Spqr Sport n. 10 - 2012

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In questo numero monografico di SPQR Sport affrontiamo una tematica cara ai romani: il derby, dal 1927, anno di nascita della Roma che andò a sfidare la Lazio che già appassionava i figli della Città Eterna con i propri footballers con le scarpe della guerra ai piedi, i maglioni di lana caprina indosso, tutti intenti ad inseguire avversari e palloni perlopiù di nodi di corda che a colpirli di testa ci si faceva il callo. Nasce il derby. Ed è subito rivalità. Tra due mondi così diversi ed insieme così complementari. Da una parte il popolo, quello della Roma con un’eredità di tifo e passione nata dalla fusione di tutte le squadre che gravitavano dentro le mura. La Roma di Testaccio e Trastevere. Dall’altra parte la Lazio, società polisportiva. Quella nata nel 1900 pioniera di tante discipline, quella di Prati, Parioli, di Roma Nord e del Tridente. Per la Roma i colori del fuoco e in casa Lazio quelli di Olympia. Da una parte, la lupa simbolo della prima Roma e dall’altra, l’aquila scelta dai fondatori pensando alle legioni imperiali. Signori, ecco il derby, ecco i suoi interpreti, undici in campo e due popoli sugli spalti.

SPQR SPORT SOMMARIO

Edi to ria le

Fabio ARGENTINI

LA COPERTINA di SPQR SPORT Rivista ufficiale Roma Capitale, Dipartimento Sport Anno III Numero 10

Mensile di informazione a distribuzione gratuita Reg. Trib. di Roma n. 21 del 27-01-10

Editore Alfacomunicazione Srl Via del Giuba, 9 - 00199 Roma Direttore Responsabile Fabio Argentini Redazione Via C. Bavastro, 94 - 00154 Roma Tel. 06 671070333 Fax. 06 671070332 redazione@spqrsport.it grafica@spqrsport.it commerciale@spqrsport.it Art Director Alberto Brunella Stampa Stab. Tipolitografico Ugo Quintily SPA - Roma DIFFUSIONE. La rivista è distribuita nel corso degli eventi sportivi a Roma, per via postale e free press in tutte le piazze più importanti dei 19 municipi romani (l’elenco su www.spqrsport.it ). Per ritirare una copia è anche possibile contattare il numero 06.6710.70315 (Dipartimento Sport).

IN ALLEGATO IL QUINTO FASCICOLO SULLA STORIA DEL FORO ITALICO

SPQR SPORT ANNO III N. 10, 92 PAGINE


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erby. Per noi romani la madre di tutte le partite. Quella gara che ha il potere di cambiare una stagione, che appassiona, che impegna tanti giovani per preparare sugli spalti un evento così diverso da tutti gli altri. Generazioni di tifosi sono cresciute ricordando un’esultanza o il primo prato verde visto dopo quelle scale fatte a perdifiato, con gli avversari di sempre proprio lì davanti, per la prima volta. Tanti conservano, tra i momenti più belli, chiusi nello scrigno dei ricordi, un’entrata in campo accompagnata da colori, bandiere e coreografie. Dal giorno in cui il Generale Vaccaro, era il 1927, disse «No alla fusione!» è nato il derby. Ed insieme due popoli: due anime della stessa città, due modi differenti di sentire ed essere. Romanisti, laziali, profondamente diversi tra loro ma entrambi con un cuore grande così tanto nella vittoria quanto, ancor più, nella sconfitta. Ed a Vaccaro sono grati tanto i tifosi della Lazio che quelli della Roma. Grazie a lui, almeno due volte l’anno, tutti i problemi per qualche ora scivolano via. C’è il derby, da vivere con tutta l’anima, come sempre.

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Alessandro Cochi Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale


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di Luca ALEANDRI

Il primo pallone, racconta la leggenda, arrivò nel 1902. A portarlo fu un tal Bruno Seghettini, socio a Parigi del Racing Club. L’Inghilterra, che sbarca merci in tutto il Mondo e con esse il football che fa già proseliti nei cinque angoli del pianeta, stavolta c’entra poco, almeno all’inizio. La Lazio, la società a cui il pallone viene presentato, è appena nata, tra lo sferragliare dei tram, le carrozze che si aggirano nei vicoli antichi e stretti ma anche nelle strade grandi che cominciano a essere concepite dalla nuova architettura sabauda. Il Papa, sdegnosamente, è chiuso in un isolamento che dura ininterrottamente dalla presa di Porta Pia. Ha invitato i cattolici a non partecipare alla vita politica di questo nuovo Stato che ha osato attaccare la Capitale della Cristianità per farne la capitale di un Regno tutto terreno. Il quale Regno, intanto, cerca di ritagliarsi il suo spazio anche all’estero, scegliendo territori d’Oltremare da poter sottomettere. Non sempre, però, le imprese belliche progettate e

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Il giovane ufficiale dei bersaglieri, Luigi Bigiarelli, uno dei padri fondatori della Lazio. Era il 9 gennaio del 1900 e la creatura veniva alla luce. Le imposero il nome “Lazio” e le regalarono i colori della Grecia, patria dell’olimpismo. Il simbolo, l’aquila, in onore alle legioni romane

necessarie allo scopo vanno a buon fine. Nel 1896, ad Adua, le truppe del negus Menelik travolgono gli Italiani al comando del generale Baratieri. Muoiono circa cinquemila soldati, tra italiani e ascari. Sarà ricordata, semplicemente, come “la disfatta”, tanto che a simboleggiarla è rimasta una frase divenuta celebre: quella del generale Galliano, che invitava i propri ufficiali a disporsi e a “finire bene”. Anni dopo, sul Carso, un anziano ufficiale di carriera raccomandò al giovane ufficiale Lussu di non utilizzare le carte. «Ad Adua le avevamo, apposta abbiamo perso. Sbagliammo località, come se avessimo attaccato Verona invece di Venezia». Tra i pochi superstiti, un giovane sottoufficiale dei Bersaglieri, Luigi Bigiarelli. A roma nasce la Lazio È lui, quattro anni dopo quella tragedia nazionale, a incitare gli amici per formare un nuovo sodalizio sportivo. Così nacque la Lazio, e i suoi colori saranno quelli della Grecia, patria dell’olimpismo. È il 9 gennaio del 1900. L’alba di una nuova era, anche se Roma assomiglia poco alla Ville Lumière parigina o alla Londra industriale raccontata da Dickens e fatica a scrollarsi di dosso una certa apatia che tende al retrò. Il calcio fa il suo debutto faticosamente sulla scena locale, tanto che la Lazio ricorre a un’inserzione su “Il Messaggero”, nel dicembre 1902 per trovare avversari. Ancora nel 1905, è costretta a formare due squadre con i propri soci perché nessun avversario ha voluto misurarsi. Eppure qualche altra compagine che inizia a dedicarsi al football comincia a vedere la luce, anche grazie a qualche dissidio che causa scissioni nella Lazio. Seghettini, ad esempio, è uno dei fondatori dell’Audace, la storica società che ancora oggi dimora in via Frangipane. Comunque, sebbene a fatica, la scena calcistica romana nel primo decennio del secolo inizia a popolarsi, tanto che nel 1907 si può disputare il primo torneo romano. Partecipano la Lazio, la Virtus e il Roman. La Lazio si impone, come già precedentemente, e sempre nel 1907 ottiene anche importanti affermazioni al di fuori della Capitale. Affronta e supera il Naples, nel 1907 va in Toscana e in un solo giorno batte Pisa, Livorno e Lucca. A Roma si disputa nel primo decennio del secolo la Coppa. La Lazio si impone superando anche la nuova rivale, la Fortitudo. Nessuno resiste alla Lazio dentro Roma, però la musica cambia notevolmente se si gioca contro formazioni del Nord. Quando nasce il campionato nazionale, prima della deflagrazione mondiale, la Lazio arriva in finale nel 1913 (sconfitta dalla Pro Vercelli), nel 1914 (sconfitta dal Casale) e nel 1915, quando l’ultimo atto non si disputa per l’ingresso in guerra dell’Italia. Nonostante le sconfitte subite nell’atto decisivo, però, l’immagine della squadra è tale che l’Internazionale di Milano la chiama per un incontro che deve inaugurare il nuovo impianto di via Goldoni. Ma presto non sarà più tempo di calcio. L’attentato di Sarajevo dà inizio alle ostilità, che si allargano a dismisura. È la Grande Guerra, o Prima Guerra Mondia-

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le. Due definizioni che comunque rendono l’enormità del conflitto. Le società sportive romane, come le altre, offrono il proprio tributo di giovani atleti che partono per il fronte. Molti, nella grande mattanza delle trincee, lasceranno la propria vita. La Lazio offre anche il campo del proprio stadio, la Rondinella, ai piedi dei monti Parioli, per farne un orto di guerra. Tale gesto le varrà l’elevazione a Ente Morale, nel 1921. Non è tempo di calcio, dunque, per quanto un battaglione inglese, sul fronte francese, si lanci all’assalto delle postazioni nemiche prendendo a calci due palloni tirati dalla trincea dal tenente che guida la carica. Al cessare delle ostilità, nel 1918, l’Europa è da ridisegnare. Per le trattative l’appuntamento è a Versailles. Ma non tutte le potenze schieratesi sui diversi fronti della Guerra vedranno le proprie aspirazioni soddisfatte. Secondo una corrente condivisa proprio dalle fragili condizioni parigine scaturiranno i prodromi del successivo conflitto. Tra le altre, le promesse fatte all’Italia perché abbandonasse la Triplice Alleanza con Austria e Germania e si schierasse con le Potenze alleate (come poi avvenne) furono in larga parte disattese. Il Paese è nel caos. Migliaia di reduci che faticano a reinserirsi, il socialismo che preme per riforme che tardano, il neonato fascismo che trova linfa vitale attingendo alle folte schiere dei militaristi delusi: il quadro è quello del caos dilagante. La Lazio riprende l’attività, e con essa tutto il calcio romano riparte. Si contano i morti: ogni società ha pagato il proprio dazio, pesantissimo, alla ragion di Stato.

Il Generale Vaccaro disse «no» alla fusione della Lazio con la Roma, neonata società dove erano confluiti vari sodalizi

Fusione? No, grazie Ecco come reagirono all’epoca i tifosi biancocelesti che non accettarono la fusione con la nascente Associazione Sportiva Roma. A dire «no» fu il Generale Vaccaro che non permise che le idee sportive del regime, sposate da Italo Foschi, portassero in pratica alla sparizione della Lazio che avrebbe perso il suo nome e tutta la sua storia mutuando il tutto nella nascente creatura.

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Dalla accesa lotta per il potere, nel 1922, esce vincitore il movimento fascista di Benito Mussolini, incaricato dal Re, il 28 ottobre, di formare un governo, dopo che migliaia di camicie nere erano state convogliate verso la Capitale con la minaccia di affrontare militarmente l’Esercito. Il Re, per evitare spargimenti di sangue tra compatrioti, e forse anche incoraggiato dalla prospettiva di poter controllare il crescente movimento socialista che terrorizza la borghesia, decide di affidare il potere nelle mani dell’”Uomo Forte”. Pensa che potrà controllarlo, revocandogli mandato e potere a piacimento. Nasce una dittatura che finirà solo ventuno anni più tardi. Negli Anni Venti il calcio romano riprende con le solite protagoniste, che si erano lasciate cedendo il passo a battaglie meno metaforiche. La Lazio è sempre la protagonista principale di questi derbies, e anche nel 1923 arriva ancora alla finale nazionale, seppure nella semifinale venga bloccata dal Savoia. In finale, come al solito, non c’è storia contro il Genoa, che si laurea campione. A testimonianza della validità del movimento calcistico romano, l’anno precedente la finale Scudetto, contro la Pro Vercelli, era stata disputata dalla squadra della Fortitudo, che ovviamente aveva perso nettamente. Nel 1925 e nel 1926 era invece toccato all’Alba, sconfitta dal Bologna e dalla Juventus all’anno successivo.

Una copia di un giornale dell’epoca in cui si scriveva della fusione della Fortitudo, dell’Alba e Roman che dette vita alla nascita dell’A.S. Roma. I tifosi delle squadre capitoline dettero vita a una realtà popolare straordinaria

Verso un unico squadrone romano Nel 1927, il Regime partorisce l’idea di unificare le diverse realtà del calcio romano. Si è ben reso conto dell’importanza propagandistica del football, e ne vuole sfruttare le potenzialità per penetrare quelle fasce di popolazione ancora critiche. Il progetto, patrocinato da Italo Foschi, figura di spicco del Regime, prevede l’unificazione delle realtà esistenti; la Fortitudo Pro Roma (in quanto precedentemente i due sodalizi si sono unificati), l’Alba (che aveva assorbito la sezione calcio dell’Audace e anche i residui della disciolta Juventus Roma), e il Roman. Ovviamente parte imprescindibile del progetto prevede l’annessione della Lazio, che però annovera tra i suoi soci il Generale Vaccaro, figura di spicco del fascismo e dello sport nazionale. Il Generale assume la vicepresidenza del club, ed evita che la Lazio, anche in virtù della sua nomina a Ente Morale, fosse assorbita dalla neonata società. Dunque, la nuova Associazione Sportiva Roma assume i colori del gonfalone comunale, il rosso porpora e il giallo “becco d’oca” (mutuando la maglia giallorossa del Roman) e fa il suo debutIL DERBY CAPITOLINO | 8


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to al Motovelodromo Appio (nell’odierno largo dei Colli Albani, approssimativamente), nell’estate del 1927. I tanti derbies romani appartengono ora al passato; ora l’unica stracittadina è quella tra la Lazio e la Roma. L’esistenza di un campionato che ancora mantiene i due gironi (non su base rigidamente geografica) permette però di rinviare la disputa del primo scontro diretto, peraltro temutissimo dalle autorità. Nel 1929, però, il campionato viene unificato. La Lazio viene ammessa dopo la disputa di un doppio spareggio con il Napoli, che però rimane senza vincitori poiché l’ammissione della Triestina (per motivi politici), rende necessaria un’altra presenza in Serie A. Lazio e Roma si ritroveranno dunque di fronte. È nata l’era moderna del calcio romano. L’alba del primo derby Insomma, finalmente è derby l’8 dicembre del 1929, quando al calendario pare il caso mettere di fronte le due compagini capitoline. Il potere, che temeva disordini, aveva fatto in modo che fintanto erano esistiti i gironi le squadre avessero militato separatamente. Ma ora, con il girone unificato, sarebbe stato inevitabile. E il romanzo del derby vide la luce, seppure tra mille apprensioni, tanto che il popolarissimo “Tifone” presenta il match con vignette in cui sono raffigurati gendarmi in ogni angolo dello stadio, tra cui anche al posto della terna arbitrale. Si gioca alla Rondinella, la tana della Lazio, sebbene in quel giorno le cronache registrano una maggiore presenza di tifosi giallorossi, che vincono anche sul campo. 1 a 0, gol del centravanti Volk, detto “Sciabbolone”. In campo, per la prestazione generosa, si segnala Attilio Ferraris IV, futuro Campione del Mondo, che quando Pozzo gli accennò la possibilità di schierarlo nei mondiali italiani del 1934, lui gettò le sigarette per tornare in forma. Difese poi il titolo iridato a Londra, contro i maestri inglesi che sfidavano solo i campioni. Si giocò ad Highbury, lo stadio dell’Arsenal, sede scelta per omaggiare quella formazione che così tanto contribuiva alla selezione inglese. I Tre Leoni vinsero 3 a 2, ma dovettero soffrire fino all’ultimo per battere una bellissima l’Italia che uscì dal campo tra gli applausi. Tra gli azzurri, in particolare, spiccò Ferraris, da allora il “Leone di Highbury”. Nato a Borgo, quindi a due passi dal Vaticano, era figlio di un artigiano che riparava bambole. A lui si rivolsero gli emissari della Juventus, che fecero una generosa offerta per quel talento in erba. «I figli non sono bambole, non sono in vendita», rispose il Sig. Ferraris. Attilio morirà in campo in una partita amatoriale. Sepolto al Verano, sarà omaggiato da un epitaffio semplice ma efficace “Attilio Ferraris Campione del Mondo”. Sull’altra sponda, quella azzurra (come da definizione dell’epoca) a capitanare l’attacco era un certo Pastore, centravanti talmente belloccio da meritarsi, in seguito, la carriera cinematografica. Borsalino, cappotto sopra il doppiopetto, sigaretta, il look degli atleti dell’epoca. Il salutismo era ancora lì da venire. La partita di ritorno vede il derby debuttare nel Campo Testaccio, lo stadio storico della Roma, quello forse a cui i tifosi sono tutt’oggi più legati. Inaugurato proprio all’inizio di quel campionato (il 3 novembre, vittoria sul Brescia per 2 a 1), sorgeva nel cuore della Roma popolare, proprio sotto al

Italo Foschi, personaggio di spicco del regime fascista, tra i fautori della fusione delle squadre capitoline che, nei piani, doveva comprendere anche la Lazio

Monte dei Cocci. Era stato disegnato sul modello del Goodison park, la casa dell’Everton e aveva le tribune dipinte di giallorosso. Divenne celebre per l’atmosfera di straordinaria ostilità che accoglieva le squadre ospiti: in una partita, rimasta tanto famosa da aver dato lo spunto a un film, i giallorossi travolsero la Juve per 5 a 0. Un risultato quasi inimmaginabile, anche in quegli anni. Canzoni, stornelli, strofe popolari accompagnarono le gesta dell’impianto, fino la 1940, quando venne abbandonato destinandolo a una ben misera fine. Comunque, in quella gara di ritorno del campionato 1929/30, il risultato fu 3 a 1. In gol subito la Lazio proprio con Pastore, il centravanti con Cinecittà nel futuro, ma la Roma ebbe la forza di ribaltare il risultato. A pareggiare, inizialmente, fu proprio Fulvio Bernardini, detto “Fuffo”. La storia di Bernardini meriterebbe un capitolo a parte. Nasce portiere, ma passa a centrocampo dopo che la mamma ha imposto alla società un cambio di ruolo, perché quello del portiere è troppo pericoloso. Rimane infatti tramortito dopo uno scontro di gioco, e la famiglia, preoccupata, non vuole che continui tra i pali. E nasce nella Lazio perché, si narra, il giorno del provino il cancello della Fortitudo era chiuso. Passa a centrocampo, e stupisce l’Italia calcistica. Perde, con la maglia della La-

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Ecco la mappa genealogica che illustra come si è sviluppata la nascita dell’A.S. Roma avvenuta nel 1927. Una fusione di varie società che, all’epoca, ruotavano nell’emisfero calcistico capitolino

Il primo derby è giallorosso LAZIO - ROMA

0-1

8 dicembre 1929, stadio Rondinella LAZIO: Sclavi, Saraceni II, Bottacini, Pardini, Furlani, Caimmi, Ziroli, Spivach, Pastore, Malatesta, Sbrana. All. Piselli ROMA: Ballante, Barzan, De Micheli, Ferraris IV, Degni, Carpi, Benatti, Delle Vedove, Volk, Corsenini, Chini Ludueña. All. Burgess Arbitro: sig. Carraro di Padova Marcatori: 73' Volk Spettatori: 15.000 circa

zio, lo spareggio Scudetto con il Genoa, e il capitano rossoblù gli fa i complimenti predicendogli un grande futuro. È il 1923 e lui ha diciotto anni. È il primo giocatore del Centro Sud a essere convocato in azzurro. Vittorio Pozzo, il Vate della Nazionale di quegli anni, non lo porta ai Mondiali del 1934 con una motivazione curiosa. «Lei è troppo bravo, mi mette in difficoltà il resto della squadra». Giura che non lascerà mai la Lazio, ma le cose della vita alcune volte costringono a dei ripensamenti. Va all’Inter, ma dopo due anni torna a Roma, sponda giallorossa e qui rimarrà per oltre un decennio. La sua militanza rappresentò un tale faro nella storia del club che a lui, oggi, è intitolato il centro di allenamento della Roma, nonostante sia stato, come detto, un prodotto della Lazio degli albori. Dopo lo stop agonistico, il “Dottore”, così veniva chiamato, divenne allenatore di successo. In particolare, vinse una Coppa Italia con la Lazio e due storici Scudetti con Fiorentina e Bologna.

ROMA - LAZIO

3-1

4 maggio 1930, campo Testaccio ROMA: Ballante, Mattei (I), De Micheli, Ferraris (IV), Degni, Carpi, Benatti, Fasanelli, Volk, Bernardini, Chini Ludueña. All. Burgess. LAZIO: Sclavi, Tognotti, Bottacini, Pardini, Furlani, Caimmi, Foni, Ziroli, Pastore, Rier, Okely (III). All. Piselli. Arbitro: Sig. Gama di Milano. Marcatori: 15' Pastore, 27' Bernardini, 40' Volk, 60' Chini Ludueña. Spettatori: 19.000 circa.

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Le sfide ncora Testaccio, il 7 dicembre del 1930, all’alba del decennio più vincente per il calcio italiano, che metterà in bacheca in questi anni due allori mondiali e uno olimpico. Debutta nei derby in porta con la Roma Guido Masetti, che diventerà “Primo portiere”, come recita lo stornello della Roma campione d’Italia del 1942. È tesserato dal club grazie al parere di Bernardini, che ne intuisce le potenzialità, dopo che il tecnico Burgess lo ha bocciato e il portiere sta per tornare al Nord per firmare con il Torino. Quel derby finisce in pareggio, per la prima volta anzi la Lazio non solo non perde ma nella tana di Testaccio sfiora il colpaccio. Va in vantaggio con Foni, pareggia la Roma con il solito Volk. Ottima prova dell’altro portiere, quello della Lazio Sclavi, portiere quasi per caso. Era militare a Roma quando vedeva i compagni di leva andare agli allenamenti e così sfuggire alla noiosa vita della caserma. Decise di provare, divenendo uno dei migliori Numeri Uno della sua generazione. Personaggio carismatico, rimase in campo stordito ad Alessandria per non lasciare la squadra con un uomo in meno. Sfidò a duello il giornalista Danese (con il quale poi divenne amico) nella villa del Barone Ferrari a Grottarossa, in odore di cessione per non lasciare la Lazio preferì partire volontario per la guerra d’Etiopia. Tornato dalla prigionia, divenne un affermato pittore.

A

ROMA - LAZIO

1-1

7 dicembre 1930, campo Testaccio ROMA: Masetti, Ferraris (IV), Bodini (II), Degni, Bernardini, Bossi, Costantino, Fasanelli, Volk, Lombardo, Chini Ludueña. All. Burgess. LAZIO: Sclavi, Tognotti, Mattei (II), Pardini, Furlani, Caimmi, Ziroli, Foni, Pastore, Malatesta, Cevenini (V). All. Molnar. Arbitro: Caironi di Milano. Marcatori: 34' Foni, 76' Volk. Spettatori: 20.000 circa.

Lazio, la maledizione dei derby Ma la maledizione del derby sembra permanere in casa biancoceleste. Anche nella partita di ritorno, la vittoria sfuma nelle battute finali, per un calcio di punizione che fissa il risultato sul 2 a 2. Alcuni dei marcatori sono i soliti: Pastore per la Lazio, Volk per la Roma. Il portiere partecipa alla sfida solo per l’intuito di Olindo Bitetti: constatandone l’assenza, lo trova addormentato sotto un albero. A pochi minuti dalla fine, in pieno forcing giallorosso, il pallone termina fuori, a pochi passi dal console Vaccaro, che lo calcia verso un giocatore laziale. La mossa sembra fatta apposta per far scorrere secondi preziosi, e scoppiano i primi tafferugli. L’arbitro, dopo pochi secondi, pone termine alle ostilità. Ma non basta, perché gli incidenti riprendono con più virulenza di prima, coinvolgendo i giocatori, con i dirigenti che cercano di fare da pacieri. Intervengono anche i tifosi e il bilancio è pesantissimo: le due società vengono spedite per il resto del campionato a Terni (la Roma) e a Foligno (la Lazio). Diversi turni di squalifica vengono distribuiti anche a vari giocatori, in particolare Bernardini. Tornano invece al successo i giallorossi nei due derby del 1931-32, dopo essersi aggiudicati l’anno precedente il primo derby amichevole della storia (4-1). In campionato a Testaccio i giallorossi si impongono per 2 a 0 (ancora a segno l’immancabile Volk), con il cielo solcato da sette aerei (quanti sono i quotidiani capitolini) per celebrare l’aeroporto dell’Urbe, ma è al ritorno che il risultato assume dimensioni ancora più nette: 4 a 1 per la Roma, capace di passare in vantaggio con Chini, farsi pareggiare da un gol di Fantoni, ma poi capace di dilagare definitivamente nella ripresa. La partita, che non IL DERBY CAPITOLINO | 14


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aveva mancato di suscitare la consueta apprensione per l’ordine pubblico, era stato disposto che fosse disputata allo Stadio Nazionale, come d’altronde il derby dell’anno precedente. L’anno successivo è la volta della Lazio, allo Stadio Nazionale, davanti a un pubblico di 25.000 spettatori. L’incasso è di 220 mila lire, un tagliando per la tribuna ne costa 30, i popolari 10. Sugli spalti anche i figli del Duce, tifosi della Lazio, che salutano l’affermazione per 2 a 1. In gol, però per i giallorossi, ancora Volk, il centravanti acquistato dalla Fiumana che caratterizzava i derby con una media realizzativa incredibile. Ma l’euforia in casa biancoceleste dura poco; il match di ritorno si chiude con il punteggio di 3 a 1 per i giallorossi. Ancora Testaccio, l’anno successivo, e stavolta il risultato è tra i più pesanti di sempre: 5 a 0, con doppietta di Bernardini e tripletta di Tomasi. Va detto che la Lazio perde per infortunio i due terzini, che un ciuffo d’erba devia sul palo un pallone destinato in gol (tiro di De Maria a porta vuota); rimane però l’onta di un risultato pesantissimo. L’ombra di un altro “cappotto” grava anche sul match di ritorno, come di consueto allo stadio Nazionale: 3 a 0 per la Roma dopo 15 minuti di gioco, però la Lazio reagisce e una tripletta di De Maria le regala un pareggio che vale come una vittoria. Anche in considerazione della pessima prestazione del giovanissimo Brandani, sedicenne, chiamato a sostituire Sclavi nel ruolo di portiere, per la prima volta assente in una stracittadina. Dopo aver subito tre gol che un giornale l’indomani definì “semi-umoristici”, il terzino Bertagni trovò la forza di rincuorarlo. Forse anche da lì nacque la rimonta laziale. Nell’estate l’Italia fu

Il primo romano in nazionale Soprannominato il Dottore per la sua laurea (allora titolo non certo alla portata di tutti), Fulvio Bernardini nacque a Roma il 28 dicembre 1905 e qui vi morì nel 13 gennaio del 1984. Giocatore di classe sopraffina ma dotato anche di una grande intelligenza tattica, che mise in pratica prima da giocatore e poi da tecnico. I suoi inizi sono con la maglia della Lazio dove vi rimase fino al 1926, per passare poi all’Inter. Coi nerazzurri giocò per due stagioni segnando 27 reti. Ma il grande successo lo conobbe con la maglia della Roma dove approdò nel 1928. Undici campionati dove sciorinò tutta la sua classe. 286 presenze e 47 gol. In nazionale ha giocato 26 volte, segnando 3 gol. È stato il primo romano a vestire la maglia azzurra, dal 1925, quando ancora indossava la casacca biancoceleste. Da allenatore ha vinto lo Scudetto con Fiorentina e Bologna.


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distratta dai Mondiali, che organizzava in casa. Gli Azzurri, su cui pesava l’ombra del Regime che pretendeva fortemente il titolo, erano guidati da Vittorio Pozzo, l’uomo che nonostante qualche contrasto con le alte sfere, rimase sempre al suo posto proprio per le straordinarie capacità tecniche. L’Italia arrivò in finale superando gli Stati Uniti, la Spagna del celebre portiere Zamora, che però non giocò il replay perché infortunatosi durante la prima partita terminata in pareggio, la fortissima Austria del centravanti Sindelar, e quindi l’Ungheria in finale, battuta 2 a 1 proprio nei tempi supplementari allo stadio Nazionale. Il Duce ricevette i freschi campioni del Mondo a Palazzo Venezia, omaggiandoli con un premio di 20.000 lire a testa. Tra loro Attilio Ferraris, voluto dall’allenatore Pozzo nonostante pensasse di essere ormai in fase calante per un torneo di quel livello. L’estate, comunque, la bandiera giallorossa passò alla Lazio. Nel contratto di cessione, però, figurava una clausola per cui non avrebbe potuto giocare il derby, a meno che la Lazio non avesse pagato una penale di 25.000 lire. La Lazio pagò e Ferraris fu regolarmente in campo contro la squadra della sua vita. Il pubblico di fede giallorossa, vedendolo in campo, lo apostrofò amaramente al grido di “Venduto”. È derby anche sugli spalti. Ironia Anni ‘30 La folla biancoceleste, allora, replicò con un efficace “Comprato”. In campo furono due pareggi, sia all’andata (1 a 1 a Testaccio), sia al ritorno (0 a 0 al Nazionale). I

Il primo gol fu di volk Volk nacque a Fiume il 14 gennaio del 1906 e morì a Nemi il 2 ottobre del 1983. Acquistato dalla Roma nel 1928, divenne in poco tempo uno dei primi idoli di Campo Testaccio, dove fu il primo a segnare un gol ufficiale; fu inoltre l'autore della rete decisiva nel primo derby tra Lazio e Roma, nel 1929, terminato 0-1 per la formazione dei lupi. Durante il periodo fascista, il suo cognome venne italianizzato in "Folchi", così come richiesto dal regime. Dotato di un tiro micidiale, fulmineo e rapido nei movimenti, più pericoloso spalle alla porta per le sue doti di funambolo, non era in possesso di una tecnica sopraffina, ma segnava da ogni luogo del campo; particolarmente considerato dal pubblico giallorosso, venne soprannominato Sigfrido, poi trasformatosi rapidamente nel più romanesco Sigghefrido. Venne anche chiamato "Sciabbolone". 157 le presenze con la maglia giallorossa contrassegnate da 91 reti. Nel 1933 l’addio alla Roma per approdare al Pisa.

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Le sfide gol dell’andata furono ambedue segnati su rigore. Per la Roma mise in rete Guaita, un oriundo argentino fresco Campione del Mondo con la Nazionale di Pozzo. Per la Lazio replicò un centravanti acquistato nell’estate dalla Pro Vercelli, nonostante le ritrosie del calciatore che avrebbe preferito un trasferimento più prestigioso in una grande società del Nord. È Silvio Piola: diventerà uno dei calciatori più forti dell’intera storia nazionale. Dopo i due pareggi dell’anno precedente, nella stagione 1935-36, le stracittadine si chiudono con due vittorie giallorosse, entrambe per 1 a 0. All’andata con un gol di Cattaneo all’ultimo minuto, dopo una gara sofferta in cui la Roma aveva mantenuto l’imbattibilità della propria porta solo grazie alla bravura della propria difesa, al ritorno un'altra marcatura del medesimo giocatore, ancora negli ultimi minuti. In mezzo alle due gare, una sfida in Coppa Italia che aveva visto invece l’affermazione della Lazio per 2 a 1. Ma la rivalità tra i due club monta, e sfocia nella rissa che era ormai nell’aria quando in campo erano ad affrontarsi le due compagini capitoline.

LAZIO - ROMA

1-4

22 febbraio 1931, stadio del P.N.F. Amichevole

LAZIO: Bonadeo, Canestri, Bottacini, Marcacci, Furlani, Caimmi, Ziroli,Spivach, Pastore, Malatesta, Okely (III). All. Molnar ROMA: Masetti, Mattei, Castellucci, Carpi, Bossi, D'Aquino, Eusebi, Fasanelli, Volk, Lombardo, Chini. All. Burgess Arbitro: Scarpi di Dolo Marcatori: 41' Chini (rig.), 60' Volk, 80' Volk, 82' Pastore, 85' Eusebi Spettatori: 15.000 circa.

LAZIO - ROMA

2-2

24 maggio 1931, stadio del P.N.F. Risse e palloni Nel campionato successivo, dopo il 3 a 1 con il quale la Roma regola i rivali all’andata al Campo Testaccio, il ritorno è previsto per il 21 febbraio del 1937 allo Stadio Nazionale. Nonostante la presenza in tribuna di alcune delle figure più in vista del Regime (la principessa Mafalda, socia biancoceleste, che morirà pochi anni più tardi a Buchenwald, Galeazzo Ciano allora all’apice della propria fama accompagnato dalla moglie Edda, e gli altri figli del Duce), il resto del pubblico sembrava poco incline all’etichetta. Ma anche i giocatori non sono da meno. Gipo Viani, centrocampista della Lazio, aggredisce Subinaghi, che lo aveva preso in giro. Diventerà, dopo una buona carriera agonistica, un ottimo allenatore conducendo il Milan allo scudetto ma anche alla finale di Coppa dei Campioni persa contro il grande Real. Dal primo screzio la rissa si allarga, perfino il correttissimo Piola rimane coinvolto, mentre Bernardini, forse memore della pesante squalifica di sei anni prima, si adopera per mettere pace. Il risultato, per la cronaca, vede prevalere la Roma per una rete a zero, gol di Mazzoni. Allemandi, nelle roventi polemiche del dopo partita, viene accusato di aver colpito Piola; lo scagionerà Monzeglio con una lettera al Littoriale. Nell’anno successivo la Roma ottimizza i due risultati con due marcature in zona Cesarini. All’andata è 1 a 1 (pareggio giallorosso all’88° con Frisoni, dopo un gol di Piola), al ritorno a Testaccio vince la Roma per 2 a 1, marcatura decisiva di Borsetti all’85°. Nell’estate riparte la caccia al titolo mondiale: l’Italia di Pozzo deve difendere il titolo vinto quattro anni prima. Affronta e batte la Norvegia, poi elimina i padroni di casa della Francia, affrontata con una maglia nera che farà discutere i molti fuoriusciti politici che sperano nella sconfitta degli Azzurri che salutano romanamente prima del match. L’opposizione in Italia è diventata più dura, e molti esponenti politici hanno abbandonato il paese cercando rifugio all’estero. IL DERBY CAPITOLINO | 17

LAZIO: Sclavi, Tognotti, Mattei (II), Pardini, Furlani, Ziroli, Pastore, Spivach, Lamon (I), Fantoni (II), Fantoni (I). All. Molnar. ROMA: Masetti, De Micheli, Bodini (II), Ferraris (IV), Bernardini, D'Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Lombardo, Chini Ludueña. All. Burgess. Arbitro: Gama di Milano Marcatori: 15' Pastore, 47' Volk, 49' Fantoni (I), 87' Bodini (II) Spettatori: 16.000 circa.

ROMA - LAZIO

2-0

6 dicembre 1931, campo testaccio ROMA: Masetti, Nicolich, Bodini, Ferraris, Bernardini, D'Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Eusebio, Chini. All. Baar LAZIO: Sclavi, Mattei (II), Del Debbio, Rizzetti (Pepe), Serafini, Fantoni (II), Guarisi (Filó), Fantoni (I), Castelli (Rato), Malatesta, De Maria. All. Barbuy Arbitro: Dani di Genova Marcatori: 46' Volk, 54' Eusebio. Spettatori: 20.000 circa.


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le sfide LAZIO - ROMA

1-4

1 maggio 1932, Stadio del P.N.F. LAZIO: Sclavi, Mattei (II), Tognotti, Pardini, Furlani, Fantoni (II), Guarisi (Filó), Malatesta,Fantoni (I), Castelli (Rato), De Maury. ROMA: Masetti, Mattei, Bodini, Carpi, Ferraris, D'Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Bernardini, Chini. All. Baar. Arbitro: sig. Rovida di Milano Marcatori: 4' Chini, 31' Fantoni I, 42' Volk, 58' Costantino, 65' Costantino. Spettatori: 14.000 circa.

ROMA - LAZIO

0-3

26 giugno 1932, Campo Testaccio Coppa Fornari - Finale LAZIO: Sclavi, Mattei (II), Del Debbio, Pardini, Furlani, Fantoni (II), Filò, Malatesta, Fantoni (I), Castelli (Rato), De Maria. All. Barbury. ROMA: Masetti, Mattei (I), Bodini, Ferraris, Bernardini, D'Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Eusebio, Chini. All. Baar. Arbitro: Pizziolo di Firenze Marcatori: 63' e 71' Fantoni I, 76' Malatesta. Spettatori: 25.000 circa.

Piola vince il Mondiale La Nazionale trova in semifinale il Brasile, che spavaldamente rinuncia al fuoriclasse Leonidas per averlo fresco in finale. L’Italia vince 2 a 1 ed è dunque attesa a Parigi, allo Stadio Colombes, dall’Ungheria, che rappresenta il bel calcio danubiano dopo la scomparsa dell’Austria, politicamente e quindi sportivamente fagocitata dal Terzo Reich. L’Anschluss, cioè l’annessione, originerà una crisi di coscienza in molti giocatori austriaci, che rifiuteranno la convocazione con la nazionale tedesca. Tra loro, in particolare, il gioiello Sindelar, soprannominato “il Mozart del pallone” che resisterà alle pressioni esercitate in tal senso. Verrà trovato morto, in casa, misteriosamente, un anno più tardi, insieme alla fidanzata. La finale vede ancora l’affermazione italiana, con il risultato di 4 a 2. Fondamentale l’apporto di Piola, che realizzò nella manifestazione 5 reti, di cui una doppietta in finale. La Lazio infrange il tabù di Testaccio Nel 1939 la Lazio infrange il tabù di Testaccio, imponendosi per 2 a 0, nel giorno in cui Bernardini gioca la sua ultima stracittadina. I gol sono di Zacconi e Busani. Piola gioca più arretrato e sarà la mossa vincente, insieme all’impiego di un baby, Sandrino Ferri, a cui il tecnico Viola ricorre per le diverse assenze. Però la mossa strategica di Piola viene replicata nel match di ritorno, ma la magia, invece, non si ripete. La Roma passa per 3 a 1, risultato già definito nel primo tempo. Gli Anni Trenta volgono al termine. Sull’Europa, e sul mondo, soffiano venti di guerra. All’inizio di settembre le truppe tedesche hanno superato i confini polacchi. Inghilterra e Francia non possono più stare a guardare le pretese espansionistiche di Hitler, l’uomo che in Germania detiene il potere dal 1933. Mussolini, dal canto suo, non senza iniziali ritrosie, ha accet-

Il primo derby biancoceleste LAZIO - ROMA

2-1

23 ottobre 1932, stadio del P.N.F. LAZIO: Sclavi, Bertagni, Del Debbio, Serafini, Pardini, Fantoni (II), Guarisi, Fantoni (I), Bisigato, Castelli, De Maria. All. Sturmer. ROMA: Masetti, Mattei (I), Bodini, Ferraris (IV), Bernardini, Dugoni, Costantino, Banchero (I), Volk, Lombardo, Chini Ludueña. All. Baar. Arbitro: Carraro di Padova Marcatori: 46' De Maria, 63' Volk, 83' Castelli. Spettatori: 25.000 circa.

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le sfide tato di stringere un patto con la Germania, ma per ora l’Italia rimane fuori dal conflitto. Le folle oceaniche di Piazza Venezia ancora applaudono il Duce, ma comincia a serpeggiare paura per il futuro. È chiaro che questa situazione non potrà permanere a lungo. Tra poco non sarà più tempo di calcio.

ROMA - LAZIO

3-1

26 marzo 1933, Campo Testaccio ROMA: Masetti, Pasolini, Bodini (II), Ferraris (IV), Bernardini, Dugoni, Costantino, Fasanelli, Volk, Scaramelli, Eusebio. All. Kovacs LAZIO: Sclavi, Bertagni, Del Debbio, Pardini, Furlani, Serafini, Guarisi (Filó), Fantoni (I), Pastore, Castelli (Rato), De Maria. All. Sturmer Arbitro: Marcatori: 21' Costantino, 64' Fasanelli, 77' De Maria, 87' Eusebio. Spettatori: 21.000 circa.

LAZIO - ROMA

3-3

11 marzo 1934, stadio del P.N.F. LAZIO: Brandani, Bertagni, Del Debbio, Serafini, Furlani, Fantoni (II), Fantoni (III), Fantoni (I), De Maria, Buscaglia, Guarisi (Filó). All. Sturmer ROMA: Masetti, Bodini (II), Pasolini, Ferraris (IV), Stagnaro, Fusco, Costantino, Scopelli, Tomasi, Bernardini, Guaita. All. Barbesino Arbitro: Gianni di Pisa. Marcatori: 9' pt Bernardini, 10' pt Costantino, 15' pt Guaita, 28' pt De Maria, 41' pt De Maria, 28' st De Maria. Spettatori: 15.000 circa.

ROMA - LAZIO

1-1

18 novembre 1934, Campo Testaccio ROMA: Masetti, Gadaldi, Bodini (II), Frisoni (II), Bernardini, Tomasi, Costantino, Scopelli, Guaita, Scaramelli, Fusco. All. Barbesino LAZIO: Blason, Bertagni, Del Debbio, Ferraris (IV), Viani (I), Fantoni (II), De Maria, Fantoni (I), Piola, Bisigato, Levratto. All. Alt. Arbitro: Scorzoni di Bologna. Marcatori: 13' pt Guaita (rig), 23' st Piola (rig). Spettatori: 20.000 circa.

LAZIO - ROMA

0-0

31 marzo 1935, stadio del P.N.F.

ROMA - LAZIO

5-0

1 novembre 1933, Campo Testaccio ROMA: Masetti, Bodini (II), Pasolini, Ferraris (IV), Dugoni, Callegari, Guaita, Bernardini, Tomasi, Scopelli, Eusebio. All. Barbesino LAZIO: Sclavi, Bertagni, Del Debbio, Fantoni (II), Salatin, Serafini, Guarisi (Filó), Montanari, Fantoni (III), Battioni, De Maria. All. Sturmer Arbitro: Melandri. Marcatori: pt 18' e 28' Tomasi, st 3’ Bernardini, 11' Tomasi, 44' Bernardini. Spettatori: 21.000 circa.

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LAZIO: Blason, Bertagni, Serafini, Pardini, Ferraris (IV), Viani (I), De Maria, Fantoni (I), Piola,Bisigato, Levratto. All. Alt. ROMA: Masetti, Gadaldi, Bodini (II), Tomasi, Bernardini, Fusco, Costantino, Scopelli, Guaita, Scaramelli, Lombardi. All. Barbesino Arbitro: Scotto di Savona. Spettatori: 17.000 circa.


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le sfide LAZIO - ROMA

0-1

LAZIO - ROMA

0-1

13 ottobre 1935, stadio del P.N.F.

21 febbraio 1937, stadio del P.N.F.

LAZIO: Zenaro, Zacconi, Monza (II), Pardini, Viani (I), Baldo, Visentin (III), Bisigato, Piola,Camolese, Levratto. All. Alt ROMA: Masetti, Monzeglio, Allemandi (I), Frisoni (II), Bernardini, Fusco, Cattaneo, Valentini, Gadaldi, Scaramelli, D'Alberto. All. Barbesino Arbitro: Bevilacqua di Viareggio. Marcatori: 44' st Cattaneo. Spettatori: 17.000 circa.

LAZIO: Brandani, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Milano, Busani, Riccardi, Piola,Camolese, D'Odorico. All. Viola ROMA: Masetti, Monzeglio, Allemandi (I), Fusco, Bernardini, Gadaldi, Tomasi, Serantoni, Subinaghi, Mazzoni, D'Alberto. All. Barbesino Arbitro: Scarpi di Dolo. Marcatori: 29' st Mazzoni. Spettatori: 27.000 circa.

LAZIO - ROMA

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LAZIO - ROMA

1-1

19 gennaio 1936, stadio del P.N.F.

3 ottobre 1937, stadio del P.N.F.

Coppa Italia LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Baldo, Turchi, Viani (I), Guarisi (Filรณ), D'Odorico, Piola,Camolese, Levratto. All Alt ROMA: Masetti, Monzeglio, Allemandi (I), Bernardini, Fusco, Cattaneo, Tomasi, Gadaldi, Valentini, D'Alberto. All Barbesino Arbitro: Mattea di Torino. Marcatori: 34' pt Piola, 37' pt Camolese, 23' st Gadaldi Spettatori: 16.000 circa.

LAZIO: Provera, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Milano, Busani, Riccardi, Piola, Marchini, Costa. All. Viola ROMA: Masetti, Monzeglio, Gadaldi, Frisoni (II), Bernardini, Donati, Mascheroni, Serantoni, Michelini, Scaramelli, Borsetti. All. Ara Arbitro: Barlassina di Novara Marcatori: 21' st Piola, 43' st Frisoni (II) Spettatori: 25.000 circa.

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1-0

16 febbraio 1936, Campo Testaccio ROMA: Masetti, Monzeglio, Allemandi (I), Frisoni (II), Bernardini, Fusco, Cattaneo, Subinaghi, Di Benedetti, Cerroni, Tomasi. All. Barbesino LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Baldo, Turchi, Viani (I), Guarisi (Filรณ), Bisigato, Piola, Uneddu, Levratto. All. Alt Arbitro: sig. Ciamberlini. Marcatori: 37' st Cattaneo. Spettatori: 22.000 circa.

6 febbraio 1938, Campo Testaccio ROMA: Valinasso, Monzeglio, Gadaldi, Frisoni (II), Bernardini, Donati, Mascheroni, Serantoni, Michelini, Subinaghi, Borsetti. All. Ara LAZIO: Provera, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Dal Pont, Busani, Stella, Piola, Camolese, Guarisi (Filรณ). All. Viola Arbitro: Barlassina di Milano. Marcatori: 7' pt Michelini, 19' pt Camolese, 43' st Borsetti. Spettatori: 20.000 circa.

LAZIO - ROMA ROMA - LAZIO

3-1

18 ottobre 1936, Campo Testaccio ROMA: Masetti, Monzeglio, Allemandi (I), Frisoni (II), Bernardini, Gadaldi, Cattaneo, Serantoni, Di Benedetti, Tomasi, D'Alberto. All: Barbesino LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Milano, Busani, Riccardi, Piola, Camolese, Costa. All: Viola Arbitro: Scorzoni di Bologna. Marcatori: pt 9' Busani, 30' Di Benedetti, st 17' Serantoni, 44' st Di Benedetti. Spettatori: 20.000 circa.

2-1

3-0

22 maggio 1938, stadio del P.N.F. Amichevole LAZIO PT: Blason, Faotto, Monza, Zacconi (Busani), Ramella, Milano, Busani, Marchini, Vettraino,Gabardo, Capri. All. Viola. LAZIO ST: Bulgheri, Faotto, Monza, Busani, Fabbro, Camolese, Smolizza (Capri), Marchini,Vettraino, Riccardi, Costa.- All. Viola. ROMA: Valinasso, Aziz, Gadaldi (Donati), Frisoni, Pozzo, Donati (De Martinis), Mascheroni, Subinaghi, Michelini, Bonomi, Borsetti, (46' Pronzati). All. Ara. Arbitro: Dallerole. Marcatori: Busani, Vettraino, Vettraino. Spettatori: 11.000 circa.

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le sfide ROMA - LAZIO

0-2

LAZIO - ROMA

15 gennaio 1939, campo testaccio

26 maggio 1940, stadio del P.N.F.

ROMA: Masetti, Monzeglio, Donati, Serantoni, Bernardini, Fusco, Borsetti, Bonomi, Michelini, Coscia, Alghisi. All. Ara LAZIO: Blason, Faotto, Monza (II), Baldo, Ramella, Ferri, Busani, Piola, Zacconi, Camolese, Capri. All. Viola Arbitro: Scorzoni di Bologna. Marcatori: 3' pt Zacconi, 39' pt Busani. Spettatori: 20.000 circa.

LAZIO: Giovannini, Ferrarese, Monza (II), Milano, Ramella, Ferri, Vettraino, Dagianti, Barrera, Flamini, D'Orazi. All. Kertesz ROMA: Masetti, Acerbi, Gadaldi, Serantoni, Donati, Bonomi, Amadei, Pantò, Provvidente, Coscia, Alghisi. All. Schaffer Arbitro: Soliani di Genova. Marcatore: 12' pt Flamini. Spettatori: 10.000 circa.

LAZIO - ROMA

1-3

1-0

21 maggio 1939, stadio del P.N.F. LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Milano, Piola, Baldo, Busani, Riccardi, Vettraino, Camolese, Capri. All. Viola ROMA: Ceresa, Monzeglio, Gadaldi, De Grassi, Donati, Fusco, Borsetti, Bonomi, Michelini, Coscia, Alghisi. All. Ara Arbitro: Scorzoni di Bologna. Marcatori: pt 3' Michelini, 5' Coscia, 12' pt Capri, 42' Bonomi. Spettatori: 15.000 circa.

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1-0

7 gennaio 1940, Campo Testaccio ROMA: Masetti, Acerbi, Gadaldi, De Grassi, Spitale, Bonomi, Campilongo, Pantò, Alghisi, Coscia, Fusco. All. Ara LAZIO: Blason, Faotto, Monza (II), Milano, Ramella, Baldo, Busani, Pisa (I), Piola, Flamini, Vettraino. All: Kertesz Arbitro: Scorzoni di Bologna. Marcatore: 5' pt Campilongo. Spettatori: 18.000 circa.

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LAZIO - ROMA

3-3

9 giugno 1940, stadio del P.N.F. Amichevole LAZIO: Blason, Fazio (Ferrarese), Monza (Ferri), Gualtieri, Ramella, Ferri (Fazio), Busani, Pancrazio (Dagianti),Lombardini (Vettraino), Flamini (Pisa (II)), Vettraino (Lombardini). All. Kertesz ROMA: : Ceresa (Ippoliti), Brunella, Acerbi, Serantoni, Donati (Alzani), Bonomi, Krieziu, Pantò (Di Pasquale), Timon, Coscia (Jacobini II), Amadei. All. Schaffer Arbitro: Fois di Roma. Marcatori: pt 5' Coscia, 45' Busani, st 3' Pantò, 10' Busani, 20' Vettraino, 32' Timon. Spettatori: 2.000 circa.


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le sfide ROMA - LAZIO

1-1

24 novembre 1940, stadio del P.N.F. ROMA: Ippoliti, Brunella, Acerbi, Jacobini, Donati, Bonomi, De Grassi, Pantò, Amadei, Coscia, Borsetti. All. Shaffer LAZIO: Giovannini, Romagnoli (II), Brondi, Baldo, Ramella, Gualtieri, Zironi (I), Dagianti, Piola, Flamini, Vettraino. Al: Kertesz Arbitro: Barlassina di Novara. Marcatori: 31' pt Zironi (I), 35' st Amadei (rig). Spettatori: 25.000 circa.

LAZIO - ROMA

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16 marzo 1941, stadio del P.N.F. LAZIO: Gradella, Ferrarese, Monza, Fazio, Romagnoli, Ferri, Zironi, Dagianti, Piola, Flamini, Vettraino. All. Kertesz ROMA: Masetti, Brunella, Acerbi, Jacobini, Donati, Bonomi, Krieziu, Pantò, Amadei, Coscia, Borsetti. All. Shaffer Arbitro: Scorzoni di Bologna. Marcatori: 43' pt e 35' st Piola. Spettatori: 22.000 circa.

ROMA - LAZIO

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11 Gennaio 1942, stadio del P.N.F. ROMA: Masetti, Brunella, Andreoli, Donati, Mornese, Bonomi, Krieziu, Cappellini, Amadei, Coscia, Pantò. All: Shaffer LAZIO: Gradella, Faotto, Monza (II), Fazio, Romagnoli (II), Ferri, Gualtieri, Pisa (I), Piola, Flamini, Puccinelli. All: Popovich Arbitro: Scorzoni di Bologna. Marcatori: 14' pt Amadei, 26' pt Piola, 46' st Faotto (aut). Spettatori: 30.000 circa.

LAZIO - ROMA

1-1

24 maggio 1942, stadio del P.N.F. LAZIO: Gradella, Romagnoli (II), Monza (II), Fazio, Ramella, Ferri, Baldo, Pisa (I), Piola, Flamini, Puccinelli.All.: Shaffer ROMA: Masetti, Brunella, Andreoli, Donati, Mornese, Jacobini, Borsetti, De Grassi, Amadei, Coscia, Pantò. All. Popovich Arbitro: Barlassina di Novara. Marcatori: 5' pt Pantó, 23' st Puccinelli. Spettatori: 27.000 circa.

I

l 7 gennaio del 1940, mentre infuria la guerra su buona parte d’Europa, a Testaccio va in scena l’ultimo derby, prima che il glorioso stadio giallorosso venga abbandonato. La Roma saluta la sua tana storica vincendo per 1 a 0. Curiosità: è anche il primo derby che si disputa con i numeri dietro le maglie: la novità è stata apportata al calcio mondiale qualche anno prima dal Chelsea, squadra londinese. Si chiudeva l’era del pressoché inespugnabile campo di Testaccio, con un gol di Campilongo in apertura. Fa il suo debutto nei derby Amadei: sarà il centravanti dello Scudetto ormai prossimo. Lui, frascatano di nascita, proviene da una famiglia che gestisce un forno nella cittadina dei Castelli. Al ragazzo, però, piace il calcio, benché il padre non ne voglia sapere. È grazie all’intervento delle sorelle che la carriera di Amedeo potrà prendere il via, a patto che lavori nel forno prima di andare agli allenamenti. Anche al ritorno, in maggio, il pronostico sembrava chiuso, complici le molte assenze che flagellavano la formazione laziale. Tra gli altri, ad accomodarsi in tribuna, Piola e il portiere Blason (e si infortuna anche la sua riserva Giubilo, uno dei fratelli della notissima famiglia di giornalisti, perlopiù sportivi). Ma non solo. Infortunati sono anche Busani, Camolese, Faotto, Busani, Pisa e Baldo. Giocano quindi diversi ragazzini; molti di loro fanno parte della squadra di Pulcini che qualche anno prima aveva colto un prezioso e prestigioso pareggio in Austria, al Prater, nell’antipasto di un incontro internazionale, suscitando l’ammirazione della raffinata critica mitteleuropea. Al ritorno, vennero accolti da una folla numerosissima alla stazione Termini. In quel derby, il 26 maggio 1940, la Lazio va in vantaggio con gol di Flamini, detto Flacco, con un tiro al volo da fuori che batte Masetti. È un argentino, arrivato in Italia con la qualifica di oriundo grazie a un nonno del quale non sa quasi nulla, e di cui lui stesso deve ricercare i documenti. Quando tutto si regolarizza, la Lazio lo prova in un’amichevole contro il Napoli, e il giovane argentino viene marcato dal durissimo Rocco, arcigno difensore in campo quanto lo sarà poi come affermato allenatore. Superato il test, l’accordo va a buon fine. Dopo il suo gol è un assedio giallorosso; per tre volte i laziali salvano la propria porta con interventi sulla linea, la pressione romanista frutta un calcio di rigore calciato da Pantò che va ad esaltare le qualità del giovane portiere Giovannini che incornicia una partita perfetta. Finisce così l’ultimo campionato di pace, visto che subito dopo, il 10 giugno, con la celebre dichiarazione di guerra pronunciata da Mussolini, l’Italia entra nelle ostilità a fianco dell’alleato germanico, che nel frattempo ha conseguito risultati clamorosi sul fronte occidentale annientando la resistenza francese e costringendo i loro alleati inglesi a un precipi-

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toso reimbarco a Dunkerque. Il calcio prosegue, pur se tra le inevitabili angosce del periodo. Ormai è cessata l’alternanza degli stadi: il campo è ormai unico per entrambe sebbene ci fosse, da parte giallorossa, un iniziale imbarazzo nel giocare al Nazionale, avvertito come lo stadio dei cugini, come raccontato molti anni più tardi dallo stesso Amadei. Comunque i derby del 1940-41 si chiusero con un pareggio nella prima sfida (per 1 a 1, per la Roma primo gol di Amadei nel derby), mentre al ritorno una doppietta di Piola sancì l’affermazione dei biancocelesti. Questa sfida rimarrà nella storia per la condotta storica proprio di Piola; infortunatosi alla testa dopo pochi minuti dovrebbe abbandonare il campo, invece torna sul rettangolo verde con una vistosa fasciatura al capo. Realizza il primo dei due gol proprio di testa e la benda si arrossa completamente proprio per la riapertura della ferita. Torna nuovamente negli spogliatoi ma rientra ancora in campo tra lo stupore degli avversari e l’esultanza di compagni e tifosi, ovviamente di parte biancoceleste. Chiuderà poi il match con una bordata da fuori area che sigillerà definitivamente lo score finale. Nell’anno successivo la Roma vince il titolo, e lo scudetto per la prima volta arriva nella Capitale. Decisive le parate di Masetti, i gol di Amadei, la sagacia tattica dell’allenatore Schaffer che però subito dopo la fine del torneo torna in Germania, quindi si trasferisce a Salisburgo dove muore poco tempo più tardi. La festa Scudetto vede i giocatori romanisti posare per la foto ricordo con ampi cappelli da bersagliere, poiché questo era il corpo a cui erano stati assegnati

il più grande attaccante della storia italiana Silvio Piola nacque a Robbio il 29 settembre 1913 e morì a Gattinara il 3 ottobre 1996. Fu Campione del Mondo con la Nazionale azzurra nel 1938. Con 368 reti è tuttora il più prolifico centravanti italiano di tutti i tempi e il miglior marcatore della Serie A con 274 gol. È ancora oggi il bomber di tutti i tempi in tre squadre diverse: Pro Vercelli, Lazio e Novara. E con la Pro Vercelli debuttò a 16 anni nel 1929. In Piemonte vi rimase 5 stagioni (127 presenze e 51 gol), per approdare nel 1934 alla Lazio. E qui Piola visse il periodo più fulgido della sua carriera, giocando 227 partite e segnando 142 gol. Lasciata la Lazio nel 1944, approdò al Torino dei miracoli. In granata timbrò il cartellino del gol per 27 volte su 23 presenze. Dal 1945 al 1947 vestì il bianconero della Juventus, segnando 26 gol in 57 gare. Quando lo si dava avviato verso il viale del tramonto, Piola strabiliò ancora tutti, grazie a uno score eccezionale: con la maglia del Novara, dal 1947 al 1954, segnò 86 reti in 185 presenze. Ma anche alla Nazionale regalò tantissimi gol, ben 30 in 34 partite.

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e il cui ufficiale permetteva ai giocatori tutti i permessi e le licenze necessari per poter proseguire nell’attività agonistica. Ma nonostante la Roma sia avviata verso il titolo, le stracittadine sono sostanzialmente equilibrate e combattute; all’andata il risultato di 1 a 1 sembra definito quando al 90° minuto, in una mischia nell’area laziale, un rimpallo termina sulla gamba del difensore laziale Faotto che involontariamente la manda nella propria rete. A nulla valgono le proteste dei giocatori laziali, che lamentano una presunta spinta ai suoi danni. La rete è convalidata e la Roma porta a casa l’intera posta. Nel derby di ritorno, invece, un pareggio giusto sanciva un altro passo dei giallorossi verso il titolo. Per la Lazio in gol Puccinelli, che sarà per decenni l’uomo dei record in casa biancoceleste. Ma l’euforia dura poco. Dalla Roma Scudetto alla leggenda granata Le vicende belliche volgono drammaticamente al peggio: l’esercito italiano, impegnato su più fronti, conosce sconfitte e rovesci. Inizia la campagna di Russia, che finirà tragicamente, mentre in Nord Africa cede il fronte dell’Asse nonostante la valorosa resistenza offerta ad El Alamein, nel deserto egiziano. In Italia il calcio continua. Tra bombardamenti e allarmi aerei, le trasferte per le squadre diventano ogni giorno più impraticabili. La Roma campione non mantiene assolutamente il passo dell’anno precedente, mentre la fortissima

lo scudetto a suon di gol Amedeo Amadei è nato a Frascati il 26 luglio del 1921 e fu soprannominato “Er Fornaretto” vista la sua attività svolta sin da ragazzo nel forno di famiglia. Debuttò nella Roma ad appena quindici anni. Due stagioni e passaggio all’Atalanta per farsi le ossa. Nel 1939 fece ritorno alla Roma con la quale centrò lo storico primo Scudetto nel 1941-’42. Amadei ha collezionato in totale con la squadra giallorossa 236 presenze, segnando 116 reti. Dopo la pausa dei campionati dovuta alla seconda guerra mondiale, Amadei fu ceduto dalla Roma, in preda allora a grossi problemi economici, all'Inter. Si fece valere anche nella squadra milanese, continuando a segnare come da sua abitudine, 42 gol in 74 presenze. Terminò la carriera nel neopromosso Napoli, dove giocò le sue ultime 5 stagioni, dal 1950 al 1956, con ottime prestazioni e a suon di gol: 47. Dal 1949 al 1953 ha fatto parte della nazionale azzurra con la quale ha giocato 13 partite segnando 7 reti.

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le sfide squadra del Torino comincia a muovere i primi passi verso la gloria immortale che le deriverà dalla tragedia di Superga, nel 1949. Ancora, però, è storia lontana. I derby romani si concludono con una vittoria per parte, a favore della squadra ospitante. 3 a 1 per la Lazio all’andata, 1 a 0 per la Roma al ritorno, con l’intermezzo di una partita di Coppa Italia che finisce 2 a 1 per i giallorossi. Con l’estate del 1943 la guerra diventa protagonista assoluta: il rovesciamento del regime, e il successivo armistizio, l’invasione delle forze alleate e la risalita lungo la Penisola, con la conseguente ritirata dei Tedeschi, seminano un’ondata di paura, fame, distruzione, morte. Anche Roma, che pure in quanto dichiarata “Città Aperta” è sostanzialmente risparmiata dalle ostilità, conosce nel luglio del ’43 un bombardamento che mette in ginocchio l’area intorno al quartiere di S. Lorenzo. Accorre anche il Papa per consolare gli impauriti sopravvissuti. La nascita della Repubblica Sociale, sotto l’egida dei Tedeschi che riportano Mussolini al potere, dopo averlo liberato dalla prigionia sul Gran Sasso, genera una sanguinosa quanto feroce guerra civile, i cui effetti tortureranno la società italiana per i decenni a venire, anche molto dopo la fine della guerra. Le ostilità cessano nell’aprile del 1945. Il quadro in cui versa l’Italia è imbarazzante. Lutti e distruzione colpiscono praticamente tutte le famiglie italiane, e non risparmiano nemmeno la Monarchia, la cui principessa Mafalda è deceduta nel campo di concentramento di Buchenwald. Una larga parte dell’opinione pubblica non perdona ai Savoia di essere fuggiti al sud dopo l’armistizio, e sembra inevitabile che il popolo si esprima sulla forma di governo che dovrà guidare il faticoso processo di ricostruzione. Finita la guerra si riaffaccia anche il calcio, nel tentativo di tornare a vivere e dimenticare i drammi della guerra appena conclusasi. Lazio e Roma non navigano nell’oro e i fasti degli anni recenti sembrano lontani anni luce. Torna il derby dopo la guerra Il 23 dicembre del 1945 torna il derby: la Questura vieta la vendita piena dei biglietti dello stadio Nazionale per limitare l’affluenza e controllare meglio il pubblico. La classifica di ambedue è magra; si impone la Roma per 2 a 1, grazie a un’autorete di Gualtieri probabilmente, a parte lo sfortunato episodio, il migliore dei suoi. Al ritorno, però, la situazione si ribalta: affermazione laziale per 1 a 0, gol di Koenig. Il 2 giugno si va alle urne. Per la prima volta votano anche le donne; si eleggono i membri della Costituente ma soprattutto si decide la forma istituzionale. A nulla varrà l’abdicazione del re Vittorio Emanuele in favore del figlio Umberto, poco prima del referendum, nel tentativo di lavare l’onta dinastica. 12 milioni di italiani contro 10, in questo derby tutto particolare, affermano di volere la Repubblica. Il Re Umberto, detto il Re di Maggio per essere stato sul trono solo un mese, vola in esi-

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22 novembre 1942, stadio del P.N.F. LAZIO: Gradella, Monza (II), Romagnoli (II), Fazio, Ramella, Ferri, Koenig, Pisa (I), Piola, Flamini, Puccinelli. All: Popovich ROMA: Masetti, Brunella, Acerbi, Donati, Mornese, Bonomi, Benedetti (I), Cappellini, Amadei, Coscia, Pantò. All.: Kertesz Arbitro: Galeati di Bologna. Marcatori: 35' pt Piola, st 26' Acerbi (aut), 34' Koenig, 35' Pantó (rig). Spettatori: 26.000 circa.

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7 marzo 1943, stadio del P.N.F. ROMA: Ippoliti, Brunella, Andreoli, Jacobini, Mornese, Bonomi, Borsetti, Dagianti, Amadei, Coscia, Pantò. All. Kertesz LAZIO: Gradella, Romagnoli (II), Monza (II), Gualtieri, Ramella, Ferri, Manola, Pisa (I), Piola, Flamini, Puccinelli. All. Popovich Arbitro: Galeati di Bologna. Marcatore: 7' st Amadei. Spettatori: 25.000 circa.

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16 maggio 1943, stadio del P.N.F. Coppa Italia LAZIO: Gradella, Monza, Valenti, Fazio, Ramella, Manola, Gualtieri, Borici, Piola, Flamini, Puccinelli. All. Popovich ROMA: Blason, Brunella, Acerbi, Jacobini, Mornese, Bonomi, Krieziu, Dagianti, Amadei, Coscia, Pantò. All. Kertesz Arbitro: Scotto di Savona Marcatori: pt 43’ Krieziu, st 11' Dagianti, 22' Gualtieri. Spettatori: 28.000 circa.

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9 gennaio 1944, stadio del P.N.F. Campionato Romano ROMA: Blason, Pastori, Andreoli, Milano, Salvioli, Jacobini, Krieziu, Roccasecca II, Amadei, Cozzolini, Fusco II. All. Masetti LAZIO: Rega, Valenti, Ferrarese, Manfrè (I), Andreolo, Gualtieri, Mancini, Longhi (I), Lombardini, Ramella, Manola. All. Carnegli Arbitro: Fois di Roma. Marcatori: pt 8’ Manola, 19' Amadei. Spettatori: 13.000 circa.


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le sfide LAZIO - ROMA

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7 maggio 1944, stadio del P.N.F. Campionato Romano LAZIO: Rega (I), Valenti, De Pierro, Gualtieri, Andreolo, Manfrè (I), Koenig, Longhi (I), Lombardini, Manola, Capponi. All. Carnegli ROMA: Masetti, Pastori, Andreoli, Matteini, Salvioli, Milano, Krieziu, Borsetti, Amadei, Jacobini, Cozzolini. All. Masetti Arbitro: Dattilo di Roma Spettatori: 10.000 circa

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4 marzo 1945, stadio del P.N.F. Campionato Romano LAZIO: Rega, Ferrarese, Valenti, Gualtieri, Andreolo, Manfrè, Mancini, Manola, Koenig, Capponi, Modesti. All. Carnegli ROMA: Francalancia, Pastori, Andreoli, Borsetti, Piccinini, Jacobini, Krieziu, Dagianti, Schiavetti, Urilli, Amadei. All. Masetti Arbitro: Dattilo di Roma. Marcatori: st 1' e 33' Koenig. Spettatori: 10.500 circa.

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8 maggio 1945, stadio del P.N.F. ROMA: Francalancia, Pastori, Matteini, Piccinini, Jacobini, Krieziu, Dagianti, Schiavetti, Urilli, Cozzolini. All. Masetti LAZIO: Rega, Valenti, De Pierro, Fabbri, Andreolo, Manfrè, Gualtieri, Manola, Koenig, De Andreis, Mancini. All. Carnegli Arbitro: Gemini di Roma Marcatore: st 15' Urilli Spettatori: 14.500 circa.

lio in Portogallo. L’esilio riguarda tutti i maschi della Real Casa. La rimozione di questa misura è di pochi anni fa, ed ancora era oggetto di dibattiti accesi. Il campionato successivo la Roma porta a casa il derby di andata con un rotondo 3 a 0, mentre al ritorno è solo 0 a 0. Il 16 novembre del 1947 ancora derby nel segno della Roma; 0 a 1 con rete di Amadei, tra gli scontri di gioco in particolare causati dal difensore laziale Ferri che rompe una costola ad Amadei e poi mette fuori gioco anche Pesaola. Il ritorno, invece, è spostato di mercoledì, perché la domenica precedente sono in programma le elezioni probabilmente più drammatiche della storia repubblicana. Alla vigilia del voto, infatti, uno studente nazionalista ha sparato a Togliatti, il leader comunista che minaccia il potere conservatore, che ora si esprime attraverso un partito di ispirazione cattolica, la Democrazia Cristiana. La propaganda che ha preceduto la tornata elettorale è stata esasperata: l’attentato al leader comunista solleva i fantasmi di un’altra guerra civile. Lo stesso Togliatti, ripresosi, lancerà dal proprio letto di ospedale, attraverso la radio, un appello alla pacificazione, a cui contribuirà non poco una storica vittoria di Gino Bartali al Tour de France. Maestrelli e... la Roma Il mercoledì successivo comunque, la Lazio vince 2 a 0. Nel 1948 è il mercato a suscitare curiosità: il difensore Ferri, che proprio l’anno precedente era stato protagonista di scontri esasperati in campo con i rivali giallorossi, prodotto del vivaio laziale, passa alla Roma dopo un diverbio con i dirigenti per questioni economiche. Nella Roma gioca i suoi primi derby una giovane promessa, Tommaso Maestrelli. È una promessa tale che perfino il Torino, ancora Grande, lo adocchia e lo vorrebbe provare, magari in un’amichevole. La società granata penserà di portarlo un anno dopo in trasferta a Lisbona, il viaggio al cui ritorno l’aereo si schianterà contro la Basilica di Superga provocan-

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27 maggio 1945, stadio del P.N.F. Campionato Interregionale LAZIO: Rega, Valenti, De Pierro, Gualtieri, Andreolo, Manfrè, ManciniManola, Fabbri, De Andreis, Modesti. All: Carnegli ROMA: Francalancia, Pastori, Andreoli, Borsetti, Piccinini, Jacobini, Krieziu, Dagianti, Schiavetti, Urilli, Amadei. All. Masetti Arbitro: Dattilo di Roma. Marcatori: st 12' Amadei (rig.). Spettatori: 9.000 circa

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le sfide do la morte di tutti i componenti di una delle squadre più belle della storia del calcio. Un sopravvissuto, dunque, che diventerà un grandissimo allenatore, capace di condurre ad uno storico Scudetto proprio la rivale di allora, la Lazio. I risultati in campo, comunque, sono due scialbi pareggi, con un gol per parte il primo e a reti inviolate il secondo. Nel 1949—’50 la Lazio vince 3 a 1, mentre al ritorno le squadre impattano sullo 0 a 0. L’estate tornano anche i Mondiali. L’Italia deve difendere il titolo parigino ma sembra passato un secolo. Una generazione di calciatori è stata inghiottita dalla guerra. Ad organizzare la kermesse iridata è infatti il Brasile, rimasto fuori dal conflitto mondiale. Per l’Italia, la cui formazione è stata decimata dalla sciagura di Superga, rimane l’opzione del viaggio in nave, perché ormai la fobia dell’aereo ha preso il sopravvento. La squadra è fuori al primo turno. Alla spedizione partecipa anche Amadei, che ha lasciato la Roma. Giocherà solo la seconda partita, in cui l’Italia scenderà in campo già eliminata.

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23 dicembre 1945, Stadio Nazionale Divisione Nazionale LAZIO: Gradella, Valenti, Ferri, Manfrè, Gualtieri, Manola, Puccinelli, Brunetti, Koenig, Lombardini, Tossio. All. Carnegli ROMA: Risorti, Contin, Andreoli, Salar, Benedetti, Jacobini, Krieziu, Dagianti, Amadei, Borin, Urilli. All. Degni Arbitro: Gamba di Napoli. Marcatori: 32' Urilli, 69' Manola, 72' Borin. Spettatori: 13.000 circa.

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24 marzo 1946, Stadio Nazionale Divisione Nazionale ROMA: Risorti, Contin, Andreoli, Matteini, Salar, Jacobini, Krieziu, Dagianti, Amadei, Schiavetti, Cozzolini. All. Degni Lazio: Gradella, Carton, Ferri, Alzani, Gualtieri, Del Pinto, Puccinelli, Manola, Koenig, Lombardini, Modesti. All. Carnegli Arbitro: Stampacchia di Napoli. Marcatore: pt 25' Koenig. Spettatori: 26.000 circa.

Nella prima partita, persa contro la Svezia, la formazione subisce diverse modifiche nell’immediata vigilia che autorizzano le malelingue ad ogni licenza. Nell’unica edizione dei campionati del mondo che non prevede una finale diretta, nella gara decisiva il Brasile affronta l’Uruguay. Va in vantaggio, ma la piccola formazione rimonta e vince. È Campione del Mondo, grazie alle prodezze di giocatori come Ghiggia e Schiaffino che poi vedremo protagonisti anche nei derby. Per il Brasile è lutto nazionale. Qualcuno si uccide. Tutti, comunque, piangono. Il capitano dell’Uruguay, Obdulio Varela, contravvenendo alle consegne di non lasciare l’albergo per ovvii motivi di sicurezza, esce vagando per le strade di Rio. Passa di bar in bar, partecipando commosso al dolore brasiliano. Finché non lo riconoscono, offrendogli da bere.

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le sfide ROMA - LAZIO

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6 ottobre 1946, Stadio Nazionale

17 ottobre 1948, Stadio Nazionale

ROMA: Risorti, Brunella, Andreoli, Matteini, Salar, Schiavetti, Losi, Renica, Amadei, Di Paola, Pantò. All.Degni LAZIO: Gradella, Cassano, Ferri, Alzani, Sessa, Gualtieri, Puccinelli, Manola, Ispiro, Lombardini, De Andreis. All. Cargnelli Arbitro: Bellè di Venezia. Marcatori: pt 9' Renica, 44' Di Paola, st 42' Amadei. Spettatori: 23.000 circa.

ROMA: Risorti, Contin, Andreoli, Dell'Innocenti, Valle, Ferri, Losi, Maestrelli, Tontodonati, Venturi, Pesaola. All. Brunella LAZIO: Brandolin, Antonazzi, Piacentini, Gualtieri, Todeschini, Alzani, Puccinelli, Magrini, Penzo (I), Tavellin, Bacci. All. Tognotti Arbitro: Camiolo di Milano. Marcatori: pt 41' Losi, st 38' Magrini. Spettatori: 30.000 circa.

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2 marzo 1947, Stadio Nazionale

6 febbraio 1949 Stadio Nazionale

LAZIO: Giubilo, Antonazzi, Valenti, Alzani, Gualtieri, Ferri, Puccinelli, Magrini, Ispiro, Flamini, De Andreis. All. Cargnelli ROMA: Risorti, Brunella, Andreoli, Matteini, Salar, Schiavetti, Krieziu, Renica, Amadei, Pantò, Ferrari. All. Degni Arbitro: Bertolio di Torino. Spettatori: 23.000 circa.

LAZIO: Gradella, Montanari, Piacentini, Gualtieri, Remondini, Alzani, Puccinelli, Magrini, Penzo (I), Flamini, De Andreis. ROMA: Risorti, Contin, Andreoli, Dell'Innocenti, Valle, Ferri, Losi, Maestrelli, Tontodonati, Zsengeller, Pesaola. Arbitro: Bertolio di Torino. Spettatori: 30.000 circa

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16 novembre 1947, Stadio Nazionale

16 novembre 1949, Stadio Torino

LAZIO: Gradella, Remondini, Antonazzi, Ferri, Gualtieri, Alzani, Puccinelli, Magrini, Penzo (I), Flamini, Fantoni (IV). ROMA: Risorti, Brunella, Andreoli, Valle, Fusco, Dell’Innocenti, Ferrari, Peretti, Amadei, Zsengeller, Pesaola. Arbitro: sig. Bellè di Venezia. Marcatori: pt 14' Amadei. Spettatori: 30.000 circa

LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Remondini, Furiassi, Alzani, Sentimenti (III), Puccinelli, Flamini, Penzo (I),Cecconi, Nyers (II). All. Sperone. ROMA: Risorti, Maestrelli, Gambini, Ferri, Spartano, Venturi, Merlin, Zecca, Lucchesi, Arangelovich, Tontodonati. All. Bernardini. Arbitro: Silvano di Torino. Marcatori: pt 29' Penzo (I), 40' Spartano, st 5' Puccinelli, 38' Remondini (rig). Spettatori: 32.000 circa.

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21 aprile 1948, Stadio Nazionale ROMA: Francalancia, Contin, Andreoli, Jacobini, Valle, Dell'Innocenti, Losi, Di Paola, Amadei, Zsengeller, Pesaola. All. Senkey (1ª-26ª), Brunella (27ª-42ª) LAZIO: Gradella, Remondini, Piacentini, Alzani, Gualtieri, Ferri, Puccinelli, Magrini, Penzo (I), Cecconi, De Andreis. All. Cargnelli (1ª-21ª), Tognotti (22ª-42ª) Arbitro: Bertolio di Torino. Marcatori: 46' Cecconi, 52' De Andreis. Spettatori 27.000 circa.

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19 febbraio 1950, Stadio Torino ROMA: Risorti, Andreoli, Maestrelli, Spartano, Tre Re, Venturi, Lucchesi, Zecca, Tontodonati, Arangelovich, Ferri. All. Bernardini. LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Furiassi, Alzani, Remondini, Sentimenti (III), Puccinelli, Flamini, Arce, Cecconi, Penzo (I). All. Sperone. Arbitro: Galeati di Bologna. Spettatori 33.000 circa.


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15 ottobre 1950, Stadio Torino ROMA: Tessari, Tre Re, Cardarelli, Dell'Innocenti, K.Nordahl (II), Venturi, Merlin, Maestrelli, Tontodonati, Andersson, Sundqvist. All. Baloncieri. LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Furiassi, Alzani, Malacarne, Sentimenti (III), Puccinelli, Magrini, Hofling, Flamini, Unzain. All. Sperone. Arbitro: Galeati di Bologna. Marcatore: 79' Flamini. Spettatori: 32.000 circa.

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25 febbraio 1951, Stadio Torino LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Sentimenti (V), Alzani, Malacarne, Sentimenti (III), Puccinelli, Flamini, Hofling, Cecconi, Magrini. All. Sperone. ROMA: Risorti, K.Nordahl II, Eliani, Maestrelli, Tre Re, Venturi, Merlin, Zecca, Bacci, Andersson, Sundqvist. All. Serantoni. Arbitro: Silvano di Torino. Marcatori: 2' Sentimenti III, 33' Cecconi, 57' Bacci. Spettatori: 30.000 circa.

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7 settembre 1952, Stadio Torino Coppa dell’Amicizia LAZIO: Sentimenti IV, Antonazzi, Malacarne, Furiassi, Alzani, Sentimenti V, Puccinelli, Larsen, Antoniotti (Bettolini), Bredesen, Caprile. All. Bisogno ROMA: Albani, Azimonti, Tre Re, Eliani, Bortoletto (Frasi), Venturi, Lucchesi, Pandolfini, Galli, Bronèe, Renosto. All. Varglien Arbitro: Massai di Pisa. Marcatori: 56' Bredesen, 70' Renosto, 84' Bredesen, 89' Larsen. Spettatori: 30.000 circa.

alba degli Anni Cinquanta rappresenta forse il periodo più buio della storia giallorossa, e il momento no si avvertì anche nelle stracittadine. Il campionato 1950-51 vide la Roma retrocedere e i due derby furono, per l’appunto, appannaggio della Lazio, che si impose per 1 a 0, con gol di Flamini, e per 2 a 1 al ritorno, con alcuni giocatori laziali che sono costretti a rincasare dopo la partita scortati dai carabinieri. Proprio quel derby aveva contribuito alla retrocessione giallorossa e questo generò una recrudescenza nei rapporti tra i rispettivi tifosi. La Roma tornò prontamente nella massima divisione e nel 52-53 torna il derby romano. Il giornale Il Messaggero, proprio per tentare di migliorare i rapporti tra le opposte fazioni, organizza un derby amichevole denominato significativamente Coppa dell’Amicizia, vinto dalla Lazio per 3 a 1. Ma se quel derby conta poco, contano invece i successivi due, ed anch’essi vengono vinti dai biancocelesti. L’1 a 0 dell’andata è siglato da Bettolini, mentre una doppietta di Puccinelli regala all’allenatore Bigogno il match del ritorno, mentre l’Italia sta per scoprire, di lì a pochi giorni, la faccia torbida del potere. Verrà ritrovato infatti sulla spiaggia di Torvaianica il cadavere di una giovane donna; Wilma Montesi. Dalle indagini, tra omertà e coperture, sembra emergere una realtà pressoché impensabile per l’italiano medio di quegli anni, fatta di festini a base di sesso e droga, che vedono coinvolto, tra gli altri, il figlio dell’alto esponente democristiano Piccioni, che si dimette abbandonando ogni velleità di una carriera politica che sembrava avviata in quel momento agli incarichi più alti della istituzione repubblicana. Ma il torbido che circonda la vicenda scandalizza l’Italia perbenista di quegli anni, e per il politico non vi è alternativa.

L’

L’inaugurazione dell’olimpico Nell’anno successivo il derby fa il suo debutto nella maestosa cornice dello stadio Olimpico, inaugurato il 17 maggio del 1953 con una partita della Nazionale, sconfitta dalla fortissima Ungheria. La capienza permette ora a ben 85 mila spettatori di assistere al match, l’incasso è da capogiro: 55 milioni. 1 a 1 il risultato finale, con gol di Carletto Galli, l’uomo che aveva contribuito l’anno precedente alla promozione giallorossa coni suoi gol, e pareggio di Vivolo. Al ritorno, invece, la Roma parte fortissimo e dopo 18 minuti è già 2 a 0. Segna Fontanesi nella ripresa per la Lazio, ma la rimonta si ferma qui, e il risultato dice 2 a 1 per la Roma. In questo campionato fa il suo esordio in maglia giallorossa proprio quel Ghiggia che era stato protagonista al Maracanà quattro anni prima. In seguito avrebbe giocato, anche se con poca fortuna, per la Nazionale italiana. Nell’estate i Mondiali vedono l’Italia prematuramente eliminata. Sono anni bui per il calcio azzurro; i fasti degli Anni Trenta sono un ricordo sbiadito. L’Ungheria, la squadra che da tre anni domina la scena mondiale, è la grande favorita. Ha battuto perfino i maestri inglesi a Wembley per 6 a 3, bissando a Budapest con un risultato ancora più eclatante: 7 a 1. Nessuno sembra

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in grado di opporvisi e in effetti arriva facilmente alla finale contro la Germania Ovest, già battuta largamente nella prima fase. Il giorno della finale, però, piove, e i tedeschi possono contare su scarpe apposite confezionate per l’occasione da un intraprendente imprenditore: Adi Dassler. Fonderà una casa di articoli sportivi divenuta famosa nel mondo: l’Adidas. Il fratello, che collaborava con lui, dopo una lite, sbattè la porta ma evidentemente non sapendo fare altro decise di mettersi in proprio, fondando, a sua volta, la Puma. Comunque quel giorno a Berna l’Ungheria va sul 2 a 0, ma i tedeschi vincono incredibilmente in rimonta, imponendosi per 3 a 2. È uno dei miracoli calcistici di cui si parlerà di più, con sospetti di doping che sempre graveranno su quella vittoria senza mai essere fugati ma nemmeno confermati in maniera decisiva. In Italia il campionato riprende e il derby torna con la consueta cornice di sfottò tra le tifoserie. da costa. il mattatore Il calcio romano non riesce a puntare a qualcosa di molto diverso e i due club devono accontentarsi della supremazia cittadina. Che quell’anno tocca alla Lazio: 1 a 1 all’andata (gol di Hansen, pareggio di Celio per i giallorossi), 3 a 1 al ritorno (ancora Hansen, doppietta di Burini, gol della bandiera di Cardarelli). L’estate del 1955 vede i club romani primeggiare sul mercato: sulla sponda biancoceleste arrivano Selmonsson, Muccinelli, Lo Buono ma soprattutto il portiere Lovati che diventerà un simbolo della storia laziale. La Roma risponde con Da Costa, talentuoso brasiliano che diventerà autentico mattatore delle stracittadine. L’antipasto è un derby amichevole che si chiuderà con il risultato clamoroso di 5 a 1 per la Roma, ma in campionato la musica sarà differente: 0 a 0 all’andata, mentre il derby di ritorno passerà alla storia per essere stato rinviato a causa di una copiosa nevicata che seppellì Roma. Il 4 aprile, data fissata per il suo recupero, la Lazio si impone per 1 a 0 con gol in apertura di ripresa di Muccinel-

lo svedese che fece scandalo Arne Selmosson (1931-2002) arrivò in Italia dalla Svezia nel 1952, acquistato dall’Udinese. 34 presenze e 14 reti con la maglia bianconera. Nel 1953 passa alla Lazio, dove collezionò 101 presenze e 31 reti in campionato. Dopo tre stagioni in maglia biancoceleste, passò sull'altra sponda del Tevere, alla Roma, per 135 milioni di lire. Con la maglia giallorossa giocò per altre tre stagioni, collezionando 87 presenze e segnando 30 reti. È l'unico giocatore ad aver segnato nel derby di Roma sia per la Lazio che per la Roma. Successivamente tornò all'Udinese, dove giocò ancora tre campionati, prima di chiudere la sua carriera con i friulani in Serie B, nel 1964.

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le sfide LAZIO - ROMA

1-0

16 novembre 1952, Stadio Torino LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Furiassi, Alzani, Sentimenti (V), Bergamo, Bettolini, Bredesen, Antoniotti,Larsen, Puccinelli. All. Bigogno. ROMA: Albani, Azimonti, Tre Re, Bortoletto, Grosso, Venturi, Lucchesi, Pandolfini, Galli, Bronée, Sundqvist. All. Varglien I. Arbitro: Liverani di Torino. Marcatore: 41' Bettolini. Spettatori: 35.000 circa.

ROMA - LAZIO

0-2

22 marzo 1953, Stadio Torino ROMA: Albani, Azimonti, Tre Re, Bortoletto, Grosso, Venturi, Lucchesi, Pandolfini, Zecca, Bronée, Perissinotto. All. Varglien I. LAZIO: Sentimenti (IV), Montanari, Sentimenti (V), Alzani, Malacarne, Bergamo, Puccinelli, Larsen, Antoniotti, Bredesen, Di Fraia. All. Notti Arbitro: Liverani di Torino. Marcatori: 54' e 57' Puccinelli. Spettatori: 30.000 circa.

LAZIO - ROMA

1-0

6 settembre 1953, Stadio Torino Coppa dell'Amicizia LAZIO: Sentimenti IV, Antonazzi, Sentimenti V, Alzani, Malacarne, Fuin (Bergamo), Burini, Bredesen, Vivolo, Lofgren, Fontanesi. All. Sperone ROMA: Moro, Venturi R., Cardarelli, Bortoletto (Celio), Grosso, Venturi A., Perissinotto, Pandolfini, Galli, Bronèe, Tre Re. All. Varglien Arbitro: Scaramella di Roma. Marcatori: 18' Bredesen. Spettatori: 61.000 circa.

li. Ma l’anno successivo irrompe sulla scena Da Costa, che in campo non tradisce le sue vocazioni ecclesiastiche (di lui si dice che voglia prendere i voti). Prima doppietta e 3 a 0 per i giallorossi. È l’epoca dell’esperimento degli arbitri stranieri: per il derby capitolino viene chiamato l’austriaco Grill. Al ritorno altra doppietta dell’incontenibile Da Costa, ma stavolta il risultato viene inchiodato sul 2 a 2 grazie alle marcature laziali di Vivolo e Selmosson. Mentre la Nazionale si avvia verso uno dei punti più bassi della propria epopea, fallendo addirittura la qualificazione ai Mondiali del 1958, il campionato regala due derby in equilibrio, anche se la vittoria giallorossa all’andata è molto più netta (3 a 0) rispetto all’affermazione laziale del ritorno (2 a 1, curiosamente tutti i gol vengono siglati negli ultimi dieci minuti). In Svezia, ai Mondiali esplode l’astro di un ragazzino di diciassette anni, Pelé, che condurrà il Brasile al primo titolo iridato. Ora la Nazionale indossa la maglia verde oro, dopo che la tenuta bianca non è stata più indossata dalla infausta partita del Maracanà del 1950. Ma l’estate del 1958 è anche l’estate di derby, seppure solo di coppa. Roma e Lazio si affrontano con partite di andata e ritorno. Nella Lazio debutta il fantasioso quanto bizzoso centravanti brasiliano Tozzi, che si presenta con due gol (la Lazio vince per 3 a 2). Al ritorno, il 12 di luglio, finisce 1 a 1, con gol di Tozzi e Da Costa. L’idolo delle folle biancocelesti di allora, Humberto Tozzi, morirà negli Anni Ottanta in Brasile, ridotto in povertà estrema, vendendo lacci di scarpe per la strada. L’altro gioiello dell’attacco laziale, Selmosson, intanto è passato alla Roma, nella costernazione dei tifosi che l’adoravano. La lazio vince il suo primo trofeo. eliminata la roma. e c’è bernardini in panchina E nel campionato successivo, proprio mentre arriva con Bernardini in panchina il primo trofeo della storia biancoceleste (la Coppa Italia del 1958), nei derby il bilancio parla chiaro: all’andata è 3 a 1 per la Roma, con doppietta di Da Costa e rete proprio di Selmonsson (per la Lazio Pozzan) mentre al ritorno finisce 3 a 0 (con Selmosson e Da Costa ancora a segno, dopo la rete di Lojodice). Proprio quando il decennio volge al termine arriva a Roma un centravanti argentino, Pedro Manfredini. Sarà per tutti “Piedone”, grazie a uno scatto fotografico dal basso mentre scende dalla scaletta dell’aereo che sembra immortalare un piede gigantesco. È la stagione 59-60, ancora un 3 a 0 per la Roma proprio con doppietta di Manfredini e gol di Selmosson, mentre il ritorno, più equilibrato, vede comunque i giallorossi imporsi per 1 a 0 con un autogol di Janich. Arriva il 1960. Con lo scoccare del decennio sembra quasi aprirsi un mondo diverso. Nasce l’Europeo di calcio che disputa la sua prima edizione. Ma soprattutto è l’anno delle Olimpiadi romane, che qualcuno ha definito «le più belle di sempre». L’Italia, dopo un decennio di sacrifici, ha posto le basi per la successiva rinascita. È alba dei “favolosi Anni Sessanta”.

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le sfide ROMA - LAZIO

1-1

LAZIO - ROMA

1-1

29 novembre 1953, Stadio Olimpico

17 ottobre 1954, Stadio Olimpico

ROMA: Moro, R. Venturi, Cardarelli, Celio, Tre Re, A. Venturi, Ghiggia, Pandolfini, Galli, Broneé, Perissinotto. All. Carver. LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Montanari, Fuin, Sentimenti, Bergamo, Puccinelli, Vivolo, Bredesen, Burini, Fontanesi (I). All. Sperone Arbitro: Massai di Pisa. Marcatori: 18' Galli, 41' Vivolo. Spettatori: 70.000 circa.

LAZIO: De Fazio, Antonazzi, Di Veroli, Parola, Sentimenti (V), Fuin, Burini, Vivolo, Bredesen, Hansen, Fontanesi (I). All. Allasio. ROMA: Moro, Stucchi, Eliani, Bortoletto, Cardarelli, Venturi, Ghiggia, Pandolfini, Boscolo, Celio, Nyers (I). All. Carver. Arbitro: Agnolin G. di Bassano del Grappa. Marcatori: 33' Hansen, 34' Celio. Spettatori: 60.000 circa.

ROMA - LAZIO

1-3

6 marzo 1955, Stadio Olimpico

LAZIO - ROMA

1-2

18 aprile 1954, Stadio Olimpico LAZIO: De Fazio, Antonazzi, Di Veroli, Alzani, Sentimenti (V), Fuin, Burini, Bredesen, Vivolo, Lofgren,Fontanesi. All. Allasio. ROMA: Moro, Azimonti, Eliani, Bortoletto, Grosso, Celio I, Ghiggia, Venturi, Galli, Pandolfini, Bettini. All. Carver. Arbitro: Bellè di Venezia. Marcatori: 8' Celio, 18' Bortoletto, 50' Fontanesi. Spettatori: 62.000 circa.

ROMA: Moro, Eliani, Stucchi, Bortoletto, Cardarelli, Venturi, Giuliano, Pandolfini, Galli, Celio, Cavazzuti. All. Carver. LAZIO: Zibetti, Antonazzi, Di Veroli, Sentimenti (V), Giovannini, Sassi (II), Bredesen, Lofgren, Vivolo, Hansen, Burini. All. Raynor-Copernico. Arbitro: G. Agnolin di B. del Grappa. Marcatori: 12' Hansen, 46' Burini, 57' Burini, 60' Cardarelli. Spettatori: 68.000 circa.

LAZIO - ROMA

1-5

11 settembre 1955, Stadio Olimpico

LAZIO - ROMA

0-2

5 settembre 1954, Stadio Olimpico Trofeo Remo Zenobi LAZIO: De Fazio, Antonazzi, Cialabrini (46' Giovannini), Sentimenti V, Fuin (46' Severini), Sassi, Bravi, Bredesen (46' Pistacchi, 75' Pollini), Maroncelli, Parola (46' Hansen), Fontanesi (46' Puccinelli). All. Allasio ROMA: Albani (46' Piancastelli), Stucchi (46' Bertuccelli), Cardarelli (46' Giuliano), Eliani (46' Losi), Betello (46' Bortoletto), Pellegrini (46' Venturi), Ghiggia (46' Galassini), Beltrandi (46' Celio), Cavazzuti (46' Galli), Guarnacci (46' Pandolfini), Cimpanelli (46' Nyers I). All. Carver Arbitro: Scaramella di Roma. Marcatori: Pandolfini (rig), 65' Pandolfini (rig). Spettatori: 50.000 circa.

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Trofeo Zenobi LAZIO: Bandini, Molino, Sentimenti V, Sassi (Fuin), Villa, Muccinelli, Vivolo, Bettini, Giovannini, Selmosson,Burini (Olivieri, Di Veroli). All. Copernico ROMA: Panetti, Eliani, Giuliano, Bortoletto, Cardarelli, Venturi, Ghiggia, Pandolfini, Galli (Prenna), Da Costa, Nyers (I). All. Sarosi Arbitro: Moriconi di Roma. Marcatori: pt 3' Galli, 29' Da Costa, 42' Nyers (I), 55' Nyers (I), 64' Nyers (I), 86' Vivolo. Spettatori: 50.000 circa.


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le sfide Roma - Lazio

0-0

Roma - Lazio

2-2

16 ottobre 1955, Stadio Olimpico

3 marzo 1957, Stadio Olimpico

ROMA: Panetti, Losi, Eliani, Giuliano, Cardarelli, Venturi, Ghiggia, Cavazzuti, Da Costa, Biagini, Nyers (I). All. Sárosi. LAZIO: Lovati, Molino, Di Veroli, Fuin, Sentimenti (V), Villa, Muccinelli, Burini, Bettini, Selmosson, Vivolo. All. FerreroCopernico. Arbitro: Liverani di Torino. Spettatori: 80.000 circa.

ROMA: Tessari, Cardoni, Losi, Giuliano, Stucchi, Venturi, Ghiggia, Pestrin, Nordahl, Da Costa, Lojodice. All. Sárosi. LAZIO: Lovati, Molino, Eufemi, Burini, Pinardi, Moltrasio, Muccinelli, Tozzi, Vivolo, Sentimenti (V), Selmosson. All. Carver. Arbitro: Kainer (Austria). Marcatori: 21' Vivolo (rig), 35' e 49' Da Costa, 81’' Selmosson. Spettatori: 80.000 circa.

Roma - Lazio

3-0

27 ottobre 1957, Stadio Olimpico

LAZIO - ROMA

1-0

ROMA: Panetti, Griffith, Corsini, Menegotti, Stucchi, Magli, Ghiggia, Pestrin, Secchi, Da Costa, Lojodice. All. Stock. LAZIO: Lovati, Molino, Eufemi, Carradori, Pinardi, Fuin, Muccinelli, Tozzi, Vivolo, Pozzan, Selmosson. All. Ciric. Arbitro: Seipelt (Austria). Marcatori: 63' Lojodice, 70' Da Costa, 86' Ghiggia. Spettatori: 80.000 circa.

4 aprile 1956, Stadio Olimpico LAZIO: Lovati, Molino, Lo Buono, Fuin, Sentimenti (V), Sassi (II), Muccinelli, Burini, Bettini, Vivolo, Selmosson. All. Carver. ROMA: Panetti, Stucchi, Losi, Bortoletto, Cardarelli, Giuliano, Ghiggia, Pandolfini, Prenna, Da Costa, Nyers (I). All. Sárosi. Arbitro: Orlandini di Roma. Marcatore 46' Muccinelli. Spettatori: 70.000 circa.

LAZIO - ROMA

0-3

LAZIO - ROMA

2-1

16 marzo 1958, Stadio Olimpico LAZIO: Lovati, Molino, Lo Buono, Eufemi, Pinardi, Moltrasio, Muccinelli, Burini, Vivolo, Pozzan, Selmosson. All.Monza-D.T. Canestri. ROMA: Panetti, Griffith, Corsini, Menegotti, Stucchi, Magli, Ghiggia, Da Costa, Secchi, Guarnacci, Lojodice. All. Nordahl. D.T. Busini. Arbitro: Liverani di Torino. Marcatori: 81’ Selmosson, 83’ Burini, 89’ Da Costa Spettatori: 65.000 circa.

14 ottobre 1956, Stadio Olimpico LAZIO: Lovati, Molino, Lo Buono, Fuin, Sentimenti (V), Moltrasio, Muccinelli, Vivolo, Praest, Selmosson, Lucentini. All. Carver. ROMA: Panetti, Cardarelli, Losi, Giuliano, Stucchi, Venturi, Lojodice, Pestrin, Nordahl III, Da Costa, Barbolini I. All. Sárosi. Arbitro: Grill della Federazione austriaca. Marcatori: 34' Da Costa, 58' Pestrin, 66' Da Costa. Spettatori: 75.000 circa.

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le sfide ROMA - LAZIO

2-3

ROMA - LAZIO

3-0

21 giugno 1958, Stadio Olimpico

12 aprile 1959, Stadio Olimpico

Coppa Italia ROMA: Panetti, Griffith, Losi, Menegotti, Stucchi, Magli (46' Guarnacci), Morbello, Pestrin, Secchi, Da Costa, Lojodice dir.tecn.: Busini - All. Nordahl. LAZIO: Lovati, Colombo, Lo Buono, Carradori, Pinardi, Pozzan, Bizzarri, Burini (46' Fumagalli), Tozzi, Tagnin, Prini - All. Bernardini. Arbitro: Annoscia di Bari. Marcatori: 10’ Tozzi, 26’ Da Costa, 48’ Tozzi, 57’ Lojodice, 69’ Bizzarri Spettatori: 50.000 circa.

ROMA: Panetti, Griffith, Corsini, Guarnacci, Losi, Zaglio, Ghiggia, David, Da Costa, Selmosson, Lojodice. All. Nordahl. LAZIO: Lovati, Lo Buono, Eufemi, Carradori, Janich, Tagnin, Bizzarri, Franzini, Tozzi (Humberto), Costariol, Prini. All. Bernardini. Arbitro: Bonetto di Torino. Marcatori: 22' Lojodice, 81' Selmosson, 88' Da Costa. Spettatori: 65.000 circa.

ROMA - LAZIO LAZIO - ROMA

1-1

12 luglio 1958, Stadio Olimpico Coppa Italia LAZIO: Lovati, Di Veroli, Del Gratta, Carradori, Pinardi, Pozzan, Bizzarri, Burini, Tozzi, Fumagalli, Prini - All. Bernardini. ROMA: Tessari, Griffith (46' Pontrelli), Losi, Pellegrini, Stucchi, Guarnacci, Orlando, Pestrin, Secchi, Da Costa, Lojodice dir.tecn.: Busini - All. Nordahl. Arbitro: Marchese di Frattamaggiore (NA). Marcatori: 32’ Tozzi; 48’ Da Costa. Spettatori: 25.000 circa.

18 ottobre 1959, Stadio Olimpico ROMA: Panetti, Griffith, Zaglio, Pestrin, Losi, Guarnacci, Ghiggia, Manfredini, Orlando, Selmosson, Da Costa. All. Foni. LAZIO: Cei, Molino, Eufemi, Carradori, Janich, Prini, Mariani, Rozzoni, Tozzi (Humberto), Franzini, Bizzarri. All. Caciagli. D.T. Bernardini. Arbitro: Rigato di Mestre. Marcatori: 2' Manfredini, 42' Manfredini, 86' Selmosson. Spettatori: 80.000 circa.

LAZIO - ROMA 6 marzo 1960, Stadio Olimpico

LAZIO - ROMA

1-3

30 novembre 1958, Stadio Olimpico LAZIO: Lovati, Lo Buono, Del Gratta, Carradori, Janich, Pozzan, Bizzarri, Tagnin, Tozzi, Fumagalli, Prini. All.Bernardini. ROMA: Panetti, Griffith, Corsini, David, Stucchi, Zaglio, Ghiggia, Pestrin, Da Costa, Lojodice, Selmosson. All. Sárosi. Arbitro: sig. Rigato (Mestre). Marcatori: 9' Selmosson, 25' Pozzan, 51' Da Costa, 65' Da Costa. Spettatori: 75.000 circa.

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3-0

LAZIO: Lovati, Molino, Lo Buono, Carosi, Janich, Prini, Mariani, Carradori, Rozzoni, Franzini, Fumagalli. All. Bernardini. ROMA: Panetti, Griffith, Zaglio, David, Losi, Guarnacci, Ghiggia, Pestrin, Orlando, Selmosson, Da Costa. All.Foni. Arbitro: Marchese di Napoli. Marcatore: 32' Janich (aut). Spettatori: 50.000 circa.

0-1


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Le sfide LAZIO - ROMA

0-4

13 novembre 1960, Stadio Olimpico LAZIO: Pezzullo, Bizzarri, Eufemi, Carradori, Janich, Fumagalli, Mariani, Pozzan, Rozzoni, Franzini, Visentin. All. Bernardini. ROMA: Cudicini, A.Fontana, Corsini, Pestrin, Losi, Guarnacci, Orlando, Lojacono, Manfredini, Schiaffino,Selmosson. All. Foni Arbitro: Rigato (Mestre). Marcatori: 21' pt Manfredini, 23' pt Manfredini, 37' pt Manfredini, 37' st Orlando Spettatori: 27.000 circa.

ROMA - LAZIO

1-2

19 marzo 1961, Stadio Olimpico ROMA: Panetti, A.Fontana, Corsini, Pestrin, Losi, Giuliano, Orlando, Lojacono, Manfredini, Selmosson, Menichelli. All. Foni. LAZIO: Pezzullo, Molino, Eufemi, Carradori, Napoleoni, Carosi, Franzini, Pozzan, Rozzoni, Morrone, Prini. All. Carver. Arbitro: De Marchi di Pordenone. Marcatori: 16' pt Giuliano, 22' pt Rozzoni, 26' pt Rozzoni. Spettatori: 65.000 circa.

Roma - Lazio 6-4 dcr 25 aprile 1962, Stadio Olimpico Coppa Italia Roma: Cudicini, Fontana, Corsini, Guarnacci, Jonsson, Carpanesi, Orlando, Angelillo, Manfredini, De Sisti, Abbatini. All. Carniglia. Lazio: Cei (46' Pezzullo), Napoleoni, Carosi, Noletti, Seghedoni, Gasperi, Bizzarri, Landoni, Ferrario, Governato, Longoni. All. Facchini. Arbitro: Bonetto (Torino). Marcatori: Manfredini (6 rig), Longoni (4 rig). Spettatori: 50.000 circa.

e Olimpiadi romane aprono gli anni Sessanta. Passeranno alla storia come i “favolosi”. L’Italia è fuori, ormai, dalla disperazione del dopoguerra. Le distruzioni, la fame, sembrano alle spalle. È un paese che comincia a scoprire gli elettrodomestici su larga scala, le vacanze estive, l’automobile anche se utilitaria che fa la fortuna delle grandi industrie del Nord, che attirano sempre più i contadini che abbandonano campi e aratri. La Vespa e la 500, cambiano la concezione di mobilità. Le Olimpiadi romane suggellano la ripresa del Paese. E la compagine azzurra ripaga lo scenario splendido con una prestazione senza precedenti. Da Berruti a Benvenuti, gli ori italiani dimostrano la ritrovata vitalità del nostro universo sportivo. Ma quella edizione dei Giochi Olimpici ci consegna anche altre leggende: Cassius Clay, non ancora Mohammed Alì, il pugile che rappresenterà i neri americani coniugando una classe impareggiabile a un incredibile carisma; il maratoneta Bikila, che vince nella magica atmosfera del Foro a piedi nudi. Passata la sbornia olimpica, però, il ritorno al campionato ci consegna due squadre romane, invece, alle prese con i consueti problemi di liquidità che ne limitano le ambizioni. Il primo derby del 60-61 si rivela un’autentica disfatta per i colori biancocelesti, 4 a 0, con tripletta di Manfredini. Al ritorno, invece, riscatto della Lazio che si impone in rimonta per 2 a 1, con doppietta di Rozzoni dopo il punto realizzato da Giuliano. Per la Lazio ultima in classifica è un colpo di coda, ma ad attenderla ci sono due anni in serie B.

L

Vince la Roma ai calci di rigore (6-4). Tutti battuti da un unico giocatore! Nel frattempo, nel 1962 le squadre si ritrovano contro in Coppa Italia. Finisce 6 a 4 per la Roma, dopo i calci di rigore. Curiosità: all’epoca i calci di rigore venivano battuti tutti dallo stesso giocatore,. Quel giorno dal dischetto andarono Manfredini e Longoni. La Lazio si riaffaccia in serie A nel 63-64. È una squadra rinnovata, che ha ingaggiato l’argentino Lorenzo come allenatore. Nel ’66 guiderà la nazionale biancoceleste ai Mondiali d’Inghilterra, venendone eliminato proprio dai padroni di casa, futuri vincitori del titolo. Alf Ramsey, il mister dei Tre Leoni, a cui quella vittoria frutterà il titolo di Sir, li definirà «un branco di animali» per il gioco ritenuto eccessivamente maschio. La Roma, dal canto suo, contrappone le follie economiche del presidente Marini Dettina. Schiera talenti come Angelillo, Sormani, più il giovane De Sisti, prodotto del vivaio. Brillante carriera la sua, sull’asse Roma Firenze. Uno scudetto con i viola, e la celeberrima Italia Germania del ’70 nel curriculum. I derby si chiudono con due pareggi, in bianco il primo e 1 a 1 il secondo, con gol Carpanesi a pareggiare il solito Rozzoni. L’estate, però, altro colpo di scena sul mercato. Lorenzo passa alla Roma, attratto dagli ingaggi del Presidente Marini Dettina. È un duro colpo per la tifoseria laziale, ma in verità anche la folla giallorossa non sembra entusiasta. Non è che ne guadagni lo spettacolo delle stracittadiIL DERBY CAPITOLINO | 42


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ne: due 0 a 0 chiudono il bilancio della stagione 64-’65. L’era di Lorenzo sulla panchina giallorossa dura poco: viene rilevato dal pittoresco Pugliese. Il primo derby va alla Lazio: 0 a 1 con gol di D’Amato. Pochi giorni più tardi inizia l’era Lenzini alla presidenza biancoceleste. Rimarrà per quindici anni, i più intensi,strazianti meravigliosi nella storia del club. Al ritorno 0 a 0, a conferma di un equilibrio, che livella verso il basso le due squadre romane. L’anno successivo la Lazio retrocede nuovamente; non bastano Carosi, Morrone (poi ambedue allenatori biancocelesti), Marchesi (anch’egli futuro mister). I due derby, tutt’altro che spettacolari, si chiudono con la vittoria della Roma all’andata per 1 a 0 (gol di Enzo), e con un risultato ad occhiali al ritorno. L’estate del ‘66 tornano i Mondiali, che si disputano in Inghilterra. Come accennato più sopra, sono proprio i padroni di casa a vincere il titolo, ricevendo la coppa dalle mani della Regina. In verità la finale è decisa dal gol più contestato della storia; tiro che batte sotto la traversa e rimbalza: dentro o fuori? Per l’Italia, invece, il Mondiale era finito decisamente presto, e per mano dei dilettanti coreani. Il gol decisivo fu realizzato da Pak Doo Ik, che venne sempre descritto come un dentista benché non abbia mai esercitato tale professione. La Corea rimase a simbolo di ogni sconfitta clamorosa. Divenne qualcosa che non aveva nemmeno bisogno di spiegazioni, uno slogan, un concetto finito. All’aeroporto, al ritorno la squadra fu accolta con un fitto lancio di pomodori. Anch’essi, in qual-

Nessuno al derby ha segnato quanto lui Dino Da Costa è nato a Rio de Janeiro il 1º agosto 1931. Arrivò alla Roma nel 1955. Con i giallorossi realizzò 71 reti in 149 partite. Nel 1960 passò alla Fiorentina. La stagione successiva di nuovo breve parentesi a Roma per giocare poi con Atalanta, Juve, Verona e Ascoli. Vanta anche una presenza in maglia azzurra bagnata con il gol. Con 71 reti complessive si posiziona all'8º posto nella classifica dei marcatori della Roma in Serie A, dopo Totti, Pruzzo, Volk, Amadei, Montella, Balbo e Manfredini. Detiene a tutt’oggi il record assoluto dei gol segnati nel derby di Roma, con 12 reti: 9 in campionato (a pari merito con Marco Delvecchio), 2 in Coppa Italia e 1 (il primo) in un derby valido per l’assegnazione della Coppa Zenobi disputato all’Olimpico di Roma l’11 settembre 1955, e divenne per questo il "terrore" del portiere laziale Roberto Lovati. Un tredicesimo gol, segnato in un Lazio-Roma 0-1 del 6 marzo 1960, gli venne contestato e fu considerato autorete del difensore laziale Francesco Janich.

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che modo, diventarono un simbolo di quella spedizione sciagurata. Ancora due anni di purgatorio per la Lazio. Nel frattempo un solo derby, in Coppa Italia. Vince la Roma per 1 a 0, gol di Ferrari. E’ il 1968, l’anno in cui tutto sembra cambiare. Il boom economico ha prodotto diseguaglianze; è l’altra faccia del progresso. Folle di studenti manifestano il proprio disagio. La “contestazione”, come verrà genericamente definita, avanza. Esplode nei campus americani, dove si prende di mira la campagna in Vietnam che si trascina da anni con un incredibile dispendio di vite umane da ambo le parti. Si chiede, in tutto il mondo, al governo americano di far cessare la mattanza. Arriva a Parigi, dove comunque sarà u fuoco violento ma breve. Arriva in Italia, dove getterà il seme di un decennio terribile, quello degli “anni di piombo”. Nel calcio l’Italia torna sul podio; vince infatti gli Europei che gioca in casa. Non senza tribolazioni e un pizzico di fortuna. Supera l’URSS in semifinale a Napoli grazie alla monetina (che ancora risolveva le contese in caso di “patta”, prima dell’avvento dei rigori), si salva contro la fortissima Jugoslavia in finale all’Olimpico (1 a 1 il finale) aggiudicandosi poi per 2 a 0 la ripetizione. Una grande fiaccolata sugli spalti saluta l’alloro continentale. Il 1969 l’uomo arriva sulla Luna. La televisione diffonde le immagini dell’impresa. Armstrong poggia per la prima volta un piede umano sulla Luna, chiudendo un’ambizione millenaria del genere umano. Per Roma e Lazio, invece, la luna è ancora distante. La Lazio torna in serie A nel 1969 e comincia a prendere forma la squadra che

Lazio: la prima coppa italia Roberto (Bob) Lovati nacque a Cusano Milanino il 20 luglio 1927 e si è spento a Roma il 30 marzo 2011). Nel 1947-1948 viene acquistato dal Pisa con cui, la stagione successiva fa il suo esordio nel campionato di Serie B. Nel 19521953 passa al Monza, sempre nel campionato cadetto, dove rimane per due anni come titolare. Nel 1954-1955 viene acquistato dalla Lazio, la quale però lo gira subito in prestito al Torino, con cui debutta in Serie A. L'anno successivo approda definitivamente alla Lazio per sostituire Aldo De Fazio e Giuseppe Zibetti, che avevano preso la pesante eredità di Lucidio Sentimenti, anche noto come Sentimenti IV. Con la maglia biancoceleste vince la Coppa Italia 1958. Appende gli scarpini al chiodo nell'estate del 1961, a 33 anni, dopo che nell'ultimo campionato gli sono stati spesso preferiti Idilio Cei e Franco Pezzullo. Vanta due presenze nella nazionale azzurra.

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Le sfide di lì a poco realizzerà l’impresa rimasta negli annali. Arrivano due giovani dall’Internapoli, il difensore Wilson e il centravanti Chinaglia. Fanno subito la conoscenza della Roma, in un derby di Coppa Italia in cui però sono i giallorossi a prevalere. I giallorossi, dal canto loro, non sono stati a guardare in sede di mercato. È arrivato il mago Herrera, reduce dai trionfi mondiali con l’Inter che ha dominato la scena a metà dei Sessanta. Con lui i difensori Bet e Santarini, Taccola (che morirà tragicamente negli spogliatoi dopo un malore accusato a Cagliari), Cordova (che passerà alla Lazio nel 1976), un giovane Fabio Capello, destinato non solo a una grande carriera in campo ma anche in panchina. Quello di coppa va in archivio come il “derby della luce”. La partita, sull’1 a 0 per la Roma viene sospesa per un black out elettrico che ne impedisce la continuazione. La Lazio, padrona di casa, è punita d’ufficio con il classico risultato a tavolino. In campionato la Lazio neopromossa viene sconfitta all’andata per 2 a 1, gol di Spinosi e Landini prima che Massa accorci le distanze allo scadere. Al ritorno, invece, è 1 a 1, con marcatura di Fortunato e pareggio su rigore di Capello. È il 1970, l’anno dei Mondiali in Messico. L’Italia che non entusiasma approda comunque alle semifinali, dove trova la Germania del kaiser Beckenbauer. È la “partita”, una delle più celebri della pur voluminosa storia del calcio. Finisce 1 a 1 al 90°, si ricorre ai supplementari che decretano la vittoria azzurra per 4 a 3. Italia Germania 4 a 3 diventa quasi uno slogan generazionale, il simbolo di un’epoca. In finale gli azzurri affrontano il Brasile di Pelè. Il risultato sembra lasciare poco spazio a ogni argomento: 4 a 1. Rivera gioca appena sei minuti (gli ultimi, al posto di Boninsegna che aveva provvisoriamente pareggiato) e le polemiche dureranno anni. Le lotte operaie, l’autunno caldo del ’69, la contestazione, faranno fiorire una nuova consapevolezza intorno al tema dei diritti dei lavoratori. Recependo tali istanze, nel 1970 sarà varato lo Statuto dei Lavoratori, ispirato da Gino Giugni, una giurisdizione considerata avanzatissima per i tempi.

ROMA - LAZIO

0-0

6 ottobre 1963, Stadio Olimpico ROMA: Cudicini, Fontana, Ardizzon, Malatrasi, Losi, De Sisti, Orlando, Sormani, Manfredini, Angelillo, Dori. All. Foni LAZIO: Cei, Zanetti, Garbuglia, Carosi, Pagni, Gasperi, Maraschi, Landoni, Galli, Morrone, Mazzia. All. Lorenzo Arbitro: Righi di Milano. Spettatori: 70.000 circa.

LAZIO - ROMA

1-1

23 febbraio 1964, Stadio Olimpico LAZIO: Cei, Zanetti, Garbuglia, Governato, Pagni, Gasperi, Maraschi, Landoni, Rozzoni, Morrone, Mazzia. All.Lorenzo. ROMA: Cudicini, Fontana, Corsini, Malatrasi, Ardizzon, Frascoli, Orlando, Sormani, Manfredini, Carpanesi, Leonardi. All. Mirò. Arbitro: Jonni di Macerata. Marcatori: 21' Rozzoni, 78' Carpanesi. Spettatori: 60.000 circa.

LAZIO - ROMA

0-0

15 novembre 1964, Stadio Olimpico LAZIO: Cei, Zanetti, Dotti, Carosi, Pagni, Gasperi, Piaceri, Christensen, Petris, Governato, Mari. All. Mannocci. ROMA: Cudicini, Tomasin, Ardizzon, Carpanesi, Losi, Schnellinger, Leonardi, De Sisti, Nicolè, Angelillo, Tamborini. All. Lorenzo. Arbitro: Righi (Milano). Spettatori: 47.000 circa.


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Le sfide ROMA - LAZIO

0-0

LAZIO - ROMA

0-0

28 marzo 1965, Stadio Olimpico

27 febbraio 1966, Stadio Olimpico

ROMA : Cudicini, Schnellinger, Ardizzon, Carpenetti, Losi, Angelillo, Francesconi, De Sisti, Nicolè, Carpanesi, Salvori. All. Lorenzo LAZIO: Cei, Zanetti, Dotti, Carosi, Pagni, Gasperi, Mari, Governato, Galli, Christensen, D'Amato. All. Mannocci Arbitro: Righi (Milano). Spettatori: 75.000.

LAZIO: Cei, Zanetti, Vitali, Governato, Pagni, Dotti, Bartù, Sacco, D'Amato, Mari, Ciccolo. All. Mannocci. ROMA: Cudicini, Carpenetti, Ardizzon, Carpanesi, Losi, Benaglia, Nardoni, Tamborini, Da Silva, Spanio, Francesconi. All. Pugliese. Arbitro: Monti (Ancona). Spettatori: 75.000 circa.

ROMA - LAZIO

0-1

LAZIO - ROMA

1-0

10 ottobre 1965, Stadio Olimpico

11 settembre 1966, Stadio Olimpico

ROMA: Cudicini, Carpenetti, Tomasin, Carpanesi, Losi, Benaglia, Tamborini, Leonardi, Francesconi, Benitez, Barison. All. Pugliese. LAZIO: Cei, Zanetti, Vitali, Carosi, Pagni, Dotti, Mari, Bartù, D'Amato, Governato, Ciccolo. All. Mannocci. Arbitro: Campanati di Milano. Marcatori: 39' D'Amato. Spettatori: 70.000 circa.

Coppa dell’Amicizia LAZIO: Cei, Zanetti, Castelletti, Carosi, Pagni (58' Marchesi), Dotti, Mari, Marchesi (58’ Burlando), D’Amato,Dolso, Morrone. All. Mannocci. ROMA: Pizzaballa, Carpenetti, Olivieri, Carpanesi, Losi, Tamborini (46’ Scala), Pellizzaro, Spanio (46’ Tamborini), Peirò, Colausig, Barison. All. Pugliese. Arbitro: Piantoni di Terni. Marcatore: 57’ Marchesi (rig). Spettatori: 45.000 circa.

LAZIO - ROMA

0-1

22 ottobre 1966, Stadio Olimpico LAZIO: Cei, Zanetti, Mari, Carosi, Pagni, Dotti, Bagatti, Marchesi, D'Amato, Dolso, Morrone. All. Mannocci. ROMA: Pizzaballa, Olivieri, Sensibile, Carpenetti, Losi, Scala, Colausig, Peirò, Enzo, Tamborini, Barison. All. Pugliese. Arbitro: Gonella (Torino) Marcatore:16’ Enzo. Spettatori: 50.000 circa.


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Le sfide ROMA - LAZIO

0-0

ROMA - LAZIO

2-1

5 Marzo 1967, Stadio Olimpico

26 ottobre 1969, Stadio Olimpico

ROMA: Pizzaballa, Sirena, Sensibile, Scala, Losi, Carpenetti, Pellizzaro, Colausig, Peirò, Tamborini, Barison. All. Pugliese. LAZIO: Gori, Adorni, Maggioni, Dotti, Pagni, Anzuini, D'Amato, Carosi, Bartù, Morrone, Bagatti. All. Neri Arbitro: Lo Bello (Siracusa). Spettatori: 60.000 circa.

ROMA: Ginulfi, Bet, Spinosi, Salvori, Cappelli, Santarini, Cappellini, Landini, Peirò, Capello, Cordova. A disp: Evangelista, Scaratti. All. Helenio Herrera. LAZIO: Di Vincenzo, Wilson, Facco, Cucchi, Soldo, Marchesi, Massa, Governato, Chinaglia, Ghio, Morrone. A disp.: Sulfaro, Fortunato. All. Lorenzo. Arbitro: Toselli (Cormons). Marcatori: 64' Spinosi, 73' Landini, 90' Massa. Spettatori: 80.000 circa.

ROMA - LAZIO

1-0 LAZIO - ROMA

8 settembre 1968, Stadio Olimpico Coppa Italia ROMA: Pizzaballa, Sirena, Bet, S.Ferrari, Santarini, Losi, Scaratti (46' D'Amato), Peirò, Taccola, Cordova, Salvori. A disp.: Ginulfi. All. Helenio Herrera. LAZIO: Fioravanti, Facco, Rinero, Onor, Fontana, Soldo, Massa, Morrone, Fortunato (61' Cucchi), Ghio, Mazzola (II). A disp.: Leardi. D.T. Lorenzo. All. Lovati. Arbitro: Carminati di Milano. Marcatore 9' S.Ferrari Spettatori: 77.000 circa.

LAZIO - ROMA

0-2

1-1

1 marzo 1970, Stadio Olimpico LAZIO: Sulfaro, Wilson, Polentes, Governato, Papadopulo, Marchesi, Massa, Mazzola (II), Chinaglia, Ghio, Fortunato. A disp.: Di Vincenzo, Casisa . All. Lorenzo. ROMA: Ginulfi, Spinosi (62' Scaratti), Bet, Salvori, Cappelli, Santarini, Cappellini, Landini (II), Peirò, Capello,Cordova. A disp.: Zanier. All. Helenio Herrera. Arbitro: De Marchi (Pordenone). Marcatori: 48' Fortunato, 60' Capello (rig). Spettatori: 60.000 circa.

7 settembre 1969, Stadio Olimpico Coppa Italia LAZIO: Di Vincenzo, Papadopulo, Facco, Cucchi, Soldo, Marchesi, Massa, Mazzola (II), Ghio, Morrone,Fortunato. A disp.: Sulfaro, Wilson. All. Lorenzo. ROMA: Ginulfi, Spinosi, Bet, Salvori, Cappelli, Santarini, Peirò, Landini, Enzo, Capello, Cordova. A disp.: Evangelista, Scaratti. All. Helenio Herrera. Arbitro: Lo Bello (Siracusa). Marcatori: 35' Peirò (poi 0-2 a tavolino). Spettatori: 75.000 circa. Partita sospesa all'87', sul risultato di 1-0 per la Roma, causa interruzione dell'energia elettrica che alimenta i fari dello stadio e successivamente assegnata a tavolino dal giudice sportivo alla roma per 2-0, in quanto la lazio è squadra ospitante e responsabile del campo.

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le sfide ROMA - LAZIO

2-0

6 settembre 1970, Stadio Olimpico Coppa Italia ROMA: Ginulfi, Scaratti, Petrelli, Salvori, Bet, Santarini, Cappellini (70' Zigoni), Del Sol, Amarildo, Vieri, Cordova. A disp.: De Min, Franzot, Bertini, Zigoni, La Rosa. All.: Helenio Herrera . LAZIO: Sulfaro, Wilson, Facco, Governato, Papadopulo, Marchesi, Massa, Mazzola (II), Chinaglia, Manservisi (55' Dolso), Morrone (74' Fortunato). A disp.: Moriggi, Nanni, Polentes. All.: Lorenzo. Arbitro: Angonese (Mestre). Marcatori: 44' Wilson (aut), 68' Vieri . Spettatori: 73.000 circa.

LAZIO - ROMA

1-1

15 novembre 1970, Stadio Olimpico LAZIO: Sulfaro, Wilson, Facco, Governato (65' Dolso), Polentes, Marchesi, Manservisi, Massa, Chinaglia, Mazzola (II), Fortunato. A disp.: Di Vincenzo. All. Lorenzo. ROMA: Ginulfi, Scaratti, Petrelli, Franzot (70' La Rosa), Bet, Santarini, Salvori, Del Sol, Zigoni, Cordova, Amarildo. A disp.: De Min. All. Helenio Herrera. Arbitro: Toselli (Cormons). Marcatori: 69' Dolso, 86' Petrelli Spettatori: 55.000 circa.

li Anni Settanta, figli della contestazione, padri della paura, dell’incertezza, del fumo acre dei lacrimogeni che riempie i pomeriggi del sabato nelle grandi città, i volantini di rivendicazione, i giornalisti e i politici, anche i molti di mezza tacca e meno, che girano con un laccio emostatico per fermare l’emorragia in caso di “gambizzazione”, cioè un attentato a metà tra il punitivo e il dimostrativo, che consiste nel colpire le gambe. Gli anni della grande musica pop, dei concerti rock, delle basette lunghe e folte che imperversano e arrivano anche sui campi da calcio, da quelli polverosi di periferia ai palcoscenici dei campionati del mondo, dove scorrazzano talenti che raramente se ne sono visti tanti tutti insieme. L’Olanda, che in quegli anni domina la scena pur senza arrivare a nessun titolo, sembra davvero la squadra dei figli dei fiori, le mogli ospitate in albergo, abolito il tabù sessuale pre-partita. Giocano un calcio nuovo, detto “totale”, anche questa è la rivoluzione, seppure solo su dentro un rettangolo verde. Significa che tutti fanno tutto, i difensori attaccano, gli attaccanti difendono. Intanto, però, in Italia il fumo di piazza Fontana si è appena diradato che emergono i primi fantasmi. Si capisce che saranno anni duri, depistaggi, omertà, alibi, falsità. Anche ideali, eroismi, le parti “giuste” e quelle “sbagliate”, la lunga striscia di sangue che traghetta il Paese in un’altra era.

G

Arriva Maestrelli e dalla B la Lazio sfiora il titolo Lazio e Roma riprendono da dove le avevamo lasciate, sebbene per i biancocelesti siano tempi un po’ più grami e il campionato culmina con la retrocessione. Di derby quell’anno se ne disputano tre; il primo è di coppa e lo vince la Roma, (2 a 0, autogol di Wilson e rete di Vieri, il padre di Bobo), ma in campionato sono due pareggi: 1 a 1 l’andata (Dolso e Petrelli, giallorosso, ma futuro campione d’Italia con la Lazio), mentre il ritorno finisce 2 a 2. Tra i marcatori Chinaglia, al primo centro nella stracittadina, e Zigoni, che rappresenta, insieme alla Lazio del ’74, probabilmente all’ennesima potenza le stravaganze dell’era che vive. Troverà la massima consacrazione a Verona, dove diventa, capolavoro di modestia, “Dio-Zigo”. Si presenta in pelliccia e Ferrari, porta una Smith & Wesson, si rifiuta di affrontare i gialloblù quando torna da avversario con il Brescia. Se la Lazio retrocede, la Roma ha poco da ridere. Viene esonerato il mago Herrera, prendendo come pretesto una frase poco felice sullo Scudetto del 1942 che sarebbe stato vinto grazie a Mussolini. Il derby, comunque, non sparisce; ne ospita uno la Coppa Italia che va alla Lazio grazie a una rete di Chinaglia. I biancocelesti si ripresentano ai nastri della massima divisione, guidati dall’allenatore che li ha prontamente riportati in Serie A. E succede uno dei miracoli della storia calcistica nostrana; neopromossa, la banda Maestrelli, mix di classe, furore agonistico, liti nello spogliatoio e grande compattezza in campo, stupisce l’Italia e sfiora lo Scudetto. Ancora all’ultima giornata, impegnata nella trasferta a Napoli, è lì che combatte per aggiudicarselo, contro il IL DERBY CAPITOLINO | 50


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Milan che cade a Verona, e la Juventus che passa nel finale all’Olimpico contro la Roma e alla fine è Campione d’Italia. Ma la Lazio, con il suo calcio spumeggiante che alla critica ricorda quello degli olandesi, tra le soddisfazioni di quel campionato, restano i due derby. Lazio tra realtà e leggenda L’andata se la aggiudica per 1 a 0, gol di Nanni dalla lunghissima distanza, che suscita la rabbia stizzita di Herrera, nel frattempo tornato sulla panchina giallorossa. Lo sfida a riprovare 50 volte, ma al ritorno la Lazio torna a vincere, stavolta con il punteggio di 2 a 0 (Garlaschelli e autogol di Santarini). Ci riprova l’anno seguente, la Lazio, a conquistare quello Scudetto sfumato nel secondo tempo dell’ultima giornata. Dopo un pareggio senza reti in coppa, la stracittadina di campionato arriva scatenando un grande nervosismo nel già rovente spogliatoio laziale: perfino la partitella infrasettimanale viene interrotta per evitare guai peggiori. Si impone la Lazio per 2 a 1, in rimonta. Chiude in svantaggio il primo tempo, pareggia con un gol di Franzoni, che ha debuttato in serie A tre minuti prima, vince con Chinaglia. Al ritorno, carta carbone. Autogol del portiere laziale Pulici, rimonta nella ripresa con D’Amico e Chinaglia su rigore. È questo il derby di Chinaglia che sfida la curva romanista, mentre la Polizia protegge l’arbitro sotto gli scudi per permettergli di uscire dal campo. A fine stagione la Lazio conquista il suo primo, storico Scudetto. Chinaglia, Wilson e Re Cecconi fanno parte della spedizione mondiale in Germania. Gioca solo Chinaglia, che però sostituito contro Haiti, manda palesemente a quel paese il selezionatore Val-

giorgio chinaglia! Chinaglia nasce a Carrara il 24 gennaio del 1947, ed è morto a Naples il primo aprile del 2012. Dopo la doppia parentesi con Massese e Internapoli (proveniva dalla federazione gallese con la maglia del Cardiff) Chinaglia approda alla Lazio. L’impatto fu subito positivo, i tifosi si innamorano di lui considerandolo un vero condottiero. E lui ripagò questa grande fiducia regalando ai sostenitori laziali perle di grande gioco ma soprattutto 98 reti distribuite in 209 gare. Soprannominato “Long John”, fu uno dei grandissimi artefici dello storico Scudetto del 1973-1974 con la Lazio, il primo del club romano. Ma nel 1976, ultima stagione in biancoceleste, i rapporti con la piazza si fanno tesi e così a poche giornate dalla fine della stagione si trasferisce nel campionato americano per giocare nei New York Cosmos di Pelè. Qui riscuote grande successo. Segna 193 gol in 213 gare. 14 le presenze in azzurro con 4 gol.

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careggi. Impossibile da gestire fuori dal mondo Lazio, lo staff federale deve chiamare con urgenza Maestrelli che si precipita in aerotaxi per calmare il suo campione. L’avventura azzurra finisce subito, in una delle edizioni più spettacolari di sempre. In finale arrivano i padroni di casa e la famosa Olanda che schiera il talento più puro del calcio mondiale del periodo: Johan Cruyff, che gioca con due strisce sulla maglia per non tradire il suo sponsor che è concorrente dell’Adidas, che invece fornisce le mute agli Orange. Nel match decisivo vanno in gol dopo una manciata di secondi: la Germania ancora deve toccare il pallone. Saranno però i bianchi a laurearsi campioni del mondo aggiudicandosi la sfida per 2 reti a 1. L’Italia scopre le Brigate Rosse, dopo una serie di attentati minori. Sequestrano il giudice Sossi, a Genova, con un’azione per i tempi assolutamente spettacolare. Finisce bene; dopo una lunga prigionia l’ostaggio è rilasciato. Ma il sangue è ormai prossimo e il lieto fine diverrà l’eccezione. L’anno successivo il calcio romano è da vertice, con la Roma che conquista un insperato terzo posto. Tre derby su tre, compreso l’ormai consueto antipasto di coppa. Tre volte 1 a 0, gol, rispettivamente di Prati in coppa, De Sisti e ancora Prati in campionato. La sconfitta del derby di andata mostra dei limiti nei biancocelesti che Maestrelli riassume con mirabile sintesi: «Siamo malati di Scudetto». Infatti lo Scudetto se ne va, tornando verso il ben più abituale Nord, e Lazio e Roma tornano a disputarsi la supremazia cittadina. Che però, l’anno successivo, non si aggiudica. Due pareggi, con gol (1 a 1, De Sisti e China-

quel 4-3 con la germania Primo dicembre 1974: a sbloccare il risultato e a regalare il derby alla Roma ci pensa un romano e romanista doc, Giancarlo De Sisti, chiamato affettuosamente Picchio dai suoi tifosi. Il centrocampista, nato nella Capitale il 13 marzo 1943, è cresciuto nelle giovanili giallorosse per debuttare in prima squadra il 12 febbraio del 1961. Con la Roma vinse la Coppa delle Fiere e una Coppa Italia. Nel 1965, sfidando la volontà poplare, la società lo cedette alla Fiorentina con la quale vinse uno Scudetto e si realizzò anche a livello internazionale. In maglia azzurra ha giocato 29 partite andando a segno per 4 volte. Fu uno degli artefici del mitico match del 1970 in Messico contro la Germania che si chiuse 4-3 per gli azzurri. Dopo l’esperienza in maglia viola, Picchio fece ritorno a Roma nel 1974 dove chiuse la carriera avvenuta nel 1979. Con i giallorossi, guidati all’epoca da Nils Liedholm, centrò un insperato terzo posto nella stagione 1974-75.

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le sfide glia) il primo, senza reti il secondo (rimasto celebre per lo scontro di gioco che causò il grave infortunio al mediano giallorosso Loris Boni dopo uno scontro con Chinaglia). La Lazio si avvia mestamente a chiudere il ciclo glorioso della prima metà dei Settanta; la malattia di Maestrelli, la fuga di Chinaglia negli States. Long John poi torna, quindi parte ancora, definitivamente. Nel 7677 sulla panchina laziale siede Vinicio, che porta a casa il derby di andata con una prodezza di Giordano, e le parate di Pulici. Vittoria da dedicare a Maestrelli, l’artefice principale dello Scudetto, ormai in punto di morte. Questa tragedia, unitamente a quella improvvisa e imprevedibile e assurda che colpisce Re Cecconi, fiaccano ulteriormente l’ambiente laziale. Al ritorno vince la Roma, con un gol, di Bruno Conti. Trionfa comunque la linea verde del calcio romano, che sforna talenti a ripetizione. Per citarne alcuni: Bruno Conti, Giordano, Agostinelli, Manfredonia, Di Bartolomei, Ranieri. Non tutti avranno i successi e la fortuna che avrebbero meritato. Sequestro Moro e minuto di silenzio per la scorta Nel 77-78 altro doppio pareggio, 0 a 0 all’andata e 1 a 1 al ritorno, autogol di Clerici detto “gringo” e rigore di Giordano. Il ritorno si gioca tre gironi dopo il sequestro Moro. Le Brigate Rosse, con un’azione incredibilmente efficace e puntuale sequestrano nientemeno che uno degli esponenti politici più importanti del Paese, massacrandone la scorta, che praticamente non fa in tempo nemmeno a estrarre le pistole. All’Olimpico ci sarà il minuto di silenzio. La prigionia del politico democristiano durerà 55, lunghissimi giorni, al termine dei quali, in un’alternanza continua di ottimismo e pessimismo, verrà fatto ritrovare cadavere a bordo di una Renault 4 rossa, in pieno centro a Roma. Intanto l’ottimo campionato disputato dalla Lazio frutta la convocazione al giovane Manfredonia per il Mundial argentino, che genera polemiche a non finire per essere veicolo di propaganda del regime, a cui vengono rivolte accusa durissime per la sorte di migliaia di cittadini argentini, definiti, appunto “desaparecidos”. Le madri protestano nella Plaza de Mayo. Il calcio guarda e passa oltre, impegnato nella kermesse iridata che darà il titolo proprio alla nazionale albiceleste padrona di casa. Potere del calcio, l’estate del 1978 sarà uno dei momenti di massima popolarità del regime di Videla. In finale l’Argentina arriva dopo un pastrocchio nel girone di semifinale ai danni del Brasile, eliminato per differenza reti dopo una goleada al Perù che ha sempre suscitato sospetti, mai provati e mai smentiti, di combine. Nel match decisivo supera l’Olanda, che al 90°, prima di capitolare nei tempi supplementari, colpisce un palo che le nega il titolo che sfiora per la seconda volta consecutiva. L’Italia arriva quarta, ed è l’unica squadra ad aver battuto gli argentini, futuri campioni. Il campionato successivo è drammaticamente negativo per la Roma guidata da Valcareggi, che rischia la retrocessione. All’andata è 0 a 0, ma al ritorno, quando tutto

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ROMA - LAZIO

2-2

14 marzo 1971, Stadio Olimpico ROMA: Ginulfi, Scaratti, Petrelli, Salvori, Bet, Santarini, Cappellini, Del Sol, Zigoni, Cordova, S.Pellegrini (II). A disp.: De Min, Liguori. All. Helenio Herrera . LAZIO: Di Vincenzo, Legnaro, Facco, Fortunato, Polentes, Wilson, Massa, Mazzola (II), Chinaglia, Tomy, Dolso (75' Morrone). A disp.: Sulfaro. All. Lorenzo . Arbitro: Monti (Ancona). Marcatori: 30' Santarini (aut), 39' Zigoni, 60' Chinaglia (rig), 74' Salvori. Spettatori: 60.000 circa.

LAZIO - ROMA

1-0

29 agosto 1971, Stadio Olimpico Coppa Italia LAZIO: Bandoni, Facco, Legnaro, Wilson, Papadopulo, Martini, Manservisi (84' Oddi), Massa, Chinaglia (76' Fava), Nanni, Fortunato. A disp: Di Vincenzo, Polentes, Dolso. All. Maestrelli. ROMA: Ginulfi, Scaratti, L.Liguori, Salvori, Bet, Santarini, Cappellini (3' La Rosa), Del Sol, S.Pellegrini, Franzot, Amarildo. A disp: De Min, Bertini, Mannocci, Rosati. All. H.Herrera Arbitro: Picasso (Chiavari). Marcatori: 50' Chinaglia. Spettatori: 70.000 circa.

ROMA -LAZIO

0-1

12 novembre 1972, Stadio Olimpico ROMA: Ginulfi, Scaratti, Peccenini, Salvori, Bet, Santarini, Orazi, Spadoni, Muiesan (58' Morini G.), Cordova, Franzot. (12 Sulfaro). All. Helenio Herrera. LAZIO: Pulici F., Facco, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi (87' Petrelli), Chinaglia, Frustalupi, Manservisi. (12 Moriggi). All. Maestrelli. Arbitro: Gonella di Torino. Marcatore: 34' Nanni. Spettatori: 85.000 circa.


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le sfide LAZIO - ROMA

2-0

11 marzo 1973, Stadio Olimpico LAZIO: Pulici F., Facco, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Manservisi (87' Petrelli). A disp. 12 Moriggi. All. Maestrelli. ROMA: Ginulfi, Morini G., Peccenini, Salvori, Bet (46' Orazi), Santarini, Liguori L., Spadoni, Cappellini, Cordova, Scaratti. A disp. 12 Quintini. All. Helenio Herrera. Arbitro: sig. Panzino di Catanzaro. Marcatori: 32' Garlaschelli, 38' autorete Santarini. Spettatori: 78.000 circa.

ROMA - LAZIO

0-0

9 settembre 1973, Stadio Olimpico Coppa Italia ROMA: Ginulfi, Morini G., Peccenini, Rocca, Batistoni (84' Bertini G.), Santarini, Domenghini, Di Bartolomei, Cappellini, Cordova (46' Spadoni), Prati. All. Scopigno. LAZIO: Pulici F., Petrelli, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Manservisi. All. Maestrelli. Arbitro: Gussoni di Tradate. Spettatori: 85.000 circa.

LAZIO - ROMA

2-1

9 dicembre 1973, Stadio Olimpico

farebbe pensare al pareggio, Nicoli all’88° decide la stracittadina in favore della Lazio. Lovati, icona del mondo biancoceleste, procedeva subito a un cambio per guadagnare secondi preziosi, inserendo Ammoniaci che però verrà espulso quasi immediatamente per simulazione. Eppure, dopo aver raggiunto faticosamente la salvezza, il neo presidente Dino Viola richiamerà l’allenatore Liedholm per rilanciare il club. Inizierà un ciclo d’oro. L’anno successivo, infatti, arriva la Coppa Italia, a inaugurare un nuovo corso in casa giallorossa. I derby, però, rappresentano quanto di peggio esista nella storia della stracittadina: l’andata si gioca il 28 ottobre, e la data resterà tristemente famosa. Un razzo, prima della partita, parte dalla Curva Sud e arriva dalla parte opposta dove colpisce, uccidendolo, un tifoso laziale: Vincenzo Paparelli. Il suo nome anonimo diviene improvvisamente popolarissimo: vi si inneggerà, perlopiù a sproposito, per molti anni a venire. La partita si disputa, come ovvio, in un clima irreale. Finisce in un pareggio che vien da definire scontato viste le situazioni ambientali. Il derby di ritorno, programmato tra comprensibili angosce, vede la Lazio soccombere per 2 a 1, con un gol del giovane Giovannelli allo scadere. La squadra biancoceleste è distratta dalle insistenti voci che circolano circa i clamorosi sviluppi di una vicenda che sarà, nel giro di pochissimi giorni, sulla bocca di tutti gli italiani: il totonero. Una settimana più tardi, a Pescara, la Lazio e altre squadre vengono colpite da una serie di arresti, che riguardano alcuni pezzi pregiati della formazione, tra cui il capitano dello scudetto Pino Wilson e i gioielli Giordano e Manfredonia. La squadra, salvatasi sul campo, è retrocessa a tavolino. Gli Anni Settanta finiscono, con gli ultimi, velenosi e sanguinosi rigurgiti della lotta armata che aveva inghiottito una generazione. Un terremoto devastante mette in ginocchio una parte importante del nostro Mezzogiorno. Altre macerie sopra un decennio maledetto.

LAZIO: F. Pulici, Petrelli, L.Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico (46' Franzoni). A disp: 12 Moriggi, 13 Facco. All: Maestrelli. ROMA: P. Conti, Negrisolo, Peccenini, Rocca, Santarini, Batistoni, Domenghini, G.Morini, Cappellini, Cordova, Prati (80' Orazi). A disp: 12 Ginulfi, 14 Di Bartolomei. All: Liedholm. Arbitro: C.Lo Bello (Siracusa). Marcatori: 34' Negrisolo, 46' Franzoni, 68' Chinaglia. Spettatori: 58.000 circa

Nils Liedholm e Tommaso Maestrelli IL DERBY CAPITOLINO | 54


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le sfide ROMA - LAZIO

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31 marzo 1974, Stadio Olimpico

1 dicembre 1974, Stadio Olimpico

ROMA: P.Conti, Negrisolo, Rocca, G.Morini, Santarini, Batistoni, Orazi (16' Peccenini), Domenghini, Prati, Cordova, Spadoni. A disposizione: 12 Ginulfi, 14 Cappellini. Allenatore: Liedholm. LAZIO: F.Pulici, Petrelli, L.Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico (83' Polentes). A disposizione: 12 Moriggi, 14 Franzoni. Allenatore: Maestrelli. Arbitro: Gonella (Torino). Marcatori: 5' Pulici (aut), 47' D'Amico, 50' Chinaglia (rig). Spettatori: 75.000 circa.

ROMA: Conti P., Peccenini, Rocca F., Cordova, Santarini, Batistoni, Negrisolo, Morini G., Prati, De Sisti, Penzo. (12 Quintini, 13 Liguori L., 14 Orazi). All. Liedholm. LAZIO: Pulici, Ghedin, Martini, Wilson, Oddi, Badiani, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico (70' Franzoni). (12 Moriggi, 13 Nanni). All. Maestrelli. Arbitro: sig. Agnolin di Bassano del Grappa. Marcatore: 36' De Sisti. Spettatori: 70.000 circa.

LAZIO - ROMA

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22 settembre 1974, Stadio Olimpico Coppa Italia LAZIO: Pulici F., Petrelli, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni (76' Franzoni), Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico (65'Badiani). A disp. 12° Moriggi, 13° Polentes, 14° Inselvini All. Maestrelli. ROMA: Conti, Peccenini, Rocca, Cordova, Batistoni, Santarini, Negrisolo, Morini, Prati, De Sisti, Spadoni. A disp. 12° Ginulfi, 13° Liguori 14° Cavalieri, 15° Penzo, 16° Curcio. All. Liedholm. Arbitro: Picasso di Chiavari. Marcatore: 61' Prati. Spettatori: 60.000 circa

LAZIO - ROMA

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23 marzo 1975, Stadio Olimpico LAZIO: Pulici F., Ghedin, Martini L., Wilson, Oddi, Badiani, (81' Franzoni), Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico. A disp. 12 Moriggi, 13 Polentes. All. Maestrelli. ROMA: Conti P., Negrisolo, Rocca F., Cordova, Santarini, Peccenini, Di Bartolomei, Morini G., Prati, De Sisti, Penzo (81' Liguori L.). A disp. 12 Ginulfi, 14 Conti B. All. Liedholm. Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa. Marcatore: 76' Prati. Spettatori: 70.000 circa.

LAZIO - ROMA

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16 novembre 1975, Stadio Olimpico LAZIO: F. Pulici, Ammoniaci, Petrelli, Polentes, Ghedin, Re Cecconi, Garlaschelli, Brignani, Chinaglia, Badiani, Giordano (63' D'Amico). A disp.: Moriggi, Manfredonia. All. Corsini. ROMA: Conti P., Peccenini, Rocca F., Cordova, Santarini, Batistoni, Boni L., Morini, Petrini C., De Sisti, Spadoni. A disp.: Quintini, Negrisolo, Bacci. All. Liedholm. Arbitro: Gonella di Parma. Marcatori: 54' De Sisti, 78' Chinaglia. Spettatori: 55.000 circa.

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le sfide ROMA - LAZIO

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Il centrocampista laziale Luciano Re Cecconi con il romanista Francesco Rocca

14 marzo 1976, Stadio Olimpico ROMA: Conti P., Negrisolo, Rocca F., Cordova, Santarini, Batistoni, Pellegrini S., Boni L. (11' Sandreani), Petrini C., De Sisti, Casaroli. (12 Quintini, 14 Persiani). All. Liedholm. LAZIO: F.Pulici, Ammoniaci, Martini, Wilson, Ghedin, Badiani, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, D'Amico, Lopez. (12 Moriggi, 13 Polentes, 14 Ferrari G.C.) All. Maestrelli. Arbitro: Gonella di Parma. Spettatori: 60.000 circa.

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28 novembre 1976, Stadio Olimpico LAZIO: Pulici F., Ammoniaci, Martini L., Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli A., Giordano, D'Amico, (79' Lopez),Badiani (I). A disp. 12 Garella, 13° Pighin. All. Vinicio. ROMA: Conti P., Maggiora, Sandreani (77' Sabatini), Boni, Santarini, Menichini, Conti B., Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Pellegrini (II). A disp: 12 Quintini, 14° Chinellato. All. Liedholm. Arbitro: Michelotti (Parma). Marcatori: 40' Giordano. Spettatori: 70.000 circa.

ROMA - LAZIO

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27 marzo 1977, Stadio Olimpico ROMA: P. Conti, Peccenini, Chinellato, Boni, Santarini, Menichini, B.Conti, Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Prati (88' Pellegrini (II)). A disp.: Quintini, Sandreani. All. Liedholm. LAZIO: Pulici, Pighin (57' Ghedin), Martini L., Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, Viola, Badiani. A disp.: Garella, Rossi R.. All. Vinicio. Arbitro: Panzino di Catanzaro. Marcatore: 13' B.Conti. Spettatori: 75.000 circa.

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le sfide ROMA - LAZIO

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ROMA - LAZIO

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20 novembre 1977, Stadio Olimpico

18 marzo 1979, Stadio Olimpico

ROMA: P.Conti, Peccenini, Chinellato, Boni, Santarini, Menichini, B.Conti, Di Bartolomei, Casaroli, De Sisti, Sperotto. A disp.: Tancredi, Maggiora, Scarnecchia. All. Giagnoni. LAZIO: Garella, Martini L., Ghedin, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, D'Amico (54' Lopez), Badiani. A disp.: Avagliano, Clerici. All. Vinicio. Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa. Spettatori: 80.000 circa.

ROMA: P.Conti, Maggiora, Rocca, Boni, Peccenini, Spinosi, De Nadai, Di Bartolomei, Pruzzo, De Sisti, Ugolotti (83' Scarnecchia). A disp.: Tancredi, Chinellato. All. Valcareggi. LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Cantarutti, Viola, Giordano, Nicoli, D'Amico (89' Ammoniaci). A disp.: Fantini, Agostinelli. All. Lovati. Arbitro: Menicucci (Firenze). Marcatori: 17' Cordova (aut), 58' De Sisti (aut), 88' Nicoli. Spettatori: 75.000 circa.

LAZIO - ROMA

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ROMA - LAZIO

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19 marzo 1978, Stadio Olimpico

28 OTTOBRE 1979, Stadio Olimpico

LAZIO: Garella, Pighin, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli (46' Giordano), Clerici, Lopez, Badiani. A disp.: Cari, Ghedin. All. Vinicio. ROMA: P. Conti, Peccenini, Menichini, Maggiora, Santarini, De Nadai, B.Conti, Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Ugolotti (39' Casaroli). A disp.: Tancredi, Piacenti. All. Giagnoni. Arbitro: Ciacci (Firenze). Marcatori: 10' Clerici (aut), 55' Giordano (rig). Spettatori: 50.000 circa.

ROMA: Tancredi, Rocca, Peccenini, Benetti, Turone (40' De Nadai), Santarini, Amenta, Di Bartolomei, Pruzzo, Ancelotti, B.Conti. A disp. P. Conti, Ugolotti. All. Liedholm. LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Zucchini, Garlaschelli, Montesi, Giordano, Nicoli, Viola. A disp. Avagliano, Manzoni, Todesco. All. Lovati. Arbitro: D'Elia (Salerno). Marcatori: 6' Zucchini, 16' Pruzzo. Spettatori: 40.000 circa. Sugli spalti dell’Olimpico muore il tifoso della Lazio Vincenzo Paparelli, colpito da un razzo sparato dalla curva opposta.

LAZIO - ROMA

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12 novembre 1978, Stadio Olimpico LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Badiani, Giordano, A.Lopez, D'Amico (84' Agostinelli). A disp.: Fantini, Ammoniaci. All. Lovati. ROMA: Conti, Chinellato, Rocca, Boni, Spinosi, Santarini, Maggiora (68' De Nadai), Di Bartolomei, Pruzzo, Borelli, Ugolotti. A disp.: Tancredi, Casaroli. All. Valcareggi. Arbitro: Barbaresco (Cormons). Spettatori: 60.000 circa.

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LAZIO - ROMA

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2 marzo 1980, Stadio Olimpico LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Zucchini, Manzoni, A.Lopez (65' Garlaschelli), Giordano, D'Amico, Viola. A disp.: Avagliano, Pighin. All. Lovati. ROMA: TP.Conti, Maggiora, De Nadai, Rocca, Turone, Santarini, B.Conti, Giovannelli, Pruzzo, Benetti, Ancelotti. A disp.: Tancredi, Peccenini, Ugolotti. All. Liedholm. Arbitro: Menicucci (Firenze). Marcatori: 60' Pruzzo, 75' D'Amico, 85' Giovannelli. Spettatori: 50.000 circa.


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le sfide LAZIO - ROMA

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23 ottobre 1983, Stadio Olimpico LAZIO: Cacciatori, Miele (53' Vella), Chiarenza, Manfredonia, Batista, Spinozzi, Cupini (66' D'Amico), Vinazzani, Giordano, Laudrup,Marini. A disp. Ielpo, Piraccini, Meluso. All. Morrone. ROMA: Nela, Bonetti I, U.Righetti, Falcao, Maldera III (7' E.Oddi), B.Conti (82' Chierico), Cerezo, Pruzzo, Di Bartolomei, Graziani. A disp. Malgioglio, Strukelj, F.Vincenzi. All. Liedholm. Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa). Marcatori: 4' Nela, 63' Pruzzo. Spettatori: 65.000 circa.

ROMA - LAZIO

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26 febbraio 1984, Stadio Olimpico Roma: Tancredi, Nela, Oddi, U.Righetti, Falcao, Maldera III, B.Conti, Cerezo, Pruzzo, Di Bartolomei, Graziani. A disp. Malgioglio, Nappi, Strukelj, Chierico, F. Vincenzi. All. Liedholm. Lazio: Orsi, Della Martira, Filisetti, Piscedda, Batista, Podavini, Vinazzani, Manfredonia, D'Amico (81' Piraccini), Laudrup, Marini (57' Cupini). A disp. Cacciatori, Miele, Meluso. All. Carosi. Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa). Marcatori: 9' Di Bartolomei (aut), 24' D'Amico (rig), 40' Di Bartolomei (rig), 53' Cerezo. Spettatori: 60.000 circa.

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9 settembre 1984, Stadio Olimpico Coppa Italia ROMA: Tancredi, E.Oddi, Righetti, Nela, Falcao (30' Giannini), Maldera (III), Di Carlo, Buriani, Iorio, Chierico, Graziani. All. Clagluna. DT. Eriksson. LAZIO: Orsi, Calisti (67' D'Amico), Filisetti, Vianello, Batista, Podavini, Vinazzani, Manfredonia, Giordano, Laudrup, Marini (78' Storgato). A disp. Cacciatori, Fonte, Garlini. All. Carosi. Arbitro: D'Elia (Salerno). Marcatori: 66' Iorio (rig), 75' Di Carlo. Spettatori: 55.000 circa.

Italia volta pagina, e in poco tempo tutto sembra cambiare. L’aria cupa, fosca, tetra del decennio precedente sembra lasciare spazio a un’irrefrenabile voglia di lusso, di ricchezza. Sarà l’epoca del “rampantismo”, così definito per la smania di ascesa sociale che colpirà un po’ tutti. I giovani manager alla caccia del successo, condito da belle donne e champagne, saranno definiti “yuppies”, e costituiranno una delle tante categorie in cui verrà divisa, sociologicamente, la variopinta società italiana del periodo. Tutte, rigorosamente, riprese e sfottute, da un cinema non sempre di qualità. Il calcio riapre le porte ai calciatori stranieri. Arriveranno campioni e brocchi. Un unico viaggio, ma tanti destini. In giallorosso arriva un certo Falcao, che a dirla tutta non conosce quasi nessuno.

L’

La Roma compra falçao. e vince Si rivelerà uno dei più grandi campioni della storia giallorossa. Con lui, insieme ai pezzi pregiati aggiunti negli anni e a quelli maturati in casa, la Roma diverrà protagonista assoluta del campionato, contendendo lo Scudetto alla pluridecorata Juventus. Nel 1981, nello scontro diretto, finisce 0 a 0 ma sul risultato pesa l’ombra di un gol di Turone, annullato per un fuorigioco perlomeno dubbio. Farà dire, all’amareggiato presidente Viola che il calcio «è una questione di centimetri». L’anno successivo il ruolo di anti Juve tocca alla Fiorentina, poi si parte tutti per il Mondiale spagnolo. Parte con la comitiva azzurra anche Paolo Rossi, appena rientrato dopo la lunga squalifica del calcio scommesse. La riduzione che ha ricevuto in appello sembra misurata ad hoc per permettergli di disputare la Coppa del Mondo e in effetti Bearzot, il contestatissimo selezionatore, decide di dare ancora fiducia al suo pupillo, pur se con tutte le incertezze del caso. L’Italia parte male, la squadra si chiude in un esasperato silenzio stampa alla ricerca di un’improbabile tranquillità. Ma superato il primo turno succede l’imponderabile: il bruco diventa farfalla, e la Nazionale, sospinta dai gol di Paolo Rossi, che da quel giorno è semplicemente Pablito, abbatte come birilli tutti gli ostacoli. Supera nell’ordine Argentina, il fortissimo e favoritissimo Brasile, la Polonia in semifinale e la Germania in finale. In particolare, tra gli azzurri si segnala per le sue giocate fantasiose e imprevedibili, l’ala giallorossa Bruno Conti. Pelé lo definirà il miglior giocatore del torneo, i tifosi lo ribattezzeranno “Marazico”, come fusione tra i due assi più acclamati del momento. È il trionfo del made in Italy, a sancire definitivamente l’uscita dal tunnel, salutata da bagni di folla per le strade e tripudi di tricolori. Con la vittoria iridata si decide per un colpo di spugna, nella convinzione, peraltro, che gli ingenui quanto malaccorti protagonisti si siano ormai ravveduti e quanto successo possa essere un efficace spauracchio per il futuro. Arriva l’amnistia e con essa tornano in campo Manfredonia e Giordano, a rinforzare una Lazio che nei due anni precedenti ha prima sfiorato il ritorno in serie A ma poi, sull’onda lunga della delusione, è andata vicinissima a finire addirittura in serie C! La Roma, dal canto suo, ci riprova e quella che segue sarà una stagioIL DERBY CAPITOLINO | 60


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ne trionfale per il calcio romano: i giallorossi diventano campioni d’Italia, provocando delle manifestazioni di esultanza in tutta la città che dureranno per un lungo periodo. Ma anche i laziali possono festeggiare la risalita in serie A, condita dal ritorno di Chinaglia, nel ruolo di Presidente, che fa impazzire i sogni dei tifosi. Dopo la b torna il derby Nell’83-84 torna dunque il derby, ma tra le due squadre la differenza è notevole. La Roma vince 2 a 0, sbloccando con un gol di Nela dopo appena 4 minuti e raddoppiando con Pruzzo. Giordano sbaglia un rigore, parato dallo specialista Tancredi, e le ambizioni di rimonta della Lazio finiscono lì. Tutt’altra musica, però, nel girone di ritorno. La Lazio, è in serie positiva dopo una partenza disastrosa. Dopo 24 minuti è avanti di due gol, realizzati entrambi da D’Amico. La Roma reagisce di rabbia, fa valere la sua superiorità tecnica ma riesce solo a raggiungere il pareggio (Di Bartolomei e Cerezo). Poi, nonostante la superiorità numerica per l’espulsione di Manfredonia, il risultato non cambierà più. Alla Roma non riuscirà il bis in campionato ma l’appuntamento con la storia è fissato per il 30 maggio. Gioca la finale di Coppa dei Campioni contro il fortissimo Liverpool ma ha il vantaggio di poterlo fare all’Olimpico anziché in campo neutro. La partita, tesissima ed equilibrata, si trascina fino ai calci di rigore, dove saranno fatali ai giallorossi gli errori di Conti e Graziani, due campioni del mondo. È l’inizio della fine del bellissimo ciclo della Roma di Liedholm. Falcao viene accusato di codardia per non aver voluto calciare il rigore nella finale europea. Si incrina il rapporto di sconfinato amore con la piazza giallorossa e presto tornerà in Brasile. L’invecchiamento di alcuni giocatori cardine, l’ascesa di altri club porteranno un ridimensionamento nelle ambizioni della Roma. Sull’altro fronte non va meglio, anzi decisamente peggio: Chinaglia presidente si rivela una delusione, e la squadra

Il Capitano Agostino Di Bartolomei era nato a Roma l’8 aprile del 1955 ed è morto a Castellabate il 30 maggio 1994. Parte dalle giovanili giallorosse. In prima squadra debutta nel 1972. L’anno successivo va a farsi le ossa a Vicenza e subito dopo rientra alla base. Con la Roma in otto anni si conferma come un grande capitano. Centra lo Scudetto nell’82-83, sfiora la Coppa Campioni sfumata nella triste finale con il Liverpool, vince tre coppe Italia. È il regista perfetto di Nils Liedholm. Ma il rapporto con la Roma si interruppe nel 1984 bruscamente per l’arrivo sulla panchina giallorossa di Eriksson che considerò Ago troppo lento per il suo gioco. Liedholm colse la palla al balzo e se lo portò al Milan. Chiuse la carriera a Salerno dove conobbe anche la morte.

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incappa nel suo peggior campionato della storia. Nonostante un tasso tecnico tutt’altro che trascurabile, praticamente è retrocessa già diversi mesi prima della fine del campionato. La stagione era già iniziata male: le due squadre si affrontano in coppa e la Roma è largamente in formazione rimaneggiata. La partita, che i tifosi laziali vivono come un Te Deum al Liverpool, finisce comunque 2 a 0 per la Roma (Iorio e il giovane Di Carlo) e la Lazio viene eliminata per differenza reti dalla competizione, complice la contemporanea vittoria del Genoa sulla Pistoiese, che si fa ripetutamente impallinare nelle battute finali. In campionato, però, nonostante l’andamento pessimo, la Lazio trova nei derby degli sprazzi di autentico orgoglio e pareggia all’andata per 0 a 0 e al ritorno per 1 a 1, con Giordano che riequilibra il risultato che un gol di Antonelli sembrava potesse far pendere dalla parte della favoritissima Roma. La Lazio rimane in Serie B tre anni, attraversando un altro scandalo scommesse in cui rischia perfino di scomparire, travolta da una situazione finanziaria che sarebbe insostenibile in caso di retrocessione a tavolino in serie C. Invece tale sentenza, annunciata dai telegiornali della sera, scatena un’autentica battaglia allo stadio dove è in programma una partita di coppa contro il Napoli. La sentenza comunque colpì la Lazio di striscio, comminandole ben nove punti di penalizzazione che rimandarono ulteriormente l’appuntamento con la serie A. Promozione raggiunta nel campionato 87-88, e derby che ritorna il 15 gennaio del 1989. La Lazio non vince dalla sfida decisa da Nicoli: è passata un’eternità ed è ancora sfavorita nei panni della neo promossa. Vince però con un gol di Di Canio, un ragazzino cresciuto nelle giovanili biancocelesti, che festeggia imitando il dito puntato verso la Sud tipico della mimica del suo idolo, Giorgio Chinaglia. Al ritorno c’è l’aria di una rivincita che non si consuma: 0 a 0. Incombono i Mondiali del 1990, che si svolgeranno proprio in Italia. Nelle città ospitanti, e ovviamente Roma è tra queste, il disagio diviene parte integrante della vita quotidiana. Anche nel calcio: per un anno Roma e Lazio traslocano allo

Storia di grandi bomber Bruno Giordano è nato a Roma il 13 agosto del 1956. Trasteverino, venne scoperto all'età di 13 anni da un ex giocatore biancoceleste, Enrique Flamini, che lo portò alla Lazio. È un altro dei grandi bomber della storia della Lazio. Le sue qualità vengono subito a galla al punto che esordisce con tanto di gol in Serie A nel 1975. Dieci stagioni di fila con la Lazio fatte di 203 presenze e coronate da 86 reti. Nel 1980 fu coinvolto nello scandalo del calcio scommesse che porterà alla retrocessione d'ufficio in Serie B della Lazio. Fu condannato e rientrò in squadra solo nell’82-83 e con i suoi gol trascinò la squadra verso la promozione in Serie A. Nel 1985 la Lazio lo cede al Napoli per la cifra di oltre 5 miliardi di lire. Con i partenopei guidati da Diego Armando Maradona, vince lo Scudetto nell’86-87 e centra la Coppa Italia nel 1986-87. Vanta anche tre record personali: capocannoniere in A nel 1978-79 con 19 gol, capocannoniere in B nell’82-83 con 18 gol e capocannoniere in coppa Italia nell’86-87 con 10 gol.

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le sfide stadio Flaminio: I due derby sono giocati dunque in un’atmosfera particolare e affascinante, con il pubblico dopo tanti anni quasi addossato al campo e non distanziato dalla ormai familiare pista di atletica. All’andata è 1 a 1, in virtù del gol di Bertoni pareggiato da Giannini, mentre al ritorno vince la Roma per 1 a 0, con gol di Voeller. In curva Nord scoppiano, durante la partita, gravissimi incidenti tra tifosi e polizia, di cui ovviamente la televisione trasmette ampi stralci. È l’anno dei Mondiali, che si svolgono in uno stadio Olimpico completamente rifatto, e stravolto. Si discuterà molto sulle presunte migliorie che avrebbero invece penalizzato la vecchia struttura, capace di svuotarsi in pochi minuti. Così come si parlerà della rimozione, parziale, del bellissimo marmo che lo adornava. L’Italia inseguirà, vanamente, il titolo. Le opere costruite per l’occasione, che avrebbero potuto costituire un’occasione di grande crescita per la città ma anche per il Paese tutto, si rivelarono un bluff. Molte opere furono addirittura chiuse appena terminata la kermesse iridata per non essere più riaperte. Molti anni più tardi emersero inquietanti legami tra gli appalti di tali lavori e la criminalità organizzata. Gli anni Ottanta erano finiti. Erano stati gli anni del lusso, ma anche del lavoro e della produttività. Adesso il sistema presentava il conto: era l’epoca degli anni della grande corruzione. Politica, economica e morale.

ROMA - LAZIO

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11 novembre 1984, Stadio Olimpico ROMA: Tancredi, Oddi, Nela, Righetti, Falcão, Maldera (III), B.Conti, Buriani, Pruzzo (38' Iorio), Giannini, Chierico. A disp. Malgioglio, Lucci, Di Carlo, F. Graziani. All. Clagluna. D.T. Eriksson. LAZIO: Orsi, Calisti, Vianello, Filisetti, Batista, Podavini, D'Amico (88' Storgato), Torrisi, Giordano, Laudrup, Manfredonia. A disp. Cusin, Spinozzi, Marini, Dell'Anno. All. Lorenzo. Arbitro: Bergamo (Livorno). Spettatori: 69.000 circa.

LAZIO - ROMA

LAZIO - ROMA

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15 gennaio 1989, Stadio Olimpico LAZIO: Fiori, Monti, Beruatto, Pin, Marino, Piscedda, Dezotti (90' Greco), Icardi, Di Canio, Acerbis, Sosa (87' Muro). A disp. Bastianelli,Di Loreto, Rizzolo. All. Materazzi. ROMA: Tancredi, Tempestilli, Nela, Massaro, E.Oddi (82' Gerolin), Collovati, Renato (46' Conti), Desideri, Voller, Giannini, Policano. A disp. Peruzzi, Andrade, Rizzitelli. All. Liedholm. Arbitro: D'Elia (Salerno). Marcatori: 25' Di Canio. Spettatori: 60.000 circa.

ROMA - LAZIO

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28 maggio 1989, Stadio Olimpico ROMA: Cervone, Tempestilli (54' Gerolin), Nela, Manfredonia, Berthold (70' Conti), Comi, Desideri, Di Mauro, Voeller, Giannini, Rizzitelli. A disp.: Tancredi, Cucciari. All. Radice. LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin G., Gregucci, Soldà, Di Canio (82' Troglio), Icardi, Amarildo, Bertoni, Sosa (68' Beruatto). A disp.: Orsi, Piscedda, Nardecchia. All. Materazzi. Arbitro: D'Elia (Salerno). Marcatori: 65' Bertoni, 83' Giannini. Spettatori: 60.000 circa.

ROMA - LAZIO

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19 novembre 1989, Stadio flaminio ROMA: Cervone, Tempestilli (54' Gerolin), Nela, Manfredonia, Berthold (70' Conti), Comi, Desideri, Di Mauro, Voeller, Giannini, Rizzitelli. A disp.: Tancredi, Baldieri. All. Radice. LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin G., Gregucci, Soldà, Di Canio (82' Troglio), Icardi, Amarildo, Bertoni, Sosa (68' Beruatto). A disp.: Orsi, Piscedda, Nardecchia. All. Materazzi. Arbitro: D'Elia (Salerno). Marcatori: 65' Bertoni, 83' Giannini. Spettatori: 38.000 circa.

1-1 LAZIO - ROMA

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24 marzo 1985, Stadio Olimpico LAZIO: Orsi, Calisti, Podavini, Spinozzi, Storgato, Fonte, Garlini, Torrisi, Giordano, Laudrup, Marini (75' D'Amico). A disp. Cacciatori,Filisetti, Vinazzani, Dell'Anno. All. Oddi. ROMA: Tancredi, Oddi, Righetti, Ancelotti (80' Buriani), Nela, Maldera III, Chierico, Cerezo, Iorio (46' Antonelli), Giannini, F.Graziani. A disp. Malgioglio, Lucci, Di Carlo. All. Clagluna. D.T. Eriksson. Arbitro: Marchese di Napoli. Marcatori: 71' Antonelli, 73' Giordano. Spettatori: 65.000 circa

18 marzo 1990, Stadio flaminio LAZIO: Orsi, Bergodi, Sergio, Pin G., Gregucci, Soldà, Di Canio, Icardi (62' Troglio), Amarildo, Sclosa (11' F. Marchegiani), Sosa. A disp. Fiori, Piscedda, A.Bertoni. All. Materazzi. ROMA: Tancredi, Berthold, Nela, Gerolin, Tempestilli, Comi, Conti (67' Piacentini), Di Mauro, Voeller (83' Pellegrini III), Giannini, Rizzitelli. A disp. Tontini, Baldieri. All. Radice. Arbitro: F. Baldas (Trieste). Marcatori: 30' Voeller. Spettatori: 35.000 circa.


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2 dicembre 1990, Stadio Olimpico LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Madonna (73' Troglio), Sclosa, Riedle, Domini, Ruben Sosa (84' Saurini). A disp. Orsi, Lampugnani, Bacci. All. Zoff. ROMA: Zinetti, Tempestilli, Carboni, Berthold, Aldair, Comi, Desideri, Di Mauro, Voeller, Salsano (62' Muzzi), Gerolin (82' Piacentini). A disp. Cervone, Pellegrini, Conti. All. Bianchi. Arbitro: Lo Bello (Siracusa). Marcatori: 45' Voller (rig), 55' Ruben Sosa. Spettatori: 60.000 circa.

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6 aprile 1991, Stadio Olimpico ROMA: Cervone, Berthold, Carboni, Gerolin, Aldair, Nela, Desideri, Di Mauro, Voller, Salsano (46' Piacentini), Rizzitelli (58' Muzzi). A disp.: Zinetti, Comi, D.Rossi. All. O.Bianchi. LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Bacci, Troglio (73' A.Bertoni), Riedle, Sclosa, Ruben Sosa. A disp.: Orsi, Lampugnani, Domini, Saurini. All. Zoff. Arbitro: Pairetto (Torino). Marcatori: 53' Voller (rig), 80' Ruben Sosa. Spettatori: 70.000 circa.

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6 ottobre 1991, Stadio Olimpico ROMA: Cervone, Garzya, Carboni, Bonacina, Aldair, Nela, Hassler, Di Mauro (76' Salsano), Voeller, Giannini, Rizzitelli. A disp.: Zinetti, Pellegrini, Piacentini, Muzzi. All. O.Bianchi. LAZIO: Fiori, Bergodi, Bacci, Pin, Corino, Soldà, Stroppa, Doll (76' F.Marchegiani), Riedle, Sclosa, Ruben Sosa. A disp.: Orsi, Vertova, Melchiori, Neri. All. Zoff. Arbitro: Beschin (Legnago). Marcatori: 65' Riedle, 81' Rizzitelli. Spettatori: 68.000 circa.

l nuovo Olimpico dalla grande copertura abbandona il fasto dei Mondiali per accogliere due squadre ormai in perenne ricerca di una maturazione che sembra però sempre tardare, almeno in modo completo. Resta, come per tante stagioni prima di queste, la consolazione della supremazia cittadina. Ma nemmeno questa sembra arrivare, visto che i derby si incanalano in una serie infinita di pareggi. Alcuni meno emozionanti, altri senz’altro più vivaci. Nel 90-91 è il momento di due grandi bomber: 1 a 1 sia all’andata che al ritorno e sempre con gol di Voeller su rigore e pareggio di Sosa. Il calcio italiano vive tra protagonisti vecchi e nuovi, finisce l’era del Napoli di Maradona e anche del Milan sacchiano, emerge la Samp dei gemelli Vialli e Mancini ma a Roma tutto sembra immutabile: 1 a 1 anche quest’anno, cambiando solo i marcatori. Riedle e Rizzitelli all’andata, Sosa e Hassler al ritorno. Perfino il traguardo del centesimo derby, raggiunto l’anno successivo, non riesce a far pendere l’ago della bilancia in favore di nessuno dei contendenti: altri due pareggi, 1 a 1 all’andata, Giannini per la Roma e pareggio di Gascoigne. Era stato la rivelazione ai Mondiali italiani, ma aveva subito un gravissimo infortunio appena acquistato dalla Lazio, nella finale di coppa disputata con la maglia del Tottenham. Rimase dunque un talento che mai poté esprimersi al meglio durante la sua permanenza in biancoceleste, pur regalando alcuni sprazzi di autentica e indiscutibile classe. Era il pazzo dello spogliatoio, tra scherzi, lazzi e frizzi. E birra, tanta. Genio maledetto, come tanti altri, prima e dopo di lui, nel calcio inglese.

I

Il decennio dei pareggi non piace ai tifosi Al ritorno fu 0 a 0, per una ”pareggite” che iniziò a stizzire il pubblico romano di ambo le parti. Intanto, nel novembre, un’inchiesta della Procura di Milano comincia a scoperchiare verità clamorose, storie di corruzione, di malaffare tra politica e economia, finanziamenti illeciti ai partiti, appropriazioni indebite da parte di esponenti politici di primissimo piano. Sono storie note a tutti, ma un caparbio pool di magistrati sembra deciso, per la prima volta, ad affrontare la questione senza sudditanze e timori reverenziali. Cominceranno, nei mesi e poi negli anni successivi, una serie di processi che metteranno alla sbarra in pratica l’intera classe politica. I volti noti del potere, grazie alla televisione, sfileranno in una gogna mediatica dalla quale non si salverà nessuno, anche per l’atteggiamento di assoluta mediocrità tenuto dai più. Nel magma caotico e nel vuoto di potere che ne segue, la sinistra rimasta in piedi sarà affrontata da un blocco del tutto nuovo, formato dalla destra, che è sostanzialmente rimasta al di fuori dello scandalo, e da Berlusconi, l’imprenditore di successo che è anche, tra l’altro, il presidente pluridecorato del Milan. Nascerà il “berlusconismo”, versione riveduta, corretta ma anche più conflittuale, dello yuppismo di pochi anni prima. Nell’estate del ‘93, però, sboccia nelle file biancocelesti Signori, giunto già l’anno precedente, bomber straordinario prelevato dal Foggia ma ancora a secco nelle stracittadine. Grazie a un suo rigore la Lazio si aggiudica un derby amichevole estivo, un triangolare con partite di 45’ IL DERBY CAPITOLINO | 66


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(la terza squadra è il Cagliari), poi in campionato ancora pareggio all’andata (1 a 1, gol di Piacentini e Di Mauro, capitano da giovane di una Primavera giallorossa infarcita di campioni), ma al ritorno l’equilibrio si rompe. E il copione rispetta tutto il pathos da derby: gol in apertura di Signori, poi un giovanissimo Totti, entrato da poco in luogo di Piacentini, si procura un calcio di rigore che però il capitano Giannini si fa parare. Un momento durissimo per la formazione giallorossa che rischia seriamente di essere risucchiata nella zona retrocessione. Un pareggio a Foggia la domenica seguente, proprio con gol di Giannini, allontanerà gli spettri. A fine campionato il derby torna ancora in forma amichevole, anzi talmente amichevole che valgono perfino prestiti da altre squadre, in considerazione che molti atleti sono partiti per la spedizione mondiale negli Sati Uniti. Vince la Roma per 2 reti a 0, con doppietta di Cappioli. Il mondiale è all’insegna della classe di Roberto Baggio, che sforna una prodezza via l’altra conducendo gli azzurri in finale. Partita decisa solo ai calci di rigore. Vincono i brasiliani, che ringraziano verso il cielo Ayrton Senna, lo sfortunato quanto fenomenale pilota di Formula Uno deceduto in pista due mesi prima. Nell’estate del 1994 sulla panchina laziale arriva Zeman, il profeta di un nuovo calcio che con una piccola squadra, il Foggia, ha scritto pagine di calcio indimenticabili. Il nuovo Presidente Cragnotti crede nella sua filosofia e lo porta a Roma. Ma nel derby le illusioni svaniscono: il suo dirimpettaio Mazzone gli infligge una autentica lezione e finisce 3 a 0, tra l’entusiasmo infinito delle falangi giallorosse e lo sconcerto dei laziali. Nessuno è più abituato a certi punteggi nei derby. Al ritorno si consuma la rivincita, forse grazie all’autogestione che la

tifoso in campo Giuseppe Giannini è nato a Roma il 20 agosto del 1964. Nella sua quasi ventennale carriera di calciatore ha vestito per quindici anni la maglia della Roma, diventando anche suo capitano. Ha militato anche nelle file di Sturm Graz, Napoli e Lecce. Soprannominato il “Principe” per il suo modo regale di stare in campo, Giannini debutta in giallorosso a 17 anni grazie a Liedholm che vede in lui il prototipo del grande regista. E lo svedese non si sbagliò di certo vista la carriera fatta poi da Peppe. 15 anni di vita giallorossa contrassegnati da 49 reti. Nelle coppe europee giocò 38 gare, con all'attivo 7 reti, disputando una finale di Coppa UEFA (1990-91) persa contro l'Inter. Numeri imponenti che non potevano sfuggire agli occhi di Vicini che prima lo portò nella sua Under e subito dopo gli affidò la regia della Nazionale maggiore. 46 le presenze in azzurro arricchite da 6 reti. Nei derby, Giannini mostrava il suo lato più passionale e nervoso. Da tifoso, viveva la stracittadina in modo viscerale.

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squadra biancoceleste pratica convinta che in caso di rigida applicazione degli schemi domenicali si andrebbe incontro a un’altra batosta. Vera o no che sia la storia, comunque la Lazio si impone al ritorno per 2 a 0, gol degli attaccanti Casiraghi e Signori. L’anno successivo sembra che i due tecnici non abbiano dimenticato la lezione: prudenza sembra essere la parola d’ordine e all’andata finisce 0 a 0. Al ritorno la partita sembra avviata sullo stesso risultato quando, all’85°, il difensore giallorosso Lanna, colpisce di mano su un cross innocuo. Rigore e Signori trasforma. L’anno successivo ancora due pareggi, ma se il primo è a reti inviolate, il secondo è un 1 a 1 da cardiopalma: la Roma infatti è in vantaggio con un gol di Balbo, la Lazio la raggiunge ancora nelle battute finali. Segna un comprimario, l’attaccante Protti, che ha conosciuto miglior fortuna in lidi meno prestigiosi. Dirà «È un ricordo per quando invecchierò».

la lazio comincia a vincere Ma i destini delle due formazioni si stanno separando; la gestione del Presidente Cragnotti comincia a produrre risultati; arriva la Coppa Italia che, come spesso accade nel calcio italiano e non solo, segna l’inizio di un ciclo. È arrivato dalla Samp Roberto Mancini, per dare all’ambiente quella mentalità vincente che forse ancora manca. Parte invece Signori, che pure era definito “amuleto derby”. Ma la musica non sembra cambiare: la Lazio si impone due volte. 3 a 1 all’andata (Mancini, Casiraghi e Nedved, Delvecchio per la Roma) e 2 a 0 al ritorno (Boksic e

Dalla Nord in squadra Nato a Roma, nel quartiere Quarticciolo, il 9 luglio del 1968, Paolo Di Canio, cresce nelle giovanili della Lazio con la quale debutta il 9 ottobre del 1988. Grinta e fantasia sono le sue armi migliori. Non è un goleador, ma riesce ad essere un grande assist man. Nel 90 lascia la Lazio. Comincia il suo peregrinare in Italia e all’estero: Juventus, Napoli, Milan, Celtic, Sheffield, Wes Ham, Charlton. Ma poi ecco il grande ritorno: nel 2004 si rimette la maglia della Lazio e il suo carisma trascina la piazza che lo vede come un idolo. Ma la seconda parentesi in biancoceleste è alquanto burrascosa, soprattutto il secondo anno. Se ne va quasi sbattendo la porta. Rimane un ultras in campo con la Lazio nel cuore.

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le sfide LAZIO - ROMA

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1 marzo 1992, Stadio Olimpico

29 novembre 1992, Stadio Olimpico

LAZIO: Fiori, Corino, Bacci, Pin, Gregucci, Soldà, Neri, Doll (82' Stroppa), Riedle, Sclosa (61' Bergodi), Ruben Sosa. A disp.: Orsi,Sergio, Melchiori. All. Zoff. ROMA: Cervone, Garzya, Carboni, Bonacina, Aldair, Nela, Hassler (82' Piacentini), Di Mauro, Voeller, Giannini (55' Carnevale), Rizzitelli. A disp.: Zinetti, De Marchi, Salsano. All. O.Bianchi. Arbitro: Stafoggia (Pesaro). Marcatori: 5' Ruben Sosa, 70' Hassler. Spettatori: 60.000 circa.

LAZIO: Fiori, Bonomi, Favalli, Bacci (69' Stroppa), Gregucci, Cravero (49' Bergodi), Fuser, Doll, Winter, Gascoigne, Signori. A disp.:Orsi, Sclosa, Neri. All. Zoff. ROMA: Zinetti, Bonacina, Carboni (8' Tempestilli), Aldair, Benedetti, Comi, Mihajlovic, Hassler, Carnevale (80' Salsano), Giannini, Rizzitelli. A disp.: Fimiani, Petruzzi, Muzzi. All. Boskov. Arbitro: Luci di Firenze. Marcatori: 48' Giannini (rig), 86' Gascoigne. Spettatori: 73.000 circa.

Nedved). La Lazio sembra in piena corsa scudetto, ma un nettissimo calo finale ne pregiudicherà sia il piazzamento che la finale europea persa per 3 a 0 a Parigi contro l’Inter. L’anno successivo i biancocelesti ci riprovano: arriverà la Coppa delle Coppe (l’ultima mai assegnata), mentre uno scudetto che sembrava vinto sfumerà all’ultima giornata. Eppure il bilancio dei derby è a favore dei giallorossi: pareggio per 3 a 3 all’andata, dopo un match rocambolesco. La Lazio va in svantaggio, ma rimonta e si porta addirittura sul 3 a 1. Quando tutto sembra deciso, però, la Roma reagisce acciuffando il pareggio e anzi sfiorando una vittoria clamorosa nel finale. Al ritorno, invece, una netta affermazione giallorossa, per 4 a 1, probabilmente decisiva nel calo breve ma decisivo che costa alla Lazio il titolo. L’anno successivo nella bacheca laziale arriva la Supercoppa Europea (vinta a Montecarlo contro il Manchester United di Sir Alex Ferguson, che definì quella squadra “la più forte del mondo”) e anche lo scudetto sfuggito l’anno prima, secondo un copione quasi identico al titolo del 1974. I derby finiscono in parità, perché la Roma si impone in modo netto all’andata (4 a 1, tutte le reti giallorosse nella prima mezz’ora, equamente divise tra Montella e Delvecchio), mentre la Lazio si aggiudica in rimonta il ritorno, decisivo passo verso lo scudetto (2 a 1, gol in apertura di Montella, poi reti di Nedved e Veron). Arriva lo Scudetto a suggellare i cento anni dalla fondazione, che ovviamente genera sentimenti opposti nelle due fazioni capitoline. Da un lato gioia incontenibile, dall’altro un sentimento di frustrazione sfogata in occasione della partita organizzata per l’addio al calcio di una bandiera come Giannini: invasione di campo, festa interrotta. Il Principe, 436 presenze in giallorosso finisce in lacrime.

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18 aprile 1993, Stadio Olimpico ROMA: Cervone, Garzya, Bonacina, Piacentini, Benedetti, Aldair (74' Comi), Mihajlovic (67' Tempestilli), Hassler, Carnevale, Giannini, Rizzitelli. A disp.: Zinetti, Salsano, Muzzi. All. Boskov. LAZIO: Orsi, Bergodi, Favalli, Bacci, Luzardi, Cravero (79' Marcolin), Fuser, Winter, Stroppa, Gascoigne, Signori. A disp.: Fiori, Corino, Sclosa, Neri. All. Zoff. Arbitro: Sguizzato di Verona. Spettatori: 75.000 circa.

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18 agosto 1993, Stadio Olimpico Trofeo Dino Viola LAZIO: Marchegiani, Corino, Favalli, De Paola, Luzardi, Bergodi, Negro, Winter, Casiraghi, Gascoigne, Signori (28’ Doll). A disp. Orsi, Marcolin, Bacci, Di Mauro. All. Zoff. ROMA: Lorieri, Garzya, Benedetti, Mihajlovic, Lanna, Carboni, Hassler, Piacentini, Balbo, Giannini, Bonacina. A disp. Pazzagli, Comi, Grossi, Berretta, Scarchilli. All. Mazzone. Arbitro: Cesari (Genova). Marcatori: 24’ Signori (rig). Spettatori: 42.000 circa.


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le sfide ROMA - LAZIO

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24 ottobre 1993, Stadio Olimpico

27 novembre 1994, Stadio Olimpico

ROMA: Lorieri, Garzya, Festa, Mihajlovic, Lanna, Carboni, Hassler (89' Rizzitelli), Piacentini, Balbo, Giannini, Bonacina. A disp. Pazzagli, Comi, Berretta, Scarchilli. All. Mazzone. LAZIO: Marchegiani, Bergodi, Bacci, De Paola, Bonomi (64' Marcolin), Di Matteo, Fuser, Winter, Casiraghi, Di Mauro, Signori. A disp. Orsi, Calabro, Sclosa, Saurini All. Zoff. Arbitro: Pairetto (Nichelino). Marcatori: 60' Piacentini, 78' Di Mauro. Spettatori: 70.000 circa.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli (56' Cravero), Di Matteo, Bergodi, Chamot, Rambaudi, Fuser, Boksic (11' Casiraghi), Winter, Signori. A disp.: Orsi, Bacci,Venturin. All. Zeman. ROMA: Cervone, Aldair (82' S.Benedetti), Lanna, Piacentini, Petruzzi, Carboni, Moriero (67' Annoni), Cappioli, Balbo, Giannini, Fonseca. A disp.: Lorieri, Maini, Totti. All. Mazzone. Arbitro: Boggi (Salerno). Marcatori: 2' Balbo, 25' Cappioli, 51' Fonseca. Spettatori: 76.000 circa

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6 marzo 1994, Stadio Olimpico LAZIO: Marchegiani, Negro, Bacci, Di Matteo, Bonomi, Bergodi (5' Favalli), Fuser, Winter, Boksic, Gascoigne (24' Di Mauro), Signori. - A disp. Orsi, Sclosa, Casiraghi- All. Zoff. ROMA: Cervone, Garzya, Lanna, Mihajlovic, Aldair, Carboni, Cappioli, Piacentini (46' Totti), Balbo, Giannini, Bonacina (64' Scarchilli). - A disp. Pazzagli, Comi, Berretta - All. Mazzone. Arbitro: Luci (Firenze). Marcatori: 6' Signori. Spettatori: 70.000 circa.

23 aprile 1995, Stadio Olimpico ROMA: Cervone, Aldair, Lanna, Statuto, Petruzzi, Carboni, Moriero, Piacentini (46' Cappioli), Balbo, Giannini, Totti (78' Maini). A disp.: Lorieri, Annoni, Benedetti. All. Mazzone. LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Di Matteo, Bergodi, Chamot, Rambaudi (89' Di Vaio), Fuser, Casiraghi, Venturin, Signori (76' Gascoigne). A disp.: Orsi, Cravero, L.Colucci. All. Zeman. Arbitro: Amendolia (Messina). Marcatori: 30' Casiraghi, 71' Signori (rig). Spettatori: 74.000 circa.

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0-2 1 ottobre 1995, Stadio Olimpico

29 maggio 1994, Stadio Olimpico Trofeo Giorgio Calleri ROMA: Cervone, Garzya, Festa, Bonacina, Lanna, Carboni, Cappioli, Piacentini, Ciocci, Scarchilli (89' Torbidoni), Totti (48' Berretta). A disp. Lorieri, Benedetti, Pellegrini. All. C. Mazzone LAZIO: Orsi, Corino, Favalli, Bacci, Bonomi (34' Nesta), Cravero, Negro, Di Matteo, Florijancic, Sclosa (52' Saurini), Nappi. A disp. Torchia, Bergodi, Luzardi. All. Oddi.. Arbitro: Luci di Firenze Marcatori: 2' e 82' Cappioli. Spettatori: 35.000 circa

ROMA: Cervone, Aldair, Carboni, Di Biagio, Lanna, Petruzzi (69' Scarchilli), Cappioli (79' Annoni), Statuto, Balbo, Giannini, Fonseca (69' Branca). A disp.: Sterchele, Totti. All. Mazzone. LAZIO: Marchegiani, Nesta, Favalli (72' Romano), Fuser, Negro, Chamot, M.Esposito (72' Rambaudi), Di Matteo, Boksic, Winter, Signori. A disp. Orsi, Bergodi, Piovanelli. All. Zeman. Arbitro: Cesari (Genova). Spettatori: 74.000 circa.

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le sfide LAZIO - ROMA

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18 febbraio 1996, Stadio Olimpico

4 maggio 1997, Stadio Olimpico

LAZIO: Marchegiani, Gottardi, Favalli (90' Piovanelli), Di Matteo, Bergodi (70' Grandoni), Chamot, Signori, Fuser, Casiraghi, Winter, Boksic (39' Rambaudi). A disp.:Orsi, Marcolin. All. Zeman. ROMA: Cervone, Aldair, Carboni, Statuto, Lanna, Petruzzi, Cappioli (78' Moriero), Thern, Balbo, Totti (83' Di Biagio), Fonseca (75' Delvecchio). A disp.: Sterchele, Annoni. All. Mazzone. Arbitro: Nicchi (Arezzo). Marcatori: 84' Signori (rig). Spettatori: 70.000 circa.

ROMA: Cervone, Pivotto, Petruzzi, Aldair, Candela, Tommasi, Di Biagio, Thern, Statuto, Totti (82' Bernardini), Balbo (67' Delvecchio). A disp. Berti, Moriero, Fonseca, Stovini, D. Conti. All. Sella. D.T. Liedholm. LAZIO: Marchegiani, Negro, Fish, Grandoni, Favalli, Buso (66' Rambaudi), Fuser, Venturin, Nedved, Casiraghi, Signori (72' Protti). A disp. Orsi, Marcolin, Nesta, Gottardi, Piovanelli. All. Zoff. Arbitro: Boggi (Salerno). Marcatori: 35' Balbo, 90' Protti. Spettatori: 70.000 circa

LAZIO - ROMA

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8 dicembre 1996, Stadio Olimpico

1 novembre 1997, Stadio Olimpico

LAZIO: Marchegiani, Nesta, Fish, Grandoni, Chamot, Fuser, Okon, Nedved, Rambaudi (85' Buso), Protti, Signori. A disp. Orsi, Marcolin,Baronio, Gottardi, Piovanelli, Venturin. All. Zeman. ROMA: Sterchele, Aldair, Petruzzi, M.Lanna, Statuto (27' Tommasi), Thern, Di Biagio, Carboni, Totti (77' Bernardini), Balbo, Delvecchio (84' Fonseca). A disp. Berti, Annoni, Moriero. All. Santarini. D.T. C.Bianchi. Arbitro: Pairetto (Nichelino). Spettatori: 70.000 circa.

ROMA: Konsel, Cafu, Gomez (82' Paulo Sergio), Servidei, Candela, Tommasi, Di Biagio, Di Francesco (65' Vagner), Gautieri (57' Delvecchio), Balbo, Totti. A disp. Chimenti, Pivotto, Scapolo, Helguera. All. Zeman. LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, G.Lopez, Favalli, Fuser, Almeyda (22' Negro), Jugovic (84' Venturin), Nedved, R.Mancini (73' Marcolin), Casiraghi. A disp. Ballotta, Grandoni, Rambaudi, Signori. All. Eriksson. Arbitro: Collina (Viareggio). Marcatori: 47' R.Mancini, 57' Casiraghi, 84' Nedved, 91' Delvecchio. Spettatori: 75.000 circa.

I Capitani di Lazio e Roma, Alessandro Nesta e Francesco Totti, allo scambio dei gagliardetti


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le sfide LAZIO - ROMA

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6 gennaio 1998, Stadio Olimpico

29 novembre 1998, Stadio Olimpico

Coppa Italia - Quarti di finale, andata LAZIO: Marchegiani (46' Ballotta), Pancaro, Nesta, Negro, Favalli (78' Grandoni), Fuser, Almeyda (55' Venturin), Jugovic, Nedved, Boksic, R.Mancini. A disp: Marcolin, Rambaudi. All: Eriksson. ROMA: Konsel, Cafu, Petruzzi, Aldair, Candela, Tommasi, Di Biagio, Di Francesco, Paulo Sergio (46' Gautieri, 82' Vagner), Balbo, Totti. A disp:: Chimenti, Dal Moro, Scapolo, Delvecchio. All: Zeman. Arbitro: Rodomonti (Teramo). Marcatori: 2' Boksic, 32' Jugovic (rig), 39' Balbo (rig), 75' R.Mancini, 80' Fuser. Spettatori: 50.000 circa.

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Negro, Mihajlovic (56' Fernando Couto), Favalli, Sergio Conceicao (64' Venturin), Stankovic, Almeyda, Nedved, Salas (85' De La Pena), R.Mancini. A disp. Ballotta, Iannuzzi, Lombardi, Gottardi. All. Spinosi - DT Eriksson. ROMA: Chimenti, Candela, Petruzzi, Aldair, Wome, Tommasi, Tomic, Di Francesco, Paulo Sergio (90' Bartelt), Delvecchio (84' Zago), Totti. A disp. Campagnolo, Frau, D.Conti, Dal Moro, Gautieri. All. Zeman. Arbitro: Farina (Novi Ligure). Marcatori: 25' Delvecchio, 28' R.Mancini, 56' R.Mancini, 69' Salas (rig), 78' Di Francesco, 82' Totti. Spettatori: 70.000 circa.

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21 gennaio 1998, Stadio Olimpico Coppa Italia ROMA: Konsel, Candela, Aldair, Petruzzi (77' Servidei), Dal Moro, Tommasi, Di Biagio, Scapolo (77' Vagner), Paulo Sergio, Delvecchio, Totti. A disp. Chimenti, Tetradze, Pivotto, Helguera, Gautieri. All. Zeman. LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Negro, Nesta, Chamot, Rambaudi (77' Gottardi), Fuser (75' Marcolin), Venturin, Jugovic, Nedved, R.Mancini. A disp. Ballotta, Grandoni, G.Lopez, Di Lello, Laurentini. All. Eriksson. Arbitro: Bolognino (Milano). Marcatori: 45' Jugovic (rig), 54' Paulo Sergio, 94' Gottardi. Spettatori: 47.000 circa.

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11 aprile 1999, Stadio Olimpico ROMA: Konsel, Cafu (79' Quadrini), Zago, Aldair, Candela, Alenichev, Tommasi, Di Francesco, Gautieri (68' Paulo Sergio), Totti, Delvecchio. A disp. Campagnolo, Ferri, D.Conti, I.Tomic, Bartelt. All. Zeman. LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Sergio Conceiรงao (62' Lombardo), Almeyda, R.Mancini (69' De La Pena), Nedved, Salas (62' Boksic), Vieri. A disp. Ballotta, Favalli, Gottardi, Okon. All. Spinosi - DT Eriksson. Arbitro: Borriello (Mantova). Marcatori: 13' Delvecchio, 43' Delvecchio, 79' Vieri, 90' Totti. Spettatori: 76.000 circa.

8 marzo 1998, Stadio Olimpico LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Negro, Favalli, Fuser, Venturin, Jugovic, Nedved (71' Gottardi), Boksic (74' Casiraghi), R.Mancini (87' Marcolin). A disp: Ballotta, Grandoni, Almeyda, Rambaudi. All: Eriksson. ROMA: Konsel, Cafu, Zago, Aldair, Candela, Tommasi, Di Biagio (67' Helguera), Di Francesco (84' Scapolo), Paulo Sergio, Delvecchio, Totti. A disp: Chimenti, Pivotto, Petruzzi, Dal Moro, Gautieri. All: Zeman. Arbitro: Boggi (Salerno). Marcatori: 50' Boksic, 62' Nedved. Spettatori: 70.000 circa.

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le sfide LAZIO - ROMA

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25 marzo 2000

21 novembre 1999

LAZIO: Marchegiani (43' Ballotta), Gottardi, Negro, Couto, Pancaro, Conceição, Almeyda, Simeone, Nedved, Veron (66' Sensini), S.Inzaghi (74’ Boksic). A disp: Lombardo, Mancini, Ravanelli, Salas. All: Eriksson. ROMA: Lupatelli, Zago, Aldair, Mangone, Cafu (37' Rinaldi), Di Francesco, Nakata (46' Marcos Assunçao), Candela (58' Tommasi), Totti, Montella, Delvecchio. A disp: Campagnolo, Gurenko, Blasi, Poggi. All: Capello. Arbitro: Sig. Messina (Bergamo) - Guardalinee Sigg. Zuccolini e Contente - Quarto uomo Sig. Di Mauro. Marcatori: 3' Montella, 25’ Nedved, 28’ Veron. Spettatori: 75.000 circa.

ROMA: Antonioli, Zago, Aldair, Mangone, Cafu, Zanetti (67' Di Francesco), Assunção, Candela, Totti (90' Fabio Junior), Montella, Delvecchio (60' Tommasi). A disp. Lupatelli, Alenitchev, Gurenko, Rinaldi. All. Capello. LAZIO: Marchegiani, Negro (47' Favalli), Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Veron, Simeone, Almeyda (60' Conceição), Nedved, Boksic, Salas (73' S.Inzaghi). A disp. Ballotta, Sensini, Mancini, Couto. All. Eriksson. Arbitro: Tombolini (Ancona). Marcatori: 7' Delvecchio, 11' Montella, 26' Delvecchio, 31' Montella, 52' Mihajlovic (rig). Spettatori: 78.000 circa.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA


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le sfide LAZIO - ROMA

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17 dicembre 2000, Stadio Olimpico LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta (78' Mihajlovic), Negro, Favalli, Lombardo (61' Salas), Stankovic, D.Baggio, Simeone, Nedved, Crespo (76' S.Inzaghi). A disp: Marchegiani, Fernando Couto, Baronio, Ravanelli. All: Eriksson. ROMA: Lupatelli, Aldair, Samuel, Zago, Cafu, Tommasi, C.Zanetti, Candela, Totti, Batistuta, Delvecchio (87' Nakata). A disp: Antonioli, Rinaldi, Mangone, Guigou, Montella, Balbo. All: Capello. Arbitro: Cesari (Genova). Marcatore: 70' Negro (aut). Spettatori: 72.000 circa.

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29 aprile 2001, Stadio Olimpico ROMA: Antonioli, Zebina, Samuel, Aldair, Cafu, Tommasi, C.Zanetti (90' Guigou), Candela, Totti, Batistuta, Delvecchio (90' Mangone). A disp. Lupatelli, Rinaldi, Di Francesco, Balbo, Bonanni. All. Capello. LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Poborsky (64' Castroman), Baronio (46' Stankovic), D.Baggio, Simeone (55' C.Lopez), Nedved, Crespo. A disp. Orlandoni, Colonnese, Negro, Ravanelli. All. Zoff. Arbitro: Braschi (Prato). Marcatori: 48' Batistuta, 54' Delvecchio, 78' Nedved, 90' Castroman. Spettatori: 78.000 circa.

ROMA - LAZIO

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27 ottobre 2001, Stadio Olimpico ROMA: Antonioli, Zebina, Samuel, Zago, Cafu, Tommasi, Emerson, Lima, Candela, Totti, Batistuta (46' Delvecchio). A disp. Pelizzoli, Aldair, Assunção, Panucci, Cassano, Guigou. All. Capello. LAZIO: Peruzzi, Stam, Nesta, Favalli, Negro (65' Castroman), Giannichedda, Liverani, Cesar, Mendieta (61' Stankovic), Crespo, C.Lopez (76' S.Inzaghi). A disp. Concetti, D.Baggio, Fiore, Fernando Couto. All. Zaccheroni. Arbitro: Sig. Cesari (Genova). Marcatori: 49' Delvecchio, 90' Totti. Spettatori: 80.000 circa.

l Duemila è sinonimo di paure ataviche. Forse non la fine del mondo, come allo scoccare del millennio precedente. Però vi è timore per tutta la rete informatica che, si dice, potrebbe non reggere la variazione calendariale e mandare in tilt il sistema. Lo chiamano “il bruco”, ma si rivelerà una paura infondata. A Roma fervono i preparativi per il Giubileo, ed è all’insegna di questo che la capitale si tuffa nel futuro. Nel calcio le cose sembrano cambiare. Dopo lo Scudetto laziale, tocca infatti ai giallorossi che, con l’acquisto di Batistuta e sotto la sapiente mano di Capello, riescono abbastanza sorprendentemente ad aggiudicarsi il titolo.

I

Per i romanisti le forbici accanto allo scudetto Simbolo della conquista diventeranno le forbici, per indicare l’aver scucito il prezioso triangolino dai rivali biancocelesti. Il derby di andata se lo aggiudicano i giallorossi, con un’autorete sfortunata a metà tra Nesta e Negro (l’ultimo decisivo tocco è di quest’ultimo) e che diventerà per il bravo terzino un’autentica maledizione. La gara di ritorno, invece, è decisiva e la vittoria romanista potrebbe avvicinare quasi definitivamente gli uomini di Capello allo Scudetto. La Roma è avanti 2 a 0, ma proprio nei minuti finali va in scena un’incredibile rimonta; prima Nedved poi Castroman allo scadere sigillano il 2 a 2 finale. A fine campionato, dunque, Roma Campione d’Italia. Ma anche i giallorossi non riusciranno poi a bissare nel campionato successivo. Ciò nonostante i derby faranno registrare due affermazioni giallorosse: 2 a 0 la prima (Delvecchio e Totti allo scadere), ma addirittura 5 a 1 al ritorno. Lo score registra quattro gol di Montella, di cui tre nel primo tempo. È un derby che lascia strascichi, a testimonianza di come questa partita non possa mai essere come le altre: costerà carissima all’allenatore laziale Zaccheroni, da lì assolutamente inviso alla piazza, ma incrinerà anche il rapporto con il pur fortissimo centrale difensivo Nesta, cresciuto nel vivaio e capitano dell’epoca più vincente nella storia del club. Nesta, infatti, stordito dall’avversario, chiede il cambio dopo 45’, rilevato da Gottardi. Anche nella Roma, però, nonostante il trionfo, c’è aria di polemica: Batistuta, a cui viene preferito Montella, rifiuta la panchina. Per chiudere; Montella in sala stampa, accolto dagli applausi dei giornalisti, stopperà tale manifestazione, ritenendola non appropriata all’ambiente, al luogo e alla circostanza. L’anno successivo si torna all’antico, con due pareggi. Il primo, 2 a 2 è frutto di un’altalena emozionante. Accade tutto nella ripresa: Lazio in vantaggio con Fiore, raggiunta e superata dalle marcature di Delvecchio e Batistuta, pareggio di Stankovic. Al ritorno, invece, è 1 a 1, con gol ancora di Stankovic e pareggio di testa di Cassano all’89°. L’anno successivo ancora Roma: 2 a 0, con emozioni tutte nel finale: gol di Mancini ed Emerson. Il ritorno, invece, passerà alla storia come il derby “del bambino morto”. Allo stadio si diffonde la voce, insistentemente, che nei diIL DERBY CAPITOLINO | 76


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sordini scoppiati nel pre partita sia morto un bambino investito da un mezzo della Polizia. Nonostante sia un falso, la partita comincia in un’atmosfera di grande tensione, finché un drappello di tifosi romanisti invade il campo chiedendo ai giocatori di non proseguire. La gara viene interrotta, e, nonostante le smentite dall’altoparlante di prefetto e questore, lo stadio nella sua interezza appoggia lo sconcerto dei giocatori che non se la sentono di continuare. La gara viene sospesa definitivamente e il deflusso sarà caratterizzato da gravi incidenti. Il replay si chiude in parità: gol di Corradi pareggiato da un rigore di Totti. La stagione seguente vede il ritorno in maglia bianoceleste di Paolo Di Canio, il ragazzino che aveva deciso il derby nell’89 ma che aveva poi lasciato la Lazio l’anno successivo. Il ritorno di Di Canio contribuirà ad avvelenare non poco l’atmosfera del derby, ma è il gioco della sfida i fatti gli daranno ragione: la Lazio, sovvertendo il pronostico vince 3 a 1, e le marcature sono aperte proprio dall’ex ragazzino del Quarticciolo. Il ritorno, invece, è uno dei derby più soft che mai si siano visti, e non è un effetto della grande commozione suscitata dalla mor-

Capitano di lungo corso Francesco Totti è nato Roma il 27 settembre del 1976. Nel corso della sua carriera professionistica ha sempre militato nella Roma, squadra della quale è anche capitano. Per la squadra romana è il miglior realizzatore di tutti i tempi e il calciatore con più presenze nell'intera storia giallorossa, sia per quanto riguarda il campionato sia per le coppe europee. Di lui ormai si sa tutto. Ha esordito in giallorosso nel 1992-93 grazie a Carletto Mazzone. La sua carriera è quella delle star di tutti i tempi nel mondo del calcio. I numeri parlano per lui: 511 presenze con la maglia giallorossa, 219 i gol segnati. Se poi ci mettiamo anche la partecipazione azzurra che lo vede protagonista con 58 presenze e 9 reti, i conti tornano. Metteteci pure che con la Nazionale italiana si è laureato campione del mondo nel 2006, il quadro è completo. Con la Roma ha centrato il terzo Scudetto della storia. Nel suo palmares anche due coppe Italia e due Supercoppe italiane. E poi innumerevoli titoli personali.

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te del Papa Giovanni Paolo II e che ha attirato a Roma folle di fedeli da tutto il mondo. Il fatto è che alle due squadre, a tre giornate dalla fine del campionato, un pareggio farebbe comodo. Insomma, esigenze di classifica. Sarà, infatti, 0 a 0, tra gli ululati del pubblico che nella stracittadina non gradisce sconti all’agonismo. Sarà emblematico il fatto che, a fine partita, proprio Di Canio andrà sotto la curva Nord per scusarsi per la condotta in campo. Quello del 2005-2006 è il campionato che porta ai Mondiali che si disputeranno, ancora, in Germania. I derby si chiudono con un pareggio per 1 a 1, e poi un’affermazione giallorossa, 2 a 0 (Taddei e Aquilani). L’estate la Nazionale parte tra mille polemiche: sul calcio italiano grava ancora l’ombra dello scandalo, che, tra l’altro, condurrà per la prima volta nella sua storia la Juventus in serie B. coinvolti sono anche giocatori azzurri, e questo farebbe presagire il peggio. Invece, come spesso accaduto nella storia calcistica dell’Italia, è proprio in queste circostanze che la Nazionale dà il meglio di sé; supera in semifinale i padroni di casa ai supplementari e affronta la fortissima Francia in finale. Parità, e ai rigori gli uomini di Lippi portano a casa il quarto titolo iridato. Nella selezione anche giocatori delle romane: Totti, De Rossi, Peruzzi, Oddo, e Nesta anche se da anni si è accasato al Milan. Il campionato del dopo Mondiale, dunque, si presenta al via senza la Juventus, a cui sono stati revocati anche due scudetti. La Lazio chiude il bilancio annuale delle sfide stracittadine in vantaggio, frutto dell’affermazione per 3 a 0 dell’andata (gol di Ledesma, Oddo e Mutarelli). Al ritorno sarà uno scialbo 0 a 0. Ma l’anno successivo perfetta parità, con affermazione, sempre in ri-

Il romano che ha vinto di più Alessandro Nesta è nato a Roma il 19 marzo del 1976. A giusta ragione può essere considerato uno dei più forti difensori della storia del calcio italiano. Fa la trafila nelle giovanili della Lazio con la quale debutta in prima squadra il 13 marzo del 1994 grazie a Dino Zoff. 193 presenze e un gol. È uno degli artefici del secondo Scudetto biancoceleste. Ma nel 2002 si interrompe il rapporto. Alessandro fa le valigie, destinazione Milano rossonera. La tifoseria biancoceleste si arrabbia, non accetta la cessione di uno dei suoi gioielli più amati. Con la Lazio si porta in dote due coppe Italia, due Supercoppe italiane, uno Scudetto, una Coppa delle coppe, una Supercoppa Uefa. Ma con il Milan fa il “pieno”: una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, due Scudetti. due Champions League, una Coppa del Mondo per club. Numeri da capogiro. Coi rossoneri gioca 224 partite segnando 7 gol. Ora milita nel Montreal Impact. Ah, ce ne dimenticavamo: è campione del mondo con la nazionale. Anno 2006. È il romano ad aver vinto di più nella storia del calcio italiano.

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le sfide monta, della squadra ospitante, e sempre per 3 a 2. All’andata segna Rocchi, ma la Roma ribalta portandosi sul 3 a 1 (Vucinic, Mancini e Perrotta) e difendendo poi il vantaggio dopo il gol di Ledesma. Al ritorno copione pressoché identico, ma rovesciato: Taddei, poi Pandev e Rocchi, pareggio che sembra definitivo siglato da Perrotta, quindi gol vincente di Behrami all’ultima azione. È il derby in cui si ricorda Gabriele Sandri. Il papà viene ospitato nella curva romanista: tutto lo stadio partecipa con commozione per la tragedia che ha colpito la famiglia. Di nuovo un successo per parte: 1 a 0 per la Roma, gol di Baptista, mentre il ritorno si decide già nelle primissime battute. Lo stadio ricorda le vittime della tragedia aquilana, ma quando l’arbitro fischia l’inizio è subito battaglia. Dopo 4 minuti la Lazio è già avanti di due gol, realizzati da Pandev e Zarate. La Roma reagisce e accorcia con Mexes, quindi Lichtsteiner, ancora la Roma con De Rossi ma le speranze di rimonta vengono definitivamente frustrate da Kolarov all’85°. La Roma si prende la rivincita l’anno successivo. Due vittorie: 1 a 0 l’andata (con gol di Cassetti al 79°), 2 a 1 al ritorno al termine di una sfida drammatica: la Lazio rischia di retrocedere mentre la Roma ha ultimato la sua rimonta ai danni dell’Inter e ora veleggia in testa alla classifica. I derby però sfuggono, si dice, a ogni pronostico, e il primo tempo è di marca biancoceleste, grazie a un gol, di Rocchi. Nell’intervallo l’allenatore giallorosso Ranieri, testaccino di nascita, toglie proprio i due romani, Totti e De Rossi, ma la Lazio ha il match point dopo due minuti: un rigore che Floccari si fa parare. Nonostante il risultato ancora le arrida, la Lazio viene attanagliata dalla paura e sembra incapace di riprendersi. La Roma riemerge e con la doppietta di Vucinic si avvicina a uno scudetto che le sfuggirà, incredibilmente, per lo scivolone nella partita casalinga contro la Sampdoria dell’ex Cassano.

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10 marzo 2002, Stadio Olimpico LAZIO: Peruzzi, D.Baggio (46' Poborsky), Nesta (46' Gottardi), Mihajlović, Fernando Couto, Pancaro, Fiore, Giannichedda, Stankovic, Crespo, S.Inzaghi (75'Liverani). A disp: Marchegiani, Mendieta, C.Lopez, Comazzi. All: Zaccheroni. ROMA: Antonioli, Zebina, Samuel, Panucci, Cafu, Emerson (84' Assunção), Lima, Candela, Totti, Montella (75' Cassano), Delvecchio (60' Tommasi). A disp: Pelizzoli, Aldair, Cufrè, Guigou. All: Capello. Arbitro: Rosetti (Torino). Marcatori: 13' Montella, 30' Montella, 37' Montella, 53' Stankovic, 64' Montella, 72' Totti. Spettatori: 75.000 circa.

LAZIO - ROMA

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27 ottobre 2002, Stadio Olimpico LAZIO: Peruzzi, Stam, Fernando Couto, Mihajlovic, Favalli, Fiore (72' Chiesa), Giannichedda, Stankovic, Cesar, Corradi (84' S.Inzaghi), Lopez (90' Castroman). A disp: Marchegiani, Negro, Simeone, Liverani. All: Mancini. ROMA: Antonioli, Zebina, Samuel, Panucci, Cafu, Emerson, Lima, Candela, Totti (90' Cassano), Montella (62' Batistuta), Delvecchio (73' Sartor). A disp: Pelizzoli, Aldair, Tommasi, Guardiola. All: Capello. Arbitro: Paparesta (Bari). Marcatori: 51' Fiore, 57' Delvecchio, 66' Batistuta, 75' Stankovic. Spettatori: 75.000 circa

LAZIO - ROMA

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5 febbraio 2003, Stadio Olimpico Coppa Italia LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Negro, Stam, Favalli, Stankovic, Liverani (64' Simeone), Fiore, C.Lopez, S.Inzaghi (37' Corradi), Chiesa (75' Lazetic). A disp: Peruzzi, Oddo, Couto, Baggio. All: Mancini. ROMA: Pelizzoli, Panucci, Dellas, Samuel, Candela, Cafu, Tommasi, Emerson, Delvecchio, Cassano (69' Lima), Totti (81' Montella). A disp: Zotti, Aldair, Cufrè, Fuser, Marazzina. All: Capello. Arbitro: Trefoloni (Siena). Marcatori: 12' Cassano, 49' Emerson, 76' Fiore. Spettatori: 54.000 circa.

Crampi per il Capitano giallorosso Totti aiutato da Dabo e Liverani IL DERBY CAPITOLINO | 79


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8 marzo 2003, Stadio Olimpico

9 novembre 2003, Stadio Olimpico

ROMA: Pelizzoli, Panucci, Zebina (26' Cufré), Samuel, Candela (46' Delvecchio), Cafu, Emerson, Dacourt, Lima, Totti, Montella (69' Cassano). A disp. Zotti, Tommasi, Guigou, Marazzina. All. Capello. LAZIO: Peruzzi, Stam, Fernando Couto, Mihajlovic (80' Negro), Favalli, Fiore (88' Simeone), Giannichedda, Stankovic, Cesar, Corradi, Chiesa (51' C.Lopez). A disp. Marchegiani, Lazetic, Liverani, Oddo. All. Mancini. Arbitro: Messina (Bergamo). Marcatori: 8' Stankovic, 89' Cassano. Spettatori: 80.000 circa.

ROMA: Pelizzoli, Zebina, Samuel, Panucci, Mancini, Emerson, Dacourt, Lima, Totti, Montella (73' Carew), Cassano (83' De Rossi). A disp. Zotti, Dellas, Sartor, Tommasi, G.D'Agostino. All. Capello. LAZIO: Sereni, Oddo, Negro, Stam, Favalli, Dabo, Giannichedda, Liverani (73' Albertini), Sergio Conceicao (83' S.Inzaghi), Stankovic, Corradi. A disp. Casazza, Couto, Zauri, Gottardi, Delgado. All. Mancini. Arbitro: Trefoloni (Siena). Marcatori: 81' Mancini, 86' Emerson. Spettatori: 65.000 circa.

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21 aprile 2004, Stadio Olimpico

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16 aprile 2003, Stadio Olimpico Coppa Italia ROMA: Pelizzoli, Zebina, Samuel, Panucci, Candela, Tommasi, Emerson, Dacourt, Lima, Totti, Cassano (46' Montella). A disp. Antonioli, Sartor, Aldair, Cufrè, Bombardini, Guigou. All. Capello. LAZIO: Marchegiani, Oddo, Negro, Mihajlovic (70' Simeone), Favalli, Castroman (46' Cesar), Giannichedda (75' Chiesa), Stankovic, Fiore, Corradi, C.Lopez. A disp. Concetti, Colonnese, Liverani, Inzaghi. All. Mancini. Arbitro: Collina (Viareggio). Marcatore: 56' Montella. Spettatori: 65.000 circa.

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Couto (46' Negro), Mihajlovic, Favalli, Fiore, Albertini (67' Liverani), Zauri, Giannichedda, Muzzi (57' C.Lopez), Corradi. A disp:Sereni, Colonnese, Dabo, S.Inzaghi. All: Mancini. ROMA: Pelizzoli, Panucci, Samuel, Chivu, Candela (46' D'Agostino), A.Mancini, Emerson, Dacourt, Lima, Totti, Cassano (87' Carew). A disp: Lupatelli, Dellas, Wahab, Tommasi, Delvecchio. All: Capello. Arbitro: Rosetti (Torino). Marcatori: 40' Corradi, 61' Totti (rig). Spettatori 60.000 circa.

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6 gennaio 2005, Stadio Olimpico LAZIO: Peruzzi, Oddo, Talamonti, Giannichedda, E.Filippini, A.Filippini, Dabo (89’ Manfredini), Liverani, Cesar, Di Canio (90’ S.Inzaghi), Rocchi (86’ Muzzi). A disp: Sereni, Lequi, Oscar Lopez, Pandev. All: Papadopulo. ROMA: Pelizzoli, Mexes, Dellas, Ferrari (46’ Corvia), Panucci, Perrotta (58’ Aquilani), De Rossi (79’ Candela), Cufré, Mancini, Totti, Cassano. A disp: Zotti, Sartor, Scurto, Mido. All: Delneri. Arbitro: Dondarini (Finale Emilia). Marcatori: 29’ Di Canio, 68’ Cassano, 74’ Cesar, 84’ Rocchi. Spettatori: 65.000 circa.

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15 maggio 2005, Stadio Olimpico

10 DICEMBRE 2006, Stadio Olimpico

ROMA: Curci, Panucci, Chivu (31' Ferrari), Mexes, Cufrè, Mancini, Dacourt (58' Virga), De Rossi, Perrotta, Montella, Cassano. A disp. Pipolo, Scurto, Xavier, Greco, Corvia. All. B.Conti. LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Giannichedda, Zauri, A.Filippini, Dabo, Liverani, E.Filippini, Di Canio, Rocchi. A disp. Sereni, Talamonti, Muzzi, Seric, Lequi, Pandev, Bazzani. All. Papadopulo. Arbitro: Collina (Viareggio). Spettatori: 66.000 circa.

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Mudingayi, Ledesma, Mutarelli, Mauri (90' Manfredini), Pandev (72' Makinwa), Rocchi (84' Foggia). A disp: Ballotta, Stendardo, Belleri, Firmani. All: D.Rossi ROMA: Doni, Panucci, Mexes, Chivu, Tonetto (62' Vucinic), De Rossi, Pizarro, Taddei, Perrotta, Mancini, Totti. A disp: Curci, Cassetti, R.Defendi, Rosi, Virga, Montella. All: Spalletti. Arbitro: Rosetti (Torino). Marcatori: 44' Ledesma, 52' Oddo (rig), 73' Mutarelli. Spettatori: 61.000 circa

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23 ottobre 2005, Stadio Olimpico

29 aprile 2007, Stadio Olimpico

ROMA: Doni, Panucci, Kuffour, Chivu, Cufré, Perrotta (64' Dacourt), De Rossi, Mancini, Totti, Taddei, Montella (83' Nonda). A disp. Curci, Bovo, Mexes, Alvarez, Tommasi. All. Spalletti. LAZIO: Ballotta, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Behrami, Firmani (56' Dabo), Liverani, Cesar (6' Manfredini), Di Canio (78' Pandev), Rocchi. A disp. Peruzzi, Stendardo, Belleri, S.Inzaghi. All. D.Rossi. Arbitro: Paparesta (Bari). Marcatori: 40' Totti, 57' Rocchi. Spettatori: 65.000 circa.

ROMA: Doni, Panucci II, Mexes, Chivu, Tonetto (54' Wilhelmsson), Pizarro, De Rossi, Taddei, Perrotta, Mancini (87' Tavano), Totti (73' Vucinic). A disp. Curci, Aquilani, Defendi, Rosi. All. Spalletti. LAZIO: Peruzzi, Behrami (78' Bonetto), Cribari, Siviglia, Zauri, Mudingayi, Ledesma, Jimenez, Mutarelli (76' Manfredini), Pandev (62' Makinwa), Rocchi. A disp. Ballotta, Firmani, Diakite, S.Inzaghi. All. D.Rossi Arbitro: Rizzoli (Bologna). Spettatori: 60.000 circa.

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26 febbraio 2006, Stadio Olimpico

31 ottobre 2007, Stadio Olimpico

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Behrami, Dabo, Liverani, Manfredini (30' Bonanni, 83' Tare), Di Canio (68' Pandev), Rocchi. A disposizione: Ballotta,Belleri, Stendardo, Mudingayi. Allenatore: D.Rossi. ROMA: Doni, Panucci, Mexes, Chivu, Cufrè, De Rossi, Aquilani (80' Dacourt), Taddei (88' Kharja), Perrotta, Mancini, Montella (68' Tommasi). A disp: Curci, Bovo, Kuffour, Alvarez. All: Spalletti. Arbitro: Sig. Trefoloni (Siena). Marcatori: 31' Taddei, 63' Aquilani. Spettatori: 78.000 circa.

ROMA: Doni, Panucci, Juan, Mexes, Cassetti, De Rossi, Pizarro (87' Brighi), Mancini (74' Giuly), Perrotta, Tonetto, Vucinic (90' Cicinho). A disp. Curci, Ferrari, Barusso, Esposito. All. Spalletti. LAZIO: Ballotta, De Silvestri, Stendardo (84' Makinwa), Cribari, Zauri, Mudingayi (77' Firmani), Ledesma, Manfredini (46' Meghni), Mutarelli, Pandev, Rocchi. A disp. Muslera, Scaloni, Baronio, Vignaroli. All. D.Rossi. Arbitro: Rocchi (Firenze). Marcatori: 12' Rocchi, 19' Vucinic, 42' Mancini, 57' Perrotta, 69' Ledesma. Spettatori: 55.000 circa.

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19 MARZO 2008, Stadio Olimpico

6 dicembre 2009, Stadio Olimpico

LAZIO: Ballotta, De Silvestri, (66' Mutarelli), Siviglia, Cribari, Kolarov, Dabo (83' Mudingayi), Ledesma, Behrami, Pandev, Rocchi, Bianchi (72' Mauri). A disp: Muslera, Rozehnal, Meghni, Tare. All: D.Rossi. ROMA: Doni, Cicinho, Mexes, Juan, Cassetti (88' Panucci), De Rossi, Aquilani, Taddei (66' Giuly), Perrotta, Vucinic (84' Mancini), Totti. A disp: Curci, Tonetto, Brighi, Pizarro. All: Spalletti. Arbitro: Morganti (Ascoli Piceno). Marcatori: 31' Taddei, 44' Pandev, 57' Rocchi (rig), 62' Perrotta, 92' Behrami. Spettatori: 68.000 circa

ROMA: J.S. Bertagnoli, Burdisso, Mexes (44' Cassetti), Juan, Riise, De Rossi, Pizarro, Perrotta, Menez (46' Brighi), Vucinic (91' Taddei), Totti. A disp. Doni, Andreolli, J.Baptista, Okaka. All. Ranieri. LAZIO: Muslera, Lichtsteiner, Diakite, Stendardo, Radu, Kolarov, Brocchi, Baronio (89' Dabo), Mauri (82' Rocchi), Matuzalem (46' Foggia), Zarate. A disp. Berni, Siviglia, Meghni, Eliseu. All. Ballardini. Arbitro: Rizzoli (Bologna). Marcatore: 79' Cassetti. Spettatori: 68.000 circa.

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16 novembre 2008, Stadio Olimpico

18 aprile 2010, Stadio Olimpico

ROMA: Doni, Panucci (78' Cassetti), Mexes, Juan, Tonetto, Perrotta, De Rossi, Brighi, Baptista, Vucinic (89' Taddei), Totti (75' Menez). A disp. Artur, Cicinho, Riise, Montella. All. Spalletti. LAZIO: Carrizo, Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Radu, Brocchi (80' Dabo), Ledesma, Mauri (60' Meghni), Pandev, Rocchi (84' S.Inzaghi), Zarate. A disp. Muslera, Kolarov, Cribari, Foggia. All. D.Rossi. Arbitro: Rocchi (Firenze). Marcatore: 50' Baptista Spettatori: 62.000 circa.

LAZIO: Muslera, Dias, Stendardo (5' Biava), Radu, Lichtsteiner (63' Zarate), Brocchi, Ledesma, Mauri, Kolarov, Floccari (71' Cruz), Rocchi. A disp: Berni, DiakitĂŠ, Baronio, Firmani. All: Reja. ROMA: Julio Sergio Bertagnoli, Cassetti, Burdisso, Juan, Riise, Perrotta, Pizarro, De Rossi (46' Taddei), Vucinic (81' Brighi), Totti (46' Menez), Toni. A disp: Doni, Mexes, Tonetto, Baptista. All: Ranieri. Arbitro: Tagliavento (Terni). Marcatori: 13' Rocchi, 52' Vucinic (rig), 62' Vucinic. Spettatori: 70.000 circa.

LAZIO - ROMA

4-2

11 APRILE 2009, Stadio Olimpico LAZIO: Muslera, Lichtsteiner (74' De Silvestri), Siviglia, Rozehnal, Kolarov, Brocchi, Ledesma, Matuzalem, Foggia (80' Mauri), Zarate (65' Rocchi), Pandev. A disp: Carrizo, Diakite, Dabo, Meghni. All: D.Rossi. ROMA: Doni, Motta, Mexes, Panucci, Riise, Brighi (65' Tonetto), De Rossi, Pizarro (89' Taddei), Perrotta (55' Menez), Julio Baptista, Totti. A disp: Artur, Loria, Diamoutene, Cassetti. All: Spalletti. Arbitro: Morganti (Ascoli Piceno). Marcatori: 2' Pandev, 4' Zarate, 10' Mexes, 58' Lichtsteiner, 80' De Rossi, 85' Kolarov. Spettatori: 60.000 circa.


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le sfide d eccoci arrivati ai giorni nostri. Il secondo decennio del Duemila ci offre spunti interessanti per quel che concerne il derby. Prima di tutto perché in appena 24 mesi sulla sponda giallorossa accade qualcosa di rivoluzionario sia in ambito imprenditoriale che tecnico. Dopo anni di gestione della famiglia Sensi, la proprietà passa nelle mani di un consorzio americano (in coabitazione con Unicredit), che richiama Franco Baldini alla dirigenza affiancandolo a Walter Sabatini. Sulla panchina tourbillon di allenatori. Da Ranieri a Montella per finire a Luis Enrique, il giovane tecnico spagnolo voluto fortemente proprio da Baldini. Su quella biancoceleste, invece, si è aggiustato il tiro già nella stagione precedente dopo lo sbandamento causato dal dopo Delio Rossi. Ballardini, il suo successore, faticava a trasmettere le sue idee al punto che il presidente Lotito è stato costretto a sollevarlo dall’incarico per affidare la panchina all’esperto Reja. E la scelta risulterà azzeccata. Ma di questo ne parliamo un po’ più avanti.

E

La roma fa filotto Nel 2010-2011 la stracittadina vive tre partite forse tra le più tirate. La Lazio deve riscattare il doppio stop dell’anno precedente. Ma ha da abbattere anche un altro tabù: Reja nella sua carriera da allenatore non è mai riuscito a sconfiggere la Roma. E questa tradizione negativa sembra contagiare anche la Lazio nel derby di andata. Il 7 novembre i biancocelesti ospitano i cugini, sin dai primi minuti si capisce che sarà una gara nervosa. Ad imprimere la svolta alla partita ci penserà l’arbitro Morganti che concederà due calci di rigore ai giallorossi mentre ne negherà uno alla Lazio. A realizzare i penalty ci penseranno prima Borriello e poi Vucinic. Un 2-0 che lascia parecchio amaro in bocca ai laziali che continuano a soffrire la maledizione derby. La stagione, comunque, offre altre due chance alla Lazio per riscattarsi. La prima le viene dalla Coppa Italia. Siamo al 19 gennaio del 2011, in notturna si giocano gli ottavi in sfida secca. La partita è equilibrata. Succede tutto nella ripresa. Passano i giallorossi con Borriello su rigore, ma dopo appena 4 minuti Hernanes rimette le cose a posto sempre dal dischetto. Mentre si profilano i supplementari, ecco spuntare il jolly Simplicio che beffa Berni. Fine gara con polemiche per il gesto di vittoria di Totti sotto la Sud. Nella terza sfida, quella del 13 marzo, è ancora Roma (con in panca Montella al posto di Ranieri) che approfitta di una Lazio nervosissima e chiude la pratica con un secco 2-0 con doppietta di Totti. La stagione successiva la Roma americana rivoluzionata nella rosa e nella panchina, prova ad emulare il recente passato. Ma stavolta facendo i conti senza l’oste. La Lazio e Reja si prendono la rivincita con due grandi soddisfazioni. 2-1 sia all’andata che al ritorno. Il 16 ottobre Osvaldo illude i giallorossi, ma Hernanes, su rigore, e Klose allo scadere portano la Lazio in paradiso. Roma in dieci per tutto il secondo tempo per l’espulsione di Kjaer. Stessa musica il 4 marzo 2012. Pronti via e la IL DERBY CAPITOLINO | 83

LAZIO - ROMA

0-2

7 novembre 2010,Stadio Olimpico LAZIO: Muslera, Lichtsteiner, Dias, Stendardo (88' Diakite), Radu, Brocchi, Ledesma, Mauri, Hernanes (70' Foggia), Rocchi (46' Zarate), Floccari. A disp: Berni, Matuzalem, Bresciano, Garrido. All: Reja. ROMA: Julio Sergio, Cassetti, Burdisso, Mexes, Riise, Simplicio, De Rossi, Perrotta (78' Brighi), Menez (39' Greco), Borriello (84' J.Baptista), Vucinic. A disp: Lobont, Cicinho, Pizarro, Adriano. All: Ranieri. Arbitro: Morganti (Ascoli Piceno). Marcatori: 53' Borriello (rig.), 86' Vucinic (rig.). Spettatori: 65.000 circa.

ROMA - LAZIO

2-1

19 gennaio 2011, Stadio Olimpico Coppa Italia ROMA: Julio Sergio, Burdisso, Mexes, Juan, Riise, Brighi, De Rossi, Greco (46' Menez), Simplicio, Adriano (46' Vucinic), Borriello. A disp. Doni, G.Burdisso, Castellini, Perrotta, Taddei. All. Ranieri. LAZIO: Berni, Lichtsteiner, Biava, Dias, Radu, Gonzalez (86' Mauri), Ledesma, Brocchi (81' Bresciano), Hernanes, Kozak (75' Floccari), Zarate. A disp. Bizzarri, Scaloni, Diakite, Sculli. All. Reja. Arbitro: Bergonzi. Marcatori: 52' Borriello (R), 57' Hernanes (R), 76' Simplicio. Spettatori: 50.000 circa.

ROMA - LAZIO

2-0

13 marzo 2011, Stadio Olimpico ROMA: Doni, Burdisso, Mexes, Juan, Riise, Pizarro, De Rossi, Menez (56’ Taddei), Perrotta, Vucinic (83’ Simplicio), Totti (93’ Castellini). A disp. Julio Sergio, Loria, Greco, Borriello. All. Montella. LAZIO: Muslera, Lichtsteiner, Biava, Stendardo, Radu, Ledesma, Matuzalem, Sculli, Hernanes (75’ Kozak), Zarate (75’ Mauri), Floccari (82’ Brocchi). A disp. Berni, Scaloni, Garrido, Gonzalez. All. Reja. Arbitro: Tagliavento (Terni) Marcatori: 69’ Totti, 92’ Totti (rig) Spettatori: 65.000 circa


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sport q

Lazio va in gol con Hernanes su un rigore causato da Stekelenburg. Rosso per lui e quindi squadra in 10 per quasi tutta la gara. Reazione di orgoglio giallorosso con Borini, ma ci pensa Mauri a chiudere il conto nella ripresa. Post partita gonfio di polemiche. E sfottò sugli spalti. Ma si sa, questo è il bello del derby.

LAZIO - ROMA

2-1

16 ottobre 2011, Stadio Olimpico LAZIO: Marchetti, Konko, Biava, Dias, Radu (46' Lulic), Gonzalez (60' Mauri), Ledesma, Brocchi (75' Matuzalem), Hernanes, Klose, Cisse. A disp: Bizzarri, Stankevicius, Sculli, Rocchi. All: Reja. ROMA: Stekelenburg, Rosi (38' Cassetti), Kjaer, Heinze, Josè Angel, Gago, De Rossi, Perrotta (53' Burdisso), Pjanic, Osvaldo, Bojan (74' Pizarro). A disp: Curci, Lamela, Borini, Borriello. All: Luis Enrique. Arbitro: Tagliavento (Terni). Marcatori: 5' Osvaldo, 51' Hernanes (rig), 93' Klose. Spettatori: 50.000 circa.

dalla germania alla storia del derby Miroslav Klose è nato a Opole il 9 giugno 1978. Con 126 presenze è il secondo calciatore tedesco più presente in Nazionale, mentre con 67 reti è il secondo marcatore nella storia della nazionale tedesca, ad un solo gol da Gerd Müller. Esordisce in Bundesliga con il Kaiserslautern nel 1999. Quattro anni contrassegnati da 120 presenze e 44 gol. Nel 2004 approda al Werder Brema e anche qui lascia il segno: 89 presenze e 53 reti. Delle sue enormi qualità se ne accorge anche il Bayern Monaco che lo preleva nel 2007. Con i bavaresi entra in campo 98 volte, ma lo score delle reti non è eccezionale, appena 24. Nel 2011 il Bayern, considerandolo ormai vecchio, non gli rinnova il contratto e questo fa le fortune della Lazio che non ci pensa su due volte per portarselo via. E Miro ripaga in pieno la fiducia della società biancoceleste. Diventa ben presto un beniamino della tifoseria. 37 finora le presenze con la Lazio bagnate con 18 gol. Determinante in entrambi i derby vinti dalla Lazio nella scorsa stagione.

IL DERBY CAPITOLINO | 84


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ROMA - LAZIO

1-2

4 marzo 2012, Stadio Olimpico ROMA: Stekelenburg, Taddei, Juan (75' Bojan), Heinze, J.Angel, Simplicio, De Rossi, Pjanic (56' Marquinho), Totti, Lamela (7' Lobont), Borini. A disp. Rosi, Kjaer, Greco, Piscitella. All. Luis Enrique. LAZIO: Marchetti, Scaloni, Biava, Dias, Garrido, Ledesma, Matuzalem, A.Gonzalez, Hernanes (81' Diakité), Mauri (83' Alfaro), Klose. A disp. Bizzarri, Sbraga, Zampa, Candreva, Kozak. All. Reja. Arbitro: Bergonzi (Genova). Marcatori: 7' Hernanes (rig.), 16' Borini, 61' Mauri Spettatori: 51.000 circa.

un leader da nazionale Daniele De Rossi è nato a Roma il 24 luglio del 1983. Tutta la sua carriera si veste di giallorosso. Debutta in serie A il 30 ottobre del 2001 grazie a Fabio Capello. Giocatore di grande temperamento, è entrato molto presto nelle grazie dei tifosi giallorossi che l’hanno promosso come Capitan Futuro. È in grado di spezzare il gioco avversario con intelligenza tattica e decisi tackles, facendo ripartire in questo modo la squadra e dimostrando buone capacità di impostazione. Marcello Lippi lo elogiò definendolo uno dei migliori al mondo al pari degli inglesi Lampard e Gerrard. Con la Roma ha disputato sinora 288 partite segnando 33 gol. Storica una sua frase: «Ho un solo rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera». Ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa italiana con la maglia della Roma, mentre con la Nazionale si è laureato Campione del Mondo nel 2006. Quest’anno non sta vivendo un brillante inizio di stagione e qualche scintilla si è accesa con l’allenatore Zeman.

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