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interview 4ACTIONMEDIA
ITALIA: 5,90 €
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SIMONE MORO Climbers: Jakob Schubert e Anna Stòhr photo: Rainer Eder /Mammut archive
anno VIII - #02
TEAM direttore responsabile marco melloni marco.melloni@4actionmedia.it art director carlo alfieri carlo.alfieri@4actionmedia.it redattori Valentina Bonfanti elisamaria.ferrari@4snowboard.it con la preziosa collaborazione di Rainer Eder, Giovanni Marchesi, Luca Sonzogni, Roby Bragotto, Matteo Zanardi, Guido Grugola, Renan Ozturk, Thomas Monsorno, Alessandro D’Emilia – Storyteller Labs
COVER story Jakob Schubert e Anna Stòhr
CLIMBER
Mammut archive / Rainer Eder
FOTO
4ACTIONMEDIA consiglio di amministrazione achille palma (presidente) - ap@johnsons.it tiziano magni (vice presidente) tiziano.magni@johnsons.it gionata caimi (amministratore delegato) gionata.caimi@4actionmedia.it servizi generali luisa pagano - luisa.pagano@4actionmedia.it editore e pubblicità 4Actionmedia s.r.l. - via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 adv@4actionmedia.it - www.4actionmedia.it distributore esclusivo per l’italia Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l. 20090 Segrate (MI) distributore esclusivo per l’estero johnsons international news italia - via Valparaiso, 4 - Milano
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2282-6602 trimestrale 5,90 euro alphaprint - busto arsizio (va)
4Outdoor Magazine è una testata della società 4Actionmedia s.r.l. che pubblica anche: PERIODICI: 4Snowboard (snowboard), 4Skateboard (skateboard), 4Windsurf (windsurf), 4Sup (stand up paddle), 4Surf (surf), 4Kitesurf (kitesurf), 4Skiers (sci), 4Mtbike (mountain bike), 4Marathon (running), 4Granfondo (road bike). ANNUARI: 4Snow (freeski, snowboard), 4Surfing (surf, windsurf, kite, sup), 4Outdoor (montagna), 4Runners (running), 4Bicycle (bike), 4Triathlon (Triathlon). Tutti i diritti di 4outdoor magazine sono riservati e appartengono a 4Actionmedia s.r.l. Nessuna parte di 4outdoor magazine può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di 4Actionmedia s.r.l. testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Postale - 70% DCB Milano.
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EDITORIALE FOTO: THE WISE
E L A I R O T I ED
Respiriamo ancora aria d’estate mentre chiudiamo il secondo numero del magazine che avete per le mani. C’è ancora il clima ideale per dedicarsi alla propria attività outdoor preferita: trekking, arrampicata, MTB, trail, paddling… L’elenco potrebbe essere davvero lungo ed è proprio questo che amiamo dell’outdoor, la possibilità di spaziare da una disciplina all’altra, da uno spirito all’altro: competitivo o ricreativo che sia. C’è spazio per tutti lì fuori, tutti quelli che in comunione con la natura vogliono prendersi uno spazio dalla frenesia del quotidiano. Nelle pagine che seguono vi diamo qualche spunto per trovare la vostra ispirazione, se ce ne fosse bisogno, o anche solo la scusa per riposare i muscoli seduti a leggere su una comoda poltrona. In ottobre 4actionsport.it sarà un portale tutto nuovo, suddiviso sempre per i canali monotematici che già ora lo
caratterizzano, ma ancora più fruibile e ricco di contenuti. Tutti i 16 magazine di 4actionmedia li troverete anche nella nuova edicola digitale e come APP nell’Apple Store e Google Play. Magazine e cataloghi diventano quindi anche digitali, sfogliabili ovunque e ancora più interessanti grazie ai contenuti multimediali. Ps: per voi appassionati di outdoor la buona notizia è che il vostro magazine e catalogo saranno FREE. Buona lettura!
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Marco Melloni
4OUT DOOR CONTENTS 06
EDITOR CHOICE’S
10
OUTDOOR SHOP TEST
12
FROM OSLO TO CHAM NORRONA PRESS TRIP
14
OUT IS IN
20
DOWN TO NOTHING RIDOTTI A NIENTE
26
SEA KAYAK
32
BENJAMIN KOFLER ITW
36
THE CLASSIC FINE JADE
44
AARON DUROGATI ITW
52
SIMONE MORO ITW
62
WEEKEND LUNGO IN VALGARDENA
70
CATALOGO 2016/2017
05
EDITOR CHOICE’S Testo e Foto: la redazione
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EDITOR CHOICE’S Testo e Foto: la redazione
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REPORT
OUTDOOR SHOP TEST
O
utdoor Shop Test, tappa dedicata al settore Outdoor del più ampio circuito Pro Shop Test, dedicato anche alla neve e alle biciclette, è l’unico appuntamento in Italia in cui sia possibile vedere e testare il materiale per gli sport alpini. Certamente ancora non paragonabile ad una fiera internazionale come quella di Friedrichshafen che attira tutti i
produttori del settore, offre però la possibilità di testare il materiale presentato. Ci siamo recati a Cavalese per dare un’occhiata di persona e siamo rimasti piacevolmente sorpresi. Il villaggio in paese contava più di 50 espositori, fra cui Gore-Tex, La Sportiva, Mammut, Vibram, Thule, Climbing Technology, Beal, per citarni alcuni. L’organizzazione aveva preparato un’ampia area test, dedicata all’arrampicata nella Falesia di Montebello Alta, al trail running con 6 trail mappati, al nordic walking e alla ferrata. Noi abbiamo optato per quest’ultima attività e accompagnati da una Guida Alpina ci siamo recati al sentiero attrezzato Attilio Sieff, un percorso di media difficoltà che fra cavi metallici, camini e staffe porta alla Croce del Polse, a 1460 m. Qui abbiamo avuto la possibilità di provare in sicurezza Scarpe Meindl, caschi, imbraghi e set ferrata Edelrid, giacche Vaude Polartec e calzini GM. Outdoor Shop Test però non è solo Prove sul campo, ci sono anche interessanti Workshop, una rassegna cinematrografica e la premiazione degli Outdoor Industry Awards, gli oscar che premiano l’impegno delle aziende di settore che si sono distinte in attività di comunicazione, commerciali, di innovazione del prodotto, sostenibilità e charity. L’edizione 2016 ha confermato il ruolo strategico di Outdoor Shop Test nelle attività di aziende e negozianti, lo dimostrano i 130 negozianti intervenuti, ruolo che sembra destinato a crescere nelle prossime edizioni. Che un giorno possa diventare un evento anche al consumer?
Testo e Foto: la redazione
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REPORT
OSLO CHAM, NORRØNA
FROM TO
PRESS TRIP Testo e Foto: la redazione
U
na visita al Pro Shop Norrøna di Chamonix è stata l’occasione per testare un paio di prodotti della nuova collezione: il Super-Hoodie baselayer in
Polartec Powerdry e la Lyngen Alpha 100 Vest sempre in Polartec. Aperto la stagione scorsa, il punto vendita del marchio norvegese si impone come uno dei punti di riferimento per l’acquisto di capi iper-tecnici nel resort più estremo d’Europa. Un negozio su due piani, con un’aria da boutique, in cui si possono trovare tutti i capi più performanti delle collezioni estiva e invernale. Insomma prodotti da pro anche per chi pro ancora non lo è. Fare i migliori prodotti outdoor, la mission di Norrona, sembra proprio pienamente rispettata toccando e testando i prodotti di persona, le pareti in roccia rossa di Chamonix ce lo hanno confermato ancora una volta.
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FOTO: MATTEO ZANARDI
OUT is IN Outdoor è attività all’aria aperta, movimento più o meno intenso a contatto con la natura che ci circonda, montagna o mare. Puro svago, sfida contro se stessi o competizione contro gli altri. L’Orobie Ultra Trail, alla sua seconda edizione conferma il successo di una disciplina che ha sempre più seguaci, la riprova che l’endurance è il modello competitivo attualmente di maggior successo.
Testo: Matteo Zanardi Foto: Giovanni Marchesi, Luca Sonzogni, Roby Bragotto, Matteo Zanardi / Courtesy Orobie Ultra Trail
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FOTO: ROBY BRAGOTTO
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FOTO: ROBY BRAGOTTO
fine luglio è andata in scena
A
montagne ed architetture rinascimentali, unite
anche nella notte fra il sabato e la domenica.
la seconda edizione del Reda
esclusivamente dal sudore e dalla fatica dei
Un entusiasmo che indubbiamente è stato
Rewoolution Orobie Ultra-Trail®,
passi.
in grado di cancellare l’amarezza legata agli
Outdoor Agency e dall’ASD Asso Orobica
Gli atleti partiti rispettivamente per OUT dalla
per oggetto la segnaletica del percorso, nelle
all’interno della quale erano proposti due
Piazza dell’Orologio a Clusone venerdì 29
giornate antecedenti alle competizioni che
differenti percorsi, entrambi estremamente
luglio alle 12.00, e per GTO da Carona sabato
in alcuni punti, è stata manomessa, distrutta
impegnativi e tecnici: OUT - Orobie Ultra Trail
30 luglio alle 10.00, hanno beneficiato sempre
o asportata obbligando l’organizzazione
(140 km e 9.500 m d+) ed il GTO - Gran Trail
di ottime condizioni meteo e dello splendente
a ritracciare in tempi record e ricontrollare
Orobie (70 km e 4.200 m d+).
sole tipico della stagione, a differenza della
l’intero percorso.
La particolarità di queste competizioni, che
prima edizione penalizzata da un meteo
A livello organizzativo la competizione
in soli due anni hanno già raccolto consensi
particolarmente avverso.
non ha mai vissuto criticità, fatto salvo un
a livello di stampa e fra i numerosi praticanti
Contesto che ha permesso ai sentieri e rifugi
violento temporale all’alba di domenica che
della disciplina, è dettata sostanzialmente da
interessati dalle competizioni, di riempirsi
ha obbligato gli organizzatori ad una breve
una riconosciuta capacità organizzativa ma
d’appassionati, costituendo così un festante
sospensione di gara e all’attivazione di by pass,
soprattutto dai tracciati di gara. Al via poco
pubblico che non ha mai mancato d’incitare
volti ad eliminare i passaggi più critici e meno
meno di 1.000 atleti provenienti da 34 nazioni.
gli atleti con cori, trombe e campane e perfino
monitorabili. Malgrado questo, durante lo
Si tratta in entrambi i casi di due percorsi in
fuochi d’artificio.
svolgimento della manifestazione è parsa però
linea, che dopo passaggi in quota e paesaggi
Un entusiasmo palpabile, ancora più
subito chiara la selettività di un percorso che
alpini, culminano nel cuore di Bergamo Città
colorato in corrispondenza delle basi vita di
a conti fatti ha visto giungere al traguardo 114
Alta, Piazza Vecchia. Due grandi viaggi, come
Valbondione in Alta Val Seriana, di Zambla
atleti per OUT e 510 per GTO, con percentuali
solo i trail sanno regalare, che in queste
Alta in Val Serina, del ristoro di Selvino, a 25
di ritiri pari al 18% per la gara “minore” e 46%
circostanze si amplificano ulteriormente,
chilometri dal traguardo ed in Città Alta, dove
per il percorso più lungo.
visto quest’unico accostamento fra selvagge
un folto pubblico regalava applausi e meriti,
Statistiche che certificano, se ancora ve ne
la competizione coordinata da Spiagames
016
incomprensibili atti vandalici che hanno avuto
fosse bisogno, i punteggi UTMB assegnati da ITRA a OUT e GTO: rispettivamente 6 e 4 punti. A sottolineare ulteriormente il fatto che i due percorsi di gara non siano affatto facili, alcuni atleti hanno addirittura dichiarato di aver corso una skyrace da 140 km anziché un trail, vi sono anche i tempi di percorrenza dei vincitori: riscontri cronometrici che infatti, se parametrati ad altre gare, risultano essere piuttosto dilatati. Oliviero Bosatelli – novello vincitore del Tor de Geants 2016 - che ha sempre condotto la testa di OUT, ha chiuso la sua fatica in 24h 08m e con un vantaggio di più di un’ora su Guido Caldara e Andrea Macchi, secondo e terzo al traguardo. In campo femminile invece la favorita e vincitrice del 2015, Lisa Borzani ha dovuto alzare bandiera bianca al Rifugio Alpe Corte, lasciando la vittoria a Muckova Petra arrivata al traguardo in Città Alta dopo 31h 02m dal via, ed il podio a Plavan Marina e Morè Rossana. Gara molto più agguerrita è stata invece il Gran Trail Orobie. A giustificare la bagarre una starting list affollata e stellare, con la presenza di 3 atleti nelle prime 10 posizione dell’UTWT: Marco Zanchi, Grinius Gediminas e Roberto Gil Lopez. Dopo il via di Carona è stato però il bergamasco atleta del team Mammut Luca
FOTO: GIOVANNI MARCHESI
FOTO: GIOVANNI MARCHESI
017
028
Aprile è stato un buon momento per partire. Avrei
piccolo mac 11’ per caricare immagini, video sul blog
voluto circumnavigare le oltre 2000 miglia di litorale
rounditalycruise.it.
italiano d’inverno, quando le spiagge sono spianate dal
Le partenze sono sempre “rumorose”: il rumore degli
vento, prive di impronte e popolate da ogni forma di
ultimi impegni improrogabili prima di partire, il rumore dei
vita ma le lunghe e inevitabili mareggiate mi avrebbero
saluti, della “civiltà” che sembra incombere per chiederti
costretto a stare lontano da casa ben più di 4 mesi.
“ma sei sicuro? Ci sarà un motivo se nessuno lo ha fatto
Così, dopo qualche mese di preparazione del kayak,
prima così, senza assistenza…” fino a quando l’ultima voce
delle dotazioni di bordo e dell’assetto di navigazione
dietro alla diga foranea di Trieste sembra fondersi con la
a pieno carico mi sono ritrovato a Trieste, circondato
stretta allo stomaco per aver appena salutato chi ami.
da amici e simpatizzanti per partire dallo Yacht Club
Il silenzio di una giornata favorevole di bonaccia introduce
Adriaco in primavera. Nel kayak pochi vestiti, tenda,
i nuovi ritmi di vita, durante i quali la sveglia sarà alle 03:00,
sacco a pelo, materassino, parecchie dosi di cibo in
l’imbarco alle 04:00, la navigazione durerà tra le 9 e le 12
confezioni giornaliere sigillate sottovuoto, acqua per
ore con percorrenze anche di 40 miglia giornaliere.
4/5 giorni, dotazioni di bordo, dotazioni di sicurezza,
Un’immersione nei profumi, nei suoni, nelle luci e nella
pronto soccorso, 2 macchine fotografiche, 2 GoPro, VHF,
vita del mare che mi ha segnato. Oggi, non passa un
PLB, SPOT, materiali per le riparazioni, una pesante busta
giorno senza che io riviva anche per un istante qualche
stagna con le carte nautiche di tutta l’Italia, un grande
emozione vissuta durante la mia navigazione solitaria
pannello solare pieghevole, una batteria al litio e un
intorno all’Italia, alla Sicilia e alla Sardegna.
TSAR IDEATO PER OGNI TIPO DI VISO Perché ogni viso è unico, Bollé® ha inventato la prima maschera con FIT universale. La nostra tecnologia integrata B-Flex, consente velocemente e con facilità di adattare la parte bassa della montatura per regalare un FIT personalizzato. Dimenticherete ogni pressione eccessiva o infiltrazione di aria.
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Down To Nothing RIDOTTI A NIENTE Testo e foto: courtesy Renan Ozturk/EOFT - European Outdoor Film Tour
020
Traduzione: The Wise
“Il Hkakabo Razi
è stata per il team una sfida non solo fisica ma anche mentale”
021
“Il Hkakabo Razi è davvero una grandissima sfida, quindi si, la pressione era immensa Hilaree O’Neil”
“H
complicato ed estremo di quanto ci fossimo
carico, su sentieri invasi dalla giungla. “Quando
passione bruciante per l’avventura.
aspettati” ammette a posteriori. Il team ha
finalmente abbiamo raggiunto il campo base,
Anche se la cima, posta a 5.881 m e situata
viaggiato per un tortale di 1.300 Km in autobus,
eravamo completamente esausti, affamati e
nell’estremo nord del Myanmar, è stata raggiunta
barca, moto, aereo e treni assurdi.
piuttosto sfiduciati”.
da scalatori giapponesi e birmani nel 1996,
Dopo due settimane di viaggio il gruppo
Per Hilaree la situazione era particolarmente
HIlaree aveva un percorso diverso in mente.
raggiunse il punto di partenza del trekking; erano
stimolante. Pur avendo portato a termine molte
Inoltre aveva intenzione di catturare per la prima
già a pezzi. Ma una nuova sfida li attendeva:
spedizioni di successo, il Hkakabo Razi poteva
volta le immagini della vetta più alta del sud-est
nel bel mezzo della giungla birmana trovare
rivelarsi uno straordinario trampolino di lancio per
o pensato al Hkakabo Razi per
Yangon si trasformò in un vero e proprio incubo.
misero a dura prova i nervi: un trekking su e giù
più di dieci anni”, afferma Hilaree
“E’ stato un viaggio davvero assurdo, molto più
dalle pendici dell’Himalaya, con un pesantissimo
O’neill, alpinista molto attiva con una
asiatico.
abbastanza portatori per portare il materiale
la sua carriera di capo spedizione. Poi, vedere i
“Fino ad allora non si era vista nessuna foto utile
della squadra al campo base si rivelò impossibile.
propri sogni sbriciolarsi davanti agli occhi proprio
della cima, questo è ciò che ha reso Hkakabo
Gli alpinisti dovettero lasciarsi una quantità di
quando l’obiettivo sembrava a portata di mano
Razi così unica e misteriosa per me” aggiunge
attrezzature e viveri alle spalle. “E’ stato al quel
fu per lei un vero colpo.
Hilaree.
punto che abbiamo cominciato a capire che
Le prime tracce di insicurezza cominciarono ad
Per anni la situazione politica in Myanmar ha
stavamo perdendo il controllo della situazione”.
affiorare.
impedito qualsiasi spedizione nell’Himalaya
Quelle seguenti furono due settimane che
“E’ stata particolarmente dura per me vedere
orientale ma quando Hilaree incontrò il giornalista del National Geographic Mark Jenkins sull’Everest nel 2012, il sogno del Hkakabo Razi si fece di nuovo concreto. Al campo base dell’Everest i due hanno decisero di tentare la cima in stile spedizione, viaggiando da Yangon, all’estremo sud del paese, fino alla montagna nel nord, con ogni mezzo necessario. Hilaree prese il comando della spedizione e selezionò un team di alpinisti preparatissimi. Cory Richards, il regista Renan Ozturk e la scalatrice Emily Harrington si unirono a Mark Jenkins per dare inizio all’impresa. Nell’autunno 2014 il team si mise in viaggio. “In
principio tutti erano molto gasati, si rideva molto, c’era grande affiatamento” Ricorda Hilaree, ma
022
ben presto il viaggio dall’ex capitale birmana
MARK JENKINS
HILAREE O’NEILL
Giornalista ed esploratore. Ha 58 anni, lavora per il National Geographic
E’ un’alpinista esperta di 43 anni, che ha partecipato a più di 35 spedizioni,
e ha pubblicato diversi libri
guidando molte di esse al successo
023
come tutto andava male, ancor più perché avevo
capospedizione, non conoscevo la storia di Mark,
Mark avesse preso questa decisione già qualche
investito centinaia di ore nella pianificazione della
l’ho appresa solo di ritorno dal viaggio”.
settimana prima”. Ma è un presupposto che Mark
spedizione. Comunemente si dice che più tempo
Dopo cinque giorni di scalata estenuante fra
continua a smentire “Hilaree aveva sofferto di una
si spende nella preparazione e meglio vanno le
ghiacciai e pareti di roccia, la squadra raggiunse
forte ipotermia il giorno prima e la decisione si
cose poi. Ma sfortunatamente non è stato questo
il campo alto, a 5.500 m, per essere accolta da
è basata solo sulla forza degli altri componenti
il caso, per niente”.
venti gelidi a 100 mph. Di fronte al campo si
della squadra”. Insiste Mark.
Qualche giorno più tardi, dopo aver lasciato
parava la ripida, sottile e tecnicamente difficile
da poco il campo base, si creò una nuova linea
cresta che porta alla vetta del Hkakabo Razi.
Venti fortissimi, un freddo insopportabile e
di frattura, questa volta a causa di opinioni
Si decise di formare una squadra di tre persone
un’arrampicata durissima costrinsero Mark, Renan e
divergenti circa la scelta dell’itinerario. Hilaree
per tentare in velocità la salita alla cima, al mattino
Cory ad abbandonare il tentativo di vetta a poche
aveva pensato di camminare lungo un pendio di
seguente. Emily decise volontariamente di
centinaia di metri da essa. Il Team si preparò ad
neve molto ripido mentre Cory sosteneva fosse
rinunciare, ma gli altri quattro discussero circa la
intraprendere la discesa, depressio e diviso.
troppo precario. Ripensandoci Hilaree giustifica
possibilità di partecipare al tentativo.
i suoi timori: “E’ stata la prima spedizione di Cory
Esausta e fisicamente provata Hilaree tornò
dopo il suo attacco di panico sull’Everest e la
“pensi che non possa farcela, che non sia
a casa, a Telluride, cadendo in una pesante
valanga sul Gasherbrum II dove è sopravvissuto
abbastanza forte e veloce?” - Hilaree O’neill.
depressione. “La spedizione al Hkakabo Razi
per il rotto della cuffia. Il nostro team era
“La prendi sul personale” - Mrk Jenkins.
mi ha quasi distrutta” Dice la donna che per
traumatizzato, motivazioni e speranze ribollivano
“Certo che lo faccio… Fanculo Mark per la tua
per prima ha raggiunto due vette da 8.000 m
sotto la superficie. Vorrei aver fatto un lavoro
mancata fiducia” - Hilaree O’Neill.
in 24 ore e ha preso parte a 35 spedizioni. “In
migliore, occupandomi di loro per tempo”.
(Estratto da Down to Nothing)
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Myanmar la mia autostima è stata costantemente in discussione: dall’avvicinamento alla cima, dalla
Nei giorni seguenti gli alpinisti lottarono attraverso neve e ghiaccio, a quote
Quando Hilaree si rese conto che i tre uomini
giungla, dalla squadra e dall’ignoto. Questo mi ha
sempre maggiori. Mark Jenkins si dimostrò
volevano tentare la vetta senza di lei, divenne
fatto sentire estremamente vulnerabile”.
particolarmente ambizioso. “Era deciso a
furiosa e rimase profondamente ferita per essere
Ci sono voluti mesi perché Hilaree tornasse
raggiungere la cima come non ho mai visto
stata destituita dal ruolo di Team Leader.
alla vita. Da allora non ha più guidato
nessuno prima”, dice Hilaree, “solo poche
“Mi hanno semplicemente riferito la loro
spedizioni. “Dopo il mio ritorno a casa avevo
settimane dopo ho capito perché”.
decisione, senza rendermi partecipe della
completamente perso la passione per la
Anni prima Mark era stato al Hkakabo Razi
discussione. Mi hanno identificata fina dall’inizio
montagna, e considerato la possibilità di
con due dei suoi migliori amici, periti durante
come una scialpinista più che un’alpinista vera
rinunciare alle spedizioni di gruppo”.
la spedizione, e ora voleva commemorarli
e propria. Mi sono fatta il culo per dimostrare di
Solo oggi, due anni dopo il Hakakabo Razi, si
arrivando alla vetta. Nonostante fossi il
essere forte e capace come gli altri. Credo che
sente più forte che mai.
“Non solo Hilaree è stata devastata dall’impresa. Mark Jenkins e Cory Richards sono rimasti ugualmente segnati dal tentativo”
La sua conclusione è: “a volte il successo o il
vorrebbe tornare al Hkakabo Razi, non ora, in un
fallimento di una spedizione non è determinato
prossimo futuro.
tanto dalle difficoltà della stessa, quanto dalla
“Sarebbe un peccato non mettere a frutto tutte le
dinamica nelle relazioni che si vengono a creare
conoscenze, che in modo così difficile abbiamo
all’interno del team”. Nonostante tutto Hilaree
appreso, per un tentativo futuro…”
IL VIAGGIO Il viaggio da Rangoon al campo base di Hkakabo Razi (5.881 m) nel nord del paese ha portato via un mese. 1.100 miglia fra: autobus, barca, treno, aereo e moto fino a Putao. Da qui la squadra ha proseguito a piedi: 125 miglia attraverso la fitta giungla birmana, raggiungendo infine il campo base.
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sea kayak LA NUOVA FRONTIERA DELLA NAUTICA SOSTENIBILE Testo e foto: Guido Grugnola
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PERCHÉ IL KAYAK? Arrivando a Punta Ala in barca lo Sparviero appare come uno scoglio attaccato a terra da lasciare a dritta entrando nel marina. Navigando in kayak lungo lo stesso litorale, lo Sparviero appare come un’isola al largo che si può naturalmente lasciare a sinistra prima di entrare nel marina. Ecco perché dopo 20 anni di regate ho deciso di proseguire le mie navigazioni in kayak: dal kayak osservo quello che prima non vedevo, come se togliendo valore al mezzo ne avessi aggiunto ai luoghi. Tutti amiamo il mare e quando pensiamo al mare intendiamo di solito un determinato tratto di litorale più che al mare aperto: anche se amiamo molto navigare sono le destinazioni sulle quali mettiamo la prua che, fin dall’antichità, ci spingono a navigare. Prima o poi decidiamo di acquistare una barca per esplorare il litorale dei nostri sogni. Passiamo la prima stagione lungo quel litorale e poi… Poi, il nostro centro di interesse si sposta: non è più il mare, quella baia o quel litorale a occupare i nostri pensieri ma lo diventa la barca. Non si sogna più quella scogliera severa, interrotta da una piccola spiaggia di sassi candidi frequentata in alto dai rapaci, più in basso dai cormorani e sulla battigia dai granchi, ma si valutano le funzioni di un certo strumento elettronico, la disponibilità di un posto barca in quel tale Marina, l’opportunità di passare a una barca più… grande, comoda, veloce. Paradossalmente abbiamo comprato il mezzo, una barca, perché interessati a un fine, il litorale, ma scopriamo di trovarci in mare, il nuovo mezzo, per godere del nostro nuovo fine, la barca. Siamo sicuri che il nostro litorale non meriti almeno le stesse attenzioni che riserviamo alla nostra barca? Documentiamoci sulla storia, ecosistema e biodiversità del litorale. Cerchiamo poi di conoscerlo da vicino per poterlo difendere da ogni forma di abuso e di degrado e ci accorgeremo che anche la scelta della barca con la quale decideremo di navigare sarà più responsabile e più logica. In breve: sarà una scelta da marinaio.
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Aprile è stato un buon momento per partire. Avrei
piccolo mac 11’ per caricare immagini, video sul blog
voluto circumnavigare le oltre 2000 miglia di litorale
rounditalycruise.it.
italiano d’inverno, quando le spiagge sono spianate dal
Le partenze sono sempre “rumorose”: il rumore degli
vento, prive di impronte e popolate da ogni forma di
ultimi impegni improrogabili prima di partire, il rumore dei
vita ma le lunghe e inevitabili mareggiate mi avrebbero
saluti, della “civiltà” che sembra incombere per chiederti
costretto a stare lontano da casa ben più di 4 mesi.
“ma sei sicuro? Ci sarà un motivo se nessuno lo ha fatto
Così, dopo qualche mese di preparazione del kayak,
prima così, senza assistenza…” fino a quando l’ultima voce
delle dotazioni di bordo e dell’assetto di navigazione
dietro alla diga foranea di Trieste sembra fondersi con la
a pieno carico mi sono ritrovato a Trieste, circondato
stretta allo stomaco per aver appena salutato chi ami.
da amici e simpatizzanti per partire dallo Yacht Club
Il silenzio di una giornata favorevole di bonaccia introduce
Adriaco in primavera. Nel kayak pochi vestiti, tenda,
i nuovi ritmi di vita, durante i quali la sveglia sarà alle 03:00,
sacco a pelo, materassino, parecchie dosi di cibo in
l’imbarco alle 04:00, la navigazione durerà tra le 9 e le 12
confezioni giornaliere sigillate sottovuoto, acqua per
ore con percorrenze anche di 40 miglia giornaliere.
4/5 giorni, dotazioni di bordo, dotazioni di sicurezza,
Un’immersione nei profumi, nei suoni, nelle luci e nella
pronto soccorso, 2 macchine fotografiche, 2 GoPro, VHF,
vita del mare che mi ha segnato. Oggi, non passa un
PLB, SPOT, materiali per le riparazioni, una pesante busta
giorno senza che io riviva anche per un istante qualche
stagna con le carte nautiche di tutta l’Italia, un grande
emozione vissuta durante la mia navigazione solitaria
pannello solare pieghevole, una batteria al litio e un
intorno all’Italia, alla Sicilia e alla Sardegna.
Pellestrina, lo stridere dei gabbiani, l’odore intenso di gasolio, il rumore ritmico del motore e, infine, un’onda lunga così insolita nel mondo immobile della laguna, causata dal passaggio di un peschereccio che si appresta a uscire in mare e mi raggiunge da poppa. Il comandante esce dalla cabina di pilotaggio e, insieme ai due marinai all’opera a poppa, interrompono il loro lavoro per salutarmi con un cenno appena accennato ma significativo. Scompaiono davanti alla mia prua. In pochi minuti rimangono all’orizzonte solo i gabbiani. Navigo da quando sono ragazzino e frequento lavoratori in mare da sempre ma grazie al mio piccolo e vulnerabile kayak ho individuato nuovi canali di comunicazione e un nuovo rapporto: ci capita di chiedere una mano — a Brindisi ho tolto una cima dall’elica a un pescatore che non riusciva a rientrare in porto con vento da nord e quella gigantesca risacca che si forma davanti alla diga foranea che i marinai pugliesi conoscono così bene — e di avere un supporto fondamentale quando le condizioni lo richiedono davvero — a Marina di Catanzaro sono stato accolto a tavola come un figlio da una famiglia nella quale padre e figlio lavorano per la Guardia Costiera.
Pioggia, temporali e rinforzi sono previsti a partire dalla seconda parte della notte e per le successive 72 ore. Sono partito da Francavilla a Mare e navigo da 8 ore. Mezzo nodo di corrente contraria da questa mattina e leggero vento da prua le ultime ore. Ormai mancano solo 4 miglia: intravedo il promontorio di Vasto. Un primo groppo si avvicina al mare dall’Appennino. Quando sono a pochi decimi di miglio dalla diga foranea il vento rinforza a oltre 35 nodi, piove sempre più forte. Non voglio fermarmi su una delle corte spiagge tra le scogliere perché rimarrei bloccato per 3 giorni in condizioni dure. La temperatura scende a 8 gradi. Rinforza ancora, navigo gli ultimi minuti in appoggio fisso con un vento violento da poppa che solleva alte nuvole di acqua. Piove così forte che non vedo più niente oltre la mia prua. Devo tenere la rotta con attenzione: se orzo troppo perdo l’entrata in porto e finisco in pieno Adriatico, se faccio abbattere la prua finisco sui blocchi della diga foranea di Vasto e perdo il kayak con tutto il contenuto. Dopo diversi lunghi minuti, con l’occhio fisso sulla bussola e il kayak in
Nel kayak siamo vulnerabili. Le previsioni possono essere
planata fissa a chissà quale velocità appare il fanale verde di
utili ma bisogna costantemente riformulare il proprio
Porto Penna. Al terzo tentativo riesco a rallentare il kayak su
piano di navigazione immaginando di continuo un
un’onda per cambiare di mura e fare prua verso terra. È fatta,
cambio istantaneo delle condizioni. 12 ore di anticipo
sono in porto. 28 miglia. Ora devo solo trovare uno scivolo
sul passaggio di un fronte capitano. Dobbiamo fermarci
tra le alte banchine in pietra. Il diluvio gelido e il vento forte,
quando siamo consapevoli di avere ancora almeno 20
ma senza onda, non mi preoccupano più. Vengo aiutato
miglia di autonomia se le condizioni dovessero cambiare.
ad alare il mio kayak che tra viveri e dotazioni pesa intorno
Siamo comandante e equipaggio (navigatore, motore,
agli 80 kg, da un gruppo di marinai intenti a rinforzare gli
cambusiere…) allo stesso tempo. Dobbiamo decidere con
ormeggi e a mettere in sicurezza le barche nel Marina…
lucidità e eseguire allo stesso tempo.
029
TUILIK srl Sea kayak courses, guiding, gear, lifestyle
Tuilik è il primo e unico centro a Milano che organizza corsi, esplorazioni e vende kayak e attrezzatura specifici per il kayak in mare.
Siamo istruttori e guide, ma siamo anche marinai. La nostra passione, che ci porta a sviluppare corsi specifici, esplorazioni sempre diverse e a provare gli ultimi prodotti sul mercato, è quella di condividere insieme a voi giornate in mare memorabili per trarne esperienze sempre nuove. Il kayak è la nuova frontiera della nautica sostenibile, perché ci permette di navigare in autonomia, nel silenzio più assoluto, senza inquinare e a stretto contatto con il litorale dove nessun’altra barca potrà mai accedere.
tuilik.com
Sono le 03:30, sono appena partito da Positano, navigo
sono le Sirene. Ho sentito le Sirene. A Positano erano
a pochi metri dall’alta scogliera nera. Buio totale. Intuisco
le Sirene. Le Berte sono pelagiche ma nidificano sulle
il profilo del litorale dall’onda che sfrega la scogliera e
scogliere più alte e in antichità le loro urla venivano
ritorna creando quella tipica risacca della bonaccia…
scambiate per quelle delle Sirene. Mi passano davanti in
Dall’alto della scogliera sento una voce straziante, una
un istante tutte quelle pagine di racconti di navigazioni e
seconda, più voci femminili che mi gelano. Continuo
viaggi raccolte da Giovanni Battista Ramusio o naufragi di
a pagaiare quasi volessi rifiutarmi di sentirle. Silenzi.
Deperthes, dove le Sirene, che ho conosciuto per la prima
Riprende il lamento corale. Ho i brividi, Continuo a
volta nell’Odissea vengono spesso nominate con un certo
pagaiare, formulo ogni possibile ipotesi: il suono del mare
timore… Nel 2011 ho sentito le Sirene.
da una grotta, due cetacei, una registrazione! Silenzio. Riprendono e smettono per poi scomparire con le prime
Dal kayak, quando siamo soli, impariamo a distinguere
luci. Inizio a scaldarmi. Il sole scalda le mani sulla pagaia.
e associare suoni, colori, animali e profumi del mare.
Non riesco a pensare ad altro. Rimane il mio segreto per
Ora, l’acqua più fredda ci dice che tra 2 miglia ci sarà la
qualche giorno. Guardo i posti e le persone che incontro
foce, di notte l’odore di grano ci dice che sta finendo
la sera senza svelare nulla. Custodisco le emozioni di un
la scogliera e che stiamo avvicinandoci alla spiaggia
episodio che mi fa rabbrividire eppure deve avere una
dietro alla quale i campi vengono accarezzati dall’ultimo
spiegazione. La settimana successiva, ormai in Lazio,
residuo di brezza notturna, un odore pungente di pesce
vengo spesso affiancato dalle Berte Minori. La mattina
marcio ci dice che sopravvento deve essere emerso un
presto, quando nel buio passano e ritornano vicinissime
cetaceo, e così via…
per studiarmi, io con il mio movimento regolare e silenzioso, loro con le loro ali immobili in costante planata sul mare lungo residuo della giornata precedente. In Toscana mi hanno affiancato anche alle primissime luci della mattina. Ali lunghe e affusolate, color cioccolato, uno sguardo sereno, molto curiose e sempre così basse e veloci sull’acqua. Pagaio regolarmente e faccio finta di non guardarle sperando che si avvicinino di più. Muovono la testa e mi scrutano da prua a poppa. Spariscono e poi
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ritornano. Sono in due… Un groppo in gola: ma certo
INTERVIEW
QUESTIONS & ANSWERS
BENJAMIN KOFLER LIBERTÀ, UN FILO SOTTILE IN MEZZO AL CIELO
Intervista: la redazione Foto: Thomas Monsorno
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FOTO:
MATTEO ZANGA
Ciao Benjamin, presentati a chi non ti conosce ancora, dove vivi e cosa fai nella vita?
volevo provare anche una Slackline in altezza,
Ciao, sono Benjamin Kofler, ho 27 anni e sono
fissarla, come far si che tutto sia sicuro. Dopo
di Termeno. Durante la settimana lavoro come
i primi tentativi, questo gioco in altezza mi è
grafico, mentre nel tempo libero sono in giro sulle
piaciuto cosi tanto che ho deciso di farlo mio!
una “Highline”. Insieme ad un amico abbiamo guardato come funziona: le tecniche per
montagne per scalare, fare Slackline o freeride.
Come e quando è nata la passione per l’Highline e attraverso quali passaggi sei arrivato a praticarla come la pratichi oggi?
Mediamente quanto tempo del tuo tempo è dedicato a questa attività? Dipende un po’ alla stagione, estate e autunno sono i mesi in cui sono in giro quasi ogni
La passione è nata circa otto, nove anni fa,
weekend con la Slackline. Durante la settimana
quando ho provato la Slackline per la prima
mi alleno al parco, e magari partecipo a
volta nella palestra di arrampicare a Termeno.
qualche Show. In inverno e primavera pratico
Da quel momento è iniziata la mia passione per
un po’ meno.
questo sport.
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Dopo due anni di allenamento sulla Slackline,
Quali altre discipline outdoor pratichi?
sempre a 1/2 m da terra, ho pensato che
In generale amo stare in montagna, perciò
pratico diversi sport. Arrampicata sportiva e alpinismo, boulder, freeride, arrampicata su giaccio.
Slackline e Highline ti sono utili per migliorarti in altre discipline? Nel caso in che modo? Mi sono utili nell’arrampicata, per l’equilibrio, ma l’utilità non si riflette solo negli sport è utile anche per raggiungere un certo equilibrio nella vita. Una buona compensazione con il mio lavoro per cui devo stare tutto il giorno in ufficio.
Esistono anche competizioni di Highline? Partecipi? Si esistono ma non vi partecipo. Per me, è più importante fare highline in un posto bellissimo e realizzare i miei progetti.
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The Classic Fine Jade Le fessure dividono più delle pareti di roccia; dividono intere comunità di arrampicatori, fra chi ama l’arrampicata in fessura e chi letteralmente la odia. Non ci sono vie di mezzo fra questi due estremi. Gli amanti di questa disciplina possono trovare alcune delle più spettacolari fessure al mondo nel sud dello Utah, USA, e Fine Jade è una dei grandi classici nella terra degli yankee.
Traduzione: The Wise Foto: courtesy Mammut
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LA CASTLE VALLEY E LE SUE TORRI La definizione: “una fessura è una singola presa verticale dalla base alla sommità” è generalmente applicata all’arrampicata nelle montagne Elbe Sandstone (Poste in Repubblica Ceca n.d.r.), conosciute come la mecca europea dell’arrampicata in fessura. Tuttavia l’unico vero paradiso del genere si trova vicino ad una piccola cittadina americana nello Utah, chiamata Moab. Su di un alto plateau, in milioni di anni, il fiume Colorado ha scavato un profondo canyon nell’arenaria. Con il passare del tempo, il vento e le intemperie hanno disegnato caratteristiche torri e formazioni rocciose uniche. The Rectory, un’allungata terrazza di roccia alta più di 100 m, si innalza dalla pianura della Castle Valley come la carena di una nave, incorniciata dal sottile profilo della Castleton Tower a sud e di The Priest a nord. Castleton Tower è una delle più conosciute cime di tutti gli USA e una delle prime torri nel deserto ad essere scalate. Il 16 settembre del 1961, Laytor Kor, un pioniere dell’arrampicata nello Utah, e Huntly Ingalls, furono i primi a poggiare i piedi sulla sua cima. La via Kor/Ingalls è oggi una dei grandi classici, gradata 5.9. Un anno dopo, Layton Kor completò anche la prima ascesa di The Priest, la torre di fronte al versante nord di The Rectory, accompagnato per l’occasione da Fred Beckey, uno dei migliori arrampicatori di sempre (la lista delle sue ascensioni basterebbe a riempire la vita di due scalatori, e arrampica ancora oggi, all’età di 93 anni).
LA DREAM LINE Un sentiero sottile guida dal parcheggio lungo la strada per Castle Valley, dal deserto dello sterile plateau, attraverso immensi ghiaioni le torri si protendono verso il cielo azzurro. La linea che attraversa il sottile profilo della parete sud di The Rectory diventa sempre più chiara ad ogni passo. Quando si raggiunge il punto di attacco la vista è semplicemente mozzafiato: come intagliata da un gigantesco coltello essa fende la roccia liscia disegnando l’unica linea logica di salita. Fine Jade ha la reputazione di un mega classico fra le vie in fessura su arenaria negli USA. Solo pochi anni dopo la sua apertura, avvenuta nel 1984 da parte di Chip Chase e Pat Ellingwood, era già stata inserita fra le scalate top degli Stati Uniti.
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Così non c’è stato da sorprendersi che Steph Davis, residente nella vicina Moab, fosse ansiosa di presentare Fine Jade alla sua ospite Caroline North. In una soleggiata ma gelida mattina di febbraio, i due membri del pro team Mammut, auto-professatesi amanti dell’arrampicata in fessura, sono partite con lo zaino in spalla lungo il sentiero di un’ora che dal parcheggio porta ai piedi di The Rectory. Era il primo viaggio di Caroline nel deserto dello Utah e la vista l’ha lasciata a bocca aperta: “Fine Jade è una linea incredibilmente bella, fessure stupefacenti attraversano la superficie rocciosa. E’ facile immaginare perché venga voglia di arrampicare una parete del genere”. Steph ha aggiunto: “Fine Jade è una via che non si può non amare, è pura estetica”.
CAROLINE GUIDA IL PRIMO TIRO C’è una fessura estenuante, solo leggermente aggettante, seguita da una fessura per la mano e da una per le dita (5.10+) che porta alla prima sosta. Steph sale il secondo e il terzo tiro come fosse un tiro unico, il tiro chiave (5.11a), una stretta fessura per le dita. Poi diventa più facile (5.9) e sotto la headwall riprende il comando Caroline. Le due ragazze scelgono come opzione l’uscita diretta (5.11a); la via originale traversa verso sinistra in un corto offwidth (fessura di spalla, 5.9+). Alcuni spit rendono sicura la scalata tecnica. Caroline ricorda: “La sfida mentale della scalata era l’aspetto più impegnativo, le protezioni sono così lontane che una caduta avrebbe significato sbattere sulle rocce sottostanti”. In piedi sulla cima le due ragazze convengono di aver scalato una via a cinque stelle.
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CHE COS’È L’ARRAMPICATA TRAD?
via del Compressore di Maestri sul Cerro Torre.
Facciamo una piccola digressione nella storia
Ray Jardine (primo salitore di alcune delle più
dell’arrampicata americana. Quando le prime
difficili vie di free-climbing a Yosemite, compresa
COSA SIGNIFICA CLASSICO?
vie sono state aperte nella Yosemite Valley e
Phoenix, 5.13b) ebbe l’ingegnosa idea di una
Secondo Wikipedia, il nostro riferimento digitale
in Colorado fra gli anni ’50 e ’60 è stata usata la
protezione a camme, il nostro attuale friends,
preferito, in linea generale un “classico” descrive
tecnica dell’artificiale e l’utilizzo di chiodi classici.
questo aprì l’era delle facili protezioni su fessure.
qualcosa che riunisce le caratteristiche tipiche di una forma pura universalmente accettata,
Tuttavia per non lasciare traccia del passaggio i
040
c’è uno spit come zattera di salvataggio.
chiodi venivano tolti con il risultato che la roccia
Pensare di arrampicare nel deserto di Moab
considerata quindi perfetta e armoniosa. Un
era sempre più rovinata e servivano chiodi
senza friends sarebbe quasi impensabile. La
classico rappresenta quindi un contrappunto
sempre più grandi.
maggior parte delle fessure parallele sono
senza tempo alla moda transitoria”. Jay Smith di
improteggibili con nut normali, mentre i friends
Moab, un esperto di arrampicata su arenaria in
Tutto questo ha portato, all’inizio degli anni ’70
vengono letteralmente divorati. Questo solleva
Utah, ha una sua definizione: “Per me un classico
a far nascere la filosofia dell’arrampicata pulita
un’altra sfida dell’arrampicata in fessura: si può
deve essere divertente dalla prima all’ultima
nella Yosemite Valley, in cui non si utilizzavano
mettere una pezza ad una fessura con un friend
presa. E ogni tiro di Fine Jade è divertente, tutta la
più martello e chiodi ma solo dadi removibili.
ma è anche molto estenuante dal momento che
via, fino alla cima. Quindi penso che Fine Jade sia
Una delle prime persone a praticare questa
nel deserto conta solo una salita Rotpunkt (senza
una delle più belle vie dello Utah”. Caroline North
tecnica e contribuire alla sua diffusione fu Jim “The
appendersi alle assicurazioni).
aggiunge: “Questo tipo di roccia e le fessure
Bird” Bridwell, una delle più pittoresche figure
Quando si sta alla base di una fessura da 40 m e
fanno battere il cuore più forte. Dalle fessure
dell’arrampicata americana. Oltre ad alcune delle
come unica isola nell’oceano dell’arenaria verticale
per le dita a quelle per la mano, ci sono tutti gli
più difficili libere del giorno d’oggi, Jim ha aperto
c’è la prossima sosta, devi fare attenzione alla
ingredienti per una bella avventura”.
anche alcune vie estreme sulle big wall di El
tattica, quando e dove piazzare i friends, per non
Capitan, senza dimenticare il completamento della
incorrere in una situazione di carestia, perché non
Quindi cos’è? “ una forma pura universalmente
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accettata” o “ qualcosa che fa battere forte
Rectory che proiettano le loro ombre oblique
una di queste cime. L’arrampicata è solo una
il cuore”? Fine Jade combina entrambe le
sul Colorado Plateau nel pomeriggio sono
parte dell’esperienza complessiva. Si tratta più
definizioni, l’accademica incontra l’emozionale. La
sufficienti per far venire voglia di prendersi
che altro della sensazione di arrampicare con
via è davvero una forma pura di linea in fessura e
una pausa. Arrampicare nel deserto di Moab è
un compagno, stare sulla cima e guardare le
chiunque approcci la parete sud di The Rectory
un’esperienza davvero speciale, caratterizzata
montagne circostanti, l’orizzonte”.
sentirà il cuore battere più forte. Fine Jade
non solo dall’arrampicata in sé stessa ma
rappresenta la sintesi di una sfida fisica e mentale,
dall’atmosfera in generale. Steph Davis, che ha
…” Standing at the very top, high above the everyday
l’arrampicata che unisce il corpo e la mente.
vissuto a Moab per molti anni la descrive così:
smell of the valley, breathing freely at last! It is for this
“E’ la bellezza del paesaggio e il chiaro profilo
feeling that we climb towers small and large – “Sitting
delle torri, e soprattutto lo stare in piedi su
on Top of the World” (Walter Vinson, 1901–1975)
SEDERSI SUL TETTO DEL MONDO… Quello del Marlboro Country è un cliché spesso utilizzato per descrivere il panorama desertico di Moab, radicato nel nostro cervello grazie a decenni di pubblicità del noto marchio di sigarette. E la regione è stata anche il set di una quantità di film western. Ma il deserto è molto più di questo. Il fotografo Rainer Eder spiega: “ non ci si stanca mai di guardare questi luoghi. Il panorama è potente, di una bellezza impressionante. Per un fotografo europeo è una cosa davvero speciale, cambia costantemente luce e profondità dei colori”.
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La vista di Castleton Tower, The Priest e The
INTERVIEW
QUESTIONS & ANSWERS
AARON DUROGATI GEORGIA LA MIA PRIMA SPEDIZIONE MA SECONDA DI UN’AVVENTURA PIÙ GRANDE Aaron Durogati: pilota di parapendio, freerider, speedrider. Noto per i risultati in competizioni di Coppa del Mondo, al Red Bull X-Alps, per il progetto Red Bull Peaks Trilogy. Ci parla questa volta della sua prima spedizione, una nuova avventura, anzi, due. Intervista: Marco Melloni Foto: Alessandro d’Emilia / Storyteller-Labs
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“Durante l’inverno a Juta vivono solo tre famiglie, il nostro contatto ci aveva organizzato una base dove poter alloggiare all’occorrenza e dove poter lasciare parte dell’attrezzatura e degli approvvigionamenti, il resto lo avremmo portato con noi al campo base”
In quanto tempo l’hai organizzata e chi ne ha fatto parte? La pianificazione è stata abbastanza rapida, in tre mesi scarsi abbiamo organizzato il tutto. Eravamo in quattro: io, Wolfi Hell: ex di coppa del mondo di sci e ora guida alpina, Daniel Ladurner: un ragazzo della zona di Merano, buon arrampicatore su roccia e ghiaccio e con una buona esperienza circa la valutazione della neve, lavora per il soccorso alpino. Poi c’era Alessandro d’Emilia, il fotografo e filmer di Stoeryteller-Labs con cui avevo già avuto modo di lavorare e di cui conoscevo le capacità sciistiche (anche lui è maestro di sci).
Come siete arrivati lì e quanto tempo siete rimasti? Siamo rimasti diciotto giorni. Siamo partiti da Venezia e abbiamo fatto uno stop ad Istanbul prima della Georgia, lì è venuta a prenderci una persona con la Jeep. Durante il viaggio ci simo fermati in alcuni villaggi ad acquistare le provviste ed il gas per i fornelli. L’ultimo paese abitato si chiama Juta ma non è raggiungibile in jeep in inverno. Ci hanno lasciati a circa tre ore a piedi e abbiamo dovuto fare tre viaggi per portare tutte le attrezzature al villaggio.
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Ciao Aaron come è nata l’idea di una spedizione in Georgia, eri già stato da quelle parti?
Georgia nell’ambito dell’eliski, interessato a attività.
Come eravate organizzati, dove dormivate e come facevate per gli approvvigionamenti?
No, non ero mai stato in Georgia, l’idea è
Così una sera dello scorso dicembre ci siamo
Durante l’inverno a Juta vivono solo tre
saltata fuori l’inverno scorso, dopo qualche
incontrati a Vipiteno dove ci ha mostrato
famiglie, il nostro contatto ci aveva organizzato
uscita di scialpinismo con l’amico Wolfi Hell
alcune fato fatte dall’elicottero fornendoci
una base dove poter alloggiare all’occorrenza
durante le quali abbiamo fatto anche delle
informazioni circa queste Dolomiti del Chauki,
e dove poter lasciare parte dell’attrezzatura e
linee di ripido. Wolfi era stato contattato da
luogo che fino ad allora mi era sconosciuto.
degli approvvigionamenti, il resto lo avremmo
un pilota di elicotteri austriaco che lavora in
Così è nato il tutto.
portato con noi al campo base.
pubblicizzare la zona per la pratica di questa
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Abbiamo dormito lì la prima notte, poi ci siamo
Chauki e per conformazione ricordano le nostre
Il secondo giorno dal villaggio ci siamo spostati
spostati ai piedi delle montagne dove abbiamo
montagne, sebbene la roccia non sia Dolomia.
nella zona che ci eravamo prefissati per il
organizzato il campo. Durante la spedizione
Abbiamo trovato condizioni variabili, il primo
campo, a circa 3 ore 1/2 di pelli di distanza.
abbiamo dormito in tenda, fatto salvo i giorni di
giorno era molto nuvoloso, tanto che senza
Il meteo a quel punto è cambiato radicalmente
partenza e arrivo e un giorno in cui siamo tornati
avere mappe e non riuscendo a far funzionare il
diventando bello freddo, inoltre lì la neve era
al villaggio per recuperare le provviste. Inoltre
gps abbiamo totalmente perso l’orientamento.
parecchia: circa 3, 5 metri sul piano.
siamo stati fortunati a posizionare il campo in quel
Credevamo di aver raggiunto quelle montagne
Era un posto fantastico, l’idea che mi ero fatto
punto, sotto la neve scorreva un torrente e così non
mentre eravamo da tutt’altra parte, ce ne siamo
da bambino pensando all’esplorazione di un
avevamo bisogno di scioglierla per preparare i pasti.
resi conto a posteriori con il sole. Quel giorno
luogo incontaminato.
ci siamo molto spaventati, c’era poca neve, un
Come dicevo le condizioni sono state molto
Che tipo di montagne ci sono in quella zona e che condizioni avete trovato?
metro e mezzo circa ma faceva caldo e abbiamo
variabili, abbiamo vissuto in venti giorni il
staccato un paio di valanghe che lasciavano
cambio delle stagioni. Due o tre notti sono
Queste montagne sono chiamate Dolomiti del
vedere i prati sottostanti.
state freddissime, non so quanto ma circa venti
“Il primo giorno era molto nuvoloso, tanto che senza avere mappe e non riuscendo a far funzionare il gps abbiamo totalmente perso l’orientamento”
gradi sotto allo zero, di giorno invece scaldava.
sbizzarrito, raddoppiando un po’ ciò che facevano
lamina e mi faceva parecchio male un ginocchio,
Addirittura quando abbiamo smontato il
i miei compagni. Facevo prima una linea di sci
così ho deciso di tirare fuori l’ala e di scendere
campo l’ultimo giorno lo abbiamo fatto in
ripido con i ragazzi e poi andavo a farmene
in speedriding. Un’altra linea l’avevamo fatta
t-shirt, sembrava primavera, arrivati al villaggio
un’altra con la vela. Alcune di queste linee sono
con gli sci il giorno prima, era molto ripida e
non c’era già più neve.
state davvero interessanti e in un’occasione la vela
avevamo dovuto fare un paio di calate, ci sono
mi ha un po’ salvato la giornata.
tornato il giorno dopo a provarla in Speed. E’
Che altezza hanno queste montagne?
Stavamo facendo una linea di ripido, forse
stato fantastico, il canale aveva un accesso molto
Non ricordo con esattezza, mi pare che la cima
la più impegnativa, quando in un passaggio
particolare, un buco nella roccia dentro cui
più alta che abbiamo raggiunto fosse attorno ai
difficile dove il pendio si stringeva ad imbuto, io
bisognava saltare finendo all’interno di una specie
3.800 m, mentre il campo era a circa 2.600 m.
all’atterraggio da un piccolo cliff, passato dopo
di grotta, da lì si usciva per un’apertura triangolare
i miei tre compagni, ho preso uno shark (una
che immetteva nel canale, questo era strettissimo
Sei riuscito a fare anche speedriding?
roccia nascosta da pochi cm di neve) facendo
e in un certo punto avevo circa 1,5 m per parte;
Si, in quelle due settimane circa mi sono davvero
un bel volo. Avevo rotto la punta dello sci e la
fantastico.
“quando abbiamo smontato il campo l’ultimo giorno lo abbiamo fatto in t-shirt, sembrava primavera, arrivati al villaggio non c’era già più neve”
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Altre linee erano più classiche, con pendii aperti dove poter fare curvoni veloci in freeride.
Oltre ad essere stato un maestro di sci pratichi parapendio ad altissimi livelli in competizioni di varia natura, dentro e fuori dall’Italia. E’ la prima volta invece che organizzi una spedizione?
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So che la tua più grande avventura è iniziata pochi giorni fa però, sei diventato papà! Oltre alle più sincere congratulazioni, vorrei chiederti: un bimbo da crescere, come cambierà, se lo cambierà, il tuo approccio nell’attività di atleta? Si, pochi giorni fa è nato mio figlio Arno. Credo sia la cosa più bella che potesse succedere a
Si è la prima volta che parto in spedizione. Da
me e Renata (la sua compagna n.d.r.), vedo solo
quando non faccio più il maestro e l’allenatore
lati positivi in questo evento. Diciamo che sarò
(cinque anni) mi sono ri-innamorato dello sci
ancora più contento di tornare a casa dopo le mie
freeride/touring/ripido e ho maturato tanta voglia
avventure, sono molto motivato a fare ciò che
di fare. Parallelamente in questi anni ho partecipato
faccio ma non sono la persona che ama stare via
a competizioni di parapendio come la Red Bull
per mesi o per un anno. Sono legato alla mia casa
X-Alps che è una vera e propria avventura, anche
e ho sempre la nostalgia che mi porta a tornare, la
se competitiva. Questi due differenti aspetti del
presenza di mio figlio sarà un validissimo motivo in
mio essere atleta hanno fatto maturare la voglia di
più per farlo.
provare una spedizione vera e propria e quando
Inoltre anche Renata è stata atleta di parapendio
si è presentata l’occasione non me la sono lasciata
ad alti livelli e pratica tutt’ora come pilota, quindi
sfuggire. Tanto che a due settimane dal ritorno
chissà che questa passione non si trasmetterà
della Georgia sono ripartito con un atleta sloveno
anche a nostro figlio. Ricordo quando iniziai a
per una spedizione dalla Bulgaria al Mar Nero,
praticare parapendio da bambino con mio padre
coprendo circa 600 Km fra parapendio e trekking.
e quando viaggiavamo assieme per fare gare
Stile Red Bull X-Alps ma fuori da un contesto
spinti dalla stessa passione, se un giorno sarà
competitivo, e senza supporto.
desiderio di mio figlio, potremo volare assieme.
© D.RASTOUIL
JEFF MERCIER M O U N TA I N E E R I N G
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INTERVIEW
QUESTIONS & ANSWERS
SIMONE MORO
NANGA PARBAT E IL SOGNO DIVENTATO REALTÀ Abbiamo incontrato il grande alpinista italiano in occasione della serata “a tu per tu con i grandi dello sport” organizzata da DF Sport Specialist lo scorso luglio. Le domande che avevamo preparato, come a sorpresa il tema della sua serata, non erano focalizzate solo sulla sua ultima grandissima impresa ma volevano raccontare in modo più ampio la persona e l’atleta e il come sia riuscito a conquistare dopo tanti anni un risultato del genere. Ad alcune domande Simone ha quindi risposto indirettamente, attraverso un’emozionante narrazione che di seguito, in alcuni passaggi virgolettati, trovate riportata.
Intervista: Marco Melloni Foto: La Sportiva, archivio Simone Moro, The North Face, Matteo Zanga
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FOTO:
MATTEO ZANGA
ARCHIVIO FOTO:
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“Prima di raccontarvi del Nanga Parbat vorrei
degli strumenti affinché io potessi realizzare il
a dei consigli, è diventato un uomo felice
spiegarvi come si arriva un giorno a tentare il
mio sogno.
che ha realizzato il proprio sogno e ci è
Nanga Parbat, perché non vorrei che pensaste
Mi dissero: <ascolta Simone, ce n’è riuscito solo
riuscito accumulando esperienza, una cosa
che si possa tentare una cosa del genere per
uno, nella storia, a mangiare facendo l’alpinista
che si fa con gli anni, che non si compra al
azzardo. In montagna con gli azzardi ci si lascia
e ora vive in un castello, l’inarrivabile Reinhold
supermercato. E’ un processo che non si può
la pelle, tutti, me compreso. Quindi ho dovuto
Messner. Se ce l’ha fatta uno su cinque miliardi
accelerare, come non si può vendemmiare
fare un percorso prima di pensare di poter
di persone, preparati perché magari potresti
prima della maturazione dell’uva.
affrontare questa impresa con un coefficiente
non farcela. Ma se vuoi provarci, preparati
Ho cominciato facendo l’arrampicatore
di sicurezza e abilità sufficienti a poter gestire
una cassetta degli attrezzi, cerca di imparare
sportivo, ho fatto gare di arrampicata sportiva,
un successo o un insuccesso.
delle cose che magari al momento non vedi
poi ho fatto le mie vie alpinistiche in Dolomiti,
Tutto è partito da un bambino, che alla
direttamente collegate con il tuo sogno ma
ho aperto delle vie dal basso fino al 10° grado.
classica domanda: <cosa vuoi far da grande>,
che potranno esserti utili comunque se questo
Ho voluto conoscere il modo veloce di andare
rispondeva sempre, <l’alpinista>.
desiderio non riuscissi a realizzarlo. Quindi tieni
in montagna, ho fatto gare di sky running, gare
Ho avuto una fortuna nella vita, una fortuna
i pedi per terra, vai avanti a studiare, relazionati
di sci-alpinismo, poi sono arrivate le cascate
che potete regalare anche voi, la fortuna che
con il mondo e mantieniti umile. Perché ricorda
di ghiaccio e poi sono arrivati gli 8.000. Ho
mio papà e mia mamma di fronte a questa
che qualsiasi cosa decolli poi deve anche
voluto conoscere un mondo e poi ho dovuto
affermazione non mi hanno mai fatto sentire
atterrare, e devi decidere se atterrare facendo
decidere COME fare alpinismo. Decidere se
ridicolo. Se avessero fatto questo, avrebbero
un buco o atterrare dolcemente. Per atterrare
aveva un senso ripetere le mitiche imprese
ammazzato il sogno di un bambino, avrebbero
dolcemente devi avere la percezione di dove
di alpinisti di caratura planetaria come Cassin,
creato un uomo incapace di sognare o di
sei, da dove arrivi e dove vuoi andare>.
Bonatti e Messner o tracciare una mia strada.
regalare sogni. Al contrario mi hanno dato
Quel bambino ha vinto la scommessa grazie
La ripetizione avrebbe significato ripercorrere
strade già esplorate. Ma si sapeva che potevano essere percorse, per quanto difficili e pericolose. Ho deciso allora di vedere se c’era ancora spazio per l’esplorazione, anche ora, nel terzo millennio. Ciò che questi grandi nomi avevano lasciato da fare era davvero ai limiti del possibile, ed è questo che mi ha stimolato. Cosa potevo fare in epoca moderna per riproporre la stessa sensazione di esplorazione dell’ignoto? Potevo scalare gli 8.000 in inverno. Fra le mie invernali c’è stato il tentativo dell’Annapurna nel 1997, in cui hanno perso la vita i miei due compagni. Poi lo Shisha Pangma nel 2005, il Makalu nel 2009 e il Gasherbrum II nel 2011. Il Nanga Parbat è arrivato dopo 54 spedizioni, 15 spedizioni invernali, l’equivalente di 15 anni di viaggio, spedizioni in cui il 30% delle volte ho fallito. Ma ho sempre scelto di fallire, di rinunciare prima che fosse troppo tardi, e sono ancora qui, con tutte le dita delle mani e dei piedi. Dalle rinunce ho imparato un sacco di cose, perché per raggiungere un grande risultato bisogna prima perdere un sacco di volte e capirne il perché. ARCHIVIO
Ecco com’è arrivato il Nanga Parbat, dopo un percorso: fatto di esperienze e fatto di
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ARCHIVIO
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incontri”…
055
ALEX TXIKON FOTO:
Ciao Simone, dopo due tentativi nel 2012 e 2014 finalmente il 26 febbraio 2016 sei riuscito a raggiungere la vetta del Nanga Parbat, il tuo quarto ottomila di successo in invernale. Cosa ricordi del momento in cui hai capito che avresti raggiunto la vetta? Ricordo che non vedevo l’ora, ma non per tutto il tempo che ho aspettato nel realizzare l’impresa dal suo concepimento, non vedevo l’ora che finisse quella dannata fatica dovuta al palese mancato acclimatamento. Io e Tamara eravamo lì da due mesi e mezzo ma non eravamo ancora riusciti ad arrivare in quota. Ho chiesto al mio corpo uno sforzo immenso, uno dei più intensi di sempre, gli ho chiesto di andare senza ossigeno 2.000 m più in alto rispetto al punto in cui eravamo riusciti a dormire una sola notte, a 6.100 m. Eravamo tutti al limite, lo testimonia il fatto che Tamara si sia fermata a 60, 70 m dalla vetta, lei è una che non molla mai. Ovviamente in quel momento c’era anche la soddisfazione di aver realizzato un’altra scalata
a dare a loro. Non è solo una questione
volta nella vita, e questa era la quarta volta che
Anatoli Boukreev, Denis Urubko, Cory Richards, David Goettler, Tamara Lunger (per citarne alcuni). Come scegli il partner per le tue imprese. Cosa è più importante: le capacità alpinistiche, la forza fisica e mentale, la generosità, il feeling?
mi capitava, quindi la soddisfazione provata è
Di solito scelgo delle persone che possano
essa per aiutare un compagno in difficoltà,
davvero difficile da descrivere.
darmi ciò che io sono in grado e disposto
cosa che io sono disposto a fare, è credo la
storica. La differenza fra un record, una scalata difficile e una scalata storica è che i record si battono, di scalate difficili se ne fanno tante ma le scalate che restano nella storia sono un sogno
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LA SPORTIVA
che si ha il privilegio di realizzare forse una
muscolare, forza e resistenza fisica, che comunque è un aiuto reciproco importante, ma è qualcosa che riguarda soprattutto la lucidità, la generosità, l’avere al primo posto il valore della vita. La capacità di saper rinunciare alla vetta, anche a pochi metri da
caratteristica più importante in un compagno di scalata. La seconda caratteristica che vado cercando è l’essere ottimisti e sorridenti; i musi lunghi, duri, ascetici, lontani da me. Ne ho conosciuti una marea di alpinisti fortissimi ma anche formidabili rompipalle: “fa freddo, che palle, abbiamo sbagliato via, chi ce lo ha fatto fare, non è l’anno giusto, c’è brutto tempo…” Persone che fanno la lista delle cose che non vanno. Io invece cerco qualcuno che quando tutto va male, faccia la lista delle cose positive. Ce ne sono poche di persone di questo tipo, ma per fare un’invernale, occorrono persone del genere e Tamara lo è.
E come mai vi siete uniti ad Alex Txikon e Alì Sadpara? L’intenzione mia e di Tamara era di salire la via Messner ma a causa dei seracchi instabili e strapiombanti, nei due mesi in cui l’abbiamo
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tentata è risultata impraticabile. Così abbiamo
A sinistra: Simone Moro e Ali Sadpara in cima al Nanga Parbat. A destra: Makalu 2009. Sotto: In direzione del campo quattro,
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ARCHIVIO
Nanga Parbat.
è un grado stratosferico, ma non c’è nessun
fisse posizionate dalla sua squadra, loro
Da qualche anno investi le tue energie nelle invernali sugli 8.000. Chi ti segue da poco o conosce poco il tuo curriculum potrebbe erroneamente considerarti un “pesta-neve”. Come contrastare tale percezione?
avrebbero sfruttato la mia esperienza nelle
Quello che vorrei fare ora è raccontare da
running. All’ultima a cui ho partecipato in
invernali.
dove vengo. Arrampico ancora l’8a, che non
Dolomiti dietro al Civetta sono arrivato 7°,
parte anche Daniele Nardi mi ha chiesto di unire le forze per tentare la cima lungo la via Khinshofer. Noi avremmo sfruttato le corde
alpinista himalayano in grado di salirlo. Sono dei grandissimi camminatori, ma non farli arrampicare, non fargli fare una cascata di ghiaccio, non fargli fare dry tooling. Ottengo dei buoni risultati anche nelle gare di trail
ARCHIVIO
capospedizione del gruppo di cui faceva
FOTO:
deciso di spostarci. Al campo base Alex Txicon,
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ARCHIVIO FOTO:
la notte prima ero in viaggio, non avevo nemmeno dormito. Insomma mi difendo più che bene. Per questo già alla conferenza che ci sarà stasera vorrei raccontare un po’ del mio passato, perché in effetti tanti che mi conoscono da poco non sanno quali sono le mie origini e cosa ho fatto prima degli 8.000 in invernale, o caso faccio ancora oggi. Se sono arrivato sul Nanga Parbat è grazie alla capacità di performare in molte discipline, grazie a ciò, lì, ho saputo essere strategico, veloce e anche un pesta-neve. Vorrei far conoscere le mie origini non per far vedere quanto sono bravo ma per spiegare quanto possa essere importante conoscere il mondo della montagna a tutto tondo.
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ARCHIVIO
Di cosa ti occupi, come vivi il periodo immediatamente seguente a quando raggiungi un obiettivo grandioso come la cima di un 8.000?
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Sotto: Alex e Tamara,
Ciò che faccio ogni volta, e ho fatto anche
Nanga Parbat.
questa volta, è rimettermi subito ad allenarmi.
CORY RICHARDS FOTO:
Mi alleno tanto, nonostante abbia quasi 49
In alto:
anni i miei 100 Km alla settimana li faccio, e
Simone inizia
il muro d’arrampicata lo faccio sempre, e lo
a scendere dal
capisci dai polpastrelli delle dita. Quindi la
Gasherbrum II
mia prima occupazione al ritorno è riprendere gli allenamenti piuttosto che sedermi sugli allori, cosa che oggigiorno potrei anche permettermi. Non lo dico con arroganza, è un dato di fatto. Ho un’età e un curriculum, a maggior ragione dopo il Nanga Parbat per cui potrei occuparmi d’altro mantenendo gli sponsor senza più fare l’atleta (basti pensare che Messner è ancora oggi sponsorizzato da Adidas). Ma non è nella mia natura, non voglio fare l’opinionista imbolsito. Sono molto esigente con me stesso, mi controllo molto: nell’alimentazione e nel fare movimento. Lo sport mi ha dato dei valori che non ho mai tradito, non mi sono mai ubriacato ad una festa, non ho mai fumato, e questa autodisciplina mi ha permesso di essere quello che ancora oggi sono. Non perseguo quest’etica per fama o per soldi, ma perché credo nei valori dello sport, questo è il mio motore e i risultati vengono di conseguenza.
scalata è andato oltre quello di qualsiasi mia impresa precedente, oltre l’ambito
FOTO:
non era mai capitato prima. L’eco di questa
ARCHIVIO
Ciò che è capitato dopo il Nanga Parbat però
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ARCHIVIO FOTO:
alpinistico, ne hanno parlato e ne parlano
ricevuto una notevole spinta dopo il Nanga
tutti. Paradossalmente, l’impresa per cui non
Parbat, è un’attività che rappresenta oggi
ho fatto un sito internet dedicato o per cui
quasi il 50% dei miei introiti, un peso notevole,
non ho realizzato un blog è stata quella più
considerando che ho una decina di aziende
febbre dei social e della comunicazione in genere non sia in fondo così compatibile con l’impegno in imprese del genere?
mediatizzata, che più ha fatto parlare di sé. Di
che mi sponsorizzano. E’ un aspetto che mi
Si, durante questa spedizione io e Tamara
tutte le 6 spedizioni presenti al campo base,
gratifica, in quanto il tipo di taglio che do alla
non abbiamo comunicato, nel senso più
siamo stati gli unici a resistere ed andare
narrazione di determinati valori è ben distante
attuale del termine. E credo sarà una scelta
fino in cima, il “vecchietto” assieme ai due
da ciò che posso esprimere in serate come
che continuerò a fare. L’alpinismo si è sempre
“giovanotti”. Ciò mi ha fatto scoprire un altro
questa da DF Sport Specialist.
raccontato postumo, poi al giorno d’oggi si
valore, quella della longevità sportiva, non una
Il Nanga Parbat quindi lo considero un altro
è arrivati ad un’orgia della comunicazione,
rivalsa nei confronti dei giovani, esattamente
trampolino per la carriera, piuttosto che
e anche quando non capita nulla bisogna
il contrario, la conferma che si può restare
l’epilogo di essa.
inventarsi qualcosa per tenere alto il livello di attenzione. Vorrei tornare un attimo
sportivamente giovani per tanto tempo. Una longevità sportiva che passa attraverso un percorso comportamentale, una coerenza che negli anni paga a livello di risultati. Un’altra attività che occupa sempre più tempo nella mia vita è rappresentata dalle conferenze in ambito aziendale, incontri motivazionali,
060
di incentivazione. Anche questo aspetto ha
Sei un mago della comunicazione moderna e ciò ti è costato anche un certo giudizio da parte di alpinisti più “conservatori”. Nella spedizione di quest’anno tu e Tamara avete rinunciato a voler comunicare in tempo reale i progressi della spedizione. Credi che la
indietro, raccontare quando c’è qualcosa da raccontare. Non voglio fare intrattenimento, oggi l’alpinismo è sempre più praticato in funzione della comunicazione e non viceversa, un atteggiamento comprensivo da un punto di vista imprenditoriale ma abominevole da un punto di vista alpinistico.
ARCHIVIO FOTO:
A sinistra: Simone e Alex vicini a C4, Nanga Parbat. A destra: Shisha Pangma 2004. Sotto: Alex Txikon, Tamara Lunger, Simone Moro, Ali Sadpara, Nanga Parbat.
“La sintesi di questa spedizione può stare
tempo, si davano una mano a costruire.
e due fratelli in una piccola casa di 64 mq. Un
nell’immagine qui sotto, sembra l’inizio di una
Siamo arrivati in cima innanzi tutto perché
bambino con il sogno di diventare alpinista.
barzelletta: c’era un basco, un’altoatesina, un
eravamo gli ultimi quattro rimasti al campo
Voglio dirvi che nella vita è importante avere
italiano e un pakistano.
base. Sembra un’ovvietà ma chi non è arrivato
un sogno. Ma non basta, un sogno bisogna
In effetti la composizione era questa ma credo
in cima non è arrivato perché non era lì.
prenderlo per mano. Bisogna cercare di
seriamente che questa sia stata la spedizione
Qualcuno potrebbe dire che abbiamo avuto
uscire dalla fase astratta e cominciare la fase
più bella della mia vita. Dopo quasi trent’anni
“culo” a trovare una finestra di bel tempo come
di realizzazione. Bisogna mettersi in cammino,
un piccolo gruppo, senza ossigeno, senza
quella, ma per sfruttare la fortuna devi anche
sapendo che più il sogno è grande e più sono
portatori d’alta quota si è messo assieme
trovarti nel posto giusto al momento giusto, e
gli ostacoli che si dovranno superare. Voglio
lavorando con la massima dedizione ed è
chi non ha avuto la pazienza di aspettare lì tre
darvi un consiglio, un consiglio che è servito a
riuscito ad arrivare in cima a questa montagna
mesi non ha potuto trasformare la fortuna in
me per realizzare quel sogno. Io non sono un
in inverno. E’ stato il coronamento di un sogno
un’opportunità di successo…
talento, non sono più bravo o più dotato degli
comune, il sogno di trent’anni di alpinismo. Noi
altri. Se ho realizzato il mio sogno è perché mi
abbiamo fatto l’ultimo gradino di una scala che
All’inizio di questa serata vi ho parlato di un
sono spaccato la schiena più degli altri. Ho capito
i migliori alpinisti della storia da tutto questo
bambino, un bambino che viveva con i genitori
che nella fase della preparazione c’era una fase muscolare, una fase tecnica e una strategica, che messe tutte assieme rappresentano però un trenta per cento del percorso per il successo. Mancava qualcosa, quel qualcosa l’ho trovato in quella cassetta degli attrezzi che mia mamma e mio papà in quinta elementare mi avevano suggerito di preparare… Ho scoperto che preferisco trascorrere la vita vivendo ogni momento come una successione di albe piuttosto che di tramonti e che dando una dimensione positiva, ottimistica, sorridente alla vita, e vivendo ogni momento anche quotidiano come parte della realizzazione di un sogno, anche se a volte non sono riuscito ad arrivare in vetta e sono stato costretto a tornare indietro, sono riuscito a
FOTO:
ARCHIVIO
diventare una persona felice”.
LE IMPRESE DI SIMONE
061
062
Weekend lungo in Valgardena Luglio, forse il mese migliore per fare trekking. Lâ&#x20AC;&#x2122;anticiclone di solito stabilizza il clima variabile della primavera, il sole splende alto nel cielo e le giornate sono al massimo della loro lunghezza. Le condizioni ideali per fare lo zaino e partire tre giorni lasciandosi alle spalle lo stress della cittĂ .
Testo e foto: Marco Melloni
063
cegliere una destinazione per passare
S
Prepariamo il borsone, due zaini, scarponi,
rifugio a poco più di 2.400 m.
qualche giorno in montagna non è
bastoni. Si parte.
La giornata è bellissima, non particolarmente
sempre immediato, solo prendendo
Siamo già sul lago di Garda, rispetto alla solita
calda, anzi un venticello fresco invita a infilare
in considerazione l’Italia il ventaglio delle
partenza da Milano risparmiamo un’ora e
una giacca antivento. La vista spazia dal
possibilità è davvero ampio, a prescindere che
mezza buona e in poco meno di tre ore siamo
gruppo del Sella al Sassolungo, spunta persino
ciò che ci spinge a partire sia la passione per
a Santa Cristina.
uno spicchio di Marmolada all’orizzonte,
il trekking, l’alpinismo, l’arrampicata o la MTB.
Abbiamo prenotato allo Smart Hotel
dall’alpe di Siusi con lo Sciliar alla Val Gardena
L’arco alpino, unito all’appennino offre davvero
Saslong, un Hotel con servizio abbastanza
alle Odle, uno spettacolo unico.
qualsiasi possibilità immaginabile, persino
automatizzato, camere moderne e sobrie
Imbocchiamo il sentiero in direzione est,
quella di oziare e godersi il panorama.
disegnate dal famoso architetto Antonio
seguendo i segnavia per la malga Pieralongia e il
Questa volta decidiamo di puntare la Val
Citterio e un prezzo interessante. Dal momento
rifugio Firenze. Oggi è un po’ un riscaldamento, il
Gardena, con l’intenzione di rilassarci in paese
che arriviamo in tarda mattinata non possiamo
sentiero quasi subito inizia a scendere e lo sforzo
la sera e fare delle belle passeggiate sulle
ancora farci dare la camera, quindi lasciamo i
limitato consente di rilassarsi, perdendosi fra prati
montagne circostanti di giorno.
bagagli e partiamo per la prima gita.
fioriti e mucche al pascolo.
Prenotare oggi è davvero semplice, stando
064
La malga Pieralongia ci accoglie sui tavoloni
comodamente seduti davanti al pc di casa, in
1° TREKKING:
esterni appena una mezz’ora più tardi, neanche
un’oretta, tramite uno dei tanti siti specializzati
Torniamo indietro sulla strada fino a Ortisei,
a dirlo siamo affamati e scatta un primo
nella ricerca, in questo caso Booking, si sceglie
lasciamo l’auto e prendiamo la cabinovia
tagliere di salumi e formaggi accompagnati
e si prenota una camera in casa privata o hotel.
Furnes e poi la funivia Seceda fino all’omonimo
da una fresca birretta, poi dopo una breve
sosta a guardare i conigli bianchi e neri nella
locali, l’ordine e la pulizia tipici dei villaggi del
conigliera, riprendiamo il cammino.
nord est. Mando qualche WhatsApp a un paio
Seguiamo il sentiero per il rifugio Firenze ma è un
di amici che vivono in zona per avere consigli
po’ tardi, rischiamo di perdere l’ultima funivia per
su dove cenare, mentre la mia fidanzata cerca
rientrare in paese, quindi al bivio posto poco sotto i
informazioni sul web. Mi risponde poco dopo
2200 m svoltiamo a sinistra al posto che continuare
Thomas consigliandomi lo Chalet Gerard, lui
a scendere. Un gruppo di cavalli avelliniesi attira i
non c’è mai stato ma i suoi amici sono rimasti
nostri sguardi, li raggiungiamo, sono 7 o 8 cavalli
molto soddisfatti. Contemporaneamente
liberi che ci guardano curiosi prima di riprendere
lo stesso consiglio ce lo fornisce anche
a pascolare su questo poggio erboso. Scattiamo
Tripadvisor, è deciso, prenoto per le 20.30.
qualche foto ed è ora di rimettersi in cammino.
Già la strada del Passo Sella e poi Gardena è
Al primo bivio giriamo a sinistra, direzione ovest,
piacevole da percorrere, in bicicletta come in
torniamo sui nostri passi camminando a passo
auto, ma quando arriviamo a destinazione, all’ora
svelto al ritmo dei fischi delle marmotte, verso la
del tramonto, è uno spettacolo mozzafiato. Il
malga e poi la funivia, prendendola a meno di
sole sta tramontando dietro la Val Gardena e gli
cinque minuti dall’ultima corsa.
ultimi raggi incendiano le pareti strapiombanti
A sinistra: Panorama sul Sassolungo il gruppo del Sella e le Odle.
del Gruppo del Sella, questo unito alla fantastica
In alto: Cavalli Avelliniesi al pascolo
Arrivati in paese da buoni cittadini prendiamo
cena a lume di candela ci fanno concludere alla
poco sopra al rifugio Firenze.
un aperitivo, Ortisei è davvero carina: negozi,
grande una bellissima giornata.
Sotto: La Malga Pieralongia
065
2° TREKKING: Secondo giorno, secondo trekking. Oggi lascio a casa le scarpe da trail, il sentiero che faremo è più lento e impegnativo, almeno nel tratto iniziale, inoltre è pieno di pietre e sassi, quindi è meglio proteggersi un po’. Molliamo in hotel la macchina e scegliamo i bus pubblici per arrivare al passo Sella, tanto più che i biglietti li fornisce l’hotel. Una volta arrivati al passo prendiamo la cabinovia biposto del Sassolungo, dove gli addetti ti lanciano letteralmente dentro, date la dimensione delle cabine e la mancanza di tempo per salire. Questa cabinovia, non proprio moderna, e aperta solo in estate, è perfetta per superare il dislivello dal passo al rifugio evitando il lungo ghiaione, inoltre è davvero scenografica e lentamente ti porta ad entrare nel bel mezzo del Sassolungo, come una porta spalancata su un luogo misterioso. C’è ancora neve attorno al rifugio Tony Demetz a 2.700 m, in effetti la stagione invernale quest’anno è stata assolutamente sbilanciata in avanti. Lo scenario è davvero emozionante, tutt’attorno svettano le cime 300 m più in alto e si possono scorgere varie cordate impegnate sulle numerose vie di arrampicata; prima o poi bisognerà provarne una. Ci “accontentiamo” di camminare
066
e con il naso all’insù cominciamo a scendere fra i
del Sassolungo. E’ metà pomeriggio quando
In alto: Dal sentiero che gira
macigni verso il rifugio Vicenza, 2.250 m.
raggiungiamo il rifugio Emilio Comici a 2.150
attorno al Sassolungo la vista
Man mano che si perde quota la spaccatura
m. Me lo ricordavo un po’ “sgarrupato” ma il
sull’Alpe di Siusi e l’altopiano
si allarga fino a diventare una piccola valle
rinnovamento evidentemente ha raggiunto
dominante l’Alpe di Siusi. Il rifugio è appena
anche questo ristoro, ora le sue fantastiche torte
all’imbocco di essa e all’imbocco con un’altra
si possono mangiare sui divanetti collocati su
stretta valletta, in cui il sentiero che vi si inerpica
piattaforme girevoli, in modo da poter scegliere il
porta all’attacco della ferrata Schuster, ex via
panorama preferito. Dopo la merenda il sentiero
alpinistica che arriva alla cima del Sasso Piatto,
che attraversa “la città dei sassi” ci riporta al passo
2.958 m.
e al bus per Santa Cristina.
dello Schiliar In basso: Il rifugio Vicenza.
Devo dirvi che anche al rifugio Vicenza si mangia bene? Mi sembra superfluo, mangiare bene e
Seconda e ultima sera, questa volta per
con un panorama da urlo qui è la regola.
l’aperitivo non ci facciamo cogliere impreparati,
Dopo il lauto pranzo riprendiamo il sentiero
ce lo godremo allo Chalet Gerard. Ebbene si, ci
che scendendo man mano piega verso destra,
ricaschiamo, non è proprio regalata la cena ma
andando ad abbracciare tutto il versante nord
è talmente buona…
A sinistra in alto: La cabinovia del Sassolungo che dal Passo Sella porta al rifugio Tony Demetz. In basso: Il sentiero che atraversa il Sassolungo e porta al rifugio Vicenza.
067
3° TREKKING:
dove si trova il rifugio Edelweiss.
m più in basso e i bastioni del Sella sul margine
Ok i giorni scorsi ci siamo allenati per bene,
Proprio così, è ora di pranzo, l’ennesimo ottimo
opposto. 12,4 km dopo arriviamo al punto di
è ora di fare una gita ancora più lunga, poco
pasto che innaffiamo con un succo di lampone.
partenza, il Rifugio Jimmy.
dislivello ma qualche chilometro in più.
Ripartiamo, risalendo la mulattiera che dopo
Cambiamo ancora versante e scenario,
aver costeggiato lo skilift piega a sinistra in
Si conclude cosi, o meglio, con una torta e una
imbocchiamo il Passo Gardena e raggiungiamo
direzione del Passo Gardena.
birra in paese, questo weekend lungo fatto
il rifugio Jimmy (che già da sé vale la strada),
Camminiamo a passo veloce lungo uno dei
di relax, buon cibo e splendide camminate. Il
punto di partenza del nuovo trekking.
sentieri più belli che abbiamo mai visto. A tratti
difficile sarà non farsi prendere dalla voglia di
Il sentiero si inerpica ripido dai 2.200 m circa
il bosco si apre lasciando vedere la valle 500
tornare.
del rifugio e in circa 35 minuti porta ad una sella, 2.450 m. Qui lo scenario si apre su una valle più interna, circondata da pareti rosse che sembrano uscite da un film western. Superata una staccionata prendiamo il sentiero verso destra, direzione est, lago di Crespeia, che raggiungiamo dopo essere scesi e poi aver superato un altro passo sempre a 2.450 m. Ignoriamo la deviazione a destra per il Sasso Ciampac, anche se da lì il panorama deve essere bellissimo sappiamo che la strada da fare è ancora lunga. Al bivio che verso sinistra porta al rifugio Puez, noi prendiamo verso destra, direzione Colfosco e dai 2.350 m scendiamo ai 1.800 m
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INFO PRATICHE Come prenotare: www.booking.com - www.valgardena.it Dove abbiamo dormito: Smart Hotel Saslong – Str Paula 70 – Santa Cristina BZ - www.saslong.eu - info@saslong.eu Dove abbiamo mangiato la sera: Chalet Gerard**** Plan de Gralba 37, Str. Panoramica Passo Gardena, 6 Km da Selva www.chalet-gerard.com - info@chalet-gerard.com ------
MOVESCOUNT.COM Guarda i tracciati dei sentieri on-line, e se hai un orologio Suunto caricali sul dispositivo e utilizzali per la navigazione.
1° giorno trekking: itinerario 7,9 Km, circa 2.30 ore, partenza e arrivo funivia Seceda, Ortisei.
2° giorno trekking: itinerario 8,4 Km, circa 4.00 ore, partenza e arrivo cabinovia del Sasso Lungo, Passo Sella.
3° giorno di Trekking: itinerario 12,4 chilometri, circa 5.30 ore, partenza e arrivo rifugio Jimmy, Passo Gardena.
Pagina a sinistra in alto: Il lago di Crespeia. In alto: Il sentiero che arriva a Colfosco. A sinistra: La Val di Mesdì. Sopra: Il rifugio Edelweiss.
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2016/2017
CATALOGO
OBERALP info@dynafit.it dynafit.com
AMER SPORT ITALIA SPA atomic.com/it
BACKLAND 95
BACKLAND
METEORITE
FT1 CARBON
E’ lo sci più largo e progressivo della serie Adventure Touring. In discesa offre le migliori prestazioni all terrain della gamma ma è ideale per le discipline del touring. Il carbon backbone riduce il peso e aumenta agilità e tenuta, il nucleo Ultra Light Wood facilita la salita e la gestione dell’energia.
E’ per chi desidera performance backcountry innovative ad un prezzo abbordabile. Risulta molto leggero e garantisce libertà di movimento grazie al meccanismo Free/Lock 2.0 che libera il gambetto dallo scafo dandogli una incredibile mobilità di 74°. Si avvale della tecnologia Atomic All Mountain e del Memory Fit per un comfort insuperabile. Suola rockerata per la salita, linguetta morbida.
Per atleti dediti al free touring che cercano versatilità nel fuoripista ed esigono performance in discesa e spinta in powder. I fianchi con costruzione ABS su tutta la lunghezza di spigolo e un’anima di legno in frassino e pioppo con rinforzi in carbonio donano una sciata fluida e un’elevata rigidità. E’ dotato di rocker “tip and tail”, minore sciancratura e leggerezza.
Dedicato agli appassionati di free touring, la disciplina in cui la salita scialpinistica ha come principale obiettivo discese mozzafiato da pendii incontaminati. Realizzato in collaborazione con gli atleti DYNAFIT, è il primo scarpone da FR nevedinamico. La costruzione affusolata, il design pulito e il posizionamento dei ganci nella parte più alta dello scafo garantiscono un attrito minore sulla neve. Risultato? Una sciata più fluida e un minore dispendio di energie, a tutto vantaggio del divertimento! L’FT1 in carbonio ha un esoscheletro con struttura in carbonio che lo rende ancora più rigido e ne migliora la performance in discesa.
MISURA RAGGIO 164 18,1 173 18,9 182 19,9
USO TOURING/FR
SIDE CUT 128/95/117 130/95/119 132/95/121
PROFILO all mountain rocker
MISURA RAGGIO 170 17 177 18 184 20
USO TOURING/FR
COSTRUZIONE Ultra Light Woodcore, Carbon Backbone, Step Down Sidewall
SIDE CUT 124/96/114 126/97/116 127/98/117
PROFILO duble elipse rock
COSTRUZIONE Ash Poplar Ride Core
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PREZZO: 750,00 €
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Il modello RADICAL 2 FT è stato perfezionato per ottenere, oltre all’elevato comfort in salita grazie al sistema senza intelaiatura, e quindi molto più leggero, anche la certificazione TÜV. Per la massima sicurezza è responsabile il puntale rotante, brevetto DYNAFIT, che funge da dispositivo di sgancio e contrasta anche gli sganci in caso di urti laterali. Questo sistema garantisce una meccanica di sgancio precisa e perfettamente coordinata di puntale e talloniera. Nel modello RADICAL FT, la versione per gli scialpinisti ancora più orientati verso la discesa, lo sgancio è regolabile su un valore compreso tra 5 e 12 DIN. Anche l’altezza del RADICAL 2 è stata perfezionata, poiché un’altezza ridotta garantisce il contatto diretto con lo sci. Per adattare l’attacco a una gamma sempre più vasta di sciatori, la superficie di attacco è stata allargata, e il comfort di salita e utilizzo sono stati notevolmente migliorati.
USO touring/fr
USO touring/fr
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USO skialp/fr
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PREZZO: 620,00 €
PREZZO: da 530,00 a 560,00 € (a seconda dello Stopper)
SOCREP info@socrep.it socrep.it - elanskis.com
THE GROUP DISTRIBUTION SRL info@thegroupdistribution.it k2skis.com
ALASKA PRO
LHOTSE
WAYBACK 88
WAYBACK 96
L’Alaska Pro performa perfettamente in condizioni estreme. Fornisce alte prestazioni a chi non si arrende mai. Si tratta di sci ultra-leggeri, costruiti con le tecnologie Bridge, Monoblock e laminato Woodcore, rinforzati con fibre di carbonio. Sono gli sci giusti per andare su e giù per la montagna.
Risponde ai bisogni dei freerider. Il nuovo profilo della sua spatola che combina un mountain rocker con un ampio raggio di punta lo rende perfetto in neve profonda, mentre la ridotta superficie di contatto assicura grande manovrabilita. La costruzione PST Sidewall consente ottime performance di trasmissione degli impulsi con doti superiori di tenuta sotto al piede.
Per mountaineer e backcountry skier che cercano uno sci efficente in salita e consistente in discesa. Offre grande leggerezza e tenuta grazie alla costruzione Hybritech Sidewall e al nucleo in legno di paulonia e acero. I tip e tail con design taper agevolano la conduzione in fresca.
Il modello 96 è tutto nuovo, stretto abbastanza per garantire leggerezza e una risalita tecnica su terreni difficili ha larghezza sufficiente per farvi volare in discesa su un bel fondo di polvere leggera. Con anima in legno di paulonia e acero e costruzione Hybritech Sidewall.
MISURA RAGGIO 156 22/19 159 13,0 163 19,5 170 20,1 177 26,2/21,8 USO SKIALP
SIDE CUT 109/77/98 109/78/98 109/79/99 110/80/100
PROFILO mountain rocker
MISURA RAGGIO 163 15,1 170 16,0 177 18,0 184 21,0 USO SKIALP/FR
SIDE CUT 125/86/110 126/86/112 126/87/112 126/88/112
PROFILO mountain rocker
MISURA RAGGIO 160 167 174 17 181 USO TOURING/FR
SIDE CUT
126/88/113
PROFILO all terrain rocker
MISURA RAGGIO 170 177 21 184
USO TOURING/FR
SIDE CUT 128/96/118
PROFILO all terrain rocker
COSTRUZIONE Bridge tecnology – Dual Radius, Monoblock, Laminated Woodcore, Carb.
COSTRUZIONE Bridge tecnology , Monoblock, Laminated Woodcore, Fibreglass
COSTRUZIONE ECOre balsa / Hybritech Sidewall / Carbon Web
COSTRUZIONE Paulownia-Maple Core / Hybritech Sidewall / Carbon Web
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2016/2017
CATALOGO
LA SPORTIVA S.P.A. lasportiva@lasportiva.com lasportiva.com
AMER SPORT ITALIA SPA salomon.com
MAXIMO LS
SPARKLE 2.0
MTN EXPLORE 88 MTN EXPLORE 95
Anima in legno leggero con nuova tecnologia LiWood Power Fiber Box. Costruzione Low Omega Profile per un profilo longitudinale variabile che modula al meglio il flex: morbido in alcune zone per aumentare la manovrabilità e duro in altre per garantire stabilità e tenuta.
Versione femminile del modello per sci alpinismo freride a quattro ganci. Peso 1240g 1/2 paio, scarpetta interna EZ Thermo, compatibilità con attacchi TR2. Combina potenza, controllo e resistenza di uno scarpone da discesa con la mobilità, manovrabilità e leggerezza di uno scarpone da skialp. Scafo in Grilamid, sistema di bloccaggio Vertebra Tech. Escurione del gambetto: 60°.
Per sciatori Adventure Tourer: offre equilibrio tra leggerezza e sciabilità su tutti i terreni. Con Spaceframe 2.0, struttura tridimensionale, assicura reattività durante le salite con le pelli e leggerezza e maneggevolezza in punta e coda. Con nucleo leggero in legno rinforzato con strato di carbonio. Robusto e reattivo è ideale per affrontare i pendii più ripidi.
MISURA RAGGIO 171 18,5 178 20,5 185 20,9
USO SKIALP
SIDE CUT 121/90/110 121/90/110 121/88/110
PROFILO low omega profile
MISURA RAGGIO 161 17,7 169 17,9 177 18,1 184 18,1
SIDE CUT
125/88/111
USO TOURING
COSTRUZIONE wood core air channell/fiber plate support/cap piuma quadriaxial
MISURE 23-26,5
PROFILO MTN Rocker
Per sciatori Adventure Tourer: offre equilibrio tra leggerezza e sciabilità su tutti i terreni. Con Spaceframe 2.0, struttura tridimensionale, assicura reattività durante le salite con le pelli e leggerezza e maneggevolezza in punta e coda. Con nucleo leggero in legno rinforzato con strato di carbonio. Robusto e reattivo è ideale per affrontare i pendii più ripidi.
MISURA RAGGIO 169 16,5 177 17,7 184 18,8
SIDE CUT 130/95/116
USO PROFILO TOURING MTN Rocker Carve Zone
COSTRUZIONE Semi Sandwich, 3D Full Woodcore, CFX Superfiber
COSTRUZIONE Semi Sandwich, 3D Full Woodcore, CFX Superfiber
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USO skialp/fr ͳ
SPECTRE 2.0 E’ lo scarpone per sci alpinismo freride evoluto a quattro ganci. Peso 1240g 1/2 paio, scarpetta interna EZ Thermo, compatibilità con attacchi TR2. Combina potenza, controllo e resistenza di uno scarpone da discesa con la mobilità, manovrabilità e leggerezza di uno scarpone da skialp. Scafo in Grilamid, sistema di bloccaggio Vertebra Tech. Escurione del gambetto: 60°.
MISURE 24-31,5
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USO skialp/fr ͳ
BUSHNELL ITALIA bolle.com
FLASH Modello a semi-giorno ultra versatile per le attività outdoor: - Lenti in policarbonato intercambiabili - Disponibile con lenti polarizzate - Lenti anti-appannamento - Trattamento idro/oleo-fobico - Naselli e terminali in gomma Thermogrip Disponibile in 8 abbinamenti colori/lenti.
PREZZO: da 89,99 a 109,99 €
BUSHNELL ITALIA cebe-eyewear.it
PROGUIDE E’ stato sviluppato con l’associazione francese delle guide alpine. Dotato di paraocchi in gomma per riparare dai raggi UV, e di terminali avvolgenti in gomma, garantisce un ottimo fit. Disponibile in 5 versioni: 1 con lente minerale specchiata blu (cat.4) , 2 con lenti fotocromatiche (cat 2-4), 2 con lenti in policarbonato (cat.3 e 4).
PREZZO: da 79,99 a 109,99 €
OBERALP info@oberalp.it oberalp.com - julbo.com
EXPLORER Le condizioni estreme tipiche dell’alta montagna evidenziano le straordinarie potenzialità di questi occhiali, sviluppati in collaborazione con l’ENSA di Chamonix. La gamma Explorer incarna il rinnovamento degli occhiali da ghiacciaio: lenti ad alta protezione, copertura atta ad impedire il passaggio delle radiazioni e flusso di aerazione antiappannante. Disponibili con lenti Cameleon, fotocromatiche, antiappannanti e polarizzate per una visibilità perfetta in montagna.
PREZZO: 180,00 €
SAFILO S.P.A. smith@safilo.com smithoptics.eu
PIVLOCK OVERDRIVE Per gli atleti che ricercano una facile intercambiabilità, ma non desiderano un design a mascherina, Smith Optics ha progettato il nuovo Overdrive PivLock. Costruite con materiale TR90 Smith, le aste ruotano di 45 gradi rispetto alla montatura per rilasciare le lenti e questo garantisce un’intercambiabilità rapida e senza sforzo. Include 3 lenti in policarbonato TLT con ottime prestazioni in termini di chiarezza visiva e resistenza agli urti. L’aggiunta di Megol sulle aste ed i naselli regolabili consentono all’occhiale di aderire delicatamente alla pelle quando questa reagisce al sudore e all’umidità. Copertura medio/grande - Lenti intercambiabili in policarbonato TLT - Montatura in materiale TR90 - Trattamento idro e oleorepellente della lente - Naselli regolabili in 2 posizioni - Estremità delle aste di tipo Slide-On - Naselli ed aste in Megol idrorepellente - Lente in base 9
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2016/2017
CATALOGO
LA SPORTIVA S.P.A. lasportiva@lasportiva.com - lasportiva.com
TARA 2.0 DOWN JKT W Peso: 558 g (M) - Taglie: XS/XL
AENERGY SO JKT M Peso: 395 g - Taglie: S/XXL
Giacca in piuma d’oca premium europea 90/10 per massimo isolamento anche con freddo estremo. Idrorepellente, antivento, con cappuccio integrato con visierino in neoprene. Adotta la costruzione Spirex nelle zone soggette a sudorazione per garantire traspirazione e libertà di movimento. Cuciture riflettenti, risvolti morbidi soft touch, tasche scaldamani, packable.
Soft shell ibrido a 3 strati ideale per lunghe escursioni di sci alpinismo in qualsiasi condizione. Il tessuto SOFtech® 3-Layer 13100 (72% polyester, 22% plyurethane, 6% elastane) offre resistenza al vento e alle abrasioni e interno soffice. Essendo in grado di trasferire efficacemente l’umidità all’esterno, garatisce un’asciugatura rapida e pelle asciutta e calda. Con due tasche laterali con chiusura a cerniera. Nelle tasche interne c’è la possilibiltà di stivare le pelli di foca. Il taglio aderente garantisce l’assoluta libertà di movimento. Il capo è certificate bluesign: l’intero processo di produzione rispetta standard di tutela ambientale e dei diritti dei lavoratori.
GALA PANT W
Peso: 616 g (M) - Taglie: XS/XL Unisce il mondo dello sci alpinismo con quello dell’alpinismo, puntando a comfort, termicità e regolazione di fit e volumi. Ideale per lo ski touring può contenere tutto ciò di cui avete bisogno: mappe, chiavi, barrette. Due tasche frontali con zip, un taschino posteriore, regolazione della taglia interna alla vita, ghettina interna regolabile, anello porta chiavi, fondo gamba anti abrasione, cerniere di ventilazione laterali, zip apertura fondo gamba.
074
SOCREP info@socrep.it - socrep.it - mammut.ch
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AENERGY SO PANT Peso: 425 g - Taglie: 44/56 Progettati per le rapide salite con le pelli. Il tessuto elastico a 3 strati traspirante è un compagno ideale. Resiste al vento ed è idrorepellente grazie alla superficie con trattamento DWR. Realizzati in confortevole materiale SOFtech® permettono un efficace ricambio di aria e una sensazione di comfort elevato grazie a termicità e traspirabilità. Favoriscono il trasporto del sudore verso l’esterno per una rapida evaporazione dell’umidità e il tessuto asciuga in fretta. Due tasche laterali, una tasca anteriore, ginocchia con rinforzi elastici, rinforzo del fondo gamba in Dyneema, cerniere laterali di ventilazione.
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NORRØNA SPORT AS webshop@norrona.no - norrona.com
trollveggen gore-tex light pro jacket (M) Taglie: S-XXL - Peso: 480 g Giacca realizzata per proteggere dagli elementi esterni come vento e acqua è perfettamente bilanciata fra peso contenuto e robustezza. Realizzata con tessuto con membrana Gore-Tex light Pro per la massima versatilità e performance, con morbida e confortevole fodera. Le caratteristiche includono cerniere di ventilazione ascellare, due tasche pettorali e cappuccio compatibile con il casco.
trollveggen gore-tex light pro pant (M) Taglie: S-XXL - Peso: 600 g Pantalone impermeabili e traspiranti realizzati in tessuto laminato Gore-Tex light Pro, per combinare alla perfezione robustezza e peso contenuto. Le caratteristiche e il fit li rendono perfetto per l’utilizzo su cascata di ghiaccio, ghiacciaio, alpinismo su misto e big wall e spedizioni. Le caratteristiche includono due tasche scaldamani con cerniere impermeabili, cerniere laterali di ventilazione, tasca sulla coscia, ghette alle caviglie con gancio per lo scarpone, cerniera per l’aggancio con la giacca.
PREZZO: 549,00 € (JKT) // 499,00 € (PANT)
PATAGONIA EUROPE COOPERATIEF U.A. patagonia.com
STRETCH NANO STORM JKT
Taglie: XS-XL - Peso: 581 g E’ stata pensata per affrontare le condizioni intermittenti di freddo, pioggia e vento che spesso caratterizzano le attività alpinistiche. La fodera altamente traspirante e l’imbottitura FullRange™ 60 g/m2, racchiusa nel tessuto della shell H2No™ Performance Standard, concorrono a creare un capo ottimale sia come parka per arrampicare in falesia che come shell di protezione dagli elementi. Con cappuccio regolabile in due punti, sistema Cohaesive, compatibile con casco, due tasche impermeabili con rivestimento in PU sul petto, due tasche scaldamani con zip trattate DWR, struttura articolata e spalle senza cuciture.
REFUGITIVE PANTS Taglie: XS-XL - Peso: 450 g Autentico rifugio per gli esploratori d’alta quota, i nuovissimi Refugitive Pants uniscono un leggero ed elasticizzato tessuto GORE-TEX® a 3 strati, per una protezione impermeabile/traspirante e anti-vento di lunga durata, alla tecnologia GORE® C-KNIT® e a caratteristiche essenziali pensate per chi si sposta di continuo nel backcountry. Con struttura articolata e cavallo rinforzato, vita con chiusura a due snap e patta con zip, due capienti tasche a soffietto sulle cosce con zip impermeabili spalmate in PU, ampie aperture di ventilazione sulle cosce con zip spalmate in PU a doppio cursore. Design del fondo gamba a doppia protezione con ghetta interna.
PREZZO: 450,00 € (JKT) // 400,00 € (PANT)
COLUMBIA SPORSTWEAR ITALY SRL columbiasportswear.it
GIACCA OUTDRY™ EX GOLD Taglie: S-XXL Giacca invernale ideale per tutti i giorni, questa calda giacca Titanium con cuciture termosaldate è dotata di fodera termoriflettente Omni-Heat in combinazione con la ventilazione ascellare, di un cappuccio antipioggia e di orli e polsini regolabili per contrastare il vento forte. Massima protezione impermeabile traspirante grazie alla membrana Outdry Extreme.
PANTALONI BUGABOO™ II Taglie: S-XXL Un vero classico invernale con struttura impermeabile e traspirante e cuciture ermetiche nei punti critici, i pantaloni da sci o snowboard Bugaboo in leggero materiale isolante offrono un taglio ergonomico e la quantità perfetta di calore, comfort e protezione per le giornate attive in condizioni di freddo e umidità.
PREZZO: 220,00 € (JKT) // 100,00 € (PANT)
THE NORTH FACE VF SEGL thenorthface.com
MEN GATEKEEPER JKT Taglie: S-XL Giacca progettata per il massimo della protezione è caratterizzata dall’imbottitura Heatseeker™ per il massimo calore, mentre la tecnologia DryVent™ garantisce protezione dall’umidità. Caratteristiche: Impermeabile, traspirante, completamente termosaldata - Tasche riscaldanti con cerniera - Tasca interna di sicurezza - Sistema di regolazione dell’orlo - Cerniere di ventilazione sotto le braccia - Tasca per skipass - Polsini con linguette regolabili - Cappuccio rimovibile compatibile con casco, a doppia regolazione e con visiera termosaldata - Tasca pettorale con cerniera YKK® Vislon AquaGuard® - Tasca interna porta-maschera in rete elasticizzata - Ghetta paraneve elasticizzata rimovibile con bottoni automatici ed elastico antiscivolo.
MEN GATEKEEPER PANT Taglie: S – XXL Pantaloni dal design pulito, in tessuto tecnico a spina di pesce, sono ideali per coniugare stile, mobilità e calore per le avventure outdoor sulla neve. Il tessuto DryVent™ mantiene freschi e asciutti e i rinforzi consentono di proteggere la parte bassa delle gambe. Caratteristiche: Impermeabile, traspirante, completamente termosaldato - Passanti per cintura Tasche con cerniera - Doppie tasche cargo - Cerniere di ventilazione - Ghetta paraneve interna - Bordo protettivo rinforzato.
PREZZO: 320,00 € (JKT) // 200,00 € (PANT)
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2016/2017
CATALOGO
ATHENA SPA athenaevolution.com gopro.com
casio-europe.com/it/watch
PRO TREK
HERO 5 BLACK
E’ un orologio adatto non solo agli sportivi ma a tutti gli appassionati di attività legate all’outdoor come alpinismo e trekking, fino a quelle in mare o in riva al fiume come pesca e kayak. Alla tecnologia Triple Sensor Ver.3, che garantisce una precisa lettura della posizione, della pressione atmosferica/altitudine e della temperatura, nel PRW-7000 si aggiunge il grafico delle maree e fasi lunari con una lettura facilitata dal display LCD e una resistenza all’acqua fino a 20 bar. La bussola con sensore di autocompensazione orizzontale, l’illuminazione LED e il rivestimento delle lancette in Neobrite garantiscono letture accurate anche in situazioni di scarsa visibilità. Il quadrante secondario posizionato a ore 5, dotato di un motore Dual Coil che permette il movimento delle lancetta ad alta velocità, mostra in modo rapido il grafico delle maree e la pressione atmosferica o l’altitudine; la memoria di rilevamento, può registrare la direzione del luogo della destinazione, grazie alla lancetta dei secondi che segnala il Nord e quella dell’indicatore che invece punta la destinazione, molto utile per seguire un sentiero o raggiungere un punto d’interesse. Inserti del cinturino in fibra di carbonio e cassa in resina e acciaio.
HERO5 Black è la GoPro più potente di sempre e la più semplice da usare. Guarda in anteprima e riproduci i filmati, modifica le impostazioni e taglia le riprese, tutto con la tua GoPro. La stabilizzazione video avanzata consente di produrre video incredibilmente uniformi sia se tenuta in mano sia montata sulla tua attrezzatura preferita. La singola pressione del pulsante otturatore accende la fotocamera avviando la registrazione automaticamente. Solida, pulita e impermeabile, fino a 10 m senza custodia. - Display da due pollici + comandi semplificati - Risoluzioni video fino a 4K e 30 frame al secondo - Foto di qualità professionale da 12MP - Caricamento automatico di foto e video su cloud quando la camera è in carica - Controllo vocale con supporto per 7 lingue (ulteriori lingue in arrivo) - Compatibile con accessori GoPro, incluso Karma - Audio per la registrazione in stereo e riduzione avanzata del rumore del vento - Ampia prospettiva senza distorsione per i video e le foto con la nuova impostazione - Linear-view - Modalità foto RAW e WDR - GPS
PREZZO: 749,00 € PRW-7000-1AER cassa in resina
PREZZO: 429,00 €
AMER SPORTS ITALIA SPA amersports-italy@amersports.com
nital.it - nikon.it
suunto.com
076
KEYMISSION 360
TRAVERSE AMBER
Dotata di due luminosi obiettivi NIKKOR ultragrandangolari e di due sensori di immagine CMOS, assicura sequenze con visuale sferica a 360° 4K/UHD¹ e foto a 23,9 MP senza punti ciechi. Le immagini di ciascun obiettivo sono combinate automaticamente all’interno della fotocamera: non resta che premere il pulsante di registrazione o di scatto. Viene coperto ogni possibile punto di vista e nessun terreno è proibito. I supporti dedicati vi lasciano le mani libere e la fotocamera è impermeabile fino a 30 m senza necessità di una custodia separata². L’app SnapBridge 360/170 di Nikon consente di rivivere o condividere con facilità le vostre avventure. Pixel effettivi: 23,9 milioni Lunghezza focale: 1,6 mm (equivalente a quello di un obiettivo da 8,7 mm nel formato 35 mm [135]) Memorizzazione - Formato file: Immagini fisse: JPEG, filmati: MP4 (video: H.264/MPEG-4 AVC, audio: stereo AAC) Dimensione dell’immagine (pixel): 30 M 7744 x 3872, 7 M 3872 x 1936 Filmato - Dimensioni dei fotogrammi (pixel) e frequenza fotogrammi: Se NTSC/PAL è impostato su NTSC 2160/24p, 1920/24p, 960/30p, 640/120p, 320/240p Se NTSC/PAL è impostato su PAL 2160/24p, 1920/24p, 960/25p, 640/100p, 320/200p Sensibilità ISO: Da ISO 100 a 1600
Peso: 80 g - Diametro Cassa: 50 mm Spessore: 16,5 mm - Colori: Amber, Black, White, Graphite, Slate Orologio GPS semplice da usare, dedicato agli appassionati dell’outdoor, in grado di unire le tradizionali funzioni per l’outdoor a un sistema di navigazione GPS/GLONASS, il tutto racchiuso in una cassa resistente di moderna concezione. L’esperienza di navigazione in questo prodotto è migliorata grazie alle nuove mappe disponibili su Suunto Movescount, che rendono più semplice la pianificazione dell’itinerario. È possibile seguire l’avanzamento verso la meta grazie ai preziosi dati statistici forniti dal wtc, come altitudine e distanza, poi permette di salvare i punti d’interesse lungo il percorso. La registrazione automatica del percorso con tecnica “breadcrumb trail” assicura la possibilità di ripercorre a ritroso il tragitto, se necessario. Altitudine, velocità verticale e ascesa totale sono misurate con precisione grazie al software FusedAlti™, mentre i valori barometrici sono combinati con quelli relativi all’altitudine rilevati tramite satellite. Gli allarmi, ad esempio in caso di temporale, sono resi percettibili tramite vibrazione, mantenendo al minimo il livello del rumore. Per trovare le informazioni essenziali o consultare la mappa al buio è possibile attivare la retroilluminazione di Suunto Traverse in modalità torcia ad elevata luminosità.
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PREZZO: 419,00 €
Alpex SRL info@grouse-creek.com - grouse-creek.com
SOCREP info@socrep.it - socrep.it - mammut.ch
PATAGONIA EUROPE COOPERATIEF U.A. patagonia.com
REEF 38
LITHIUM SPEED
ASCENSIONIST PACK 25 L
Volume: 38 L - Peso: 1.350 g Zaino di litratura ottimale per trekking, backpacking, escursioni in montagna. Inserto per serbatoio acqua interno. Comodi scomparti laterali per borracce e utensileria per escursioni. Tasche con zip, tasca inferiore con copertura waterproof estraibile, come in tutta la collezione zaini Grouse Creek. Spallacci regolabili. Basto rigido in rete totalmente collegato allo schienale, per favorire un’ottimale circolazione dell’aria e traspirazione e rendere più robusta la struttura. Cinghie di sicurezza laterali.
Volume: 8 L, 15 L, 20 L Zaino polivalente, ha una costruzione a pannelli ed è realizzato con materiali molto leggeri. Con supporto per bastoncini, tasca con cerniera sulla cintura, imbottitura EVA sulle spalle, molto traspirante e leggera, compatibile con il sistema idratazione, buon sistema di ventilazione sulla schiena grazie alla schiuma 3-D EVA con canali per l’aria, 1 compartimento principale con cerniera, tasca anteriore grande con cerniera, tasca anteriore piccola con cerniera, ideale per: escursionismo, escursioni in montagna, viaggi, attività invernali, racchette da neve, via ferrata, arrampicata. Te c n o l o g i a Contact Vent: sistema di rinforzo lombare che offre un sostegno perfetto e un ottimo controllo del carico. La grande apertura anteriore offre comodità e fa la differenza con gli altri modelli della categoria.
Peso: 425 g Ideale protagonista di imprese alpinistiche concentrate in un solo giorno, questo zaino dalle linee essenziali è dotato di patella asimmetrica integrata di chiusura che si apre allargandosi per agevolare le operazioni di carico e si richiude con un unico movimento. Ha profilo asimmetrico che non ostacola i gomiti e una tasca verticale con zip sul risvolto di chiusura superiore per un rapido accesso a piccoli oggetti essenziali. Realizzato in leggero ma resistente nylon ripstop doppio da 212 g/ m² 210 denari e in nylon ripstop da 205 g/m² 400 denari, lo zaino è foderato in nylon ripstop doppio da 61 g/m² 40 denari con rivestimento in poliuretano e finitura in silicone. Le asole di fissaggio della piccozza da ghiaccio offrono molteplici possibilità di trasporto. Gli anelli di fettuccia (Daisy Chain) sugli inserti frontali e laterali consentono di agganciare all’esterno materiale extra.
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PREZZO: 110,00 €
PREZZO: 69,00 €
OBERALP info@salewa.it - salewa.it
AMER SPORT ITALIA SPA salomon.com
thule.com
RANDONNÉE 30
S LAB XA PEAK 20
STIR 35
Volume: 30 L - Misure: 64 x 25 x 24 - Peso: 1050 g Zaino robusto e full-optional per ski touring, FR e ciaspole. Il sistema di trasporto Contact Fit assicura che sia sempre vicino alla schiena, mentre le cinghie di controllo centrano il carico. Gli spallacci anatomici imbottiti e le altre imbottiture garantiscono il comfort. Per arrampicare, è sufficiente togliere la placca ISB e la cintura ventrale e si ha uno zaino morbido compatibile con l’imbrago, con ganci per piccozza/bastoncini. L’innovativo sistema di supporto permette di portare gli sci sia in diagonale, che in parallelo. È anche presente una cover per la piccozza. La zip di accesso laterale impedisce alla neve di infilarsi ovunque tra l’attrezzatura. Ha una zona spaziosa ad accesso rapido per il kit di sicurezza valanghe, con comparto per la sonda, manico della pala, benna, pelli ecc., una rete porta casco e una tasca alla cintura. compressione.
Taglie: S / M / L / XL - Peso: 484 gr. Per avventure tra le nuvole. Zaino Multi scomparto 20 litri straordinariamente leggero e super confortevole. Libertà dei movimenti: avvolgimento totale al torace/taglie apparel. MotionFit Trail Back System, stabilità del carico fronte e retro Soft Twinlink + Compression quick lace + Top and bottom sensi load lifter. Accessori per idratazione e vari agganci per attrezzatura tecnica. Tessuti: PVC free, Elastic Power mesh, 3D Air Mesh, Double Ripstop Waterproof 500mm, traspiranti + effetto wicking. Apertura: frontale con zip doppia direzione.
Volumi: 15 L, 20 L, 35 L I modelli Thule Stir sono progettati per chi predilige la comodità e la leggerezza. Il 35L è dotato di un sistema che permette regolazioni fino a 10 centimetri, garantendo il perfect fit tipico degli zaini Thule. Si aprono grazie a un fluido e semplice movimento. Inoltre i modelli da 35L e quello da 20 L sono dotati di una comoda tasca elastica posizionata sugli spallacci per riporre il proprio cellulare o altri oggetti di piccole dimensioni. La versione da 35L è inoltre provvista di un rivestimento impermeabile che copre i ¾ dello zaino per garantire sempre un facile accesso e proteggere, allo stesso tempo, l’attrezzatura e mantenerla sempre asciutta. Con cerniera laterale per accesso rapido, cinturone in vita con tasche, tasca in rete interna, compatibilità con sistema di idratazione, fondo impermeabile.
PREZZO: 130,00 €
PREZZO: 130.00 €
PREZZO: 15 (L) 48,00 €, 20 (L) 95,00 €, 35 (L) 126,00 €
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2016/2017
CATALOGO
ALPEX SRL info@grouse-creek.com grouse-creek.com
LA SPORTIVA S.P.A. lasportiva@lasportiva.com lasportiva.com
BLACKBURN HW
TRANGO TRK LEATHER GTX M
Colori: black, brown E’ una scarpa affidabile, protettiva e performante, adatta a trekking su percorsi misti, all’utilizzo quotidiano in montagna o in inverno e come scarpa per ciaspole e racchette da neve. La tomaia dal look classico, realizzata in action leather e action nubuk, è resistente all’acqua grazie alla membrana Hydrowall™, che garantisce una protezione duratura ed efficace contro le infiltrazioni delle gocce d’acqua e di detriti. Morbido collarino per comfort immediato. La suola in gomma bicolore per massima trazione e aderenza è abbinata alla zeppa in Phylon che garantisce estrema leggerezza e assorbimento degli impatti. Disponibile nelle varianti colore Black e Brown.
Misure: 37-48 + mezze misure M, 36-43 + mezze misure W Peso: 720 g (mezzo paio M), 595 g (mezzo paio W) Scarpone da trekking e backpacking che aggiunge al tradizionale utilizzo della pelle, l’estetica e le caratteristiche tecniche della famiglia Trango ed è ideale per percorsi su sentieri sterrati, camminate nei boschi ed escursioni con zaino a pieno carico. Tomaia in pelle idrorepellente con rinforzi anti-abrasione in microfibra e trattamento anti-trascinamento. Garanzia di traspirabilità e impermeabilità grazie alla membrana Gore-Tex Performance Comfort. Snodo della caviglia 3D Flex System che dà sostegno e permette il massimo controllo in appoggio su diversi tipi di terreno. Tomaia in pelle Idro-Perwanger idrorepellete 1,6 mm + rinforzi in microfibra. Suola Vibram con climbing zone in punta.
PREZZO: 90,00 €
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SOCREP info@socrep.it socrep.it - mammut.ch
L.M.O SRL millet.fr
MAGIC ADVANCED HIGH GTX M
GREPON 4S GTX
Misure: 39 1/3 – 49 1/3 EU-M - Peso: 1.662 g (42 2/3 EU) Nuovi scarponi da montagna idali per alpinismo classico e via ferrata, compatibili con ramponi semi-automatici e a cinghie. L’allacciatura asimmetrica a 3 zone, la schiuma a memoria di forma, la fodera senza cuciture e una buona regolazione garantiscono un comfort e sicurezza personalizzati. La tecnologia brevettata Double-strap Fit 2.0 fornisce un grande supporto, precisione e riduce il pericolo di vesciche. La suola Vibram Maton, la disposizione dei tasselli e l’intersuona in EVA Poro con inserti in PU assicurano trazione su ogni superficie e la necessaria ammortizzazione e stabilità.
Peso: 750 g (1/2 paio) Scarpone da alpinismo quattro stagioni caldo e impermeabile grazie alla membrana GORE-TEX. Avvolge saldamente il piede grazie alla struttura AFC, alto sulla caviglia, suola rigida in Vibram ramponabile. Soletta a doppia densità per un comfort maggiore.
PREZZO: 369,00 €
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OBERALP info@salewa.it salewa.it
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AMER SPORT ITALIA SPA salomon.com
RAVEN 2 GTX
S LAB XA ALPINE RUNNING
Misure: 6-12, 13 UK (M), 3-9 UK (W) - Peso: 750 g (M), 630 g (W) Progettato per rendere facili anche i terreni alpini più difficili, è uno scarpone leggero per l’alpinismo estivo, con tomaia in microfibra anti-abrasioni e pelle scamosciata e protezione impermeabile GORE-TEX® Performance Comfort. Offre stabilità, durabilità e prestazione in un’unica costruzione leggera. La suola Vibram® WTC, predisposta per i ramponi, assicura trazione e sicurezza di appoggio sui terreni accidentati, senza compromettere il comfort, grazie alla linguetta sovrapposta e alla conformazione anatomica del bordo. La tecnologia 3F System SALEWA, il sistema di allacciatura 3D Lacing e la soletta Multi Fit Plus (MFF+) permettono di avvolgere perfettamente il piede e di offrire la garanzia Alpine Fit 100% senza vesciche.
Drop: 22MM/16MM Peso: 345 g Per le avventure al di sopra della linea degli alberi. Scarpa di nuova generazione leggera e versatile, per la massima protezione. Carbon Chassis + Brevetto Edging Chassis: flessibilità dell’avampiede, stabilità laterale, leggerezza. Performance running: comfort e precisione, base S Lab Sense, Quicklace™, Sensifit™, EndoFit™ Ghetta traspirante integrata con zip. Tomaia: Ripstop impermeabile + mesh antidetriti. Suola: Premium Wet Traction Contagrip® + Climbing Zone.
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PREZZO: 250,00 €
www.eoft.it
A production by:
David Dav id Lam Lama, Photo: Phooto: t © Martin Haansl to nslmay mayr/R may r ed Bull Cont r/R Conten ennt Po Pool ol ol
OOR- UND ! D T U O N E DIE BEST ILME DES JAHRES RF ABENTEUE OUTDOOR M L I F I R O I IL MIGL ELL‘ANNO! D A R U T N E D‘AVVE
11/10/ 12/10/ 13/10/ 14/10/ 15/10/ 16/10/ 17/10/ 18/10/
TORINO* FONDAZIONE TEATRO NUOVO, 20:30 MILANO* ORFEO MULTISALA, 20:30 BRESCIA* AUDITORIUM BALESTRIERI, LICEO LEONARDOA, 20:30 VERONA* CINEMA ALCIONE, 20:30 TREVISO* MULTISALA CORSO, 17:00 + 20:30 UDINE* AUDITORIUM ZANON, 20:30 TRIESTE* CINEMA AMBASCIATORI, 20:30 BOLOGNA* CINEMA AMBASCIATORI, 20:30
19/10/ 20/10/ 21/10/ 23/10/ 24/10/ 25/10/ 26/10/ 27/10/
ROMA* AUDITORIUM DEL SERAPHICUM, 21:00 GENOVA* TEATRO DELLA GIOVENTÙ, 20:30 VARESE* CINEMA TEATRO NUOVO, 20:30 BRIXEN / BRESSANONE** FORUM BRIXEN,BRESSANONE 16:00 + 20:00 BRUNECK / BRUNICO** CASA MICHAEL PACHER HAUS, 20:00 MERAN / MERANO** KURHAUS MERAN, 20:00 TRIENT / TRENTO* CINEMA NUOVO ROMA, 20:00 BOZEN / BOLZANO* AUDITORIUM BOLZANO, 20:30
* sottotitoli in lingua ital. // mit italienischen Untertiteln ** sottotitoli in lingua ted. // mit deutschen Untertiteln
Costo biglietti: € 12.- // Vendita serale: € 14.Tickets im VVK € 12.- // Abendkasse € 14.-
PER INFO E BIGLIETTI MEHR INFOS UND TICKETS UNTER WWW.EOFT.IT
2016/2017
CATALOGO
F.LLI CAMPAGNOLO S.P.A. campagnolo@campagnolo.it campagnolo.it
COLUMBIA SPORTWEAR ITALY SRL columbiasportswear.it
ATLAS
PEAKFREAK XCRSN II LOW OUTDRY
Scarpa veloce da SkyRace perfetta per performance sulle medie e brevi distanze. La tomaia estremamente leggera e traspirante unita al grip ottimale (specie su terreni pesanti) e alla massima trazione assicurati dalla suola rendono questa scarpa agile e reattiva, adatta per passaggi tecnici ed anche per gare di vertical. Disponibile anche, da questa stagione, nella versione impermeabile.
Misure: 40 - 48 I moderni metodi di costruzione rendono la Peakfreak XCRSN II XCEL Low OutDry una scarpa versatile e praticamente indistruttibile. La tomaia in tessuto con sovralaminature termosaldate ne garantisce la leggerezza, mentre l’intersuola in Techlite fornisce comfort duraturo e ammortizzazione elevata e la suola Omni-Grip non-marking garantisce una trazione straordinaria. Grazie ad Outdry è completamente impermeabile.
PREZZO: 110,00 €
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LA SPORTIVA S.P.A. lasportiva@lasportiva.com lasportiva.com
SOCREP info@socrep.it socrep.it - mammut.ch
ULTRA RAPTOR GTX
MTR 201-II MAX LOW
Misure: 36-47,5 M, 36-43 W Peso: 410 g (mezzo paio M), 355 g (mezzo paio W) - Drop: 12 mm Versione con membrana Gore-Tex Extended Comfort del modello Raptor. Sviluppata per utilizzo invernale su percorsi off road di lunga distanza, competizioni Ultra-Marathon e lunghe sessioni di allenamento. Impermeabile all’acqua e traspirante permette un comfort climatico ottimale. Unisce i vantaggi in termini di performance di una costruzione contenitiva a quelli di comfort derivanti da una forma comoda e con pianta larga. Tomaia in Abrasion Resistant Mesh con fascia di rinforzo in microfibra con spalmatura anti-abrasione. Plantare Ortholite Mountain Running. Suola FriXion XF con Impact Brake System e puntalino anti-urto integrato.
Misura: 39 1/3 - 49 1/3 - Peso: 315 g 8 ½ UK Questa scarpa da competizione presenta la collaudata e “aggressiva” suola tecnica gripexTM che offre un grip eccellente su diversi tipi di terreno, facendo sì che sia praticamente impossibile scivolare. Il battistrada è ispirato ai movimenti concentrici creati dalle onde sonore, per questo motivo garantisce un supporto ottimale in ogni direzione. Inoltre, le alette multidirezionali assicurano un’elevata stabilità laterale in caso di percorsi scoscesi. Raggiunge alti livelli di efficienza, grazie alla collaudata tecnologia Base Fit Advanced®, nella quale la fettuccia scorrevole posta sui lati trasferisce l’energia dalla zona dei lacci alla suola, migliorando al contempo la tenuta della calzatura. L’intersuola composta da una miscela di D3O®-EVA spessa 22/28 mm, assorbe gli impatti e sostiene, restituendo attivamente la forza generata. Allacciatura rapida Advanced MTR Speed.
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MIZUNO ITALIA SRL mizuno.eu
080
SCARPA® S.P.A. scarpa.net
WAVE MUJIN 3 G-TX
ATOM S
Peso: 370 g (M) / 315 g (W) - Drop: MM 9/21 Dedicata ai trail runner tecnici che corrono lunghe distanze e che ricercano massima protezione e durata in una scarpa confortevole. Una calzatura con un alto livello di protezione e supporto e un’eccellente aderenza che garantisce protezione e comfort in differenti situazioni di terreno e nelle diverse condizioni climatiche. Incorpora la tecnologia GORE-TEX® proprio per mantenere i piedi asciutti e comodi anche nelle condizioni peggiori. La suola Michelin Twister, sviluppata in esclusiva per Mizuno, s’ispira allo pneumatico da mountain bike Michelin Wild Mud, con tasselli molto aperti e lavorati con la tecnologia “Twisted”, che conferisce loro una penetrazione ottimale nel fango, alla ricerca di una maggiore aderenza e un’ottima autopulizia. La struttura XtaRide premette alla scarpa di adattarsi ai diversi terreni e grazie al DynamotionFit si adatta ai movimenti del piede.
Misure: 37-48 (comprese mezze misure) - Peso: 330 g Rivoluziona l’alpine running invernale. La costruzione Sock-Fit la rende confortevole proprio come una calza: il piede è avvolto da una tomaia senza cuciture né strati intermedi e rimane immobile anche dopo molte ore di utilizzo a ritmi veloci, evitando il rischio di vesciche e sfregamenti. Chiusura intuitiva e veloce, la ghetta senza zip impedisce a terriccio, fango e altri agenti esterni di penetrare all’interno ed è laminata con l’innovativa tecnologia impermeabile e traspirante OutDry®. La suola Vibram® Genetic Lite in mescola ICETREK assicura, insieme ai chiodi di 4 millimetri, grip e trazione sulle superfici ghiacciate senza assorbire acqua o detriti e permette di muoversi velocemente su terreni ghiacciati e scivolosi. Anche al buio loghi e particolari riflettenti rendono visibile il runner che calza Atom S.
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PREZZO: 259,00 €