Anno I n° 6 - Giugno 2007

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La Calabria

.....con .....

Inserto Letterario

dalla rivista di letteratura popolare di Luigi Bruzzano edita dal 1888 al 1902

COPIA OMAGGIO

Abolire la Miseria della Calabria con... La Calabria!!

ROMA 12 maggio. Intervista a Roberto Villetti, capogruppo della Rosa nel Pugno

La Calabria e il libro bianco di Marco Biagi.

Il senso vero è che i credenti vincano

Filippo Curtosi intervista MARCO PANNELLA che ai Calabresi dice: SIATE RADICALI

Moratoria delle esecuzioni capitali all’ONU, subito! Per offrire ai paesi che ancora praticano la pena di morte, questa uscita ragionevole da questo anacronismo.

Intervista a SERGIO D’ELIA, presidente di Nessuno Tocchi Caino

MORATORIA ONU esecuzioni capitali

I Radicali occupano la Rai per cinque giorni. Poi i disturbatori se ne vanno. Sulla Moratoria Informazione negata

dumplife Flickr / Foto: Mihai Romanciuc

Mensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale

Giugno 2007 - ANNO I - n° 6

Libertà d’espressione negata in Russia: scontri a Mosca per il Gay Pride, arresti e aggressioni

A partire da questo numero, A L M d e l l a C a l a b r i a propone un suo inserto letterario nel quale saranno pubblicati C a n t i S a c r i , N o v e l l e , S t o r i e , U s i , Costumanze, Indovinelli, tradizioni a g i o g r a f i c h e e C a n t i P o o l a r i della Calabria riprese dalla rivista di Letteratura Popolare La Calabria di Luigi Bruzzano. Niente di meglio:


SOMMARIO Pag. Pag. Pag. Pag.

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F. Curtosi intervista Marco Pannella che ai Calabresi dice: Siate radicali

Le interviste radicali di Abolire la Miseria. Di G. Candido Medioevo Politico. Di G. Canigiula.

Intervista all’On. Sergio D’Elia. “Moratoria delle esecuzioni capitali all’ONU, subito! Per offrire ai paesi che ancora praticano la pena di morte, un’uscita ragionevole da questo anacronismo.”

Pag 7 Calabria e il libro bianco di Marco Biagi. Intervista di Filippo Curtosi all’On. Roberto Villetti, capogruppo alla Camera della Rosa nel Pugno.

Pag. 8 Intervista Emilio Coveri, Presidente della Exit-Italia, Associazione per una morte dignitosa: nel nostro Paese l’esistenza di un’Associazione come la nostra è stata per moltissimo tempo censurata.

NOVITA’: INSERTO LETTERARIO. Abolire la Miseria della Calabria con… “La Calabria” … selezione di brani tratti dalla Rivista di Letteratura Popolare edita dal 1888 al 1902 e diretta da Luigi Bruzzano. Quseto mese: Tradizioni agiografiche della Calabria; Ndivinagghi (indovinelli) di Serra San Bruno; Imprecazioni Calabresi

Pag. 9 Il crescente divario tra Nord e Sud d’Italia. Economico e sociale. Di Francesco Cascasi.

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FUGA PER LA LIBERTÀ DI DUE ATLETI CUBANI

NEWS FLASH

ABOLIRE LA MISERIA della calabria

Pag.10 A 30 anni dall’omicidio di Giorgiana Masi perché ha senso ricordare quel delitto che vede ancora “ignoti” i suoi autori. Lo abbiamo chiesto a Rita Bernardini.

Pag.11 Legno e bosco fra edilizia, ecologia ed energia. Di Giuseppe Fontana Pag.11 Le prime, anzi, le ultime parole famose. Di Giorgia Sorrisi Pag.12 Libertà di espressione violata in Russia: scontri a Mosca per il Gay Pride, arresti e aggressioni. Di Giuseppe Candido

Pag.13 Terza Conferenza Internazionale sui diritti sindacali e responsabilità sociale delle imprese a Cuba. Di Matteo Mecacci. Dalla rivista telematica Radicalfax diretta da Maurizio Turco

Pag.14 Sulla moratoria all’ONU per le esecuzioni, informazione negata. 6 giugno: i radicali lasciano la sede di Viale Mazzini

Pag.14 Caso Nuvoli. Lettera aperta di Marco Cappato: come Associazione Luca

Coscioni e insieme a Marco Pannella, abbiamo deciso di accogliere la richi esta di assistenza rivoltaci da Giovanni Nuvoli e di attivare un colleggio medico.

Pag.15 Pannella: La Rosa nel Pugno è la risposta alternativa a questo presente, dove la sinistra comunista sembra tornare a praticare la sua politica tradizionale del “tanto peggio - tanto meglio”

ABOLIRE LA MISERIA DELLA CALABRIA mensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale -------------------------------------------------------------

Direttore Responsabile: Filippo Curtosi - Editore - Vice Direttore: Giuseppe Candido Comitato di redazione: Giuseppe Fontana - Giovanna Canigiula (resp. inserto letterario)

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Stampa: BRU.MAR - V.le dei Normanni, 23/q - CATANZARO - tel.0961.728005 - 320.0955809

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Mensile partecipativo: la collaborazione è libera a tutti ed è da considerarsi totalmente gratuita. Gli articoli riflettono il pensiero degli autori i quali si assumono la responsabilità di fronte la legge.

Hanno collaborato a questo numero: Rocco Berardo, Giuseppe Candido, Giovanna Canigiula, Francesco Cascasi, Filippo Curtosi, Giuseppe Fontana; Giorgia Sorrisi, Marco Marchese; - (grafica) Antonio Renda; (resp. distribuzione) Francesco Callipo. Si ringrazia la redazione del periodico telematico “Radicalfax” di Maurizio Turco e in particolare Angelica Russomando, S.Gasparrini e Matteo Mecacci Questo numero è stato chiuso l’9 Giugno 2007 alle ore 11,00

Roma, 24 maggio – Raidel Poey e Yasser Portando, pallavolisti della nazionale cubana, nel corso di un torneo che si è giocato in Bulgaria hanno abbandonato la propria squadra e, passando per il Montenegro, hanno raggiunto il territorio italiano, con l’obiettivo di chiedere asilo politico. Il 26 maggio, presso la sede dei Radicali, si è tenuta una conferenza stampa per ribadire l’impegno e il sostegno affinché Cuba, paese dove aleggia ancora forte il mito di Che Guevara e dove esprimere il proprio pensiero e manifestare la propria opposizione è ancora reato, intraprenda un percorso di transi! zione verso la democrazia. Esibendo uno striscione con un breve slogan – Libertà, Nonviolenza a Cuba - il Partito Radicale Nonviolento aveva organizzato una manifestazione non autorizzata nella capitale cubana il 18 marzo scorso; allora il regime castrista ritenne di non interrompere in alcun modo l’azione dei Radicali. Il metodo nonviolento ha, quindi, permesso un primo risultato ed ora è utilizzato da coloro che si trovano ancora in carcere, tutti animatori del Progetto Varela che chiede un referendum costituzionale per avviare un cambio di regime. (A. Russomando)

BIOETICA, BINETTI DOGMATICA SU TESTAMENTO BIOLOGICO E MISTIFICATRICE SU PENA DI MORTE

Dichiarazione di Rocco Berardo Vice Segretario Associazione Coscioni e Marco Perduca Consigliere Generale del Partito Radicale. “Le affermazioni della Senatrice Paola Binetti - rilasciate a margine della tavola rotonda su “Biopolitica e Bioetica” - confermano le sue posizioni dogmatiche e ideologiche che precludono qualsiasi possibilità di seria valutazione delle priorità legislative in Italia nonché la mistificazione di certi argomenti. Affermare, come fa la Senatrice della Margherita, che il Testamento biologico non è una urgenza per il Paese è il miglior modo per essere contrari al dialogo e alla ricerca di un compromesso trasparente e in crescita sui temi di fine vita che molto probabilmente possono essere considerati una priorità tanto quanto le “disposizioni sugli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute” che la Binetti ritiene particolarmente urgenti. Ci teniamo però a rassicurare la Senatrice Binetti che, per quanto riguarda la campagna radicale per l’adozione di una risoluzione all’Assemblea generale in corso della Nazioni unite, essa fin dal suo inizio 15 anni fa, non è, né è mai stata, un’iniziativa contro gli Stati Uniti, bensì un’azione di portata mondiale che possa salvare vite umane affermando il principio secondo il quale nessuno Stato deve disporre della vita dei propri cittadini; una non disponibilità che è in perfetta linea con quella di non scegliere come, e fino a quando, un individuo può vivere una vita dignitosa”.


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ABOLIRE LA MISERIA della calabria

12 Maggio 2007 . L’intervista di Filippo Curtosi a Marco Pannella che ai calabresi dice: “siate radicali”

“Coraggio Laico” in piazza Navona. Il senso vero è che i credenti vincano

L’Intervista a Pannela

assenti sono i Ds. Lo fa notare il Troppe nefandezze sono oggi combravo presentatore Alessandro piute; gli uomini sono considerati Cecchi Paone: “ Dove siete? come cose; ucciderli è un rumore, Vergogna!” un oggetto caduto. Bisogna amarli come singoli esistenti, coma fa la Nel “ backstage” si sta preparando madre. Se non tutti faranno cosi intanto la band tutta calabrese degli sarà pur bene che qualcuno lo faccia: il fuoco viene sempre acceso da un punto. Marco Pannella questi versi… “Complimenti hai imparato a memoria dei versi di Aldo Capitini, grande personalità radicale,laica,nonviolenta, ghandiana. Certo dobbiamo sempre tenere alto il canto dell’amore, della giustizia e della pace”. Il progetto della Rosa nel Pugno Perché? è ancora valido? “ Per un insopprimibile canto “E’ la madonna, col cavolo che è dell’anima”. morto. manco pe niente” Piazza Navona, 12 maggio 2007. “Orgoglio Laico”. Foto “ Uvistra” che faranno tre pezzi di gruppo con striscione. molto apprezzati dal pubblico. “Calabresi di Sellia Marina: Franco, Patrizia,Giuseppe, siamo On.le Pannella,alimentare l’omoqui perché vogliamo pari dignità fobia come cultura del razzismo e pari diritti”. diffusa? Marco Pannella dispensa parole e “ In Italia la gerarchia ecclesiale sorrisi a giornalisti e curiosi. esercita un ruolo invadente che non Marco, due battute per “Abolire la si vede in nessun altro paese. Ci Miseria della accusano tutti di Calabria”. essere peggio dei Accetta con nazisti della Shoa, lo piacere. scrivono, lo dicono, voi sterminate gli Qual è il senso embrioni e poi ci scodel 12 magmunicano”. gio? Il problema invece “ Il senso vero qual è secondo è che i credenti Lei? vincano. Non “ Il problema è come vincano invece Francesco Callipo e Patrizia Aiello amare, nella nonviocoloro che sono lenza e non nel postutti divorziati e che hanno i loro sesso e se l’embrione è persona capi a San Giovanni: Berlusconi, perché non lo battezzano allora. La Casini. Siamo come alla marcia di verità, quella vera, quella di San Natale per la Giustizia, l’Amore, la Francesco non quella di abolire il Pace. Chi è venuto da fuori ha limbo dopo 800 anni. preso la sua macchina e ha pagato Pannella svisceratamente antiil treno o il pulman a biglietto pieno”. clericale come ai bei tempi Questa manifestazione che riempie oppure… per tre quarti piazza Navona, l’han“ Senti il Santo Spirito nel mondo è no voluta i Radicali e i Socialisti. lo Spirito Santo, qui da noi è una L’hanno organizzata da soli in fretta banca. La verità è che questi sono e furia. Sono presenti anche i Verdi dei simoniaci. Noi abbiamo distrutto e Rifondazione Comunista. I grandi

l’immenso aborto clandestino di massa, le chiese fasciste invece fanno campagna per la natalità … Invece? Serve concepire con amore che significa sapere concepire un ambiente migliore nel dialogo non fare figli “Welby era isolato? “Ha fatto conoscere questa storia di chi non può mangiare, non può bere, non si può muovere, di chi conduce la vita della tortura che è la storia del vissuto a migliaia di persone non solo in Italia ma nel mondo. Il vissuto di Welby è di tutti”. Oggi avete depositato un mazzo di fiori li dove è morta Giorgiana Masi, a 30 anni da quell’assassinio qual è la situazione? “Intanto debbo ringraziare il Vostro giornale per il bel pezzo uscito nei giorni scorsi su Giorgiana. Noi chiediamo che si faccia chiarezza con uno spirito di giustizia e non di vendetta come vogliono fare certe dichiarazioni di questi giorni che non aiutano e fanno confusione su uno dei grandi misteri del regime Italia”. Il progetto della Rosa nel Pugno è ancora valido? “E’ la madonna, col cavolo che è morto. manco pe niente” Con Saverio Zavettieri…? “ Adesso è leader de” I Socialisti Italiani” Ha annunciato che avrebbe voluto venire nella Rosa. Tra una cosa e l’altra non so a che punto è”. Perché viene poco in Calabria? “ Ho girato la Calabria in lungo e largo. A ViboValentia ero in contatto con Francesco Tassone del Movimento Meridionale, ci sono radicali che stimo come Salvatore Colace, Francesco Lo Duca, Giuseppe Matina. Nei giorni scorsi sono stato a Reggio Calabria per un convegno sulla pace nel medio oriente”. Cosa puoi dire alla Calabria ed ai calabresi per sperare ancora nel futuro? “SIATE RADICALI”. Filippo Curtosi


ABOLIRE LA MISERIA della calabria

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Roma 12 maggio 2007. Una giornata da ricordare. Convegno, Manifestazione e Concerto

Ratzingher

CORAGGIO LAICO

Le interviste radicali di Abolire La Miseria Roma 12 maggio 2007/ Dopo un viaggio in macchina di sei ore arriviamo a Roma verso le sei del mattino. Parcheggiamo in Piazza della Cancelleria (adiacenze Piazza Navona) ed eravamo pronti per il grande giorno: la manifestazione del Coraggio Laico indetta dalla Rosa nel Pugno, dallo SDI e dal Partito Radicale per ricordare il 33° anniversario della vittoria dei NO sul referendum che intendeva abrogare, senza poi riuscirvi, la legge Fortuna- Basilini che aveva introdotto l’istituto del divorzio.

Abolire la Miseria della Calabria e la Cellula di Sellia Marina, dell’associazione Luca Coscioni erano a Roma per la giornata del Coraggio Laico assieme agli Uvistra (rock band di Catanzaro) sia per essere presenti al convegno, organizzato dall’associazione Coscioni , sia per poi andare al Comizio – Concerto in Piazza Navona sino a tarda sera. Il programma era serrato: la mattina convegno dell’associazione Coscioni e nel pomeriggio (dalle 16 in poi) saremmo stati nella Piazza a seguire il concerto e i vari interventi. Una giornata movimentata. Dalla mattina, alle otto e mezza, quando abbiamo incontrato Rita Bernardini con la quale abbiamo preso un caffè in fretta e furia per poi correre alla sede del Partito Radicale dove abbiamo scambiato qualche saluto con Rocco Berardo e Marco Cappato (rispettivamente vice segretario e segretario dell’Associazione Coscioni) ed abbiamo potuto ammirare – salendo le infinite scale che portano su alla torre - il magnifico panorama romano nell’attesa di andare al

Ridateci Woytila. Lo rivogliamo subito indietro quel papa straniero per nulla progressista: col suo sorriso sardonico, la falcata sportiva, gli strappi al cerimoniale, la girandola dei viaggi o col viso inespressivo, la carrozzella mobile, le mani che tremano, la malattia e la morte sfacciatamente esibite. Giovane o vecchio di una vecchiaia quasi indecorosa non c’interessa, purché ci togliate da questo buio medioevo.

Conciliateci, prima che sia troppo tardi, con la religione dei padri. Che errore madornale pensare di vivere gli anni di un papato di transizione: il dottissimo tedesco esterna quotidianamente, i prelati sono ringalluzziti, l’Osservatore romano sembra la versione tristemente moderna del tribunale dell’Inquisizione. Così, neppure un giovane e ingenuo artista la passa liscia: pensava mai, il semisconosciuto Andrea Ranieri, di diventare popolare per aver ironizzato su una Chiesa poco darwiniana e ancor meno caritatevole dal palco di piazza San Giovanni il primo maggio scorso? Fin qui sorrideremmo, troppo occupati dal quotidiano: neppure sui fedeli più ortodossi

Convegno organizzato dall’Associazione Coscioni sul tema: “Il mito della famiglia tradizionale: la rivoluzione dell’amore civile” del quale però, abbiamo seguito soltanto l’inizio in diretta). Infatti, dopo l’intervento di Gianfranco Spadaccia (personaggio Storico e co fondatore del Partito Radicale e che tra l’altro è stato molto interessante parlando di “onda lunga del divorzio” che consentì tante ulteriori riforme di civiltà) siamo stati “distratti” da Sergio Stanzani altro radicale storico (pure lui co fondatore del PR) e che da sempre conosciamo per averlo ascoltato ai microfoni di radio radicale ma che non avevamo mai avuto il piacere di conoscere personalmente. Dicevo, siamo stati distratti da Sergio Stanzani che ci ha chiesto se volevamo accompagnarlo a “portare i fiori alla lapide di Giorgiana Masi” – compagna uccisa proprio il 12 maggio del 77 in occasione della celebrazione del terzo anniversario della vittoria del divorzio. E’ stata dura prendere una decisione: continuare a seguire il convegno dell’Associazione Coscioni di cui siamo orgogliosi militanti oppure “portare i fiori alla lapide di Giorgiana Masi”. Con la mia compagna siamo una “famiglia di fatto” e con gli altri della carovana (Il direttore responsabile Filippo Curtosi e Franco Callipo) eravamo saliti con l’intento di non perderci neanche un minuto del convegno. Ma l’idea di portare i fiori alla lapide di Giorgiana Masi assieme a Sergio Stanzani e gli altri compagni radicali ci ha persuasi. Anche perché il convegno sapevamo sarebbe stato integralmente registrato da radio radicale e, come sempre, fruibile sulla scheda “riascolta” del sito www.radioradicale.it E allora via, a piedi verso Ponte Garibaldi per ricordare i trent’anni dell’omicidio di

Giorgiana Masi uccisa il 12 maggio del 77 durante una manifestazione promossa dal partito Radicale per ricordare allora, come oggi, la vittoria sul divorzio. Ancora gli esecutori materiali di quell’omicidio non si conoscono. Questa variazione del programma di marcia ci ha però consentito di vivere un momento della storia del Partito Radicale che – da trentanovenni quali siamo – non conosciamo direttamente. Ne abbiamo parlato con Rita Bernardini, segretaria del movimento Radicali Italiani che ci ha rilasciato un’intervista esclusiva per Abolire la Miseria della Calabria. Durante l’incontro a Ponte Garibaldi abbiamo avuto altresì modo di intervistare l’Onorevole Sergio D’Elia, parlamentare della Rosa nel Pugno, che dallo scorso 16 aprile è in sciopero della fame “ad oltranza” assieme a Marco Pannella, Valter Vecellio, Lucio Bertè, Guido Biancardi, Claudia Sterzi e Michele Rana., per sostenere la presentazione all’assemblea generale dell’ONU, subito, una risoluzione sulle esecuzioni capitali. Così facendo ci siamo però persi il convegno dell’associazione Coscioni sul tema “il mito della famiglia tradizionale: la rivoluzione dell’amore civile” che ha visto gli interventi, oltre che di professori universitari e scienziati, degli Europarlamentari Marco Cappato e Marco Pannella. Li abbiamo riascoltati dal sito – non ce ne vogliano i nostri compagni dell’Associazione Coscioni dove è riascoltabile l’intero convegno. Giuseppe Candido

farebbe effetto l’accusa di terrorismo né preoccuperebbe oltre il dovuto il fatto che gli alti organismi religiosi si riapproprino dello strumento blasfemo dell’anatema. Semmai patirebbero anche loro le pene del rinato oscurantismo: intere regioni del mondo devastate da guerre, malattie, povertà e i loro lontanissimi rappresentanti a duellare su omosessualità, famiglia, aborto, eutanasia. Pietosi coi potenti nemici dell’umanità, duri con le umili pecorelle magari ammalate di sclerosi multipla. Un inquietante dubbio, anche nelle loro devotissime teste, striscerebbe. La storia si ripete: una Chiesa ricca, onnipotente e mondanizzata che terrorizza con le sue visioni cupe di fiamme terrene e infernali chiunque si discosti dalla linea tracciata. Parli una lingua diversa? Sei un eretico e, come tale, vai condannato. Pazienza. Sconcerta, però, il medioevo politico. Avrebbe mai immaginato, il semisconosciuto citofonista della Dandini, di doversi con affanno confessare cattolico, amante di San Francesco e dei preti antimafia? Di dover precisare di avere concordato le battute con autori che si sono prontamente defilati? Di doversi sentir dare dell’ubriacone dal segre-

tario generale della Cisl o, peggio, di avvertire il gelo nello sguardo del segretario della Cgil? “Gli scriteriati ci sono sempre”: inaccettabili le parole con cui il Presidente del Consiglio ha liquidato la vicenda. Giacché questo nostro lontanissimo parente sembra dimenticare che di scriteriati che lo hanno portato sullo scranno –terreno e non divinoce ne sono a migliaia in giro e vorrebbero, da lui, qualche penitente spiegazione. Il potere politico e le organizzazioni sindacali si genuflettono a tal punto da condannare anche la più scontata forma di satira: ridateci Berlusconi, almeno non stupiremmo. Ha scritto bene Sansonetti su Liberazione: ogni dittatura, nel momento in cui si palesa, prende di mira chi non si allinea, lo accusa di terrorismo e lo perseguita. Ogni religione che prende di mira, accusa e perseguita, è fondamentalista, fanatica, estrema, fuori dalla democrazia. Ma la democrazia che non difende i suoi figli è più pericolosa di tutte e c’è poco da sorridere, allora, di fronte a tanta debolezza. Che lascia nudi e senza forze anche noi e con un solo pensiero: che fare? Giovanna Canigiula

MEDIOEVO POLITICO


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ABOLIRE LA MISERIA della calabria

Intervista di Giuseppe Candido all’On. Sergio D’Elia, deputato della Rosa nel Pugno e segretario dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino.

Moratoria delle esecuzioni capitali all’ONU, subito! Per offrire ai paesi che ancora praticano la pena di morte, questa uscita ragionevole da questo anacronismo. “Da qualche tempo Amnisty International ha mutato la sua posizione abolizionista accettando l’idea della moratoria ma mantiene ancora dei distinguo sui tempi. Che sono quelli che ammazzano la moratoria”.

Moratoria ONU: Sete e fame d’informazione

moratoria delle esecuzioni capitali dichiara – stiamo facendo quello che dobbiamo fare. Perché è diven- all’assemblea generale delle Nazioni Unite) con l’azione nonviotato sempre più intollerabile che da lenta ad oltranza. 14 anni a questa parte, ormai, si neghi all’Assemblea Generale delle D. Perché questo governo che si Nazioni Unite di pronunciarsi, di dis- è espresso favorevolmente, con cutere e quindi votare una un parlamento che lo sostiene risoluzione sulla moratoria della con un voto quasi all’unanimità, pena di morte. Noi andiamo avanti perché ha paura di presentare la (con lo sciopero della fame ad risoluzione e perché sembra oltranza ndr) non perché vogliamo quasi aver paura di vincere quesfare pressioni ricattatorie nei conta battaglia di civiltà? Dal 16 di aprile l’On. Sergio D’Elia, fronti di chi che sia. Con la nostra D’ELIA: Io credo che sia un riflesso assieme a Marco Pannella, Lucio azione vogliamo rafforzare il potere tipico nelle relazioni internazionali, e Bertè, Michele Rana, Claudia Sterzi nel senso di farlo decidere su quello che lui stesso (il Governo italiano e Valter Vecellio, è in sciopero della ndr) ha deciso voler fame ad oltranAmnisty International? fare ma non fa. Questa za, per Sono degli abolizionisti che è la nonviolenza. È il sostenere la prerasentano trasferire la nostra sentazione, da forza, che fisicamente il fondamentalismo parte del di giorno in giorno perabolizionista. Governo italiano, diamo con lo sciopero di una moratoria delle esecuzioni della fame, a quel potere che non la capitali all’assemblea generale manifesta nel senso che non fa dell’Onu attualquello che è stato mente in corso. L’On. Sergio D’Elia e Filippo Curtosi l’alibi è quello che “non siamo impegnato a fare dallo stesso parlamento italLo abbiamo sicuri del successo”. iano (quasi all’unanimincontrato Il successo è sicuro ità ndr) e l’opinione quindi delle Nazioni Unite, di ogni durante la celeda moti anni. pubblica italiana, interstato, di ogni governo: “quieta non brazione dell’anDa almeno 13 anni. nazionale e nel senso movere”. È un’iniziativa dirompente niversario delin cui lui stesso (il (quella della presentazione di una l’omicidio di Governo italiano ndr) si è impegnarisoluzione sulla moratoria delle Giorgiana Masi (avvenuto il 12 mag- to a fare. Nel esecuzioni gio 1977) a Ponte Garibaldi. mese di gen- Non sarebbero più le organizzazioni capitali ndr). Visibilmente segnato dal digiuno ci naio (c.a) il non governative, non sarebbe più il L’assemblea ha rilasciato questa intervista esclu- Governo italPartito Radicale Transnazionale e Generale iano ha detto: delle Nazioni siva per Abolire La Miseria della l’Associazione Nessuno Tocchi “avvieremo le Unite si spacCalabria. Caino a chiedere ai paesi che man- cherà su procedure tengono la pena di morte, di bloc- questo. La per la preD. Innanzi tutto, anche se può care le esecuzioni. Sarebbe la mas- risoluzione sentazioni e sembrare banale, la prima sima autorità internazionale. la votazione, non verrà domanda è: come si sta dopo 26 all’Assemblea certo Sarebbero le Nazioni Unite a giorni di sciopero della fame? approvata per chiederlo. E l’effetto nei prossimi Qualche giorno fa Marco Pannella Generale in corso, delle anni sarebbe inevitabilmente positi- consenso ha dichiarato (in un’intervista Nazioni (unanime rilasciata ad un settimanale) – vo. Si andrà - dalla moratoria – Unite, di una ndr). Nel voto alla stessa domanda che io facverso l’abolizione. Si salveranno risoluzione vinceremo e cio a te – di stare “una chiavica”. migliaia di vite. sulla moratoquindi è vero: Tu come stai? ria”. Ancora si ha paura di D’ELIA: Bene. Lui direbbe (Marco però non c’è un testo di risoluzione, vincere più che di perdere. Perché Pannella ndr) sei un irresponsabile non c’è nessuna prospettiva politica l’alibi è quello che “non siamo sicuri sentendo questa risposta. Ma va concreta, operativa che vada in del successo”. Il successo è sicuro bene. Perché vale il principio: fai da moti anni. Da almeno 13 anni. quel che devi, accada quel che può. questo senso. Quindi continuiamo per ottenere questo obiettivo (la Nel 1994 fu impedito – perdemmo Noi - continua D’Elia: visibilmente presentazione della risoluzione sulla provato contrariamente a quanto >>>> SEGUE


ABOLIRE LA MISERIA della calabria per 8 voti ricorda D’Elia - proprio perché 21 paesi dell’attuale Unione Europea decisero di astenersi invece di votare a favore. Quindi i numeri ci sono. Il potere non è abituato. Non è un riflesso scontato, di fronte alla vittoria scontata, quello di combatterla per ottenere questo obiettivo di grande civiltà e di grande umanità. All’assemblea Generale dell’ONU vige il principio del “volemose bene”,…. “non creiamo tensioni internazionali”… ..“dobbiamo approvare le cose tutti d’accordo”. Il Governo italiano ha ottenuto, nella sua elezione, a gennaio, come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza, 186 voti su 192. Un grandissimo successo. Un credito enorme che ora, il Governo forse ritiene di non doversi giocare in un’altra votazione: quella sulla pena di morte. Che non registrerà certo 186 voti. Ne registrerà appena 100, forse 101.. comunque la maggioranza assoluta dei paesi membri dell’ONU. D. Una maggioranza che è comunque sufficiente per approvare la risoluzione della moratoria delle esecuzioni capitali? D’ELIA: Più che sufficiente. I contrari saranno una sessantina. Al massimo settanta. Gli altri si asterranno. Quindi i voti ci sono. E l’impatto in tutto il mondo, dove le esecuzioni capitali ancora vengono praticate a migliaia ogni giorno, di una risoluzione delle Nazioni Unite sarebbe formidabile. Non sarebbero più le organizzazioni non governative, non sarebbe più il Partito Radicale Transnazionale e l’Associazione Nessuno Tocchi Caino a chiedere ai paesi che mantengono la pena di morte, di bloccare le esecuzioni. Sarebbe la massima autorità internazionale. Sarebbero le Nazioni Unite a chiederlo. E l’effetto nei prossimi anni sarebbe inevitabilmente positivo. Si andrà - dalla moratoria – verso l’abolizione. Si salveranno migliaia di vite. D. Da quello che si legge sui giornali la posizione di Amnisty International, che in passato aveva criticato la moratoria per chiedere l’abolizione, oggi è mutata e i dirigenti di quell’organizzazione non considerano più negativa la richiesta della moratoria prima di arrivare all’abolizione. Però mantengono ancora dei distinguo rispetto alla posizione dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino e del Partito Radicale Transnazionale. Perché questa differenziazione nelle due posizioni? D’ELIA: Beh. La posizione è distinta >>>> da pag 5

intanto per strategia: loro ritengono che bisogna chiedere l’abolizione tutta e subito. Sono degli abolizionisti che rasentano il fondamentalismo abolizionista. E quindi hanno questa impostazione di principio che è loro storica. Certo ora è mutata. Oggi Amnisty international non contrasta

L’on. Sergio D’Elia in sciopero della fame dal 16 aprile. Ad oltranza

più l’idea di una politica pragmatica che richiede la moratoria in vista dell’abolizione (che è la posizione che il Partito Radicale sostiene da 13 anni ndr). Perché dalla moratoria si passa poi all’abolizione. Intanto si salvano migliaia di condannati a morte. Non si è mai tornato indietro dalle moratorie. La loro strategia (quella di Amnisty International ndr) è quella abolizionista, la nostra (quella dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino e del Partito Radicale ndr) è quella pragmatica della “moratoria subito, in vista dell’abolizione”. Però, al di là di questo cambiamento per cui anche per loro la moratoria va bene, mantengono ancora dei distinguo sui tempi che poi, in realtà, sono proprio quelli che ammazzano l’obiettivo della moratoria. Perché rinviare, come avviene da 13 anni, il pronunciamento delle Nazioni Unite per destinarlo alla prossima Assemblea Generale dicendo che “saremo più forti”, “saremo più adeguati”, significa rinviare, sine die come avvenuto in questi anni. Invece noi chiediamo di farlo subito. D. Allora il titolo per questa intervista potrà essere simile a quello che avevamo utilizzato nel numero uno di Abolire La Miseria della calabria: “Moratoria all’Onu, Subito”? D’ELIA: Si. Moratoria subito, per offrire ai paesi che ancora praticano la pena di morte questa uscita ragionevole da un anacronismo. Davvero un anacronismo. (Fuori microfono: se venisse un marziano ci prenderebbe per pazzi) Giuseppe Candido

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ULTIM’ORA radical fax

Roma, 4 giugno 2006 - Dopo aver

condotto da solo e per 24 giorni uno sciopero della fame a tempo indeterminato, poi convertito ad oltranza ed esteso ad altri compagni radicali, il leader radicale Marco Pannella giunge oggi al cinquantanovesimo giorno di digiuno della fame e al quinto di sciopero della sete. La decisione di adottare questa forma estrema di lotta nonviolenta è resa necessaria dal pericolo di mancare un obiettivo ancora possibile da raggiungere malgrado gli enormi ritardi accumulati: la presentazione all'Assemblea Generale in corso di una proposta di moratoria universale delle esecuzioni capitali. Nonostante il successo del Consiglio Affari Generali dell'Unione Europea, che si è tenuto a Bruxelles lo scorso 14 maggio, "ad oggi, non risulta che il Governo italiano abbia ottenuto la necessaria approvazione della Presidenza tedesca dell’UE su un qualsiasi! testo di Risoluzione e tantomeno si è avviata la raccolta dei co-sponsor né sono stati presi contatti con la Presidenza dell’Assemblea Generale dell’ONU per individuare la procedura di apertura del dibattito sulla moratoria. In tal modo viene beffato persino il parere unanime dei ventisette Ministri europei e, in particolare, l’impegno del Parlamento e del Governo italiani". L'iniziativa dei Radicali è tutta tesa a conquistare all'Assemblea Generale l'opportunità di esprimersi sulla proposta di moratoria e ad evitare che si riproduca il copione che negli ultimi tredici anni ha impedito il conseguimento dell'obiettivo. Sul fronte interno, quello dell'informazione, una delegazione di parlamen! tari e dirigenti radicali si trova nella sede Rai di viale Mazzini dalle 13.40 del 1 giugno, per chiedere ai vertici del servizio pubblico radio-televisivo di informare i cittadini sullo stato dell'iniziativa che da mesi vede impegnati i Radicali e su cui il governo ha ricevuto dal Parlamento uno specifico mandato d'azione in sede europea e internazionale. Nel corso di una conferenza stampa tenuta nella giornata di ieri davanti alla sede Rai con Marco Pannella e la partecipazione di alcuni deputati della maggioranza, il Ministro Bonino ha sottolineato l'importanza di coinvolgere l'opinione pubblica attraverso l’informazione, poiché essa potrebbe svolgere una funzione propulsiva e contribuire a garantire il successo dell'iniziativa. (S.Gasparrini)


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ROMA 12 maggio. Intervista a Roberto Villetti, capogruppo alla Camera della Rosa nel Pugno

LA Calabria e il libro bianco di Marco Biagi. Come Rosa nel

Pugno poniamo delle questioni concrete e specifiche per migliorare l’Italia che è in evidente affanno.

Roberto Villetti piomba alla manifestazione di Piazza Navona e la gente, numerosa, lo accoglie con simpatia. Il capogruppo alla Camera dei Deputati della Rosa nel Pugno esordisce:”Noi come Rosa nel Pugno poniamo delle questioni concrete e specifiche per migliorare l’Italia che è in evidente affanno e riesce a competere in pochi settori. E’ in gravissimo ritardo nel campo delle alte tecnologie e la qualità delle nostre università non è delle migliori, abbiamo come modello la Gran Bretagna dove le università sono le migliori dell’Europa”.

1999 era stato candidato per le comunali di Bologna con lo Sdi”.

po della Rosa nel Pugno è che il governo Berlusconi ha solo in parte tradotto in norme il Libro bianco del socialista Marco Biagi, la Rosa nel Pugno rilancia Biagi nell’Unione per dare una mano al Mezzogiorno alla Calabria, per noi flessibilità non vuol dire precarietà, ma opportunità e diritti per i giovani disoccupati. Sappiamo che la nostra è una sfida- continua Villetti ma è una partita che vogliamo giocare”.

Moratoria ONU: Sete e fame d’informazione

Cosa si può fare per ridurre la disoccupazione in Calabria? “ La c.d. flexicurity, presa in prestito dal modello danese e cioè l’unione della flessibilità con un sistema di ammortizzatori sociali, cioè sussidi, certi ed universali che non rendano drammatica la disoccuL’on. Roberto Villetti e Filippo Curtosi On.le Villetti, Le pesa l’etichetta pazione di mangia preti? Un’ultima possono ”E’ una semplificazione di voi giordomanda,che significa oggi dare un aiuto ai tanti giovani disocnalisti, molti dei nostri militanti essere socialisti, radicali, laici? cupati calabresi e vibonesi”. aderiscono alla dottrina sociale e “ La storia, la nostra storia è liberale della Chiesa ma non possiE’ sempre valida la ricetta “ costellata di lavoro comune tra amo accettare che le gerarchie Biagi”? socialisti e radicali e se abbiamo della Chiesa entrino a gamba tesa Si può morire per mille euro al raggiunto dei risultati come quello in questioni che riguardano lo Stato mese? della legge sul divorzio e sull’aborto e la laicità dello Stato”. “ C’è un abisso tra l’insicurezza che è perché c’è stata unità di radicali e provoca incisocialisti nel combattere per l’al“ La c.d. flexicurity, presa in presti- denti mortali Davvero vede largamento dei diritti civili”. to dal modello danese e cioè l’u- e la ricchezla laicità dello Stato in perico- nione della flessibilità con un sis- za delle clas- Tutto ciò era possibile senza lo? si dirigenti. Marco Pannella? tema di ammortizzatori sociali, “Attraversa una “ Non sarebbe stato possibile senza Riscoprire il cioè sussidi, certi ed universali crisi grave. Si va Pannella e Loris Fortuna, ecco pertema del che non rendano drammatica la lavoro, della diffondendo ché noi non dobbiamo chiudere con disoccupazione possono dare un perdita del sempre più una la Rosa nel Pugno ma aprire un aiuto ai tanti giovani disoccupati potere d’acsorta di fondacantiere più vasto. Questa espementalismo che rienza della RnP è ancora valida, quisto di calabresi e vibonesi”. danneggia adesso si apre la possibilità di stipendi e di anche la Chiesa stessa. aprire un grande confronto che salari, delle condizioni di precarietà riguarda il destino della sinistra italnelle quali si trovano soprattutto le Parliamo di Calabria, di econoiana”. nuove generazioni è il contributo mia di lavoro che non c’è. La dei socialisti italiani e per noi non si Rosa nel Pugno rilancia Biagi tratta di una invenzione del momen- Qualcuno vi accusa di fare tanti nell’Unione: davvero utile per un matrimoni? to”. territorio come quello calabrese, “Questo è vero, ma certamente non vibonese ripartire dal suo Libro Come si affrontano questi probabbiamo fatto omicidi politici. Il Bianco? lemi? fatto è che noi siamo persone che “Marco Biagi era un vero socialista “ Esiste un problema di regole che ragionano, che si pongono continuriformista, una grande giuslavorista vanno rispettate da tutti ed è eviamente interrogativi e dubbi”. I ucciso dalla Brigate rosse, la Rosa dente il contrasto che non è solo socialisti sanno di non sapere. nel Pugno ne rivendica l’azione e italiano ma che riguarda la compl’eredità. Ricordiamo che Marco lessità del problema in una società I rapporti con Marco Pannella? Biagi aveva lavorato per il cenmultietnica”. “Ottimi”. trosinistra con Tiziano Treu e nel “ Il dramma vero dice il capogrupFilippo Curtosi


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Eutanasia e morte dignitosa

Marco Marchese intervista Emilio Coveri, Presidente della EXIT ITALIA, associazione per una morte dignitosa Eutanasia, accanimento terapeutico e suicidio assistito sono i temi affrontati dallo "speciale informa" pubblicato dallíassociazione Exit Italia in occasione dellíassemblea annuale. La Exit Italia, associazione italiana per il diritto ad una morte dignitosa, riunisce l’assemblea annuale a Torino, il 6 maggio e si pone l’obiettivo di raddoppiare il numero degli iscritti entro il 2007. La relazione del Presidente, Emilio Coveri, ha rendicontato le attività del 2006 ad una platea formata da iscritti dellíassociazione provenienti da varie regioni italiane da nord a sud. Svolti gli adempimenti statutari i lavori sono proseguiti con un dibattito ricco, difficilmente sintetizzabile senza mortificarne i contenuti. Emilio Coveri, quindi, si presenta e ci espone 11 anni di attività e impegno sul tema dell’eutanasia. Emilio Coveri, è nato a Torino nel 1951 e ha sempre vissuto in questa bella città a borgo S. Paolo, quartiere popolare ed operaio; infatti lì si erano stabiliti la famosa casa automobilistica Lancia, fondata da Vincenzo Lancia negli anni quaranta ed il Deposito tranviario di S. Paolo con le annesse vicine case delle famiglie dei tranvieri. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche ha fondato nel 1996 la EXIT - ITALIA, Associazione Italiana per il Diritto ad una Morte Dignitosa, la prima in Italia e principale punto di riferimento per l’eutanasia volontaria nel nostro Paese. Ho portato l’associazione ad essere parte integrante ed attiva della Federazione Mondiale ed Europea delle Associazioni consorelle e sono líattuale Presidente, lo sono fin dal 1996, quando l’organizzazione era semplicemente un Centro di Studi e Documentazione sull’eutanasia. Il 2 giugno 1988, dopo mesi di sofferenza inaudita, moriva mio padre, Giuseppe. Nel 1990 moriva, dopo diciotto mesi di atroci spasmi di dolore, mio zio Tommaso: da quel momento ho giurato a me stesso che non avrei fatto una morte simile. Come associazione siamo nati nel settembre del 1996, per mia volontà e per volontà di quegli amici che mi hanno voluto seguire in questa iniziativa. Siamo nati dapprima come centro di studi e documentazione sull’eutanasia, centro che tutt’ora è di supporto all’associazione, perchè non potevamo immaginare come sarebbe stata la reazione degli Italiani a questa iniziativa, che ha tre fondamentali obiettivi: 1. creare un dibattito sulla tematica dellíeutanasia nel nostro Paese, dibattito totalmente assente fino a poco tempo fa e chiedere esplicitamente la legalizzazione del testamento biologico, ossia la disposizione di volontà di un individuo che, come libera scelta decide, in un momento della sua vita, nelle sue piene facoltà di intendere e di volere, di lasciare come esecuzione testamentaria le sue volontà al riguardo della fine della propria esistenza, affinchè questa possa essere dignitosa, umana e senza inutili ed atroci sofferenze. 2. Coprire il territorio nazionale con la nostra presenza, attraverso coordinamenti di zona regionali e provinciali. 3. Giungere al varo di una legge che legalizzi e regolamenti líeutanasia in Italia.

Un successo ottenuto dalla Exit è stato il riconoscimento come associazione consorella, nel 1997, da parte della Federazione Mondiale ed Europea delle Associazioni per il Diritto ad una Morte Dignitosa e dopo aver creato, con tanta fatica, i coordinamenti di zona, nel novembre 1998, è stata costituita l’associazione vera e propria; la prima in Italia proiettata sulle tematiche di fine vita. Nel frattempo il comitato etico scientifico elaborava un documento che è stato presentato al Parlamento Italiano affinchè possa diventare Legge della Repubblica. Tale documento, intitolato: “DISPOSIZIONI IN MATERIA DI INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA PROPRIA SOPRAVVIVENZA IN CONDIZIONI FISICHE TERMINALI”, è stato definito ed fin da allora è pronto per i nostri politici e a loro spetta dare una risposta a queste istanze. Dal titolo si capisce benissimo ciò che intendiamo: l’eutanasia attiva in caso Emilio Coveri che ci sopravvenga una malattia gravissima irreversibile, clinicamente accertata e senza più possibilità di guarigione. Questo lavoro è orientato per favorire unicamente di consentire di attuare la propria volontà, pertanto intendiamo líeutanasia come libera scelta di una persona che ha deciso ciò che tutti dovrebbero assolutamente rispettare in quanto volontà della persona. Dal mio punto di vista l’eutanasia è un diritto che scaturisce, ovviamente, da una libera scelta, non una concessione che può fare uno Stato e tanto meno la chiesa! Mi auguro che la politica, dopo il caso Welby, dia una risposta a questa richiesta e soprattutto mi auguro che nessuno debba essere costretto ad andare a morire in esilio, all’estero. Infatti, nel maggio 2005, la Exit ha stretto un accordo per i Soci con l’Associazione DIGNITAS di Forch - Zurigo, in Svizzera, che permette a coloro nelle condizioni di richiederlo, di poter usufruire dei servizi di questa associazione elvetica. Su questa strada EXIT-ITALIA continuerà la sua battaglia: dobbiamo, come asseriva Indro Montanelli, nostro Socio Onorario, essere noi stessi a decidere il COME e QUANDO morire, in modo dignitoso e senza inutili sofferenze, morali e fisiche. Con l’associazione attualmente siamo impegnati a radunare tutti i testamenti biologici: sono più di mille le disposizioni di volontà giunte presso di noi e queste non possono essere dimenticate! Non devono essere dimenticate perchè emesse da persone libere facenti parte di un ordinamento costituzionale garante del diritto; questo è il nostro diritto di libera scelta che non potrà essere messo nel dimenticatoio.

Emilio Coveri

D: Dr. Coveri, quali servizi offre la Exit -

Italia ai propri iscritti? R: Devo precisare che non siamo uníorganizzazione di tipo assistenziale, ma nel promuovere le nostre iniziative siamo riusciti ad ottenere un importante risultato: líaccordo con líassociazione elvetica “Dignitas”, come spiegavo pocanzi. Questa, seguendo la legge Svizzera che consente il suicidio assistito, offre a coloro che ne fanno richiesta e ne diventano soci, ogni tipo di servizio per líaccompagnamento ad una morte dignitosa nei termini consentiti dal protocollo elvetico. Bisogna notare comunque che, anche negli altri paesi, come in Belgio e in Olanda, dove esiste una normativa di legge sullíeutanasia attiva (intervento diretto del medico) non tutte le richieste vengono accolte. In Olanda ad esempio, su 4.000 richieste di eutanasia nel 2005 soltanto 1.200 sono state accettate e di questa 480 portate a termine. Ciò significa che esistono paletti ben precisi su questa pratica. D: La Exit conta circa 1.000 adesioni; realtà che si occupano di eutanasia in altri paesi europei come líOlanda, la Francia, la Svizzera, hanno decine di migliaia di iscritti, come mai in Italia non si è ancora giunti a questi livelli? R: nel nostro Paese líinformazione dellíesistenza di uníAssociazione come la nostra e della sua iniziativa è stata per moltissimo tempo censurata. Le mille iscrizioni sono il frutto delle rare apparizioni sui mezzi di informazione nazionali e dalle ricerche dei singoli che trovano su internet il nostro indirizzo: www.exit-italia.it D: Cosa risponde a quelle associazioni o ai gruppi politici che di fronte allíargomento eutanasia hanno una chiusura tale da rifiutare il dialogo? R: il rifiuto del dialogo proviene soprattutto dalla Chiesa Cattolica su questa tematica e questo atteggiamento fa sì che il nostro Paese resti sempre indietro nelle conquiste sociali; ma sul discorso dellíeutanasia e del suicidio assistito, sono convinto che sarà soltanto questione di tempo anche perchè líopinione pubblica è estremamente favorevole a quanto da noi proposto. Le ultime indagini statistiche danno come favorevoli il 78% degli italiani. D: Le rivolgo uníultima domanda, quasi provocatoriamente, ma che le offre líopportunità di rivolgersi direttamente a chiunque legga questa breve intervista: per quale ragione un cittadino qualsiasi dovrebbe chiedere di aderire allíassociazione che dirige? R: iscriversi, oggi più che mai, significa portare avanti una battaglia, tutti insieme, per un diritto che perfino la convenzione di Oviedo ha sancito come diritto di libera scelta inalienabile per un essere umano. Con il testamento biologico che sottoscriviamo, nominando anche un fiduciario, sarà quella persona che dovrà mettere in pratica le nostre volontà qualora noi non fossimo più in grado di intendere e volere. Siamo noi e soltanto noi che decidiamo della nostra vita: tutti devono rispettare questa volontà e nessuno deve interferire con essa e tanto meno decidere per noi stessi! Marco Marchese


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Il crescente divario tra nord e sud d’Italia. Economico e sociale di Francesco Cascasi

Calabria, mezzogiorno e resto d’Italia

L’Italia di questo inizio secolo si presenta come un Paese dalle mille sfaccettature, le quali ricalcano una serie di paradossi e contraddizioni che ben rispecchiano alcuni dei mali endemici della Nazione. Tali contrasti appaiono ben evidenti, ad esempio, nel settore economico, notoriamente travagliato da disparità e incongruenze, le quali vanno ben al di là delle pur ricorrenti crisi produttive o monetarie che di tanto in tanto arrivano a sconvolgere i mercati. Da un lato, infatti, l’Italia continua ad orbitare nel gruppo dei sette stati più industrializzati del mondo, a conferma di una crescita complessiva dell’economia che, dal dopoguerra in poi, ha davvero fatto passi da gigante. Al tempo stesso, però, bisogna prendere atto che il nostro Paese marcia con un circa ventennio di ritardo rispetto ad altre nazioni europee e mondiali particolarmente avanzate, come gli Stati Uniti, la Germania o il Giappone: tutti Stati, cioè, il cui passaggio dalla civiltà industriale a quella post-industriale si è verificato con un netto anticipo rispetto all’Italia, la quale, a sua volta, ha dovuto attendere i primi anni novanta per registrare il superamento dei redditi del settore secondario ad opera di quelli del terziario. Ad ogni modo, seppur con certo ritardo rispetto ad altre realtà, anche l’Italia ha ora una distribuzione della ricchezza che ricalca, sempre più da vicino, quella dei paesi post-industriali. Ciò significa che la probabilità di sopravvivere dignitosamente dipende, ad esempio, dalla fortuna di avere un lavoro, dal settore in cui si opera, dalle competenze professionali acquisite. A questi fattori, però, se ne aggiunge anche un altro, costituito dalla regione in cui si abita. In tal senso, subentra allora una piaga caratteristica del panorama italiano corrispondente allo storico e perdurante divario tra le regioni del nord e quelle del sud, sempre più separate dai diversi livelli di una qualità della vita che, in alcuni casi, esibisce uno scatto quasi incolmabile. Le statistiche elaborate nel corso di questi ultimi anni riferiscono, in particolare, che il reddito delle famiglie del centronord si mantiene superiore a circa il 30% rispetto a quello delle famiglie del Mezzogiorno, nonostante che al sud ci siano, proporzionalmente, più capifamiglia occupati, mentre nel resto del Paese c’è una maggiore incidenza di anziani e, quindi, di soggetti aventi diritto alla pensione. Ciò comporta, in sostanza che le regioni più ricche continuano a vantaggiarsi ulteriormente, mentre quelle già deboli diventano sempre più povere. Ecco perché la categoria degli indigenti, comprende i nuclei famigliari che abbiano un reddito mensile inferiore al milione, appare predominante soprattutto nel mezzogiorno, dove risulta che ben una famiglia su cinque risulta in condizione di disagio materiale, mentre, nelle aree settentrionali, questa proporzione scende a

poco più di una famiglia su venti. Naturalmente le cifre del divario economico tra nord e sud possono essere lette anche attraverso altri parametri, che vanno dai trasporti alla rete telefonica, dalla dotazione di infrastrutture alla disponibilità di risorse immateriali, fino ad arrivare ai tassi di disoccupazione e ai consumi di energia elettrica, particolarmente significativi per rendersi conto dell’andamento delle attività produttive. Senza dimenticare il riferimento agli investimenti, alle stime di nuovi posti di lavoro e, soprattutto, agli stessi costi delle imprese, che nel mezzogiorno risultano maggiori che nel nord, pur a parità di condizione. Com’è noto la critica situazione venutasi a determinare nel sud-Italia non è il risultato di errori o lacune recenti, bensì il frutto di sprechi, inadempienze o fenomeni di corruzione o malgoverno sistematicamente riscontrabili nei decenni passati , a cominciare dal lontano 1861, quando si realizzò l’unificazione territoriale italiana sotto un unico sovrano. L’accumulo di queste tare sociali e politiche si è svolto parallelamente al consolidamento di un perverso intreccio tra affari, politica e malavita organizzata, quale si è venuto evidenziando, di recente grazie alle maxi-inchieste sulla Tangentopoli meridionale, e soprattutto in virtù delle rivelazioni esplosive fornite dai pentiti di camorra, mafia e ‘ndrangheta. In tale contesto, imperniato su una vergognosa miscela di delitti, connivenze e clientele, neanche le politiche straordinarie predisposte dallo Stato in favore delle aree più represse del Paese sono servite a molto, dal momento che gli incentivi, le agevolazioni e le commesse derivanti dalle iniziative dello Stato si sono trasformati in puri e semplici strumenti assistenziali, traducendosi in un insopportabile spreco di risorse collettive. Stanno a dimostrarlo, tra l’altro le tante infrastrutture progettate e mai realizzate, le opere pubbliche iniziate e mai portate a termine, le sontuose ma inutili realizzazioni edilizie post-terremoto, come quelle riferibili ai diversi palazzetti dello sport dichiarati inagibili o alle molteplici strutture ospedaliere mai entrate in funzione. Senza dimenticare, altresì, i mega impianti industriali che, specie nel settore siderurgico, sono stati chiusi, in attesa di un’opera di riconversione che stenta tutt’ora a decollare, col risultato di accrescere a dismisura il già devastante flagello della disoccupazione. Su queste basi, il sud, si è trasformato in un problema da risolvere quasi con fastidio nella coscienza collettiva, in quanto sinonimo di storture sociali, carenze amministrative sperperi finanziari. Tuttavia, alla luce dei cospicui successi riportati nella lotta alla criminalità e alla corruzione politica, sarebbe ora ingiusto non assecondare l’ansia di rinnovamento che emerge dalle popolazioni meridionali propense a fornire un compenso di massa alle esigenze della legalità, ma

soprattutto desiderose di emanciparsi da un passato che ha purtroppo annoverato troppe occasioni perdute. In vista di questo scopo, il tentativo di costruire un’immagine finalmente positiva per il sud appare allora imprescindibile dalla capacità di saper trasformare l’ormai secolare “questione meridionale” in un’effettiva vertenza nazionale. La consapevolezza essenziale da cui partire si riferisce al fatto che la crisi del mezzogiorno può e deve essere governata, anche perché costituisce un banco di prova decisivo in vista di un più equilibrato ed omogeneo sviluppo nazionale. Tutto ciò, però, a patto che le autorità governative sappiano farsi carico delle proprie responsabilità, mettendo da parte gli ostacoli burocratici e le beghe politiche che finora hanno contribuito a vanificare gli sforzi per la risoluzione delle emergenze meridionali. Sul versante degli interventi concreti sarebbe opportuno puntare sul miglioramento delle politiche ordinarie e sulla massima valorizzazione delle risorse locali, attuando un adeguato decentramento di oneri e competenze, mediante l’allestimento di organismi agili ed efficaci, in grado di gestire oculatamente l’individuazioni delle priorità, l’elaborazione dei progetti di sviluppo e la destinazione dei relativi finanziamenti. Proprio in riferimento alle fonti di finanziamento, va inoltre ricordato che uno dei capitoli più neri nella recente storia economica del mezzogiorno è stato rappresentato dall’ incapacità di saper sfruttare le risorse economiche messe a disposizione dall’Unione Europea. Stanziamenti per decine di migliaia di miliardi sono andati perduti o inutilizzati sia perché non sono state elaborate proposte concrete da parte dei diretti interessati, sia in virtù di ancor più gravi carenze culturali, imputabili alla mancata conoscenza delle normative comunitarie. Tra l’altro si è trattato di sprechi ancor più inammissibili perché le risorse in questione erano state concepite non tanto per sovvenzionare contributi assistenziali a pioggia, bensì per promuovere interventi che mirassero a creare occupazione di mercato, così da fornire risposte tangibili e durature alla perdurante mancanza di posti di lavoro. Le occasioni perdute, in questo caso, appaiono comunque gravissime, dal momento che, insieme con esse, è andata sciupata anche l’ulteriore opportunità di avvicinarsi ancor più all’economie forti dell’Europa, le quali non sono certo minate da spaccature e differenziazioni interne come quelle che separano il nord e il sud d’Italia. Un divario, questo, che rischia di allentare eccessivamente l’economia nazionale dal fulcro delle attività produttive europee tanto da lasciar presagire il pericolo che il Meridione italiano possa trasformarsi in Mezzogiorno d’Europa. Cascasi Francesco


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Roma. 12 maggio 1977 - 2007. Lungotevere. Ponte Garibaldi. Dopo 30 anni nessuna verità sull’assassinio di Giorgiana Masi

A 30 anni dall’omicidio di Giorgiana Masi perché ha senso ricordare quel delitto che vede ancora “ignoti” i suoi autori.

Lo abbiamo chiesto a Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani : “il desiderio di affermazione della verità credo sia qualcosa che l’Uomo, l’essere umano, debba sempre ricercare” L’appuntamento del 12 maggio per portare i fiori alla lapide di Giorgiana Masi è, per i Radicali un momento per ricordare, per non dimenticare e per riaffermare una richiesta non di vendetta ma di giustizia e verità su quanto accaduto il 12 maggio del 1977 quando, in occasione di una manifestazione organizzata dal Partito Radicale per ricordare il 3° anniversario sul divorzio, venne uccisa la diciannovenne Giorgiana Masi. Il processo si concluse a soli due anni con una sentenza che di fatto lascia ignoti gli autori di quell’omicidio. Sui cartelloni “indossati” dalla delegazione dei radicali sono chiari. Quello indossato da Sergio Stanzani – radicale storico fondatore del partito - dice: “Cossiga, sull’assasinio di Giorgiana Masi niente da dichiarare?” Abbiamo intervistato su questo Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani.

SETE....DI VERITA’

D. Al di là del lato affettivo, perché ha ancora senso ricordare Giorgiana Masi, oggi a 30 anni dal suo omicidio, che Marco Pannella ha definito un “omicidio di Stato”, e in un momento storico in cui il terrorismo, come testimoniano gli arresti dei mesi scorsi, sembra riemergere? RITA BERNARDINI: Ti potrei rispondere con una domanda: perché non ricordarla? Che senso avrebbe non ricordarla? Credo che il desiderio dell’affermazione della verità sia qualche cosa che l’Uomo, l’essere umano, debba sempre ricercare. Noi sappiamo che, dopo 30 anni, su (l’omicidio di ndr) Giorgiana Masi non è stata accertata la verità dei fatti. Il processo è stato chiuso a Perugina nel 1979 (due anni dopo del 1977) concludendosi con una sentenza che dichiara “ignoti” gli autori del delitto. Non si è mai voluta fare un’indagine approfondita. Non si è mai voluta fare una commissione (parlamentare ndr) d’inchiesta su questo assassinio e su quegli anni. Perché non dimentichiamo che quegli anni furono quelli in cui si vietò – con i decreti Cossiga – di manifestare. Il divieto di manifestazione – in un Pese democratico – si capisce bene che è una delle disposizioni più gravi. Allora, in particolare, Cossiga fece il divieto di manifestare per un mese

facendo una deroga per il 1° maggio per i sindacati. La stessa cosa non volle fare per la nostra manifestazione a Roma alla quale aveva imposto il divieto. Divieto che mantenne persino quando noi (il Partito Radicale ndr) decidemmo di non parlare dal palco ma di fare solo una festa per festeggiare il 3° anniversario della vittoria sul divorzio e volevamo raccogliere le firme per gli 8 referendum. Quindi nemmeno la sola musica andava bene. Noi allora decidemmo di fare la manifestazione perché ritenevamo che bisognava isolare i terroristi con “l’arma” civile della nonviolenza. Quindi per i referendum, con persone che venivano in modo pacifico a manifestare il proprio pensiero. La cosa belFOTO: Mihai Romanciuc lissima di quella giornata fu che, intanto, nessun manifestante fu trovato armato e che tutti si confrontarono (anche le frange estremiste) ma in maniera rigorosamente nonviolenta. Credo che questa sia stata una grande conquista. (Ma poi ricordiamo anche) Non dimentichiamo, in tal senso, il ruolo del Partito Radicale e di Marco Pannella nei confronti del terrorismo e nei confronti della difesa delle Istituzioni democratiche del nostro Paese. Ricordo il caso D’Urso (il Giudice D’Urso rapito dalle BR) che

FOTO: Mihai Romanciuc

riuscimmo a salvare. Oggi credo che noi (Radicali ndr) possiamo vantare di avere, fra le più brave redattrici di radio radicale, Lorena D’Urso, figlia del Giudice, che andò in televisione per appellarsi agli uomini delle BR nello spazio televisivo riservato ai Radicali.

Personalmente (E io) credo che sia stato proprio questo ad aver fermato, poi, il fenomeno del terrorismo. Come Radicali possiamo vantare l’organizzazione (banda armata) “Prima Linea” che si “consegna” al congresso del Partito.

D. L’On. Sergio D’Elia oggi deputato della Rosa nel Pugno in quegli anni era in “Prima Linea”? RITA BERNARDINI: Si. Sergio D’Elia che allora venne consegnando al Partito Radicale un documento di resa dell’associazione “Prima Linea” riconoscendo tutti gli errori della violenza di quegli anni e sposando la causa della nonviolenza. Sergio D’Elia ma non solo. Maria Teresa Di Lascia che è stata la sua compagna e sposa e che poi, purtroppo, abbiamo perso prematuramente e con la quale Sergio D’Elia ndr ha costituito l’associazione Nessuno Tocchi Caino. Quell’associazione per l’abolizione della pena di morte e per la quale, in questi giorni, Marco Pannella, Sergio D’Elia e altri compagni radicali sono arrivati (credo) al trentunesimo giorno di sciopero della fame.

D. Forse anche di più di 31 giorni se consideriamo che l’iniziativa nonviolenta di sostenere la presentazione all’assemblea Generale dell’ONU, da parte del Governo italiano, di una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali, è iniziata dal 21 marzo e poi, a meno di una breve interruzione, è proseguita ad oltranza dallo scorso 16 aprile? RITA BERNARDINI: Si, se non consideriamo la breve interruzione di 36 ore dal 14 al 15 Aprile. Sono oltre 40 giorni e lo sivede: è molto provato. Credo comunque che quello che stanno facendo assieme a Sergio D’Elia e agli altri compagni (Valter Vecellio, Claudia Sterzi, Lucio Bertè, Michele Rana) sia una grande prova della forza della non violenza. L’intervista si conclude e salutiamo Rita dandoci appuntamento a piazza Navona dove, dalle 16 in poi, sarebbe iniziata la manifestazione concerto del Coraggio Laico che oltre a Simone Cristicchi ha visto l’esibizione degli Uvistra, una sparuta rock band di Catanzaro. Peccato la Calabria non se ne sia accorta. Giuseppe Candido


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Legno e Bosco fra edilizia, ecologia ed energia - di Giuseppe Fontana

Ecolgia.. e non solo

Sta crescendo in maniera esponenziale l’utilizzo del legno strutturale nelle costruzioni, secondo un andamento positivo che è destinato a proseguire, caratterizzando i prossimi anni. Questo è quanto è emerso in “Legno Made in Italy”, il Convegno Nazionale del Legno, organizzato da Assolegno di FederlegnoArredo. Il legno, considerato come materia prima, in Italia, non riguarda più unicamente il settore del mobile e dell’arredamento. Riscoperto dall’edilizia, il legno è protagonista di un andamento in crescita, che per quanto riguarda le travi lamellari, farà aumentare il suo utilizzo dai duecentomila metri cubi del 1995 al milione di metri cubi entro tre o quattro anni. In via ipotetica, se ogni mille case sono in legno, entro il 2010, con tutta probabilità, saranno quindicimila. La valorizzazione di questo materiale dal punto di vista normativo ha permesso all’Italia, dopo decenni d’oblio, di allinearsi al resto dell’Europa, dove già da tempo l’utilizzo del legno, per le costruzioni, rappresenta una realtà affermata. È necessario, però, che tale interesse sia supportato dalla valutazione di metodi utilizzativi appropriati per quanto concerne il legno, inteso come materia strutturale, che non può prescindere da un serio investimento nel campo della ricerca e dello sviluppo. Il legno, come materia prima, torna quindi a giocare un ruolo cruciale nel mercato dell’edilizia non solo perché consente ai progettisti ed ai consumatori di ottenere contemporaneamente qualità, convenienza e sicurezza, ma anche perché il legno, a differenza di altri materiali, è sostenuto da una società sempre più attenta alle questioni ecologiche e da consumatori sempre più esigenti in termini di rapporto fra qualità e prezzo, oltre che di vivibilità della propria abitazione. Valorizzare il legno, significa valorizzare direttamente il bosco che lo produce e se questo segue le regole di una Selvicoltura naturalistica, i vantaggi del bosco non si fermano alla semplice produzione del legno da costruzione. I boschi (e le foreste) sono, infatti, particolarmente efficaci ne sottrarre anidride carbonica atmosferica, immagazzinandola nel suolo e nelle piante (sottoforma di sostanza organica). Le foreste contribuiscono in questo momento a ridurre per circa il 25% le emissioni di anidride carbonica dovute all’uso di combustibile fossile (carbon-fossile, petrolio, ecc.). Sono proprio gli ecosistemi forestali che contengono circa il 50% del carbonio globale (distruggendo le foreste, l’anidride carbonica torna tutta nell’atmosfera) e le sole foreste tropicali ne contengono il 37%. È su questa base che il Protocollo di Kyoto, al quale gli U.S.A. non aderiscono, contempla la possibilità di contabilizzare, nell’ambito dei flussi globali di anidride carbonica, il carbonio organico fissato per riforestazione, afforestazione, deforestazione ed inoltre quello fissato per gestione forestale, rivegetazione, gestione dei suoli agrari,

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gestione dei prati e dei pascoli. In Calabria, sono stati rimboschiti, negli ultimi cinquanta anni, circa centocinquantatremila ettari di aree molto vulnerabili dal punto di vista del dissesto idrogeologico. Le conseguenze positive sono evidenziate dai diversi livelli istituzionali e scientifici in termini di tutela ambientale e regimazione delle acque superficiali. Nonostante ciò, il contributo che danno i boschi nazionali, in generale, e calabresi, in particolare, all’immagazzinamento di anidride carbonica non è stato sinora sufficientemente considerato. Tuttavia indagini e sperimentazioni, effettuate dall’A.R.S.S.A. Regione Calabria, in un’area di duemila ettari all’interno della Presila catanzarese, hanno evidenziato le potenzialità dei boschi calabresi nell’immagazzinamento dell’anidride carbonica e quindi nella salvaguardia dell’ambiente, della qualità dell’aria e quindi della salute di tutti. L’area presa in considerazione era fortemente antropizzata negli anni ’50, coltivata a segale o lasciata a pascolo e utilizzata per la raccolta della radica di Erica arborea. In conseguenza a ciò, la vegetazione arbustiva veniva eliminata. Negli anni sessanta vi furono da una parte fenomeni di abbandono delle zone di montagna e di collina da parte delle popolazioni verso aspettative di vita migliore e dall’altra parte una politica di rimboschimenti, che comportavano nell’insieme o una naturalizzazione dell’area o comunque un aumento della superficie boscosa. Dall’indagine condotta in questa area è emerso un incremento di carbonio organico dovuto al rimboschimento pari a circa 110 t/ha. Se rapportato ai 130.000 ettari rimboschiti in Calabria negli ultimi cinquanta anni (escludendo gli eucalitteti, scarsamente significativi nella produzione di sostanza organica, oltre che i meno adatti nell’ambiente mediterraneo calabrese), equivale a 14,30 milioni di tonnellate a livello regionale, che corrispondono a ben 52,338 tonnellate di anidride carbonica. I suoli rimboschiti in Calabria hanno quindi fissato ogni anno 1,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica. È rilevante quindi la grande rilevanza igienica e sanitaria dei boschi calabresi, che fissano l’anidride carbonica sottraendola dall’atmosfera. Concludo ricordando che i boschi calabresi sono fonte rinnovabile di bio-massa per la produzione di energia e di calore. Per rinnovare il bosco, affinché non vengano, all’opposto, depauperati, occorre saper gestire il soprassuolo, con corretti governi, tagli, diradamenti, cure, ecc; spesso in Calabria è conveniente, ora più di ieri, e sempre più che si va avanti col tempo, sostituire i pascoli e le colture a basso reddito proprio col bosco costituito da specie pregiate ed a media o rapida crescita, allo scopo proprio di produrre legname da opera, per costruzioni, per mobili e bio-massa (produzione di energia e calore). Giuseppe Fontana

LE PRIME ANZI LE ULTIME PAROLE FAMOSE di Giorgia Sorrisi

Era il gennaio del 2006 quando Benedetto XVI rese pubblico il suo primo documento ufficiale da pontefice. La sua prima enciclica "Deus Caritas est", traduzione "Dio è Amore", non trattava solo della grandezza di nostro Signore ma conteneva anche l'importanza dell'attività caritativa cleriale, un elogio per Madre Teresa e una netta condanna del marxismo definito dal Papa una "filosofia disumana". Era presente anche un chiaro concetto che recitava delle parole che attualmente sembrano siano state rimangiate dallo stesso Papa e l'intero Vaticano: -La Chiesa e lo Stato siano separati- . Nel giornale che comprai quel 26 gennaio di un anno fa, trovai scritte testuali parole: - [...] La creazione, tuttavia, di un giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica, quindi non può essere incarico immediato della Chiesa. La dottrina sociale cattolica non vuole conferire alla Chiesa un potere sullo Stato, ma semplicemente purificare ed illuminare la ragione, offrendo il proprio contributo alla formazione delle coscienze, affinché le vere esigenze della giustizia possano essere percepite, riconosciute e poi anche realizzate- . Vista la clamorosa dichiarazione che a suo tempo mi puzzava già di bruciato decisi saggiamente di conservare quello scalpo di giornale, consapevole che probabilmente un giorno, non troppo lontano, mi sarebbe stato utile. Avevo ragione. Sono trascorsi più di 365 giorni e la situazione italiana attualmente smentisce quelle parole che sapevano già a suo tempo di carbonella. Questo perché attualmente la Chiesa, volendo o non, riesce ad influenzare il quadro politico italiano. Come se le parole di Benedetto XVI si facciano non solo verbo ma talvolta legge. Noi cittadini ci lamentiamo tanto della politica italiana e dei continui battibecchi della sinistra e invece dovremmo gioire per l'operato

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27 Maggio: Gay Pride negato a Mosca. Uova a Luxuria e Cappato.

Libertà d’espressione violata in Russia: scontri a Mosca per il Gay Pride, arresti e aggressioni Aggrediti da xenofobi mentre cercavano di portare una lettera al Sindaco di Mosca. La polizia anziché difenderli dalle aggressioni arresta Cappato.

della delegazione, il 27 maggio Un triste Gay pride russo. Anzi nella capitale russa, durante sovietico. Perché da regime una manifestazione intenta a sovietico è da considerare la consegnare una lettera al complicità delle forze di polizia antisommossa che, anziché fer- Sindaco di Mosca, dopo il divieto imposto da mare i conquesti alla tro manifestenuta del Gay tanti che vioPride il giorno lentemente prima. tiravano La deluova, calci e egazione, di sputi, ha cui faceva deciso di parte anche il arrestare deputato di Cappato e Rifondazione altri manifesFOTO: David Carretta Comunista tanti radicali Vladimir Luxuria, è stata che cercavano di consegnare una lettera al Sindaco di Mosca, aggredita da un gruppo di ultranazionalisti. in maniera assolutamente paciLa manifestazione era stata fica e nonviolenta. Uova prima, pensata e voluta dalle associpoi le botte. E il tutto mentre la polizia rimane inerte a guardare. azioni gay proprio nel giorno dell’anniversario della cancellazione dal codice penale, del L’unica agenzia di stampa prereato di omosessualità da parte sente è stata radio radicale che dell’allora Presidente Boris ha prima trasmesso, nella giorEltsin (1993). nata del 25, il convegno dei In un collegamento effettuato Radicali russi e ha seguito la delegazione del Partito Radicale con radio radicale di nascosto dal commissariato, Marco che ha deposto una corona di fiori nella piazza dove, nel 94, fu Cappato ha raccontato: "Ho personalmente visto anche ucciso il compagno Andrea alcuni di questi contromanifesTamburri dai “soliti ignoti” (per tanti che, prima di venire a landirla alla Pannella) del regime ciare dell'acqua, hanno parlato Sovietico. Grazie quindi a radio con i poliziotti che ci avrebbero radicale alla quale forse dovremmo rivolgere l’8 per 1000 dovuto difendere. Uno di loro ha cominciato a tirare calci ad del canone rai. Ottavio Marzocchi, ed è allora che ho iniziato a urlare in Marco Cappato, segretario inglese, chiedendo perchè la dell’Associazione Luca Coscioni, parlamentare europeo polizia non ci difendesse. Tempo cinque secondi e sono radicale della Rosa nel Pugno, stato trascinato via da agenti in in delegazione per conto del tenuta antisommossa". Partito radicale a Mosca dal 25 maggio, è stato arrestato, >>>> SEGUE insieme ad altri componenti

Russia e Diritti

che le due istituzioni riescono a fare: Stato e Chiesa, capaci di cooperare in perfetta armonia! All'idea non sembrano essere felice quei scalmanati che presi dalla vena artistica hanno deciso di far sapere a Bagnasco, presidente della Cei, che il vento soffia ancora; come se in una città come quella di Genova fosse una novità. Il colonnello, durante il meteo a questi qui non li aveva avvertiti? Come a Genova, le scritte contro Bagnasco e il Papa, sono comparse anche a Torino, Napoli, Bologna e adesso anche a Palermo. In quest'ultima città però invece di voler tenere al freddo Bagnasco vogliono tenere al caldo il papa. Vorrebbero che vada al rogo. Mettendo da parte l'amara ironia su un argomento che non la merita sarebbe un bene chiedersi invece per quale motivo quelle scritte provocatorie/minacciose sono comparse sui muri di quelle città italiane. Forse per via dell'ingerenza e dell'intolleranza verso la Chiesa oppure ancor peggio perché i signorotti del vivolevamoinformaredelleultimenotiziemetereologiche sono convinti di andare incontro a una situazione politica apocalittica, una di quelle in cui ci si possa ritrovare a vivere in una paese in cui regni la teocrazia, anziché la democrazia. Se solo i signorotti avessero letto l'enciclica "Deus Caritas est" saprebbero che ciò non accadrà mai. Che allora si avverta anche Andrea Rivera, sperando che quell'angoscia gli si possa scrollare di dosso cosicché nella prossima manifestazione non si abbandoni nuovamente ad uno dei suoi sfoghi, evitando di prendersi l'appellativo di terrorista. Ma Rivera non è terrorista, come non lo sono i responsabili delle scritte sui muri delle città italiane. Si può essere stupidi per aver imbrattato i muri della propria città, oppure si può essere incoscienti nel dire un'opinione personale a 500mila persone di cui nemmeno alla metà importava. Si può essere sciocchi, incoscienti forse ingiustificabili ma non di certo dei terroristi. Se il vento fischia dobbiamo chiederci il perchè e tenere bene a mente le parole del papa: - Chiesa e Stato separati- . Il vento non soffierà più, non arriverà nemmeno la pioggia ma tornerà a splendere il sole su tutta Italia. Vaticano compreso. Giorgia Sorrisi

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Transnazionale.....RADICALFAX

Pannella, durante la conversazione settimanale con il direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin, ha fatto notare la grave assenza dell’Ansa e si è collegato lui in diretta con Cappato che, il 28 maggio (giorno successivo agli arresti), sarebbe stato presente come teste nel processo ad alcuni militanti del partito radicale russo. Questo perché, ha spiegato Cappato alla radio, mentre Ottavio Marzocchi ed io ce la siamo cavati con una commutazione dell’accusa in “infrazione del codice della strada”, i compagni radicali russi rischiano invece pene sino a 15 giorni per resistenza alla forza pubblica. Tra i facinorosi, ha dichiarato Cappato, vi era anche un prete ortodosso che benediceva i contro manifestanti mentre tiravano le uova. Un triste Gay pride ma anche una

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brutta giornata per il diritto e per la libertà di manifestare che, almeno sulla carta, dovrebbe essere garantito anche a Mosca. A prendere quelle botte non c’era solo Marco Cappato, Vladimir Luzuria e Ottavio Marzocchi, funzionario radicale al Parlamento

nella nonviolenza. Gli sputi (e i calci e gli insulti), come ha scritto Luca Landò su l’Unità del 28 maggio il giorno dopo gli arresti, non erano soltanto rivolti a quel centinaio di militanti radicali russi e a qualche Parlamentare. No, lì c’era tutta l’Europa. Per questo anche per noi è giusto che l’Italia intervenga per chiedere “chiarimenti” attraverso il Ministro degli Esteri.

Nel pomeriggio di domenica 27 è stato organizzato dai Radicali Italiani, dalle 17, a Roma, un sit-in di fronte all’ambasciata russa a Via Gaeta 5, alla quale hanno aderito e partecipato, tra gli altri, le Associazioni GayLib, FOTO: David Carretta Arcilesbica, ArciGay Roma, Dgay Project, Circolo Mario Mieli, Rosa Europeo, ma c’era l’intera società Arcobaleno, Coordinamento civile. La società civile che crede ancora nei diritti, nella tolleranza e RomaPride 2007, GayTv.

Terza Conferenza Internazionale su diritti sindacali e responsabilità sociale delle imprese a Cuba

Roma, 15 maggio – Si è svolta presso la sede del Partito Radicale Nonviolento la “Terza Conferenza Internazionale su Diritti Sindacali e la Responsabilità Sociale delle Imprese a Cuba”, cui hanno partecipato rappresentanti della dissidenza cubana, anche in collegamento telefonico da Cuba, del movimento sindacale internazionale e delle istituzioni italiane. La conferenza è stata aperta da Emma Bonino, Ministro per le Politiche Europee e il Commercio Internazionale e dagli interventi di Joel Brito, Direttore Esecutivo del “Gruppo Internazionale per la Responsabilita’ Sociale delle Imprese a Cuba” e di Matteo Mecacci, Rappresentante all’Onu del Partito Radicale Transnazionale. Nel corso della Conferenza, il cui programma ha previsto vari panel di discussione, hanno preso la parola anche il Sottosegretario agli Esteri per i Diritti Umani Gianni Vernetti, il Presidente del Gruppo della Rosa nel Pugno alla Camera dei Deputati,

Roberto Villetti, il Presidente del Comitato per i Diritti Umani della Camera Pietro Marcenaro, il Parlamentare Europeo radicale Marco Cappato, il Deputato della Rosa nel Pugno Sergio D’Elia, Maria Fida Moro già Senatrice della Repubblica, il Deputato di Forza

...IN CALABRIA

Catanzaro: 97.8 - 101.0 Cosenza: 104.5 Crotone: 92.9 Reggio Cal.: 96.1 Vibo Valentia: 101.0 - 107.3 Gioia tauro: 88.5 Decollatura: 103.7

Italia Benedetto Della Vedov! a, e i rappresentanti sindacali di numerosi paesi dell’America Latina che si sono costituiti in network internazionale per promuovere la causa del rispetto dei diritti sindacali a Cuba. La conferenza è stata chiusa dall’intervento di Marco Pannella, fondatore del Partito Radicale e Parlamentare Europeo ed ha adottato la Dichiarazione di Roma con la quale i partecipanti si impegnano, anche a livello parlamentare, a proseguire e rafforzare la loro azione a sostegno del rispetto dei diritti umani e sindacali a Cuba. Il giorno successivo una delegazione dei partecipanti alla Conferenza, accompagnati da Sergio Stanzani, Presidente del Partito Radicale, Sergio D’Elia e Matteo Mecacci hanno incontrato il Sottosegretario agli Esteri per l’America Latina, Donato Di Santo e il Vice-Presidnete del Senato della Repubblica, Milziade Caprili. "Sul sito web di Radio Radicale è disponibile l’audiovideo completo in italiano della Conferenza. Matteo Mecacci


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MORATORIA ONU

SULLA MORATORIA ALL’ONU PER L’ESECUZIONI INFORMAZIONE NEGATA 6 giugno. Rai: i Disturbatori Radicali lasciano la sede di viale Mazzini Cappato, Farina Coscioni, D'Elia, Turco, Bernardini, Mellano, Beltrandi: escono dalla sede di Viale Mazzini della RaiTv 6 giugno - I deputati e dirigenti radicali "occupanti" la sede Rai di Viale Mazzini hanno deciso di porre termine alla loro 'occupazione'. Hanno chiesto subito a Marco Pannella di raggiungerli per un breve incontro al quale seguirà l'uscita dalla sede Rai. L'uscita è avvenuta alle

ore 11.30 circa. Per 5 giorni e 5 notti sono stati all'interno della Rai i deputati radicali Marco Cappato, Sergio D’Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco, la Segretaria di Radicali italiani Rita Bernardini e la Presidente Maria Antonietta Farina Coscioni, oltre al Presidente del Partito Radicale Sergio Stanzani usciFOTO: Mihai Romanciuc to alcuni giorni prima per un ricovero

“chiedo, ai sensi dell’artt. 13 e 32 della Costituzione, il distacco del ventilatore artificiale che mi mantiene in vita”

Caso Nuvoli. Lettera aperta di Marco Cappato:

come associazione Luca Coscioni e insieme a Marco Pannella, abbiamo deciso di accogliere la richiesta di assistenza rivoltaci da Giovanni Nuvoli e di attivare un collegio medico

Alghero 18 maggio 2007

Mi permetto di rivolgermi a voi per sottoporvi la vicenda di Giovanni Nuvoli, malato di sclerosi laterale amiotrofica di Alghero, immobilizzato e tracheotomizzato dal 2003.

In numerose e ripetute recenti occasioni Nuvoli, comunicando attraverso il movimento degli occhi con l’aiuto di un computer, ha richiesto l’interruzione delle terapie. In particolare ha formalizzato la seguente richiesta: …chiedo, ai sensi dell’artt. 13 e 32 della Costituzione, il distacco del ventilatore artificiale che mi mantiene in vita. Chiedo che per rendere effettivo questo mio diritto a rifiutare cure e terapie cui non intendo essere ulteriormente sottoposto mi venga somministrata una sedazione volta a lenire le inutili sofferenze successive al distacco del ventilatore. Nuvoli ha anche reso pubblico il fatto che i notai ai quali si è rivolto affinché certificassero questa sua volontà si sono rifiutati di farlo, nonostante la

IL GIORNALSMO PARTECIPATIVO

Associazione Lucva Coscioni

In occasione della conferenza stampa tenuta a Sassari il 18 maggio insieme a Maria Isabella Puggioni e Paolo Ruggiu, subito dopo la visita a Giovanni Nuvoli, Marco Cappato, Parlamentare europeo radicale e Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, ha reso noto la seguente lettera aperta indirizzata a:ra aperta a: Livia Turco, Ministro della Salute, Franco Marini, Presidente del Senato, Fausto Bertinotti, Presidente della Camera, Ignazio Marino, Presidente della Commissione Igiene e Sanità, Mimmo Lucà, Presidente della Commissione Affari Sociali, Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, Cardinale Xavier Barragan, Renato Soru, Presidente della Regione Sardegna, Professor Umberto Veronesi, Francesco Paolo Casavola, Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, Paola Binetti, Senatrice e membro del comitato di Scienza e Vita, Savino Pezzotta, e Eugenia Roccella organizzatori del Family Day.

sua possibilità di comunicare in modo autonomo grazie agli ausili informatici. Da parte nostra, come associazione Luca Coscioni e insieme a Marco Pannella, abbiamo deciso di accogliere la richiesta di assistenza rivoltaci da Giovanni Nuvoli e di attivare un collegio medico. A questo punto però, riteniamo che sia davvero troppo facile avere ciascuno di noi impostazioni ideologiche e dare risposte automatiche, qualsiasi esse siano. Vi chiedo e vi chiediamo, anche formalmente, di esprimere le vostre valutazioni, di confrontarci, se ritenete, anche incontrandoci. Vi chiediamo, di fronte all’urgenza della richiesta, di corrispondere con l’urgenza della coscienza e di ogni coscienza così interpellata. La vostra valutazione sarà, crediamo, utile innanzitutto a Giovanni Nuvoli. Ci pare infatti importante che chi si assume la responsabilità di esprimersi lo faccia rivolgendosi anche a lui, rispetto a ciò che innanzitutto lui dovrà a questo punto decidere. Un saluto cordiale,

www.fainotizia.radioradicale.it

Marco Cappato, Parlamentare europeo radicale e Segretario Associazione Luca Coscioni Data: 19 May, 2007 - 00:00


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Pannella: LA ROSA NEL PUGNO È LA RISPOSTA

ALTERNATIVA A QUESTO PRESENTE, DOVE LA SINISTRA COMUNISTA SEMBRA TORNARE A PRATICARE LA SUA POLITICA TRADIZIONALE DEL “TANTO PEGGIO – TANTO MEGLIO” Roma, 15 maggio 2007 comunicato di Marco PANNELLA:

Laica, socialista, liberale, radicale

LA ROSA NEL PUGNO È LA RISPOSTA ALTERNATIVA A QUESTO PRESENTE, DOVE LA SINISTRA COMUNISTA SEMBRA TORNARE A PRATICARE LA SUA POLITICA TRADIZIONALE DEL “TANTO PEGGIO – TANTO MEGLIO”, COME SI LIMITAVA GIA’ – CONTRO PRODI – NEL 1998. PER ORA ANATEMIZZA PADOASCHIOPPA, PER GIUSTIFICARE IL FATTO CHE SEMPRE PIU’ LAVORATORI SEMBRANO PREFERIRE VOTARE PER BERLUSCONI, PER I FORMIGONI, I CUFFARO, I BOSSI, PIUTTOSTO CHE PER LORO

Della tradizione comunista, della III Internazionale e del loro Comintern, la politica del “tanto peggio tanto meglio” e quella di “nessun nemico a destra”, con - invece - libertari, liberali, laici, socialisti, riformatori sempre individuati come i veri nemici, “peggiori del fascismo (rivoluzionario)”, sono sempre più vive e operanti. Poiché il Governo Prodi non è ancora

isti comunisti e “sindacalisti” loro alleati, ancorché attualmente promossi a massimi esponenti delle istituzioni parla-

caduto, anzi, con le sue persistenti presenze riformatrici, ancorché mortificate e in difficoltà crescenti, sembrano

FOTO: Mihai Romanciuc

ormai prepararsi a ripetere l’“exploit” del 1998, eliminazione del primo Governo Prodi, per raggiungere, attraverso la parentesi D’Alema, il “tanto peggio tanto meglio”, il Governo della componente di destra berlusconiana del Regime partitocratrico, oligarchico, antiliberale, antisocialista, antiriformatore, antipopolare, populista.

Così si coglie ogni occasione, ormai (anche le più pericolose, per non dire anche grottesche e spudorate), per incriminare, anatemizzare il Ministro Padoa Schioppa, quale causa, responsabile o irresponsabile, del fatto che continua l’emorragia di voti popolari e di lavoratori verso i Formigoni, i Cuffaro, i Bossi, piuttosto che restare ai rivoluzion-

mentari del “nostro” Paese.

Cattivo sangue non mente: le affluenze comunista, fascista, clericocontroRiformista, nei vari ruoli e funzioni, concorrono a intossicare, insieme, la circolazione ideologica, idrogeologica, istituzionale, del corpo della storia italiana, e non solo.

La Rosa nel Pugno, radicalmente riformatrice, Laica, Socialista, Liberale, Radicale, Nonviolenta, Transnazionale, Transpartito, diviene con sempre maggiore evidenza la scelta di prassi e di contenuti, la risposta alternativa a questo presente. Altro che “morta”. Lasciamo il tempo ai morti di seppellire i loro morti. Ci pensano, mirabilmente, da soli.

Associazione Luca Coscioni L'11 e il 12 Giugno - a Roma - si terrà il Consiglio Generale

Le Cellule Coscioni di Bologna, di Lecco; di Milano; di Latronico; di Salerno; di Sellia Marina per il Medio Ionio e di Modena, in quanto cellule già attive sono state invitate a partecipare al consiglio generale. info. www.lucacoscioni.it/cellule. Sotto, Mina Welby e Giuseppe Candido

Welby. Il dott. Riccio che staccò la spina è reo - secondo il gip - di eutanasia

Mina Welby ha dichiarato: a questo punto dubito che l'Italia sia un Paese Civile.

Secondo il gip Laviola il dott. Riccio nonostante la richiesta di archiviazione della stessa procura - deve essere processato per eutanasia passiva. L'associazione Luca Coscioni aveva già proposto una raccolta di fondi per le spese processuali del dott. Mario Riccio che aiutò Piergiorgio Welby a vedere rispettato il suo diritto - costituzionalmente garantito - a porre termine alla ventilazione polmonare artificiale che lo teneva in vita molti anni. Anche la Cellula di Sellia Marina per il medio Ionio aderisce alla raccolta. Se per aver negato i funerali avevamo scritto Chiesa Vergogna. Oggi, dopo la notizia che il gip Laviola obbliga la procura (e il PM che era favorevole all'archiviazione) a processare il Dott. Mario Riccio ci pare che la chiesa non sia sola doversi vergognare. Un diritto costituzionale garantito solo a parole. Sostieni l'Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica.

È una donazione che non ti costa nulla, devolvi il 5x1000 della tua dichiarazione dei redditi. Per sostene L’Associazione anche con il 5 X 1000 basta firmare il primo riquadro (Sostegno al volontariato…). e trascrivere il codice fiscale

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