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Autunno 2011
Notiziario aziendale
News dal mondo della Castelnuovese Ambiente - Grandi Opere
Immobiliare - Inerti
Strategie per il mondo di domani Come tutelare il nostro territorio Real Estate Europe intervista Rosi Per una economia italiana più sana Fashion Valley Grand Opening L’evento di fine novembre 2011 a Leccio Ora la Cina è più vicina Partnership con il colosso Lushang
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autunno2011 n. 1 - Primavera 2009
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per il 4 Strategie nostro domani - La Castelnuovese ha un piano a favore del territorio
6 Risposte alla Crisi
- La rivista internazionale REurope intervista Lorenzo Rosi
lavorare 9 Opportunità: con Fashion Valley - Convenzione per l’occupazione con la Provincia di Firenze
10 Serata per Fashion Valley
- Pitti Uomo 80 fa conoscenza con il nuovo Company Store di Leccio
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La Castelnuovese costruisce e rinnova... - Ex- Ceraminter: da un’antica industria un nuovo complesso commerciale - Ad Arezzo il Centro Chirurgico Toscano, fiore all’occhiello della sanità in Regione - Compy, superstore specializzato in elettronica, a Montevarchi - Inerti: le nuove cave
25 Struttura per il Lavoro - Avviato il processo di costituzione di un nuovo polo logistico per l’Azienda
26 Lavorano con Castelnuovese - Un partner a cui da decenni La Castelnuovese fa riferimento: TreAlcon Infissi
27 Un brand che si fida di noi Fashion-Valley-idea
- Unicoop, un cliente importante per La Castelnuovese, ormai “storico”
- Un modo diverso di fare shopping al Fashion Valley
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La Cina ora è più vicina - Interesse nelle nostre realizzazioni, partnership con Lushang Group
28 In breve, nel sociale - Mostra sul ‘600 in Valdarno - Giorgio Vasari: il restauro del S. Donato - Notte Bianca a San Giovanni Valdarno - Banca del Valdarno fa cent’anni - ACD Marzocco: i giovani e lo sport - Rinnovato CdA in Banca Etruria con Rosi - Dinner Party: il meeting della Castelnuovese - Vandalismo al Golf Club Cavriglia
Redazione: Via Ponte alle Forche, 27 - 52027 San Giovanni Valdarno (Ar) - segreteria@castelnuovese.it Realizzato da StudioMixCorboli - San Giovanni Valdarno (Ar) - info@studiomixcorboli.it
Un anno si conclude combattendo la crisi L’impegno della Castelnuovese per superare questo momento non facile L’anno 2011 sta per concludersi mentre gli effetti dell’anno precedente si fanno sentire in un modo che non si stenta a definire drammatico per l’Italia. La nostra Azienda ha ormai affermato la propria presa sui mercati internazionali e il lavoro all’estero è diventato un importante elemento nel raggiungimento dei propri traguardi economici ed occupazionali, permettendo una ricaduta sul territorio che si traduce in benessere per tutti. Tuttavia non si può nascondere che il clima di incertezza ed il protrarsi di una fase, che doveva essere di transizione ma che sembra divenuta fin troppo «solida», impediscono di trovare un nuovo equilibrio per la nostra economia, un equilibrio che doveva appoggiarsi su riforme strutturali che non ci sono state e che ormai da anni vengono invocate dai cittadini e dalle parti sociali. In questo clima di precarietà, di problematiche non affrontate, di ostacoli non rimossi, la nostra Italia sta letteralmente perdendo i pezzi: quanto si è costruito nel secolo scorso rischia di crollare a seguito di un immobilismo che non può altro che lacerare ed erodere il meglio della nostra società. La Castelnuovese, così come altre importanti realtà economiche del nostro Paese, resiste e cresce, anche a costo di grandi sacrifici da parte di tutti i suoi Soci e collaboratori, ma per ogni Azienda che resta, quante soccombono? I margini operativi delle Imprese si sono ridotti all’osso: tutti i costi di produzione , a causa di politiche fallimentari che hanno sottovalutato e accettato passivamente la forza della concorrenza estera, sono aumentati; la ricerca tecnologica è stata frenata anzichè migliorata; i costi delle materie prime e dell’energia sono sfuggiti al controllo nazionale; le infrastrutture sono state spremute e rese a poco a poco obsole-
te, in mancanza di una programmazione che le rinnovasse, esclusa qualche iniziativa caparbia e fallace come il ponte sullo Stretto o la TAV in Val di Susa. L’Italia è un malato grave, a cui per troppo tempo non è stata resa nota la diagnosi e al quale, di conseguenza, non è stata proposta nessuna cura efficace. Intanto la responsabilità del risanamento è diventata un peso titanico. Chi lo porterà? Al momento non si vedono un progetto politico ed economico capaci di riassestare il Paese. La Castelnuovese in questo contesto dà il proprio contributo costruendo delle collaborazioni, interfacciandosi con i più vari soggetti dello sviluppo economico, diversificando le proprie attività, ricercando le strategie economiche per sostenere le difficoltà ed evitare che gli anelli deboli del sistema vengano disgregati. Si parla soprattutto di difendere persone, cultura e valori che oggi e in futuro saranno indispensabili per ricostituire un tessuto economico e sociale migliore per la nostra Italia. Questo modo di stare nel sistema comporta necessariamente, in questa delicata fase economica e civile, un congruo ridimensionamento dei profitti a vantaggio di un maggiore sostegno all’occupazione ed un aumento della produttività a favore della salvaguardia della consistenza patrimoniale. Per conseguire questi risultati, in considerazione delle preoccupanti condizioni del mercato interno, ci stiamo rivolgendo in modo sempre più determinato all’estero. Si tratta di un orizzonte che non è più costituito dai soli Paesi europei, ma che si affaccia verso i Paesi emergenti, quelli che stanno crescendo a ritmi più elevati, soprattutto ad Oriente. In questo ci aiuta l’aver trovato dei partners e dei collaboratori che camminano al nostro fianco e ci sostengono, condividendo e sopportando con noi i momenti più difficili. Che speriamo finiranno presto lasciandoci, se non più ricchi, sicuramente più forti. Il Presidente Lorenzo Rosi
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Le strategie per il territorio di
domani
Ormai da oltre dieci anni il Gruppo La Castelnuovese ha differenziato le proprie attività economiche; si è trattato, senza alcun dubbio, di una scelta coraggiosa e che si è rivelata lungimirante. In questo difficile contesto economico vogliamo continuare a seguire questo tipo di strategia e metterla a punto in tutti i suoi aspetti. Il Gruppo Castelnuovese sta lavorando nei settori delle Grandi Opere, dell’Ambiente, dell’Immobiliare e degli Inerti e, le scelte strategiche che il Consiglio di Amministrazione continua ad operare, sono nella logica del Gruppo. Il Consiglio di Amministrazione ha confermato anche per il futuro la scelta di investire in progetti autofinanziati con risorse economiche dell’azienda condividendoli con altri Soci e partner storici della Cooperativa, una scelta che sarà ancora alla base di ogni futura iniziativa. Questa direttiva comporta necessariamente una solida disponibilità finanziaria. In questi anni l’aver voluto consolidare il nostro patrimonio, che oggi è vicino a cinquanta milioni di euro, è stato il presupposto per potersi muovere in questo modo sul mercato. Abbiamo dimostrato solidità ed ottenuto fiducia dal sistema bancario, condizioni senza le quali non sarebbe possibile realizzare iniziative di grande importanza ed impegno economico, oltre che professio-
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nale. Allo stesso tempo abbiamo intrapreso queste attività con altri soci, come Unieco ed Europ Invest, per poter condividere i naturali rischi operativi. Questa è la strada che dobbiamo continuare a percorrere nei prossimi anni, cercando di individuare nuove opportunità, ad esempio operando su quei patrimoni immobiliari “in stallo” che oggi sono in possesso degli istituti bancari e finanziari. Un ulteriore aspetto di rilevante importanza su cui insistere e continuare è la formazione continua del nostro personale. L’aver investito nel management e nella sua formazione, ha portato oggi l’azienda ad avere uomini capaci e preparati nel coordinare progetti sempre più complessi; gestire commesse considerevoli, in qualità di «general contractor», ha permesso all'azienda di ampliare le opportunità di lavoro e conoscere committenti importanti. Crediamo che intensificare gli investimenti e continuare nel differenziare le nostre attività certamente sia il sistema migliore per curare gli interessi dell’azienda e del suo territorio di riferimento, delle nostre famiglie, dei nostri dipendenti e di tutte quelle realtà economiche che guardano alla Castelnuovese come un punto di riferimento. Sentiamo questa responsabilità e cercheremo di dare il massimo delle nostre forze e della nostra sensibilità per raggiungere nuovi prestigiosi
La Castelnuovese a tutela del nostro territorio Le nuove sfide ed i nuovi obiettivi richiedono prudenza e progettualità
obiettivi che portino ad uno sviluppo del nostro entourage economico e sociale. Una particolare cura viene rivolta a numerose opportunità commerciali all’estero: continua lo sviluppo del progetto in Croazia, nel Comune di Kriz, vicino a Zagabria, per la costruzione del Company Store denominato Kriz Village. Stiamo studiando nuove opportunità relative a grandi opere in ambito commerciale in Grecia ed in Marocco insieme alla società Europ Invest ed allo Studio Associato Nataloni, essendo convinti che sviluppare lavoro fuori dai confini italiani ci metta al sicuro dai rischi e difficoltà cui è attualmente sottoposto il mercato interno italiano. Crediamo che la strada intrapresa alcuni anni fa nel cercare nuove opportunità commerciali all’estero sia stata una mossa strategica essenziale perché ci ha permesso, con la giusta calma, di capire dove era meglio investire. Se non lo avessimo fatto in quei tempi e con quella serenità mentale, senza essere costretti a doverlo farlo per la mancanza di lavoro, oggi non sarebbe certo possibile, considerata l’attuale situazione economica. Si deve infine ricordare la scelta intrapresa nel settore ambientale, insieme alla Cooperativa Unieco, nel costituire una nuova Holding, la società
U.C.H. Holding s.r.l., dove abbiamo conferito le partecipazioni della società STA S.p.A., detenute dalla due Cooperative. Questo a significare un maggior rafforzamento dei rapporti fra le due aziende ed una maggiore partnership unitaria nel controllo e nella gestione della nostra società STA all’interno del settore ambientale. Per la nostra azienda il settore ambientale è diventato uno dei settori più rilevanti, sia per la dimensione di occupati che genera, sia per gli investimenti eseguiti. Le risorse economiche apportate hanno fruttato, nel tempo, opportunità di lavoro e ritorni economici tali da poter consolidare il nostro patrimonio. Nel prossimo esercizio saremo chiamati ad attuare scelte importanti al fine di partecipare alla gara per la gestione dei rifiuti del Ato Sud della Toscana, con nuovo soggetto societario che andrà a gestite la raccolta dei rifiuti di circa un milione di cittadini. La Castelnuovese inoltre ha avviato un processo nel settore degli inerti che la porterà, in tempi pensiamo brevi, a produrre in
proprio i materiali indispensabili alle costruzioni, con vantaggi economici e di qualità del prodotto. Attualmente abbiamo una discreta disponibilità di siti per escavazione di inerti e stiamo studiando l’avviamento del processo di lavorazione nell’ambito della creazione di un polo logistico che riunisca in sé tutti gli elementi operativi delle quattro divisioni del gruppo. Altro punto importante dello sviluppo strategico della Castelnuovese è la realizzazione della nuova sede nell’ex Bricchettificio in località Fondali, a San Giovanni Valdarno, che è stato oggetto di un concorso internazionale conclusosi recentemente. Dalla nuova sede La Castelnuovese non ricaverà solo un miglioramento della propria immagine aziendale e dei valori che la caratterizzano ma soprattutto la possibilità di razionalizzare ed ottimizzare l’organizzazione del proprio lavoro e la sua pianificazione.
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La rivista Real Estate, leader del settore immobiliare in Europa, intervista Lorenzo Rosi
Castelnuovese: un modello che offre risposte alla crisi
Dall’estero si guarda all’Italia con preoccupazione: La Castelnuovese propone la sua ricetta per una «sana» economia La Società è nata come cooperativa edile 50 anni fa. CI può descrivere le origini della Castelnuovese? Alle origini della Castelnuovese c’è il movimento di protesta dei lavoratori del bacino minerario di Castelnuovo dei Sabbioni. Un grandissimo bacino minerario con migliaia di occupati, a quei tempi. Dalle tensioni sindacali e dai licenziamenti, dalla fatica per una vita sopportabile ed un lavoro dignitoso nacque la Cooperativa dei muratori La Castelnuovese. Erano tempi difficili e un gruppo di operai della miniera, avendo perso il posto di lavoro, fece la scelta di mettersi in proprio, cercando di creare la “ditta senza padroni”. Loro avevano le idee chiare, ed anche se quella poteva sembrare un’utopia, La Castelnuovese di oggi ha molti elementi in comune con quegli operai, con i fondatori: spirito di indipendenza, di intraprendenza, di collaborazione, di lavoro in squadra, di attenzione al cambiamento, capacità di sacrificio e desiderio di condividere il benessere che si genera da un lavoro dignitoso. Come si è sviluppata nel corso degli anni? La crescita della Castelnuovese, pur
essendo stata costante negli anni, ha assunto un carattere esponenziale quando si sono differenziate le attività. A partire dagli anni ’80, periodo che ha visto, in Italia, una progressiva crescita dei consumi ed una maggiore richiesta di benessere, i dirigenti dell’Azienda hanno decisamente imboccato la strada della diversificazione del prodotto e di una nuova strategia di marketing. Fino ad allora La Castelnuovese era considerata solo come costruttore di abitazioni. Di certo in questo settore aveva un posto di rilievo, ma solo a livello locale. I suoi limiti sembrava fossero tracciati per sempre in un ambito residenziale, che per altro rendeva bene. Tuttavia, con coraggio, vennero aperte e percorse nuove strade nel settore delle grandi opere e dell’ambiente: costruzione di depuratori e discariche da una parte, di ipermercati e supermercati dall’altra. Senza abbandonare, naturalmente, il residenziale.
Giacomo Billi, Direttore lavori a Città Sant’Angelo
Lei è diventato Presidente a Settembre 1997. Quale strategia ha adottato per la crescita del business? Quando sono diventato Presidente, La Castelnuovese era già configurata per diventare la grande azienda che è oggi. Ma in realtà le mancavano, come per tante altre promettenti aziende del settore che oggi, per questi stessi motivi, sono scomparse, le basi per un equilibrato e solido sviluppo. Era come una grande nave senza il motore e con delle vele piccole piccole. Con il Consiglio d’Amministrazione di allora abbiamo affrontato il nuovo millennio con questa consapevolezza: saremmo diventati grandi, ma non potevamo farcela da soli. In Azienda eravamo tutti molto giovani, ed in quegli anni quindi abbiamo posto molta attenzione alla patrimonializzazione della Castelnuovese, all’organizzazione interna, alla responsabilizzazione ed alla formazione professionale, sia degli operai che dei dirigenti. Da un punto di vista personale devo dire che almeno fino al 2005 la mia idea fissa era quella di “costruire” una Castelnuovese competitiva e flessibile e sviluppare rapporti di lavoro con realtà importanti. I nostri orizzonti sono diventati tutto ad un tratto molto più ampi. È stato molto importante creare un rapporto di fiducia e collaborazione con le banche, con promotori internazionali, con altre cooperative nazionali, con consulenti finanziari. Siamo stati capaci di cambiare il volto della Castelnuovese anche da un punto di vista comunicativo. A poco a poco ci siamo accorti che ce la stavamo facendo. È dal 2004 che i nostri fatturati sono cresciuti in modo esponenziale, che il patrimonio dell’azienda è diventato considerevole, che abbiamo realizzato opere di grandissimo rilievo.
Intervista di REurope a Lorenzo Rosi Pur essendo cresciuti avete sempre forti legami con i luoghi dove l’azienda è nata... Proprio così. Nel 2006 abbiamo celebrato i nostri “primi” cinquant’anni. Si è trattato di un momento importante, ci ha consentito di guardare indietro e ripercorrere la strada fatta, non solo da un punto di vista imprenditoriale, ma anche più strettamente umano, ed abbiamo scoperto l’importanza del nostro lavoro per il territorio in cui siamo nati e che abitiamo. È, questo, un punto importantissimo della Castelnuovese, è un punto di forza e va sottolineato perché ha contribuito al nostro successo. La Castelnuovese ama il proprio territorio e i suoi abitanti. Mentre diventavamo un’azienda internazionale, con interessi in Europa ed in numerosi Paesi extraeuropei, abbiamo coinvolto in questo cammino anche la forza creativa e lavorativa della Toscana. Abbiamo condiviso i nostri successi con tante piccole – medie aziende locali, che sono divenute, a poco a poco, nostri partner e hanno lavorato per noi, con noi come fossero loro stesse una parte della Castelnuovese. Questo si è tradotto subito in una maggiore qualità per il nostro prodotto. Ha generato una rete di collaborazione e di solidarietà che non si è fermata al lavoro, ma è stata declinata anche in tanti altri aspetti della vita della comunità locale. Credo la società abbia bisogno di sicurezze di questo tipo per svilupparsi correttamente e se sa essere equilibrata da un punto di
vista culturale e sociale poi funziona bene anche il lavoro. I due aspetti, noi, li abbiamo sempre tenuti presenti entrambi. Il nostro vuole essere un business con la persona al centro. Quali sono stati i progetti più importanti degli ultimi anni? Partendo da queste premesse e grazie alla forza che a poco a poco abbiamo raccolto al nostro interno, abbiamo potuto realizzare opere di una certa importanza. Quando siamo entrati nel settore della gestione ambientale abbiamo costruito alcune discariche, depuratori ed impianti di compostaggio. Avendo a che fare con il pubblico è stato necessario costituire delle società miste che lavorassero in regime di “project financing”. Oggi con la nostra controllata Società Toscana Ambiente siamo leader nella gestione dei rifiuti in Toscana, in particolare nell’area sud, quella a cui tutto il mondo guarda per le sue bellezze storiche e paesaggistiche: una bella responsabilità verso l’ambiente. Sul versante delle costruzioni commerciali abbiamo realizzato, in tutta la Toscana, un gran numero di supermercati ed ipermercati, soprattutto per la Unicoop, che si è fidata di noi e ci ha permesso di dimostrare il nostro valore nel rispettare i tempi di lavorazione, garantire la qualità delle costruzione, contenere i costi: fatti fondamentali per le grandi società di commercio al dettaglio per le quali ogni giorno di
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giorno di ritardo nelle aperture diventa drammatico, così come la chiusura per manutenzione. Grazie anche a questo tipo di esperienza siamo passati a costruire outlet villages. Il primo è stato Valdichiana Outlet Village, a cui ha fatto seguito Città Sant’Angelo Village, quello di Dison (Belgio) ed oggi il Fashion Valley a Leccio. Queste grandi opere ci hanno coinvolto in tutti gli aspetti della costruzione, dagli scavi alla finitura degli interni. Le abbiamo realizzate sempre in tempi rapidi, opportuni per la committenza e la locazione degli esercizi commerciali, con un grado di finitura elevato, competitivo nei prezzi. Questa è la ragione per cui continuiamo su questa strada e ci vengono richiesti nuovi lavori di questo tipo, sono divenuti per noi una “specializzazione”. Adesso state per lanciare il nuovissimo Fashion Valley. Ci può spiegare il suo concetto innovativo? Con il Città sant’Angelo Village, di cui presto verrà inaugurata la fase due (la prima fase ha inaugurato a settembre 2009) c’è stata una novità, siamo stati coinvolti anche nella gestione del complesso, a livello commerciale. La Europ Invest, società promotrice di questi centri, a cui siamo molto legati e grati per averci scelto come partner, sta conducendo con noi questo nuovo percorso. L’esperienza è stata ripetuta con Fashion Valley, ecco perchè rappresenta un impegno diverso, si tratta già dalle premesse di qualcosa di nuovo. Ora che sappiamo bene come funzionano i grandi complessi company store, cerchiamo di mettere in gioco anche la nostra competenza organizzativa. Il vantaggio è che siamo i costruttori e siamo dotati delle capacità di finanziamento dell’opera. Nella realizzazione di Fashion Valley fin dall’inizio volevamo dargli un nuovo aspetto che fosse rappresentativo e stimolante per il consumatore finale. C’è stata una ricerca più approfondita sulla configurazione degli spazi e la progettazione architettonica, l’introduzione dell’elemento acqua e luce. Il risultato è ottimo, lo si può verificare direttamente sul posto. Fashion Valley non è grandissimo, ma si distingue. C’è poi stata una preparazione di tipo diciamo concettuale, condotta con grandi manager del settore fashion italiano, che ha portato alla costruzione non solo di un’immagine nuova, che per il momento è apprezzata dai grandi brand, ma soprattutto di un luogo dove lo shopping diventerà un’esperienza integrata da altri elementi, fortemente legati a
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Firenze ed alla Toscana, che stimolano tutti i sensi della persona, gusto, udito,... Come è stata scelta la location per il progetto? L’area di Leccio – Reggello è oggi sinonimo di shopping di alto livello. Non è stato facile inserirvisi. Ci sono voluti molti anni di lavoro sul progetto, per avere la possibilità di costruire qui un nuovo complesso commerciale con queste caratteristiche, il nuovo company store. Europ Invest ha lavorato molto per portare a Leccio il Fashion Valley, un’idea che comunque già si stava formando e che, se non qui, sarebbe nata lo stesso altrove. Diciamo che si lavora alla location dai primi anni 2000. È molto favorevole, ad un passo da Firenze e dalle vie di comunicazione, bella dal punto di vista paesaggistico, ricca sotto il profilo culturale e gastronomico, affollata dai turisti. I brands del Made in Italy attendevano da anni l’apertura del Fashion valley. Fin dall’edizione del Mapic 2008, quando Europ Invest ha annunciato il progetto, c’erano richieste per venire qui con i propri prodotti. L’interesse è cresciuto con lo sviluppo del progetto e l’attuazione della fase operativa.
Che cosa distinguerà il Fashion Valley dall’offerta già esistente nella zona? Fahion Valley accoglierà naturalmente grandi nomi della moda, elemento fondamentale per la clientela che cerca esclusività, eleganza, lusso. In questo è bene rispettare le aspettative. È stato fatto un grande sforzo per dare il massimo, per essere in linea con la location, che è una vera e propria Fashion Valley, una valle della moda, percorsa non solo dal fiume Arno, che pochi chilometri più a Nord attraversa Firenze, passa sotto il Ponte Vecchio, lambisce gli Uffizi e Palazzo Vecchio, ma anche dalla grande autostrada A1: qui passa «tutto il mondo» che si muove in Italia. È un’area viva e in continuo sviluppo. Ci distinguiamo perché siamo nuovi, abbiamo quindi un profilo al passo con i tempi: sono nuovi i prodotti, la loro presentazione, l’esperienza che si fa all’interno della struttura, la ristorazione, la musica e gli eventi. Cambia il ritmo, cambiano le sensazioni. Abbiamo tenuto molto in conto il legame con la Toscana, che qui si respira anche nel mix dell’offerta. Chi sono i partner dello sviluppo e quando è prevista l’apertura? Europ Invest, nella persona di Ubaldo De Vin-
Intervista di REurope a Lorenzo Rosi
centiis, carismatico presidente di questa società italo-belga, ha compreso con largo anticipo le potenzialità di quest’area e l’ha a poco a poco circoscritta, acquisita, sviluppata nella sua immagine. La Castelnuovese ha ottimizzato questa preparazione con i propri rapporti di lavoro, con la propria credibilità e supporto tecnico – economico. Luciano Nataloni, dello Studio Associato di Firenze, ha gestito i meccanismi finanziari ed ha elaborato per i nostri tenants le condizioni opportune per un inserimento remunerativo. Pezzo dopo pezzo Fashion Valley è diventato un meccanismo a cui restava per La Castelnuovese il compito di dare una forma. Proprio come stiamo sottolineando nel lancio di Fashion Valley, un’idea che ha preso forma, che abbiamo costruito, che diventerà un contesto reale ed esperienziale. Fashion Valley apre nella sua prima fase il 19 novembre 2011. La realizzazione della seconda fase partirà subito dopo, in tempi, come ormai per noi usuale, rapidi. Quali sono gli altri progetti della Castelnuovese? Nel quadro generale di difficoltà che il settore edile italiano sta vivendo La Castelnuovese è una felice eccezione. Da anni ormai veniamo indicati tra le prima aziende italiane per indice di produttività e redditività. Abbiamo in cantiere opere nuove e concrete, non virtuali, pienamen-
te finanziate e realizzate in tempi precisi, di solito anche rapidi. Il gruppo consta di quattro divisioni, Grandi Opere, Ambiente, Inerti, Residenziale. Sono tutte attive ed impegnate. Non vorrei fare un elenco lavori. Però prendiamo ad esempio il settore più “spinoso” attualmente, quelle del residenziale: stiamo consegnando gli ultimi appartamenti di un complesso di dimensioni medio-grandi: un’area di quasi 100.000 metri quadrati, dove abbiamo costruito 160 residenze di pregio, con varie tipologie, dal mini appartamento alla villa monofamiliare di quattro piani… Oggi, in giro, si vedono molti “scheletri”, strutture non terminate o invendute, veri e propri problemi… ecco, al contrario, qui è tutto venduto e i nostri clienti hanno un ottimo grado di soddisfazione per il loro acquisto. Il complesso si chiama Le Fornaci, c’è molta documentazione sul nostro sito, ci si può fare un’idea… Poi ci sono grandi impegni nel settore della gestione ambientale, a breve avvieremo la produzione in proprio di calcestruzzo ed inerti in quanto abbiamo molte cave di estrazione, abbiamo complessi residenziali in fase di ultimazione o in partenza, costruzione di outlet villages, uno presto a Vigevano, un altro in costruzione a Kriz, nei pressi di Zagabria... e molti progetti reali in via di concretizzazione, in Italia ed all’Estero. La Castelnuovese ha un modello ed un metodo di lavoro che oggi, senza false modestie, costituisce una risposta ed una ricetta alla crisi economica, che funziona.
Quali sviluppi vede nel futuro della Castelnuovese? Nel nostro futuro ci sono, spero, risultati che nasceranno dal lavoro di preparazione e pianificazione fatto in questo ultimo decennio. Abbiamo sviluppato rapporti con i grandi creatori della moda italiana, Gucci e Prada, per fare due nomi; siamo diventati gestori del nostro prodotto di punta, gli outlet; abbiamo stabilito una collaborazione con un grande gruppo cinese che opera nel settore dell’edilizia commerciale, interessato al nostro prodotto ed al nostro modello di lavoro. Quello che faremo è in parte già stato elencato, quello che si sta delineando invece è un grande quadro, ancora in parte da chiarire: ogni giorno si cancella un pezzettino e si tracciano nuove idee. La Castelnuovese è affascinata da nuove sfide ed ha una struttura in grado di affrontarle. Siamo nati come semplici muratori, oggi ci possiamo definire anche imprenditori, nel senso più ampio e nobile del termine. Siamo sempre rimasti legati al territorio in cui siamo nati, siamo vicini alle persone ed attenti alle loro esigenze. Ci piace camminare ed andare avanti, ma quando c’è stato bisogno abbiamo anche saputo fare soste di riflessione. Il nostro domani in una parola… è costruire.
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Pitti Uomo 2011 fa conoscenza con il Fashion Valley
Serata per Fashion Valley
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Una serata affascinante quella trascorsa al Circolo Cannottieri di Firenze lo scorso 14 giugno per un cocktail tenutosi in anticipazione dell’apertura del nuovo Fashion Valley, il Company Store per i grandi nomi della moda e dell’accessoristica “made in Italy” di Leccio, costruito e gestito dalla nostra Azienda e dai suoi partners. Una location molto bella, tra il Ponte Vecchio, gli Uffizi, il quartiere di San Niccolò, il Corridoio Vasariano; una serata elegante, accompagnata dal fluire delle acque dell’Arno, sulle quali molti degli ospiti intervenuti hanno “navigato” sulle barche dei “renaioli” fiorentini di un tempo, grazie all’esperta guida dei Soci del Circolo. La manifestazione,
pienamente riuscita, si svolgeva nell’ambito di Pitti Uomo. Tra gli ospiti: Dianora Guicciardini, Giovanni Braccini, Ilaria Giusti Ferragamo, Francesca Santi Biondi, Diana Lennie, Isabella Pratesi, Linda e Vittorio Cariani, Cristina Quaratesi, Raffaello Napoleone, Silvia Bertolini Orsi, Sibilla della Gherardesca… e ci scusiamo per non poter elencare tutti. Alla serata inoltre non potevano mancare i principali “artefici” di Fashion Valley, Ubaldo De Vincentiis, Giacomo Santucci e Luciano Nataloni.
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Inaugurazione:19 novembre
Fashion Valley,
new-fashion-idea
Con il nuovo Company Store Fashion Valley cambia l’idea del fare shopping in un outlet
Fashion Valley si sviluppa in uno spazio commerciale di 5.500 mq articolato in 32 boutique di abbigliamento, accessori e home design dei migliori brand internazionali. Fashion Valley sorge in località Leccio, a Reggello (FI), nel cuore della Toscana, una regione bella, popolata, ricca ed attraente dal punto di vista turistico. Soli 30 minuti di macchina separano Fashion Valley da Firenze, centro di arte, cultura e moda, patria di creativi e stilisti e sede di alcune delle più importanti manifestazioni legate al mondo della moda. Fashion Valley trasforma lo shopping in un'immersione leggera e piacevole nel mondo dello stile e del design. Infatti non è solo il luogo nel quale trovare una selezione dell'abbigliamento, degli accessori e dell'home design più in voga ma è anche una struttura unica, che si integra perfettamente con il territorio circostante valorizzandone la bellezza. Immersa nel verde della campagna toscana, Fashion Valley si presenta con uno stile architettonico dal design curato ed innovativo che concilia il concept dello store - con grandi superfici, servizi, comfort - con l’eleganza, la modernità e la ricercatezza della boutique per rispondere alle esigenze di un target attento al cambiamento e sempre in cerca di novità. Nasce così un'opera controcor-
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rente, che prevede anche spazi verdi, bar, ristoranti ed un parcheggio con 1.000 posti auto. La promozione di eventi culturali legati alla moda e al territorio arricchisce ulteriormente un'esperienza che va così ben oltre il semplice acquisto. Oltre a valorizzare il territorio circostante, Fashion Valley è controcorrente anche perché lo preserva attraverso un approccio ecosostenibile: l’edificio è in acciaio e vetro ed è concepito per ottimiz-
zare i consumi, tanto che ogni negozio ha in dotazione la propria pompa di calore e l’alimentazione elettrica proviene da un unico contatore condominiale che utilizza anche l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. Anche l’approvvigionamento idropotabile avviene da un contatore condominiale e l’acqua calda per uso sanitario sfrutta 4 pannelli solari termici che integrano un sistema di scaldabagni elettrici.
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D’intesa con la Provincia di Firenze ed il Comune di Reggello la selezione e la formazione del personale
Opportunità: lavorare@Fashion Convenzione tra la proprietà del nuovo Outlet e la Provincia di Firenze La Castelnuovese, con Fashion Valley e attraverso la partecipata Mandò Village, favorisce l’occupazione in Valdarno di oltre cento persone che andranno a far parte dello staff gestionale del nuovo Company Store. Per individuare e preparare il personale è stata ricercata la collaborazione della Provincia di Firenze. Entro il 2011 saranno occupate almeno centoventi persone. L’Assessore provinciale al lavoro dottoressa Elisa Simoni ha siglato il 7 giugno scorso, presso la sede della Provincia, in Palazzo Strozzi, a Firenze, un protocollo d’intesa con gli amministratori della società Mandò Village, proprietaria del nuovo complesso commerciale ed ha presentato i punti salienti dell’accordo e del progetto occupazionale durante una conferenza stampa. Il ruolo della Provincia di Firenze è, in concreto, quello di effettuare la preselezione del personale e, ove necessario, la formazione professionale. Il percorso di formazione e specializzazione viene gestito dal Centro Formativo Terri-
toriale del Valdarno. Sono numerose le opportunità di lavoro per commessi addetti alle vendite e responsabili di negozio. Vengono ricercati soprattutto giovani a cui saranno proposti inizialmente contratti di lavoro a tempo determinato. I gestori hanno però assicurato che si tratta solo di periodi di prova ai quali seguirà la assunzione vera e propria, a tempo indeterminato, tenendo conto delle capacità e delle disponibilità dimostrate. Questo si rende necessario perché il lavoro per le grandi firne della moda e dell’accessoristica italiana richiede doti commerciali di un buon livello o comunque molta voglia di imparare un lavoro che, per quanto possa apparire semplice, è invece impegnativo e di grande responsabilità, costituendo l’anello tra il brand-produttore ed il consumatore. Le selezioni e la formazione professionale sono state affidate ai Centri per l’Impiego della Provincia di Firenze e più in particolare al Centro per l’impiego di Figline Valdarno. Oltre all’aspetto occu-
pazionale con l’impiego diretto che viene realizzato per il tramite del Centro per l’impiego, l’apertura del Fashion Valley porterà senza dubbio ad una maggiore quantità di visitatori, turisti e anche semplici curiosi che avranno comunque l’opportunità di conoscere la nostra terra, le sue attrazioni turistiche, la sua gastronomia, i suoi prodotti.
Interesse dall’Oriente per le nostre realizzazioni
La Cina
ora più vicina Assieme ai nostri partners internazionali abbiamo intessuto delle interessanti relazioni commerciali con una società cinese
Lushang è la prima società commerciale fondata dallo Stato cinese nel 1992, stesso anno in cui Hong Kong è divenuto parte della Cina. Si autodefinisce “The Solution Group”, spazia infatti in quasi tutti i campi delle attività commerciali. Il suo sviluppo in questi venti anni, come del resto quello della Cina in generale, è stato prodigioso. Lushang è nato come azienda di stato ed ha come obiettivo quello di diventare un gigante del settore commerciale. Dall’attività chiave dei suoi inizi, quella delle costruzioni
commerciali e delle attività immobiliari in genere, oggi Lushang ha allargato il proprio campo di interesse anche e all’industria chimico – farmaceutica, a quella ricettiva, con la realizzazione di hotel, al settore automobilistico, a quello delle comunicazioni di massa, dell’istruzione scolastica, allo sfruttamento delle miniere e cave. Nel 2010 il fatturato di Lushang è stato di 37 miliardi di Yuan (pari a 4,2 miliardi di Euro), con un aumento del 45,8% rispetto all’esercizio precedente. Si pensi che il gruppo ha 150.000 dipendenti. Nello scorso luglio una rappresentanza della Castelnuovese e
di Europ Invest ha incontrato i dirigenti di Lushang, per discutere di una possibile collaborazione, che si potrebbe concretizzare nella cessione di alcune strutture commerciali e nell’avvio di una cogestione degli outlet italiani ed esteri. Ci sono state presentare alcune delle strutture più rappresentative del Gruppo cinese, sia tra quelle esistenti che tra quelle in costruzione. La società che si
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La Cina
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Relazioni commerciali con la Cina occupa, all’interno del Gruppo Lushang, dei grandi complessi commerciali, si chiama Inzone. Gestisce un volume di vendite al dettaglio per 24 miliardi di Yuan (2,7 miliardi di euro) su una superficie commerciale di oltre 3 milioni di metri quadrati. Occupa 140.000 dipendenti ed è la divisione più grande di Lushang. È la principale società di vendita al dettaglio nella regione di Shandong ed una delle prime cinque se si guarda a tutta la Cina. La sua attività si è potenziata a partire dal 1996, quando Inzone ha introdotto nella regione di Shandong il modello commerciale occidentale, con gli Inzone Department Stores, gallerie di boutiques con marchi e merci di alto livello. Dal 1999 è stato coniato un altro modello, quello degli Inzone Plaza, dove si univa il Department Store ai grandi supermercati, anche alimentari, e questo modello è stato esteso a tutta la Cina, diventando strumento chiave per l’espansione geografica del Gruppo. Grazie a questa politica di diversificazione del livello dell’offerta, giunti ai nostri giorni Inzone si presenta come leader nel settore commerciale offrendo ai consumatori diversi tipi di “retail”: è il principale gestore cinese di Department Store, uniti o meno agli ipermercati, supermercati “food” e “non-food”, supermercati discount, supermercati di arredamento. Inzone è una “blue-chip”, una società ad alta capitalizzazione azionaria, quotata in borsa, fatto che le permette di accelerare il proprio sviluppo attraverso una crescente finanziarizzazione. Inzone sta aprendo nuovi complessi commerciali in tutta la Cina ad un ritmo di 20 centri all’anno. Altro settore chiave di Lushang è quello immobiliare.
Il Gruppo ha il controllo di oltre una ventina di Società nel campo delle costruzioni e realizza 3 milioni di metri quadrati di superficie residenziale ogni anno, oltre a negozi, alberghi, locali di intrattenimento e svago. Vengono costruite dal nulla intere città metropolitane - con grattacieli e negozi -, città giardino - con villette e parchi - , città ecosostenibili. Vengono poi le attività «minori» di Lushang: in primis quella chimico-farmaceutica, potenziata attraverso l’incorporazione di aziende farmaceutiche esistenti, che sono state ristrutturate e potenziate soprattutto con la fondazione di tre centri di ricerca ed annessi laboratori, che occupano migliaia di persone. Sappiamo quanto sia importante per i Cinesi l’attenzione alla salute e la tradizione farmaceutica omeopatica e naturale per capire quanto questo sia un settore strategico per il futuro. Segue il settore ricettivo-ricreativo di Lushang, attivo nella sola Provincia di Shandong, che possiede e gestisce alberghi di categoria superiore (5 a 5 stelle, 8 a 4 stelle), hotel economici (30 in tutto), ed ha creato conseguentemente un sistema integrato tra strutture ricettive, agenzie di viaggio, centri ricreativi e centri fitness. Questo settore viene animato anche con l’organizzazione di eventi e la dif-
A N I C
Provincia di Shandong
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fusione di programmi su una canale televisivo dedicato alle attività del Gruppo. Lushang ha ritenuto inoltre opportuno creare una propria struttura autonoma nel mondo della comunicazione di massa. Possiede importanti strumenti come giornali, canali televisivi e siti web. Il principale giornale è lo “Shandong Business Daily”, una specie di “Sole 24 ore” della ricca provincia di Shandong. Arrivando poi al settore della formazione e dell’istruzione, Lushang gestisce più di 100 asili per l’infanzia ed alcuni istituti superiori
di studenti usciti da queste scuole che ha trovato lavoro è stata del 95%. Per finire c’è poi una Società del Gruppo Lushang, la “Malltai Investments & Joined Development”, che ha la funzione di esplorare nuove opportunità di mercato e realizzare investimenti in diversi settori in crescita: si va dalle automobili ai circuiti di pagamento elettronico, dall’ingegneria genetica in agricoltura allo sviluppo dell’e-commerce sul web, dalle bibite dietetiche allo sfruttamento minerario. Questo gruppo si è posto l’ambizioso
company store italiani. Nei prossimi mesi approfondiremo le possibilità e le condizioni per una partnership con questo colosso cinese. Intanto possiamo condividere con voi la forte impressione di potenza e capacità decisionale e di pianificazione economica che i dirigenti del Gruppo Lushang ci hanno dato. Capacità che sono alla base della crescita economica di un Paese, anche quando sembra difficile, anche quando si parte da basi svantaggiate e per tanto tempo orientate ad un diverso tipo di economia, come nel caso cinese. Dobbiamo guardare a molti degli
ed universitari, che hanno oltre 50.000 studenti. La filosofia di questi Istituti è quella di dare una “formazione per il mondo professionale” attraverso la combinazione di “studio, industria e ricerca”. Si tratta di un “Istituto Commerciale e Tecnico-Professionale”, un “Istituto per la Gestione Alberghiera” (l’unico di questo tipo in Cina), un “Istituto di Tecnologie dei Servizi Sociali”, un “Istituto Medico”. Negli ultimi anni la percentuale
obiettivo di raggiungere nel 2015 un volume di affari di 100 miliardi di Yuan (11,4 miliardi di euro) e nel 2020 di 200 miliardi di Yuan (22,8 miliardi di euro). Forte è l’interesse nel settore commerciale in Italia. Per questo ci sono stati i primi contatti interlocutori che speriamo possano dare dei buoni risultati per la nostra Azienda, fortemente coinvolta nella realizzazione e nella gestione, con il proprio partner Europ Invest, degli outlet e dei
aspetti insiti in questa filosofia di lavoro e coniugarli con la realtà italiana, soprattutto integrandola con i valori e le tradizioni che hanno fatto essere l’Italia sempre un Paese diverso dagli altri, capace di rialzarsi anche dopo i più pesanti KO. Siamo molto interessati agli sviluppi di queste trattative che saranno in ogni caso un modo per capire e gestire meglio il futuro nostro e del nostro pianeta.
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Da oltre mezzo secolo ci impegnamo energicamente per l’occupazione ed in favore della dignità dei lavoratori.
Tenere duro non è sempre facile ma è per noi una grande soddisfazione perchè tutto intorno c’è un territorio che con noi cresce e diventa sempre più forte, più solidale, più ricco.
Una nuova vita per la storica industria valdarnese
Ceraminter
EXC’era una volta “La Ceramica” Ancora una volta abbiamo a che fare con un antico complesso industriale legato alla storia del nostro territorio La Ceraminter era una delle aziende storiche del Valdarno che purtroppo ha dovuto chiudere i battenti all’inizio del terzo millennio e più precisamente nel 2006; la “Ceramica”, con questo nome era nota l’azienda in Valdarno, era nata ai primi del ‘900 ed occupava oltre cento persone nella fabbrica che si trovava tra il centro storico e la ferrovia a San Giovanni Valdarno. La sua collocazione, così come quella della “Ferriera” e delle vetrerie più importanti (ad esempio la Vetreria Norton, oggi sede del Centro di Geotecnologie dell’Università di Siena), era pensata per favorire la spedizione dei manufatti e il traspor-
tigianale e l’industriale e si potevano vedere uscire da quella azienda dei veri e propri capolavori, sia per i decori rigorosamente fatti a mano, sia per le forme e la qualità della cottura. All’inizio del 2000, anche a causa della tragica scomparsa del titolare, l’azienda fu rilevata dai dipendenti, che si costituirono in cooperativa. La sede fu trasferita al Cetinale e lo storico edificio adiacente al centro storico fu completamente ristrutturato e destinato a fini residenziali. Nella prima fase di questo nuovo corso le cose andarono bene perché c’era molta richiesta sul mercato a seguito della cessazione dell’attività da parte di
to dei combustibili (la lignite dalla miniera di Castelnuovo, per tutta la prima metà del ‘900) per alimentare in forni. Il prodotto della “Ceramica” di San Giovanni veniva distribuito su tutto il territorio nazionale; le stoviglie erano ancora un prodotto a metà tra l’ar-
molte aziende concorrenti, ma ben presto le stesse cause che avevano determinato un rarefazione di aziende nel settore della ceramica portarono ad un tracollo della Ceraminter.
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I problemi erano dati dall’aumento dei costi di produzione, in primo luogo quello dei combustibili per alimentare i forni, dalla forte concorrenze della produzione estera in porcellana, più economica e durevole della ceramica, per non citare quella costituita dai nuovi materiali plastici. Sono un po’ gli stessi problemi che hanno investito il settore vetrario, in parte aggravati dal fatto che è mancata, nel caso della Ceraminter, una ricerca sul design e sulla diversificazione del prodotto che altre aziende hanno condotto. La Castelnuovese e la lega delle Cooperative hanno cercato di sostenere la Cera-
Inaugurata la clinica aretina, già Casa di Cura Poggio del Sole
Ceraminter
EXC’era una volta “La Ceramica”
minter nei momenti più difficili, ma l’esito non è stato positivo. La nostra cooperativa, in particolare, acquistò gli immobili della Ceraminter per dare all’azienda una boccata di ossigeno sul piano finanziario e, dopo la definitiva chiusura dell’azienda, si è presentato il problema, nel contesto di un’economia valdarnese che non era certo brillante, di ricollocare tali immobili in un contesto produttivo. Si sono tentate varie soluzioni che tenessero anche in conto la prospettiva di una totale riqualificazione urbanistica dell’area del Cetinale che si sta concretizzando attualmente con la costruzione di una nuova Provinciale delle Miniere e con la sua progressiva caratterizzazione di area residenziale, ed oggi siamo giunti ad una soluzione. I locali ex-Ceraminter sono stati ristrutturati, resteranno di proprietà della nostra Cooperativa e saranno locati ad uso commerciale a due azienda che operano da decenni in Valdarno. Verranno concentrati qui i due magazzini-showroom attualmente esistenti e tutto il settore logistico che si occupa degli ordini e pianifica le consegne. Inoltre La Castelnuovese realizzerà sulla copertura del nuovo fabbricato un grande impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. Sono oltre 10.000 i metri quadrati disponibili per la vendita e la logistica, a cui si aggiungono i parcheggi coperti ed in superficie. I lavori termineranno nel corso del 2012 e tutta l’area sarà riqualificata anche dal punto di vista urbanistico.
Centro Chirurgico Toscano di Arezzo
Un Centro ospedaliero all’avanguardia, fortemente voluto ed amato dalla città di Arezzo Inaugurato il Centro Chirurgico Toscano di Arezzo, sabato 2 aprile scorso, alla presenza del Vescovo di Arezzo, del Sindaco di
squisitamente oculistico in quanto l'ospedale di Arezzo era privo di tale reparto.Nel 1944 la Casa di Cura fu distrutta dagli eventi bel-
Arezzo, del Presidente della Regione Toscana, del Presidente dell'ASL 8 di Arezzo. La Casa di Cura "Poggio del Sole" fu costruita nel 1924 grazie all'impegno del Dr. Federico Tanganelli. All'inizio ebbe indirizzo
lici e per non interrompere l'assistenza oculistica, indispensabile in quel tempo specie per gli infortunati, fu trasferita temporaneamente nel Convento di Sargiano, sino a quando anche quell'edificio fu danneggiato dalle
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Centro Chirurgico Toscano di Arezzo bombe. Già nel 1947 la Casa di Cura fu completamente ricostruita e divenne Casa di Cura di Chirurgia Generale e Specialità Chirurgiche. Per tutti questi anni la Clinica ha operato intensamente; citiamo a titolo d’esempio una statistica relativa all’attività dell’anno 2007; in quell’esercizio si sono effettuati 3.258 interventi chirurgici nelle varie specialità: - 376 interventi in artroscopia o ricostruzione legamenti del ginocchio; - 282 interventi per stenosi dell'uretra; - 280 interventi per ricostruzione dell'uretra o plastica ricostruttiva delle malformazioni genitali;
- 260 interventi di protesi dell'anca o del ginocchio; - 216 interventi per ernia del disco; - 216 interventi per cataratta; - 117 interventi sulla spalla. La struttura è molto legata alla terra di Arezzo, perché in essa sono nati tanti bimbi prima della creazione del reparto ospedaliero di neonatologia. La nuova sede di viale Santa Margherita, che ha assunto il nome di Centro Chirurgico Toscano, è stata realizzata dalla Castelnuovese assieme ad altre aziende della Provincia. Amministratore del Centro è il Dott. Stefano Tenti. La struttura ha numeri importanti: 6.000 metri quadrati di superficie, 65 posti letto, 6 sale operatorie, 70 dipendenti e
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50 liberi professionisti. Il progetto è dello Studio Associato Paci. La Castelnuovese è fiera di aver contribuito alla realizzazione della nuova clinica perché continuerà a rappresentare per Arezzo un esempio di sanità
ai massimi livelli. Nel corso dell’inaugurazione gli interventi del Prof. Tenti, del Presidente della Regione Toscana Rossi, del Sindaco di Arezzo Fornasari e del Vescovo di Arezzo, S.E. Mons. Riccardo Fontana, hanno evidenziato come questo moderno Centro nasca da una sinergia di intenti e di competenze, da chi ha messo a disposizione il terreno a chi ha progettato la clinica, da chi la ha realizzata a chi ne ha finanziato la costruzione, a chi la gestisce: tutti hanno lavorato con una particolare attenzione al territorio ed alle esigenze reali delle persone che lo
abitano. Il Centro Chirurgico Toscano non è un punto di arrivo, ma una tappa, importante, di un cammino che già ha fissato un nuovo traguardo, che consiste nella realizzazione di un Hospice per le cure e l’assistenza ai malati terminali. Assieme alla Castelnuovese gli altri attori di questa impresa sono Banca Etruria, la Poly Prefabbricati, l’Impresa R. Todisco, l’Impresa V. Aramini, la Pebal di Petruccioli. Amministratore della struttura il Dott. Stefano Tenti, che in una recente intervista dichiarava: «La nostra realtà è rivolta a cercare la massima collaborazione con gli enti pubblici per poter garantire alla clientela l'appropriatezza della struttura e delle nostre prestazioni.» Da parte della Castelnuovese le nostre congratulazioni, la soddisfazione per aver partecipato al rinnovamento ed alla costruzione della Struttura ed un vivo augurio per il futuro.
Inaugurato il nuovo Superstore valdarnese dell’informatica e dell’elettronica
Compy
ora anche a Montevarchi nell’area commerciale a nord
Una location strategica che rafforza la vocazione commerciale dell’area Lo scorso 31 marzo ha aperto i battenti il nuovo superstore Compy a Montevarchi. Il Centro si trova nell’area commerciale a nord della cittadina valdarnese accanto a Ipercoop, Obi, Multisala Cine 8, Brico Io, CentroScarpa. Un’area che si è riqualificata ed ampliata in anni recenti anche grazie all’intervento della nostra Azienda. Il committente di tale realizzazione è Unicoop, che ha visto in quest’area, prima con l’Ipercoop poi con gli altri supermercati che fanno riferimento al grande gruppo, un punto strategico in Valdarno a forte vocazione commerciale. La zona, appena fuori dal centro di Montevarchi e prossima anche a San Giovanni Valdarno e Terranuova, oggi si presenta come un agglomerato commerciale di primaria importanza nel panorama della Toscana. Con un totale di oltre 25.000 metri quadri di superficie la Unicoop fornisce ai cittadini del Valdarno la possibilità di trovare la maggior parte dei prodotti di largo consumo oggi in commercio. Compy è un marchio del Gruppo Butali di Arezzo che, in questo caso, è anche locatario dell’immobile di Montevarchi di proprietà
Unicoop. Compy dispone di una superficie commerciale di 3.000 metri quadrati oltre al parcheggio coperto ed al parcheggio sulla copertura dell’edificio. Rappresenta un punto specializzato ed all’avanguardia nella distribuzione di materiale elettronico di alta tecnologia. Al momento, con quello di Montevarchi, sono quattro i Superstore in Toscana, ai quali si vanno ad aggiungere una ventina di punti vendita “store” distribuiti tra Marche, Lazio, Umbria e naturalmente Toscana La costruzione ha comportato una bonifica dell’area dovuta alla demolizione del precedente edificio (in cui aveva sede un autoconcessionario), con rimozione dell’amianto delle coperture preesistenti ed il consolidamento del terreno. Inoltre è stata riqualificata e riorganizzata urbanisticamente tutta l’area retrostante l’edificio a confine con l’area Ipercoop. Tutto questo è stato realizzato in un breve periodo di circa sette mesi.
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Potenziamento nel settore inerti
Le Cave
Scelta conseguente alla divisione dei settori di attività all’interno del Gruppo, la gestione della lavorazione inerti La Castelnuovese mantiene un profondo attaccamento e riguardo verso il proprio territorio di origine pur collocandosi ormai da vari anni ai primi posti nella graduatoria delle società italiane, stilata da riviste del settore edile, in considerazione delle proprie performance (rapporto tra redditività e fatturato costantemente in crescita) e che ha consolidato il proprio orientamento al mercato nazionale ed internazionale.
La Castelnuovese Inerti (società del gruppo, controllata al 100%) ha concluso recentemente alcuni contratti per l’apertura e lo sfruttamento di nuove cave. Sono in via di perfezionamento accordi commerciali per la fornitura, nei prossimi anni, di importanti quantità di materiale inerte e calcestruzzo preconfezionato per opere infrastrutturali già cantierate o in fase di prossima cantierizzazione.
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In questo specifico ramo d’attività è quindi allo studio la realizzazione di impianti di produzione che tengano conto di fattori quali la posizione rispetto alle cave, la facilità di accesso, la vicinanza dei cantieri di destinazione del materiale prodotto. Tale progetto rientra anche nell’ottica di
una generale pianificazione delle aree logistiche della Castelnuovese, il cui lavoro spazia su tutto il territorio nazionale. Si tratta di scelte molto delicate in una fase di contrazione del mercato dell’edilizia, ma che faremo con la consueta determinazione, anche se con una buona dose di prudenza. Indubbiamente si tratta di operazioni che avranno la loro importanza sia sul piano degli investimenti che su quello occupazionale e che porteranno ad un ulteriore miglioramento della qualità del nostro prodotto.
Castelnuovese verso la costituzione di un proprio polo logistico
Struttura per il Lavoro Le divisioni operative del Gruppo hanno bisogno di spazi per la gestione logistica delle proprie attività specifiche
La Castelnuovese negli ultimi anni ha perseguito una diversificazione ed una specializzazione delle proprie attività, dando vita a quattro divisioni, che si occupano di Ambiente, di Grandi Opere, di Immobiliare, di Inerti. Tale specializzazione ha dato notevoli risultati operativi che hanno portato ad una ricaduta di benessere su tutto il territorio valdarnese, con garanzia di impiego e di formazione del personale. In questo momento La Castelnuovese ha bisogno, per mantenere questi livelli di occupazione e resa economica, di razionalizzare e ottimizzare la propria logistica e la propria capacità direzionale. Da questo è derivata la scelta di rinnovare la propria sede operativa, stabilendo il nuovo head office dell’Azienda nell’ex-bricchettificio di S. Giovanni Valdarno, che tanto importante è stato nella storia industriale del Valdarno. L’area che finora è stata occupata dagli uffici, invece, potrebbe diventare il polo logistico nel quale concentrare le attività di raccordo organizzativo delle quattro divisioni. È indispensabile procedere ad una riorganizzazione e ad un potenziamento degli strumenti di lavoro, dei macchinari e degli impianti produttivi dell’azienda, al fine di mantenere il livello competitivo delle proprie prestazioni.
Inoltre la ristrutturazione e l’adeguamento dell’ex-bricchettificio daranno il via a una più vasta riqualificazione dell’area “Fondali” a nord-ovest di San Giovanni Valdarno, di competenza pubblica. Il progetto per il nuovo Head-Office della Castelnuovese è stato scelto a seguito di un concorso al quale hanno partecipato numerosi professionisti italiani ed esteri da tutto il mondo. Il progetto vincitore, redatto dalla Società per Azioni RPA, presidente l’Ing. Dino Bonadies, è risultato il favorito in considerazione della sua bellezza e della particolare attenzione al risparmio energetico ed alla sostenibilità. La diversificazione delle attività e la specializzazione operativa in diversi settori di attività ha dato risultati positivi per quanto riguarda la capacità tecnica e produttiva della Castelnuovese. Di pari passo si è approfondita la formazione dei tecnici e delle maestranze, che attraverso nuove esperienze hanno acquisi-
to capacità superiori al passato. Ci siamo dotati di nuovi strumenti tecnici e macchinari, abbiamo rafforzato il controllo di qualità e affinato la struttura organizzativa e di management. Oggi dobbiamo creare degli spazi per le singole divisioni al fine di migliorare ulteriormente la loro efficacia e la loro autonomia. Per questo, in concomitanza con il nuovo head office, vogliamo riservare degli spazi specifici a ciascuna divisione in aree di nostra proprietà o che andremo ad acquisire nel comune di San Giovanni Valdarno. Si tratta di un notevole investimento che porterà ad una riqualificazione complessiva dell’area ed a un suo più razionale utilizzo.
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Un partner “storico” della Castelnuovese
TreAlcon Infissi Affidabile, qualificata, innovativa: un’azienda su cui abbiamo sempre contato per il nostro lavoro Vogliamo farvi conoscere un’altra Azienda che collabora con noi, come fatto nello scorso numero di Costruire per il Futuro: si tratta della Trealcon Infissi, con sede a Reggello, in Valdarno. Un’azienda la cui anima è Giancarlo Papini, personaggio legato da decenni alla Castelnuovese ed alle sue realizzazioni. Un uomo che, oggi alla guida della Trealcon, unisce la competenza e l’esperienza all’amore per il lavoro ben fatto. Sia che si tratti di svariate centinaia di infissi per un outlet da 35.000 metri quadrati o delle finestre di una piccola casa. La passione porta a non fare distinzioni. Quello che conta è la qualità del risultato. Nel caso di Trealcon un ottimo risultato che, per La Castelnuovese, è di massima importanza ed è per questo motivo che gli infissi in alluminio prodotti da questa azienda, che consideriamo come un nostro primario partner, sono stati utilizzati in tutti i nostri grandi lavori più recenti. A Foiano, nelle due fasi di realizzazione del Valdichiana Outlet Village, a Pescara, nella prima e seconda fase del Città Sant’Angelo Village, nel Fashion Valley di Reggello, di recente inaugurazione, nel Quartiere Le Fornaci, in tutte le tre fasi di costruzione, a Montevarchi negli ipermercati Ipercoop, OBI e Compy… ed in molte altre nostre costruzioni. La collaborazione tra Papini e La Castelnuovese risale agli anni ’60, fin dagli albori della Cooperativa, quando il Presidente era Parolai; sarà anche per questo che a poco a poco l’intesa con noi è divenuta sempre più profonda. Azienda flessibile e con grande capacità produttiva, dotata di una decina di giovani dipendenti, tutti cresciuti internamente e che qui hanno maturato le proprie competenze, la Trealcon è attenta all’innovazione tecnologica; investe in modo im-
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portante nei macchinari più moderni, progettati specificamente per il proprio tipo di lavoro e cura la formazione professionale e l’aggiornamento dei propri operatori; in materia di sicurezza c’è una particolare attenzione, concretizzata anche in una perfetta organizzazione del luogo di lavoro, molto ampio e luminoso, ma soprattutto ordinato e ben strutturato. Perchè – ci dice Giancarlo Papini – se si continua a lavorare dopo tanti anni è soprattutto per la passione delle cose fatte bene. La Trealcon produce infissi in alluminio, facciate continue, rivestimenti in Alucobond. Praticamente tutta la gamma di quanto oggi si può realizzare in alluminio nel settore edile. Si è molto attenti anche alla scelta dei materiali da lavorare, che devono avere alte caratteristiche qualitative, anche se necessariamente con un costo superiore per l’azienda. L’esperienza - sottolinea il Sig. Papini - insegna che senza tutti gli elementi fin qui descritti oggi è difficile stare sul mercato; Trealcon ci riesce ed ha po-
tuto ampliare il proprio organico e fare importanti investimenti sulla tecnologia e sull’ambiente di lavoro anche in tempi recenti, nonostante la sfavorevole congiuntura economica. Scommettere sulla propria voglia di fare, sulla creatività, sulla ricerca e la preparazione è sempre un’ipoteca sul futuro successo. Valori che La Castelnuovese condivide con questo partner e che cercheremo insieme di difendere ancora, a lungo. La sede aziendale
Un cliente importante per La Castelnuovese
Un brand che
si fida di noi Terranuova Bracc.ni
Da molti anni La Castelnuovese lavora con Coop, marchio che rappresenta oggi un gruppo composto da nove diverse società cooperative che hanno in Coop Italia la propria centrale di acquisti e marketing. Per i prossimi anni la Coop ha programmato investimenti in Italia per circa 700 milioni di euro, e concretamente intende rafforzare la propria presenza anche nel Sud del Paese, finora debole. Ci uguriamo che La Castelnuovese continui e sviluppi questo rapporto di collaborazione, che fino ad oggi ha datto ottimi risultati. Sia con la fornitura “chiavi in mano” che come general contractor La Castelnuovese ha realizzato numerosi ipermercati e supermercati in Toscana; grazie alla Coop ha acquisito una preziosa esperienza ed ha affinato le tecniche e le competenze per poter operare con successo in questo particolare settore del mercato delle costruzioni. Si tratta di una quindicina di strutture in quindici anni di lavoro, concentrate tra Montevarchi, Siena, Pisa, Terranuova Bracciolini, Scandicci, Pietrasanta, Carrara, Poggibonsi, Marina di Pisa, Firenze, Pistoia. Tutti i lavori sono stati svolti nel rispetto dei tempi e dei costi, con una qualità costruttiva di alto livello. Ci sono tutti i presupposti perché La Castelnuovese possa continuare a lavorare con Coop. Cosa che l’azienda si augura davvero, perché fino ad oggi questa partnership ha significato avere una seria opportunità di crescita e la possibilità di for-
mare il proprio personale, costituendo un gruppo di persone specializzate nelle problematiche costruttive relative ai centri commerciali e, cosa di particolare importanza, nella gestione e nell’ottenimento di licenze edilizie, commerciali e certificazioni di collaudo. C’è poi un aspetto di notevole importanza per il nostro Committente, che è stato quello di avergli permesso sempre di poter aprire i nuovi punti vendita in tempi brevi e senza ritardi sulle date fissate. La possibilità di lavorare “chiavi in mano”, formula da noi preferita, anche se per certi aspetti più rischiosa, ci ha consentito di gestire i lavori alla nostra maniera, evitando gli imprevisti e potendoci avvalere sempre di collaboratori conosciuti ed apprezzati per la loro professionalità. La politica del prezzo a ribasso indipendentemente da chi poi opera non è mai stata una nostra scelta, perché spesso conduce all’insoddisfazione per il cliente, sul quale si scaricano i problemi. Abbiamo invece preferito aumentare il livello qualitativo dei nostri interventi, sapendo che poi questo influisce anche sul marketing di un’azienda commerciale, come nel caso della Coop, che deve guadagnare e mantenere la fiducia da parte dei propri clienti, proprio come facciamo noi. I risultati in questo campo dimostrano come queste scelte siano quello che nel medio – lungo termine portano vantaggi di immagine e di sviluppo.
Montevarchi
Carrara
Siena
Marina di Pisa
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Una Mostra ed un itinerario
Il ‘600 in Valdarno Castelnuovese e l’Arte sul territorio Si è conclusa alla fine di giugno la Mostra “Quiete, Invenzione e Inquietudine. Il Seicento fiorentino intorno a Giovanni da San Giovanni”. La mostra ha riscosso un discreto successo di pubblico, inserita com’era nell’itinerario che evidenziava la presenza di opere dello stesso periodo in tutto il Valdarno. Nella mostra, allestita nel Museo della basilica di San Giovanni Valdarno, si potevano ammirare opere inedite di Giovanni da San Giovanni e di autori a lui coevi ed affini come
stile. La mostra si è conclusa nella cornice della Notte Bianca di San Giovanni Valdarno, dopo una proroga della data ufficiale di chiusura. Interessante anche l’iniziativa che ha visto, grazie a Liletta Fornasari, studiosa aretina profonda conoscitrice dell’arte del XVII secolo, la definizione di un itinerario in Valdarno rivolto alla conoscenza delle testimonianze artistiche riferentesi a quel periodo. È stato anche realizzato, per la prima volta, un censimento delle opere del Seicento
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presenti nel nostro territorio. Una ricerca che ha portato a risultati molto interessanti, in quanto si è scoperto tra pitture, la maggioranza del “corpus”, e sculture, si hanno in Valdarno oltre cento opere artistiche seicentesche, un patrimonio importante che potrà valere la pena studiare maggiormente. Con la mostra sangiovannese, sponsorizzata dalla Castelnuovese, e con le altre mostre tenutesi nello stesso periodo nelle altre città valdarnesi, si è dato un forte impulso a questo intento, importante per valorizzare la storia dell’arte nel nostro ricco e attraente territorio, che potrà vantare in modo ancor più adeguato le proprie caratteristiche di pregio.
La Pala Albergotti del Vasari è stata restaurata completamente A conclusione del restauro dell’intera Pala Albergotti di Giorgio Vasari, si è tenuta ad Arezzo, l’1 giugno scorso una cerimonia di inaugurazione. La parte centrale della composizione, l’Assunzione ed Incoronazione della Vergine, era già stata restaurata da tempo, mancavano i dieci dipinti su tavola che le facevano da contorno, e cioè il San Donato – adottato da La Castelnuovese – il San Francesco e i ritratti delle otto Sante incastonati nella parte centinata della cornice monumentale. L’evento è stato arricchito da una serie di concerti di musica classica svoltisi nei “luoghi vasariani” di Arezzo: il primo concerto, dei Vasari Singers, il 29 maggio nella Badia di S.ta Flora e Lucilla; hanno fatto seguito, il “Sonoro Festival 2011”, tre concerti di musica da camera, tra il 14 ed il 21 giugno, per terminare il 25 giugno con l’orchestra del Conservatorio Oberlin (Ohio, USA). Alla cerimonia di inaugurazione del restauro, svoltasi nella Badia di Santa Flora e Lucilla, hanno partecipato il Cardinal Gianfranco Ravasi, il Vescovo di Arezzo, Riccardo Fontana, il Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani. La giornata si è conclusa con una conferenza del Cardinal Ravasi sul tema: “L’invisibile nel visibile: Arte e Fede”.
Presenza sul territorio
Notte bianca S. Giovanni Valdarno Anche per il 2011 La Castelnuovese ha partecipato, in qualità di sponsor, alla Notte Bianca di San Giovanni Valdarno. La manifestazione è giunta alla sua VI edizione e le iniziative, oltre a moltiplicarsi, sono anche cresciute nella qualità. Proposta dal Comune di San Giovanni Valdarno, la Notte Bianca ha visto, festival nel festival, la rassegna di Artisti di Strada denominata Europlà, giunta alla 16ª edizione. Si sono esibiti “jongleurs” (giocolieri, trapezisti, danzatori, cabarettisti, ecc.) dall’Italia e dal mondo, con numeri che hanno incantato gli spettatori. Una larga parte della Notte Bianca è stata dedicata alla musica etnica, rock e alternativa, con ben quattro palchi ubicati in varie zone del centro e della città: White Zone, Notte del Tucano, AfroEvents, Notte dei Diritti. Grande spazio anche all’arte, con la apertura straordinaria della mostra sul ‘600 “Quiete invenzione e Inquietudine” dedicata a Giovanni da San Giovanni, accompagnata da una rappresentazione su Monna Tancia, la mostra in Casa Masaccio denominata “The perspective of a blind eye”, ed il progetto “Shifts”, a cura di Casa Masaccio – Arte contemporanea: una realizzazione che ha coinvolto numerosi artisti contemporanei operanti nei vari media, dal design al video alla musica di ricerca fino ad interessare il mondo dei social network. Non è stata tralasciata l’anima-
zione per i bambini piccoli, con giocoleria e spettacoli a loro adatti, né il confronto di idee, molto interessante, con il tema “Il Valdarno con l’Albania: idee e progetti”. Il tutto “circondato” da una grande manifestazione gastronomica; non staremo ad elencare quello che si poteva gustare, tuttavia ci preme sottolineare come, da questo punto di vista, fosse coinvolto tutta la città, per le cui strade si sono riversati oltre 12.000 visitatori provenienti dal Valdarno e dalla Toscana. Come di consueto La Castelnuovese ha allestito parte di Piazza della Libertà in collaborazione con la Federazione Spinning per permettere agli appassionati una “pedalata” al ritmo della musica, guidata da istrutturi di Spinning nazionali, nella coreografia che illustra i propri lavori e la composizione societaria del gruppo. Vi erano rappresentati i marchi di molte delle Aziende del Gruppo Castelnuovese ed illustrati i vari settori di attività, dall’ambiente alle grandi opere, con foto dei principali cantieri in corso ed ultimati. Si è trattato ancora una volta di presentarci nel modo che abbiamo scelto per essere vicini alla gente ed offrire un’occasione di divertimento, che ci è sembrato abbia incuriosito i presenti ed avvicinato La Castelnuovese alle persone, con quella dinamicità e voglia di fare che anche questo sport, lo Spinning, porta con se’ e che per questo ci piace proporre e promuovere.
Cento Anni dalla fondazione della
Banca del Valdarno Una Banca che ha fatto la storia del Valdarno È nel 1998 che sono stati celebrati i 25 anni dalla morte di Don Antonio Torrini, sacerdote di Pelago (FI) che fu tra i fondatori della Cassa Rurale ed Artigiana. In reltà egli fu il primo firmatario - di sedici - dell’atto costitutivo della Cassa, in data 1 settembre 1912. Si trattava di una “cassa rurale di prestito” nata per aiutare i contadini, e i poveri, nei loro bisogni di natura finanziaria. La scelta fu dettata dalla sensibilità di un gruppo di persone critiche nei confronti del sistema economico di allora, che vedeva “trafficare” molti capitali nel prestito a usura, frenando e condizionando pesantemente lo sviluppo economico, sociale e spirituale delle persone. Don Torrini, uomo deciso e battagliero, forte degli insegnamenti della “Rerum Novarum” (enciclica promulgata da Papa Leone XIII nel 1891), era parroco a San Giovanni Valdarno, dove già nel 1910 aveva promosso la costituzione della “Cooperativa cattolica di consumo San Lorenzo”. Don Antonio divenne poi Rettore del Seminario di Fiesole e, in seguito, Vescovo di Alatri, ed infine Arcivescovo di Lucca fino al 1973, anno della sua scomparsa. È in questa storia che affonda le sue radici l’attuale Banca del Valdarno, che sta per celebrare i 100 anni dalla sua fondazione. Questa Banca è uno dei nostri interlocutori più importanti, aiuto fondamentale allo sviluppo dei nostri progetti e, di conseguenza, nostro partner nel supporto economico che attraverso i nostri sforzi ed il nostro operato vogliamo fornire al territorio. Siamo certi che in quest’occasione sarà sempre meglio esplicitato il significato del suo ruolo per la nostra economia e resi ancora più chiari i valori che la ispirano. Saremo senz’altro presenti al “soffio” per spengere le cento piccole-grandi candeline della Banca del Valdarno ed accendere subito al loro posto nuove idee, nuovi traguardi.
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Sport per i giovani
ACD Marzocco Sangiovannese La Castelnuovese è accanto a quanti si dedicano alla formazione dei giovani
La ACD Marzocco Sangiovannese è la Società di calcio giovanile di San Giovanni Valdarno. Ormai da alcuni anni siamo sponsor ufficiale perché abbiamo creduto nel modo di lavorare dei dirigenti ma soprattutto nella certezza che le attività sportive a favore dei ragazzi debbano essere sempre sostenute. Si tratta di un impegno importante ma che, anche in considerazione dei risultati raggiunti e dell’efficacia dei progetti, rinnoviamo ogni anno. In particolare vogliamo sottolineare un progetto che ha ormai cadenza annuale e che è in crescita: il Sangio Camp. Per il 2011 si è trattato di due corsi per bambini iscritti alla scuola calcio, ma tale Camp si era tenuto anche nei due anni precedenti, sempre con un discreto successo. La partecipazione è stata importante, con circa 100 ragazzi per i due turni, ma soprattutto è stata di qualità: i giovani atleti, suddivisi in squadre, si sono confrontati sia sul campo che nelle attività extra sportive e sono stati affiatatissimi e molto sensibili alle sollecitazioni degli istruttori. Il camp è stato impostato come una vacanza; non come una settimana per diventare campioni a tutti i costi ma un momento importante all’insegna del divertimento, dello sport e dell’amicizia. Sangio camp è stato per i partecipanti un’esperienza formativa: sono state insegnate soprattutto le tecniche del calcio ma si sono praticati anche altri sport quali il baseball, il rugby, il nuoto, il ping-pong, il minigolf. All’interno del camp erano poi previsti anche momenti che affrontavano varie tematiche a carattere sociale, quali la raccolta differenziata, il risparmio energetico, il consumo dell’acqua, e si è anche parlato di alimentazione e di educazione stradale. Non solo tanto lavoro sul campo ma anche momenti di relax e svago all’aria aperta, sempre seguiti da un team di animatori: laureati in scienze motorie,
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tecnici in possesso di abilitazione federale e preparatori dei portieri. Il camp è stato organizzato per bambini e bambine dai 6 ai 12 anni e visto il successo riportato nelle edizioni passate e l’aumento di iscrizioni, quest’anno si è tenuto in due turni, entrambi nel mese di giugno. Per la sua valida funzione sociale e formativa il SangioCamp è patrocinato dall’amministrazione comunale di San Giovanni Valdarno. Il Sangio Camp è solo uno dei progetti della ACD Marzocco, società che oggi iscrive ai campionati giovanili ben 12 squadre, con atleti e mini-atleti nati tra il 1994 ed il 2005 e che per i ragazzi organizza anche una qualificata e seria Scuola calcio alla quale ogni anno si iscrivono centinaia di bambini. Anche quest’anno le iscrizioni sono state in aumento e la società ha già programmato le proprie attività per la stagione 2011-2012 con il massimo impegno. Poiché impegno e giovani generazioni sono sempre state alla nostra attenzione, riteniamo giusto dare il nostro apporto perché questa realtà diventi sempre più importante, anche secondo il motto che la ACD Marzocco si è data per descrivere in sintesi il proprio operato: “Un Progetto che continua e Cresce”.
In breve
Banca Etruria Rinnova il Consiglio di Amministrazione Lorenzo Rosi, Presidente della Castelnuovese, è stato confermato nel CdA della Banca Popolare dell’Etruria di Arezzo. Con l’Assemblea dei Soci del 2 aprile Banca Etruria ha visto rinnovato il proprio Consiglio di Amministrazione. La votazione è seguita all’approvazione – a larga maggioranza – del Bilancio 2010. I Soci intervenuti sono stati più di diecimila, una grande partecipazione, inaspettata, che ha fatto temere per la logistica. La lista vincente ha ottenuto circa l’80% dei voti, con la conseguente elezione in Cda di Giuseppe Fornasari, Giovanni Inghirami, Giorgio Guerrini, Alberto Bonaiti, Luigi Bonollo, Pier Luigi Boschi, Giovan Battista Cirianni, Giampaolo Crenca, Laura Del Tongo, Enrico Fazzini, Augusto Federici, Andrea Orlandi, Lorenzo Rosi, Felice Emilio Santonastaso. Di diritto entra in Consiglio Alfredo Berni, capolista del raggruppamento di opposizione.
Dinner party Meeting del Gruppo La Castelnuovese Sabato 4 giugno si è tenuto il Dinner Party 2011, nella splendida cornice di Villa Poggitazzi, lo splendido resort sulla Strada Setteponti, a non molta distanza da San Giovanni Valdarno. Il Dinner Party è ormai divenuta una consuetudine per La Castelnuovese e vede la partecipazione di tutti i Soci, dei collaboratori principali dell’Azienda, assieme a numerosi rappresentanti del mondo della politica e del-
Diventa perciò una “convention” dove, con l’ausilio della multimedialità, il Presidente Lorenzo Rosi relaziona sui vari aspetti dell’attività della cooperativa. Vi partecipano anche i familiari e l’atmosfera è sempre molto amichevole e informale, tuttavia si pone molta cura nell’organizzazione della serata e nella scelta della location e dei menù. Al centro dell’attenzione, quest’anno, alcuni filmati
la cultura toscana. Non è solo un’occasione conviviale, ma soprattutto un momento utile per illustrare lo “status” della Castelnuovese, in un momento dell’anno in cui si va preparando il bilancio dell’Azienda relativo all’anno precedente e si fanno i programmi per il secondo semestre di attività, mentre si possono tirare le somme per quello che si conclude.
che riguardavano i lavori da poco conclusi ed inaugurati come il Compy Superstore (Montevarchi), il Centro Chirurgico Toscano (Arezzo), e quello, importantissimo, che sta per concludersi, il Fashion Valley Company Store (Reggello - Leccio). Splendida anche la location, la già ricordata Villa Poggitazzi, col suo nobile fascino toscano tardo cinquecentesco.
Vandalismo al Golf Club Cavriglia C’è chi costruisce e chi vorrebbe distruggere
Nella notte tra il 26 ed il 27 giugno scorsi è stata distrutta dolosamente con il fuoco una rimessa che ospitava gli uffici e le attrezzature del neo-nato Golf Club «Le Miniere» di Cavriglia. A Cavriglia, in Località San Cipriano, esiste già un Club con attrezzature per la pratica del minigolf che svolge un’ottima attività sportiva con discreti risultati agonistici. I locali distrutti si trovavano a Valle al Pero e l’atto vandalico è stato fortemente stigmatizzato dalla
Castelnuovese, che, nella persona del proprio Presidente Lorenzo Rosi, ha inviato una nota alla segreteria del Golf Club. Di seguito ne pubblichiamo alcuni passi salienti.
Voglio esprimere, a nome mio, del Consiglio di Amministrazione e di tutti i Soci della Castelnuovese, tutta la nostra vicinanza e la nostra solidarietà alla vostra Associazione sportiva. La nostra Comunità Valdarnese, davanti a questo atto non può rimanere in silenzio. La storia della nostra terra non può accettare simili atti di violenza e di barbarie. Credo che, ancora con più forza e coraggio, l'attività dell'Associazione debba andare avanti e dimostrare a tutta la nostra Comunità lo spirito di sensibilità ed unione che hanno tutti i Valdarnesi. Come società La Castelnuovese, nata in questo territorio e con questi principi, saremo lieti di poter contribuire alla ricostruzione delle strutture dell'Associazione, per far sì che l'attività possa riprendere al più presto possibile, con sempre maggiore impegno e partecipazione. Lorenzo Rosi
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