D'ANNUNZIO Nel 1916 si auruola come tenente dell'Ancele di Novara, poi si trasferisce a Venezia dove compie le sue imprese. Durante una ricognizione in itolo volante subisce un incidente che gli fa perdere la vista all'occhio destro. Ma non per questo smette di partecipare alle azioni beniche. Tra il 1917 e il 1918 è protagonista di numerose incursioni sul fronte del Carso. Insieme al generale Luigi Rizzo protagonista delle più eglatanti azioni sul mare del primo conflitto mondiale da vita alla celebre Beffa di Buccari. Il 9 agosto 2 mesi prima della fine della guerra ci fu la sua impresa più nota cioè il volo su Vienna; quando comandando una squadra aerea di 10 manoposto lanciò sulla capitale Austriaca volantini ineggianti l'Italia. Meno noto il fatto che il testo dei volantini non sia di d'Annunzio ma del giornalista Ugo Ietti che aveva avuto l'incarico di tradurre in modo semplice le troppo complicate frasi del poeta. E' la fine del 1918, la guerra è finita, gli italiani festeggiano. Gabriele d'Annnunzio è ora consacrato come nuovo eroe, a lui guardano i movimenti nazionalisti che dalla guerra hanno tratto nuova forza. A lui guarda anche un ambizioso giornalista romagnolo ex socialista che ha suscitato tanto cladore per il passaggio inaspettato tra le file interventiste: Benito Mussolini.