iscritta è una romana: si tratta di Arianna Maioli, nata il 30 novembre 1994.

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curiosità PIU’ GIOVANE - YOUNGEST (M - W) Ishida Tomokazu nato (born) 18.11.1994 – Hokkaido (Giappone – Japan) Arianna Maioli nata (born) 30.11.1994 – Roma (Italia – Italy) PIU’ ANZIANO- OLDEST (M - W) Angelo Squadrone nato (born) 21.2.1929 - Pisa (Italia-Italy) Josiane Lacour nata (born) 26.03.1931 - Cancale (Francia – France) I NOMI PIU’ FREQUENTI (M - W) – MOST FREQUENT NAMES Giuseppe 321, Marco 314, Andrea 274, Antonio 271, Francesco 245. Laura 51, Anna 41, Paola 37, Daniela 35, Silvia 34. I COMPLEANNI DEL 17 MARZOBIRTHDAYS 30 i partecipanti che compiranno gli anni il 23 marzo. 30 birthdays on March, 23. NE/JOB



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guarda dove corri… quarantaduechilometri e

centonovantacinquemetri ambientata una scena del delizioso “Vacanze romane” con Cary Grant ed Audrey Hepburn che scorrazzano con la vespa in una bellissima giornata di sole.

luoghi simbolo tra cultura , storia e cinema

C

i sono quarantaduechilometriecentonovantacinquemetri dentro la Maratona di Roma che hanno a che fare col cuore, con la testa, con i ricordi, con la scoperta di una città, Roma che nonostante sia la più bella e conosciuta del mondo ha degli angoli meno noti. Inutile parlare dei monumenti e di quegli scorci che il mondo ha imparato ad amare e ad ammirare ed a fare suoi, questo viaggio vuole essere un’avventura dentro il cuore di una città che batte in nome del cinema che ne ha immortalato piazze e vie, della storia che ci ha costruito leggende e fatti memorabili. Della quotidianità che solo chi vive a Roma conosce.

Lasciate alle spalle, dopo la partenza, le meraviglie del Colosseo e di Via dei Fori Imperiali, appena fatto il giro di Piazza Venezia ecco il primo fotogramma cinematografico: a Piazza dell’Ara Coeli (dopo 700 metri di corsa) c’è il bar di Gabriella (Catherine Spaak) la fidanzata di Mandrake (Gigi Proietti) nel film “Febbre da Cavallo”. E subito dopo a Via Petroselli sulla destra c’è il Palazzo dell’Anagrafe dove sono registrati tutti i nati a Roma ed il palazzo dove tutti i romani pagano le tasse…insomma non un posto amatissimo in città! Per la pignoleria siamo ad 1 km e 300metri di gara. Però qui è anche

E appena si imbocca Via dei Cerchi ecco un altro palazzo amministrativo che fino a qualche anno fa custodiva tutti i certificati elettorali dei cittadini romani. La via costeggia tutto un lato del Circo Massimo (a destra), le Terme di Caracalla a sinistra, e sbuca in Piazza di Porta Capena (2,4km) dove mentre si gira a sinistra per Viale Aventino si scorge l’imponente mole del Palazzo della Fao. Alla fine si arriva in Piazza di Porta San Paolo (3,5 km percorsi) teatro di due fatti di cronaca importanti per la storia della città: nel settembre del 1943 qui si svolse l’ultima grande battaglia della resistenza romana contro i nazisti che occupavano la città e nel 1968 gli operai che si erano radunati per una manifestazione di protesta per i loro diritti furono duramente caricati da uno squadrone di carabinieri a cavallo guidati, si dice dal capitano Raimondo D’Inzeo (il più bravo cavaliere del secolo scorso, campione olimpico di salto ostacoli a Roma nel 1960 scomparso di recente) anche se il diretto interessato smentiva decisamente.

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uperata la Piramide Cestia è il momento di imboccare Viale Ostiense e di costeggiare quella parte dove fino a qualche anno fa c’erano i Mercati Generali, cuore del commercio alimentare, e non solo, romano e che ora sta cercando una sua riqualificazione attraverso mille progetti. È da qui che i “fruttaroli” Remo e Augusta del film “Vacanze Intelligenti” di Alberto Sordi partono per il loro giro di Italia. E siamo intorno ai 4 km e 200 metri Finita Viale Ostiense si piega sulla destra per andare ad imboccare Ponte Marconi. Prima di imboccarlo basta girare la testa sulla sinistra per scorgere la discesa che porta all’ex Cinodromo di Roma, chiuso dal 2002 ed oggi trasformato in un canile comunale. Sempre sulla sinistra ma alla fine di Ponte Marconi c’è uno spettacolare maneggio che si adagia sulle rive del fiume Tevere. Sono già 7 km e spiccioli di Maratona.

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Poi si prende a destra, si costeggia il Tevere e si aggira la zona di Viale Marconi una di quelle più ricche di commercio dell’intera città. Si sbuca a Piazzale della Radio e si va diritti verso Via Portuense ma si gira subito dopo il ponte della ferrovia perché qualche metro più avanti si scorgono le bancarelle del mercato di Porta Portese, il luogo degli affari dell’usato, aperto solo la domenica mattina, di Roma, immortalato da Claudio Baglioni in una delle sue celebri canzoni all’alba della sua carriera e da tante scene di film. Una su tutte quella del furto di una macchina fotografica usata ad opera di Mastroianni, Manfredi e Tiberio Murgia nel meraviglioso “I soliti ignoti” di Mario Monicelli. È il primo quarto di gara tra il nono ed il decimo chilometro.


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nuovo p e r c o r s o

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l percorso della Maratona di Roma 2014 presenta alcune novità rispetto agli anni passati. A causa del ridimensionamento di carreggiata di via dei Fori Imperiali, e visto l’alto numero di iscritti, gli organizzatori hanno dovuto rivedere la zona di partenza e arrivo. Sarà sempre la via imperiale teatro dei due momenti più emozionanti della maratona, con la partenza spostata all’altezza del Foro di Traiano-Campidoglio e l’arrivo sempre nello stesso punto ma con i partecipanti che arriveranno dall’altro senso, ossia da Piazza Venezia, quindi fronte Colosseo, e non più da via di San Gregorio. Il tracciato, mediamente scorrevole, contempla 77 cambi di direzione (nessuna curva a gomito) e circa 7,6 chilometri di sampietrini.

I

l tempo di vedere la gente che si affolla a Porta Portese e si gira verso un altro dei luoghi storici della città: Testaccio, il quartiere storico ed uno dei più antichi. Il primo impatto è con Ponte Testaccio che porta davanti all’ingresso dell’ex mattatoio intorno al quale sono nate storie e leggende di tutti i tipi. Era stato costruito su questa parte del Tevere in modo che l’aria e la corrente portassero via dalla città gli effluvi ed i resti della carne verso il mare. Qui c’è anche il Monte dei Cocci, una discarica di epoca romana che serviva da deposito delle anfore che venivano sbarcate dalle navi che approdavano al porto fluviale del Tevere. Oggi i “grottini”, i magazzini del porto, sono diventati ristoranti e locali notturni tra i più rinomati della città. E c’è, o meglio c’era, Campo Testaccio, il campo di legno della Roma Calcio (che nacque proprio qui nel 1927) dove i giallorossi giocarono dal 1929 al 1940: «Campo Testaccio c’hai tanta gloria, nessuna squadra ce passerà. Ogni partita è ‘na vittoria, ogni romano è n’bon tifoso e sà strillà. Petti d’acciaio, astuzia e core, corpi de testa da fa incantà. Passaggi ar volo cò precisione, vola er pallone che la rete và a trovà.» Sono le prime strofe del primo inno della Roma dedicate proprio al campo di gioco.

Per uscire da Testaccio si gira a sinistra per Via Marmorata e voltando la testa subito a sinistra gli appassionati del genere riconosceranno la via dove era stata scelta la casa del ragionier Fantozzi in “Fantozzi contro tutti” e non solo: in via Bodoni c’è anche il fornaio della scena con Diego Abatantuono che fa il playboy con la moglie di Fantozzi stesso “Sò diabolico nell’amplesso…sprupurziunat’ pè quanto riguarda le dimensioni…..”. Abbiamo fatto 11 chilometri

Il passaggio di mezza maratona è fissato in via della Giuliana. Il percorso tocca quasi tutti i punti più importanti e famosi di Roma. 
 Tra le novità del percorso 2014, si segnalano i passaggi sul Ponte Settimia Spizzichino (al km 4,5), nel Traforo Umberto I (al km 41), e in via Nazionale e Largo Magnanapoli (al km 41,5 con a destra, sullo sfondo, il Quirinale). Eliminato il passaggio attiguo a Fontana di Trevi per l’impossibilità di garantire assistenza tecnica e sanitaria a partecipanti e spettatori. Due le situazioni di medio impegno: le brevi salite tra via Pellegrino Matteucci (circa km 3,5) e via Benzoni (circa km 4,3 a precedere il ponte Spizzichino) intervallate da una discesa, e le alterne pendenze di fine di Via dei

Campi Sportivi - Via dell’Agonistica (2-3%) e via della Moschea (quindi da circa km 28,1 a km 28,8) alle quali segue la discesa di Via Gaudini. Sono presenti, inoltre, due leggere pendenze all’inizio di via dei Cerchi (circa km 1) e alla fine di via di Monte Brianzo (circa km 36,2). Nella parte finale del percorso, il tradizionale e impercettibile innalzamento, da via del Corso alla fine via Milano (13/14 metri lungo 3,3 km) e, a seguire, il corrispettivo in discesa da Via Nazionale a Piazza Venezia (per un totale di circa 1 km e con la discesa rilevante di Via IV novembre) per un arrivo in velocità in Via dei Fori Imperiali. Domenica 23 marzo, con il pettorale di gara della Maratona di Roma o della RomaFun si viaggia gratis su bus, tram e metro di Roma.

PERCORSO ROMAFUN 5 KM

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Partenza: Via dei Fori Imperiali (alt. San Pietro in Carcere) Via dei Fori Imperiali Piazza Venezia Piazza Aracoeli Via del Teatro Marcello Via Petroselli Piazza Bocca della Verità Via dei Cerchi Piazza di Porta Capena Viale delle Terme di Caracalla (laterale contro mano) Giro di boa semaforo Viale delle Terme di Caracalla Via Antonina Viale delle Terme di Caracalla (laterale contro mano) Viale Aventino (contro mano) Piazza Albania (contro mano) Viale Aventino (contro mano) Viale del Circo Massimo Piazzale Ugo La Malfa Via del Circo Massimo Via dell’Ara Massima di Ercole Arrivo: CIrco Massimo

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Maratone

Ponte Sant’Angelo (14,6 km) attenzione perché sul ponte potrebbe capitare di vedere Enrico Maria Salerno vestito da capitano delle guardie del papa nel film “In nome del papa re” oppure a destra, in via del Banco di Santo Spirito, potrebbe capitare di vedere uscire di casa la mamma del Dottor Guido Tersilli “Il medico della mutua” uno dei capolavori di Alberto Sordi.

Le 50 corse imperdibili nel mondo

di Hugh Jones, James Alexander

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iù di 50 maratone sparse in tutto il mondo accuratamente selezionate per tutti gli appassionati e per coloro che vogliono conoscere e avvicinarsi a questo sport o anche solo per sognare di compierle tutte. Pratica ed esauriente, questa guida è organizzata secondo suddivisione stagionale delle varie maratone e per ognuna di esse, oltre ad una puntuale descrizione, vengono date informazioni utili riguardanti la lunghezza del percorso e le date in cui la competizione si svolge. Ad accompagnare le varie schede numerose foto che illustrano i luoghi delle maratone. Oltre all’elenco delle maratone a livello mondiale la guida comprende un apparato esclusivamente dedicato alla presentazione delle maratone italiane dalle più popolari a quelle meno conosciute, un modo per scoprire nuovi paesaggi e risorse della nostra bella penisola.

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d eccoci sul Lungotevere, direzione centro città. Si passa sotto tre dei più bei posti di Roma: la basilica di San Saba all’Aventino, il Giardino degli Aranci proprio a fianco, e quasi all’altezza del Circo Massimo, il Roseto comunale, tre oasi di colori e pace ineguagliabili che possiamo intravedere sulla nostra testa quando stiamo correndo il 12 chilometro e mezzo della gara. Qualche decina di metri dopo siamo vicini alla Sinagoga, uno dei tre luoghi di culto che la Maratona incontra nel suo percorso. La via subito prima della Sinagoga, sulla destra, è quella dove abita Aldo Fabrizi quando interpreta il maresciallo della Guardia di Finanza nel film “I tartassati” e dove Totò e Luis de Funes lo aspettano una mattina all’alba per accompagnarlo a caccia. Da qui c’è un lungo tratto di Lungo Tevere che si sussegue e che passa davanti al Tribunale dei Minori (L.gotevere dei Fiorentini) e davanti a Castel Sant’Angelo. A proposito, proprio all’altezza di

Albertone protagonista anche di un film ambientato dentro il Palazzaccio come veniva chiamato a Roma il vecchio Palazzo di Giustizia sul Lungotevere, “Tutti dentro”, palazzo davanti al quale la Maratona passa, attorno al 15°chilometro, anche se sulla sponda opposta del fiume. Nel Palazzaccio anche Orson Welles girò parte del suo “Il processo” il film tratto dal capolavoro di Franz Kafka. Un ponte dopo si attraversa il fiume per arrivare a Piazza Cavour dove troviamo i giardini nei quali sempre Sordi sedeva all’inizio ed alla fine del film “Il commissario”in attesa della sua fidanzata. Piazza Cavour e soprattutto Via Crescenzio ci introducono nel quartiere Prati della capitale. Un quartiere importante, chic, ricco, commerciale e molto bello. Qui nel 1900 a Piazza della Libertà (ci passiamo vicini) è nata la Lazio calcio, ma prima di addentrarci in Prati facciamo una deviazione verso sinistra dirigendoci a San Pietro. Una curiosità: in Via della Traspontina, che ci immette su Via della Conciliazione e quindi davanti a San Pietro, fino a vent’anni c’era il cinema Mercury che proiettava solo film per adulti. Poi qualcuno si è accorto della situazione imbarazzante ed ha destinato quel palazzo ad usi molto più consoni alla zona, oggi è una sede dell’Università LUMSA.


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Da qui si corre verso il fiume e quella parte di lungo Tevere che dalla fine di settembre è piena di camion e bancarelle che vendono libri usati per la scuola, una vera manna per chi non vuole spendere troppi soldi per i testi nuovi.

stefano b a l d i n i

Un chilometro ed 800 metri dopo, giunti a Piazza Maresciallo Giardino si gira verso lo stadio Olimpico ma subito sotto c’è Via di Capoprati, una via che corre pochi metri sopra le acque del fiume. Qui c’è un oasi naturalistica del WWF davvero interessante, e pochi metri più avanti c’è il posto dove Mimmo Carotenuto nel film “Febbre da cavallo” tenta di suicidarsi prima che gli altri protagonisti del film lo fermino e diano inizio alla “mandrakata” finale.

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inalmente siamo nel cuore della cristianità, Via della Conciliazione con la Basilica di San Pietro che domina la scena. Un flash su Piazza San Pietro tra i centomila che l’hanno immortalata dietro la macchina da presa: quello di Al Pacino che nella terza parte de “Il Padrino” si reca in Vaticano per trattare l’ingresso della famiglia nella Internazionale Immobiliare. Gli atleti, che a questo punto hanno fatto 17300metri, girano verso destra e si immergono attraverso Piazza Risorgimento nel quartiere di Prati. Si corre dritti su Via della Giuliana e si arriva a Piazzale Clodio (dove si segna il chilometro 18,6), sede del Tribunale di Roma, il nuovo Palazzo di Giustizia. Da qui ancora a destra per Viale Mazzini e Piazza Mazzini. Due flash: poco più avanti di dove il percorso piega a sinistra ci sono il cavallo e la sede della Rai, e la chiesa del Cristo Re dove nel “Medico della mutua” Alberto Sordi ha girato la scena del funerale del Dr. Bui, il medico del quale prenderà il posto “con migliaia di mutuati”. C’è Piazza Bainsizza, con un vecchio deposito degli autobus dell’Atac, e Viale Carso, sede di una scena di “L’amore è eterno finchè dura” di Carlo Verdone: ci sono gli studi televisivi dove Laura Morante lavora come conduttrice e c’è il cartello virtuale del 20° km della Maratona.

Sulla sinistra c’è l’Ostello della Gioventù, il complesso delle piscine del Foro Italico, ed in Piazza Lauro de Bosis oltre allo stadio Olimpico si ammira il palazzo H (dalla forma della costruzione) del Coni, l’obelisco mussoliniano ed il Parco del Foro Italico. Sono poco più di venti i chilometri percorsi fino ad ora, vicini a metà gara. Ma da questa zona parte anche la corsa alla quale partecipa per amore della “Signorina Margherita!!!” Alberto (Sordi) nel film “Mamma mia che impressione”. È c’è da ricordare una scena di “In nome del popolo italiano” con Tognazzi e Gassman, con quest’ultimo che esce dallo stadio Olimpico al termine di un Italia-Inghilterra. Ora si va dritti per un bel po’. La prima tappa di questa dirittura come si direbbe nel gergo ippico è Ponte Milvio. Fermiamoci un attimo (non la corsa ma col racconto, siamo un po’ oltre metà gara al 23,2 km percorsi). Qui nel 312 dopo Cristo, l’imperatore Costantino sconfisse Massenzio e diede inizio ad una nuova fase per l’impero romano. La leggenda racconta che la sera prima della battaglia, il 27 ottobre, Costantino ebbe una visione: una croce latina con una P e sotto questa figura la scritta “In hoc signo vinces” “Con questo segno vincerai”. Così dopo la vittoria il nuovo imperatore decise che il cristianesimo non dovesse più essere perseguito nell’impero e ne sancì praticamente l’ufficialità, con le conseguenze che tutti noi conosciamo. In tempi recentissimi i romani hanno ricominciato ad avere familiarità con questo bellissimo ponte perché dopo il libro di Federico Moccia “Tre metri sopra il cielo” ed il successivo film di Luca Lucini è diventato meta di tutti gli innamorati che vengono qui a suggellare il loro amore legando un lucchetto di ferro ai lampioni del ponte. Un fenomeno incredibile che in città ha suscitato polemiche di ogni genere.

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l manuale di Stefano Baldini, medaglia olimpica alla maratona di Atene, che guida passo passo il neofita nel mondo del jogging amatoriale, svelando i segreti e il fascino di questa disciplina. Si comincia dalla motivazione che porta a calzare le scarpette da corsa per passare ai consigli sull’abbigliamento, sull’attrezzatura, fino a un programma di training per raggiungere il peso forma in un paio di mesi. Per i più volenterosi, c’è un capitolo finale dedicato alla preparazione della maratona amatoriale. Ogni capitolo è corredato da foto illustrative degli esercizi di stretching, potenziamento, ossigenazione, recupero e rilassamento.

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alex

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a caccia di record Sono previsti al via della Maratona di Roma 86 atleti disabili. Tra gli handbiker figura Alex Zanardi, vero ‘imperatore’ della 42 km romana: il popolare atleta paralimpico, infatti, su quattro partecipazioni ha già scritto tre volte il suo nome nell’albo d’oro: nel 2010, 2012 e 2013, mentre nel 2011 finì quarto. In caso di successo il 23 marzo, risulterebbe il primo atleta in assoluto capace di vincere 4 volte la Maratona di Roma. Supererebbe, infatti, l’etiope Firehiwot Dado (3 successi).

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a Viale Tor di Quinto, che si imbocca da Ponte Milvio, si sale sull’Olimpica (cosiddetta perché porta allo stadio Olimpico, ma in realtà è la tangenziale o Viale del Foro Italico) e si scende subito dopo nella zona dell’Acqua Acetosa, una delle zone più sportive di Roma. Di seguito si passa vicino al Centro di preparazione olimpica del Coni, al Polo Club di Roma, al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, a quello della Corte dei Conti, alla Moschea musulmana, al Circolo Canottieri Aniene al Bowling. All’altezza della Moschea tra l’altro, sulla sinistra c’è la famosa discesa della Coppa Cobram di ciclismo a cui partecipano tutti i dipendenti della ditta di “Fantozzi contro tutti” ed è lì che il ragionier Filini (Gigi Reder) esce di pista e piomba addosso ad un tavolo nuziale. Su questo tratto di Lungo Tevere qualcuno vuole che fosse girata la famosa scena dell’inseguimento tra Aldo Fabrizi e Totò nel meraviglioso film “Guardie e ladri”. Ricordate quando si fermano spossati per la corsa e Fabrizi dice “Io sparo in aria per intimidirti” e Totò risponde “Ed io non mi intimido!”? Ebbene pare che esista ancora quella casetta

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che si vede nel film, oggi pitturata di giallo, ma è una conferma difficile. Viale Tor di Quinto – Piazza delle Belle Arti, dai 23,2 km ai 32. Poco dopo, passato anche il Circolo sott’ufficiali della Marina Militare si arriva dalle parti di Piazza Mancini e sulla sinistra si vede un palazzo immortalato nella prima scena di “Fantozzi contro tutti”, il palazzo dove lavora il mitico ragioniere. Su quel lato del Lungo Tevere la sfilata dei circoli(tutti sul lato destro) è continua: c’è il Circolo dei Cavalieri di Colombo, il CSI, il Circolo degli Ufficiali della Marina, quello del Canottieri Roma e subito dopo quello del Canottieri Lazio. Si passa per piazza delle Belle Arti dove è stato ambientato, in uno dei due meravigliosi palazzi d’angolo, il film di Gabriele Lavia e Monica Guerritore “Scandalosa Gilda” e si prende (in contromano rispetto alla viabilità normale) il Lungo Tevere delle Navi che porta al Ministero della Marina Mercantile (a sinistra, è un palazzone enorme riconoscibile dalle due monumentali ancore nere che ne segnalano l’ingresso).




MAGAZINE fa concilia?” A questo punto siamo nel pieno del centro di Roma e la storia parla da sola, al punto da rendere quasi superfluo qualunque commento e ricordo. Vale la pena di segnalare a Via Zanardelli, km 34, il bellissimo Museo Napoleonico, prima di tuffarsi nell’ovale di Piazza Navona, una volta, ai tempi degli antichi romani adibito a vasca per le battaglie navali, set cinematografico per mille film, tra i quali “Poveri ma belli” e Corso Rinascimento dove c’è la sede del Senato della Repubblica. Ci avviciniamo alla fine della Maratona ma c’è ancora qualche spigolatura. Per esempio a Largo di Torre Argentina (i chilometri sono 35) oltre ai resti del mercato romano, ricordiamo di una scena del film “Romanzo Criminale” quello di Michele Placido. E’ quando il Libanese incontra l’uomo dello stato col Dandi ed il Freddo che attendono nascosti l’esito del colloquio. “Ma che c’ha in testa quello, la mortadella?” dice il Dandi a proposito del misterioso interlocutore.

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mprovvisamente, e col 33° chilometro, si entra nel cuore del centro storico di Roma col sottopasso di Ripetta e con passeggiata di Ripetta. Qui c’era una trattoria dove i due protagonisti di “Ladri di biciclette” (Antonio e Bruno) di Vittorio De Sica, un capolavoro del 1948, entrano “ per mangiarsi un supplì”. Ed eccoci a Piazza Augusto Imperatore dove oltre al Mausoleo di Augusto, il cinema ha ambientato tante scene. Ne ricordiamo due dello stesso film quel “Febbre da cavallo” già citato. La prima è quella dove Gigi Proietti, travestito da vigile urbano cerca di girare uno spot pubblicitario “Whisky maschio senza rischio” sarebbe la frase giusta ma s’inceppa così tanto che viene cacciato. Allora si sposta di qualche metro e ferma un autista e dopo uno straordinario giro di parole gli fa “Sono…47 mila e 500 lire… che

Dopo largo di Torre Argentina si passa per Piazza del Gesù dove per anni c’è stata la sede della Democrazia Cristiana ed immettendosi su via del Plebiscito verso Piazza Venezia sulla destra si scorge il palazzo che fu invece la sede del Partito Comunista. E adesso si va per Via del Corso dove girando la testa a destra e sinistra si osservano alcuni luoghi storici e significativi dell’Italia e di Roma: Palazzo Chigi e la sede del giornale Il Tempo, la Galleria Alberto Sordi (ex galleria Colonna) che sono praticamente alla stessa altezza; piazza del Popolo, teatro di tante feste e concerti per la città di Roma, dove c’è anche una chiesa, Santa Maria del Popolo, all’interno della quale si trova una scultura del maestro Alfiero Nena, il creatore delle medaglie celebrative della Maratona di Roma, e dove sono state ambientate alcune scene importanti del film “Angeli e demoni” con Tom Hanks, tratto dal romanzo di Dan Brown.

born to run di Christopher McDougall

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ome tantissimi runner più o meno dilettanti del mondo occidentale, Christopher McDougall era tormentato dai tanti piccoli e grandi infortuni che prima o poi colpiscono chi corre. Cercando una risposta ai suoi dubbi sulla tecnica di corsa moderna e sul motivo dei sempre più frequenti disturbi, Christopher è approdato nel deserto messicano del Copper Canyon, dove vive la tribù pre-azteca dei Tarahumara, gli ultracorridori. In queste pagine dense di racconta la propria esperienza, la lezione di tecnica ma soprattutto di vita che ha imparato, e la vicenda di Micah True, “caballo bianco”, l’ultramaratoneta che viveva come gli indios. Un libro per i tanti appassionati di corsa, di natura, di libertà.

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ubito dopo si imbocca Via del Babbuino. Nascosta sulla sinistra di questa via c’è una delle strade più belle di Roma, Via Margutta la via degli artisti, sede di atelier di pittori e scultori, ma anche la residenza romana del grande Federico Fellini. Si sbuca a Piazza di Spagna e subito a sinistra c’è il Collegio del San Giuseppe de Merode, un’istituzione storica a Roma anche per lo sport. E poi Piazza di Spagna è stato un set naturale per decine di pellicole cinematografiche e televisive. Citiamo proprio “Le ragazze di Piazza di Spagna” del 1952 con Marcello Mastroianni, Lucia Bosè, Ave Ninchi, Eduardo De Filippo. Da qui, mancano 4 km e 195 metri alla fine, andando dritti verso Via del Tritone si passa per Via Due Macelli, sede del quotidiano l’Unità, ma prima di lasciare la piazza sulla destra c’è il palazzo della Congregazione per la Difesa della Santa Fede, ed a sinistra in alto lo storico atelier del grande Valentino. A via del Tritone c’è la storica sede del Messaggero, l’altro grande quotidiano della città (si vede subito appena si imbocca la via) e proprio dall’altra parte del marciapiede nel già ricordato “Guardie e ladri” Totò prende un taxi per scappare dall’ennesimo inseguimento. La successiva Via della Stamperia ci porta a piazza Trevi dominata dalla Fontana di Trevi. “Marcello vieni!” è l’invito di Anita Ekberg a Marcello Mastroianni ne “La dolce vita” di Fellini; Totò che cerca di vendere la fontana ad un italo americano in Totòtruffa; il videoclip della canzone “Thank you for loving me” di Bon Jovi: tre scatti tra i tanti per celebrare questo spettacolare monumento romano. E da una via adiacente arriva un invito in cinese “Pokoto, pokoto!”. Lo ricordate? Vuol dire “Vai, vai” ed è parte di un esilarante dialogo tra

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maratoneti storie di corse e corridori di Marco Patucchi

Bombolo e Tomas Milian alias Ciu Ci Ciao in “Delitto al ristorante cinese”. I chilometri corsi sono 39. Stiamo per tornare a Piazza Venezia per l’ultimo sforzo ma c’è ancora il tempo per passare da Via della Pilotta e da Piazza della Pilotta. Il nome deriva da un antico gioco con la palla che si praticava nel Cinquecento e che consisteva nel colpire la palla con il pungo della mano adeguatamente fasciato. Tra l’altro da pilotta a pelota il passo è breve. Comunque nella piazza c’è la Pontificia Università Gregoriana. La via è caratterizzata da quattro archi che anticamente erano il passaggio da Palazzo Colonna ai suoi giardini sul retro. L’effetto scenografico è splendido. Ci siamo ancora pochi passi di corsa e ci avviamo alla fase finale della nostra fatica, ecco di nuovo a piazza Venezia, Via Petroselli, Via dei Cerchi e di nuovo il Circo Massimo ed il Colosseo. Le ragioni del cuore, quelle della mente e quelle delle gambe sono soddisfatte.

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a Abebe Bikila a Stefano Baldini, da Charlie Chaplin al matematico Alan Turing, dal desaparecido Miguel Sanchez al primatista mondiale Haile Gebrselassie. Storie di vita e di sport legate da una passione chiamata maratona, 42 chilometri e 195 metri che rappresentano la sfida dell’uomo ai propri limiti fisici e psicologici, ma anche l’educazione alla perseveranza nell’allenamento e alla gestione della fatica. In questa galleria di personaggi, raccontati nel loro doppio percorso agonistico e umano, trovano posto anche le emozioni di tutti i runners sconosciuti che si allenano ogni giorno sulle strade e nei parchi, inseguendo il sogno della maratona. O magari, più semplicemente, l’obiettivo di liberare mente e fisico dal peso della quotidianità.


i.p.


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Da sinistra in senso orario: Maria Guida, Maura Viceconte, Maria Cocchetti, Franca Flacconi, Stefano Baldini, Ruggero Pertile, Ornella Ferrara e Gloria Marconi. Qui sotto Alberico Di Cecco

gli italiani e le italiane che hanno trionfato alla maratona di Roma

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nche se l’albo d’oro ci dice che la Maratona di Roma sia stata in maggior parte appannaggio degli atleti africani, non bisogna dimenticare, però, che in alcune circostanze a trionfare siano stati maratoneti azzurri. Per quanto concerne gli uomini, tre sono le vittorie che danno il marchio tricolore alla manifestazione capitolina. Il primo italiano a trionfare fu Stefano Baldini nel 1998 con il tempo di 2 ore 9 minuti e 33 secondi. L’atleta di Castelnuovo di Sotto vanta tanti successi in carriera tra i quali la maratona alle Olimpiadi di Atene del 2004. È il primatista italiano di maratona con 2.07.22 ottenuto alla Maratona di Londra il 23 aprile 2006. Attualmente ricopre il ruolo di Direttore Tecnico del settore giovanile della Federazione Italiana di Atletica Leggera. Per vedere un altro azzurro vincere bisogna fare un salto di sei anni. A tagliare per primo il traguardo nel 2004 fu Ruggero Pertile con il tempo

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di 2.10.12. Ottimi piazzamenti anche per lui in carriera. All’Olimpiade di Pechino ha rappresentato l’Italia insieme ad Ottaviano Andriani e a Stefano Baldini. L’anno dopo tocca ad un altro italiano, Alberico Di Cecco, che vince con il tempo di 2.08.12. In carriera lo si ricorda per aver partecipato ai campionati mondiali nel 2001 e nel 2003, ottenendo rispettivamente il 17º e il 22º posto. Nelle Olimpiadi di Atene del 2004 arrivò 9º. Più cospicuo il carnet di vittorie azzurre per quanto concerne le donne, ben sei. La prima a trionfare è stata Franca Flacconi nel 1998 con il tempo di 2.28.12. Nello stesso anno segnò il tempo di 2.25.17, 2ª miglior prestazione europea dell’anno nella maratona e la 6ª prestazione mondiale. Nel 1999 è ancora un’azzurra a vincere. È Maura Viceconte con il tempo di 2.29.36. E’ il turno, quindi, di Maria Guida, nel 2001, che regala un altro successo all’Italia con il tempo di 2.30.42. Più volte campio-

nessa italiana, Maria si aggiudica a 36 anni la medaglia d’oro ai Campionati Europei del 2002. Nella specialità ha un personale di 2.25.57. Ha vinto anche varie medaglie d’argento e di bronzo. L’anno successivo si tinge nuovamente di azzurro grazie a Maria Cocchetti che vince con il tempo di 2.33.06. Ma anche il 2003, con Gloria Marconi (2.29.35) e il 2004, con Ornella Ferrara (2.27.49) sono anni d’azzurro. E poi stop.

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già centrato il primo obbiettivo dei 100.000 euro di fondi per il charity program

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a Maratona di Roma ha già raggiunto il primo obiettivo, quello dei 100.000 euro di fondi raccolti attraverso il “Charity Program” e destinati in beneficienza. I podisti che hanno deciso di sostenere una delle charities, attivano una raccolta fondi ponendosi un obiettivo e, raggiunto un minimo stabilito ricevono dall’associazione un pettorale omaggio. Su retedeldono.it, il portale di fund-raising partner della Maratona di Roma, e su maratonadiroma.it si possono verificare in tempo reale le donazioni. 

 

 Donazioni che ad oggi hanno raggiunto i 70.000 euro, ai quali vanno sommati i 40.000 del Rotary International - Distretto 2080 che porta avanti il progetto “Run For Polio 2014” per un totale di 110.000 euro. Si stima che la raccolta fondi supererà i 50.000 euro. Tra i più virtuosi spiccano Sport Senza Frontiere Onlus, con oltre 500 coupon prenotati (e 12 iscritti alla maratona), Moncenisio 4 con 420, O Viveiro Onlus con 400, Genitin Onlus con 360, Mais Onlus e Rotary International - Distretto 2080 con 300, Spiragli di Luce e Pagaie Rosa con 160. 

 

 Sport Senza Frontiere Onlus avrà alcuni testimonial che correranno la 5 chilometri: tra questi, Fabrizio Donato, bronzo alle Olimpiadi di Londra, Federica Lisi, moglie di Igor Bovolenta, che correrà con i suoi cinque figli.

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col vento ai piedi

il podista etiope che fece sognare olimpica con i suoi piedi scal z i

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uando si parla di maratona legata al nome di Roma, la mente non può che tornare indietro di oltre 50 anni e fermarsi su una prestazione di un ossuto atleta etiope la cui performance rappresenta ancora nell’immaginario collettivo qualcosa di epico. Il suo nome era Abbebè Bichilà, ma conosciuto da tutti come Abebe Bikila. Nel grande libro della storia dello sport occupa una pagina importante per aver vinto ai Giochi di Roma nel 1960, dove tutti lo ricordano trionfare in una Roma ormai al tramonto dove solo le luci dei lampioni e le auto degli organizzatori evidenziavano la sua impresa, diventata mitologica visto che corse e vinse l’intera distanza della maratona senza scarpe. Bikila, oltre ad essere un grande atleta, divenne il simbolo dell’Africa che si liberava dal colonialismo europeo, la prima medaglia d’Oro del continente africano alle Olimpiadi. Quattro anni dopo a Tokio Bikila confermò il successo di Roma, ma in questa occasione gareggiò con le scarpe. Fu il primo campione olimpico a bissare la vittoria nella maratona, stabilendo anche

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il miglior tempo mondiale sulla distanza.
A fermarlo purtroppo fu un brutto incidente automobilistico avvenuto nel 1969 che lo condannò alla sedia a rotelle. Un durissimo colpo per lui e a soli 41 anni, il 25 ottobre del 1973, se ne andava a causa di un’emorragia cerebrale. Per ricordare la sua figura, gli fu dedicato lo stadio nazionale di Addis Abeba. Per capire meglio la figura di questo straordinario atleta, nel film di John Schlesinger “Il maratoneta”, in diverse scene Dustin Hoffman osservava il video di Bikila che correva e tagliava il traguardo dello stadio Olimpico, mentre le sue foto erano appese alla parete.
 Sulla sua lapide nel cimitero di Addis Abeba, dove è sepolto, le incisioni sono in tre lingue, amarico, italiano e giapponese. Per lui fu istituito il comitato “Bikila 2010” per i festeggiamenti del cinquantenario dalla sua vittoria olimpica a Roma ‘60.




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