La rivista del
Bere Bene di
Bimestrale di informazione sul mondo del beverage
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Brindisi per la restituzione al mittente previo pagamento Resi
Anno 7 - n째37 - Gen/Feb 2013
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7째 Convegno U.DI.AL.
ancora un successo CON una STRAORDINARIA partecipazione
Sarà l’anno buono per la ripresa? Tutti ci sperano, ma nessuno lo sa. Il rebus è ovviamente il tema dominante delle discussioni elettorali. Ma gli affollati e urlanti talk show televisivi, i fiumi di inchiostro che si sprecano sui giornali non offrono nessuna soluzione al rebus. Il bla bla bla è sempre lo stesso, e la politica italiana, vecchia e nuova, è incapace di trovare soluzioni e offrire risposte concrete. Comunque un fatto è certo: la crisi che ha colpito in questi anni gli Stati Occidentali è una di quelle malattie che, seppur diagnosticate nei minimi particolari, non ha cure precise, né sicure. Né tanto meno poi, per quanto riguarda l’Italia, sono praticabili incisivi interventi considerando il disastroso stato delle finanze pubbliche che conta un debito record di 2.000 miliardi di euro. Ogni italiano suo malgrado si ritrova sul groppone almeno trentatremila euro di debito. In questo conteggio sono compresi anche i neonati che, appena venuti alla luce, sono costretti a chiedere un mutuo. Che non gli sarà concesso. Il problema del credito è un altro grave fardello. Le banche stringono i cordoni, salvo poi fare carte false e imbrogli vari (vedi MPS) per drenare risorse in situazioni oscure che nulla
hanno a che fare con l’economia reale. Però la crisi, lo ripetiamo da sempre e lo ribadiamo ancora, non è il male assoluto. Prendiamo il settore Horeca. La situazione non è al collasso, anzi in questi anni di vacche magre, il fuoricasa italiano, con grandi sacrifici, ha tenuto botta, anzi per certi versi la crisi ha fatto bene. Ha messo in atto processi opportuni e forse inaspettati. Ha costretto all’innovazione, ad ottimizzare il rapporto qualità prezzo, ad esasperare professionalità e competenze. Insomma, stimolato, costretto dalle difficoltà, il mondo del fuoricasa italiano ha maturato una nuova e diversa consapevolezza per affrontare le sfide prossime venture. Sfide a cui non potranno mancare gli altri protagonisti della filiera dell’HoReCa: i distributori. Assortimenti mirati, competenze specifiche, alto contenuto di servizio rappresentano i rilevanti plus con cui si giocheranno la loro partita. I soci U.DI.AL. lo sanno bene e affilano le loro “armi”. E anche loro, c’è da scommettere, contribuiranno con il loro dinamismo e la loro efficienza a far si che il settore possa riprendere, seppur cautamente e fra mille difficoltà, un percorso di crescita. Bisogna comunque crederci. E allora buon duemila e credici.
Anno 7 - Numero 37 Gennaio/Febbraio 2013
Rivista specializzata di: 72021 Francavilla Fontana (Br) C.da Carlo Di Noi Inferiore Via per Ceglie Km 1 Tel. 0831.815906 - Fax 0831.811050 www.udial.it - udial@libero.it Direttore Responsabile: Giuseppe Rotolo Editore: edizioni
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Tutti i diritti di riproduzione di testi e foto, in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo è necessaria un’autorizzazione scritta dell’editore. Ai sensi dell’Art. 10 della L. 675/1996, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare un’informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’Art. 13 della suddetta legge. Reg. Trib. Bari n°49 del 10/12/2007 La rivista Drink Style è di proprietà del consorzio U.DI.AL. - Consorzio fra distributori indipendenti di bevande. La pubblicazione ha il compito di trasferire e implementare, attraverso l’informazione puntale, credibile e professionale, il sapere e la cultura del fuoricasa italiano. La rivista è edita bimestralmente e postalizzata in modo mirato verso i locali altovendenti ho.re.ca. e superhoreca, clienti dei soci del consorzio.
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Duemila e credici
Duemila e credici.
Editoriale
a cura di Giuseppe Rotolo
Udialito Distribuzione e consumi Horeca fra criticità e prospettive di crescita. Grand Hotel Vanvitelli (Caserta) 15 gennaio 2013 L’anno ufficiale nel mondo Horeca Italiano, come avviene già da ben 7 anni, si apre con il convegno U.DI.AL. L’appuntamento, che viene ormai e giustamente definito un classico, anche per questa settima riuscitissima edizione non ha mancato di fare il tutto esaurito e registrare un pieno di consensi. Gli operatori dell’Horeca esaminano e analizzano come e in che modo agganciare una possibile crescita, considerando che all’orizzonte qualche segnale di una possibile ripresa s’intravede. È quanto avvenuto in occasione del convegno U.DI.AL. di inizio anno il cui titolo era, in tal senso, molto pertinente: Distribuzione e consumi Horeca fra criticità e prospettive di crescita. I punti di domanda sui quali si sono incentrate le relazioni sono stati innescati dal più generale stato di difficol-
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7° convegno U.DI.AL.
tà in cui verte l’economia del paese, con un anno, il 2012 appena trascorso, che ha registrato un -2,5% di PIL. Un dato che avrebbe stroncato chiunque. Eppure, nonostante tutto, mettendo in campo risorse inaspettate, il sistema, la filiera Horeca, ha tenuto. Ma continuerà a tenere? È questo uno dei punti di domanda messi sul tavolo nelle argomentazioni introduttive. La crisi del resto continua a far paura. Un timore che non deve però “terrorizzare” più di tanto perché, come è stato evidenziato, la parola crisi non ha una connotazione completamente negativa. In Oriente è costituita da
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Udialito
Il punto di vista del management U.DI.AL.
Numerosa e qualificata platea, ben 340 presenze: tutti i soci U.DI.AL., giunti alla cifra record di 220 aziende di ingrosso associate.
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due ideogrammi, il primo dei quali significa “pericolo” il secondo significa “opportunità”. Pericolo e opportunità: C’è del negativo, ma c’è anche del positivo. Bisogna ora capire quando si esaurisce il primo, e quando e in che modo comincia il secondo. Sarà questo l’anno decisivo? L’anno nel quale finalmente le criticità potranno concludere le loro fasi più acute? E quindi il pericolo trasformarsi in opportunità? Sono questi, in sintesi, i quesiti, davvero molto interessanti che il convegno ha dipanato con relazioni e analisi, oltremodo apprezzati dagli astanti. Numerosa e qualificata platea, ben 340 presenze: tutti i soci U.DI.AL., giunti alla cifra record di 220 aziende di ingrosso associate, più i rappresentanti dell’industria che, come di consueto, non mancano mai questo fondamentale e importante appuntamento organizzato dal consorzio U.DI.AL.
Come da programma il convegno è stato aperto dall’atteso discorso del presidente U.DI.AL., Antonio Argentieri. Un intervento accorato che ha messo a nudo le problematiche più pressanti che incidono sul canale tradizionale. La grave crisi economica, finanziaria e sociale che investe l’Italia. Una crisi frutto - secondo la visione di Argentieri - di una dissennata gestione della cosa pubblica da parte della politica. Il discorso ha inoltre denunciato le grandi difficoltà in cui si dibatte il settore e nello specifico il canale ingrosso bevande. Tuttavia, l’intervento di Argentieri, da presidente e imprenditore illuminato, non ha mancato di evidenziare i progressi fatti dall’industria, nello specifico, per quanto concerne il rapporto commerciale con il distributore. Il discorso integrale del presidente Argentieri, data la sua importanza è riportato integralmente nelle pagine seguenti di questo numero della rivista Drink Style. Molto apprezzato anche il discorso tenuto da Luigi Cetrangolo, General manager del consorzio. Dall’alto della sua indiscussa esperienza, 40 anni di lavoro nel settore del beverage, Cetrangolo ha incentrato il suo intervento su tematiche di grande attualità e
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News dal mondo U.DI.AL. Il mondo intorno a noi si muove, e si muove in fretta. Sta cambiando tutto. Cambiano i consumi, nel senso che i locali sono pieni, se tutto va bene solo nel fine settimana.
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ha parlato di “Cambiamento e Condivisione”. Ecco di seguito alcuni dei passaggi più significativi del suo intervento. «... cari signori, nonostante la crisi, o proprio in funzione della crisi, il mondo intorno a noi si muove, e si muove in fretta. Sta cambiando tutto. Cambiano i consumi, nel senso che i locali sono pieni, se tutto va bene solo nel fine settimana; cambiano i consumatori, perché la clientela è sempre più attenta e abbottonata quando deve ordinare. Notate cosa fa un consumatore in un ristorante: o sceglie un primo, o sceglie un secondo, non eccede più, e anche sulle bevande pre-
sta la stessa attenzione. Insomma la congiuntura economica ha inciso sui consumi fuoricasa e i dati negativi stanno li a dimostrarlo. Ma ci sono anche altri cambiamenti. Per esempio le nuove tecnologie stanno modificando il nostro modo di vivere e, in molti comparti economici, anche il modo di lavorare. E pertanto, in virtù di questi cambiamenti non possiamo non riflettere su come sarà la nostra operatività fra alcuni anni. E quindi dobbiamo avere la capacità di leggere questo cambiamento e assecondarlo alle nostre esigenze cercando di superare le criticità che oggi
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affliggono il canale. Ed ecco i punti su cui voglio ricondurre oggi le vostre riflessioni sono due. La prima riflessione si chiama appunto CAMBIAMENTO. La seconda riflessione si chiama CONDIVISIONE. Bisogna avere le capacità di leggere il cambiamento, trovare la forza di sganciarci dalle vecchie logiche, comprendere che esiste un modo più moderno e innovativo di fare il mestiere di distributore. E qui sto parlando al mio socio al quale dico: non solo lavorare sugli assortimenti mirati, come da tempo da noi sostenuto e da molti di voi messo in pratica, sulla diversificazione mer-
ceologica, nell’affinare il contenuto di servizio, ma bisogna lavorare anche su aspetti meno evidenti, ma sempre più importanti: come per esempio imparare a leggere e poi gestire i propri numeri, lavorare nell’ottimizzare i costi della logistica, organizzare con più criterio il proprio portafoglio clienti per una miglior gestione dei flussi finanziari, e questo anche in funzione dell’entrata in vigore del famigerato Art. 62». Il concetto di CONDIVISIONE è invece rivolto all’industria alla quale Cetrangolo rivolge un invito e una provocazione: «Lo abbiamo detto più volte e qui lo ripetiamo: i grossisti,
La prima riflessione si chiama appunto Cambiamento. La seconda riflessione si chiama Condivisione.
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Udialito di formazione, apertura di nuovi codici, specie li, in quei mercati dove ci sono delle sicure potenzialità di vendita». Cambiamento e condivisione quindi: due fattori possibili attraverso i quali il direttore imposta le sue strategie per il rilancio del settore. Inoltre, fra le note più significative dell’intervento di Centrangolo, si evidenzia il passaggio contro gli aumenti di listino: «A tale proposito colgo l’occasione che mi offre questa platea per rivolgere una preghiera ai produttori relativamente agli aumenti che si stanno paventando in questo inizio anno: in questa situazione, fra diminuzione delle vendite e Art. 62, è assolutamente auspicabile RINVIARE il previsto aumento dei listini, che in questo momento non potranno far
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i soci U.DI.AL. nello specifico sono pronti, prontissimi a prendersi degli impegni. A condividere degli impegni. Vogliamo allora parlare di impegni seri? Vogliamo parlare di vendite, di obiettivi? Per esempio, vogliamo condividere per quest’anno una crescita - ascoltatemi bene - anche a doppia cifra? Ebbene noi siamo pronti a farlo, pronti a condividere un obiettivo così ambizioso. Ci basta poco. Ci basta spostare gli acquisti che nell’anno i grossisti fanno nella GDO. Acquisti che, va detto, sono costretti a fare per mantenere un minimo di marginalità. E allora vi chiedo: vogliamo spostare questa quota? Allora solo così possiamo condividere progettualità, listini più allineati, attività continue, percorsi
In questa situazione, fra diminuzione delle vendite e Art. 62, è assolutamente auspicabile RINVIARE il previsto aumento dei listini.
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altro che deprimere ancor più il mercato che vive una situazione allarmante».
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Le relazioni tecniche
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Gli esperti inviati alla settima edizione del convegno U.DI.AL. sono stati molto apprezzati. Il primo intervento è toccato a Roberto Amedei, Industry manager della Nielsen, azienda ben nota nel mondo delle ricerche e delle analisi, che ha illustrato dati e analisi dell’andamento dei consumi bevande. Soffermandosi poi sulle opportunità che comunque offre il contesto. Un sunto dell’intervento di Amedei è riportato a pagina 15. Il secondo intervento è toccato a Francesco di Coste. Un intervento diverso e speciale perché la professione del relatore è quella del corporate coach, ovvero un professionista che opera nel preparare e motivare gli imprenditori, in special modo nei momenti critici. “Energia motivazionale per i distributori Horeca” il titolo del suo apprezzatissimo intervento la cui sintesi è
riportata a pagina 16.
Perfetta ospitalità La pausa pranzo è stata aperta con un aperitivo APÈ di Conserve Italia per poi subito dopo, a tavola, gustare la prelibata cucina del Grand Hotel Vanvitelli insieme agli ottimi vini delle cantine Zanasi, Vini Anselmi e prosecco Maschio dei Cavalieri. Impeccabile e perfetta l’organizzazione assicurata dallo staff del Grand Hotel Vanvitelli, un’ampia e confortevole struttura la cui architettura rispecchia i toni classici della famosa Reggia che, del resto, è molto vicina all’Hotel. La parte pomeridiana del convegno è stata caratterizzata da una simpatica e coinvolgente attività esemplificativa di collaborazione vincente all’interno della filiera, nella quale, il coach Francesco di Coste, coinvolgendo alcuni distributori e manager dell’industria, ha messo in pratica i fondamentali concetti del “gioco e delle sinergie” di squadra a dimostrazione che, attraverso una vera e propria azione formatrice e di coaching da sviluppare con gli
Le aziende presenti Il convengo U.DI.AL. è un appuntamento di lavoro fra i più importanti e qualificati nel panorama del beverage nazionale. Un evento di crescente successo nel quale U. DI.AL. investe risorse e professionalità. Un appuntamento che ha visto la partecipazione e il sostegno delle seguenti aziende che il consorzio U.DI.AL. pubblicamente ringrazia: Amaro Lucano, Anselmi Vini BacardiMartini, Bonaventura Maschio, Branca, Campari, Cantine Crifo, Cantine Riunite Maschio,
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Carlsberg, Casalfarneto, Ceres, Ciriom Conserve Italia, Contarini, Coppi Vinicola, Diageo, Distilleria Bianchi, Distelleria Bottega, Distilleria Nardini, Ferrarelle Ferrari, Ferrero, Fonti Del Vulture, Fonti Di Vinadio, Fratelli Averna, Gancia, Gaudianello, Gruppo Coltiva, Heineken, Horecare, Interbrau, La Guardiense, Marzadro, Moletto, Molinari Italia, Molino San Felice, Montelvini, Nerea, Pago, Peroni, Pernod Ricard, Red Bull, S.osvaldo, San Benedetto, Sangemini, Sanpellegrino, Santal Parmalat, Si.a.m., Sibeg Cocacola, Sidam Lete, Stock, Surgiva, Togni, Tomarchio, Tor Dell’Elmo, Toschi, Valdo Spumanti, Zanasi Vinicola, Zuegg.
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operatori e i manager giorno per giorno sul campo, tutti gli attori della filiera possono raggiungere risultati soddisfacenti: industria, consorzio, distributori, clienti e consumatori. È toccato poi a Luigi Cetrangolo illustrare le performance compiute dal consorzio nell’ultimo anno e a tracciare gli obiettivi per il 2013. Infine il presidente Argentieri, nel suo discorso di commiato, con un pizzico di commozione, ha ringraziato i presenti, non ha mancato di incitare tutti i propri soci nell’andare avanti insieme, verso il futuro.
Il convengo U.DI.AL. è un appuntamento di lavoro fra i più importanti e qualificati nel panorama del beverage nazionale e in crescente successo nel quale U.DI.AL. investe risorse e professionalità.
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Un profondo ed esaustivo viaggio in quelli che sono i “numeri” dell’Horeca, le tendenze in atto e le opportunità per il prossimo futuro: questa in estrema sintesi la relazione che Roberto Amedei ha proposto in esclusiva al 7° convengo U.DI.AL. L’Intervento è stato accompagnato da una serie di slide analitiche che, partendo dalla situazione macroeconomica, è entrata via via nello specifico del canale Horeca. La situazione macro ha evidenziato un diffuso senso di sfiducia da parte dei consumatori che mixato con il preoccupante fenomeno della disoccupazione e un contesto estremamente complesso, hanno inciso (secondo la ricerca) sui consumi. I numeri dell’Horeca sono stati sezionati in ogni dettagli: dal numero dei punti di consumo, fino agli andamenti dei principali comparti merceologici. «All’interno del canale Horeca - ha commentato Amedei - il bilancio
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(Industry manager Nielsen)
2012 riguardo il settore del beverage è tutto sommato negativo a causa del calo dei consumi, ma vi è da fare un distinguo fra le diverse categoria, quella analcolica e quella alcolica. In un momento di crisi del settore è proprio quest’ultimo ad averne maggiormente risentito, anche a causa delle nuove normative che riguardano il consumo di alcool fuori casa; mentre tutto ciò che è analcolico e le acque in particolare hanno dato segno di continuità. Un segnale positivo, tuttavia, è dato dalla nuova attenzione dei consumatori al mercato dei prodotti artigianali e locali. Questo che si percepisce essere il trend del futuro, è indicativo della volontà da parte del consumatore di associare benessere, qualità e perché no risparmio! U.DI.AL, ha ribadito infine Amedei, in questo contesto rappresenta un luogo di confronto ideale fra i doversi operatori, un confronto finalizzato ad individuare nuove strategie commerciali che vadano incontro anche alle esigenze dei consumatori e favoriscano la ripresa economica del settore beverage».
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ROBERTO AMEDEI
Un profondo ed esaustivo viaggio in quelli che sono i “numeri” dell’Horeca, le tendenze in atto e le opportunità per il prossimo futuro.
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• Competitività: impegnati a vincere e a essere tra i migliori • Coraggio: usa la tua forza d’animo, osa anche nei momenti difficili • Cooperazione: collabora con i tuoi partner, partecipa al lavoro di squadra • Entusiasmo: rilascia la tua energia trascinante
FRANCESCO DI COSTE
Bisogna trovare le sinergie per fare gioco di squadra, poiché in un periodo in cui il settore subisce una depressione dei consumi, procedere in ordine sparso sarebbe deleterio.
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Corporate coach Il Coach Aziendale, Francesco di Coste, fondatore del Consorzio dei TrainerCoach® ICTF, ha esposto in una relazione articolata i meccanismi per creare la Visione e Missione di un Consorzio. Il suo intervento, molto apprezzato, ha evocato e sollecitato la forza dei “valori” delle organizzazioni pervenendo, attraverso un interessante esercizio corale, a raccogliere ben 422 valori organizzativi presenti nel gruppo U.DI.AL. Tutti i presenti coinvolti in questo test hanno affisso al muro centinaia di post-it colorati che riportavano, in ordine d’importanza per loro, i valori che un gruppo come U.DI.AL. evoca e gli stessi criteri guida nei quali il gruppo trova ispirazione. I valori più votati sono stati: • Imprenditorialità: vivi il tuo lavoro con passione e investi sulle tue risorse
Manco a farlo apposta, ma possiamo ritenerlo una conseguenza inevitabile, questi 5 valori identificano, senza alcun dubbio, i tratti caratteristici del consorzio, della sua dirigenza e della stessa base sociale. Gli associati, ha esposto nel suo spich Di Coste, devono assolutamente trovare le sinergie per fare gioco di squadra, poiché in un periodo in cui il settore subisce una depressione dei consumi, procedere in ordine sparso sarebbe deleterio. «In questa fase di contrazione ritengo siano fondamentali due tipi di strategia: una maggiore negoziazione con i partner di primo riferimento del settore e l’investimento sulla formazione del personale. Il coaching consiste proprio nella scoperta del potenziale di un individuo, che sviluppi le proprie peculiari competenze e conoscenze , divenendo valore aggiunto per l’azienda per cui lavora. Ritengo - ha concluso il coach - che punto di forza di U.DI.AL. sia, oltre che la sua storia con i valori in essa radicati, la capacità appunto di saper dialogare con i suoi partner e con l’industria».
Reportage
Il discorso del Presidente Argentieri
UNITI VERSO IL FUTURO Gentili signori e cari colleghi e sempre con grande gioia che vi dò il benvenuto in questo nostro convegno. Una gioia e un saluto nel quale voglio accomunare il nostro vice Presidente il nostro consiglio direttivo, il direttore, i responsabili territoriali e tutto lo staff. Do il benvenuto e ringrazio anche i relatori per aver accettato il nostro invito, sono certo che i loro interventi potranno offrire a questo convegno argomenti e contenuti di grande valore. Eccoci dunque nuovamente qui, per affrontare un altro anno, eccoci di nuovo qui per avviare un confronto, un dialogo, per mettere, come sempre, al centro della nostra discussione le questioni e i problemi che incidono sul nostro mercato, che gravano sulle nostre aziende, che condizionano il nostro FUTURO.
IL NOSTRO PAESE Per cominciare permettetemi di dissertare su quello che è lo stato più generale dell’economia del nostro Paese, concedendomi qualche riflessione che ho sempre fatto in passato, cer-
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cando di riflettere su quanto è più opportuno compiere per venire via da questa grave congiuntura economica e da una più ampia crisi sociale che ormai ci sta soffocando fra le sue spire. Il nostro Paese, la nostra Italia, è in declino. E’ una riflessione amara, che i più saggi avevano preventivato, abbiamo uno dei debiti pubblici più alti al mondo e, sappiamo bene di chi sono le colpe. Siamo stretti da una pressione fiscale insostenibile, subiamo una burocrazia cervellotica che inibisce e stronca ogni principio di intraprendere, con sindacati e corporazioni che coltivano e tutelano unicamente il loro “particolare”, senza tener minimamente conto dei più generali interessi del Paese, senza mai preoccuparsi di analizzare le cause che ho sempre denunciato in passato e che hanno partorito nel tempo quella che chiamano crisi. Soprattutto, non si denunciano le cause che da esportatori siamo diventati importatori, con conseguenze drammatiche per la nostra economia e per l’occupazione. In special modo quella giovanile mai così drammatica, infatti abbiamo in letargo nelle famiglie milioni di giovani che aumentano di anno in anno, sperando che non finisca la loro pazienza e non solo la loro. Come drammatica è il numero di aziende chiuse o emigrate e, di quelle rimaste italiane fortemente in difficoltà che non riescono ad andare avanti e, sono costrette ad indebitarsi per onorare gli impegni. Ricordiamoci che fra le medie e piccole imprese il 75% è indebitata con il Fisco, considerando che la nostra categoria in difficoltà è del 30%, da quello che mi risulta. Questo significa che noi distributori restiamo una grande realtà a confronto di altre categorie. Su questo scenario e su questi problemi la politica è assente. Il Governo, prima di dimettersi, ha saputo solo raddoppiare per il 2013 i finanziamenti per la cassa integrazione. Questo significa che le nostre aziende sprofondano sempre più e che la nostra economia va sempre più
LA SITUAZIONE NELL’HORECA Ma ora veniamo al nostro mondo. Anche in questo caso i problemi non mancano. Tutta la filiera - è chiaro - subisce i contraccolpi della più generale congiuntura che incide, anche in maniera diversa, sui diversi operatori. Ed in questo gioco al massacro chi rischia di farne le spese è la figura del grossista tradizionale, risparmiando in parte il distributore che sa innovare e diversificare. A cominciare dalla crisi di bar e ristoranti che devono fare i conti, da un lato con il diminuito potere di acquisto dei consumatori, e dall’altro con la concorrenza di un altissimo numero di locali che oggi sono presenti sul mercato. Nel nostro Paese si stimano circa 240mila locali, conseguenza delle politiche di liberalizzazione, una “genialata” dell’allora ministro Bersani che ha gettato il mercato nella confusione più totale. Il paradosso è che l’Italia oggi ha il doppio dei locali rispetto a 15 anni fa, ma i consumi nell’Horeca sono sempre gli stessi da anni anzi diminuiscono. A ciò vanno aggiunti costi di gestione sempre più alti, adempimenti di ogni tipo e pressione fiscale fuori controllo. E’ chiaro che anche per il mondo della ristorazione i conti non tornano. Sia chiaro, io sono a favore della libertà di im-
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Reportage
di creare ricchezza e sviluppo. Senza di loro, l’Italia non può avere futuro, soprattutto se consideriamo che siamo Europei solo quando conviene allo Stato, perché non siamo Europei quando parliamo di fisco, non siamo Europei sui costi energetici, non siamo Europei quando applichiamo l’I.V.A. e non siamo Europei sui costi sociali. Tutto questo ci rende perdenti in Europa e nel Mondo.
Il discorso del Presidente Argentieri
a picco. Dopo poco più di un anno di governo tecnico, a parte qualche miglioramento immaginario all’estero, sul fronte della politica economica il governo dei tecnici ha fallito come i suoi predecessori che hanno saputo dilapidare i sacrifici di decenni degli italiani. I professori hanno solo saputo riempirci di ulteriori tasse e imposte senza riuscire a smuovere di un nulla la macchina della ripresa. In poche parole la ripresa che loro intendono è quella di riempire di nuovo le casse dello Stato, che usano credendo che siano le loro, svuotando ancora di più quelle del popolo, provocando drammi, suicidi e omicidi nelle aziende e nelle famiglie. Con la speranza, prima che sia troppo tardi, che qualcuno ci riporti nella vera democrazia, quella democrazia che ci portò al benessere con la libertà soprattutto di fare impresa, unica fonte di sviluppo di tutti i popoli. Credo che oggi il problema universale che ci deve far preoccupare di più sia proprio questo, perché quando i governi vengono pubblicamente accusati dal popolo di nazismo, di criminalità e altri aggettivi, tutti gli altri problemi compresi i nostri diventano secondari. Fra qualche settimana ci sarà un’altra squadra al governo e ahimè ho già l’impressione che la musica non cambierà. Il compito che lo attende non è certamente facile. Deve riconquistare fiducia e credibilità del popolo stanco e sfiduciato, con l’auspicio che agisca con onestà e buon senso e soprattutto metta in atto politiche a favore dell’iniziativa privata rispettando e incoraggiando gli imprenditori. Perché se si ferma l’iniziativa privata il nostro paese è perduto. Deve mettere in atto, inoltre, politiche che stronchino lo spreco pubblico, il parassitismo, l’assistenzialismo protetto e i privilegi. Riconsegnando l’Italia agli Italiani veri. L’impresa privata assieme al terziario rappresenta il tessuto più vivo e vitale. I piccoli imprenditori, come tutti voi oggi presenti in sala, sono gli unici capaci
Reportage
Il discorso del Presidente Argentieri
presa ma nello specifico per l’apertura di nuovi locali ci devono essere regole serie e precise. Che senso ha consentire l’apertura di migliaia di nuovi locali sapendo già che andranno incontro a mille difficoltà, con molti di loro destinati alla chiusura, mettendo in difficoltà i locali già esistenti? Cosa che quando avviene, e purtroppo avviene sempre più spesso, lascia una scia di debiti i primi dei quali verso i fornitori. Il grave problema del credito nasce in parte proprio da questa contraddizione: più locali, maggiori costi di gestione e meno consumi. Una contraddizione che non si potrà risolvere alzando i già alti prezzi al consumo. Anzi credo che il problema maggiore del minor consumo sia da addebitare al caro prezzi della ristorazione, giustificato o non giustificato che sia. Anche se considero il recente Articolo 62 un’opportunità da cogliere da parte nostra per diminuire il fenomeno e l’andazzo dell’esposizione creditoria che abbiamo. Però aggiungo un paradosso, che quando i consumi rallentano e quando le banche stringono il cordone, i soldi non ci sono e basta e non possono essere tirati fuori solo con un articolo di Legge che, ripeto comunque, dobbiamo sfruttare al massimo nel nostro interesse. Anche perché l’Articolo 62 sposta verso il distributore una parte di prodotti bisognevoli di piccole consegne in virtù dei pagamenti.
IL RUOLO DELL’INDUSTRIA E veniamo a quelle che sono le responsabilità dell’industria. L’ho sempre detto prima e lo ripeto: l’industria schiacciata dalla necessità di fare volumi, nonostante il rischio di abituali inciampi, e, ricattata dalla GDO non ha più una chiara politica commerciale, infatti, non le rimare che esasperare le politiche di promozione soprattutto sul
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fronte della GDO dove appare più agevole sparare offerte sui volumi, senza considerare che noi sopportiamo più spese, che sopportiamo il finanziario, che noi diamo un servizio sociale soprattutto con il porta a porta, e senza considerare che noi diamo un forte contributo all’ambiente con il vuoto a rendere. È giunto il momento che ne prenda atto ed inverti la rotta. E’ giunto il momento che cominci a valutare l’esatta portata di questo mercato ed il vero valore dei partner distributivi. Devo dire che in questo senso qualche piccolo segnale lo abbiamo colto. Da parte di qualche industria c’è un inizio di presa di coscienza in tal senso e vedo un diverso atteggiamento. Per esempio voglio spendere parole di apprezzamento per quelle aziende birrarie che la passata estate hanno attuato una serie di attività che hanno anticipato in fattura, come sconto, il premio di fine anno. Come voglio ringraziare quelle aziende che da qualche anno anticipano i premi durante i mesi in corso. Non si era mai fatta una cosa del genere: il premio di fine anno ad andare bene veniva regolato nei mesi a seguire la chiusura dell’anno, così oltre a finanziare i clienti finanziavamo anche l’industria. È stata un’azione intelligente e coraggiosa che mi pare ha dato ottimi risultati. Segno che quando ai grossisti viene data anche una minima opportunità non deludono mai. Mi auguro che queste iniziative siano il punto di partenza per risalire la strada del pari rispetto con le quali l’industria deve dimostrare che ci vuole alleati. Lasciatemi anche dire con una punta di orgoglio che è stato il consorzio UDIAL a stimolare queste operazioni, invocando da tempo l’urgenza di un’azione forte che potesse dare una scossa al nostro mercato. Il risultato di queste operazioni ha fatto capire
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Reportage
Con comuni iniziative potremo far nascere la vera partecipazione con le industrie. Non a caso abbiamo dimostrato la nostra forza quando alcune aziende hanno applicano attività promozionali che fanno chiudere la famosa forbice, i distributori hanno aumentano i fatturati di vendita a discapito dei cash che hanno diminuito le loro vendite. Ed il nostro Gruppo ha avuto più significato con più di qualche azienda proprio in virtù di tali attività. Ed è proprio con queste aziende che passo dopo passo dobbiamo percorrere la strada della citata partecipazione. Questo percorso l’U.DI. AL. lo ha voluto iniziare subito anticipando già l’incontro con alcune aziende nel dicembre scorso per progettare insieme il 2013. È la prova evidente l’U.DI.AL. l’ha data anticipando questo convegno. Infatti, tutto questo anticipo serve per guardare in faccia subito le industrie partner, e per essere ancora più uniti tra noi. Ma tutta questa ricarica da parte nostra e da parte dell’industria da dove partorisce? Partorisce dai nostri sacrifici degli ultimi anni, dalla nostra forza, dall’affezione al nostro lavoro che ha sofferto l’avvento della grande distribuzione, ha contrastato e sconfitto le partecipate in molte regioni, non ha accettato la diretta, che assieme a tutti ci consideravano già una categoria in via d’estinzione. Invece tutto questo oggi ci dà pregio e coraggio. Avevamo ragione, abbiamo avuto ragione su alcuni Professori dell’industria ai quali abbiamo fatto fare una magra figura. E di questo devo lodare e ringraziare i signori colleghi del centro-nord e tutti coloro che come me non hanno accettato ed hanno reagito con enormi sacrifici a tutte le prepotenze che ho citato. Per questo dobbiamo ripartire fiduciosi, attrezzandoci sempre più, anche con le nostre strutture, diversificandoci e specializzandoci ancora di più. Solo così possiamo chiedere uguale dignità a quelle aziende che credono nel nostro
Il discorso del Presidente Argentieri
all’industria le vere potenzialità del distributore. Come è stata l’U.DI.AL. a provocare e far svegliare altre organizzazioni simili e questo mi ha fatto immenso piacere perché siamo in più a muoverci. Dalle parole però devono corrispondere i fatti e l’U.DI.AL. di fatti ne ha fatti tanti. Poiché riteniamo non serve fare meeting pubblicitari giusto per imitare e poi il giorno dopo è tutto come prima. E quindi gentili signori dell’industria a voi dico: proseguiamo su questa strada, anche perché sapete benissimo che siamo noi a vendere i prodotti alla G.D.O. Cercate di dare una quotazione più equilibrata e costante ai prodotti perché nella bolgia dei prezzi troviamo sul mercato centinaia di quotazioni dello stesso prodotto. Troviamo il modo per allineare questi listini, troviamo il modo di gestire meglio i flussi finanziari, in modo da non condizionare il distributore a ripiegare con gli acquisti sul mercato per competere e difendere i volumi di vendita che gli appartengono. Sono convinto che se rivediamo assieme le nostre strategie, se rifissiamo comuni obiettivi, se smettiamo di considerarci solo fornitori/acquirenti, potremmo migliorare i nostri rapporti, invertire le sorti di questo mercato e potremmo forse dare una spinta decisiva per il suo rilancio. E se rilanciamo il mercato Horeca, considerando l’importanza che questo ha nel contesto dell’economia italiana, potremo, nel nostro piccolo dare una mano anche al nostro Paese ,soprattutto al turismo. E’ un obiettivo ambizioso, ma è alla nostra portata: se mettiamo insieme le nostre volontà, superando inutili antagonismi, ce la possiamo fare. Tornando a noi, il Consorzio deve fare la sua parte altrimenti non ha motivo di esistere, ma anche il socio deve essere propositivo sul suo territorio.
Reportage
Il discorso del Presidente Argentieri
lavoro, perché con loro dobbiamo curare i punti di consumo, con loro dobbiamo realizzare sul mercato il giusto equilibrio. A tutto questo deve corrispondere la coesione del gruppo così come dimostriamo nei viaggi perché il tutto si deve tradurre in credibilità. E proprio per raggiungere il traguardo della credibilità e fiducia verso l’industria e i propri soci che l’U.DI.AL. ha investito dalla sua nascita e continua ad investire sull’organizzazione rappresentata da professionisti. Questa scelta ci ha permesso in modo comune di interfacciarci con l’industria, con l’esigenze dei nostri associati, soprattutto ci siamo preoccupati di coloro che hanno un futuro con la continuità dei loro e dei nostri giovani, che con la nostra esperienza del passato possano fare più attenzione e, per continuare con loro lo sviluppo intelligente per stare sul mercato nei prossimi anni. Per questo lottiamo e continuiamo a lottare con la certezza che l’U.DI.AL. “IL VOSTRO CONSORZIO” in questa sfida avrà sempre un ruolo trainante, prezioso e decisivo. Ciò che è importante e fondamentale, è restare uniti intorno ad una forte visione e missione comune, dove ognuno di noi deve convenire con le proprie capacità e l’impegno che ci mette per applicarle, come succede in tutti i mestieri. Per concludere questo mio intervento permettetemi di spendere due parole sul nostro consorzio. Sono felice e sono orgoglioso di rappresentare questo gruppo e ringrazio tutti i soci e le Aziende che ripongono fiducia e stima nella mia persona. Voglio ricambiare questa fiducia e responsabilità garantendo sempre il massimo impegno da parte mia, cosa che non è mai venuto meno. Per farvi notare quanto sia speciale questo gruppo, voglio riportarvi a qualche settimana fa, al viaggio che abbiamo vissuto INSIEME a
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Santo Domingo. Un viaggio che considero simbolico. Un viaggio che emblematicamente si riconduce al primo che U.DI.AL. fece agli inizi della sua storia, che non è molto lontana. Andammo, lo ricordo come fosse ieri, con lo sparuto ed emozionato ma già unito gruppo di allora, a San Giovanni Rotondo. Da San Giovanni Rotondo a Santo Domingo, ne abbiamo percorsa di strada, siamo cresciuti anno dopo anno, ci siamo ritrovati nelle difficoltà, ci siamo compattati e grazie anche alla nostra tenacia e al nostro buon senso abbiamo percorso la nostra strada sempre in salita. Sono convinto che insieme raggiungeremo in futuro altri grandi traguardi. FUTURO: questa è una parola chiave, che ho ripetuto e rimarcato più volte in questo mio discorso. E’ una parola fondamentale, soprattutto perché offre una visione e una speranza che non demoralizza i nostri figli. L’altra parola chiave che tengo a rimarcare richiama il concetto di “Unità”. Tengo molto alla compattezza del gruppo, all’unione di intenti, alla capacità di essere forza unica ed a essere sempre più numerosi però uniti ed essere gelosi custodi della realtà U. DI.AL. per ottenere ulteriori risultati. Ebbene, se continueremo ad essere più compatti e forti e con lo stesso spirito il futuro non potrà farci paura. Nonostante le difficoltà da superare non siano poche e, se non sapremo mettere in campo questa nostra unità e forza non ci resterà che recitare il mia culpa. E quindi vi dico, con fiducia, con tanta fiducia andiamo avanti INSIEME E UNITI… VERSO… IL NOSTRO FUTURO. Grazie per l’attenzione.
Il Mercato del Beverage Calano i consumi e la fiducia, ma per uscire da questo empasse occorre lavorare ancor più e meglio. Siamo al primo numero di gennaio, è doveroso, per la redazione di questo magazine al vostro servizio, fare un resoconto della situazione economica del settore fuori casa, resoconto che permetterà a tutti i gestori di affrontare con più consapevolezza il 2013.
I dati Fipe sui locali Di recente Fipe ha pubblicato alcuni dati sulla situazione dei pubblici eser-
cizi nell’anno appena chiuso, dati non rosei, spaccato di un settore che regge, ma con grandi difficoltà. Il primo dato importante è quello relativo alla natimortalità: stando ai numeri sarebbero oltre 18.600 le imprese che hanno chiuso nei primi 9 mesi del 2012. Meno quelle che hanno aperto: il saldo fra locali “nati” e locali ”morti” è negativo, pari a -6.155 unità. Quello del fuori casa è un mercato in difficoltà, sia per il carico di tasse che le imprese devono sopportare, sia perché la domanda è sofferente e dunque sta calando l’acquisto da parte dei consumatori. Il Presidente Fipe Lino Stoppani spiega che «solo nel primo semestre del 2012 le vendite reali, ovvero quelle al netto dell’inflazione, sono calate dell’1,90%, a fine 2012 la contrazio-
Stando ai numeri sarebbero oltre 18.600 le imprese che hanno chiuso nei primi 9 mesi del 2012. Meno quelle che hanno aperto: il saldo fra locali “nati” e locali ”morti” è negativo, pari a -6.155 unità.
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L’antidoto per la crisi? Tenere alta la qualità e lavorare sodo
L’antidoto per la crisi? Tenere alta la qualità e lavorare sodo
L’antidoto per la crisi? Tenere alta la qualità e lavorare sodo
Il Mercato del Beverage
ne reale dei consumi è stata del 2,5% circa, pari ad un valore assoluto di oltre 1,6 miliardi di euro». A questo poi si aggiunge il problema delle liberalizzazioni sulla somministrazione non assistita, un pericolo di concorrenza sleale, in quanto la somministrazione non assistita ha tassazione e contribuzione agevolata.
Esercenti: cala la fiducia
La percezione dei gestori è quella di trovarsi di fronte a clienti “in affanno”: ci sarebbe un rallentamento della frequenza della clientela e una contrazione della spesa media.
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Sempre stando alle indagini Fipe, i gestori dei pubblici esercizi stanno perdendo “fiducia”. La percezione dei gestori, stimata attraverso le interviste del Centro Studi, è quella di trovarsi di fronte a clienti “in affanno”: ci sarebbe un rallentamento della frequenza della clientela e una contrazione della spesa media. Tra i gestori, dice Fipe, c’è poi preoccupazione per la risalita dei prezzi delle materie: “il saldo tra coloro che li danno in aumento e coloro che li danno in flessione è pari a +68%. Insomma, per tre imprese su quattro i prezzi delle materie prime continuano ad aumentare”. Le indagini Fipe sul “clima di fiducia” dei gestori dei pubblici esercizi hanno toccato anche il tema occupazione: “nel confronto con l’anno precedente il saldo
tra coloro che hanno aumentato l’occupazione e coloro che, invece, l’hanno diminuita perde 19 punti. Leggiamo nella nota Fipe che “le aspettative di breve termine non lasciano intravedere segnali di miglioramento del quadro congiunturale. Tutti gli indicatori più importanti, in particolare quelli occupazionali, vengono indicati in peggioramento. L’indicatore sintetico sul clima di fiducia scende di 13 punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno fa, toccando il punto più basso dall’inizio della crisi”.
Il problema IMU Una vera stangata per le imprese della ristorazione è rappresentata dall’IMU, l’Imposta Municipale Unica (artt. 8 e 9 D. Lgs. n.23/2011). Sebbene la procedura per il calcolo dell’imposta ricalca quella dell’ICI (cioè il valore degli immobili viene fissato applicando alla rendita catastale alcuni coefficienti differenziati per categoria d’immobile) ci sono stati aumenti salati. Fipe ha stimato l’impatto dell’introduzione dell’IMU sia sul complesso del-
Come affrontare il 2013? Snocciolati i dati, messi nero su bianco i problemi critici del settore e il quadro generale della crisi dei consumi, occorre passare alla fase costruttiva, e per prima cosa ci domandiamo: cosa si devono aspettare, mostrati questi dati poco confortanti, bar, ristoranti e pizzerie? Lo chiediamo a Lino Stoppani: «Stento a credere che nel 2013 ci possa essere una inversione di tendenza repentina. Evidentemente tutti noi italiani speriamo in una ripresa, ma le incognite sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista politico, sono troppe e troppo complesse per azzardare qualsiasi previsione». Cosa bisogna chiedere al futuro Governo? «Fipe si aspetta dal Governo, qualunque esso sia, un po’ quello che si aspettano tutti gli italiani: la ripresa dell’economia. Quando questa ruota torna a girare va bene per tutti. Il con-
Il Mercato del Beverage cetto è semplice: se aumenta il numero dei lavoratori si spende di più, quindi si produce di più, quindi si creano nuovi posti di lavoro. È una spirale; la stessa che quando gira al contrario, come in questi anni, produce gli effetti negativi della crisi. La difficoltà consiste nel trovare il meccanismo in grado di invertire nuovamente il senso di marcia di questa spirale per far progredire il Paese». Cosa possono fare, per concludere, le imprese della ristorazione per affrontare al meglio questo 2013? «Quello che stanno già facendo. Devono tenere alta la qualità, trovare nuove formule in grado di fronteggiare la crisi, resistere al meglio. Sicuramente non devono lasciarsi andare all’ipotesi e alle illusioni dei facili guadagni. Questo è un mestiere difficile, fatto di sacrifici, di sudore, del lavoro di tutti i giorni. Niente è regalato, soprattutto nel campo della ristorazione. Chi pensa a questo settore come al rimedio facile per sbarcare il lunario è decisamente fuori strada e ha sbagliato tutti i suoi conti. Anche questo è uno dei tanti motivi per cui a fine anno si conta un saldo negativo così forte fra le nuove aperture e le chiusure dei ristoranti».
Evidentemente tutti noi italiani speriamo in una ripresa, ma le incognite sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista politico, sono troppe e troppo complesse per azzardare qualsiasi previsione
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L’antidoto per la crisi? Tenere alta la qualità e lavorare sodo
le imprese commerciali, sia sui pubblici esercizi in particolare. Stando ai calcoli, l’introduzione dell’IMU rappresenterà per le imprese commerciali un costo in aumento. Le stime dicono che l’aumento può andare da un minimo del +92% ad un massimo del +168%. In euro significa che, nel complesso, tutti i pubblici esercizi d’Italia daranno allo Stato un gettito che potrà andare da un minimo di 100 ad un massimo di 200 milioni di euro in più rispetto alla vecchia imposta.
La società a responsabilità limitata semplificata La società a responsabilità limitata semplificata è una nuova forma di s.r.l. destinata esclusivamente ai giovani con meno di 35 anni di età. La sua caratteristica principale, infatti, è che tutti i soci devono essere persone fisiche con meno di 35 anni. Gli amministratori devono essere necessariamente scelti tra i soci, quindi anche loro devono avere un’età inferiore a 35 anni. È vietato il trasferimento delle quote di partecipazione a persone fisiche con almeno 35 anni di età, oppure a soggetti diverse dalle persone fisiche, ed è nullo se comunque effettuato. La società a responsabilità limitata semplificata si caratterizza per la riduzione al minimo delle formalità per la costituzione. L’atto costitutivo, stipulato per atto pubblico, deve seguire un testo standard approvato dal Ministero della Giustizia (decreto 23 giugno 2012, n. 138) ed entrato in vigore dal 29 agosto 2012. Ciò significa che i soci non possono formulare liberamente le clausole dello statuto, adattandolo alle loro esigenze, come avviene normalmente nella s.r.l. La società a responsabilità limitata semplificata è dunque interamente
regolata dalla legge, nel suo funzionamento, senza possibilità di deroga. I costi dell’atto costitutivo sono ridotti: si pagano l’imposta di registro (168 euro) e il diritto annuale del Registro imprese (200 euro), mentre l’atto costitutivo e l’iscrizione nel Registro delle imprese sono esenti da “diritto di bollo” (o per meglio dire “imposta” di bollo) “e di segreteria”. I notai non applicano alcun onorario per la stipula dell’atto costitutivo della società a responsabilità limitata semplificata, pur facendosi carico anche di tutti gli adempimenti successivi all’atto (registrazione all’Agenzia delle entrate e iscrizione della società al Registro delle imprese presso la Camera di Commercio). Il capitale minimo della società a responsabilità limitata semplificata è di 1 euro, e non deve raggiungere i 10.000 euro, che rappresentano il capitale minimo della s.r.l. ordinaria. I conferimenti possono avvenire solo in denaro, e devono essere versati interamente al momento della costituzione della società, direttamente agli amministratori della società, anziché in banca (come avviene invece per la s.r.l. ordinaria). L’ammontare ridotto del capitale sociale rappresenta una delle grosse incognite della società a responsabilità limitata semplificata. La s.r.l. semplificata può avere la sua
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Rubrica
LE NOVITÀ IN MATERIA SOCIETARIA: S.R.L. SEMPLIFICATA E S.R.L. A CAPITALE RIDOTTO
Per sa perne di più
Novità in materia societaria
Rubrica di informazione giuridico finanziaria a cura dello STUDIO GIORDANO
Rubrica
Novità in materia societaria
Per sa perne di più
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naturale evoluzione nella s.r.l. a capitale ridotto. S.r.l. a capitale ridotto La società a responsabilità limitata a capitale ridotto (art. 44 del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134) è destinata alle persone fisiche che abbiano compiuto i trentacinque anni di età alla data della costituzione, ma secondo il Ministero dello sviluppo economico può farne parte anche chi non ha ancora compiuto i 35 anni (nota del 30 agosto 2012 n. 0182223). Come la società a responsabilità limitata semplificata, anche la società a responsabilità limitata a capitale ridotto può avere un capitale compreso tra 1 euro e 9.999,99 euro.
I conferimenti possono avvenire solo in denaro, e devono essere versati interamente al momento della costituzione della società, direttamente agli amministratori della società, anziché in banca. L’amministrazione della società può essere affidata a una o più persone fisiche, anche diverse dai soci. Per il resto la società a responsabilità limitata a capitale ridotto è regolata dalle stesse norme della s.r.l. ordinaria. Per la società a responsabilità limitata a capitale ridotto non sono infatti previsti né statuto standard, né agevolazioni fiscali, né esenzioni dagli onorari notarili. Di seguito si riporta un prospetto sintetico comparativo delle due nuove formule societarie.
Mode e Tendenze
Vino: c’è clima positivo zzzzzzzzzz zzzzzzzz zzzzzzzzzz
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Vino: c’è clima positivo
Vino: la Puglia nella “Top Ten Wine” Usa
Clima positivo per le aziende vitivinicole che guardano al 2013 con fiducia: lo afferma l’indagine Winenews sul mondo del vino italiano. Sebbene il consumo interno sia calato, le aziende italiane possono crescere grazie ai mercati esteri: l’export, a chiusura 2012, s’è attestato tra i 4,6 e 4,7 miliardi di euro, un vero record. I volumi si aggirano intorno ai 21-21,5 milioni di ettolitri (stime su dati Istat). Per il 95% delle aziende intervistate, il 2012 è stato un anno all’insegna delle crescenti vendite fuori dai confini nazionali, con un +13% sul 2011, in media, in termini di aumento di fatturato. Il 38% delle aziende sondate da Winenews pensano che l’anno appena iniziato sia molto positivo; il 57% è “moderatamente” ottimista. Per il 57% delle aziende le maggiori soddisfazioni arrivano dal mercato degli Stati Uniti, storicamente un mercato di riferimento per il vino italiano.
La Puglia è l’unica regione d’Italia nella “Top Ten Wine Travel Destination” 2013 della rivista statunitense “Wine Enthusiast” che si occupa di turismo enogastronomico tra le più diffuse in Usa. La rivista ha fatto un ampio servizio per celebrare il riconoscimento della Puglia, che sarà pubblicato nel numero di febbraio. Monica Larner, corrispondente in Italia, è stata ospite in Puglia in un educational organizzato dal Movimento Turismo del Vino (Fonte ANSA)
Londra: vanno di moda i vini italiani La master of wine e critico enologico del Financial times Jancis Robinson ha scritto recentemente sulle pagine web da lei curate che il vino italiano è di moda a Londra. Citando le più note enoteche londinesi (Berry Bros & Rudd e Justerini & Brooks) la giornalista racconta che c’è una vera battaglia per aggiudicarsi le migliori etichette. La gara è stata battezzata la “battaglia di St James’s street”. «Per generazioni si sono specializzati nei più tradizionali vini francesi e in più Porto e Sherry. Ma ora entrambi stanno prendendo l’Italia seriamente. Qualche nome? Una tra le prime a entrare da Berry Bros è stata la toscana Emanuela Stucchi Prinetti col suo Coltibuono; oggi vi figurano nomi come Caiarossa, Stella di Campalto, Valgiano, Due Mani, Uccelliera...
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certezza della qualità friulana Giuseppe e Luigi Anselmi ci raccontano la loro azienda, nata dai nonni e sviluppatasi generazione dopo generazione nel nome della qualità
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on lontano da Aquileia, cittadina di origine romana e da Palmanova, storica città fortezza fondata nel Cinquecento dai veneziani, si trova il comune di Pocenia, dove la coltivazione della vite trova il suo terreno ideale e dove vengono prodotti gli ottimi vini Doc del Friuli. Siamo nella Provincia di Udine ed è proprio in questo territorio che sorge la Società Agricola Anselmi Giuseppe e Luigi, fondata nel 1928 dai nonni Anselmi, che hanno poi trasmesso ai figli e ai nipoti la loro esperienza e la loro dedizione alla coltivazione della terra con grande senso di appartenenza. Centonovanta sono al momento gli ettari vitati in azienda, dove vengono coltivate diverse varietà, sia autoctone come Refosco dal peduncolo rosso, Friulano, Pignolo o Ribolla Gialla, sia internazionali come Pinot Grigio, Chardonnay, Merlot o Cabernet. Particolarmente importante è la produzione di Prosecco Doc Spumante a cui
sono dedicati 60 ettari e che è spumantizzato ed imbottigliato direttamente in azienda. La sua gradazione inferiore rispetto ai bianchi fermi friulani e le sue piacevoli bollicine, lo avvicinano a quel pubblico che ricerca vini semplici da bere ma ugualmente dall’ottima qualità. Recentemente sono inoltre stati impiantati dai fratelli Anselmi alcuni vigneti nell’area vitivinicola del Collio e le uve qui prodotte sono vinificate nella nuova cantina di Dolegna del Collio denominata “La Reguta”. Dalle due cantine aziendali escono ogni anno circa 1,6 milioni di bottiglie di vini bianchi e rossi che sono molto apprezzati nel mercato italiano ed in quello estero, se si considera che sono esportati in oltre venti paesi di tutti i continenti. Con gli anni Giuseppe e Luigi Anselmi hanno portato la loro azienda a crescere e migliorarsi, potendo annoverare anche significativi riconoscimenti, premi nazionali ed internazionali e recensioni di tecnici degustatori di grande esperienza.
Centonovanta sono al momento gli ettari vitati in azienda, dove vengono coltivate diverse varietà, sia autoctone come Refosco dal peduncolo rosso, Friulano, Pignolo o Ribolla Gialla, sia internazionali come Pinot Grigio, Chardonnay, Merlot o Cabernet. zzzzz
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Vini Anselmi, la certezza della qualità friulana
Vini Anselmi, la
Novità dalle Aziende
ne di tutte le aziende di produzione partner con loro loghi ed indirizzi di riferimento. Opportuno spazio poi, è dato all’archivio completo delle riviste Drink Style, l’house organ del consorzio giunto al 7° anno di pubblicazione. Tutte le riviste sono sfogliabili on-line con il sistema Issuu.
Il sito U.DI.AL. si rifà il look e si riempie di contenuti.
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Il nuovo sito del consorzio U.DI. AL. è finalmente online. L’indirizzo è www.udial.it Nuova la grafica, molto fresca e colorata, aggiornati i contenuti, più spazio all’informazione con una sezione news ed eventi di settore che sarà implementata periodicamente. Non mancano le classiche sezioni: del chi siamo, mission e contatti con in più le pagine di presentazio-
Novità assoluta del nuovo sito è la mappa aggiornata e completa dei distributori associati U.DI.AL., 220 (ad oggi) professionisti dell’ingrosso bevande specializzati nell’Horeca. Gli indirizzi dei soci saranno linkati ai loro siti internet (ove disponibili) per creare in questo modo una vera e propria rete on-line. Molto ben fatta e funzionale è anche l’area riservata ai soci, nella quale verranno postati in tempo reale tutti gli accordi commerciali in vigore, tutte le specifiche attività di volta in volta organizzate. Sempre nell’area riservata c’è la bacheca di informazioni-contatticommenti in uso ai soci. Un luogo nel quale far confluire notizie riservate e di prima mano inerenti il mondo U.DI.AL. Con questo nuovo sito U.DI.AL. rafforza le sue attività di comunicazione all’interno della filiera Horeca, per essere sempre più punto di riferimento, sia per l’industria che per i distributori di bevande, un compito che U.DI.AL. assolve con tutte le attività commerciali e culturali e da oggi anche con questo nuovo e moderno strumento di comunicazione.
Il 2012 è stato un anno difficile per tutti, la Sangemini come ha vissuto quest’anno di recessione? Il contesto economico mondiale non ha reso la vita facile alle industrie del nostro Paese. Il mercato delle Acque Minerali, tuttavia, ha avuto un andamento che, pur risentendo della difficile congiuntura economica, ha messo in luce la sensibilità dei consumatori verso un prodotto stabilmente presente nel paniere di acquisto degli italiani. Il mercato, infatti, ha registrato un incremento dei volumi di vendita del +2,4%. (Fonte Dati Iri Tot Ita +Discount Ap Dic. 2012)
Per quanto riguarda il Gruppo Sangemini possiamo dire di aver avuto un 2012 “effervescente”, nel senso che questo è stato l’anno del lancio dell’Acqua Grazia, la nuova effervescente naturale del Gruppo. È un progetto in cui crediamo molto; si tratta di un prodotto di ottima qualità, tant’è che dopo 8 mesi dal lancio abbiamo riscontri molto positivi da parte dei consumatori. Oggi, grazie alla nuova effervescente, possiamo dire di avere un portafoglio di prodotti completo
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Drink Style intervista il Dott. Stefano Gualdi Direttore Commerciale Sangemini che ci parla della progettualità e delle politiche del gruppo, in special modo nell’area Nielsen in cui opera U.DI.AL.
che abbraccia tutti i segmenti del mercato e tutte le fasce di prezzo. Sangemini resta la marca premium con cui presidiamo quei target per i quali l’apporto di Calcio risulta particolarmente utile (donne in gravidanza, infanzia, donne oltre i 50 anni). Con Fabia (oligominerale naturale e frizzante) e Grazia (effervescente naturale) copriamo la fascia media di mercato, con Aura soddisfiamo i consumatori più attenti al prezzo. Quanto è importante per la sua azienda il canale ingrosso? Il Gruppo Sangemini ha sempre posto la massima attenzione verso il canale cd lungo. Soprattutto in un momento di generale crisi economica risulta vitale confrontarsi con una realtà distributiva importante che oggi, per la nostra azienda, pesa più del 20% del fatturato. Con le azioni che andremo ad intraprendere nel 2013 puntiamo ad incrementare tale incidenza in un’ottica di sempre più stretta collaborazione con i clienti del canale a cui abbiamo dedicato e dedicheremo sempre più attenzioni e spirito di collaborazione, oltre che prodotti e formati dedicati. Quali attività a sostegno della partnership con i grossisti di bevande nel 2013?
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Intervista a Stefano Gualdi direttore commerciale Sangemini SpA
Intervista a Stefano Gualdi direttore commerciale Sangemini SpA
Lato consumatore, quali attività di comunicazione per il 2013? Per quanto riguarda i marchi Fabia e Grazia abbiamo pianificato una campagna stampa su quotidiani nazionali e locali ed abbiamo previsto il sostegno a degli eventi sportivi selezionati. Per inaugurare al meglio il 2013 siamo stati presenti in piazza alla festa
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per il capodanno di Napoli personalizzando (con Fabia e Grazia) dei Totem in prossimità del palco. Un evento dalla grande visibilità che ha contato centinaia di migliaia di presenze e che ci ha dato la possibilità di festeggiare l’inizio dell’anno accanto ai nostri consumatori. Su Sangemini abbiamo deciso di virare la comunicazione su media più affini ai nostri target. Partiremo a breve con una campagna stampa su riviste inerenti la prima infanzia, la gravidanza e su settimanali e mensili letti dalle persone mature. Recenti ricerche hanno inoltre evidenziato una grande propensione di questi target a reperire informazioni su internet, per tali ragioni abbiamo deciso di investire in banner presenti su siti in target ed acquisteremo parole chiave su google. La novità 2013 è la presenza di Sangemini su mobile con una partnership di grande rilievo con l’applicazione per iPhone iMamma, un utile strumento gratuito a disposizione delle future mamme per monitorare il progredire della gravidanza e la crescita del piccolo. Abbiamo inoltre previsto investimenti su Facebook dove abbiamo una fanpage e su Youtube dove siamo presenti con un canale in cui abbiamo caricato gli spot degli ultimi 40 anni di comunicazione Sangemini. Sono previste anche una serie di attività sui medici, parteciperemo, infatti, a molti congressi medici inerenti le specializzazioni a noi più affini. Il Gruppo Sangemini si proietta nel 2013 con grande entusiasmo e con le energie necessarie ad affrontare un nuovo anno ricco di sfide e di successi.
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Intervista a Stefano Gualdi direttore commerciale Sangemini SpA
Quest’anno abbiamo deciso di lavorare fianco a fianco con i nostri clienti mettendo a loro disposizione una serie di strumenti molto utili nel loro quotidiano, dalle frigovetrine a prezzo agevolato a delle operazioni con gadget con una meccanica sui carichi. Ma il vero obiettivo a cui puntiamo quest’anno è la fidelizzazione. Vogliamo premiare i nostri migliori clienti con una collection che abbiamo chiamato “Goccia dopo goccia una cascata di premi esclusivi 2013”. Si tratta di un catalogo con oltre 70 premi divisi in 6 categorie, dall’hi-tech di ultima generazione ai personali di grande prestigio passando per un’area relativa alla professione con oggetti utili al lavoro quotidiano, sono inoltre presenti dei pacchetti Viaggi, degli oggetti top di gamma e molto altro. Una selezione di articoli delle migliori marche. Per partecipare è necessario essere (o diventare) nostri clienti, iscriversi alla collection ed effettuare, nel periodo dell’operazione, ordini di Sangemini, Fabia, Grazia o Amerino. Semplicemente svolgendo il lavoro quotidiano si ha, quindi, la possibilità di accumulare punti da spendere nella speciale ed esclusiva selezione. Un’occasione unica per tutti i nostri clienti.